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GLI APPUNTI DELMISTER

- Numero 3

INDICE
Articolo n1 di Angelo Iervolino La difesa mista uomo-zona su calcio dangolo Articolo n2 di Alessandro Gelmi Quanti e quali tipi di prevenzione durante lallenamento Articolo n3 di Angelo Iervolino Aspetti da considerare nella strutturazione di un microciclo Articolo n4 di Jonathan Proietto Migliora la performance,previene gli infortuni:CORE TRAINING

Articolo n 1 Gli appunti del mister

La difesa mista uomo-zona su calcio dangolo


di Angelo Iervolino
INTRODUZIONE Se ci fermiamo a guardare con attenzione una partita di calcio noteremo che molte reti sono siglate su palla inattiva o su azione seguente ad essa. Statistiche dicono che la percentuale di reti realizzati su palla inattiva si aggira intorno al 30%. Il calcio di oggi molto rapido, veloce, fisico, e proprio per questi motivi , e non solo, le situazioni che si vengono a creare allinterno di una partita sono molte. Se riuscissimo a sfruttare al meglio tali situazioni , avremo buone possibilit di portare a casa la vittoria. Molte volte non ci si rende conto che quasi tutte le azioni sviluppate da palla inattiva, nascono da schemi provati in allenamento: ogni squadra prova molte volte le diverse situazioni appunto da volgere a proprio favore quel 30% di reti realizzate su palla inattiva. Ogni situazione da palla da fermo, prevede unorganizzazione elevata da parte di tutta la squadra. Ogni giocatore in ogni situazione ha un proprio compito e ruolo da svolgere. Nelle situazioni di palla inattiva non esistono pi centrocampisti, in particolare riferimento ai calci dangolo: se ci troviamo su calcio dangolo a favore saremo tutti attaccanti contro la difesa avversaria; se ci troviamo su calcio dangolo a sfavore saremo tutti difensori contro lattacco avversario. Infatti, si soliti pensare alle situazioni di palla inattiva solo dal punto di vista offensivo, senza pensare che la palla inattiva prevede anche una fase difensiva. Organizzati bene in fase difensiva su palla

inattiva, potremo abbassare la percentuale di reti segnate su palla da fermo.

PRINCIPI E DANGOLO

ORGANIZZAZIONE

SU

CALCIO

Ogni allenatore imposta la difesa su palla inattiva come meglio preferisce, senza per prescindere da alcuni principi comuni a tutti: Per eseguire al meglio la fase difensiva ogni giocatore deve sapere precisamente il proprio ruolo e il proprio compito in una data situazione Prima di mettere in pratica ci che vogliamo opportuno spiegare teoricamente ad ogni giocatore come comportarsi in ogni situazione derivante da calcio dangolo Chiedere al giocatore suoi eventuali suggerimenti su cui forse ha delle perplessit Tenere sempre alta lattenzione Spiegare tutto nei minimi particolari per rendere ogni giocatore sicuro di se e invulnerabile alla pressione

Su calcio dangolo a sfavore ogni allenatore imposta la fase difensiva secondo i propri pensieri. C chi utilizza una marcatura esclusivamente ad uomo, chi una marcatura solamente a zona e chi attua una difesa mista zona-uomo. Come per la scelta del tipo di difesa , anche per lorganizzazione della difesa mista ogni allenatore imposta la difesa come meglio crede. Il principio generale per sempre lo stesso: tutta la squadra a difesa della porta.

Molti allenatori , nella difesa mista zona-uomo, impostano otto marcatori a zona e due ad uomo sugli uomini pi pericolosi, io sono solito mettere sei a uomo e quattro a zona, dividendo larea di rigore in sei zone prestabilite dove si collocano gli uomini a zona. Fig.1.

Fig.1 Nella fig.2 si vede la disposizione dei della difesa a copertura della porta. I giocatori gialli sono quelli con compiti a zone, quelli blu sono giocatori che attuano una marcatura a uomo.

Fig.2

In zona A posizionato il numero 2 il quale agir sulle battute sul primo palo, quindi dovr essere abile ad anticipare lattaccante che attacca il primo palo e rinviare di prima intenzione . In zona B posizionato il numero 5. Questa la zona pi pericolosa dove la maggior parte dei calci dangolo vengono battuti. Il numero 5 dovr avere riflessi pronti e una buona intesa con il portiere che uscir in presa alta in questa zona. In zona C agisce il numero 3 pronto su un eventuale battuta rasoterra per uno schema e ad uscire in pressione in caso di riconquista avversaria a limite laterale dellarea. La zona D presidiata dal numero 6 che dovr avere ottime doti fisiche e un buon colpo di testa per neutralizzare i corner battuti in questa zona, dove , inoltre, sono spesso area di inserimenti da fuori area degli avversari. La zona E occupata dal giocatore numero 8 il quale andr in pressione sulle ribattute a limite dellarea e su schemi che prevedono lutilizzo di giocatori posti a limite dellarea. In zona F risiede il giocatore numero 10. Questo il giocatore pi lontano da l punto di battuta quindi con una lettura della traiettoria pi favorevole. Con lunghe traiettorie il suo compito e quello di neutralizzarle o prolungarle. Se superano anche lui va in pressione sul limite laterale dellarea di rigore ( fig. 3 -4- 5- 6- 7- 8)

Fig.3

Fig.4

Fig.5

Fig. 6

Fig.7

Fig.8

I giocatori 4-7-9-11 sono i giocatori con compito di marcatura a uomo. Questi ovviamente seguono gli uomini pi pericolosi, anche entrando nelle zone di competenza di altri compagni. Devono cercare di essere pi efficaci possibili anche se non colpiscono il pallone , limportante che evitino ai propri uomini di colpire a rete. Solitamente questi uomini sono i giocatori che costituiscono la difesa, avendo maggiori doti di marcatura rispetto ad un attaccante COMPORTAMENTI SULLE DIVERSE TRAIETTORIE DI BATTUTA Analizziamo i movimenti collettivi dei giocatori in marcatura a zona nelle aree adiacenti alla posizione di arrivo della palla sulle diverse traiettorie di battuta . Se il calcio dangolo battuto forte e tagliato sul primo palo con traiettoria a rientrare, i giocatori 2-3-5 accorciano verso il primo palo contemporaneamente per occupare pi spazio possibile allattaccante, fig. 9

Fig.9

Se la traiettoria sempre indirizzata sul primo palo ma questa volta ad uscire, interverranno i giocatori 3-5-6 che prolungheranno la traiettoria fuori area , in questo

caso il giocatore 8 dovr essere pronto allattacco alla palla, fig.10.

Fig.10 Se il calcio dangolo lento con una traiettoria a parabola, di facile preda del portiere i giocatori 2-3-56 formeranno un quadrato a protezione delluscita del portiere, fig.11.

Fig.11 Nel caso in cui il calcio dangolo frutto di uno schema che prevede il passaggio fuori area in posizione laterale un giocatore, tutta la difesa salir repentinamente per stringere gli spazi e lasciare in

fuori gioco gli attaccanti, e il giocatore 3 andr in pressione al giocatore con laiuto di 8, fig.12.

Fig.12 Nel caso in cui il calcio dangolo prevede sempre lutilizzo di un giocatore posto fuori area, ma stavolta in posizione centrale , tutta la difesa salir e in pressione andr il numero 8 posto quasi al limite dellarea, fig.13.

Fig.13 Se la traiettoria del calcio dangolo lunga per servire un giocatore sul alto opposto dellarea di rigore, il giocatore adibito allattacco di questultimo il numero

10, e tutta la difesa cambier la propria posizione del corpo in direzione del giocatore opposto, fig.14.

Fig.14 Il giocatore 2 marca lavversario nella propria zona di competenza, se questo scatta verso il battitore per ricevere un passaggio corto , anche il 2 andr nella sua direzione con il compagno numero 3 che accorcia per intercettare un passaggio di ritorno al battitore, fig. 15.

Fig.15

COMPORTAMENTO SU RIBATTUTA

Su traiettoria seguente ad una ribattuta al calcio dangolo valgono i principi visti in precedenza, con i giocatori ad uscire in pressione che sono prevalentemente 3-8-10 a seconda ovviamente di dove cade il pallone. Sulla ribattuta vale sempre il principio palla in aria = palla coperta, quindi tutta la difesa salir in direzione della palla per chiudere gli spazi creando un blocco difensivo, fino a che il giocatore avversario non ferma la palla, a quel punto anche la difesa arresta la sua risalita (fig. 16-17-18). I giocatori che formano lultima linea di difesa in fase di risalita sono sempre 2 e 5.

Fig.16

Fig.17

Fig.18

Articolo n 2 Gli appunti del mister

Quanti e quali tipi di prevenzione durante lallenamento


di Alessandro Gelmi

PREMESSA: Come ampiamente risaputo il calcio uno sport di contatto, nel quale le dinamiche che si creano durante unazione di gioco sono spesso incontrollate ed incontrollabili dai giocatori. Molto spesso si subiscono degli infortuni, in partita cosi come in allenamento, che possono essere di varia natura: - Traumatica, in conseguenza ad uno scontro di gioco - Muscolare, della quale fanno parte, anche se la distinzione utile pi per una catalogazione piuttosto che per una differenza lesiva dal momento che il filo che divide questi infortuni sottilissimo: o Contratture o Stiramenti o Strappi - Infiammatoria dovuta ad un sovraccarico, alle condizioni di allenamento e di gioco ecc - Articolare ad esempio distorsioni alle caviglie e/o ginocchia - Posturale che pu determinare a sua volta dolori e/o scompensi muscolari. Fatta questa brevissima distinzione risulta chiaro che molti di questi infortuni non possono essere evitati o prevenuti ma, laddove possibile ridurre il rischio, giusto ed opportuno intervenire per diminuire la possibilit di incorrere in questi problemi che costringono i nostri giocatori ad assentarsi dal campo per uno periodo pi o meno lungo, a seconda dellentit.

A questo riguardo una possibile classificazione degli infortuni, fatta a seconda dei giorni di riposo e di lavoro a parte, pu essere: - Lieve (fino a tre giorni) - Piccolo (da 4 a 7 giorni) - Moderato (da 8 a 25 giorni) - Importante (oltre i 25 giorni) QUALI FORME DI PREVENZIONE: Le forme di prevenzione nel calcio sono molteplici, e si possono dividere a seconda della capacit da stimolare: - COORDINAZIONE: Pu, a mio parere, essere considerata forma di prevenzione posturale dal momento che un giocatore coordinato, rispetto ad uno che lo meno, si muove meglio, con maggior fluidit, maggior economicit e con minori scompensi muscolari che, nel tempo possono creare, come conseguenza di un errato movimento, problematiche muscolo scheletriche lunghe e spesso difficili da risolvere; - PROPRIOCEZIONE: Attraverso la precariet dellequilibrio, possibile in svariati modi (ad occhi aperti, chiusi, con appoggio monopodalico, con lausilio di attrezzature apposite come tavolette, bosu, pedane ecc) si vanno a stimolare determinati recettori ed a prevenire problemi di tipo articolare, in particolare per caviglie e ginocchia. - RINFORZO ISOMETRICO ED ECCENTRICO ARTI INFERIORI: Spesso quando si parla di forza si pensa a bilanceri, balzi, macchine isotoniche ecc ma se per forza consideriamo, giustamente, anche la sola tonificazione a carico naturale, allora si possono prevenire dei problemi di natura muscolare rinforzando in maniera specifica i muscoli che spesso vengono maggiormente trascurati, quali gli adduttori e gli ischio crurali, che sono per fondamentali nellesecuzione dei movimenti specifici del calciatore. Per questo vanno sempre rinforzati e stimolati al fine di non creare le condizioni di rischio, classiche delle lesioni. - CORE STABILTY: rinforzare il core unulteriore forma di prevenzione dal momento

che una buona tonicit di questi muscoli da stabilit alla colonna vertebrale e riduce i problemi alla schiena. Spesso un errore comune e da evitare quello di rinforzare eccessivamente la parete addominale, trascurando la muscolatura dorsale e lombare, creando cos uno squilibrio di forza tra parte anteriore e posteriore, il quale induce dolori e scompensi muscolo-scheletrici. IL RISPETTO DEI PRINCIPI: aggiungo e concludo la classificazione con questo piccolo paragrafo in cui personalmente credo e sottolineo il fatto che tutte le precedenti righe sono inutili se alla base di quanto detto precedentemente non c il rispetto dei principi metodologici, fondamentali per avere una riduzione di tutti i problemi legati agli infortuni. Per questo fondamentale curare al meglio: o il riscaldamento, che varia a seconda delle condizioni climatiche ed ambientali; o Labbigliamento dei calciatore; o Lintensit dei carichi, i quali variano: a seconda del giorno della settimana; a seconda del momento allinterno della singola seduta; o la progressivit del carico dei giocatori che rientrano da precedenti infortuni; o la fase di defaticamento, molto importante per ripristinare pi possibile i parametri fisiologici e la muscolatura maggiormente sollecitata durante lallenamento.

QUANDO PREVENIRE: - ALLINTERNO DELLA SEDUTA. o Escludendo da questo paragrafo, perch scontato, il momento in cui inserire il riscaldamento, le esercitazioni di tipo preventivo meglio proporle in una condizione di non eccessivo affaticamento muscolare e di non eccessiva stanchezza organica. Questo per avere una lucidit ed una brillantezza psico-fisica che

permetta ai giocatori di eseguire le proposte con la giusta intensit psicofisica. E ovvio che spesso si possono attuare delle forme di prevenzione come riscaldamento vero e proprio (andature coordinative, mobilit articolare eseguita in forma dinamica, eccetera). NELLARCO DELLA SETTIMANA o Mentre la coordinazione e la mobilit articolare possono essere inserite indistintamente ed inquantificabilmente (con una percentuale di intervento che varia a seconda della categoria in cui si lavora, ma comunque con lidea che pi la propongo e meglio ), la propriocettiva, il rinforzo in forma isometrica ed eccentrica della muscolatura degli arti inferiori e la core stability possono essere stimolate una volta in settimana (in una settimana tipo composta da 3 allenamenti), meglio se nellallenamento centrale per una serie di condizioni: - spesso si ha maggior tempo a disposizione (non si parla n della partita trascorsa, n di quella che verr) la partita precedente stata muscolarmente ed organicamente recuperata. A PARTIRE DA QUALE CATEGORIA: o A questo riguardo ovvio che il tipo di prevenzione da fare, e quindi la proposta, deve essere fatto nel rispetto delle fasi sensibili del bambino/ragazzo e rispettando le esigenze (psicofisiche) che let biologica ed anagrafica richiede. Per questo se si parla di coordinazione opportuno iniziare dalle categorie della scuola calcio, attraverso forme di gioco che richiedano lesecuzione degli schemi motori, la capacit di ritmo, di coordinazione spazio-temporale, di differenziazione ecc.

La propriocezione, intesa come lavoro di equilibrio, essendo questo una delle categorie facenti parte della coordinazione, la si pu stimolare fin dai pulcini esordienti, attraverso la richiesta, in forma ludica, di diverse condizioni di equilibrio; salendo di categoria lo scopo delle proposte deve diventare via via sempre di pi quello di stimolare la propriocezione attraverso esercitazioni che richiedano un appoggio in equilibrio precario per pi secondi. La prevenzione di tipo muscolare, intesa sia come rinforzo che come mobilizzazione articolare pu essere invece introdotta a partire dagli esordienti (mobilit) giovanissimi (mobilit e tonificazione), purch prima di avere come obiettivo la prevenzione fine a s stessa ci sia lo scopo di insegnare ai nostri giocatori la giusta postura e biomeccanica degli esercizi proposti. Questo al fine di permettere loro una corretta esecuzione, fondamentale per ottenere i benefici sperati. Nonostante rientri nella categoria di rinforzo muscolare, la core stability, richiedendo essa una precisione di esecuzione notevole e, di conseguenza, una maggior difficolt di apprendimento, devessere introdotta gradualmente attraverso brevi tempi di lavoro e curando molto attentamente la meccanica dei giocatori. Consigliato quindi attendere di pi rispetto alle altre forme di prevenzione muscolare.

Articolo n 3 Gli appunti del mister Aspetti da considerare nella strutturazione di un microciclo di Angelo Iervolino
1. INTRODUZIONE Il presente articolo figura la strutturazione di un microciclo per una squadra dilettante che ipoteticamente partecipa al campionato di 1 categoria, nel mese di novembre. Il microciclo sar strutturato in tre sedute , con programmazione di gara di campionato la Domenica.

Il microciclo Luned Mattino riposo Pomeriggio

sar cos suddiviso: Marted Mercoled riposo riposo Seduta Seduta 2 1

Gioved riposo

Venerd riposo Seduta 3

Sabato riposo

2. CONTESTO Il microciclo che andremo a sviluppare inserito nel mesociclo di Novembre , con obbiettivo principale da perseguire durante la settimana il miglioramento della resistenza lattacida. Nel mese di Novembre il campionato si pu ritenere iniziato da circa un mese. Il microciclo che andremo ad analizzare si colloca allinizio del mesociclo di Novembre, anche per meglio rispettare il principio della progressivit. La squadra milita nel campionato di 1a Categoria . Molte volte in questo campionato bisogna sopperire a carenze tecniche o logistici ( dovuti a vari fattori come il livello tecnico dei giocatori non omogeneo, ai pochi allenamenti che si fanno, al comunque livello dilettante con la conseguente partecipazione agli allenamenti da parte dei giocatori dopo una giornata di lavoro, ecc) con organizzazione tattica e buone capacit condizionali. Il sistema di gioco scelto da adottare il 4-4-2 . Nelle esercitazioni tattiche o di capacit condizionali che prevedono lutilizzo della palla , si cercher di far riferimento a tale sistema di gioco per meglio allenare e sfruttare i tempi in relazione alla nostra organizzazione di gioco. 3. I PRINCIPI DELLALLENAMENTO In questo capitolo andremo ad analizzare i vari principi fondamentali dellallenamento. Principi a nostro modo di vedere essenziali per la buona riuscita e il miglioramento dellatleta e del collettivo.

3.2 LA SUPERCOMPENSAZIONE Laumento delle prestazioni dellatleta ha come base fondamentale ladattamento dei vari sistemi dellorganismo. Ladattamento la forma di difesa che lorganismo attiva contro le maggiori richieste di carico fisico rispetto alle sue basi fisiologiche. In generale lorganismo si difende quando viene sottoposto a particolari sforzi diversi dal normale; per rendere queste difese adattamenti alla sforzo, si deve procurare stato di disagio, ovvero fatica. Uno sforzo intenso provoca nellatleta consumo delle sue riserve energetiche con conseguente accumulo di sostanze di rifiuto. Solitamente , dopo il carico di allenamento, segue una fase di recupero e proprio in questa fase di recupero lorganismo non solo rigenera le riserve bruciate ma ne produce un piccolo surplus (supercompensazione). Quindi il concetto principale alla base del miglioramento della prestazione fisica la ricostruzione delle riserve energetiche in quantit maggiore. Tutto questo base per il principio della progressivit. C da ricordare che lo stato di supercompensazione molto labile e per questo se non viene periodicamente allenato, stimolato, (principio di frequenza) tende a perdere ci che ha guadagnato, questo non solo se parliamo di un lungo stop dagli allenamenti ma anche se c troppa distanza tra una seduta e laltra. Infine c da dire che la velocit di adattamento allo sforzo varia in funzione dellet e al grado di preparazione dellatleta: atleti pi giovani hanno una risposta adattativa pi veloce degli atleti adulti.

Grafico del principio della supercompensazione

3.2 PRINCIPIO DELLA PROGRESSIVITA

Uno stimolo poco intenso non ha effetti visibili e tende a perdere il suo effetto allenante. Alla base del miglioramento della prestazione fisica c la proposizione di stimoli man mano pi intensi in modo da provocare nellorganismo adattamenti a livelli pi elevati Ovviamente indubbio che laumento dei carichi di lavoro deve essere proposto per gradi, perch se lorganismo improvvisamente viene sottoposto ad uno stimolo troppo elevato, anzich super compensare avr un effetto contrario e una conseguente diminuzione della capacit di prestazione.

3.3 PRINCIPIO DELLA FREQUENZA Alla base del miglioramento fisico, ad anche tecnico, c la continuit. Per provocare adattamenti gli stimoli devono essere continui e non distanti tra loro. Se lo stimolo assente i miglioramenti tendono ad annullarsi , perdendo tutto il lavoro fatto in precedenza. Parlando in un discorso generale c bisogno che le sedute di allenamento , anche per i giovani, non siano troppo lontane tra loro e quindi avere una frequenza almeno tri-settimanale. fondamentale ricordare che gli adattamenti regrediscono rapidamente se non continuamente sollecitati: gli adattamenti alla resistenza regrediscono molto prima di quelli della forza e le capacit tecniche restano inalterate pi a lungo.

3.4 PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA Come si pu evincere stesso dalla definizione , dobbiamo allenare la nostra squadra in funzione di quello che far la domenica. In altre parole, abbiamo

gi detto che la nostra squadra deve fare dellorganizzazione di gioco e della buona capacit fisica il suo punto di forza e proprio per questo dobbiamo allenarla nello specifico in tal senso, non possiamo perdere tempo con esercitazioni di carattere generale. Nel nostro microciclo si cercato di seguire minuziosamente tale principio sia dalla fase iniziale sino alla fase finale della seduta. 3.5 PRINCIPIO DELLA VARIABILITA Variare le proprie esercitazioni un ottimo metodo per rendere lallenamento piacevole e allo stesso tempo fruttuoso. Fare sempre le stesse esercitazioni porter allinevitabile perdita di voglia da parte dei giocatori. Cambiare i mezzi di allenamento sapendo gli obbiettivi che stiamo inseguendo uno dei principi fondamentali dellallenamento. 4. LA RESISTENZA LATTACIDA

La resistenza lattacida definita come la capacit di resistere a un lavoro sotto accumulo di acido lattico , che si accumula nel muscolo quando si eseguono attivit ad alta intensit protratte oltre il tempo di 6-8 secondi , entro i quali lenergia viene invece fornita dal meccanismo anaerobico alattacido. Pu essere anche definita come la capacit di compiere sprint sotto accumulo di lattato senza avere significative perdite di accelerazione. Si allena con attivit ad alta intensit con tempi di recupero intorno ai 2/3 del recupero completo. Si possono proporre: esercitazioni con sprint (massima velocit) sui 10-20-30 m , per una distanza totale che va dai

300 m ai 450 m, e allora si parla pi precisamente di resistenza alla velocit , che pu essere vista come un particolare caso di resistenza lattacida esercitazioni con distanze pi lunghe (30-4050-60-80-100m ) eseguite circa 170-180 pulsazioni per minuto, per una distanza complessiva di circa 1000m ovviamente frazionati e intervallati da recupero, tra ripetizioni e serie, incompleto . Per non protrarsi troppo nel recupero o per non ripartire dopo aver recuperato troppo poco , si riparte quando il battito sceso a circa 120-125 pulsazioni per minuto. Nel nostro microciclo abbiamo scelto di allenare tale capacit, nella seduta di martedi ,e proporre piccole esercitazioni tattiche allenanti anche il mercoledi , studi hanno evidenziato che il lavoro a bassa intensit, comunque pu favorire lassorbimento dellacido lattico. Il marted perch cronologicamente il giorno pi distante dalla partita successiva . In generale lassorbimento dellacido lattico avviene in circa 40-50 minuti e proprio per questo da sfatare il mito dellacido lattico nelle gambe il giorno successivo che provoca dolore. Il dolore provocato da microfratture delle fibre muscolari, assolutamente normali dopo il lavoro di resistenza lattacida. Uno dei metodi usati per lallenamento della resistenza lattacida linterval training che segue delle linee base che sono: D T R I A Distanza da percorrere Tempo di percorrenza Ripetizioni Intervallo tra le ripetizioni Attivit di recupero tra le ripetizion

Articolo n 4 Gli appunti del mister

Migliora la performance,previene gli infortuni:CORE TRAINING


di Jonathan Proietto

CORE TRAINING: "Migliora la performance, previene gli infortuni" Essendo il calcio uno sport situazionale nel quale si ritrovano movimenti rapidi, esplosivi, cambi di direzione repentini, accelerazioni fulminee e decelerazioni altrettanto rapide, il calciatore deve essere allenato come una unica grande entit. il Core training, inteso come complesso delle attivit allenanti il Core, la base fondante di un nuovo modo di organizzare l'allenamento che ha acquisito recentemente una grande importanza nei piani di condizionamento fisico-tecnico nelle pi importanti realt calcistiche in tutto il mondo. Il Core include "tutti i muscoli compresi fra spalle e pelvi e che agiscono per il trasferimento di forza dalla colonna alle estremit ovvero consentono il collegamento reciproco fra tratto assile e tratti appendicolari". La programmazione dell'allenamento basata sul Core training deve quindi contenere una combinazione di forza, flessibilit e controllo i cui obiettivi sono il miglioramento dell'elasticit muscolare e della mobilit articolare, lo sviluppo della forza, l'incremento della resistenza, il miglioramento dell'equilibrio e delle abilit motorie, l'adattamento neurale, il miglioramento della capacit di concentrazione e autovalutazione. Da ci si evince che il calciatore deve essere allenato come una unica grande entit anche perch il cervello umano riconosce il movimento nel suo insieme e non per l'azione isolata di un singolo muscolo. Al di l delle definizioni tecniche il Core Training apre le porte a un nuovo concetto di allenamento fisico nel gioco del calcio, predisponendo il corpo a svolgere pi efficacemente le attivit motorie attraverso esercizi

che integrano forza e resistenza muscolare provocando e stimolando la capacit di risposta del corpo agli stimoli esterni anche utilizzando attrezzi che sollecitino l'equilibrio e le capacit coordinative.

Core Ability: "PROGRAMMAZIONE ADEGUATA PER L'ATTIVAZIONE MUSCOLARE"

Abbiamo ormai metabolizzato che la Core Stability o endurance la capacit di stabilizzare la colonna vertebrale come risultato dellattivit muscolare mentre la Core Strength labilit dei muscoli per produrre potenza attraverso la forza contrattile e la pressione intra-addominale. Spesso ci capita in ambito calcistico e anche in fase di riatletizzazione di accostare alla parola Core due termini simili ma sui quali occorre operare una netta distinzione: Stability (endurance) e Strengh. Stabilit e forza rappresentano il rovescio della stessa medaglia ma importante non confonderli tra loro. Possedere buoni livelli di forza e stabilit sia per svolgere le comuni attivit quotidiane sia nella prestazione sportiva.Laumento dei livelli qualitativi e quantitativi di tali parametri permette sicuramente di migliorare la performance calcistica. Questa caratteristica che tiene conto del miglioramento di entrambi i parametri definibile con il termine Core Ability. Lo studio che ha portato allispirazione ed alla creazione di un sistema per la Core Stability impostato su dei blocchi di esercizi, da cui ne nasce il Core Training che inizia da isolate attivazioni della muscolatura profonda allutilizzo di pesi su superfici irregolari, tenendo conto del differente ruolo funzionale dei muscoli coinvolti. Le linee guida del progetto utilizzato per la riatletizzazione attraverso la Core lho utilizzato in questo modo: - utilizzando esercizi mirati e ad effetto multiplo per aver la massima probabilit di raggiungere tutti gli obiettivi preposti. - utilizzando solamente attrezzi solitamente facilmente accessibili a tutti senza che si rendano necessarie

apparecchiature speciali, cos da facilitare esecuzioni frequenti ed in ogni circostanza; - utilizzando un insegnamento teorico pratico, della massima incisivit, della tecnica, cos da facilitarne un apprendimento consapevole ed una possibile autovalutazione. CORE STABILITY: "L'allenamento propriocettivo nel calcio, importante perche?" In questi anni di operato nella preparazione fisica al calcio e nel recupero di atleti infortunati, mi sono sempre chiesto: "L'allenamento propriocettivo si giustifica e si utilizza solo per prevenire potenziali traumi articolari e muscolari, oppure torna utilie un training mirato al miglioramento della forza reattiva dei muscoli degli arti inferiori?" In effetti, c' da dire che, lo schema utilizzato e costruito un programma graduale sulla Core Stability e quindi sulla propriocezione, fa notare l'attenzione nei confronti degli aspetti preventivi e riabilitativi, successivamente finalizzati alla riduzione dell'instabilit funzionale dell'articolazione stessa. Tuttavia il nostro compito (da preparatore fisici) quello di orientare la propria attenzione nei confronti dell'opportunit di migliorare la propriocezione in vista dell'evoluzione delle componenti di forza reattiva dei muscoli complessi gamba-piede. Sono molteplici, se ci fate caso, le componenti che interagiscono nel sistema di controllo della postura: tra questi, oltre i sistemi sensoriali, la coordinazione intermuscolare ed intersegmentaria, si deve tener presente anche la forza reattiva delle componenti muscolari interessate all'appoggio ed alla propulsione nel passo e nella corsa, per adattarsi immediamente all'ambiente entro cui si evolve un'azione di gioco magari. Ecco perch, un lavoro ben integrato dei muscoli intrinseci ed estrinseci del piede, costituisce il presupposto sia per l'efficacia e l'utilit delle informazioni di tipo afferente, sia per l'efficacia della funzione motoria.

PROPIOCETTIVA: "Un buon allenamento ne riduce i traumi" La scienza e lo studio sull'allenamento ha orientato sempre l'attenzione nei riguardi delle componenti propriocettive e dell'influenza di queste, sia sulla prestazione di routine (postura eretta), sia su prestazioni agonistiche di elevata qualificazione, (stacco monopodalico e successivo cambio di direzione). L'introduzione di nuovi sistemi di valutazione delle gestione del disequilibrio ha confermato come quest'ultimo sia influenzato in modo determinante dalla consapevolezza delle informazioni propriocettive in ingresso. L'insorgenza, durante o dopo di un trauma distorsivo causa di deficit propriocettivi capaci di innescare un processo in cui l'instabilit funzionale conseguente comporta recidive sulla stessa struttura anatomico funzionale. Risale quindi in cattedra tutto quello che riguarda, i ruoli che svolgono: i fusi neuromuscolari, organi tendinei del golgi e le altre terminazioni libere). Una carta che possiamo giocare a nostro favore, il continuo monitoraggio (che ho appreso nella mia breve esperienza al Milan-Lab), del nostro atleta sotto il punto di vista dell'esecuzione del gesto, sia tecnico che atletico. Un esperimento che io stesso ho iniziato da quest'anno e che spero possa restituirmi i risultati che mi sono prefissato.

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