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ISTITUZIONI DI ECONOMIA
(rif. Dispensa prof. G.Bonifati aa 2007 - 2008)

CAP 1: Introduzione 5 VARIABILI ECONOMICHE FONDAMENTALI: PIL: Prodotto Interno Lordo = valore dei beni e servizi finali prodotti da uneconomia in un certo periodo di tempo (es.1 anno) e corrisponde allinsieme del reddito prodotto. TASSO DI DISOCCUPAZIONE: misura il numero di persone in cerca di lavoro rispetto alle forze di lavoro, che comprendono sia gli occupati che i disoccupati. TASSO DI INFLAZIONE: tasso di crescita del livello dei prezzi (quando negativo si dice DEFLAZIONE). TASSO DI INTERESSE: i tassi di interesse a breve termine sono controllati dalla Banca Centrale attraverso le azioni di politica monetaria. TASSO DI CAMBIO: esprime il rapporto di scambio tra le monete (una moneta si apprezza o deprezza rispetto ad unaltra. CAP 2 : Descrizione del sistema economico e contabilit nazionale Sistema economico rappresentato come flusso circolare tra attivit di produzione di beni e servizi, generazione di reddito connesso a tale attivit e spesa per beni e servizi finali da parte degli operatori economici presenti nel sistema economico stesso. Ci si riferisce a produzione e spesa effettuati durante un anno. Produzione e spesa corrente significa che sono effettuate nellanno corrente . OPERATORI ECONOMICI: insieme di unit economiche individuali accomunate da una certa funzione svolta nel sistema economico (operatore economico = soggetto economico collettivo). Distinguiamo 5 O.E.: FAMIGLIE: insieme delle unit economiche che consumano beni e servizi finali per soddisfare bisogni (anche non necessari per la sopravvivenza). Forniscono servizi lavorativi in varie forme in cambio di un compenso monetario (salari e stipendi). IMPRESE: producono beni e servizi venduti sul mercato, acquistando da altre imprese beni (intermedi e di investimento) e servizi dalle famiglie. Vendono beni e servizi e ottengono ricavi monetari.
RICAVI COSTI (acquisti materie prime, semilavorati, salari, stipendi) = PROFITTI LORDI (UTILI) UTILI LORDI AMORTAMENTI = PROFITTI NETTI (REDDITO) AMMORTAMENTI: accantonamenti annuali destinati a compensare la perdita di valore subita dai beni capitali impiegati nella produzione

AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (AAPP): acquistano beni e servizi per produrre servizi non destinabili alla vendita, prelevando il reddito da famiglie e imprese sotto forma di imposte (entrate correnti) e trasferendo reddito a favore di famiglie e imprese sotto forma di trasferimenti monetari (uscite correnti). Tre tipi: amministrazioni centrali, amministrazioni locali ed enti di previdenza.
IMPOSTE DIRETTE: sono prelievi direttamente commisurati al reddito. Dirette perch il reddito percepito rappresenta in modo immediato la capacit contributiva di un individuo (es. IRPEF, IRES) IMPOSTE INDIRETTE: sono prelievi commisurabili al valore di scambio di un bene o di unattivit patrimoniale. Indirette perch lo scambio rappresenta unindicazione indiretta della capacit contributiva degli individui (es.IVA).

2 SETTORE FINANZIARIO: svolge la funzione di amministrare il risparmio privato e fornire i mezzi finanziari necessari allattivit di produzione e consumo. SETTORE ESTERO: insieme delle unit economiche non residenti alle quali sono venduti beni e servizi prodotti nel sistema economico (esportazioni) e dalle quali sono acquistati i beni e servizi importati (importazioni). Le esportazioni rappresentano spesa x beni finali anche se riguardano materie prime o beni intermedi perch una volta venduti allestero non sono pi utilizzati per produrre beni e servizi allinterno. La somma di importazioni e produzione interna soddisfa il flusso di spesa per beni e servizi finali.

TIPOLOGIE DI BENI: Beni e servizi FINALI = uso immediato (es. alimentari) o durevole (es. automobili), non entrano nella produzione di altri beni o servizi; Beni INTERMEDI = impiegati nel processo produttivo dellanno corrente, si esauriscono in esso (es. materie prime); Beni di investimento o beni durevoli = beni capitali o beni di produzione durevoli (es. impianti, macchinari, ecc) che non si esauriscono nella produzione corrente. Sono soggetti ad ammortamento. Consumi pubblici = beni e servizi acquistati dalle amministrazioni pubbliche PRODOTTO INTERNO LORDO - PIL (Y) Il PIL pu essere calcolato da 3 punti di vista (che coincidono): VALORE AGGIUNTO (VA) REDDITO SPESA PIL = valore dei beni e servizi finali prodotti da una economia in un certo periodo di tempo (somma dei valori aggiunti di tutti i settori delleconomia VA) = alla somma dei redditi generati allinterno del sistema economico (redditi interni) = valore della spesa per beni e servizi finali prodotti allinterno nellanno corrente (C + I + G + ( X M )) PIL VA redditi interni C + I + G + ( X M ) VA valore aggiunto = differenza fra valore della produzione corrente e valore dei beni intermedi impiegati nella produzione. Il valore aggiunto consiste nella somma di salari e stipendi, profitti lordi e imposte indirette (iva + imposte sulle importazioni) + variazione delle scorte (comprende beni e servizi finali prodotti ma non venduti nellanno corrente; positiva quando le scorte aumentano, negativa quando diminuiscono). (Per le AAPP convenzionalmente il VA corrisponde a salari e stipendi dei dipendenti, non essendoci profitti). Riassumendo: VA = valore delle vendite delle imprese (fatturato) valore degli acquisti di beni intermedi + variazione delle scorte . Questa somma corrisponde anche alla somma dei redditi interni (redditi interni ) e al valore della spesa per beni e servizi finali prodotti allinterno nellanno corrente. Prestare attenzione : se calcolando il Pil come VA troviamo la voce VALORE DELLA PRODUZIONE le variazioni delle scorte sono gi comprese, se la voce a disposizione FATTURATO, dato che il fatturato corrisponde al venduto vanno aggiunge le variazioni delle scorte. (rif. Esercitazione 1 es.1 punto b9)

3 Il modo corretto per calcolare il PIL riferito al valore aggiunto quello di sommare i valori aggiunti delle singole imprese e non i valori di produzione, poich allinterno della produzione incluso il valore dei prodotti intermedi utilizzati. Il PIL il valore dei beni e servizi finali prodotti allinterno nellanno corrente. Non comprende beni e servizi venduti nellanno corrente ma prodotti in periodi precedenti e comprende beni e servizi finali prodotti ma non venduti nellanno corrente. Questi alimentano le scorte formatesi nellanno corrente. Al calcolo del PIL va aggiunta la variazione delle scorte . I beni prodotti allinterno possono essere impiegati esclusivamente come beni finali o come beni durevoli. C= consumi privati G= spesa per consumi pubblici I= investimenti X= esportazioni M= importazioni PIL+M = C+I+G+X Vale a dire: la spesa finale per consumi, gli investimenti, la spesa pubblica e le esportazioni sono soddisfatte dalla somma di prodotto interno lordo e importazioni. IDENTITA CONTABILE Il PIL uguale alla somma dei valori aggiunti = al valore della spesa per beni e servizi finali prodotti allinterno nellanno corrente. Il simbolo indica la definizione di identit contabile. ISTAT: istituto centrale di statistica fornisce dati sulle grandezze che consentono di misurare i livelli di attivit economica. Tra laltro pubblica lAnnuario Statistico Italiano. LE COMPONENTI DELLA SPESA AGGREGATA Spesa aggregata interna: somma della spesa per consumi delle famiglie, investimenti lordi, consumi delle AAPP e ISP (istituzioni senza scopo di lucro) ed esportazioni nette (differenza tra esportazioni e importazioni di beni e servizi). PIL = C + I + G + ( X M ) C = spesa per consumi privati : spesa per beni e servizi finali effettuata dalle famiglie, distinti in beni e servizi di consumo immediato (alimentari, ecc) e beni durevoli (elettrodomestici, ecc). I consumi delle famiglie sono la voce pi importante del PIL. Le voci principali di spesa delle famiglie italiane sono abitazioni, acqua,
elettricit, gas - alimentari e tabacco - trasporti e comunicazioni.

I = spesa per investimenti: spesa per nuovi beni di investimento effettuata dalle imprese e dalle amministrazioni pubbliche per accrescere lammontare (stock) di beni capitali o per sostituire i beni capitali che vanno fuori uso durante lanno. Si divide in investimenti fissi lordi , che comprendono sia gli investimenti privati che quelli pubblici. 4 tipi: macchine (anche x ufficio e telecomunicazioni), mezzi di trasporto, costruzioni (nuove abitazioni e nuove costruzioni industriali, ecc), software. Sono generalmente destinati ad accrescere o sostituire lattrezzatura produttiva di uneconomia. Sono detti beni di produzione durevoli perch sono

4 utilizzati per produrre altri beni e non si esauriscono immediatamente nella produzione corrente. (a differenza dei beni di produzione di uso immediato, come le materie prime, ecc.). Sono lordi perch comprendono gli ammortamenti. Linvestimento netto la differenza tra investimento lordo e ammortamento. investimenti in scorte , sono costituiti dalle giacenze di beni intermedi e finali che le imprese mantengono per far fronte ad esigenze produttive e commerciali. La variazione delle scorte misura laumento o la diminuzione del valore di queste giacenze durante lanno. G = spesa per consumi pubblici: valore degli acquisti di beni e servizi finali effettuati dalle AAPP e dagli ISP nel corso dellanno (detta anche spesa pubblica) e che rappresentata per la maggior parte dalle retribuzioni dei dipendenti pubblici. X = esportazioni M = importazioni Sia le esportazioni che le importazioni sono sempre da considerarsi come beni e servizi finali, anche quando si tratta di materie prime o beni intermedi. La differenza tra esportazioni ed importazioni definita esportazioni nette (XM). IL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI Corrisponde allidentit della contabilit nazionale che definisce il PIL come valore della spesa per beni e servizi finali prodotti allinterno nellanno corrente: PIL = C + G + I + (X M) in cui RISORSE : PIL + M
Risorse = somma di PIL (che rappresenta il valore dei beni e servizi destinabili agli impieghi finali prodotti allinterno) e importazioni di beni e servizi finali dallestero.

IMPIEGHI : C + G + I + X
Impieghi = spesa complessiva per beni e servizi finali (spesa consumi famiglie, investimenti fissi lordi e variazione delle scorte, consumi AAPP e ISP e esportazioni)

E pu diventare PIL + M = C + G + I + X In grafica: RISORSE PIL (Y) Importazioni

ossia

RISORSE = IMPIEGHI

(M)

Totale

IMPIEGHI Consumi privati (C) Consumi collettivi (G) Investimenti fissi lordi (I) Esportazioni (X) Variazione scorte 9 1483 Totale 1166 317

699 215 229 331 1483

CONTO ECONOMICO DELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO Corrisponde allidentit della contabilit nazionale che definisce il PIL come VA e rappresenta il PIL come redditi generati nella produzione interna. E costituito da: redditi da lavoro dipendente (salari e stipendi ), che rappresentano la maggior parte (rif.2006: 40%); risultato lordo di gestione + reddito misto (somma data dal valore residuale di PIL reddito da lavoro dipendente imposte indirette al netto dei contributi) comprende interessi, dividendi, profitti non distribuiti e redditi di alcuni lavoratori autonomi (rif.2006: 30%); Imposte indirette (rif.2006: 14%); Ammortamenti (rif.2006: 19%);

5 RISPARMIO INVESTIMENTI ESPORTAZIONI NETTE RISPARMIO NAZIONALE LORDO (S) la parte del PIL non consumata. E composto da risparmio pubblico e privato (famiglie + imprese). RISPARMIO DELLE FAMIGLIE dato dal reddito personale disponibile (Yd) meno i consumi privati (C) - REDDITO PERSONALE DISPONIBILE (Yd) non coincide col reddito prodotto, poich una parte del reddito non viene distribuita alle famiglie ma trattenuta dalle imprese (profitti non distribuiti) e unaltra parte viene utilizzata dalle famiglie per pagare le imposte. Allo stesso tempo una pare di reddito dalle AAPP viene trasferito alle famiglie. Pertanto, il reddito personale disponibile si ottiene sottraendo al reddito prodotto le imposte sul reddito (T), i profitti non distribuiti (pnd) e aggiungendo i trasferimenti (Tr). Reddito personale disponibile Yd = Y pnd T + Tr - REDDITO EFFETTIVAMENTE DISTRIBUITO pari a Y- pnd RISPARMIO DELLE FAMIGLIE = Yd C = Y pnd - T + Tr C RISPARMIO DELLE IMPRESE = pnd (profitti non distribuiti) parte di reddito non consumato dalle famiglie pnd - T + Tr C), al quale vanno aggiunti i dimpresa = pnd). Spriv = Y pnd T + Tr C C

RISPARMIO PRIVATO (Spriv ) la (risparmio delle famiglie = Y profitti non distribuiti (risparmio +pnd RISPARMIO PRIVATO = Y T + Tr

RISPARMIO PUBBLICO (SG) pari alla differenza tra le entrate e uscite correnti delle AAPP. Le imposte (T) rappresentano le entrate. Le uscite sono la spesa pubblica (G) e non comprendono investimenti pubblici (che sono investimenti lordi) e interessi sul debito pubblico (che sono trasferimenti). SG = T G Tr RISPARMIO NAZIONALE (S) pari alla somma di risparmio privato e pubblico S Spriv + SG Y T + Tr C + T - G Tr Y C - G (Formula del RISPARMIO NAZIONALE : S Y C G) S quindi il reddito non consumato da famiglie, imprese e AAPP Riscrivendo lidentit della contabilit nazionale Y C+ I+ G+ (XM ) Otteniamo YCG= I + ( XM ) Vale da dire: la parte di PIL non consumata dalle famiglie, AAPP e imprese pari, per definizione, alla somma degli investimenti e delle esportazioni nette. Essendo il risparmio nazionale S Y C - G otteniamo S I + ( X M ) Grandezze FLUSSO sono misurabili in un certo arco di tempo (es un anno) e vi appartengono I, G, S, Y; Grandezze FONDO sono definibili e misurabili ad una certa data (es 31/12 di un certo anno) e vi appartengono lammontare di beni capitali di cui dispone leconomia in un certo momento o la ricchezza, cio lammontare di risparmio netto accumulato nel tempo. Reddito nazionale lordo (reddito prodotto dai residenti) si ottiene aggiungendo al PIL il reddito prodotto allestero da residenti e sottraendo il reddito prodotto allinterno da non residenti.

6 Redditi netti dallestero differenza tra redditi netti dei residenti allestero e i redditi dei non residenti allinterno. PIL e reddito nazionale lordo al costo dei fattori. Sia il PIL sia il reddito nazionale lordo sono espressi a prezzi di mercato , comprensivi delle imposte indirette sugli scambi (IVA, ecc). Il Pil pu essere misurato anche sottraendo le imposte indirette; in questo modo si ottiene una misura del Pil al costo dei fattori . Significa che i redditi generati sono attribuiti interamente ai soggetti economici che vi hanno partecipato a qualsiasi titolo o come lavoratori dipendenti o come lavoratori autonomi o come proprietari delle imprese. Lordo significa sempre comprensivo di ammortamenti.

Reddito Nazionale Netto al costo dei fattori : Pil redditi netti dallestero ammortamenti imposte indirette Il PIL uno degli indicatori pi importanti del livello dellattivit economica e indica landamento delleconomia nel tempo, fornendo una misura della quantit di beni e servizi finali prodotti nel tempo. PIL NOMINALE E PIL REALE PIL NOMINALE (o a prezzi correnti ) il valore dei beni e servizi finali prodotti allinterno, ai prezzi dellanno corrente ed dato dalla somma dei prezzi per la quantit di tutti i beni e servizi finali che fanno parte del PIL di un certo anno. Nellipotesi di 2 beni aventi prezzo e quantit determinate, nellanno 2005: PIL05 nom = p 05 1 X q 05 1 + p 05 2 X q 05 2 Ne deriva che un aumento del PIL nominale potrebbe essere dato sia da un aumento di quantit sia da un aumento di prezzo, o da entrambi. Il Pil nominale non quindi utilizzabile per avere indicazioni sulla quantit di beni prodotti nel tempo. PIL REALE (o a prezzi costanti) il valore di beni e servizi finali prodotti allinterno, misurato ai prezzi di un anno base. E calcolato utilizzando il metodo degli indici a catena. Es. PIL anno 2005 a prezzi anno 2004 (prezzi anno base x quantit correnti) PIL05 reale ai prezzi 04 = p 04 1 X q 05 1 + p 04 2 X q 05 2 Cos calcolato, un aumento del Pil tra il 2004 e il 2005 esprime un aumento della quantit prodotta a prezzi mantenuti costanti (vedi pag.35). Dividendo il Pil 05 ai prezzi del 04 e il Pil del 04 a prezzi correnti possibile ottenere lindice delle quantit: p 04 1 X q 05 1 + p 04 2 X q 05 2 I 05 / 0 4 = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - P04 1 X q 04 1 + p 04 2 X q 04 2

7 Questo indice di volume fornisce una misura della maggiore o minore quantit di beni e servizi finali che compongono il Pil 05 rispetto a quello 04 a parit di prezzi (04). Una volta costruita la serie di indici x ciascun anno, si utilizzano le variazioni degli stessi per calcolare il Pil reale di ogni anno prendendo il Pil di un certo anno come riferimento. Per ottenere unindicazione sulla crescita della produzione di beni e servizi finali delleconomia sono utili le analisi della variazione percentuale del Pil: Pil t Pil t - 1 Variazione percentuale del Pil al tempo t = - - - - - - - - - - - - - - - x 100 Pil t - 1 DEFLATORE IMPLICITO DEL PIL Dividendo Pil nominale per il Pil reale si ottiene il deflatore implicito del Pil: esso un indice di livello dei prezzi Viene definito a pesi variabili perch usa le quantit correnti, cio le quantit di ciascun anno per il quale si calcola lindice, e quindi confronta il costo dei beni e servizi prodotti nel periodo corrente, con il costo degli stessi beni e servizi misurato ai prezzi dellanno base.
PIL05 nom Deflatore implicito del Pil = - - - - - - - - - - 100 PIL05 reale p 05 1 X q 05 1 + p 05 2 X q 05 2 x 100 = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - p 04 1 X q 05 1 + p 04 2 X q 05 2 x

Calcolo del Pil al valore concatenato dellanno di riferimento = Pil a prezzi correnti / deflatore anno di riferimento (rif. esercitazione 1, es.1, punto c) INFLAZIONE E TASSO DI INFLAZIONE INFLAZIONE = processo autosostenuto di aumento dei prezzi, la cui velocit misurata dal: TASSO DI INFLAZIONE = aumento percentuale del livello dei prezzi in un dato periodo. . p t - p t- 1 Tasso di inflazione (p t ) = ______ x 100 p t- 1 . . Pu essere calcolato utilizzando pt = deflatore PIL o pt = indice prezzi al consumo Si parla di INFLAZIONE quando il tasso di inflazione positivo; quando negativo si tratta di DEFLAZIONE. In questo caso i prezzi al consumo diminuiscono e portano crisi, ristagno dei consumi. Il tasso di inflazione va mantenuto basso, ma non negativo. INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (IPC) Lindice dei prezzi al consumo un indicatore della variazione dei prezzi di un insieme di beni e servizi rispetto ai prezzi di un determinato anno base. Lindice dei prezzi viene costruito sulla base di un insieme (un paniere) di beni e servizi rappresentativi del consumo. Es. supponendo come anno corrente il 2005 e anno base il 2000, ed un paniere di 2 beni:

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p 05 1 X q 00 1 + p 05 2 X q 00 2 Indice dei prezzi al consumo = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - x 100 p 00 1 X q 00 1 + p 00 2 X q 00 2
Valore paniere anno corrente (prezzi correnti x q.t anno base)

Indice dei prezzi al consumo = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - x 100

---------------------------

Valore paniere anno base (prezzi e q.t anno base)

La differenza sostanziale fra il deflatore del PIL e lindice dei prezzi al consumo sta nellutilizzo delle quantit dei prodotti: se per il deflatore utilizzo sempre le quantit dellanno corrente, per lindice dei prezzi al consumo si utilizzano le quantit dellanno base. Ne deriva che: deflatore indice a pesi variabili : le quantit variano (rimangono fissi i prezzi) prezzi al consumo indice a pesi fissi: le quantit rimangono costanti Indici dei prezzi al consumo calcolati dallIstat: Indice generale nazionale dei prezzi al consumo della collettivit (NIC) calcolato in riferimento ai consumi dellintera popolazione. Indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi delle famiglie il cui reddito attribuibile al lavoro dipendente nel settore extra agricolo Indice generale armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dellUE (IPCA) calcolato in riferimento alla generalit delle famiglie, ma prende in considerazione il consumo di beni e servizi il cui regime di prezzo confrontabile con quello degli altri Paesi dellUE. Difficolt insite nella costruzione degli indici di prezzo: I consumi delle famiglie cambiano nel tempo. Per ovviare a questa difficolt dal 1999 lIstat aggiorna annualmente la composizione e i pesi dei prodotti nel paniere. Linserimento di nuovi prodotti non permette il confronto con i prezzi degli anni precedenti; I miglioramenti nella qualit dei prodotti rendono difficile il confronto nel tempo, perch a parit di prezzo posso ottenere un prodotto (es. computer) con prestazioni migliori di quelle degli anni precedenti. In alcuni Paesi vengono calcolate per questi prodotti indici di prezzo aggiustati per qualit. PIL PRO CAPITE E BENESSERE Spesso il PIL reale pro capite (PIL reale diviso per numero di abitanti) viene utilizzato come indice di benessere, esprimendo la quantit di beni e servizi di cui dispone, in media, ciascun abitante. Tra le ragioni che mettono in dubbio lattendibilit del PIL pro capite come indicatore del benessere collettivo alcune hanno a che vedere con la difficolt stessa di una corretta misurazione del Pil reale: Difficolt nel tener conto di nuovi prodotti e miglioramenti qualitativi; i servizi sono sempre pi importanti nelle moderne economie ma sono difficilmente misurabili in termini di quantit; non rientrano nel PIL i beni e servizi non scambiati sul mercato (v.lavoro domestico non retribuito) non rientrano nel PIL le attivit economiche nelle quali i rapporti di lavoro non sono regolari e non vengono ufficialmente dichiarate;

9 le attivit illegali hanno un enorme giro daffari, ma ovviamente non rientrano nel Pil (anche se si dubita che il reddito che ne deriva potrebbe aumentare il benessere della collettivit); difficolt connesse alla rilevazione dei dati necessari al calcolo del PIL nelle piccole realt produttive artigianali, ecc. (economia sommersa).

ISU INDICE DI SVILUPPO UMANO Lindice di sviluppo umano (ISU) un indicatore multidimensionale del grado di benessere messo a punto dallUNDP (United Nations Development Programme), che pubblica annualmente un rapporto sullo sviluppo umano. Ha lo scopo di misurare linsieme dei risultati raggiunti in un Paese in riferimento a 3 dimensioni fondamentali dello sviluppo umano: LONGEVITA: speranza di vita alla nascita (n di anni che i nati in un certo Paese possono attendersi di vivere); CONOSCENZA: tasso di alfabetizzazione adulta e tasso di iscrizione combinata al 1 2 3 livello di istruzione; STANDARD DI VITA DIGNITOSO: misurato dal Pil reale pro capite A parit di PIL pro capite, possono esistere situazioni di elevato o esiguo benessere. Questo sta a significare che il PIL reale pro capite + un mezzo per migliorare il benessere collettivo, che il fine stesso del benessere. POPOLAZIONE, OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE Al Pil risulta essere collegato il livello delloccupazione di uneconomia. Per POPOLAZIONE RESIDENTE ad una certa data si intende linsieme delle persone sia di cittadinanza italiana che straniera iscritte allanagrafe dei comuni . Si tratta di una grandezza fondo, misurabile ad una certa data e che varia per effetto delle nuove nascite, delle morti e del flusso migratorio in entrata e uscita. FORZE DI LAVORO sono tutti gli occupati e le persone in cerca di lavoro (disoccupati). Non ne fanno parte i giovani fino a 14 anni, adulti oltre 65 anni, persone in et lavorativa che non cercano lavoro (studenti, casalinghe, inabili) Ogni 3 mesi lISTAT effettua unIndagine sulle forze di lavoro , basata su interviste a campione. Sono considerati OCCUPATI coloro che al momento dellintervista dichiarano di avere unoccupazione o di essere in condizione diversa da quella di occupato, ma di avere effettuato ore di lavoro nella settimana di riferimento dellindagine. Le persone IN CERCA DI OCCUPAZIONE sono coloro che dichiarano: (1) di essere in una condizione diversa da quella di occupato; (2) di non aver effettuato ore di lavoro nella settimana di riferimento dellindagine; (3) di essere alla ricerca di una occupazione; (4) di avere compiuto almeno unazione di ricerca di lavoro nei 30 giorni precedenti lintervista; (5) di essere immediatamente disponibili a lavorare. Gli indicatori principali relativi al mercato del lavoro sono 3: tasso di attivit, tasso di occupazione e tasso di disoccupazione. TASSO DI ATTIVITA (o di partecipazione) Rapporto tra forze lavoro e popolazione in et lavorativa (15- 64 anni). Esprime il grado in cui la popolazione in et lavorativa partecipa allattivit produttiva.
Forze di lavoro Tasso di attivit = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Popolazione 15 - 64 ani x 100

Aumenta solo se aumentano le forze di lavoro rispetto alla popolazione in et lavorativa. Notevoli differenze tra regioni e sesso.

10 TASSO DI OCCUPAZIONE Rapporto tra occupati in attivit lavorativa e persone in et lavorativa.


Occupati tra 15 - 64 anni Tasso di occupazione = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Popolazione 15 - 64 anni x 100

Fornisce unindicazione sulla capacit di un sistema economico di assicurare lavoro alla popolazione in attivit lavorativa.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE Rapporto tra persone in cerca di lavoro (disoccupati) e la forza lavoro.
Tasso Persone in cerca di occupazione di disoccupazione - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - x 100 Forze di lavoro =

Un elevato tasso di disoccupazione il risultato dellincapacit del sistema economico di dare unoccupazione a tutti coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro. Un elevato e persistente tasso di disoccupazione e le scarse prospettive di lavoro che ne conseguono producono un effetto di scoraggiamento facendo in modo che persone disponibili a lavorare smettano di cercare lavoro. Coloro che smettono di cercare lavoro non risultano ne disoccupate n tra le forze di lavoro. Landamento del tasso di attivit va esaminato congiuntamente a quello del tasso di occupazione per rendersi conto se un aumento del rapporto fra forze di lavoro e popolazione attiva accompagnato da un aumento delloccupazione o se dipende invece da un aumento delle persone in cerca di occupazione.

CONSIDERAZIONI SU OCCUPAZIONE E SETTORI DI ATTIVITA IN ITALIA - i settori di attivit si dividono in: agricoltura, industria, servizi - negli anni 70 lagricoltura impiegava il 20% della forza lavoro, negli anni 80 impiegava l8% - il settore dei servizi cresciuto molto negli anni 70- 80 - Nel 2003 la composizione % degli occupati era del 4,9% in agricoltura, 31,8% nellindustria e 6,3% nei servizi. Calcolo tasso di variazione valore aggiunto per occupato (rif. esercitaz. 1 esercizio 6) VA reale = VA ai prezzi correnti / Deflatore VA reale per addetto = VA reale / Occupati (VA x addetto t Va x addetto t- 1 ) Tasso di variazione VA reale per addetto = - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - x 100 Va x addetto t- 1

Appendice 1 al Cap.2 La tavola Input - Output e le identit della contabilit nazionale La TAVOLA INPUT- OUTPUT (tavola delle immissioni - erogazioni) contiene sia la descrizione dellimpiego intermedio di beni e servizi prodotti nelleconomia, sia il loro impiego come beni e servizi finali. La tavola INPUT- OUTPUT fornisce una descrizione completa del sistema economico e permette di ricavare il Pil, sia come

11 somma dei valori aggiunti che come somma di beni e servizi finali prodotti allinterno. Vedi pagg.55 - 59 dispensa Appendice 2 al Cap.2 Calcolo del Pil reale con il metodo degli indici a catena (NON OBBLIGATORIA) Il metodo degli indici a catena utilizzato dal 2005 dallIstat per calcolare il Pil reale. Il calcolo si effettua in 4 stadi: Yt pt- 1 Pil di un certo anno ai prezzi dellanno precedente 1. Indici di quantit a base mobile = I t / t- 1 = -------- = ------------------------------------------Yt- 1 pt- 1 Pil dellanno precedente ai prezzi correnti 2. Indice concatenato che si ottiene moltiplicando I dellanno precedente con I dellanno corrente Es.: I c96 / 9 5 = I 95 / 9 4 x I 96 / 9 5 Es.: I c97 / 9 5 = I c96 / 9 5 x I 97 / 9 6 La formula per calcolare gli indici concatenati per i singoli anni dellintera serie che va dallanno zero allanno t, :
t

t/ 0

= I
j=1

j / j- 1

3. Indice concatenato dellanno di riferimento : si fissa un anno come riferimento e si calcola una serie di indici concatenati che abbiano come riferimento lanno scelto. Si ottiene dividendo I c di ciascun anno per per I c dellanno di riferimento (to). I ct / 0 I t / t0 = - - - - - - - - - = I c t0 / 0 indice concatenato anno di riferimento 4. Pil ai valori concatenati con riferimento ad un certo anno : si ottiene moltiplicando il Pil a prezzi correnti dellanno di riferimento per gli I c con riferimento allanno di riferimento (to). LIstat assume il 2000 come anno di riferimento.
c

t / t0

=Y

t0

pt0

t / t0

= Y

t0

pt0

t/ 0

I ct / 0 --------I c t0 / 0

I livelli del Pil a valori concatenati consentono di stabilire come si modifica il livello del Pil concatenando le variazioni del Pil reale da un anno allaltro, calcolate combinando la base di ogni anno, rispetto a un anno di riferimento. CAP 3 : La moneta nel sistema economico

MONETA E FUNZIONI DELLA MONETA Nel corso del tempo sono stati adottati diversi tipi di moneta:

12 Moneta merce: si utilizzavano oro e argento, che oltre ad avere la funzione di mezzo di pagamento avevano un valore come merce in base alle contrattazioni sul mercato. Moneta segno: utilizzata oggi costituisce un mezzo di pagamento il cui valore dipende unicamente dalla sua funzione. Monete e banconote hanno un certo valore solamente in virt di ci che le Banche Centrali stampano su di esse.

Le funzioni della moneta: mezzo di pagamento negli scambi (funzione essenziale), le cui caratteristiche fondamentali sono: opera da intermediario nello scambio : evita che lo scambio possa avvenire esclusivamente sulla base del baratto, ovvero cedendo merci in cambio di merci, cosa che richiede una doppia coincidenza fra bisogni e convenienza. Consente quindi di separare la vendita e lacquisto di merci in due transazioni distinte nel tempo. Risolve lo scambio : conclude cio i rapporti fra le parti coinvolte nello scambio in quanto la moneta tutto ci che generalmente accettato come mezzo di pagamento . Permette quindi di ampliare le possibilit dello scambio consentendo a molti soggetti di interagire reciprocamente ed originando rapporti di credito e debito tra pi individui, caratterizzati da conoscenza incerta sulle possibilit che le promesse di pagamento siano onorate. Il fatto che sia generalmente accettata come mezzo di pagamento consente quindi allo scambio di avvenire nelle condizioni di conoscenza incerta (funzione sociale). Riserva di valore: la moneta svolge la funzione di mezzo di pagamento generalmente accettato con la caratteristica di perdurare tempo. Grazie a tale peculiarit funge quindi anche da riserva di valore, cio pu essere impiegata come forma di attivit finanziaria nella quale mantenere la ricchezza costituita dal risparmio netto accumulato nel tempo (che pu essere mantenuta anche in altre attivit finanziarie come le obbligazioni o le azioni o attivit reali come case, ecc.) Unit di conto: utilizzata per esprimere i prezzi e stipulare i contratti Misura dei pagamenti differiti : utilizzata per effettuare pagamenti a lungo termine (es. rimborso prestiti a diversa scadenza).

DEFINIZIONE DEGLI AGGREGATI MONETARI Liquidit di uno strumento finanziario dipende dalla facilit con cui uno strumento pu essere utilizzato come mezzo di pagamento al minor costo. Nessuno strumento finanziario possiede una liquidit superiore alla moneta nella sua definizione ristretta. I 3 aggregati monetari attualmente in uso nei paesi che hanno aderito allUnione Monetaria Europea (tra i quali lItalia) sono: M1 o AGGREGATO MONETARIO RISTRETTO lo strumento finanziario con il pi elevato grado di liquidit e comprende i due strumenti immediatamente utilizzabili come mezzi di pagamento: CIRCOLANTE: biglietti e monete emessi dalla BC detenuti dal pubblico, definito come linsieme dei soggetti economici diversi dagli istituti di credito e dalla BC; DEPOSITI A VISTA: c/correnti che il pubblico detiene presso gli istituti di credito e che possono essere trasferiti senza preavviso.

13 M2 o AGGREGATO MONETARIO INTERMEDIO contiene oltre al circolante e ai depositi a vista (M1) anche gli strumenti finanziari che possono essere trasformati in mezzi di pagamento con relativa facilit e costo contenuto: M1 DEPOSITI con scadenza fissa fino a due anni DEPOSITI rimborsabili con preavviso fino a tre mesi M3 o AGGREGATO MONETARIO ESTESO contiene oltre a M2 anche alcuni degli strumenti finanziari che per caratteristiche di liquidit e certezza di prezzo sono considerati sostituti dei depositi: M2 PRONTI CONTRO TERMINE (contratti stipulati con la banca per lacquisto di titoli con obbligo di rivendita ad una certa data) FONDI DI INVESTIMENTO MONETARIO OBBLIGAZIONI CON SCADENZA FINO A DUE ANNI Quantit di moneta : consistenza di ciascuno degli aggregati monetari presenti nelleconomia in un certo momento. La quantit di moneta uno stock . Nella definizione pi estesa di M3, la moneta viene creata da tutte le istituzioni finanziarie capaci di creare circolante, depositi e strumenti finanziari stretti sostituti dei depositi. ISTITUZIONI FINANZIARIE MONETARIE - BANCA CENTRALE - ISTITUTI DI CREDITO (o Banche ordinarie) - ALTRE ISTITUZIONI FINANZIARIE(es. fondi di investimento monetario) Definiamo la moneta come somma di circolante e depositi (M2) e identifichiamo come istituzioni finanziarie che creano moneta la BC e gli istituti di credito. FUNZIONI DELLA BANCA CENTRALE (3 funzioni di fondamentale importanza): - ISTITUTO DI EMISSIONE: lunico ente autorizzato a creare ed immettere in circolazione moneta di corso legale (banconote e monete); - decide ed attua la POLITICA MONETARIA, esercita cio il controllo della moneta e del credito attraverso i rapporti intrattenuti con istituti di credito (nei confronti dei quali pu anche svolgere la funzione di prestatore di ultima istanza, ossia istituzione alla quale si rivolgono gli istituti di credito per chiedere prestiti o finanziamenti) con le AAPP e con lestero; - ISTITUTO DI VIGILANZA: effettua la tutela del risparmio controllando sia la stabilit degli intermediari finanziari, sia il rispetto delle regole del mercato del credito. LA BANCA CENTRALE EUROPEA La sua nascita viene decisa dal trattato di Maastricht (feb 1992) sottoscritto da 15 Paesi europei, che prevedeva ladozione di una moneta unica europea: lEuro (unit di conto dal 1999 e moneta unica di corso legale dal 2002), legata alle singole monete nazionali da un certo rapporto di cambio predeterminato. I Paesi aderenti accettano il passaggio delle decisioni di politica monetaria dalle singole banche centrali dei vari Paesi alla Banca Centrale Europea BCE. Struttura della banca centrale europea

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CONSIGLIO GENERALE - com prende President e BCE, vicepresident e BCE e tutti i governatori delle banche cent rali nazionali dei Paesi UE (anche non aderenti all)

COMITATO DIRETTIVO: prende le decisioni di politica monetaria - com prende il comit ato esecut ivo e tut ti i governatori delle banche centrali dellUE aderenti COMITATO ESECUTIVO: attua le decisioni del comitato direttivo all - President e BCE - Vicepresident e BCE - 4 membri designati

SEBC= sistema europeo banche centrali , formato da BCE+ banche centrali dei Paesi dellUE. E diretto dalla BCE. EUROSISTEMA: insieme delle Banche centrali dei Paesi dellarea BILANCIO DEL SEBC
attivo - attivit sullestero (oro e attivit in valuta estera) : acquisto e vendita di mezzi di pagamento internazionali universalmente accettati (oro, $, Yen), che costituiscono le riserve ufficiali - prestiti in alle istituzioni creditizie dellarea euro: rappresentano la funzione di prestatore di ultima istanza versi istituti di credito - crediti v/ AAPP passivo - circolante : i biglietti e le monete emessi dalla BC e in mano al pubblico

- depositi a vista degli istituti di credito detenuti presso le BC delleurosistema

- depositi AAPP

- titoli : di stato, azioni e obbligazioni emessi - passivit in valuta da soggetti residenti nellarea e detenuti dalla BC

FUNZIONI E BILANCIO DEGLI ISTITUTI DI CREDITO Un istituto di credito un ente la cui attivit consiste nel ricevere dal pubblico depositi o altri fondi rimborsabili (inclusi i proventi della vendita di obbligazioni bancarie al pubblico) e nel concedere crediti per conto proprio. Le 2 funzioni principali sono la raccolta di fondi a breve termine e lerogazione di prestiti . Le FUNZIONI svolte dagli istituti di credito sono: - raccolta di fondi a breve termine (depositi) - erogazione di prestiti (che i prenditori utilizzano nello svolgimento della propria attivit economica) - servizi di intermediazione (trasferiscono moneta da un operatore ad un altro) - gestione attivit reali e finanziarie (custodia e amministrazione di queste attivit- compravendita di titoli e valute) - altri servizi (es. ricevitoria/esattoria enti pubblici) Il bilancio degli istituti di credito riflette lattivit economica svolta dagli stessi. La funzione principale di raccolta e concessione di credito d luogo alle due voci pi importanti: prestiti nellattivo e depositi nel passivo. BILANCIO DEGLI ISTITUTI DI CREDITO
ATTIVITA PASSIVITA

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cassa prestiti : voce principale attivo (70% circa) titoli diversi da azioni azioni altre depositi : voce principale passivo (60% circa) obbligazioni bancarie capitale e riserve altre

BANCA CENTRALE, BASE MONETARIA E OFFERTA DI MONETA OFFERTA DI MONETA (M) = quantit di moneta in circolazione. Lofferta di moneta (M) rappresentata dalle passivit della BC e degli istituti di credito, date dalla somma tra il circolante (CIRC) della banca centrale e i depositi detenuti presso gli istituti di credito (DEP), che possono essere immediatamente utilizzate come mezzi di pagamento. M = CIRC + DEP IL COEFFICIENTE CIRCOLANTE/DEPOSITI (cd) La quantit di circolante che il pubblico desidera detenere rispetto ai depositi dipende dalle abitudini di pagamento, che dipendono anche dalla facilit di effettuare pagamenti e dalla diffusione degli strumenti per effettuarli. Il coefficiente circolante /depositi (cd) esprime la quantit di circolante che il pubblico desidera detenere rispetto ai depositi. Cd = CIRC/DEP cd<1 ( inferiore a 1) Dato il cd, lammontare di circolante in mano al pubblico sar CIRC = cd x DEP E la quantit di moneta M = CIRC + DEP = cdxDEP+DEP che diventa M=(cd+1)x DEP (raccolgo DEP) Risulta evidente che la creazione o distruzione di moneta dipende dalla creazione o distruzione di depositi. M = (1+cd)DEP 1. Effetti di un acquisto di titoli da parte della BCE- solo circolante Supponiamo che la BCE acquisti titoli da un soggetto esterno per 100 pagandoli con un assegno su se stessa. Se il pubblico detenesse solo circolante: aumentano attivit BCE 100 voce titoli aumentano passivit BCE 100 voce circolante 2. Effetti di un acquisto di titoli da parte della BCE- solo depositi (cd = 0) Supponiamo che la BCE acquisti titoli da un soggetto esterno per 100 pagandoli con un assegno su se stessa. Il soggetto economico deposita lassegno interamente sul proprio C/C. Supponiamo che il soggetto utilizzi i depositi per effettuare tutte le sue operazioni, e perci non detenga circolante: aumento attivit banca soggetto esterno 100 voce riserve aumento passivit BCE 100 voce depositi Va tenuta presente la funzione principale della banca che quella di intermediazione finanziaria, espletata attraverso la raccolta di fondi e la concessione di prestiti (non quindi semplicemente custode di depositi). IL COEFFICIENTE RISERVE/DEPOSITI (rb) Riserve bancarie (RIS) ammontare di depositi che le banche decidono di tenere in forma liquida , cio immediatamente utilizzabile. Le riserve bancarie sono

16 detenute in parte presso le banche stesse sotto forma di contante (cassa contante) e in parte in conti a vista presso la BC. Le banche devono tenere fondi sotto forma di riserve bancarie per: - soddisfare le richieste di circolante del pubblico (RISERVE PRECAUZIONALI). La decisione dipende dalle preferenze del pubblico per il circolante rispetto ai depositi e dal fatto che se le riserve non fossero sufficienti, le banche stesse dovrebbero indebitarsi, sopportando dei costi. - la BC impone un obbligo di riserva (RISERVA OBBLIGATORIA). Il coefficiente di riserva obbligatoria attuale nellarea dell del 2% e si applica a depositi e a titoli con scadenza inferiore a 2 anni. Il coefficiente di riserva (rb) il rapporto tra le riserve bancarie (che comprendono sia le riserve precauzionali che quelle obbligatorie) e i depositi: rb = RIS/DEP Il coefficiente di riserva desiderato inferiore allunit: (0<rb<1) Dato rb, le riserve bancarie sono esprimibili come una frazione dei depositi RIS = rb DEP Una volta soddisfatto il livello delle riserve che le banche decidono in base alle varie ragioni, i fondi effettivamente prestabili a fronte di un aumento dei depositi (DEP) ammontano a (1- rb) DEP (VARIAZIONE DEI PRESTITI). Questo ammontare, che corrisponde alle riserve in eccesso, rappresenta il potenziale operativo che le banche possono utilizzare nella loro attivit di concessione di prestiti o per lacquisto di altre attivit (obbligazioni, azioni, ecc). VARIAZIONE RISERVE (RIS) = rbDEP Base monetaria (H) (o moneta ad alto potenziale) = la moneta creata dalla BC ogni volta che essa acquista attivit pagandole con proprie passivit che vengono detenute (domandate) o dal pubblico sotto forma di circolante, o dagli istituti di credito sotto forma di depositi a vista presso di essa. H = CIRC+RIS - In riferimento allesempio al punto 2.
(la BCE acquista titoli da un sogg.ec. e paga con un

al primo stadio del processo laumento iniziale dei depositi DEP = H e le riserve aumentano di un ammontare pari a RIS = rb DEP. I prestiti concessi dalla banca 1 aumentano di (1- rb) DEP. Il processo continua ogni volta che il prestito concesso va ad incrementare depositi in altre banche. Laumento dei depositi via via pi piccolo perch ad ogni stadio una parte dellincremento dei depositi viene mantenuto in forma di riserve. Per stabilire di quanto aumentano i depositi occorre sommare tutti i DEP. Si presume negli esempi che vi sia una domanda di prestiti da parte del pubblico pari al potenziale operativo della banca. (vedere esempio pag.81) Moltiplicatore dei depositi . Ogni volta che la base monetaria varia, lammontare di depositi varia di un multiplo che dipende dal coefficiente circolante/depositi e dal coefficiente riserve/depositi.
assegno su se stessa. Il soggetto deposita lassegno sul proprio c/c):

Se il pubblico non detiene circolante (cd=0), ma solo depositi - > il moltiplicatore sar 1 ----rb Se il pubblico detiene moneta sia in forma circolante che in depositi - > il moltiplicatore sar 1 -----(cd+rb)

17 Relazione tra variazione dei depositi e variazione della base monetaria: indica che i depositi sono un multiplo della base monetaria. Ogni volta che la base monetaria varia, lammontare dei depositi varia di un multiplo che dipende dal coefficiente circolante/depositi (cd) e dal coefficiente riserve/depositi (rb). DEP = (1 + (cd+rb))H 1 1 Variazione dei depositi = DEP = - - - - - - - - x H se cd=0 DEP = - - - - - - - H cd+rb cd Relazione tra variazione del circolante e variazione della base monetaria cd Variazione circolante = CIRC = cd DEP = - - - - - - - - - x H cd+rb Relazione tra variazione delle riserve e variazione della base monetaria rb Variazione delle riserve = RIS = rb DEP = - - - - - - - - x H cd+rb Laumento iniziale delle attivit della BC dovuto allacquisto di titoli risulta, alla fine del processo, uguale aumento delle passivit sotto forma di circolante e riserve (depositi a vista degli istituti di credito) H = CIRC + RIS (vedere
esempio pag.81)

Moltiplicatore della moneta . Esprime il fatto che ogni volta che varia la Base monetaria, i depositi variano di un multiplo e il circolante varia in proporzione ai depositi. M = CIRC+DEP se CIRC = cdDEP allora M=(cd+1)DEP e sostituendo a DEP =(1 / (cd+rb))H M= (cd+1)(cd+rb)H cd+1 quindi M = CIRC + DEP - > M = CIRC + DEP = = - - - - - - - - H cd+rb cd+1 Il MOLTIPLICATORE DELLA MONETA - - - - - - - - - ed > 1 cd+rb

> 1 perch sia cd sia cd + rb sono < 1 e quindi (1+cd) /(cd+rb) > 1 cd+1 _____ > 1 cd+rb cd+1 offerta di moneta = M = _____ x H cd+rb

cd+1 Offerta di moneta = M = - - - - - - - - x H cd+rb dipende dalla quantit di base monetaria creata dalla BC e dai coefficienti cd e rb. CREAZIONE/DISTRUZIONE DI BASE MONETARIA DELLA BANCA CENTRALE Base monetaria = circolante + depositi a vista degli istituti di credito = passivit La BC CREA base monetaria ogni volta che acquista unattivit, creando passivit, che rappresenta la base monetaria: DISTRUGGE base monetaria ogni volta che vende una attivit, distruggendo passivit che rappresenta base monetaria.

18 La base monetaria viene creata/distrutta attraverso le seguenti operazioni: operazioni di mercato aperto : la BC acquista o vende titoli sul mercato dei titoli gi esistenti (mercato secondario); rifinanziamento degli istituti di credito : la BC aumenta o diminuisce i prestiti a breve termine concessi agli istituti di credito; acquisto/vendita netta di attivit sullestero : attraverso acquisti /vendite di oro e valute estere, la BC pu incrementare o decrementare le proprie attivit sullestero. DOMANDA DI MONETA La domanda di moneta la moneta detenuta. Rispetto alle due funzioni principali della moneta (mezzo di pagamento generalmente accettato e riserva di valore), si pu distinguere la moneta detenuta per : finanziare le transazioni (domanda di moneta per il movente delle transazioni) in quanto mezzo di pagamento, la moneta viene detenuta (domandata) per finanziare le transazioni, visto che il momento in cui vengono effettuate le spese ed il momento in cui viene percepito il reddito (da famiglie e imprese) non coincidono. La quantit di moneta domandata per finanziare le transazioni dipende dal livello del reddito nazionale espresso a prezzi correnti (YP), dove Y il livello del reddito a prezzi costanti e P il livello dellindice dei prezzi di beni e servizi che compongono il Pil. M dt = L1 (YP) funzione del reddito monetario YP M d t = domanda di moneta per le transazioni L1 = funzione crescente che mette in relazione la domanda al livello del reddito monetario . E crescente in quanto Md t aumenta allaumentare del reddito monetario YP attivit finanziaria i detentori di ricchezza (la quale uno stock, risultato dellaccumulazione dei flussi annuali di risparmio netto) possono decidere di mantenerla in moneta (circolante + depositi) o in obbligazioni (titoli di debito emessi dal settore pubblico e dalle imprese; negoziabili, danno diritto al pagamento di cedole e al rimborso finale alla scadenza; vengono scambiate ad un prezzo di mercato). La moneta e le obbligazioni sono confrontabili secondo 5 parametri: liquidit : facilit con la quale pu essere scambiata sul mercato per essere trasformata in un mezzo di pagamento generalmente accettato (la moneta lattivit liquida per eccellenza); costo: quello relativo allacquisto (per le obbligazioni c un costo di intermediazione, per la moneta no); certezza di valore monetario : le fluttuazioni del prezzo di mercato rendono incerto il valore delle obbligazioni, mentre la moneta non soggetta a tali fluttuazioni; certezza di reddito: sono entrambi sicuri (la moneta pu rendere interessi sui depositi, le obbligazioni producono la cedola); certezza di valore reale : il valore espresso dalla quantit di beni e servizi che quellattivit finanziaria rende possibile acquistare . E incerto per entrambi in quanto ci dipende dai prezzi dei beni e servizi, che sono soggetti a fluttuazioni. Ne deriva che la moneta comunque lattivit liquida per eccellenza, con un valore monetario certo, che non necessita di costi. Affinch gli acquirenti si dirigano verso le obbligazioni e non solo su moneta necessario che intravedano dei vantaggi: uno di questi il tasso di interesse.

19 Esso dovr essere superiore a quello eventualmente elargito dalla moneta. Rappresenta un premio per la rinuncia alla liquidit. i b tasso di interesse di un titolo obbligazionario privo di cedola, che ha un prezzo di mercato Pb e un valore di rimborso Rb Rb- Pb Rb ib = - - - - - - - - - = -------- - 1 Pb Pb La stessa formula pu essere utilizzata per ottenere il prezzo del titolo in corrispondenza del quale, dato Rb, si ottiene un tasso di interesse pari al tasso di mercato (i). Essa consente di stabilire, dato un certo tasso di interesse di mercato, il prezzo pi alto al quale i detentori di ricchezza saranno disposti ad acquistare il titolo. Rb Pb = - - - - - - - (1+i) Esiste quindi una relazione inversa tra prezzo dei titoli obbligazionari e tasso di interesse. Ogni aumento del prezzo dei titoli equivale a una diminuzione del tasso di interesse e viceversa. COMPORTAMENTO SPECULATIVO Essendoci incertezza sul prezzo futuro dei titoli (e quindi sul tasso di interesse), sorge domanda di moneta; questo perch le aspettative sullandamento del prezzo dei titoli non sono unanimi. Comportamento speculativo la convinzione di poter ottenere risultati migliori di quelli espressi dal mercato. La domanda di moneta associata a questo comportamento la domanda di moneta a scopo speculativo. - Speculazione al ribasso vendita di obbligazioni domandando moneta in previsione di una diminuzione del prezzo futuro dei titoli, per riacquistarli quindi ad un prezzo pi basso. Gli speculatori al ribasso ritengono che lopinione prevalente di aumento del prezzo dei titoli e diminuzione del tasso di interesse sia errata; - Speculazione al rialzo acquisto di obbligazioni cedendo moneta in previsione di un aumento del prezzo futuro dei titoli, allo scopo di rivenderli ad un prezzo pi elevato, anche quando lopinione prevalente sia di una riduzione del prezzo dei titoli. Tra la domanda di moneta detenuta allo scopo speculativo (M dA) ed il tasso di interesse vi una relazione inversa. Per un prezzo basso e quindi un interesse alto, gli speculatori al ribasso (coloro che, contrariamente allopinione prevalente pensano che il prezzo scender ancora) saranno una piccola parte rispetto al mercato e quindi la domanda di moneta a scopo speculativo sar bassa. Raggiunto un tasso di interesse abbastanza basso i min , laspettativa unanime sar quella di un suo aumento e quindi tutti domanderanno moneta e non titoli. Da ci si ricava la seconda componente della

20 domanda di moneta, quella relativa alla funzione di riserva di valore. La domanda di moneta come attivit dipende dal movente speculativo ed una funzione del tasso di interesse (n.b.: in dispensa il tasso di interesse indicato con (i), nellud con (r)) : M dA = L2 (i) M dA = domanda di moneta a scopo speculativo L2 = funzione decrescente che lega tale domanda alle variazioni del tasso di interesse L2 (i) = funzione della preferenza per la liquidit. Esprime per ogni valore del tasso di interesse la domanda per lattivit liquida per eccellenza. La posizione della funzione della preferenza per la liquidit dipende dallo stato delle aspettative. DOMANDA DI MONETA A SCOPO PRECAUZIONALE Situazioni eccezionali ed eventi imprevisti sono la ragione alla base della domanda di moneta a scopo precauzionale , sia per i privati che per le imprese. Entrambi possono detenerla per far fronte a spese improvvise o per cogliere occasioni vantaggiose di acquisto. La domanda a scopo precauzionale aumenta allaumentare del livello del reddito (relazione diretta) e diminuisce allaumentare del tasso di interesse (relazione inversa, data dalla convenienza di detenere titoli piuttosto che moneta quando il tasso di interesse elevato). La domanda di moneta a scopo precauzionale una frazione trascurabile della domanda di moneta complessiva. I due effetti sono gi esplicati nelle precedenti funzioni: L1 (YP) e L2 (i) TASSO DI INTERESSE DI EQUILIBRIO: MERCATO DEI TITOLI E MERCATO DELLA MONETA Le attivit alternative alla moneta devono garantire un tasso di interesse sufficientemente alto da indurre chi detiene la moneta a separarsene. M d la domanda totale di moneta , data dalla somma della domanda per transazione e della domanda speculativa: M d = M dt + M dA = L1 (YP) + L2 (i) Lofferta di moneta disponibile per soddisfare il motivo speculativo (M SA) data dalla differenza tra lofferta di moneta (M) e la domanda di moneta per le transazioni (Md t ), che viene comunque soddisfatta M SA = M - M dt Il tasso di interesse di equilibrio (i*) quel tasso di interesse per il quale tutta la quantit di moneta disponibile a soddisfare il movente speculativo (MSA) viene domandata a tale scopo . In corrispondenza di (i*): L2 (i*) = M SA Lequilibrio sul mercato della moneta implica necessariamente lequilibrio sul mercato dei titoli. Se la ricchezza pu essere detenuta in moneta o in titoli, il suo stock aggregato in termini monetari (WH) costituito dalla somma degli stock di moneta e titoli domandati (Bd Md A) e offerti (BS M SA). In aggregato la ricchezza complessiva sempre pari alla somma degli stock di moneta e titoli domandati e offerti: WH Bd + Md A BS + MSA Non necessariamente domanda e offerta di titoli e moneta sono uguali in ogni momento e la condizione: (Bd - BS) (Md A + MSA) 0

21 indica che un eccesso di domanda positivo sul mercato dei titoli implica un eccesso di domanda negativo (eccesso di offerta) sul mercato della moneta e viceversa. La somma degli eccessi della domanda sempre necessariamente pari a zero. Se uno dei due mercati in equilibrio anche laltro lo : Md A = M SA implica Bd = BS
Il tasso di interesse di equilibrio svolge la funzione di rendere compatibile la preferenza per la liquidit dei detentori di ricchezza con la quantit di moneta disponibile per soddisfare tale preferenza. Tale tasso di interesse il risultato dellequilibrio fra gli stock di moneta e di titoli domandati e offerti e non dipende dalla variazione di ricchezza dovuta al risparmio corrente netto. Al livello i 1 la M d A < M SA = eccesso di M SA = eccesso Bd = diminuzione del tasso di interesse. Al livello i 2 Md A > MSA = eccesso BS = aumento del tasso di interesse Al livello di i* il mercato della moneta e quello dei titoli sono in equilibrio = Bd + Md A = BS+ MSA

POLITICA MONETARIA E TASSO DI INTERESSE Attraverso la politica monetaria la Banca Centrale fissa il tasso di interesse. Esempio di effetti di politica monetaria ESPANSIVA: 1. la BC decide di ridurre il tasso di interesse e per fare questo aumenta la base monetaria acquistando titoli sul mercato aperto. 2. Al vecchio tasso di interesse si registra un eccesso di domanda di titoli, dato dallaumento dellofferta di moneta. Questo comporta un aumento del prezzo dei titoli e una diminuzione del tasso di interesse. 3. Al diminuire del tasso di interesse aumenta la quota di coloro che venderanno titoli ad un prezzo alto nellattesa di ricomprarli ad un prezzo pi basso . 4. La diminuzione del tasso di interesse prosegue fino al livello in cui in corrispondenza del nuovo tasso di interesse fissato dalla BC i detentori di ricchezza che si attendono un aumento futuro del tasso di interesse non saranno disposti a detenere nei propri portafogli leccesso di offerta di moneta creata dalla politica monetaria espansiva della BC 5. Al nuovo tasso di interesse fissato dalla BC (i**) la domanda di moneta a scopo speculativo sar uguale allofferta di moneta disponibile a soddisfare tale scopo. Infatti la BC deve aumentare lo stock di moneta in modo da aumentare la moneta disponibile per soddisfare lo scopo speculativo nella quantit richiesta dal nuovo (+ basso) tasso di interesse. Nel caso in cui labbassamento del tasso di interesse influenzi anche il livello del reddito, la BC dovr tener conto anche della domanda di moneta per le transazioni. Graficamente si avr uno spostamento verso destra della retta che rappresenta la M d A. In corrispondenza del nuovo tasso di interesse Md A = a MSA Il tasso di interesse in termini monetari , definito come premio per la rinuncia alla liquidit , si calcola come la differenza percentuale tra quantit di moneta da

22 cui ci si separa al tempo t acquistando titoli o concedendo un prestito e la quantit di moneta ottenuta al tempo t+1.

Es. in cui una somma di moneta viene data in prestito con restituzione dopo un anno: M t+1 - M t M t+1 M t+1 it = - - - - - - - - - - - = - - - - - - - - - 1 da cui - - - - - - - 1 + it M t M t M t Il tasso di interesse in termini reali fa riferimento alla quantit di beni acquistabili con la moneta . Il tasso di interesse in termini reali atteso al tempo t (r t ) si ottiene come differenza tra tasso di interesse monetario al tempo t (i t ) e tasso di inflazione atteso al tempo t (p et ) (dato dalla differenza % tra il livello dei prezzi atteso al tempo t+1 e il livello dei prezzi al tempo t). La formula approssimativa r t ~ i t - p et (sta per il tasso di interesse reale circa uguale al tasso di interesse monetario meno il tasso di inflazione attesa) esprime semplicemente un tasso di rendimento misurato in termini della quantit di beni acquistabili con la moneta. La formula esatta (per il procedimento di calcolo vedi pag.100) 1 + it r t ----------- - 1 1 + p et

Cap. 4 Le determinanti della domanda aggregata DETERMINANTI DELLA SPESA DESIDERATA PER CONSUMI, INVESTIMENTI E SPESA PUBBLICA Lidentit fondamentale della contabilit nazionale che definisce il Pil come valore dei beni e servizi finali prodotti nellanno allinterno del sistema economico e ricavato dalla somma delle sue componenti (C+I+G+X- M) non dice nulla su cosa determini tali componenti. Si limita soltanto a registrare la spesa di fatto effettuata per consumi, investimenti, spesa pubblica, esportazioni e importazioni. La spesa desiderata per beni e servizi prodotti allinterno, o domanda aggregata (E) invece la spesa desiderata per consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni. E = Cd + I d + Gd + Xd - M d Lanalisi dei fattori da cui dipende la domanda aggregata utile per stabilire il modo in cui si raggiunge la situazione di equilibrio del Pil, ossia il livello del PIL in corrispondenza del quale la produzione corrente di beni e servizi finali uguale alla spesa desiderata per consumi, investimenti, spesa pubblica, esportazioni. Il PIL di equilibrio pertanto quel livello del PIL che soddisfa la domanda aggregata; la condizione di equilibrio, indicando con Y il Pil, espressa come (tutte le grandezze di riferimento sono qui espresse in termini reali): Y = E = Cd + I d + Gd + Xd - M d LA SPESA DESIDERATA PER INVESTIMENTI Nel sistema economico gli investimenti (I) svolgono 2 funzioni : sono una componente della domanda a ggregata (E) (la 2 per importanza dopo i consumi delle famiglie) e attraverso gli investimenti le imprese rimpiazzano e accrescono la capacit produttiva del sistema economico.

23 Capacit produttiva = massimo prodotto ottenibile ad una certa data dallattrezzatura produttiva esistente quando questa sia pienamente utilizzata al meglio delle esistenti conoscenze tecniche e organizzative, tenuto conto delle caratteristiche tecniche del macchinario e della vigente organizzazione del lavoro. Le principali componenti dellinvestimento lordo sono 3: in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto in costruzioni (nuove abitazioni, capannoni, uffici, scuole ospedali, ecc.) in scorte Le spese per investimenti sono effettuate da 3 soggetti economici : Imprese (le prime per importanza): private industriali, commerciali e finanziarie che acquistano macchine, attrezzature, mezzi di trasporto, immobili e investimenti intangibili (brevetti, diritti di copyright, spese x lo sviluppo delle conoscenze, ecc) allo scopo di ampliare la propria capacit produttiva e rimpiazzare quella esistente divenuta obsoleta. Inoltre decidono lammontare di beni da trattenere come scorte. Famiglie : acquistano nuove case allo scopo di abitarle. Settore pubblico: effettua investimenti pubblici , ad es. costruzione di scuole, ospedali, realizzazione grandi opere pubbliche, attrezzature per informatizzare i servizi resi al pubblico. LE DECISIONI DI INVESTIMENTO DELLE IMPRESE Tappe cruciali nelle decisioni di investimento sono: Individuazione del tipo e lammontare dellinvestimento da realizzare (investimenti di ampliamento, di innovazione, le dimensioni e la localizzazione degli stessi, ecc.). Una caratteristica fondamentale dellinvestimento che si tratta di una decisione presa nel presente che avr per effetti in futuro. Nelleffettuare investimenti le imprese cercano di prevedere la domanda attesa (elemento determinante delle decisioni di ampliamento della capacit produttiva) che si attendono in futuro in condizioni di mercato normali e di poterla soddisfare. Essendo per difficile tale quantificazione, la tendenza di mantenere un certo ammontare di capacit produttiva inutilizzata per far fronte ad inattesi aumenti di domanda. Al grado di utilizzo normale le imprese sono in grado di soddisfare la domanda attesa, mantenendo un margine di capacit inutilizzato per eventuali imprevisti; se la domanda sale sopra il normale, la capacit produttiva sovrautilizzata rispetto al normale; se la domanda scende al di sotto della norma, la capacit produttiva sar sottoutilizzata. Linvestimento porta conseguenze a livello organizzativo, produttivo, commerciale e comporta costi e quindi necessit finanziarie. Gli investimenti vengono programmati dalle imprese per mantenere o aumentare le quote di mercato. Valutazione dei profitti attesi, dati dalla differenza dei ricavi attesi e dei costi previsti. Il saggio di rendimento atteso () il rapporto fra il profitto atteso e il valore dellinvestimento. A tale rapporto si sottrae il tasso di deterioramento () (perdita di valore dellinvestimento nel tempo, supposto come costante). Nella definizione seguente il tasso di rendimento atteso al lordo delle imposte e si riferisce ai profitti attesi prima del pagamento delle imposte sui profitti. Profitti attesi (ricavi costi) Saggio rendimento atteso = ------------------------------------ - Valore capitale investito

24 Dipende dalle aspettative degli imprenditori circa i costi e ricavi attesi (prezzi di vendita, quantit vendute, costo del lavoro, delle materie prime, ecc.); pi incerte sono le aspettative sui rendimenti attesi e pi rischioso linvestimento. Definizione della condizione di redditivit , che esprime il saggio di rendimento atteso minimo richiesto per far s che linvestimento sia economicamente conveniente. Ad es. se linvestimento viene effettuato con ricorso al prestito il saggio di rendimento deve essere > o almeno = al tasso di interesse + un premio per il rischio. In generale, comunque, linvestimento deve garantire un saggio di rendimento atteso almeno = a quello ottenibile dal miglior investimento alternativo + un premio per il rischio. Il termine di paragone naturale quello con attivit finanziarie a lungo termine, poco rischiose, come le obbligazioni del debito pubblico. Il saggio di rendimento atteso quindi esprimibile come: p r + (r il tasso di interesse reale atteso e il premio richiesto per il rischio). Con p = r + si esprime il saggio di rendimento atteso minimo affinch venga realizzato un progetto di investimento. r + rappresenta il livello minimo di redditivit richiesto dallimpiego del capitale nellattivit produttiva. Le imprese effettuano anche investimenti in scorte . Per le imprese commerciali si tratta di investimenti in beni finali per poter soddisfare pi agevolmente la domanda. Per le imprese produttive si tratta di investimenti in scorte di materie prime, beni intermedi, semilavorati per evitare di ordinare continuamente tali beni e per rendere regolare la produzione interna. Il rapporto desiderato fra scorte e vendite/produzioni dipende dalla facilit con la quale si possono ottenere le merci attraverso gli ordini e dal costo legato al ricorso frequente agli ordini (minori sono i costi e meno scorte necessario detenere). Linvestimento desiderato in scorte quello programmato dalle imprese; linvestimento non desiderato in scorte quello che si verifica di fatto (ad es per invenduti di merce che vanno ad alimentare le scorte). Il finanziamento degli investimenti pu avvenire in 3 modi possibili: - emissione di titoli obbligazionari o azionari accedendo quindi a ricchezza del settore privato (famiglie). Gli acquirenti dei titoli si attenderanno un saggio di rendimento a quello di mercato + un compenso per il rischio affrontato; - fondi presi a prestito dal settore bancario, che implica la restituzione del capitale maggiorato degli interessi al tasso di mercato; - utilizzo di fondi propri (autofinanziamento). Il finanziamento degli investimenti NON dipende dal risparmio corrente delle imprese o delle famiglie.
Quali tipi di investimento realizzano Macchine, attrezzature, Per stare sul mercato Ampliamento della mezzi di trasporto, mantenendo o capacit produttiva edifici, capitale aumentando la quota Nuovi mercati intangibile di mercato Nuovi processi Nuovi prodotti In cosa investono Perch investono Cosa determina lammontare dellinvestimento Domanda attesa e capacit innovativa sotto la condizione di redditivit

LINVESTIMENTO RESIDENZIALE Si tratta della spesa per nuove abitazioni ed influenzato dalle variazioni del tasso di interesse, perch al diminuire del tasso di interesse le condizioni dei mutui diventano pi favorevoli e questo pu stimolare la domanda. Se aumenta la domanda, sale anche il prezzo e pu risultare conveniente per i costruttori realizzare nuove abitazioni (se non aumentano troppo i costi di costruzione), che

25 poi verranno acquistate dalle famiglie facendo aumentare gli investimenti in edilizia residenziale. IL CONSUMO DELLE FAMIGLIE La spesa per i consumi delle famiglie la parte nettamente pi importante della spesa aggregata. E bene distinguere tra livello e composizione della spesa desiderata per consumi; ai fini del contributo alla domanda aggregata sono rilevanti gli elementi che ne determinano il livello. Fattori determinanti del livello della spesa desiderata per consumi : A. reddito disponibile corrente: reddito effettivamente spendibile dalle famiglie una volta che dal reddito distribuito (reddito prodotto meno profitti non distribuiti) vengono dedotte le imposte e aggiunti i trasferimenti Yd = Y pnd T + Tr . La relazione tra consumo aggregato della famiglie e reddito disponibile tendenzialmente regolare e vede un aumento quasi proporzionale dei consumo allaumentare del reddito disponibile (vedi grafico 4.1). La relazione fra la spesa desiderata per il consumo (Cd ) e il reddito disponibile pu essere inizialmente definita cos Cd = c Yd Dove c rappresenta la propensione marginale al consumo , che esprime il rapporto tra variazione del consumo desiderato ( C d ) e la variazione del reddito disponibile ( Yd) che ha generato la variazione del consumo (nel grafico il valore di c esprime linclinazione della retta con la quale viene rappresentata la funzione del consumo): C d variazione del consumo desiderato c= -----= ------------------------------------- Yd variazione del reddito disponibile Essa positiva, ma < 1 poich non tutta la variazione di reddito viene consumata ed una parte viene risparmiata. Yd rappresenta la variabile indipendente, Cd la variabile dipendente. Se Yd = 0 anche Cd = 0. Allaumentare di Yd Cd aumenter con un rapporto tendenzialmente costante, che dipende dal valore di c. La propensione marginale al consumo varia in funzione del reddito a disposizione, ma il rapporto varia a seconda delle classi di individui e degli stessi individui . Chi ha reddito basso tende a consumare buona parte del proprio reddito ed ha una propensione marginale al consumo elevata; le classi alte consumano di pi in termini assoluti, ma meno in proporzione al reddito. B. Rapporto tra ricchezza e reddito disponibile corrente: le famiglie dispongono di ricchezza (reddito non speso e accumulato nel tempo) con lobiettivo di raggiungere e mantenere un certo rapporto fra ricchezza e reddito disponibile corrente. Man mano che tale rapporto aumenta e ci si avvicina al rapporto desiderato, diminuisce lincentivo a risparmiare e aumentano di conseguenza i consumi. Un acceleratore temporale di tale meccanismo pu riscontrarsi ad es in periodi di boom delle borse in cui il

26 C. valore dei titoli detenuti pu aumentare, incentivando i consumi delle famiglie. Credito al consumo e acquisti di beni durevoli : la spesa per lacquisto di beni durevoli (automobili, elettrodomestici, ecc.) meno regolare della spesa per lacquisto dei beni non durevoli, perch si tratta di beni pi costosi e il cui acquisto rinviabile nel tempo. Inoltre spesso la principale fonte di finanziamento dei beni durevoli non il reddito corrente disponibile, ma il credito al consumo (es vendite rateali a condizioni favorevoli). Interdipendenza fra i modelli di consumo ed effetto da imitazione : a parit di reddito disponibile corrente, il livello del consumo dipende dalle abitudini che concorrono a definire il modello di consumo degli individui (ammontare e composizione della spesa). Si pu verificare anche un effetto da imitazione (spinto anche dalla pubblicit), per cui famiglie con reddito inferiore tendono ad imitare famiglie con reddito + elevato, sfociando in un effetto di dimostrazione con cui le famiglie con reddito inferiore pensano di aumentare il loro prestigio acquistando beni di qualit superiore (queste situazioni evidenziano il significato sociale del consumo). Ruolo delle aspettative : a parit di reddito corrente, laspettativa di una riduzione non transitoria del livello del reddito nel futuro, pu indurre a rimandare le decisioni di spesa rinviabili. Un effetto sul consumo aggregato pu verificarsi solo quando si stabilisce una aspettativa largamente condivisa sullandamento futuro dei redditi, come avviene nei periodi di generale ottimismo o pessimismo. Tasso di interesse: un aumento del tasso di interesse pu sia incoraggiare, lasciare immutato o scoraggiare il risparmio. Tutto dipende da quando si intende godere dei vantaggi derivanti dallaumento del tasso di interesse. Dal momento che il comportamento dei risparmiatori pu essere di diversi tipi, gli effetti di una variazione del tasso di interesse sul risparmio (e quindi sul consumo aggregato) sono incerti.

D.

E.

F.

LA FUNZIONE DEL CONSUMO La spesa desiderata per consumi dipende quindi dal reddito disponibile corrente (Yd) e dallinsieme di altri fattori (punti B.D.E.F.) che possono essere considerati indipendenti (autonomi) da esso e definibili come componente autonoma del consumo (composta da: rapporto tra ricchezza e consumi; credito al consumo e acquisto di beni durevoli; interdipendenza tra modelli di consumo e imitazione; aspettative; tasso di interesse). Pi in generale la funzione del consumo sar quindi: _ _ d C = C+cY d dove 0 < c < 1 (C= componente autonoma) _

C lintercetta della funzione del consumo: il valore che assume la funzione quando la variabile indipendente Yd = 0. Quindi se _ Yd = 0 Cd = C

La propensione marginale al

27 consumo ( C / Y d - vedi punto A.) rappresenta graficamente linclinazione (costante) della funzione del consumo.
d

La propensione media al consumo il rapporto tra consumo e reddito disponibile _ _ d C C + cYd C PMC = - - - - = - - - - - - - - - - = - - - - - - + c Yd Yd Yd
Allaumentare del Yd la propensione media al consumo diminuisce (per c e C costanti). Nella funzione del consumo i movimenti lungo la funzione del consumo si verificano in relazione alle variazioni di reddito disponibile (data la componente autonoma, il consumo aumenta allaumentare del reddito disponibile a un tasso costante rappresentato dalla propensione marginale al consumo).Gli spostamenti della funzione si verificano in corrispondenza di variazioni della componente autonoma (se aumenta la componente autonoma, aumenta di altrettanto il consumo per ogni livello del reddito disponibile e graficamente la funzione del consumo si sposta verso lalto, senza che ne cambi linclinazione).

FUNZIONE DEL RISPARMIO PRIVATO Spriv Yd C risparmio privato = reddito disponibile consumi (supponendo che tutto il reddito venga distribuito. Rappresenta il risparmio delle famiglie) Da questa identit, non essendo noto il livello desiderato del consumo, non possiamo sapere nulla sul livello desiderato del risparmio. Dopo lanalisi della funzione del consumo, il livello desiderato del risparmio sar esprimibile come: _ _ Spriv = Yd (C+cY d ) = (1 - c)Yd C Dove (1- c) il complemento a 1 della propensione marginale al consumo, ed esprime di quanto aumenta il risparmio desiderato al variare del reddito disponibile. La propensione marginale al risparmio (s) data da: s (1 c) e c + s = 1 La funzione del risparmio si pu ricavare da quella del consumo. In corrispondenza di A, Cd = Yd il risparmio = 0. In corrispondenza di livelli superiori di reddito si avr Spriv >0 e in corrispondenza di livelli di reddito inferiore, un risparmio negativo.Spriv < 0.

Graficamente nella funzione del risparmio i movimenti lungo la funzione si verificano nel

28 caso di variazioni di reddito disponibile (aumentando il reddito aumenta il consumo e aumenta anche il risparmio). Se a variare fosse la componente autonoma del consumo, per ogni livello del reddito disponibile si consumerebbe di pi e si risparmierebbe di meno. Gli
spostamenti della funzione sarebbero graficamente rappresentati da uno spostamento verso lalto della funzione del consumo e da uno spostamento verso il basso della funzione del risparmio.

LA SPESA PUBBLICA Le funzioni del settore pubblico quale componente della domanda aggregata sono principalmente: fornire servizi non destinabili alla vendita , che comporta decisioni di spesa in beni e servizi finali. La spesa pubblica linsieme di beni e servizi acquistati dal settore pubblico e che in via semplificata pu essere considerata come indipendente dal livello del reddito e quindi come componente autonoma della domanda aggregata _ G= G _ effettuare trasferimenti (T r ) e prelievi nei confronti di famiglie e imprese , con effetti sul reddito disponibile delle famiglie. I trasferimenti a favore di famiglie e imprese si considerano qui indipendenti dal livello corrente di reddito. I prelievi a carico delle famiglie consistono in imposte autonome (T), che non variano con il livello del reddito (es imposte sulla propriet) e imposte che dipendono dal livello del reddito e si suppone variano quindi con esso secondo una aliquota marginale di imposta indicata con t. Perci le imposte che dipendono dal reddito (tY) sono una funzione crescente del reddito. Laliquota marginale di imposta esprime di quanto variano le imposte (T) al variare del reddito nazionale (Y) T ---con 0<t <1 Y _ Il livello complessivo delle imposte (T) perci deriva dalle imposte autonome (T) e da quelle che dipendono dal reddito (tY). _ T = T + tY t = Il saldo corrente del bilancio pubblico pari alla differenza fra le entrate (rappresentate dal prelievo fiscale) e le uscite correnti (spesa pubblica e trasferimenti) delle AAPP. _ _ _ Saldo corrente di bilancio pubblico = (T + tY) (G + Tr ) _ _ _ E positivo (avanzo di bilancio) se_ _ _ (T + tY) > (G + Tr ) E negativo (disavanzo di bilancio) se (T + tY) < (G + Tr )

29 In questo modo il saldo corrente del bilancio pubblico corrisponde al risparmio pubblico, cio alla parte di reddito corrente non consumato dal settore pubblico. _ _ SG = T+tY - Tr - G dove 0 < t < 1
Il risparmio pubblico una funzione crescente del reddito nazionale, poich data la spesa pubblica G, i trasferimenti Tr e la componente autonoma delle imposte T, le entrate aumentano allaumentare del livello del reddito tY, secondo una relazione che dipende dallaliquota di imposta, che stiamo considerando costante. Graficamente nella funzione del risparmio pubblico i movimenti lungo la funzione si verificano nel caso di aumenti di reddito disponibile. Se ad aumentare fosse la componente autonoma (in una o pi delle sue voci) gli spostamenti della funzione del risparmio pubblico sarebbero graficamente rappresentati da uno spostamento verso il basso della funzione del risparmio pubblico. In caso di diminuzione lo spostamento sarebbe verso lalto. Vi un livello di reddito () in corrispondenza del quale il risparmio pubblico nullo e il bilancio pubblico in pareggio. Per un livello di reddito inferiore a il risparmio pubblico negativo (disavanzo di bilancio) e per uno maggiore di il risparmio pubblico positivo (avanzo di bilancio).

DETERMINANTI DELLE IMPORTAZIONI E DELLE ESPORTAZIONI IMPORTAZIONI : comprendono tutti i tipi di beni e servizi importati (finali o intermedi). Lammontare complessivo delle importazioni M il valore dei beni e servizi importati espresso in valuta nazionale e valutato secondo il livello dei prezzi interni , che stiamo supponendo costante. Per ottenere M dobbiamo quindi trasformare in il valore delle importazioni (QF x PF) espresso nella valuta estera di riferimento (es in $), utilizzando il tasso di cambio (e) definito come la quantit di $ necessaria per acquistare un Tasso di cambio nominale tra $ e : e dollari / euro PF QF Dato il tasso di cambio, il controvalore in delle importazioni sarebbe: - - - - - - - e Se il tasso di cambio (e) diminuisce : il valore delle importazioni in aumenta. Si ha un deprezzamento della valuta nazionale e occorrono meno $ per acquistare un ; aumenta : il valore delle importazioni in diminuisce. Si ha un apprezzamento della valuta nazionale e occorrono pi $ per acquistare un ; Per esprimere il valore delle importazioni nella valuta nazionale ai prezzi interni ed ottenere M occorre dividere il valore delle importazioni ai prezzi internazionali espressi in (PF QF/e) per il livello dei prezzi interni (P): PF QF/e M = --------P Per una data quantit di importazioni (QF) il valore di M dipende da 3 variabili: livello dei prezzi esteri espresso nella valuta estera (PF) livello dei prezzi interno (P) tasso di cambio nominale (e) Considerando costanti (PF) (P) (e), il volume di importazioni dipende dal contenuto di importazioni della spesa finale desiderata: allaumentare della domanda per C, I,G, X, aumenta M sia per soddisfare la domanda finale che per introdurre materie

30 prime e beni intermedi. (Il livello delle importazioni dipende quindi dal livello della spesa desiderata complessiva). La propensione marginale allimportazione (m) il rapporto tra aumento di M e la piccola variazione della spesa complessiva (Z) per C, I,G, X. Z = C + I + G + X M propensione marginale allimportazione (m) = -------0<m<1 Z Volume delle importazioni M = mZ

La propensione marginale allimportazione varia per ciascuna delle componenti della spesa complessiva. ESPORTAZIONI : il livello delle esportazioni dipende dal livello della domanda mondiale , ovvero dal livello del reddito dei paesi verso cui sono dirette le esportazioni. Si suppone che il livello della domanda mondiale sia indipendente (autonomo) dal livello del reddito del paese che esporta; ipotesi verosimile per paesi di piccole dimensioni (Italia), ma non universalmente valida. Considerando quindi lipotesi di una piccola economia aperta (come lItalia), le esportazioni possono essere considerate una componente autonoma della domanda. Si considera inoltre sempre costante il rapporto tra prezzi internazionali e interni. _ _ X = X X = componente autonoma della domanda

Cap.5 Il livello di equilibrio del reddito secondo il principio keynesiano della domanda effettiva Principio keynesiano della domanda effettiva: formulato dalleconomista inglese John Maynard Keynes durante gli anni 30 del novecento, secondo cui il livello di equilibrio del reddito determinato dalla domanda aggregata. Questo in contrapposizione alla teoria neoclassica secondo la quale il sistema economico genererebbe domanda aggregata sufficiente a dare uno sbocco alla produzione in corrispondenza del pieno impiego del lavoro.
(Domanda aggregata o spesa interna desiderata (E) la spesa desiderata per consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni) E = Cd + I d + Gd + Xd - M d

Due premesse allanalisi della determinazione del livello di equilibrio del reddito: A. Si considerano dati lammontare e la composizione (struttura) della capacit produttiva del sistema economico: La capacit produttiva del sistema economico linsieme di produzione potenzialmente ottenibile da ciascun settore delleconomia data lattrezzatura produttiva installata in ciascun settore produttivo, ed definita sia dal livello della produzione complessivamente ottenibile, sia dalla sua composizione per settore produttivo. Lattrezzatura produttiva cambia nel tempo in modo non uniforme tra i vari settori, sia per la diversa crescita della domanda attesa che per i diversi processi di specializzazione della produzione che si verificano sui mercati internazionali. Per poter considerare data la capacit produttiva del sistema economico dovremo quindi limitarci ad unanalisi di breve periodo , ossia di una situazione in cui la capacit produttiva rimane costante .

31 B. Si suppone che il sistema economico abbia un sufficiente grado di flessibilit che consenta al sistema economico di adeguare la produzione alla domanda aggregata: Capacit produttiva: si presume che ci siano sufficienti margini di capacit produttiva inutilizzata che consenta alla produzione di soddisfare il livello e la composizione della domanda aggregata. Forza lavoro: lesistenza di capacit produttiva e forza lavoro inutilizzate possono essere impiegate per aumentare la produzione Disoccupazione ed elasticit dellofferta di lavoro: si pu supporre che un elevato e prolungato livello di domanda di lavoro stimoli lofferta di lavoro, con limmissione di coloro che altrimenti rimarrebbero ai margini del mercato del lavoro (es donne, giovani, ecc.) e con lattivazione di flussi migratori. Il livello effettivo di occupazione non dipende per dalla capacit produttiva ma dal livello effettivo di produzione , che dipende dalla domanda complessiva e che pu essere in generale inferiore al livello che assicura il pieno impiego del lavoro. Strozzature: possono essere rappresentate da carenze di capacit produttiva nei settori che si trovano a monte e che forniscono beni e servizi impiegati nella produzione finale. Lesistenza di strozzature si riflette in una tendenza allaumento dei prezzi interni e in unelevata propensione allimportazione nei settori per i quali, a fronte di un aumento della domanda, non possibile aumentare la produzione. Se presenti in settori che producono beni largamente utilizzati nella produzione di altri beni allinterno del sistema economico, si potrebbe manifestare un aumento generalizzato del livello dei prezzi interni. In questa analisi vengono trascurati i possibili effetti delle strozzature. Limiti dellanalisi: Analisi del breve periodo: capacit produttiva considerata costante; Si suppone che i prezzi siano costanti; Si suppone che la capacit produttiva esistente sia sufficiente ad occupare lintera offerta di lavoro. Con capacit produttiva e forza di lavoro inutilizzate ogni aumento della domanda viene soddisfatto con un aumento della produzione a prezzi stabili. Le componenti della domanda aggregata (analizzate negli effetti nel breve periodo) Spesa desiderata per investimenti (I) indipendente dal livello del reddito corrente; infatti gli investimenti dipendono essenzialmente dalla domanda attesa e quindi dal livello del reddito atteso in futuro e non da quello corrente. Nella determinazione del livello di equilibrio del reddito (I) pu essere considerata come data. Da questo punto di vista, la domanda di investimento una componente autonoma della domanda. _ Id = I La spesa desiderata per consumi (C) dipende dal reddito disponibile corrente (Yd ), e da un insieme di altri fattori che possiamo considerare indipendenti da esso: la componente autonoma del consumo (autonoma perch indipendente dal reddito corrente). Il consumo desiderato dunque una funzione crescente del reddito disponibile corrente pi una componente autonoma: _ d C = C+cYd dove 0 < c < 1, la propensione marginale al consumo, e Yd il reddito disponibile.

32 Assumendo che il reddito prodotto Y sia interamente distribuito , il reddito disponibile Yd (pari al reddito distribuito + trasferimenti imposte) sar dato da: _ _ _ _ Yd = Y+Tr- T = Y + Tr T- tY = (1- t)Y+Tr - T Sostituendo questa espressione nella funzione del consumo, si ottiene il consumo in funzione del reddito : _ _ _ d C = c(1- t)Y + C + cTr - cT Nello specifico: - il consumo desiderato (Cd ) una funzione crescente del livello del reddito (non + del reddito disponibile), ma la propensione marginale al consumo(c) ora moltiplicata per (1- t). Questo perch per ogni aumento di una unit del livello del reddito, aumenta il reddito disponibile in misura pari a (1- t), perch una parte dellaumento di reddito va al pagamento delle imposte sul reddito. Il consumo aumenta di c(1- t)= propensione marginale a rappresentare reddito. - Oltre alla componente autonoma del consumo, nella funzione si trovano altri 2 termini indipendenti dal livello del reddito corrente : i trasferimenti e la componente autonoma delle imposte, entrambi moltiplicati per la componente autonoma al consumo. I due valori influenzano il reddito disponibile, che influenza attraverso i consumi la domanda aggregata. _ _ _ _ CA = C + cT r cT dove CA raggruppa tutte le componenti autonome del consumo La funzione del consumo diventa quindi: Cd = c(1- t)Y + CA

Spesa pubblica (G). Le decisioni riguardanti lacquisto di beni e servizi finali (spesa pubblica- G) e i trasferimenti a favore di famiglie e imprese (Tr) possono essere considerati indipendenti dal reddito corrente. Il livello delle imposte (T)_dipende invece da due componenti: una indipendente dal livello del reddito (T) e una funzione crescente del livello del reddito (tY). Perci: _ Gd = G spesa pubblica (indipendente da Y) _ Tr = Tr trasferimenti (indipendenti da Y) _ _ T = T + tY imposte (T indipendente da Y e tY funzione crescente di Y) dove 0 < t < 1 laliquota marginale di imposta, considerata costante

Esportazioni nette (vedere anche quanto spiegato in precedenza). Le importazioni dipendono dalla spesa desiderata complessiva (Z) secondo il coefficiente della propensione marginale allimportazione (m), considerato costante e uguale su tutte le voci della spesa desiderata. M d = mZ Per una piccola economia aperta le esportazioni dipendono dalla domanda mondiale, mentre possono essere considerate indipendenti dal reddito corrente interno (per una piccola economia aperta). Possiamo quindi considerare anche le esportazioni come una componente autonoma della domanda: _ Xd = X

33 Spesa desiderata complessiva Z = Cd + I d + Gd + Xd

DOMANDA AGGREGATA E REDDITO DI EQUILIBRIO: (In riferimento a una economia che possa considerare dato il livello delle proprie esportazioni). Ripartendo dalla condizione di equilibrio fra produzione e domanda aggregata Y = E = Cd + Id + Gd + Xd - M d e considerando che M d = mZ, la formula della domanda aggregata E = Cd + Id + Gd + Xd mZ dove Z = Cd + Id + Gd + Xd

Quindi la domanda aggregata pu essere espressa come: E = Z mZ = (1 m)Z = (1- m)( Cd + Id + Gd + Xd ) _ d Tenendo conto dellespressione della funzione del consumo: C = c(1- t)Y + CA avremo _ _ _ _ _ _ _ _ _ E = (1- m) [c(1- t)Y + CA + I + G + X] e infine indicando con A = CA + I + G + X _ _ E = (1- m) [c(1- t)Y + A] = c(1- t)(1 - m)Y+(1 - m)A Componenti della domanda aggregata (sono 2: una che dipende dal reddito e una che raccoglie le componenti autonome della domanda): La domanda aggregata aumenta allaumentare del reddito perch allaumentare del reddito aumentano i consumi per beni e servizi prodotti allinterno. Bisogna per tener conto che una parte dellaumento del reddito viene destinata al pagamento delle imposte e non quindi spendibile e una parte della spesa desiderata per beni di consumo viene soddisfatta dalle importazioni. Si pu quindi interpretare lespressione c(1- t)(1- m) come la propensione marginale a consumare beni e servizi prodotti allinterno . Ad ogni aumento del reddito (Y) la spesa desiderata per consumi di beni e servizi prodotti allinterno aumenta di c(1- t)(1- m) Y. La domanda aggregata aumenta allaumentare delle componenti autonome della domanda (). Una parte della spesa desiderata viene soddisfatta dalle importazioni. Allaumentare di la domanda aggregata aumenta di (1- m) per ogni livello di reddito. Propensione marginale a consumare beni e servizi prodotti allinterno (cy) cy = c(1- t)(1- m) c, t, m sono positivi ma < a 1 quindi anche cy 0 < cy < 1 La funzione della domanda aggregata diventa E = cyY + (1 - m) Graficamente la funzione della domanda aggregata ha una intercetta pari a (1- m)

34 e una pendenza pari a c y. Il livello di equilibrio del reddito individuato in corrispondenza del punto in cui la funzione della domanda incontra la bisettrice (lungo la bisettrice Y=E). Il livello di equilibrio del prodotto (reddito) quello in corrispondenza del quale la produzione corrente esattamente sufficiente a soddisfare tutti i programmi di spesa (domanda aggregata). (Vedere esempio numerico pag. 140- 144)
Per i livelli della produzione (e reddito) inferiori a quello di equilibrio, E maggiore della produzione, che tende ad aumentare. Per i livelli della produzione (e reddito) superiori a quello di equilibrio, E inferiore alla produzione, che tende a diminuire. La domanda aggregata determina il livello di equilibrio del reddito.

Nel caso in cui Y< E, la produzione tende ad aumentare; nel caso in cui Y>E, la produzione tende a diminuire: Y tende quindi ad adeguarsi a E. Solo in equilibrio Y=E. Fuori da tale condizione si verificano accumuli (investimenti) o decumuli (disinvestimenti) in scorte. La contabilit nazionale (Y) registra quindi la spesa di fatto realizzata (per definizione = alla produzione). Il livello di equilibrio della produzione (reddito) si riferisce al livello di produzione che soddisfa tutti i programmi di spesa. La spesa di fatto realizzata una grandezza ex post (riferita a fatti avvenuti) e la domanda aggregata una grandezza ex ante (spesa desiderata o programmata), programmata prima che si verifichi se la produzione corrente sia in grado o meno di soddisfarla. GLI EFFETTI DI UNA VARIAZIONE DELLA SPESA AUTONOMA _ _ _ _ _ _ Partiamo dalle formule gi viste: E = c(1- t) (1- m) Y + A dove A = CA + I + G + X La domanda aggregata dipende da 2 componenti: una che dipende dal reddito corrente c(1- t) (1- m) Y una componente autonoma (1- m) A Ogni variazione della componente autonoma della domanda aggregata deve essere moltiplicata anchessa per (1- m) per tener conto che una parte di tale incremento viene soddisfatto (dato m) dalle importazioni.

35 IL MOLTIPLICATORE DEL PIL Il livello di equilibrio del reddito pu essere ottenuto come equilibrio tra produzione e domanda aggregata (Y=E): E = E = c(1- t) (1- m) Y + (1- m) Y = E = c(1- t) (1- m) Y + (1- m) da cui Y - c(1- t) (1- m)Y = (1- m) 1 e infine Ye = - - - - - - - - - - - - - - - (1- m) = livello di equilibrio del reddito 1- c(1- t) (1- m)
_ _ _

dove

= + G + X + CA

c(1- t)(1- m) = cy - - - - - - - (1- m)

1 Se la componente autonoma aumenta di , allora Y e = dove 0 < cy < 1 1 - cy

La variazione del livello di equilibrio della produzione (reddito) un multiplo della variazione della componente autonoma della domanda, quindi lespressione: 1 1 - - - - - - - - il moltiplicatore del Pil - esprimibile anche come -------------1 - cy c(1- t)(1 - m) Rispetto al moltiplicatore del reddito in economia chiusa, il moltiplicatore in economia aperta risulta pi piccolo, dato che le importazioni rappresentano unulteriore dispersione nel circuito produzione- reddito spesa. Per capire il moltiplicatore del Pil si analizza il processo di generazione del reddito (circuito produzione - reddito - spesa): La domanda aggregata determina il livello di equilibrio del reddito; La domanda aggregata alimentata dalla spesa desiderata (s.d. x consumi e spesa autonoma x beni e servizi prodotti allinterno: cyY+(1- m) ); Solo i consumi dipendono dal reddito corrente, quindi vanno distinti dalle componenti autonome; Le componenti autonome (1- m) sono unimmissione di spesa indipendente dal reddito corrente; I consumi aumentano allaumentare del reddito e autoalimentano la domanda aggregata che stimola laumento della produzione; La produzione segue la domanda aggregata e tende ad adeguarsi ad essa.

Questo continuo apporto di domanda derivante dai consumi tende ad essere via via pi piccolo perch nel circuito ci sono 3 tipi di dispersioni (catturante dal coefficiente cy = c(1- t)(1- m) : - risparmio, che assorbe una parte del reddito disponibile, che cos non alimenta la spesa per consumi - prelievo fiscale, che riduce il reddito spendibile - importazioni, che riducono la spesa per beni e servizi prodotti allinterno.

36 Effetti di una variazione della spesa autonoma: Un aumento della spesa autonoma determina un aumento iniziale della domanda aggregata e del reddito pari a (1- m) e aumenti della spesa desiderata per consumi conseguenti agli aumenti del reddito. Gli aumenti indotti dalla spesa desiderata sono sempre + piccoli sia perch una parte del reddito disponibile non viene consumata ma risparmiata (0 < c < 1) sia perch una parte dellaumento di reddito viene destinata al pagamento delle imposte (0 < t < 1). Inoltre una parte della spesa complessiva per beni di consumo indotta dagli aumenti di reddito si rivolge allacquisto di beni e servizi prodotti allestero secondo la propensione marginale allimportazione (0 < m < 1). Sommando tutti gli aumenti di reddito, quello iniziale e tutti quelli indotti, troviamo laumento complessivo di reddito che risulta un multiplo dellaumento iniziale della spesa
autonoma. (Vedi esempio pag. 147)

EQUILIBRIO TRA RISPARMIO E INVESTIMENTI CALCOLO DEL RISPARMIO NAZIONALE


Quando: Allora: produzione = domanda aggregata risparmio desiderato = investimento desiderato

Si suppone che leconomia non abbia scambi con lestero (economia chiusa - no esportazioni e importazioni), dove la domanda aggregata pari a _ _ _ _ E = Cd + I + G = c(1- t)Y + I + G Per calcolare il risparmio nazionale (risparmio complessivo) Sd = Spriv + SG, dove - il risparmio pubblico (SG) pari alla differenza tra le entrate e le uscite correnti delle AAPP _ _ _ SG = tY + T G - Tr - il risparmio privato in ipotesi di tutto il reddito distribuito dato dalla differenza tra reddito disponibile e consumo: Spriv = Yd Cd = Y - tY+ Tr T - Cd

Risparmio nazionale Sd = Spriv + SG = Y- Cd G Sd dato dalla differenza tra il reddito prodotto, la spesa per consumi proivati e pubblici. Sostituendo la funzione del consumo [Cd = c(1- t)Y + CA] nella formula Sd = Spriv + SG = Y- Cd G il risparmio nazionale desiderato sar _ Sd = [1 - c (1 - t)]Y- (CA+G)

Sd una funzione crescente del


livello del reddito. Allaumentare di Y i consumi aumentano di c(1- t)Y mentre il risparmio aumenta di (1-c)(1-t)Y

_ _ Due componenti della funzione sono indipendenti da Y : G e CA

37 Solo in condizione di equilibrio quando Y = E, il risparmio nazionale desiderato risulta uguale allinvestimento desiderato Sd = Id . Poich _ _ _ d d S = Y- C G e E = Cd + I + G solo se Y=E allora Sd = Id Se E = a Y, nella funzione di Sd sostituiamo E a Y e avremo Sd = Cd + I + G - Cd G da cui Sd = Id La differenza tra prod uzione e domanda aggregata la stessa che c tra risparmio desiderato Sd = Y- Cd G e investimento desiderato Id = E - Cd G. Quindi la differenza tra risparmio desiderato e investimento desiderato pari alla differenza tra produzione e domanda aggregata. La differenza tra produzione Y e domanda E viene colmata dalle scorte. La variazione non desiderata delle scorte pu essere calcolata sia come differenza tra Y e E sia come differenza tra Sd e Id Sd- I d= Y- E= variazione non desiderata delle scorte Man mano che la produzione aumenta per adeguarsi alla domanda aggregata, il risparmio desiderato aumenta e la variazione non desiderata delle scorte diminuisce, finch in equilibrio Y=E e Sd = Id : la variazione non desiderata delle scorte nulla. Adeguamenti risparmio - investimenti : - Se la produzione fosse maggiore della domanda aggregata (Y>E), il risparmio desiderato risulterebbe maggiore dellinvestimento desiderato (Sd > Id ) e si avrebbe un aumento non desiderato delle scorte. La produzione tenderebbe a diminuire per adeguarsi alla domanda aggregata e il risparmio desiderato diminuirebbe per adeguarsi allinvestimento desiderato. - Se la domanda aggregata fosse maggiore della produzione (Y<E), linvestimento desiderato risulterebbe maggiore del risparmio desiderato (Sd < Id ) e si avrebbe un aumento non desiderato delle scorte. La produzione tenderebbe ad aumentare e con essa il risparmio desiderato. Quindi il raggiungimento dellequilibrio in base al principio della domanda effettiva implica sia lequilibrio fra produzione e domanda aggregata che quello tra risparmio e investimento desiderato. La produzione si adegua alla domanda aggregata e il risparmio, al variare del reddito si adegua allinvestimento desiderato. Risparmio e investimento desiderato sono in equilibrio solo in corrispondenza del livello di produzione che soddisfa tutti i programmi di spesa; linvestimento effettivo sempre, per definizione, uguale al risparmio (identit contabile). Linvestimento effettivo una grandezza ex post, linvestimento desiderato una grandezza ex ante.

38

DOMANDA AGGREGATA, REDDITO DI EQUILIBRIO E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE Il saldo della bilancia commerciale (o esportazioni nette - NX) la differenza tra esportazioni e importazioni di beni e servizi (NX = X M) Le importazioni aumentano allaumentare della spesa complessiva, le esportazioni (nellipotesi di una piccola economia aperta) sono indipendenti dal livello del reddito. Si prende in esame come la bilancia commerciale influenzata dalla domanda aggregata e dal livello del reddito di equilibrio: Esprimiamo le importazioni in funzione del livello di equilibrio del reddito. La domanda aggregata pari alla spesa desiderata complessiva (Z) meno le importazioni calcolate come una quota sulla spesa desiderata complessiva (mZ): E=Z- mZ=(1 - m)Z In corrispondenza del livello di equilibrio del reddito si avr Y= E = (1- m)Z 1 Da cui Z = - - - - - - - Y 1- m per esprimere le importazioni in funzione del livello di equilibrio del reddito. Dal momento che M = mZ, la relazione che lega le importazioni al livello del reddito di equilibrio : m M = ------- Y 1 m Questa formula esprime che data la propensione marginale allimportazione (m) le importazioni aumentano allaumentare del reddito perch una parte della spesa desiderata generata da ogni aumento del reddito viene soddisfatta dalle importazioni. Dato il livello delle esportazioni, le NX possono essere espresse in funzione del livello del reddito di equilibrio , dal momento che le importazioni aumentano allaumentare del reddito di equilibrio, allora le esportazioni nette possono essere espresse come: _ _ m NX = X M = X - - - - - - - - Y esportazioni nette (bilancia commerciale) 1- m Per un dato livello di esportazioni, le NX si riducono allaumentare del livello di equilibrio del reddito, assieme al quale aumentano anche le importazioni.

Le esportazioni nette sono rappresentate come una retta con intercetta positiva pari a X e pendenza negativa pari a m/(1 - m)

Nel grafico che esprime le esportazioni nette in funzione del livello di equilibrio del reddito, troviamo un livello del reddito () nel quale la bilancia commerciale in pareggio NX=0 e risulta pari a: 1 m _

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=--------- X m

Per un livello di reddito inferiore a la bilancia commerciale in avanzo (NX > 0), per un livello di reddito superiore a la bilancia commerciale in disavanzo (NX < 0). Il livello effettivo e il segno delle esportazioni nette dipende dal livello di equilibrio del reddito. (vedi grafici) Come variano le esportazioni nette al variare delle componenti autonome della domanda? Le variazioni si hanno in ragione della differenza tra variazione delle esportazioni (X) e variazione delle importazioni (M), che dipendono dalla variazione del livello di equilibrio del reddito: m NX = X - M = X - - - - - - - - Y 1 m
A parit di esportazioni (X = 0), una variazione di C, I, G ha un effetto negativo sulle NX pari allaumento delle importazioni conseguenti allaumento del reddito da esse generato. Questo aumento delle importazioni pari a m/(1 - m) per la variazione del reddito.

Esempio 1 - Effetti di una variazione della spesa pubblica sulla bilancia commerciale
Aumento della spesa pubblica pari a G che provoca un aumento autonomo della domanda aggregata di (1- m) G Supponendo di partire da una situazione iniziale di equilibrio con un livello di reddito pari a Ye e NX>0 Laumento della spesa pubblica G sposta la funzione della domanda aggregata di (1- m) G. Il nuovo livello di reddito Y e; il saldo di NX peggiora.

Esempio 2 - Effetti di una variazione delle esportazioni sulla bilancia commerciale


Aumento delle esportazioni pari a X che sposti la funzione della domanda aggregata di (1- m) X. Supponendo di partire da una situazione iniziale di equilibrio con un livello di reddito pari a Ye e NX>0 (punto A del grafico sotto). A parit di reddito iniziale, laumento delle esportazioni fa aumentare NX in ugual misura (punto B del grafico). Laumento delle esportazioni X genera un aumento iniziale di domanda aggregata di (1- m) X, che a sua volta fa aumentare il reddito di un multiplo. In

40
corrispondenza del nuovo livello di reddito di equilibrio Y e il saldo di NX si ridotto rispetto allaumento iniziale e ci spostiamo nel punto C del grafico. Laumento delle esportazioni genera reddito che fa aumentare le importazioni. Per questo motivo laumento iniziale del saldo di NX si riduce.

Cap.6 Bilancia dei pagamenti, mercato valutario e tasso di cambio La bilancia dei pagamenti registra tutte le transazioni fra soggetti residenti e non residenti. Per soggetto residente in uneconomia si intende ogni persona fisica o giuridica il cui centro di interessi economici risieda, su base non temporanea, in quelleconomia. Le transazioni si riferiscono al passaggio di propriet di risorse reali (come beni, servizi o redditi) o di attivit finanziarie tra residenti e non residenti; le transazioni si possono raggruppare in: partite correnti, movimenti di capitale o variazioni delle riserve ufficiali. Partite correnti (CA): comprendono tutte le transazioni tra residenti e non residenti che riguardano merci, servizi, redditi e trasferimenti. - Merci : registra le transazioni che riguardano prodotti finiti, semilavorate e lavorazioni. Tutte le merci sono valutate alla frontiera del paese esportatore (registrazione fob- fob). - Servizi : servizi di trasporto (noli, trasporto passeggeri, ecc. ), viaggi (beni e
servizi acquistati dai viaggiatori esclusi gli studenti che si trattengono meno di 1 anno nel paese in cui non sono residenti) e altri servizi (comunicazioni, assicurazioni, ecc.). Redditi: redditi da lavoro (salari, stipendi..) e redditi da capitale (incassi dei residenti che detengono attivit finanziarie estere e pagamenti a non residenti che detengono attivit finanziarie interne).

Trasferimenti

unilaterali:

si

raggruppano

trasferimenti

correnti

(cambiamenti di propriet di risorse reali o finanziarie private e pubbliche fra residenti e non residenti) e trasferimenti in conto capitale (trasferimenti di propriet di beni capitali, remissioni di debiti, transazioni nella propriet di attivit intangibili come brevetti). La quasi totalit dei trasferimenti di

entrambi i tipi sono riconducibili ai trasferimenti alle Istituzioni dellUE.


La somma di queste voci forma il saldo delle partite correnti (CA).

Movimenti di capitali (MC): si riferiscono a transazioni finanziarie con lestero. - Investimenti diretti : transazioni che hanno per oggetto lacquisizione di quote del capitale di unimpresa da parte di un investitore (es. azioni); - Investimenti di portafoglio : registra le transazioni tra residenti e non residenti riguardanti titoli obbligazionari o azionari; - Derivati : transazioni tra residenti e non residenti riguardanti strumenti finanziari il cui valore determinato da quello di altri titoli scambiati sul mercato; - Altri investimenti : crediti commerciali, depositi, prestiti effettuati dal sistema bancario o altre istituzioni residenti e altre voci assimilabili.

La somma di queste voci forma il saldo dei movimenti di capitali (MC). Variazioni delle riserve ufficiali RU : riguardano le variazioni delle attivit

in valuta diverse dalleuro ($, yen, ) e in oro detenute dalla Banca Centrale Europea e dalle Banche centrali nazionali; Dalla somma si ottiene il valore delle Variazioni delle riserve ufficiali ( RU) Errori e omissioni: voce attribuita agli errori e alle mancate registrazioni.

41 Voci che compongono la bilancia dei pagamenti: PASSIVO: tutte le transazioni che danno luogo a un pagamento a favore di non residenti (importazioni di merci e servizi, pagamento degli interessi a non residenti che detengono titoli del debito pubblico nazionale, depositi di residenti presso banche estere); vengono registrate con segno negativo . (deflusso di fondi) ATTIVO: tutte le transazioni che danno luogo a pagamenti a favore di residenti (esportazioni di merci e servizi, interessi percepiti dai residenti da attivit finanziarie estere, acquisto dei non residenti di attivit finanziarie interne); sono registrate con segno positivo .
Il saldo di ciascuna voce si ottiene come differenza tra attivo e passivo. Registrazioni della bilancia dei pagamenti (Rif. Italia 2005 mln di ) PARTITE CORRENTI - Merci - Servizi - Redditi - Trasferimenti unilaterali Saldo delle partite correnti (CA) MOVIMENTI DI CAPITALI - Investimenti diretti - Investimenti di portafoglio - Derivati - Altri investimenti Saldo dei movimenti di capitali (MC) Saldo globale delle bilancia dei pagamenti (BP = CA + MC) Variazioni delle riserve ufficiali ( RU) Errori e omissioni 1.236

72 - 359 - 13.595 - 6.395 - 20.277

- 17.556 43.398 2.332 - 9.943 18.231

- 2.046 810

il saldo globale della bilancia dei pagamenti BP dato dalla somma del saldo delle partite correnti e dal saldo dei movimenti di capitali BP = CA+MC Il saldo globale esprime il risultato complessivo delle transazioni fra residenti e non residenti. Un saldo negativo corrisponde a un deflusso netto di fondi, un saldo positivo a un afflusso netto di fondi. Un saldo positivo non significa necessariamente buone condizioni economiche del paese. Se per esempio BP > 0 dovuto a elevate PC significa che ci sono molte esportazioni e poche importazioni e le entrate delle esportazioni vengono utilizzate per investimenti allestero. Se BP > 0 determinato sensibilmente dai MC con probabile CA negativo, (quindi importazioni superiori alle esportazioni) significa che si spende pi di quello che si guadagna e ci compensato da un aumento di passivit. Flussi in entrata: derivano dai pagamenti dei non residenti che cedono valuta estera in cambio di x acquistare merci, servizi, att. finanziarie, ecc. Flussi in uscita: derivano dalle cessioni di dei residenti in cambio di valuta estera per regolare gli acquisti presso i non residenti. BP < 0 riduce le RU di altrettanto (riduzione registrata con segno positivo) BP > 0 aumenta le RU di altrettanto (aumento registrato con segno negativo)

42 Natura compensativa della RU. In assenza di errori o omissioni; RU in DIMINUZIONE compensa un disavanzo globale della bilancia dei pagamenti (Banca centrale cede attivit sullestero). (convenzionalmente registrata con +) RU in AUMENTO compensa un avanzo globale della bilancia dei pagamenti (Banca centrale acquisisce attivit sullestero). (convenzionalmente registrata con -) Se non ci sono errori la somma sempre identicamente nulla BP+RU0 In presenza di errori e omissioni BP+RU+errori e omissioni 0 La voce errori e omiss viene calcolata come residuo in modo da assicurare il risultato 0

Saldo partite correnti e variazione posizione netta sullestero (PNE) Se non vi sono errori ed omissioni BP+RUCA+MC+ RU0 Quindi a un avanzo o un disavanzo delle partite correnti corrisponde necessariamente una somma del saldo dei movimenti di capitale e della variazione delle riserve ufficiali di uguale ammontare ma di segno opposto CA = -MC - RU Se CA < 0 il paese importatore netto di beni e servizi MC>0 indica un aumento delle passivit o una riduzione delle attivit nette sullestero (afflusso netto di capitali) MC< 0 indica un aumento delle attivit o una riduzione delle passivit sullestero (deflusso netto di capitali) Lafflusso netto di capitali consiste in un acquisto di attivit interne da parte di non residenti (passivit per il paese che le emette) superiore agli acquisti di attivit estere da parte dei residenti Esempio: Data la formula CA = -MC RU: se CA negativo = paese importatore netto di beni e servizi (es.- 230), MC sar positivo (afflusso netto di capitali) per +230 e quindi RU=0 Se laumento di MC diverso da 230 (es. 220), per differenza si avr un aumento di RU pari a +10 e quindi una riduzione delle riserve ufficiali di 10. PNE= posizione netta sullestero = ATTIVITA PASSIVITA SULLESTERO PNE = grandezza fondo PNE = grandezza flusso La PNE (flusso) modifica il credito o il debito estero (fondo). PNE = ATTIVITA PASSIVITA SULLESTERO La somma del saldo di MC e RU esprime PNE CA+MC+ RU0 CA= - (MC + RU) = PNE CA < 0 CA > 0 PNE< 0 PNE> 0 Se il Se il Se il Se il paese paese paese paese debitore creditore debitore creditore aumentano le passivit riduce le passivit riduce le passivit aumenta le passivit

Ritornando allesempio, un disavanzo di CA corrisponde ad un peggioramento della posizione netta sullestero riconducibile sia ad un afflusso netto di capitali che ad una riduzione di RU. Mercato valutario e cambi

43 Abbiamo definito il tasso di cambio come la quantit di $ necessari per acquistare 1 : e $ / . Il tasso di cambio misura il prezzo a cui vengono scambiate due valute. Le transazioni internazionali generano una continua domanda e offerta di contro $ e sono effettuate da: Residenti : cedono in cambio di $ per effettuare i pagamenti relativi allacquisto di merci, servizi, attivit finanziarie, ecc. dai non residenti; Non residenti : acquistano in cambio di $ per effettuare i pagamenti a favore dei residenti; Speculatori professionali : acquistano e vendono valuta allo scopo di lucrare la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Tutte le domande e offerte in valuta si concretizzano in transazioni valutarie , che avvengono tramite 3 operatori: Banche : operano prevalentemente per conto della clientela alla quale vendono o per la quale comprano valuta; possono effettuare anche operazioni per conto proprio; Agenti di cambio: operano sia per conto delle banche che per conto proprio; Banche centrali : comprano o vendono riserve ufficiali e quindi fungono da compratori e venditori di ultima istanza nei confronti del sistema bancario e di altri intermediari finanziari. Possono operare con lobiettivo di modificare il tasso di cambio intervenendo direttamente con acquisti o vendite o indirettamente con misure che modifichino la domanda e lofferta di valuta. Il mercato valutario linsieme di tutte le transazioni valutarie che avvengono allinterno del fitto circuito degli operatori. Esso si estende dallEstremo Oriente agli Stati Uniti, passando per lEuropa e date le differenze di fuso orario, le contrattazioni sono continue e non avvengono in un luogo fisico, anche se sono concentrate in alcune importanti piazze finanziarie. Il tasso di cambio il risultato dellincontro tra la domanda di dollari contro euro e offerta di dollari contro euro. Esso varia di continuo in base alle contrattazioni del mercato. A met giornata la BCE rileva il tasso di cambio dell nei confronti di 17 valute, che ha un valore indicativo e prende il nome di tasso di riferimento . Aumento del tasso di cambio nominale dell : aumento della domanda di euro contro dollari comporta un apprezzamento delleuro, che equivale a un aumento della quantit di dollari necessari per acquistare euro. Diminuzione del tasso di cambio nominale dell : una diminuzione della domanda di euro contro dollari comporta invece un deprezzamento delleuro rispetto al dollaro, perch diminuisce la quantit di dollari che occorrono per acquistare un euro. Arbitraggio su cambi : meccanismo che sfrutta la differenza fra i tassi di cambio di una valuta sulle diverse piazze e che permette di lucrare acquistando valuta su una piazza e rivendendola su unaltra nello stesso momento. Queste operazioni influiscono sul livellamento delle quotazioni di una stessa valuta sulle diverse piazze, che quindi, pur non coincidendo, si discostano in modo molto lieve. Leuro dal suo esordio del 1999 con un cambio di 1,122 $ per un , ha subito deprezzamenti fino al 2002, per poi risalire ininterrottamente e raggiungere una media di 1,25 $ a inizio 2004.

44 Possibili cause delle variazioni del tasso di cambio Sono i 2 motivi fondamentali per i quali i non residenti domandano contro $ e i residenti domandano $ contro : Transazioni relative allacquisto di beni e servizi : i non residenti domandano contro $ per acquistare beni e servizi prodotti ed esportati dallarea , mentre i residenti domandano $ in cambio di per importare beni e servizi prodotti negli USA. Il paese con un attivo delle partite correnti registra un aumento della domanda della propria valuta, che dovrebbe quindi mostrare una tendenza allapprezzamento. Movimenti di capitale a medio - lungo termine : i non residenti domandano per effettuare investimenti diretti e di portafoglio nellarea dell e i residenti domandano $ per effettuare investimenti negli USA. A questi movimenti vanno aggiunti i movimenti di capitale a breve- brevissimo termine effettuati da coloro che prevedono un apprezzamento della valuta e che quindi tentano di lucrare con la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita. Movimenti di capitali Ai movimenti di capitale legata la quasi totalit della domanda e dellofferta di valuta. Le determinanti dei movimenti di capitale sono: Investimenti esteri diretti : strategie di espansione allestero delle imprese (fusioni con imprese estere, acquisizioni di impr estere, nuove filiali estere); Investimenti in portafoglio : Investimenti di portafoglio: sono rappresentati da obbligazioni (da settore privato o pubblico) e azioni che possono essere a breve o + lungo termine. La spiegazione dei flussi di investimento va ricercata partendo dai differenziali tra il tasso di interesse nellarea (r) e il tasso di interesse nellarea USA (r*). Se r* fosse superiore a r, un investitore dellarea potrebbe cambiare contro $ per investire negli USA dove otterrebbe un tasso di rendimento superiore. Va per tenuto conto anche dellaspettativa circa la variazione del tasso di cambio tra il momento in cui si realizza linvestimento e la scadenza dello stesso. I rendimenti tra investimento in area e investimento in area USA sono eguagliati quando il differenziale tra i tassi di interesse uguale allapprezzamento atteso dell nei confronti del $ ( ae): r r* = ae ovvero r = r* + ae Riprendendo la definizione di tasso di cambio (quantit di $ necessari ad acquistare 1 ), e dal momento che e - ea a e = -------apprezzamento atteso dell nei confronti del
$

ea un apprezzamento atteso dell (deprezzamento del $) corrisponde ad un aumento del tasso di cambio atteso (ea) rispetto al tasso di cambio corrente (e), per cui occorrono + $ per acquistare un : quindi ae<0 un deprezzamento atteso dell corrisponde ad un tasso di cambio atteso inferiore a quello corrente, per cui occorrono meno $ per acquistare 1 : quindi ae>0 La condizione di parit fra i rendimenti (r r* = ae) si chiama parit scoperta dei tassi di interesse. Scoperta perch linvestitore dellarea effettua investimenti in $ si assume completamente il rischio che leuro si apprezzi di una misura superiore alla differenza fra tasso di interesse sulle attivit in (r ) e tasso di interessi sulle attivit in $ (r*). Es. se r = 4% e r* = 6% e ae=1% allora (4% < 6% - 1%) pi redditizio linvestim in $

45 Se se r = 4% e r* = 6% e e=3% allora (4% > 6% - 3%) pi redditizio linvestim in In caso di deprezzamento dell, il maggior rendimento dellinvestimento in $ deriverebbe sia dal differenziale tra i tassi di interesse che dallapprezzamento atteso del $
a

Variazione delle riserve in $


(Riepiloghiamo il meccanismo della natura compensativa delle variazioni delle RU relativo alla BP: RU in DIMINUZIONE compensa un disavanzo globale della BP RU in AUMENTO compensa un avanzo globale BP)

Occorre ricordare che il $ la principale moneta di riserva, in quanto valuta nella quale vengono regolate la maggior parte delle transazioni internazionali. Questo implica: Una parte considerevole delle attivit in valuta detenute dai paesi fuori degli USA (resto del mondo) denominata in $; Ogni aumento delle riserve in $ del resto del mondo contribuisce a finanziare una parte del disavanzo corrente degli USA. 3 Determinanti fondamentali del tasso di cambio $/ Ampiezza del disavanzo di parte corrente USA e la necessit di una sua correzione. Nella recente esperienza degli USA si visto che il forte disavanzo di parte corrente statunitense non ha influito negativamente sul $, in quanto, pur essendo elevato lammontare delle passivit nette sullestero, il flusso di reddito che gli USA ricevono sulle proprie attivit estere superiore al flusso in uscita dagli USA per il pagamento degli interessi sulle passivit statunitensi sullestero. Ampiezza e composizione dei flussi netti di capitali Politica di cambio perseguita dalle BC del resto del mondo che determina laccumulo di riserve in $ Casi concreti nelle determinanti della variazione del tasso di cambio
Promemoria: aumento dei differenziali = aumento tassi di interesse area rispetto USA

A partire dal 2 trim 2000 i differenziali dei tassi di interesse aumentano ininterrottamente a favore dellarea dell. Nonostante questo, fino al 1 trim del 2002 il $ continua a rafforzarsi rispetto all . Il motivo di questa mancata relazione pu riscontrarsi con il fatto che tra fine anni 90 e 2001 il disavanzo di parte corrente americano stato in gran parte finanziato dallinvestimento estero diretto e dagli investimenti di portafoglio in azioni e obbligazioni ad elevato rischio, quindi investimenti poco sensibili ai differenziali dei tassi di interesse a breve o medio- lungo termine. Durante il 2001 si invertita la tendenza, perch lorientamento degli investitori internazionali andato verso investimenti + sicuri (es. obbligazioni statali). Gli investimenti esteri diretti negli USA sono diminuiti riportando linvestimento estero diretto netto ad un valore negativo. Lindebolimento del $ da met 2002 si pu quindi ricondurre alla minor fiducia nel mercato finanziario statunitense che nelle prospettive di crescita del mercato USA. Aumentando la composizione dei movimenti di capitale e laumento degli investimenti a minor rischio, la relazione tra andamento del tasso di cambio e differenziale dei tassi di interesse aumentata notevolmente, con un massimo raggiunto nel 2002. Sullandamento del $ influisce anche la politica delle Banche Centrali sullaccumulo delle riserve in $, aumentate sensibilmente nel 2003 (periodo di

46 forte deprezzamento del $). In questa fase Giappone e Cina hanno accumulato riserve in $; il Giappone per evitare che il dollaro si deprezzi eccessivamente nei confronti dello yen (sostegno al $ per evitare che si deprezzi in modo caotico e destabilizzante. Il $ si deprezza maggiormente nei confronti dell rispetto allo yen). La valuta cinese (yuan) ha una parit fissa nei confronti del $, che per attualmente non rispecchia la posizione di forza sul mercato commerciale e dei capitali detenuta dalla Cina, specialmente nei confronti degli USA. Tutti i paesi in disavanzo nei confronti della Cina richiederebbero una rivalutazione dello yuan, che per le autorit cinesi tentano di contenere, sia attraverso controlli sui movimenti di capitali dallestero di natura speculativa che con lincentivazione dei deflussi di capitali verso lestero. Inoltre per mantenere la parit tra $ e yuan, la Cina mantiene le proprie riserve prevalentemente in $. La sensibilit del tasso di cambio ai differenziali fra i tassi di interesse dipende da: circostanze che determinano la crescita economica; composizione dei movimenti di capitali collegata a questa crescita; condizioni dei mercati finanziari. Su queste basi molto difficile prevedere landamento del tasso di cambio. Es. per le prospettive di crescita a medio termine, quando laspettativa era che la crescita del Pil USA fosse superiore a quella del Pil area , il $ si rafforzato nei confronti dell e questo nonostante i differenziali a favore dell ed una politica monetaria espansiva degli USA (che tende a ridurre il tasso di interesse interno). In questo caso, quindi sono state prevalenti per gli investitori le prospettive di crescita. Nello specifico, poi, i mancati effetti dei differenziali dei tassi di interessi hanno dipeso dalla composizione dei movimenti di capitali. Quando, dal 2001, leconomia americana ha rallentato la propria crescita e gli investitori esteri si sono mostrati + sensibili ai differenziali dei ti, il governo USA ha iniziato a far s che il $ si deprezzasse.

Effetti di un deprezzamento del tasso di cambio (rif UD 05 Mod1) 1. a parit di prezzi, interni e esteri, un deprezzamento del cambio rende pi a buon mercato le esportazioni e pi care le importazioni. Se la concorrenza di prezzo importante sui mercati internazionali le esportazioni tenderanno perci ad aumentare e le importazioni a diminuire se si tratta di beni in stretta concorrenza con quelli nazionali; * 2. effetto di tipo inflazionistico . Tutti i beni importati che entrano nella produzione interna di altri beni e servizi (materie prime, beni intermedi), aumentano di prezzo in termini di euro, il che si riflette in un aumento dei costi di produzione e dei prezzi interni. Questo secondo effetto, aumentando i costi di produzione, potrebbe vanificare, in un momento successivo, il vantaggio di prezzo immediato guadagnato dalle esportazioni. Un effetto inflazionistico potrebbe verificarsi anche se il deprezzamento dovesse essere utilizzato dalle imprese nazionali () per aumentare i prezzi interni senza paura di perdere competitivit sui mercati interni e internazionali. 3. Agli effetti sulle esportazioni, sulle importazioni e sui prezzi, occorre aggiungere quelli sui movimenti di capitali . Un deprezzamento del cambio penalizza i non residenti che hanno acquistato attivit in euro cambiando dollari in euro, e avvantaggia i residenti che hanno acquistato attivit in dollari cambiando euro in dollari. (chi investe in valuta straniera deve auspicare un suo apprezzamento per poter guadagnare rispetto alla propria valuta) *Effetti variazioni tasso di cambio (dispensa pag.181) Sulle ESPORTAZIONI:

47 In caso di deprezzamento dell occorrono meno $ per acquistare 1 e il tasso di cambio nominale diminuisce. Gli effetti sulle esportazioni dal punto di vista della BP dell possono dipendere da: sensibilit delle quantit esportate rispetto al prezzo (se diminuisce il prezzo aumentano le esportazioni in caso di insensibilit non ci sono variazioni di quantit); decisioni di aumento dei prezzi sfruttando il deprezzamento della valuta nazionale, per aumentare i profitti. Per avere buon effetto questa soluzione deve essere condivisa da tutti i produttori (x non far perdere quote di mercato a chi aumenta i prezzi a favore di chi non lo fa) e deve contare su quantitativi di vendita immutati. Sulle IMPORTAZIONI: Il deprezzamento della valuta ($) rende le importazioni + costose in termini di (quindi il prezzo del bene sul mercato aumenta. Vanno distinte le importazioni di beni che sono prodotti anche sul mercato interno (e x cui il prezzo un elemento importante) e quelli che non vengono prodotti (es materie prime petrolio, ecc.). In questultimo caso, se non variano le quantit acquistate, aumenta la spesa destinata allacquisto di questi beni. Tasso di cambio reale Il tasso di cambio reale () il rapporto tra il livello dei prezzi esteri espressi in valuta nazionale e il livello dei prezzi interni e viene spesso usato per esprimere le condizioni di competitivit internazionale dellintera economia (capacit di acquistare quote del commercio internazionale). PF/e = -------P Dove PF = livello dei prezzi esteri P= livello dei prezzi interni e= tasso di cambio nominale ($ per 1 ) PF/e= trasforma i prezzi esteri in Se si deprezza nei confronti del $, (e) diminuisce e i prezzi in $ aumentano in termini di . Se PF e P rimangono invariati, il tasso di cambio reale aumenta, indicando che per i residenti in area le importazioni sono pi costose e le esportazioni meno costose. Cautele nelluso del tasso di cambio reale come indicatore di competitivit : Oltre che dal prezzo, infatti, la competitivit dei prodotti sui mercati internazionali dipende anche da altri elementi (qualit, servizi offerti, efficienza, ecc.) Il tasso di cambio reale un indicatore molto aggregato. I diversi beni in realt hanno una hanno una sensibilit diversa alle variazioni dei prezzi ( maggiore per i beni sottoposti a concorrenza internazionale basata sul prezzo). Il tasso di cambio reale andrebbe quindi specificato per singoli beni, per essere maggiormente preciso.

Cap.7 I prezzi come equilibratori fra domanda e offerta e la teoria neoclassica dellequilibrio di pieno impiego

Teoria neoclassica: era la teoria condivisa dagli economisti prima della Teoria Generale di Keynes del 1936 e si basava sullopinione secondo cui il sistema economico tendesse verso un equilibrio di pieno impiego del lavoro e della

48 capacit produttiva esistente. Questo basato sullaccettazione della legge di Say (economista francese) che afferma che tutto il reddito prodotto viene speso e quindi non ci pu essere insufficienza di domanda aggregata. La produzione determina la domanda e non viceversa. A questa teoria denominata da Keynes teoria classica delloccupazione, egli ne contrappose una propria secondo la quale la domanda aggregata che determina il livello di equilibrio del reddito, che generalmente non coincide con il livello del reddito di pieno impiego. 3 pilastri su cui si costruisce la teoria neoclassica dellequilibrio di pieno impiego: Analisi del mercato del lavoro in termini di funzioni di domanda e offerta e determinazione dellequilibrio di pieno impiego della produzione Teoria del saggio dellinteresse come equilibratore fra investimenti e risparmi di pieno impiego Teoria quantitativa della moneta Teoria neoclassica dei prezzi Teoria economica della domanda e dellofferta OBIETTIVI DELLA TEORIA: Determinare i prezzi dellincontro tra domanda e offerta sia di beni prodotti e acquistati, che dei fattori di produzione (capitale e lavoro); Stabilire una relazione regolare fra la quantit domandata di ciascun bene da parte dei consumatori (quantit che desiderano consumare) e il variare del prezzo del bene, in modo da costruire una funzione di domanda che esprima la relazione tra quantit domandata e prezzo (la domanda aumenta al diminuire del prezzo). Stabilire una relazione regolare fra la quantit prodotta e offerta (quantit che le imprese desiderano offrire) di ciascun bene da parte di ciascuna impresa al variare del prezzo del bene, in modo da costruire una funzione di offerta che esprima la relazione tra quantit offerta e prezzo (lofferta aumenta allaumentare del prezzo). Determinare il prezzo di equilibrio di ciascun bene, ossia il prezzo per il quale la quantit domandata = quantit offerta I consumatori Si prende ad esempio un consumatore con un reddito dato, che deve decidere quante unit acquistare di 2 beni dei quali conosce le caratteristiche ed in grado di esprimere preferenze. Il consumatore deve massimizzare la soddisfazione (o benessere o utilit) tratta dal consumo, ma sottoposto al vincolo di bilancio rappresentato dal reddito (limitato) di cui dispone. La scelta delle combinazioni di acquisto dei beni del consumatore dipende da tre elementi: Reddito monetario di cui dispone Prezzi di mercato dei 2 beni Preferenze del consumatore. Vincolo di bilancio R= reddito monetario dato del consumatore x 1 e x 2 = quantit dei 2 beni p 1 e p 2 = prezzi dei 2 beni Il vincolo di bilancio del consumatore esprime tutte le possibili combinazioni di x 1 e x 2 acquistabili, dati i prezzi e il reddito. Registra quindi che la spesa complessiva per i 2 beni non pu essere superiore al reddito di cui si dispone: R > x 1 p1 + x 2 p2 Se supponiamo che il consumatore impieghi tutto il suo reddito: R = x 1 p 1 + x 2 p 2

49 Possiamo esprimere il vincolo di bilancio come quantit del bene 1 a cui il consumatore deve rinunciare x acquistare unit addizionali del bene 2 (dato il reddito e i prezzi) x 1 p 1 = R - x 2 p 2 da cui, dati reddito e prezzi le quantit del bene 1 in funzione di quelle del bene 2 sono: R p2 x1 = - - - - - - - - - - - - x2 p1 p1 Nel grafico del vincolo di bilancio, al di sopra della retta di bilancio si trovano le combinazioni non accessibili, dati reddito e prezzi; tutte le combinazioni che si trovano sotto la retta sono quelle possibili. (pag.191) Utilit marginale e scelte del consumatore Preferenze del consumatore teoria dellutilit ordinale Alla guida delle scelte di consumo, dato il vincolo di bilancio, troviamo le preferenze del consumatore , che permettono di stabilire su quale punto della retta di bilancio il consumatore si collocher. La teoria neoclassica ipotizza che il consumatore sia sempre in grado di ordinare le sue preferenze), stabilendo se una combinazione di consumo (paniere) preferita o indifferente ad unaltra (anche se non in grado di stabilire quanto un certo paniere sia preferito ad un altro) (teoria dellutilit ordinale : si suppone che il consumatore sia sempre in grado di ordinare le proprie preferenze senza supporre che sia in grado di misurare la soddisfazione derivata dal consumo di panieri alternativi); Si ipotizza che dosi successive di un bene diano unutilit via via inferiore; Per semplicit si esprime le preferenze sulla base di quanto un consumatore disposto a pagare per ottenere dosi successive di un bene. La scelta ottimale del consumatore Prendiamo in considerazione quanto il consumatore disposto a pagare per ogni unit addizionale di ciascun bene in base alle sue preferenze, mentre il prezzo effettivo invece dato dal mercato. Lutilit totale lutilit che il consumatore trae dal consumo di una certa quantit assoluta di un bene. Lutilit marginale (UM) lincremento di utilit derivante dal consumare una unit in pi di quel bene. Il rapporto tra i prezzi dei due beni (p 1 /p 2 ) stabilisce quante unit del bene 1 il consumatore ottiene in cambio di ununit del bene 2. Il rapporto tra le utilit marginali (UM1 /UM 2 ) indica quanto diminuisce lutilit del consumatore riducendo il consumo del bene 1 rispetto a quanto aumenta per effetto dellaumento del consumo del bene 2. Lutilit sar massima quando il rapporto fra le utilit marginali dei due beni sar uguale al rapporto tra i loro prezzi: UM1 p1 UM1 UM2 - - - - - - = - - - - - - - esprimibile anche come ------ = -----UM2 p2 p1 p2 Fino a quando UM1 sar > rispetto a UM2 (in riferimento ai loro prezzi), il consumatore sar disposto ad aumentare la sua utilit cedendo unit del bene 2 contro unit del bene 1. Il maggior consumo di bene 1 porter la sua utilit marginale a decrescere fino a che le 2 utilit siano uguali.

50 La scelta ottima del consumatore la scelta della combinazione dei due beni che rende massima lutilit (soddisfazione) e si trova sul vincolo di bilancio . Esistono altre possibili combinazioni di massimizzazione dellutilit, ma negli altri casi non verrebbe speso tutto il reddito disponibile, quindi il consumatore preferir la combinazione che consente la di spendere tutto il reddito a fronte di un maggior quantitativo di beni.

Se dovesse diminuire il prezzo di uno solo dei due beni (es bene 2), questa diminuzione di prezzo relativo di un bene rispetto allaltro, comporta un doppio effetto: Effetto reddito : aumenta il potere di acquisto del reddito e quindi la possibilit di consumare pi beni; Effetto sostituzione : il consumatore a sceglier una combinazione di consumo nella quale il peso del bene 2 (il cui prezzo relativo si ridotto) aumenta rispetto a quello del bene 1. In questo caso, graficamente, cambia linclinazione della retta . Se invece fosse il prezzo di entrambi i beni a diminuire della stessa misura (=nessuna variazione nel rapporto tra i prezzi dei 2 beni), la retta di bilancio si sposterebbe parallelamente (in alto= maggiore quantit di beni acquistati) e la sua inclinazione rimarrebbe invariata. Gli effetti sulla domanda sarebbero solo in funzione del cambiamento del reddito reale del consumatore (potere dacquisto). Costruzione della funzione della domanda Secondo la teoria dellutilit marginale, tra la quantit domandata di un bene ed il suo prezzo vi una relazione negativa, per due motivi: Lobiettivo del consumatore quello di massimizzare lutilit; Il comportamento del consumatore quello di massimizzare lutilit in conformit al vincolo di bilancio. Lutilit marginale DECRESCENTE: a dosi successive di consumo di un bene corrisponde una diminuzione dellutilit che ne trae il consumatore. Lutilit viene massimizzata in corrispondenza delluguaglianza delle utilit marginali ponderate per i relativi prezzi e che si trova sulla retta di bilancio.

51 Dati il reddito e i prezzi degli altri beni come costanti, la domanda di un bene aumenta al diminuire del suo prezzo. La curva di domanda individuale di un bene costituita dallinsieme delle scelte ottime del consumatore al variare del prezzo di quel bene, costanti reddito e prezzo degli altri beni.

La curva di domanda di mercato si ottiene dalla somma delle curve individuali (riferite ai diversi consumatori) per un determinato bene. Per ogni livello del prezzo, la domanda di mercato si ottiene sommando le quantit domandate individuali. Effetti di una variazione del reddito sulla retta di bilancio : Se il reddito aumenta e i prezzi dei beni rimangono invariati, la retta di bilancio si sposta in alto a destra parallelamente alla retta precedente. Questo perch rimane fisso il principio della massimizzazione dellutilit, ottenuta in corrispondenza di (UM1 / p 1 )= (UM2 / p 2 ). Effetti di una variazione del reddito sulla curva di domanda : La variazione della domanda di un bene pu non essere dipendente dalla variazione dei prezzi relativi tra i beni.

52 Bene normale : bene per il quale la domanda aumenta allaumentare del reddito (la curva di domanda subisce uno spostamento verso destra, se il reddito aumenta e il prezzo rimane invariato); Bene inferiore : bene per il quale un aumento di reddito comporta una diminuzione della domanda (se il reddito aumenta e il prezzo non varia, la curva di domanda si sposta in basso a sinistra). Se aumenta il prezzo del bene 1, come varia la domanda del bene 2 (il cui prezzo rimasto costante)? Se i 2 beni sono fra loro sostituti , la riduzione del consumo del bene 1 (dovuta al suo aumento di prezzo), si traduce in un aumento del consumo del bene 2. Se i due beni sono fra loro complementari (vengono consumati insieme in una proporzione stabilita), la diminuzione della domanda del bene 1 (dovuta allaumento del prezzo), provoca anche una diminuzione della domanda del bene 2. In corrispondenza della riduzione di domanda la curva si sposta verso sinistra. Esiste quindi una relazione inversa tra prezzo e quantit domandata: al diminuire del prezzo di un bene, aumenta la domanda dello stesso, se leffetto reddito e leffetto sostituzione vanno nella stessa direzione. Lelasticit della domanda rispetto al prezzo Lelasticit della domanda rispetto al prezzo misura la sensibilit della domanda rispetto alle variazioni del prezzo ed data dal rapporto fra la variazione % della quantit domandata rispetto alla variazione % del prezzo.
Variazione percentuale della quantit domandata Elasticit della domanda -------------------------------------------------------------Variazione percentuale del prezzo =

Dal momento che allaumentare della domanda, diminuisce il prezzo, lelasticit della domanda ha sempre segno negativo. Generalmente viene per espressa in valore assoluto (senza segno). Questo valore utile per ottenere informazioni su come variano i ricavi totali dellimpresa che produce e vende quel prodotto in conseguenza di una variazione del prezzo. Ricordiamo che il ricavo totale = a prezzo x quantit venduta (RT=PQ). Tre casi significativi nellelasticit della domanda: Se la domanda RIGIDA, ossia completamente indipendente dal prezzo, non varia la % della quantit domandata al variare della % del prezzo e lelasticit pari a 0: curva di domanda completamente anelastica. (graficamente la curva di domanda risulta verticale=la domanda non varia al variare del prezzo). Il RT aumenta di quanto aumentato il prezzo. p = 0

53 Se la domanda PERFETTAMENTE ELASTICA, infinitamente sensibile rispetto al prezzo. Una piccola riduzione di prezzo porta un aumento della domanda da 0 a infinito. (graficamente la curva orizzontale sopra un certo livello critico di prezzo, al di sopra del quale il consumatore non acquista nulla e al di sotto del quale acquista tutto quello che gli possibile). Si dice in questo caso che la funzione di domanda ha una elasticit infinita ed completamente (o perfettamente) elastica. p =

q Se laumento % della domanda di un bene = alla diminuzione % del suo prezzo in tutti i punti della curva di domanda, lelasticit della domanda = 1 e la curva di domanda ha elasticit unitaria . p = 1

q RT = PQ RT varia quindi al variare del prezzo a seconda di come reagisce la quantit domandata (=venduta) a questa variazione. Tale variazione di RT dipende quindi dallelasticit della domanda rispetto al prezzo. Esempio concreto: Elasticit domanda = 1 (elast unitaria) variazione di prezzo lascia immutato RT In caso di diminuzione (o aumento) % del prezzo, la quantit domandata e venduta aumenta (o diminuisce) di pari misura. Elasticit domanda >1 (dom elastica) aumento di prezzo = diminuzione RT diminuzione di prezzo = aumento RT Se il prezzo aumenta, diminuisce RT, perch la quantit domandata diminuisce + di quanto aumentato il prezzo. Se il prezzo diminuisce, RT aumenta, perch la domanda aumenta + di quanto diminuito il prezzo. Elasticit domanda < 1 (dom anelastica) diminuzione prezzo = diminuzione RT aumento prezzo = aumento RT Se il prezzo aumenta, aumenta RT, perch la quantit domandata diminuisce meno di quanto aumentato il prezzo. Se il prezzo diminuisce, RT diminuisce, perch la domanda diminuisce di quanto diminuito il prezzo. La determinante principale dellelasticit della domanda rispetto al prezzo Principale determinante lesistenza (o assenza) di sostituti stretti (beni succedanei), ossia di prodotti che possono essere consumati al posto del primo. Se un prodotto ha beni succedanei, una diminuzione del suo prezzo rispetto a quello degli altri beni succedanei indurr a consumare pi di quel bene. Viceversa

54 se il prezzo aumenta. elastica (> 1). I beni che hanno succedanei hanno una domanda

Per stimare il grado di sostituibilit del prodotto vanno tenute in considerazione: la definizione di prodotto adottata: - Ristretta , per la quale + facile trovare succedanei. (es. carne di pollo sostituibile con carne di tacchino, tessuto di cotone con tessuto di seta, ecc.) - Ampia , diminuisce la possibilit di trovare succedanei (es. carne sostituibile con legumi, ma a fatica) o risulta impossibile trovarne (es. x beni alimentari) Larco temporale di riferimento. Certi prodotti non sono sostituibili nel breve periodo, ma possono trovare sostituti nel lungo periodo (es. petrolio con fonti energetiche alternative).

LA TEORIA NEOCLASSICA DELLA PRODUZIONE Si prende in esame come da tale teoria si derivano la curva di offerta di beni e la curva di domanda di lavoro, considerando la produzione come un processo in cui i fattori della produzione (capitale e lavoro) siano disponibili in quantit date. Curva di offerta di beni descrive la relazione positiva tra il prezzo di un bene e la quantit prodotta dallimpresa. Curva di domanda di lavoro descrive la relazione inversa tra salario reale e domanda di lavoro dellimpresa. Sia il rendimento del lavoro che quello del capitale impiegato sono decrescenti: la quantit prodotta (almeno da un certo livello della produzione in poi) aumenta meno che proporzionalmente rispetto allaumento della quantit di lavoro (o di capitale) impiegata, restando costante la quantit di capitale (o di lavoro). La derivazione delle curve si rif alle legge dei rendimenti marginali decrescenti , che implica una produttivit marginale del lavoro decrescente. Limpresa secondo la teoria neoclassica della produzione Limpresa il soggetto che prende le decisioni di produzione e ha 3 caratteristiche di base: Nel prendere decisioni si comporta come un individuo In quanto produttore, domanda lavoro e capitale obiettivo la massimizzazione dei profitti, dati dalla differenza tra ricavi e costi, una volta retribuiti il lavoro e il capitale in base ai tassi di mercato. I beni sono prodotti dallimpresa con limpiego dei fattori di produzione (capitale e lavoro) e utilizzando conoscenze tecniche disponibili in un dato momento (non si considerano i mutamenti tecnologici). Il mercato in cui opera limpresa un mercato di concorrenza perfetta, caratterizzato da: omogeneit del prodotto : tutte le imprese producono e vendono lo stesso bene; perfetta conoscenza di prezzo e caratteristiche di prodotto da parte dei consumatori; piccola quantit di produzione per ogni impresa , rispetto alla produzione totale del mercato (= ci sono molte imprese, ciascuna delle quali produce una
piccola quantit rispetto alle dimensioni del mercato);

le imprese sono price taker sul mercato dei beni e dei fattori: ciascuna impresa pu modificare il volume di produzione e vendita senza influenzare sensibilmente il prezzo di mercato del bene prodotto o quello dei fattori di produzione impiegati.

55 Libert di entrata e uscita nel mercato : non ci sono barriere allentrata e alluscita dal mercato.

Nel mercato di concorrenza perfetta, dove le imprese non possono differenziare i prodotti e fissare prezzi di mercato, i ricavi dellimpresa aumentano in modo direttamente proporzionale allaumento della quantit venduta. RICAVO TOTALE Py = prezzo del prodotto y = prodotto Y = quantit prodotta e venduta RT = PyY (dato il prezzo di mercato, RT
dipende in modo direttamente proporzionale dalla quantit venduta)

RICAVO MEDIO : uguale al prezzo di mercato (la vendita di ununit in + aumenta il ricavo di un ammontare pari al prezzo del prodotto) RICAVO MARGINALE: rapporto tra variazione ricavi e variazione quantit venduta, uguale al prezzo di mercato e coincide con il ricavo medio Secondo la teoria neoclassica, le quantit vendute dallimpresa non dipendono dal prezzo del prodotto (fissato dal mercato); limpresa pu prendere una sola decisione: quanto produrre per massimizzare i profitti, tenendo conto della relazione tra prezzo e quantit prodotta. La produttivit marginale del lavoro La produttivit marginale del lavoro data dal rapporto tra la variazione della quantit prodotta e la variazione della quantit di lavoro impiegata, ed prima crescente e poi decrescente (legge dei rendimenti decrescenti ): dato un certo stato di conoscenze tecniche e uno stock di capitale (K) che rimangono costanti , si presume che le unit di lavoro (L) abbiano le stesse qualit e che siano impiegate per ottenere il massimo prodotto possibile, senza inefficienze. Fino ad un certo punto, allaumentare della quantit di lavoro impiegato, la produzione aumenta + che proporzionalmente(Y la quantit prodotta); oltre quel punto, gli aumenti di prodotto per lavoratore saranno decrescenti. Il prodotto aumenter in misura meno che proporzionale. La funzione di produzione La funzione di produzione descrive la relazione fra la quantit prodotta di un dato bene e limpiego dei fattori della produzione impiegati per ottenerla : esprime la relazione fra impiego di quantit successive di lavoro e capitale (fattori di produzione) e il massimo prodotto ottenibile, dato lo stato delle conoscenze tecniche. Si esprime come: Y = F (L,K) Y = quantit prodotta L = tipo di lavoro K = tipo di bene capitale (ricordando la legge dei rendimenti decrescenti : da un certo livello in poi laumento della produzione ha un saggio decrescente) Prodotto marginale del lavoro Il PML definito come la variazione di Y rispetto alla variazione di 1 unit di L (dato K costante) Y

56 PML = - - - - - - - - - -

L Dato che i rendimenti, da un certo punto in poi decrescono, il prodotto dellultimo lavoratore impiegato diminuisce allaumentare del numero di lavoratori impiegati.
La funzione di produzione

Prodotto marginale del lavoro A sinistra di L0 i rendimenti marginali sono crescenti e a destra sono decrescenti

La massimizzazione del profitto La teoria ipotizza la scelta di massimizzazione dei profitto da parte delle imprese, nella condizione di concorrenza perfetta. Dato il prezzo del prodotto (Py), il salario monetario (w) e il valore dello stock di capitale impiegato (Pk K), limprenditore vuole massimizzare il profitto e cio la differenza tra i ricavi e i costi. I costi sono rappresentati dai salari complessivi (wL) e dagli interessi sul valore del capitale impiegato (r ). In concorrenza perfetta i prezzi dei fattori e del prodotto sono dati e la quantit prodotta venduta al prezzo di mercato. I ricavi sono PyY. Il profitto () espr esso come: = PyY- wL- rPk K Dati costanti gli altri fattori, il profitto varia al variare della quantit di lavoro impiegata, che fa aumentare sia il ricavo (PyY) che il costo (wL). La variazione del profitto sar quindi data da: = PyY- wL Fino a che i ricavi aumentano + dei costi (la differenza positiva), limpresa aumenta limpiego di lavoro e quindi la produzione; la condizione in cui il profitto massimo, quella in cui laumento del ricavo = allaumento del costo e 1 ulteriore lavoratore farebbe aumentare i costi + dei ricavi (lincremento di profitto sarebbe nullo) e si pu esprimere come: = PyY- wL = 0 da cui si ottiene: Y - - - - = Py - - - - - - w = 0 (dove Y/ L il prodotto marginale del lavoro) L L

57 Il profitto quindi massimo quando il valore dellincremento del prodotto conseguente ad 1 unit addizionale di lavoro risulta uguale al salario dellultimo lavoratore impiegato Py (Y/L) = w
Y E la condizione di massimo profitto espressa come : w ------- = -------

Py

Questa condizione afferma che il profitto massimo quando il prodotto marginale del lavoro pari al salario reale (rapporto tra salario monetario e prezzo del prodotto w/ Py), che corrisponde alla parte di prodotto che limpresa cede a ciascun lavoratore come salario. Non rappresenta il salario reale dal punto di vista del lavoratore (per il quale il potere dacquisto dipende dal livello dei prezzi di tutti i beni e servizi consumati), ma dal punto di vista dellimpresa. Inoltre, affinch il profitto sia massimo, necessario che ci si trovi in una situazione in cui il tratto della curva del prodotto marginale sia decrescente ; se si fosse in un punto crescente della curva, limpresa potrebbe aumentare il profitto aumentando la quantit di lavoro impiegato. Infatti se il PML crescente, aumentando il L si ottiene sempre un prodotto marginale + elevato del salario reale. La funzione di domanda di lavoro Tale funzione ricavabile dalla condizione di massimo profitto (Y/ L=w/ Py), poich il PML (Y/L= parte sx dellequazione ) decrescente (condizione necessaria x il massimo profitto) dipende dalla quantit di lavoro impiegato e diminuisce allaumentare di L. Se consideriamo valori del salario reale (w/ Py) decrescenti, vediamo come al diminuire del salario reale (condizione della parte dx dellequazione), per massimizzare il profitto limprenditore deve aumentare la quantit di lavoro impiegata fino a che il prodotto dellultimo lavoratore impiegato risulti uguale al salario reale. Data la curva del prodotto marginale decrescente e il comportamento massimizzante, il volume delloccupazione che massimizza il profitto aumenta al diminuire del salario reale. (vedi grafico 7.15) La domanda di lavoro LD una funzione decrescente del salario reale: LD = L (w /P y)

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In corrispondenza del salario reale (w /P y)1 la quantit di lavoro in corrispondenza della quale il prodotto dellultimo lavoratore pari al salario reale (w / Py)1 L1 . Se il salario reale diminuisce a (w/ Py)2 ognuno dei lavoratori addizionali impiegati fino a L2 produce un prodotto superiore (e lultimo uguale) al nuovo salario reale. L1 L2 AB rappresenta laumento del prodotto complessivo per limpiego dei nuovi lavoratori. L1 L2 AC la parte di aumento del prodotto che va a pagare i salari dei nuovi lavoratori al salario reale. Laumento del profitto pari allarea ABC.

La curva di offerta Data la domanda di lavoro e attraverso la funzione di produzione si pu ricavare una relazione tra le quantit offerte dalle imprese al variare del livello del prezzo, ottenendo una curva di offerta di un bene, che risulta crescente rispetto al prezzo del bene come risultato della scelta delle imprese di massimizzazione del profitto. La curva di offerta dellintero mercato si ottiene come somma delle curve di offerta delle singole imprese.
Se il prezzo aumenta da Py1 a Py2 , il salario reale diminuisce da w/Py 1 a w/Py 2 . Per massimizzare il profitto limpresa aumenta il lavoro impiegato da L1 a L2 (vedi funzione domanda lavoro e funzione produzione). La relazione tra aumento di prezzo e aumento quantit prodotta si pu trasferire nella curva di offerta che in funzione crescente del prezzo .

Il prezzo di equilibrio di domanda e offerta Il prezzo di mercato di equilibrio (P*) di un bene (Y) il prezzo per il quale la domanda = allofferta P* : YD = YS. Per determinare il prezzo di equilibrio ci si riferisce alla funzione di domanda (dove troviamo la quantit domandata dai consumatori per massimizzare lutilit) e la funzione di offerta (quantit offerta dalle imprese per massimizzare il profitto). Solo nella condizione di prezzo di equilibrio P* le due quantit coincidono, mentre per prezzi + alti la quantit domandata (YD) inferiore a quella offerta (YS) e viceversa. Secondo la teoria neoclassica, per ogni prezzo diverso da quello di equilibrio, vi sono meccanismi collegati alla concorrenza che spingono il prezzo di mercato al suo livello di equilibrio.

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Il mercato del lavoro e lequilibrio di pieno impiego Nella teoria neoclassica la teoria della domanda e dellofferta vengono applicate a tutti i mercati dei beni e dei fattori e quindi allintera economia. Su queste basi la teoria conclude che il sistema economico tende allequilibrio di pieno impiego. Assunzioni di base: n = numero di imprese che producono 1 solo bene (utilizzato come bene di consumo o bene capitale) Y = produzione complessiva ottenuta con lutilizzo di L e K L = quantit di lavoro impiegata K = stock di capitale esistente a una certa data = produzione non consumata accumulata fino a tale data . K rimane costante allaumentare di L. Perch K rimane costante allaumentare di L (ipotesi da cui dipende la diminuzione del PML)? Perch si fa riferimento al breve periodo: nel breve periodo la capacit produttiva data; Perch la teoria suppone che tutto il capitale disponibile sia pienamente impiegato. K viene concepito come produzione non consumata e accumulata, assimilato quindi al risparmio. I risparmi corrispondenti al pieno utilizzo delle risorse (risparmi di pieno impiego) devono quindi essere completamente investiti in beni capitali, nella forma e quantit desiderate dagli imprenditori. Il mercato del lavoro Viene analizzato in termini di una funzione di domanda e di una funzione di offerta di lavoro. Domanda di lavoro : risultato di una scelta da parte dellimpresa (vedi pagine preced.) Offerta di lavoro : risultato di una scelta da parte dei lavoratori tra lavoro e ozio. La supposizione che i lavoratori siano sempre disposti a sostituire il lavoro al tempo libero allaumentare del salario reale: lofferta di lavoro (LS) una funzione crescente del salario reale LS = N (w/P) dove LS aumenta allaumentare del salario reale Per determinare lequilibrio del mercato del lavoro (equilibrio di pieno impiego), che si raggiunge quando la quantit domandata = a quella offerta (LD =L S), la teoria neoclassica fa riferimento alla flessibilit del salario che si verifica grazie alla concorrenza: Lavoratori disoccupati : quando offerta > domanda (c disoccupazione e questo porta ad una diminuzione del salario) Imprenditori : quando offerta < domanda
Lequilibrio del mercato assicurato dalla flessibilit del salario reale, mentre in realt quello che viene effettivamente contrattato il salario monetario (che per essere valutato come salario reale deve variare rispetto al prezzo). Quindi la teoria deve presupporre meccanismi x cui una caduta (o aumento) del salario monetario accompagnata da una caduta (o aumento) meno che proporzionale del prezzo e quindi ad una caduta (o aumento) del salario reale. Finch vi disoccupazione la concorrenza fa cadere il salario monetario rispetto al prezzo, quindi secondo la teoria la

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flessibilit del salario monetario assicura il raggiungimento del pieno impiego del lavoro. In corrispondenza di w/P1 lofferta > domanda e il salario reale tende a diminuire. In
corrispondenza di w/P2 la domanda > lofferta e il salario tende ad aumentare.

Il salario di equilibrio (w/P)* si raggiunge quindi grazie alla concorrenza tra lavoratori e imprenditori che producono variazioni di domanda e offerta e quindi di salario reale fino allincontro tra le 2 quantit in corrispondenza di un dato salario.

In riferimento alla funzione di produzione, ad un livello di occupazione di pieno impiego L* corrisponder un dato livello di produzione di pieno impiego (prodotto potenziale) Y* (vedi grafici). Dati questi elementi si analizza in seguito come la teoria neoclassica assicura che sia soddisfatta la condizione di equilibrio fra produzione e domanda aggregata in corrispondenza di Y*, condizione che in precedenza stata vista come equilibrio tra risparmi e investimenti. Equilibrio tra investimenti e risparmio Viene analizzato in termini di una funzione di domanda di investimenti ed una funzione di domanda di risparmio, entrambi dipendenti dal tasso di interesse. Investimenti Il prodotto marginale del capitale La domanda di investimenti una funzione decrescente del tasso di interesse, che viene fatta discendere da una funzione di domanda di capitale secondo cui lo stock di capitale domandato aumenta al diminuire del saggio di interesse. Con un procedimento analogo a quello utilizzato per la funzione della domanda di lavoro, si considera data la quantit di lavoro impiegata e quindi il prodotto marginale del capitale (PMK) come la variazione del prodotto al variare dello stock di capitale impiegato : PMK = Y/K Per considerare costante la quantit di lavoro impiegata, si assume che il mercato del lavoro sia in equilibrio di pieno impiego. In base alla legge dei rendimenti decrescenti, anche per il capitale si avr un andamento decrescente del PMK. Si presume sempre un comportamento degli imprenditori volto a massimizzare il profitto = PY- wL- rPk K, in questo caso utilizzando lo stock di capitale che glielo consenta, considerando come costanti gli altri fattori e sempre supponendo nelleconomia la produzione di un solo bene Il profitto aumenta fino a che lultima unit di capitale impiegata fa aumentare il ricavo in misura = al costo e la variazione del profitto nulla : = PyY- rPkK =0. La condizione (di 1 ordine) che assicura il massimo profitto quella in cui PMK = r, ossia Y/K = r Dato che PMK diminuisce allaumentare di K, si pu ricavare una funzione decrescente di domanda di capitale dalla quale si evidenzia che lo stock di capitale domandato aumenta al diminuire del saggio di interesse K* = K (r) K = variabile di stock I = variabile di flusso

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La funzione degli investimenti Analogamente alla relazione tra saggio di interesse e stock di capitale, si pu ricavare la relazione tra saggio di interesse e investimento lordo (I). Linvestimento lordo dato dalla somma tra investimento netto (IN) e investimento per la sostituzione dei beni capitali che vanno fuori uso (IR = investimento di rimpiazzo): I = I N + I R Linvestimento netto adegua lo stock di capitale al valore che gli imprenditori desiderano impiegare, e quindi IN pari alla variazione dello stock desiderato di capitale (K*) al variare del saggio di interesse: I N = K* una funzione che esprime il ritardo con cui avviene ladeguamento Al diminuire del saggio di interesse, lo stock di capitale che gli imprenditori desiderano impiegare aumenta e aumenta linvestimento netto, per adeguare lo stock di capitale al suo livello desiderato. La funzione dellinvestimento netto viene costruita come copia in scala della funzione di domanda di capitale. In
corrispondenza di un dato saggio di interesse, es. r 0 , avremo K0 e a IN1 rappresentare la parte di investimento che verr realizzata nellarco temporale espresso dal ritardo , portando cos il nuovo stock di k al livello desiderato in corrispondenza di quel saggio di interesse e rappresentato da k 1.

Linvestimento destinato al rimpiazzo pu essere espresso come una quota costante () dello stock di capitale in uso: I R = K e quindi I sar pari a (da I N R = I + I ): I = K* + K dove K* = K (r) Dato che al diminuire del saggio di interesse aumenta lo stock di capitale desiderato, la diminuzione del saggio di interesse fa aumentare stabilmente linvestimento lordo. Nella teoria neoclassica si ritiene sufficientemente forte il legame tra variazione del saggio di interesse e volume degli investimenti, quindi non viene data particolare importanza alle aspettative degli imprenditori e alle loro eventuali variazioni, per determinare gli investimenti. Considerando date le aspettative (e), la funzione degli investimenti pu essere espressa come : I = I (r,e) (dove il volume degli investimenti aumenta al diminuire del tasso di interesse). Lofferta di risparmio di pieno impiego Il risparmio nazionale il reddito non consumato: Sd = Y Cd - Gd Secondo la teoria neoclassica il risparmio ha una relazione (positiva) con il saggio di interesse, poich Il consumo desiderato viene fato dipendere dal livello del reddito e dal saggio di interesse (allaumentare del saggio di interesse i

62 consumatori - risparmiatori sono disposti a sostituire consumo presente con consumo futuro). Tale teoria assume che il reddito sia pari al livello di pieno impiego (Y = Y*) e quindi: C e S dipendono solo dal tasso di interesse; Variazioni della stesa pubblica non generano reddito (fermo al livello di pieno impiego), quindi per ogni >di G, si avr una riduzione di S. Similmente a quanto visto nella funzione di domanda di capitale, il sistema economico di pieno impiego vede livelli di salario reale e reddito reale di pieno impiego. Dati il livello di reddito di pieno impiego e quello di spesa pubblica, il risparmio reale (S*) si pu esprimere in funzione del tasso di interesse: S* = S (r, Y*, G) dove il risparmio reale di pieno impiego (S*) aumenta allaumentare di r Equilibrio tra investimenti e risparmio Sia la funzione dellinvestimento (in modo negativamente elastico) sia quella del risparmio (in modo positivamente elastico) dipendono dal saggio di interesse, le cui variazioni consentono lequilibrio tra investimenti e risparmio di pieno impiego (domanda aggregata = produzione di pieno impiego). In equilibrio: Y = C + G + I + NX la produzione = alla domanda aggregata Y C G = I + NX il risparmio nazionale = allinvestimento + le esportazioni nette (saldo bilancia commerciale) , dove Y C G = Spriv + SG La teoria neoclassica fa riferimento al livello di produzione di pieno impiego (Y = Y*) in cui il consumo e il risparmio devono essere riferiti al reddito potenziale. In equilibrio, in corrispondenza di pieno impiego e per una data spesa pubblica, si avr: S*priv + S*G = I + NX equazione di equilibrio tra risparmi e investimenti S*priv = risparmio privato riferito al reddito di pieno impiego S*G = risparmio pubblico di pieno impiego (entrate rifer al reddito potenz uscite AAPP) Per questo livello di reddito (pieno impiego) S*priv + S*G non possono variare per effetto delle variazioni del livello del reddito e quindi il saggio di interesse che porta in equilibrio investimento e risparmio di pieno impiego. La teoria dei fondi prestabili e la determinazione del saggio dellinteresse di equilibrio di pieno impiego Punto di partenza lequazione di equilibrio tra risparmi e investimenti, riscritta come: S*priv + S*G NX = I Il lato dx dellequazione (I) rappresenta la domanda di fondi prestabili,_ che dipende dallinvestimento e aumenta al diminuire del saggio di interesse [I = I (r,e)] Il lato sx rappresenta lofferta complessiva di fondi prestabili, che ha 3 componenti: S*priv risparmio privato di pieno impiego: aumenta al > del saggio di interesse S*G risparmio pubblico di pieno impiego: NX saldo della bilancia commerciale: afflusso netto di fondi dal resto del mondo (se il saldo di NX negativo = disavanzo); deflusso netto di fondi verso il resto del mondo (se il saldo di NX positivo = avanzo)

63 La teoria dei fondi prestabili in termini semplificati, si fa riferire ad uneconomia chiusa (NX = 0), nella quale lofferta di fondi dipende solo dal risparmio nazionale di pieno impiego (S*priv + S*G = S*) Lequilibrio tra investimenti (domanda di fondi prestabili) e risparmio nazionale di pieno impiego (offerta di fondi prestabili) si trova in corrispondenza del tasso_di interesse di equilibrio, determinato dal mercato interno dei prestiti: S(r,Y*,G) = I (r,e) Si suppone che in tale economia le imprese si finanzino con lemissione di obbligazioni senza cedola a scadenza 1 anno, il cui tasso di interesse di mercato dato da valore di rimborso prezzo di mercato. Il mercato dei prestiti qui analizzabile come: Curva di domanda dei prestiti : descrive come varia lammontare di prestiti domandati
dalle imprese (tramite lemissione di obbligazioni) al variare del saggio di interesse. Essi dipendono dalla domanda di investimento e aumentano al diminuire del saggi di interesse. Curva di offerta dei prestiti : descrive come varia lammontare di prestiti concessi dagli acquirenti delle obbligazioni al variare del saggio di interesse. Essi dipendono dallofferta di risparmio e aumentano allaumentare del saggio di interesse. Equilibrio del saggio di interesse: viene raggiunto grazie alla concorrenza fra chi domanda prestiti emettendo obbligazioni e chi offre prestiti acquistano obbligazioni. In corrispondenza di questo saggio di interesse, la domanda di investimento e lofferta di risparmio di pieno impiego sono uguali (I=S*) e vi equilibrio del mercato dei prestiti. Al di sotto del punto di equilibrio avremo I > S, mentre al di sopra dellequilibrio I < S.

Conclusioni (secondo la teoria neoclassica): 1. Il saggio di interesse di equilibrio determinato sul mercato dei prestiti, ma dipende da 2 forze di natura reale: produttivit (a governo della domanda di investimento), che dipende dalla produttivit marginale decrescente e parsimonia (a governo dellofferta di risparmio), che deriva dallatteggiamento dei consumatori nei confronti del risparmio. Risparmio di pieno impiego e investimento sono il risultato delle decisioni di soggetti economici distinti (consumatori /risparmiatori e imprese), ma in equilibrio non sono indipendenti e le variazioni del saggio di interesse (meccanismo equilibratore) fanno s che gli investimenti = risparmi di pieno impiego. 2. Risulta valida la legge di Say (domanda aggregata sempre = allofferta): il meccanismo equilibratore agisce in modo sistematico, garantendo che lintero risparmio di pieno impiego sia investito in beni di consumo e per la parte non spesa in beni di investimento. Il risparmio determina linvestimento e domanda aggregata sempre = allofferta. Eventuali problemi sono soltanto transitori. Tasso di interesse monetario e tasso di interesse naturale Tasso naturale di interesse quello che porta in equilibrio domanda di investimenti e offerta di risparmio di pieno impiego e corrisponde al saggio di rendimento ottenibile sugli investimenti che garantiscono il pieno impiego. Per ogni valore di tasso di interesse diverso da quello naturale, la divergenza tra domanda e offerta fa variare il tasso portandolo verso lequilibrio.

64 Tasso monetario di interesse quello fissato dalle istituzioni finanziarie, che per si adegua verso quello naturale, per gli effetti spiegati sopra. Processo di adeguamento del tasso monetario a quello naturale Secondo la teoria neoclassica, il tasso monetario si adegua a quello naturale, in quanto il saggio di rendimento ottenibile in corrispondenza di ogni livello degli investimenti coincide con il prodotto marginale (decrescente) dellinvestimento che, a sua volta, discende dal prodotto marginale del capitale. Quindi se varia il tasso naturale dellinteresse, il tasso monetario dovr variare adeguandosi a quello naturale. Per un esame di tale processo partiamo dallipotesi di equilibrio iniziale, in cui tasso monetario = tasso naturale. In uneconomia in cui il progresso tecnologico fa aumentare la produttivit del capitale impiegato nella produzione, ad ogni livello del tasso di interesse aumenta il prodotto marginale del capitale e dellinvestimento e la funzione di domanda di investimenti sposta in alto a dx e con essa quella dei prestiti. Al vecchio tasso di interesse non vi + equilibrio, che ora raggiunto in corrispondenza del nuovo tasso di interesse naturale. In punti diversi, se ad es il tasso monetario superiore a quello naturale (quindi siamo sotto al punto di equilibrio), avremo I > S e quindi il prezzo delle obbligazioni diminuir (perch offerta > domanda) e il tasso di interesse aumenter. Eccezione : Ladeguamento del tasso monetario a quello naturale potrebbe non essere automatico nel caso in cui la presenza di un sistema bancario sviluppato possa assicurare unofferta adeguata di prestiti in corrispondenza dellaumento della domanda degli stessi. Laumento della domanda quindi colmato dallofferta del sistema bancario ed il tasso di interesse monetario non varia, restando al di sotto di quello naturale. Conseguenze della divergenza tra tasso di interesse monetario e naturale secondo lanalisi di Knut Wicksell Leconomista svedese Knut Wicksell (1851 - 1926) ha preso in esame le conseguenze derivanti dalla copertura da parte del sistema bancario (adeguamento dellofferta) allaumento della domanda dei prestiti dove rimarrebbe immutato il tasso di interesse monetario. In questa situazione avremo quindi I > S, ossia al tasso monetario la domanda di investimenti > allofferta di risparmio di pieno impiego e questa situazione continuer fino a che il sistema bancario soddisfa la domanda di prestiti. Nellanalisi di Wicksell si ha uneconomia di puro credito , in cui le banche non hanno obblighi di riserva e lofferta di moneta coincide con il credito erogato (la situazione sarebbe analoga anche se lofferta di moneta fosse effettuata da una Banca Centrale). In un sistema come quello di riferimento x leconomia neoclassica e in pieno impiego, allaumentare della domanda di investimenti, che viene sostenuta dallespansione del credito, la domanda supera la produzione di pieno impiego. Infatti aumenta la domanda di investimenti ma anche quella di beni di consumo (perch con lespansione monetaria aumentano i redditi). La conseguenza che in

65 seguito alla politica di espansione monetaria si innescano processi inflazionistici. Secondo lanalisi di Wicksell, quindi: Se i prezzi aumentano (inflazione) significa che il tasso di int monetario < di quello naturale (che essendo il risultato di un equilibrio previsto da un modello teorico non una grandezza osservabile) Se i prezzi diminuiscono (deflazione) siamo in situazione di interesse monetario > di quello naturale. (es. da un equilibrio, le banche riducono il credito e fanno andare il tasso monetario oltre quello naturale; il tasso sui prestiti sarebbe > al saggio di rendimento ottenibile nella produzione. La domanda di investimenti diminuirebbe al di sotto dei risparmi di pieno impiego; i redditi monetari e la domanda di consumi scenderebbero e ci sarebbe eccesso di offerta di beni e caduta dei prezzi). Il tasso naturale dellinteresse pu quindi essere definito come quel tasso che se praticato garantisce la stabilit dei prezzi . Nella teoria di Wicksell ladeguamento del tasso monetario a quello naturale mediato da un processo di inflazione o deflazione dei prezzi, che non potendo continuare allinfinito vengono corretti dallintervento delle banche con operazioni sul tasso di interesse monetario nella direzione della stabilit dei prezzi e uguaglianza tra investimenti e risparmi di pieno impiego (arrivando al tasso naturale di interesse). La teoria quantitativa della moneta Nella teoria neoclassica la teoria quantitativa della moneta (TQM) si occupa della determinazione del livello dei prezzi e del ruolo della moneta. Si definisce la velocit di circolazione della moneta (V) come il rapporto tra reddito monetario e quantit di moneta in circolazione V (PY)/M ed esprime il numero di volte che la moneta circola per finanziare il flusso annuale di reddito monetario MV PY P = livello dei prezzi Y = reddito reale M = quantit di moneta in circolazione V = velocit di circolazione della moneta V esprime il valore delle transazioni per beni e servizi finali finanziate da una unit di moneta Se ad esempio il reddito monetario aumentasse, restando invariata la quantit stock totale di moneta, la velocit di circolazione della moneta dovrebbe aumentare per consentire di finanziare i maggiori redditi. La TQM trasforma lidentit MV PY (sempre vera) in unequazione quantitativa in base alla quale, assumendo come dati V e Y, il livello dei prezzi proporzionale alla quantit di moneta in circolazione MV = PY* (MV = PY) e quindi ad ogni variazione di moneta corrisponde una variazione dei prezzi. Assunzioni della TQM: Premesso che il mercato del lavoro raggiunge il pieno impiego e date le conoscenze tecniche, il volume di produzione determinato al suo livello di pieno impiego Y Y* (la TQM si riferisce a questo livello di reddito): 1. Non vengono detenuti fondi liquidi inoperosi : consumatori e imprese detengono fondi liquidi per il tempo strettamente necessario per effettuare i pagamenti e la domanda di moneta tutta per transazioni. La moneta viene detenuta al solo scopo di essere spesa. 2. Sono considerate date le abitudini di pagamento e la struttura verticale della produzione : al variare della quantit di moneta in circolazione varia la domanda di moneta per transazioni e quindi la domanda di beni.

66 3. I prezzi sono considerati perfettamente flessibili in entrambe le direzioni : (data lassunzione che il reddito reale quello di pieno impiego: una variazione di M si traduce in una proporzionale variazione di P) il reddito nominale aumenta in proporzione alla quantit di moneta in circolazione; la velocit di circolazione costante al variare dello stock di moneta. V inoltre indipendente dal reddito reale, nel senso che, costante lo stock di moneta, se il prodotto reale aumenta, il livello dei prezzi diminuisce di altrettanto in modo da lasciare inalterata la velocit di circolazione (V=PY/M). Con la determinazione del livello dei prezzi la TQM completa la teoria neoclassica delloccupazione argomentando la tesi secondo cui il sistema economico tende verso lequilibrio di pieno impiego. Partendo dallassunzione del punto 1. (la moneta viene detenuta al solo scopo di acquistare beni e non ci sono fondi liquidi inoperosi), la TQM rappresenta una teoria della domanda aggregata a sostegno della legge di Say, anche in uneconomia in cui le merci si scambiano, non con altre merci, ma contro moneta. Il livello dei prezzi di equilibrio secondo la TQM Partendo dallequazione della teoria quantitativa (MV = PY), dati V e Y, essa afferma che P (il livello dei prezzi) proporzionale alla quantit di moneta in circolazione (M), che viene considerata come una variabile esogena. Per uno stock di moneta costante e determinabile, il livello del reddito viene determinato dallequilibrio del mercato del lavoro. Dati V e M, si pu quindi esprimere il livello dei prezzi come funzione uniforme e decrescente del livello del reddito reale P = (MV) /Y Per ogni livello del reddito reale si determina il livello del prezzo in corrispondenza del quale PY (valore della produzione) uguale al prodotto tra una quantit data di moneta in circolazione (M) e la sua velocit di circolazione, considerata data (V). MV esprime il valore monetario delle transazioni complessive per beni e servizi finali corrispondenti allo stock di moneta in circolazione. Il livello dei prezzi di equilibrio il livello dei prezzi in corrispondenza del quale il valore della produzione (PY) (reddito potenziale) interamente speso, dati il reddito reale di pieno impiego Y*, la velocit di circolazione e lo stock di moneta.

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Graficamente lequazione P = (MV) / Y una iperbole equilatera la cui posizione dipende dal prodotto MV. Una variazione della quantit di moneta fa spostare la curva e si determina un nuovo livello di equilibrio dei prezzi.

La moneta neutrale in base a queste premesse, nellottica della teoria neoclassica: lequilibrio di pieno impiego del mercato del lavoro determina il volume di produzione di pieno impiego; attraverso la teoria del tasso naturale si determina lequilibrio tra domanda aggregata e prodotto potenziale;

67 la TQM determina il livello dei prezzi in corrispondenza del quale tutto il reddito monetario viene speso. La moneta quindi neutrale perch la sua presenza nel sistema economico non modifica lequilibrio reale, che viene invece determinato dalla produttivit e dalla parsimonia. Anche grazie a queste basi la legge di Say sostiene che non pu esserci insufficienza della domanda aggregata. Inoltre si parla di equilibrio di lungo periodo perch si assume che la flessibilit di prezzi e salari abbia portato i mercati in equilibrio, grazie ai meccanismi (ipotizzati dalla teoria neoclassica) che garantiscono che tutti gli scambi avvengano ai prezzi di equilibrio. Moneta e inflazione Secondo la teoria neoclassica diretto il nesso tra variazioni di stock di moneta e variazioni del livello dei prezzi (aumento dello stock di moneta e inflazione). Ripartendo dallequazione P= (MV)/Y i prezzi aumentano allaumentare di M e di V e diminuiscono allaumentare di Y. Il tasso di crescita dei prezzi esprime che tasso di inflazione al tempo t (p t ) aumenta allaumentare del tasso di crescita della velocit di circolazione (v t ) e del tasso di crescita dello stock di moneta (m t ) e diminuisce allaumentare del livello del reddito reale (y t ): . . . . p t = m t + vt - y t Dove: m t (tasso di crescita dello stock di moneta) dipende dalle decisioni dellautorit monetaria; v t (velocit di circolazione della moneta) cambia nel tempo con la variazione dellorganizzazione e dellefficienza del sistema dei pagamenti (in un dato momento la teoria suppone v t costante) y t (tasso di crescita del reddito potenziale, il reddito producibile in condizioni di pieno impiego) dipende da 2 fattori - tasso di crescita della popolazione, da cui dipende il n. dei lavoratori occupati (sempre in ipotesi di equilibrio di pieno impiego) - tasso di crescita del progresso tecnologico, che influenza la produttivit di ogni lavoratore. Il tasso di inflazione (in conclusione, secondo la teoria neoclassica), dipende dalla differenza tra tasso di crescita dello stock di moneta e tasso di crescita del prodotto potenziale (dato il tasso di crescita della velocit di circolazione della moneta) p t = m t - yt La stabilit dei prezzi richiede che dato y t e v t , lo stock di moneta cresca in modo tale che m t = y t - v* t Dato che si suppone che la moneta sia spesa interamente ed il prodotto sia quello di pieno impiego, se m t > y t - v* t leccesso del tasso di crescita della domanda sul tasso di crescita del prodotto di pieno impiego si traduce in un certo tasso di inflazione. Linflazione , secondo la t.neoclassica, viene quindi attribuita ad un eccesso di domanda sul reddito di pieno impiego generato da unespansione monetaria ed quindi sempre un fenomeno monetario (riferito al lungo periodo).

68 Tasso di interesse reale, tasso di interesse monetario e tasso di inflazione atteso Il tasso di interesse reale atteso (r t ) il tasso di rendimento misurato in termini di quantit di beni acquistabili con la moneta ed pari al tasso di interesse monetario (nominale) (i t ) meno il tasso di inflazione atteso (p er ). r t = i t - p er Il tasso reale atteso determinante nelle decisioni di risparmio e investimento e secondo la teoria neoclassica esso in relazione con produttivit e parsimonia e indipendente dalla moneta e dalla politica monetaria. In situazione di equilibrio di pieno impiego, il tasso di interesse monetario di equilibrio di pieno impiego r* t dipende dal tasso di interesse reale, che dipende dal prodotto marginale del capitale e dalle preferenze individuali tra consumo presente e futuro. Quindi, dato r t , se aumenta p er , deve essere i t ad aumentare di altrettanto. i t = r t + p er Effetti dellespansione monetaria permanente sullinflazione: 1. lorigine di un aumento del tasso di inflazione effettivamente osservabile unespansione monetaria permanente maggiore della crescita del prodotto di pieno impiego; 2. unespansione monetaria permanente genera, nel lungo periodo un aumento del tasso di inflazione atteso, che a lungo andare arriva a coincidere con quello effettivo (nel caso in cui inizialmente i 2 tassi fossero diversi). Effetti dellespansione monetaria nel processo di adeguamento del tasso di interesse monetario al tasso di inflazione atteso (M.Friedman) 1. EFFETTO LIQUIDITA: lespansione monetaria provoca come primo effetto una diminuzione iniziale del tasso di interesse monetario dovuto allaumento dello stock di moneta (a parit di reddito e livello di prezzi); 2. EFFETTO REDDITO: ne consegue un aumento del tasso di interesse monetario provocato da un aumento dei redditi monetari e aumento della domanda di moneta per le transazioni. 3. EFFETTO FISHER (EFFETTO DELLE ASPETTATIVE): il processo continua fino a che laumento del tasso di interesse monetario non risulta pari allaumento del tasso di inflazione effettivo, che diventa il riferimento della formazione delle aspettative e diventa il nuovo tasso di inflazione atteso. Questo un effetto di lungo periodo che prende il nome dalleconomista americano I.Fisher (1867 - 1947), che ha sottolineato per primo leffetto di un aumento del tasso di inflazione atteso sul tasso monetario. In caso di intervento del mercato o particolare livello di aspettative, potrebbe esserci un adeguamento immediato del tasso di int monetario a quello di inflazione atteso (non ci sarebbe quindi effetto espansivo). Salari, prezzi e occupazione nella teoria neoclassica Secondo la teoria, se c disoccupazione la concorrenza tra i lavoratori fa diminuire il salario monetario, mentre i prezzi rimangono costanti. La riduzione del salario spinge le imprese ad aumentare la domanda di lavoro e quindi aumentare la produzione. Di fronte a tali aumenti di produzione non possiamo supporre che i prezzi rimangano costanti. Data la TQM, un aumento della produzione provoca una diminuzione dei prezzi: se P=MV/Y, allaumentare di Y, P dovr diminuire (dati M e V). Il livello di questa diminuzione sar guidato dalla regola per cui i prezzi diminuisco no meno dei salari , perch se ad esempio diminuissero di pari misura,

69 si verrebbero a creare fondi liquidi inoperosi, che verrebbero utilizzati per domandare beni, frenando la caduta dei prezzi. Si giustifica in questo modo la teoria secondo cui la caduta di salari e pezzi garantisce il raggiungimento del pieno impiego. RIEPILOGO GENERALE DELLA TEORIA NEOCLASSICA DELLOCCUPAZIONE Da pag.234 La teoria neoclassica trae, sulla base delle preferenze dei consumatori tra consumo presente e futuro e delle conoscenze tecniche, le 4 variabili del sistema: Salario reale ed equilibrio di pieno impiego sul mercato del lavoro: lequilibrio sul mercato del lavoro dato da domanda di lavoro = offerta di lavoro. Il livello di equilibrio in corrispondenza del salario reale di equilibrio (w/P)*, dove (LD = LS) Prodot to di pieno impiego (prodotto potenziale): determinato attraverso la funzione di produzione Y=F(L,K) dove i rendimenti marginali del lavoro sono crescenti fino ad un certo punto mentre oltre sono decrescenti. Il prodotto potenziale (di pieno impiego) si ha in corrispondenza di L* : Y* = F(L*,K) Tasso di interesse reale di equilibrio di pieno impiego: al diminuire del tasso di interesse reale variano sia la domanda di investimento (aumentando) che il risparmio di pieno impiego (diminuendo), dato che entrambi dipendono dal tasso di interesse reale. I = I (r,e) (il volume degli investimenti aumenta al diminuire del tasso di interesse) _ S* = S (r, Y*, G) (il risparmio reale di pieno impiego S* aumenta allaumentare del tasso di
interesse)

I (r,e) = S (r,Y*,G) (il tasso di interesse di equilibrio rende = investimenti e risparmio di pieno
impiego)

Il livello dei prezzi di equilibrio di pieno impiego: dallequazione della TQM PY=MV, che esprime lequilibrio di domanda e offerta aggregata in termini monetari. In corrispondenza del prodotto potenziale otteniamo quindi il livello dei prezzi che assicura lequilibrio: P*= MV/Y* Le 4 variabili del sistema determinate dalla teoria neoclassica sono quindi: - salario reale - tasso di interesse reale

70 prodotto potenziale livello dei equilibrio. prezzi di

Esempio: Leffetto spiazzamento di un aumento della spesa pubblica (pag.237) Si confronta la situazione iniziale di equilibrio, con il nuovo equilibrio raggiunto dopo laumento della spesa pubblica. Per il livello iniziale di spesa pubblica G, il tasso di int reale di equilibrio (I=S*) r*. Supponiamo bilancio pubblico inizialmente in pareggio. Dati Y* e a pari aliquota di imposta, laumento di spesa da G a G1 genera disavanzo, di pari ammontare, e riduce S per ogni livello di r, (rimane invariato Spriv , mentre si riduce SG). La funzione di S si sposta verso sx. SG si riduce di quanto aumentata la spesa pubblica G. Il risparmio potenziale delle famiglie deve quindi ora finanziare sia linvestimento privato che il disavanzo pubblico pari a G. Al vecchio tasso di interesse, lofferta di fondi da destinare allinvestimento privato si riduce di G, la funzione di S* si sposta in alto a sx in misura pari a G. Ora il mercato dei fondi prestabili non pi in equilibrio e il tasso di interesse aumenter. Laumento del tasso di interesse ha 2 effetti: una riduzione degli investimenti pari a I (movimento lungo la funzione degli investimenti). Aumento di Spriv lungo la nuova funzione del risparmio a cui corrisponde una riduzione dei consumi. La riduzione dei consumi e degli investimenti sar pari allaumento della spesa pubblica G - C - I = 0 Il nuovo equilibrio si raggiunge in corrispondenza di un tasso di interesse pari a r*1, dove l risparmio nuovamente pari allinvestimento. Nelle condizioni di pieno impiego ipotizzate dalla teoria neoclassica, un aumento della spesa pubblica spiazza la spesa privata. L'aumento del tasso di interesse riduce consumi e investimenti di un ammontare complessivamente pari allaumento della spesa pubblica. Gli effetti di una variazione dello stock di moneta:la neutralit della moneta (pag.239) Supponiamo che come risultato di una politica monetaria espansiva la quantit di moneta in circolazione aumenti da M0 a M1. La funzione che esprime il livello dei prezzi in funzione del reddito reale si sposta in alto a dx. Il livello dei prezzi aumenta da P0 a P1. Effetti dellaumento dei prezzi sullequilibrio del mercato del lavoro. Inizialmente il salario monetario (nominale) non cambia, mentre si riduce quello reale (di pieno

71 impiego) e quindi aumenta la domanda di lavoro rispetto all'offerta. Non essendo cambiate le funzioni di domanda e offerta il livello dei prezzi dovr essere tale per cui il salario nominale w1 in cui si avr w1/P*1 = w/P* Effetti dellaumento dei prezzi sullequilibrio tra investimenti e risparmio di pieno impiego: il tasso naturale (di equilibrio) di interesse non cambia e quindi si mantiene lequilibrio fra risparmi e investimenti di pieno impiego. Lespansione monetaria considerata una tantum e quindi non si prendono in considerazione variazioni del tasso di inflazione e del tasso di interesse monetario. Quindi, in corrispondenza di aumento una tantum della quantit di moneta in circolazione si ha un aumento proporzionale di prezzi e salari nominali (monetari), mentre non variano le grandezze di equilibrio, come salario reale, prodotto potenziale e tasso naturale (di equilibrio) di interesse. Questo in riferimento alla neutralit della moneta, che presuppone il sistema economico in condizioni di pieno impiego e linesistenza di fondi liquidi inoperosi. In corrispondenza dellaumento di quantit di moneta in circolazione si ha un aumento della domanda di moneta per transazione e quindi un aumento della domanda di beni. Aumenteranno quindi i prezzi e salari nominali (monetari). Quindi la moneta neutrale perch non ha effetti sulle variabili reali. La neutralit della moneta implica una completa dicotomia (alternativit) tra sfera reale e monetaria.

Cap.8 Concorrenza, costi e prezzi: la teoria dei prezzi di produzione La teoria del prezzo di produzione viene determinazione del prezzo da parte dellimpresa, costi, di raggiungere lobiettivo di ottenere un capitale investito. Questo avviene in riferimento dalla vita del prodotto. esaminata come processo di che consenta, una volta coperti i certo saggio di rendimento sul ad un arco temporale, definito

Prezzo di produzione: il prezzo che consente a chi produce correntemente le merci di attendersi di poter coprire i costi di produzione e di ottenere un saggio di rendimento sul capitale investito nella produzione non inferiore a un certo minimo (saggio di rendimento - obiettivo). Tale attesa va riferita a condizioni di acquisto dei fattori produttivi e di vendita del prodotto che siano non eccezionali (quindi, normali). Le componenti dei costi

72 I costi di produzione sono rappresentati dal valore (che dipende dalla quantit e dal prezzo) di tutti i beni e i servizi impiegati direttamente nella produzione. I BENI che entrano nel processo produttivo si possono distinguere in due categorie : - quelli che vengono interamente consumati nel processo produttivo (materie prime, semilavorati e componenti), necessari ad alimentare la produzione - quelli che non si consumano interamente nel processo produttivo ma che si deteriorano nelluso (es. impianti e macchinari), che danno luogo a costi di manutenzione (costituiti da materiali e lavoro degli addetti alla manutenzione). I SERVIZI impiegati nella produzione consistono nei servizi resi dai lavoratori nella forma delle prestazioni di tutti gli addetti nelle diverse fasi della produzione e commercializzazione del prodotto. Il lavoro pu essere visto sia come un flusso (di energia lavorativa) che si esaurisce interamente nel processo produttivo, che come un fondo (stock) che limpresa pu impiegare reiteratamente. I servizi del lavoro vengono retribuiti attraverso la corresponsione del salario stabilito dal contratto di lavoro. La voce di costo connessa allimpiego del lavoro il costo del lavoro , che dato dal rapporto tra salario monetario orario e produttivit oraria. SPESE GENERALI: non dipendono direttamente dalla quantit prodotta (pubblicit, progettazione, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi modelli).

Il prodotto individuabile sulla base della sua funzionalit (data da tutti gli usi possibili del prodotto) e delle caratteristiche tecniche per mezzo delle quali viene soddisfatta la funzionalit. In relazione a ci: - le funzionalit non sono note dallinizio e linsieme dei possibili usi non dato una volta per tutte - almeno in parte le funzionalit vengono attribuite con luso specifico che ne viene fatto dallutilizzatore - funzionalit e caratteristiche tecniche del prodotto cambiano del tempo. Limpresa deve stimare la vita di un prodotto , ossia supporre un arco temporale entro il quale realizzare cambiamenti del prodotto, analizzando vari fattori di produzione e di mercato. Questa stima difficile, ed in alcuni casi almeno inizialmente impossibile. Determinanti dei costi unitari I costi unitari di produzione che limpresa si attende nella produzione di una certa merce si ottengono dividendo i costi complessivi per la quantit che ci si attende di produrre. Anche in questo caso ci si riferisce ad una previsione della dinamica dei costi unitari lungo la vita del prodotto.(costi unitari = costi per unit prodotta) I costi unitari dipendono da tre elementi principali: (a) i prezzi a cui ci si attende di comprare il lavoro, i beni intermedi (materie prime, semilavorati e componenti) e gli oneri attesi per le spese generali (prezzi di acquisto degli input); (b) la quantit che ci si attende di produrre; (c) la tecnologia e lorganizzazione della produzione che si intende adottare. (a) Si suppone che le attese sui prezzi di acquisto vengano formulate sulla base delle conoscenze dei mercati di riferimento e sulla base dei rapporti intrattenuti con lavoratori e imprese fornitrici.

73 (b) La quantit prodotta fa riferimento alla domanda attesa in condizioni normali sul mercato. Va tenuto presente anche che le imprese mantengono un ammontare di capacit produttiva inutilizzata per far fronte ad eventuali aumenti inattesi della domanda. Nel calcolo dei costi unitari, non ci si deve riferire quindi alla capacit max producibile, ma al grado normale di utilizzo della stessa. (c) Limpresa deve soddisfare un requisito di efficienza della produzione utilizzando la tecnologia che consenta di produrre al minimo costo per unit di prodotto (tecnologia consolidata= costi unitari costanti; tecnologia in miglioramento=costi unitari decrescenti). Fattori determinanti dei costi unitari: w: salario monetario orario (stabilito dalla contrattazione tra le parti) : produttivit oraria (q.t di riferimento /n.di ore necessarie a produrla. dipende dalla w/ : cm : costo di materie prime, semilavorati e componenti per unit di prodotto cg: k: : k:
(prezzoxq.t che si presume di utilizzare x unit di prodotto) spese generali per unit di prodotto (sempre in rapporto alla q.t prodotta attesa) capitale investito per unit di prodotto (investimento /q.t prodotta attesa) tasso di deprezzamento (che si considera costante) tecnologia utilizzata e dalla quantit prodotta di riferimento ) costo del lavoro per unit di prodotto (dipende dalla produttivit oraria = w/ )

quote di ammortamento

Le determinanti del saggio di rendimento - obiettivo e il prezzo di produzione Il saggio di rendimento - obiettivo () il rapporto fra i profitti unitari attesi (prezzo di vendita atteso (p), meno costi unitari (w/ + cm + cg)) e il valore del capitale investito per unit di prodotto (k) a cui va sottratto il tasso di deprezzamento ():

Dati i costi unitari, il valore del capitale investito per unit di prodotto, e il tasso di deprezzamento, il saggio di rendimento () aumenta allaumentare del prezzo (p) a cui ci si attende di vendere il prodotto; occorrer quindi fissare un prezzo che garantisca il saggio di rendimento desiderato. Il prezzo di produzione il prezzo per il quale ci si attende di coprire i costi unitari e ottenere il saggio di rendimento - obiettivo e si pu esprimere con la formula (che si ricava da quella di ) xk esprime lammontare di profitti sullinvestimento per
unit di prodotto (k), calcolati al saggio di rendimento obiettivo (r) xk rappresenta lammortamento sullinvestimento per unit di prodotto

Su ogni unit venduta, p (prezzo di produzione) deve anche consentire di accantonare le quote di ammortamento per la sostituzione dei beni capitali al termine della loro vita utile (oltre che coprire i costi unitari e ottenere il rendimento - obiettivo).

74 Il livello minimo del saggio di rendimento - obiettivo rappresentato dal saggio di interesse sulle attivit finanziarie a lungo termine e meno rischiose, maggiorato di un premio per il maggior rischio dellinvestimento produttivo: * = r + tale condizione rappresenta il livello minimo di redditivit richiesto dallattivit produttiva, al di sotto del quale nessuno sarebbe disposto a investire la propria ricchezza in quellattivit. Per supporre che il saggio di rendimento obiettivo sia fissato al suo livello minimo devono esserci 3 condizioni: 1. libert di entrata e uscita - libert di entrata: assenza di barriere allentrata di imprese non presenti su quel mercato che ritengano favorevoli e persistenti le condizioni, tanto da spingerle allavvio di tale attivit produttiva; - libert di uscita: assenza di ostacoli alluscita dal mercato se linvestimento dovesse essere inferiore al minimo. Le barriere alluscita sono rappresentate dai costi non recuperabili. 2. Omogeneit di prodotto 3. Uniformit delle tecniche di produzione. Queste condizioni sono particolarmente restrittive. Il livello del saggio di rendimento - obiettivo pu essere maggiore del minimo > r+ in quanto, nella pratica troviamo: Esistenza di barriere allentrata attivit innovativa delle imprese (es. nuovi prodotti o nuove tecniche di produzione) Va per considerato che la possibilit di fissare prezzi che consentono un rendimento al di sopra del saggio minimo, dipende anche dalla concorrenza estera, che pu provenire da aree in cui la produzione si effettua a costi inferiori. La fissazione del prezzo di mercato e la sua relazione con il prezzo di produzione Importante caratteristica del prezzo di produzione (che deve coprire i costi unitari e consentire il rendimento - obiettivo) che esso determinato in modo indipendente dalla domanda . La fissazione del prezzo di mercato di BENI MANUFATTI I manufatti sono i beni prodotti dalle imprese. Nei settori manifatturieri le imprese: - fissano il prezzo - producono la quantit domandata a quel prezzo, che pu essere uguale o diversa da quella che si attendevano di vendere. Se le vendite effettive non corrispondono alle attese, occorre distinguere se tale differenza dipende da: alti e bassi momentanei del mercato (andamento ciclico) - vendite > attese: le imprese incrementano la produzione utilizzando la capacit produttiva in eccesso (eccesso detenuto proprio per far fronte a tali esigenze). - vendite < attese: le imprese sopportano temporanei sottoutilizzi della capacit produttiva errori nella stima della domanda attesa da parte dellimpresa - vendite > attese: aumento della capacit produttiva attraverso investimenti

75 - vendite < attese: riduzione della capacit produttiva. In caso di variazione della produzione per adeguarla alla domanda momentanea, i costi unitari di prodotto diminuiscono rispetto al normale quando la capacit sovrautilizzata e aumentano rispetto al normale in caso di sottoutilizzo. Nel + lungo termine, laumento della capacit produttiva potrebbe produrre costi decrescenti, in caso di nuovi investimenti in tecniche + efficienti. Nei settori manifatturieri le imprese utilizzano quindi il pezzo di produzione come guida per fissare il prezzo di mercato e tendono ad adeguare la produzione alla domanda nel breve periodo e la capacit produttiva alla domanda nel lungo periodo. Per aumentare le vendite la tendenza non quella di variare i prezzi (che sono quindi relativamente rigidi verso il basso), ma di offrire una rete di vendita efficiente, servizi, innovazione, pubblicit, ecc. Le variazioni del prezzo di vendita del prodotto a fronte di discrepanze della domanda effettiva rispetto a quella attesa non vengono effettuate perch se i prezzi venissero abbassati per far fronte a vendite inferiori alle attese, sarebbe necessario aumentare notevolmente il volume delle vendite per poter raggiungere il saggio di rendimento obiettivo; se i prezzi venissero aumentati in virt di vendite superiori a quelle attese, laumento del saggio di rendimento costituirebbe unattrattiva allentrata di nuove imprese sul mercato (possibile sia nei mercati con barriere che in quelli senza barriere allentrata). La teoria dei prezzi di produzione spiega che le imprese non utilizzano la variazione di prezzo come strumento per adeguare domanda e offerta, ma presume la possibilit che queste variazioni possano avvenire per altri scopi. Possibili strategie di prezzo lungo la vita stimata del prodotto Nel fissare strategie di prezzo di vendita che consentano di ottenere il saggio di rendimento - obiettivo, le imprese fanno riferimento allorizzonte temporale della vita stimata del prodotto. Tenendo presente che possiamo raggruppare tutti i costi per unit di prodotto: w c = - - - - - - - + cm + cg + k e la formula del prezzo diventa p* = c + * k da cui i profitti sullinvestimento per unit di prodotto sono pari alla differenza tra prezzo e costi unitari : * k = p* - c Se supponiamo che la vita del prodotto sia di h anni i profitti complessivi (R*) saranno pari alla somma delle differenze tra prezzo e costi unitari durante gli h anni. Per ottenere in media il saggio di rendimento obiettivo i profitti complessivi negli anni di vita del prodotto devono essere tali che il rapporto tra il profitto medio per unit di prodotto e il capitale investito per unit di prodotto sia pari al saggio di rendimento fissato come obiettivo Dato che lorizzonte temporale di vita del prodotto va dal momento iniziale t a quello finale t+h, si possono scegliere diversi profili temporali della differenza tra prezzo e costi per attendersi lottenimento dei profitti complessivi che consentono il raggiungimento del saggio di rendimento obiettivo. Ad esempio, supponendo che i costi unitari siano costanti durante tutti gli h anni, limpresa pu adottare diverse strategie di fissazione del prezzo: 1. programmare lo stesso prezzo per tutti gli h anni (p- c costante) e p sar uguale in ogni anno e risulta pari al profitto medio;

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2. prezzo crescente: profitto inferiore alla media nei primi anni e superiore negli ultimi; 3. prezzo decrescente: profitto + elevato allinizio e + basso alla fine. Se si abbandona lipotesi dei costi attesi costanti, le possibili gestioni di prezzo durante la vita del prodotto aumentano in base allorientamento di copertura dei costi adottato. Le scelte di strategia effettuate dipenderanno da circostanze relative al prodotto venduto, dalle caratteristiche della domanda, alla vita del prodotto. La fissazione del prezzo di mercato delle COMMODITIES Sui mercati delle commodities i prezzi di mercato vengono fissati sulla base della domanda e dellofferta. Le commodities sono i prodotti grezzi o che hanno subito solo una primissima trasformazione. (Es. metalli in lamine/barre, coloniali, gomma grezza, combustibili, alimentari grezzi, prodotti grezzi per il tessile, ecc.)

Caratteristiche fondamentali delle commodities: (a) sono merci omogenee (non possibile una significativa differenziazione del prodotto) (b) relativa rigidit dellofferta (sia nellelasticit per soddisfare la domanda, che per aumentare la capacit produttiva) (c) alcune commodities sono esauribili, in quanto non producibili (es. risorse naturali come i combustibili) (d) esistono mercati organizzati nei quali vengono stabiliti i prezzi di mercato sulla domanda e offerta. Sul mercato delle commodities possono esserci diversi tipi di: contratti di compravendita - spot: prevedono la consegna immediata della merce (che deve essere immediatamente disponibile sulla base di quanto prodotto e delle scorte), con definizione di quantit e prezzo; - forward: a consegna differita, che stabilisce prezzo, quantit e data di consegna della merce. Non richiede disponibilit immediata e quindi consente al produttore di stabilire in anticipo la quantit da produrre; il prezzo stabilito dal contratto potr essere diverso da quello vigente sul mercato al momento della consegna, e queste fluttuazioni costituiscono un rischio per entrambe le parti mercati di scambio - mercati delle merci: mercati allingrosso con presenza fisica delle merci contrattate;

77 borse merci: non necessaria la presenza fisica delle merci, che vengono contrattate in base ad una loro descrizione.

Ci che si analizza la relazione che lega il prezzo di produzione e quello di mercato , che viene stabilito dalle contrattazioni tra domanda e offerta. In generale, i produttori non saranno disposti a produrre correntemente se il prezzo a cui si attendono di vendere il prodotto non copre i costi e non garantisce un saggio di rendimento maggiore o uguale al minimo. Lidea che se il prezzo di mercato inferiore al prezzo di produzione, e si ritiene che questa situazione persista, i produttori smetteranno di produrre perch, a quel prezzo di mercato, non otterrebbero il saggio di rendimento ritenuto soddisfacente. Il prezzo di mercato, risultato delle contrattazioni di mercato, fortemente influenzato dal potere di mercato delle parti contraenti. Confronto tra beni manufatti e commodities BENI MANUFATTI Prezzo fissato dalle imprese La produzione in funzione della quantit domandata La produzione si adegua alla domanda nel breve periodo utilizzando leccesso di capacit produttiva esistente La non adeguatezza della produzione alla domanda porta ad una variazione della quantit prodotta La capacit produttiva aumenta a fronte di un aumento permanente della domanda COMMODITIES Prezzo fissato dal mercato sulla base di domanda e offerta ad una certa data Merci gi prodotte nel ciclo produttivo appena trascorso o scorte accumulate La produzione non in grado di adeguarsi alla domanda nel breve periodo La non adeguatezza della produzione alla domanda porta ad una variazione del prezzo di mercato La capacit produttiva aumenta a fronte di un aumento permanente della domanda Adeguamento pi lento.

Dato che i prezzi di mercato tendono verso i prezzi di produzione, la effettuale costituisce unimportante indicazione nelle decisioni degli imprenditori riguardo a quanta capacit produttiva installare. Domanda effettuale la domanda di coloro che sono disposti ad acquistare il prodotto al suo prezzo di produzione e che costituisce un punto di riferimento per gli imprenditori per decidere quanta capacit produttiva installare. Si definisce domanda effettuale perch sostenuta da una effettiva capacit di spesa e rappresenta un elemento utile per rendere effettiva la produzione di quel prodotto e determinare la quantit da produrre. E il riferimento essenziale per la domanda attesa in condizioni normali, in base alla quale le imprese decidono lammontare di capacit produttiva da installare per produrre la quantit di beni domandata al prezzo che assicura lottenimento del saggio di rendimento - obiettivo. Nella teoria neoclassica le scelte del consumatore corrispondevano alle combinazioni di beni che, dato il vincolo di bilancio, massimizzavano lutilit (consumatore come soggetto passivo che non agisce e non costruisce la propria scelta di consumo). Qui si considera invece il consumatore come soggetto che elabora attivamente le proprie preferenze e compie scelte in circostanze caratterizzate da continui cambiamenti dei beni e delle loro caratteristiche. Il concetto di domanda effettuale richiede un esame delle determinanti del livello e della composizione della domanda. Il soddisfacimento dei bisogni e la relativa elaborazione delle preferenze un processo caratterizzato da discontinuit e interdipendenza che dipendono da varie circostanze.

78 Elementi che influenzano le scelte di consumo: livello, crescita e distribuzione del reddito: influenza livello e composizione dei consumi. Allaumentare del reddito, si osserva un tasso di crescita dei consumi prima crescente e poi decrescente e con introduzione del consumo di nuovi beni. Capacit di una persona di soddisfare i propri bisogni: luso che si fa delle proprie capacit personali e attraverso queste del funzionamento dei beni.
(rif. Concetti delleconomista A.Sen)

Interdipendenza delle preferenze: apprendimento nel consumo e formazione delle abitudini. Imitazione di modelli di consumo che conferiscano prestigio e siano espressione di status sociale. Esperienza e identit sociale: il consumatore deve agire in modo cognitivamente attivo in un mondo di beni in continuo cambiamento e contribuire al processo di scoperta di nuovi modi di soddisfare i bisogni (nuovi beni).

Prezzo di produzione e funzionamento della concorrenza Nella teoria il prezzo di produzione lo strumento per fissare obiettivi di costo e rendimento e guida lazione e le strategie per lottenimento del saggio di rendimento obiettivo. La teoria dei prezzi di produzione non richiede condizioni restrittive dal lato della concorrenza (barriere di entrata e uscita, ecc.): Nei mercati con libert di entrata e uscita : il prezzo di produzione assicurer un saggio di rendimento molto vicino al minimo, sia per effetto della concorrenza effettiva delle imprese che entrano sul mercato, che soprattutto per effetto della concorrenza potenziale; Nei mercati con barriere allentrata (anche costituite da innovazioni) pu essere fissato un saggio di rendimento superiore al minimo. Concorrenza e barriere allentrata Loligopolio concentrato caratterizzato dalla presenza di poche imprese presenti sul mercato che vendono un prodotto omogeneo, ma la produzione caratterizzata da grandi impianti che devono produrre unelevata quantit affinch sia conveniente. Le barriere allentrata sono rappresentate dalla necessit di utilizzare impianti di grandi dimensioni (es. industria siderurgica) e sono quindi barriere tecnologiche . Questi impianti sono di grandi dimensioni, rapportate a quelle del mercato, ma sono dimensioni necessarie per avere una produzione efficiente in termini di costi. Loligopolio differenziato si riferisce a prodotti per i quali sarebbero presenti le regole proprie della concorrenza, ma per i quali imprese cercano di cogliere caratteristiche importanti e di fornirle in modo ineguagliabile. La differenziazione pu riguardare diversi fattori. In questo mercato sono presenti diverse imprese, ognuna delle quali tenta di accaparrarsi una parte della clientela sulla base delle caratteristiche particolari del prodotto offerto. Loligopolio misto riguarda mercati in cui convivono sia le discontinuit tecnologiche che la differenziazione del prodotto (settori di produzione di beni di consumo durevoli, es. automobili). Concorrenza e innovazioni Una delle caratteristiche fondamentali della concorrenza che la lotta per rimanere su qualsiasi forma di mercato impone un processo continuo di innovazione sia dei prodotti che delle tecniche di produzione. Quanto pi intensa la concorrenza e tanto pi impellente diventa la necessit di focalizzarsi sullattivit innovativa.

79 Prezzo di produzione richiede la capacit da parte dellimpresa di fissare gli obiettivi di costo e di rendimento nellarco temporale riferito alla vita attesa del prodotto, tenendo conto delleffettiva attivit innovativa delle imprese e del loro effettivo comportamento competitivo. Il prezzo di produzione ha la prerogativa di focalizzare lattenzione su ci che limpresa si attende circa i costi e la possibilit di ottenere un certo saggio di rendimento ed quindi lo strumento per stabilire degli obiettivi e fissare le strategie per ottenere tale saggio di rendimento obiettivo lungo la vita del prodotto. A differenza della teoria neoclassica, non limpresa ad imparare dai prezzi, ma sono i prezzi che vengono fissati nel tempo sulla base di quanto le imprese hanno imparato dallinsieme delle relazioni di mercato (dal lato della produzione e da quello della domanda). Variazione dei costi, della domanda e dei prezzi Si analizzano le variazioni di prezzi che potrebbero essere provocate da: - variazione dei costi - variazione non prevista della domanda - (esiste anche una possibile variazione del saggio di rendimento - obiettivo, ma non viene presa in esame). Variazione dei costi (si considerano quelle che riguardano la generalit delle imprese e non la singola impresa) e che riguardano: Materie prime : un caso significativo riguarda quello delle materie prime importate (tipicamente il petrolio). Tali aumenti, se non compensati da un apprezzamento del tasso di cambio o dalla contemporanea riduzione di altre voci dei costi, riguarda tutte le imprese nazionali ed estere e si traduce in un aumento dei prezzi; Costo del lavoro : se il salario orario aumenta pi della produttivit oraria, aumenta lincidenza del costo del lavoro. Se limpresa vuole mantenere immutato il saggio di rendimento - obiettivo deve aumentare il prezzo del prodotto, per non fare variare il profitto unitario e il saggio di rendimento sul capitale. La relazione tra aumento del costo del lavoro e aumento dei prezzi non meccanica e non pu essere applicata in tutte le situazioni. Ad es nel caso di concorrenza internazionale , se il costo del lavoro aumenta solo in Italia, le imprese italiane potrebbero decidere di non aumentare il prezzo del prodotto per non perdere competitivit. Anche nel caso di mercati in rapida espansione le imprese potrebbero decidere di non aumentare i prezzi in misura pari ai costi per non fermare la crescita della domanda e per evitare che nuove imprese siano incoraggiate ad entrare su un mercato che si sta espandendo rapidamente. Variazione della domanda. Si considera unespansione non prevista della domanda. In generale questi aumenti vengono soddisfatti nel breve periodo con un aumento della quantit prodotta, se vi capacit produttiva inutilizzata. In 3 circostanze laumento della domanda potrebbe invece tradursi in una spinta allaumento dei prezzi: 1. Il sistema economico ha gi raggiunto il pieno utilizzo della capacit produttiva , quindi non possibile soddisfare la domanda aumentando la produzione; 2. Si verificano delle strozzature al sistema produttivo rappresentate dal raggiungimento della piena capacit produttiva nei settori che producono beni e servizi utilizzati nella produzione (materie prime, semilavorati, macchine), livello che solitamente si raggiunge pi rapidamente rispetto a quello della maggior parte degli altri settori. Tali strozzature fanno

80 aumentare i prezzi dei beni, provocando un aumento dei costi e dei prezzi nellintera economia. 3. Laumento della domanda molto ampio e avviene a livello internazionale. In queste circostanze possono aumentare anche i costi delle materie prime importate e del lavoro, sfruttando le necessit delle imprese. I prezzi aumentano in seguito allaumento dei costi, in misura anche maggiore rispetto ai costi, se si esauriscono i margini di capacit inutilizzata. - Vedi Appendice calcolo di R* pag.278 Cap.9 La teoria keynesiana dellequilibrio di sottocupazione La teoria di Keynes si oppone alla teoria neoclassica negando che il sistema economico sia dotato di meccanismi automatici capaci di condurre al pieno impiego. Non detto che leconomia tenda verso un equilibrio di pieno impiego, al contrario il caso generale una tendenza verso lequilibrio caratterizzato da disoccupazione del lavoro. Questi ed altri elementi sono stati esposti nella Teoria generale delloccupazione, dellinteresse e della moneta. Secondo tale teoria il tasso di interesse non svolge il ruolo di mettere in equilibrio investimenti e risparmi di pieno impiego. Il tasso di interesse Il tasso di interesse il premio richiesto per separarsi dalla moneta, che lattivit liquida per eccellenza. Il tasso di interesse in termini monetari (tasso nominale) la differenza percentuale tra la quantit di moneta ceduta al tempo t e quella ottenuta ad una certa data futura. Secondo la teoria neoclassica le determinanti di fondo del tasso di interesse sono la produttivit e la parsimonia. Secondo la teoria di Keynes le determinanti sono: La domanda di moneta a scopo speculativo : la forza fondamentale rappresentata dalle aspettative di coloro che, al variare del tasso di interesse di mercato, decidono di detenere titoli (o moneta) nellattesa che il prezzo dei titoli aumenti (o diminuisca) o che il tasso di interesse diminuisca o aumenti. Questo spiega la relazione inversa tra tasso di interesse e domanda di moneta. La domanda di moneta pu variare anche a parit del tasso di interesse se muta lo stato delle aspettative, ed in questo caso si sposta lintera curva della domanda di moneta a scopo speculativo. La preferenza per la liquidit sottoposta a oscillazioni che dipendono dallo stato delle aspettative.; Lofferta di moneta: lelemento fondamentale lazione della Banca centrale che ne regola lammontare. Dato il moltiplicatore della moneta, modificando la base monetaria, la Banca centrale in grado di controllare la quantit di moneta. Una volta che dalla quantit complessiva di moneta sottraiamo, per un dato livello di reddito, lammontare destinato a soddisfare il motivo delle transazioni, si ottiene la quantit di moneta disponibile a soddisfare il motivo speculativo, che la quantit che conta nella determinazione del tasso di interesse di equilibrio. Le aspettative. Il tasso di interesse di equilibrio Data la domanda di moneta a scopo speculativo L2 (i) e lofferta di moneta disponibile per soddisfare il motivo speculativo MSA, il tasso di interesse di equilibrio i e quello per il quale tutta la quantit disponibile domandata.

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Esempio: Unoperazione di mercato aperto : la BC acquista titoli sul mercato aperto per aumentare lofferta di moneta che soddisfa il motivo speculativo ed abbassare il tasso di interesse. Un aumento della moneta destinata a soddisfare lo scopo speculativo comporta un eccesso di offerta sul mercato della moneta a cui corrisponde un eccesso di domanda di titoli obbligazionari (il cui prezzo aumenta e il cui tasso di mercato diminuisce). La politica della Banca centrale influenza essa stessa lo stato delle aspettative. Es., se la politica espansiva non fosse ritenuta perseguibile e il mercato ritenesse che la Bc non fosse in grado di mantenere la scelta di ridurre il tasso di interesse, questo avrebbe la conseguenza di far aumentare la quota di chi desidera detenere moneta in attesa di un aumento del tasso di interesse. In questo caso la politica della BC, condurrebbe ad un aumento dellofferta di moneta destinata allo scopo speculativo, ma produrrebbe un aumento della preferenza per la liquidit per ogni livello del tasso di interesse e la funzione della preferenza x la liquidit si sposterebbe verso dx, con un effetto che potrebbe essere nullo sul tasso di interesse. Punti fondamentali relativi al tasso di interesse come fenomeno convenzionale : Tecnicamente il tasso di interesse determinato dalla domanda e dallofferta di moneta, ma per capire da cosa dipende occorre esaminare che forze che determinano domanda e offerta e la loro interazione. Fondamentale che da un lato il tasso di interesse dipende dalle aspettative sul suo valore futuro e dallaltro queste dipendono dalla politica della BC; La natura convenzionale del tasso di interesse risiede nella circostanza che gli operatori, data lincertezza sul valore futuro del tasso di interesse, si affidano ad una regola di azione, una convenzione, formulata sulla base di varie considerazioni, tra le quali gioca un ruolo importante la condotta della BC; Dato che il tasso di interesse dipende in larga misura dallopinione prevalente su quello che sar, secondo le aspettative, il suo valore futuro, la BC in grado di influenzare il tasso di interesse solo se in grado di influenzare, nella direzione voluta, le aspettative sul valore futuro del tasso di interesse. La politica monetaria pu avere successo se viene ritenuta dalla pubblica opinione come ragionevole e praticabile e rivolta allinteresse pubblico e la BC figura come autorit non facilmente sostituibile. La capacit effettiva di controllare i tassi di interesse dipende da varie circostanze ed pi semplice per i tassi a breve (per i quali pi facile indurre la convinzione che la politica della BC non cambier nel prossimo futuro) rispetto ai tassi a lungo termine. In questultimo caso la BC deve convincere il mercato che la politica perseguita sia effettivamente realizzabile a lungo termine e questa capacit dipende in gran parte dalla situazione storica. Il TASSO DI INTERESSE DI EQUILIBRIO, quindi, (inteso come tasso a lungo termine) esprime lo stabilirsi di una convenzione relativa allandamento futuro del tasso di interesse; sulla base di queste regole convenzionali il mercato

82 disposto a domandare tutta la quantit di moneta disponibile per soddisfare la preferenza per la liquidit. Tecnicamente, il tasso di interesse di equilibrio rende uguali domanda e offerta di moneta. In ogni specifica situazione storica, affinch una convenzione si stabilisca, concorrono numerosi fattori di origine economica e sociale oltre alla politica monetaria. La capacit dei governi di assicurare un quadro di obiettivi condiviso da lavoratori, imprenditori, istituzioni indispensabile per favorire il successo dellazione della BC. A differenza della teoria neoclassica, nellottica keynesiana il tasso di interesse non svolge ruoli equilibratori e le sue variazioni non sono in grado di portare automaticamente leconomia verso il pieno impiego. Il tasso di interesse determinato indipendentemente dalle forze che governano il livello di equilibrio del reddito e delloccupazione e non porta quindi in equilibrio gli investimenti e il risparmio di pieno impiego . Secondo Keynes, risparmio e investimento sono distinti perch sono decisi da soggetti economici diversi e sono anche indipendenti perch le decisioni non dipendono da una stessa variabile capace di portare entrambi allequilibrio.

Investimenti e tasso di interesse Lefficienza marginale di un bene capitale corrisponde al saggio di rendimento atteso sullinvestimento in quel bene capitale. Il saggio di rendimento atteso sullinvestimento in un certo bene capitale il rapporto tra i rendimenti attesi in media lungo la vita dellinvestimento e il suo costo iniziale. I rendimenti attesi dipendono dalla differenza tra il prezzo a cui ci si attende di vendere il prodotto e i costi attesi di produzione. Lefficienza marginale di un bene capitale diminuisce allaumentare dellinvestimento in quel bene, perch: Riguardo al breve periodo Keynes suppone che nel settore che produce il bene ci siano strozzature di capacit produttiva non superabili che fanno aumentare il costo e il prezzo a cui il bene capitale viene venduto. Quindi allaumentare dellinvestimento, lefficienza marginale del capitale diminuisce. Riguardo al lungo periodo Keynes si rif alla teoria neoclassica accettando lassunto del prodotto marginale del capitale decrescente secondo il quale i rendimenti attesi sono decrescenti (riferito alla funzione degli investimenti). Secondo tale idea, dato il tasso di interesse, linvestimento sar spinto fino al punto in cui lefficienza marginale del capitale risulter pari al saggio di interesse. Conseguentemente, al diminuire del tasso di interesse, aumenter il volume degli investimenti. Secondo la teoria tradizionale, al diminuire di (i), sar conveniente impiegare una maggior quantit di capitale e quindi si avr un aumento di (I); ad aumenti di (I) e dato il lavoro costante, il prodotto marginale diminuisce. Nella teoria neoclassica si considera data la quantit lavoro, se si suppone che il mercato del lavoro sia in equilibrio di pieno impiego: il lavoro costante perch pienamente occupato. Keynes accetta quindi un presupposto che non si accorda con uno dei suoi fondamenti essenziali, ossia con lidea che non ci siano meccanismi che portano leconomia al pieno impiego. Se il lavoro non pienamente occupato laumento del capitale impiegato pu avvenire

83 occupando contemporaneamente pi lavoro ed prodotto marginale costante anzich decrescente. ottenendo quindi un

Keynes pone quindi alla base della propria visione delle decisioni di investimento : Relazione inversa tra tasso di interesse e volume degli investimenti (al diminuire del tasso di interesse aumenta il volume degli investimenti, spostandosi lungo la funzione dellefficienza marginale del capitale); Il ruolo che le aspettative svolgono sulle decisioni di investimento: la decisione di investire oggi si basa sulle prospettive dei profitti ottenibili in futuro. Quindi, se si modificano le prospettive, in corrispondenza di ogni livello del tasso di interesse si potranno avere fluttuazioni della funzione marginale del capitale. Ad esempio la variazione delle aspettative pu riguardare: - aumento dei prezzi rispetto ai costi: con effetto positivo sulla funzione dellefficienza marginale del capitale (che si sposterebbe in alto a dx), stimolando linvestimento per ogni livello del tasso di interesse; - diminuzione dei prezzi rispetto ai costi: spostamento in basso a sx della funzione dellefficienza marginale del capitale, con diminuzione degli investimenti. - futura innovazione tecnologica che consenta di ridurre (in futuro) il costo di produzione. Va tenuto in considerazione che la produzione realizzata con linvestimento corrente dovr competere con quella realizzata con una tecnica migliore, che consente costi minori. Questo avr leffetto di ridurre il rendimento atteso dallinvestimento corrente, per ogni livello del tasso di interesse. - Riduzione del tasso di interesse: se prevista tale riduzione, gli effetti sul saggio di rendimento atteso dallinvestimento corrente saranno di considerare che la produzione realizzata oggi concorrer con quella realizzata con investimenti, che essendo realizzati con un saggio di interesse pi basso avranno un rendimento pi basso. I rendimenti attesi diminuiranno e lefficienza marginale del capitale si sposter a sx in basso. Le caratteristiche degli investimenti , secondo la teoria Keynesiana: sono una grandezza intrinsecamente instabile, soggetti alle variazioni delle aspettative (graficamente queste variazioni corrispondono agli spostamenti dellintera funzione dellefficienza marginale del capitale); il processo di investimento guidato da una relazione regolare tra diminuzione del tasso di interesse e aumento degli investimenti (graficamente queste variazioni corrispondono agli spostamenti lungo funzione dellefficienza marginale del capitale);

Il livello di equilibrio del reddito e loccupazione ad esso associata Elementi della teoria keynesiana: Il tasso di interesse ( i ), determinato dallinterazione tra la politica della BC e le aspettative del mercato sullandamento futuro del tasso di interesse; non

84 quindi il risultato meccanico tra domanda e offerta di moneta, ma lespressione di una regola di condotta (una convenzione), su quello che sar il tasso di interesse futuro. Il tasso di interesse quindi una variabile indipendente nelle relazioni che determinano volume degli investimenti e livello di equilibrio del reddito. Nel sistema keynesiano, quindi, un aumento del livello di equilibrio del reddito non comporta automaticamente un aumento del tasso di interesse come conseguenza della riduzione della quantit di moneta disponibile a soddisfare il motivo speculativo. Infatti se aumenta il reddito aumenta la quantit di moneta per il motivo delle transazioni e se la BC lasciasse immutata la quantit di moneta complessiva si ridurrebbe quella necessaria a soddisfare il motivo speculativo. Se la BC non intervenisse, ad ogni variazione del livello del reddito varierebbe il tasso di interesse quindi la BC rinuncerebbe ad effettuarne il controllo. Se la BC vuole quindi effettuare la propria politica monetaria influenzando il tasso di interesse deve regolare la crescita dello stock di moneta rispetto alla crescita del reddito (tenendo conto delle variazioni della velocit di circolazione). Il volume degli investimenti (), per un dato stato delle aspettative () determinato dalla funzione dellefficienza marginale del capitale (FI) e dal tasso di interesse ( i ). Dato che sia () che ( i ) sono indipendenti dal livello del reddito corrente, il volume degli investimenti pu essere considerato una componente autonoma della domanda = FI ( i , ) dove la funzione dellefficienza marginale del capitale decrescente. Per date aspettative e tasso di interesse, lequazione degli investimenti individua un punto sulla funzione dellefficienza marginale del capitale (i, I),

Il livello di equilibrio del reddito (Y e) viene determinato dallinterazione tra la spesa per consumi e livello del reddito, date la propensione marginale a consumare beni e servizi prodotti allinterno e le restanti componenti autonome della domanda (G,X,I,CA). Questa interazione espressa dalloperare del moltiplicatore del reddito, grazie al quale facile determinare il livello di equilibrio del reddito (Ye): (rif. Cap.5- vedi
grafico 9.6)

1 Ye =
----------

_ (1 m) A

_ dove
_

_ _ _ _ A = I + G + X + CA

cy = (1 - t) (1 - m) cy =
propensione marginale al

1 - cy
livello di equilibrio del reddito
consumo

A = domanda aggregata

Il livello di equilibrio del reddito cos determinato dipende da 3 variabili fondamentali: Propensione marginale al consumo Funzione dellefficienza marginale del capitale Tasso di interesse

85 Queste tre variabili sono considerate da Keynes come indipendenti, nel senso che concorrono a determinare il livello di equilibrio del reddito, ma non ne sono a loro volta influenzate (almeno non direttamente). Date le 3 variabili, il livello di equilibrio del reddito determinato dal valore del moltiplicatore e dalle componenti autonome della domanda attraverso il processo di adeguamento della produzione alla domanda aggregata. Il livello di equilibrio del reddito dipende quindi dal livello della domanda aggregata secondo il principio della domanda effettiva.

CONFRONTO TRA TEORIA NEOCLASSICA E TEORIA KEYNESIANA


TEORIA NEOCLASSICA TEORIA KEYNESIANA

Esistono meccanismi automatici capaci di condurre il sistema economico alla piena Non esistono meccanismi automatici capaci occupazione di condurre il sistema economico alla piena - Equilibrio tra investimenti e risparmi di occupazione pieno impiego fondato sulla variazione del tasso di interesse - Pieno impiego nel sistema, raggiunto grazie alla capacit della flessibilit di salari monetari e prezzi In equilibrio il risparmio che determina E linvestimento che, per un dato tasso di linvestimento attraverso le variazioni del interesse, determina il risparmio attraverso tasso di interesse le variazioni del livello del reddito (la relazione tra risparmio e investimento invertita rispetto a quella neoclassica)

Reddito di equilibrio e occupazione Date le conoscenze tecniche e altre circostanze che governano il mercato del lavoro, ad ogni livello della produzione complessiva possiamo ritenere sia associato un certo livello di occupazione complessiva, espresso dalla relazione: L = l Y dove (l) il coefficiente di occupazione. Al livello di equilibrio del reddito associato un certo volume di occupazione, ma non detto che tale livello garantisca impiego a tutti coloro che sono disposti a lavorare alle condizioni vigenti. Disoccupazione involontaria : loccupazione corrispondente al reddito di equilibrio (Le) pu essere inferiore allofferta di lavoro complessiva (L). Per occupare tutti coloro che sono disposti a lavorare occorrerebbe un livello di prodotto superiore a quello di equilibrio . Per unoccupazione pari a L,_abbiamo quindi un livello di produzione pari a Y > Ye. Il concetto di disoccupazione involontaria non spiega pienamente il fenomeno della disoccupazione, ma segnala che non ci sono meccanismi automatici che

86 portano al pieno impiego. E sempre necessario che ci sia un alto livello di domanda e produzione per avere un elevato livello di occupazione.

Sintesi della keynesiana dellequilibrio sottoccupazione

teoria di

Vi una serie di relazioni che portano alla determinazione del livello di equilibrio della produzione e delloccupazione: 1. La determinazione del tasso di interesse, punto di partenza di tali relazioni, per la natura stessa di fenomeno convenzionale e quindi indipendente dal livello corrente della produzione e del reddito. 2. Determinazione del volume degli investimenti , che dipende dal tasso di interesse e dalla funzione dellefficienza marginale del capitale (indipendente dalla produzione e dal reddito). Il volume degli investimenti una componente autonoma della domanda. 3. La domanda per investimenti, in misura pari a (1- m) concorre a determinare (insieme alle altre componenti autonome e al moltiplicatore del reddito) il livello di equilibrio della produzione e del reddito. 4. Occupazione ed equilibrio . Data la relazione tra produzione e occupazione a Ye associato il livello di occupazione Le. Non detto che il livello di equilibrio del reddito e il livello di occupazione ad esso associato siano quelli di pieno impiego. FINE

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