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Lostinazione del monarca che difende il suo potere

E molto significativo che, mentre gli uomini della Guardia di Finanza perquisivano lufficio del presidente Davide Boni, laula del Consiglio regionale si preparasse ad approvare a maggioranza (41 s, 26 no) il Piano Casa. Nella nuova legge, viene affidata alle giunte (per i comuni al di sopra dei 15mila abitanti) lapprovazione dei piani attuativi degli interventi di pianificazione urbanistica. Una responsabilit che, fino a ieri, toccava alle assemblee elettive allinterno delle quali le opposizioni potevano far valere le proprie ragioni esercitando un primo controllo di legittimit. Che da ora non sar pi possibile, malgrado cinque degli otto consiglieri regionali sotto indagine della magistratura siano accusati proprio di reati variamenti collegati a piani regolatori, bonifiche, concessioni e licenze edilizie. Un terreno nel quale sono ampiamente documentate le infiltrazioni della criminalit organizzata e prospera la pratica tangentizia a ogni livello dellamministrazione. Una constatazione che non ha aiutato nella stesura della nuova legge e che non preoccupa il relatore leghista Ugo Parolo, il Presidente Boni, il Governatore Formigoni o il suo neo-delegato alla Trasparenza Giuseppe Grechi. N la compatta maggioranza che li sostiene nelle cui fila militano anche Stefano Maullu, Massimo Buscemi, Angelo Giammario, Alessandro Colucci, Domenico Zambetti ed Angelo Ciocca i cui nomi spuntano a ripetizione nei verbali di intercettazione di molte inchieste lombarde anche se nei loro confronti non risultano aperte inchieste formali. Neanche questo allarma Roberto Formigoni abituato a fare spallucce e barcamenarsi a seconda delle occasioni tra presunzioni dinnocenza e responsabilit individuali. Come potrebbe essere altrimenti quando la sua stessa elezione si fonda su 618 firme false e sul benevolo intervento della P3? Mentre il suo nome ricorre accanto a quelli di Marco Mazarino de Petro e Andrea Catanese, coinvolti nello scandalo Oil for Food e, pi recentemente, a quelli di don Luigi Verz, Pierangelo Dacc e Mario Cal nel crac miliardario del San Raffaele o dellex vicepresidente della Compagnia delle Opere, Valter Rizzo cui la Regione ha concesso in gran fretta un finanziamento per lAsilo Mariuccia per venirne poi truffata. Formigoni minaccia costituzioni di parte civile per il danno procurato alla Regione pi virtuosa dItalia, ma dimentica che quelli che definisce oggi semplici consiglieri erano assessori nelle giunte che aveva creato e per questo sono stati indagati, primo tra loro quel Piergianni Prosperini che, dopo aver patteggiato una condanna a tre anni, finito nuovamente agli arresti sempre per corruzione e false fatturazioni. Questo il personale politico cui stata affidata la gestione della Regione al cui vertice istituzionale, lUfficio di presidenza, quattro su cinque componenti sono sotto indagine compreso il rappresentante dellopposizione, Filippo Penati. Come pu Formigoni continuare a ignorare questa realt se non per dimostrare lostinazione con la quale un monarca non costituzionale difende il proprio potere, divino o celeste che sia? Pensa davvero Formigoni che quel 56,11% degli elettori

lombardi cui a ogni contrasto affida la propria legittimazione, non si accorga di quanto sta avvenendo e non chieda, per primo a lui, di prenderne finalmente atto? O pronto ad accogliere e amplificare le incredibili teorie complottiste della Lega pronta a chiedere le dimissioni degli indagati solo quando non portino un fazzoletto verde nel taschino? Dignit e responsabilit politica non appartengono al lessico e alla pratica della sua maggioranza, ma avanti cos , come dichiara Formigoni, non pi possibile e non possibile che unassemblea legislativa si adoperi per tutelare gli interessi privati dei suoi componenti senza voler prendere atto che la corruzione sta divorando lintero Consiglio regionale. (la Repubblica Milano, 8 marzo 2012)

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