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Relazione sullattivit di Emanuele C.

Colombo Assegnista di ricerca presso Universit Cattolica con nanziamento Confcooperative

Nel corso del biennio 2009-2010 Emanuele C. Colombo ha svolto attivit di ricerca sulla Confcooperative, in qualit di assegnista di ricerca presso lUniversit Cattolica del Sacro Cuore, avendo come tutor il prof. Pietro Cafaro. Lattivit si focalizzata sul reperimento di materiale storico e archivistico riguardante la storia di CCI, al primario scopo di fornire le basi documentarie per redigere una storia dellorganizzazione, prevista in uscita nel 2011 ad opera di Pietro Cafaro. Allinterno di questa attivit stato poi sviluppato un progetto di risistemazione dellarchivio storico dellorganizzazione, attualmente ancora in corso. La presente relazione dunque stata articolata su tre punti. Nel primo di essi si spiega quali sono state le fonti consultate e si espone in dettaglio il tipo di ricerca documentaria che si voluto intraprendere. Nel secondo si d conto delloperazione di riordino dellarchivio storico. Nel terzo, si espongono i risultati raggiunti e, su tale base, alcuni progetti di lavoro.

Reperimento e organizzazione delle fonti

Il reperimento e lorganizzazione (ora completati) del materiale necessario per redigere una storia complessiva di Confcooperative ha posto svariati problemi, cui si accenna rapidamente. Anzitutto, la storia dellorganizzazione divisa anche dal punto di vista delle fonti in due parti ben distinte: la prima, precedente al 1946 e alla ricostituzione di CCI dopo le esperienze del fascismo e della guerra; la seconda, successiva a

tale data. Cerchiamo sinteticamente di esporre la situazione relativa a entrambe le parti, per entrare poi nello specico delle fonti consultate. La prima parte, quella pi antica, presenta una notevole dispersione documentaria, oltre ad una storia in s stessa accidentata. Lambizione stata quella di non far partire le ricerche dalla nascita uciale dellorganizzazione, avvenuta secondo la vulgata nel 1919 (in realt la decisione attuativa risale al 1918), ma di ricostruire le origini della cooperazione italiana dispirazione cristiana. La genesi di CCI stata cos collocata allinterno di un processo di pi lungo periodo, a partire dalle prime esperienze federative di ne Ottocento. Soltanto in questo modo stato infatti possibile capire le motivazioni della nascita formale di CCI, che pu apparire in forte ritardo rispetto a quella della Lega delle cooperative. Strutturato in tal modo il piano di lavoro, era chiaro che ci si trovava ad arontare una complessit documentaria considerevole. Secondo questo schema, il periodo di gestazione di CCI (ne Ottocento-1919) doveva essere arontato attraverso unanalisi complessiva delle fonti sul movimento cattolico e pi in specico sulle federazioni di settore, nate precedentemente alla costituzione di CCI. Anche il periodo, breve, di funzionamento dellorganizzazione, dal 1919 no al suo scioglimento in et fascista, presenta problemi documentari non indifferenti. Il principale riguarda la mancanza di un archivio interno di Confcooperative anteriore al 1946, nonostante gli sforzi fatti per cercare di ritrovarlo. A questa decienza si supplito attraverso unanalisi sistematica e una completa schedatura del periodico di CCI, Cooperazione popolare, poi divenuto Cooperazione popolare-Il domani sociale. Lanalisi della cooperazione cattolica in et fascista ha posto problemi non dissimili: larchivio dellEnte nazionale fascista della cooperazione non infatti risultato reperibile, essendo a quanto pare stato distrutto. Lanalisi si per potuta giovare di una fonte alternativa di grande spessore, nora mai utilizzata, e cio i resoconti delle attivit dellente contenuti nella documentazione del Ministero delle corporazioni da cui dipendeva. In parallelo, si inoltre condotta unanalisi sistematica e completa del periodico dellazione cattolica, il Bollettino uciale dellazione cattolica italiana, dove compare regolarmente una rubrica dedicata allIcas, vale a dire lorganizzazione entro cui, a partire dal 1926, conuisce lattivit della cooperazione cattolica italiana, ponendosi dunque in un certo qual modo come la prosecuzione naturale di Confcooperative, pur in vesti e sotto una forma completamente diverse.

Sono stati inoltre condotti sondaggi presso lArchivio centrale dello Stato, sia per quanto concerne la parte precedente alla nascita formale di Confcoperative che per il periodo fascista. Il reperimento e lorganizzazione delle fonti relative alla seconda parte della storia di Confcooperative, dal 1946 in poi, ha posto invece problemi di carattere pressoch diametralmente opposto rispetto alla fase precedente. In questo caso ci si trova infatti di fronte ad unabbondanza di materiale veramente considerevole. Anzitutto, abbiamo a disposizione larchivio dellorganizzazione (di cui poi diremo), articolato a sua volta in un sistema di fonti complesso attualmente in corso di ordinamento. In secondo luogo, possiamo contare su una serie di altre fonti di notevole spessore documentario, come larchivio della Democrazia cristiana depositato presso lIstituto Sturzo a Roma, il Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e leconomia sociale di Bologna, i diversi fondi interessanti la cooperazione presso lArchivio centrale dello Stato, larchivio della Banca dItalia. Lanalisi ha inoltre considerato le fonti di carattere parlamentare, in particolare i risultati di alcune commissioni dinchiesta (come quella sulla libera concorrenza, dove si toccano temi nodali per la cooperazione cattolica; o linchiesta su Federconsorzi), gli atti della Costituente, e gli atti parlamentari. Inne, si proceduto ad unanalisi complessiva del periodico edito da CCI dal Dopoguerra no ad oggi, Italia cooperativa, di cui sono anche stati digitalizzati gli articoli ritenuti di maggiore interesse ai ni della presente ricerca. Su alcune delle fonti (o dei periodi) qui indicati, particolarmente complessi, val la pena svolgere un breve approfondimento, che riportiamo nelle pagine seguenti.

1.1

Le fonti sul periodo formativo di Confcooperative

Per quanto riguarda il periodo formativo di CCI si ricercato e selezionato un corpus specico di fonti. Il lo principale della storia di Confcooperative stato seguito attraverso unanalisi dettagliata del periodico uciale del movimento cooperativo cattolico, Cooperazione popolare, poi divenuta Cooperazione popolare-Il domani sociale. La schedatura ha coperto il periodo tra 1894 e 1926, ed ha permesso una conoscenza diretta e di prima mano del movimento cooperativo cattolico.

Un secondo lone di indagine stato rappresentato dagli atti dei congressi del movimento cattolico italiano, alcuni dei quali gi editi mentre di altri stata reperita la documentazione presso larchivio dell Opera dei congressi e dei comitati cattolici in Italia, 1874 - 1904 sito a Venezia. Un terzo lone, utile soprattutto per ricostruire landamento quantitativo della cooperazione cattolica in questo periodo, stato rappresentato dalle inchieste condotte su iniziativa del MAIC (Ministero dellAgricoltura, dellIndustria e del Commercio). In particolare, stato realizzato uno spoglio completo dei volumi Statistica delle societ cooperative italiane esistenti nel 1902 e Le organizzazioni operaie cattoliche in Italia, edito a Roma nel 1911, che censiscono tutte le organizzazioni cooperative cattoliche in queste date e ne fanno anche una breve storia. Al ne della ricostruzione quantitativa sono state inoltre studiate le periodiche rilevazioni riportate su Cooperazione popolare e il censimento sulle attanze collettive del 1906. Un quarto lone documentario stato inne rintracciato presso lArchivio centrale dello Stato, dove si consultato in particolare il fondo del Ministero dellAgricoltura, dellIndustria e del Commercio, competente anche per il credito e le societ cooperative. I versamenti pi utili sono risultati la Divisione industria e commercio, Direzione generale del credito e della previdenza e il V versamento, in cui sono raggruppate informazioni di vario tipo sulle associazioni cooperative. Come integrazione del materiale archivistico stata poi compiuta unanalisi della bibliograa sul movimento cooperativo cattolico. In particolare, stata condotta unanalisi dettagliata degli articoli presenti allinterno del Bollettino dellarchivio per la storia del movimento sociale cattolico. Inoltre, si sono compiute missioni presso la Biblioteca nazionale di Firenze per quanto riguarda la letteratura cooperativa dellepoca.

1.2

Le fonti sul periodo fascista

Il periodo fascista ha visto una prima fase di esistenza uciale di CCI, no al 1926, che stata arontata come in precedenza attraverso la schedatura di Cooperazione popolare. La seconda fase ha invece previsto uno studio delle fonti relative allIcas. E stata inoltre eettuata una generale ricognizione delle fonti sulla cooperazione fascista, per cercare di comprendere che ruolo vi avesse il movimento cattolico.

A tal ne, stato condotto un lavoro che ha riguardato da una parte la schedatura di alcune importanti riviste e dallaltro il reperimento di fonti in archivi specici. Sul primo versante, sono state analizzate in maniera dettagliata le seguenti riviste attive in periodo fascista: Il lavoro cooperativo; Sindacato e corporazione. Bollettino del lavoro e della previdenza sociale, informazioni corporative; e il Bollettino uciale dellazione cattolica italiana. Il lavoro cooperativo era la rivista uciale della cooperazione fascista, in cui si possono trovare in particolare notizie sulla forma organizzativa e normativa assunta dalla cooperazione in questo periodo. Sindacato e corporazione invece il bollettino di informazioni del Ministero delle corporazioni, allinterno del quale era incardinato lEnte nazionale fascista della cooperazione. La rivista fornisce in particolare informazioni sullattivit istituzionale dellente, altrimenti irreperibile stante la perdita dellarchivio interno. Il Bollettino uciale dellazione cattolica italiana invece la rivista uciale dellazione cattolica, entro la quale funzionava lIcas (Istituto cattolico di attivit sociali). La rivista fornisce notizie dettagliate sullattivit dellIcas. Questultimo era il principale punto di riferimento dela cooperazione cattolica in et fascista, con lesclusione per delle casse rurali, che continuarono ad esistere con una loro specica federazione e si associarono solo tardivamente allIcas. Lo spoglio della rivista stato analitico e integrale e ha avuto la funzione di supplire alla consistenza piuttosto scarsa del fondo archivistico dellIcas situato allinterno dellArchivio dellazione cattolica, la cui documentazione parte solo dal 1933. Un ulteriore lone di analisi stato rappresentato dalla letteratura grigia, vale a dire le pubblicazioni non uciali riguardanti la cooperazione in et fascista. In particolare, lEnte nazionale fascista della cooperazione ha prodotto durante la sua esistenza molta letteratura grigia, che stata consultata presso il Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e leconomia sociale. Per quanto riguarda la ricerca archivistica, si sono consultati larchivio dellAzione cattolica italiano, dove depositato il fondo dellIcas; lArchivio della Sacra congregazione per il concilio, fondo Casse rurali e banche, che contiene le risposte delle casse ai quesiti della Congregazione sulle attivit del clero nella cooperazione di credito; larchivio della Banca dItalia, utile per ricostruire le vicende della Federazione italiane delle casse rurali. Vari sondaggi sono stati inoltre compiuti presso lArchivio centrale dello Stato, dove stato in particolare visionato il fondo del Ministero delle corporazioni, entro il quale era

ucialmente inquadrata lattivit cooperativa.

1.3

Archivio di Confcooperative

Per quanto riguarda il periodo di vita di Confcooperative dal 1946 in poi, unimportanza fondamentale assume ovviamente larchivio storico dellistituzione. Si tratta di un archivio particolarmente ricco, il cui riordinamento in fase di completamento. In relazione alla redazione della storia di CCI, il problema pi complesso da risolvere consistito nellanalisi e nella selezione di un materiale assai eterogeneo. Possiamo qui cercare di semplicare attraverso una serie di punti la natura del materiale consultato:

Organi centrali Si tratta dei verbali uciali e dei resoconti stenograci delle riunioni degli organismi centrali dellistituzione: Consigli nazionali; comitati di presidenza; assemblee. Le serie sono state sottoposte ad unanalisi e ad una schedatura dettagliata, al ne di ricostruire la vita istituzionale di CCI. Miscellanea Con il termine miscellanea si indicano le cartelle relative allattivit complessiva della Confcooperative. Si tratta di materiale molto vario, che va dai rapporti di CCI con altre organizzazioni (come Cisl, DC, ministeri, altre centrali cooperative, etc.) a inchieste sul mondo cooperativo; da questione tematiche (agricoltura, commercio, etc.) al materiale preparatorio dei convegni. La parte in via di riordino, ma risultata comunque fondamentale per comprendere le relazioni di CCI con il mondo politico ed economico italiano. Federazioni Si tratta del materiale prodotto dalle singole federazioni di settore, attualmente in via di riordino. Il materiale stato pi che altro indagato per comprendere il funzionamento interno dellorganizzazione. Organismi territoriali Con il termine indichiamo le unioni provinciali e le pi tardive unioni regionali, costituitesi nel corso degli anni Settanta. Il materiale, ancora da riordinare, stato parzialmente indagato in relazione ad alcune unioni provinciali, per comprendere la questione del radicamento di Confcooperative sul territorio.

1.4

Archivio della DC

Indagini approfondite sono state compiute nellarchivio della Democrazia cristiana depositato presso larchivio Sturzo di Roma, al ne di chiarire il rapporto tra DC e Confcooperative. Lanalisi si incentrata sul fondo della Segreteria politica, presso cui si ritrovata la serie completa dell Ucio problemi della cooperazione, vale a dire uno specico ucio interno alla DC istituito per occuparsi di questioni cooperative. Lucio ha cominciato la sua attivit nel 1960 assumendo un carattere ibrido, funzionando sia come ucio studi e per la ricerca che come longa manus del partito sulla cooperazione, settore ritenuto di carattere strategico. Lucio doveva nelle intenzioni della DC dedicare particolare attenzione alla cooperazione nel settore agricolo, che rappresenta, fra i vari settori di cui si interessa la cooperazione, quello destinato ad avere nel futuro un notevole sviluppo, con importanti ripercussioni nel campo economico, aumentando la produttivit delle piccole aziende, ed in campo sociale, emancipando economicamente talune delle categorie pi misere di lavoratori della terra1 .

Riordino dellarchivio storico

Il lavoro di reperimento delle fonti per la storia della Confcooperative stato anche loccasione per realizzare un riordino complessivo dellarchivio dellorganizzazione, che versava in precedenza in uno stato di abbandono e non era soggetto ad alcun criterio di conservazione. In proposito, il lavoro stato organizzato in due fasi. La prima, attualmente in corso, e che ragionevolmente si pu ritenere possa essere conclusa entro un anno, riguarda lordinamento e la sommaria inventariazione dellarchivio storico della CCI. Allo stato attuale, il materiale gi ordinato riguarda gli organi centrali, parte delle federazioni e una parte molto ridotta della miscellanea. Mancano allappello buona parte di questultima, in particolare per quanto riguarda le relazioni con le altre organizzazioni, tutta la documentazione relativa alle unioni provinciali, nonch la maggior parte delle federazioni. Al termine del lavoro di riordino si mira dunque a fornire un archivio storico in piena regola a Confcooperative, dotato di unorganizzazione razionale e di strumenti di consultazione (inventari). In un secondo momento, e secondo le
Istituto Sturzo, Archivio storico della DC, fondo Segreteria politica, scat. 121, fasc. 46, a rma di Ermanno Gorrieri, 20/5/1960.
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disponibilit e le esigenze di CCI, si potr pensare a dotare larchivio storico di inventari dettagliati, utili nel caso in cui si decida di aprire larchivio ad unutenza di studiosi. Il lavoro che si intrapreso mira inoltre a stabilire precisi criteri di versamento, per ci che riguarda la distinzione tra archivio storico e archivio di deposito, in modo tale da stabilire una procedura per il versamento dalluno allaltro archivio. Nellarchivio storico saranno tendenzialmente fatti conuire tutti quei documenti che (secondo le regole dellarchivistica e della sensibilit storica, nonch gli interessi di CCI) possono essere ritenuti come parte della memoria storica della Confcooperative. La costruzione di un archivio di deposito funzioner come una sorta di cerniera tra archivio storico e archivio corrente (relativo cio alla documentazione attualmente prodotta dallistituzione). Secondo la denizione che ne d Luciana Duranti, larchivio di deposito un luogo appositamente designato per la ricezione e la gestione dei documenti archivistici che non sono sucientemente attivi da essere temuti negli uci amministrativi, ma sono troppo attivi per essere trasferiti allarchivio storico o il cui valore non sia suciente a garantire la conservazione permanente, ma troppo alto per permetterne la distruzione2 . Lo scopo della conservazione implica unoperazione di valutazione delle carte ai ni di determinarne un criterio corretto di selezione e scarto del materiale. Questa opera di riorganizzazione, che porter ad un archivio storico funzionale, sar curata dal dott. Emanuele Colombo e si avvarr della risorsa attualmente in forza a Confcooperative, Giordana Valente. Collateralmente a ci, si prevede anche di stilare una procedura di base per la creazione di un archivio corrente eciente, dove possa conuire la documentazione prodotta dallistituzione. Larchivio corrente il complesso della documentazione relativa ad aari ancora in corso, in cui cio le carte sono correntemente prodotte e utilizzate per nalit pratiche e amministrative del soggetto produttore. Devono perci essere rese facilmente disponibili al personale dellorganizzazione e dopo un determinato numero di anni essere consegnate allarchivio di deposito. Questa seconda attivit sar curata da un archivista professionista, dott. Vittorio Tigrino, ricercatore e docente presso lUniversit del Piemonte Orientale, che si potr avvalere della risorsa messa a disposizione da CCI, Giordana Valente.
L. Duranti, I documenti archivistici. La gestione dellarchivio da parte dellente produttore, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ucio centrale per i beni archivistici, 1997, p. 115.
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Risultati raggiunti, progetti e prospettive

I risultati raggiunti dal dott. Emanuele Colombo nei due anni trascorsi come assegnista di ricerca riguardano principalmente il reperimento di fonti per la storia di Confcooperative, in via di realizzazione da parte del prof. Cafaro. Tale lavoro ormai stato completato e la storia di CCI attualmente in fase di composizione. Il prossimo anno di lavoro da parte del dott. Emanuele Colombo, anchesso sotto forma di assegno di ricerca erogato dallUniversit Cattolica, dovrebbe essere invece dedicato alla conclusione del riordino dellarchivio storico. Il lavoro sulle fonti ha portato comunque anche ad una serie di altri risultati, o, meglio, di progetti. La ricostruzione del patrimonio documentario di CCI ha infatti incanalato la ricerca entro due ambiti, tra loro connessi, che riteniamo possano essere di notevole interesse per lorganizzazione. In primis, si analizzata una vasta parte della ricca documentazione relativa non solo a CCI ma a tutto il variegato mondo della cooperazione cattolica (e non solo). Ci ha permesso di comprendere il ruolo di CCI allinterno di un movimento economico quanto mai dinamico ma anche complesso, fatto di rapporti in costante via di denizione: basti pensare, ad esempio, alla relazione con la cooperazione di credito o, per uscire dal novero delle organizzazioni di osservanza bianca, al rapporto con la Federconsorzi. Da ci noi pensiamo possa derivare una migliore comprensione di CCI come organizzazione economica e sociale operante a pi livelli, non solo allinterno di (pi o meno) rapporti consolidati, ma in realt in uno scenario assai pi ampio. In secondo luogo, ci pare che lavorare sulle fonti voglia dire anche lavorare sull identit dellorganizzazione. Il riordino e la messa in servizio del patrimonio documentario mette cio a disposizione di Confcooperative uno strumento attraverso cui possibile comprendere il signicato della sua identit. Detto in altri termini, lavorare sulle fonti permette di porre in maniera pi chiara la domanda: Cosa vuol dire appartenere a Confcooperative? Una domanda, come suggerisce la documentazione stessa, quanto mai complessa e sfaccettata. Sullo sfondo di queste due prospettive potrebbero essere collocati ulteriori progetti di lavoro, che sul breve termine paiono avere come riferimento anche la ricorrenza del 2012, dichiarato dallONU anno internazionale delle cooperative. Anzitutto, ci pare che lavorare sullidentit cooperativa voglia dire comprendere meglio il rapporto della centrale cooperativa con il territorio, e in particolare con le unioni provinciali. In proposito, segnaliamo che presso larchivio di Confcooperative esiste un fondo di enorme interesse in tal senso, contenente le adesioni a 9

CCI di tutte le societ cooperative dal 1946 in poi. Al momento delladesione, le cooperative inviavano alla sede centrale anche il proprio statuto, lorganigramma, e talora il verbale della riunione fondativa. Il fondo ordinato per province e cronologicamente; manca tuttavia un inventario, per cui allo stato attuale non sappiamo realmente quali siano le societ cooperative eettivamente comprese nel fondo. Ci pare che lanalisi di questi documenti ponga una questione fondamentale per CCI e la sua comprensione del territorio, ovvero: Perch una societ cooperativa decide di aderire a Confcooperative? Anche in questo caso, naturalmente, la risposta non una sola ma sono diverse. Anche la messa in funzione di un archivio storico invita, naturalmente, ad ulteriori progetti. Quello pi ambizioso ci sembra essere legato alla costruzione di un centro di ricerca e documentazione sulla cooperazione bianca, sul modello del Centro italiano di documentazione sulle societ cooperative con sede a Bologna. Il nucleo fondamentale di un simile centro dovrebbe essere costituito dallarchivio storico di CCI, accompagnato da una biblioteca. Questultima dovrebbe radunare anzitutto i libri attualmente sparsi per la sede dellarchivio e permettere la consultazione di Italia cooperativa, Cooperazione popolare e le altre riviste storiche della cooperazione. Contemporaneamente, potrebbe essere realizzato un archivio multimediale, comprensivo della ricca documentazione fotograca presente in archivio e dei lmati realizzati da CCI. Inne, si potrebbe pensare ad una digitalizzazione di parte dellarchivio o almeno dei suoi documenti ritenuti pi rappresentativi e importanti storicamente.

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