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Un sistema informativo geografico (GIS)

in uno scavo demergenza:


il caso di Sa Osa-Cabras (OR)
di Laura Soro
*

Introduzione
Lestensione dello scavo di Sa Osa, la complessit di intervento generata dalla
sua natura, cosiddetta demergenza, e la necessit di una rapida quanto efficace
operazione di scavo hanno sostenuto e avvalorato la creazione di un sistema
informativo geografico per la gestione della documentazione dello scavo stesso.
Loperazione diventata sia basilare strumento di gestione dei dati acquisi-
ti, sia soluzione atta a snellire e velocizzare le operazioni di classificazione e or-
ganizzazione di informazioni grafiche, fotografiche e documentarie prodotte nei
quattro mesi di scavo che hanno interessato le campagne del :cc e del :cc,.
Dopo aver soddisfatto le necessit che il cosiddetto scavo demergenza im-
pone (velocit desecuzione, rapidit di azione e quanto pi ampia documenta-
zione), il sistema informativo geografico dello scavo di Sa Osa si imposto qua-
le imprescindibile strumento non solo per facilitazioni cartografiche legate alla
tutela, ma anche per agevolare una maggiore fruizione dei dati e per scopi di ri-
cerca scientifico-archeologica relativa allambito nuragico.

Stato delle ricerche:


tra lisola e la penisola
Risale al :cc: la pubblicazione dei Sistemi informativi geografici in archeologia di
Maurizio Forte, volume che costituisce un esempio di manualistica in lingua ita-
liana su questo genere di applicazioni in ambito archeologico
:
. Lesistenza di un
manuale dovrebbe essere la prova di come luso dei sistemi informativi geogra-
fici, nel primo decennio del secondo millennio, non costituisca una novit o un
fatto straordinario in abbinamento alla disciplina archeologica.
Sebbene sia ormai appurato il valore delle applicazioni informative geogra-
fiche in ambito archeologico (sia nel circuito territoriale che in quello di scavo),
allo stesso modo un dato condiviso quello che vede lapplicazione di un GIS per
* Universitt Wien (Austria), Institut fr Ur- und Frhgeschichte; Institut fr Klassische Ar-
chologie.
:. M. FORTE, I Sistemi informativi geografici in archeologia, Roma :cc:.
larcheologia, maggiormente propenso, per sua natura, a soddisfare esigenze pi
propriamente territoriali
:
.
Si avuta prova, infatti, di un fiorire di GIS, SIG e SIT archeologici
,
di tutti i
territori (comunali, provinciali, regionali, areali geografici, areali geologici ecc.)
pertinenti a tutti, o quasi, gli ambiti cronologici (Neolitico, Et del Bronzo, pe-
riodi orientalizzante, fenicio, punico e romano, medievale, fino ad arrivare a fa-
si premoderne e postmoderne), che generalmente hanno esposto le potenzialit
dellapplicazione ma che raramente hanno poi fornito i loro pieni risultati (ana-
lisi spaziali, pianificazioni territoriali ecc.); allo stesso modo hanno sottolineato
le potenzialit di comunicazione, ma raramente ne hanno permesso la fruizione
a largo spettro, presentandosi a volte come quelle tancas serradas a muros digi-
tali che ben illustra Giovanni Azzena

.
Ma se forse si ancora lontani dallottimale uso auspicato per fini territo-
riali, nonostante labusata eco scientifica e amministrativa, che dietro il termine
modernizzazione nasconde anche una grande incomprensione e una conse-
guente limitata applicazione, ancora meno soddisfacente si presenta luso di si-
stemi informativi geografici in ambito archeologico. Sebbene esistano straordi-
nari esempi nella costruzione di GIS di scavo in situazioni peninsulari
,
, pi timi-
damente e con molta meno incisivit sembra essersi attuata la stessa procedura
per gli scavi archeologici della Sardegna, che, sebbene in linea con il mondo di-
,: LAURA SORO
:. Ne prova lo sviluppo e lincremento nellultimo decennio dei SIT (Sistemi informativi ter-
ritoriali), volti a gestire il patrimonio dei beni culturali e archeologici di un dato territorio con gli
scopi pi vari (gestione e pianificazione territoriale, tutela e valorizzazione, creazione di percorsi sto-
rici ecc.). Per la Sardegna da ricordare come esempio in ambito amministrativo ladeguamento del
Piano urbanistico comunale al Piano paesaggistico regionale o i recenti progetti avviati dallUfficio
GIS della Soprintendenza Archeologica della Sardegna in collaborazione con la Facolt di Architet-
tura di Alghero e con diversi professionisti del settore (Progetto GIS-APQ, :cc,) per la creazione di
un web-GIS con tecnologia open software.
,. La variet numerica degli acronimi utilizzati proporzionale alla variet di progetti di creazio-
ne di sistemi informativi geografici per larcheologia (GIS = Geographic Information System; SIG = Si-
stema informativo geografico; SIT = Sistema informativo territoriale).
. G. AZZENA, Tancas serradas a muros. Tracce di incomunicabilit nel linguaggio dellarcheo-
logia, tra tutela, archeologia del paesaggio e pianificazione territoriale, Archeologia e Calcolatori,
XV, :cc, p. :,:.
,. Un ottimo esempio costituito dai progetti avviati dal Dipartimento di Archeologia me-
dievale dellUniversit degli Studi di Siena sulluso di un sistema informativo geografico per la ge-
stione della documentazione dello scavo archeologico. Sembrano ad oggi costituire, in riferimento
al territorio italiano, uno dei migliori modelli per soddisfare le esigenze di gestione dei dati di uno
scavo archeologico. Avviati gi dai primi anni Novanta, tali progetti hanno sviluppato quasi una fi-
losofia sulluso del GIS di uno scavo archeologico, cercando di volgere sia lutilizzo dei software
che della tecnologia a fini esclusivamente archeologici. Lesperimento, che ormai definibile qua-
le modello di lavoro, scaturito dallo scavo di Poggio Imperiale (Poggibonsi, SI) evolvendosi ver-
so gli web-GIS dello scavo di Miranduolo (Chiusino, si) (http://archeologiamedievale.unisi.it/piat-
taforma-gis-dello-scavo-del-castello-di-miranduolo) e del recentissimo scavo di Santa Cristina
(Buonconvento, SI) (http://archeologiamedievale.unisi.it/santa-cristina/). Cfr. M. VALENTI, La ge-
stione informatizzata di uno scavo archeologico. Il progetto Poggio Imperiale, Archaeological Com-
puting Newsletter, L, :,,, pp. :,-:c; V. FRONZA, A. NARDINI, F. SALZOTTI, M. VALENTI, A GIS So-
lution for Excavations: Experience of the Siena University LIAAM, in Z. STANCIC, T. VELJANOVSKI
(eds.), Computing Archaeology for Understanding the Past. Computer Applications and Quantitati-
ve Methods in Archaeology, Proceedings of the
th
Conference, Ljubljana, April , London :cc:,
pp. :;,-;.
gitale, continuano a prediligere luso di software CAD a quelli GIS
o
, forse pi sot-
to la spinta della globalizzazione digitale che per una consapevole acquisizione
della filosofia comunicativa che impone linformatica applicata.
Nella fattispecie, non si conoscono applicazioni di GIS di scavo archeologi-
co per scavi relativi allet nuragica (che sono quelle di nostro diretto interesse).
doveroso pertanto volgere lo sguardo verso applicazioni peninsulari e se
necessario usarle come punto di partenza, sia per non dover ricominciare los-
sessiva ricerca dello standard informatico, sia per verificare lapplicabilit e la
funzionalit reale di esperienze gi consolidate.
Nella situazione presentatasi con lo scavo di Sa Osa si voluto cercare di
giustificare il mezzo con il fine, o meglio, il mezzo stato la soluzione pi van-
taggiosa per i fini preposti.
Partendo dallassunto che si trattato di uno scavo demergenza e che la sua
documentazione archeologica stata di necessit, la creazione di un apparato di-
gitale preposto alla documentazione che vada oltre un semplice strumento di
contenimento
;
intende porsi come un tentativo di soluzione di base alla babilo-
nia dei dati relativi al mondo nuragico affastellati tra pubblicazioni scientifiche
e documentazioni darchivio, che con non poca difficolt possono essere esami-
nati e divulgati.

Strumenti, metodi e possibili soluzioni


Un GIS di scavo non altro che un sistema informativo che collega al prodotto
del rilievo (piante di unit stratigrafiche, piante di fase, disegni, sezioni ecc.) uno
o pi data-bases correlati; ovvero linsieme delle piattaforme e degli archivi del-
la totale documentazione archeologica in formato digitale georeferenziato

. Di
conseguenza, lesecuzione del rilievo e la derivata produzione cartografica co-
stituiscono la base dellintera operazione.
La costruzione del GIS di Sa Osa non nasce dal nulla, ma si avvalsa di una
precedente sperimentazione attuata nello scavo archeologico di Gribaia-Nura-
chi (OR) nel :cc; che, pur interessando unarea molto meno vasta, attraverso la
creazione di un GIS di scavo ha permesso un dimezzamento dei tempi di esecu-
zione e di gestione della documentazione
,
.
UN SISTEMA INFORMATIVO GEOGRAFICO (GIS) IN UNO SCAVO DEMERGENZA ,:,
o. Sulle differenze duso di software CAD e GIS in riferimento allambito archeologico cfr. A.
NARDINI, La piattaforma GIS dello scavo di Poggio Imperiale a Poggibonsi. Dalla creazione del model-
lo dei dati alla loro lettura, Archeologia e Calcolatori, XI, :ccc, pp. :::-:,.
;. bene sottolineare (seppur ormai sia una conoscenza condivisa) che un GIS non un as-
semblaggio di contenitori di dati (di data-bases), ma soprattutto uno strumento che permette anali-
si sui dati stessi e conseguente produzione di nuove informazioni: G. MACCHI JANICA, Modelli ma-
tematici per la ricostruzione dei paesaggi storici, Archeologia e Calcolatori, XII, :cc:, p. :.
. M. VALENTI, La piattaforma GIS dello scavo nella sperimentazione dellinsegnamento di Ar-
cheologia medievale dellUniversit di Siena. Filosofia di lavoro e provocazioni, modello dei dati e so-
luzione GIS, in Atti del I convegno nazionale di archeologia computazionale, Napoli, - febbraio ,
Archeologia e Calcolatori, XI, :ccc, pp. ,,-:c,.
,. L. SORO, A. USAI, Between Necessity and Economy: The Archaeological Field Excavation at
Gribaia (Sardinia-Italy). A Photogrammetry Solution to Document a Small Archaeological Heritage, in

th
International Congress Cultural Heritage and New Technologies, Wien :cc,, pp. :-::.
Ma se nello scavo di Gribaia le circostanze non hanno concesso una piani-
ficazione a tavolino, avvalorando una sperimentazione fotogrammetrica per le-
secuzione dei rilievi e la conseguente realizzazione di piante e disegni, nello sca-
vo di Sa Osa la pianificazione iniziale ha dovuto fare i conti con la realt delle-
mergenza archeologica e la continua precariet dellesecuzione dello scavo stes-
so. Ci nonostante, si ritenuto di avere a disposizione tutte le basi per poter
iniziare loperazione.
Il Comune di Cabras, nel cui territorio si trova il sito di Sa Osa, stato di-
rettamente coinvolto nelladeguamento del proprio Piano urbanistico comuna-
le al Piano paesaggistico regionale; questo ha permesso di usufruire di una car-
tografia territoriale (sia in formato raster che vettoriale) sulla quale impostare il
GIS di scavo.
Allo stesso modo il diretto coinvolgimento dellufficio GIS della Soprinten-
denza Archeologica della Sardegna ha permesso la georeferenziazione dellintera
area di scavo con lausilio dei GPS differenziali
:c
in uso presso lamministrazione.
Sin dalla prima campagna di scavo non ci si purtroppo potuti avvalere del-
luso di una stazione totale per la realizzazione dei rilevi. Questo non ha facili-
tato, in termini di tempo, lo svolgimento dello scavo, almeno nelle situazioni in
cui fosse necessario procedere con i classici sistemi di rilievo.
Sono state perci adottate due differenti soluzioni: la prima stata quella di
eseguire i rilievi in modo diretto, georeferenziandoli e digitalizzandoli su piat-
taforma GIS in un momento successivo; la seconda stata quella di utilizzare un
escamotage fotogrammetrico, gi sperimentato a Gribaia, che ha permesso le-
secuzione dei rilievi successivamente alla fine dello scavo.
Entrambe le soluzioni hanno richiesto e continuano a richiedere un note-
vole impiego di tempo e lavoro dopo lo scavo, ma costituiscono la conditio sine
qua non dalla quale partire per poter avere la piattaforma sulla quale impostare
il GIS stratigrafico.
Le basi sulle quali si impiantata la piattaforma GIS dello scavo di Sa Osa
sono le tre classi di documentazione di un normale scavo archeologico:
a) materiale grafico (raster e vettoriale), che comprende sia la macroscala del-
lambito territoriale (immagini da satellite-IKONOS, ortofotocarte, IGM, CTR, car-
tografie tematiche del Piano paesaggistico regionale, eventuali cartografie stori-
che e fotografie aeree) sino ad arrivare alle singole piante di unit stratigrafica in
formato vettoriale;
b) il DBMS
::
delle schede di unit stratigrafica;
c) il DBMS delle fotografie.
A questi tre grandi archivi si vorrebbero affiancare ulteriori data-bases che sca-
turiranno dallo studio dei materiali rinvenuti nello scavo (ceramiche, reperti osteo-
logici, litica, elementi botanici ecc.) e con i risultati delle conseguenti analisi.
La costruzione del GIS di Sa Osa si presenta quindi come un progetto anco-
ra in fieri, o meglio appena iniziato, sia perch lo studio risulta appena agli al-
,:o LAURA SORO
:c. Per la creazione del GIS e dei data-bases correlati ci si avvalsi dellutilizzo sia di software
proprietari (ESRI, File Maker) che di tecnologie open source (GRASS, RDF).
::. DBMS lacronimo di Data-Base Management System.
bori, sia infine perch ogni giorno trascorso nello studio del materiale rinvenu-
to rivela elementi significativi che meritano attenzione
::
.
Sebbene ci si sia ritrovati a lavorare in uno scavo archeologico demergen-
za, si avuto il vantaggio di avvalersi di unquipe di lavoro ampia ed eteroge-
nea che copre tutte le indagini concernenti lo scavo stesso e pu quindi pro-
durre informazioni differenti che vanno a riversarsi nella produzione di archi-
vi aperti e in continua evoluzione, a seconda delle necessit e delle possibilit.
Allo stesso modo, per, leterogeneit dellquipe sar probabile fonte di diffi-
colt, essendo questo il primo tentativo di costruire un GIS archeologico di sca-
vo in ambito nuragico, che deve disciplinare diverse filosofie di lavoro proprie
delle unit coinvolte.
Le circa ,cc unit stratigrafiche individuate in unarea di :.cc mq richie-
dono un arduo impegno informatico, ma si presuppone di poter ultimare i tre
archivi principali, precedentemente menzionati, prima della ripresa della nuova
prevista campagna di scavo.

Linformatica per linformazione nuragica:


tra speranze e difficolt
Il sito di Sa Osa prima ancora del suo scavo aveva un destino gi noto. La natu-
ra demergenza cela un aspetto che, seppur poco gradito al mondo dellarcheo-
logia, in piena sintonia con il mondo reale e risponde al compromesso esisten-
te tra archeologia e vita contemporanea.
Se uno scavo archeologico programmato e pianificato per sua essenza una
distruzione che dovrebbe riportare alla luce ci che la terra ha ricoperto, lo sca-
vo demergenza aggiunge alla distruzione il riportare al buio, mantenendo in lu-
ce solamente i reperti e la documentazione prodotta, traducendosi quindi in
unoperazione di ricerca di informazioni, che raramente permette una fruizione
a tutto tondo del sito.
Un sito indagato da uno scavo demergenza, nella maggior parte dei casi,
verr ricoperto o rimosso a favore delle attivit delluomo contemporaneo.
Paradossalmente, questo tipo di scavi ha un peso maggiore nella produzio-
ne, custodia e restituzione delle informazioni. A maggior ragione pesano in es-
so le informazioni topografiche, poich a seguito della chiusura dello scavo stes-
so e delleventuale impianto dopera moderno con difficolt potranno essere ri-
verificate.
Soltanto la creazione di un GIS di scavo pare la soluzione ideale per non per-
dere le ricche informazioni che scaturiscono dallesatto posizionamento topo-
grafico dei resti archeologici.
UN SISTEMA INFORMATIVO GEOGRAFICO (GIS) IN UNO SCAVO DEMERGENZA ,:;
::. La quantit e qualit di elementi rinvenuti nel pozzo Nhanno superato tutte le migliori aspet-
tative. Oltre al rinvenimento dei semi, da segnalare il recentissimo recupero di elementi di legno
lavorato e di sughero (cfr. il contributo di P. F. Serreli in questo volume). Questi ritrovamenti pre-
suppongono la strutturazione di nuovi scheletri di data-base adatti a contenere le informazioni che
tali elementi potranno fornirci, anche a seguito delle eventuali analisi alle quali verranno sottoposti.
Portare a termine il GIS dello scavo di Sa Osa significherebbe, per la prima
volta nellambito di uno scavo archeologico pertinente allet nuragica, poter di-
sporre, allinterno di ununica piattaforma, di tutta la documentazione prodot-
ta, cos da rendere accessibili i dati e le informazioni di scavo a tutto il gruppo
di lavoro, la possibilit di riversare lintero pacchetto allinterno di uneventua-
le struttura informatica della rete (sito Internet, web-GIS ecc.), che oggi lo stru-
mento primo nella diffusione e circolazione delle informazioni a qualsiasi livel-
lo di utenza, e infine la possibilit di ottenere una mole di dati editabili in qual-
siasi momento successivo alla fine dello scavo.
Lesperienza insegna che non cos scontato riuscire a reperire informazio-
ni considerate basilari durante un qualsiasi scavo (dove era ubicata lunit stra-
tigrafica? Quali erano i rapporti stratigrafici? E soprattutto in quale parte dello
scavo e del mondo si trovava fisicamente?)
:,
e se anche si riesce nellintento, il
dispendio di energie e di tempo fa prediligere lapertura di un nuovo scavo piut-
tosto che il riesame di ci che gi esiste: basta immaginare cosa succede quando
ci si trova a riesaminare documentazioni prodotte con differenti standard.
Un GIS di scavo, al contrario, costringe, o meglio aiuta, gli operatori sul cam-
po a produrre una documentazione standardizzata a priori e alluso di un lin-
guaggio condiviso (unico veicolo per la fruizione delle informazioni e linter-
scambio di conoscenze). Tale costrizione, o meglio facilitazione, unottima
attenuante, davanti allincessante scorrere del tempo che caratterizza una situa-
zione demergenza.
La creazione del GIS di Sa Osa non ha nessun primato n presenta alcuna
straordinaria innovazione informatica. Al contrario, un semplice tentativo du-
so di unapplicazione (ormai scontata per gli specialisti dellinformatica) utile a
costituire quel faticoso, ma mai surclassato, tentativo di svolta nella registrazio-
ne di dati e informazioni pertinenti allet nuragica che, anche grazie a questo
sforzo, possano essere fruite dallintera comunit archeologica e non
:
.
,: LAURA SORO
:,. Il progetto GIS-APQ :cc della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e
Oristano ha messo in luce sia tale difficolt sia la necessit, anche per mere ragioni di tutela e di ge-
stione del patrimonio, di un riordino delle conoscenze nella gi menzionata babilonia degli archivi
e delle biblioteche.
:. Mi preme ringraziare il professor Giovanni Azzena della Facolt di Architettura dellUni-
versit di Sassari e le colleghe e amiche dottoressa Valentina Vassallo e dottoressa Paola Ronzino del
Cyprus Institut (Science and Technology in Archaeology Research Center) di Nicosia, per aver let-
to, commentato, corretto e condiviso il modus pensandi e il modus operandi che sta alla base
di questo lavoro.
FIGURA :
Esempio di gestione degli archivi (grafico, documentario e fotografico) su piattaforma GIS
UN SISTEMA INFORMATIVO GEOGRAFICO (GIS) IN UNO SCAVO DEMERGENZA ,:,

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