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Beigua
P R A T I C A
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Un patrimonio mondiale
Con i suoi 8700 ettari estesi fra le province di Savona e Genova il Parco pi vasto della Liguria e comprende il territorio di dieci comuni. Il recente riconoscimento di Geopark da parte dellUNESCO ne sottolinea il patrimonio geologico di importanza mondiale, mentre lenorme valore per quanto concerne la biodiversit testimoniato dalla presenza di tre Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e una Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), in adempimento a specifiche direttive comunitarie sulla conservazione della natura. 500 km di sentieri offrono una variet rara di scenari e situazioni: dai percorsi mare-monti a strapiombo sulla costa al fascino brullo e selvaggio - dovuto alle caratteristiche della roccia serpentinica - dei picchi su Genova e Savona. Trekking, mountain-bike, torrentismo, arrampicata, orienteering e altre attivit sportive sono possibili allinterno della spettacolare palestra a cielo aperto rappresentata dal Parco. Chi ama larcheologia potr percorrere la strada megalitica nei dintorni di Alpicella, localit in cui si trova un museo dedicato alla preistoria (e altre raccolte sono ospitate nei musei di Sassello e di Masone) e, in frazione Fenestrelle, un riparo sotto la roccia. Sopra Arenzano si possono osservare le migrazioni dei rapaci diurni; ottanta le specie ornitiche del Parco, in cui nidificano laquila reale e il biancone. La scenografica val Gargassa caratterizzata da lunari formazioni di conglomerato, la Badia di Tiglieto, prima abbazia cistercense fondata oltre il confine francese, rappresenta un complesso architettonico di grande pregio, mentre a Campo Ligure si esercita ancora larte antica della filigrana, tramandata da generazioni e celebrata da una rassegna annuale. Queste testimonianze storico-culturali sono raccolte e raccontate nei musei e meglio illustrate attraverso la presenza, sul territorio, della cultura rurale e agricola, con produzioni alimentari caratteristiche quali i prodotti del latte, i tipici amaretti, i frutti del bosco, i funghi, le castagne, il miele.
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Punti di interesse
LEremo del Deserto di Varazze e il Percorso Botanico
Fondato nel Seicento dai Padri Carmelitani e ubicato, in Comune di Varazze, alla confluenza tra il Torrente Arrestra e il rio Malanotte, lEremo del Deserto contornato da un percorso botanico ad anello di notevole valore naturalistico, illustrato da pannelli. Sparse nel folto della vegetazione si trovano sette cappelle chiamate Romitori dove i frati trascorrevano periodi in solitudine.
Numeri e Indirizzi
MUVITA - Museo vivo delle tecnologie per lambiente Via Marconi, 165 16011 Arenzano (GE) Tel. 010.910001 Fax 010.9100119 Tipica casa contadina ligure Via Ciosa, 1 Fraz. Sciarborasca Cogoleto (GE) Tel. 010.91701 Esposizione archeologica permanente P.zza IV Novembre Fraz. Alpicella Varazze (SV) Tel. 019.93901; 019.95210 Museo Perrando Via dei Perrando, 33 Sassello (SV) Tel. 019.724100 Collezione privata Passatempo: moto, cicli, oggetti del 900 Via Sciutto, 3 Loc. S. Anna Rossiglione (GE) Tel. 010.9239921 Museo della filigrana Palazzo della Giustizia, Campo Ligure (GE) Tel. 010.920877 010.921055 Museo Civico Andrea Tubino P.zza Castello, 2 Masone (GE) Tel. 010.926003
Le Foreste Demaniali
Nel Parco ci sono tre foreste demaniali, tutte di pregio naturalistico. La pi estesa (1640 ettari) la Foresta del Lerone, tra Arenzano e Cogoleto, con grandi prati e rupi serpentinitiche. In comune di Sassello la Foresta della Deiva (800 ettari), attraversata da un sentiero ad anello fra boschi di abeti rossi e di Douglas, di pini neri e silvestri, da boschi misti di rovere e altre latifoglie. La foresta di Tiglieto (740 ettari) interessa i comuni di Tiglieto, Masone e Campo Ligure e offre una notevole variet di ambienti boschivi.
I salumi di Sassello
Il lardo e il pat di lardo, il prosciutto, il salame. Tutto fatto in casa, a Sassello, sede di una insospettata quanto pregiata e genuina produzione di salumi.
Le Zone Umide
La Torbiera del Laione, il Pantano di Canei, le Giare dellOlio, il Lago della Biscia sono solo alcune delle numerose e preziose zone umide presenti nel territorio del Parco. Alcune di esse ospitano specie vegetali molto particolari come la brasca, il pennacchio a foglie larghe, il cardo di palude e la molinia. In altre sono presenti anfibi e rettili come il tritone appenninico, il tritone punteggiato, la salamandra pezzata, la natrice dal collare. Come tutti gli ambienti molto fragili e sensibili allazione delluomo presenti allinterno del Parco, sono visitabili avendo ben presente che ogni minima alterazione dei luoghi ha un effetto, spesso negativo, sulla composizione e sulla struttura degli ecosistemi.
I Funghi porcini
Ne ricco, da sempre, il territorio del Parco. Una produzione di funghi secchi o conservati sottolio permette di gustare sempre il sapore intenso e inconfondibile di questo prelibato frutto della terra.
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Monte Beigua (1287m/4h) Nei pressi dellalbergo-ristorante si arriva alla strada asfaltata, che prosegue diritta, dapprima lungo la selva di ripetitori televisivi, quindi in lieve discesa, per un tratto aperto a spettacolari panorami, verso le Alpi e sulla costa, che consentono di apprezzare spettacolari forme del paesaggio. Immersi in questo scenario si raggiunge Pra Riondo (1100m/4h20) dove, a fianco del ristorante-albergo, si trova il punto informativo Bruno Bacoccoli, con annesso un interessante Giardino geologico: un lembo di prato in cui sono disposte alcune delle formazioni rocciose pi importanti tra quelle presenti nel Parco del Beigua. Per scendere alla Torbiera del Laione si raggiunge, tornando indietro per breve tratto verso il Beigua, una deviazione a destra (Sentiero Natura, segnavia tre pallini gialli) Il sentiero passa in una zona di faggi e sbuca infine nei pressi della strada carrozzabile presso la Torbiera del Laione (987m/5h05) la principale zona umida del Parco, che ospita diverse, interessanti specie vegetali. Fra queste la drosera, una pianta insettivora le cui foglie sono coperte di peli vischiosi. La torbiera classificata come riserva integrale allinterno dellarea protetta e la sua fruizione regolata dalle norme del Piano del Parco; in particolare, il sito visitabile attenendosi strettamente alle indicazioni fornite da appositi pannelli collocati sul posto. La torbiera un tipico esempio di hot-spot (punto caldo) per la biodiversit che - per rarit e vulnerabilit delle specie presenti - costituisce un valore inestimabile per la conservazione della natura nel suo complesso. Lungo la mulattiera che passa nel bosco fra lasfaltata e la zona umida crescono due specie di orchidee: la concordia e lelleborina. Per scendere a Piampaludo occorre seguire il segnavia X giallo, lungo un percorso che alterna tratti di sentiero o di sterrata alla strada asfaltata.
Pra Riondo
Beigua Geopark
Dal marzo 2005 il Parco del Beigua riconosciuto Geoparco internazionale, nellambito della rete europea dei geoparchi (EGN) e della rete globale dei geoparchi dellUNESCO, per il suo ricco patrimonio geologico. Costituito, in particolare, dallestensione degli ofioliti (o rocce verdi), da canyon e da pinnacoli modellati nel conglomerato della val Gargassa, da aree paleontologiche dagli abbondanti contenuti di fossili, nonch da siti di interesse mineralogico, caratterizzati da spettacolari granati.
Nella pagina precedente: una faggeta in abito invernale. Sotto: un esemplare di tritone alpestre, presente nella zona umida della Torbiera del Laione insieme al tritone crestato, alla salamandra pezzata e ad alcune specie di libellule.
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Periodo consigliato: Tutto lanno, escluso in pieno inverno Durata del percorso: 3h Caratteristiche: archeologico - paesaggistico botanico
Alpicella
M. Greppino 680
Cappelletta Faie
Varazze
La Strada Megalitica
Le incisioni rupestri
Non solo ad Alpicella, ma pure in altre zone del Beigua (il cui tononimo deriverebbe da Baigus, la primitiva divinit alpina che avrebbe dato il nome anche al monte Bego, nelle Alpi Liguri, altra zona ricca di testimonianze preistoriche) sono state rilevate tracce delluomo primitivo. Numerose le incisioni anche presso Piampaludo, nellalta valle dellOrba. Differenti, per contro, i segni lasciati nelle diverse aree: pi lineari sul versante tirrenico, pi articolati su quello padano. Un itinerario nel cuore della preistoria, che culmina lungo la strada megalitica, cio la Stonehenge del Beigua rivolta verso la vetta magnetica del monte Greppino. Poi Alpicella, con il museo preistorico e, in localit Fenestrelle, il riparo sotto roccia. Accesso e punto di partenza Dal posteggio a est della chiesa di Alpicella si imbocca la strada asfaltata verso levante che conduce (segnavia H rossa) alla frazione di Ceresa (550m/45) Occorre quindi raggiungere la fine della strada asfaltata. Qui si trova una bella casetta in pietra, con scaletta esterna in legno. A sinistra della costruzione il segnavia N indica la strada megalitica. Il sentierone, in autunno, un invitante tappeto di foglie rosse che conduce nel folto della vegetazione. Ma bene non distrarsi troppo: quasi allimbocco del sentiero ecco, in terreno di propriet privata, un masso detto a polissoir. il pi antico rinvenimento di incisioni rupestri nellarea del Beigua. Il masso riporta una serie di incisioni lineari in quanto probabilmente la pietra veniva usata come affilatoio. Si va avanti nel bosco; a tratti il sentiero si apre sulle vallate circostanti, e addirittura offre scorci sulla costa: ecco, laggi, il porto di Savona, abbracciato dalla sagoma di Capo Noli. Infine la strada megalitica: un viale preistorico, con una serie di massi a sembrare primitivi paracarri. Qual era la loro funzione? Il luogo noto agli studiosi come Recinto sacro ed era, forse, rivolto a qualche divinit, considerato che la vicina vetta del monte Greppino (raggiungibile seguendo il segnavia T che in parte accompagna la N della Strada megalitica) presenta, per la sua composizione rocciosa, una notevole capacit di attirare i fulmini. In fondo alla
Strada megalitica (600m/1h40) termina il sentiero preistorico. Si prosegue da qui lungo il sentiero (+ rossa) che scende a Varazze. Ci si immerge subito nel bosco, avvolto in autunno da colori intensi. Il sentiero raggiunge quindi lasfalto e, in Localit Cappelletta Faie (450m/2h30) il bivio per Alpicella. Si pu continuare a scendere fino a Varazze lungo il sentiero o proseguire per la strada asfaltata e tornare al paese dopo tre ore complessive di cammino.
Nella pagina precedente: il Riparo sotto roccia ad Alpicella e la pietra scritta, nei pressi del Beigua. Sopra: le rocce del monte Greppino. In basso: la strada megalitica.
Alpicella preistorica
Oltre alla strada megalitica, i dintorni di Alpicella conservano altre testimonianze dellepoca preistorica. Il sito archeologico in localit Fenestrelle raggiungibile prendendo la - segnalata - deviazione a sinistra lungo la strada che da Varazze sale ad Alpicella, poco prima di arrivare in paese. Illustrato da un pannello, il sito presenta un riparo sotto roccia nella valle del Teiro. Come dire: gli uomini delle caverne abitavano qui. Saliti in paese, si pu visitare la Collezione Archeologica permanente, con reperti che vieppi indicano la presenza dei nostri antenati nellarea.
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Periodo consigliato: Tutto lanno, escluso in pieno inverno Durata del percorso: 2h Caratteristiche: culturale - paesaggistico botanico
Badia di Tiglieto
Tiglieto
verso destra per circa 150 metri per riprendere poi, dal lato sinistro della strada, il sentiero: il bosco muta gradualmente, si passa dal castagneto a pini silvestri a pioppi tremuli. Raggiunta una propriet privata, litinerario prosegue oltre la sbarra, attraverso un piccolo complesso rurale. In questa zona il castagno lalbero dominante. Ma ecco il torrente Orba, e un suggestivo ponte in ferro che lo scavalca. Poco oltre si arriva in localit
La Badia di Tiglieto
Freira da Bassu
Anello di Tiglieto
LAstore
In unarea caratterizzata da unimportante comunit di uccelli legata allalternanza di ambienti boschivi e radure possibile talvolta scorgere, lungo margini che separano boschi dalle aree aperte, lAstore (Accipiter gentilis). Tipico abitatore dei boschi misti e delle conifere del Parco del Beigua, lAstore un elegante e possente rapace di medie dimensioni. Si nutre di Uccelli; nellarea del Beigua, in particolare, la preda preferita la Ghiandaia. Per la sua fierezza ed il suo coraggio lAstore veniva utilizzato, in passato, per la falconeria Una rasserenante escursione nel bosco, priva di dislivelli degni di nota, poi alcuni suggestivi scorci sul torrente Orba, con qualche passaggio su ponti e ponticelli. lanello della Badia di Tiglieto, sentiero che pu completare la visita al complesso cistercense pi antico dItalia e oggetto di recente ristrutturazione. Accesso e punto di partenza Si parte dal bivio (oltre Tiglieto provenendo da Genova e raggiungibile anche in corriera) fra la strada provinciale 1 e la deviazione per Olbicella. Proseguendo in direzione Olbicella si raggiungerebbe, a mezzo chilometro di distanza, il parcheggio e il punto di accesso al complesso monumentale della Badia di Tiglieto (395m). Il sentiero procede invece lungo un tracciato a fondo naturale per voltare, prima di un cancello, a sinistra e fiancheggiare il recinto della propriet. Ci si inoltra dapprima in un bosco di conifere per raggiungere rilassanti radure, quindi un tratto di sentiero in mezzo a castagni. Un breve tratto, ed ecco il ponticello sul rio Fornace, non utilizzabile al momento: necessaria una deviazione lungo la via provinciale. Raggiunto lasfalto si sale
Fondata nel 1120 nella piana alluvionale del torrente Orba, lAbbazia di Santa Maria (o Badia di Tiglieto) la prima abbazia cistercense fuori territorio francese. Il complesso comprende Freira da Bassu (421m/1h) la chiesa, il convento e Il nome in dialetto indica la presenza di unantica ferrieil refettorio, che racchiura i cui ruderi si trovano poco lontano, lungo la sponda dono tre lati del chiodel torrente Orba. stro (il quarto costiLo scenario della foresta muta ancora: ecco il bosco mituito da edifici agricoli). sto, con piante di ontano, sorbo, nocciolo e rovere. un Il chiostro e loratorio, paesaggio da fiaba, con due ponticelli che contribuiscoevidenziano le origini no a rendere ancora pi magica e intima latmosfera. romaniche. A favorire Ma il sentiero riserva ancora sorprese: lultimo tratto del lo sviluppo e la destinapercorso si apre sul torrente Orba. Il panorama da carzione agricola del comtolina mentre gli appassionati di botanica potranno osplesso furono i Frati di servare piante officinali quali la santoreggia e lelicriso, Citeaux. A loro si dela rara costolina appenninica, lerica, la calluna. vono i prati a schiena La natura passa infine, ma solo in parte, la mano alluodasino, importanti per mo. Si arriva sulla strada carrozzabile, un centinaio di il deflusso delle acque. metri pi in altro rispetto al punto di partenza. La strada Il monastero fu soppresfiancheggia lantico ponte romanico sul torrente Orba, a so nel 1442. cinque arcate in serpentino. Restaurato nel secondo SeiIl restauro del complescento, il ponte indica lantica via di accesso alla Badia so, ultimato di recente, A unestremit del ponte si trova una quercia secolare. Si ha recuperato le celtratta di uno fra gli alberi monumentali pi imponenti delle, la Sala Capitolare e la Liguria. Al lato opposto, i ruderi di un antico mulino. lArmarium medievali. Dal 2000 i monaci ciNella pagina precedente: in alto, il ponte romanico sullOrba stercensi sono tornati ad e, in basso, la Badia di Tiglieto. Qui sotto: la Sala Capitolare abitare la Badia.
della Badia.
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M. Argentea 1082
sante meridionale dellArgentea (segnavia A), rutilante di sassi e rocce ospitanti una specializzata flora rupestre. In localit Collettassa un sentiero (segnavia a stella) sinerpica fino alla vetta, stupendo balcone panoramico con vista estesa dalla silhouette dellimponente arco alpino al piatto orizzonte del mare. Dalla rocciosa sommit dellArgentea, con un percorso quasi in piano (triangolo rosso), si raggiunge un rifugio prossimo a essere completato. Dal Rifugio Argentea (1091m/3h20) si segue verso ponente lo spartiacque principale tirrenico-padano che tra lArgentea e il Rama registra la minima distanza dal mare (5 km), con vette rocciose alte pi di mille metri. Le rocce metamorfiche del Gruppo di Voltri hanno indotto i geologi a classificare come elemento alpino larea del Beigua, spostando cos il confine geografico tra le Alpi e gli Appennini verso il capoluogo ligure. Scavalcato lampio crinale della Cima del Pozzo (1103m/4h) si rasenta lomonimo riparo (non custodito), per poi superare Passo Notua (1065m) e la dorsale di Cima Fontanaccia. LAlta Via dei Monti Liguri, ai margini della pineta, aggira a ovest il desolato Bric Resonu, per perdere quota verso il bordo orientale di Prato Ferretto (1091m). Dirigendosi verso sud-est, si conquista la panoramica cima del Monte Rama (1148m/5h) La Diretta (sentiero tondo rosso), scende rapidamente tra rocce e rada vegetazione fino a un bivio. Tenendo la destra, tra pareti di roccia e scarne pinete di pino nero, si procede sulla panoramica mulattiera che taglia a mezza costa i dirupi e le placche rocciose del Rama, portandosi al Passo Camul (790m); aggirando il versante ovest del Bric omonimo si tralascia il sentiero sulla destra che scende nel vallone di rio Scorza, verso Sciarborasca. Lantica direttrice, costituita da grandi lastre di pietra rette da imponenti muri a secco, spettacolare nei tratti pi impervi che tagliano il pendio. Il sentiero converge infine su una pista che calando di quota tra pini e dense formazioni arbustive a calluna, erica scoparia, cisto femmina, alaterno, perviene sulla strada asfaltata (190 m). Si segue ora la carrozzabile asfaltata fino alla Cappella di SantAnna di Lerca (161m, 8h30) Una volta costeggiato il campeggio, dopo 100 metri si svolta a sinistra lungo una strada che si abbandona, sempre a sinistra, per imboccare il sentiero botanico (C1) che scende al Ponte de Ratte. Risalendo si guadagna rapidamente la carrozzabile, presso lazienda agrituristica Argentea.
In basso: una spettacolare panoramica su Arenzano. Nella pagina seguente: scenografici momenti dellescursione.
Lerca
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Periodo consigliato:
Tutto lanno (eccetto le giornate calde), ma in particolare la primavera per il possibile avvistamento dei rapaci.
Crevari
Loc. Vacc
Arenzano
Passo Tardia (870m/2h) dal quale si avvista il Passo della Gava, che si raggiunge attraverso un tratto in parte selciato. Ancora scenari lunari fino al Passo della Gava (752m/2h30) Si scende verso Arenzano attraverso unampia sterrata. il Sentiero Natura Curlo-Passo della Gava del Parco del Beigua, contraddistinto da pannelli che illustrano le presenze ornitologiche della zona. La sterrata (segnavia MMA bianco) si alterna in pi punti con il sentiero Arenzano-Passo della Gava (due pallini rossi pieni). Si prosegue in un paesaggio fiero, aperto a levante sui monti Argentea e Rama, fino al panoramico pianoro di Prato Liseu (593m/3h30) Proseguendo ancora lungo la sterrata si nota, nei pressi di un traliccio, un pannello contrassegnato con il numero 6 del Percorso ornitologico individuato allinterno della ZPS (Zona di Protezione Speciale) Beigua-Turchino: il percorso ornitologico ad anello che (completo di una torre di osservazione per lavvistamento dei rapaci e di altre specie avifaunistiche) ruota intorno al Centro, raggiungibile anche proseguendo lungo la strada sterrata e prendendo, nei pressi di un cartello che segna la foresta demaniale Lerone, la deviazione per Localit Vacc (300m/4h15) Dove si incontra il nuovo Centro Ornitologico e di Educazione Ambientale del Parco del Beigua. Si ritorna alla sterrata e si prosegue fino allasfalto, quindi allarea escursionistica e di sosta del Curlo. Il sentiero (due pallini rossi) prosegue lungo il lato sinistro della stessa area e scende lungo un pendio brullo, caratterizzato da una macchia mediterranea danneggiata dagli incendi, quindi da suggestivi scorci panoramici su Arenzano. Fino alla frazione di Case Gasca, dove si raggiunge lasfalto. Si scende una scalinata, si passa sotto lautostrada e si aggiunge la zona di Terralba e via Ciarlin; sulla sinistra, il tunnel per la stazione ferroviaria di Arenzano.
Nella pagina precedente: il falco pecchiaiolo. Qui sotto: Genova vista dal sentiero e, in alto, un pannello descrittivo nei pressi di Case Vacc.
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Periodo consigliato: Dalla primavera allautunno Durata del percorso: 5h ca. Caratteristiche: Ambientale - geologico panoramico - storico - faunistico
Masone
displuviale tra le valli Stura e Orba. Da qui si raggiunge la deviazione a U per la breve salita al Bric Dentino (976m/2h) detto anche Bric della Saliera per via di unantica saliera, ora distrutta. Per proseguire fino al Bric del Dente si segue il triangolo giallo vuoto (in alternativa il rombo giallo pieno, oltre la Porta del Dente), dapprima in piano, quindi a sinistra, su un pendio non ripido ma deciso. A una sella, si prosegue ancora a sinistra. Il Bric del Dente (1107m/2h45) in vista, risalire la sua punta rocciosa richiede attenzione. Il panorama a 360, per, eccezionale: la cima, isolata sullo spartiacque fra le valli Cerusa, Orba e Stura, offre la sensazione di unaltitudine ben superiore. Suggestiva pure la discesa (due croci rosse) alla Sella del Barn (892m/3h15) lungo lAlta Via. Lo scenario selvaggio, aperto fino al mare di Genova. Dal Barn si risale il versante sud del monte Giallo e il versante nord del Bric Geremia (803m/3h45) la cui sommit raggiungibile, con una deviazione da Pian Geremia (due rombi gialli pieni). Sul pianoro della vetta il Forte Geremia (fine XIX secolo), programmato come struttura ricettiva dellAlta Via. Da qui si potrebbe prendere il sentiero diretto (due rombi pieni gialli) che scende a Masone in un ora e mezzo circa. Rimanendo in quota, si arriva al Sacrario dei Martiri del Turchino (655m/4h) che ricorda la strage di partigiani nel maggio 1944. Oltre il Sacrario si arriva al Giovo di Masone (674m). Da qui si scende alla Cappelletta di Masone (642m/4h10) lungo il percorso (trattino con due pallini gialli) che ricalca lantica via Cannellona. La secentesca Cappelletta fu eretta nel luogo in cui un certo Macci sarebbe scampato ai briganti. La discesa a Masone procede ripida fino alla zona del cimitero e alla piazza del Municipio.
Aquila reale
Avvistarla in queste zone, nel tratto pi elevato e selvaggio del percorso, possibile: lAquila reale (Aquila chrysaetos) il re dei rapaci, con unapertura alare estesa fino a due metri e mezzo e un peso di sei chili. Il becco forte e ricurvo e lo sguardo accigliato le conferiscono un aspetto fiero, sottolineato dal bel piumaggio bruno dorato. Il suo volo, volteggiante, con rari battiti di ala, appare elegante e lieve. Laquila reale si nutre di mammiferi di medie dimensioni, che cattura artigliandoli in rapide planate.
Cascina Troia
Bric del Dentino 976 Bric del Dente 1107
Cappelletta di Masone
Bric Geremia 803
Forte Geremia
Nella pagina precedente: la vetta del Bric del Dente. Sotto: la cascata del Serpente e un tratto dellAlta Via verso la Sella del Barn.
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Con i mezzi pubblici Affidarsi ai mezzi pubblici significa scegliere il mezzo pi ecologico e gradito per accedere ai Parchi. Il sistema pi efficace per conoscere gli orari e comporre le combinazioni di accesso (treno e/o corriera) il sito internet con lorario integrato della Regione Liguria: www.orariotrasporti.regione.liguria.it In automobile Accessi principali: A10 Genova-Ventimiglia: Caselli di Genova-Voltri, Arenzano, Varazze, Celle Ligure, Albisola; A26 Voltri-Gravellona Toce: Casello di Masone. SS. 1 Aurelia; SS. 334 del Sassello; SS. 542; SS. 456 del Turchino.
Rifugio / Foresteria
Viabilit veicolare
Ferrovia
Numeri di emergenza
Emergenza infortuni
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Segnalazione incendi boschivi
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Lerici
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LA SPEZIA
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S.Stefano d'Aveto
Torriglia
Rapallo
Sestri Levante
A
Passo di Cento Croci Monte Gottero
Punta Martin
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Bric Dente
P. del Turchino
Campo Ligure
GENOVA
IMPERIA
Monte Monega
Colle di Nava
Triora
Olivetta S. Michele
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Aree protette
Dolceacqua
Pigna
VENTIMIGLIA
Pieve di Teco
12-Giardino Botanico 8-Portofino (**) Pratorondanino 9-Aveto (*) 10-Portovenere Altre Aree Protette Regionali 11-Montemarcello 13-Giardini Botanici Hanbury Magra (*)
SAVONA
Piana Crixia
Colle di Cadibona
Monte Carmo
Millesimo
Rocca Barbena
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Albenga
Monte Beigua
Varazze
Sassello
Finale Ligure
Isola di Bergeggi
Urbe
Busalla
Crocetta d'Orero
Monte Antola
Monte Penna
Monte S.Nicolao
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Levanto
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Riomaggiore
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