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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 12
5 maggio 2009 dizione stampabile in pdf

Sommario Editoriale LBG TRA DEGRADO E PAURA. COME USCIRNE Approfondimenti Pietro Cafiero MITOLOGIA DEL DEGRADO Carneade - *** - EXPO 2015. SE NON LUCIANO STANCA, CHI ? Metropoli Matteo Bolocan G. DEGRADO URBANISTICO. TRA LEMMA E DILEMMA Dal Palazzo - admin LE SETTIMANE DEI COMUNICATI DI PALAZZO MARINO DallArcipelago Emilio Battisti MILANO EXPO 3015. UNA PETIZIONE Lettera Letizia Gonzales DEGRADO NELLINFORMAZIONE Sanit Piera Landoni MILANO E LA CURA INTERROTTA Citt e Societ - F. Beltrami Gadola DEGRADO A MILANO

Editoriale TRA DEGRADO E PAURA. COME USCIRNE L.B.G.


Conta di pi la realt o la percezione? Lera berlusconiana privilegia la percezione, fatto emotivo, largamente influenzabile dai media. Ma anche il mito percettivo ha i suoi limiti nel conflitto tra virtuale e reale: guardando la televisione e quel che ci mostra - fatta eccezione di qualche telegiornale che non riesce proprio a nascondere la realt - saremmo indotti a pensare che viviamo nel migliore dei mondi. Il risveglio, quando c, amaro: come quando la percezione del degrado coincide con la realt. Ma cosa per noi il degrado? la realt doggi confrontata con ieri ma anche il tradimento delle aspettative. In questa societ, drogata dal mito dellequivalenza tra crescita economica e progresso, ci accorgiamo che la qualit della vita, nelle grandi come nelle piccole cose, diminuita. La valutazione del degrado fatta sempre per confronto e questo ne rende diverso lapprezzamento per le diverse generazioni. Chi oggi ha settantanni si rapidamente adattato allarrivo della televisione, poi del fax, e poi via via a Internet e ai telefoni cellulari. Ma si ricorda bene le strade pulite, la sua scuola elementare, i rapporti sociali degli anni del dopoguerra, il verde milanese, larrivo del nuovo Codice della strada e le righe pedonali, luniversit, per chi la fatta, e il traffico in citt. Chi nato cinquantanni dopo ha aperto gli occhi sui marciapiedi dissestati, sui muri pieni di graffiti, ha fatto fatica ad andare allasilo, si trovato una scuola dissetata e travolta da continue riforme, ununiversit che non gli ha dato prospettive di lavoro ma, bisogna dirlo, anche una sanit che non lascia fuori nessuno. Ha trovato come normale la droga, la

violenza urbana, ha trovato il razzismo e lantisemitismo senza avere il vaccino dellantifascismo. Ha trovato tutto questo e da l parte il suo confronto ma, malgrado questo, percepisce il degrado anche nel breve ambito della sua vita forse pi come delusione rispetto alle aspettative. Un discorso a parte va fatto sui rapporti tra degrado e paura, in particolare paura degli immigrati. La paura un vecchio strumento di governo. Dalla paura dellinferno alla paura dei barbari, alla paura delle epidemie e oggi incrocia il senso di degrado indotto rispetto a una sorta di Paese felice che in realt non c mai stato. Paura e degrado sono sensazioni che vanno combattute perch tendono a frantumare la societ a dividere ed emarginare. Ma come? Per la paura il discorso complesso, si fa politico, entra nella sfera della competizione per il potere e delle sue armi lecite e illecite, democratiche e no. Per il de-

grado la strada pi semplice e ci riguarda da vicino: dobbiamo diventare predicatori di civilt. Ritrovare la civilt delle cose fatte bene, del far bene il proprio mestiere, del pretendere che altri lo facciano, del non rassegnarsi allindifferenza ma anche insegnando a figli e nipoti a vedere e non solo a guardare quello che ci circonda. Ma non ci si deve fermare l. Esiste un ruolo attivo, quello delle associazioni di scopo, dei comitati, dei gruppi organizzati di cittadini, di chi non si limita a protestare, ma va la domenica a ripulire le sponde di fiumi. Il volontariato, ecco, che il vanto di una societ civile ma anche la dimostrazione di una classe politica di governo al di sotto di ogni aspettativa: pi un governo incapace di provvedere alle necessit dei cittadini, o a tutelare la qualit della loro vita e pi volontari ci vogliono. LItalia.

Approfondimenti MITOLOGIA DEL DEGRADO Pietro Cafiero

Dovendo trattare largomento del degrado con un occhio rivolto verso Milano, facile scadere nella demagogia, magari accompagnata da un po di retorica e di moralismo ipocrita. Basta dire che le periferie sono degradate, che i parchi e i giardini pubblici sono pericolosi e mal frequentati, che le facciate dei palazzi sono deturpate da tag e graffiti dei writers, e cos via. Digitando in un motore di ricerca le parole degrado e Milano, i primi dieci link rimandano a notizie di quotidiani online e blog con titoli di questo genere: Degrado a Milano, dai navigli a piazza Duomo, Rapine, clandestini e teppisti: Niguarda ostaggio del degrado, Milano Santa Giulia: degrado e incuria. La denuncia degli abitanti, Via Ferrante Aporti a Milano: degrado, siringhe e rifiuti, etc. Questo il degrado percepito, soprattutto dai cittadini, e amplificato dai media. Ma forse meglio partire da una definizione del termine, per inquadrare un concetto altrimenti troppo generico e abusato. Cos il degrado?

Partiamo dalletimologia. Degrado deriva dal latino gradus (scalino, ma anche rango, dignit) con la particella de che indica un movimento dallalto in basso. Il primo significato quello di discesa, calo, ma nellaccezione pi comune sta a significare una situazione problematica, di perdita di dignit. I dizionari specificano che degrado si usa principalmente in relazione a un ambiente, a un luogo. Il De Mauro specifica: rovina, decadimento, degradamento, degradazione, deterioramento; (di costumi, morale) abiezione, abbrutimento, imbarbarimento, immiserimento, scadimento. Nel Sabatini Coletti troviamo un riferimento preciso: situazione di abbandono, di incuria, deterioramento: d. delle campagne. Lo Zingarelli oltre alletimo indica anche la data in cui comparso il termine nella lingua italiana: (1858) degradazione, deterioramento, spec. con riferimento a fattori sociali, urbanistici, ecologici. Questioni di percezione A prescindere dalle definizioni, il concetto di degrado non poi cos scontato. Vediamo alcuni esempi considerando recenti fatti di cronaca e vicende ben note.

Nei giorni scorsi si tanto parlato dellordinanza anti-kebab, per impedire gli assembramenti di fronte ai negozi che vendono questo alimento. Per alcuni, compresa lamministrazione, questi negozi sono causa di degrado e disturbo, per altri sono un elemento di arricchimento culturale e di integrazione. Probabilmente sono vere entrambe le affermazioni. La riqualificazione di unarea dismessa generalmente percepita come una trasformazione tesa a risolvere un problema, ma se chiediamo ad alcuni degli abitanti della zona Fiera cosa pensano di City Life, ci diranno che quel progetto non elimina il degrado, ma ne introduce in quantit proporzionale ai volumi costruiti. Ora che si avvicina la bella stagione non viene voglia di uscire la sera per fare quattro passi, magari sorseggiando un cocktail (la Milano da bere stata sostituita dalla Milano degli happy hour, ma la perizia dei barman la medesima) o una birretta in compagna? E quale luogo migliore per questo delle alzaie dei navigli, uno dei pochi paesaggi pittoreschi e un po bohmien che offre il capoluogo lombardo? Vie dacqua e persone a passeggio. Cene sui barconi e un cornetto appena sfornato sotto la serranda di un panettiere. Vitalit, attivit commerciali aperte fino a tardi, economia che gira, melting pot, non sono forse modi per contrastare il degrado di luoghi che altrimenti soffrirebbero di abbandono? La risposta positiva dobbligo, peccato che i residenti non gradiscano tutto questo fermento. Anzi sostengono che la semina di bottiglie o bicchieri di plastica che trovano al mattino sia indice di degrado, cos come il rumore fino a tarda ora. Punti di vista? Il degrado delle periferie Ai flussi migratori, che dal dopoguerra fino agli anni 60 portano in citt migliaia di nuovi abitanti da tutte le regioni dItalia, generando il fenomeno delle coree, si risponde con un piano di edilizia economica e popolare (INACasa, IACP), a firma anche di importanti architetti (Lingeri, Bottoni, Figini, Pollin, Ponti, tra gli altri). Alla fine del periodo del boom economico (met degli anni 70) le industrie milanesi, in molti casi interne alla citt, chiudono e diventano aree dismesse. E al degrado generato da queste aree ex industriali si

aggiunge quello dei quartieri popolari, nati in ragione di quelle industrie. Un degrado urbano (le lunghe teorie di casermoni, fitti e monotonamente uguali), architettonico (la scarsa manutenzione del Comune e la poca cura degli abitanti nei confronti di edifici di per s modesti) e sociale (disoccupazione, delinquenza, bande giovanili). Ovviamente la vicenda pi complessa, ma per comprenderla si rimanda alla molta letteratura sullargomento. Per comodit di ragionamento diamo per acquisito che in periferia questi fenomeni di degrado siano pi consistenti che in altre parti della citt (e ci decisamente opinabile), ma altrettanto vero che proprio in questi luoghi sono in atto le trasformazioni pi interessanti, finalizzate a contrastarli. Le riqualificazioni delle aree dismesse nella maggior parte dei casi introducono un miglioramento, rispetto allo status quo. Vi sono esempi interessanti. La sede del Politecnico in Bovisa ha modificato un quartiere storicamente problematico, non solo con linsediamento fisico delluniversit, ma generando una ricaduta positiva nei dintorni. La nuova Triennale, lIstituto Mario Negri, gli studi di Telelombardia, sono la punta di un iceberg fatto di residenze universitarie, piccoli negozi, copisterie, bar e ristoranti che hanno iniettato nuova linfa in un tessuto moribondo. Tutto ci non riuscito agli operatori della Bicocca e del PRU Rubattino, che hanno sostituito, in misura diversa, un degrado postindustriale con un degrado urbanistico, architettonico ed estetico. E non bastano un teatro o un centro commerciale per trasformare enclave neghittose in pezzi di citt. C anche chi ha provato la strada del lusso in periferia, ma con alterna fortuna. Se a Milano 2 lidea ha funzionato, pur con tutti i limiti del caso (il ghetto per borghesi, la carenza di collegamenti con la citt, ecc), lo stesso non si pu dire per Santa Giulia. Non sufficiente proporre appartamenti a caro prezzo, selezionando cos il target degli abitanti, per eliminare il degrado. Anzi. In attesa di conoscere i destini dellarea e di sapere se le residenze di Sir Norman Foster verranno mai edificate, ci limitiamo a registrare proprio lo stato di degrado ambientale che circonda i palazzi gi realizzati e venduti.

Il degrado quotidiano C un degrado pi banale, che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi senza quasi vederlo, a causa dellabitudine. La scarsa manutenzione delle strade, che trasforma Milano in una gigantesca pista da motocross dopo ogni pioggia. Il parcheggio selvaggio in doppia fila o sui marciapiedi, forse anche legittimato da una cattiva politica sulle infrastrutture e sui mezzi pubblici. Lo stridente contrasto di una Stazione Centrale, che si rifatta il trucco, tra marmi, parapetti high-tech, e rampe mobili (tutto molto nuovo e molto bello, per carit, ma avete provato a prendere un treno? Dal piazzale ai binari il percorso ora molto pi lungo e tortuoso rispetto a prima), ma che fuori presenta lo stesso incompiuto scenario di varia umanit, criminalit spicciola e viabilit disordinata. Ci si lamenta della prostituzione nelle strade, che genera degrado, ma si fa finta di non sapere che dove c offerta c anche domanda. Via Paolo Sarpi considerata la Chinatown meneghina e da anni il Comune e i pochi residenti indigeni si battono per trasferire altrove le attivit dei commercianti cinesi. S, ma dove? In una zona periferica, ovviamente. Nellottica di contrastare il degrado trasferendolo in zone meno scomode, nascondendo la polvere sotto il tappeto. Guai a parlare di integrazione e di mixit. Il degrado sottile C infine un degrado meno ovvio, ma altrettanto significativo. Fino a pochi anni fa si andava al cinema in centro. Corso Vittorio Emanuele era un unico enorme multisala allaperto. Con bar e negozi sotto i portici. Poi la comparsa dei nuovi multisala in periferia o nellhinterland ha gradualmente causato la chiusura delle storiche sale milanesi. Sostituite da negozi di abbigliamento in franchising, che di sera sono ovviamente chiusi. Ma ci che potenzialmente introduce un peggioramento in centro, porta contemporaneamente a riqualificare e a rivitalizzare zone periferiche.

Elementi di degrado nel cuore della citt non sono cos infrequenti come uno potrebbe pensare. Fino al 1875 esisteva a ridosso del Duomo uno dei quartieri pi malfamati di Milano, il Rebecchino, abbattuto durante uno dei tanti progetti per la sistemazione della piazza. Inoltre tracce dei bombardamenti dellultimo conflitto sono ancora presenti in via Brisa, via Torino e via Cusani. Se ci spostiamo in una delle zone di trasformazione pi citate negli ultimi 30 anni, larea di Garibaldi-Repubblica, possiamo osservare, proprio sopra la stazione di Porta Garibaldi, il cavalcavia Eugenio Bussa, che in un vecchio piano urbanistico doveva essere lasse di penetrazione in citt da nord, proseguendo il percorso di viale Zara e che da sempre una triste opera incompiuta, simbolo della velleit urbanistica milanese, ridotto a parcheggio degradato con due rampe monche. Ad un paio di isolati di distanza, per fortuna non troviamo pi l'Alba di Milano, opera dell'architetto londinese Ian Ritchie, collocata per un breve periodo davanti alla Stazione Centrale, rovinando la prospettiva sulla stazione da via Vittor Pisani. Inaugurata il 18 gennaio 2001 dal Sindaco Gabriele Albertini, stata rimossa tra l'aprile e l'agosto 2002 e da allora giace in un periferico deposito comunale. Per rimanere in zona segnalo che le torri che incorniciano linizio di via Turati, non sono perfettamente in asse con via Vittor Pisani e con la Stazione: degrado urbanisticoprogettuale alla milanese. Chiudiamo con una menzione alla Darsena, gi degradata di suo e ora definitivamente scempiata da un cantiere fermo da anni e che sembra non aver nulla da invidiare alla Fabbrica del Duomo. Se proprio dobbiamo trarre una conclusione, possiamo affermare che il concetto di degrado pi sfumato, contraddittorio e vario di quello che normalmente si pensa, e che Milano, ma penso che valga per qualunque altra citt, ne esemplifica tutti gli aspetti salienti.

Carneade EXPO 2015. SE NON LUCIANO STANCA, CHI? Apprendista stregone, mago della pioggia, leader? Il percorso che attende colui al quale stata affidata la responsabilit di gestire Expo 2015 sicuramente ben erto e pieno di difficolt, in parte create dagli stessi compagni di strada come spesso accade nella migliore tradizione italica. Nondimeno, ogni persona dotata di buon senso non pu che augurargli il miglior successo in questa ardua impresa: questo per il bene collettivo e per la reputazione del Paese, gi sufficientemente messa a rischio in altri contesti. Il tema del profilo della persona capace di gestire Expo 2015 certamente complesso e va affrontato in modo rigoroso. A questo proposito ritengo utile prendere a riferimento un modello proveniente dagli studi di strategia dimpresa; secondo Chandler, un illustre studioso statunitense degli anni 50, deve sussistere una relazione lineare e sequenziale tra strategia-struttura organizzativa-persone: pi precisamente, una volta definita la strategia da parte dellimprenditore (o della coalizione di comando) sar costruita la struttura pi adatta a implementarla e verranno inserite le risorse umane necessarie. Possiamo utilizzare uno schema logico simile per costruire il profilo della persona in grado di gestire con successo lExpo 2015, cercando quindi di individuare le principali sfide strategiche, il contesto organizzativo, e conseguentemente le qualit personali che si rendono necessarie. Quanto diciamo intende ovviamente prescindere dalle caratteristiche e dalla storia della persona che gestir Expo 2015, che come noto stata scelta nelle scorse settimane e che gi ha iniziato a operare. Partiamo dal primo blocco tematico: in quale contesto strategico si muove e quali priorit deve perseguire la persona che gestisce Expo 2015? Il contesto sicuramente molto articolato: fatti anche molto recenti hanno posto in evidenza una situazione di elevata conflittualit tra i diversi portatori di interesse sul piano politico, economico, istituzionale, ma anche della cultura e dellapproccio ai problemi. A questo si aggiunge uno scetticismo diffuso nella pubblica opinione sulla reale efficacia di iniziative di questo genere e sul fatto che queste rappresentino un volano reale della crescita: al di l delle promesse e dei dati contenuti nei documenti di pianificazione finanziaria, nota a tutti la debacle finanziaria rappresentata da gran parte dei Giochi Olimpici degli ultimi anni, delle varie Expo, Colombiadi e simili. Sono presenti anche dubbi sulla qualit delle infrastrutture da realizzare, sulla loro riutilizzabilit e limpatto reale che tutti questi investimenti possono (o non possono) avere sulla comunit. A questo si aggiunge un ultimo non irrilevante elemento, rappresentato dal fatto che nel momento in cui scriviamo mancano ancora 2.700 milioni di euro di dotazione finanziaria: questo costituisce una evidente spada di Damocle nelle mani di colui o di coloro che ne possono decidere lassegnazione. A partire da queste considerazioni, il profilo della persona deve caratterizzarsi primariamente per unelevata capacit di creazione di una visione positiva e condivisa dellExpo. Questa deve essere percepita e vissuta come un progetto win-win dal quale tutti i portatori di interesse ottengono vantaggi reali non solo nel breve ma anche nel medio-lungo periodo. Praticamente si tratta di capovolgere lattuale percezione dellExpo presso lopinione pubblica: questo risultato deve essere raggiunto con un processo negoziale continuo, che sa-

r sicuramente non facile ma rappresenter la reale garanzia di un successo anche qualitativo dellExpo stessa. La capacit di negoziazione della persona deve necessariamente basarsi sulla sua capacit di comprendere gli obiettivi delle altre parte coinvolte, cosa non sempre agevole in una situazione in cui attori economici, sociali, politici si mescolano e giocano partite contemporanee su pi tavoli. In pratica questo significa ricreare le condizioni di collaborazione che hanno caratterizzato i momenti precedenti laggiudicazione, e che hanno generato quello spirito chiamato da alcuni qualificati organi di stampa lunit di Parigi, momento che stato vissuto dal nostro Paese come una reale discontinuit capace di creare aggregazione positiva. Considerazioni analoghe possono essere svolte anche per gli elementi del profilo che riguardano gli aspetti propriamente organizzativi. Non difficile ipotizzare che la struttura operativa che materialmente deve gestire la macchina Expo 2015 debba essere, coerentemente con lo spirito dei tempi, una struttura leggera e risparmiosa, composta da persone che provengono da esperienze ed entit diverse e solo in parte scelte direttamente colui al quale stata affidata la macchina stessa. Il modello operativo e organizzativo sar nuovamente molto complesso, verosimilmente un modello ibrido che contiene elementi di specializzazione funzionale, di project management, di sistema reticolare. Per gestire efficacemente questo modello le capacit che devono essere presenti nel profilo della persona sono sostanzialmente due: Metropoli DEGRADO URBANISTICO. TRA LEMMA E DILEMMA Matteo Bolocan Goldstein

la prima quella di creare un team reale a partire da una situazione di partenza sicuramente molto frammentata, caratterizzata da numerosi elementi di incertezza e contraddistinta da modesti livelli di appartenenza delle persone allentit Expo 2015 (perlomeno nella fase iniziale). La seconda importante componente del profilo consiste in una superiore capacit di integrazione operativa, capacit che si rende assolutamente necessaria a fronte di unoperazione tanto complessa; questa capacit deve accompagnarsi anche a forti skills analitiche e di controllo (in particolare delle variabili di natura finanziaria). Per chiudere queste considerazioni ritengo necessaria anche una riflessione sulle caratteristiche pi propriamente personali che il ruolo richiede: si tratta di gestire una situazione sicuramente molto stressante, con un orizzonte temporale lungo (da oggi fino ai due anni successivi alla realizzazione dellExpo): questo richiede una forte integrity, un grande dedizione e non compatibile con altri incarichi di rilevo istituzionale. Lassunzione della sfida Expo 2015 come impegno esclusivo sta a significare non solo la volont di mettere in gioco la propria credibilit su un progetto complesso e rischioso, ma soprattutto la adesione della persona a un progetto che per essere ben gestito, richiede una forte discontinuit rispetto a precedenti esperienze avvenute nel nostro Paese. Come abbiamo ricordato sopra, in un certo momento felice questa discontinuit c stata: speriamo che possa riprodursi anche in futuro.

Vi sono termini che a prima vista appaiono evidenti ma, che a ben vedere, celano pi di

un significato e qualche insidia. Il termine degrado rimanda ad uno stato di deterioramento, come recita il dizionario, accostando in questo modo una dimensione effettuale e statica, uno stato appunto, a una dimensione dinamica e tendenzialmente critica, come quella implicata in un disfacimento in corso. Un processo che allude immediatamente a una

carenza di cure o, meglio, di manutenzione, per introdurre un tema che pertine al degrado urbano, urbanistico in particolare. Un segnale sintomatico di malessere, se non di declino di una citt, che viene infatti posto al centro di denunce o di rivendicazioni sociali di inchieste giornalistiche o di proposte di rimedio. Tuttavia, il degrado specificamente urbanistico invita a qualche cautela e a unulteriore, importante distinzione tra degrado dei luoghi, cio della dimensione fisica e materiale dello spazio costruito e delle sue dotazioni, e degrado delle pratiche, in riferimento ai fenomeni sociali duso della citt e del territorio, al loro profilo spesso segnato dal disagio sociale o, anche, solo da una incultura diffusa nella fruizione degli spazi pubblici. Tema antico e dibattuto, quello del rapporto tra spazio e societ e del malfunzionamento della citt in relazione a quello della societ (si pensi alla storia ormai lunga e controversa del riformismo sociale e urbano tra Otto e Novecento), che trova ulteriore alimento nella stessa ambiguit costitutiva del termine urbanistica e del suo impiego, storicamente attribuito sia allinsieme dei fenomeni inerenti la vita urbana, sia alle forme e agli strumenti del governo - pi o meno pianificato - della citt e del territorio. Se infatti, da un lato, il carattere poliedrico dellurbanistica ne accresce il contenuto culturale e le sue possibili declinazioni, dallaltro lato, complica non poco la possibilit di intendersi sui temi e sulle questioni da trattare, oltre che sulle possibilit di condividere modalit tecniche e operative di intervento, attivabili nelle diverse situazioni. Questo aspetto non di poco conto: conduce infatti a un sovraccarico di aspettative riposte Dal Palazzo LE INDIMENTICABILI SETTIMANE COMUNICATI STAMPA Admin DEI

nellurbanistica, rendendo questo campo di attivit irrimediabilmente frustrato; aumenta sensibilmente lo scarto tra domande sociali espresse da abitanti e fruitori dello spazio urbano e reali capacit di produrre pi elevati livelli di qualit e abitabilit dei luoghi. Non un caso che il degrado delle pratiche, a cui abbiamo accennato, investa spesso anche le modalit di governo dei fenomeni urbani, gettando discredito sugli stessi attori preposti al loro esercizio, amministratori locali in primis. Si pensi a Milano come caso esemplare! Una citt nella quale al peggioramento nella qualit dellabitare, percepito come problema crescente da cittadini e imprese, sembra corrispondere una fuga generalizzata dalle responsabilit e una sfiducia di fondo verso la possibilit di unazione pubblica riformista. Ma attenzione! La delegittimazione che circonda il governo pubblico della citt e del territorio non ammette facili scorciatoie moralistiche. La cura dei beni comuni - in particolare di quelli che riguardano lambiente costruito nel quale viviamo - sfida la collettivit nel suo insieme e reclama una cittadinanza attiva in grado di immaginare e progettare anche unaltra citt. Ecco dunque ripresentarsi il dilemma tra urbanistica come dimensione fisica e urbanistica come sfera sociale urbana e come democrazia locale. Affrontare il degrado, reale o presunto che sia, pu divenire loccasione per sfidare le culture tecniche e le prassi amministrative a tenere insieme le istanze, ma pure a precisare e qualificare le diverse competenze e possibilit dazione: non superando definitivamente il dilemma, dunque, ma provando a trattarlo con realismo critico e capacit innovative.

Settimana tosta. Allinsegna, sul piano linguistico nazionale, di due parole antiche. La prima ciarpame. La seconda maleodoranti. Tutte e due parole impegnative, dense di sdegno, cariche di un giudizio negativo che dobbiamo alla premiata ditta familiare Berlusconi Silvio & Signora. I due ci hanno elargi-

to una sceneggiata daltri tempi. Una tragicommedia da avanspettacolo. Roba da Legnanesi. Il cui ultimo atto ci regala unaltra parola forte, piena di veleni e rancori: divorzio. Degno coronamento di una vicenda che, dati i tempi e il sostanziale distacco con cui il Paese segue la telenovela di Arcore, porta il sano cittadino italiano a pronunciare lunico grido possibile: Chissenefrega. Sul fronte milanese, settimana ravvivata dal duello verbale fra il nuovo assessore alla Cultura (il quinto della giunta Moratti, arrivata a superare di poco la soglia di met mandato e sempre pi impantanata nelle vicende dellExpo) e il veterano Riccardo Marshal De Corato, sempre pi simile a un robot capace solo di dare i numeri delle sue graduatorie. Il resto noia. Noia e silenzio. Vediamo come lo raccontano i comunicati stampa di Palazzo Marino. VOLARE - Milano, 26 aprile 2009 Si tratta di una serie di appuntamenti per un futurismo vivo, pi vivo che mai, un futurismo che scende sulle strade, che va in periferia, un futurismo per una Milano che ha voglia di volare commenta lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. LIBERO E BELLO - Milano, 30 aprile 2009 Credo nella Scapigliatura perch ne abbiamo bisogno ha spiegato Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura del Comune di Milano. TRE QUESTIONI - Milano, 29 aprile 2009 Con Monet - il tempo delle ninfee abbiamo voluto porre tre questioni: Monet non il padre dellimpressionismo ma dell immersionismo, dobbiamo immergerci nelle cose per vederle. La seconda questione che questa mostra dedicata a chi vuole imparare a guardare, perch guardiamo in modo superficiale, approssimativo e incapace di generosit e precisione. La terza di politica culturale. Abbiamo voluto Magritte, abbiamo scelto Monet e desideriamo lanno prossimo Cezanne. Lo ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer. TRE RISPOSTE Milano, 29 aprile - Siccome uno dei temi fondamentali dellExpo lacqua, con questa esposizione abbiamo voluto dare una risposta estetica, simbolica e quindi politica al senso che lacqua riveste per luomo. Lo ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer.

TRE MOSSE - Milano, 30 aprile 2009 Il grande successo di pubblico di questa mostra ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory il risultato di tre mosse: il dialogo tra due Michelangelo, il dialogo tra arte antica e contemporanea con le fotografie di Struth, il dialogo tra un allestimento innovativo e il Castello Sforzesco, museo di musei. CREDERE, AUDIRE, DIBATTERE - Milano, 30 aprile 2009 Investire per Milano capitale della musica significa credere nella politica dellascolto. Significa credere che la musica una nostra grande radice culturale ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. STELLA DI LATTA 1 - Milano, 27 aprile 2009 - Al momento del blitz sono stati trovati 28 cinesi, di cui undici irregolari di et intorno ai 25 anni: uno degli occupanti stato arrestato. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 2 - Milano, 28 aprile 2009 - In poco pi di due anni, al Comune di Milano sono arrivate 150 richieste per lapertura di nuove sale giochi. Un terzo stato presentato da soggetti o societ straniere: un boom anomalo. Ma solo a 4 stata concessa lautorizzazione. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 3 - Milano, 28 aprile 2009 Sulle situazioni di abusivismo non molleremo la presa lo comunica il vice Sindaco Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 4 - Milano, 28 aprile 2009 - La lotta alla mafia si fa con i fatti e non con le parole o gli studi sociologici. Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 5 - Milano, 30 aprile 2009 - Diciotto clandestini, tutti senza biglietto, in unora sono stati scoperti dal Nucleo Tutela Trasporto Pubblico della Polizia Municipale durante un blitz effettuato questa mattina su un bus della linea 90/91, in piazzale Lotto. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. CANCELLERIA - Milano, 27 aprile 2009 Con una cancellata, realizzata da unazienda specializzata che si accollata gran parte

della spesa in cambio di una sponsorizzazione, si chiude il capitolo della baraccopoli al cavalcavia Bacula. Lo ha dichiarato il vice Sindaco Riccardo Marshal De Corato. SIMMETRIE - Milano, 29 aprile 2009 Da inizio anno a Milano sono state compiute 22 violenze sessuali: in 20 casi i responsabili sono stranieri e, per la met, sono straniere anche le vittime. Lo dichiara il vice Sindaco Riccardo Marshal De Corato. ALTA MAREA - Milano, 29 aprile 2009 - Poco fa sono stato informato dalla Protezione civile che il Seveso a rischio di esondazione e che pertanto stato dichiarato lo stato di preallarme. La precisazione del vice Sindaco Riccardo Marshal De Corato. LA VIA DELLA SETA - Milano, 28 aprile 2009 Possono essere molti i Paesi interessati

all'economia comasca, per il settore tessile, tra cui la Mongolia, l'Uzbekistan e la Colombia. Queste le parole del Sindaco Letizia Moratti. SEMEL IN ANNO - Milano, 30 aprile 2009 Anche in occasione della festa del 1 maggio Milano si dimostra citt capace di cogliere e valorizzare la tradizione storica del nostro Paese e i valori che la contraddistinguono ha commentato lassessore alle Attivit produttive e Politiche del Lavoro Giovanni Terzi. NO LIMITS - Milano, 30 aprile 2009 Partecipo con grande passione a questa bella iniziativa che incoraggia i disabili a vivere lhandicap non come un limite ha detto lassessore Giampaolo Landi di Chiavenna.

Lettera DEGRADO NELLINFORMAZIONE Letizia Gonzales

Degrado.come imbarbarimento, degenerazione, scadimento nellinformazione? Mi chiedono gli amici di Arcipelago. O piuttosto avvilimento, paura, caduta della tensione etica nel nostro lavoro? Ecco. I tempi difficili che stanno vivendo i giornalisti, in particolare i pi giovani, in una professione in piena trasformazione tecnologica e investita da una crisi economica senza precedenti stanno rimettendo in discussione una certa pigra consuetudine nel fare un mestiere con grande competenza, ma un po senza anima, con una forte dose di cinismo ed indifferenza come se ogni cosa che accade fosse gi prevista. Difficile per generalizzare se penso alla fatica ed al rischio del cronista che si occupa di

malavitosi! Penso per che il giornalismo, specchio fedele di unepoca che vuole solo eroi spensierati e caciaroni si sia un po adagiato su modelli comodi e conformisti privi di capacit critica. Ma linformazione ha tanti canali per raggiungere il suo pubblico e il modello che ci colpisce di pi sempre quello televisivo che ci propone troppo spesso uninformazione ingessata negli stereotipi provinciali e ripetitivi di questi ultimi anni. Ma tutto cambier perch con la tecnologia che avanza, con i sistemi integrati fra schermo televisivo e pc, non ci sar soltanto il compito cerimoniere dei salotti televisivi, ma il giornalista che interagisce con il pubblico, che esprime dissenso, controlla la veridicit della notizia, partecipa dal vivo al divenire degli avvenimenti con locchio critico di chi vede e sente. I siti dei quotidiani che sono visitati da un numero crescente di lettori e la consuetudine della partecipazione alle piazze virtuali stanno infatti creando una nuova tipologia di cittadini lettori molto sensibili alla qualit dellinformazione. Nellinchiesta, predisposta per il nostro ordine dal sociologo giornalista Enrico Finzi e presentata lo scorso ottobre nellaula magna dellUniversit Statale di Mi-

mafia e malaffare, che corre seri pericoli per la sua incolumit, perch minacciato e avvertito quando denuncia intrallazzi, descrive ambienti camorristi o racconta il business dei

lano, abbiamo raccontato dellimpopolarit di cui gode il giornalista. Quasi dodici anni fa limmagine dei giornalisti in Italia era altamente vulnerata ci racconta Finzi- cera stata una perdita consistente di credibilit. Oggi le cose sono peggiorate. Ma la domanda sociale di buon giornalismo altissima. Ci sono singoli giornalisti e singole testate che godono, in controtendenza di un vissuto collettivo e di unimmagine sociale altissima. Secondo la percezione di chi ci segue o ci legge il giornalista bugiardo, incompetente, esagerato, corrotto, narcisista ed auto referenziale. Poco comprensibile, poco chiaro perch parla in gergo, soprattutto quando affronta temi economici, tecnologici o specialistici. Fortunatamente, per i dati salvano alcuni di noi che riscuotono ancora la fiducia del pubblico perch guida equilibrata dei molti saperi della societ contemporanea, traduttori e interpreti fedeli della realt, punti di riferimento certi nellalluvione informatica di internet. Persino gli utenti pubblicitari che

considerano i giornali soltanto veicoli dei loro prodotti e il giornalismo come una seccatura inevitabile, stanno arrivando a capire che avranno bisogno sempre di pi di giornali credibili ad alto tasso di qualit intellettuale. Nel futuro mondo ipertecnologico, conclude la ricerca, occorrer poi ampliare la cultura professionale del giornalista e difendere lautonomia reale sul terreno delletica. Degrado dunque anche per il giornalismo? Come diceva recentemente il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, nel corso di un dibattito dedicato agli Stati Generali dellinformazione in Francia, in Italia la stampa non considerata come un valore dellidentit culturale del paese, da salvaguardare, da sostenere nei momenti di crisi come oltralpe, ma, aggiungo io, in questo momento come un male necessario da tenere sotto osservazionefino a quando le praterie di internet non avranno conquistato la maggior parte dei lettori.

Sanit MILANO E LA CURA INTERROTTA Piera Landoni

visite festive e prefestive a pazienti giovani e anziani, compresi quelli diabetici e cardiopatici, diminuendo al tempo stesso lintasamento dei Pronto Soccorso cittadini. Dal primo maggio infatti i cinque ambulatori distrettuali attivati dallASL di Milano, che garantivano i servizi di Cure Primarie, Medico di Famiglia, Guardia Medica, Pediatria, continuit assistenziale e assistenza infermieristica anche nei fine settimana, chiuderanno i battenti con la seguente motivazione: la Regione non pi in grado di garantire i fondi per il servizio Ma non era stato proprio il Sottosegretario alla salute Fazio ad affermare, in Parlamento, che occorrevano servizi innovativi allo scopo di risparmiare denaro per il Pronto Soccorso? E qui il risparmio sembra essere stato, a detta dei medici, di 10 milioni di euro sulla spesa farmaceutica, contro i 5 milioni del costo di

LEuropa ci chiede di fare prevenzione in modo da garantire la salute dei cittadini e diminuire i costi sanitari, il Governo taglia i posti letto e i fondi per il servizio sanitario nazionale, in regione Lombardia i soldi non bastano e taglia la prevenzione e la continuit assistenziale a Milano, lassessore alla Sanit del Comune di Milano non batte ciglio e anzi afferma che la Sanit del futuro sar rappresentata dai camper che ti fanno la diagnosi precoce sotto casa una tantum. A fare le spese della Filiera dei tagli sono proprio quegli ambulatori gestiti dai medici di famiglia (avevano aderito 600 medici milanesi su 1000) che a Milano hanno garantito, per un anno e in via sperimentale, il servizio di

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attivazione del servizio. Non pochi se si pensa che un servizio relativamente nuovo (in provincia infatti gi diffuso da tempo) ha bisogno di tempo e soprattutto di essere supportato da unadeguata informazione per poter essere implementato in modo ottimale. In fondo in un solo anno di attivit sono state assistite circa 18.000 persone e 6.000 sono stati i pazienti diabetici seguiti dai medici di famiglia. E quindi miope e controproducente mettere in moto un servizio di continuit assistenziale per interromperlo dopo solo un anno di attivit. Quello che tuttavia colpisce maggiormente la reazione del Comune di Milano che per bocca dellassessore alla partita ci comunica che per affrontare la crisi e garantire la salute dei cittadini la Metropoli si deve affidare ai camper e alle settimane della salute (per intenderci le settimane dedicate a una specifica patologia). Campagne di screening, effettuate una tantum, pagate dal Comune o affidate a volontari in sostituzione della rete dei servizi

offerti dal Servizio Sanitario Regionale. Il tutto con buona pace della Prevenzione e dei percorsi informati di cura che consentono ai cittadini europei di affrontare la crisi con una maggiore protezione rispetto ai cugini statunitensi. Il camper della salute, voluto da Comune di Milano, pu quindi rappresentare un servizio aggiuntivo (ancorch non continuativo), ma non pu in nessun modo sostituire gli interventi medici garantiti dalla rete sanitaria dei servizi, in aggiunta al fatto, del tutto non trascurabile, che i cittadini milanesi si trovano a pagare due volte (attraverso le tasse) un servizio gi garantito continuativamente dal Servizio Sanitario Regionale. In questo crediamo che la Regione Lombardia avrebbe dovuto dimostrare maggiore coraggio nel sostenere servizi realmente innovativi in grado di contrastare laumento della spesa sanitaria, garantendo al tempo stesso la continuit e lappropriatezza degli interventi.

DallArcipelago MILANO EXPO 2015. UNA PETIZIONE Emilio Battisti

A seguito dell'incontro che si tenuto nel mio studio il 9 marzo scorso sull'Expo 2015 e del terzo incontro dedicato dallOrdine degli Architetti allesperienza dellExpo di Siviglia del 1992 si sono ancor pi confermate le ragioni di opposizione allattuale impostazione del programma della manifestazione prevista a Milano. La presentazione di Enrique Soler, direttore dellagenzia che amministra il dopo Expo, ma soprattutto la documentazione fotografica di Claudio Sabatino che ha illustrato quel che resta dopo quasi ventanni sullisola della Cartuja e la franca testimonianza e le osservazioni critiche di Gae Aulenti, che progett il padiglione italiano, hanno completato molto vivamente lo scenario che si era gi delineato con i due casi delle edizioni di Lisbona e Hannover. Si manifestata in conseguenza l'esigenza, da parte di molti, di portare avanti un'azione

collettiva per cercare prima di tutto di evitare la realizzazione estremamente dannosa del nuovo insediamento in prossimit della Fiera di Rho-Pero, destinato ad ospitare i padiglioni delle varie nazioni. Infatti, oltre a distruggere quasi due milioni di mq di territorio agricolo, ci lascer un'eredit molto gravosa da gestire, come gi verificatosi per i casi sopra citati, con grande spreco di risorse particolarmente inaccettabile in questo momento di crisi economica. I motivi e le proposte alternative in base ai quali riteniamo si debba rivedere il programma dell'Expo sono esposti nella petizione scritta da me e Paolo Deganello, che vi prego di avere la pazienza di leggere e, nel caso la condividiate, di sottoscriverla inviando il vostro nome, professione e luogo di residenza e rispondendo alla mail di conferma che riceverete subito dopo.

Questa semplice procedura necessaria a garantire la validit della vostra adesione.

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Per leggere la petizione, vedere chi ha gi aderito e firmarla clicca qui. Avrete modo di vedere come si tratti di una posizione propositiva che non si propone affatto di impedire che lExpo venga realizzata, come ipotizzato da alcuni come unica scelta responsabile in questo momento di crisi economica, ma di realizzarla invece come esemplare esperienza di avvio della realizzazione di una metropoli sostenibile proprio per far fronte alla crisi economica, ma anche con il proposito di interpretare nel modo pi adeguato il tema della manifestazione Nutrire il pianeta. Energia per la vita. Al fine di avere un riscontro rispetto ai contenuti, la petizione stata inviata prima ad al-

cuni di voi e i nomi di chi ha gi aderito sono riportati in ordine alfabetico in fondo al testo.

Chi desiderasse avere ulteriori informazioni, pu visitare anche la sezione Eventi/Expo 2015 del sito www.emiliobattisti.com dove possibile ascoltare tutti gli interventi dell'incontro tenuto nel mio studio e leggere alcuni contributi pervenuti successivamente. E inutile che segnali quanto sia importante che si raggiunga un grande numero di adesioni, augurandomi che la maggior parte di voi concordi con le nostre proposte e sottoscriva la petizione; vi invito a inoltrarla a conoscenti e amici in modo da ottenere la pi ampia diffusione possibile. vertito quando denuncia intrallazzi, descrive ambienti camorristi o racconta il business dei malavitosi! Penso per che il giornalismo, specchio fedele di unepoca che vuole solo eroi spensierati e caciaroni si sia un po adagiato su modelli comodi e conformisti privi di capacit critica. Ma linformazione ha tanti canali per raggiungere il suo pubblico e il modello che ci colpisce di pi sempre quello televisivo che ci propone troppo spesso uninformazione ingessata negli stereotipi provinciali e ripetitivi di questi ultimi anni. Ma tutto cambier perch con la tecnologia che avanza, con i sistemi integrati fra schermo televisivo e pc, non ci sar soltanto il compito cerimoniere dei salotti televisivi, ma il giornalista che interagisce con il pubblico, che esprime dissenso, controlla la veridicit della notizia, partecipa dal vivo al divenire degli avvenimenti con locchio critico di chi vede e sente. I siti dei quotidiani che sono visitati da un numero crescente di lettori e la consuetudine della partecipazione alle piazze virtuali stanno infatti creando una nuova tipologia di cittadini lettori molto sensibili alla qualit dellinformazione. Nellinchiesta, predisposta per il nostro ordine dal sociologo giornalista Enrico Finzi e presentata lo scorso ottobre nellaula magna dellUniversit Statale di Mi-

Lettera DEGRADO NELLINFORMAZIONE Letizia Gonzales

Degrado.come imbarbarimento, degenerazione, scadimento nellinformazione? Mi chiedono gli amici di Arcipelago. O piuttosto avvilimento, paura, caduta della tensione etica nel nostro lavoro? Ecco. I tempi difficili che stanno vivendo i giornalisti, in particolare i pi giovani, in una professione in piena trasformazione tecnologica e investita da una crisi economica senza precedenti stanno rimettendo in discussione una certa pigra consuetudine nel fare un mestiere con grande competenza, ma un po senza anima, con una forte dose di cinismo ed indifferenza come se ogni cosa che accade fosse gi prevista. Difficile per generalizzare se penso alla fatica ed al rischio del cronista che si occupa di mafia e malaffare, che corre seri pericoli per la sua incolumit, perch minacciato e av-

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lano, abbiamo raccontato dellimpopolarit di cui gode il giornalista. Quasi dodici anni fa limmagine dei giornalisti in Italia era altamente vulnerata ci racconta Finzi- cera stata una perdita consistente di credibilit. Oggi le cose sono peggiorate. Ma la domanda sociale di buon giornalismo altissima. Ci sono singoli giornalisti e singole testate che godono, in controtendenza di un vissuto collettivo e di unimmagine sociale altissima. Secondo la percezione di chi ci segue o ci legge il giornalista bugiardo, incompetente, esagerato, corrotto, narcisista ed auto referenziale. Poco comprensibile, poco chiaro perch parla in gergo, soprattutto quando affronta temi economici, tecnologici o specialistici. Fortunatamente, per i dati salvano alcuni di noi che riscuotono ancora la fiducia del pubblico perch guida equilibrata dei molti saperi della societ contemporanea, traduttori e interpreti fedeli della realt, punti di riferimento certi nellalluvione informatica di internet. Persino gli utenti pubblicitari che

considerano i giornali soltanto veicoli dei loro prodotti e il giornalismo come una seccatura inevitabile, stanno arrivando a capire che avranno bisogno sempre di pi di giornali credibili ad alto tasso di qualit intellettuale. Nel futuro mondo ipertecnologico, conclude la ricerca, occorrer poi ampliare la cultura professionale del giornalista e difendere lautonomia reale sul terreno delletica. Degrado dunque anche per il giornalismo? Come diceva recentemente il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, nel corso di un dibattito dedicato agli Stati Generali dellinformazione in Francia, in Italia la stampa non considerata come un valore dellidentit culturale del paese, da salvaguardare, da sostenere nei momenti di crisi come oltralpe, ma, aggiungo io, in questo momento come un male necessario da tenere sotto osservazionefino a quando le praterie di internet non avranno conquistato la maggior parte dei lettori.

Sanit MILANO E LA CURA INTERROTTA Piera Landoni

visite festive e prefestive a pazienti giovani e anziani, compresi quelli diabetici e cardiopatici, diminuendo al tempo stesso lintasamento dei Pronto Soccorso cittadini. Dal primo maggio infatti i cinque ambulatori distrettuali attivati dallASL di Milano, che garantivano i servizi di Cure Primarie, Medico di Famiglia, Guardia Medica, Pediatria, continuit assistenziale e assistenza infermieristica anche nei fine settimana, chiuderanno i battenti con la seguente motivazione: la Regione non pi in grado di garantire i fondi per il servizio Ma non era stato proprio il Sottosegretario alla salute Fazio ad affermare, in Parlamento, che occorrevano servizi innovativi allo scopo di risparmiare denaro per il Pronto Soccorso? E qui il risparmio sembra essere stato, a detta dei medici, di 10 milioni di euro sulla spesa farmaceutica, contro i 5 milioni del costo di

LEuropa ci chiede di fare prevenzione in modo da garantire la salute dei cittadini e diminuire i costi sanitari, il Governo taglia i posti letto e i fondi per il servizio sanitario nazionale, in regione Lombardia i soldi non bastano e taglia la prevenzione e la continuit assistenziale a Milano, lassessore alla Sanit del Comune di Milano non batte ciglio e anzi afferma che la Sanit del futuro sar rappresentata dai camper che ti fanno la diagnosi precoce sotto casa una tantum. A fare le spese della Filiera dei tagli sono proprio quegli ambulatori gestiti dai medici di famiglia (avevano aderito 600 medici milanesi su 1000) che a Milano hanno garantito, per un anno e in via sperimentale, il servizio di

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attivazione del servizio. Non pochi se si pensa che un servizio relativamente nuovo (in provincia infatti gi diffuso da tempo) ha bisogno di tempo e soprattutto di essere supportato da unadeguata informazione per poter essere implementato in modo ottimale. In fondo in un solo anno di attivit sono state assistite circa 18.000 persone e 6.000 sono stati i pazienti diabetici seguiti dai medici di famiglia. E quindi miope e controproducente mettere in moto un servizio di continuit assistenziale per interromperlo dopo solo un anno di attivit. Quello che tuttavia colpisce maggiormente la reazione del Comune di Milano che per bocca dellassessore alla partita ci comunica che per affrontare la crisi e garantire la salute dei cittadini la Metropoli si deve affidare ai camper e alle settimane della salute (per intenderci le settimane dedicate a una specifica patologia). Campagne di screening, effettuate una tantum, pagate dal Comune o affidate a volontari in sostituzione della rete dei servizi

offerti dal Servizio Sanitario Regionale. Il tutto con buona pace della Prevenzione e dei percorsi informati di cura che consentono ai cittadini europei di affrontare la crisi con una maggiore protezione rispetto ai cugini statunitensi. Il camper della salute, voluto da Comune di Milano, pu quindi rappresentare un servizio aggiuntivo (ancorch non continuativo), ma non pu in nessun modo sostituire gli interventi medici garantiti dalla rete sanitaria dei servizi, in aggiunta al fatto, del tutto non trascurabile, che i cittadini milanesi si trovano a pagare due volte (attraverso le tasse) un servizio gi garantito continuativamente dal Servizio Sanitario Regionale. In questo crediamo che la Regione Lombardia avrebbe dovuto dimostrare maggiore coraggio nel sostenere servizi realmente innovativi in grado di contrastare laumento della spesa sanitaria, garantendo al tempo stesso la continuit e lappropriatezza degli interventi.

Citt e societ DEGRADO A MILANO Filippo Beltrami Gadola

ha visto la citt mutare in peggio e ha deciso, come i nostri videoamatori, di denunciarne le forme, i modi e i costumi. Qui non si cerca di aggiungere la voce del nostro magazine al coro di lamentazioni che giungono da ogni parte, anche perch non rappresenterebbe nulla di nuovo. Ci si limita in questo caso - a dare spazio adeguato a chi ha deciso di mettere in atto forme di protesta attiva a un fenomeno sociale molto sentito. Si inizia con le immagini di via Ferrante Aporti, dove una rampa divenuta luogo di sosta e abbandono di immondizia di varia natura. Si passa poi alle immagini dello sgombro da parte delle Forze dellordine nello stabile di via Gulli, dove le condizioni di vita dei suoi abitanti sono divenute da insostenibili sia per gli stessi inquilini sia per gli abitanti del quartiere.

Questo scritto nasce un po per caso, durante una qualsiasi navigazione su YouTube, dopo aver digitato Miano degrado. Con una certa sorpresa vedo comparire una lunga serie di video amatoriali che illustrano la decadenza di alcune parti della nostra citt e che potrete vedere voi stessi cliccando. Ho riflettuto a lungo sul degrado e sono arrivato a concludere che questo sia in realt un termine assolutamente soggettivo. Ognuno di noi ha in mente un preciso modello di environment decoroso se non ideale e ne soffre per un qualsiasi deterioramento. Che Milano si sia deteriorata negli ultimi anni un dato probabilmente condivisibile, soprattutto per chi

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Dello steso tema, una panoramica di edifici fatiscenti e abbandonati in diverse zone della nostra citt, sino ad includere il famigerato parcheggio di Piazza SanAmbrogio: case popolari complete ma vuote, edifici cosparsi di graffiti, forse anche qualche rudere sopravissuto bene o male a bombardamenti e demolizioni incomplete. Si passa poi ad un altro sgombro, questa volta in viale Bligny, con tanto di interviste agli inquilini del palazzo. Ironico, e quasi compassato, il video amatore che mostra una serie di immagini poco edificanti della nostra citt, che chiama appunto Milano - la citt della moda, graffiti, scarichi abusivi, caselle della posta divelte, macchine parcheggiate in doppia fila e via discorrendo: Eccoci al Giambellino: aiuole spelacchiate, silenzio e abbandono sono invece il soggetto di questo spezzone, con tanto di panchine divelte, edifici disabitati e la ormai consueta immondizia abbandonata ovunque. Oltre la beffa: il titolo di una videointervista agli abitanti del quartiere MoliseCalvairate, che manifestano il proprio disappunto e commenti sulla riqualificazione urbana del quartiere appena conclusa. La delusione appare diffusa e generale. Come spesso accade a Milano, le migliori intenzioni si trasformano in un vero e proprio fallimento. Qualcosa ricorda lesperienza di via Sarpi. Ma dove sono i responsabili? Ci spostiamo alla metropolitana di De Angeli: un quartiere che faceva del proprio accesso

alla metropolitana un motivo di vanto: ecco risultati: esercizi commerciali chiusi, graffiti ovunque. Le White di Rogoredo, le case bianche, cos come si presentano oggi: abbandono, condizioni abitative terribili e malsane dove prevale una povert che tenta di essere decorosa, e tenta di eliminare da s problemi come la presenza diffusa dei topi. Spazi comuni squallidi e vuoti, dove ogni guasto non viene riparato, gli immancabili graffiti, spazi verdi indecenti e mal tenuti: E che fare della ex-scuola Gandhi, vuota da cinque anni, dove tristemente sventola ancora il tricolore? E, inevitabilmente, lIstituto Marchiondi a Baggio,uno degli esempi pi chiari dellarchitettura brutalista di Vittoriano Vigan, oggi occupato da centinaia di cittadini rumeni da ormai circa dieci anni. Inevitabile lo scontro tra i nuovi inquilini e gli abitanti di Baggio: Altri giardini, altre zone: questo e piazzale Bacone, diventato discarica abusiva, macchine, cemento, pattume, poco altro: Altra scuola, la Ada Negri, in via Comasina forse non ne rimane che la demolizione: E... gran finale: il nostro salotto buono, la Galleria Vittorio Emanuele: vedere per credere dietro stucchi e decorazioni appartamenti abbandonati e murati per evitare le occupazioni abusive, circa trenta appartamenti vuoti i attesa che qualcosa si muova.

ARTE
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Questa rubrica curata da Silvia DellOrso I temi sono tutti indiscutibilmente ponderosi e decisamente universali: Potere, Quotidiano, Vita, Morte, Mente, Corpo, Odio, Amore. Ognuno di questi rinvia a una delle 8 sezioni in cui si articola la mostra bergamasca il cui titolo, Esposizione Universale, sembra ironizzare su uno degli argomenti pi frequentati e ineludibili del momento. Qui per lExpo rigorosamente artistico, con una carrellata di un centinaio di opere dal 400 ai giorni nostri, forte innanzitutto del patrimonio dellAccademia Carrara di Bergamo, ma non solo. Si va da Giovanni Bellini, Bergognone, Botticelli, Carpaccio, Foppa, Pisanello, Tiziano a Casorati, Duchamp, De Chirico, Christo, De Dominicis, Ontani, Clemente, Kabakov, Gilbert & George, Maria Lai, Spalletti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tra cui Ben Vautier le cui opere-testo ricorrono in tutte le sale. A cura di Giacinto Di Pietrantonio, non la prima volta che il direttore della Galleria dArte moderna e contemporanea di Bergamo mette a confronto larte antica con quella moderna. Lo ha fatto ragionando sulle Dinamiche della vita dellarte, una rassegna di qualche anno fa e continua a riproporre anche in questo caso la sua visione unitaria dellarte, tutta contemporanea, perch con gli occhi di oggi che si rilegge larte di ieri. Esposizione Universale Larte alla prova del tempo. Bergamo, Galleria darte moderna e contemporanea, via San Tomaso 53 orario: marted-domenica 10/19, gioved 11/22. Fino al 26 luglio.

alla scuola di Marino Marini e Alik Cavaliere, e poi a Roma e a Parigi, stata legata da un intenso sodalizio darte e di vita allo scultore Pietro Cascella, morto lo scorso anno. La mostra allinea una cinquantina di opere in terracotta, tra cui alcune grandi installazioni, a documentare liter creativo della scultrice svizzera dagli anni 70 a oggi. Cordelia von den Steinen. Il sogno e i segni. Castello Sforzesco, Museo darte antica, Sala degli Scarlioni orario: marted-domenica 9/13 e 14/17.30. Fino al 31 maggio. Un nuovo appuntamento a Brera per ricordare il bicentenario della nascita della Pinacoteca milanese. Dopo i Caravaggio e dopo la presentazione del restauro dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, ora stabilmente reinserito nel percorso espositivo, la volta di uno sguardo al passato recente della galleria per riproporne la sala dedicata ai paesaggi. Per tutto l800 Brera ha sfoggiato una sala interamente consacrata a questo genere pittorico, nella quale figuravano opere di Marco Gozzi, Bernardino e Gaspare Galliari, Luigi Basiletti, Rosa Mezzera e molti altri, tra cui anche Andrea Appiani, nume tutelare dellAccademia e della sua Pinacoteca, presente per con due opere di soggetto mitologico, Giove incoronato dalle Ore e Apollo. Dipinti che si possono rivedere ora, in una rassegna a cura di Isabella Marelli, allestita al centro della sala XV. La mostra documenta le trasformazioni che hanno caratterizzato la pittura di paesaggio nel corso del XIX secolo, un genere del quale fu protagonista Marco Gozzi (1759-1839) artefice di vedute che sancirono labbandono del paesaggio arcadico a favore di un approcci pi sensibile al vero. La collezione venne ripartita tra Pinacoteca e Accademia al momento della separazione dei due istituti e nel 1902, col riallestimento di Brera, le opere dell800 vennero date in deposito al Comune di Milano, dapprima per dare vita al Museo del Castello Sforzesco, quindi trasferite nella Villa Reale di via Palestro, sede della Galleria darte moderna e in parte poi collocate in uffici periferici. In mostra si vedono anche dipinti di propriet dellAccademia di Brera. La Sala dei Paesaggi. 1817 1822. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: marted-domenica 8.30/19.15. Fino al 2 giugno.

la prima mostra in uno spazio pubblico milanese lantologica che il Museo di Arte Antica al Castello Sforzesco dedica a Cordelia von den Steinen. A cura di Elena Pontiggia, la rassegna incentrata soprattutto sulla produzione pi recente dellartista, quella legata alla stagione iniziata nei tardi anni 70, quando Cordelia, dopo gli esordi nel segno di un realismo di ascendenza espressionista e una fase venata da vaghe suggestioni astratte, approdata a quella figurazione a un tempo poetica e narrativa che la contraddistingue, fatta di estrema naturalezza, ma senza indugiare nel verismo. Originaria di Basilea, ma formatasi a Milano, allAccademia di Brera,

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Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura di Flavio Arensi, allestita nelle sale di Palazzo Leone da Perego a Legnano. Sono esposte 188 stampe del maestro belga vissuto a cavallo tra 800 e 900, provenienti dalla collezione Kreditbank; tra queste 134 acqueforti, a delineare un percorso influenzato inizialmente dallesperienza impressionista che lascia ben presto il passo a un deciso espressionismo, tramite per una dissacrante e spietata critica della societ del tempo. Occupa una posizione rilevante, la stampa, nella produzione di Ensor, un medium che si addice alla sua vena di solitario fustigatore del compassato mondo borghese, ma anche alle sue sfrenate escursioni nei territori del fantastico e del grottesco. Non mancano, peraltro, anche i paesaggi, le marine, le nature morte, i ritratti e gli autoritratti, con unattenzione particolare riservata alla figura di Cristo che ricorre in almeno una dozzina di incisioni e a cui dedicato lalbum litografico dal titolo Scnes de la vie du Christ. Parallelamente, al Castello di Legnano si possono visitare unantologica di Tino Vaglieri a nove anni dalla morte dellartista triestino, milanese dadozione, di cui si segue il percorso dapprima legato al Realismo esistenziale e approdato quindi allinformale e una personale della giovane artista di Merate, Marta Sesana. James Ensor. Lopera incisa. Legnano, Palazzo Leone da Perego - orario: marted-venerd 16/19.30; sabato 15.30/19.30; domenica e festivi 10/13 e 15.30/19.30; mercoled 21/23. Fino al 28 giugno.

ponente ideato nel 78, fatto di centinaia di sacchi di iuta imbottiti, di varie dimensioni e a forma di patata, gi intrinsecamente destinati a trasformarsi nelle sue folle di figure umane e animali, arricchendosi a un tempo con luso di altri materiali: ceramica, acciaio, alluminio, bronzo. Nata in una famiglia aristocratica, Magdalena Abakanowicz ha sempre vissuto e lavorato a Varsavia e si vista poco in Italia a parte le Biennali di Venezia e una mostra al Mart di Rovereto. Magdalena Abakanowicz. Space to experience. Fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35 orario: mercoleddomenica 11/18 (ultimo ingresso alle17); gioved 11/22 (ultimo ingresso alle 21). Fino al 26 giugno. Accompagnati da Giovanni Testori in una rassegna che sa di nostalgia nellepoca del mostrismo spinto, dei supermanager e dellarte intesa come merce di scambio. Quattordici dipinti, testimonianza della pittura a Novara e dintorni tra fine 500 e 700, restaurati dalla Soprintendenza del Piemonte grazie al sostegno della Banca Popolare di Novara, e collocati eccezionalmente nella navata della basilica di San Gaudenzio. Capolavori tra i capolavori perch il percorso espositivo, ideale omaggio alle passioni di Testori alimentatesi di arte novarese, sacri monti e qualit della pittura coniugata a forte tasso di umanit, si snoda tra le cappelle grandiosamente affrescate e riccamente ornate di opere darte della stessa San Gaudenzio. Quindi le tele di Gaudenzio Ferrari, Cerano, Tanzio da Varallo, Morazzone si trovano a dialogare con opere di questi stessi artisti abitualmente custodite nella chiesa novarese, fino a sortire accostamenti inediti come la pala di Santa Caterina di Gaudenzio Ferrari, proveniente dal Duomo di Novara, e il Polittico di San Gaudenzio; oppure il bozzetto di Tanzio da Varallo per la tela della battaglia di Sennacherib a fianco della tela definitiva nella Cappella dellAngelo Custode che rinvia alla suggestiva lettura comparata testoriana Tanzio-Gricault. Senza trascurare il Ceranino, Francesco Cairo e il settecentesco Giuseppe Antonio Pianca. Da Gaudenzio a Pianca. Omaggio a Testori. Capolavori restaurati nel novarese. Novara, Basilica di San Gaudenzio orario: marted-venerd 15.30/18.30; sabato 10/12.30 e 15.30/18.30; domenica

Gli spazi della Fondazione Pomodoro sono letteralmente occupati dalle grandiose installazioni della settantanovenne artista polacca, protagonista della nuova mostra, a cura di Angela Vettese. davvero una rifondazione del linguaggio della scultura quella che si avverte nellopera di Magdalena Abakanowicz. Monumentale non solo per le dimensioni degli 11 lavori esposti, ma anche per il respiro, per la vastit della concezione, per il modo in cui le sue creazioni interagiscono con lo spazio, occupandolo, appunto e trasformandolo. Lo si vede per esempio in Embriology, installazione acquistata nel 2008 dalla Tade Modern di Londra e ora a Milano. Un lavoro im-

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15.30/18.30; chiuso luned. Fino al 17 maggio.

Il soggiorno di Leonardo da Vinci a Vigevano, testimoniato dallo stesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziative in zona che ruotano attorno a questo genio poliedrico, tra cui una mostra decisamente insolita. Anzi impossibile perch riunisce lintera opera pittorica di Leonardo, operazione in s inimmaginabile se non attraverso il ricorso alle tecnologie di riproduzione digitale. cos che 17 opere leonardesche, ricostruite in dimensioni reali e retroillluminate (al punto da essere apprezzabili analiticamente talvolta meglio degli originali), sono esposte tutte assieme negli spazi del castello vigevanese. Dalla Gioconda alla Vergine delle Rocce, alla Dama con lermellino e persino lUltima Cena, questultima presentata nella vicina chiesa sconsacrata di San Dionigi, da poco restaurata come anche limponente pala del Cerano, qui custodita, raffigurante il martirio del santo. Questa rassegna non la prima del genere. Lideatore del progetto, Renato Parascandolo, ha cominciato a pensarci nel 2000, quando, allora direttore di Rai Educational, strinse un accordo col Ministero per i Beni e le Attivit culturali per fotografare e riprendere in video i maggiori capolavori dei musei italiani. Cominci da l la sua avventura nei territori della riproduzione delle opere darte e nacque cos lidea di utilizzare quei materiali per realizzare una sorta di grande trailer dei capolavori italiani da esportare nel mondo per richiamare turisti a vedere gli originali. Ecco allora le mostre di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, curate da studiosi qualificati, cui seguiranno a breve, quelle non meno impossibili sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto e su Piero della Francesca. Leonardo: una mostra impossibile. Lopera pittorica di Leonardo da Vinci nellepoca della sua riproducibilit digitale. Castello di Vigevano - orario: marteddomenica 10/19. Fino al 30 giugno

Claudia Gian Ferrari. Un dipinto di notevole vigore espressivo, intitolato Primo denaro ed eseguito dallartista veneto nel 1928, pubblicato allepoca della sua realizzazione, ma che sembrava sparito nel nulla. Al secolo Natalino Bentivoglio Scarpa, conosciuto per come Cagnaccio di San Pietro, per via del grosso cane di suo nonno Natale, che terrorizzava lintero paese di San Pietro in Volta sullisola di Pellestrina, vicino a Venezia, questo pittore in realt non ha certo bisogno del suo curioso pseudonimo per essere ricordato. Bastano le opere taglienti, enigmatiche e spesso spietate che ha creato nel corso della sua breve vita ( morto a soli 49 anni il 29 maggio 1946), rivendicando la vitalit della tradizione classica allinterno del cosiddetto Realismo magico di cui fu, tuttavia, un esponente eccentrico.
Cagnaccio di San Pietro. Un quadro ritrovato. Claudia Gian Ferrari Arte contemporanea, via Filippo Corridoni 41 orario: luned-venerd 10/14 e 15.30/19, sabato solo su appuntamento. Fino all8 maggio.

un mostra costruita attorno al ritrovamento di un quadro di Cagnaccio di San Pietro del quale si erano perse le tracce, quella che propone in questi giorni la gallerista e storica dellarte 18

Nella sua lunga carriera ha avuto modo di frequentare la poesia, larte, il romanzo, il teatro, il radiodramma, il giornalismo, la musica. Un artista poliedrico e multiforme Emilio Isgr, ora al centro di una mostra, curata da Marco Meneguzzo, che verr riproposta nellestate anche in Sicilia, dove lartista nato nel 1937. Con numerosi riconoscimenti alle spalle, la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e a decine di rassegne in tutto il mondo, Isgr un artista concettuale, ma anche un poeta visivo che ha fatto della cancellatura una delle modalit espressive privilegiate, ma certamente non la sola. Cardine di questa mostra , tuttavia, proprio linstallazione inedita Fratelli dItalia, che oltre a suggerire il titolo della personale, anche stata concepita cancellando o in parte occultando linno nazionale che si snoda lungo una striscia di carta, per fare emergere solo i passaggi pi significativi del testo. La mostra riunisce una settantina di opere dagli esordi a oggi e altre due installazioni: Lora italiana e Lavventurosa vita di Emilio Isgr, luna concepita nell83 per ricordare l'attenta-

to alla Stazione di Bologna, laltra nel 1971, pensata come una serie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, che identificano il personaggio in maniera "concettuale" attraverso la descrizione. Emilio Isgr. Fratelli d'Italia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese. Corso Magenta 59 orario: marted-venerd 12/19, sabato e domenica 10/19, chiuso luned. Fino al 13 giugno.

Vale la pena visitare in questi giorni il Museo Diocesano e in particolare la sezione dei Fondi oro che si arricchita, qualche tempo fa, della collezione di Alberto Crespi. Di quella donazione generosa faceva parte anche una tavola raffigurante Santa Cecilia, oggetto ora di una piccola, ma importante mostra che segna il temporaneo ricongiungimento di questo pannello con gli altri 4 elementi del polittico di cui ha fatto parte fino a circa il 1745, anno in cui linsieme venne smembrato. Si tratta del Polittico del Carmine che si trovava in origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo, nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine, giudicato dagli studiosi opera della maturit di Bernardo Daddi, artista morto nel 1348, tra i migliori seguaci di Giotto. Dal Castello Reale del Wawel a Cracovia arriva la Madonna col Bambino e due angeli musicanti che stava al centro del pentittico, San Bartolomeo e San Lorenzo, in posizione laterale, sono ora conservati alla Galleria dellAccademia di Firenze, mentre allestrema destra, si trovava la Santa Caterina dAlessandria, ora in collezione privata. La Santa Cecilia stava, dunque, allestrema sinistra del polittico: da notare la descrizione sontuosa delle vesti, la delicatezza dellincarnato e una ricchezza narrativa e decorativa che rinvia a opere precedenti del maestro. Il Polittico del Carmine di Bernardo Daddi. Museo Diocesano, corso di Porta Ticinese 95 orario: marted-domenica 10/18, chiuso luned. Fino al 24 maggio. un prestito decisamente fuori dal comune quello che ha consentito di realizzare la mostra bergamasca. Cinquanta icone selezionate tra gli oltre 6mila esemplari conservati nel museo Museo Tretyakov di Mosca che vanta in materia di arte sacra russa la pi imponente collezione al mondo. Visibili rappresenta-

zioni di spettacoli misteriosi e soprannaturali": lo studioso russo Pavel Florenskij us queste parole per definire le icone, non semplici opere d'arte, ma immagini dotate di una loro vitalit, veri e propri momenti di comunione con il divino. Le opere esposte sono datate dalla fine del XIV- inizio XV secolo, a partire da una Nativit della Madre di Dio con santi, tipico esempio delle icone di Novgorod, fino al XVIII secolo. Una serie di immagini che illustrano le tappe principali del calendario liturgico - le feste, la venerazione della Madre di Dio, la devozione ai santi locali - raffigurate di volta in volta secondo schemi iconografici che gli artisti hanno ripetuto nei secoli senza sostanziali variazioni, al solo scopo di suggerire un contatto diretto con l'archetipo. In mostra anche alcune icone di Pskov, caratterizzate da una maggiore concretezza nellinterpretazione dell'immagine divina. Loro dellanima. Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. Bergamo, Palazzo della Provincia di Bergamo - Spazio Viterbi, via Torquato Tasso 8 orario: luned-venerd 15/19; sabato, domenica e festivi 10/19; chiuso gioved. Fino al 14 giugno.

Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di San Valentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vita propria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensuale e carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui la redazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versione del 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio tra Romanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici, Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza, appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nella letteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e di altri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio ma-

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terno di Paolo Troubetzkoy o il Bambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso di Cleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalle effusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo e Francesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nel cinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lunga pellicola, nel film di Tornatore Nuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della cinematografia italiana. Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato, domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno.

tuazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anche questo. F.T. Marinetti=Futurismo. Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20. Fino al 7 giugno.

Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite, raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Tra le tante novit di questa rassegna a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo - spicca Il bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14, esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla) dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo, da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra ritratti e caricature di Marinetti, opere di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline, riviste e volumi marinettiani come Zang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert (Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra, intesa come spettacolo simultaneo di si-

Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dal Giappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anche voracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva che per il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggia piermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo e lunica armatura da cavallo presente in mostra e un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Una novantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai, realizzati tra il periodo Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si animano di guerrieri severi e magnifici, samurai di alto rango e daimyo (signori feudali) che dalle guerre sono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte; per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si chiude con i super robot Goldrake e Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto a piene mani anche fumetti e disegni animati. Samurai. Palazzo Reale, piazza del Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 2 giugno.

CINEMA & TV
Questa rubrica curata da Simone Mancuso

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Che- Largentino di Steven Soderbergh Tratto dalle memorie di Ernesto Guevara de la Serna nel Diario della Rivoluzione Cubana, Soderbergh fa unoperazione molto difficile per un regista, soprattutto per un regista autoriale come lui. Riesce a raccontare la storia del comandante descrivendone luomo senza accodarsi a fan o detrattori, mettendo a rilievo solo gli elementi umani del Che e le sue reazioni: limpaccio dellasma, linaspettata popolarit, la capacit di spronare e trascinare gli uomini alla rivoluzione ecc.. Ne esce fuori la fatica che per le sue capacit fisiche e psichiche ha dovuto sostenere il Che per le due campagne rivoluzionarie, questo grazie ad una somiglianza sia fisica sia recitativa di un bravo Benicio Del Toro. Un regista che riesce a fare il suo mestiere anche raccontando la storia reale e vissuta delle persone e non sceneggiata allorigine. Tutto questo tralasciando per una volta i suoi tipici elementi autoriale, mettendoli da parte a favore di uno sguardo da osservatore senza giudizio. Tra laltro con una nota sostanziale, ossia la firma anche della direzione della fotografia. Questo film stato diviso perch la seconda parte che si intitoler Che- Guerriglia, e che uscir in Italia a Maggio, in origine era stata affidata a Terrence Malick che la abbandon per dedicarsi al suo prossimo film. Che- Guerrilla di Steven Soderbergh Premio come miglior interprete maschile a Benicio Del Toro al 61. Festival di Cannes 2008, dove il fim stato presentato in una versione comprendente enrambe le parti con la durata complessiva di quattro ore e ventotto minuti. Questa seconda parte di, a questo punto, un colosso sia come durata sia come risorse

la recitazione di Benicio Del Toro ed il perfetto trucco da oscar. Sarebbe interessante se qualche cinema riuscisse a programmarli insieme, di filata uno dietro laltro. X-Men le origini: Wolverine di Gavin Hood Il pi brutto dei quattro finora fatti della saga, ed il primo della serie Origins, visto che nel 2011 prevista luscita del secondo su Magneto. Un film sconclusionato sia dal punto di vista produttivo che estetico. Il primo perch ingloba elementi pregevoli come la sceneggiatura di David Benioff che si scontra con lo sviluppo dei soggettisti sulla storia del personaggio, direttamente proporzionale allessere scontata. Pi viene descritta e svelata la storia del personaggio, pi lo spettatore non ne sente il bisogno perch lanticipa. Dal punto di visto estetico, uguale: una regia che si scontra con lattenzione per gli effetti speciali e le esplosioni, tralasciando qualsiasi cura dei personaggi, soprattutto la cura sulla recitazione. Peccato perch il regista premio oscar come miglior film straniero, strappato alla nostra Comencini,con Il suo nome Tsotsi aveva iniziato neanch tanto male ad Hollywood con Rendition, per poi lasciarsi cadere a peso morto nel turbinio del cinema americano pi commerciale e da pop-corn che ci sia. Il regista G. Hood dovrebbe prendere esempio da altri registi che arrivano da esperienze positive fuori dagli Stati Uniti e chiamati per occuparsi di films da pop-corns. Ma c modo e modo di farlo, perch anche Cristopher Nolan ha fatto films da pop-corns con i batman, ma con una cura estetica e degli elementi cinematografici di un grande regista! Tutto questo per dire che si pu avere un prodotto commerciale ad una qualit estetica cinematografica anche alta. Quindi lasciamo fare i films da pop-corns ai vari Spielberg che lo sanno fare e lasciamo i registi dautore a fare altro. C da dire che forse quella notte allaccademy stato meglio che vincesse Hood sulla Comencini, perch non avrei mai voluto vedere un X-men fatto da lei.

produttive, non si scosta dal punto di vista del giudizio estetico dalla prima parte. Lunica cosa che salta ulteriormente allocchio rispetto la visione parziale della sola prima parte,

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MUSICA La rubrica MUSICA a cura di Paolo Viola Abbado a Torino Prima dellinizio i commenti riguardavano la quantit impressionante di milanesi che - il 28 aprile scorso, dunque a met settimana hanno lasciato case e uffici e si sono precipitati a Torino per ascoltare il concerto - tutto mozartiano - diretto da Claudio Abbado. Dopo lusuale ovazione di benvenuto (nessun altro musicista, in questepoca anaffettiva, provoca tanto attaccamento e tanta emozione) un rarissimo ed assoluto silenzio ha accompagnato lincredibile voce di Rachel Harnish che, prima con il Laudate Dominum e poi il Vorrei spiegarvi, oh Dio, apriva la magica serata. Poi il silenzio, laffetto, lemozione, la magia hanno dominato la sala dellAuditorium Agnelli al Lingotto (bravo Renzo Piano, una sala straordinaria, sembra di essere dentro un unico, grande strumento musicale, e di vibrare insieme alle corde e agli ottoni dellorchestra) mentre la Mahler Chamber Orchestra e il Coro della Radio Svedese si addentravano in quel misterioso Requiem che molti conoscono a memoria e dal quale tuttavia si sempre colti di sorpresa. Marted la sorpresa stata veramente grande, perch Abbado ha spogliato il Requiem da tutta lenfasi e gli orpelli che due secoli di interpretazioni - e di completamenti e di riscritture - gli hanno cucito addosso, restituendolo allo scabro significato delle note da cui aveva preso inizio negli ultimi giorni di vita del genio, in quella maniera a dir poco strana. Dice Giorgio Pestelli, su La Stampa del giorno dopo, che Abbado uno straordinario dosatore di pesi e misure, che perviene a una sonorit nuova e trasparente ... dove anche lincombere della tradizione ... viene alleggerito e sciolto in puri valori musicali. Tanto pi sorprendente, questo di Torino, se lo si confronta con il Requiem che lo stesso Abbado aveva diretto nella Cattedrale di Salisburgo per i 10 anni dalla scomparsa di Herbert von Karajan (16 luglio 1989) e dunque dieci anni fa; due occasioni, due situazioni, due momenti tanto diversi fra loro, ma sopratutto trasformato lui, Abbado, scarno, essenziale, ascetico, con un controllo sempre pi severo della tensione emotiva. Alla fine non stata tanto lintensit degli applausi ad impressionare, quanto il fatto che

per un quarto dora e non si sono contate le chiamate nessuno in sala ha lasciato la poltrona, come per non porre fine allincantamento ... (pare per che la replica del giorno dopo sia stata straordinariamente pi felice, con momenti di grande e vera c Straordinario laccento lombardo che - dal guardaroba al parcheggio e intorno al Lingotto - sovrastava nettamente quello piemontese; tutti felici di questa trasferta musicale per andare ad ascoltare il loro milanesissimo Claudio che sta finalmente per tornare. Cera nellaria un sentimento di attesa, di gratitudine, di fine di unossessione: quella di dover essere gli eterni abbadiani itineranti che si sono addirittura riuniti in club per dare coralit al loro entusiasmo, e che hanno trovato nella famosa Tilla il personaggio chiave della loro meravigliosa follia. Tilla, per chi non lo sapesse, ladorato presidente del CAI1 che dal 1981 quando nato - prima dunque del famoso abbandono della Scala e di Milano - porta una banda di melomani in tutto il mondo al seguito del Maestro: Attilia Giuliani, professore associato di biochimica allUniversit degli Studi di Milano, nota maratoneta, mamma e nonna felice, e una quantit impressionante di energia residua da riversare nellorganizzazione delle trasferte musicali del suo club! Santa Tilla ... capace di tanta fede nella musica, nella bellezza, nellarte e nei suoi celebranti ... come fare a non seguirti e a non provare queste ebbrezze? Adesso auguriamoci che Abbado torni veramente alla Scala e che nel giugno dellanno prossimo ci regali - insieme ai 90.000 alberi che nessuno sa ancora dove mettere - quella famosa ottava sinfonia che aspettiamo da oltre ventanni per completare il ciclo mahleriano. 5 maggio Andrea Bacchetti Un paio di mesi fa, su questa rubrica, accusavamo la critica musicale milanese che si occupa solo delle star e, salvo rare occasioni, non prende in alcuna considerazione chi, pur avendo qualit e capacit tali da meritare grandissima attenzione, ancora non appartiene a quel firmamento.
Club Abbadiani Itineranti - www.abbadiani.it - da non confondere con il Club Alpino Italiano, la Compagnia Aerea Italiana, il Centro Adozioni Internazionali, il Centro Allarme Interbancario, ecc. ecc.
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Ebbene, per diverse ragioni vorremmo parlare di un artista un po fuori dal comune, di un giovane ma non giovanissimo pianista, di cui non si legge mai un rigo nonostante venga regolarmente, da pi di dieci anni, a suonare al Conservatorio milanese, sorprendendoci ogni volta per la sue doti eccezionali, tecniche ed interpretative. Andrea Bacchetti un pianista genovese, appena pi che trentenne, che a Milano si affermato e che a Milano sta eseguendo poco a poco - anno dopo anno e senza clamore lintegrale delle opere per tastiera di Bach (allepoca di Bach il pianoforte era agli albori, e Bach stesso scriveva per tastiera senza indicare se i pezzi erano pensati per cembalo o per organo) avendo gi inciso le Suites francesi ed inglesi e le Variazioni Goldberg; dunque un percorso gi ben avviato e con successo ben consolidato. Coloro che hanno avuto la ventura di assistere ai suoi concerti non possono essere rimasti indifferenti a questo ragazzo che mostra ancor meno dei suoi anni, di statura minuta, stretto in una camicia lucida che lo rende ancor pi magro, che prima di appoggiare le mani sul pianoforte dimostra una sorta di apparente panico o di ansia da prestazione (honni soit qui mal y pense!) con la quale mette il pubblico in enorme imbarazzo ma poi, appena si decide ed attacca, dimostra una sicurezza, una padronanza della tastiera e del testo, da lasciaresenza fiato; per incanto passa la tosse a tutti e non si sentono pi rumori in sala. Bacchetti lopposto dello showman, sembra dare la definitiva dimostrazione che non vi alcun rapporto fra il portamento del musicista ed il risultato del suo lavoro; dai movimenti del corpo e dalla espressione del viso non trapela nulla delle sue intenzioni e del suo sentire, sembra quasi un pianista meccanico,

e tuttavia raggiunge risultati sempre emozionanti. Gioved scorso 23 aprile, in una serata non molto brillante, ha suonato per le Serate Musicali il Concerto in do maggiore K. 415 di Mozart ed era accompagnato dallorchestra sinfonica della Valle dAosta - una compagine che non ha ancora 10 anni, impegnata solo per una ventina di concerti allanno - che tuttavia, diretta dal bravo Giorgio Mezzanotte, riuscita a donarci quanto meno un egregio primo tempo dellEroica (sugli altri tempi ci sarebbe qualcosa da dire, ma parlavamo di Bacchetti). Nonostante dunque non ci fossero le condizioni per trasmettere grandi emozioni, Bacchetti riuscito a sbalordire il pubblico per la freschezza e la navet con la quale ha presentato questo concerto - che (possiamo dirlo, riferendoci a Mozart?) non proprio un capolavoro - e ci ha come rappresentato il quasi coetaneo Wolfgang quando raccontava a pap Leopold i suoi progressi di musicista in quelle lettere semplici e maliziose che per secoli interi hanno fatto la delizia di storici e critici. Venerd 8 maggio suoner, ancora al Conservatorio, due Suites bachiane (la sesta inglese in re minore e la quinta francese in sol maggiore), le Variazioni in fa minore di Haydn e tre sonate di Galuppi (lultima delle quali, in do maggiore, resa celebre da una magistrale esecuzione di Arturo Benedetti Michelangeli!); un concerto che accontenter le orecchie pi esigenti, anche per la saggia impaginazione di musiche totalmente solari e sopratutto di pensiero positivo, cosa di cui sentiamo gran bisogno. 28 aprile

TEATRO
Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

Uovo un festival internazionale che presenta le espressioni pi innovative delle perfor

UOVO PERFORMING ARTS FESTIVAL

ming arts, privilegiando artisti che promuovono un approccio indisciplinare e indisciplinatoalla creazione artistica. Ledizione 2009 della manifestazione si sviluppa attorno alle suggestioni dello sguardo, della scoperta. In linea con le passate edizioni, Uovo unisce ospitalit prestigiose come la Socetas Raffa-

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ello Sanzio/Romeo Castellucci, che torna a Uovo con linstallazione Paradiso, la compagnia inglese Lone Twin Theatre per la prima volta in Italia con lo spettacolo Daniel Hit By A Train, Jrme Bel, con la prima italiana del nuovo lavoro A spectator, Mammalian Diving Reflex con linsolito taglio di capelli e i giovani talenti italiani Pathosformel, vincitore del premio Ubu 2008, Francesca Grilli, Plumes dans la tte, Demetrio Castellucci/Black Fanfare. Uno degli elementi di novit il primo episodio del progetto Uovo 0_11, non una sezione del festival ma un percorso di avvicinamento allesperienza performativa contemporanea dedicato ai pi giovani. I bambini sono qui protagonisti nella duplice veste di spettatori e performer. Linfanzia diventa la lente dingrandimento attraverso cui leggere alcuni aspetti oggi centrali della societ come il rischio, il cambiamento, la speranza, la fiducia, la responsabilit, il potere. Dal 6 al 12 maggio Christina Kubisch crea per Milano il progetto itinerante Electrical Walks - Passeggiate elettriche nellambito di inContemporanea 09. Attraverso delle sofisticate cuffie capaci di percepire e amplificare lacustica di correnti elettriche soprassuolo e sottosuolo, lartista tedesca invita i partecipanti a scoprire unaltra dimensione della citt. A cura di O. Il 7 maggio (replica l8), presso il Teatro Out Off, Jrme Bel, uno degli artisti pi talentuosi e originali della scena performativa interna zionale, ripercorre in A spectator la sua esperienza di spettatore attraverso un racconto intimista e ironico. Un lavoro che apre uno spazio di riflessione sul concetto stesso di performance, rimettendo in discussione la relazione tra performer e pubblico. Una messa in scena che una celebrazione del teatro. A spectator viene presentato in collaborazione con il progetto La Francia si muove, promosso dalla Fondazione Nuovi Mecenati. Dall8 al 10 maggio Uovo presenta, in collaborazione con Teatro Versace, la Socetas Raffaello Sanzio, il gruppo performativo italiano pi conosciuto e apprezzato al mondo, con linstallazione teatrale Paradiso. Un nuovo capolavoro visionario della compagnia cesenate ispirato al paradiso dantesco che

toccher Londra, Bruxelles, Atene, Seul, Los Angeles. Dall8 al 10 maggio al DiDstudio pathosformel, gruppo rivelazione della giovane scena performativa italiana, sar a Uovo con La pi piccola distanza, spettacolo delicato e poetico incentrato sulle possibilit di ripensare la presenza del corpo in scena, qui evocata a partire da unassenza. Inoltre, dal 21 al 23 maggio, pathosformel terr al Teatro Franco Parenti il workshop La collezione, prima fase dindagine destinata a una nuova produzione della compagnia. Dall8 al 10 maggio presso La Triennale di Milano, nellambito di inContemporanea 09, verr presentata linstallazione stereoscopica del collettivo ZAPRUDERfilmmakersgroup. Le immagini di Pletora. Il dono sono create con lausilio della tecnica dellanaglifia e vengono fruite attraverso appositi occhialini 3D, costruendo illusioni di realt e invitando lo spettatore a una visione immersiva e totalizzante. Il 9 maggio al Teatro Out Off sar per la prima volta in Italia Lone Twin Theatre, una delle compagnie pi acclamate della nuova scena inglese, con Daniel Hit By A Train. La performance riprende lo spirito del vaudeville con toni al contempo comici e malinconici, sottolineando loriginalit e il fascino del percorso artistico del gruppo. Il 20 maggio allAlcatraz, nellambito del festival Indeepandance, Claudio Sinatti e Demetrio Castellucci/Black Fanfare presentano in prima italiana Rhomboide, performance multimediale prodotta da Uovo e dal Kaaitheater di Bruxelles, dove la produzione ha debuttato a febbraio 09 nellambito del festival internazionale Performatik. Nel centenario della nascita del Futurismo, Uovo presenta e firma una produzione che rielabora in chiave contemporanea lestetica e la poetica dellavanguardia capeggiata da Tommaso Marinetti. Il primo episodio del progetto Uovo 0_11 si svolge dal 22 al 24 maggio, grazie alla collaborazione con il Teatro Franco Parenti che ospita liniziativa. Il 22 maggio la giovane artista Francesca Grilli presenta due sue recenti produzioni: la performance La terza conversazione e la

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videoinstallazione La quarta conversazione. Uno spiazzante e affascinante progetto articolato in pi episodi che coinvolge performer sordomuti, qui reinterpretato per la prima volta anche per un pubblico di bambini. Una ricerca tra la dimensione ordinaria e fantastica della realt. Il 22 maggio Kinkaleri sar presente a Uovo con la performance Pinocchio e il 23 maggio con un laboratorio per bambini. Un progetto che si sviluppa a partire dal racconto di Collodi e disegna una serie di percorsi immaginari che si intersecano secondo logiche impreviste. Il 23 maggio un nuovo capitolo della creazione di Virglio Sieni Uno sguardo che si concede al corpo, lavoro che si inscrive nel percorso dellAccademia sullarte del gesto, fondata e diretta dal coreografo fiorentino con lo scopo di porsi come contesto inedito di formazione, di studio e creazione artistica. Uno sguardo che si concede al corpo parte dalla visione della Deposizione di Jacopo Pontormo per sviluppare unindagine sul corpo e sulla sua capacit di relazionarsi ad elementi esterni. Il 23 maggio verr inoltre proiettato Adamo ed Eva di Virgilio Sieni, documentario della serie Danza in scena di Francesca Pedroni e Maria Mauti, prodotto da Classica tv in onda su Sky. Lo stesso giorno, Claudio Sinatti, uno dei maggiori artisti multimediali italiani, condurr Mostronica, laboratorio interattivo per e con i bambini dedicato alle nuove tecnologie digitali e al live media. Il 24 maggio, presso il salone 3.14 parrucchieri e con la collaborazione di Orea Mali, in chiusura del progetto Uovo 0_11, il festival ospita la pluripremiata compagnia canadese Mammalian Diving Reflex con Haircuts by Children, una curiosa e divertente performance sull'emancipazione dei bambini e sulla loro responsabilit. Bambini-parrucchieri armati di forbici inviteranno gli spettatori a mettersi in gioco confrontandosi col rischio, la fiducia e il potere nelle nuove generazioni. Incontri con gli artisti sono previsti durante le giornate del festival.

Luoghi: Alcatraz via Valtellina 21/27; DiDstudio via Procaccini 4 c/o La Fabbrica del Vapore; La Triennale di Milano viale Alemagna 6; O via Pastrengo 12; Teatro Franco Parenti via Pier Lombardo 14; Teatro Out Off via Mac Mahon 16; Teatro Versace piazza Vetra; 3.14 parrucchieri via Ozanam 8.

Biglietti: Uovo Card 35 euro (27 euro per studenti, t friends, soci centri culturali stranieri) compresa prevendita. La Uovo card d diritto allingresso a tutti gli spettacoli (a eccezione di Figure e Haircuts by Children) previa prenotazione e fino a esaurimento posti. Info: uovoproject.it; 348.80.39.149; uovoproject skype:

IL SILENZIO DI DIO Arriva a Milano il progetto di Silvio Castiglioni Il silenzio di Dio, affiancato da 3 eventi collaterali: il 29 aprile lincontro Il silenzio di Dio. Dostoevskij e i fratelli Karamazov con Fausto Malcovati e Andrea Nanni (ore 18 presso Associazione Italia Russia Lombardia. via Silvio Pellico, 8), per tutta la permanenza dello spettacolo la mostra di Georgia Galanti Ore quotidiane. 200 santini rivisitati e dal 7 al 10 maggio la mostra di Patrizio Esposito Milano, quattro secondi. Fotografie per il sottopalco. Che cos il silenzio di Dio? Quali sono le domande degli uomini che non trovano risposta? Silvio Castiglioni ha concepito un percorso artistico con una squadra di collaboratori scelti ad hoc per sviluppare un lavoro giocato sulla sottrazione, sulla purezza della parola e dellazione. Il risultato unesperienza particolare e unica per lo spettatore, che pu seguire dun fiato le due parti del progetto: la prima, Casa daltri, un radiodramma teatrale tratto dallomonimo racconto di Silvio DArzo, la seconda, Domani ti far bruciare, uninvettiva tratta da I fratelli Karamazov di Fdor Dostoevskij. Questo viaggio inconsueto, in cui Castiglioni accompagna lo spettatore, ha la regia di Giovanni Guerrieri, la drammaturgia di Andrea Nanni, la cura del suono di Luca Berni e Gianmaria Gamberini.

Dal 5 al 24 maggio

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Uno stesso silenzio il silenzio di Dio risuona sia in Casa daltri (tratto dal racconto di Silvio DArzo) sia in Domani ti far bruciare (ispirato a I fratelli Karamazov di Fdor Dostoevskij) si legge nelle note di drammaturgia. Alla sommessa domanda di una vecchia che vorrebbe togliersi la vita, fa eco la furente requisitoria di un demone che vorrebbe incarnarsi. In entrambi i casi non c risposta, poco importa che la resa alla morte lasci il posto alla tentazione di vivere. Nel silenzio che accompagna queste figure tragiche, entrambe prive di un posto sulla terra, risuona il sibilo di una lama che separa vita e morte, umano e divino. Una lama che ci gira intorno come un satellite dallorbita cieca, incurante del vuoto di senso che non riusciamo a colmare. E se dietro le maschere vocali di Casa daltri non ci sono che specchi, in Domani ti far bruciare tutto avviene oltre lo specchio, dove le forme perdono i loro contorni per bruciare in un fuoco incessante. In Casa daltri una donna decisa al suicidio pone le sue domande a un prete e si spalanca lattesa di una risposta che rimane sospesa, nel silenzio carico di una responsabilit difficile da sostenere. Capolavoro di Silvio DArzo, Casa daltri , definito da Eugenio Montale sulle pagine del Corriere della Sera un racconto perfetto, trasposto in forma di radiodramma, lasciando allo spettatore la possibilit di incontrare la parola e le domande dellanziana donna nella loro ingenua e nuda schiettezza, senza ostacoli o distrazioni. Violenza e malinconia si respirano in Domani ti far bruciare, un finale di partita tra un demone di mezza tacca e un Cristo consegnato al silenzio. Un interrogatorio che si rivela una confessione come scrive Andrea Nanni, uno specchio ustorio in cui laguzzino e la vittima finiscono per fondersi in ununica figura. Se non c salvezza possibile, tanto vale cedere alla tentazione di vivere. Fino al 10 maggio 2009 CRT Teatro dellArte, viale Alemagna 6 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info: 02.89.01.16.44 Arlecchino servitore di due padroni Spettacolo-simbolo del Piccolo Teatro, reduce da trionfali tourne in Italia e nel mondo,

lArlecchino torna a casa. Lungi dal trasformarsi in uno spettacolo-museo, Arlecchino conferma la sua funzione di memoria in azione, capace di trascinare lo spettatore come diceva Strehler nellempireo del grande teatro comico, inno gioioso di liberazione. Il fatto che, in oltre sessantanni, il ruolo di Arlecchino sia stato interpretato Da due soli attori, Marcello Moretti e Ferruccio SOleri, che ne raccolse leredit nel 1963, accresce il suo carattere di eccezionalit. Soleri, che ha raccolto leredit di Strehler per la regia dello spettacolo, diventato Arlecchino e ha restituito con una straordinaria longevit scenica lenergia senza tempo del suo personaggio. Fino al 10 maggio Teatro Studio, via Rivoli 6 Orario: Marted e sabato alle 19.30; mercoled, gioved e venerd alle 20.30; domenica alle 16 (luned riposo). Mercoled 6 maggio alle 15 (pomeridiana per le scuole) e alle 20.30 Info e prenotazioni: 848.800.304 Il gabbiano Dopo il buon esito di critica e di pubblico al Festival di Castiglioncello 2007, Il Gabbiano di Cechov nella versione di Martin Crimp per la regia di Sandro Mabellini in scena al Teatro Litta di Milano dal 21 aprile al 10 maggio. Un lavoro che cerca il vuoto della scena e della messa in scena, non per un vezzo formale o sperimentalistico, ma perch lo richiede il tempo in cui viviamo, e lo richiede Martin Crimp (vincitore del Premio Ubu 2005 come Migliore novit straniera), grande autore europeo, che si interroga costantemente sulla moltiplicazione dei piani di rappresentazione e sull'idea dell'amore, sul problema dell'altro. In scena ci sono sei attori tre coppie, in una scena vuota il teatro, due microfoni - l'amplificazione del vuoto, la ricerca dell'amore, lo spettatore. Il Progetto Gabbiano Cechov / Crimp proposto dal Battello Ebbro mette al centro del lavoro la comunicazione tra attoreattore-spettatore. Un triangolo fondamentale allinterno del quale si svolge la relazione/comunicazione fatta di parole e azioni che gli attori sono chiamati a cercare a ogni prova, ogni replica, in modo autonomo e originario. Il testo si ripete invariato per ogni replica, ma ci che lo spettatore vedr in scena ogni

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sera, sar uno spettacolo diverso in merito a ci che accade. Un progetto che muove dalla necessit di portare l'attore a pensare con il corpo e non con la testa il suo essere in scena, relazionarsi al luogo-teatro, agli altri attori e agli spettatori, al suo interno-esterno secondo una modalit di relazione aperta, in cui non esistono quarte pareti ma solo un triangolo comunicativo attore-attore-spettatore. Fino al 10 maggio Teatro Litta, corso Magenta 24 Orario: 20.30 (domenica alle 16.30) Info e prenotazioni: 02.86.45.45.45 ANGELS IN AMERICA Questo bestseller del teatro americano, che ha fatto incetta di premi sia al suo debutto teatrale che nella versione televisiva guidata da Al Pacino, ha portato fortuna anche ai registi e alla compagnia dellElfo. Con la prima parte, Si avvicina il millennio, (debuttata al Teatro delle Passioni di Modena il 2 maggio 2007) Elio De Capitani e Ferdinando Bruni hanno ottenuto nel 2007 il Premio ANCT (Associazione Critici di Teatro) e due Premi Ubu e nel 2008 il Premio Hystrio alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa. La seconda parte, Perestroika, debutter nellottobre 2009 al Festival Vie, Scena contemporanea, coprodotta anchessa da Teatridithalia ed Emilia Romagna Teatro Fondazione. Il sottotitolo esplicito, fantasia gay su temi nazionali, non sintetizza tutta la ricchezza di questa saga provocatoria e commovente: lautore affronta di petto il tema dellidentit, ma non per esaurirlo sotto il profilo sessuale, bens per sondarne in profondit tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignit. Il testo racconta le vicende sentimentali e i conflitti di due coppie: la relazione gay tra Prior Walter, malato di AIDS, e Louis Ironson e il matrimonio fra l'avvocato mormone Joe Pitt e Harper, giovane moglie depressa; le loro storie sintrecciano a quelle dellavvocato Roy Cohn, perverso faccendiere, e di Belize, infermiere professionale ed ex travestito. Sono tutti rappresentanti del melting pot della

Grande Mela, emblemi attuali e universali di unumanit dolente. Lo scenografo Carlo Sala ha creato uno spazio ampio e semivuoto, fatto di nude mura di mattoni chiari dove vengono introdotti pochi elementi essenziali, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline di Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dellAntartico, in bilico tra realt e allucinazioni mentali. Il cast guidato da Elio De Capitani, Premio Ubu 2007 come attore non protagonista per il ruolo di Roy Cohn, personaggio storico, pupillo del senatore MacCarthy che scaten la caccia ai comunisti nel dopoguerra. Insieme a lui Ida Marinelli e Cristina Crippa, che si moltiplicano in diversi ruoli, e un gruppo affiatato di attori tra i trenta e i quarantanni: Edoardo Ribatto, Umberto Petranca vincitore dellUbu come attore under 30, Elena Russo Arman, Cristian Maria Giammarini e Fabrizio Matteini. Fino al 24 maggio Teatro dellElfo, via Ciro Menotti, 11 Orario: 20.30 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.71.67.91 WATERWALL Dopo aver circuitato nei principali teatri italiani e aver entusiasmato il pubblico dEuropa, America e Asia, torna finalmente a Milano lunico spettacolo teatrale al mondo con una dirompente cascata dacqua in scena, con danzatori/acrobati che, incontrando la forza dellacqua, si misurano con la sua potenza sfidando le leggi di gravit. Questanno, per festeggiare i 10 anni sulle scene, Waterwall e Teatro Ventaglio Smeraldo presentano al pubblico milanese unoriginale iniziativa: chi desidera potr provare le strutture scenografiche dello spettacolo e lemozione di muoversi sotto una cascata dacqua.Ogni sera quattro temerari spettatori, sorteggiati tra coloro che avranno compilato il modulo allingresso, verranno convocati sul palco a fine spettacolo. Grazie alle imbragature fornite dalla compagnia, assaporeranno lebbrezza di stare sul palco insieme ai fenomenali performers della Materiali Resistenti Dance Factory. I quattro volontari a fine esi-

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bizione verranno poi omaggiati con una tuta asciutta. Work in progress dalle possibili infinite forme, Waterwall di Ivan Manzoni uno show dal forte impatto visivo, unesperienza che ogni volta coinvolge ed emoziona il pubblico pi eterogeneo. Imbragature, corde elastiche, altalene, amplificano i movimenti dei performer spingendoli ai confini dell'acrobatica. Effetti di luci e ombre modellano il flusso dellacqua, lo mutano da velo trasparente a muro quasi impenetrabile piegandolo a una inedita spettacolarit.Ivan Manzoni ha tradotto sulla scena la volont di superare le barriere architettoniche e linguistiche tradizionali della danza, sostituendo la ricerca drammaturgica con lo studio delle potenzialit offerte dallincontroscontro tra la forza dellacqua e le dinamiche del movimento umano. Da sempre il coreografo bergamasco stato affascinato dal possibile legame tra questo liquido primordiale e la danza. Il linguaggio del corpo si articola sulla scena nella sua disarmante semplicit, la sperimentazione non segue il percorso della ricerca coreografica, ma prende vita una performance fatta di immagini, di colori e di musica scandagliati nelle profondit dei loro poteri ipnotici. La complessit della macchina scenografica con cui i danzatori interagiscono e le infinite variazioni sul movimento che ne derivano rendono necessaria per la compagnia Materiali Resistenti Dance Factory unaccurata selezione dei performers. Per questo spettacolo gli artisti oltre a possedere ottime basi tecniche di danza e di acrobatica devono essere dotati, tra varie altre qualit, anche di una notevole resistenza fisica. Dal 7 al 17 maggio Teatro Ventaglio Smeraldo, piazza XXV Aprile, 10 Orario: 20.45 (domenica alle 18) Info e prenotazioni: 02.29.00.67.67 IL PRINCIPE DELLA GIOVENTU Il Principe della Giovent un progetto originale di Riz Ortolani, liberamente tratto dal famoso fatto storico La Congiura dei Pazzi mai prima dora portato sulla scena musicale. La storia si svolge a Firenze, nel breve arco di quattro mesi (dal gennaio al 26 aprile dellanno 1478) nel momento pi alto dello splendore rinascimentale, un anno denso e

ricco di eventi significativi e decisivi per i due fratelli Medici, Lorenzo (Graziano Galatone) e Giuliano (Edoardo Luttazzi). Il fatto in se stesso un dramma universale che si ripete nei secoli. Lorenzo di appena ventotto anni , gi da dieci, Capo supremo dello Stato di Firenze, poeta e grande mecenate delle arti; il giovane fratello, ventiquattrenne, Giuliano il Principe della Giovent (cos lo chiamava il poeta Poliziano) con il suo grande e difficile amore per la giovane Fioretta Gorini (Valentina Spalletta), figlia di un umile mercante di stoffe, complice la nutrice Cencia (partecipazione straordinaria di Donatella Pandimiglio). In contrasto con lo splendore Rinascimentale, lamore, la vivacit della giovent fiorentina, il gioco del calcio, gli intrighi, serpeggia la cupa oscurit della famosa Congiura dei Pazzi organizzata da Franceschino de Pazzi (Sandro Querci) divorato dallinsano odio e gelosia per i due fratelli Medici, cos amati dal popolo, nonch per il loro potere bancario. La congiura culmina con lassassinio del giovane Giuliano nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore: diciannove pugnalate durante la Santa Messa dellAscensione officiata dal Cardinale Riario, giovane nipote di Papa Sisto IV, alleato della famiglia Pazzi nel complotto. Giuliano morir tra le braccia della sua amata Fioretta, in attesa del loro figlio, futuro Papa Clemente VII. La congiura per non riesce nellintento perch Lorenzo, miracolosamente salvato, rafforza il suo potere e ne esce trionfante: il popolo fiorentino lo vendica e lo acclama e nei secoli a venire sar sempre Lorenzo il Magnifico. La forza espressiva delle musiche sostenute dalle potenti orchestrazioni dellautore fanno vivere tutta lintensit delle emozioni. Dal 6 al 14 maggio Teatro degli Arcimboldi, viale dellInnovazione 20 Orario: Mercoled 6 maggio alle 21; gioved 7 maggio alle 16 e alle 21.. Luned 11, marted 12, mercoled 13, gioved 14 maggio alle 21 Info e prenotazioni: 02.64.11.42.200

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