I termini di decadenza
Si noti come questo termine di decadenza (che si visto poter arrivare anche ai 6 mesi) sia in ogni caso decisamente pi breve del termine di prescrizione entro cui le controparti del vettore nel contratto di trasporto (mittente e/o destinatario) debbono esercitare i propri diritti contrattuali verso il vettore stesso (12, 18, 24 o 36 mesi a seconda delle modalit di trasporto e fattispecie di responsabilit): da questa discrepanza tra due termini discende la non marginale conseguenza che il vettore continua ad essere giuridicamente onerato dellobbligo di custodia delle merci giacenti quandanche abbia in concreto demandato tale prestazione a terzi (vds. sent. Trib. Livorno del 2.4.1996), salvi peraltro i casi di applicabilit degli artt.450/454 cod. nav. sullo sbarco di amministrazione. Sovente per il vettore mitiga le proprie responsabilit ottenendo una lettera di manleva dal nuovo custode professionale (la cui prestazione caratteristica quella di effettuare magazzinaggio merci), dietro cessione di tutti i diritti sulla merce in custodia e rinuncia ai privilegi sul carico.
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TRASPORTO MARITTIMO A MEZZO CONTAINERS: RIVALSA DEL VETTORE MARITTIMO CONTRO MITTENTE/CARICATORE PER PROTRATTA
INDISPONIBILIT CONTENITORE CAUSATA DA FATTO DEL DESTINATARIO/RICEVITORE O DELLAUTORIT GIUDIZIARIA.
Inquadramento della questione
Nel trasporto marittimo a mezzo containers, ancorch commissionato dal destinatario, gli obblighi e i rischi cui rimane esposto il soggetto che figura sulla polizza di carico quale caricatore non si esauriscono con la consegna al vettore della merce, rimanendo il caricatore obbligato verso il vettore marittimo in via sussidiaria rispetto al destinatario al pagamento delle spese relative a trasporto ed eventuali giacenze della merce fino a quando la stessa non sia stata riconsegnata a destino allavente diritto. In particolare non infrequente che il caricatore in polizza (che molte volte non leffettivo mittente/venditore ma un intermediario agente o spedizioniere che agisce in sua vece) si veda muovere addebiti dal vettore per il mancato ritiro della merce a destino ed il conseguente prodursi di spese e soste oltre alla richiesta dei danni patiti per la protratta indisponibilit del contenitore, giacente in porto pieno di merce, a prescindere dallesercizio da parte del vettore del diritto di ritenzione sulla merce trasportata. Vediamo allora di capire cosa pu fare il caricatore per limitare le proprie responsabilit.
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portuali dopo lo sbarco (a fronte di altrettanti addebiti del terminalista portuale), potrebbe ritenersi negligente il comportamento di quel vettore che non disponga misure atte allo spostamento del contenitore dagli spazi portuali verso altri luoghi di custodia (magazzini generali o strutture di lunga giacenza) se non addirittura praticando il cosiddetto sbarco di amministrazione ex art.454 cod.nav. (affidamento merci nel porto di destinazione ad impresa di sbarco regolarmente autorizzata) e vedersi cos liberato dallonere dellulteriore custodia di merce non reclamata. Per avvalersi con successo di una tale argomentazione, sar opportuno che il caricatore abbia tempestivamente avvisato per iscritto il destinatario delle conseguenze del mancato ritiro e messo in mora il vettore ai sensi dellart. 1206 e ss. cod.civ., invitandolo a non prolungare inutilmente la giacenza del contenitore. Sotto il secondo aspetto molto probabile sia manifesta la sproporzione tra la penale applicata e leffettivo interesse alla disponibilit del contenitore, assoggettabile dunque alla riduzione di cui allart.1384 cod.civ. (vds. Trib. Genova 8.9.90): seppur di non facile determinazione aprioristica, limporto giornaliero richiesto quale detention non potr legittimamente superare la quota giornaliera del costo di manutenzione-ammortamento del contenitore (quale danno emergente) oltre alla remunerativit media giornaliera dello stesso data dal suo teorico impiego sulle tratte abitualmente effettuate dalla compagnia di navigazione (a titolo di lucro cessante). Se per il computo del danno emergente si potr far riferimento al mercato del noleggio dei contenitori (con costi medi giornalieri per il 2003 nellordine di US$ 4/5 per un contenitore standard da 40 piedi), per un stima ancorch approssimativa del lucro cessante occorrer invece procedere ad una complessa valutazione che dovr tener conto della media dei noli netti per container incassati dal vettore marittimo su tutte le proprie linee regolari (incluse le tratte di ritorno a carico pagante ridotto), della consistenza media del proprio parco contenitori nonch del load factor medio di ogni nave in linea (percentuale di sfruttamento della capacit di carico della nave). In ogni caso difficilmente si dovrebbero superare valori complessivi per le due voci di danno superiori ad US$ 15/20 al giorno, somma di solito molto inferiore a quella richiesta dai vettori marittimi (spesso anche nellordine di US$ 45 o 60 al giorno, dopo i primi 30/60 gg. di ritardo), anche perch in ordine alla quota di lucro cessante, si potr agevolmente eccepire alle pretese del vettore che il mancato utilizzo del contenitore indisponibile avrebbe potuto essere rimpiazzato dal noleggio di unulteriore unit di carico facilmente reperibile sul mercato ai ridotti costi pi sopra accennati.
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Casistica esemplificativa
Chiariamo subito che il furto del carico di per s non costituisce evento impeditivo della responsabilit vettoriale (vds. sent. Cass. 20.2.1984 n.1227, Trib. Genova 03.01.1996, Trib. Genova 19.01.1996, Trib. Como 05.05.1997, Trib. Venezia 12.3.2002), dovendosi valutare le circostanze di tempo e di luogo nonch le modalit in cui il furto avvenuto. Per questo il vettore rimane responsabile del furto se non prova di aver intrapreso tutte le attivit necessarie e di aver predisposto tutte le misure ragionevolmente adottabili per impedirlo (C.App. Genova 04.4.1998, Trib. Milano 16.12.1998). Levento furtivo solleva il vettore da responsabilit soltanto quando abbia quei requisiti di imprevedibilit e inevitabilit atti ad integrare la fattispecie del fortuito, fattispecie che invece sicuramente ricorrente nella rapina (intesa come impossessamento di cosa con sottrazione al detentore mediante violenza alla persona o minaccia, nella definizione che ne d lart.628 cod. pen.), purch la stessa sia adeguatamente provata (e tal fine pu non bastare la sola denuncia verso ignoti presentata allAutorit competente, vds. sent.C. App. Trieste 16.4.1999, Cass. 7.9.1992 n.10262). Nella seguente breve elencazione si sono identificate alcune fattispecie ricorrenti che, secondo il prevalente orientamento dei Tribunali, vengono considerate rientrare nella sfera di piena responsabilit del vettore stradale: sottrazione del carico dovuta a dolo di dipendenti o ausiliari del vettore; furto avvenuto in zona a rischio o in piazzola autostradale isolata, anzich in area di parcheggio attrezzata e sorvegliata (C.App. Genova 20.5.1999); inosservanza di cautele minime (ad es. sosta notturna incustodita in aree non protette, anche per poche ore, specie se con semirimorchio telonato, che offre ancor meno barriere tecniche rispetto ad un furgonato verso un indebito accesso al carico vds. sent. Trib. Milano 09.4.2001, Trib. Genova 21.8.2002; mancato inserimento antifurti, mancata rimozione chiavi, mancata chiusura di cabina e vano di carico, vds. sent. Cour de Cassation, 14.12.1981, Queens Bench Division 29.6.1990, Cour dAppel de Paris, 22.4.1992); furto durante sosta causata da lungaggine o ritardi nel trasporto imputabili a scelte del vettore.
Avv. Enrico Carlo Tenerani Articolo pubblicato nel giugno 2006 sulla rivista International Trade (edita da Eurosportello, Az. Speciale CCIAA Ravenna)
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Convenzione sul contratto di trasporto internazionale stradale di merce, firmata a Ginevra il 19.5.1956 e ratificata dallItalia con legge 06.12.1960 n.1621
Avv. Enrico Carlo Tenerani Articolo pubblicato nel novembre 2008 sulla rivista International Trade (edita da Eurosportello, Az. Speciale CCIAA Ravenna)
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