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Nel momento in cui Andrea Volpe sceglie di mutare il proprio
comportamento processule - se per liberarsi la coscienza ovvero
soltanto in vista dei vantaggi che verosin
mente gliene sarebbero
venuti quanto alla propria posizione, non @ rilevante sapere -
nello spazio di tre interrogatori compresi fra il 17 maggio ed il
13 luglio 2004 egli squarcia il velo di omert& che copre non solo
lromicidio Pezzotta ma, ancor di pit, la fine di Fabio Tollis,
Chiara Marino e Andrea Bontade.
Le difese degli odierni imputati, onde screditare le chiamate in
correita dei propri assistiti, hanno fatto leva, da un lato, sulla
convenienza della scelta processuale del dichiarante, dall’altro
sulla progressione delle propalazioni, avendo Volpe, in prima
battuta, riconosciuto la propria presenza nel bosco la notte del
duplice omicidio, ma negato ogni contributo materiale
all’ esecuzione. Tl primo rilievo @ palesemente infondato:
rivelando la reale natura e genesi dell’omicidio Pezzotta e
confessando il duplice omicidio ollis - Marino nonché
l’istigazione al suicidio di Andrea Bontade, Andrea Volpe, lungi
dall’alleggerirla, ha aggravate jirreparabilmente 1a propria
posizione processuale. Non solo, ma le rivelazioni relative ai_
fatti del 1998 possono ritenersi suggellate dal crisma della
spontaneité e credibilita in quanto intervenute in una fase
investigativa in cui a carico di Volpe e dei suoi complici non
ésistevano elementi indiziari pregnanti, ma al pit - e
limitatamente alla scomparsa di Fabio e Chiara - meri sospetti.
trasversale lanciato ad Andrea che si lega logicamente all’ ammonimento rivolto
da Sapone, in particolare ad Elisabetta Ballarin, prima di lasciare lo chalet:
“Ricordati bene che io non sono mai stato qua” Uo302
Occorre ribadire che senza l’indicazione del locus commissi
delicti da parte del dichiarante i resti mortali delle due vittime
non sarebbero mai stati rinvenuti e che soltanto la narrazione del
medesimo in ordine alla costituita setta Bestie di Satana ed ai
comportamenti, di rilievo penale e non, a questa riconducibili ha
reso possibile la comprensione di quanto realmente accaduto ad
Andrea Bontade la notte dell’incidente mortale occorsogli.
Quanto al secondo motivo di censura, si impongono due osservazioni
di segno contrario: intanto, Volpe, nell’accusare i correi, anche
et
nella primigenia versione non aveva affatto escluso la propria
partecipazione all’eccidio. ‘se, per nera ipotesi di lavoro, il suo
aaa
contribute fosse stato quello inizialmente riferito - avere
scavato la buca ed accompagnato le vittime designate, insieme a
Sapone e Maccione sul posto, salvo allontanarsi alla ricerca di
Bontade proprio nelle more dell’omicidio - il dichiarante avrebbe
comunque concorso nei reati ascrivibili alla mano degli altri due,
in ragione dell’apporto materiale di natura agevolatoria e morale
ad_essi fornito.
Un dato ulteriore merita segnalazione: nell’arco temporale di due
mesi - tanta la distanza che separa il primo dall’ultimo degli
interrogatori in cui le varie rivelazioni si sostanziano ~ Andrea
Volpe ha deciso di confessare all’autorita giudiziaria fatti
illeciti di inaudita, inmimmaginabile, ferocia. Egli, quindi, forse
per la prima volta, ha ripercorso in coscienza tutti i delitti dei
quali si é macchiato in tempi recenti e nel passato.303
La insensatezza di quelle condotte, tanto pit grave ed
imperdonabile in rapporto alla irreparabilita degli eventi che ne
sono stati conseguenza, necessariamente, ha scavato un abisso nel
foro interiore di Andrea Volpe. La scelta di collaborare, di
<> dei crimini imputabili al gruppo, ha
costretto il dichiarante ad un esame di coscienza non pit
vinviabile. In tale contesto emotivo vanno, allora, collocate le
dichiarazioni rese al Pm nell’interrogatorio del 17.05.04: esse
furono un passaggio, una tappa intermedia nel cammino verso la
a _EAEES SEES TBROLA, BEL COMM INO Verso. 2e
confessione piena. Sostenere di non aver preso parte al massacro
et
in senso stretto @ servito a Volpe, non per sfuggire al concorso
nel reato - giuridicamente gia pacifico - ma per non riconoscere
fin da subito, davanti a sé medesimo prima che agli inguirenti, il
grado di abiezione cui egli é@ stato capace di ridurs
Sul narrato di Andrea Volpe si innestano le propalazioni di Mario
Maccione e di Pietro Guerrieri. L’autonomia di queste rispetto
alle prime @ comprovata dalla differente cronologia: Volpe, in
carcere dal 24 gennaio 2004, avvia la svolta collaborativa con
l’interrogatorio del 17.05.04; Mario Maccione, interrogato in
stato di liberta in data 1°.06.04, ammette per la prima volta le
proprie responsabilita nel duplice omicidio chiamando in causa i
complici; quanto, infine, a Pietro Guerrieri, costui rende
dichiarazioni auto ed etero accusatorie - negli stessi termini che
xipetera in incidente probatorio ~ nell’interrogatorio di garanzia
reso al Gip il 5.06.04, a seguito di esecuzione dell’ordinanza di
custodia cautelare emessa a suo carico. Da notare che la svolta