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COME L'ISLANDA SCONFISSE LA CRISI Come il resto dell'Europa, anche l'Islanda, piccolo paese ai margini di questo grande continente,

ha dovuto subire le conseguenze della globale crisi finanziaria che ha colpito il globo nel corso degli ultimi anni. Ora come ora, per, sembra essere l'unico di questi che riuscir a risollevare le proprie sorti senza ulteriori danni, e questo grazie al contributo attivo dei suoi stessi cittadini. Anche se possa sembrare alquanto strano, gli Islandesi non si sono fatti intimorire dalle avversit e si sono letteralmente ribellati ad importanti manovre che il proprio governo voleva attuare, rischiando di mettere, cos, in ginocchio un gran numero di famiglie. Dagli anni Novanta alla crisi del 2008 Nel corso degli anni Novanta, l'Islanda era diventato uno dei paesi pi ricchi del mondo. Tutto questo grazie all'assunzione di un modello neoliberale in campo economico. Entro il 2003, infatti, tutte le banche islandesi sono state privatizzate completamente. Per aumentare i loro profitti, queste banche decisero di adottare la tecnica dei conti on-line per attirare investimenti stranieri: essi riducevano i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interessi piuttosto alti. Molti stranieri, sopratutto inglesi e olandesi, depositarono i loro risparmi in conto come l'Icesave. Cos, se da un lato crescevano gli investimenti, dall'altro aumentava il debito estero delle stesse banche; a dare il colpo definitivo ci pens la crisi dei mercati finanziari del 2008. Il Sole ventiquattr'ore: l'unico quotidiano che nel 2008 ci informava della crisi in Islanda Il 6 ottobre 2008 il Sole Ventiquattr'ore riferisce che l'Islanda rischiava il tracollo finanziario: il piano di salvataggio presentato dall'allora primo ministro Geir Haarde prevedeva che le banche vendessero parte dei loro asset internazionali (valori materiali e immateriali), per impedire,cos ,un ulteriore deprezzamento della krona (che intanto aveva perso un quinto del suo valore contro il dollaro e il 10% nei confronti dell'euro!). Il 7 ottobre 2008 sappiamo che lo stato prende il controllo della Landsbanki, la seconda banca del paese, mentre la Kaupthing , la prima del paese, riesce ad ottenere un prestito di 500 milioni di euro. Il 9 ottobre 2008 lo stato prende il controllo anche della Kaupthing e ottiene un'amministrazione controllata nella Glitnir (l'ultima dell pi importanti banche islandesi). Il 24 ottobre 2008 l'Islanda raggiunge un accordo con il Fondo monetario internazionale (Fmi) e riceve un prestito di 2 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono, in seguito, ulteriori 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni paesi nordici. 2009: le proteste del popolo d'Islanda Col nascere del nuovo anno, il 2009, nascono anche forti proteste: un presidio prolungato davanti al Parlamento da parte di un gran numero di persone costringe subito, il 23 gennaio, alle dimissioni del primo ministro Haarde. Nel frattempo, il Fondo monetario internazionali e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Socializzare un debito, in quel contesto, significava spalmarlo sulla popolazione. Il 25 aprile il popolo chiamato a far sentire la sua voce attraverso le elezioni anticipate: vince una coalizione tra socialisti e verdi di sinistra, guidate dal nuovo ministro Jhanna Sigurardttir che, pur condannando il modello neoliberista fin l prevalente, si vede costretta a cedere alle richieste sopra citate: sulla base di una legge ampiamente discussa in Parlamento, viene stabilito il pagamento dei debiti in Inghilterra e in Olanda di 3,5 miliardi di euro, che tutte le famiglie islandesi avrebbero dovuto pagare atttraverso una tassazione del 5,5% mensile per i successivi 15 anni.

La legge non passa grazie alla decisione del capo dello stato lafur Ragnar Grmsson di porre il veto e di accogliere la richiesta da parte dei cittadini islandesi (i quali non volevano avere un debito di 18mila euro a testa) di organizzare un referendum. La comunit internazionale aument, dunque, la propria pressione sullo stato islandese; Olanda e Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando ad ipotizzare l'isolamento economico. Nel caso in cui il referendum avesse vinto, si diceva, sarebbe stato impedito ogni aiuto da parte del Fmi e bloccato il prestito concesso l'anno prima. In un'intervista il presidente Grimsson ha detto:Ci stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord, ma se accettiamo saremo l'Haiti del nord. La ripresa del paese inizia, dal 2010, ad avere una forma Nel marzo 2010, il referendum dove il 93% dei voti and a favore del rifiuto dell legge, si visto da che parte stava il popolo islandese. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congel immediatamente il prestito concesso, ma la rivoluzone non si fermata. A questo punto, sotto la pressione dei cittadini stessi, il governo apre un'inchiesta per indagare le responsabilit civili e penali del crollo finanziario. L'Interpol emette un ordine internazionale di arresto contro l'ex presidente della Kauphting, Sigurdur Einarsson e gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonano velocemente l'Islanda. In questo contesto di crisi si decide di creare una nuova costituzione, che permetta al paese di sottrarsi dallo strapotere delle banche e del denaro virtuale. Quella precedente, infatti, risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era identica a quella danese a parte qualche correzione marginale e la sostituzione della parola presidente al posto di re. Per lo scopo ci si riferisce direttamente al popolo sovrano, attraverso un metodo innovativo. Viene eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini scelti, con regolari votazioni, tra un gruppo di 522 candidati. I requisiti che essi dovevano possedere erano, semplicemente, essere maggiorenni, non iscritti ad alcun partito politico e sostenuti dall'appoggio di almeno 30 persone. Oggi: La nuova assemblea costituente avvia il suo operato Nel febbraio 2011 parte la stesura della Magna Carta, la quale verr passata all'approvazione del Parlamento dopo le prossime elezioni amministrative. Per la stesura della Carta si scelto un metodo insolito, ma efficace: utilizzando il Web, ovvero Internet. Chiunque ha potuto seguire i progressi della costituzione: le riunioni erano strasmesse in streaming online e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare, da casa, le proprie proposte. Come si dice? Democrazia diretta. Un altro progetto al quale stanno lavorando l'Iceland modern media initiative, finalizzato alla costruzione di una cornice legale per la protezione della libert di informazione e dell'espressione. L'obbiettivo rendere il paese un rifugio sicuro per il giornalismo investigativo. ora di riflettere, cari italiani Tutt'ora l'Islanda subisce gli effetti dalla crisi, ma si pu dire che il peggio passato. I fondi sono ancora scarsi e ci vorr tempo prima di considerarsi fuori pericolo, per questa storia ci mostra molte cose. Innanzitutto che la svendita del settore pubblico non una buona via d'uscita dall crisi (ricordiamo la Grecia). In secondo luogo che difendere le proprie idee e i propri diritti, in maniera assolutamente pacifica, possibile. Infine, quanto sia determinante la consapevolezza e la partecipazione attiva, nel momento in cui si parla di affrontare i problemi della collettivit.

Il popolo islandese da elogiare perch ha dimostrato di essere degno di vivere in una democrazia. Lo stesso non si pu certo dire per altri paesi europei (tra i quali il nostro...), i quali credono ancora che la democrazia sia un dato di fatto e non una certezza da dimostrare. Goccia di neve - Mercoled 27 luglio 2011 Bibliografia: Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale di Andrea degl'Innocenti, 13 luglio 2011 www.ilcambiamento.it Islanda www.wikipedia.it www.ilsole24ore.com (giorni indicati nel testo) Storie di ordinaria rivoluzione: nessuna notizia dall'Islanda? di Marco Pala, www.nexusedizioni.it E' in corso da due anni una rivoluzione in Europa, ma nessuno ne parla: breve resoconto della rivolta anticrisi islandese, Francesco Caruso - Nota su Facebook

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