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Direttore Luca Beltrami Gadola

Numero 30 Anno II
1 Settembre 2010

edizione stampabile

Editoriale LBG - UN NUOVO SINDACO: SCEGLIERE SENZA TIMORI Urbanistica Pietro Cafiero - PGT OSSERVATO SPECIALE Approfondimenti Guido Martinotti - ETICHE DI MARE 1 Carneade Carneade - DOMANDE SULLE ELEZIONI MILANESI. Citt Enrico Murtula - MA C PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA REDAZIONE DEL PGT DI MILANO? Societ Giovanni Agnesi - LA FAMIGLIA ITALIANA? UNA FAMIGLIA STRESSATA. DallArcipelago Franco DAlfonso - PISAPIA, LUNICO CANDIDATO CHE CI SIA Metropoli Giovanni Zanchi - MARIA ANTONIETTA, IL SINDACO DAGOSTO E LO SCERIFFO Dal Palazzo Walter Marossi - ARRIVANO I FASCISTI A PALAZZO MARINO Lettera - Roberto Taranto - APPUNTI DA UN AGOSTO A MILANO

Video CLAUDIO DE ALBERTIS: EDILIZIA, MAFIA, RICOSTRUZIONE Musica


J.S. Bach Variazioni Golberg Aria Glenn. Guld - pianoforte

Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI TEATRO a cura di Guendalina Murroni

Editoriale UN NUOVO SINDACO: SCEGLIERE SENZA TIMORI L.B.G.


Per la scelta del candidato sindaco a Milano si profila ancora un cammino tuttaltro che tranquillo o privo di sorprese. Una considerazione prima di andare avanti. Sia che a proporre un candidato ci pensino le forze politiche, sia che ci pensi qualche gruppo della societ civile, la preoccupazione di tutti di trovare un uomo o una donna che per le sue pregresse, presenti o supposte inclinazioni politiche non faccia paura a questo o a quel segmento della platea degli elettori. Questa sorta di timore di vedere eletto qualcuno che si teme, ma le ragioni di questo timore sono spesso fantasie o sentito dire, non una novit nellelettorato italiano. Le faccende si complicano assai nei casi, e Milano uno di questi, nei quali di fronte ad una platea di poco pi di seicentomila voti, il peso sufficiente per spostare lago della bilancia poco pi del 2 %. Chi sono i titolari di questa manciata di voti? A che ceto appartengono? Che cosa possono temere da un sindaco? Me lo sono chiesto da tempo senza trovare una risposta. I problemi dei cittadini milanesi sono da anni sempre quelli e sono, per la maggior parte, problemi la cui mancata soluzione non solo dovuta a incapacit politica ma anche alla pochissima disponibilit di risorse spendibili per investimenti nel bilancio comunale. Quali sono invece gli interessi economici che un sindaco pu tutelare a discapito degli uni o degli altri? I negozianti temono la pedonalizzazione di qualche area? Forse ma forse dovrebbero temere di pi le voragini aperte in citt dallincapacit di far realizzare rapidamente parcheggi e opere pubbliche ma questo non dipende certo dalle opinioni politiche del sindaco. La parte pi conservatrice dellelettorato cosa teme? Teme un sindaco che si occupi meno della cosiddetta sicurezza? Forse, ma questelettorato dovrebbe far parte da sempre dello zoccolo duro dei berlusconiani senza se e senza ma e quindi non essere quellelettorato incerto di cui i partiti vanno alla caccia. Teme che un sindaco di sinistra tolga ai ricchi per dare ai poveri? Ma mai successo realmente in Italia? E se anche lo facesse sarebbero comunque pochi euro il prezzo di una cena al ristorante - inavvertiti dal patrimonio. Il tutto poi sembra condito, a stare a quello che dicono i sociologi, dal prevalere della figura rispetto al programma, concetto fatto proprio dalla maggior parte della classe politica di governo e di opposizione, contraddittoriamente per rispetto a quello che un giorno s e uno s ci vanno ripetendo nei loro scontri durante i quali si rinfacciano di tradire il programma per il quale gli elettori li hanno votati. Anche il sindaco Moratti ormai non parla daltro che di programmi realizzati/da realizzare/da promettere di realizzare. Forse lunico vero timore di questi elettori incerti quello di sempre: la litigiosit intrinseca nella sinistra che riuscirebbero persino a vanificare quel poco che resta delle norme volute da Bassanini uomo di sinistraproprio per scongiurare linstabilit dellesecutivo e che oggi garantiscono la stabilit di chi vorremmo mandare a casa. Questa litigiosit che una volta traeva le sue origini da diversit ideologiche ora diventa anche, soprattutto per il Pd, litigiosit generazionale: al grido di a casa i vecchi si contrappone da Bersani e da altri un altro grido anche con noi ci sono molti giovani. Bene! Bravi! E se il problema fosse, come , tra politica vecchia e politica giovane? Forse questo elettorato incerto di questultima che avrebbe voglia. Ma questo un altro discorso e se gli incerti milanesi riuscissero a non guardare a Roma e ai suoi litigi ma solo alla loro citt, e se della stessa cosa fossero capaci i dirigenti politici locali, forse per Milano non sarebbe tutto perduto come molti gi temono.

Urbanistica PGT OSSERVATO SPECIALE Pietro Cafiero


Non c pace per i milanesi che ritornano dalle meritate vacanze agostane. Oltre allo slalom tra i mille cantieri, non ancora chiusi, che hanno vaiolato le gi sofferenti strade ambrosiane, gli stressati cittadini devono fronteggiare larduo compito di presentare le osservazioni al PGT, cercando di capire in primis cosa sono e poi come si fanno materialmente. E sicuramente qualcuno tanti o pochi?- si chiede anche perch. Dopo lestenuante tenzone degli emendamenti in aula, conclusasi con ladozione del PGT il 14 luglio (data assai rivoluzionaria della presa della Bastiglia) la palla passa ora ai cittadini, che possono presentare le loro proposte di modifica sotto forma di osservazioni. In buona sostanza, dopo essersi scaricati 2 gigabyte di elaborati del PGT e dopo aver provato a leggere pagine di relazioni e decifrato decine di tavole, i volonterosi milanesi potranno scrivere al Comune per chiedere di cambiare il tal articolo delle norme del PDS o il tal retino sulla tavola 3.1 del PDR. Intanto le opposizioni non stanno a guardare e si attrezzano (ma va ricordato che avevano gi portato a casa qualche risultato come lo stralcio del tunnel) con kit e uffici per aiutare i cittadini nel gravoso compito di osservare e provare a modificare- il diabolico documento. E in tutto questo limmaginifico assessore allUrbanistica ostenta sicurezza e qualche stilla di arroganza. Se lopposizione utilizzer le osservazioni come metodo ostruzionistico dice lui - allora sar miope e non in sintonia con i cittadini. Se Celentano contro il PGT continua - solo perch non lo ha letto. E questo probabile perch per leggere tutto il PGT, non mi sono bastate le ferie. Invece sul tema della densificazione e sulle risorse per le infrastrutture Masseroli diventa generico e risponde in stile democristiano. Non dicendo nulla. Ma pure lunico sfidante ufficiale per la poltrona di sindaco, lavvocato Giuliano Pisapia, non

scherza, sostenendo che il PGT tutto da rifare. Ci permettiamo solo di far notare a Pisapia, che, anche solo dal punto di vista statistico, assai improbabile che il piano sia tutto da buttare via qualcosa di buono c senza dubbio - e oltretutto, cos dicendo, fa un torto ai suoi colleghi dellopposizione che si sono fatti il cosiddetto mazzo per migliorarlo nei mesi scorsi (vedi anche il botta e risposta tra il nostro direttore e Majorino su queste stesse pagine). In pi si mormora (a leggere i giornali) di una possibile candidatura di un Boeri, un giorno Stefano e laltro Tito (come se fossero intercambiabili) per il Pd e non so se si tratti di un so-

gno di mezza estate o di un incubo settembrinoCome se non bastasse unaltra sorpresa attende i milanesi che, dopo aver scaricato le valige, si adagiano accaldati sul divano e accendono la tv: il canale del digitale terrestre Milano 2015, gi soprannominato dai pi maliziosi TeleLetizia, dato che lo stesso sindaco che finanzia di tasca propria il canale con finalit ovviamente elettorali. Proprio da questo pulpito digitale un consigliere di maggioranza paventa il blocco delle concessioni edilizie finch non si approva il PGT. Al di l della fattibilit tecnicoamministrativa di questo proposito, non sfugge che ormai con una DIA (e

qualche variante sapientemente piazzata in itinere) si costruiscono interi quartieri. E intanto il 14 febbraio del 2011 appare sempre pi vicino. Non sto parlando della presunta data della fine del mondo secondo certi fantomatici calendari Maia, ma del termine ultimo per lapprovazione definiva del PGT, pena il suo decadimento.

E ricordo che la mancata approvazione del PGT nei tempi di legge comporterebbe, quella s, un disastro urbanistico senza precedenti per la nostra citt, tra commissariamenti e vuoti nella pianificazione.

Approfondimenti ETICHE DI MARE 1 Guido Martinotti


Credo che se si dovesse cercare con uno di quei softwares di data-mining capaci di estrarre lessenza da una mole sterminata di dati, lAgosto italiano del 2010 risulterebbe dominato dalletica (e dintorni, con: coscienza, anima, responsabilit, eccetera). Si parla molto di una cosa - diceva mio nonno durante la guerra, riferendosi per soprattutto al denaro quando ce n poca. Mi sembra che questo si applichi perfettamente alletica nel parlamento mediatico in cui ci troviamo immersi (per castigo divino, penso). Lo ha detto anche la Signora Santanch che se ne intende, basta tette, basta mondanit, oggi la mondanit consiste nel non essere mondani: vecchia storia, rivoluzionari a ventanni, forcaioli un po di tempo dopo. Gli unici che non se ne sono accorti sono alcuni personaggi di seconda linea come la Brambilla, che non ha ancora capito che il capezzolo demod e Rotondi, segretario di un partito di massa che si chiama Democrazia Cristiana per lAutonomia, che ha organizzato una festa orrendamente cafona ostentando tartufi grandi come meloni, con buona pace cristiana (anzi democristiana) delle famiglie che non possono permettersi neppure un gelato. Molte spese con poco costrutto, perch alla fine, pur essendo Ministro dellattuazione del programma (sic!), non neppure stato invitato alla riunione a palazzo Grazioli in cui si discuteva del futuro programma del governo (una volta, quando cera il teatrino della politica e non era ancora arrivato il Madison Square Garden berlusconiano, si chiamavano verifiche). Il che la dice lunga sul peso del ministro Rotondi, noto come Kiwi Man, e sul significato vero di quella riunione. In realt la stagione stata aperta dai cosiddetti finiani che hanno introdotto nel dibattito, se non letica (ma forse s) la legalit, subito scomparsa in un diluvio di squadrismo mediatico starnazzante al cui confronto un pollaio apparirebbe come un collegio svizzero. Si sono presentati poi sulla scena a parlare di etica oltre ai soliti prezzolati che dicono tutti la stessa cosa del Patron, anche due costituzionalisti liberali doc del calibro di Piero Ostellino e di Adornato che hanno proposto una nuova versione del dilemma mannheimiano e kekseniano (evidentemente riletti sotto lombrellone) tra democrazia formale e democrazia sostanziale. La soluzione proposta dal due (che coincide stranamente con le teorie di scuola arcoriana) originale e sostanzialmente dice questo, c una costituzione scritta, roba frusta da legulei e poi c una costituzione materiale (quella vera) elaborata dal Capo con il popolo tramite il famoso dialogo con le masse. La Costituzione valida quella del noto giurisperito confuciano Ghepensimi Sun_ki_mi, se mi piace la prendo altrimenti no e chi non con me tradisce la volont del Poppolo (due p, please, e gota a cornamusa). Grandi costituzionalisti davvero! Ma soprattutto sempre dalla parte dei meno forti, ma questo il liberalismo a litalienne, specialista della famosa cafeteria legal theory, cio di una legge prendo solo qual che mi serve. Entra poi in campo a gamba alta sulle elezioni milanesi Roberto Caputo, no, pardon, Savino Pezzotta che, a proposito della possibile candidatura di Giuliano Pisapia, afferma di volere (come molti di noi) una Milano aperta, vivibile, meno inquinata e incasinata. Capace di cogliere i grandi mutamenti[]che tornasse capitale morale ... (La Repubblica, 8 A-

gosto 2010, Milano, pag.V). Non ci sarebbe stato nulla di male sentire dire da un esponente, che si dichiara cattolico, anche qualche parola sui grandi temi etici di cui pi di una volta ha trattato, con toni fermissimi e inequivocabili il Cardinale Tettamanzi: leguaglianza, la solidariet, la lungimiranza per linclusione e lamore per il prossimo. Ma, comprensibilmente, ci sono cattolici con diversi orientamenti e sensibilit. Preoccupa per che la prima affermazione di politica concreta che fa Pezzotta che, se Giuliano Pisapia fosse candidato, visto che si pronunciato in favore di un riconoscimento alle coppie di fatto, sarebbe impossibile uninterlocuzione serena. Nessuno chiede a Pezzotta di sostenere posizioni che non condivide, ma che cosa impedisce una interlocuzione serena, su un tema cos delicato e controverso, con qualcuno che non necessariamente la pensa come te? Da che posizione morale viene unaffermazione cos integralista? Non certo da quella dellumanesimo cristiano ed evangelico che alla base della tradizione culturale italiana e lombarda e i cui principi base sono condivisi da credenti e non credenti cresciuti in questa tradizione. Ci sono nel nostro paese milioni di persone che, per le ragioni pi diverse, hanno scelto o dovuto scegliere una famiglia intima, basata solo sullaffetto, invece di una famiglia convenzionale basata sulla forma (che non esclude, ma neppure garantisce, laffetto). Queste persone sono cattoliche o atee, di destra o di sinistra o di centro, di ogni et regione o stazione sociale: hanno il diritto, in base a quellumanesimo cristiano ed evangelico, di chiedere che i loro problemi umani, sentimentali e sopratutto concreti ed economici, vengano discussi senza editti talebani, da una parte e dallaltra, e che si arrivi a una soluzione buona per tutti, che rispetti certamente le sensibilit di tutti, ma che rifiuti le imposizioni moralistiche ideologiche e, soprattutto, che sia consona con quellumanesimo cristiano ed evangelico che patrimonio comune e di cui

nessuno si pu appropriare aprioristicamente. A Pezzotta e a chi la pensa come lui, proporrei di cominciare a ragionare in modo inclusivo, senza partire con lusuale gambitto della politica tradizionale, di porre veti a prescindere, e senza cadere nella pratica trita e ritrita della sinistra (o del centrosinistra o del centro, non mi importa) di spararsi nei garretti prima ancora di cominciare la corsa. A proposito di etica sarebbe utile chiarire, una volta per tutte, un punto che, con non poca falsa coscienza, i sedicenti religiosi fobolaici, tendono a confondere. Nel nostro paese siamo tutti o quasi cristiani; lo sono anche io che da adulto mi ritengo solidamente non-credente (o ateo) e sinceramente anticlericale, non antireligioso. Infatti, salvo la minoranza ebraica e altre piccole minoranze, tutti gli italiani della mia et e anche di vari decenni pi giovani, hanno ricevuto uneducazione cristiana ed assolutamente vero che la nostra storia ha radici cristiane - anche se ho ritenuto e continuo a ritenere inopportuno che questa affermazione di fatto venga tradotta in fondamento normativo. Ma le radici grondano anche sangue e dolore e se vogliamo riscattarci da questo sangue e da queste sofferenze dovremmo tutti (credenti e non) rafforzare gli elementi umanitari e di comprensione umana che fanno parte di queste radici, non impugnare la spada vendicatrice di principi che sono altamente controversi anche allinterno della complessa dottrina cristiana. Nessuno ha il monopolio dellumanesimo cristiano, ma chi vuole riconoscersi in questo umanesimo deve dare prova volta per volta di praticarlo veramente, hic Rhodus hic salta. Dobbiamo distinguere i principi dalle convenzioni; lOn. Giovanardi, che io seguo sempre con attenzione perch ha lampi di vera genialit buonsensaia, cos spiega la sua visione del pubblico religioso: guardate la chiesa, dice, nelle domeniche ordinarie sono pieni solo i primi banchi, ma nei giorni di grande festa si riempie tutta la chiesa. Ecco a noi (noi cattolici del PDL, ndr)

quelli dei primi banchi non interessano, noi ci rivolgiamo a tutti gli altri. Appunto, i risultati morali si vedono. Uno degli ultimi arrivati nelle ferie agostane delletica Vito Mancuso che con unarticolessa su Repubblica solleva un grave problema di coscienza: eticamente accettabile continuare a lavorare per la Mondadori dopo che La Repubblica aveva denunciato una legge che garantiva enormi sgravi fiscali a una serie di aziende, tra cui preminentemente leditrice di propriet del premier grazie a una sentenza comperata dallAvv. Previti per questo condannato anche in terzo grado? Se lo scopo era quello di risolvere il problema e sanare il tormento di un autore della Mondadori, la strada scelta stata del tutto inadatta: infatti il problema di coscienza un fatto privato e per chi ha una coscienza veramente sensibile si risolve privatamente e in silenzio, perch appunto un fatto di coscienza, cio di se con s (o il dio che c in te). Al pi si pu dare testimonianza pubblica (martir in greco) dellatto compiuto. Se invece un atto di narcisismo pubblico un cattolico dovrebbe ricordarsi che questo comportamento viene condannato piuttosto duramente in Luca 18,10-14, Io vi dico: questi (il pubblicano, ndr) torn a casa sua giustificato, a differenza dell'altro (il fariseo, ndr), perch chi si esalta sar umiliato e chi si umilia sar esaltato). Se poi com parso, gli scopi erano invece quello di fare un po dammuina e prevenire una critica che sarebbe sicuramente arrivata probabilmente da sinistra, dove i fessi non mancano dopo il dossier di Repubblica o altro, Mancuso ha sicuramente sollevato un grande polverone, pagando per, io credo, conti piuttosto salati. Il primo che ha fatto contemporaneamente la figura dellingenuo (che nella cultura italiana vuol dire fesso) e del furbastro (che se si fa beccare rientra parimenti nellodiata categoria) e il secondo che non stato convincente neppure con i suoi ammiratori, tra cui mi annovero, che anzi sono rimasti piuttosto male.

Ora un singolo lettore conta pochino, ma poich sospetto che siano in tanti nella mia posizione, il risultato stato parecchio negativo. Ma non tuttavia il risultato pi negativo: in primo luogo spostando il fuoco sul rapporto etico, autore-editore, si creata una cortina fumogena sul vero problema politico editore-Premier; in secondo luogo si data loffa alla

destra di prendersi (giustamente) gioco di unintellettualit che per una ragione o laltra (con rarissime eccezioni tra cui Don Gallo, lunico che ha rotto il contratto) non ci ha fatto una bella figura, vedi il commento irridente su il Domenicale del 29 Agosto; terzo permette a Berlusconi di uscirne a testa alta dicendo, vedete, tutti lavorano per me e mangiano

nel mio piatto. Insomma un esempio triste del vai avanti tu che a me mi vien da ridere e una conferma della implacabile propensione della comunit degli intellettuali letterari italiani di porre questioni che non possono essere risolte, ma solo rimestate nel mortaio della retorica. If you pose silly questions yo get silly answers. (segue)

Carneade DOMANDE SULLE ELEZIONI MILANESI. Carneade


La sinistra sta perdendo tempo pensando alle primarie invece che dedicarsi alla campagna elettorale? No. La maggioranza dei milanesi non sa quando ci saranno le elezioni; la maggioranza dei cittadini sa gi quale schieramento votare (del resto si vota mediamente una volta lanno); la maggioranza dei milanesi vota per il candidato a sindaco pi che per le liste ed entra in clima elettorale solo negli ultimi 2 mesi, per non dire settimane; ergo partire prima non costituisce necessariamente un vantaggio Le primarie sono evitabili? No. Il sistema politico partitico milanese troppo debole per gestire unelezione senza ricorrere a un purificatore bagno di folla. Non questione di statuti o di principi che non esiste nessun luogo o leader locale che possa imporre un candidato. Neanche se questi fosse quella specie di demiurgo, un mix tra Eco, Veronesi, Albertini, Tognoli, Fo, SantAmbrogio, Porfirio Rubirosa e Zanetti che astuti spin doctor disegnano. Le primarie si possono evitare solo se una parte dello schieramento di opposizione decidesse di non volere una coalizione, privilegiando lidentit e la coerenza del programma. Evidentemente una scelta di questo tipo gioca tutto sulla possibilit di andare al secondo turno, ma tornando al punto di partenza una scelta di questo tipo richiede una forte leadership e una forte volont identitaria, chi ce lha? Lalleanza con il centro possibile? S. I casiniani si divideranno come sempre tra quelli che vogliono restare nelle giunte di cd e gli altri (in genere quelli che nelle giunte non sono). Idem avverr per i finiani, i rutelliani sono condimento. La lega far il possibile per tenerli fuori. I respinti dal cd saranno disponibili ad allearsi al cs, tanto pi che il numero dei consiglieri comunali si riduce. Lalleanza con il centro indispensabile? S. Ma non necessariamente con una lista. Una lista infatti con qualche buon Tabacci di sostegno a un sindaco di cs pu essere utile ma sarebbe meglio un candidato autonomo dei centristi che garantisca di andare al secondo turno. Pi che alleanza esplicita unalleanza implicita. Poi c sempre la possibilit dellapparentamento al secondo turno. Anche se poi in genere gli elettori centristi preferiscono o non votare o votare cd. Qui entra in gioco la capacit del candidato di cs di essere attraente. Albertini potrebbe essere un candidato antimoratti appoggiato dal cs? Se Ibrahimovic pu fare il milanista anche Albertini pu fare lopposizione, resta il problema dei tifosi e del consenso, convincere contemporaneamente lelettore di cd che non si tratta di un voltagabbana e lelettore di cs che non si tratta di una scelta masochista appare piuttosto impegnativo. Tanto pi che si potrebbero comodamente vincere le elezioni appoggiando direttamente la Moratti. Meglio una lista sola o pi liste? Pi liste. Premesso che giudico del tutto irrealistico pensare che si possa presentare una sola lista in genere i candidati fanno campagna elettorale per essere eletti (anche quando ai pi appare ipotesi assurda) ergo pi liste ci sono, pi volontari che fanno campagna elettorale ci sono. Inoltre ve le immaginate le interminabili risse per stabilire chi si e chi no? Meglio la lista del sindaco o no? Meglio la lista. In genere nella lista del candidato entrano i trombati delle liste dei partiti e qualche indipendente dal cognome altisonante che per nella lista dei partiti verrebbe trombato. Tuttavia questo gli elettori non lo sanno e pensano che sia una lista di fiducia del candidato quindi la votano. I voti sono pochi se il candidato un leader di partito (fessi si ma non esageriamo, vero Penati) di pi se si configura come leader autonomo. In genere in realt dove il gap minimo, e Milano tra queste, sono determinanti, per vincere, tanto dopo le elezioni gli eletti confluiscono e i trombati protestano (ma il trombato protesta sempre e comunque). Meglio liste civiche o liste di partito? Le liste civiche sono una vecchia invenzione dei partiti o delle loro correnti. Nenni e Togliatti se la inventarono per le ed elezioni del 1953 a Roma, candidato a sindaco Francesco Saverio Nitti, la destra DC alle stesse elezioni favor la lista civica di Lauro a Napoli. Considerando che la loro presentazione costosissima, si tratta infatti di inventare da zero simboli, strutture etc hanno senso se coinvolgono opinion leader ben identificabili elettoralmente, rappresentano organizzazioni preesistenti, lobby, e soprattutto hanno danari. Dopo le elezioni, salvo qualche eccezione, si

comportano come la lista del sindaco.I partiti minori contano? S. Premesso che di partiti maggiori ormai ne esistono 2 (pdl, pd) e che almeno un quarto degli elettori alle precedenti comunali vot per liste con meno del 5% evidente che giocandosi la vittoria sul filo dei 20/30000 voti nulla si pu buttare. Ovviamente sono tanto pi rilevanti i partiti con una forte identit e capacit di mobilitazione a prescindere dalla loro legittimazione benpensante. Cos ad esempio farei limpossibile se fossi un candidato del centro sinistra per coinvolgere i radicali ma non disdegnerei i pensionati. Lunico pericolo di confondere gli elettori con le micro

caste dei dirigenti. Cos ad esempio che esista una percentuale significativa di elettorato di sinistra a Milano certo che i segretari dei partitini lo rappresentino dubbio. La lista Grillo pu modificare il quadro? S. Un candidato a sindaco grillino, renderebbe forse inutili le primarie di coalizione, favorirebbe la presentazione di pi candidati del cs con opzione principale quella di giocarsi la partita al secondo turno. In pratica il grillino affosserebbe Pisapia favorendo chi nel pd vuole andare da solo sperando nelle divisioni del centro e del centrodestra. Ci sar una candidatura di disturbo interna al cd?

S. Come ci sar interna al cs e durer fino a pochi giorni dalla presentazione delle liste e si concluder con la presentazione delle listedella spesa o dei desiderata. Si vince convincendo gli astensionisti? No.

O non necessariamente. Si pu vincere anche favorendo lastensionismo in elettori berlusconiani delusi che mai voterebbero a sinistra. La tesi che la maggioranza dellastensione sia di potenziali elettori di cs antica (risale almeno al mitico libro di Vigorelli Litaliano socialistaa ma non lo sa) ma indimostrabile.

Citt MA C PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA REDAZIONE DEL PGT DI MILANO? Enrico Murtula
Come noto, lo scorso luglio il Consiglio Comunale di Milano ha adottato il nuovo piano di governo del territorio (PGT) che andr a sostituire il vigente piano regolatore generale (PRG) del 1980. Il nuovo piano urbanistico dovr essere nuovamente votato dal Consiglio per la sua definitiva approvazione. Prima che ci possa avvenire, tuttavia, previsto dalla legge che il pubblico (comprensivo di singoli cittadini, societ, associazioni, ecc.) possa presentare i propri commenti. Quanti saranno in grado di utilizzare questa possibilit? La domanda ha una sua attualit. Se anche la legge urbanistica del 1942 prevedeva una fase partecipativa infatti solo con una recente normativa di origine internazionale che al pubblico stato attribuito un articolato diritto di partecipazione ai procedimenti pianificatori di contenuto ambientale, tra i quali trova posto quello di redazione del PGT. Le problematiche ambientali che riguardano la citt sono tante (inquinamento atmosferico e traffico, rumore, mancanza di verde ed eccesso di urbanizzazione del suolo) e tutte sono almeno in parte affrontate dal PGT, che, tra laltro, deve individuare gli eventuali ambiti di nuova costruzione e i relativi pesi insediativi, le nuove infrastrutture per la mobilit (strade e linee metropolitane), le aree verdi, le norme di tutela paesaggistica. In che modo il contenuto del PGT comunicato alla citt? Il piano adottato dal Consiglio stato pubblicato informalmente sul sito internet del Comune sin dallinizio di agosto con la dichiarata finalit di coinvolgere il pubblico. Provate tuttavia voi stessi a verificare quanto ci possa davero avvenire. Andando sulla home-page (wwww.comune.milano.it) e cliccando sul rettangolo grigio che si trova sulla destra si aprir una pagina asciutta, che poco spiega e dalla quale solo possibile scaricare alcuni files. Il primo ostacolo per il cittadino proprio che tale pagina non contiene, n rinvia a istruzioni che illustrino il significato del PGT, in che modo esso influenzer le vite dei cittadini e degli operatori economici, n come un cittadino possa partecipare alla sua redazione (pur essendo tale possibilit espressamente prevista dalla legge). Il secondo ostacolo che il piano stato distribuito su una moltitudine di documenti di testo (oltre mille pagine) e grafici (pi di un centinaio di tavole), che solo il tecnico in grado di affrontare e pure con qualche difficolt. Il terzo ostacolo che i citati documenti senza essere stati previamente ridotti sono stati inseriti in pacchetti informatici, i quali, pur zippati, continuano a essere troppo pesanti (uno di essi pesa pi di 850 MB): anche solo per dare una breve occhiata bisogna dunque avere la pazienza di attendere alcune ore per scaricare, spacchettare e distribuire la documentazione necessaria. Evidentemente, fra tutte le opzioni disponibili (in primis, le mappe informatiche interattive, gi in parte usate dallo stesso Comune per la pianificazione vigente), non stata scelta quella che consente la pi ampia fruizione dal pubblico. Giova ricordare che pi o meno un anno fa, in attuazione della normativa regionale, era stata aperta una prima finestra partecipativa anteriore alla stessa discussione in Consiglio ed erano state utilizzate modalit di comunicazione della bozza di PGT del tutto analoghe a quelle sopra citate. Orbene, al termine di quella finestra erano giunte solamente 97 osservazioni, di cui appena 13 riferibili agli aspetti ambientali del piano; di queste ultime, solo 3 firmate da singoli cittadini. Il dato corrispondeva a circa uno scritto ogni 450.000 residenti e dimostrava, nella sua assurda esiguit, che qualcosa nella

comunicazione del piano non aveva funzionato. Oggi, che si stanno definendo le modalit di comunicazione del piano adottato, si dovrebbe nuovamente riflettere su quel dato. Anche perch dalla lettura di alcune delle disposizioni applicabili pare potersi desumere che l'effettivit della partecipazione pubblica possa costituire un parametro normativo, eventualmente valutabile in sede giudiziale. Dopo essere emerso negli ordinamenti del nord Europa e anglosassoni ed essere stato integrato nella dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992 su ambiente e sviluppo, il principio della partecipazione pubblica ai processi decisionali in materia ambientale stato affermato a livello europeo con la Direttiva 2001/42/CE (trasposta nella normativa nazionale e regionale sulla valutazione ambientale strategica) e, soprattutto, con la Convenzione di Arus (ratificata dallItalia nel 2001 e dalla stessa Unione Europea nel 2005). Tale Convenzione, tra laltro, prevede che il pubblico sia

informato "in modo adeguato, tempestivo ed efficace", al fine di "consentirgli di prepararsi e di partecipare al processo decisionale", e, soprattutto, che tale partecipazione debba avvenire in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione pu avere un'influenza effettiva". La Convenzione richiede che, "al momento dell'adozione della decisione, si tenga adeguatamente conto dei risultati della partecipazione del pubblico". Nelle sue premesse, la Convenzione afferma anche la necessit che il pubblico "sia a conoscenza delle procedure di partecipazione ai processi decisionali in materia ambientale, possa accedervi liberamente e sappia come usufruirne", e richiama la circostanza di come i cittadini per esercitare i loro diritti essi possono aver bisogno di assistenza. E chiaro dunque come lintervento del pubblico non configurato come un mero passaggio formale, ma come un elemento integrante del processo di de-

finizione delle scelte pubbliche, che deve pertanto essere attivamente e adeguatamente sollecitato dalle amministrazioni pubbliche coinvolte. Non si pu che rilevare come la mancata informazione e il mancato coinvolgimento del pubblico nella fase di definizione delle scelte del PGT (sia strategiche, sia puntuali) appaia non ridurre il rischio di contenzioso su di esse, ma semplicemente spostarlo sulle sue fasi attuative. Come gi avvenuto in passato, dunque probabile che proprio in quel momento si costituiranno i comitati e i gruppi di cittadini "contro/anti" lattuazione della singola scelta, i quali potranno quindi portare a bandiera proprio il fatto di non essere stati consultati, con un conseguente contenzioso politico e giudiziale probabilmente pi protratto nel tempo che non se lopposizione fosse stata fatta emergere e gestita nelle fasi iniziali della decisione.

Societ LA FAMIGLIA ITALIANA? UNA FAMIGLIA STRESSATA. Giovanni Agnesi


Piuttosto che chiederci dove sta andando la famiglia, chiediamoci quali sono le politiche familiari per sostenerla. Diversi politici riconoscono che la famiglia italiana il primo e pi efficace ammortizzatore sociale del Paese in questi anni di crisi. Lo per i giovani che restano senza reddito, tra un contratto a progetto e laltro; lo per, i pi piccoli visto che in Italia il 50% dei bambini fra gli 0 e i 3 anni curato dai nonni; lo per la fondamentale opera di cura verso anziani, ammalati, disabili, handicappati, ecc Tale valutazione viene confermata da Giuseppe de Rita in unintervista su Conquiste del Lavoro (quotidiano della Cisl) in cui afferma: nellultima crisi economica la famiglia stata il soggetto economico che ha garantito una tenuta perch cera il risparmio familiare, la casa in propriet, le risorse per sostenere la precariet del lavoro dei figliE il fatto di essere diventato un grande soggetto economico del Paese stata in fondo, la vera grande epopea della famiglia italiana negli ultimi decenni.. Un soggetto economico sul quale per decenni si sono scaricate le inefficienze, se non la mancanza di specifiche politiche economiche, fiscali, amministrative, sanitarie, del lavoro e dellistruzione alle quali vanno aggiunti i comportamenti predatori tipici della finanza speculativa che ne hanno dissanguato i risparmi (vedi Parmalat, Cirio e Bond Argentini). Dopo decenni di sottovalutazione se non di abbandono, con la crisi economica in atto, la famiglia italiana stressata, da sola non c la fa pi! Non c la pu pi fare! Oggi pi di prima le povert e le diseguaglianze passano attraverso la famiglia, le difficolt economiche, la carenza dei servizi, il costo delle case e degli affitti, il lavoro precario e nero sono questioni che incidono pesantemente sul fare famiglia Ci vuole una svolta nelle scelte politiche che devono mettere al centro il sostegno alla famiglia, vista non pi come soggetto di consumo di beni e servizi, bens come produttore di ricchezza e potenzialit sociale, come sopra testimoniato e constatato. In unintervista sul settimanale Vita, Francesco Belletti, presidente del Forum delle Famiglie, che con la collaborazione di rappresentanti delle diverse Associazioni Familiari sta organizzando la Conferenza nazionale sulla Famiglia a Milano dall8 al 10 novembre prossimo, dichiara: Chiediamo un segnale, un Piano nazionale di politiche che inserisca la

famiglia come punto di vista strutturale nelle politiche fiscali; quello che non ci soddisfer unulteriore una tantum o un provvedimento tampone o solo per alcune tipologie di famiglie. Siamo sempre stati propositivi e lo saremo sempre di pi. Ad esempio la richiesta del Forum, purtroppo non accolta in finanziaria 2010, era quella di usare la stessa cifra del bonus famiglia, 2,4 milioni di euro, per avere una deduzione fiscale di 3.200 euro a figlio, unimpostazione che avrebbe introdotto una modifica strutturale nel sistema fiscale. Il nostro modello quello della no tax area familiare per arrivare gradualmente a una deduzione annua di 7.000 euro per figlio, lo consideriamo pi equo rispetto al quoziente familiare o a un modello orientato su assegni o detrazioni. A parte il fatto che ogni sistema e meccanismo pu avere dei correttivi, limportante che gli interventi siano consistenti, permanenti e universali. Occorrono finalmente normative organiche per la famiglia considerata come soggetto sociale da sostenere con politiche che promuovano e accompagnino ogni suo sviluppo, dalla nascita alla crescita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani (consultori, assistenti di maternit per le mamme in gravi difficolt, asili nido, salute, scuola, formazione, ecc). Normative che abbiano uno sguardo al lavoro dei coniugi con lintroduzione di flessibilit per la cura familiare; al reimpiego dei giovani, alle tutele universalistiche come gli ammortizzatori sociali, allistru-zione

dei figli, attraverso il sostegno al reddito con politiche fiscali e tariffarie adeguati. Non si dimentichi infine una politica degli affitti ispirati allequit e dellaccompagnamento in tutte le necessit legate alla cura parentale (handicappati, disabile, malati, malati terminali, ecc.) che le famiglie svolgono da sempre e sempre pi sole. Inoltre a mio avviso occorre: - passare dallattuale fiscalit, che interessa il singolo individuo anche allinterno della famiglia, a una fiscalit che prenda in considerazione la famiglia nella sua globalit, unica via per una vera equit fiscale; - cambiare la mentalit comune per cui i servizi di welfare sono considerati consumi e spese da finanziare quando c ricchezza, invece che investimenti sociali che danno ricchezza futura; - accelerare il federalismo fiscale che, con la distribuzione delle responsabilit, avvicina le scelte politiche (specialmente quelle comunali) alla realt economica e alle esigenze sociali del territorio facilitando gli interventi a favore delle famiglie (vedi esperienza di Parma sulla modifica delle aliquote ISEE per lerogazione dei servizi che premia le famiglie con figli); - intervenire affinch sia superato il primato negativo italiano a livello europeo che vede meno donne occupate nel lavoro e minor natalit; - coinvolgere nel servizio di assistenza al singolo utente tutto il nucleo familiare di appartenenza. Ogni progetto politico parte dai propri ideali e

si confronta e coniuga nella seria lettura della realt in continua evoluzione, dopo il pensare che contiene in embrione metodi e proposte di intervento viene il fare concreto. Le proposte sopra elencate sono tantissime e con un unico obiettivo: investire sulla famiglia utilizzando un programma globale e unico, utilizzando a questo fine come base iniziale tutti i fondi nazionali, regionali e comunali che, come dice Francesco Belletti del Forum delle Famiglie, sono stati gestiti in modo frammentario e discontinuo. Per finire desidero superare la valutazione troppo spesso esclusivamente economicistica della famiglia, rilevandone la sua ricchezza naturale e pi profonda che quella relazionale. A conforto di questo pensiero riporto alcune considerazioni di Adriano Fabris professore di Filosofia Morale allUniversit di Pisa, che afferma:Possiamo dire che il senso della famiglia consiste nel promuovere e nel mantenere un contesto di relazioni - allinterno e allesterno del nucleo famigliare capaci di coinvolgere. Di pi: il senso della famiglia sta nel fatto che queste relazioni possono coinvolgere proprio perch sono feconde: perch risultano in grado di produrre altre relazioni. In una parola: la famiglia risulta essenzialmente un tramite relazionale. In ci consiste la sua funzione di base. In ci risiede il suo valore qualunque forma essa venga ad assumere. Ed per questo che ben lungi dallessere superata.

DallArcipelago PISAPIA, LUNICO CANDIDATO CHE CI SIA Franco DAlfonso


Il tempo corre e mentre deve mettere a punto loperativit (i bei tempi dei partiti organizzati sono finiti, inutile rimpiangerli adesso) il candidato anti-Moratti dovrebbe velocemente e con poche e si spera azzeccate uscite delineare la sua idea di citt, meglio per suggestioni e immagini brillanti, possibilmente ancorata alla ricca e articolata produzione didee che, nonostante tutto, non mancata a Milano in questi anni. Produzione anche troppo ricca, talvolta contraddittoria, talvolta con una preoccupante tendenza alla tuttologia e allinutilit, che ha gi prodotto laborto del programma delle 278 pagine del povero Prodi: guardarsi, quindi, dalla pretesa di (ri)presentare un programma Talmud, sul quale le dispute rabbiniche che si svilupperebbero prima, durante e dopo la sua stesura avrebbero un effetto-puzzola sugli elettori.

Elettori potenziali che inopinatamente sono ancora in cerca di profumi (politici): alliniziativa del teatro Litta per Giuliano Pisapia candidato si poteva notare come accanto alla solita compagnia di svelti di firma e agli esponenti di partiti e parodie di partito arrivati in loco per vedere e soprattutto farsi vedere siano comparse, come dal nulla, almeno trecento persone che non si vedevano da anni o non avevano mai partecipato ad appuntamenti della politica cittadina, desiderose di capire se quello fosse il luogo dove potesse partire o meno unavventura finalmente vincente. In realt a lavorare su unidea e una politica, finora, solo Pisapia, che ha impiegato il mese di agosto per avviare i primi comitati di sostegno alla candidatura ed ha cominciato la campagna elettorale, delineando il profilo di un possibile campo di sostegno e accordo dal quale nessuno pregiudizialmente escluso a patto di condividere un progetto di governo alternativo a quello di Alberini e Moratti ed ha iniziato a fare il contraltare a Donna Letizia sulle scelte e soprattutto sulle finte scelte di amministrazione della citt. La Sindaca, infatti, con gran dispiego di mezzi, ha proseguito nella costruzione di unimmagine virtuale di s stessa, come quando si presentata al mercato di viale Papiniano beccandosi una serie di vivaci contestazioni da commercianti e cittadini di cui riuscita a non far comparire la minima traccia su giornali e televisioni, leggendo e ascoltando i quali si ha la certezza che abbia attraversato leggera il viale fra due ali di folla adoranti. Il vero ostacolo della battaglia elettorale sar, ancora una volta, linformazione, nella quale la sproporzione delle forze in campo direttamente proporzionale allincapacit politica e di governo della signora Moratti, riconosciuta ormai unanimemente anche nel proprio schieramento, dove pure sono daccordo fra loro su quasi niente anche a Milano, come a Roma: ma il peso degli otto milioni di euro di spese di comunicazione del bilancio comunale (comprensivi dei compensi di Red Ronnie e Alain Elkann) e dei primi milioni

di petroeuro (mezzi e mezzanini Atm occupati da luglio, anche con eventuale sconto, sono costosetti) restano una base solida per la ricandidatura. La lotta nel centrodestra tutta sulla gestione commissariale di Palazzo Marino, lasciando alla Sciura la passerella della prima della Scala e il th con gli ospiti stranieri (anche per le difficolt con le lingue dei vari Salvini, De Corato, Podest e, pare, dello stesso Formigoni), com testimoniato dallaccendersi della lotta per la poltrona di vicesindaco intorno alla quale si decideranno gli assetti interni futuri. Tra i partiti di opposizione lagosto stato vissuto invece come una provvidenziale lunga pausa di riflessione, come se di tempo per riflettere non ce ne fosse stato abbastanza fino a ora: perfino i tradizionali produttori di comunicati stampa hanno limitato le esternazioni a mezzo fax e il Pd, per una volta senza disaccordi evidenti, ha lasciato filtrare la notizia che il 7 settembre, non un giorno prima n uno dopo, annunceranno il nome. I rumors sono meno intensi del solito ed hanno riguardato, dopo la mancata disponibilit di Pomodoro, Ambrosoli e Tito Boeri, il fratello di questultimo, larchitetto Stefano Boeri- curiosamente indicato anche come possibile candidato del centrodestra - che ha comunque smentito qualsiasi interesse e volont non appena il suo nome apparso su qualche articolo di stampa nazionale. La grande e fiduciosa attesa sembra essere incentrata sul lavoro degli autonominati saggi guidati da Riccardo Sarfatti, che stanno conducendo segretissime e invisibili consultazioni, in massima parte nei luoghi di vacanza perch nessuno dei componenti di questo sinedrio stato intravisto in citt dalla fine di luglio, mentre lunica indicazione politica certa sembra essere quella che non si tratter di una candidatura di partito e quindi non avremo una terza utilizzazione del manifesto con Penati in completo grigio. La speranza di alcuni quella che finalmente arrivi in stazione un qualsiasi Godot e che le primarie, con un Pisapia che non si fatto rinchiudere nemmeno per un istante nella parte

del candidato rosso o dei salotti, semplicemente non si facciano; altri cullano speranze di stile dalemiano, tipo una candidatura di Gabriele Albertini che spacca il centrodestra o comunque lemergere di una posizione finiana minimamente credibile sulla quale impiantare unoperazione di valenza nazionale che permetta di non occuparsi di quisquilie locali; tutti gli altri sono in attesa degli eventi, per posizionarsi pro o contro il metodo o il candidato in funzione degli equilibri interni. Le vicende nazionali hanno dato fiato e spinta ai sostenitori di un candidato del terzo polo che per, nel pi che probabile rientro precipitoso del dissenziente Albertini dalle parti di Palazzo Grazioli magari con promessa di futuro incarico di governo, resta sempre e comunque innominato o, pi probabilmente, ora introvabile. La logica vuole che, una volta svanito il progetto pi ambizioso, si abbia una candidatura terzista, stile Marcora alle provinciali o Pezzotta alle Regionali, meno marcata dal punto di vista cattolico e con la speranza di arrivare oltre il 5%, che dia una qualche robustezza alla presenza oggettivamente un po rarefatta del futuribile polo nella nostra citt. Riassumendo, finora siamo a Giuliano Pisapia, lunico candidato che ci sia (sul serio) e alle sue schegge di programma che cominciano a delineare unidea di progetto ambrosiano; il solito riflesso da polli di Renzo, con abbondante uso del fuoco amico per azzoppare la concorrenza interna e arrivare puntuali allappuntamento con sconfitta sia basta che sia mia , stato finora limitato a qualche dichiarazione che ha funzionato come assist per la corazzata della comunicazione della Moratti ed ha permesso al Tg3 Lombardia di dire che lopposizione ancora senza candidato; molto probabile la presenza di un candidato terzo in funzione di un quadro nazionale. Attendendo il sette settembre, che probabilmente finir per essere ricordato come il giorno prima dellotto, poteva andare meglio, ma anche peggio .

Metropoli MARIA ANTONIETTA, IL SINDACO DAGOSTO E LO SCERIFFO Giovanni Zanchi


Se il clima dell'agosto milanese ha avuto poco a che vedere con l'estate, a riscaldare l'atmosfera ci ha pensato una giunta di centrodestra scatenata. La maggioranza stata generosa e non stata priva di iniziative o avara di dichiarazioni a effetto. La discesa tra i cittadini del sindaco, i proclami dell'assessore Terzi - il sindaco d'agosto - i continui provvedimenti-coprifuoco dello sceriffo De Corato. A legare tra loro le uscite degli esponenti di Palazzo Marino, una curiosit: la costante e puntuale smentita dei sogni di gloria di Giovanni Terzi. All'assessore alle Attivit produttive che annunciava entusiasta di lavorare per una citt che arrivi preparata all'appuntamento con l'Expo 2015, internazionale e aperta sette giorni su sette e 24 ore su 24, rispondeva De Corato con le celeberrime ordinanze anti-degrado. Dopo via Paolo Sarpi, via Padova e il Corvetto, nella seconda met di agosto il coprifuoco stato esteso a via Fabio Massimo e Corso Lodi. Sorpreso dalloriginalit del provvedimento, il vice sindaco ha gi annunciato che la prossima zona che godr di questo trattamento sar quella di Piazzale Maciachini e via Imbonati. In barba alla citt aperta 24 ore su 24 e, soprattutto, agli accorati appelli dei sacerdoti del Corvetto e dell'Unione commercianti di valutare altre soluzioni. Smentito dal suo collega di giunta, Terzi cambiava argomento e tentava di arginare il fenomeno della saracinesca selvaggia dando ai negozianti l'opportunit di tenere aperto nel giorno di Ferragosto. Questa volta, a eludere il tentativo di darla a bere ai milanesi costretti in citt, ci pensava il presidente dell'Osservatorio di Milano, Massimo Todisco, facendo notare che "i 500 mila rimasti a Milano per il Ferragosto, di cui 280.000 che non faranno nemmeno un giorno di ferie, non solo trovano tutti i negozi chiusi in periferia, ma subiscono gravi disagi dei lavori in corso in citt. Chi non riuscito a partire, infatti, non poteva fare a meno di notare il moltiplicarsi di cantieri ovunque. vero che agosto il mese giusto per fare i lavori, ma sarebbe gradito che si pensasse anche a percorsi alternativi praticabili, specialmente nelle vie adiacenti agli ospedali. L'ultima stoccata stata data al desiderio dell'assessore di consegnare ai milanesi una citt internazionale al cento per cento. In quest'occasione non stato un compagno di giunta, ma comunque un alleato. Davide Boni, presidente del Consiglio Regionale, senza badare all'auspicabile progetto di Terzi, si sentito in dovere di lanciare la sua proposta: imporre ai negozi stranieri l'insegna solo in lingua italiana. Mentre la maggioranza faceva il bello e il cattivo tempo, in citt veniva denunciata la chiusura di pi di 800 negozi negli ultimi dodici mesi, un pugile ucraino scaricato dalla fidanzata ammazzava a pugni la prima sfortunata passante, nei luoghi del coprifuoco un gruppo di ragazzi italiani pestava a sangue un vigile urbano. E se il cardinale Tettamanzi si spendeva contro legoismo della politica invitandola alla costruzione del bene comune, evitando di soddisfare esclusivamente gli interessi personali, il sindaco Moratti proponeva le espulsioni anche dei cittadini comunitari. Dopo aver visto la sua popolarit scendere al ventitr per cento, il sindaco ha deciso di sposare su tutta la linea le posizioni della Lega. Lo sforzo per recuperare il consenso perduto ha raggiunto lapice a Ferragosto. Giorno in cui Letizia Moratti ha smesso la fascia tricolore e indossato la corona da regina. Scesa in piazza del Cannone tra i suoi sudditi distribuiva panettoni. Come dire: Se non han del pane, che mangino brioches. Letizia Moratti da sindaco a novella Maria Antonietta del Corvetto.

Dal Palazzo ARRIVANO I FASCISTI A PALAZZO MARINO Walter Marossi


Il combinato disposto delle divisioni socialiste, (caratterizzati dal prevalere dei massimalisti rivoluzionari e dalla scissione comunista), e della supina adesione della borghesia democratica milanese, in primis il Corriere, alle azioni violente fasciste, portarono allo scioglimento del consiglio comunale, nonostante anche le elezioni politiche del 21 fossero in citt vinte dai socialisti. In occasione delle elezioni per il rinnovo della Camera del maggio 21, si vide infatti che il clima era mutato rispetto al gi turbolento 1919. Se il programma dei conservatori uniti nel Fronte patriottico di due anni prima poteva in qualche modo definirsi riformatore, ora il Blocco era animato dai propositi nazionalisti e fascisti, anche se a guidare il blocco a Milano era un democratico come Gasparotto. Tanto strepitio contro la mortificazione bolscevica operata dal sindaco Filippetti diede pochi frutti, almeno quando i bloccardi decidevano di seguire le vie legali e democratiche: il PSI conferm i suoi 14 deputati e il PPI ne elesse 6. I sette deputati del blocco nei collegi, ora unificati, di Milano e di Pavia, dovevano tutto ai fascisti, come si pot agevolmente vedere nei pi di 70.000 voti personali di Mussolini, in testa assai ai suoi alleati moderati. Ma ora lopposizione aveva buon gioco a criticare il deficit comunale, salito, nelle previsioni per il 1921, a 240 milioni. Cifre alla mano, il liberale Cardani mostrava come fosse aumentato il numero di funzionari comunali, e di conseguenza le spese e le tasse, senza che lefficienza della macchina comunale mostrasse segni apprezzabili di miglioramento. Quindi chiese uninchiesta sulla gestione dellAzienda dei consumi, a cui si accodarono anche i consiglieri che da socialisti erano diventati comunisti, fondando un gruppo autonomo in Consiglio e guidati da Ernesto Schiavello. Vogliamo - disse Schiavello - che tutti vedano chiaro nelle nostre azioni perch sappiamo di poter sopportare qualunque prova. Come bene dicono tutti nostri compagni, che si aprano porte e finestre acciocch non vi siano sospetti specie quando trattasi del pubblico danaro, vogliamo, socialisti e comunisti, che chiunque possa indagare, veder chiaro e convincersi della nostra rettitudine. Chiediamo quindi che linchiesta compunta con rapporti della minoranza borghese abbia pieni poteri: colpisca inesorabilmente se vi da colpire. Non temo che la verit venga fuori trionfante, e siamo sicuri del trionfo della nostra verit1. Il consigliere Marangoni difese lAzienda per i consumi, dicendosi convinto che la campagna contro di essa aveva solo uno scopo politico. Quando poi, nel giugno del 21, ancora il bilancio non era stato presentato, Ranelletti ritorn allattacco, accusando la giunta di non essere in grado di amministrare e di correre rapidamente verso lo sfacelo, provocato dallaumento delle spese legali, dagli alti salari dei funzionari e degli impiegati, della disorganizzazione dei servizi pubblici. Daltro canto, lopposizione, quella dei comunisti, riteneva troppo tiepidi (democraticoide come disse Schiavello) lazione della giunta. Dopo tutto secondo i comunisti lo sfondamento del bilancio non aveva ancora raggiunto a Milano quei 500 milioni di tanti altri comuni, ragion per cui vi sarebbero state ancora opere da fare, soprattutto nelledilizia popolare. In ogni modo, per comunisti, i debiti del Comune erano piccola cosa di fronte allo sfascio dello Stato borghese che avrebbe approssimato la vicina rivoluzione. Bench poi i comunisti dichiarassero di approvare il bilancio, essi affermavano prossima la fine dellamministrazione comunale. Il ragionier Ausoni, assessore alle Finanze, denunciato a tratti caldi dal Corriere della Sera come scialacquatore di pubblico denaro si difese con questi argomenti: attenuare, nei limiti delle proprie attribuzioni, la disoccupazione che dilaga impressionante. Provvedimento, daltronde, in perfetta armonia col classico concetto delleconomia borghese, in quanto il lavoro era volto allesecuzione di opere redditizie. Naturalmente lopposizione liberale aveva ben salde radici anche a Roma: al Senato non passava giorno senza che il direttore del Corriere Albertini non accusasse di malversazione la giunta, mente i liberali milanesi facevano pressione su deputati e sui ministri perch venissero limitate le distribuzioni di risorse dal centro al Comune. Cos avvenne per esempio quando la giunta chiese un prestito alla Cassa depositi: Mi consta in modo concreto - denunci Caldara che unassociazione politica cittadina ha scritto alla cassa di risparmio contro ogni eventuale operazione di credito al nostro Comune e che qualche giornalista ha formulato alla stessa cassa minacce e oscuri attacchi nel caso che essa facesse sovvenzione al comune. La cosa dolorosa e vuol essere denunciata anche nellinteresse della Cassa di Risparmio. Segu un novo tumulto (ormai si trattava di accadimenti quotidiani) e il giorno dopo la minoranza neg il proprio voto al Bilancio. In tale clima di ostruzionismo, tra i prestiti negati, la Giunta fu costretta, nel 22, a presentare un piano di ristrutturazione dei bilanci comunali. Un mutamento che Filippetti spiegava con il cambiamento della situazione politica generale: non si era pi ai tempi rivoluzionari del 19-20, ora il proletario doveva assumere un atteggiamento di difesa. Solo che il programma fu pesantemente attaccato questa volta dai comunisti come Giuseppe Nardelli (che accus la giunta di voler ridurre le paghe ai dipendenti e di non colpire le sacche di sfruttamento borghese) e Alfredo Interlenghi, per il quale Filippetti, di-

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fendendo il bilancio, aveva acquisito la mentalit delle amministrazioni borghesi. Un altro oppositore della Giunta, bench questo non fosse il suo ruolo, era il prefetto Lusignoli che, fin dallinsediamento di Filippetti, non aveva mancato critiche espresse pubblicamente nei confronti del sindaco, intervenendo, fin dove possibile, per censurare le frasi o i passaggi dei suoi discorsi. La strategia di Lusignoli, in questo certamente appoggiato dal governo, consisteva nel cercare la provocazione con la Giunta: diede lordine di punire i tranvieri per la sospensione del lavoro il 1 maggio 1921, una consuetudine che a Milano risaliva al 1904. Le diatribe potevano nascere anche su questioni apparentemente piccine, ma simbolicamente rilevanti, come quando un vigile intim a un tassista di togliere dalla sua vettura la bandierina tricolore, e Lusignoli, informato dellaccaduto, accus pubblicamente lassessore Fiori di avere emanato tali direttive. La Giunta decise di non reagire alle provocazioni di Lusignoli, limitandosi a esprimere riprovazione. Un comportamento che non piacque n ai comunisti, che avrebbe voluto uno sciopero generale di protesta e la denuncia di Lusignoli, n ai liberali, i quali ritenevano che, se il prefetto aveva veramente violato la legge e superato i propri limiti, andasse denunciato alle autorit civili. Ma i liberali stavano evidentemente con Lusignoli, se Ranelletti aggiunse poi che alla citt, pi che le critiche di Lusignoli, avevano fatto ben pi male la mala amministrazione, o ridurre il Comune nostro che era il pi fiorente dItalia in istato quasi fallimentare, col non pagare i fornitori, col non pagare i debiti neppure alle Opere Pie, e perfino col non pagare gli stipendi e i salari ai dipendenti dl Comune [...] Il decoro e il buon nome di Milano sono offesi non dagli interventi del prefetto, ma dallo sgoverno fatto dalle Amministrazioni socialiste.2 A tutti gli effetti, la situazione era drammatica: lospedale era creditore di dieci milioni, la Cassa depositi non aveva ancora inviato il prestito promesso. In citt, gli scontri tra fa-

scisti, socialisti e comunisti erano pi intensi che mai, mentre pochi mesi prima, nel Teatro Diana, era esplosa una bomba piazzata dagli anarchici. Senza dire che allarcivescovado, dopo la morte di Ferrari, era arrivato Achille Ratti, una figura che, come a scritto Giorgio Rumi ha una sua idea della restituzione complessiva dellItalia alla sua costituiva anima cattolica. Non comprende, e in definitiva non condivide, significati e valori del partito come luogo di organizzazione del consenso e come radicamento della democrazia nelle masse [...] La sua industriosa Brianza gli aveva insegnato cosa possano fare lorganizzazione e la disciplina mentre la dialettica dei diversi rimane fuori dai suoi interessi [...] Quando il vertice ecclesiale volge le spalle allipotesi della democrazia e dellapertura alle grandi esperienze politico-culturali dellet contemporanea [...] lo scenario che si disegna passa piuttosto allo sviluppo delle competenze, alla professionalit, allassociazionismo corporativo, ai valori gerarchici. Rispetto al fascismo che avanza non c dubbio: la nuova ambrosianit che Ratti e Gemelli incarnano senzaltro competitiva, in quanto non radialmente altra, e piuttosto figlia della stessa rinunzia.3 I rapporti tra maggioranza e opposizione divennero incontrollabili per solo nellestate del 22. Le forze politiche prebelliche apparivano sempre pi incapaci di proporre una politica autonoma e sempre pi dipendenti dai nazionalisti e dai fascisti. I liberali milanesi, erano invitati da pi parti in primis il Corriere a non avere pi remore nei confronti di Mussolini e ad allearsi stabilmente con il suo partito. Si doveva fornire di unorganizzazione permanente alla Fiera campionaria, sorta due anni prima su iniziativa di imprenditori e finanzieri. La Giunta voleva che la Fiera si costituisse a Ente autonomo in modo che vi fosse un controllo del Comune, mentre la minoranza appoggiava la proposta della Fiera come ente morale, per questo del tutto indipendente dal Comune. Dalla discussione accesa agli insulti, tra Marangoni e Ranellet-

ti, il passo fu breve, tanto che quasi tutti i consiglieri della minoranza abbandonarono laula facendo mancare il numero legale. Pochi giorni dopo, a unennesima discussione sui bilanci comunali e di fronte agli attacchi violenti di Ranelletti e del nazionalista Arrigo Solmi, scoppiarono tafferugli tra i consiglieri e il nazionalista Alcide Frattini venne colpito. Si trattava di un nazionalista che si era da tempo schierato con il fascismo e che riusc per pochi giorni ad alzarsi dalla sua modestissima statura e a farsi leader, in consiglio, di posizioni che allesterno erano quelle dei fascisti, attorno alle quali egli aggreg i liberali e i radicali: rimarremo seriamente al nostro posto - disse in Comune pochi giorni dopo la sua aggressione - nellopera di epurazione anche, che sar continuata senza tregua. A Milano siamo un po in ritardo ma gli avvenimenti camminano e non posso formulare laugurio, in questa aula dove abbondano piccoli uomini incapaci, laugurio cio che presto lamministrazione socialista, piovra di Milano industre e patriottica, sia spazzata, che sul balcone riconsacrato di Palazzo Marino sventoli per sempre la santa bandiera dItalia.4 Pochi giorni dopo il discorso di Frattini e vari discorsi sullo stesso tono del liberale Ranelletti, avvenne la destituzione manu miltari della giunta democraticamente eletta da parte dei fascisti, tra il plauso del Corriere della Sera e il tripudio di Luigi Albertini. Pi che profetici, i discorsi di Frattini e di Ranelletti, mostravano come il liberalismo milanese avesse da tempo abbandonato autonomia e proposta ai fascisti, finendo per condividerne metodi e tattiche. Non escluso che il colpo a Palazzo Marino fosse previsto da tempo, e che Frattini e Ranelletti avessero sentore di qualcosa, un sentore che poi, assai maldestramente, rivelarono a tutti. In quei giorni del resto si pot vedere un deputato di diverse legislature del partito che ancora qualcun chiamava costituzionale, un ex-ministro, appunto De Capitani, assaltare personalmente Palazzo Marino. Loccasione per laggressione al Comune venne data in seguito al fal-

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limento del grande sciopero legalitario, il 3 agosto 1922 il prefetto Lusignoli, non potendo accettare fino in fondo di lasciare fare ai fascisti ci che egli comunque intimamente desiderava, fece intensificare la sorveglianza a Palazzo Marino anche se, scrisse al Ministro degli Interni dellagonizzante governo Facta, lo stato danimo della cittadinanza completamente favorevole ai fascisti e non nascondo che mal tollererebbero unazione a fondo contro i fascisti. Nel tardo pomeriggio del 3 agosto, la folla tumultuante, in apparenza spontanea, in realt guidata dai fascisti e nazionalisti e ai loro assistenti liberali e radicali, inizi a premere alle porte di Palazzo Marino. La polizia lasci entrare la canea, le sale del Comune furono occupate, DAnnunzio (casualmente?) a Milano fu chiamato dalle camicie nere

perch pronunciasse un discorso dal balcone di Palazzo Marino. Il poeta-vate, non sempre neppure in quel periodo daccordo con la strategia fascista e con Mussolini, svolse la bisogna, mentre il procuratore generale Antonio Raimondi ritenne che tutto quanto era accaduto non costituiva motivo di reato! Il 27 agosto il decreto reale giustific e legittim il colpo di mano contro la giunta democraticamente eletta, motivandolo con il fatto che questo enorme stato di cose [cio la gestione Filippetti] ha creato nella cittadinanza un risentimento che ha veduto la sua esplosione nei gravissimi incidenti del 3 agosto; e poi la calma, che si ristabilita per labbandono di fatto delle funzioni da parte degli amministratori, sarebbe seriamente compromessa, indispensabile, per grave ragioni di

ordine pubblico, lo scioglimento del Consiglio comunale.5

1 Cit. in F. Nasi, 1899-1926, cit.,p. 94. 2 ibidem, p. 98. 3 G. Rumi, I cattolici, i migliori fra i cittadini, cit, p. 60-61. 4 Cit. in F. Nasi, 1899-1926, cit,. p. 101. 5 M. Punzo, La giunta Caldara, cit. e pi generale A. Lyttleton, La conquista del potere. Il fascismo dal 1919 al 1929, Bari 1974.

Lettera APPUNTI DA UN AGOSTO A MILANO Roberto Taranto


Milano in agosto offre notevoli spunti di riflessione, favoriti dalla maggiore disponibilit di tempo. Ne riporto qui di seguito alcune, provenienti da un abitante della zona 6 in giro per la citt. Innanzitutto vero che la citt in agosto stata questanno pi viva che nel passato? S e no. SI: perch cerano pi macchine ferme nelle strade, segno che pi cittadini sono rimasti in citt immaginando che non tutti quelli che lhanno lasciata abbiano preso aereo o treno. Inoltre, per esperienza diretta, anche il cimitero maggiore era molto frequentato nella settimana prima di ferragosto. Altra nota positiva la consegna a domicilio del Corriere della Sera da parte di Oresette che negli anni precedenti sospendeva il servizio per le gran parte del mese. NO: perch le saracinesche erano sempre drammaticamente chiuse nelle due settimane centrali di agosto fatta eccezione per il centro, frequentato da molti stranieri, e per la zona di Corso Buenos Aires. Particolarmente assenti le edicole, chiuse in tale periodo senza alcuna attenzione ai turni e ivi incluse quelle dei metro di zona 6, e le tintorie. I vituperati supermercati consentono di assicurare la sopravvivenza dei cittadini - i piccoli negozi non lo fanno perch non possono-. Il problema dunque non lapertura nel giorno di ferragosto, che oltretutto questanno cadeva di domenica, ma la carenza di negozi nelle due settimane citate aldil degli annunci che danno ogni anno un numero di negozi aperti sempre in crescita. Come sempre nella nostra citt gli annunci mirabolanti si sprecano senza trovare reale rispondenza nei servizi ai cittadini. Delle iniziative culturali e di spettacolo le pagine cittadine dei quotidiani- sempre sottili in questo periodo nonostante il maggiore contributo dato dallattualit politica nazionalehanno dato ampio conto; il neo qui , oltre alla qualit non eccelsa dellofferta, lo svolgimento degli eventi in gran parte allaperto nella convinzione del tutto falsa- che a Milano in estate si stia meglio allaperto che al chiuso condizionato. Mai come questanno le zanzare hanno fatto pasti abbondanti-chi ne scrive una vittima da sempre- e non solo gli spettacoli allaperto, ma anche i ristoranti vicini ai Navigli hanno offerto a tali insetti occasioni straordinariamente ghiotte. Le ragioni sono state spiegate dai giornali e risiederebbero negli ennesimi ostacoli burocratici alla lotta mai tempestivamente fatta. Perch non si aumenta in estate lofferta di spettacoli protetti, al chiuso che oltretutto evitano i rischi del maltempo questanno particolarmente presente nella nostra citt? A questo proposito va notato che, nonostante le temperature pi che primaverili di questagosto, nettamente aumentato il numero di cittadini in giro per la citt in abiti pi adatti alle localit marine; oltre met degli uomini portavano i pantaloncini corti, forse per illudersi di essere al mare o in campagna. Il crescente sbracamento dei cittadini milanesi in estate meriterebbe forse qualche riflessione sociologica.

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Un cenno ai lavori stradali, come sempre numerosi ma pi per la manutenzione della rete gas che per il rifacimento del manto stradale, che ne avrebbe molto bisogno; per fare un solo esempio il cantiere allangolo

tra Via DAlviano e Via Soderini, aperto da met aprile, dato ancora a ferragosto come concluso al 6 agosto. Peccato che i lavori procedano a singhiozzo, con periodi di sospensione apparentemente immotivati e che

tale data sia passata invano, senza correzioni sul cartello. Quando finiranno i lavori e qualcuno si degner di comunicarlo aggiornando la data sullapposito cartello?

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TEATRO
Questa rubrica curata da Guendalina Murroni rubriche@arcipelagomilano.org

Piccola attesa
Ancora un po di attesa per lapertura dei teatri milanesi, ma si prevede un anno molto interessante con grandi appuntamenti durante la stagione 2010/2011 come ad esempio quello con Toni Servillo e Sconcerto il 19 settembre, serata unica al Piccolo Teatro di Milano durante il MITO Festival. Per quanto riguarda questa settimana si potr ancora partecipare a festival e rassegne come ad esempio Ultimaluna iniziato il 31 agosto. Alla rassegna parteciperanno artisti quali Iaia Forte, Lella Costa, Arianna Scommegna, Bebo Storti, Renato Sarti, Saverio La Ruina, Marco Manchisi, Cada die, Elsinor, Teatro del Drago, Urteatro, Jogijo. Per ulteriori informazioni sul festival consultare il sito: www.ultimaluna.org. A Milano continua Crossroads l1, il 3, l8 e il 10 settembre alle ore 21.00, 21.30 e 22.00. La rassegna presentata da Ariella Vidach (AIEP) allinterno di Estate alle colonne e vede partecipare giovani danzatori alle Colonne di San Lorenzo. Sempre in settimana ma sul fronte musicale il Magnolia Parade porta a Milano musicisti internazionali come Motel Connection, Crystal Castles, F.M. Einheit dei Einsturzende Neubauten dal 2 al 4 settembre. Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.circolomagnolia.it/parade2010/. Continua lappuntamento con il cinema allaperto della rassegna Arianteo al Conservatorio, ai bastioni di Porta Venezia e allUmanitaria. Questa settimana da non perdere Il Nastro Bianco, A serious man, Nord, Simon Konianski.

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CLAUDIO DE ALBERTIS PARLA DI EDILIZIA, MAFIA E RICOSTRUZIONE http://www.youtube.com/watch?v=Rl8d6FysVGU

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