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Pubblica Assistenza Signa

Gruppo Formazjone Soccorso Sanitario


CORSO LIVELLO BASE 2011

IL SI,STEMA DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE 118


Elementi di ORGANIZZAZIONE
INTRODUZIONE
L'Emergenza Sanitaria, intesa come situazione clinica di variabile gravit, con insorgenza acuta ed improvvisa, ha da sempre avuto un'importanza sociale per gli esiti che gli eventi possono determinare. Per Sistema di Emergenza Sanitaria si intende un insieme organizzato e coordinato di strutture che comprendono tutte le componenti che interagiscono a livelli diversi, con competenze specifiche. Tutti gli elementi di questo Sistema sono coordinati tra di loro per il raggiungimento di obiettivi comuni. Obiettivo principale cui mira il Sistema la capacit di rispondere a tutte le esigenze del Cittadino che rivestono carattere di Emergenza Sanitaria. " soccorso prima dell'entrata in vigore del D.P,R. 27/03/1992 (Atto di Indirizzo e Coordinamento delle Regioni per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza in emergenza) era concepito come semplice trasporto dell'infortunato, espletato in modo disomogeneo e senza coordinamento da Associazioni ed Enti preposti all'emergenza extraospedaliera. Questo significava creare: confusione in quanto spesso risultava difficile reperire il numero telefonico di chi svolgeva il soccorso sul territorio; . ritardo nei soccorsi poich le prestazioni di soccorso fornite non erano omogenee nella qualit e nei tempi di intervento; mancato coordinamento dei soccorsi perch sullo stesso evento sopraggiungevano pi soccorsi e non sempre !'infortunato raggiungeva il presidio ospedaliero pi idoneo.

DEL SISTEMA DI SOCCORSO

ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA


Per razionalizzare la situazione descritta, si reso indispensabile riorganizzare tutti i servizi preposti all'Emergenza Sanitaria al fine di poter precocemente stabilizzare il paziente e consentirne un'ospedalizzazione corretta nella struttura pi idonea. Con il concetto sanitario di prosecuzione del soccorso extraospedaliero e continuit terapeutica in ambiente protetto, si mira a ridurre la mortalit e gli esiti invalidanti diminuendo i costi alla societ. " Ministero della Sanit, con l'introduzione del D,P.R. del 1992, ha affrontato il problema articolandolo sostanzialmente in: SISTEMA DI ALLARME che comprende l'istituzione di un numero unico a livello nazionale e delle Centrali Operative; SISTEMA DI ACCETTAZIONE ED EMERGENZA SANITARIA comprendente la riorganizzazione dei Pronto Soccorso e dei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (D.E.A.).

IL SISTEMA DI ALLARME TELEFONICO

Itra che dall'esterno, il Sistema deve poter garantire un pronto ed efficace collegamento con le altre centrali operative provinciali, con le Forze dell'Ordine, con i soccorsi tecnici (VV.F.), con gli Organi ed Enti di Ordine Pubblico (Prefettura, Questura), con le Associazioni di soccorso, con gli Ospedali, con i mezzi di soccorso. Chiunque vede una persona che ha bisogno di immediato soccorso, prima di ogni altra cosa deve comporre il numero telefonico 118 che stato istituito per semplificare al massimo la procedura di richiesta d'intervento. Il numero unico per tutta Italia e deve essere composto senza alcun prefisso. Digitando sulla tastiera 1-1-8 risponder automaticamente la Centrale Operativa di zona. Nei territori di confine tra due distretti pu accadere che la chiamata di soccorso venga raccolta da una Centrale Operativa che provveder a trasferire immediatamente la richiesta alla Centrale Operativa di pertinenza. Per far si che il soccorso possa essere richiesto rapidamente anche in situazioni particolari il numero 118 possiede alcune utili caratteristiche: pu essere chiamato da qualsiasi telefono pubblico senza necessit di inserire la scheda telefonica . pu essere chiamato da un telefono cellulare anche se l'abbonamento e la scheda sono scaduti. (in tal caso la linea telefonica deve essere ancora attiva e la batteria deve essere carica) non provoca nessun addebito di scatti per cui chiunque pu mettere a disposizione il proprio telefono senza alcun aggravio di spesa Il 118 un numero d'emergenza e deve essere chiamato soltanto per interventi veramente urgenti: in tutti gli altri casi ricorrere al servizio ambulanze della propria ASL o ad una associazione di volontariato che effettua il trasporto dei pazienti. Il trasporto d' urgenza fornito gratuitamente al cittadino per cui non costa nulla. Le ambulanze di soccorso comportano per la comunit un consistente impegno economico e di mezzi quindi sono in numero sufficiente a coprire le reali necessit assistenziali della popolazione. Se vengono chiamate in modo improprio (per interventi non urgenti, per trasferimenti o ancora peggio per scherzo) potrebbero non essere disponibili per chi ne ha veramente bisogno quindi richiedete l'intervento del 118 solo in caso di reale necessit. In una situazione d'emergenza ogni cosa inutile che prezioso pertanto necessario che chiunque richieda tutte e solo le informazioni che sono necessarie per raggiungere il paziente nel pi breve tempo possibile viene detta fa sprecare del tempo un intervento di soccorso fornisca inquadrare la situazione clinica e con l'attrezzatura pi adeguata. sono: 2

Gli unici dati che bisogna fornire quando si telefona al118 Nome ed et del paziente

. Nome sulla porta in caso d'intervento domiciliare . Indirizzo esatto . numero dei pazienti se sono pi di uno . tipo di evento accaduto . apparenti condizioni cliniche del/dei malati (in particolare se qualcuno sembra in pericolo di vita) particolari difficolt d'intervento: pazienti incastrati pazienti irraggiungibili strade interrotte presenza di incendi

Sulla base delle informazioni da voi fornite l'operatore di centrale potr porre ulteriori domande volte ad inquadrare meglio la situazione. E' importante che rispondiate con calma e senza innervosirvi a tutte le loro richieste perch quella che pu sembrare una perdita di tempo permette invece di intervenire in maniera pi mirata ed efficace conoscendo a priori il tipo di soccorso richiesto e gli eventuali presidi che potrebbero essere necessari. Per l'intervento domiciliare fornire: . nome della via o Piazza . numero civico . citt o frazione . eventuali edifici e particolari utili al riconoscimento del luogo Per l'intervento Extradomiciliare riferimenti urbani (via, monumenti ecc.) . riferimenti geografici (lago, cascina ecc.) . nome strada e Km (per esempio: via Emilia al km 245)

LA CENTRALE OPERATIVA
La centrale operativa, di seguito denominata C.O., rappresenta un elemento principale della fase extraospedaliera delle emergenze/urgenze in campo sanitario e garantisce il coordinamento di tutti gli interventi che vengono attivati mediante il sistema di allarme telefonico. Altri compiti della C.O. sono quelli di soddisfare ogni richiesta inoltrata, che non sempre riveste carattere di urgenza, e quelli di essere l'interfaccia con le altre centrali di soccorso tecnico e di ordine pubblico e il riferimento per le strutture sanitarie nei casi particolari (espianti, trasporto organi, ricerca plasma e farmaci salvavita, trasporti assistiti o secondari, ecc.). Per l'utenza esterna, peculiarit della C.O. la possibilit di modulare la risposta di soccorso in funzione della richiesta di emergenza; in base alla tipologia dell'evento e alla gravit viene individuato un mezzo di soccorso all'interno di una vasta disponibilit, al fine di garantire una risposta sanitaria tempestiva ed adeguata all'utenza.

La richiesta viene elaborata in base a protocolli predefiniti, non in base ad opinioni, e se necessario ricorrendo ad atti medici delegati, traducendola in un codice alfanumerico di priorit che comprende gravit, patologia e luogo dell'intervento. L'elaborazione avviene compilando una scheda informatica di centrale, ponendo al richiedente domande ben precise e stabilendo la gravit dei sintomi riferiti. Il C.O. operano Medici, Infermieri e Operatori Socio Sanitari.
3

Il Medico di Centrale ha il compito di coordinare e sovrintendere tutte le attivit della C.O. Egli svolge le mansioni necessarie al corretto funzionamento della C.O. ed responsabile delle attivit da essa svolte. Il medico di C.O. inoltre effettua la refertazione di elettrocardiogrammi (ECG) teletrasmessi in Centrale dalle ambulanze infermieristiche attraverso un sistema GPRS ed riferimento per ogni medico sul territorio in relazione alle eventuali necessit di consulenza sanitaria. Gli Infermieri Professionali soccorso, il triage telefonico aerei. hanno il compito di effettuare la ricezione delle chiamate di e il coordinamento degli interventi di soccorso terresti ed

Gli Operatori Socio-Sanitari (OSS) svolgono attivit di supporto tecnico e logistico che non comportano l'assunzione di decisioni di carattere sanitario, quale ad esempio la gestione dei dati di rientro dei pazienti e/o dell'inserimento delle operativit dei mezzi di soccorso. Tutte le richieste inoltrate al Sistema 118 vengono inizialmente filtrate dal Punto Risposta (SALA RICEZIONE), che costituisce la prima interfaccia tra utenza e Sistema. sso presidiato da infermieri professionali che devono nel pi breve tempo possibile comprendere la natura della richiesta, discriminando l'emergenza da altre possibili richieste (Guardia Medica Domiciliare, informazioni, ecc.) e smistarla. Se la richiesta inerente un soccorso, il referente sar la SALA GESTIONE presieduto da Infermieri Professionali, con la responsabilit del Medico di Centrale. Essi eseguono quindi una attenta valutazione delle risorse disponibili e del tipo di intervento e decidono l'invio del mezzo di soccorso ritenuto pi opportuno. Per ogni intervento gestito la C.O. provvede alla compilazione di un'apposita scheda sulla quale vengono riportati i dati della missione. " numero di scheda essenziale ai fini della rimborsabilit all'Associazione dell'intervento da parte della ASL. Per questo motivo al termine dell'intervento di soccorso, una volta rientrati in sede, necessario comunicare alla C.O. i dati anagrafici (nome e cognome, data di nascita) del paziente trasportato e annotare sul foglio di viaggio il numero di scheda. Questo passaggio non necessario per i servizi svolti con l'ambulanza medicalizzata in quanto il medico provvede alla compilazione di una relazione medica inerente la missione e alla sua trasmissione in formato digitale alla C.O.

LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI DI SOCCORSO


La gestione degli interventi di soccorso, attuata dalla SALA GESTIONE, comprende pi fasi: 1. Invio dei mezzi di soccorso e allertamento delle altre risorse (WF, Forze dell'Ordine, etc.) 2. Ricezione condizioni sanitarie, coordinamento logistico e operativo dell'intervento 3. Scelta e indirizzamento verso il presidio ospedaliero, con relativo allertamento 4. Gestione dati intervento. La Sala Gestione provvede anche al censimento dei posti letto dei DEA, delle terapie intensive e di rianimazione e dei reparti necessari per gli interventi di soccorso di tutto il l rritorio. Il censimento svolto da ciascun 118 della Regione Toscana per la propria area di mp lenza viene poi condiviso da tutte le Centrali Operative. I ' I OIIIpl1 lu ivo della Centrale Operativa attivare le risorse necessarie per il corretto e il 11111 VIII ,1111 nto d Il'intervento sia in termini di mezzi sanitari (attivare il supporto \I Il tll di uIIIIII 111' m dicalizzata, infermieristica o automedica, attivare l'elisoccorso, 4

inviare ulteriori ambulanze in caso di eventi con pi pazienti) sia in termini di altre tipologie di Enti (attivare i Vigili del Fuoco, la Polizia Municipale, le Forze dell'Ordine, etc.) E' inoltre compito della c.a. allertare l'ospedale afferente, giudicato pi idoneo alla patologia del paziente, dell'arrivo del mezzo di soccorso e delle condizioni riferite dal personale sanitario che a bordo dei mezzi. La c.a. 118 Firenze ha realizzato una rete informatica, con programma denominato "DUMP 118", che permette ai DEAlPS dell'Azienda Asi 10 e delle Aziende Ospedaliere Meyer e Careggi di visualizzare in tempo reale tutte le ambulanze in arrivo verso il rispettivo presidio ospedaliero e le condizioni dei pazienti a bordo. Altri compiti sono affidati alla c.a. quali ad esempio la gestione delle Maxiemergenze, dei trasporti urgenti (sangue e altro materiale), la gestione dei trasferimenti interospedalieri con carattere di urgenza. La c.a. 118 di Firenze inoltre competente, per l'intero territorio della Regione Toscana, della gestione del servizio di Elisoccorso (con i tre elicotteri regionali: Pegaso 1 di Firenze, Pegaso 2 di Grosseto, Pegaso 3 di Massa). Tale attivit viene svolta in Sala Gestione nella postazione denominata "Toscana Soccorso", attraverso un sistema radio regionale dedicato, un sistema di web-cam sulle piazzole delle basi di partenza degli elicotteri ed un apposito software collegato con tutte le altre c.a. 118 della Toscana (Arezzo, Siena, Grosseto, Massa, Prato, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno, Empoli, Versilia).

LA CODIFICA DELLA MISSIONE DI SOCCORSO


L'Infermiere Professionale che riceve la chiamata, a seguito di domande e risposte mirate, 110 propria esperienza e con l'ausilio del software di Centrale, stabilir un codice di invio alf numerico uguale per tutti i sistemi 118 italiani.

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Codifica degli Interventi 118


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PATOLOGiA PREVALENTE
COl= traumatica C02= cardiocircolatoria C03= respiratoria C04= neurologica C05= psichiatrica C06= neoplastica C07= tossicologica C08= metabolica C09= gastroenterologica

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CR.IT.ICI.TA' Y'i'.

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K-Casa l- Lavoro P-luogo Pubblico Q-Scuola Y - Impianto Sportivo I Z - Altro luogo

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C10= urologica

Cll= oculistica
C12= otorinolaringoiatrica C13= dermatologica

C14= ostetrico ginecologica C15= infettiva C19= altra patologia C10= patologia non identificata

Ai sensi delle attuali disposizioni operative della Direzione della C.O. 118 di Firenze in fase di invio (dalla sede operativa fino all'arrivo sul luogo dell'intervento) i dispositivi luminosi e acustici di emergenza possono essere attivati sugli interventi a codice Verde, Giallo e Rosso. Un ulteriore codice viene assegnato dopo la valutazione del paziente. Si tratta del Codice o Codice di Valutazione Sanitaria. Esso viene attribuito alla luce delle condizioni del paziente dal personale sanitario presente (in caso di interventi con professionista sanitario sul luogo) o dalla C.O. dopo che sono state descritte le condizioni del paziente riscontrate sul posto dopo le valutazioni effettuate dai soccorritori. I Codici di Valutazione Sanitaria possono essere i seguenti: Codice O Intervento non necessario - trattato sul posto - paziente non reperito - rifiuto ricovero Codice 1 Poco critico - assenza di rischi evolutivi (corrispondente al codice verde in invio) Codice 2 Mediamente critico - possibile rischio evolutivo (corrispondente al codice giallo in invio) Codice 3 Altamente critico - pericolo di vita (corrispondente al codice rosso in invio) Codice 4 Paziente deceduto
di Rientro

Le disposizioni operative autorizzano l'utilizzo, in ospedalizzazione, dei dispositivi di emergenza nei codici 2 e 3. Eventualmente la C.O. potr autorizzare (ma lo dovr fare esplicitamente) l'utilizzo dei dispositivi in particolari casi di codice 1.

I MEZZI DI SOCCORSO
I mezzi di soccorso si dividono in due grandi gruppi: TERRESTRI (ambulanze, auto-moto mediche) AEREI (eliambulanze) Quelli terrestri possono essere allestiti su mezzi di serie o mezzi speciali e trasportare equipe di soccorso diverse a seconda delle esigenze. Le ambulanze (chiamate anche UMS: Unit Mobili di Soccorso), secondo la normativa vigente in Italia (D.P.R. 533/1997), si suddividono in mezzi di tipo A (Soccorso Rianimazione), A1 (Soccorso e Rianimazione con dimensioni pi ridotte) e B (Trasporto).

Nell'ambito del nostro sistema 118 i mezzi di soccorso si possono suddividere anche in relazione al proprio status-operativo:
UMS in Stand-By rimborsato (o convenzionate)

Si tratta di mezzi per i quali l'Azienda Sanitaria riconosce un compenso fisso mensile a fronte dell'impegno dell'Associazione di garantirne la disponibilit per un turno continuativo concordato (24 ore - 12 ore - 6 ore).
UMS Estemporanee

Si tratta di mezzi che l'Associazione pone di volta in volta a disposizione del sistema 118, in relazione alla propria disponibilit e libera determinazione. Tutti i mezzi di soccorso devono trasportare attrezzature sanitarie e equipaggio di soccorso previsto dalla normativa (L.R 25/2001 per la Toscana) per quel particolare utilizzo.

COMPOSIZIONE EQUIPAGGI DI SOCCORSO

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.' Tipo A oA1

Equipaggio ex L.R. 25/2011

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Ambulanza di Soccorso e Rianimazione (ASR)

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Minimo tre componenti con LIVELLO AVANZATO

MEDICALIZZATA -INFERMIERISTICA Ambulanza di Primo Soccorso (APS) AoA1

(solo Liv. Avanzati a bordo) Minimo due componenti con LIVELLO AVANZATO A oA1 o B Minimo due componenti con LIVELLO BASE

"DELTA" - "BLS ESTEMPORANEA" Ambulanza Ordinaria Per servizi Esculapio (Trasporti Ordinari)

BLS
Supporto Vitale di Base nell'Adulto
I decessi causati da malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte della popolazione per eventi non traumatici e, in buona parte, sono da attribuire a morte Improvvisa per arresto cardiaco con una frequenza di una persona ogni 1000 abitanti all'anno. Nel 59-65 % dei casi di arresto cardiaco negli adulti in sede extraospedaliera si ha un osordio con un'aritmia iniziale da fibrillazione ventricolare (FV) o tachicardia ventricolare nza polso (TV). , possibile intervenire con successo per impedire la morte della vittima o danni cerebrali hr versibili attuando prima possibile le manovre rianimatorie di base definite come BLS (Basic Life Support) e con la defibrillazione, unica terapia possibile per ripristinare un v lido ritmo cardiaco e l'efficienza cardiocircolatoria. I t stimoni, i primi soccorritori e gli operatori sanitari rivestono un ruolo chiave nella " nlmazione cardiopolmonare (RCP) di base nelle vittime di un arresto cardiaco. Si nsideri che la maggior parte delle vittime di arresto cardiorespiratorio (ACR) improvviso In contesto extraospedaliero non riceve alcuna RCP da parte dei testimoni. I\I significa supporto di base delle funzioni vitali secondo procedure standard previste da 1111 guida internazionali che vengono rivisitate ed adeguate sulla base di evidenze cl ntifiche, ogni cinque anni, dalle principale societ scientifiche internazionali in materia H P. I f m novre di BLS sono una sequenza comportamentale, da mettere in pratica qualora II trovi di fronte ad una persona che si presume priva di coscienza, tenendo conto di \I 1It,I zloni mirate al sostegno delle tre funzioni vitali, coscienza, respiro, circolo. I t azione dell'attivit respiratoria e di quella cardiaca, indipendentemente dalle cause I 111 determinano, comportano il mancato apporto d'ossigeno al cervello, con la 11111 uente comparsa di danni irreversibili in pochissimi minuti (5- IO minuti).

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L'obiettivo principale del BLS quello di prevenire il danno anossico cerebrale e cardiaco, ripristinando il pi rapidamente possibile la circolazione ematica attraverso le compressioni toraciche esterne (CTE). Le tappe della RCP sono riassunte nella cosiddetta "catena della sopravvivenza", rappresentata con 4 anelli concatenati e inscindibili : 1) Allarme precoce al sistema d'emergenza sanitaria (118) 2) Inizio precoce del BLS da parte di persone addestrate 3) Defibrillazione precoce 4) ACLS (Advanced Cardiac Lite Support = soccorso cardiacoavanzate) IL BLS interessa i primi tre anelli della catena della soprawivenza con manovre che possono essere efficacemente eseguite in tempi rapidissimi da persone addestrate non necessariamente sanitari. Sicurezza nel soccorso Prima di precipitarsi sulla vittima ed iniziare la sequenza BLS e necessario accertarsi che lo scenario dell'evento sia sicuro, owero che non esistano rischi ambientali, per i soccorritori. La prima regola per un buon soccorso dubitare sempre dell'ambiente in cui ci si muove, onde evitare di rimanere vittime da soccorrere. te quindi necessario osservare e valutare attentamente se l'ambiente presenta pericoli, (es. ambiente saturo di gas, monossido di carbonio, rischio d'incendio, corrente elettrica, pericoli di crollo, rischi derivanti da traffico, veicolare, etc) per garantire per prima cosa la propria incolumit. In caso di rischio rilevato, i soccorritori non devono awicinarsi alla vittima, ma devono chiamare immediatamente la Centrale Operativa 118 che attiver il soccorso tecnico adeguato. Durante tutte le fasi del soccorso, va prestata attenzione a potenziali rischi ambientali. VALUTAZIONE STATO DI COSCIENZA Quando ci troviamo al cospetto di una persona apparentemente priva di conoscenza, dobbiamo valutarne attentamente la capacit di risposta, come?: Afferrarla per le spalle e scuoterla gentilmente chiedendo ad alta voce " signore/a mi sente?" Se risponde, lasciare la persona nella posizione in cui si trova e controllare se ci sono altri danni. Cerca di capire cosa sia successo e, se necessita, aiutala ad ottenere soccorso. Se non risponde: CHIAMA AIUTO! Fai in modo che chi si trova nelle vicinanze si accorga dell'accaduto Posiziona le vittima supina su un piano rigido, allinea e scopri il torace Controlla visivamente e rapidamente il cavo orale per ricercare corpi estranei Procedi all'apertura delle vie aeree effettuando la manovra di iperestensione della I I I t 011 vamento del mento: si effettua ponendo una mano sulla fronte e due dita sotto "111 111t1 p. I uire un movimento rotatorio verso l'alto.

VALUTAZIONE

ATTIVIT

RESPIRATORIA di azioni

Quindi si passa alla valutazione dell'attivit respiratoria con la sequenza descritte di seguito denominaia G.A.S. (Guardo, Ascolto, Sento): Mantieni aperte le vie aeree. Avvicinati con la guancia alla bocca della vittima Guarda il torace per capire se ci sono movimenti respiratori Ascolta se c' fuoriuscita di aria da naso o bocca Senti se ci sono rumori respiratori. Decidi se il respiro normale, non normale (gasping) o assente.

La valutazione dell'attivit respiratoria deve impegnarci al massimo per 10 secondi. Ricorda che nei primi minuti dopo arresto cardiaco, una vittima pu avere movimenti respiratori lenti, irregolari e inefficaci (gasping), che non devono trarre in inganno il soccorritore. Se la vittima respira normalmente: Metti la persona in posizione laterale di sicurezza se necessario abbandonare Comunica le condizioni del paziente al 118 verifica continuativamente se il respiro rimane normale. e il respiro non normale o assente: Comunica le condizioni al118 e passa alla fase successiva Dur nte il GAS si devono ricercare anche i segni di circolo (respiro, tosse, movimenti). I I rl rca del polso carotideo un segno non attendibile per la conferma di presenza o nza di circolazione. I) rtr nto si dovrebbe o Il nte, iniziare la RCP in lutte le persone non coscienti con respiro anomalo

il paziente

MPRESSIONI TORACICHE ESTERNE III 30 compressioni toraciche come segue: izlona la vittima su un piano rigido Po izionati di lato al torace con le ginocchia alla stessa altezza . . Po Iziona il palmo di una mano al centro del torace tra i due capezzoli, nella meta Inf rl r della sterno ~ vr pponi un mano all'altra ~ n I braccia tese perpendicolarmente al punto d'appoggio inizia le compressioni 1m I I h esterne ( , Il ) Iac ndo fulcro sulle anche. ~ gui le CTE con la forza necessaria ad abbassare in torace di almeno 5 cm ~ gni compressione deve essere seguita da un c mpleto rilascio del torace . t= eguire le CTE ad una frequenza di almeno 100 atti al minuto VI NTI AZIONI Ali 111 a 30 CTE 2 ventilazioni con sistema bocca a bocca, maschera-bocca, 1110 I p ndibile- bocca. Qualunque sia la tecnica utilizzata per le ventilazioni: ti 111 In ufflazione deve durare 1 secondo ti 1111 In ufflazione efficace se determina il sollevamento del torace

pallone

~ insufflazioni brusche o eseguite senza mantenere una corretta iperestensione testa possono provocare distensione gastrica e conseguente rischio di vomito.

della

Mantieni in rapporto CTE: ventilazioni di 30:2 per 5-6 cicli equivalente a 2 minuti. Se si esegue il soccorso a 2 soccorritori uno' eseguir le CTE e l'altro le ventilazioni. La sequenza CTE/ventilazioni va eseguita minimizzando le interruzioni fino all'arrivo di un DAE, posizionamento delle piastre e l'avvio dell'analisi. Interrompi le manovre di RCP solo se la vittima si muove, apre gli occhi o riprende a respirare normalmente Se le ventilazioni iniziali non provocano il sollevamento del torace, procedi a: Guardare in bocca alla vittima e rimuovere i corpi estranei facilmente raggiungibili Ripetere la manovra di apertura delle vie aeree con iperestensione della testa e sollevamento del mento Riprovare ad erogare le ventilazioni Se anche al ripetuto tentativo le ventilazione tentativi, ma passare direttamente alle CTE. risultano inefficaci, non dilungarsi in ulteriori

Per la buona riuscita delle manovre - intervenire rapidamente - fornire CTE di alta qualit - ridurre al minimo le interruzioni

di BLS si deve:

Le manovre di RCP devono proseguire ininterrottamente fino a: ~ ripresa di una respirazione efficace e/o risveglio del paziente ~ utilizzo del defibrillatore semi automatico esterno ~ arrivo del soccorso avanzato ~ esaurimento fisico dei soccorritori La manovre di RCP non si iniziano se: ~ Lesioni incompatibili con la vita( es. decapitazione) ~ Rigor mortis, macchie ipostatiche, decomposizione

biologica

10

ALGORITMO BLS - SQ!;ie Lite Supporl

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LA DISOSTRUZI,ONE DELLE VIE,

AEREE NELL'ADULTO
La manovra di disostruzione delle vie aeree da praticare quando un corpo estraneo (cibo o piccolo oggetto) viene inalato nelle vie aeree causando un'ostruzione parziale o totale al normale passaggio dell'aria. Condizione che pu portare rapidamente alla perdita di coscienza e successivamente all'arresto respiratorio e cardiocircolatorio. In caso di ostruzione parziale di solito la vittima riesce a tossire producendo sibili respiratori. Il soccorritore deve limitarsi a sorvegliare la vittima e attivare il soccorso 118 senza effettuare nessuna manovra che potrebbe causare un peggioramento dell'ostruzione. Se il tentativo della vittima di espellere autonomamente il corpo estraneo con la tosse non ha successo e si verifica un aumento della difficolt respiratoria (stridore inspiratorio, tosse debole ed eventuale comparsa di cianosi) l'ostruzione parziale dovr essere trattata come un'ostruzione completa. In caso di ostruzione completa la vittima, generalmente in piedi, d segni di soffocamento portandosi le mani al collo (segno patognomonico di ostruzione delle vie aeree) e non sar pi in grado di parlare n di tossire. In questo caso, se non si interviene tempestivamente tentando la disostruzione, la vittima, non essendo pi in grado di ossigenarsi, perder coscienza entro pochi minuti andando molto probabilmente incontro ad ACR. La manovra di dis!,struzione completa prevede due tipologie d'intervento: Paziente cosciente: possibile effettuare 5 pacche interscapolari (dal basso verso l'alto) ponendosi lateralmente e facendo flettere il busto in avanti. Se questa manovra non ha successo possibile passare alle compressioni addominali ponendosi dietro al paziente (cinturarlo con le braccia) e poggiando una mano con il pugno chiuso in epigastrio e l'altra mano sopra. Cos posizionati, effettuare compressioni antero-posteriori e contemporaneamente dal basso verso l'alto (1 ogni 2 secondi circa). Continuare le manovre, alternandole, fino a disostruzione elo fino a che il paziente non perde coscienza. Paziente incosciente: adagiare la vittima sul pavimento, allertare il 118 (se non fatto in precedenza), iperestendere la testa e controllare il cavo orale (rimuovere il corpo estraneo se visibile). A questo punto passare direttamente alle compressioni toraciche esterne con cicli di RCP 30:2 verificando sempre il cavo orale prima di effettuare i tentativi di ventilazione

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MALATTIE IN'FETTIVE
Primariamente indispensabile identificare le situazioni tra porto di soggetti con perdita di sangue pr senza, nella cellula sanitaria, di liquidi organici o potto di malattie infettive nel soggetto a rischio infettivo:

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considerare ad alto rischio infettivo i seguenti composti organici: ngue r I Il uor (liquido cerebro-spinale) parma ecrezioni vaginali altri liquidi biologici che contengono sangue in quantit evidente

ono da considerarsi a basso o nullo rischio infettivo i seguenti composti organici (a meno (;11 non contengano sangue in quantit visibile): ':l erezioni nasali .: liva udore In rime vomlto ( )lJnl utente trasportato da considerarsi a potenziale rischio infettivo. Non tante questo non necessario che per ogni servizio l'operatore indossi mascherina f vi I ra protettiva. Il volontario deve essere in grado di riconoscere il reale rischio infettivo In!llt ad ogni singolo servizio (per esempio un utente trasportato a una fisioterapia da I,on I lerarsi a rischio infettivo minimo, un Pz con presenza di sangue ad alto rischio 1I11( IIlvo come pure un sospetto di meningite, un paziente sieropositivo che deve andare a , IIt una visita di controllo e con cute integra da considerarsi a medio rischio infettivo). N, I o o, durante lo svolgimento del servizio, venissimo a contatto con materiale infetto (o Ilr Il ttato tale) necessario lavare e disinfettare accuratamente la zona di contatto, e III! I Il , appena arrivati al P.S. l'accaduto al personale sanitario, che prender tutti i IlItlVV dimenti del caso. I ' p( r da ricordare che la cute integra (senza soluzioni di continuit) rappresenta una il liti IO Invalicabile per i germi (virus, batteri), quindi anche in caso di contatto con sangue 111 1110 infettivo minimo (se la zona viene lavata e disinfettata accuratamente). Il' 1111 parte basta un arrossamento cutaneo per aumentare il rischio o un piccolo taglio o l!ll , I n per far si che la barriera cutanea possa essere attraversata con facilit dai 11111 I I nismi. Per questo sempre indispensabile indossare i GUANTI. Il I !Il nt nere in efficienza l'ambulanza dopo aver condotto il soggetto a rischio infettivo a Ilnnzlone provvedete, utilizzando guanti nuovi, a: Ilpll I n re la barella, lenzuola, tela, coperte e cuscino Ilpulir l'abita colo da sangue, fango, vomito, liquidi I 11.1, Il re e gettare materiale usato: garze, medicazioni, confezioni aperte, materiale I IfIIUHI perto 111 Ir \I vano sanitario
1/1

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SMAL TlMENTO

DEI RIFIUTI

Dobbiamo distinguere tra: . rifiuti potenzialmente infetti rifiuti non infetti Rifiuti potenzialmente infetti Fa parte di questo gruppo tutto ci che entrato in contatto con i liquidi biologici del paziente. Questi materiali devono essere smaltiti come rifiuti ospedalieri infetti, che seguono un destino idoneo alla distruzione di tutti i germi, compresi quelli di natura sporigena. Questi rifiuti vanno posti nei sacchi gialli/rossi in P.S. (o nelle sedi dove presenti), oppure negli appositi contenitori di ambulanza che, una volta pieni vanno comunque gettati nei sacchi gialli/rossi e mai smaltiti come rifiuti ordinari. Tra i rifiuti potenzialmente infetti abbiamo: materiale monouso utilizzato guanti sporchi di liquidi biologici maschere ossigeno sondini cannule Ambu monouso (non autoclavabile) Materiale per la medicazione entrato in contatto con materiale organico Garze Bende Cerotti Altro materiale entrato in contatto con liquidi biologici Ad esempio fazzoletti di carta utilizzati dall'utente Materiale utilizzato per la disinfezione Rifiuti non infet(i Tra i rifiuti non infetti abbiamo: materiale monouso aperto ma non utilizzato guanti non sporchi di materiale biologico fogli dove si sono annotati i servizi gi svolti rifiuti vari (cartacce, lattine...) Questi rifiuti vanno smaltiti come rifiuti ordinari, quindi eliminati in qualsiasi cestino.
PRECAUZIONI UNIVERSALI DI PROTEZIONE DAL RISCHIO INFETTIVO

Come gi detto, opportuno ritenere ogni utente potenzialmente portatore di malattie infettive e ogni azione. dei soccorritori non deve venir meno a questo principio. Le "Precauzioni Universali" forniscono indicazioni di massima su come affrontare queste situazioni e si applicano ad ogni operatore che possa essere esposto al contatto di sangue, liquidi od altri materiali biologici. Evidentemente le consuete norme di igiene sconsigliano il contatto con alcuni di que-sti materiali, ed perci opportuno prendere tutte le precauzioni necessarie indi-stintamente, trattando tutti i materiali biologici come infetti. Di seguito vengono indicate le applicazioni di massima dei mezzi di protezione pi comuni ed alcune norme di pulizia e disinfezione dei materiali.
BUON SENSO

Il primo presidio di cui si dispone il buon senso; evidentemente applicare in modo indiscriminato tutte le tecniche di autoprotezione non ha molto senso, cos come proteggere le mani e lasciare scoperte le braccia non garantisce, evidentemente, una protezione adeguata. Per lo stesso buon senso, necessario garantire un sufficiente livello di disinfezione dei materiali e dei mezzi con i quali si opera. Le malattie 14

potenzialmente trasmissibili sono parecchie, per alcune di queste si ha una persistenza doll'agente infettante per tempi piuttosto lunghi (parecchi giorni) se non neutralizzato con le tecniche opportune. Evidentemente un'attrezzatura non disinfettata costituisce un anello dobole nella catena delle precauzioni universali e permette il diffondersi dell'infezione. LAVAGGIO DELLE MANI. l'un potente mezzo di difesa, idoneo ad impedire l'insorgere di infezioni incrociate. Se COli Igii bile lavarsi le mani prima di ogni contatto con un utente, necessario lavarsele dnp gni contatto col paziente, dopo essersi tolti i guanti, dopo ogni operazione di pulizia Il di .Infezione. :ii cl si sporca le mani di sangue od altri liquidi organici necessario lavarsele hum diatamente e con grande cura. Ricordarsi che l'uso di sapone disinfettante COli igliato solo in caso di contatto con liquidi biologici, poich l'uso continuativo di tali uaponl pu portare a dermatiti. D.P.1. - DISPOSITIVI DI AUTOPROTEZIONE INDIVIDUALE

UANTI I . necessario indossare guanti monouso ogni qualvolta sia probabile il contatto con .ngue od altri materiali organici, :~I raccomanda di non indossare anelli (ammessa la fede) e di mantenere le unghie corte. Nt I caso in cui si debbano "trattare" pi pazienti o vi sia un rischio contagio alto 1011 Igliabile indossare due guanti (uno sull'altro); il guanto pi esterno pu essere sfilato , nza eccessive preoccupazioni, avendo comunque la mano protetta da quello interno, Il/1m di passare al paziente successivo. Non guidare indossando guanti e cambiare i 1IIIIIItI sporchi non appena possibile. I '11to dei guanti non deve far passare in secondo piano il rischio, sempre presente, di (1)1110110con materiali biologici, soprattutto se vi sono ferite sulle mani. Sarebbe /111 iptcablle non svolgere interventi a rischio se vi sono ferite sulle mani e se queste non 11I1 adeguatamente protette con medicazioni. impermeabili. Attenzione alle possibili I1111 dei guanti durante l'intervento. Il r NICA DI RIMOZIONE DEI GUANTI MONOUSO: della procedura indicata quello di permettere la rimozione "vII ndo che il lato esterno (sporco) venga a contatto con la cute. Il zzlcare il guanto, a circa 1,5 cm dal bordo. I 11 civolare il bordo del guanto sulle dita. I lime il guanto verso l'esterno. ',11I re l'altro guanto con la mano parzialmente guantata. I t Iminare di sfilare il guanto. uuttore i guanti nei contenitori per rifiuti contaminati.
'1I:t1pO

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di guanti

sporchi,

MA CHERINE NOli ono, in genere, necessarie, ma sono indispensabili in caso di schizzi di sangue od 111111 quidi organici o per prevenire malattie infettive a diffusione aerea. 11111m scherina di carta (o TNT) o sprovvista di protezione per gli occhi pu essere 11111(:1 ma in dotazione vi sono anche mascheri ne con filtro FFP3 per eventi a nte 111 lor rischio. I li old rsi sempre che inutile mettersi la mascherina se non la si mette anche al l' Ili nt !l!!

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HIALI PROTETTIVI (O VISIERE) 111111 no in genere necessari, ma sono indispensabili in caso di schizzi di sangue od altri 1IIIIIIdi rganici; devono essere indossati con una mascherina protettiva. 15

MANIPOLAZIONE DI AGHI OD OGGETTI TAGLIENTI Durante l'utilizzo necessario adottare tutte le precauzioni possibili. E' fondamentale: non reincappucciare gli aghi e non rimuoverli manualmente dalle siringhe; non piegare o rompere aghi, lame o altri oggetti taglienti; non rimuovere con le mani gli aghi usati dalle siringhe monouso; eliminare gli aghi ed altri oggetti taglienti sempre nell'apposito contenitore per prevenire l'esposizione accidentale; non indirizzare la punta di aghi o altri oggetti taglienti verso parti del corpo; non raccogliere strumenti taglienti o appuntiti se stanno cadendo; tutti gli strumenti taglienti o appuntiti devono essere smaltiti nel circuito dei rifiuti sanitari pericolosi, utilizzando gli appositi contenitori di sicurezza resistenti alla foratura, che dovranno essere posti in vicinanza del posto di lavoro ed in posizione pratica; i contenitori di sicurezza non vanno riempiti fino all'orlo ma al massimo per 3/4 (salvo attenersi alle indicazioni di massimo livello presenti sugli stessi); alla fine del riempimento vanno chiusi in maniera definitiva.

CONCLUSIONI Solo un'adeguata preparazione ed una corretta metodologia di lavoro possono prevenire la maggior parte dei rischi. Anche se molte operazioni, come quelle di pulizia periodica e straordinaria, diventano di "noiosa routine", devono essere svolte con diligenza perch proprio in questi casi la disattenzione porta pi facilmente all'errore, vanificando l'opera di prevenzione svolta sino a quel momento. E' sempre necessario prestare attenzione alle tecniche di autoprotezione e di prevenzione, comunicando alla C.O. 118 le situazioni a rischio e l'eventuale possibile contagio (la C.O. assicurer l'assistenza per l'attivazione delle procedure di profilassi). E' inoltre opportuno assicurarsi la copertura vaccinale per Tetano ed Epatite B.

IMMOBI.LIZZAZIONE E TRASPORTO
IMMOBILIZZAZIONE E TRASPORTO DEI PAZIENTI TRAUMATIZZATI
Si ricordi in primo luogo che elemento fondamentale del trasporto del paziente il trattamento del paziente traumatizzato mantenendo sempre l'allineamento testa - collotronco. Ogni manovre di immobilizzazione e trasporto del paziente traumatizzato dovr quindi in ogni caso tenere conto di questo principio. Essendo l'immobilizzazione elemento essenziale per consentire un corretto trasporto del paziente senza danni ulteriori opportuno che essa venga svolta senza fretta eccessiva e con la massima precisione. Per immobilizzazione si intende genericamente l'utilizzazione di dispositivi idonei a limitare i movimenti di uno o pi segmenti corporei con la finalit di impedire il realizzarsi di lesioni ulteriori rispetto a quelle gi determinate dal trauma stesso. I dispositivi di immobilizzazione possono essere suddivisi in due categorie: 1) dispositivi di immobilizzazione parziale 2) dispositivi di immobilizzazione totale 1. DISPOSITIVI DlIMMOBILIZZAZIONE PARZIALE 16

OLLARE CERVICALE RIGIDO 11L uas di dispositivo che limita notevolmente le possibilit di movimento della testa e del .011 , anche se da solo non sufficiente ad assicurare l'immobilizzazione completa. I coli ri cervicali disponibili in commercio sono sostanzialmente di due tipologie: monopezzo o l du pezzi staccati. Il 1;011 re cervicale rigido monopezzo costituito da un unico pezzo di materiale plastico \lI'POltunamente imbottito. Alcuni tipi necessitano di essere assemblati prima dell'uso in "", nto conservati in forma piatta. Una volta assemblato presenta una parte anteriore (qorgiera) sagomata ed una parte posteriore pressoch piatta (scudo cervicale). Il oliare cervicale rigido a due pezzi costituito da due parti separate di materiale pio tico opportunamente imbottite. Si procede prima al posizionamento della parte uit riore, correttamente assemblata, e successivamente la parte posteriore. I ntrarnbe le tipologie di collare presentano un'apertura anteriore che consente al o orritore l'accesso al collo per la valutazione del polso carotideo, e l'esecuzione di vnlutazioni e manovre da parte del personale sanitario. CI scuna tipologia di collare disponibile in misure diverse: fondamentale l'impiego di 1111 collare di dimensioni adeguate al paziente onde realizzare un'adeguata hnmobilizzazione. La scelta della misura adeguata prevede la misurazione con le dita della dll:tonza tra l'angolo della mandibola e la base del collo: per il collare monopezzo occorre Il olare correttamente l'altezza, per il collare a due pezzi occorre scegliere quello di dhnonsioni idonee. I 'uulizzazione di entrambi i tipi di collare richiede .obbligatoriamente la presenza di due "Il ratori. I 'Ilin di procedere .all'applicazione del' collare' opportuno rimuovere orecchini, nprattutto se voluminosi, elo collane ed indumenti che ne impediscano il corretto ponlzionamento. Il purno soccorritore, se possibile, si posiziona dietro alla testa del paziente e provvede IIlI'lmmobilizzazione manuale della testa e del collo in posizione neutra. I posizione neutra deltatesta quella che assicura minori rischi di lesione midollare, Il ihzzando il massimo spazio possibile all'interno del canale vertebra le. M mtenere la testa in posizione neutra significa che, a paziente supino, la faccia del Il I1I nte deve essere rivolta in alto, con lo sguardo perpendicolare di fronte a s (lo IJllnrdo rivolto in basso o in alto indica infatti rispettivamente una posizione di flessione o di tensione). Il ')" soccorritore provvede ad applicare il collare al paziente. N I . E' fondamentale l'o Izione neutra. che durante le manovre la testa sia mantenuta immobile ed in

Il l " soccorritore dovr comunque continuare a mantenere l'immobilizzazione della testa uumualmente anche dopo il posizionamento corretto del collare cervicale: trattasi infatti di 1111 di positivo di immobilizzazione parziale, fino a quando la testa non sar correttamente f1 l' namente immobilizzata con i cunei sull'asse spinale. IMMOBILIZZATORI PER ARTl- STECCOBENDE I 'numobilizzazione di arti traumatizzati oltre ad impedire il realizzarsi di ulteriori danni (in Il IIlIcolare lesione dei vasi e dei nervi che di norma sono localizzati in prossimit delle 1IIIIIure ossee), rappresenta anche un efficace strumento per limitare al massimo la nllllomatologia dolorosa soprattutto durante il trasporto. 17

Per tutti i dispositivi occorre: rimuovere indumenti elo gioielli dall'arto colpito valutare e trattare eventuali emorragie esterne coprire con garze sterili eventuali ferite scegliere tipo e dimensioni dell'immobilizzatore da utilizzare. L'immobilizzazione deve bloccare l'articolazione a monte e a valle del segmento che si ritiene traumatizzato. Si deve procedere ad immobilizzare l'arto nella posizrone in cui si trova, modificando l'assetto delle "steccobende" al fine di adattarle alla posizione dell'arto traumatizzato.

2. DISPOSITIVI
BARELLA

DIIMMOBILIZZAZIONE

TOTALE

CUCCHIAIO

Dispositivo, di norma, di materiale metallico, radioopaco, utile per spostare pazienti traumatizzati dalla superficie su cui si trovano, alla tavola spinale. Esiste anche una versione in materiale plastico, radiotrasparente. E' composta da due parti staccate, simmetriche, regolabili in lunghezza a seconda dell'altezza del paziente, ciascuna da posizionare sotto al paziente sino all'aggancio delle due parti. Il primo soccorritore dovr comunque mantenere l'immobilizzazione manuale della testa durante tutte le manovre. La barella a cucchiaio dotata di cinghie per il fissaggio. E' sconsigliato l'utilizzo della barella a cucchiaio per l'immobilizzazione definitiva ed il successivo trasporto del paziente.
TAVOLA SPINALE

Dispositivo radiotrasparente, solitamente in materiale plastico, non deformabile, che permette l'immobilizzazione totale, utile sia per il recupero che per il trasporto del paziente. E' corredata di cinghie per il fissaggio (ragno), e di presidi specifici per l'immobilizzazione della testa. L'uso della tavola spinale garantisce l'allineamento e l'immobilizzazione della colonna vertebrale in toto, e consente, dopo il corretto fissaggio anche la rotazione laterale del paziente in caso di vomito.
Tecnica per il trasferimento sulla tavola spinale del paziente supino

Manovra che deve essere effettuata da almeno tre soccorritori. Il leader di manovra provveder all'immobilizzazione manuale della testa. Si proceder quindi a posizionare correttamente il collare cervicale (vedi sopra). Deciso il lato sul quale ruotare il paziente (Iog-roll) anche sulla base delle lesioni rilevate (es. evitare di girare il paziente dal lato dove sono presenti lesioni ossee), il leader di manovra, mentre immobilizza la testa, dar il via ad ogni movimento scandendo sempre a voce alta: " uno due, tre, VIA". Il primo ed il secondo soccorritore si posizioneranno sul lato di rotazione del paziente, uno all'altezza del tronco e l'altro del bacino. Se disponibile un altro soccorritore questi si occuper del posizionamento della tavola; in caso contrario questa sar adagiata sull'altro lato del paziente dal secondo soccorritore, prima di procedere alla manovra di rotazione. Il primo soccorritore afferrer il paziente tra spalla e scapola con una mano ed il bacino con l'altra. Il secondo posizioner una mano sul dorso del paziente (tra i punti di appoggio delle due mani del primo soccorritore) e l'altra si posizioner a livello degli arti inferiori. AI via del leader di manovra, si proceder a ruotare il paziente di 45. E' in questo momento che opportuno valutare il dorso del paziente.

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UlillIth il secondo soccorritore, lasciando la presa con una mano, far scivolare l'asse Ilpll111 sotto il paziente a meno che non vi sia un quarto soccorritore (o un ausiliario) che pll',sn inserire la tavola sotto il paziente. :lllllplO al comando del team leader, si riporter il paziente in posizione supina sulla IIVIl11 pinale. I :011 ogni probabilit il paziente non sar perfettamente centrato sulla tavola spinale per 1111 occorrer ulteriore movimento di scivolamento per ottenere la posizione definitiva che 1'1111(1 sere realizzato attraverso la "manovra a ponte": il primo e il secondo soccorritore 'I pongono a cavallo del paziente e all'unisono, su comando del leader di manovra, 1I1l:.loranno il paziente al fine di ottenere il centramento sull'asse. I d le nica si completa con l'immobilizzazione della testa con i fermacapo (detti anche "cunei") e le mentoniere (o "fionde" o con del cerotto adesivo di tela) e il fissaggio del "11I(j110" iniziando dal torace scendendo poi verso l'addome, il bacino e gli arti inferiori. 1111111 soccorritore stringe tutte le cinghie del "ragno" partendo dai piedi del paziente. un
l ( cntce per il trasferimento sulla tavola spinale del paziente prono I\IIGI1 questa tecnica deve essere eseguita da almeno tre soccorritori. Il leader di 1I1,IIlOvra si posizioner alla testa e, come al solito, la immobilizzer manualmente tnttando la presa in considerazione del fatto che il paziente dovr essere ruotato di 180, Il (~ mander ogni movimento. 111111 volta deciso il lato sul quale si girer il paziente, il primo ed il secondo soccorritore si l'": rzioneranno dal lato su cui s'intende girare il paziente, ponendosi uno all'altezza del u onco e l'altro del bacino ed afferrando, sempre con la tecnica dell'incrocio delle mani, "I1[llIe, tronco, bacino e gambe. Prima di iniziare a girare il paziente, sar necessario l'IIH;cdere alla valutazione del dorso. AI via del team leader, il primo ed il secondo '''ICC rritore ruoteranno il paziente aiutandosi per mantenere l'allineamento con l'appoggio ""1 paziente sulle proprie cosce, fino al raggiungimento della posizione supina oIl1l1ll~mente sull'asse spinale precedentemente posizionata.

I HASPORTO PAZIENTI NON TRAUMATIZZATI


I '," quanto riguarda i pazienti per i quali si ha la certezza assoluta della possibilit di Il',' rudere la presenza di un trauma i dispositivi di trasporto pi comuni sono il COL TRINO l" Il lo da trasporto) e la SEDIA PORTANTINA (o sedia cardiopatica). I,,', Ita del dispositivo pi idoneo al trasporto del paziente non traumatizzato legata celld possbilit o alla necessit che il paziente rimanga in posizione seduta o meno. 111 CIlSO di difficolt respiratoria o stress cardiogeno la posizione seduta o semi-seduta IlIdlGlla e quindi il trasporto dal luogo in cui si trova alla barella dell'ambulanza pu vvonire con la sedia portantina. r l. I caso in cui il paziente non rimanga o non possa rimanere seduto occorre invece Cllliluare il coltrino al fine di garantire un sicuro trasferimento dal letto o comunque dal 1"11110 cui si trova alla barella. in

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