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ASSOCIAZIONI CULTURALI

SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/associazioni.html Importante vari step per aprire e vari cavilli legali legati a soci, persone, poteri, agevolazioni fiscali, etc.

SOURCE: http://www.consulenzenoprofit.com/2010/08/costituire-associazione-culturale.html La procedura per costituire una associazione culturale uguale a quella richiesta per qualsiasi associazione. E' necessario redigere atto costitutivo e statuto, con alcuni requisiti, e registralo all'agenzia delle entrate. Questo sia per tutelare il nome e l'attivit dell'associazione, sia per godere dei benefici fiscali previsti dalla legislazione tributaria. Ecco i passaggi necessari (ricordo che non serve l'intervento di un notaio): 1) stabilire lo scopo della futura associazione e la sua attivit specifica; 2) riunire almeno 3 soci fondatori; 3) redarre atto costitutivo e statuto dell'associazione, (necessari per aprire una associazione culturale) inserendo tutti i requisiti previsti dalla Codice Civile e dalla legge fiscale. In merito leggi gli altri articoli che troverai al link sotto indicato; 4) stampare due copie dell'atto costitutivo e dello statuto datati e firmati dai soci fondatori; 5) recarsi all'Agenzia delle Entrate per la registrazione dell'associazione (necessaria per ottenere i benefici fiscali) e la richiesta di codice fiscale Una volta registrata, avete terminato la procedura per creare una associazione culturale, che da quel momento pu iniziare la sua attivit. Nell'ambito delle loro attivit, le associazioni culturali beneficiano di importanti agevolazioni. Infatti sono da considerarsi non commerciali, e quindi non soggetti a tassazione, i corrispettivi ricavati da: - quote associative dei soci e gli altri contributi versati dai soci all'associazione; - donazioni ricevute dall'associazione; - fondi pervenuti da raccolte pubbliche effettuate occasionalmente; - i corrispettivi ricavati dalla cessione, anche a terzi, di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Inoltre, le associazioni cultuarli possono sempre svolgere attivit di prestazioni di servizi verso i loro soci, svolte in diretta attuazione degli scopi sociali, che sono considerate fiscalmente irrilevanti. Ci significa la possibilit di chiedere corrispettivi ai soci per la partecipazione alle attivit dell'associazione (corsi, stage, riunioni ecc....). I corrispettivi percepiti da queste attivit non sono soggetti a tassazione e sussiste solamente l'obbligo di redarre annualmente un rendiconto contabile.

Comment [p1]: DA CHIEDERE: Nel caso TRAMP fosse inserito come socio, l ass.cult. esegue una prestazione di servizio senza emissione di fatturazione attiva (ergo senza ricavo di periodo). Successivamente, TRAMP, in qualit di socio, finanzia l associazione.

Per esercitare tali attivit verso i soci non necessaria P Iva e i corrispettivi raccolti non sono soggetti a tassazione, sempre che lo statuto preveda i requisiti richiesti dalla legge fiscale. Infatti, fondamentale che lo statuto dell'associazione accolga i seguenti principi: 1) il divieto di distribuire utili fra i soci; 2) in caso di scioglimento dell'associazione, l'obbligo di devolvere il patrimonio ad altra associazione con finalit analoga; 3) disciplina uniforme del rapporto associativo in modo da garantire l'effettivit del medesimo, garantendo a tutti i soci il diritto di voto in assemblea; 4) obbligo di redigere annualmente il rendiconto economico finanziario; 5) la libera eleggibilit degli organi associativi, la sovranit dell'assemblea, i criteri per l'ammissione ed esclusione dei soci, i criteri di pubblicit per l'assemblea, le deliberazioni e i bilanci; 6) intrasmissibilit della quota o del contributo associativo. Inoltre l'ente potr effettuare, in via marginale e al solo scopo di finanziarsi, attivit commerciale, da intendersi come attivit svolta verso terzi non soci e altre attivit tipicamente commerciali ( pubblicit, sponsorizzazioni). L'attivit commerciale sempre tassata, anche se in modo agevolato grazie ad uno speciale regime fiscale. E' importante ricordare che le somme ricavate rappresentano il patrimonio dell'associazione e non possono essere distribuite dai soci. Comunque, i soci fondatori potranno ricevere un corrispettivo per la loro attivit svolta a favore dell'associazione. L'oggetto sociale di un'associazione culturale pu essere il pi vario: corsi di fotografia, pittura, musica ecc....., promozione dell'arte, diritti civili, ritrovi ludici, hobbistica, inviti alla lettura, cinema ecc....... Da evidenziare il forte sviluppo di associazioni culturali che svolgono la loro attivit prevalentemente tramite siti web o facebook grazie a forum, blog, distribuzione di e-book, eventi online. Gli organi sociali di un'associazione culturale sono comuni a tutti gli enti associativi: - il presidente, che rappresenta l'associazione e la dirige; - il consiglio direttivo, formato dal presidente e da almeno due consiglieri, a cui spettano le decisioni relative all'attivit dell'associazione e alla parte economica finanziaria; - l'assemblea dei soci, che si riunisce annualmente e approva il bilancio e nomina gli amministratori.

Comment [p2]: Non un problema in quanto prevista la possibilit al socio, di ricevere un corrispettivo per l attivit svolta in nome dell ass. cult.

COSTITUZIONE DELLASS. CULT.


SOURECE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/costituire-una-associazione.html Possiamo definire una associazione come un gruppo di persone che, in base a delle regole da loro stabilite e servendosi di una stabile organizzazione, decidono di perseguire una scopo comune, solitamente altruistico o a beneficio della collettivit. Per costituire e aprire una associazione che voglia seriamente perseguire i suoi scopi, necessario compiere alcuni semplici passaggi burocratici. Ecco le indicazioni:

1) determinare lo scopo della futura associazione (culturale, sportivo, solidaristico, assistenziale ecc...), e la sua attivit specifica. E' necessario prevedere almeno 3 soci fondatori; 2) preparare atto costitutivo e statuto dell'associazione, necessari per creare una associazione, inserendo tutti i requisiti e gli articoli previsti dalla Codice Civile e dalla legge fiscale ( TUIR). In merito leggi gli altri articoli di questa sezione; 3) recarsi all'Agenzia delle Entrate per la registrazione dell'associazione (indispensabile per costituire l'associazione e per ottenere i benefici fiscali). E' necessario richiedere l'attribuzione del Codice Fiscale, pagare la tassa di registro ed infine registrare l'associazione. 4) una volta registrata, avete terminato la procedura per costituire una associazione, che pu iniziare la sua attivit. Tale procedura necessaria sia per ottenere i benefici fiscali previsti dalle leggi tributarie a favore degli enti no profit, sia per tutelare civilmente l'associazione e i suoi soci. Quindi, per costituire una associazione non necessario una atto notarile, e non nemmeno necessario il riconoscimento governativo, che implica una procedura lunga e costosa. Infatti, la stragrande maggioranza delle associazioni e degli altri enti no profit non riconosciuta. Per creare una associazione devono essere riconoscibili alcuni elementi, considerati indispensabili: il fine, l'organizzazione, il fondo comune, l'eguaglianza e la variabilit dei soci e la rappresentanza conferita al presidente o amministratore. Tali requisiti devono essere fissati nello statuto e nell'atto costitutivo, necessari per fondare una associazione, atti che rappresentano un vero e proprio contratto, con cui i soci si impegnano a perseguire un comune scopo. Questi atti devono prevedere tutti in requisiti legali e fiscali previsti dalla normativa vigente (per ulteriori informazioni leggi anche l'articolo sugli atti costitutivi dell'associazione). Negli atti costitutivi devono essere necessariamente previsti questi organi: - il consiglio direttivo, eletto dall'assemblea, che l'organo esecutivo dell'associazione e prende le decisioni inerenti all'organizzazione e all'attivit; -il presidente, eletto dall'assemblea dei soci, che dirige l'ente e lo rappresenta anche in giudizio, presiede il consiglio direttivo e ne attua le decisioni; - l'assemblea dei soci, che si riunisce annualmente per approvare il bilancio sociale e il programma annuale dell'attivit. Inoltre, alla scadenza dei rispettivi mandati elegge gli organi dell'associazione. Solo l'assemblea pu deliberare sulle modificazioni dello statuto (in merito leggi anche l'articolo sul consiglio direttivo e l'assemblea dei soci).

Un'associazione che si costituisce regolarmente e seguendo la normativa fiscale, pu ricevere corrispettivi dai soci per la partecipazione a varie attivit (corsi, seminari, gite, convegni ecc....). Per tali attivit non necessario avere Partita Iva, dato che queste sono considerate attivit non commerciali e i corrispettivi ricavati non sono soggetti a nessuna tassazione. Per ottenere tali benefici fiscali, per necessaria una corretta redazione della statuto, che deve comprendere i requisiti e i vincoli richiesti dalla legge tributaria. Naturalmente i corrispettivi ricavati sono dell'ente associativo e non possono essere considerati degli "utili". Comunque, gli amministratori e organizzatori dell'associazione potranno ricevere dei corrispettivi o compensi per la loro attivit. Inoltre, in determinati casi, non escluso che l'associazione possa assumere del personale, anche tra gli stessi soci fondatori. L'associazione pu svolgere sia la sua attivit istituzionale verso i soci, sia attivit commerciale verso i terzi non soci, che per deve essere marginale e mai preponderante rispetto all'attivit con i soci (in merito leggi l'articolo sulla attivit commerciale e la normativa fiscale). Le associazioni si finanziano prevalentemente tramite le quote sociali, le somme corrisposte dai soci per partecipare a determinate attivit, eventuali attivit commerciali svolte nei confronti dei non soci, raccolte pubbliche di fondi o contributi pubblici, sponsor ecc........ Tramite questo patrimonio, che vincolato allo scopo sociale e non pu essere diviso tra i soci, l'ente si finanzia e persegue i suoi scopi. Quindi, quanto conferito o versato dai soci (beni o denaro) non pu essere restituito. Secondo l'art. 38 del Codice Civile Per le obbligazioni (cio i debiti o gli impegni contrattuali) assunte dalle persone che rappresentano l'associazione, i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune(cio il patrimonio dell'associazione). Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione. Questo vuol dire che, per i debiti dell'associazione, risponde l'associazione con il fondo comune, ma se questo insufficiente, risponde anche il presidente o chi ha agito in nome e per conto dell'associazione. Per evitare tali inconvenienti sufficiente una corretta gestione dell'associazione, in modo da spendere solo quanto incassato e non contrarre debiti. Come gi specificato, i soci amministratori o che svolgono determinate attivit nell'associazione, possono ricevere una remunerazione per l'attivit effettivamente svolta, a patto che siano rispettati alcuni limiti e che lo statuto preveda determinate clausole e caratteristiche.
Comment [p4]: Se si decidesse di cessare l attivit, bisogna cautamente restituire il patrimonio sotto forma di correspettivi ai soci. Comment [p3]: IMPORTANTE

Comment [p5]: Problema rispetto ad una S.r.l., i soci amministratori rispondono solidalmente alle obbligazioni; ergo perseguibili legalmente nel caso di mancato rifacimento degli obbligazionisti sul patrimonio dell ass. cult.

ATTO COSTITUTIVO
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/atto-costitutivo-e-statuto.html Lo statuto e l'atto costitutivo di una associazione sono i documenti che certificano l'esistenza dell'associazione e ne regolano la vita in tutti i suoi aspetti. Infatti, secondo il codice civile all'articolo 36, L'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche sono regolati dagli accordi tra gli associati. Statuto e atto costitutivo rappresentano un vero e proprio contratto tra i soci, con cui gli stessi si impegnano ad associarsi e fornire il proprio contributo personale, per il raggiungimento di uno scopo comune. Tali atti, sono indispensabili per costituire una associazione e devono avere determinati requisiti previsti dal codice civile e dalla legislazione tributaria (Tuir), senza i quali l'associazione non potr beneficiare delle agevolazioni fiscali. L'atto costitutivo dell'associazione menziona il nome e lo scopo dell'associazione, i nomi dei soci fondatori e il conferimento delle prime cariche sociali, il luogo di costituzione, la sede. Nell'atto costitutivo dell'associazione vengono fissate le caratteristiche principali di ogni associazione: senza scopo di lucro, libera, democratica, egualitaria, di durata illimitata, con cariche sociali elettive. E' inoltre descritto sommariamente lo scopo e l'attivit principale della associazione. Devono essere menzionate anche le regole sull'utilizzo del fondo comune, sulla raccolta dei fondi e sulla rappresentanza dell'ente. Devono infine essere descritte sommariamente le principali cariche, organi dell'associazione e i nominativi degli eletti a tali cariche. Per tutte le altre norme sull'ordinamento, l'amministrazione, i diritti e obblighi degli associati si far espresso rinvio allo statuto dell'associazione. Lo statuto dell'associazione il documento che delinea l'associazione nel dettaglio. In esso sono indicati: - una dettagliata descrizione delle attivit svolte; - le modalit per il finanziamento della associazione e per la raccolta dei fondi; - l'uso del fondo comune; - le regole sulla rappresentanza dell'associazione e sulle relative deleghe; - i criteri per l'ammissione e l'espulsione dei soci; - le regole per l'elezione delle cariche sociali; - le disciplina e i compiti degli organi dell'associazione;

Comment [p6]: Senza scopo di lucro si intende che non si possono distribuire gli utili derivanti, alla chiusura di bilancio, dal conto economico. In realt, avendo la capacit di versare corrispettivi ai soci per prestazioni svolte per conto dell ass. cult., il problema non si pone in quanto verranno versati utili durante lo svolgimento annuale delle attivit.

- le regola per la presentazione del bilancio annuale; - le regole sullo scioglimento dell'associazione e la destinazione dei fondi residui. Inoltre, necessario che lo statuto preveda: 1) il divieto di distribuire utili fra i soci; 2) in caso di scioglimento dell'associazione, l'obbligo di devolvere il patrimonio ad altra associazione con finalit analoga; 3) disciplina uniforme del rapporto associativo in modo da garantire l'effettivit del medesimo, garantendo a tutti i soci il diritto di voto in assemblea; 4) obbligo di redigere annualmente il rendiconto economico finanziario; 5) la libera eleggibilit degli organi associativi, la sovranit dell'assemblea, i criteri per l'ammissione ed esclusione dei soci, i criteri di pubblicit per l'assemblea, le deliberazioni e i bilanci; 6) intrasmissibilit della quota o del contributo associativo. E' quindi importante una corretta redazione dello statuto e dell'atto costitutiva, anche per prevenire eventuali contestazioni fiscali e legali.

ATTIVIT COMMERCIALE
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/attivita-commerciale.html Come gi specificato, tutte le associazioni, se costituite regolarmente, beneficiano di importanti agevolazioni fiscali. Nell'ambito delle attivit delle associazioni, sono da considerarsi non commerciali, e quindi non soggetti a tassazione: - le quote associative dei soci e gli altri contributi versati dai soci all'associazione; - le donazioni ricevute dall'associazione; - i fondi pervenuti da raccolte pubbliche effettuate occasionalmente; - i corrispettivi ricavati dalla cessione, anche a terzi, di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Inoltre, le associazioni possono sempre svolgere attivit di prestazioni di servizi verso i loro soci, svolte in diretta attuazione degli scopi sociali, che sono considerate fiscalmente irrilevanti. Ci significa la possibilit di chiedere corrispettivi ai soci per la partecipazione alle attivit

dell'associazione (corsi, stage, riunioni ecc....). I corrispettivi percepiti da queste attivit non sono soggetti a tassazione e sussiste solamente l'obbligo di redarre annualmente un rendiconto contabile. Quest'ultimo beneficio previsto solo per le associazioni politiche, sindacali, di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive, di promozione sociale e formazione extra-scolatica. Per beneficiare di tale agevolazione per necessario una corretta redazione dello statuto, che tenga conto dei requisiti richiesti dalla legislazione fiscale, in mancanza dei quali l'associazione non potr ricevere pagamenti dai soci e sar esposta a possibili contestazioni dall'agenzia delle entrate. In merito leggi anche l'articolo sul finanziamento delle associazioni. Anche le associazioni possono svolgere attivit verso terzi non soci o ricevere ricavi derivanti da sponsor, pubblict ecc... attivit che sono considerate commerciali ed a cui applicabile la normativa fiscale che vale per tutti i redditi d'impresa. Infatti, la sola forma giuridica di associazione non sufficiente per qualificare tali enti come non commerciali ai fini fiscali. Possiamo infatti distinguere due casi: 1- l'associazione svolge attivit commerciale in via marginale, al solo scopo di finanziare l'attivit verso i soci. Quindi, l'attivit commerciale non figura tra gli scopi dell'associazione e non esaurisce l'attivit di questa. In questo caso l'associazione rimane un ente non commerciale. E' per necessario che i proventi derivanti dall'attivit commerciale non siano mai prevalenti rispetto a quelli derivanti dall'attivit istituzionale verso i soci. Per tali attivit dovranno comunque essere predisposte le normali scritture contabili, e in caso di attivit commerciale non occasionale, sar necessario aprire P. Iva. 2- l'attivit commerciale svolta abitualmente e professionalmente, e i proventi di tali attivit superano quelli conseguiti nell'ambito dell'attivit verso i soci. In tale caso l'associazione perde il requisito della non commercialit ed viene considerata, ai fini fiscali, un'impresa a tutti gli effetti. Tutte le sue attivit sono sottoposte al regime fiscale d'impresa, con l'obbligo di tenere le scritture contabili ordinarie e redarre il bilancio ordinario. Sono comunque sempre considerate commerciali per definizione (anche se effettuate verso i soci) le attivit di: cessione di beni nuovi prodotti per la vendita, somministrazione di pasti, prestazioni alberghiere , lalloggio, il trasporto ed il deposito , gestione di spacci e mense, lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici, le fiere e le esposizioni a carattere commerciale, le pubblicit commerciali.

FINANZIAMENTI

SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/i-finanziamenti.html Le associazioni recuperano i fondi per finanziare la loro attivit in vari modi: 1) la quota di iscrizione, annualmente conferita dai soci all'associazione, che necessario versare per fare parte dell'associazione e per avere diritto di voto nell'assemblea ; 2) eventuali contributi ulteriori, richiesti ai soci dal consiglio direttivo dell'associazione, per fare fronte ai costi delle attivit proposte o a eventuali debiti; 3) le donazioni, effettuate dai soci o da terzi, o eventuali contributi di comuni, province, regioni, enti pubblici ecc.... 4) i corrispettivi versati dai soci per partecipare a determinate attivit organizzate dall'associazione, come corsi, seminari, convegni ecc.... In tal caso, le somme ricavate vengono considerate non imponibili solo se lo statuto rispetta i principi fissati dalla legge tributaria. 5) i corrispettivi ricavati dall'attivit commerciale organizzata dall'associazione, cio i proventi ricavati da attivit verso i soci, se tali attivit non rientrano nello scopo dell'associazione, e tutti i proventi ricavati da attivit verso i terzi non soci. In tal caso i proventi dell'attivit commerciale non devono mai superare i proventi derivanti dall'attivit statutaria posta in essere verso i soci. 7) quanto ricavato da raccolte pubbliche di denaro, che possono essere organizzate saltuariamente durante l'anno. Il denaro raccolto andr depositato nel conto corrente dell'associazione, aperto presso un istituto di credito tramite il CF dell'associazione stessa. Solitamente, sono delegati ad operare sul c\c solo il presidente e il tesoriere. E' utile rilevare che tutte le decisioni riguardante la gestione economico\finanziaria sono prese dal consiglio direttivo. Il denaro raccolto andr utilizzato per raggiungere lo scopo dell'associazione, e non potr essere investito per altri scopi diversi dalla missione dell'ente. E' inoltre necessario ricordare che le somme raccolte sono dell'associazione, e non dei soci. Infatti l'ente una figura giuridica autonoma rispetto i propri soci, anche se i fondatori. Quest'ultimi, potranno ricevere dei corrispettivi solo tramite rimborsi spese o compensi per l'attivit svolta a favore dell'associazione, con le modalit indicate nella parte fiscale di questo sito.

COMPENSI PER GLI AMMINISTRATORI


SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/compensi-per-amministratori.html

La possibilit di versare corrispettivi ad amministratori e organi sociali degli enti no profit (associazione,onlus, associazione sportiva, comitati e fondazioni) a fronte del loro impegno profuso nell'ente, certamente un punto molto delicato. Infatti, uno dei principi cardini degli enti associativi il divieto di distribuzione di utili tra i soci. Quindi, dei compensi versati in maniera non giustificata potrebbero nascondere, o essere considerati, come un'indiretta distribuzione degli utili. Ci potrebbe far perdere all'ente il requisito della non commercialit e tutte le agevolazioni fiscali. A tal proposito, la redazione dello statuto un momento molto delicato, che necessita di studio sull'assetto dell'ente e di opportuna assistenza, al fine di evitare successive problematiche (anche di tipo fiscale). In generale, i compensi versati a amministratori e gestori possono essere erogati solo per le attivit o impegni effettivamente svolti. Tali attivit dovranno essere documentate nel rendiconto annuale e nell'allegato bilancio di missione, che dovranno riportare dei parametri quantitativi per "misurare" l'attivit effettivamente svolta (numero riunioni, trasferte, redazione progetti ecc......). La redazione di tali documenti un momento delicato, dato che in base a quanto riportato potrebbero essere eccepite contestazione inerenti alla disciplina fiscale e normativa degli enti no profit. In particolare, dovr essere valutata volta per volta la posizione di quei soci che ricevono dall'ente compensi o corrispettivi a vario titolo ( come amministratore, istruttore, locatore ecc...). I compensi devono essere comunque proporzionati all'attivit svolta, all'ampiezza della base sociale e al volume delle entrate dell'associazione. Non essendoci per un parametro o una regola univoca, la situazione andr sempre esaminata in concreto. In ogni caso, sono considerati indebita distribuzione di utili: 1) la cessione di beni e prestazioni di servizi effettuate dall'associazione verso soci, partecipanti, fondatori o organi amministrativi, a condizioni pi favorevoli delle normali condizioni di mercato. 2) l'acquisto di beni o servizi, offerti o prestate dai soci, a condizioni pi favorevoli delle normali condizioni di mercato. 3) la corresponsione di prestiti all'associazione, con un tasso di interessi superiore di oltre 4 punti al tasso ufficiale di sconto. 4) l'assunzione di soci come lavoratori dipendenti, con un salario superiore del 20% a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro di riferimento 5) il riconoscimento a gestori e organi associativi di un corrispettivo superiore a quello massimo previsto per il presidente del collegio sindacale delle societ per azioni

Diversamente, sono sempre possibili rimborsi spesa e indennit di trasferta, per le spese effettivamente documentate dai soci e dagli amministratori nell'ambito delle attivit dell'associazione (anche in tal caso per necessaria una ragionata redazione dello statuto e dei bilanci annuali) . Ricordiamo che per le associazioni di volontariato espressamente vietata dalla legge la possibilit di corrispondere compensi a soci e amministratori, essendo possibili solo rimborsi spesa.

ADEMPIMENTI FISCALI
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/adempimenti-fiscali.html Il primo adempimento fiscale quando si costituisce un ente no profit (associazioni, onlus, associazioni sportive, comitati) registrare atto costituivo e statuto all'agenzia delle entrare della citt dove ha sede l'ente. La registrazione ha un costo di 168 euro pi bolli (esenti da tali spese onlus e associazioni di volontariato). Un ulteriore adempimento fiscale l'invio de modello eas, sempre all'agenzia delle entrate, entro 60 giorni dalla costituzione dell'ente. Con questo modello si risponde ad una serie di domande sull'attivit dell'ente e sui suoi requisiti fiscali. In base a ci che viene dichiarato, l'agenzia potr effettuare controlli a campione sulla corretta applicazione della normativa fiscale per gli enti no profit. Riguardo poi gli adempimenti fiscali che riguardano la vita dell'ente, necessario distinguere: - l'ente svolge solo attivit istituzionale, quindi nel caso delle associazioni solo l'attivit prevista a favore dei soci, nel caso delle associazioni sportive solo attivit sportiva, sempre a favore dei soci, e nel caso delle onlus e associazioni di volontariato solo attivit di solidariet sociale. In tali casi il principale obbligo la redazione del bilancio annuale e della relazione illustrativa, atti che comunque rimangono depositati presso la sede dell'ente. E' inoltre sempre consigliabile la tenuta di fogli cassa, per annotare periodicamente le entrate e le uscite dell'ente. Oltre a questo, necessaria la tenuta del libro dei soci e dei libri delle adunanze dell'assemblea e consiglio direttivo (ove tenere i rispettivi verbali). - l'ente svolge anche attivit commerciale o attivit connessa, quindi nel caso delle associazioni attivit a pagamento verso terzi non soci, nel caso di associazioni sportive attivit sportive (o non) a pagamento verso terzi non soci, nel caso di onlus e associazioni di volontariato attivit connesse a quelle di solidariet sociale. Riguardo le associazione e le associazioni sportive, se l'attivit commerciale svolta in modo non saltuario, si dovr aprire P Iva e tenere tutte le scritture contabili perviste per le attivit commerciali. Dovranno inoltre denunciare al fisco queste entrate, tramite il "Modello unico - Enti non commerciali".

Riguardo le onlus e le associazioni di volontariato, i proventi delle attivit connesse non vengono tassati, ma tali attivit devono essere saltuarie e l'ente deve comunque tenere le scritture contabili previste per le attivit commerciali.

REGIMI FISCALI
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/regimi-fiscali.html Nel caso una associazione o una ASD svolga attivit commerciale tramite P Iva, il regime fiscale pi conveniente quello previsto dalla la Legge n. 398/1991, che prevede una serie di semplificazioni ed agevolazioni di natura contabile e fiscale. Due sono i requisiti oggettivi per l'applicazione di tale regime: lesercizio dellopzione e il rispetto di un limite dei proventi, che non devono non essere superiori ai 250.000 euro. Per usufruire del regime della L. 398/1991 occorre esercitare lapposita opzione, che va poi comunicata con la dichiarazione annuale IVA. Lopzione vincolante per un minimo di cinque anni. Invece, i soggetti esonerati dallobbligo di presentazione della dichiarazione Iva, se intendono effettuare lopzione, devono comunicarla allUfficio competente dellAgenzia delle Entrate, con le modalit e i termini previsti per la presentazione della dichiarazione dei redditi e quindi, utilizzando la specifica modulistica relativa alla dichiarazione annuale Iva . Possono usufruire del regime agevolato quelle associazioni che nel corso del periodo di imposta precedente non abbiano conseguito proventi da attivit commerciali per un importo superiore ai 250.000 euro. Per le associazioni di nuova costituzione ladesione pu avvenire, in via presuntiva sul volume daffari ipotizzato, attraverso la dichiarazione di inizio attivit nella quale debbono indicare limporto previsto. Nel caso in cui lente sportivo, superi il limite di 250.000 euro nel corso del periodo di imposta, gli effetti dellopzione terminano a decorrere dal mese successivo. Tale regime speciale prevede lesonero dallobbligo di tenuta delle scritture contabili, di presentazione della dichiarazione IVA, sia annuale sia periodica, di certificazione dei corrispettivi e del libro degli acquisti Gli enti sono, invece, tenuti a conservare e numerare le fatture emesse e quelle ricevute; ad annotare entro il 15 del mese successivo a quello di effettuazione, anche a livello cumulativo, i proventi di carattere commerciale su un apposito prospetto riepilogativo delle annotazione dei contribuenti
Comment [p8]: Hai il solo obbligo di: registro delle fatture di vendita, registro delle fatture di acquisto e registro riepilogativo. Che fai tutto su excel Comment [p7]: IMPORTANTE: non hai nessuna tenuta di libri obbligatori!

Le associazioni che hanno optato per il regime di cui alla L. 398/1991 determinano il proprio reddito attraverso lapplicazione di un coefficiente di redditivit attualmente fissato per legge al 3%. Il reddito imponibile viene determinato applicando il coefficiente di redditivit ai proventi di natura commerciale, a questo risultato vanno poi sommate le plusvalenze patrimoniali. La L. 398/1991 contiene, per le associazioni, anche delle agevolazioni ai fini IVA. In tale regime le suddette associazioni determinano lIVA da versare applicando allIVA a debito derivante dai proventi commerciali delle detrazioni forfetarie. LIVA viene versata trimestralmente attraverso F24. La speciale normativa (legge 398/1991) prevede, inoltre, lesonero della presentazione della dichiarazione annuale IVA. In particolare, le associazioni che hanno scelto il regime fiscale agevolato determinano limposta sul valore aggiunto in modo forfetario, e cio applicando le seguenti percentuali sui proventi conseguiti: 50% dellIva a debito sui proventi conseguiti nellesercizio di attivit commerciali, connesse agli scopi istituzionali, 90% dellIva a debito sulle fatture emesse per sponsorizzazioni, 2/3 dellIva a debito per la cessione o concessione di diritti di ripresa televisiva o trasmissione radiofonica. Infine, lIva risultante a debito si versa con periodicit trimestrale con il modello F24 senza maggiorazione dell1% e non c lobbligo di presentare la dichiarazione Iva annuale.

LEGGE TRUBUTARIA
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/legge-tributaria.html Articolo 143 Reddito complessivo 1. Il reddito complessivo degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 73 formato dai redditi fondiari, di capitale, di impresa e diversi, ovunque prodotti e quale ne sia la destinazione, ad esclusione di quelli esenti dall'imposta e di quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva. Per i medesimi enti non si considerano attivit commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nell'articolo 2195 del codice civile rese in conformit alle finalit istituzionali dell'ente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione. 2. Il reddito complessivo determinato secondo le disposizioni dell'articolo 8. 3. Non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 73: a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni,

ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; b) i contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di cui all'articolo 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dall'articolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, di attivit aventi finalit sociali esercitate in conformit ai fini istituzionali degli enti stessi. Articolo 144 Determinazione dei redditi 1. I redditi e le perdite che concorrono a formare il reddito complessivo degli enti non commerciali sono determinati distintamente per ciascuna categoria in base al risultato complessivo di tutti i cespiti che vi rientrano. Si applicano, se nel presente capo non diversamente stabilito, le disposizioni del titolo I relative ai redditi delle varie categorie. Per i redditi derivanti da immobili locati non relativi all'impresa si applicano comunque le disposizioni dell'articolo 90, comma 1, ultimo periodo (1). 2. Per l'attivit commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno l'obbligo di tenere la contabilit separata. 3. Per l'individuazione dei beni relativi all'impresa si applicano le disposizioni di cui all'articolo 65, commi 1 e 3-bis. 4. Le spese e gli altri componenti negativi relativi a beni e servizi adibiti promiscuamente all'esercizio di attivit commerciali e di altre attivit, sono deducibili per la parte del loro importo che corrisponde al rapporto tra l'ammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito d'impresa e l'ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente deducibile la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto. 5. Per gli enti religiosi di cui all'articolo 26 della legge 20 maggio 1985, n. 222, che esercitano attivit commerciali, le spese relative all'opera prestata in via continuativa dai loro membri sono determinate con i criteri ivi previsti. 6. Gli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilit pubblica sono esonerati dall'obbligo di tenere la contabilit separata qualora siano osservate le modalit previste per la contabilit pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti. (1) Periodo aggiunto dal comma 1 dell'articolo 7 del Dl 203/2005 come convertito dalla legge 248/2005, con la decorrenza indicata nel comma 2 dello stesso articolo. Articolo 145 Regime forfetario degli enti non commerciali

1. Fatto salvo quanto previsto, per le associazioni sportive dilettantistiche, dalla legge 16 dicembre 1991, n. 398, e, per le associazioni senza scopo di lucro e per le pro-loco, dall'articolo 9-bis del decretolegge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1962, n. 66, gli enti non commerciali ammessi alla contabilit semplificata ai sensi dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, possono optare per la determinazione forfetaria del reddito d'impresa, applicando all'ammontare dei ricavi conseguiti nell'esercizio di attivit commerciali il coefficiente di redditivit corrispondente alla classe di appartenenza secondo la tabella seguente ed aggiungendo l'ammontare dei componenti positivi del reddito di cui agli articoli 86, 88, 89 e 90: a) attivit di prestazioni di servizi: 1) fino a lire 30.000.000, coefficiente 15 per cento; 2) da lire 30.000.001 a lire 360.000.000, coefficiente 25 per cento; b) altre attivit: 1) fino a lire 50.000.000, coefficiente 10 per cento; 2) da lire 50.000.001 a lire 1.000.000.000, coefficiente 15 per cento. 2. Per i contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi ed altre attivit il coefficiente si determina con riferimento all'ammontare dei ricavi relativi all'attivit prevalente. In mancanza della distinta annotazione dei ricavi si considerano prevalenti le attivit di prestazioni di servizi. 3. Il regime forfetario previsto nel presente articolo si estende di anno in anno qualora i limiti indicati al comma 1 non vengano superati. 4. L'opzione esercitata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dall'inizio del periodo d'imposta nel corso del quale esercitata fino a quando non revocata e comunque per un triennio. La revoca dell'opzione effettuata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dall'inizio del periodo d'imposta nel corso del quale la dichiarazione stessa presentata. 5. Gli enti che intraprendono l'esercizio d'impresa commerciale esercitano l'opzione nella dichiarazione da presentare ai sensi dell'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. Articolo 146 Oneri deducibili 1. Dal reddito complessivo si deducono, se non sono deducibili nella determinazione del reddito d'impresa che concorre a formarlo, gli oneri indicati alle lettere a), f) e g) del comma 1 dell'articolo 10. In caso di rimborso degli oneri dedotti ai sensi del presente articolo, le somme corrispondenti concorrono a formare il reddito complessivo del periodo di imposta nel quale l'ente ha conseguito il rimborso.

Articolo 147 Detrazione d'imposta per oneri 1. Dall'imposta lorda si detrae, fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento degli oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dell'articolo 15. La detrazione spetta a condizione che i predetti oneri non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo. In caso di rimborso degli oneri per i quali si fruito della detrazione l'imposta dovuta per il periodo nel quale l'ente ha conseguito il rimborso aumentata di un importo pari al 22 per cento dell'onere rimborsato. Articolo 148 Enti di tipo associativo 1. Non considerata commerciale l'attivit svolta nei confronti degli associati o partecipanti, in conformit alle finalit istituzionali, dalle associazioni, dai consorzi e dagli altri enti non commerciali di tipo associativo. Le somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non concorrono a formare il reddito complessivo. 2. Si considerano tuttavia effettuate nell'esercizio di attivit commerciali, salvo il disposto del secondo periodo del comma 1 dell'articolo 143, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi agli associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Detti corrispettivi concorrono alla formazione del reddito complessivo come componenti del reddito di impresa o come redditi diversi secondo che le relative operazioni abbiano carattere di abitualit o di occasionalit. 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivit svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonch le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. 4. La disposizione del comma 3 non si applica per le cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, per le somministrazioni di pasti, per le erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore, per le prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito e per le prestazioni di servizi portuali e aeroportuali n per le prestazioni effettuate nell'esercizio delle seguenti attivit: a) gestione di spacci aziendali e di mense; b) organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; c) gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale;

d) pubblicit commerciale; e) telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. 5. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui all'articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalit assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno, non si considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta l'attivit istituzionale, da bar ed esercizi similari e l'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, semprech le predette attivit siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 6. L'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici di cui al comma 5 non considerata commerciale anche se effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonch da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, semprech sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 7. Per le organizzazioni sindacali e di categoria non si considerano effettuate nell'esercizio di attivit commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonch l'assistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro, effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano i costi di diretta imputazione. 8. Le disposizioni di cui ai commi 3, 5, 6 e 7 si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dell'associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalit analoghe o ai fini di pubblica utilit, sentito l'organismo di controllo di cui all'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalit associative volte a garantire l'effettivit del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d'et il diritto di voto per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell'associazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilit libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui all'articolo 2532,

comma 2, del codice civile, sovranit dell'assemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicit delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; ammesso il voto per corrispondenza per le associazioni il cui atto costitutivo, anteriore al 1 gennaio 1997, preveda tale modalit di voto ai sensi dell'articolo 2532, ultimo comma, del codice civile e semprech le stesse abbiano rilevanza a livello nazionale e siano prive di organizzazione a livello locale; f) intrasmissibilit della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilit della stessa. 9. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del comma 8 non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonch alle associazioni politiche, sindacali e di categoria.

Articolo 149 Perdita della qualifica di ente non commerciale 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l'ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivit commerciale per un intero periodo d'imposta. 2. Ai fini della qualificazione commerciale dell'ente si tiene conto anche dei seguenti parametri: a) prevalenza delle immobilizzazioni relative all'attivit commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivit; b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivit commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivit istituzionali; c) prevalenza dei redditi derivanti da attivit commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalit e le quote associative; d) prevalenza delle componenti negative inerenti all'attivit commerciale rispetto alle restanti spese. 3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d'imposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta l'obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell'ente nell'inventario di cui all'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. L'iscrizione nell'inventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dall'inizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche. Articolo 150 Organizzazioni non lucrative di utilit sociale

1. Per le organizzazioni non lucrative di utilit sociale (ONLUS), ad eccezione delle societ cooperative, non costituisce esercizio di attivit commerciale lo svolgimento delle attivit istituzionali nel perseguimento di esclusive finalit di solidariet sociale. 2. I proventi derivanti dall'esercizio delle attivit direttamente connesse non concorrono alla formazione del reddito imponibile.

PROBLEMI FISCALI
SOURCE: http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/problemi-fiscali.html In questi ultimi anni lAgenzia delle Entrate ha acceso un faro sulla costituzione e sulla gestione degli enti no profit, specialmente riguardo circoli, associazioni sportive e onlus. Questo per due motivi: tali enti sono spesso gestiti in forma amatoriale o fai da te, e quindi gli stessi amministratori non si curano pi di tanto di rispettare le regole e i limiti fissati dalla legge per gli enti associativi ; molte associazioni nascondono vere e proprie attivit commerciali, svolte sotto la copertura di enti no profit. E importante ricordare che gli enti associativi, se regolarmente costituiti, devono rispettare le regole fissate dalla legislazione fiscale (Tuir). In mancanza si soggetti a contestazioni di tipo fiscale, alla perdita della qualifica di ente non commerciale, e alla conseguente sanzione economica per levasione di imposte. Vediamo quindi quali possono essere le principali precauzioni per non incorrere in problematiche fiscali e per gestire correttamente lente: 1. le associazioni sono enti no profit e quindi tutti i corrispettivi ricavati tramite lattivit sociale sono dellente e non dei soci. I soci non possono dividere o trattenere tali somme, ma possono ricevere dallassociazione solo dei compensi per lattivit svolta nella gestione e nellattivit dellente; 2. tutti i soci, specialmente se partecipano ad attivit dietro corrispettivo, devono essere iscritti nel libro soci; 3. i verbali di assemblea e del consiglio direttivo devono essere redatti con criterio e firmati da tutti i presenti. Specialmente lassemblea dei soci non dovr essere costituita dai soli membri del consiglio direttivo, ma consigliabile una seppur minima partecipazione dei soci ordinari (ben sapendo che spesso gli stessi soci sono completamente disinteressati alla gestione dellente); 4. il bilancio annuale deve essere chiaro e semplice, oltre ad essere accompagnato dal bilancio di missione;

5. nel caso lassociazione svolga attivit commerciali (ricavi da terzi non soci, sponsor, pubblicit, vendita di beni nuovi), bisogner aprire partita iva; 6. nel caso di una onlus, questa dovr svolgere esclusivamente le attivit previste dal regime onlus (dlgs 1997 n.460) e non altre attivit; 7. se lassociazione raggiunge un rilevante giro di cassa, consigliabile farsi assistere da un commercialista o un consulente. SOURCE: FISCO E TASSE Non che nessuno voglia rispondere, ma forse l'argomento, di per s molto articolato e complesso, richiederebbe ben altro tempo rispetto a quello impiegato per fornire altre risposte o pareri. In ogni caso voglio darti qualche riferimento per approfondire. Innanzi tutto devi individuare esattamente quelle che sono le attivit istituzionali e quelle commerciali. Avendo richiesto la partita Iva immagino che ti sarai gi posto il problema, altrimenti avresti richiesto semplicemente il codice fiscale. Sulle attivit commerciali si pagano le imposte; queste sono: IRES, IRAP e IVA. Il modello di dichiarazione si chiama UNICO ENC Ti consiglio di prendere visione della L. 398/91 che, un tempo prevista solo per le associazioni sportive dilettantistiche ma poi estesa anche a quelle culturali, ivi compresa quella musicale, prevede delle semplificazioni ed agevolazioni in merito alle imposte dirette (occhio che nel caso di adesione ci sono alcune comunicazioni da fare, se non ricordo male, all'Ade e alla SIAE) ed anche dei limiti relativi ai ricavi. Vedi anche il DPR 633/72, art. 4 in merito all'Iva nonch gli artt. da 143 a 148 del TUIR dei quali necessariamente devi prendere visione. Ti troverai inoltre, visto il campo in cui opera l'associazione, ad avere a che fare con ritenute d'acconto sia per prestazioni occasionali che professionali, mi riferisco alle prestazioni dei musicisti, e quindi dovrai presentare anche il modello 770. Non ultimo, il problema Enpals, (ente contributivo) con relativa iscrizione e richieste di agibilit per eventuali concerti. Fai attenzione perch l'aliquota contributiva molto elevata. Nella lettura del TUIR attenzione alle operazioni individuate come essere sempre commerciali. Per rispondere poi concretamente alla tua domanda relativa alla fattura emessa, dovresti verificare se il quantum stato dato in qualit di contributo dietro presentazione del relativo bilancio di sostenimeno e documentazione delle spese sostenute oppure meramente un corrispettivo richiesto per l'effettuazione di un concerto, a prescindere dalle spese sostenute dall'associazione. Nel secondo caso si tratterebbe di attivit commerciale e di conseguenza avrai a che fare con le problematiche di natura fiscale.

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