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Salerno

CIRCOLARI del 23 MARZO 2012

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Dipartimento Politiche Previdenziali, Fisco, Prezzi e Tariffe, Rapporti con gli Enti e i CIV

Alle FNP-CISL Regionali Alle FNP-CISL Territoriali Al Coordinamento Donne FNP-CISL Ai RR.TT. Reg.li e Terr.li FNP-CISL Scuola AllUfficio Legale FNP-CISL e, p.c. Alla Presidenza INAS-CISL Nazionale - Loro Sedi Roma, 21marzo 2012 Circolare n. 87/pt Oggetto: Personale ATA transitato nei ruoli dello Stato

Con riferimento alla nostra circolare n. 21 del 23 gennaio u.s. ritorniamo sullargomento in oggetto per comunicarvi che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 25287/2011, si pronunciata recependo integralmente le argomentazioni formulate dalla Corte di Giustizia Europea con la nota decisione del 6 settembre 2011, richiamando altres anche la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani del 7 giugno 2011. La motivazione della predetta sentenza di Cassazione richiama lo stesso principio formulato dalla Corte di Giustizia Europea a giustificazione dellaccoglimento del ricorso proposto dal lavoratore, ed infatti, Il caso in esame deve quindi essere deciso in consonanza con la sentenza della Corte di giustizia europea. Ci comporta che il ricorso deve essere accolto perch la violazione del complesso normativo, costituito dalla l. n. 124/99, art. 8 e l. n. 266/05, art. 1, comma 218 denunziata, deve essere verificata in concreto sulla base dei principi enunciati dalla Corte di Giustizia Europea. La decisione impugnata deve, pertanto, essere cassata con rinvio alla medesima Corte dAppellola quale dovr decidere la controversia nel merito, verificando la sussistenza, o meno, di un peggioramento retributivo sostanziale allatto del trasferimento e dovr accogliere o respingere la domanda del lavoratore in relazione al risultato di tale accertamento. Tale decisione supera le riserve a suo tempo, doverosamente, formulate in merito allOrdinanza n. 23834/11 di rinvio alla Corte Costituzionale da parte della medesima Corte di Cassazione, di cui vi abbiamo reso conto con nostra circolare del 30 novembre u.s.. Cogliamo loccasione per informarvi, altres, che il ricorso proposto dallo Stato Italiano avverso la pronuncia della
Federazione Nazionale Pensionati Cisl - Via Castelfidardo 47, 00185 Roma Telefono 06/448811 - Fax 06/4440376 - E-mail posta@fnp.cisl.it - www.pensionati.cisl.it

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Corte Europea dei Diritti dellUomo stato respinto in data 28 novembre u.s. dalla Grande Camera, e ci a conferma e conforto della fondatezza della decisione della Cedu. Pertanto possibile, con ampia sicurezza, avviare il contenzioso sulla base delle argomentazioni a suo tempo fornite con le nostre precedenti circolari. Il Dipartimento Previdenza ha gi avviato alcune iniziative giudiziarie tramite i propri legali ed a disposizione di tutte le strutture territoriali che ritenessero opportuno avvalersene. Cordiali saluti. Mario Menditto (Segretario Nazionale)

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SOMMARIO

LETTURA ED ESITI DELLA CRISI ECONOMICA................................................................... 2 CONSEGUENZE SU PARTITI E SINDACATI- NUOVA CONFEDERALIT .......................... 4 UNA MISSION RINNOVATA PER LA FNP .............................................................................. 5 RILIEVO SOCIALE DELLA LONGEVIT ................................................................................ 6 LA FAMIGLIA COME FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICO .............................................. 7 LA FISCALIT COME STRUMENTO DI REDISTRIBUZIONE................................................ 9 FNP: UN MODELLO DA RIPENSARE ................................................................................... 12 NECESSITA DI PROGETTARE UN NUOVO WELFARE ..................................................... 16 DALLACCORDO AL VERBALE ........................................................................................... 23 LA FNP COGLIE NEL PRESENTE I SEGNI DEL FUTURO.................................................. 27

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LETTURA ED ESITI DELLA CRISI ECONOMICA

Lesigenza di affrontare la grave emergenza socio-economica che ha condotto lItalia sulla soglia del baratro, correlata ad una crisi di dimensioni mondiali, ha prodotto un governo di tecnici proposto dal Presidente della Repubblica, con largo sostegno parlamentare, che ha iniziato ad assumere provvedimenti di riforma, di risanamento e rilancio delleconomia ipotizzando la soluzione positiva attraverso valori espressi con le parole inconsuete di sacrifici ed equit. Mentre si percepisce il clima di un rinnovato apprezzamento del ruolo e del prestigio del Paese nellambito internazionale (che era precipitato rovinosamente nelleclissi tentacolare del precedente governo) si avverte, in una sospirata visione di un futuro pi credibile, lemergere della ricerca di tutela degli interessi pi divergenti in capo a classi e/o corporazioni, e, per contro, la difficolt di fare prevalere il bene comune, in un quadro di relativa equit, che, in un contesto frammentato, colpisce pi acutamente i poveri, gli ultimi, il lavoro e la pensione, lo stato sociale e le condizioni di disabilit.

Nel prendere atto della dimensione sovra-nazionale della crisi occorre sottolineare che il centro del problema rappresentato dallEuropa, nella quale si introdotta la moneta unica delleuro senza avere preventivamente creato lintegrazione delle Istituzioni politiche (come un governo europeo) ed economiche (come una vera banca centrale europea) necessarie per far funzionare compiutamente limpianto UE.

I Paesi interessati e coinvolti nella circostanza monetaria non possono pi procedere a svalutare la loro precedente moneta (per ripristinare competitivit) e, pertanto, sono destinati a subire una progressiva disoccupazione di massa ed una lenta ma inarrestabile deflazione (con evidenti fratture sociali specie per gli anziani, i giovani e le donne).

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Avendo sorvolato sulle alterne vicende del capitalismo industriale di ieri (quando il Paese si impoveriva di industrie e tollerava le dislocazioni colpendo il lavoro) ci si trova in difficolt ad interpretare le evoluzioni del capitalismo finanziario di oggi che, attraverso la speculazione, mette in atto una distruzione di risorse e di assetti che, pi che apparire creatrice, pone interrogativi etici e morali sulla spinta propulsiva della societ e delle sue reti di sicurezza sociale. Nella grande mutazione istituzionale e sociale che ne consegue il progredire dell intensit della crisi intacca le radici delle comunit, soprattutto allargando le disuguaglianze, scuote la speranza e le attese, rinchiudendo i cittadini in una strategia di sopravvivenza, rende pi fragile il tessuto democratico che, per la delega al governo tecnico a termine, impone una discontinuit ai partiti politici, alle forme di rappresentanza e agli strumenti propri dellassociazionismo.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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CONSEGUENZE SU PARTITI E SINDACATI- NUOVA CONFEDERALIT

Per quanto concerne i partiti politici emerge lesigenza di una stagione nuova con volti nuovi e soggetti veramente democratici che generino modelli di rappresentanza non pi personali e/o proprietari, ma operino sulla acquisizione del consenso popolare e selezionino una classe dirigente idonea ed allineata per et, genere, competenza e merito almeno alla media dei Paesi pi modernizzati.

La Fnp non pu non affrontare anche le tendenze verso una mutazione progressiva della confederalit. Una confederalit meno antagonista e pi propositiva che diventa interlocutore obbligato delle controparti pubbliche e private rimodulando, a livello nazionale, il modello di concertazione, meno orientato allo scambio e pi impegnato nella elaborazione e nella proposta dell innovazione politica e sociale.

Una confederalit che, nella sua dimensione locale, si immedesima nel territorio che, nella sua specificit, diventa presidio della comunit, gestione della sussidiariet connessa alla solidariet, sforzo genuino e continuo di una proposta di innovazione che deriva dalla lettura collettiva della storia.

Una

confederalit

che

consente

di

sperimentare,

nel

confronto

interistituzionale

ed

intergenerazionale, qualcosa di nuovo sul modello collettivo, unaltra forma di comunit, un rinnovamento delleconomia ed un continuo ri-orientamento dello stato sociale, unapertura verso limpegno per sconfiggere il riflusso delle attivit.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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E sensazione generale che il sindacato confederale sia costretto ad un impegno operoso per acquisire il valore dellequit, che diventa comprensibile solo nel contesto di un progetto comune e condiviso, che acquista senso quando assume un ampio respiro ed una coerenza verso le prospettive di lunga durata, valorizzando il vivere comune sostenibile.

UNA MISSION RINNOVATA PER LA FNP

La Fnp che rappresenta, attraverso la tutela della condizione dei pensionati, il settore esistenziale dellanzianit, nella successione delle sue fasi variegate, deve tendere verso lobiettivo strategico di cooperare per la costruzione di una societ non di vecchi, ma per i vecchi, dove la longevit un patrimonio, dove la vita deve essere piena ed attiva e non ridursi ad un insieme di anni che strappiamo alla morte.

In questo contesto, di conseguenza, per la Fnp generare il futuro significa rinnovare un impegno per aprire prospettive di crescita civile e democratica e di sviluppo socio-economico del Paese e della UE, perch il dopo-crisi possa essere, pure in una condizione di solidariet e di maggiore sobriet rispetto al passato, una costruzione di nuove relazioni, elaborate in senso collettivo, capaci di affrontare la sfida della generazione di valore economico, istituzionale, relazionale e sociale, lavorando per una democrazia dal basso attraverso singoli, gruppi, famiglie, associazioni, movimenti in grado di superare le contrapposizioni che hanno bloccato il Paese. Fra le esperienze di ideazione del futuro la Conferenza di organizzazione della Fnp aveva approvato varie iniziative e messo in campo vari orientamenti legati ad una idea di sviluppo in grado di qualificare il contributo operativo di una grande Federazione che, tuttavia, necessita di un ulteriore momento di impegno per un progetto concreto.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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RILIEVO SOCIALE DELLA LONGEVIT

La

longevit significa vivere a lungo, che

insieme un desiderio ed un timore, tipico di un

processo che qualifica e corona lesistenza. Let comporta, in sintesi, il patrimonio assoluto della esperienza, la cui trasmissione connota il rapporto con i giovani. Anziani e giovani rappresentano due realt progressivamente marginali, espropriate dal loro ruolo lavorativo e sociale, private della parola nei contesti decisionali ed organizzativi, nelle opere di creativit, messe in condizioni di chiudersi in se stesse e sentirsi ormai del tutto inutili .

Ebbene la Fnp promuove il loro incontro con un grande Evento, che si terr a Firenze, basato su una ricerca scientifica sul loro destino nei prossimi 10 anni e sulla proposizione di un orientamento comune per progettare, costruire e vivere insieme il futuro.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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LA FAMIGLIA COME FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICO

Il futuro richiede la tutela dei diritti di cittadinanza ed il recupero e la valorizzazione delle politiche sociali ed una manutenzione creativa di un moderno welfare. In questo contesto la famiglia rappresenta la risorsa originale di gratuit e solidariet e richiede un Piano nazionale federale per la famiglia che preveda una sorta di welfare di prossimit, un federalismo adatto al territorio, orientato verso le migliori esperienze, che parta dal basso. Le difficolt economiche incidono sul quotidiano, ma anche sulle scelte programmatiche demografiche. A causa di motivi economici e nonostante, la leggera ripresa tendenziale delle nascite registrata negli ultimi 5 anni, il Paese continua a mantenersi su un livello di fecondit inferiore al ricambio generazionale. Una tendenza che va imputata al costo dei figli e allassenza di reali politiche di conciliazione fra famiglia e lavoro. Significa che manca una vera cultura della conciliazione cos come manca una seria politica fiscale che davvero metta al centro la famiglia.

Nel campo della mutazione della societ si registra anche laumento di famiglia-single, prevalentemente di et avanzata, lasciate al loro triste destino.

Il governo non fa nulla, come dimostra lesempio dellImu, dove dovrebbero essere previste delle agevolazioni, anche per le coppie di anziani mono-reddito.

In realt la famiglia resta il bene per eccellenza, giacch il soggetto che per definizione lo moltiplica.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Occorre pertanto reagire alla disistima che a livello pubblico riservata allistituto familiare in modo che esso possa recuperare anche gratuit e solidariet.

Cambia la famiglia, ma non le politiche finalizzate a sostenerla, carenti ed inadeguate. Pertanto occorre un intervento organico,secondo lorientamento Cisl e Fnp, che sia affidato ad una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio.

Dal 2000 ad oggi lo Stato si progressivamente disimpegnato dalle politiche familiari, delegando sempre pi alle regioni, ma necessario agire al pi presto con procedimenti concreti, perch la famiglia italiana stressata: in questi anni di crisi e stata il vero solitario ammortizzatore sociale .

La famiglia va posta al centro del welfare, non il welfare tradizionale n quello delle corporazioni, ma il welfare comunitario che certo investa risorse pubbliche, ma che stimoli anche la

partecipazione attiva della societ civile al benessere collettivo.

Con il welfare, attraverso un rinnovato ruolo della famiglia, pu cominciare a prendere concretezza lo strumento di nuovo sviluppo umano integrale tanto da permettere ai soggetti che vi concorrono di avere pi voce nella determinazione dei destini comuni.

Il programma conseguente deve anche prevedere la garanzia dei Lea e dei fabbisogno standard, un adeguato sistema informatico multilivello, il miglioramento dellequit e della qualit delle prestazioni. In questo contesto la Fnp, da sempre, persegue la ripresa del confronto sulla long term care per arrivare ad affrontare in concreto il problema delle gravi disabilit e, in particolare, la questione della non autosufficienza e delle correlate situazioni degli invisibili che si prendono cura e di cui nessuno si prender cura.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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LA FISCALIT COME STRUMENTO DI REDISTRIBUZIONE

La Cisl e la Fnp perseguono alcuni grandi obiettivi come la redistribuzione delle risorse, per attenuare le disuguaglianze, la crescita socio-economica come strumento di sviluppo e come fonte di benessere non solo materiale e, di rilevanza fondamentale, la tenuta occupazionale.

Diventa strategica in questo contesto la riforma del fisco per attenuarne il carico per lavoratori e pensionati e la riforma selettiva delle agevolazioni fiscali per individuare e finanziare quelle forme di fisco amico, essenziali per dare un significato preciso ad uno strumento, da cui bisogna eliminare lo spreco e dare un senso preciso e congruo allequit e solidariet. Anche su sollecitazione sindacale il programma di riforma fiscale annunciato dal governo con lAtto di indirizzo sulla politica fiscale, al momento, si basa su due priorit: incremento della tassazione sulle rendite finanziarie e lotta senza quartiere contro levasione. Con un obiettivo strategico che dovrebbe qualificare il programma con il graduale spostamento del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette. E opinione diffusa che il taglio delle imposte sui redditi da lavoro e da pensione - compensato dallaumento della tassazione sui consumi finali- significa affrontare nel modo pi appropriato sia la questione salariale e previdenziale, sia il problema della crescita che tormenta la nostra economia. Con una simile soluzione si ottiene anche un tangibile vantaggio per le imprese, in quanto la riduzione del carico fiscale tende a frenare la dinamica del costo del lavoro.

Dunque meno Irpef e pi Iva, con un riequilibrio fiscale che tende a vari obiettivi.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Innanzitutto resta difficile che la maggiore imposizione indiretta si trasferisca integralmente sui prezzi, in un contesto di concorrenza crescente indotto anche dalle liberalizzazioni in corso di approvazione.

Poi anche i rischi inflazionistici - che potrebbero danneggiare le famiglie pi povere - possono essere neutralizzati, secondo un orientamento sostenuto dalla Cisl e dalla Fnp, adottando un sistema di tassazione negativa.

Occorre sostenere limportanza delle vere liberalizzazioni, capaci di aprire in concreto i mercati e di aggredire sul serio i privilegi corporativi.

Vale la pena di tenere memoria di quella grande redistribuzione forzata del reddito prodotto con lavvento delleuro tra i ceti che sono stati in grado, senza controllo, di fare i prezzi e i ceti che li hanno subiti, loro malgrado.

Secondo alcuni aumentando il peso relativo dellimposizione indiretta ci si accosta allunica idea di reddito tassabile che Luigi Einaudi considerava concettualmente fondata.

Secondo lo statista piemontese infatti il vero reddito solo quello consumato, mentre tassandolo interamente si sottopone il risparmio ad una doppia imposta.

Ovviamente la ristrutturazione del prelievo fiscale costituisce un processo complesso che non potr esaurirsi in questo scorcio di fine legislatura.

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In ogni modo sulla tassazione del capitale e del lavoro che si gioca in larga misura la credibilit di quel trinomio- rigore, equit e sviluppo- che viene esibito come vero miraggio di discontinuit politica.

In questo tribolato trimestre abbiamo visto molto rigore (ma non sempre), poca equit, niente sviluppo.

E forse giunto il momento di dedicarsi alla cura di questultimo, perch, anche nel mercato politico, le rendite di posizione si possono logorare.

Il rinvio della creazione di un fondo per la riduzione delle tasse, basato sullattuale inesistenza delle relative e necessarie risorse, deve tradursi in un impegno preciso verso questo obiettivo, per il quale occorre rafforzare la lotta allevasione e allo spreco (anche alla luce del fatto che molte Regioni nei piani programmatici di rientro, tendono a tagliare in modo lineare i servizi conservare gli sprechi, le consulenze e le diseconomie di scala). ed a

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FNP: UN MODELLO DA RIPENSARE

Sulla base di quanto scaturito dalle assemblee Regionali e dallAssemblea Nazionale di Riccione, emerge un quadro in cui lipotesi di Federalismo e le previste modifiche delle Province e dei Comuni, evidenziano la necessit di approfondire il tema inerente al riposizionamento politicoorganizzativo della Federazione in rapporto a questi nuovi scenari socio-economici ed istituzionali del Paese che rendono gli attuali assetti dellOrganizzazione non pi funzionali alla sua crescita ed alla sua efficace presenza sul territorio. E, infatti, necessario che larticolazione delle nostre strutture territoriali e di base sia simmetrica alle Istituzioni politiche, valutando, quindi, in modo particolare, se gli ambiti distrettuali, intercomunali o zonali riflettano, o debbano riflettere in futuro, le aggregazioni o associazioni comunali.

Se questa sembra essere la strada maestra, vi , allora, un evidente esigenza di avere interleghe effettivamente efficaci ed efficienti in termini di vertenzialit e servizi. Una lega, o interlega, sempre pi rappresentativa ed affidata alla conduzione di una dirigenza adeguatamente preparata e qualificata, a fianco della quale occorrer, comunque, continuare a presidiare capillarmente il territorio. Ci comporter la definitiva valorizzazione della figura del delegato comunale quale vero e proprio punto di riferimento per ogni iscritto o potenziale iscritto. Un delegato comunale non pi considerato come mero operatore, ma come figura sindacale capace di dare risposte ai bisogni reali, di convogliare i cittadini verso servizi della Cisl e in grado di rappresentare, nellambito degli organi delle Lega propria competenza. di cui fa parte, le esigenze del territorio di

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Per quanto sopra detto opportuno un dibattito anche sulla composizione delle Segreterie ai vari livelli al fine di perseguire una migliore armonizzazione dellattivit e dei costi ad essa collegati ed impegna la Fnp a sollecitare alla Confederazione una riflessione anche su eventuali assetti delle categorie dei lavoratori dipendenti, anche in questo caso, nellottica di un migliore rapporto fra attivit condotta e costi correlati.

E chiaro, comunque, che il riassetto organizzativo sopra delineato seppure nellambito di un necessario coordinamento nazionale, potr essere, nellottica di un pluralismo sindacale ed organizzativo, adeguato al livello regionale e territoriale tenendo conto delle specificit locali.

Sempre in funzione di una presenza efficace sul territorio e di una dirigenza sempre pi preparata e pronta a gestire il cambiamento, si ribadisce la funzione chiave della formazione permanente, sia per chi chiamato a compiti prettamente politici, sia per chi svolge funzioni tecniche ( rr.tt., ag. soc.li, recapitisti, ecc.) comunque strategiche per lorganizzazione.

Per ci che riguarda il ruolo della risorsa femminile nella Federazione, evidente la necessit che il Coordinamento Donne oggi si riappropri di quel ruolo storico - per il quale era nato - di strumento atto a garantire la valorizzazione delle dirigenti donne nellorganizzazione, ci affinch esse, in prospettiva, possano sempre pi fornire, anche allinterno delle Segreterie ai vari livelli, un valido contributo di progettualit politica di carattere generale, sebbene accompagnata dalla consueta attenzione a quella di genere.

La riorganizzazione della presenza sul territorio e dei gruppi dirigenti poco sopra richiamate, nella misura in cui conseguir una pi efficace azione di tutela collettiva dove i bisogni della gente maggiormente si esplicano, dovr avere come fine ultimo un proselitismo che sia sempre pi

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realizzato in prima persona dalla Federazione in ambito locale (comuni, associazioni di comuni, province, asl, ecc.).

Questo obiettivo dovr essere perseguito anche attraverso meccanismi di premialit a vantaggio di dirigenti e militanti particolarmente attivi nella produzione di deleghe. Nellambito del potenziamento del proselitismo si ritiene necessario ed urgente riflettere sul ruolo del Sistema Servizi Cisl ed in particolare del patronato Inas che sta attraversando una non facile fase di contrazione delle disponibilit finanziarie e di conseguente ridimensionamento della presenza sul territorio, con inevitabili negative ripercussioni sulle prestazioni di tutela individuale e di sottoscrizione di deleghe. Questa non facile situazione deve essere affrontata attraverso il non pi rinviabile processo di integrazione di tutti i Servizi Cisl, con una presenza concentrata in sedi uniche e con una cabina di regia confederale a livello regionale. Con particolare riferimento allInas, inoltre, si auspica un sempre maggiore riconoscimento da parte di questultimo del ruolo degli Agenti sociali come soggetti produttori di pratiche e deleghe in prima persona ed in grado, quindi, di sopperire alle eventuali carenze di personale da parte del

patronato, di rispondere alla crescente domanda di informazioni non statisticabili da parte degli utenti e di supportare, in ultima analisi, tutto il sistema servizi Cisl nellazione di arginamento della dilagante proliferazione di altri patronati (ma, in alcune realt, anche di Caf) sul territorio.

In altre parole opportuno che venga posta sotto la giusta luce la funzione indispensabile della Fnp nellambito dellattivit dellInas e dei Servizi, funzione che si estrinseca sia mediante lattivit di risorse umane dedicate, come gli Agenti sociali ed i recapitisti ( remunerati dalla Federazione), sia attraverso la disponibilit che la Federazione mette in campo in termini di sedi, attrezzature per ufficio, attivit di accoglienza degli utenti, ecc. sostenendo un enorme sforzo economico. Uno

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sforzo economico che, sempre di pi nel prossimo futuro,

dovr essere vincolato a progetti

specifici e condivisi legati allo sviluppo sei servizi e, soprattutto, del proselitismo.

Appare chiaro, in ultima analisi, che i nuovi assetti organizzativi, il conseguente ripensamento della gestione dei gruppi dirigenti ed il rilancio dei servizi siano momenti fondamentali da affrontare anche in unottica di ottimizzazione delle risorse a disposizione della Fnp, le quali, in una fase di inevitabile contrazione dei pensionamenti per effetto delle recenti riforme introdotte nel Paese e, quindi, di corrispondenti minori potenzialit di tesseramento in concomitanza della quiescenza, dovranno essere gestite con sempre maggiore oculatezza. Anche per queste ragioni, quindi, sembra quanto mai opportuno perseguire lobiettivo di garantire in ogni struttura, a partire dalle Fnp Territoriali, la presenza di collegi sindacali sempre pi autorevoli e competenti.

Una riflessione, infine, dovr essere dedicata allo Statuto e al Regolamento di attuazione Fnp per rendere entrambi pi funzionali alle sfide che attendono in futuro lorganizzazione ed alla necessit di adeguare le strategie ai poco sopra richiamati mutamenti sociali, economici, politici ed

istituzionali che gi da tempo caratterizzano lintero pianeta e, conseguentemente, il nostro Paese.

In questo senso, sar opportuna una revisione, anche linguistica, dello Statuto affinch sia pi lineare ed incentrato sui principi cardine della Federazione, ritenuti ancor oggi invalicabili e unico baluardo a derive personalistiche o alla creazione di caste.

Al tempo stesso sar necessaria una maggiore articolazione del regolamento di attuazione per sfruttarne appieno la sua flessibilit in funzione delle eventuali esigenze di un rapido riposizionamento delle scelte politiche operate dallorganizzazione.

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NECESSITA DI PROGETTARE UN NUOVO WELFARE

Condividiamo con la Conferenza Cresce il welfare, cresce lItalia che ha sottolineato un orientamento, proprio del sindacalismo riformista ed in particolare della Fnp, verso la necessit di legare lo sviluppo e la qualit del welfare alla crescita del Paese, secondo una convinzione che guida e impegna le energie sane e responsabili .

Questo legame continua a restare, tuttavia, debole e difficile da costruire, nonostante le migliori intenzioni, perch lottica settoriale in genere prevale sul pensiero alto e lungo.

Ma va comunque richiamato quellenorme patrimonio di esperienza e di idee che caratterizzano il sociale italiano di buona qualit, che rimane inespresso o contraddetto da politiche sociali miopi e da carenze di sinergie positive.

Questa deriva impone ancora una volta di denunciare le deficienze

e i disagi che

contraddistinguono le politiche sociali italiane, specie in questo periodo di crisi economico-sociale.

I lavori della Conferenza hanno documentato ancora una volta, dati alla mano, il triste primato dellItalia: mentre nellEuropa da tempo si procedeva all attuazione di importanti riforme per il sostegno pubblico dei poveri e degli emarginati, per lassistenza ai non autosufficienti e per il supporto dellinfanzia e adolescenza e delle famiglie con bambini, in Italia si assisteva ad una crescita della spesa sociale, negli anni 70-80 abbastanza significativa, ma dagli anni 90 sempre pi debole. Dallo 0,3% del Pil del 1996 allo 0,4 nel 2009.

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Nel contempo il dibattito politico e parlamentare, sordo alle sollecitazioni sindacali, si incentrava su posizioni definite di bandiera come la questione dellet nel sistema previdenziale e la problematica dei feti e degli stati vegetativi. Un dibattito che ha la sua rilevanza, ma non sostitutivo dello stato sociale.

Come se non bastasse, come hanno denunciato con forza la Cisl e la Fnp, negli ultimi anni si e assistito ad una drastica riduzione delle risorse ( di circa 1/3 del totale della spesa sociale nel 2012), che si abbattuta soprattutto sui servizi degli enti locali, rinviando alle calende greche le scelte strategiche in tema di non autosufficienza, famiglia e povert.

Avendo da sempre insistito circa la natura della spesa sociale come investimento produttivo, in contrasto con i governi che la qualificavano come costo da tagliare, occorre misurare e denunciare i costi del non welfare.

Il non welfare rappresenta, come ha precisato la Rivista delle politiche sociali, tutti quei risvolti in termini di carichi e disagi per le donne, per le famiglie, per i bambini, per le strutture sanitarie che derivano dalla mancata attuazione di adeguate politiche sia nel campo socio-assistenziale sia nel cosiddetto welfare allargato, che assume come elementi di welfare anche la scuola e la formazione, le politiche ambientali, quelle energetiche, quelle aziendali, dei trasporti, ecc.

Ovviamente la regolazione di tutta questa complessa materia discende da un patto sociale tra Stato e cittadini finalizzato alla salvaguardia del benessere e della qualit dellesistenza.

Ora occorre una decisa azione di discontinuit che consenta un cambio di passo ridisegnando i termini del patto sociale in maniera da riconnettere la relazione tra la questione del welfare ed il

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processo di crescita, recuperando fiducia e solidariet come elementi strategici della stagione delle riforme.

Fiducia e solidariet che non sono solo sentimenti morali,ma anche lo scopo e lobiettivo immateriale della architettura di riforma comune verso la crescita, perch di soli sacrifici e senza concrete prospettive di crescita le nostre economie finiranno per morire. E noi con loro.

Dalla crisi delleuro si uscir solo con pi integrazione europea, che si realizzer solamente rafforzando la solidariet, quale condizione per andare oltre allimpostazione tedesca (solidariet esclusivamente in un contesto di solidit di bilancio) .

Occorre rinnovare lassetto e le potenzialit del patto sociale per quanto concerne il campo applicativo dei servizi sociali e delle relative politiche, ma anche e soprattutto governando i fattori del disagio e ricomponendo prospettive praticabili di un benessere percepibile.

In questottica occorre, con buona lena, riprendere, anche come Fnp, lanalisi dello statu quo e lelaborazione di proposte e di contributi costruttivi per un modello pi avanzato e pi equo di stato sociale.

Intanto prendiamo atto del fatto che il Sottosegretario Guerra ha segnalato il disinnesco della bomba predisposta con particolare cinismo nella delega dal precedente governo, bloccando il tentato taglio lineare di 20 miliardi sulla spesa sociale dellInps per finanziare servizi ancora da progettare.

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Questo rappresenta un passaggio positivo e risponde ad una specifica richiesta del sindacato. Resta, tuttavia, solo una premessa per la necessaria riforma dellintero sistema delle politiche pubbliche che impattano sulla vita dei cittadini.

Lanno che si appena avviato ci induce ad utilizzare gli organi statutari della federazione per la loro funzione originaria: lEsecutivo per le riflessioni tematiche ed il Consiglio Generale per gli approfondimenti collettivi da cui trarre le tracce per una pi vasta e diffusa analisi interna nei territori.

In un mondo che cambia, la Cisl e la Fnp, devono tendere a rigenerare la loro radice, il loro patrimonio valoriale, rinnovando il senso ed il significato profondo dellanno nativo 1950,

superando la condizione della quotidianit, valorizzando lo stare insieme, superando il profilo burocratico associativo, lemergere di una eccessiva e pericolosa personalizzazione, il persistere dei rapporti di forza fra i diversi livelli di gestione.

Nella rigenerazione della Fnp assume consistenza anche la dimensione attuale della partecipazione che, in futuro, dovr superare la sua intrinseca retorica dialettica per assumere un profilo di concretezza nel mondo del lavoro, nella gestione del welfare, nellarticolazione della societ, integrando la spinta innovativa con la capacit progettuale dei cambiamenti, nella convinzione che un sindacato confederale, per sua natura riformista, non potr mai ridursi ad essere uno strumento conservatore.

Da questo assunto deriva anche la nuova tendenza ad una concezione dellunit sindacale che, superata nei fatti la logica della competizione bipolare, che ha caratterizzato la precedente

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esperienza di governo, dovr orientarsi, sempre pi, sui contenuti oggettivi delle problematiche di attualit.

La parentesi del governo tecnico, sostenuto da una maggioranza di fatto molto ampia, indotto ad assumere decisioni imperative proprie di un neoautoritarismo liberale, pone il problema del ruolo del sindacalismo confederale che dovr aprirsi ad una riflessione strategica sul disagio e sulle tutele del mondo del lavoro. Ma la prospettiva unitaria richiede che si riscoprano i cardini dellautonomia sindacale quale riferimento della rappresentanza sociale per andare oltre la mera convergenza congiunturale.

Lunit non significa accettare un pensiero unico, anche allinterno della singola confederazione. Certo lunit diventa impossibile quando una frazione sindacale crea un eterogeneo schieramento sociale e culturale nellottica di un opposizione politica e\o di una alternativa di sistema. Certo la crisi picchia forte sul livello di impiego e sul futuro delle giovani generazioni. Ma valersi di un evidente malessere per scardinare il quadro politico e lunita sindacale non porta da nessuna parte.

Lantagonismo radicale punta sulla mobilitazione collettiva, genera un sindacato-movimento, svincolato dagli assetti delleconomia e della societ, insofferente da ogni riferimento al futuro incentrato sulla crescita e lo sviluppo, incardinato nella radicale militanza sociale propria di una organizzazione rivolta al passato.

Occorre riscoprire il confronto e la mediazione per comporre i contrasti, elaborare le proposte unitarie del sindacato, il cui compito non caldeggiare un cambio di governo, ma offrire tutele pi estese e pi eque ai lavoratori e ai pensionati.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Ora la globalizzazione impone un sistema nel quale contano lattenzione al profilo tecnologico, la qualit del prodotto e la tenuta della relazione con il sindacato .

Nel momento attuale appare del tutto improponibile la strategia della cogestione. Ma per dare sviluppo alla contrattazione di 2 livello e per incrementare il trend salariale, diventa essenziale il ruolo del sindacato, il dialogo con limpresa, la partecipazione dei lavoratori.

In questo senso la concertazione, soprattutto aziendale, semplifica il processo decisionale, produce unopzione positiva sulle scelte aziendali, svolge un ruolo inclusivo sugli interessi sociali meno rappresentati. In sostanza diventa un fattore di razionalizzazione e di sviluppo delle relazioni industriali, un elemento strategico per edificare almeno le basi di un nuovo modello di sviluppo (che recuperi limpegno nel lavoro e rilanci la ricerca, linnovazione e linvestimento nel mercato del lavoro).

In parallelo la Fnp,

in forza anche della sua virtuale vocazione unitaria, esprime un fattore

essenziale del modello sociale, si batte per la centralit della persona, contro gli assiomi neoliberisti propri delle elite al potere, che tendono a trasformare il mercato in un idolo ed il denaro in una ideologia.

In questo senso la Fnp diventa un elemento strategico della modernit, nella quale larea dellanzianit si dilata e, purtroppo, le retrovie silenziose e dolenti della working class, diventano sempre pi estese, precarie e impoverite (con il calo dei salari, delle pensioni e del welfare).

Nell attuale condizione socio-economica la Fnp esprime una rappresentanza di una condizione sociale nella quale la disuguaglianza elevata a modello di sviluppo, ne assume e ne interpreta i bisogni, elabora i progetti e le proposte per una societ un po pi uguale e un po pi giusta.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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In questa dimensione si ritrova tutto lo spazio della concertazione di territorio, dove la Fnp opera, incalza le autonomie locali immerse nel loro torpore, esprime le valenze di una partecipazione reale, elabora i valori strutturali di una societ aperta, di una cittadinanza inclusiva, di una integrazione delle generazioni, di una leva efficace per la tutela di tutta la marginalit.

Forse il tempo dell irrisolutezza scaduto. Non si pu gi smarrire la linea pluralistica del dialogo e della mediazione.

La confederalit non una struttura gerarchica, anzi deve partire dal basso. Anche la contrattazione assume concretezza nelle aziende e nel territorio, con un livello nazionale di omogeneizzazione e di valori minimi con valenza generale.

La concertazione aziendale e territoriale in questo contesto permette di esprimere un potere politico delle organizzazioni sindacali, dove gli associati e i rappresentati non solo partecipano, ma contano, pesano sugli esiti delle relazioni sindacali, integrano rappresentanze, rappresentativit e democrazia.

La Fnp, con il suo lavoro di elaborazione e di proposta, opera per una diversa rete di tutele, capace di affrontare le domande inedite che vengono dalla societ. Esprime cos il suo potenziale di riformismo contribuendo alla assunzione di scelte, non solo politiche ed economiche, ma etiche e culturali.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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DALLACCORDO AL VERBALE

Lo strappo si e compiuto, passando dal presunto accordo di concertazione al semplice verbale di registrazione delle posizioni delle varie parti sociali.

Con il verbale conclusivo sulla riforma del mercato del lavoro, dove le parti sociali evidenziano i punti di accordo e\o di dissenso ( assumendosi in maniera trasparente le proprie responsabilit) si pu ritenere:

a) la probabile fine della concertazione, a livello nazionale, nella sua sostanza di costituzione materiale, cui, in passato, si e fatto ricorso nelle fasi pi acute delle crisi italiane;

b) l altrettanto probabile eclissi, speriamo temporanea, dellunita sindacale a causa, questa volta, non di un accordo separato, ma di un atteggiamento e di un giudizio diversificato sulla proposta complessiva del governo sulla riforma.

Sar utile sottolineare come la causa remota della fibrillazione nellevoluzione del rapporto governo-sindacato pu essere rappresentata dallincapacit delle parti di trovare una mediazione e dalla difficolt insuperabile, al meno per la Cgil, di fare diventare la questione dellart. 18 uno specchietto distorsivo della realt complessiva e delle anomalie del mercato del lavoro italiano.

Lesaurirsi della tipologia vigente della concertazione rigenera di fatto un modello di relazioni sindacali incentrato sulla consultazione, in cui laccordo di tutte le parti non e pi una condizione necessaria e, soprattutto, non rappresenta pi una referenza obbligata per innovare.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Di conseguenza il governo consulta le parti sociali, che sono portatrici di interessi particolari (alias lobbistici), e poi decide secondo una percezione (sperabilmente corretta) degli interessi generali del paese.

Di conseguenza

il

Parlamento torna ad essere linterlocutore principale del

governo

(paradossalmente per opera del governo dei tecnici, quando il precedente governo lo aveva ridotto a strumento di passiva approvazione della sequenza delle leggi ad personam e di certificazione di opinabili realt come quella della presunta nipote di Mubarak.)

La politica si riappropria cos della prerogativa di fare le leggi e toccher correlativamente ai partiti in fase di abulia concettuale e di riposizionamento logico organizzativo- dimostrare di sapere esercitare quella rappresentanza generale dei cittadini che il nostro sistema costituzionale assegna loro.

La situazione che si e venuta a creare richiama la questione della natura della confederalit, proprio per la naturale subalternit del perseguimento dellinteresse particolare rispetto alla supremazia dellinteresse generale e della tutela e della valorizzazione del bene comune.

In questa accezione la nozione confederalit prende le distanze dalla concezione ordinaria di parte sociale e rappresenta una penetrante discontinuit rispetto al sindacalismo autonomo e \o di mestiere.

In questo senso la confederalit cos estesa nella rappresentanza diventa un soggetto pubblico strategico nel processo di co-decisione della soluzione dei problemi del paese, anche in funzione dellaspetto quanti-qualitativo della sua rappresentativit e in rapporto al fatto che gli associati

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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concorrono in maniera diretta, continua ed esponenziale a fornire le risorse economiche ed umane necessarie per la gestione della comunit nazionale.

Lelaborazione di questa prospettiva confederale fa della Fnp un vero valore aggiunto che, nella sua originalit, legittima lesercizio di una funzione decisionale e lattivazione di una partecipazione alta alla gestione del paese,anche nella sua articolazione territoriale.

Il possibile superamento della concertazione nazionale per motivi di tipo costituzionale - utilizzando anche il cosiddetto vincolo esterno dell Europa e della crisi economica per cancellare la tipologia della costituzione materiale, dimostratasi utile nelle crisi strutturali degli ultimi decenni non

significa il correlativo superamento della concertazione territoriale, regionale e locale, laddove la rappresentanza generale della confederalit si avvale anche del naturale rapporto di forza che la Fnp esprime.

Per questa ragione e con la necessaria convinzione che la concertazione da mettere in campo non si limita alla materia del sociale, per quanto essenziale, ma si estende ai vari aspetti della gestione del territorio, a partire del farsi carico delle crisi aziendali ( che producono i licenziamenti per motivi economi oggettivi al prezzo di un indennizzo).

Il modello di tutela attuale basato su un sistema di welfare statico deve diventare, anche per effetto dellazione concertativa, un sistema dinamico in grado di far ponte fra passato e futuro, transitando attraverso la garanzia della riclassificazione professionale dei dipendenti interessati per metterli in sintonia con le potenzialit delle nuove possibili attivit lavorative.

Nel merito della riforma del mercato del lavoro potremo analizzarla quando gli elaborati su ammortizzatori sociali e forme contrattuali saranno definitivi.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Per quanto riguarda lart. 18 dello Statuto dei lavoratori, oltre le forme di flessibilit in uscita per motivi disciplinari soggettivi e per motivi economici oggettivi, va sottolineato che i licenziamenti per motivi discriminatori ricevono una estensione dimensionale, diventando una tutela universale.

Ma la nuova ipotesi che prevede il reintegro di tutti i lavoratori licenziati in maniera discriminatoria, anche di piccole imprese, potrebbe riassegnare allart. 18 davvero generale di civilt. la sua funzione originaria di tutela

Evitando di farlo scadere nell inamovibilit del lavoratore ed in una concezione proprietaria del posto di lavoro, recuperando, di conseguenza, la centralit della persona.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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LA FNP COGLIE NEL PRESENTE I SEGNI DEL FUTURO

Sappiamo che la grande recessione cambia tutto. Nel transito delle situazioni avvertiamo che si diffonde lo scoramento del presente, lo stagnare delle iniziative, lo sconcerto per il futuro, la depressione silenziosa.

La lezione del passato si fa pi lieve, il futuro e ancora incerto, nebuloso, inafferrabile.

Noi pensionati, anziani, struttura portante della Fnp, abbiamo maturato la convinzione che si deve ripartire dal lavoro per creare occupazione a tempo indeterminato e dalla crescita sana e virtuosa per creare benessere per tutti.

I professori, al momento, hanno distribuito tagli e tasse, hanno abbozzato le prime linee di riforma, ma la crescita, anche quella delle idee, rimane in lista dattesa.

Qualcuno favoleggia, altri auspicano circa il possibile avvento della decrescita.

Noi la decrescita economica la avvertiamo gi nellaumento della povert dei cittadini, nella riduzione dei servizi, nello schiacciamento della famiglia, ed in generale, nelle mutate condizioni sociali ed economiche.

Gli anziani non possono e non vogliono decrescere perch avvertono questa tendenza nella sua essenza, nel faticoso calare di ogni cosa.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Ma neanche le donne ed i giovani vogliono decrescere e temono un futuro in cui siano obbligati a decrescere attraverso la disuguaglianza delle opportunit.

La Fnp, proprio per dare forza al progetto di patto generazionale, ritiene che il Paese sia gi decresciuto abbastanza.

Per invertire la rotta sentiamo che, in concreto, dobbiamo ripartire da noi stessi, da un riscontro individuale, da uno sforzo corale nella nostra dimensione collettiva.

Nasce cos la necessit di fare, la dedizione allimpegno quotidiano, la speranza del futuro.

La storia di ieri per la Fnp rappresenta una garanzia ed una legittimazione del domani.

Limpegno e grande, ma ne vale la pena!

Per avviare e sostenere una prospettiva di crescita la Fnp deve rafforzare la continuit del proprio lavoro, creando una rete fra generazioni e fra generi, per sviluppare il proprio ruolo nel territorio e nella comunit, proteggendo lavoratori e pensionati dagli effetti devastanti della crisi, negoziando nuove forme di tutela, dando concretezza al profilo del sociale nella pratica quotidiana, con particolare riferimento alla povert, disabilit, non autosufficienza.

In questo senso la Fnp dovr accentuare la propria capacit di analisi, di elaborazione e di proposta per sostenere la contrattazione sociale territoriale, per tutelare gli associati alla Cisl fuori dei luoghi di lavoro, per affermare una nuova equit nella distribuzione delle risorse per i servizi ed il sociale, sui quali i Comuni e le Regioni hanno oggi una esclusiva titolarit.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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Per un futuro pi vivibile la Fnp diventa cos un soggetto strategico, partecipato, costruendo anche una cultura sindacale nuova, pi confederale, pi equa, pi orientata verso il bene comune.

Con linterpretazione dei bisogni, crescenti, e con il concorso

alla loro soluzione, possibile e

mediata, la Fnp diventa una fonte di speranza e di concreta solidariet negli aspetti pi vivi ed essenziali della realt che ci circonda.

Relazione Gigi Bonfanti- Consiglio Generale Fnp Cisl- Roma, 22 marzo 2012

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