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1. La temperatura corporea rappresenta lequilibrio tra il calore prodotto dal corpo e il calore perso dallo stesso.

La temperatura corporea media di un adulto compresa tra 36,7 C e 37 C. Una temperatura corporea superiore a quella normale chiamata ipertermia, piressia o pi comunemente febbre. Lipotermia una condizione nella condizione nella quale la temperatura corporea interna scende al di sotto dei limiti normali. La morte, di solito avviene, quando la temperatura scende al di sotto di 34 C. Con unipotermia severa probabile che si manifesti sonnolenza e/o coma, che deprimono il meccanismo di controllo della temperatura e impediscono linsorgenza dei brividi. Esistono numerose zone del corpo dove possibile rilevare la temperatura corporea. Le pi comuni sono la bocca, il retto, il timpano, e lascella e tutti presentano vantaggi e svantaggi di misurazione. Quando possibile la temperatura si rileva per via orale. Tale metodo sconsigliato quando il paziente sottoposto ad ossigenoterapia. Sono considerati pi accurati i risultati della rilevazione della temperatura per via rettale. Questo metodo controindicato per pazienti con infarto del miocardio in quanto linserzione del termometro nel retto pu stimolare il nervo vago, determinando un peggioramento del danno miocardico. Le rilevazioni della temperatura corporea per vi ascellare ha dei valori pi bassi di circa 0,65 rispetto a quella rettale. Rispetto alla temperatura orale quella timpanica ha valori pi elevati di circa 0,16 C. La temperatura corporea tradizionalmente misurata utilizzando termometri a mercurio. Alcuni ospedali non usano pi i termometri a mercurio e molte citt ne hanno proibito la produzione e la vendita poich il mercurio tossico. Il termometro elettronico rappresenta un altro metodo per la rilevazione della temperatura corporea. E costituito da ununit elettronica a batteria, un sensore che linfermiere attacca allunit ed un copri sensore di solito monouso. Per misurare la temperatura ad un paziente: identificare il paziente, spiegare a questi cosa si sta facendo; lavare le mani, indossare i guanti se si misura per via rettale; provvedere alla riservatezza del paziente; mettere il paziente nella posizione adatta (Sims per rettale); mettere il termometro; aspettare il tempo necessario: 2-3 min orale o rettale, 6-9 min ascellare usando termometro a mercurio; rimuovere il termometro, registrare la rilevazione. Posizionamento del termometro: orale- in uno dei lati del frenulo della lingua; rettale 3,5 cm se non si incontrano resistenze; ascellare centro dellascella; timpanica tirare padiglione padiglione auricolare verso lalto e posteriormente e inserire la sonda.

2. Il polso il termine utilizzato per descrivere la frequenza, il ritmo e la forza del battito cardiaco rilevabile in zone centrali o periferiche. Il polso lespressione di unonda sanguigna, sfigmica, creata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Generalmente, londa sfigmica rappresenta il volume di eiezione espulso ad ogni contrazione cardiaca ed funzione della capacit di adattamento delle arterie. La frequenza cardiaca si esprime in battiti al minuto. Un polso periferico un polso situato alla periferia del corpo. Il polso apicale un polso centrale localizzato in corrispondenza dellapice del cuore. I fattori che modificano la frequenza cardiaca sono: et, sesso, esercizio fisico, febbre, farmaci, stress, posizione. Il polso pu essere rilevato in nove siti: temporale, carotideo, apicale, brachiale, radiale, femorale, polipteo, tibiale posteriore, pedidio. Il polso periferico pu essere valutato come un indicatore sia della funzione cardiaca sia dellintensit vascolare. Sia durante rilevamento del polso periferico che in quello apicale e radiale: identificare paziente, spiegare cosa si deve eseguire, lavare le mani, provvedere alla riservatezza del paziente, selezionare il sito del polso, far assumere al paziente una posizione comoda. Per il polso periferico: palpare il polso radiale, con il palmo della mano posto inferiormente, palpare e contare i battiti del polso, mettere la punta di due o tre dita ed ad angolo retto sul punto di rilevazione del polso (Non deve essere utilizzato il pollice poich ha una pulsazione propri che linfermiere pu confondere con quella del paziente)Contare 15 sec e moltiplicare per 4, stimare il ritmo (intervallo tra i battiti) ed il volume (pressione normale moderata) del polso, registrare i dati ottenuti. Per il polso apicale: localizzare limpulso apicale. Questo il punto sullapice del cuore definito come punto del massimo impulso (PMI). Ascoltare e contare i battiti cardiaci. Pulire con fazzoletti antisettici i paraorecchi ed il diaframma del fonendoscopio, controllando il funzionamento di questi. La coppia di suoni cardiaci S1 e S2 corrisponde ad un battito cardiaco. Se il ritmo regolare contare i battiti in 30 sec ( se irregolare 60 sec). Stimare il ritmo e la forza del battito. Trascrivere i dati ottenuti. Per il polso radiale apicale: Rilevare il polso apicale e radiale per 60 secondi e registrare i dati ottenuti. Questa tecnica pu essere effettuata da due operatori. L elettrocardiogramma (ECG) la registrazione grafica dell'attivit elettrica del cuore. Di facile esecuzione rappresenta l'esame pi comune che offre al medico preziose indicazioni sullo stato attuale del cuore. l'esame con cui si valutano le variazioni elettriche che si verificano durante l'attivit cardiaca. Serve per vedere se il cuore sofferente e se il ritmo cardiaco regolare oppure no. ELETTRODO ROSSO AL BRACCIO DESTRO,ELETTRODO NERO ALLA CAVIGLIA DESTRA, ELETTRODO GIALLO AL BRACCIO SINISTRO, ELETTRODO VERDE ALLA CAVIGLIA SINISTRA. Inumidire la zona interessata (polsi e caviglie) con semplice cotone imbevuto di acqua e sale o solo acqua (evitate il Gel!). Per i polsi consigliabile inumidire la parte dorsale esterna piuttosto che la mediale interna.Ora, applica gli elettrodi al torace che registreranno le derivazioni precordiali: V1 V2 V3 V4 V5 V6. Gli elettrodi al torace si applicano nel seguente modo: o meglio: Non vi assoluta importanza se gli elettrodi non sono millimetricamente in posizione (Una V1 millimetro in pi o in meno non cambia assolutamente nulla nella lettura dellelettrocardiogramma), comunque i testi sacri dellelettrocardiografia danno come posizioni le seguenti: V1 e V2 su entrambi i lati dello sterno al IV spazio intercostale (in pratica a dx e sin dello sterno a circa 3 cm in su da processo xifoideo), V4 spazio pi in gi ma sulla emiclaveare sin,V3 a met tra V2 e V4, V5 e V6 allo stesso livello orizzontale di V4 ma rispettivamente sulla ascellare sin anteriore e media. Accendere lelettrocardiografo e inserire i dati del paziente: nome, cognome, data di nascita, sesso, numero letto dospedale e data di registrazione. Far rilassare il paziente e avviare lesecuzione del tracciato. Osservare il display: se limmagine del tracciato appare stabile stampare. Staccare tutti gli elettrodi, riportare al suo posto lelettrocardiografo.

3. La frequenza respiratoria misurata in atti per minuto. Un adulto sano normalmente effettua da 15 a 20 atti respiratori per minuto. La misura della frequenza, del ritmo e delle caratteristiche del respiro usata per diversi motivi tra cui valutare lo stato generale di salute polmonare del paziente. Per misurare la frequenza respiratoria: : identificare paziente, spiegare cosa si deve eseguire, lavare le mani, provvedere alla riservatezza del paziente, far assumere al paziente una posizione comoda, osservare o palpare il torace e contare la frequenza respiratoria( mettere una mano sul torace del paziente per sentire i movimenti del torace o utilizzare lo stesso braccio del paziente sul torace evita errori dovuti ad alterazioni volontarie del paziente), contare gli atti respiratori per 30 secondi se la respirazione regolare (60 sec se irregolare), osservare il ritmo, la profondit ed il carattere (suono e sforzo che produce) dellatto respiratorio. Registrare i dati ottenuti.

4. La pressione arteriosa sistemica (conosciuta anche come pressione arteriosa o come pressione sanguigna) la pressione del sangue arterioso sistemico misurata a livello cardiaco. La pressione del sangue, intesa come l'intensit della forza che il sangue esercita su una parete del vaso di area unitaria, varia lungo tutto l'apparato vascolare: infatti la pressione arteriosa diminuisce progressivamente dal ventricolo sinistro del cuore fino alle arteriole. Per poter effettuare unattendibile rilevazione della pressione arteriosa: identificare paziente, spiegare cosa si deve eseguire, lavare le mani, provvedere alla riservatezza del paziente, il soggetto deve essere rilassato, in posizione comoda. Lo strumento utilizzato si chiama sfigmomanometro ed costituito da un bracciale che viene avvolto attorno al braccio del soggetto e mantenuto allaltezza del cuore. Il bracciale dello strumento deve essere adatto alle dimensioni del braccio. Bisogna utilizzare inoltre un fonendoscopio, cio uno strumento che permette di udire i rumori che vengono generati dal passaggio del sangue nellarteria del braccio. Il fonendoscopio viene appoggiato a livello dellarteria brachiale, sopra la piega del gomito. Contemporaneamente si palpa il polso radiale, cio la pulsazione dellarteria che passa a livello del polso, dallo stesso lato in cui si trova il pollice. A questo punto il bracciale viene gonfiato sino alla scomparsa sia dei rumori provenienti dal fonendoscopio che del polso radiale (+ 20 / 30) : in questo momento la pressione del bracciale superiore alla pressione arteriosa. Successivamente si riduce lentamente la pressione del bracciale, facendo uscire laria in esso contenuta. Quando la pressione sar uguale a quella arteriosa, un p di sangue riuscir a passare nellarteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponder alla PRESSIONE SISTOLICA (detta anche MASSIMA) - si risente anche il polso. Riducendo ulteriormente la pressione i rumori diventeranno inizialmente pi intensi, quindi via via pi deboli: la completa scomparsa dei rumori corrisponder alla PRESSIONE DIASTOLICA (detta anche MINIMA).

5. Negli adulti, il rapporto tra peso ed altezza definisce una misura generale dello stato di salute. Chiedendo ai pazienti laltezza ed il peso prima di rilevarli, linfermiere ottiene unidea dellimmagine di se di una persona. Discrepanze eccessive tra le risposte del paziente e le misurazioni possono fornire indicazioni su problemi attuali o potenziali, sullautostima e lautodeterminazione. E importante che linfermiere e il paziente siano consapevoli dellaumento o della perdita di peso in un periodo di tempo specifico. Linfermiere misura laltezza con lasta di misurazione attaccata alla bilancia o ad un muro. Il paziente deve togliersi le scarpe e mettersi in posizione eretta con i calcagni uniti, natiche e testa contro lasta con gli occhi che guardano diritto in avanti. Linfermiere alza la leva ad L facendola scivolare lungo la scala fino a portarla in cima alla testa del paziente. Il peso si misura allingresso nella struttura sanitaria e spesso ad intervalli regolari. Laccuratezza della rilevazione essenziale e per questo linfermiere dovrebbe utilizzare la bilancia ogni giorno. Il paziente deve salire sulla piattaforma e il peso pu essere letto o su uno schermo digitale o sul braccio della bilancia. Per misurare il peso di pazienti allettati o semplicemente impossibilitati nel mantenere una posizione ortostatica autonoma vi sono i letto - bilancia e la bilancia a sedia elettronica.

6. E' lo strumento per rendere visibile, osservabile, misurabile ed evidente il processo di assistenza infermieristica e l'applicazione del contenuto specifico del profilo professionale dell'infermiere. La cartella infermieristica o dossier assistenziale , quindi, uno strumento documentale formale, flessibile , adattabile, suscettibile di continuo aggiornamento in grado di evidenziare la professionalit di ogni operatore sanitario nellespletamento della sua attivit ed il corretto comportamento documentabile in qualsiasi momento. Formalmente riconosciuta dall'art. 69 del D.P.R. 384/90, viene giuridicamente considerata come un atto pubblico, in quanto compilata da un incaricato di pubblico servizio. Pur non possedendone la stessa efficacia probatoria, per una maggiore completezza della documentazione sanitaria va archiviata come parte integrante della cartella clinica. Regole per la compilazione della cartella infermieristica : Usare inchiostro e non la matita o levidenziatore; Scrivere nome e cognome del paziente;Descrivere appena possibile e con precisione il problema identificato per evitare di tralasciare informazioni ed avere un aggiornamento quotidiano. Scrivere tutto ci che viene fatto al paziente e le sue reazioni; correggere gli errori tracciando una riga sopra lerrore e controfirmare, la cancellazione e la copertura con linchiostro o con il bianchetto non accettabile; la data viene segnata sulla prima riga ed aggiornata; lora va segnata ogni volta che si deve riportare una voce riferita ad un nuovo momento cronologico;ogni atto sottoscritto (apposizione della firma in calce) e autografato (cio scritto a mano). Non strettamente necessario lindicazione per esteso del nome e del cognome, ma sufficiente che sia idonea ad individuare chi lha apposta. In ogni reparto e/o servizio deve essere presente un documento (conservato a cura della Capo Sala), attestante la firma per esteso di ogni infermiere inserito nellquipe di lavoro e la sigla utilizzata come identificazione la registrazione riferisce i fatti e non linterpretazione dellinfermiere. Se il paziente riferisce i sintomi e sensazioni, questi vanno riportati fra virgolette per significare che si tratta di parole del paziente; il rifiuto da parte del paziente di medicinali o farmaci, va riportato mettendone in evidenza i motivi; utilizzare solo simboli ed abbreviazioni concordati con tutti i membri dellquipe; scrivere in modo leggibile; non scrivere per unaltra persona; registrare solo quello che stato fatto personalmente ed osservato; non aggiungere informazioni dimenticate utilizzando spazi ristretti; alla dimissione del paziente, la Cartella Infermieristica (cartella, scheda di terapia, ed eventuali fogli allegati utilizzati) deve essere allegata alla Cartella Clinica per la archiviazione. Eventuali fogli della Cartella Inf.ca non compilati devono essere annullati tracciando una riga diagonale alla pagina.

7. La trasmissione delle informazioni molto importante sia per quanto riguarda i rapporti medico- infermiere che quelli medico/infermiere paziente. In questo ultimo caso ci sono molte cose che linfermiere deve fare durante lapproccio con il paziente: Non esprimere mai troppi concetti contemporaneamente. Quando si parla rivolgersi sempre direttamente al paziente, evitando di fare gesti che possano distrarlo. Quando si devono trasmettere informazioni importanti, cercare di coinvolgere anche i familiari se sono presenti. Ripetere sempre linformazione pi volte, in modo che sia pi comprensibile, specie se chi ascolta possiede un basso grado distruzione. Pianificare il discorso in modo che i punti pi importanti dellinformazione vengano dati sia allinizio che alla fine di esso. Per essere pi chiari, ricorrere ad esempi che possano risultare facilmente comprensibili per il paziente, magari riferendosi a vicende cliniche legate a lui o ai suoi familiari. Per mettere maggiormente a suo agio il paziente e favorire una maggiore comprensione del messaggio informativo, si pu fare ricorso alluso di qualche termine pi colloquiale, popolare talvolta anche dialettale. Quando si forniscono indicazioni sui dosaggi e sui tipi di farmaci che il paziente deve assumere, portare sempre esempi pratici: chiarire il tipo di pillole (capsule, compresse, colore, forma, come si possono dividere, ecc.); nelluso di sciroppo specificare bene se bisogna utilizzare un cucchiaio da tavola o un cucchiaino; indicare sempre le tacche del misurino. Accertarsi che il paziente abbia capito, rendendolo partecipe delle decisioni e facendogli ripetere il dosaggio che deve assumere. Esprimere sempre ottimismo, incoraggiando il paziente in difficolt: un eccesso di pessimismo pu porlo in una posizione di scetticismo, con possibile calo di fiducia e rifiuto della terapia.

8. Compilazione moduli richiesti per esami di laboratorio, presidi sanitari, esami radiografici 9. Linfermiere contribuisce allaccertamento delle condizioni generali di salute del paziente con la raccolta di campioni di materiale organico. Tra le varie raccolte vi sono: URINE - Raccolta 24h Condizioni preliminari: E preferibile cominciare la raccolta al risveglio. Modalit di esecuzione: Scartare la prima urina del mattino e partendo dalla successiva raccoglierle, in un idoneo contenitore, tutte le successive e fino alla prima del mattino seguente. Conservare il contenitore in un luogo fresco durante la raccolta. Utilizzare un contenitore a bocca larga con tappo a vite della capacit di circa 2.5 litri. Modalit di conservazione e consegna: Cercare di consegnare le urine in un tempo massimo di 2 ore dalla raccolta, scrivere nome e cognome sul contenitore. - Urinocoltura In mancanza di richiesta specifica viene effettuato lesame colturale quantitativo per i batteri aerobi: enterobatteri, enterococco, stafilococco e miceti. Modalit di raccolta o prelievo Se non diversamente specificato, si raccomanda di raccogliere le urine della minzione del mattino. I contenitori per la raccolta (recipienti sterili monouso) sono forniti dal laboratorio o acquistabili in farmacia. Raccolta mediante mitto intermedio Sesso femminile 1. Lavarsi le mani con acqua e sapone ed asciugarsi; 2. lavare accuratamente con acqua e sapone lorifizio delluretra e la zona circostante, sciacquarsi con acqua ed asciugarsi; 3. tenere divaricate le grandi labbra durante la minzione; 4. emettere la prima parte delle urine senza raccoglierla; 5. raccogliere direttamente nel recipiente sterile la seconda parte; 6. richiudere accuratamente il contenitore in modo che lurina non fuoriesca durante il trasporto. Sesso maschile 1. lavarsi le mani con acqua e sapone ed asciugarsi; 2. retrarre il prepuzio, lavare accuratamente con acqua e sapone lorifizio delluretra e la zona circostante, sciacquarsi con acqua ed asciugarsi; 3. tenendo retratto il prepuzio emettere la prima parte delle urine senza raccoglierla; 4. raccogliere direttamente nel recipiente sterile la seconda parte; 5. richiudere accuratamente il contenitore in modo che lurina non fuoriesca durante il trasporto. FECI - Coprocoltura Il materiale deve essere raccolto nel momento acuto del processo infettivo. Il paziente deve evacuare direttamente in un recipiente sterile senza che il campione fecale venga contaminato da urina. Luso dei tamponi rettali deve essere limitato a quei pazienti in cui sia obiettivamente difficile la raccolta dei campioni fecali. - Feci per la ricerca di parassiti intestinali Prima di raccogliere le feci accertarsi che il paziente non abbia assunto le seguenti sostanze: solfato di bario per indagini radiologiche, oli minerali, antidiarroici non assorbibili, antimalarici, tetracicline. Se il paziente ha assunto tali sostanze opportuno eseguire lesame dopo una settimana. Poich leliminazione di alcuni parassiti intestinali non giornaliera, per un corretto risultato opportuno eseguire lesame su almeno tre campioni di feci.
- Ricerca sangue occulto nelle feci Il paziente deve seguire particolari norme per tre giorni consecutivi, onde evitare i risultati falsi positivi. 1) seguire una dieta priva di carni rosse e di particolare frutta e verdura (rape, broccoli, ravanelli, melone) 2) non assumere farmaci che possono causare irritazioni gastrointestinali (aspirina, cortisone, reserpina, fenilbutazone, indometacina, ecc) 3) evitare la somministrazione di farmaci contenenti ferro. 4) non effettuare il test con emorragie attive (emorroidi, lesioni gengivali, stitichezza,mestruazioni). 5) non raccogliere le feci se si stanno usando farmaci per via rettale.

Raccogliere il campione in un contenitore sterile e Consegnarlo in un tempo massimo di 2 ore dalla raccolta. Scrivere nome e cognome sul contenitore.

10. Il tampone rettale il prelievo di materiale fecale tramite introduzione di un batuffolo di cotone per circa 2-3 centimetri oltre l'apertura anale. Si effettua per la ricerca di batteri patogeni intestinali in caso di enterocolite. In caso di positivit viene eseguito contestualmente l'antibiogramma. Il risultato positivo indica la possibilit di infezioni da batteri e virus come streptococco, adenovirus, rotavirus, astrovirus, enterovirus. Il tampone faringeo si esegue per diagnosticare se uninfezione a carico della faringe o delle tonsille di natura virale o batterica. Il tampone viene utilizzato principalmente per la ricerca dello Streptococcus pyogenes (o streptococco betaemolitico di gruppo A): le faringiti e le tonsilliti causate da questo streptococco possono evolvere in complicazioni quali la febbre reumatica o lendocardite, e richiedono pertanto un trattamento tempestivo. Per eseguire un tampone faringeo bisogna preparare il paziente e il materiale. Mettere il paziente in posizione seduta perch questa la posizione pi comoda per molte persone e la faringe pi visibile. Indossare i guanti se necessario toccare le mucose del paziente. Aprire la provetta per lesame culturale e metterla su un telo sterile perch questo previene lingresso dei microrganismi. Prendere il tampone sterile e maneggiarlo attentamente dal bastoncino lasciando il resto sterile. La parte terminale del tampone deve essere tenuta lontana da ogni possibile fonte di contaminazione. Spiegare al paziente che cosa si sta facendo e perch e come egli possa cooperare. Illustrare come i risultati saranno usati nella pianificazione futura delle cure e delle terapie. Informare il paziente che durante lesecuzione della procedura per il prelievo del tampone nasale pu avere la sensazione di soffocamento o di starnuto ma che comunque la procedura durer meno di un minuto. Lavare le mani ed osservare le procedure per il controllo delle infezioni. Provvedere alla riservatezza del paziente. Raccogliere il tampone. Chiedere al paziente di inclinare la testa allindietro di aprire la bocca, di estendere la lingua e dire AHH. Quando la lingua estesa, la faringe esposta. Dicendo AAH si rilassano i muscoli della gola e si diminuisce la contrazione del faringeo. Usare la torcia per illuminare la faringe e abbassare la lingua con una spatola. Abbassare il terzo anteriore della lingua fermamente senza toccare la gola altrimenti aumenta il riflesso di soffocamento. Evidenziare le zone infiammate. Inserire un tampone in bocca senza toccare nessuna parte della bocca o della lingua perch il tampone non deve essere contaminato dai microrganismi presenti nella bocca. Schiacciare lampolla del terreno di coltura nel fondo della provetta. Inserre il tampone nel tubo sterile e spingere la punta del tampone nel terreno di coltura liquido. Chiudere bene la provetta, senza toccare il bordo interno del cappuccio. Prelevare un secondo campione. Documentare tutte le informazioni utili.

11. Le attivit connesse con la spedizione ed il trasporto di sostanze infettive o potenzialmente tali, di campioni diagnostici e di materiali biologici deperibili, costituiscono un giustificato motivo di preoccupazione per tutti i soggetti interessati: ricercatori, personale di laboratorio, personale addetto ai servizi di trasporto ed ai servizi postali. Nello svolgimento di tali attivit vanno seguite appropriate procedure per: Garantire la sicurezza del personale coinvolto nelle operazioni di spedizione e di trasporto; Impedire la dispersione di agenti infettanti o potenzialmente infettanti nellambiente; Far s che il materiale giunga a destinazione nei tempi e nelle condizioni ottimali al fine di poter essere analizzato, garantendo la sicurezza del personale di laboratorio e lattendibilit dellesito. Rispettare la privacy del paziente. Per il trasporto di sostanze infettive (materiali contenenti microorganismi vivi quali batteri, virus, rickettsie, parassiti, funghi o tossine)il confezionamento prevede lutilizzo di un sistema a tre involucri,:Recipiente primario. Esso contiene il campione o la sostanza infetta. Recipiente secondario. E un contenitore di materiale resistente, impermeabile, a tenuta stagna, adatto a contenere e proteggere il recipiente primario. Allesterno del secondo recipiente devono essere applicate le schede riportanti i dati identificativi e descrittivi del contenuto ed i dati riguardanti il destinatario e lo speditore. Recipiente esterno. E il contenitore pi esterno in cui collocare il recipiente secondario per evitare danneggiamenti causati da fattori esterni quali agenti fisici o acqua. Il contenitore esterno pu essere di cartone rigido, plastica, legno o altri materiali resistenti ad urti ed intemperie. Il volume totale del materiale da spedire non pu essere superiore a 500 ml e, nel caso dovesse superare i 50 ml, occorre aggiungere fra il recipiente secondario e il recipiente esterno, una ulteriore quantit di materiale assorbente. Il confezionamento per il trasporto di campioni diagnostici (materiali di origine umana o animale, inclusi escreti, sangue e suoi componenti, tessuti e fluidi tissutali, raccolti a scopo diagnostico) deve essere effettuato seguendo i criteri del sistema a tre involucri gi descritto .In questo caso, a differenza del trasporto di sostanze infettive, il recipiente primario pu contenere una quantit di materiale anche superiore a 500 ml, ma il volume totale contenuto nellintera confezione non pu comunque eccedere i 4 litri. Nel caso in cui il contenitore del campione una provetta, essa deve essere chiusa e collocata in una rastrelliera che la mantenga in posizione verticale; i contenitori dei campioni e le rastrelliere devono essere posti in scatole robuste e a tenuta stagna di plastica o di metallo e ciascuna scatola deve essere etichettata in relazione al contenuto ed accompagnata dalle schede con i dati del campione. Qualora, per il trasporto del campione, previsto luso di veicoli, la scatola deve essere sistemata in modo fermo e sicuro nel veicolo stesso e, a bordo, deve essere presente un kit fornito di materiale assorbente, disinfettante a base di cloro, contenitore per rifiuti, guanti da lavoro resistenti e riutilizzabili. Laddove nella spedizione venga usato ghiaccio o ghiaccio secco, questo deve essere posto allesterno del contenitore secondario. Se si usa ghiaccio, esso deve essere posto in un contenitore a tenuta stagna e impermeabile e cos deve essere anche il contenitore esterno della confezione. Se si usa ghiaccio secco, esso non deve essere posto nel recipiente secondario per il rischio di esplosioni e deve essere posto in un contenitore che permetta il rilascio di CO2. Al fine di garantire la sicurezza del trasporto e larrivo del materiale nei tempi e nelle condizioni ottimali, necessaria la coordinazione fra colui che spedisce (mittente), il corriere e colui che riceve (destinatario). Il mittente (nel nostro caso linfermiere) ha la responsabilit di concordare in anticipo la spedizione sia con il destinatario che con il corriere in modo da garantire che il materiale e la spedizione venga accettata e il trasporto venga effettuato per la via pi diretta, evitando la consegna nei giorni festivi e prefestivi, compilare la documentazione necessaria, inclusi i permessi e i documenti di viaggio. Avvisare il destinatario della data di arrivo del materiale con debito anticipo.

12. Per disinfezione si intende la distruzione di microrganismi patogeni, ad esclusione delle spore, presenti su oggetti inanimati. Quando ci si riferisce a procedure germicide sulluomo dovrebbe essere utilizzato il termine antisepsi. Diversi composti organici e inorganici del cloro vengono utilizzati nella disinfezione e antisepsi. I composti pi usati nel nostro paese sono lipoclorito di sodio, il clorossidante elettrolitico e le cloramine. Caratteristica comune la loro capacit di produrre, in soluzione acquosa, acido ipocloroso dotato di elevata attivit germicida nei confronti di batteri, funghi, protozoi e virus. Lo iodio e i composti organici che lo liberano lentamente, vengono largamente impiegati come antisettici. Lo iodio possiede una potente attivit battericida, fungicida e virulicida. La clorexidina un antibatterico efficace contro batteri Gram positivi e Gramnegativi, ma privo di attivit nei confronti dei virus. In caso di escoriazioni o ferite superficiali, sufficiente procedere ad un lavaggio con acqua corrente. La disinfezione va fatta solo se la parte lesa risulta molto sporca e potenzialmente infetta o, soprattutto, se si tratta di un paziente immunodepresso, dando la preferenza a preparati a base di cloro (es. Amuchina Pronto Uso, Euclorina), clorexidina (es. Clorexan, Master Aid) o povidoneiodio (es. Betadine). Linsorgenza di una lesione da decubito modifica radicalmente le condizioni locali, compresa la stessa flora batterica che pu variare in base a diversi fattori tra cui la sede della lesione; inizialmente essa rappresentata in maggioranza da batteri Gram negativi, mentre nella fase rigenerativa dellepidermide nuovamente da Gram positivi. La colonizzazione batterica della lesione da decubito quindi un evento estremamente frequente, che non compromette tuttavia la riparazione tissutale. Limpiego di antisettici controverso poich essi, abbinando allazione antibatterica un effetto lesivo nei confronti di qualsiasi cellula, anche sana, possono danneggiare le cellule deputate alla riproduzione tissutale. Possono inoltre causare reazioni allergiche e/o irritazione locale. Luso di antisettici non deve essere quindi routinario ma riservato eventualmente alle lesioni chiaramente infette o in presenza di secrezioni necrotiche (stadio III e IV) e nelle fasi post-escarectomia. E opportuno precedere e seguire lapplicazione con un lavaggio con Soluzione fisiologica o Ringer lattato. La scelta dellantisettico deve orientarsi verso quelli meno dannosi. E quindi preferibile luso della clorexidina gluconato in soluzione acquosa allo 0,05% per la sua buona attivit antisettica, la buona tollerabilit e perch sembra interferire minimamente con i processi di guarigione. Deve essere sempre evitato luso simultaneo o consecutivo di un antisettico e di un sapone per il rischio di inattivazione.

13. Per prelievo venoso con vacutainer: lavarsi le mani con lavaggio antisettico, informare il paziente, predisporre il materiale (carrello o vassoio, sistema vacutainer, laccio emostatico, provette etichettate, aghi di diverso calibro, adattatore, batuffoli di cotone, antisettico, guanti, telino, richieste, cerotto anallergico, forbici, arcella, contenitore rifiuti speciali, contenitore rigido per aghi), far assumere al paziente una posizione comoda, far scoprire gli avambracci al paziente, posizionare sotto questi un telino, sistemare il vassoio con il materiale a portata di mano, reperire la vena facendo scorrere lindice ed il medio lungo il decorso del vaso da reperire, applicare il laccio emostatico a 10 cm circa a monte del punto da punge, invitare il paziente ad aprire e chiudere la mano continuamente per favorire il turgore della vena, massaggiare dolcemente con il palmo della mano dal basso verso lalto la faccia anteriore dellavambraccio, disinfettare la cute, connettere la camicia del vacutainer con lago adatto, inserire lago tendendo la cute con un inclinazione di 45 e con la scalanatura rivolta verso lalto, inserire la provetta allinterno della camicia, controllare il riempimento della provetta, togliere la provetta piena ed inserirne unaltra, togliere il laccio, estrarre lago ponendo il batuffolo di cotone sul punto di ingresso mentre lo si sfila, tamponare con il batuffolo, eliminare ago e camicia, togliere il telo di protezione, ricapovolgere provette con anticoagulante riponendole nel contenitore, sistemare il paziente, inviare le provette, smaltire i rifiuti e riordinare il materiale utilizzato ed infine registrare il prelievo.

14. Il glucotest il test per la misurazione del tasso di glicemia nel sangue, che viene prelevato dal capillare. Esistono diverse tipologie di glucometri: sia con le strisce ad inserimento manuale che automatico. In questi ultimi sufficiente inserire un rullino o un dischetto, accendere l'apparecchio e attendere che la striscia esca. Mediamente i glucometri moderni impiegano tra i 5 e i 10 secondi ad analizzare il campione di sangue prelevato. Nelleseguire un glucotest: identificare paziente, spiegare cosa si deve eseguire, lavare le mani, indossare i guanti, preparare il materiale (glucotest e striscia di reagente, per questultimo da evitare che si inquini), scegliere la zona pi idonea al prelievo capillare evitando zone vicine allosso, mettere liniettore a scatto se utilizzato sulla zona individuata e rilasciare lago per perforare la cute, asciugare la prima goccia di sangue con un batuffolo di cotone, comprimere senza toccare la zona di foratura fino a quando non si forma una grossa goccia di sangue, tenere la striscia sotto il punto di foratura e far uscire il sangue fino alla copertura dellarea della reagente dove avviene la reazione chimica dopo che il sangue stato assorbito, chiedere al paziente di applicare sotto il punto di foratura una pressione per facilitare lemostasi, valutare il valore di glucosio nel sangue, documentare i risultati osservati.

15. Prima di effettuare qualsiasi somministrazione di farmaci ad un paziente bisogna: controllare se la terapia chiesta corrisponda a quella scritta dal medico sul diario clinico del paziente; controllare se il nome del farmaco corrisponde ad uno di quelli a disposizione dellospedale. Qualora non vi sia il suddetto farmaco, chiedere al medico di individuare un farmaco alternativo presente allinterno dellospedale; controllare che il dosaggio ed il tipo di somministrazione siano quelli richiesti dal medico,; controllare lorario di somministrazione. Tra le varie somministrazioni vi sono: Somministrazione orale: rappresenta il metodo pi semplice per assumere un farmaco. Si pu prendere ovunque ci si trovi, in genere basta un bicchiere dacqua per aiutare il farmaco a raggiungere lo stomaco. Da qui, se non viene assorbito - come succede per alcuni farmaci - passa allintestino, attraversa le pareti intestinali e raggiunge il fegato e quindi il sangue, attraverso il quale viene portato in tutti i distretti del corpo, con una prevalenza per gli organi o i tessuti che rappresentano il suo bersaglio (distribuzione sistemica). Somministrazione rettale: i farmaci somministrati per via rettale possono svolgere unazione locale, come una stimolazione per levacuazione, oppure agire per via sistemica, cio raggiungere la circolazione sanguigna attraversando la mucosa rettale. La via rettale consente di somministrare alcuni farmaci che, se fossero assunti per via orale, sarebbero irritanti per lo stomaco, o altri che verrebbero inattivati dagli enzimi digestivi. Quella rettale una via che spesso consigliata nei bambini per lassenza di effetti gastrointestinali. Somministrazione intramuscolare e sottocutanea: lassorbimento pu essere rapido o lento e prolungato. Pu dare dolore e necrosi da sostanze irritanti. I farmaci somministrati per via intramuscolare o sottocutanea, disciolti in soluzione acquosa, sono generalmente assorbiti abbastanza rapidamente dall'organismo. Per evitare un assorbimento troppo rapido, si pu limitare questo step attraverso la somministrazione del farmaco sottoforma di estere, come avviene, ad esempio, nelle preparazioni deposito dei neurolettici - i pazienti schizofrenici, infatti, rientrano in comunit in numero sempre maggiore dopo la dimissione e questo ha portato ad un aumento dell'impiego delle preparazioni deposito a lunga azione per la terapia di mantenimento. Le iniezioni oleose di derivati del flupentixolo, dell'aloperidolo, del risperidone e della flufenazina possono essere effettuate ad intervalli di 1-4 settimane.

16. Per diluire farmaci in polvere: controllare la prescrizione, preparare tutto il materiale, lavaggio sociale delle mani, prendere la fiala con il solvente e controllare se preseghettata, far scendere tutto il liquido allinterno della fiala picchiettandone la parte superiore, aprire la fiala utilizzando un batuffolo di cotone, aprire la confezione della siringa controllando la data di scadenza, assicurarsi che lago sia fissato al cono della stessa, rimuovere cappuccio dellago, introdurre lago prima allinterno della fiala con il solvente, facendo attenzione a non toccare il bordo e lesterno, aspirare lentamente il liquido inclinando leggermente lago con la punta smussa rivolta verso lalto, introdurre il liquido aspirato nellapposito soluto ed una volta introdotto capovolgere delicatamente e ruotare il flaconcino, controllare che la soluzione ottenuta sia limpida e dopo aver aspirato la quantit giusta di farmaco sostituire lago. Per preparare i farmaci da somministrare: controllare la prescrizione, preparare tutto il materiale, lavaggio sociale delle mani, prendere il flaconcino e ruotarlo leggermente tra le mani, disinfettare il tappo del flaconcino, aprire la confezione della siringa controllando la data di scadenza, assicurarsi che lago sia fissato al cono della stessa, rimuovere cappuccio dellago, appoggiare il flaconcino sul piano da lavoro e perforando la membrana di gomma, introdurre lago nello spazio dove non vi il liquido, capovolgere il flaconcino e aspirare la quantit di farmaco prescritto, dopo aver aspirato la quantit giusta di farmaco, rimuovere lago utilizzato ed eliminarlo nellapposito contenitore: sostituirlo con uno sterile.

17. clistere o enteroclisma una pratica volta a liberare l'ultimo tratto dellintestino. In campo medico la si effettua a scopo diagnostico, in prossimit di un intervento chirurgico, o semplicemente per una momentanea difficolt ad evacuare dovuta alla presenza di un fecaloma ostruttivo traumatizzante, oppure in caso di stipsi od altri problemi inerenti la defecazione. La pratica ha una diffusione anche domestica. L'attrezzo per praticarlo costituito da un contenitore in gomma a forma di pera, terminante con un beccuccio da introdurre nellano. Per la sua forma questa pratica casalinga chiamata anche "peretta" o "pompetta"; per evitare lesioni durante l'inserimento, viene lubrificato il beccuccio e il punto di introduzione. Il liquido da introdurre pu essere acqua tiepida mista a olio, glicerina o soluzioni lassative. Per i bambini di pochi mesi, sono disponibili nelle farmacie confezioni "usa e getta", sagomate in modo appropriato, contenenti piccole quantit di glicerina. Lo scopo del clistere quello di eliminare il blocco fecale grazie all'acqua o altro liquido, che, aumentando di volume all'interno dell'intestino, fa raggiungere a chi riceve il clistere lo stimolo di defecare e al tempo stesso, "scioglie" anche le feci dure. . Per eseguire un clistere: identificare il paziente, spiegare a questi cosa si sta facendo; lavare le mani, indossare i guanti; provvedere alla riservatezza del paziente; mettere il paziente nella posizione adatta (laterale sx con la gamba flessa il pi possibile) e sistemare la traversa monouso. Inserire il tubo rettale per 7-10 cm, se si incontra resistenza nello sfintere interno chiedere al paziente un respiro profondo, far scorrere una piccola quantit di soluzione attraverso la sonda per far rilassare lo sfintere anale interno. Far scorrere lentamente la soluzione del clistere (se il paziente lamenta dolore o sensazione di pienezza, usare il morsetto per chiudere il flusso per 30 secondi e riavviare il flusso pi lentamente. Dopo lintroduzione del liquido chiudere il morsetto e rimuovere la sonda rettale. Consigliare al paziente di trattenere il clistere. Assistere il paziente nella defecazione, chiedere al paziente di non tirare lo scarico se usufruisce del bagno e non della padella per visionare le feci, se richiesto un campione adoperare una padella o una sedia comoda. Documentare loperazione.

18. L'ossigenoterapia la somministrazione di ossigeno a concentrazioni pi alte di quelle presenti nellambiente atmosferico. Nelleseguire lossigenoterapia, qualunque sia lo strumento utilizzato: Informare il paziente, lavarsi le mani, preparare il materiale, se possibile fare assumere la posizione di Fowler che facilita lespansione polmonare. Il materiale per la procedura costituito da: erogatore di ossigeno a muro o bombola, misuratore di flusso, acqua distillata per umidificatore, fazzoletti di carta, bacinella reniforme, pomata emmoliente. Gli strumenti per linalazione dellossigeno sono: sonda a occhiale a doppia via, catetere trans-nasale monouso, maschera facciale. Prima dellintroduzione di un catetere trans-nasale far soffiare il naso al paziente, dopodich introdurre il catetere attraverso la narice, far aprire la bocca al paziente e facendogli abbassare la lingua controllare che il catetere sporga dal velo pendulo dietro lugola. Fissare il catetere al naso con cerotto disposto a cravatta o alla guancia con cerotto disposto trasversalmente. Il fissaggio di occhialini, catetere nasale o maschera e molto importante e non va trascurato e in tutti e tre casi, questa fase e succeduta dal collegamento con lerogatore. Si fa fuoriuscire un po di gas, si controlla la lunghezza del tubo di collegamento allo strumento e si regola in flusso secondo quelle che sono le disposizioni del medico. Durante la terapia sorvegliare il paziente, al termine chiudere la manopola di somministrazione, far soffiare il naso al paziente e riordinare tutto.

19. Per ulcera o lesione da decubito si intende una lesione tissutale ad evoluzione necrotica che interessa la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi pi gravi, il muscolo, la cartilagine e losso. Il fenomeno causato da una prolungata e/o eccessiva pressione esercitata tra piano dappoggio e superficie ossea, tale da provocare uno stress meccanico sui tessuti ed unalterazione della circolazione ematica locale. Clinicamente le lesioni si osservano in sedi particolarmente predisposte, come le prominenze ossee, ed insorgono in seguito al decubito prolungato in posizione obbligata. Sono favorite da fenomeni generali e locali. Tutte le condizioni che comportano una diminuzione della mobilit rappresentano pertanto un importante fattore di rischio di insorgenza delle lesioni. I pazienti immobilizzati per compromissione della funzionalit neuromotoria e gli anziani allettati rappresentano le categorie pi esposte. Questi ultimi anche a causa dellinvecchiamento dei tessuti che risultano ipotrofici, meno elastici e caratterizzati da maggior fragilit capillare. La presenza di malattie sistemiche concomitanti come il diabete mellito, linsufficienza renale, limmunodepressione, i disturbi circolatori, ecc. costituisce unulteriore aggravante. Gli interventi di prevenzione sono i seguenti:A) norme igieniche B) nutrizione C) mobilizzazione e posizionamento D) riduzione della compressione. oltremodo importante educare il paziente circa le misure preventive da adottare, affinch egli stesso, ove possibile, collabori con gli operatori sanitari. Quando si devono valutare delle ulcere da decubito: spiegare al paziente cosa si sta facendo e come pu collaborare, lavare le mani, provvedere alla riservatezza del paziente, indossare guanti, rimuovere la medicazione esistente, se necessario, verificare: laspetto, ossia lo stato in cui sembra trovarsi la ferita; le secrezioni, ovvero il colore di queste,il diametro, lodore ed il grado di saturazione; le dimensioni, attraverso medicazioni trasparenti che consentano di delinearne i margini; la profondit, attraverso lutilizzo di un tampone sterile; gonfiore; dolore; Drenaggi, ossia ispezionare la stabilit e il posizionamento dei drenaggi e il funzionamento di questi se presente. Determinare lo stato dellulcera. Le ulcere da decubito possono essere classificate in 4 stadi: I stadio, caratterizzato da eritema che non passa in pochi minuti o diminuendo la pressione. In questo stadio la cute viene detersa con acqua tiepida e detergente neutro, asciugare la cute dopodich medicare con prodotti di barriera e pellicole trasparenti poliuretaniche; II stadio, caratterizzato dalla parziale perdita di sostanza della cute che coinvolge lepidermide o il derma o tutte e due. Lulcera superficiale. La cute viene detersa con fisiologia o ringer lattato e tamponata con garza sterile, poi medicarla con argento Katadyn colloidale o con pellicole trasparenti di idrogel, idrocolloidi e alginati. Se la lesione asciutta applicare una placca di idrogel e rinnovare la medicazione dopo 3 giorni. Applicare la piastra idrocolloidale con bordi adesivi della dimensione adeguata, staccare e sostituire quando il gel in formazione tende a raggiungere i bordi stessi; III stadio consistente nelle completa perdita di sostanze della cute che arriva al derma ed al tessuto sottocutaneo ma non coinvolge la fascia sottostante. Appare come un cratere e pu sotto minare i tessuti; Stadio IV che consiste nellestesa perdita di sostanza dalla cute che arriva fino al tessuto sottocutaneo ed alla fascia e pu coinvolgere anche i muscoli, le articolazioni e losso. Negli stadi III e IV le lesioni possono presentarsi in tre forme diverse: lesioni necrotiche, deterse pulite ed infette. Nelle lesioni necrotiche lescara viene rimossa chirurgicamente dal medico, la lesione viene ricoperta da idrogel e sopra viene posizionata una medicazione secondaria di idrocolloidi trasparenti, in placca o in schiuma di poliuretano. Questa medicazione va sostituita ogni 2 3 giorni. Nelle lesioni deterse pulite, se lessudato scarso riempire il fondo con idrocolloide in pasta e medicare con idrocolloide trasparente, mentre se lessudato abbondante applicare schiume di poliuretano in placche adesive scegliendo un formato adatto alla lesione. Le lesioni infette con scarso essudato vanno medicate con idrocolloide allargento mentre quelle con abbondante essudato sono coperte con garze di carbone attivo e argento.

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