Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Numero 8 Anno II
2 marzo 2010
edizione stampabile
www.arcipelagomilano.org
Editoriale LBG UN MANDARINO IN CINA E UN ROM A MILANO Societ Giorgio Uberti PRIMO MARZO 2010. OLTRE LO SCIOPERO I DIRITTI Ambiente Fiorello Cortiana NOI A PIEDI, LORO SENZA TESTA Architettura Jacopo Gardella LA CITT E I GIOVANI Cultura Rita Bramante LA SCIENZA PER LA PACE E PER IL NOBEL A INTERNET Dallarcipelago Laura Censi LAMBRO & C. AL PEGGIO NON C MAI FINE Lavoro Francesco Silva I DISOCCUPATI DELLA PARTITA IVA Metropoli Carlo Montalbetti I LOVE VIA PADOVA Primo piano Oreste Pivetta INTERNET. LERA DEGLI AYATOLLAH Lettera Antonio Piva GILLO DORFLES E I SUOI CENTO ANNI VISSUTI BENE A MILANO Speciale elezioni 1 - Walter Marossi DELLA LEGA E DEL SUO MODESTO PESO Speciale elezioni 2 Carneade ULTIME DAL FRONTE
Video
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola TEATRO a cura di Guendalina Murroni ARTE - a cura di Michele Santinoli CINEMA a cura di Simone Mancuso
stinit e le politiche di esclusione; il 16 maggio 2002 a Vicenza, ci fu uno sciopero degli immigrati contro la legge Bossi-Fini e il 20 settembre 1989 a Villa Litterno, gli immigrati incrociarono le braccia per la prima volta contro il caporalato e la camorra, dopo l'assassinio razzista di Jerry Essan Maslo. Lo sciopero degli immigrati, vuole mettere in guardia, dando una scossa al sistema politico, giuridico, economico e sociale sullimportanza che i cittadini stranieri hanno allinterno del tessuto civile. E solo il primo passo di un percorso pi lungo che, si spera, possa approdare alla creazione di un gruppo di pressione sufficientemente forte da influenzare la creazione di nuove politiche per la gestione della condizione degli immigrati e del fenomeno migratorio nel nostro paese. Riunione dopo riunione si consolidato tanto da far pensare agli organizzatori di non far spegnere
questa fiamma sperando di alimentarla e accendere il fuoco dei diritti nel nostro Paese. Questo movimento nasce meticcio ed orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i pi deboli. La domanda chiara: Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo dimmigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno e a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?. Quando si parla di razzismo e di discriminazione si toccano i diritti e negare i diritti significa, di fatto, negare la libert e il benessere individuale. Nel lungo periodo oltre al danno economico, culturale e intellettuale questo accresce il problema, fin troppo strumentalizzato, della sicurezza. Sono premesse queste, che hanno
consentito al Primo Marzo di raccogliere adesioni in modo trasversale e da ogni tipo di aggregazione. Tra le principali possiamo citare lARCI Milano, Emergency, il Partito Democratico, i Giovani Democratici Lombardia, LegaAmbiente, il Movimento Umanista, il Movimento a cinque stelle Lombardia, il Partito dei Comunisti Italiani, il Partito Socialista Italiano, il Sindacato dei Lavoratori Intercategoriale, Sinistra Critica, Sinistra Ecologia e Libert, il Partito di Rifondazione Comunista (dipartimento immigrazione) e Peacereporter (partner ufficiale delliniziativa). Come Prometeo che rubava il fuoco agli dei per donarlo alluomo ora tocca al Movimento Primo Marzo accendere le speranze per il riconoscimento dei diritti a tutti i cittadini stranieri presenti nel nostro Paese e in Europa. Il viaggio appena cominciato.
dalto fusto, resta sconosciuto e inutilizzato dentro laffollato centro storico della citt; e ci avviene perch mancata lintenzione, la capacit, o meglio la volont del Comune di ascoltare le ragionevoli proposte di generose madri piene di buona e sincera volont. Se si volesse offrire a tanti giovani sportivi un sistema capillare e diffuso di campi da gioco e di palestre, il Comune dovrebbe addossarsi il costo delle costruzioni, mentre i volontari potrebbero assumersi il compito della gestione. Esiste a Milano, presso Porta Volta, il Piccolo Circo: una scuola di esercizi ginnici e di giochi acrobatici destinata esclusivamente allinfanzia. La scuola vive del contributo versato dai genitori, e si sostiene con linsegnamento fornito da giovani istruttori. Il Comune non sembra voler facilitare lattivit del Piccolo Circo; anzi recentemente ne ha imposto lo sgombero dallattuale sede, e il trasferimento in altra zona della citt, meno accessibile e meno servita. Non questo il modo di sostenere il volontariato. In vista di un pi ampio sviluppo della vita culturale della citt laiuto richiesto al Comune per il Piccolo Circo, dovrebbe essere dato ai giovani anche per altre attivit connesse allo spettacolo, alla musica e allarte. Tutti conoscono laffronto perpetrato dal Comune ai danni dellAssociazione Italia Nostra; alla quale stato tolto, per ragioni poco limpide, la gestione del Parco delle Cave. Il Parco, nel corso dellultimo decennio, era cresciuto su terreno di propriet comunale, e si era sviluppato e abbellito per merito dei giovani di Italia Nostra, appassionati e competenti prestatori di lavoro volontario. Intollerante della loro autonomia ideologica, il Comune ha estromesso i bravi volontari, ed ha trasferito la gestione del Parco ad associazioni di
orientamento politico affine a quello dellattuale maggioranza consigliare. Una collaudata e lunga cooperazione tra Ente Pubblico e volontariato viene cos brutalmente soppressa. Dai cittadini non sono richiesti solo luoghi di divertimento e di svago; si desiderano anche luoghi di studio, di lettura, di conversazione; questi potrebbero essere insediati nelle biblioteche di quartiere oggi non sufficientemente utilizzate per colpa di orari insoddisfacenti e di spazi inadeguati. Il contributo fornito da squadre di volontari nelle funzioni di controllo e di gestione permetterebbe di trasformare le biblioteche di quartiere in centri di studio e di dibattito culturale. Occorre tuttavia che alla promozione e al sostegno dellEnte Pubblico, si accompagni il lavoro e lo slancio dei volontari privati. Unattivit culturale diniziativa privata, affermatasi recentemente con grande successo, il ciclo di dibattiti periodici organizzato dallarch. Emilio Battisti nel suo studio professionale. Iniziato come occasione dincontro fra pochi amici, il ciclo diventato via via pi conosciuto, e ora frequentato da numerosi appassionati, desiderosi di ascoltare e di parlare. Non sembra che il Comune di Milano abbia dimostrato grande interesse per questa meritevole iniziativa di volontariato, n che si sia preso cura di sostenerla, incoraggiarla, diffonderla; e un tale disinteresse deludente e colpevole. Nellarticolo di Angela Cattaneo, pubblicato nel numero di Febbraio 2010 dalla rivista bimestrale PAESAGGIO URBANO, si commenta il quartiere di case popolari Villaggio del Sole, costruito presso Vicenza. Nellar-ticolo si fa riferimento al concetto di qualit della vita, cio allesigenza di spazi accoglienti e di luoghi urbani gradevoli allinterno del contesto urbano. Ma nel concetto di qualit della vita, oltre alla felice configu-
razione degli spazi, va anche inclusa ogni forma di attivit culturale e intellettuale che pu essere espressa dalla citt. Al Comune spetterebbe fornire e rendere disponibili gli ambienti e luoghi dove i giovani possano riunirsi e ritrovarsi; e i giovani da parte loro dovrebbero prestare lentusiasmo e lenergia, di cui sono ricchi, per assicurare una corretta gestione e conservazione dei luoghi a loro affidati. Avendo esclusivamente in vista futuri successi elettorali, il Comune ama promuovere grossi e appariscenti avvenimenti spettacolari, come linqualificabile ruota panoramica al Parco Sempione; oppure la dissennata canalizzazione dacqua tra Fiera di Rho e Darsena di Porta Ticinese: progetti grandiosi, inutili e del tutto estranei alle vere necessit della popolazione. I soldi buttati via dal Comune per riempire Piazza della scala di giganteschi lumaconi dal disgustoso colore vinaccia; o per allineare in via Monte Napoleone grottesche automobili di plastica trafitte da alberelli di Natale, sarebbero spesi meglio se venissero dirottati verso un programma di solidariet e di sostegno a tanti giovani volontari, e venissero rivolti a obiettivi di pi consistente utilit civica. Oggi tale il livello di diffidenza e di sfiducia verso le Istituzioni Pubbliche, che solo nella combinazione diniziativa comunale e di volontariato privato sta la speranza di poter offrire nuovi spazi dincontro, di ritrovo, di dibattito. Sarebbe un modo concreto per opporsi alla disastrosa tendenza, sempre pi dilagante, di privatizzare ogni funzione della vita collettiva, e di affidare esclusivamente a imprenditori privati la gestione di servizi urbani essenziali e insostituibili. Alla grave carenza delle strutture pubbliche, si deve aver fiducia nel prezioso aiuto offerto dal volontariato.
La gente sembra rassegnata o distratta, ma forse solo preoccupata dei propri problemi quotidiani, e il divario tra classe dirigente e popolazione sempre pi profondo. Per questo si sentono strane giaculatorie, ipocriti mea culpatra chi, fino a poco fa dichiarava che Mani Pulite era stata una guerra civilee aveva tentato una rivalutazione di Craxi, fino al recente tentativo di intitolargli una via. Questi ipocriti, intellettuali, sentendo puzza di bruciato, e temendo che il bubbone della corruzione possa scoppiare da un momento allaltro, con effetti devastanti sullintero sistema, corrono ai ripari, si smarcano dalle responsabilit, sono gi pronti a dichiarare ma io lavevo detto, io
non centro, perch avevo previsto la portata di questa deriva anticostituzionale, ecc ecc.. come se non si sapessero le loro connivenze col sistema! Travaglio, a cui non manca il coraggio di denunciare le ipocrisie dei potenti, dichiara che la Confindustria (cos prodiga di prediche anti-corruzione) il pi popoloso consesso di corruttori mai visto in natura, e la RAI di Minzolini non ha vergogna di dichiarare che Mills statoassoltodalla Cassazione anzich liberato per prescrizione! A Sanremo vince col televoto un pupillo della De Filippi e del suo programma Amici , mentre un Savoia raggiunge il (pi basso ?) livello di degrado affidando al televoto la popo-
larit della monarchia . Intanto le intercettazioni inchiodano tal Di Gerolamo, eletto al Senato, in conversazione con un mafioso in Germania, preposto a raggranellare voti di italiani allestero, e la dice lunga sugli onorevoliin Parlamento! Non ultimo a Milano la scoperta di un certo Pennisi del Pdl, mentre riceve una mazzetta, dietro Palazzo Marino, dal solito imprenditore a caccia di permessi edilizi. Ledilizia, appunto, oggi in piena espansione, grazie alla collusione politici-imprenditori, esplosa in tutta la Penisola e non solo a Milano, anche se qui se ne vedono gli aspetti pi devastanti. La presenza della criminalit organizzata, almeno a Milano, ormai un fatto accertato.
sere un segnale per un necessario cambiamento. Su questo punto opportuna una riflessione seria, basata su precisi elementi conoscitivi pi che su intuizioni o, peggio ancora, su nostalgie di un passato che sta svanendo.
E tempo di guardarsi in faccia e chiedersi se non sia necessario ripensare a un modello di gestione delle conoscenze e delle competenze un po meno anarchico e pi evoluto. Milano, che vive di produzione di servizi qualificati, ha bisogno di un
sistema dimprese pi robuste e internazionalmente competitive. Quello che dopo tutto stato fatto nel settore finanziario potrebbe avvenire anche in altri ambiti.
una normativa europea in materia di telecomunicazioni e pubblicit: introduce lobbligo di autorizzazione preventiva per quei siti che trasmettono immagini in movimento. In modo continuativo, stato aggiunto nella formulazione definitiva. Estendendo cos il concetto di media audiovisivo ai servizi di fornitura dimmagine tramite internet. Un primato per lItalia, che savvia ad esse-
re lunico Paese occidentale nel quale necessaria per questo tipo di servizi unautorizzazione preventiva. Ma si presentato un ostacolo: non si sa chi debba concedere lautorizzazione, lAutorit delle telecomunicazioni o il ministero. Ci si pu chiedere perch un sito internet che ospita i filmini delle gite in montagna di un visitatore dovrebbe chiedere unautorizzazione. Ma
non difficile intuire che non sono le gite in montagna il bersaglio, ma qualsiasi fonte dinformazione sostitutiva, per di pi televisiva. La concorrenza un tab in Italia, rischia di diventarlo anche la libera espressione. Sar noioso ripeterlo, ma evidente che, ancora una volta, allo stesso modo discutendo di politica o di mercato pubblicitario, ci simbatte nel conflitto dinteressi.
Lettera GILLO DORFLES E I SUOI CENTO ANNI VISSUTI BENE A MILANO Antonio Piva
La stampa si gi espressa sui migliori anni della sua vita intellettuale iniziata quando il pensiero della Gestalt, orientamento della psicologia della forma, era stato diffuso in Italia da pochi e persuasivi intellettuali sostenitori della percezione che coglie totalit strutturate secondo forme globali. Alla conferenza stampa, organizzata per lapertura della mostra dedicata alla sua opera di pittore Gillo Dorfles lavanguardia tradita, i toni si sono accesi per una laudazio che parsa quasi sopra le righe perch riferita quasi esclusivamente alla produzione artistica sconosciuta ai pi e poco riferita alla critica che Dorfles ha esercitata nei molti settori che ha indagato. Luigi Sansone che ha curato con passione lordinamento della mostra ha parlato di circa tremila opere che giacciono ora catalogate e ordinate, tutte compatte e pronte a spiccare quel volo che la nuova critica sapr spingere in giro per il mondo oppure pronte per essere donate. Quelle stesse opere che in passato erano state contestate e ignorate, come ricordava Dorfles stesso, ora riscuotono un nuovo interesse e sottolineano che i tempi sono cambiati e che spesso basta saper aspettare. La critica si aggiorna, mutano le sue prospettive e qualche volta le sue complicit. Pittura, architettura, design, moda, fotografia, filosofia, estetica, sono state discusse e diffuse dal grande vecchio e raccolte in saggi come Le oscillazioni del gusto, Nuovi riti, nuovi miti, Il Kitsch per citare i testi pi noti della sua vasta produzione. Queste stesse discipline sono state insegnate in tempi diversi con continuit lungo un percorso che ha raggiunto i cento anni e non mi risulta abbiano mai spaventato questa figura elegante, eretta nel portamento, disponibile, attenta alla comunicazione accompagnato da discepoli che ne garantiscono la continuit del pensiero. Colpisce la capacit di accettare ladulazione, o di fingere, colpisce quella sua presenza costante e continua in tutte quelle occasioni in cui il suo nome viene assunto come garanzia anche del successo degli altri. Colpisce la sua stessa resistenza fisica che gli consente ancora il dono dellubiquit. Gli amici che non ci sono pi amabilmente lo chiamavano il Gillo parlante perch non lesinava unopinione o la battuta appropriata su qualunque argomento. Nutro una grande simpatia per le persone anziane e gli interrogativi che mi pongo in questo caso sono in parte dovuti allanomalia rappresentata da Gillo Dorfles rispetto ai pi che, assai pi giovani spesso, a un certo punto hanno cessato di scrivere, di dipingere di farsi vedere. Hanno preferito uscire dal mondo ufficiale e ritirarsi a Gerusalemme per dedicarsi in silenzio allo studio e in parte allosservazione dellesistenza e di un s, consumato e frastornato dagli accadimenti difficili e logoranti. Vi sono scelte diverse, tutte possibili, lecite e degne di rispetto. Il Sindaco di Milano nel suo intervento ha elogiato la figura del pittore e delluomo di cultura come pure la Presidenza della Repubblica ha inviato il suo saluto e i suoi apprezzamenti. La tavola degli oratori si unita plaudente attorno allintellettuale milanese di cui tutti si sono dichiarati fieri. Ma tutto questo non sembra un poeccessivo?
Speciale elezioni 1 DELLA LEGA E DEL SUO MODESTO PESO Walter Marossi
Il 20 giugno del 1993 viene eletto sindaco di Milano il leghista Marco Formentini. Il 3 giugno del 1994 diventa presidente della regione Lombardia il leghista Paolo Arrigoni. Nel 1994 presidente della provincia di Milano il leghista Massimo Zanello. Mai nella storia democratica della regione un partito aveva avuto una cos ampia concentrazione di potere. Mai una cos ampia concentrazione di potere svan nella pi totale indif-
10
ferenza, senza lasciare segni duraturi del suo amministrare. Questa insignificanza realizzativa e questa mancanza di leadership tuttavia non hanno affatto penalizzato la Lega in termini elettorali. Anzi. La Lega prende alle regionali del 95 935000 voti il 17,7%, 700000 voti alle regionali del 2005 con il 15,8%, ma alle europee nel 2009 il 22,7% con 1220000 voti; una percentuale vicina a quelle delle politiche e che riporta in valori assoluti alle elezioni del 1990 quando alle regionali prese 1200000 pari al 19% circa. Il trend guardando le ultime tornate in crescita ma in modo incostante e contraddittorio. La Lega ottiene il massimo dei suoi consensi alle elezioni in cui concorre/compete con Berlusconi, quasi a essere identificata come un correttivo al berlusconismo da parte di elettori comunque orientati verso il centrodestra. Non il federalismo o il ciarpame celtico a portare voti ma lidea che la Lega sia pi rigorosa dei berlusconiani. In assenza di Berlusconi, per esempio alle elezioni comunali, quando entrano in gioco altri soggetti e altre leadership la Lega subisce un calo di voti. Alle elezioni comunali prende mediamente meno che a quelle politiche non superando in nessun capoluogo di provincia il 15% (eccetto Varese, dove guarda caso aveva il candidato a sindaco): 14,9% comunali di Bergamo, 9,8% Sondrio, 3,7% Milano, all11 % di Cremona, 10,4% a Pavia, il 10,8% di Como, 8,7% di Monza, Lecco 13,8%. Se mettiamo in relazione il voto amministrativo pi recente a quello delle europee dello scorso la Lega alle amministrative a meno 5% a BG, a meno 20% a Sondrio, a -8% a Milano, -4% a Cremona, -4% a Pavia, e via dicendo. E pur vero che paragonare elezioni differenti svoltesi in anni differenti privo di qualsiasi elemento di correttezza scientifico accademica, ma serve ad avvalorare la mia convinzione che il voto alla Lega fondamentalmente un voto dopinione con forti escursioni. Il voto di appartenenza poca cosa. Amministrativamente parlando quindi la Lega ha un peso che pur non essendo trascurabile non neppure
determinante o per lo meno non lo pi di altri considerando anche che vi uno squilibrio geografico tra aree urbane e periferia nel voto leghista a tutto favore delle seconde. Squilibrio anchesso modificatosi con il tempo, vale la pena rammentare che a Milano alle elezioni del 1993, la lista della Lega prese 308562 voti pari al 40,9%, quasi il totale dei voti presi dalla coalizione Moratti 4 anni fa. Dalla sconfitta di Formentini la Lega ha scelto di rinunciare a chiedere il posto di sindaco/presidente per avere in cambio pi posti di assessori e di potere, una politica che nella prima repubblica era appannaggio del PSDI. La sua presenza nelle giunte non ha minimamente inciso sulle scelte di fondo, siano esse quelle delle infrastrutture, del rapporto pubblico/privato, della sussidiariet etc. Tant che quando casualmente un amministratore leghista andava in rotta di collisione con il sistema di potere, vedi ad esempio lex assessore C, veniva dimissionato. Le accuse di C, oggi vicino all'IDV ai suoi ex colleghi di giunta sono feroci e argomentate ma la Lega lha cancellato, come in passato capitato a tanti altri. Questa militarizzazione della Lega stata quasi sempre spiegata con la volont di Bossi di evitare la nascita di correnti organizzate e di perdere il controllo sulla struttura. Personalmente dubito che sia cos. Pi banalmente Bossi non vuole che le vicende amministrative pesino su quelle politiche se non come deterrente. Gli importa poco in sostanza di quello che fa Formigoni, gli importa di poter condizionare in senso federalista Berlusconi, (bilanciando il peso di quelli che considera i suoi veri avversari: nazionalisti, statalisti, sudisti) minacciando linstabilit delle giunte, che poi esattamente come faceva il PSDI non cadono mai; anzi lunico sindaco dimissionato dalla propria maggioranza stato il sindaco leghista di Lecco. La politica della Lega nelle amministrazioni si in questi anni limitata a unattivit propagandistico/declamatoria il cui esempio pi riuscito il consigliere Salvini a Milano. Bossi esattamente come Casini sa che una parte consi-
stente dei suoi eletti nelle amministrazioni sono indifferenti alle scelte politiche e forse anche al colore della coalizione, vogliono solo amministrare; mentre sa che i suoi elettori, esattamente come quelli di Casini (in Lombardia) sono pi interessati alla politica, alle scelte di fondo, alle amministrative votano con maggiore libert. Paradossalmente la pensa come Berlusconi, che considera gli amministratori locali un impiccio, perch convinto che i voti arrivano quando c lui, anche se solo in effige. Questa debolezza/indifferenza della Lega sul versante amministrativo abbinata alla analoga parziale debolezza del pdl, aveva in questi anni consentito al centro sinistra, pur minoritario in termini di elettorato dopinione di mantenere un consenso pi forte alle elezioni locali. Con le ultime tornate amministrative non pi cos. Le sconfitte a BG, Cremona, Lodi, Pavia, Brescia, hanno pressoch cancellato il centrosinistra dalle giunte lombarde, e gli stessi leghisti cominciano a guardare con occhio diverso al ruolo dei leader locali. Questo non avviene ancora in Lombardia ma altrove s, pensate a Cota e Zaia. Perch vi sia questa evoluzione non saprei dire, forse come in molti nel pdl si preparano al dopo Berlusconi per le stesse ragioni nella Lega ci si prepara al dopo Bossi; forse la sconfitta del centro sinistra pi opera delle sue confusioni che dei mutamenti nel cd; forse la qualit degli amministratori del centro sinistra si abbassata; forse solo sfiga. Per il centro sinistra questo passaggio tuttavia fondamentale se vuole evitare una bavarizzazione della Lombardia. Se allelettorato dopi-nione si salda una valutazione positiva dellagire amministrativo del centro destra questo governer per lustri. Diventa quindi fondamentale disarticolare sul nascere questa saldatura sapendo che la competizione con la Lega non avviene sui programmi ma sui candidati, sulla loro capacit di andare oltre il sistema partiti, di aggregare voti anche solo sulla propria bella faccia. Bello o brutto che sia il presidenzialismo questo. Dopo le regionali sar il caso di ricominciare
11
nare gi adesso.
12
Giorgio Properzj
Gregorio
Praderio
RUBRICHE
MUSICA
Questa rubrica curata da Paolo Viola rubriche@arcipelagomilano.org
14
TEATRO
Questa rubrica curata da Guendalina Murroni rubriche@arcipelagomilano.org
Lev.
Da comunicato stampa: Lev Zasetky un soldato russo che viene colpito alla testa da un proiettile. Siamo nel 1943. Da allora, perduta la memoria e con quella la propria identit, lesistenza di Lev una lotta quotidiana per restituire un senso a quel mondo infranto che lui, non pi in grado di ricordare il passato n di rapportarsi al presente, vede manifestarsi davanti ai suoi occhi come un insieme disordinato dimmagini e sensazioni. La sua storia, giunta attraverso il racconto di un neuropsichiatra russo, Alexander Lurja, che lo ebbe in cura, e attraverso il diario che Lev tenne fino al 1958, la base di partenza dello spettacolo dei Muta Imago. Giovane compagnia romana, portatori sani di sperimentazione teatrale, i Muta Imago concludono il loro soggiorno milanese con Lev al Teatro i in scena fino al 28 febbraio. Ora, quello che si legge da comunicato, sinceramente, non si vede del tutto. Nello spettacolo non c parola se non quelle registrate. tutto movimento, suono e scena. Si capisce che luomo Lev, si capisce che cerca qualcosa, si capisce che non ha memoria, si capisce che c stata una guerra, o che c ancora, o che nella sua immaginazione.Allora ci siamo quasi. Dopo lultimo articolo su Berlino, ci ritroviamo comunque sempre l, perch la compagnia stessa ha avuto modo di lavorarci pi volte, nello specifico anche nella gi citata Sophiensaele. Brezza daria, nientaltro da dire, brezza daria. Punto. Le immagini forti, la scenografia semplice ma sicuramente complicata da usare, sia per lomino che tira le corde, sia per lattore e la sua millimetria scenografica. (Momento contemporaneo = Momento ironico). Si hanno in testa due cose quando si va a teatro per poi dover scrivere qualcosa sullo spettacolo che si visto. La prima: per chi si sta scrivendo. La seconda: tenersi da parte. Risposte alle due cose in testa. Alla prima: si sta scrivendo per chi va a teatro o vorrebbe andarci, mantenendo come linea quella di proporre spettacoli nuovi e giovani. Alla seconda: s ma a volte non facile. Per si cerca di mantenere la promessa. Dunque visto che stavolta ci stata offerta tanta ciccia, bisognerebbe essere onesti e non mantenere la promessa della seconda risposta. Chi ha voglia di vedere cose nuove e giovani (prima regola) vada sul sito della compagnia e li rincorra un po in giro, magari su un calesse a motore, con di fianco un album di famiglia. Eccolo qua: http://www.mutaimago.com/ e notare bene il progetto su Napoli. Per quanto riguarda il tenersi da parte, questa volta non sar rispettata la regola. S, va bene, tutto lo spettacolo va pi che bene. A differenza di molti questo riesce a sorprendere. Il punto che sembra sia in potenza, in altre parole ci si aspetta altro, molto di pi. Non per niente una cosa negativa, anzi. Ci si aspetta qualcosa di ancora pi nuovo, una data sul calendario. Perch (e qui sicuramente non stiamo rispettando la seconda regola) per essere un fenomeno italiano molto, molto avanti. Come gran regalo ai Muta Imago, tutti gli spettatori avrebbero dovuto chiedere allattore, al drammaturgo e alla regista di salire sul palco, girarsi, piegarsi in avanti e con un regal calcio nel di dietro avrebbero dovuto mandarli nel futuro, con una bandiera nazionale di quelle bianche, neutre. Cosa c da vedere questa settimana: Per linaugurazione dellElfo Puccini, il 6 marzo, dalle ore 16 fino a mezzanotte nella sala Shakespeare va in scena ledizione integrale di Angels in America, Si avvicina il millennio e Perestroika, un evento che include in ununica giornata la prima e la seconda parte dello spettacolo pi applaudito e premiato della compagnia dellElfo. La seconda replica dello spettacolo avverr il 7 marzo. Mathilde, di Veronique Olm, regia di Lorenzo Loris l8 marzo al Teatro Out Off. Dopo 3 mesi passati in prigione per aver avuto una relazione sessuale di mutuo consenso con un minorenne consenziente, Mathilde torna nella casa in cui ha vissuto con il marito. Mathilde aveva tentato di sfuggire alla monotonia degli anni, al grigiore del matrimonio usurato dal tempo, attraverso la ricerca del desiderio puro. Al suo ritorno, stanca e distrutta dalla solitudine. Mathilde affronta una notte tormentata con il marito: rancori, insuccessi, e illusioni infrante vengono a galla. Una notte che aprir la speranza di una rinascita della coppia. Canzone al vangelo, di Cristian Ceresoli, fino al 7 marzo al CRT Salone. Canzone al Vangelo uno spettacolo, ma si guarda e si ascolta come se fosse una canzone, una canzone che dura appena pi di unora. Unora in cui si canta e si racconta una storia. E quando si canta e si racconta questa nuova storia, il pubblico balla e si emoziona. E ride. E molte volte si commuove. Canta in coro. Dice: ooooh. una festa. Canzone al Vangelo rappresenta una nuova forma di spettacolo tra letteratura, musica e teatro. Fra cinema e teatro per i diritti delle donne. Proiezione del film Il canto di Palma di Claudio Llosa e letture da Simone de Beauvoir, mercoled 3 marzo allo Spazio Oberdan.
15
Arte
Questa rubrica curata da Michele Santinoli
Nudo per Stalin. Il corpo nella fotografia sovietica negli anni Venti.
Nudo per Stalin la mostra di fotografia storico artistica, prodotta dal Comune di Roma e presente a Milano fino al 30 marzo 2010, nell'ambito delle commemorazioni per il ventennale della caduta del Muro di Berlino. Attraverso 71 fotografie realizzate dai pi grandi fotografi russi del Novecento, questa mostra si pone lobiettivo di studiare la perenne antitesi tra libert despressione e potere politico. La mostra si colloca temporalmente tra linizio degli anni Venti e il culmine del regime staliniano, nella seconda met degli anni Trenta. I fotografi pittorialisti degli anni Venti (Grinberg, Eremin e Zimin) rappresentavano nudi femminili sia come soggetto idoneo a esplorare le possibilit di movimento, sia allinterno di paesaggi dai toni quasi impressionisti. I risultati di questi studi furono esposti nelle quattro mostre dellArte del Movimento che si tennero a Mosca tra il 1925 e il 1927. Con linasprirsi del regime negli anni Trenta le raffigurazioni di nudi furono sottoposte a restrizioni e censure da parte dei vertici politici. Fotografi prima acclamati, come Grinberg, furono internati in campi di lavoro perch accusati di trasgredire le disposizioni di Stalin in materia di corpo. Questo non doveva pi essere uno dei tanti temi studiati dalla fotografia, ma doveva invece adattarsi alle esigenze propagandistiche sovietiche. Il corpo umano viene ora ritratto non pi come singolo individuo, ma come membro di una collettivit che, nelle grandi parate imposte dal regime, vuole esaltare il suo dittatore attraverso pose acrobatiche, piramidi umane e posizioni ginniche. Gli uomini rappresentati sono portati a modello di bellezza, salute e forma fisica, contribuendo alla costruzione dellimmagine del cittadino sovietico ideale, ornamento per le gigantografie del dittatore (come nelle fotografie di Rodenko). Chiudono la mostra alcune lettere autografe di Grinberg che, dopo la sua prigionia, testimoniano le difficolt di reinserimento nelle grazie del regime. Nudo per Stalin. Il corpo nella fotografia sovietica negli anni Venti. Fondazione Luciana Matalon. Foro Bonaparte, 67. Orari: da marted a sabato 10-19. Ingresso libero. Fino al 30marzo.
Steve McCurry. Sud Est. Palazzo della Ragione. Piazza Mercanti, 1. Orari: da marted a domenica 9.3019.30. Gioved 9.30-22.30. Luned 14.30-19.30. Biglietti: intero 8; ridotto 6,50; ridotto speciale adulto e bambino 10. Fino al 21 marzo.
Roy Lichtenstein. Meditations on art. Triennale di Milano. Viale Alemagna, 6. Orari: 10.30-20.30, luned chiuso. Gioved e venerd 10.3023.00. Biglietti: intero 9; ridotto 6,50 o 5,50. Fino al 30 maggio.
CINEMA
Questa rubrica curata da Simone Mancuso
usa il racconto degli anni di presidenza della Repubblica sudafricana di Mandela, e la sua intuizione sulla potenzialit politica di una squadra, i verde-oro, e uno sport, il rugby, per parlare della rinascita di un paese, che porta in se i problemi di qualsiasi altro paese che affronta un cambiamento. E lo fa tramite una regia perfetta ed elegante, come al solito, e un riuscitissimo adattamento dal libro Ama il tuo nemico di John Carlin, con la sceneggiatura di Anthony Peckham. Fotografia affidata al fedelissimo Tom Stern. Ben due le candidature all'oscar 2010, l'impeccabile Morgan Freeman nei panni di Mandela come attore
protagonista e il capitano della nazionale sudafricana Matt Damon, per la categoria di attore non protagonista. Forse avrebbe meritato la candidatura anche per la sceneggiatura, ma visti gli altri candidati, va bene cos. Nella produzione, ovviamente come ormai di consueto a Hollywood, figura il regista, mentre nella produzione esecutiva, c' la partecipazione di Morgan Freeman. Evidentemente l'avere anche un peso economico e quindi decisionale sul set, ha influenzato molto sulla libert d'espressione del suo personaggio, fruttandogli la candidatura.
cologisti, a quelli new-age verso lenergia della terra madre che porta equilibrio, ecc Su di un soggetto cos corposo, forse si poteva sviluppare una sceneggiatura un po pi studiata, perch la sensazione che sia stata tralasciata a favore di unattenzione maggiore verso tutta la parte tecnologica e la regia del film. Forse affiancarsi di un altro sceneggiatore sarebbe stato utile. Tecnologia che stata applicata in maniera massiccia, come forse mai prima, a favore del tridimensionale, con luso di una macchina da presa innovativa, la fusion-cam. E una camera, progettata tra gli altri dallo stesso Cameron, che permette di girare le scene con gli attori, riuscendo ad integrare nel monitor della stessa camera il 3D, in maniera che il regista possa vedere contemporaneamente, la scena che sta girando nellambiente tridimensionale. Questa una delle tante rivoluzioni che il 3D ha portato nel modo di fare i film, quindi non solo nella visione, ma anche nella costruzione della stessa. Cameron dimostra, ancora una volta, di essere uno dei pi capaci registi e produttori cinematografici che ci sia
no oggi nel mondo, confezionando un prodotto di due ore e quaranta minuti, senza un momento di pausa(a parte quella forzata che fanno i peggiori cinema per vendere pop-corn), che anzi per come si sviluppa il film, ho trovato anche corto, si poteva estendere un po di pi la sceneggiatura, sviluppando ci che avviene dopo il finale. Gli attori hanno tutti fatto un grandissimo lavoro, sostenuto, ovviamente dal gande lavoro registico, soprattutto lattrice che interpreta Neytiri, Zoe Saldana, magnifica nel dare al suo personaggio tutta la sensualit selvaggia che solo unafroamericana avrebbe potuto dare in quel modo. Da tenere docchio nel cast di questo film il direttore della fotografia Mauro Fiore, il cui lavoro lo ritroveremo nel 2010 con il film sullA-Team. Ancora una volta James Cameron riesce a colonizzare il nostro immaginario, ed in questo caso anche la nostra modalit di visione, senza darci scampo ne scelta di fuga, come fece molti anni fa con Terminator, lasciando un traccia sempre pi indelebile nella storia del cinema.
Gallery
18
19