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Progetto realizzato con il supporto nanziario della Commissione Europea, Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Regolamento 814/2000

del Consiglio Europeo - Sovvenzione n AGRI 2009-151 La Commissione Europea non responsabile delluso che potrebbe essere fatto delle informazioni divulgate.

Gli Agricoltori custodi della Biodiversit in Agricoltura

Progetto realizzato con il supporto nanziario della Commissione Europea, Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Regolamento 814/2000 del Consiglio Europeo - Sovvenzione n AGRI 2009-151 La Commissione Europea non responsabile delluso che potrebbe essere fatto delle informazioni divulgate.

Gli Agricoltori custodi della Biodiversit in Agricoltura

Presentazione

Questo progetto sostenuto dallUnione Europea e realizzato dallALPA fortemente orientato a far emergere il grande valore ambientale e scientifico della biodiversit, come principale risorsa di cui disponiamo, nonch la insostituibile e rilevante funzione sociale ed economica dei piccoli agricoltori in Italia e in Europa. La valorizzazione delle biodiversit uno degli obiettivi principali della Health Check della Politica Agricola Comune, di recente approvata. A questo orientamento ispirato lintero progetto. E un legame stretto quello esistente fra agricoltura, sviluppo rurale e difesa della biodiverst. Le testimonianze raccolte con il progetto, nelle realt pi disparate del territorio agricolo e rurale dellItalia, rappresentano solo alcuni esempi di questa immensa ricchezza. LALPA, nella sua mission, non solo privilegia la rappresentanza e il rapporto con i piccoli produttori ma portatrice di un modello di sviluppo ecosostenibile fondato su un corretto uso delle risorse e sul recupero culturale scientifico delle tradizioni agricole del nostro paese. LALPA infatti sostiene quella cultura della conoscenza e della ricerca sulle biotecnologie alternative alla trasgenesi, in grado di contribuire a rispondere alle esigenze ambientali e sociali valorizzando le produzioni di qualit tipiche del Made Italy. Questo modello produttivo affonda le radici nei saperi che agricolture stratificate nel tempo hanno tramandato e sopratutto hanno garantito, la salvaguardia di specie vegetali e animali in equilibrio con il proprio territorio. Questa progetto inoltre si avvale altres di un supporto rilevante di documentazione legislativa legata ai piani di sviluppo rurale regionale e alle misure in essi presenti. Quindi si voluto da una parte fare emergere in modo testimoniale aspetti rilevanti di esperienze di tutela e conservazione della biodiversit e dallaltra dare orientamento ed indicazione, ai produttori interessati, delle molteplici normative europee e nazionali utili ad unazione positiva e virtuosa perla valorizzazione della biodiversit. Questo materiale riprodotto in migliaia di copie nella sua ampia e articolata diffusione tra agricoltori, consumatori, cittadini, studenti, intende sostenere quell azione di sensibilizzazione e di conoscenza che rappresenta la vera base di una politica di tutela della biodiversit fondata sulla condivisione non solo degli operatori ma dellopinione pubblica In tal modo si vuole rafforzare il rapporto tra agricolture e societ, tra agricoltori e consumatori e che rappresenta il punto pi avanzato di una moderna politica comune.

Antonio Carbone Presidente Nazionale ALPA

Indice

La Rete Semi Rurali AIAB: biologico e biodiversit Il Cesar Biodiversit Naturale Agricola Conservazione della Diversit Agricola La Convenzione sulla Diversit Biologica (CDB) Trattato FAO Biodiversit Diritti degli Agricoltori e Uso Sostenibile delle RGV La Normativa Sementiera Europea Le Variet da Conservazione Integrazione delle Problematiche Ambientali nella PAC Piano a favore della Diversit Piano Nazionale sulla Diversit Leggi Regionali a favore della Biodiversit Politica di Sviluppo Rurale e Biodiversit Tabelle Misura 2.1.4 nelle Regioni Bibliografia Sitografia

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La Rete Semi Rurali

Obiettivo della Rete mantenere e gestire sistemi agricoli diversificati, allinterno di un modello agricolo familiare sostenibile ecologicamente, socialmente ed economicamente. Ufficialmente lassociazione (www.semirurali.net) nasce nel novembre del 2007, dopo sette anni di collaborazioni informale tra alcuni di quelli che sarebbero diventati i suoi membri fondatori. I soci della Rete lavorano per avere sementi adatte allambiente, e anche alle diverse culture, e non fare il contrario grazie agli input chimici: solo cos, infatti, si potranno fronteggiare i futuri cambiamenti climatici, senza aumentare luso di energie esterne nei sistemi agricoli. Questo, per, solo il punto di partenza, perch necessario fare del miglioramento continuo su queste variet per renderle sempre pi vantaggiose per gli agricoltori. E questo lavoro fatto insieme agli agricoltori, applicando quella che ormai comincia a farsi strada anche nel campo accademico con il nome di ricerca partecipativa. Ecco il nesso tra modernit e sistemi locali, linnovazione che rinasce dal basso in un lavoro continuo di confronto tra ricercatori e agricoltori. E ovvio che un processo come questo ha come scopo tra gli altri di aumentare le rese e rendere pi produttive le colture, ma con un basso uso di input esterni ed un alto ricorso ai saperi locali. Le policolture prendono il posto delle monocolture, le rotazioni sostituiscono i concimi chimici e le tecnologie appropriate vengono scelte per ridurre la fatica delluomo non per cancellare la manodopera. Ma come realizzare questo futuribile programma per lagricoltura? Ecco che entra in gioco il secondo obiettivo della Rete Semi Rurali: lazione collettiva organizzata tra soggetti che operano nel settore. Data lenorme mole di attivit realizzate a livello locale in Italia, la sfida riuscire a costruire un humus fertile su cui queste possono crescere e svilupparsi, valorizzando in questo caso la biodiversit culturale e associativa. Per questo la Rete sostiene, facilita e promuove contatto, dialogo, scambio e condivisione di informazioni e iniziative tra quanti affermano i valori della biodiversit e dellagricoltura contadina e si oppongono a ci che genera erosione e perdita della diversit, come lagricoltura mineraria basata sulla monocoltura intensiva e/o sulle colture geneticamente modificate. A livello europeo la Rete collabora con realt associative analoghe nate negli altri paesi europei con lobiettivo di formare un coordinamento in grado di parlare e farsi sentire come ununica voce sia nei confronti dei decisori politici che dei cittadini.

Riccardo Bocci Coordinatore Rete Semi Rurali 6

AIAB: biologico e biodivesit

Uno dei caratteri distintivi dellidentit italiana il grande patrimonio agroalimentare tradizionale e tipico, frutto di una elaborazione e di una sedimentazione storico-culturale millenaria. Tutto il territorio nazionale ancor oggi caratterizzato da paesaggi agrari di origine molto antica, ben riconoscibili nelle loro forme e configurazioni, testimonianza diretta della ricchezza e variet del patrimonio di produzioni agroalimentari italiane. Ma lItalia allo stesso tempo il paese pi ricco di biodiversit in Europa, grazie non solo allestrema variet di condizioni geo-morfologiche, ma anche alle tecniche e alle modalit produttive della grande cultura agricola del Paese. Variet delle produzioni agricole, dei paesaggi, biodiversit, identit culturali sono elementi di un unico progetto che vede nel rapporto qualitativo uomo/natura la sua connotazione pi qualificante e nelle aree protette una sperimentazione concreta. Il biologico rappresenta oramai a livello internazionale un modello di gestione esemplare di sistemi territoriali complessi e delicati. Lazienda agricola biologica un luogo di eccellenza dove si sviluppano nuove esperienze in campo gestionale e ambientale ma anche nei settori delle produzioni tipiche di qualit. La riscoperta di antiche cultivar e la loro reimmissione attraverso sistemi produttivi contemporanei, la promozione dei prodotti attraverso il valore aggiunto bio, sono solo alcuni degli elementi che permettono di affermare come attraverso il modello biologico sia possibile sviluppare unazione di sensibilizzazione allargata e credibile sui cittadini consumatori , in merito alla difesa della biodiversit. Lagricoltura biologica non solo produce alimenti puliti ma pu generare una filiera virtuosa che in tutte le sue fasi tuteli lambiente e la biodiversit, coinvolgendo i diversi soggetti che incidono sulleconomia locale, dallagricoltura, alla trasformazione, al commercio e al turismo. Questa filiera del bio, valorizzata tramite un corretto marketing che metta in luce tutti i prodotti e i servizi che pu offrire, pu essere alla base di un programma di sviluppo integrato di un territorio. In questottica AIAB, Associazione Italiana per lAgricoltura Biologica, da anni si occupa di agricoltura biologica portando avanti progetti a livello locale che hanno permesso lo sviluppo di numerose esperienze positive di valorizzazione della biodiversit agricola a partire da esperienze concrete di valorizzazione della filiera del biologico, per esempio, nelle aree protette. Altro esempio la Guida alle Bioeccellenze dei Parchi Italiani (2008), che illustra le esperienze esistenti in cui la filiera della produzione biologica integrata con lo sviluppo del territorio con lobiettivo di promuovere la biodiversit agricola locale. Infine con i progetti di valorizzazione della variet locali, AIAB contribuisce al rafforzamento della rete di produttori di semi di variet locali a livello aziendale. Andrea Ferrame Presidente AIAB 7

Il CESAR

Il Ce.S.A.R. (Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale) unAssociazione fondata dallUniversit degli Studi di Perugia, dalla Fondazione per lIstruzione Agraria in Perugia e dal Comune di Assisi. Creato nel 1983, il Ce.S.A.R. offre le proprie competenze nella progettazione, ricerca, consulenza e formazione, sia nel campo dello sviluppo territoriale e locale che nei settori agro-alimentare e ambientale. Le aree di competenza del CeSAR sono: Sviluppo Rurale; Formazione; Cooperazione Internazionale; Ambiente; Politiche Comunitarie. La forte relazione con lUniversit di Perugia consente di utilizzare le migliori competenze scientifiche che, unite alle relazioni con Enti territoriali e internazionali, qualifica i servizi offerti dal Ce.S.A.R. Nellambito dello Sviluppo Rurale, il Ce.S.A.R. svolge attivit di studio, ricerca e consulenza finalizzate alla valorizzazione socioeconomica del territorio di riferimento, attraverso misure atte a favorirne la sostenibilit dello sviluppo. Il Ce.S.A.R. opera anche nella progettazione e gestione di interventi formativi, rivolti ad una utenza nazionale e internazionale, relativi al settore agroalimentare, dellambiente, delle politiche comunitarie e della formazione formatori. Nellambito delle Politiche Comunitarie, il Ce.S.A.R. rivolge la sua attenzione a tutti i soggetti pubblici e privati, autonomie locali, e in particolare alle Associazioni ed Enti interessati ad interagire nel processo di integrazione europea affinch riescano pi agevolmente a beneficiare della vasta gamma di opportunit comunitarie. Lattivit svolta nellambito del settore ambiente si concretizza nello studio e nellapprofondimento di tematiche legate alle diverse realt ambientali e territoriali, con lobiettivo primario di garantire ai propri utenti unassistenza completa ed adeguata che si estende dalla fase analitica a quella progettuale-realizzativa, sulla base di competenze maturate negli anni. In tale ambito sono da ricondurre le attivit di consulenza poste in essere dal Ce.S.A.R. a supporto di Enti pubblici e privati, italiani ed esteri, che comprendono: analisi, monitoraggio e valutazione di progetti ambientali di sviluppo locale; piani di monitoraggio e gestione delle a ree protette e a rischio ambientale; studi di fattibilit e valutazioni ambientali; certificazione ambientale volontaria; piani per lo sviluppo di attivit ecocompatibile. Il Ce.S.A.R. inoltre si pone come struttura di riferimento per la formazione e informazione per Enti, Associazioni, Imprese, Consulenti, nel campo della sostenibilit ambientale, in particolare per le seguenti tematiche: normative ambientali, tutela della biodiversit animale e vegetale, promozione delle produzioni tipiche locali, educazione alimentare, certificazione ambientale . Angelo Frascarelli Direttore del Cesar 8

BIODIVERSIT NATURALE E AGRICOLA

Per averne una visione complessiva prendiamo in prestito la definizione che ne d la Convenzione sulla Diversit Biologica (CDB), autorit scientifica e politica internazionale di riferimento: il termine biodiversit si riferisce alla variet di forme di vita sulla Terra. Comprende sia la combinazione di forme di vita e la loro interazione reciproca, sia lambiente fisico che ha reso la Terra abitabile per luomo. Esistono, quindi, livelli diversi a cui la biodiversit si riferisce. Si parte dalla diversit di geni tra le specie, poi esiste la diversit allinterno delle specie e tra specie, e, salendo di livello, si arriva alla diversit entro e tra ecosistemi, come un gioco di scatole cinesi in cui il livello pi grande ingloba anche la complessit dei precedenti. In questo quadro lazione delluomo diventata sempre pi centrale e senzaltro possiamo aggiungere la diversit culturale come sistema di complessit che interagisce e coevolve con tutti quelli analizzati prima. La cultura, infatti, linterfaccia che regola i nostri rapporti con il mondo circostante e determina le nostre interrelazioni con le altre specie. Volendo ampliare i termini della definizione si pu affermare, allora, che la biodiversit del pianeta regolata e mantenuta dalla coevoluzione delle culture, delle forme di vita e degli habitat. Tale interazione, in realt, talmente forte e pervasiva da far nascere la domanda se la biodiversit possa essere ancora considerata solo come un fenomeno naturale o piuttosto non debba anchessa essere considerata come un prodotto culturale. Limportanza della biodiversit per la vita delluomo comincia a farsi strada negli anni 80 sia nella comunit scientifica sia nella comunit politica, grazie a dati e informazioni che ne registrano la sua scomparsa e/o riduzione sul pianeta Terra. I numeri sono cos preoccupanti da indurre due importanti scienziati come Leakey Richard e Lewin Roger1 a parlare di sesta estinzione. Dopo lultima estinzione causata da un meteorite, con conseguente scomparsa dei dinosauri, questa volta sarebbe luomo il responsabile. Le statistiche, in effetti, non sono incoraggianti. La situazione riportata nellindagine della CBD del 2006 descrive un pianeta dove la deforestazione continua a tassi allarmanti: circa 6 milioni di ettari in media per anno negli ultimi 15 anni. Dal 1990, inoltre, sono andati perduti circa il 70% di foresta e macchia mediterranea e il 50% di praterie e savane in ambiente tropicale e subtropicale. Gli ecosistemi marini e costali subiscono anchessi la pressione antropica: nei Carabi, ad esempio, la barriera corallina diminuita dell80% negli ultimi 30 anni e il 35% degli ecosistemi a mangrovie stato perso negli ultimi 20 anni. Allo stesso modo sta diminuendo il numero di specie selvatiche che popolavano questi habitat. In media dal 1970 al 2000 il decremento stato del 40%. La frammentazione degli habitat, inoltre, sta riducendo la loro capacit di mantenere la biodiversit e mette in crisi la loro stessa sopravvivenza. Un ruolo non indifferente nellestinzione della biodiversit lo sta avendo anche lagricoltura. Lespansione dellagricoltura industriale da un lato e la maggiore pressione della popolazione sui sistemi agricoli tradizionali dallaltro, comportano un maggior inquinamento 9

dellambiente e la riduzione degli habitat naturali per far posto a nuove terre coltivabili. Particolarmente dannoso si sta dimostrando laumento nei suoli del contenuto di nitrati, dovuto alluso di fertilizzanti. Fin qui abbiamo caratterizzato la cosiddetta biodiversit naturale, esiste per anche un altro tipo di biodiversit, quella delle specie coltivate in agricoltura, cui ci si riferisce con il termine agrobiodiversit. In questo caso, il fattore culturale contribuisce in maniera preponderante alla creazione di biodiversit, tanto che la domesticazione2 stata definita come le fondamenta della biodiversit delle colture agrarie (Frankel et al., 1995). Da queste fondamenta sono emerse e si sono diversificate le variet locali, a loro volta base genetica dello sviluppo delle variet moderne, prodotte in questo secolo. In natura, quindi, non ci sono variet, ma ecotipi, ovvero il risultato di processi di differenziazione che avvengono allinterno di una specie per effetto di adattamento allambiente, senza interventi di domesticazione e selezione. Invece le variet in particolare quelle locali sono, oltre che il prodotto di un adattamento avvenuto per effetto di pressione ambientale, anche un risultato culturale, derivante dal lavoro di selezione e miglioramento fatto in passato dagli agricoltori e nel tempo lento, per preservare alcune caratteristiche rispetto ad altre, sulla base di pratiche di selezione, coltivazione e conservazione, spesso socializzate e condivise in ambito comunitario o territoriale.

Leakey Richard, Lewin Roger, 1998, La sesta estinzione. La complessit della vita e il futuro delluomo, Bollati e Boringhieri. La domesticazione si pu descrivere come lintervento delluomo sui sistemi riproduttivi delle piante, con conseguenti cambiamenti genetici e fenotipici delle piante stesse.
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CONSERVAZIONE DELLA DIVERSIT AGRICOLA

Non tutti i modelli agricoli sono capaci di coniugare sostenibilit ambientale e sociale in sistemi diversificati. Lagricoltura biologica e biodinamica, ad esempio, sono un tentativo in questa direzione sia perch la biodiversit coltivata molto maggiore rispetto allagricoltura industrializzata, sia perch limpatto sulla biodiversit naturale ridotto. Lagricoltura di per s non causa la scomparsa dellagrobiodiversiit: questo un fenomeno verificatosi dallinizio del secolo scorso. Infatti, se il processo di domesticazione ha comportato una riduzione del numero di specie usate dalluomo, lagricoltura, intendendo con questo termine linsieme delle tecniche agricole e delle tradizioni culturali che le hanno prodotte, ha aumentato la diversit allinterno della stessa specie. Questo processo stato invertito dallagricoltura praticata ai nostri giorni nei paesi industrializzati: con la diminuzione continua del numero di specie coltivate si assiste ad una parallela diminuzione continua della variabilit allinterno della stessa specie. Ecco che la conservazione delle variet tradizionali/locali diventata una necessit che il mondo agricolo ha cominciato a percepire negli anni 60 in seguito ad unanalisi dellimpatto negativo della Rivoluzione Verde sullagrobiodiversit. Il dibattito su quale sia la tecnica di conservazione ottimale stato e continua a essere molto acceso, in quanto tale scelta si basa su considerazioni sia scientifiche ma anche sociali, economiche e politiche. Mentre da una parte il mondo scientifico fin da subito si orientato verso la conservazione dei semi nelle banche appositamente create, dallaltra molti agricoltori hanno continuato a piantare le proprie variet locali che meglio si adattavano alle aree marginali. Nel tempo si passato da un concetto di pura conservazione delle variet esclusivamente nelle banche del seme (ex situ), allidea di mantenere i sistemi agricoli tradizionali, dove tali variet continuano nel tempo a evolvere insieme agli agricoltori che le coltivano (on farm). Certamente luno non esclude laltro, anzi sempre pi sono avvertiti come due sistemi complementari, ambedue imprescindibili per aumentare il grado di sicurezza della conservazione del patrimonio genetico.

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LA CONVENZIONE SULLA DIVERSIT BIOLOGICA (CDB)

Limportanza di avere politiche di conservazione della biodiversit a livello internazionale stata una delle necessit che ha portato il 22 maggio del 1992 ad adottare a Nairobi il testo della Convenzione sulla Diversit Biologica. In seguito, nel giugno 1992, durante il Summit Mondiale dei Capi di Stato di Rio de Janeiro in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sullAmbiente e lo Sviluppo (UNCED), tale Convenzione stata aperta alle firme delle nazioni e nel dicembre 2003 diventata operativa e vincolante avendo raggiunto il numero di adesioni necessarie. Ad oggi i paesi aderenti sono 188, con lesclusione eccellente degli Stati Uniti che hanno firmato ma non ratificato la Convenzione, quindi, non sono ancora Parti. Durante il Summit di Rio altre due testi sono stati aperti alla firma, si tratta della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e della Convenzione contro la Desertificazione. Nel Summit di Rio sono stati approvati altri documenti non vincolanti ma ugualmente importanti nellimpostare quelle che dovrebbero essere le priorit ambientali per il XXI secolo. Si tratta della dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo e del documento denominato Agenda 21. Il primo importante cambiamento introdotto dalla CDB riguarda la sovranit sulle risorse naturali (Preambolo e art.3). Se, come detto, fino ad allora, tali risorse erano considerate patrimonio comune dellumanit, con la sua entrata in vigore sono gli Stati che diventano proprietari delle risorse detenute sul proprio territorio. Ovviamente viene messo un limite a tale sovranit che legato allobiettivo stesso della Convenzione: la conservazione sostenibile della biodiversit. Una volta definita la responsabilit degli Stati, la Convenzione promuove la cooperazione internazionale tra nazioni (art. 4-5), che viene vista come uno degli strumenti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prioritari - conservazione ed uso sostenibile della diversit biologica indicati agli articoli 6 e 10. Altri strumenti previsti per il loro raggiungimento sono sia scientifici (art. 12), sia legati ad incentivi (art. 11), sia laumento della consapevolezza e dellinformazione dei cittadini su queste tematiche (art. 13). Laltro aspetto innovativo della Convenzione concerne il riconoscimento del legame esistente tra comunit locali rurali e/o indigene e le risorse biologiche che hanno sempre utilizzato e preservato. Da questo punto discende direttamente la necessit e leticit di riconoscere a tali comunit unequa e giusta remunerazione per il materiale messo a disposizione. Strettamente legato alla valorizzazione delle comunit locali lart. 8 comma J, dove viene individuato lobiettivo di preservare e mantenere il patrimonio di tradizioni e culture di cui sono depositari tali comunit. Questo comma uno di quelli pi interessanti della Convenzione, in quanto riconosce nel diritto internazionale soggetti che fino a quel momento ne erano esclusi o non considerati. In effetti, linnovazione stata talmente forte che, per rendere tale affermazione meno vincolante per gli Stati membri, nella negoziazione, stato scritto che lapplicazione delle disposizioni dellart. 8j dovr sottostare alle leggi nazionali in materia. Come vedremo pi avanti, una soluzione analoga stata trovata in ambito FAO per disciplinare a livello internazionale i diritti degli agricoltori. 12

TRATTATO FAO BIODIVERSIT

La diversit in agricoltura stata sempre creata e aumentata grazie allo scambio di semi e conoscenze. Il lavoro degli agricoltori passati ha modellato la diversit agricola arrivata fino a noi, e servita, in seguito, come materia prima per il miglioramento genetico moderno delle piante agrarie. Linnovazione varietale stata e continua ad essere frutto di un lavoro collettivo e incrementale, in cui difficile individuare un solo soggetto come responsabile. Inoltre nessun paese indipendente per quanto riguarda lagrobiodiversit. Al contrario sono tutti dipendenti uno dallaltro... a partire da queste considerazioni che nato il Trattato FAO, entrato in vigore nel 2004, dopo anni di negoziazioni. Il Trattato pu essere letto come la risposta alle crescenti limitazioni allaccesso alle risorse genetiche vegetali agricole, dovute allapplicazione di diritti di propriet intellettuale, e al passaggio di status giuridico delle sementi da patrimonio dellumanit a propriet degli Stati nazionali, sancito dalla Convenzione della Diversit Biologica nel 1992. Tale cambiamento, infatti, costringe a realizzare accordi bilaterali per ogni scambio di materiale biologico, con il rischio di paralizzare il sistema per troppa burocrazia o costi eccessivi. Per ovviare a questi problemi, gli Stati hanno deciso di creare uno spazio ad hoc per le sementi gestito a livello multilaterale, dove favorire il loro scambio e la loro messa in condivisione, attraverso un accordo tipo di trasferimento del materiale (ATM). In un mondo che correva verso la privatizzazione in tutti i settori, importante mettere in evidenza che con questo accordo la comunit internazionale ha riconosciuto che le sementi non potevano seguire questa strada. Tale sistema multilaterale, al momento per, vale solo per le colture agricole che i singoli Stati hanno deciso di mettere nella famosa lista annessa al Trattato stesso. Lapplicazione del Trattato ha come orizzonte tutte le risorse genetiche vegetali agrarie, come dice larticolo 3, e, quindi si applica a tutte le colture; solo il sistema multilaterale di accesso alle risorse vede la sua operativit limitata alla lista delle colture. La raccolta, catalogazione e conservazione ex situ (art. 5) e luso sostenibile delle risorse fitogenetiche (art. 6) sono un obbligo per gli stati firmatari, da rendere operativi a livello nazionale. Discorso diverso per i diritti degli agricoltori (art. 9) che valgono per tutte le colture ma sono stati sottoposti alle diverse legislazioni nazionali. Strumento decisionale e politico del Trattato il suo Organo Direttivo (OD) che composto da tutte le Parti Contraenti (in totale 136 al settembre 2009, e che si riunisce ogni due anni. Le decisioni prese dallOD sono messe in pratica dal Segretariato del Trattato, organo tecnico basato a Roma presso la FAO. In Italia le responsabilit della realizzazione degli obiettivi del Trattato sono ripartiti tra 4 soggetti istituzionali: il Ministero degli Esteri, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, le Regioni e il Ministero dellAmbiente. Per il triennio 2004-2006 il Governo ha messo a disposizione del MiPAAF 1.172.000 allanno per realizzare attivit sul territorio nazionale, dando priorit alla conservazione ex situ. stato finanziato il progetto Risorse Genetiche Vegetali/FAO (RGV/FAO) del MiPAAF che, attraverso i suoi centri 13

di ricerca e quelli del CNR, ha realizzato principalmente attivit di conservazione ex situ, catalogazione e caratterizzazione della biodiversit agricola italiana, non limitando tale attivit alle sole colture della lista. Un piccolo budget, circa 100.000, stato gestito dal Ministero dellAmbiente per attivit attuate nei parchi. Nel triennio 2007-09 il MiPAAF ha deciso di includere anche le azioni di conservazione informale nel suo progetto e di cominciare a dialogare con la societ civile. stata cos coinvolta la Rete Semi Rurali nel progetto RGV/FAO, per sviluppare azioni di sensibilizzazione, divulgazione e formazione sui diversi aspetti del Trattato e al consolidamento del sistema di conservazione informale, attuato da agricoltori e associazioni nei diversi territori della penisola. Il budget annuale del progetto per il triennio stato stabilito in circa un milione di euro, inferiore del 20% rispetto al periodo precedente. Il coordinatore scientifico di tutto il progetto RGV/FAO il Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma, nella persona del prof. Carlo Fideghelli. Al momento attuale sono state censite circa 30.000 accessioni conservate nelle diverse banche e si prevede a breve di renderle disponibili attraverso il sistema multilaterale del Trattato, attraverso un database consultabile on line. LItalia anche uno dei principali finanziatori del Trattato stesso, visto che dal 2005 ha messo a disposizione per il suo funzionamento 1.048.000 /anno, pari circa al 65% del totale di risorse donate dai paesi industrializzati.

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DIRITTI DEGLI AGRICOLTORI E USO SOSTENIBILE DELLE RGV

Il Trattato non da una definizione di cosa sono i Diritti degli Agricoltori (DA), ma semplicemente descrive le misure che dovrebbero essere prese a livello nazionale per promuovere e proteggere tali diritti (art. 9). A differenza dei diritti dei costitutori di nuove variet, i DA si configurano come dei diritti collettivi e non individuali, detenuti da quel settore della popolazione rurale che conserva e seleziona la diversit agricola. Infatti, difficile individuare identificare in modo legalmente vincolante i detentori di diritti su una data variet locale e in pi, applicando diritti di propriet intellettuale, si creerebbe un sistema di esclusione nei confronti degli altri agricoltori, che limiterebbe la circolazione e lo scambio di sementi. Siccome i punti di vista su questo articolo erano molto distanti, si scelto di subordinare i DA alle normative nazionali, limitandone in qualche modo la portata. La loro implementazione nei singoli paesi firmatari sar legata alla capacit delle organizzazioni agricole e della societ civile di far sentire la loro voce a livello nazionale. Uno degli articoli pi interessanti del Trattato il 6, dove si cerca di definire quali misure gli Stati dovrebbero adottare per garantire un uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali. Si tratta di un programma di lavoro ampio che va dalla ricerca agricola (promozione del miglioramento genetico partecipativo), alle politiche pubbliche in agricoltura, per arrivare, addirittura, a ipotizzare modifiche alla normativa sementiera.

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LA NORMATIVA SEMENTIERA EUROPEA

Le sementi rappresentano uno dei settori pi regolamentati dEuropa. Un incredibile numero di direttive - a livello europeo - stabilisce cosa si pu vendere e come, il tutto con gli obiettivi, stabiliti nel primo dopoguerra, di garantire sementi di qualit agli agricoltori e aumentare cos, grazie alluso di sementi migliorate, la produttivit dellagricoltura. Le sementi sono state e continuano ad essere tuttora, quindi, uno degli strumenti della modernizzazione dellagricoltura. Leffetto collaterale di una legislazione sementiera cos strutturata stato quello di eliminare la diversit dai campi, favorendo il processo di uniformit necessario alle trasformazioni agroindustriali. Solo le variet iscritte ai cataloghi, infatti, possono essere commercializzate e tale iscrizione possibile solo se la variet si dimostra nelle prove sperimentali distinta, uniforme e stabile (le caratteristiche definite brevemente come DUS) e, nel caso delle specie agrarie, se ha un sufficiente valore agricolo e tecnologico (VAT). Questa situazione ha penalizzato soprattutto lagricoltura biologica e biodinamica per due motivi. Da un lato la mancanza strutturale di ricerca nel settore ha fatto s che siano state molto poche le variet prodotte specificatamente per queste agricolture e legalmente commercializzabili come semente, dallaltro non costituendo un mercato sufficientemente grande e sicuro lindustria sementiera non vi ha investito abbastanza producendo cos solo un ridotto numero di variet certificate biologiche. Da fine 2008 stiamo assistendo ad un processo di revisione e completa modifica della legislazione sementiera: obiettivi, necessit cui deve rispondere, strumenti e regole (il tutto allinterno del dossier che va sotto il nome di Better regulation - Migliore Regolamentazione - http://ec.europa.eu/food/plant/propagation/evaluation/index_en.htm). interessante notare che il documento ufficiale della DG SANCO - la direzione che si occupa del settore sementiero a Bruxelles - afferma che aumentare la produttivit non pi il principale obiettivo da raggiungere: concetti come le buone pratiche agricole, la sostenibilit e la protezione dellambiente incluso la protezione della diversit genetica sono ora inclusi nella politica agricola. La conservazione della biodiversit coltivata in azienda e la protezione dellambiente diventano cos alcuni dei nuovi obiettivi cui dovranno rispondere le future politiche sementiere della UE. E tra i bisogni nuovi da soddisfare il documento include lagricoltura biologica e la possibilit di commercializzare popolazioni e/o variet locali. Il Rapporto, inoltre, sostiene che due diversi sistemi sementieri - uno delle grandi compagnie sementiere e laltro composto da piccole ditte sementiere a livello locale rivolte allagricoltura a basso impatto ambientale - possono convivere dato che sono rivolti a mercati completamente diversi.

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LE VARIET DA CONSERVAZIONE

Nel 1998 la UE ha coniato un nuovo tipo di variet commercializzabile - le variet da conservazione - pensate come uno strumento per ridurre lerosione genetica delle stesse variet (direttiva 98/95). La priorit dichiarata conservare un patrimonio varietale che sta scomparendo dai campi: per la prima volta unazione di conservazione legata alla normativa sementiera. Fino ad ora, infatti, la legislazione europea si era occupata della conservazione delle risorse genetiche agricole solo dal punto di vista scientifico, sostanzialmente sostenendo gli enti scientifici, la creazione di network tra ricercatori e le banche ex situ. Il settore sementiero non era ufficialmente toccato da questo problema. La direttiva, da questo punto di vista, costituisce unimportante ammissione, in quanto, implicitamente, riconosce che la normativa sementiera, messa in pratica a partire dagli anni 60, ha contribuito allerosione genetica della diversit agricola e quindi va in qualche modo modificata. Dal 1998, per, la strada delle variet da conservazione stata lunga e tortuosa e ad oggi neanche una variet da conservazione ancora legalmente commercializzata in Europa. Nel frattempo liter legislativo proseguito e a distanza di 10 anni ha visto finalmente la luce la direttiva che disciplina le linee guida sulle variet da conservazione per quanto riguarda le piante di specie agrarie (62/2008, approvata il 20 giugno 2008), e quella che si occupa delle specie ortive (direttiva 145/2009, approvata il 26 novembre 2009). Sono ancora in piena negoziazione nel Comitato Permanente Sementi di Bruxelles i testi su specie a propagazione vegetativa e miscugli di foraggere. LItalia, grazie al lavoro della Rete Semi Rurali, aveva una normativa nazionale sulle variet da conservazione gi dal lontano 2007 (la legge 46/2007) e uno specifico decreto ministeriale che ne disciplinava luso. Di tale lavoro legislativo resta traccia nel recente decreto legislativo n. 149 del 29 ottobre 2009 che da attuazione alla direttiva europea 62/2008. Infatti, resta in vigore quella parte del vecchio decreto che riconosceva ai produttori agricoli residenti nei luoghi dove le variet da conservazione hanno evoluto le proprie caratteristiche [...] il diritto alla vendita diretta in ambito locale di modiche quantit di sementi. Un primo parziale riconoscimento del possibile ruolo degli agricoltori in questo settore...

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INTEGRAZIONE DELLE PROBLEMATICHE AMBIENTALI NELLA PAC

Le questioni ambientali rivestono un ruolo molto importante nella politica agricola comune. Circa met della superficie dellunione Europea adibita allagricoltura. Nel corso dei secoli lagricoltura ha contribuito alla creazione e alla salvaguardia di una grande variet di habitat seminaturali di elevato pregio. Lagricoltura svolge in gran parte del territorio europeo un ruolo fondamentale nel preservare lequilibrio naturale. Le pratiche agricole possono per incidere negativamente sulle risorse naturali. Linquinamento del suolo, dellacqua e dellaria, la scomparsa della flora e della fauna possono essere frutto infatti di pratiche agricole inappropriate. Per questa ragione la Politica Agricola Comune (PAC) mira sempre pi a prevenire i rischi di degrado ambientale, incoraggiando gli agricoltori a continuare a svolgere un ruolo positivo nella salvaguardia del paesaggio e dellambiente. Il processo dintegrazione degli obiettivi ambientali nella politica agricola ha avuto inizio negli anni 80. Nel 2003 un processo di profonda riforma della PAC ha introdotto notevoli cambiamenti nel livello del funzionamento di questa politica e nelle responsabilit degli agricoltori. La riforma introduce il disaccoppiamento della maggior parte degli aiuti diretti dalla produzione Ci si traduce nella riduzione di molti degli incentivi accordati alla produzione intensiva, che sono stai allorigine dellaumento dei rischi ambientali Gli aiuti diretti sono ora versati una volta lanno attraverso un regime di pagamento unico che rappresenta una contropartita monetaria in risposta ad una gestione sostenibile delle aziende da parte degli agricoltori. Tale gestione garantita da una serie di obblighi chiari che condizioner gli agricoltori al rispetto di tutta una serie di requisiti ambientali e di altro tipo, previsti a livello europeo e nazionale. Lagricoltore che riceve gli aiuti della Pac non obbligato a produrre ma ad attuare la condizionalit che consiste nel rispetto di due categorie di requisiti: - BCAA (Buone Condizioni agronomiche e ambientali); - CGO (Criteri di gestione obbligatori). Le BCAA consistono nellobbligo di mantenere i terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali prevenendone cos anche labbandono; a prescindere dal fatto che i terreni vengano utilizzati o meno ai fini della produzione, gli agricoltori devono rispettare le rigide norme che sono stabilite dagli Stati membri, in applicazione della normativa comunitaria sulla condizionalit. I CGO consistono nellobbligo da parte degli agricoltori di rispettare una serie di adempimenti e vincoli finalizzati alla protezione dellambiente, alla sanit pubblica, alla salute delle piante e degli animali e al benessere degli animali e che fanno capo a 19 Direttive e regolamenti dellUE. 18

Nellambito degli impegni della condizionalit, gli agricoltori sono soggetti anche al rispetto dei vincoli europei sulla conservazione della biodiversit che nel contesto dei CGO viene maggiormente evidenziata dalle due direttive europee 79/409/CEE (Uccelli) e 92/403/CEE (Habitat) e nel contesto delle BCAA dalle norme che prevedono: Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio Salvaguardia dei pascoli permanenti Manutenzione degli Oliveti

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PIANO A FAVORE DELLA DIVERSIT

La Commissione Europea ponendosi lobiettivo di arginare il declino della biodiversit ha realizzato un piano dazione a partire dalla Comunicazione della Commissione, del 22 maggio 2006, intitolata: Arrestare la perdita di biodiversit entro il 2010 e oltre Sostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano [COM(2006) 216 def.] Questo Piano prevede una serie di misure finalizzate al raggiungimento del suddetto obiettivo entro il 2010. Il piano dazione si basa su una valutazione della perdita di biodiversit in Europa e nel mondo, nonch sulle misure gi adottate finora dallUnione europea per fronteggiare il problema. Questo piano dazione fissa dieci obiettivi prioritari dazione ripartiti in base a quattro settori politici (biodiversit nellUE, biodiversit nel mondo, biodiversit e cambiamento climatico, base di conoscenze). Esso definisce inoltre quattro grandi misure di sostegno (finanziamento, processo decisionale, istituzione di partenariati e istruzione, sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini) nonch le azioni di monitoraggio, di valutazione e di riesame. Il piano dazione si rivolge sia allUE sia agli Stati membri. Le misure del caso dovranno essere adottate entro il 2010 e continueranno ad essere applicate anche oltre questa data. Nel suo piano dazione, la Commissione ritiene indispensabile potenziare in maniera sostanziale la base di conoscenze per la conservazione e luso sostenibile della biodiversit, allinterno dellUE e nel mondo. Ci richiede, in particolare, il rafforzamento dello spazio europeo della ricerca, delle infrastrutture di ricerca, della comunicazione e dellinteroperabilit dei dati nonch la raccolta di pareri scientifici indipendenti e dei dettami della scienza in modo da informare i responsabili politici. A tal proposito, la Commissione prevede di istituire un meccanismo che permetta di raccogliere facilmente i pareri degli esperti in materia.. Quadro del piano dazione Per garantire la realizzazione degli obiettivi previsti nel piano dazione, la Commissione ha individuato quattro grandi misure di sostegno da applicare: garantire un finanziamento adeguato attraverso gli strumenti comunitari disponibili ed entro i limiti delle prospettive finanziarie 2007-2013; rafforzare il processo decisionale dellUE, in particolare migliorando il coordinamento e la complementarit fra gli interventi della Comunit, quelli degli Stati membri e quelli delle Regioni tenendo in debito conto la biodiversit ed i costi ambientali; 20

istituire partnership fra governi, settore finanziario, settore dellistruzione e settore privato (compresi i proprietari di terreni e gli addetti alla conservazione); migliorare listruzione, la sensibilizzazione e la partecipazione del pubblico.

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PIANO NAZIONALE SULLA DIVERSIT

LItalia ha ratificato la Convenzione sulla Diversit Biologica (CBD) nel 1994, ma la redazione del necessario Piano Nazionale per la Biodiversit stata lunga e difficile a causa del mancato coordinamento tra i diversi Ministeri competenti in materia. Infatti, a fine anni 90 sono state approntate due bozze di piano, uno per la biodiversit agricola e uno per quella naturale, rispettivamente dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) e dal Ministero dellAmbiente, senza arrivare, per, allapprovazione definitiva di un piano nazionale. In effetti, la biodiversit una tematica trasversale che sia a livello nazionale che internazionale vede il coinvolgimento di pi soggetti istituzionali, e comporta un complesso coordinamento tra istituzioni diverse. La biodiversit collega aree critiche delle politiche mondiali: la propriet intellettuale, la protezione ambientale, lagricoltura e il commercio. Nel 2004 lItalia ha ratificato anche il Trattato sulle Risorse Genetiche per lAlimentazione e lAgricoltura (ITPGRFA) con una legge ad hoc che ha delegato il potere di implementazione del Trattato alle Regioni. iniziata, cos, una negoziazione tra istituzioni regionali e nazionali che si conclusa nel 2008 con lapprovazione in Conferenza Stato Regioni del Piano Nazionale sulla Biodiversit di Interesse Agricola (PNBA). Il presente Piano, inoltre, si pu considerare uno dei risultati del progetto Azioni di Innovazione e Ricerca a supporto del Piano Sementiero, che esplicitamente nei suoi lavori raccomandava listituzione di un coordinamento e di una pianificazione nazionale tra tutti i soggetti attivi nel campo della conservazione dellagrobiodiversit. Hanno trovato in questo modo un quadro nazionale le esperienze svolte a livello locale, regionale e interregionale, da soggetti pubblici e privati, inserendole a pieno titolo nel contesto legislativo europeo e internazionale. Il Piano costituisce un notevole sforzo di coordinamento tra diversi settori della pubblica amministrazione, che tiene conto dellinterdisciplinariet dellagrobiodiversit, della necessit di tenere insieme la dimensione locale e quella globale e di dialogare tra attori diversi tra di loro. Inoltre, testimonia il crescente interesse che c in Italia per lagrobiodiversit, non solo in unottica museale o come fonte di variabilit per il miglioramento genetico, ma anche come bene intangibile da salvaguardare legato alle nostre colture e tradizioni. Unultima considerazione va fatta per quanto riguarda il coinvolgimento della societ civile e degli agricoltori nel PNBA e nella sua attuazione. Va, infatti, registrata ancora una certa difficolt ad aprire i processi decisionali e a dare un ruolo pi attivo a questi soggetti. Anche se il Piano stesso afferma che pertanto necessario individuare nelle reti di agricoltori delle comunit locali, il principale punto di forza della conservazione delle risorse genetiche, nella sostanza gli agricoltori sono esclusi dal processo negoziale e relegati al semplice ruolo di custodi dellagrobiodiversit.

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LEGGI REGIONALI A FAVORE DELLA BIODIVERSIT

Il 1997 vede in Italia la promulgazione della I legge regionale (L.R.) di conservazione, tutela e valorizzazione delle variet e razze locali. E la Toscana ad aprire la strada con la L.R. n.50, sostituita dalla n.64 del 2004, seguono poi il Lazio, lUmbria, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, lEmilia Romagna e infine la Basilicata, che hanno approvato la legge nel 2008. Le iniziative regionali sono ad oggi, forse, lunico esempio istituzionale/legislativo in Europa in ambito di tutela delle risorse genetiche di interesse agrario, che cerchi di coniugare lo sviluppo del territorio alla conservazione della biodiversit agricola. Sono, quindi, anticipatrici di quella che potrebbe diventare una nuova concezione dello sviluppo rurale in Europa. La L.R. Toscana stata emanata ancora prima della Direttiva CE 98/95 sulle Variet da Conservazione, che introduce esplicitamente la necessit di interventi di salvaguardia delle specie minacciate da erosione genetica, ampliando il sistema di commercializzazione delle sementi. Queste leggi hanno permesso di valorizzare parte delle attivit di studio, ricerca, salvaguardia della biodiversit locale frutto del lavoro di agricoltori, tecnici, politici, ricercatori e cittadini, che finora avevano agito senza un quadro normativo di riferimento. E doveroso ricordare infatti che in Italia, con o senza L.R., si assiste e si assistito allo sviluppo di numerose iniziative pubbliche e private legate a raccolta, studio, catalogazione, coltivazione, allevamento e valorizzazione di variet e razze locali. Tali iniziative costituiscono un bagaglio di esperienze, conoscenze e materiali molto ricco e articolato, anche se la situazione si presenta a tratti complessa, confusa e, indubbiamente, senza un coordinamento locale e nazionale. Con le L.R. si cercato, perci, di costituire questo coordinamento, creando alcuni elementi comuni: i Repertori o Registri e le Banche Regionali delle variet e razze locali/autoctone. Allinterno di questi elementi sono nate nuove figure istituzionali: le Commissioni Tecnico-Scientifiche, gli agricoltori/conservatori custodi e la Rete di Conservazione e Sicurezza, con lobiettivo di realizzare un modello di conservazione a livello locale che faccia dialogare il sistema ex situ con quello in azienda (on farm). Le L.R. sono nate per rispondere a due fondamentali esigenze: conoscere, classificare e tutelare il patrimonio vegetale e animale locale; permettere lo scambio del materiale conservato tra agricoltori, in modo da favorirne luso e la diffusione nei campi e limitarne lerosione, creando un quadro legale apposito. In effetti, la questione di come possono circolare le sementi molto controversa. La normativa sementiera vista come un vincolo alla conservazione dallo stesso Piano dAzione Europeo a favore della Biodiversit in Agricoltura che, nel capitolo sulla legislazione in materia di sementi, riporta testualmente, la conservazione e il miglioramento delle risorse genetiche vegetali in situ e in azienda dipende anche dalla possibilit effettiva di utilizzare tali risorse in modo duraturo e dunque da una legislazione che consenta di commercializzare materiali genetici diversificati. 23

Con le L.R. si cercato di rispondere a questi vincoli e al fatto che anche lo scambio di semi tra agricoltori veniva interpretato come un atto ricadente nella legislazione sementiera e quindi soggetto alle sue regole. La Rete di Conservazione e Sicurezza nasce proprio come strumento legale che permette lo scambio di semi tra i soggetti interessati, iscritti alla Rete stessa. Ad oggi in Italia esistono 7 leggi regionali, di cui 5 hanno i relativi strumenti attuativi, che ne garantiscono loperativit. Regione Emilia Romagna Legge L.R N.1/2008 Tutela del patrimonio di razze e variet locali di interesse agrario del territorio emiliano-romagnolo L.R. n: 11/2000 Tutela delle risorse genetiche autocotone di interesse agrario e forestale Ente deputato allattuazione Regione Emilia Romagna Assessorato allAgricoltura ERSA (Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale) BaGAV (banca del germoplasma autocotnno vegetale regionale) presso lUniverisot degli Studi di Udine Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e linnovazione in agricoltura Lazio) Area Studi e Progetto ASSAM (Agenzia per i servizi nel Settore Agroalimentare Marche) ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e linnovazione in Agricoltura (Area ProduzioniRazze e variet Locali) Regione Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana - Regione

Friuli Venezia Giulia

Lazio

L.R. n. 15/2000 Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario L.R. n. 12/2003 Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano. L.R. n.64/2007 Tuteka e valorizzazione del patrimonio di razze e variet locali di interesse agrario, zootecnico e forestale L.R. n. 25/2001 Tutela delle risorse genetiche di inetersse agrario L.R 14 ottobre 2008, n. 26 Tutela delle risorse genetiche autoctone vegetali ed animali di interesse Agrario

Marche Toscana

Umbria Basilicata

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POLITICA DI SVILUPPO RURALE E BIODIVERSIT

LUnione europea nellambito della Politica Agricola, designa attraverso Orientamenti Strategici Comunitari (OSC), delle linee guida che descrivono obiettivi prioritari in tema di: competitivit del settore agricolo e forestale; gestione del territorio; diversificazione delleconomia rurale e qualit della vita. Sulla base degli OSC, gli stati membri hanno redatto dei piani di sviluppo nazionale (PSN) per la stesura di opportuni piani di sviluppo rurale. Ogni regione ha predisposto un Programma di Sviluppo Rurale (PSR), analizzando dettagliatamente la propria situazione sia ambientale che territoriale, trattando in modo specifico il tema della biodiversit. La misura che si occupa di biodiversit la 2.1.4, Pagamenti Agroambientali, che attraverso specifiche azioni, prevede diverse entit di finanziamento. Con lultima Riforma della Pac (Health check), le risorse finanziarie dei PSR sono aumentate, dal 2010, per effetto dellaumento del tasso di modulazione obbligatoria; le nuove risorse rappresentano una sorta di envelope nazionale e saranno utilizzate, a partire dal 1 gennaio 2010, a favore delle iniziative specifiche connesse alla realizzazione delle nuove sfide o nuove priorit individuate dallHealth check: adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei relativi effetti; energie rinnovabili; gestione delle risorse idriche; biodiversit; misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario; approcci innovativi legati alle nuove sfide. Con linserimento della nuova priorit della biodiversit nei PSR, lUe persegue con decisione la sfida di Arrestare la perdita di biodiversit. Si ribadisce cos che lagricoltura europea ha un ruolo fondamentale nella protezione della biodiversit.

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Per realizzare tale sfida, lagricoltura potr beneficiare di una serie di nuovi incentivi che saranno introdotti nei PSR. Si tratta prevalentemente di pagamenti agroambientali finalizzati a tutela della biodiversit, come la conduzione di terreni agricoli di alto pregio naturale senza apporto di fertilizzanti e pesticidi, la creazione di bordi dei campi e fasce riparie perenni e letti biologici, creazione/gestione di biotopi/habitat, forme estensive di gestione dellallevamento, ecc. Nelle tabelle sottostanti, relative a ciascuna regione italiana, vengono riportate le principali azioni contenute nella misura 2.1.4. a favore della tutela della Biodiversit.

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Misura 2.1.4 nelle Regioni

Abruzzo
Azioni previste 1. Agricoltura integrata 2. Agricoltura biologica 3. Premio ai pascoli e prati-pascoli 4. Recupero e conservazione della fertilit naturale dei terreni dellaltopiano del Fucino Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Agricoltura integrata (mantenimento e introduzione) B) Agricoltura biologica (mantenimento e introduzione) Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) B) Informazioni Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per ladesione allazione Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per ladesione allazione ENTIT SOSTEGNO Specifica per ogni coltura riportata nellazione Specifica per ogni coltura riportata nellazione

http://www.regione.abruzzo.it/agricoltura

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Basilicata
Azioni previste 1. Sostegno dellagricoltura integrata 2. Introduzione o mantenimento dellagricoltura biologica 3. Conservazione di risorse genetiche per la salvaguardia della biodiversit 4. Conservazione di risorse paesaggistiche e ambientali 5. Agrobiodiversit: progetti territoriali integrati A) Conservazione di risorse genetiche per la salvaguardia della biodiversit B) Conservazione di risorse paesaggistiche e ambientali C) Agrobiodiversit: progetti territoriali integrati AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO ENTIT SOSTEGNO A) Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per ladesione /ha allazione per: Olivo 210 Fruttiferi 440 Cereali 140 Ortive pieno campo 350 B) Pagamento forfetario erogato annualmente per il mancato /ha/anno reddito derivante dalladesione allazione: Frammentazione delluso del suolo e costituzione di corridoi Pianura 286 ecologici Creazione di fasce tampone inerbite lungo la rete idrografica Collina 212 Cealizzazione di colture per lalimentazione della fauna Montagna 103 selvatica C) Realizzazione dei progetti comprensoriali integrati fino all80% della spesa sostenuta http://www.basilicatapsr.it/

Azioni specifiche inerenti la biodiversit Tipologia ed entit del sostegno

Informazioni

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Calabria
Azioni previste 1. Produzione integrata 2. Agricoltura biologica 3. Azioni extra-BCAA 4. Salvaguardia della biodiversit animale 5. Cura e mantenimento del paesaggio rurale Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Salvaguardia della biodiversit animale Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per ladesione allazione: Suino calabrese Capra dellAspromonte, Capra NicastreseCapra rustica di Cosenza Podolica Informazioni http://www.assagri.regione.calabria.it/ ENTIT SOSTEGNO /UBA 200 200 200

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Campania
Azioni previste 1. Agricoltura integrata 2. Agricoltura biologica 3. Mantenimento sostanza organica 4. Azioni extra Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali 5. Allevamento di specie animali in via destinzione 6. Allevamento di specie vegetali autoctone in via destinzione 7. Conservazione di ceppi centenari di vite Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Allevamento di specie animali in via destinzione B) Allevamento di specie vegetali autoctone in via destinzione C) Conservazione di ceppi centenari di vite Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premio annuo per: Caprini Ovini Bovini Suini Equini B) C) Informazioni Premio annuo Premio annuo ENTIT SOSTEGNO /UBA 130 180 170 80 200 Specifica per ogni coltura riportata nellazione 100 /ceppo centenario di vite coltivata, nel limite massimo di 900 /ha

http://www.sito.regione.campania.it/agricoltura/PSR_2007_2013/psr-home.html

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Emilia Romagna
Azioni previste 1. Produzione integrata 2. Produzione biologica 3. Copertura vegetale per contenere il trasferimento di inquinanti da suolo alle acque 4. Incremento della sostanza organica 5. Agrobiodiversit: tutela del patrimonio di razze autoctone del territorio emiliano-romagnolo a rischio di abbandono 6.Agrobiodiversit: tutela del patrimonio di variet autoctone del territorio emiliano-romagnolo minacciate di erosione 7. Agrobiodiversit: progetti comprensoriali integrati 8. Regime sodivo e praticoltura estensiva 9. Conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario 10. Ritiro dei seminativi dalla produzione per scopi ambientali Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Agrobiodiversit: tutela del patrimonio di razze autoctone del territorio emiliano-romagnolo a rischio di abbandono B) Agrobiodiversit: tutela del patrimonio di variet autoctone del territorio emiliano-romagnolo minacciate di erosione Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premio annuale per varie razze autoctone riportate nella scheda dellazione Premio annuale per varie razze autoctone riportate nella scheda dellazione ENTIT SOSTEGNO 200/UBA

B)

200/UBA

Informazioni

http://www.ermesagricoltura.it

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Friuli Venezia Giulia


Azioni previste 1. Produzione biologica 2. Conduzione sostenibile dei seminativi e dei fruttiferi 3. Mantenimento dei prati 4. Mantenimento dei pascoli 5. Allevamento di razze animali di interesse locale invia destinzione Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Allevamento di razze animali di interesse locale invia destinzione Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Aiuto per allevatori di razze locali autoctone: Ovini: Istriana (Carsolina) Alpagota - Plezzana Equina Norica Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido Bovini: Pinzgau Grigio Alpina Pustertaler Pezzata Rossa Friulana Informazioni http://www.regione.fvg.it ENTIT SOSTEGNO /UBA/anno 400 200

240

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Lazio
Azioni previste 1. Produzione integrata 2. Produzione biologica 3. Gestione del suolo 4. Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli 5. Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale 6. Coltivazioni a perdere 7. Tutela della biodiversit agraria animale Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Tutela della biodiversit agraria animale Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Informazioni Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per ladesione allazione ENTIT SOSTEGNO fino al 100% della spesa sostenuta

www.agricoltura.regione.lazio.it/

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Liguria
Azioni previste 1. Introduzione o mantenimento dei metodi dellagricoltura biologica 2. Introduzione o mantenimento dei metodi dellagricoltura integrata 3. Allevamento razze in via destinzione (tutela della biodiversit animale) 4. Interventi comprensoriali per la salvaguardia dellagrobiodiversit 5. Interventi su prati stabili, pascoli e prati-pascoli Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Allevamento razze in via destinzione (tutela della biodiversit animale) B) Interventi comprensoriali per la salvaguardia dellagrobiodiversit Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premio annuo per: Vacca Cabannina Vacca Ottonese Cavallo Bardigiano Sino dell'Amiata Pecora Delle Langhe - Pecora Brigasca Pecora Marrana B) Informazioni Sostegno dei costi e/o mancati ricavi per l'adesione all'azione: ENTIT SOSTEGNO /UBA 250 200 200 200 200 290 fino al 100% della spesa sostenuta

http://www.agriligurianet.it

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Lombardia
Azioni previste 1. Fertilizzazione bilanciata ed avvicendamento 2. Produzioni agricole integrate 3. Produzioni vegetali estensive 4. Produzioni agricole biologiche 5. Strutture vegetali lineari e fasce tampone boscate 6. Miglioramento ambientale del territorio rurale 7. Salvaguardia delle risorse genetiche Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Salvaguardia delle risorse genetiche Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Sostegno ad UBA per allevamento di razze elencate nella scheda della misura ENTIT SOSTEGNO /UBA 200

Informazioni

http://www.agricoltura.regione.lombardia.it

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Marche
Azioni previste 1. Sostegno alla produzione integrata 2. Sostegno allagricoltura biologica 3. Tutela e miglioramento del suolo 4. Tutela delle risorse genetiche in agricoltura Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Tutela delle risorse genetiche in agricoltura Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) La misura prevede il finanziamento di operazioni, volte al perseguimento dei seguenti obiettivi: Zootecnia (varie razze indicate nella scheda della misura) Agricoltura (varie specie indicate nella scheda della misura) Informazioni http://www.agri.marche.it/ fino a 200//UBA fino a 600//ha ENTIT SOSTEGNO

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Molise
Azioni previste 1. Applicazione delle tecniche dellagricoltura integrata 2. Introduzione o mantenimento dellagricoltura biologica 3. Conservazione di risorse paesaggistiche ed ambientali 4. Inerbimento di seminativi e colture arboree nelle superfici con pendenza media superiore al 20% Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Introduzione o mantenimento dellagricoltura biologica Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premi annui ENTIT SOSTEGNO Colture annuali: 600,00 euro/ha./anno Colture perenni specializzate: 900,00 euro/ha./ anno Altri usi terreno: 450,00 euro/ha./anno Informazioni www.regione.molise.it

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Piemonte
Azioni previste 1) Applicazione di tecniche di produzione integrata 2) Applicazione di tecniche di produzione biologica 3) Incremento del contenuto di carbonio organico nel suolo 4) Conversione dei seminativi in foraggere permanenti 5) Conservazione di variet vegetali adatte alle condizioni locali e minacciate di erosione genetica 6) Sistemi pascolivi estensivi 7) Elementi dellagroecosistema a prevalente funzione ambientale e paesaggistica: 8) Conservazione di razze locali minacciate di abbandono 9) Interventi a favore della biodiversit nelle risaie Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Conservazione di razze locali minacciate di abbandono B) Interventi a favore della biodiversit nelle risaie Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) B) Premi annuali Premio annuo per adesione all'azione per: Sospensione anticipata delle asciutte Mantenimento della sommersione del terreno su parte della risaia durante le asciutte Informazioni http://www.regione.piemonte.it ENTIT SOSTEGNO /UBA 200 /ha 50 50

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Provincia Autonoma di Bolzano


Azioni previste 1. Colture foraggere 2. Allevamento di razze animali minacciate di abbandono 3. Conservazione della cerealicoltura tradizionale nelle zone di montagna 4. Viticoltura rispettosa dellambiente 5. Coltivazioni biologiche 6. Premi per lalpeggio 7.Tutela del paesaggio Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Allevamento di razze animali minacciate di abbandono Tipologia ed entit del sostegno Informazioni AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premi annuali http://www.provincia.bz.it/agricoltura/ ENTIT SOSTEGNO 120 /UBA

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Provincia Autonoma di Trento


Azioni previste 1. Introduzione e/o mantenimento dei metodi di agricoltura biologica 2. Gestione dei prati e dei pascoli 3. Impiego di metodi di produzione specificamente destinati alla conservazione della biodiversit e delle specie animali (siepi, filari, alberi isolati, boschetti, fossati, Re di quaglie) 4. Allevamento di razze animali locali minacciate di estinzione (Cavallo Norico, Capra bionda dellAdamello, bovini di razza Rendena, Cavallo da tiro pesante rapido, bovini di razza Grigio alpina, capre di razza Pezzata Mochena, pecore di razza Fiemmese Tingola) 5. Coltura e moltiplicazione dei vegetali adatti alle condizioni locali e minacciati di erosione genetica (granoturco locale da granella) 6. Misure agroambientali nelle aree Natura 2000 (piccole aree umide, prati, pascoli e produzioni vegetali) Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Impiego di metodi di produzione specificamente destinati alla conservazione della biodiversit e delle specie animali (siepi, filari, alberi isolati, boschetti, fossati, Re di quaglie) B) Allevamento di razze animali locali minacciate di estinzione (Cavallo Norico, Capra bionda dellAdamello, bovini di razza Rendena, Cavallo da tiro pesante rapido, bovini di razza Grigio alpina, capre di razza Pezzata Mochena, pecore di razza Fiemmese Tingola) C) Coltura e moltiplicazione dei vegetali adatti alle condizioni locali e minacciati di erosione genetica (granoturco locale da granella) Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) B) C) Informazioni Premi annuali Premi annuali Premi annuali ENTIT SOSTEGNO Specifico per ogni intervento riportato nella scheda di azione 200 /UBA 260 /UBA

http://www.trentinoagricoltura.it/it/SC/2140/PSR_2007-2013.html

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Puglia
Azioni previste 1. Agricoltura biologica 2. Miglioramento della qualit dei suoli 3. Tutela della biodiversit 4. Progetti integrati, banche dati e divulgazione per la biodiversit Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Tutela della biodiversit B) Progetti integrati, banche dati e divulgazione per la biodiversit Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) B) Informazioni Premi annuali Premi annuali ENTIT SOSTEGNO 91 /ha 91 /ha

http://www.regione.puglia.it

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Sardegna
Azioni previste 1) Agricoltura Biologica 3) Tutela degli habita naturali e seminaturali 4) Tutela della Agrobiodiversit 5) Conservazione delle risorse genetiche animali e vegetali di interesse agrario Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Conservazione delle risorse genetiche animali e vegetali di interesse agrario Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO A) Premio annuale per: Razze bovine Sarda e SardoModicana, Razze bovina Sardo-Bruna Razza caprina: Sarda e Sarda Primitiva. Razza equina: Cavallino della Giara e Cavallo del Sarcidano Razza asinina: Asino Sardo e Asino dellAsinara Razza suina: Suino Sardo Razza ovina: Pecora Nera di Arbus Informazioni ENTIT SOSTEGNO /UBA 200 160 200 200 200 200 200

http://www.regione.sardegna.it

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Sicilia
1. Metodi di gestione dellazienda agricola ecosostenibili 2. Agricoltura e zootecnia biologica 3. Adozione di avvicendamenti colturali per il miglioramento della struttura del suolo 4. Allevamento di razze autoctone a rischio di estinzione o di abbandono 5. Preservazione della biodiversit: Centri di conservazione in situ ed ex situ 6. Preservazione della biodiversit: Campi realizzati da Agricoltori custodi Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Allevamento di razze autoctone a rischio di estinzione o di abbandono B) Preservazione della biodiversit: Centri di conservazione in situ ed ex situ C) Preservazione della biodiversit: Campi realizzati da Agricoltori custodi
Azioni previste Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO ENTIT SOSTEGNO

A) B) C)
Informazioni

Premi annuali Premi annuali Premi annuali

Specifica per ogni razza/coltura Fino al 100% della spesa sostenuta per l'adesione all'azione Fino al 100% della spesa sostenuta per l'adesione all'azione

http://www.psrsicilia.it

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Toscana
1. Introduzione o mantenimento dellagricoltura integrata 2. Conservazione delle risorse paesaggistiche e ambientali 3. Incremento della sostanza organica nei suoli attraverso limpiego di ammendanti compostati di qualit 4. Inerbimento di seminativi e colture arboree nelle superfici con pendenza media superiore al 20% 5. Conservazione di risorse genetiche animali per la salvaguardia della biodiversit 6. Conservazione delle risorse genetiche vegetali per la salvaguardia della biodiversit Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Conservazione di risorse genetiche animali per la salvaguardia della biodiversit B) Conservazione delle risorse genetiche vegetali per la salvaguardia della biodiversit
Azioni previste Tipologia ed entit del sostegno AZIONE A) TIPOLOGIE DI SOSTEGNO ENTIT SOSTEGNO

Informazioni

La forma di aiuto attivata consiste in pagamenti forfetari erogati annualmente, per compensare i costi aggiuntivi e/o minori ricavi derivanti dalladesione allazione, per le seguenti razze: Bovina Pontremolese Equina Monterufolino Ovina Pomarancina Ovina Garfagnina Bianca B) Limpegno, di durata quinquennale, consiste nella coltivazione di una o pi variet o cultivar vegetali locali a rischio di estinzione, individuate come tali nei repertori regionali delle risorse genetiche autoctone istituiti ai sensi della normativa regionale e nel rispetto delle relative norme di coltivazione. http://www.regione.toscana.it

200 /UBA

Fino al 100% del sostegno

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Valle DAosta
1) Foraggicoltura 2) Alpicoltura 3) Viticoltura e Frutticoltura 4) Salvaguardia razze in via destinzione 5) Agricoltura biologica (zootecnica e vegetale) Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Salvaguardia razze in via destinzione
Azioni previste Tipologia ed entit del sostegno AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO ENTIT SOSTEGNO

Informazioni

Premio annualer per: Bovina castana valdostana Bovina pezzata nera valdostana Caprina valdostana Ovina rosset http://www.regione.vda.it/default_i.asp

A)

/UBA 200 200 200 200

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Umbria
1. Introduzione e/o mantenimento di metodi di produzione integrata 2. Introduzione e/o mantenimento di metodi di produzione biologica 3. Conservazione di elementi dellagroecosistema a prevalente funzione ambientale e paesaggistica 4. Costituzione e/o conservazione di aree di riproduzione e di alimentazione della fauna selvatica 5. Salvaguardia delle razze minacciate di abbandono 6. Salvaguardia delle specie vegetali a rischio di erosione genetica 7. Riconversione dei seminativi in pascoli o prati-pascoli 8. Copertura vegetale per contenere il trasferimento di inquinanti dal suolo alle acque. 9. Agrobiodiversit 10. Miglioramento della qualit dei suoli. Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Salvaguardia delle razze minacciate di abbandono B) Salvaguardia delle specie vegetali a rischio di erosione genetica C) Agrobiodiversit
Azioni previste

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Tipologia ed entit del sostegno

AZIONE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO

ENTIT SOSTEGNO

Informazioni

Premi annui per Unit di Bestiame 200 /UBA Adulto (U.B.A.) per le seguenti razze: ovini: Sopravissana, Appenninica - equidi: Cavallo agricolo italiano, cavallo Maremmano, asino Sardo, asino di Martinafranca, Cavallo Murgese - suini: Cinta senese - caprini: Girgentana B) Premi annui per ettaro di Impianti esistenti: 450 /ha superficie coltivata di variet Nuovi impianti: 900 /ha autoctone di: Melo, pero, olivo, pesco, ciliegio, mandorlo. fino al 100% della spesa sostenuta C) Lazione incentiva progetti a finalit pubblica per la salvaguardia delle risorse genetiche in agricoltura http://psr.regione.umbria.it/canale.asp?id=616

A)

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Veneto
1. Pagamenti agroambientali Sottomisura Corridoi ecologici, fasce tampone, siepi e boschetti 2. Pagamenti agroambientali Sottomisura Miglioramento qualit suoli 3. Pagamenti agroambientali Sottomisura agricoltura biologica 4. Pagamenti agroambientali Sottomisura Tutela habitat seminaturali e biodiversita 5. Pagamenti agroambientali Sottomisura Prati stabili, pascoli e prati-pascoli Azioni specifiche inerenti la biodiversit A) Pagamenti agroambientali Sottomisura Tutela habitat seminaturali e biodiversita
Azioni previste Tipologia ed entit del sostegno AZIONE A) TIPOLOGIE DI SOSTEGNO ENTIT SOSTEGNO

Informazioni

Premi annuali per: Mantenimento di biotopi e zone umide Colture a perdere Conversione di limitate superfici da seminativi a prati Valorizzazione bordure dei campi Mantenimento dei prati ad elevato valore storiconaturalistico http://www.regione.veneto.it

/ha/anno 262 600 385 342 286

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BIBLIOGRAFIA

LIBRI Angelini M., Bocci R., Nonne M. F. (2008), Schede informative Rete Semi Rurali, serie 2008. Fowler C., Mooney P., (1993), Biodiversit e futuro dellalimentazione, Edizioni Red. Frankel O.H., Brown A.H.D. Burdon J.J. (1995), The conservation of plant bioversity Cambridge University Press. Harlan J.R: (1992), Crops & Man, Madison, Wisconsin, American Society of Agronomy, Inc., Crop Science Society of America, Inc.. Leakey R.&Lewin R., (1998), La sesta estinzione. La complessit della vita e il futuro delluomo, Bollati Boringhieri Orsomando E., Ragni B. e Segatori R. (2004), Siti Natura 2000 in Umbria. Manuale per la conoscenza e luso Pubblicazione Regione Umbria in collaborazione con UNICAM e Universit degli Studi di Perugia. Pennacchi F., Boggia A. et al. (2007), Tutela della Biodiversit tra affermazione politica e valutazione economica Ed. Franco Angeli. Rete Luoghi Comuni (2005), Biodiversit: tra interesse globale e sussistenza locale, in Beni Comuni tra tradizione e futuro a cura di G. Ricoveri, EMI. Shiva V., (1995), Monocolture della mente, Bollati Boringhieri. Wilson E.O. (ED.) (1988), Biodiversity, Washington DC, National Academy Press. Wilson E. O. (1999), Larmonia Meravigliosa - Ed. Mondadori.

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RIVISTE Altieri M.A., Merrick L.C., (1987), In situ conservation of crop genetic resources through maintenance of traditional farming systems, Economic Botany, 41, pp 86-96 Bravi R., Negri V., Porfiri O. (2002) - La salvaguardia della biodiversit e la produzione di sementi di specie ortive, Sementi elette n. 4 Ceccarelli S. (1994), Specific adaptation and breeding for marginal environments, Euphytica, Vol. 77, pp. 205-219 Ceccarelli S, Valkoun J., ErsjineW., Weigand S., Miller R., Van Leur J.A.G., (1992), Plant genetic resources and plant improvement as tools to develop sustainable agriculture, Experimental Agriculture, 28, pp 89-98 Fonte M. Rubio L. (1994) La difesa della biodiversit dopo 92. Intervista a Jos Esquinas-Alcazar La Questione Agraria, n.53, pp 125135 Holt-Gimenez E. (2001), Scarling up sustainable agricolture, Lesson from the Campesino a Campesino movement, Leisa magazine, p. 29 Lorenzetti F., Falcinelli M. (2009), La salvaguardia delle risorse genetiche delle piante e lutilizzazione delle variet da conservazione nella attuale disciplina sementiera Dal Seme n. 4 anno 2009. Oldfield M.L., Alcorn J.B. (1987), Conservation of Tradistional agroecosystems, Bioscience, 37, pp. 199-208

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http://www.bioversityinternational.org - Sito organizzazione Bioversity International http://www.semirurali.net - Sito Associazione Rete Semi Rurali http://www.aiab.it - Sito Associazione Italiana Agricoltura Biologica http://www.farmseed.net - Sito ufficiale del Progetto di Ricerca Europeo Farm Seed Opportunities http://www.politicheagricole.it/SviluppoRurale/default.htm Sito Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Sezione Sviluppo Rurale http://www.cbd.int/ - Sito ufficiale Convention on Biological Diversit http://www.croceviaterra.it - Sito Centro Internazionale Crocevia

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Progetto realizzato con il supporto finanziario della Commissione Europea, Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Regolamento 814/2000 del Consiglio Europeo - Sovvenzione n AGRI 2009-151 La Commissione Europea non responsabile delluso che potrebbe essere fatto delle informazioni divulgate. Partner del progetto:

Ideazione e realizzazione: Antonio Carbone, Francesca Zappal. Responsabile del progetto: Francesca Zappal Gruppo redazionale: Antonio Carbone, Francesca Zappal, Angelo Frascarelli, Riccardo Bocci, Andrea Ferrante Progetto grafico: Albavision Srl - Roma Lopuscolo corredato da un dvd che raccoglie parte delle testimonianze audiovisive raccolte durante la realizzazione di questa campagna informativa. Per saperne di pi: http://www.alpainfo.it/progettieuropei/20092010/ Stampa: Officine Graphiche Srl - Roma Finito di stampare nel mese di Marzo 2010 ALPA Nazionale Via Benedetto Musolino 21 - 00153 Roma - Tel 0039-065880985 www.alpainfo.it - progetti@alpainfo.it

Diteci cosa ne pensate della campagna informativa Gli agricoltori custodi delle Biodiversit in Agricoltura inviando una mail al seguente indirizzo: progetti@alpainfo.it Per saperne di pi http://www.alpainfo.it/progettieuropei/20092010

ALPA - Associazione Lavoratori Produttori dellAgroalimentare Via Benedetto Musolino, 21 - 00153 Roma Tel. 06/5880985 segreteria@alpainfo.it - www.alpainfo.it

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