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MERCATO DEL LAVORO

Intervenire sul costo del lavoro e la certezza del diritto

Salvatore Trir, fondatore dello Studio Trir & Partners Avvocati

ifficile prevedere quali contorni assumer la riforma del mercato del lavoro in Italia. Vi spazio commenta lavvocato Salvatore Trifir per introdurre una maggiore flessibilit in entrata e in uscita, cos come per dare adeguate tutele ai lavoratori. Il nodo critico resta per la crescita del Paese. Se manca questo aspetto - e nulla stato fin qui fatto dal governo, che ha realizzato solo misure recessive - gli imprenditori non investono, i posti di lavoro non si creano e il discorso su tutele e mercato del lavoro resta un esercizio accademico. Da quali principi cardine unefficace riforma del lavoro non pu e non deve prescindere? Costo del lavoro e certezza del diritto. Affinch gli imprenditori, specialmente quelli stranieri, investano occorre, da un lato, abbattere il costo del lavoro senza ridurre la retribuzione e, dallaltro, avere regole certe. Sotto il primo profilo, fondamentale sgravare le aziende di costi inutilmente gravosi, ri-

Si tenta di riformare il mercato del lavoro, tra esigenze di tutela e flessibilit. Poche e semplici regole che disciplinino i rapporti di lavoro, le relazioni sindacali, la sicurezza sul lavoro, il processo. La ricetta di Salvatore Trifir
Francesca Druidi

ducendo la pressione fiscale e contributiva. Lo smodato ricorso, negli ultimi anni, ai contratti a progetto e altre tipologie contrattuali non nasce da esigenze di flessibilit. La verit, purtroppo, unaltra: molte imprese hanno intravisto in tali forme atipiche di lavoro un modo attraverso il quale accollarsi minori oneri. Sotto il secondo profilo, ora di mettere fine alle innumerevoli leggi vigenti, mal scritte e fonti di grandi incertezze che, nella pratica, costano caro alle aziende. Ecco, dunque, la ricetta: poche e semplici regole che disciplinino i rapporti di lavoro, le relazioni sindacali, la sicurezza sul lavoro, il processo. Dare pi spazio alla contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale. Accelerare al massimo la giustizia del lavoro. Quali i punti fondamentali sul fronte della essibilit in entrata e in uscita? Sul primo versante, occorre introdurre, a fronte delle molteplici tipologie dei rapporti di lavoro sospesi tra subordinazione/parasubordinazione/autonomia, due sole forme di contratti di lavoro: subordinato e autonomo. In particolare, per la subordinazione servirebbe limitare il ricorso alle assunzioni a termine solo per esigenze sostitutive o per far

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Salvatore Trifir

fronte a picchi di produttivit. Al di fuori di tali ipotesi ci dovrebbe essere solo la stipulazione di contratti a tempo indeterminato. Bisognerebbe poi attribuire al lavoro autonomo maggiore spazio anche nellambito dellimpresa. In che modo? Attraverso rapporti caratterizzati dalla continuit della prestazione; da retribuzione fissa o incentivante; da direttive e controlli sullesecuzione della prestazione, ma anche liberi dal sistema parassitario e soffocante delle contribuzioni cosiddette sociali e dalla cosiddetta tutela sindacale. Per incentivare la diffusione di questi rapporti, si potrebbe pensare a maggiori compensi, cos come allassenza di vincoli di esclusiva nei confronti del datore per il lavoratore, che sarebbe libero di lavorare an-

che per altri, seppur nel rispetto dei principi di correttezza, buona fede e riservatezza. Sul versante della flessibilit in uscita, occorrerebbe abolire la riammissione in servizio e/o la reintegrazione dei lavoratori, con il solo limite della reintegrazione forzosa dei licenziamenti discriminatori. Un eventuale intervento sullarticolo 18, tema travagliato nella storia delle relazioni industriali del nostro Paese, migliorerebbe realmente lo scenario del mercato del lavoro o si tratta ormai di un tab? Larticolo 18 , a mio avviso, solo uno spauracchio, ingigantito dalle lunghe discussioni che si sono fatte e che viene agitato, o dalluna o dallaltra parte, pi per una questione di bandiera che di vera sostanza. Nella pratica, infatti, la stragrande maggioranza dei lavoratori reintegrati in servizio opta per lindennit di 15 mensilit prevista dalla norma in sostituzione alla reintegrazione. La stortura della normativa semmai conseguenza del mal funzionamento della giustizia. La norma, infatti, aggiunge alle mensilit previste il pagamento delle retribuzioni non percepite dalla data di licenziamento fino a quella delleffettiva reintegrazione. La giustizia italiana, inoltre, va a rilento e questo non aiuta. S, e infatti il datore di lavoro spesso si vede esposto a un onere risarcitorio che pu divenire ingente a seconda della durata del processo. proprio partendo da questi dati che sostituirei la reintegrazione forzosa con la reintegrazione per equivalente e ci nella misura ssa gi prevista dallo stesso art. 18 (o altra da concordare), con lesclusione del pagamento delle retribuzioni dalla data del licenziamento sino a quella delleettiva reintegrazione. In tal modo, lart. 18 pu sopravvivere senza intaccare, da un lato, la essibilit in uscita, dallaltro, la certezza dei lavoratori circa la tenuta del loro contratto di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato.
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