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#4 - 2 aprile 2012 Siamo soli...

ANGELO CASANO

AG

XL version!

la voce di

Pantelleria

i, siamo soli: non solo il titolo di una bellissima canzone di un grande cantautore come Vasco Rossi ma, nelle ultime settimane, sar stato anche il pensiero dei miei cari concittadini che ancora una volta, dopo il caso sanit, si sono ritrovati di fronte ad una situazione che ha dellassurdo: il rischio di aver tagliati i voli aerei da e per Pantelleria. Gi, dellassurdo, se si pensa che Pantelleria dovrebbe essere una delle mete di vacanza pi ambite di tutta Italia e invece si ritrova di fronte una compagnia che non riesce a coprire le spese con i suoi voli perch evidentemente ha pochi passeggeri. Il tasso turistico nellisola

difatti innegabilmente sceso negli ultimi anni. Il perch dovrebbe essere cercato in fondo, alla base: nella mancanza di veri progetti a medio-lungo termine che possano rilanciare limmagine dellisola per ricollocarla ai vertici delle localit vacanziere pi ambite, come le spetterebbe. Pantelleria, cos come i suoi abitanti, potrebbe vivere sfruttando il settore turistico, ma mancano le strutture (un porto come si deve fra tutte), i progetti ed una valida campagna pubblicitaria atta a rilanciare lisola. Come possiamo pensare di incrementare il turismo quando anche grandi vetrine come la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano, grande occasione per poter essere notati, viene sfruttata poco o niente da chi di dovere? Il dito allora non

dovrebbe essere puntato contro Meridiana, che da Azienda privata non pu certo continuare a prestare servizio per solidariet senza aver un rendiconto personale, ma contro chi si limita a gridare il problema non riuscendo poi ad andare oltre le buone in-

tenzioni. Serve qualcosa di concreto! Proroga dei servizi aerei ottenuta fino a Maggio2012..e dopo? Probabilmente non baster pi guardare il meteo locale per organizzare una partenza in aereo: <<Domani partir, gi Merdiana permettendo!>>

DI..MOSTRA
ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA
dal 4 al 10 aprile 2012 | h 16-20 vicolo Messina, Pantelleria INAUGURAZIONE h 19.00

LINFORMAZIONE A PANTELLERIA
1890-2012
5 aprile 2012 | h 18.30 Circolo Ogigia, Pantelleria

Lesposizione nasce dal desiderio di esprimere lidea di piccoli frammenti di realt percepita dagli autori. Unidea che spiega la voglia di emozionare attraverso il gusto di catturare. Lautore, di fronte al s/oggetto, stabilisce una relazione particolare tale da appropriarsene in modo da bloccare e costringere il tempo a fermarsi.

Un

excursus storico che ri-

percorre un tema cosi significativo e di fondamentale importanza: linformazione a Pantelleria. Un salto indietro nel passato, quel passato che ha costruito e caratterizzato lisola che adesso ci ritroviamo.

quanti, cosa, perch?

Diabete:

GIUSEPPE CASANO

l diabete un malattia che interessa da vicino la realt pantesca. Da alcuni recenti studi risulta che un alta percentuale della nostra popolazione affetta da tale patologia. Alcune cause vanno ricercate in una alimentazione poco corretta, piena di grassi e zuccheri e ad una mancata attivit fisica. Lo zibibbo pantesco che ci ha resi famosi in tutto il mondo potrebbe anche essere inserito nel lungo elenco di possibili agenti che comportano linsorgere di questa patologia. Riteniamo opportuno lutilit di una campagna di prevenzione e soprattutto di informazione su questa malattia che potrebbe costituire una delle prime cure al diabete stesso. Bisognerebbe sensibilizzare di pi la popolazione su questo problema, diventato ormai una realt da non trascurare. Presentiamo a tal fine il nostro articolo. Cos il diabete? In prima analisi occorre fare una distinzione: noi abbiamo a che fare almeno con quattro tipologie diverse di diabete. Il diabete mellito insulinodipendente (giovanile o diabete di tipo I), il diabete mellito non insulinodipendente (delladulto o diabete di tipo II), il

diabete gestazionale e il diabete insipido di origine centrale, dipendente dalla mancata secrezione dellormone antidiuretico a livello nervoso, che quindi nulla ha a che fare con il classico diabete. Il diabete insulino-dipendente, una patologia a carattere autoimmune alla cui eziologia possono ricorrere sia fattori genetici che fattori ambientali. E caratterizzato dalla presenza in circolo di autoanticorpi contro le cellule delle isole di Langerhans del pancreas. Tali cellule vengono distrutte e la conseguenza immediata la mancanza di insulina. Per tale motivo il glucosio non pu essere utilizzato dai tessuti e non entrandovi il fegato obbligato a sintetizzarlo per il fabbisogno. Per poter far ci il fegato utilizza gli acidi grassi provenienti dal tessuto adiposo e gli aminoacidi del tessuto muscolare con conseguente dimagrimento. Ci comporta un aumento di acidi grassi e corpi chetonici in circolo, arrivando ad una stato definito chetosi/acidosi. Questa gluconeogenesi comporta una iperglicemia, cio valori superiori 105 mg/dL, che a livello renale significa un ultrafiltrato molto pi concentrato e quindi

osmoticamente pi attivo. La conseguenza diretta un aumento della diuresi giornaliera oltre i due litri. Questa condizione potrebbe portare alla disidratazione, che associata allacidosi esita nel coma iperglicemico. Lunica terapia perseguibile lassunzione di insulina. Fino agli anni settanta veniva utilizzata linsulina proveniente dal maiale, la quale differisce da quella umana solo per un aminoacido. Adesso viene utilizzata quella sintetizzata attraverso lingegneria genica. Con il termine diabete non insulino-dipendente, o diabete mellito di tipo II, si definisce una patologia ad eziologia complessa, multifattoriale, a cui concorrono diversi fattori ambientali e genetici. Frequentemente questa tipologia di diabete associato allobesit. Gli adipociti del tessuto adiposo secernono adipochine: abbiamo un aumento della resistenza periferca allinsulina, che associata al maggiore aumento di acidi grassi in circolo e ad una diminuita utilizzazione del glucosio porta allo stato di iperinsulinemia. La caratteristica fiosiopatologica di questo tipo di diabete quindi la resistenza periferica allazione dellormone, dovuto o ad un difetto recettoriale o post-recettoriale (ovvero una diminuita sintesi di recettori, una alterazione funzionale o una aumentata distruzione degli stessi). Ci si

traduce in un diminuito utilizzo del glucosio dei tessuti insulino-dipendenti. In una prima fase le cellule rispondono con una maggiore secrezione insulinica, con uno stato di normoglicemia. Successivamente le cellule non saranno pi in grado di secernere lormone e si avr un esaurimento delle stesse. Tutto ci porta al diabete di tipo I. La terapia in questo caso deve essere impostata su una dieta ipocalorica (per gli obesi) associata ad attivit fisica. Vengono usati anche ipoglicemizzanti orali con lobiettivo di diminuire la glicemia. Agiscono sul fegato, diminuendo la produzione di glucosio e sul muscolo aumentando la traslocazione dei GLUT4 alla membrana, facendo aumentare quindi lutilizzazione di glucosio. Il diabete gestazionale sviluppato da circa il 4,4% delle gestanti, causato dalla presenza in circolo degli ormoni della gravidanza che si oppongono allazione dellinsulina. Il diabete rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica del terzo millennio, sia per la sua grande diffusione sia per limpatto che ha sulle aspettative e la qualit di vita delle persone che ne sono affette. Evidenze ormai consolidate mostrano come modificando in maniera significativa gli stili di vita si possa ritardare/evitare lo sviluppo del diabete nelle persone a rischio.

Consapevolezza di NOI!

DANILO RUGGERO

empo fa sono stato invitato da un gruppo dattivisti politici a prender parte ad alcuni incontri dove venivano mostrati e spiegati i loro ideali politici e sociali. Tutto bello. Eticamente accattivanti le loro teorie e posizioni politiche. Avevano anche teorie risolutive della crisi che avanza. E allora che aspettate, andate? Scendete in piazza! Andate la in alto a far sentire la vostra voce! Mi unisco a voi. NO ANCORA NON E IL MOMENTO, STIAMO SOLO PARLANDO. Questa stata la risposta al mio invito. NON E IL MOMENTO. Una decina di ragazzetti in giacca e cravatta a cui piaceva lamentarsi e parlare di societ giusta e sbagliata senza avere la vera voglia di mettersi in gioco, perch credo preferissero aspettare larrivo di una soluzione da qualcun altro, magari pi grande di loro, anzich andarsela a procurare. Non mio desiderio fare un discorso di politica o di economia. Lungi da me tale idea in quanto non possiedo basi solide per poter incentrare una discussione su duna denuncia sociale-politicoeconomica di cui potrei solo sfoggiare qualche dato preso da Wikipedia o da altre enciclopedie online. Pi che altro era mio interesse smuovere le coscienze concentrandomi su un discorso di morale. Volevo parlare dei giovani, delle capacit di cui sono forniti ma che sopite da una realt in continuo cambiamento vengono dimenticate - Stiamo cadendo in un

baratro dimpoverimento intellettuale e decisionale. E una schietta constatazione. Un dato di fatto trovato per strada, guardando un parco giochi semi vuoto, quattro ragazzi annoiati su una panchina che fumano uno spinello e qualche bambino che corre dietro un pallone e impreca allaltro per un passaggio sbagliato. Viviamo in un mondo cinico. Ogni cosa sta perdendo valore. Chiusi in una camera con la tecnologia a portata di mano siamo diventati oziosi fruitori di messaggi di

mo. Oppure E accussi, ie socco chaio a fare?. In pantesco forse rende meglio lidea. Ma perch noi giovani siamo diventati cos strafottenti? Viviamo in una societ in cui la prima cosa a dover contare davvero dovrebbe essere il nostro pensiero. La storia sta cambiando a nostro discapito e noi giovani la guardiamo dal finestrino di unauto senza benzina. Abbiamo la voce, abbiamo la testa ma viviamo in silenzio privi di cognizione di causa. Anche se non era mia intenzione sfoggiare dati

rifiuto e denuncia per il paese in cui viviamo, ma sono parole vane. Pensieri ormai quasi vuoti di teste senza nessun ideale. Sputiamo su un piatto che qualcun altro ha cucinato per noi e poi inevitabilmente, per fame, lo mangiamo comunque. Sembra che a noi giovani non importi pi nulla del futuro. Riusciamo a far uscire dalle nostre teste lamentele prive di senso compiuto o alcune volte idee pseudo intelligenti che per resteranno tali per pigrizia o per la credenza di unimpossibilit dattuazione. Alcuni di noi credono in ideali che non esistono pi, altri in nuovi che non sono mai esistiti, altri non credono. Viviamo il mondo per inerzia. Gi per inerzia. Ci facciamo spostare di epoca in epoca senza dire nulla. Hanno deciso cos, che ci posso fare? dicia-

presi da internet inevitabile presentare questo: 2.242.000 le persone tra 15 e 34 anni che non studiano, non lavorano n cercano un impiego. E un dato enorme ed in continua crescita. Tutti sono a conoscenza, almeno in generale delle problematiche che affliggono la nostra realt sociale, ma questo che vuol dire? Che va bene cos? Stiamo li ad aspettare che passi?Il futuro dei giovani a rischio dal un bel po, sotto il punto di vista lavorativo, educativo, didattico, intellettuale eppure adesso si preferisce ballare o bere una birra piuttosto che preoccuparsi del ruolo dellortolano che stiamo recitando inconsapevolmente. Forse si dovrebbe focalizzare lattenzione sulla carota non si sa mai. Non bisogna arrivare a toccare il fondo per far

risvegliare le coscienze di tutti. Non saranno gli adulti a tutelare il nostro futuro, siamo noi, noi giovani a doverci creare degli spazi per realizzare dei progetti che tutelino i nostri interessi. Siamo noi a doverci fare sentire. Non deve esserci dato il diritto di parlare, di agire ma dobbiamo pretenderli. E un discorso ad ampio raggio, estendibile ovunque, anche alla piccola isola di cui facciamo parte. Fino ad ora lunico spazio che ci stato dedicato per far sentire la nostra voce questo foglio, creato da noi solo da qualche mese, quindi sotto un certo punto di vista preteso in una realt in cui non ci siamo mai fatti veramente sentire. Sono cosciente che la volont e lidea di un singolo giovane non valgono nulla di fronte allepoca difficile in cui viviamo, infatti credo che solo lunione di tante voci possa portare alla conquista di progetti e sogni che tuteleranno il nostro futuro. Insieme, uniti siamo espressione di centinaia didee e centinaia di idee possono avere miriadi di sviluppi. Cito lo scrittore Bernard Shaw: se si ha una mela e un altro ha una mela e se la scambiano, hanno entrambi sempre e solo una mela. Ma se una persona ha unidea e unaltra una diversa idea, e se la scambiano, hanno entrambi due idee - e due possibili evoluzioni. Questo concetto esteso su centinaia di teste, su centinaia di giovani, deve essere la base di ogni progetto. La volont e le idee di ogni giovane devono essere discusse, avanzate, considerate, tutelate affinch diventino realizzabili per un nuovo futuro, per un futuro che sar vissuto solo ed esclusivamente da noi.

Lo stupro del Mare Nostrum

nale delle risorse naturali. 2012: IKDAM appartenente alla LUNDIN PETROLEUM, a soli 31 miglia dalla costa pantesca, trivella senza sosta SAMUELA GUIDA sui fondali del giacimento 1976: il 16 Aprile quando OUDNA stivando a bor16 governi firmano la Con- do i prodotti di estrazione venzione di Barcellona o ed ostendando il permesso Convenzione per la prote- datole dalla vicina Tunisia. zione del Mar Mediterraneo Allora? - starete pensando dai rischi dellinquinamento. - tanto 31 miglia sono 31 Le Parti, che ad oggi com- miglia e l IKDAM non la si prendono 23 paesi, si impe- vede neanche da Pantellegnano ad attuare le indica- ria. Ce ne laviamo le mani zioni del Piano dAzione del quindi? Si, possiamo! Fino a Mediterraneo e ad adottare quando per anche quellacmisure per prevenire il de- qua non sar inquinata! grado ambientale, in vista I rischi di una trivella cos di minacce concrete od ir- prossima alla nostra costa reversibili, favorendo la pro- sono veramente tanti, un tezione di aree di interesse esempio? Concentriamoci ecologico e lutilizzo razio- su unaltra data, il 20 Aprile

2010: la piattaforma Deepwater Horizon comincia uno sversamento di petrolio nelle acque del Golfo del Messico ed in poco meno di quattro mesi si consuma il disastro ambientale pi grave della storia americana che lascia una lista di danni che niente ha da invidiare al bollettino della guerra pi atroce: effetti sulla salute umana, su fauna e flora, biodivesit distrutta e danni economici impossibili da calcolare. Eppure, con davanti gli occhi le immagini indimenticabili della Marea Nera vista dai satelliti stiamo ancora cos: fermi, impassibili, senza far nulla per proteggere il nostro territorio. Se davvero dovesse capitare una trage-

dia come quella del Golfo del Messico poco importerebbe che la trivella si trovava in acque tunisine e non pantesche perch, diciamolo, il mare non conosce confini. Quindi svegliamoci Panteschi! E con la nostra vita che si sta giocando, soprattutto della bellezza incontaminata del nostro mare che si stanno appropriando con violenza! Dobbiamo lottare insieme affinch la IKDAM venga rimossa, dobbiamo esasperare i governi unendo le nostre voci in un forte grido di aiuto per mettere la parola fine a questa storia. Il nostro territorio la nostra casa e nessuno di noi lascerebbe che la propria casa venga distrutta senza fare nulla.

Un luogo che sa di casa.


ANGELA CAPPADONA

egli ultimi anni la nostra isola ha cominciato a fare passi avanti verso quello che potremmo definire progresso sociale per quanto riguarda la vita del singolo cittadino allinterno della comunit in cui vive. Un aspetto innovatore nella nostra comunit stata la creazione del Centro Anziani, situato in Via Manzoni vicino al Centro Giamporcaro, facilmente raggiungibile dagli anziani dellisola. La realizzazione di questo Centro stata portata avanti dallAssessore alle Politiche Sociali in carica nel 2009, Adele Pineda ed stata attuata dallex Sindaco Salvatore Gino Gabriele. Il Centro gestito da operatori che dipendono direttamente da una Cooperativa ed finanziato attra-

verso la Legge 238. La messa in atto di questo progetto stata positiva ai fini dellintegrazione degli ultra sessantenni che spesso si trovavano in una posizione di emarginazione nellisola. Basti pensare al fatto che nei bar non ci sono spazi adeguati per ospitare persone, il lungomare frequentabile soltanto nelle belle stagioni e i circoli sono ad uso esclusivo dei soli soci. Dove poter quindi far incontrare i pi grandi se non in uno spazio tutto loro? E cos stato fatto. Nel primo anno di creazione del suddetto Centro, gli operatori e i vari Enti si sono mobilitati affinch gli anziani dellisola potessero svolgere alcune attivit quali: lorganizzazione del presepe vivente e degli altari di San Giuseppe al Castello. Nel periodo natalizio sono stati organizzati balli, giochi di societ e le cosidette tombolate che tanto piacciono ai pi grandi. Per Car-

nevale, rifacendosi al tema dellUnit dItalia per i festeggiamenti del 150esimo anno di unit, gli anziani si sono vestiti da garibaldini. Anche festeggiare il proprio compleanno per loro diventata una consuetudine e un momento di condivisione. I riscontri sono stati pi che positivi. I giudizi affiorati da alcune interviste personali, infatti, sono stati unanimi nellaffermare che il Centro sia una risorsa di scambio, di incontro e di divertimento. E evidente che questo nuovo punto di aggregazione sia ottimale, oltre che per lincontro tra gli stessi anziani, anche per il recupero di vecchie tradizioni. Potrebbe altres favorire dibattiti o incontri tra anziani e giovani, soprattutto per capire quanto la nostra generazione sia cambiaSEGUICI:

ta rispetto al passato e quante tradizioni siano andate perdendosi col passare degli anni, al fine di comparare i modi di vivere di una volta e di oggi. Per una piccola comunit come quella pantesca questi incontri/confronti sarebbero ideali per preservare la nostra cultura isolana e un po tradizionale e soprattutto per riuscire a superare lincomunicabilt generazionale. Una riflessione finale: E strano che a fronte di un Centro per anziani che funziona benissimo, il Centro giovanile invece non abbia funzionato per niente. Sarebbe necessario allora che anche i giovani, al presentarsi di occasioni, mettessero in atto delle iniziative per far funzionare i loro spazi sociali, impegnandosi un po di pi nelle iniziative di carattere collettivo.

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