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Numero 45 anno II
15 dicembre 2010
edizione stampabile
Editoriale L.B.G. IL CONTAGIO DELLA SINISTRA Architettura - Gianni Zenoni MILANO DA RAMMENDARE Economia - Sergio DAgostini - CHE FINE HA FATTO IL PIANO CASA? Primo Piano Paolo Danuvola - MILANO AL VOTO: CATTOLICI E SINISTRA Universit Giorgio Uberti - CRONACHE DI UNA PROTESTA ALLOMBRA DELLA MADONNINA DallArcipelago - Bruno Rindone - PREFERENZE, OLIGARCHIE E SOCIET CIVILE Urbanistica Claudio Cristofani - 5 DOMANDE ALLASSESSORE MASSEROLI Approfondimenti Emilio Battisti EXPO: CHI LAVORA DAVVERO Societ - Claudio Rugarli - FINE VITA: LIBERT E DIGNIT Feuilleton Paolo Valera (1859 -1926) - GLI SCAMICIATI
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Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA Paolo Schipani e Marco Santarpia
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trascurati in un Parco in pieno Centro Storico. Certo, a Milano esistono ancora aree deturpate dai bombardamenti, come le vie Palla e Lupetta, via Madonnina e altre, ma questi siti sono nascosti e poco visibili anche se questo non basta a giustificarne il degrado. Situazioni che servono invece a consolidare lidea che tutto ci si pu sopportare, come nel minuscolo caso di via Madonnina angolo S.Carpoforo, dove le signore residenti si preoccupano della salute del fico nato spontaneamente sulle macerie della casa dangolo bombardata che non c pi, e non si lamentano dei due sgraziati frontespizi nudi formati dalla interru-
zione delle cortine edilizie. Ma il retro di San Lorenzo verso il Parco delle Basiliche in piena visibilit, e i frontespizi residui dei bombardamenti a fianco della Basilica e sulla vie Molino delle Armi e Pioppette sono una sconcezza non pi sopportabile. E poich al brutto si accompagna spesso lorrido, basta vedere come sono utilizzati alla sera, e non solo, questi siti storici. Questa insensibilit collettiva frutto della assuefazione al brutto. Ci si convive, e dopo un po non lo si vede pi; e allora i turisti e visitatori della citt si possono domandare: perch in un parco cos centrale, tra due monumenti come San Lorenzo e Sant Eu-
storgio, in piena vista ci siano ruderi cos sconvenienti che nessuna citt europea potrebbe tollerare? Ma potrebbero anche chiedersi se a Milano c qualcuno delegato a risolvere questi problemi. Qualcuno? Ce ne sono tanti e ben installati in Enti e Commissioni di cui sopra, peccato che, impegnati a giudicare i nuovi interventi, trascurino le brutture esistenti alle quali evidentemente si sono assuefatti. E mia opinione che con questa base culturale poco rigorosa, gli addetti a questo delicato compito potrebbero avere anche problemi a giudicare il Nuovo.
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tettura. Nel frattempo, superfluo rilevarlo, la domanda abitativa sociale e molto sociale non ha fatto che aggravarsi e tanto pi tempi di attuazione siffatti appaiono del tutto inaccettabili. Tornando in conclusione al quesito del titolo, del Piano Casa non sembra dunque essere rimasto che il mega Fondo dei Fondi Nazionale, alimentato dagli ultimi 140 ml di finanziamento pubblico disponibili e portato a quasi due miliardi da Cassa Depositi e Prestiti e investitori istituzionali, e di cui si favoleggia immaginando che possa muovere
fino a 9 13 miliardi di euro. Ma per realizzare cosa? Se a conti fatti il denaro verr a costare alloperatore non meno del 4 o 5%, quale potr essere la quota di alloggi realizzati accessibile alla domanda sociale? Se vi sar, certamente marginale. Quel che certo invece che di finanziamenti statali aggiuntivi, diretti a soddisfare la domanda pi sociale, non ve ne sono e non ve ne saranno. E neppure rassicurante il fatto, rivelato al recente seminario regionale sullargomento, che operatori del setto-
re con operazioni pronte orientate allhousing stiano valutando se, piuttosto che ricorrere al meccanismo complesso dei fondi, non sia preferibile continuare a rivolgersi, a tassi analoghi se non inferiori, al sistema di credito ordinario. In estrema sintesi, sono convinto che affidare ledilizia sociale interamente al buon cuore del privato, come sembra fare anche il PGT (Piano di Governo del Territorio) di Milano, non possa portare da nessuna parte.
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tanto pi nella prospettiva del pluralismo culturale e religioso che ormai ci appartiene. Questo fatto non dovrebbe essere sottovalutato dalla politica in un contesto di crisi di settori dellarea cattolica nei confronti della Destra. A quanti avanzano lobiezione al confronto con Pisapia attento agli aspetti sociali, come faranno i cattolici a votare la Moratti o
un altro Albertini?, suggerirei di sforzarsi di capire la complessit dellele ttorato. Questo per evitare l ulteriore incremento del partito dell astensione (in casa centrosinistra), ma anche lambiguit del rifugio dell elettore incerto nel possibile voto disgiunto, di chi cio sceglie il candidato sindaco di uno schieramento e insieme vota per una lista o un candidato consigliere di
un altro schieramento. Se poi vi saranno anche le politiche il voto amministrativo assumer un altro significato (sminuito). E utile parlarne, prima delle elezioni non dopo. S perch lelettore va persuaso e non precettato. Per vincere non basta infatti un pur legittimo desiderio.
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tutti a casa". Il corteo ha attraversato il centro di Milano. In questo vortice di proteste e manifestazioni, il voto alla Camera fissato per il 14 Dicembre cade pesante come un macigno sulle teste dei protagonisti di queste vicende. In questi giorni abbiamo assistito a una sommatoria dei pro-
blemi allinterno dei cortei: dal diritto allo studio, al DDL Gelmini, agli scandali del berlusconismo, alla strage di piazza Fontana. Se dalla discussione parlamentare di queste ore non dovesse emergere la crisi dellattuale Governo, visto lo scollamento ormai evidente dal paese reale ai fatti legati alla compra-
vendita degli ultimi giorni, questo sarebbe un ulteriore, forte motivo per riportare tutti nelle piazze e questa volta con conseguenze inedite. Senza contare lesito di uneventuale approvazione del DDL in questione.
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no.it/PUG/Presentazione%20Simon eti_Workshop_PGT_16_11_10.pdf.
Tuttavia, prevedendo che il sistema della perequazione porter sul mercato una grande quantit di diritti volumetrici
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zati ad altri soggetti imprenditoriali, professionali e associazioni di vario genere. Tra pi significativi lADI (Associazione per il Disegno Industriale .adidesign.org) che, oltre a concedere il patrocinio, ha fatto conoscere EDS ai propri associati, alcuni dei quali hanno messo volontariamente a disposizione la propria competenza professionale per collaborare al successo delliniziativa. Anche Assimpredil Ance, associazione delle imprese edili e complementari delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza ( .ance.it), oltre ad aver concesso il proprio patrocinio, sta valutando assieme a noi le modalit di una possibile partecipazione al portale EDS tramite la propria iniziativa Milano nei Cantieri dellArte ( .milanocantieridellarte.it), che potrebbe essere grandemente valorizzata in occasione dellExpo 2015 perch costituisce unulteriore motivazione di grande contenuto, imprenditoriale, tecnologico e culturale e per mettere in evidenza le eccellenze storico monumentali del nostro territorio assieme agli interventi di recupero e restauro che su di esse sono stati realizzati negli ultimi dieci anni. Un altro rapporto molto promettente quello avviato con la Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le attivit internazionali ( .promos. milano.com), che ha costituito nove tavoli tematici per far fronte alle esigenze di Expo 2015 nei settori che vanno dallimprenditoria alla finanza, dalla cultura ai giovani e che dovrebbe consentire di mettere il portale EDS a disposizione dellenorme dotazione imprenditoriale costituita dalle aziende di ogni livello della provincia di Milano. Desidero infine citare lesperienza gi in fase di attuazione avanzata riguar-
dante la Villa Reale e il Parco di Monza, che ha attuato la costituzione di un tavolo attorno al quale si sono raccolti soggetti pubblici, privati e associazioni interessati a impegnarsi per dare il massimo risalto e concretezza alla valorizzazione di questo enorme patrimonio storico, monumentale, agronomico botanico e culturale fino ad oggi misconosciuto, di cui risulta noto a livello internazionale soprattutto lautodromo situato al suo interno. Attorno a questo tavolo siedono oltre al Consorzio Villa Reale e Parco di Monza di cui fanno parte la Regione Lombardia, i comuni di Milano e di Monza, il Ministero dei Beni Culturali, la Provincia di Monza e Brianza, la Camera di Commercio Monza e Brianza, anche la Scuola di Agraria del Parco di Monza, la Confederazione Italiana Agricoltori di Milano, Lodi, Monza e Brianza, lAssociazi one Citt Persone e il gruppo di ricerca EDS. Il tavolo in questione ha gi dato corso alle proprie attivit per mettere a punto un programma di azioni che possano favorire la valorizzazione delle enormi risorse disponibili, cercando di affrontare innanzi tutto la questione dellaccessibilit con adeguati mezzi pubblici, attualmente grandemente insufficiente. Unulteriore considerazione la voglio riservare al significato e valore di Expo Milano 2015 e riguarda il fatto che assolutamente indispensabile che sia mantenuta alta la guardia rispetto alle possibili derive commerciali, per evitare che da manifestazione culturale di alto profilo si possa, anche inconsapevolmente, trasformare in una enorme e assurda fiera gastronomica come lipotizzata mensa lunga in chilometro e mezzo potrebbe in definitiva apparire.
Insomma bisogna entrare nellordine di idee di non limitarsi a offrire ai visitatori unesperienza da grande luna park del cibo. Bisogna invece consentire ai visitatori, rivolgendosi soprattutto ai giovani, di trattenersi tra noi e con noi per visitare le eccellenze del nostro territorio vivendo per qualche giorno la propria vita quotidiana fatta non solo di alimentazione ma anche di turismo, cultura, divertimento, sport, ospitalit e tutto quanto un giovane pu immaginare di fare durante una vacanza intelligente ma coinvolgente e divertente, nel segno della sostenibilit. Per concludere sollecito i lettori di Arcipelago a visitare il portale EDS e a partecipare con le proprie proposte, segnalando idee, programmi o progetti che potrebbero far parte del complesso scenario che ci si propone di costruire anche attraverso la procedura di georeferenziazione che si mette automaticamente in atto al momento della formulazione delle schede. Il progetto si propone infatti di avviare con linizio del 2011 una nuova fase tesa a verificare le pratiche di accompagnamento dei principali progetti sul territorio e di favorire e avviare processi di cooperazione finalizzati alla realizzazione di alcuni interventi emblematici. I modelli di partnership ipotizzati in questa prima fase che si sta attualmente concludendo, linteresse che il progetto ha saputo indubbiamente suscitare e la comunit sempre pi ampia di soggetti coinvolgibili anche con la partecipazione di tutti, renderanno senza dubbio pi efficace la prosecuzione delle attivit di Expo Diffusa e Sostenibile da qui al 2015.
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ch io sia materialista, ma perch questo un tema troppo complicato perch io mi avventuri su questo terreno. Fatta questa premessa, io voglio sostenere che la vita biologica delluomo sacra solo in quanto supporto della vita umana; se non lo pi, anche la sacralit viene meno. Naturalmente, su questo punto occorre una importante precisazione. Esistono persone che, per menomazioni delle facolt mentali, sono sprovviste di tutti quei requisiti che ho citato a proposito della vita umana e tuttavia possono esserne partecipi in grazia dellamore che ricevono. Penso che, in un certo senso, lamore abbia una propriet riflessiva, cos che in chi lo riceve si trasfonda lumanit della vita di chi lo somministra. E questo vale anche per chi privo di affetti familiari e di amicizie, perch vi sar sempre la pietas di qualche persona caritatevole, disposta ad amare un estraneo in quanto essere umano. Credo che questa sia una premessa necessaria per definire con precisione che cosa laccanimento terapeutico. E io penso- rappresentato da trattamenti che sono in grado di prolungare la vita biologica di un essere umano senza prolungare o recuperare la vita umana. E quando parlo di trattamenti mi riferisco a tutte le misure che si sovrappongono artificialmente, come frutto di cultura, a quello che avverrebbe spontaneamente (meglio che dire naturalmente) nella vita normale di un essere umano. Queste misure includono la somministrazione di farmaci o interventi chirurgici, ma anche la nutrizione con sonde gastriche e alimenti artificiali o la respirazione con ventilatori meccanici. Sono medico e trovo tutte queste misure ottime, a patto per che non siano strumento di accanimento terapeutico. So bene che alcuni ritengono che la nutrizione con sonde o alimenti artificiali non sia un intervento terapeutico, ma a me questo sembra un sofisma. Nessuno si alimenta normalmente in questo modo e la terapia medica non consiste solamente nel dare dei farmaci: anche largamente sostitutiva. Cos come diamo dellinsulina a un diabetico che
manca di questo ormone o della tiroxina a un ipotiroideo, con lo stesso intento iniettiamo una fleboclisi di soluzione fisiologica o glucosata a un paziente disidratato e somministriamo una nutrizione parenterale o enterale a chi non in grado di nutrirsi come fanno tutti i mortali. Che una nutrizione di questo tipo sia una terapia medica a tutti gli effetti stato anche affermato autorevolmente dai presidenti della Societ Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo e della Societ Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo. E poi non si tratta di dare da mangiare agli affamati o da bere agli assetati, quando questi trattamenti sono riservati a pazienti che, per le condizioni del loro cervello, non possono sentire n fame n sete. Detto questo possiamo considerare alcuni fatti di attualit, cominciando dal doloroso caso di Eluana Englaro. Secondo il mio punto di vista, su questa disgraziata giovane stato esercitato per anni laccanimento terapeutico e si pretendeva che venisse proseguito con argomenti che tendevano a demonizzare chi non daccordo con coloro che confondono vita biologica e vita umana. Io penso che, per quanto riguarda la vita umana, la povera Eluana Englaro era morta da tempo ed stato misericordioso prenderne atto. Pi complesso il caso di Welby che, come si ricorder, chiese e ottenne di essere staccato dal respiratore che manteneva la sua vita biologica. A differenza della Englaro, nella quale lassenza della vita umana incontrovertibile data la presenza di uno stato vegetativo permanente, Welby era cosciente. Ma era umana la sua vita? Credo che egli stesso fosse il miglior giudice di questo dilemma. Penso che uno stato continuo di sofferenze, senza speranze (e questa credo che sia la sofferenza maggiore), annulli tutti i tratti che fanno umana una vita. Perci, per situazioni nelle quali sia mantenuto almeno un barlume di coscienza credo che la soggettivit dellinteressato debba essere rispettata. Non tutti gli esseri umani sono, per for-
tuna, uguali e perci io sono favorevole al testamento biologico. E che dire di coloro che sono in stato vegetativo permanente e perci sono privi di coscienza? So che proprio il caso della povera Eluana Englaro ha scatenato discussioni tra cosiddetti esperti a proposito del fatto se questo stato comporti o no qualche forma di sensibilit che imponga di rispettare la sua vita biologica. Ma questa a me sembra una questione oziosa. Se anche in questo stato qualche forma di sensibilit fosse preservata, che vita sarebbe quella riservata ai disgraziati imprigionati passivamente nel loro corpo inerte, spogliati di tutto quello che rende umana la vita? Lamore delle persone a loro vicine potrebbe solo desiderare di liberarli da questa terribile sofferenza. E certamente vero che anche per situazioni di assenza di coscienza, come lo stato vegetativo permanente, occorre una certa forma di consenso alla cessazione dellaccanimento terapeutico. In questo caso deve essere dato dai familiari. So bene che non esiste garanzia che la scelta dei familiari rispetti veramente la volont dellinteressato, ma non esiste altro modo di accertarsi che questo sia il caso. Daltro canto, prassi accettata nella pratica medica che, nella impossibilit di appellarsi alla libera volont del paziente, come avviene con soggetti incoscienti o mentalmente alterati, ci si rivolga alle decisioni dei familiari. Purtroppo, un peccato che su questi argomenti non si possa fare un dialogo pacato e si rischi continuamente di essere trattati da assassini. Forse gioverebbe a tutti che si tenesse conto delle conoscenze biologiche e delle esperienze dei medici e, soprattutto, si ammettessero alla fine quelle che sono le peculiarit della vita umana, che vanno ben al di l di una visione che potrebbe sembrare fondata su presupposti materialistici.
* Stralcio dalla relazione tenuta il 27 novembre 2010 allevento culturale organizzato dallOrdine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano in occasione del centenario della fondazione
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Cap. I A BORDO. Dimentichiamo il grosso sobborgo di Porta Ticinese, popolato dalla canaglia che smagrisce lavorando; chiudiamo gli occhi sulle appariscenti miserie svolazzanti dai poveri davanzali e ristiamo sul colonnino miliare dove pur sosta el Barchett di pover, decrepita, unica galea, che n venti, n tempeste, n furie, n progresso hanno potuto sommergere. Quante memorie ci ripullulano nella mente alla vista di quel sicuro, sdruscito navilio di Boffalora! Quante rimembranze di compagni di viaggio non riveduti pi mai; quante novellette ascoltate nel silenzio lungo le serate d'inverno, e quante lagrime sgorgate alla narrazione di pietose storie, ignorate dalla geldra borghese, che crede sanare le sventure dei pitocchi, dando pubblicamente due lire....
E tu, vecchio timoniere dalla faccia sparuta, dalle braccia secche, che, dopo due ore di cammino, venivi in volta, colla basletta, illuminati da un moccolo di sego a riscuotere i trenta centesimi; e tu, cicchettaio ambulante che, celiando, ci inaffiavi l'arsa gola di grappa; e tu, sbilenco cantastorie, che intonavi la dolce canzone pi in voga, mentre placido
scorreva il navilio; e voi mammose forosette dai fianchi poderosi che ammiccavate dell'occhio, malgrado quel non so che di pizzicore che colava dalle vostre vesti; e voi tutti girovaghi, servi della gleba, rifiuti delle ferrovie, dove siete, perch non vi veggiamo, faccie amiche? Ohim! pi non rimane di voi che questa sciancata carcassa, testimone delle nostre corse, ricordo delle nostre risate, cenacolo delle nostre miserie. A vooooooooo! il lungo prolungato segnale del vecchio navichiere, che annuncia la partenza. L'eco di quella voce che andava perdendosi nello spazio, udita nel silenzio, ti suscita una dolce mestizia. Ti pare di essere l l per abbandonare una terra che abbomini e adori ad un tempo; un luogo di ricordanze dolorose e care; un paesello che ti ha veduto piangere e gioire; una capannuccia ove ogni pietra una pagina della tua vita. Il navilio incominciava a urtare alla sponda, quando una banda di disperati nel vero senso della parola, al trotto, con fuori tanto di lingua, braccia alzate, avvertiva che la si aspettasse. Malandrini, vocia il leader del drappello, in riga! Battelliere, siamo in trentuno, quanto vuoi a caricarci? Dove scendete? A Castelletto. Li squadr dalla testa ai piedi, poi coll'indice sulle labbra disse: Non ho posto per tutti. Non badare al posto. Ci sdraieremo sul tetto, sederemo sulle punte, sui margini, lungo il remo se vuoi. Quanto dunque? Trenta centesimi a testa. Totale?
Nove e trenta, risponde uno della comitiva. Malandrini, vuotate le saccoccie. Dieci, venti, ottanta, cento. Uno, due, tre, quattro... ahi, ahi. Non abbiamo che cinque lire; bastano? Hum! non ne avete altre? Frugaci sotto le ascelle, tra le dita dei piedi, in bocca; battici il ventre come farebbe un agente di questura, quando vuol accertarsi che non abbiamo ingoiato nulla di prezioso. Ci che rinvieni tuo. Malandrini, al posto! In un baleno la brigata prese d'assalto la barca. Il carico era completo. A vooooooooo! Trentuna bocche innalzarono quel grido, come una scarica di pelottone che esplodeva e saliva morente al cielo. Il navilio era in moto. Sulla vaporiera di Watt, tutto passa come un sogno: vedi e case ineguali e pali altissimi e quercie annose e campi e colline e vigneti e giardini pensili e uomini e buoi e vacche e pineti che ballano o si inseguono accidiosi o si precipitano divorando la via. Sul Barchett di pover, tutto invece calmo, solenne; la natura ti si presenta come in uno specchio: e ammiri l'azzurro del firmamento e il verde dei piani e la nuvolaglia che s'accalca quasi cencio sopra cencio e gusti la frescura e il canto degli augelli e il fremito carezzato delle foglie e sorseggi a larghi polmoni quel complesso ossigenato che la vita. In quella il ministro, l'affarista, l'epulone, la dama, la biche che volano in cerca di nuove speculazioni, di nuovi piaceri, di nuove emozioni, di nuovi amplessi.
In, questa il mendico, il masciader (venditore ambulante di scapulari, agnus dei, aghi e bottoni di camicia), il lcch, la servente, il senzascarpe, il senzacalzoni, il paesano; gente tutta istupidita dalle sofferenze che non aspira pi a nulla, perch ovunque per essa non che una cosa di sicuro: la fame. Addio, citt della busecca, dove molti muoiono per mancanza d'alimento e molti d'indigestione, nota a chi cresciuto nel tuo grembo e ti ha cercato invano un boccone di pane; case misteriose dove la prostituzione clandestina s'alterna colla pubblica, addio! Addio carceri criminali, addio S. Vittore, addio S. Antonio, tetri luoghi ove sedendo sul pavimento o sul pagliericcio, con un pensiero occulto, s'impar a distinguere dal rumore dei passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore, quello del secondino. Addio d Cassineit, carbona (pagliaio o anche casa) dove tante volte venimmo brutalmente svegliati e brutalmente ammanettati da un biss (questurino) sciagurato; addio Roncoroni dalla faccia argillosa, addio liberalonzolone Turri(1) addio Cugnoni, addio Dondina, addio m de brasciada, addio Pungolista,(1) addio tutti grossi e piccoli poliziotti, che ci addoloravate colle strenciose (funicella ad uso manette) e colla noiosa (sorvglianza), addio! E a voi pure, aule dove Temi vende a cos caro prezzo la ingiustizia, addio! Tali e non diversi dovevano essere i pensieri di quel drappello, mentre la barca si andava allontanando dalla citt delle vergogne sociali. (continua sul prossimo numero)
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lante.
*Paolo Valera (1850 1926) giornalista, scrittore verista .Nacque in una famiglia proletaria (il padre era venditore di zolfanelli mentre la madre era cucitrice) e nel 1866, seppur minorenne, prese parte alla terza guerra di indipendenza italiana tra le file dei garibaldini. Di ideali estremamente progressisti, fond il periodico La plebe e collabor alle testate La farfalla e soprattutto La folla, da lui creato nel 1901. Nel 1879 un i vari reportages che aveva realizzate per le riviste sopra enunciate in un'unica grande opera dal titolo Milano sconosciuta, che per la crudezza dei suo quadri gli attira un processo per diffamazione. Quest'opera, riscritta pi volte, ha goduto di numerose ristampe, anche in periodo recente.
RUBRICHE MUSICA
Questa rubrica curata da Palo Viola @arcipelagomilano.org
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lit nei confronti delle sue origini (si pensi alla tormentata esistenza di Ptr Il'i e quanto di essa abbia riversato nelle sue opere); insomma la lettura burocratica di un testo privo di vita da parte di cento e pi orchestrali disinteressati, guidati e motivati solo dal metronomo del direttore (con alcune eccezioni, come quella del bravo timpanista, estroso e travolgente, che a suo modo sosteneva lorchestra, e le prime parti di corni e fagotti che hanno ben dialogato fra loro nel duetto che introduce il secondo tempo). Un salto indietro di oltre ventanni, in piena era breneviana, una manifestazione di regime, solenne e vuota come la nomenklatura cui allora venivano dedicate le trasmissioni radiofoniche. Daltronde concepibile che il direttore (il suo nome Vladimir Fedoseyev) sia sempre lo stesso dal 1974, da oltre trentasei anni, cio proprio dallepoca di Brenev? E infatti al gerarca assomiglia nelle movenze rigide e legnose, preoccupato solo di far rispettare i tempi. Dello stesso genere, da non credere, persino la sua spalla, un primo violino che sembra un capoclasse. Pazienza per il Lago dei Cigni, le cui innumerevoli Suite lasciano sempre a desiderare risultando comunque le si componga - una accozzaglia di pezzi legati da un filo tanto debole e spezzato che si fatica a riconoscerlo; queste Suite sono come la colonna sonora di un film ascoltata senza immagini sullo schermo. Occorre un grande talento per dar loro un senso compiuto e renderle godibili, e laltra sera si capito subito che il talento era latitante. Ma la Quinta, la dolce e cupa e drammatica e dolente sinfonia, amata dal suo autore come si ama il figliol prodigo, come pu unorchestra russa, che porta - pour cause - il suo nome, che lavr eseguita chiss quante centinaia di volte (o sar forse proprio a causa di ci? chiss), che dovrebbe averla nel sangue come il DNA, come pu trasformarla in una oscura partitura di
scarso interesse, che si trascina per tre quarti dora senza costrutto? Basti dire che il misterioso incipit - che annuncia il tema sul quale lintera sinfonia costruita - ha perso ogni senso del mistero, dellannuncio, della premonizione, del dramma, per svolgere solo il ruolo di una banale esposizione, meramente tecnica, dimenticando che esso prelude a un Allegro con anima (s, proprio cos, con anima!). Come si pu dopo lAndante cantabile con licenza attaccare il Valzer del terzo tempo senza la minima pausa, come invece avrebbe dovuto fare e non ha fatto fra il terzo movimento e quel finale tanto imponente e grandioso da anticipare le ultime sinfonie di ostakovi?? E quel nobilissimo e struggente sentimento della nostalgia, tanto russo e tanto tschaikowskiano, che fine ha fatto? chi lo ha percepito in quel rumoroso susseguirsi di variazioni meccaniche e senzanima? Ebbene, alla fine del concerto una sala stracolma di gente ha applaudito freneticamente, chiedendo e ottenendo il bis; non si poteva esprimere il minimo dissenso, in alcun modo, perch nessuno avrebbe capito, n in sala n sul palcoscenico. Appuntamenti da non perdere Oltre alla Valchiria scaligera - che ora sappiamo e possiamo dire trattarsi di una bellissima, straordinaria edizione, di quelle che fanno grande il nostro Teatro - che replicher ancora nei giorni 17, 21 e 28 dicembre e 2 gennaio, segnaliamo: * gioved, venerd e domenica 16, 17 e 19, allAuditorium di largo Mahler Concerto dellOrchestra Verdi diretta dallamericano John Axelrod, che esegue due sinfonie: la Renana di Schumann (la Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore, opera 97) e quella stessa Quinta Sinfonia di Tschaikowskij di cui abbiamo parlato, con grande rammari-
co, in questa nota. Ottima occasione per fare un paragone. * luned 20, ancora alla Scala, il concerto tutto Chopin di Louis Lortie * marted 21 al Conservatorio, per la Societ del Quartetto Andrs Schiff esegue il pilastro della letteratura clavicembalistica bachiana, quelle Variazioni Goldberg che, lanciate da Glenn Gould sul pianoforte nel 1955 (con una celebre reinterpretazione del 1981), oggi sono diventate cult. Shiff le incise a Londra nel 1982, nellanno della scomparsa di Gould, quando aveva solo ventinove anni. * mercoled 22 al Conservatorio, per la Societ dei Concerti secondo concerto degli Stuttgarter Philarmoniker diretti questa volta da Gabriel Feltz con Salvatore Accardo che esegue la fantastica Sinfonia Spagnola opera 21 di Edouard Lal (in realt un Concerto per violino e orchestra, datato 1874), pezzo forte di un programma tutto spagnolo e spagnoleggiante con musiche di Ravel, De Falla e Ginastera. Poi cominciano i concerti natalizi, fra cui ricordiamo: * il Messiah di Hndel, il 21 dicembre allAuditorium, con la Verdi Barocca diretta da Ruben Jais, uno specialista di musica per coro. * sempre allAuditorium la Nona Sinfonia di Beethoven, il 30 e il 31 dicembre (ma anche l1 e il 2 gennaio, come ogni anno), eseguita dall Orchestra Verdi guidata dalla sua direttrice stabile Xian Zhang (si ricorder che nel settembre scorso la stessa compagine laveva eseguita alla Scala per linaugurazione della stagione). * un Concerto tutto verdiano - di sinfonie, ballabili e cori - il 22 dicembre alla Scala, diretto da Daniele Gatti (direttore del coro Bruno Casoni), evidente riparazione allonta subita da Verdi per lennesima inaugurazione della stagione con unopera di Wagner
ARTE
Questa rubrica a cura di Virginia Colombo @arcipelagomilano.org
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una mano, mentre con laltra tiene un vasetto di unguenti profumati. Dietro di lei un uomo le porge due specchi, uno piccolo, per specchiarsi il volto e uno tondo, bellissimo, alle sue spalle, per permetterle di vedere lelaborata acconciatura che forse le ha fatto lui stesso. Un complicato gioco di specchi quello che si crea a questo punto e che ci permette di vedere la testa della giovane, lo specchio davanti a lei e la stanza che ospita la scena. Un trucco per ampliare lo spazio e permettere allo spettatore di vedere dettagli altrimenti nascosti. Molto ci sarebbe da dire sul significato e la simbologia degli specchi, da sempre simbolo della Vanitas medievale, ma anche della Bellezza e delleffimero. Lidentit della giovane rimane ignota,
anche se tante ipotesi si sono fatte. Tra le pi accreditate, o almeno quelle pi acclamate dalla critica, si voluta riconoscere nella giovane lamante di Alfonso dEste, di Federico Gonzaga o addirittura la moglie del pittore stesso. Un dettaglio irrilevante, che nulla aggiunge o toglie allo straordinario virtuosismo pittorico, cromatico e ottico che Tiziano ha raggiunto in questa tela. La ragazza morbida e sensuale, con il misterioso uomo alle sue spalle, diviene simbolo di tutta unera, quella del Rinascimento, con tutto il fascino e il mistero che le donne amate e ritratte dagli artisti si portano dietro. Figure maestose, dalle pose e dagli sguardi spesso di difficile interpretazione, che nascondono simboli e segreti a noi celati.
Lopera sar esposta fino al 6 gennaio nella Sala Alessi, con un allestimento completo di specchio, che valorizzer il quadro e permetter una visione dettagliata e ravvicinata della tela. Un evento promosso da Comune di Milano con la collaborazione di ENI, che ancora una volta permetter ai milanesi, come regalo natalizio, di vedere al centro della propria citt un capolavoro di inestimabile valore proveniente da un importante museo straniero. Senza spendere un euro.
Tiziano Donna allo specchio. Palazzo Marino, Sala Alessi. Dal 3 dicembre al 6 gennaio. Orari: 9.30-19.30; gioved e sabato 11-22.30. Ingresso libero.
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tire il luogo comune di una pretesa iconoclastia musulmana. Chiude la mostra una sezione dedicata ai gioielli, incredibili e magnifici, che faranno sognare di sicuro ogni donna. Gioielli da vera regina. Insomma un percorso tra unarte diversa e lontana dalla nostra, ma che in fondo qualcosa in comune ce lha. Basti pensare alle pagine del Corano e di libri e manoscritti, mirabilmente miniate, come i nostri codici medievali, o alle iscrizioni incise nella pietra dei portali o sulle pietre tombali. Qualcosa di molto
vicino alla nostra storia. Non mancano tappeti da mille e una notte, pugnali e spade in cui sono incastonate pietre di inestimabile valore, oggetti da toeletta e quotidiani, dalle posate agli scacchi. Una mostra itinerante, perch questi oggetti viaggeranno dall'Austria al Canada alla Corea, per permettere a tutto il mondo di ammirare questa incredibile collezione. Un viaggio che ha anche un doppio senso pi profondo, poich Islam e Occidente sono sempre stati caratterizzati da un rapporto dinamico, a volte pacifico, a volte meno, ma co-
munque sempre caratterizzato da scambi reciproci: e l'arte islamica proprio questo, un crogiuolo di culture. Perch come dice la collezionista - la cultura rapporto. Al-Fann. Arte della civilt islamica fino al 30 gennaio 2011, Palazzo Reale, piazza Duomo Orari: 9.30-19.30, lun 14.30-19.30, giov e sab 9.30-22.30 Biglietti: intero 9, ridotto 7.50.
Per lottavo anno il Museo Diocesano di Milano porta in citt liniziativa Un Capolavoro per Milano. Una sola opera, significativa e importante, esposta in uno spazio riservato del museo, per permettere di osservare al meglio il capolavoro prescelto. Dopo nomi importanti come Caravaggio, Van Gogh e Mantegna, solo per citarne alcuni, il turno di fr Filippo Lippi, pittore fiorentino. Lopera proviene dal Museo Civico di Prato, ed la bella Nativit con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer, datata 1456 circa. Unopera su tavola, tradizionale ma innovativa al tempo stesso. Leleganza dei personaggi, avvolti in morbidi manti, lespressione tenera e assorta insieme, lelemento naturale e naturalistico dello sfondo. Elementi che rendono questa opera affascinante e misteriosa. Il nucleo della scena senza dubbio la Sacra Famiglia. Giuseppe, accovacciato, le mani giunte, in preghiera davanti a quel figlio cos speciale; la Vergine, bellissima col suo profilo perfetto e nobile, intreccia il suo sguardo a quello del figlio, deposto a terra sullo stesso manto della madre. Un bambino tenero
La Nativit di Filippo Lippi 16 novembre 2010-30 gennaio 2011 Museo Diocesano di Milano corso di Porta Ticinese, 95 Orari: marted - domenica ore 10-18 Costi: intero 8, ridotto 5, marted 4
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Il titolo della mostra spiega gi tutto: Disquieting images, cio Immagini inquietanti. E inquietanti alcune lo sono davvero, per non dire altro. Curata da Germano Celant e Melissa Harris, la mostra raccoglie una serie di fotografie, dagli anni 70 a oggi, in cui si affrontano i temi pi diversi e disparati, con un unico filo conduttore: metterci davanti agli occhi quello che invece tentiamo di rimuovere perch ci urta, ci colpisce nel profondo, ci sconvolge. Vari sono i soggetti, che rappresentano i temi pi scottanti e problematici della nostra attualit. Sesso, omosessualit, sadomasochismo, guerra, morte, mutilazioni volontarie, mafia e guerra tra bande, abusi sugli animali, disastri ambientali, genocidi, diversit fisica, identit sociale, razzismo, indifferenza verso gli altri. Una sfilza di immagini davanti alle quali si vorrebbe chiudere gli occhi e voltarsi dallaltra parte, pur sapendo che non si pu, che non si possono ignorare perch testimonianze del mondo reale. Si arriva alla fine quasi a fatica, con un peso dentro e unangoscia, uninquietudine appunto, che non abbandona lo spettatore neanche una volta uscito dalle sale.
E l'opera o la circostanza a essere inquietante, oppure la risposta data dagli altri a darne questa chiave di lettura? Questa la domanda sottintesa a tutta la mostra, posta proprio dagli organizzatori. Sono fotografie scattate in ogni parte del mondo, quasi a dimostrazione che gli uomini sono tutti uguali e hanno comportamenti e ossessioni simili, indipendentemente dal paese, dalla razza, dalla propria storia personale. Accade cos di trovare perversioni sessuali diverse, dal sesso casuale di gruppo praticato in Giappone, alle celebri fotografie sul sadomaso estremo di Mapplethorpe, agli uomini di Elena Dorfman, compagni fedeli alle loro silenziose bambole gonfiabili, curate e amate come se fossero donne in carne e ossa. E in questa galleria degli orrori non potevano mancare le foto sugli orrori veri, cio morti, guerre, devastazioni e genocidi, come quello del Rwanda o dello Zaire, ritratti in una lunga sequenza da Gilles Peress nel 1994. Toccanti le foto di Stephanie Sinclair, che ritraggono donne irachene auto immolatesi col fuoco per sfuggire a una realt che di umano per loro non ha pi niente, neanche nella sfera familiare. Donne
distrutte in ogni senso, morenti, ma che con grande dignit hanno deciso di farsi ritrarre per testimoniare con la loro sofferenza muta una grande piaga sociale. Immagini che davvero non si riesce a sopportare, sono i tanti bambini nati storpi e deformi in Vietnam, buttati in strada e costretti a chiedere lelemosina per vivere. Certe cose non si possono raccontare, bisogna vederle, sempre che si abbia abbastanza stomaco. Insomma linquietudine del titolo solo uno dei sentimenti che si prova davanti a queste foto. Per lo pi verso quei temi come la propria identit, verso i disagi familiari e i cambiamenti della vita di una persona, seguiti e documentati nelle fotografie di Lise Sarfatti e Mary Ellen Mark. Per le restanti immagini si prova molto pi che semplice inquietudine. Disquieting images/Immagini inquietanti fino al 9 gennaio 2011 Triennale di Milano viale Alemagna 6 Orari: marted-domenica 10.30-20.30; gioved e venerd 10.30-23.00 Costi. Intero 8, ridotti 6,50 e 5,50.
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Dal. Il sogno si avvicina. Dal 22 settembre al 30 gennaio 2011. Palazzo Reale. Orari: marted- domenica 9.30/19.30 luned 14.30/19.30 gioved e sabato 9.30/22.30 Biglietti. Intero: 9 . Ridotto 7,5
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Benvenuti al sud, di Luca Miniero, racconta l'incontro tra Alberto Colombo (Claudio Bisio) e una realt a lui lontana. Alberto direttore dell'ufficio postale di Usmate - in Brianza - sogna un trasferimento a Milano ma, per punizione, viene spedito a Castellabate (in provincia di Salerno). Pi che a un incontro, inizialmente assistiamo a uno scontro: scaturito dalla paura di Alberto di doversi spostare per due anni nel sud Italia, non bastasse, vicino a Napoli. Emergono cos un'infinit di stereotipi sul meridione dove sono davanti tutti gentili e buoni, ma dietro son tutti camorristi, come lo avverte il Gran Maestro (Teco Celio). Lo stereotipo uno schema mentale utile a rappresentare la realt attraverso un'immagine semplice e rapida; quasi sempre, questa immagine rigida e prende forma da pregiudizi difficili da superare. Luca Miniero gioca con i clich e, in modo divertente, li rende fluidi. Il film un remake di Gi al nord [Bienvenue chez les Ch'tis, Francia, 2008, 106'] di Dany Boon, dove un impiegato delle
Poste francesi in Provenza viene trasferito nel temuto nord. La comicit sia nel film francese sia nel rifacimento italiano - sboccia dall'apparente incomprensione legata a fattori culturali e linguistici, e ricorda (con le dovute proporzioni) il Tot di Tot, Peppino e... la malafemmina [Italia, 1956, 102'] alle prese con il ghisa milanese. Insomma, tutto ruota attorno alle differenze tra il nord e il sud di uno stesso paese, spesso ingigantite dai luoghi comuni: in Francia meglio evitare i minatori musoni del nord; in Italia, attenzione ai terroni del sud. Ma, pensandoci bene e ridendoci sopra, ci accorgiamo che distanza e difficolt di comunicazione derivano da una limitata conoscenza. Non ci conosciamo nemmeno, evidenza Alberto, significativa la risposta di Costabile Grande (Giacomo Rizzo): vabb, poi ci conosceremo. Proprio questo conoscere sar la chiave. La chiave che consentir ad Alberto di toccare un mondo nuovo, non poi cos distante dal suo. Forse allora, la fatica pi grande abbattere i pregiudizi
intestini e trovare la curiosit di superare i confini (regionali e nazionali); farlo con allegria, come se vivessimo in una commedia, sarebbe ancora pi divertente. Benvenuti al sud un remake ben adattato al contesto italiano, una commedia che sar riproposta anche in versione statunitense [Welcome to the Sticks], e chiss che l'idea di raccontare le differenze attraverso il sorriso non venga ancora ad altri paesi. Il cinema, usando lo stereotipo con simpatia e intelligenza e spingendosi oltre il non-far-pensare televisivo, riesce anche a trasformare lo scontro in incontro. Paolo Schipani
In programmazione a: The Space Milano, Colosseo, UCI Cinemas Bicocca, The Space Cinema Rozzano, Skyline Multiplex, Le Giraffe Multisala, UCI Cinemas Pioltello, The Space Cinema Le Torri Bianche, UCI Cinemas Lissone, Arcadia Bellinzago Lombardo
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