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la Repubblica

MERCOLED 29 FEBBRAIO 2012

IL CASO R2MONDO

I 52

PER SAPERNE DI PI www.washingtonpost.com www.unaids.org

Oggi il Sudafrica guida la classifica con 5 milioni di sieropositivi Un libro di due americani ricostruisce la diffusione del contagio

Africa e colonialismo ecco come nacque lAids


DAL NOSTRO INVIATO DANIELE MASTROGIACOMO JOHANNESBURG utto nato da una scimmia. Uno scimpanz. Il pantroglodytes troglodytes. Un cacciatore bantu nel sudest del Camerun cattura e uccide un esemplare. Lo scuoia, lo macella, lo cucina e se lo mangia. Scene normali nella foresta pi interna e isolata dellAfrica centrale. Il primo contagio del virus Hiv avvenuto cos. Con il sangue infetto. storia nota. Dopo anni di dibattiti e tesi contrapposte la scienza ha decretato una prima verit. Quello che non si riusciva ancora a capire in che modo il contagio abbia raggiunto i centri abitati, poi le citt, le metropoli, gli Stati, i continenti, fino a trasformare lAids nella pi spaventosa pandemia del secolo scorso. Un giornalista del Washington Post e un ricercatore statunitense lo hanno scoperto. O meglio: sostengono, indicando una serie
dotto 40 milioni di sieropositivi al mondo, di cui 30 solo in Africa, e ucciso altri 25 milioni di uomini, donne e bambini. Il povero e ignaro cacciatore bantu fu infettato dallo scimpanz. Torn al villaggio e l, probabilmente per decenni, il virus dellAids rimase in silenzio. Nel vecchio Continente si moriva di tubercolosi, di diarrea, di malaria, di fame. LHiv, almeno fino al 1980, era sconosciuto. Ma la nascita delle automobili e quindi degli pneumatici, ai primi del secolo scorso,

spinse i Grandi dellEuropa a cercare nuove piantagioni di caucci di cui lAfrica occidentale e centrale ricchissima. Gli esploratori, ma soprattutto gli avventurieri arruolati dalle societ belghe, si rivelarono spietati caporali. Venivano pagati a seconda dei chili di gomma che riuscivano a raccogliere dagli alberi. Un lavoro che facevano svolgere agli indigeni: erano i soli a conoscere i segreti e i pericoli della foresta. Erano schiavi. Se il raccolto era basso venivano puniti con levirazione: un modo barbaro di umiliarli e destinarli allisolamento. Questo esercito di uomini, spesso criminali salvati dal carcere ma utilissimi per il lavoro sporco, attir un indotto di taverne, postriboli, case da gioco, bar. Le foreste erano meno isolate, i contatti pi frequenti, soprattutto quelli sessuali. LAids, misterioso e sconosciuto, aveva la strada spianata. Si scoperto che il primo caso di virus HivM2 stato individuato nel 1959, nel sangue di un uomo che vive-

Senza la disordinata invasione europea la malattia sarebbe rimasta circoscritta


di prove, che la responsabilit ricade su quel grande dinamismo economico e commerciale che spinse le vecchie potenze europee a colonizzare lAfrica allinizio del Novecento. Una conclusione che offre al quotidiano statunitense lo spunto per titolare: Kinshasa, il ground zero dellAids. La tesi del libro (Tinderbox) suggestiva. Mette insieme una serie di elementi che ricercatori ed esperti avevano sottolineato nellitinerario del virus, senza riuscire per a tracciare la linea che li univa. Se la corsa allAfrica fosse stata gestita con pi oculatezza, se il Belgio di re Leopoldo II, assieme a Francia, Gran Bretagna, Portogallo e Germania, non avessero spedito in quelle terre inospitali frotte di avventurieri ignoranti e senza scrupoli, il contagio sarebbe stato contenuto e forse non avrebbe mai varcato i confini della giungla. Bramosia di ricchezza, desiderio di conquista. Le colpe originarie sono dei colonialisti. Colpe vere, quelle che hanno pro-

Negli anni 30 Kinshasa era piena di avventurieri e fu il ground zero dellincubazione


va a Kinshasa. Era dello stesso tipo del Siv, il virus dellimmunodeficienza delle scimmie. Si stima che il primo contagio risalga almeno al 1931. Altri studiosi si spingono fino a indicare il 1908. lanno che segna la nascita delle prime grandi citt della conquista coloniale. Kinshasa era gi un centro che vibrava di attivit. Era piena di gente, frenetica, allegra, carica di energie e di speranze, ricordano gli autori del libro. Una comunit dove le vecchie regole venivano messe da parte di fronte al nuovo commercio che arricchiva tutti. Fu linizio della fine. Solo pi tardi si scoprirono a San Francisco i casi dei cinque gay infettati. Kinshasa stata la culla: per mezzo secolo ha protetto e diffuso il pi ostinato, mutante, subdolo nemico delluomo. Un nemico diventato oggi quella bomba che condiziona le economie africane. E il Sudafrica guida la classifica del contagio, con 5,3 milioni di sieropositivi.
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