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PRIMO PIANO TECNOLOGIA

Corriere del Ticino


MERCOLED 25 GENNAIO 2012

Corriere del Ticino


MERCOLED 25 GENNAIO 2012

PRIMO PIANO TECNOLOGIA

Comunit virtuali Requiem nella Rete per 400 mila blog


Dopo 10 anni di gloriosa attivit, il 31 gennaio Splinder chiuder i battenti Un piccolo terremoto telematico
In un periodo caratterizzato da sconquassamenti telematici che coinvolgono il diritto dautore, la chiusura da parte dellFBI di Megaupload e Megavideo e la risposta degli hacker del gruppo Anonymous, Internet registrer presto unulteriore scossa: la chiusura di Splinder (piattaforma dedicata ai blog) fissata al 31 gennaio 2012. Levento era stato anticipato da un annuncio sul sito ufficiale il 22 novembre 2011, seguito poi dalla comunicazione a tutti i blogger iscritti tramite due e-mail: una spedita il 29 novembre e intitolata Dismissione Splinder e laltra un memorandum inviata pochi giorni fa, il 19 gennaio. In entrambe le missive la piattaforma avvisa gli autori che da fine gennaio tutte le pagine ospitate spariranno e fornisce indicazioni per il recupero dei contenuti pubblicati sino a quel giorno (vedi box). Termina cos lavventura di un sito che non voleva solamente fornire la possibilit di creare un blog in pochi passi, ma anche quella di costituire una comunit virtuale composta dai diversi blogger con profili utente personalizzabili e servizi integrati di messaggistica istantanea, vale a dire le chat. Unavventura lunga dieci anni che a detta di molti sigla la fine di unera, anche se i blog hanno dimostrato di sapersi ritagliare un proprio ruolo di rilievo allinterno della Rete.
PAGINE DI MATTIA BERTOLDI

ISTRUZIONI

LE MIGLIORI ALTERNATIVE Tra le piattaforme dedicate ai blog pi famose e versatili, WordPress e Blogger spiccano in quanto a numeri e facilit duso. La prima raccoglie quasi 71 milioni di blog e ogni giorno, in media, vede la nascita di oltre 500.000 post arricchiti da quasi 400.000 commenti. Il 66% dei diari virtuali scritto in lingua inglese, segue lo spagnolo all8,7%, il portoghese al 6,5%, lindonesiano al 3,5% e litaliano (quinto posto) al 2%. La seconda, Blogger, stata creata nel 1999 e acquisita da Google quattro anni pi tardi, ma non esistono dati circa la sua grandezza.

LANCIARSI SU WORDPRESS IN POCHI, SEMPLICI PASSI Iscriversi a questa piattaforma gratuito, anche se una quota annuale pu garantire alcuni extra. Come prima cosa, necessario indicare il titolo del blog e, di conseguenza, lindirizzo al quale sar accessibile. Se non si intende pagare, il titolo vestir il ruolo di sottodominio. Cosa significa? In pratica, se il nostro sito si chiamer Giardinaggio Ticino, si potr visualizzare il sito digitando giardinaggioticino.wordpress.com. Per elevarlo a dominio (quindi per levare il nome wor-

dpress) bisogna pagare almeno 17 dollari allanno: in questo modo avremo a disposizione lindirizzo www.giardinaggioticino.com. Dopo aver fornito i propri dati personali (indirizzo e-mail, nome utente e parola dordine) si ricever une-mail dalla quale sar possibile attivare il blog grazie a un apposito link. Da l sar possibile riempire un altro formulario con delle informazioni personali (ad esempio, una piccola presentazione). Infine, baster inserire nome utente e parola dordine su wordpress.com per accedere al menu di controllo del blog e iniziare a pubblicare post o configurare la sua grafica; le possibilit, a questo punto, so-

no migliaia. Ci limitiamo ad accennare alla scelta del template, vale a dire linterfaccia, laspetto grafico che il nostro blog assumer una volta pubblicato il primo post. A tal proposito sar possibile scegliere tra i modelli base messi a disposizione dalla piattaforma oppure importarne uno da un altro sito. Avviare un blog semplice e le possibilit di ottimizzazione a livello di design e di funzionalit sono molteplici. A dipendenza dellesperienza informatica e della motivazione dellutente sar possibile sviluppare la forma e laspetto della propria pagina, ma ci che pi conter saranno sempre loro: i contenuti sottoforma di post.

zxy Prima di Twitter, prima di Facebook e ancor prima di Myspace, cera solo un modo per lasciare la propria impronta sulla Rete: aprire un blog. Il termine originato dalla contrazione delle parole inglesi web (rete) e log (giornale, diario di bordo) e indica un sito solitamente personale che pu contenere le riflessioni o le opinioni dellautore su dati interessi con limplementazione di immagini e filmati. Una sorta di finestra sul mondo dei cosiddetti blogger, insomma, e su tutto ci che interessa loro, dalle notizie di cronaca alla passione per il giardinaggio. La data di nascita di questo fenomeno fissata alla fine del 1997, quando negli States un certo Jorn Barger coni il termine weblog e apr la sua pagina personale. Sussisteva tuttavia un problema: dare il via al proprio diario virtuale richiedeva conoscenze non accessibili a tutti, dal momento che bisognava saper maneggiare un linguaggio (il codice HTML, ad esempio) o un programma informatico come Microsoft FrontPage. Nacquero poi le prime piattaforme che semplificarono notevolmente il processo: bastava iscriversi, scegliere laspetto del sito e scrivere un post nellapposita finestra per pubblicare un contenuto online. I primi servizi di questo genere si diffusero verso la fine degli anni Novanta in America e nel 2002 alle nostre latitudini, grazie soprattutto a Splinder: un precursore del fenomeno blog che ora prossimo a scomparire.
Richiedeva troppe risorse Il progetto nacque nel 2001 da unidea di Marco Palombi che riscontr le scarse possibilit di socializzazione tra persone che amavano visitare gli stessi blog. Grazie alla collaborazione di Francesco Delfino e della Tipic Inc, una societ statunitense basata a New York, i due crearono Splinder. Nel 2006 il sito pass nelle mani di Dada Inc., specializzata in servizi professionali legati a Internet. Due anni pi tardi la piattaforma ospitava oltre 600 mila utenti iscritti e 400 mila blog, anche se molti di questi risultavano abbandonati o poco aggiornati. La sua scomparsa pu alterare sensibilmente la blogosfera, vale a dire linsieme dei blog pubblicati in Rete? Dipende dallottica che si adotta. A livello mondiale 400 mila diari di bordo virtuali sono uninezia, se si considerano i 133 milioni di blog catalogati a livello mondiale dal sito specializzato Technorati dal 2002 al 2008. Se invece si prende in esame il dato a livello nazionale italiano o anche solo italofono, lecito considerarla una perdita consistente, anche considerando il ruolo di capiscuola assunto da Palombi e Delfino. Ecco perch la scom-

parsa di Splinder ha portato molti a riconsiderare il rapporto tra blog e reti sociali (vedi articolo a fianco) e ha destato pi di una preoccupazione. Due giorni dopo lannuncio della chiusura, infatti, il sito ilpost.it intervist lamministratore delegato di Dada, Claudio Corbetta, per capire le motivazioni alla base della loro decisione. Mantenere attiva la piattaforma ha spiegato richiede risorse e tempo e in questo momento in Dada dobbiamo concentrarci sulle nostre attivit chiave. Corbetta ha inoltre sottolineato limpegno necessario per controllare i contenuti inappropriati e offensivi diffusi nei blog che comportavano problemi di carattere legale. In altre parole: mantenere la piattaforma si fatto troppo impegnativo (e forse troppo poco redditizio), cos Dada ha preferito puntare su altri settori.
Lofferta di Banzai Appena un giorno prima Il Post aveva messo in evidenza linteresse nel rilevare Splinder da parte di Banzai, industria fondata nel 2008 e attiva su Internet nei settori delle-commerce, dei media e del web design. Il blog di informazione, uno dei pi importanti del panorama italiano (vedi sotto), aveva intervistato Andrea Santagata, responsabile di Banzai Media. Per voce sua, il gruppo si diceva disposto a prendere in gestione il servizio per continuare ad erogarlo anche a nome delle migliaia di utenti ancora attivi. Dada, tuttavia, ha ringraziato e ammesso che gi in passato aveva vagliato la possibilit di cedere la piattaforma senza per suscitare linteresse sperato. Pertanto, ha rifiutato lofferta. Visto lo stato attuale della piattaforma ha af-

fermato Corbetta e i numeri di Splinder a oggi, dopo unattenta riflessione, abbiamo valutato che le complicazioni tecniche e legali di una migrazione siano superiori a una chiusura controllata e gestita. Sfumata anche lultima chance di salvare Splinder, i blogger pi affezionati si sono arresi e hanno comunicato ai visitatori lormai prossimo abbandono della nave, come racconta un articolo apparso online il 27 novembre 2011 sul sito di Sky TG24. finita. Si smobilita, ha scritto Borisbattaglia, utente attivo dal 2005. Improvvisamente il tuo paese, quello in cui sei nato, dove sei cresciuto, dove sono i tuoi amici, va in crisi. Non ha pi futuro. Non c' altra soluzione per sopravvivere che emigrare. Curioso come il virtuale emuli il reale, ha constatato con amarezza il blogger anonimok. E infine, il saluto di Personalit confusa, che su Splinder ha scritto quasi 1.000 post e letto oltre 46.000 commenti dal 2002 al 2011: Addio Splinder, stato bello ma da adesso in poi si continua dall'altra parte.
Rimane solo la nostalgia Nel tentativo di salvare Splinder Santagata ha parlato non solo a nome della propria azienda, ma anche a titolo personale. infatti stato tra i fondatori della piattaforma, come racconta nella gi citata intervista: Eravamo un gruppo di amici al bar. Una sera ci siamo incontrati insieme per un aperitivo ed nata lidea di Splinder: un sistema facile, in italiano, per creare e gestire il proprio blog. Marco (Palombi, n.d.r.) si inventato il nome e faceva girare il gruppetto. Il responsabile di Banzai Media continua dicendo che il successo della piattaforma fu da imputare al fatto che fosse tutta in italiano, oltre alla tempestivit con cui nacque: in quegli anni, infatti, scoppi la blog-mania. Il successo di Splinder stato immediato, decine di nuovi blog aperti ogni giorno di tutti i generi. Poi negli anni sono arrivate nuove piattaforme sempre pi evolute, come WordPress, e Splinder ha perso un po di terreno, ma comunque rimasta una delle pi importanti piattaforme di blogging in Italia. Un pezzo del Web italiano che se ne va, insomma, senza lasciare nulla dietro s se non blog e post salvati in qualche archivio digitale. Sempre a disposizione, certo, ma non pi di tutti.
COMPLEMENTI SU www.cdt.ch/k57193

Il punto Un mondo reso obsoleto dallavanzata dei social network


La blogosfera dovr ora concentrarsi soprattutto sugli approfondimenti
zxy Labbandono e il mancato aggiornamento dei blog da parte di migliaia di utenti, la chiusura di Splinder e la decisione di non dare inizio a una migrazione di massa accettando lofferta di Bazar (vedi articolo principale): sar forse colpa delle reti sociali (o social network, nella lingua di Shakespeare)? Il dubbio sorge spontaneo, specie se si considerano le loro date di nascita: Myspace stato lanciato nel 2003, Facebook nel 2004, Twitter nel 2006. Che la possibilit di parlare ad amici e internauti attraverso questi strumenti abbia portato Splinder al declino e, pi in generale, alla fine di unera? Di dati, ovviamente, non ce ne sono, ma comunque possibile avanzare alcune supposizioni.
Immediatezza e semplicit in nome della condivisione innegabile che per rendere attento il mondo sulla propria opinione legata a un dato avvenimento iscriversi a Facebook rappresenta la soluzione migliore. Veloce, pratico e funzionale, senza il bisogno di cercare un titolo da dare al proprio blog o una linea editoriale da seguire nei propri post. Da questo punto di vista le reti sociali pare abbiano soppiantato la blogosfera: chi voleva aprire una pagina per esprimere il proprio pensiero, oggi pu facilmente rifarsi a loro. Inoltre, la possibilit di inviare foto e testi con il cellulare o altri dispositivi mobili fa innegabilmente dellimmedia-

LE-MAIL DI SPLINDER
CARO UTENTE, STIAMO CHIUDENDO Le-mail inviata da Splinder a tutti gli autori iscritti alla piattaforma spiega loro come salvare i contenuti delle rispettive pagine. In pratica si tratta di stipare il tutto in un file dal formato apposito (XML) e importarlo in un nuovo blog aperto grazie a qualche altra piattaforma dedicata (vedi box in alto). Inoltre, Splinder garantisce il redirect, vale a dire la possibilit di essere reindirizzati al nuovo blog anche se si digita il vecchio indirizzo web nellapposita barra. Se ad esempio il mio blog su Splinder era intitolato Giardinaggio Ticino ed era raggiungibile digitando giardinaggioticino.splinder.com, dopo il 31 gennaio questo indirizzo porter alla nuova destinazione decisa dallutente, ipotizziamo: giardinaggioticino.wordpress.com. Ecco qui riassunto il testo della missiva:
Caro Blogger, il 31 Gennaio 2012 il servizio Splinder sul quale hai realizzato il tuo blog verr dismesso. Tutti i contenuti che hai gi creato su Splinder non andranno persi, avrai lopportunit di recuperarli e di attivare un redirect del tuo blog su un nuovo indirizzo web. Quando il tuo nuovo blog sar pronto, attiva un redirect, ma attenzione! Porta a termine questa operazione solo quando hai ricreato interamente il tuo blog su un altro indirizzo web. Con il redirect, infatti, i vistatori che cercheranno il tuo blog sullindirizzo Internet atterreranno automaticamente sul nuovo indirizzo web. Cordiali saluti. Team Splinder

tezza un punto a loro favore. Analogamente, appare molto pi semplice stringere immediatamente dei legami virtuali con amici e conoscenti: anzich dare il via a un blog e tempestare le persone a noi pi vicine di e-mail o (peggio) di richieste affinch accedano al nostro sito, basta domandare lamicizia o diventare loro follower, un termine tipicamente twitteriano che indica quelle persone che decidono di seguire il profilo online di una persona per essere informate sui suoi aggiornamenti di stato. Viceversa, chi avr stretto amicizia virtuale con noi potr vedere ogni nostra mossa e leggere ogni nostra parola. Un vantaggio che semplifica la comunicazione e la diffusione dei nostri contenuti verso altre persone, ma che sul medio-lungo termine limita la visibilit sul web. Come diretta conseguenza logico che iscriversi a Facebook sia molto pi semplice che aprire un blog. Essendo circondati fin da subito da persone a lui (o a lei) familiari, lutente pu scrivere senza paura di essere ignorato. Con un sito personale appena aperto, per contro, dovr fin da subito affrontare il timore che i suoi post non verranno letti e pianificare unoperazione di autopromozione fatta di email spedite a pioggia, scambio di link con altri blogger (io pubblico lindirizzo del tuo sito e tu fai lo stesso col mio) e bigliettini da visita autoprodotti per diffondere il verbo agli amici. Senza considerare che, nella maggior parte dei casi e almeno nei primi tempi, il contatore delle visite salir a rilento e i commenti degli utenti si faranno attendere.
Che cosa rimane? Attenzione e precisione Se la gamma di utenti interessati alla comunicazione diretta e (quasi) istantanea stata assorbita dalle reti sociali, cosa rimane ai blog? Innanzitutto, scrivere un testo destinato a un blog richiede maggiore attenzione e precisione rispetto a un aggiornamento di stato spedito su una rete sociale. Si tratta di una regola non scritta che tuttavia viene rispettata quasi in automatico: se su Facebook ci si imbatte facilmente in commenti composti da poche parole e basati su temi futili, questo non accade quasi mai in un blog. Solo il fatto la necessit di intitolare un post richiede disciplina e una chiarezza di pensiero che accompagna le parole nel corso dello sviluppo dellargomentazione, spesso anticipata da un esordio e seguita da una conclusione. Si inoltre consapevoli che il post godr di una visibilit pi ampia e sar rivolto a una cerchia allargata di persone. Pertanto, i blog hanno assunto col tempo (e anche grazie allo sviluppo delle reti sociali) un ruolo ben delineato e fondato sullapprofondimento di determinati temi, un po come fanno

i magazine e le riviste che troviamo in edicola a cadenza settimanale o mensile. Allo stesso modo, salvo rari casi, i diari virtuali pi seguiti in Rete si concentrano su pochi argomenti o adottano un preciso metodo di lavoro (vedi sotto). Queste pagine, di conseguenza, hanno assunto un certo tipo di autorit nei loro rispettivi settori che le rende dei punti di riferimento per gli internauti. Detto in parole povere: se la gamba del mio tavolo in cucina si dovesse rompere, andrei a cercare il blog visitato da tutti gli amanti del bricolage piuttosto che contattare lautore dello stesso su una rete sociale. Infine, i blog permettono lo sviluppo di un discorso pi ampio, dove i post sono solamente le singole tessere del mosaico. Il blog ipotizziamo creato da uno svizzero che si trasferisce a Singapore racconter le difficolt nellambientarsi in una citt cos diversa e lontana dagli standard elvetici. Tutte le pagine prodotte sono catalogate grazie allordine cronologico di produzione o alle parole chiave che creano una ragnatela di collegamenti intertestuali. Dopo sei mesi di testimonianze e aneddoti, insomma, sar possibile cliccare sulla parola cibo per rileggere tutti i post legati a questa tematica, dal primo pasto asiatico al ristorantino italiano scovato dopo quattro mesi di ricerche. I blog, insomma, come piccole enciclopedie e fonti di informazioni reperibili da tutti.
Una facile convivenza Tornando al punto iniziale: le reti sociali hanno influenzato lo sviluppo e i contenuti dei blog? S, ma questo non necessariamente un male. Grazie ai canali web che hanno facilitato lespressione personale e linterazione tra utenti, i blog hanno avuto maggior spazio per promuovere il loro ruolo di punto di riferimento in differenti campi con post che hanno privilegiato la qualit a scapito della quantit. Come afferma Andrea Santagata (di cui abbiamo parlato nellarticolo principale), la funzione dei blog stata riqualificata: Prima di Facebook e Twitter, se volevo segnalare una notizia , o postare un video, potevo solo usare un blog. Adesso tutte queste informazioni legata a segnalazioni, conversazioni o contenuti personali si stanno spostando sui social, lasciando ai blog il ruolo di approfondimento che era poi secondo me lo spirito originario con cui i blog erano nati. La blogosfera, insomma, liberata dallincombenza di raccontare i dettagli personali dellutente (che trovano la loro dimensione ideale su Facebook e affini) per concentrarsi su questo o quellargomento. Le reti sociali, per contro, possono assolvere una funzione precisa: diffondere e promuovere i contenuti del blog. Approfondimento e condivisione sociale: una facile convivenza.

UN MOSAICO SVANITO Limminente chiusura di Splinder (sopra: il cubetto che appare accanto

al suo logo) segna la fine di unepoca per i blogger italofoni.

IL BOOM DEI BLOG DINFORMAZIONE

Al posto dei diari virtuali ecco le notizie

zxy La notizia di pochi giorni fa: il noto blog statunitense The Huffington Post ha aperto una versione francese e, entro la fine del 2012, avvier una collaborazione con lEspresso creando una controparte italiana. Si vuole cos emulare il percorso tracciato negli States: fondato nel 2005 da Arianna Huffington, il sito diventato in breve tempo uno dei primi punti di riferimento al mondo per quanto riguarda linformazione, con una media di nove milioni di visitatori unici durante il 2009 e introiti pubblicitari superiori ai 12 milioni di dollari incassati nello stesso periodo. solo un esempio di come i blog godano ormai di uno status al pari della carta stampata e riescano a trasformare un portale virtuale in unazienda. In Italia lHuffington Post trover pane per i suoi denti; gli epigoni, infatti, non mancano.

Un nuovo modo di vedere lattualit Basta infatti spulciare la classifica dei 500 blog pi letti oltreconfine per imbattersi in numerosi blog dedicati allinformazione. La graduatoria stata stilata da Blogbabel nel giugno 2011 e si fonda su un catalogo che conta oltre 30.000 italiani. A dominare i primi posti vi sono blog che presentano o commentano fatti di attualit a partire dalla prima piazza dove troviamo Il Post (gi citato nellarticolo principale), quotidiano online italiano nato il 19 aprile 2010 e diretto dal giornalista Luca Sofri. Si tratta di un aggregatore di notizie, ovvero un luogo dove possibile trovare i migliori articoli della stampa italiana ed estera selezionati e commentati dalla redazione. In pi, il sito ospita blog gestiti da illustratori e giorna-

listi specializzati in un determinato argomento. Al secondo posto troviamo il Blog di Beppe Grillo, da molti anni tra i pi seguiti a livello mondiale, mentre al terzo c Piovono rane del giornalista dellEspresso Alessandro Gilioli. Seguono Giornalettismo (testata giornalistica nata e sviluppata sul web), il Manteblog di Massimo Mantellini (che collabora anche con Il Post), Buongiorno del giornalista della Stampa Massimo Gramellini e al settimo posto una vecchia conoscenza, Paolo Attivissimo con Il Disinformatico. Voci note e meno note che aiutano a interpretare meglio la realt che ci circonda.
Tra disavventure e aneddoti Ma i blog non sono solo informazione, raccontano anche storie, disavventure, aneddoti. E talvolta, quando

si forma un buon gruppo di internauti al loro seguito, questi luoghi virtuali attirano le attenzioni degli editori e diventano libri. Qualche esempio? Spinoza, celebre blog di satira, ha pubblicato nel 2010 e nel 2011 due raccolte con Aliberti. Perle ai Porci del Professor Gianmarco Perboni (nome fittizio) racconta il peggio delle lezioni vissute in un istituto medio superiore toscano e ha dato alle stampe due libri ispirati al blog ed editi da Rizzoli. A Panda Piace invece una serie di fumetti creata nel 2008 da Giacomo Bevilaqua. In virt del successo ottenuto dal suo blog tuttora aggiornato, e siamo alla 349. vignetta il fumettista ha sfornato gadget, tre libri pubblicati da Edizioni BD e avviato una collaborazione con il canale televisivo La7. E cos via. Senza poi dimenticare i post di quei

blog che, proprio in virt delle esperienze vissute dagli autori, vengono citati allinterno dei siti Internet di quotidiani cartacei. Un esempio su tutti: Il Fatto Quotidiano ha aperto nel novembre 2010 unantenna virtuale sulla vita degli italiani a Londra e nel Regno Unito che, oltre alle collaborazioni di giovani emigrati, raccoglie le testimonianze di alcuni diari virtuali. Come si legge nella pagina di presentazione, un blog che si rivolge a chi rifiuta il Paese delle raccomandazioni e non figlio di nessuno, se non delle proprie capacit. Tra le pagine citate, il blog di un giornalista freelance (Francesco Mandolini), quello di un fotografo a tempo perso (Lillo Montalto Monella) e Ci vuole Costanza, diario di una giovane italiana che racconta del proprio trasferimento nella capitale inglese.

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