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ELEMENTI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA

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Il problema della rappresentazione


Il problema fondamentale della rappresentazione quello di riprodurre, in un ambiente bidimensionale (foglio da disegno) degli oggetti tridimensionali. Il disegno dunque, inteso come rappresentazione di uno o pi oggetti, consiste in una trasformazione 3D -> 2D. In generale un processo di questo genere a perdita di informazione. Esistono tuttavia tecniche di rappresentazione che, quando correttamente eseguite, consentono dalle informazioni bidimensionali di ricostruire completamente le informazioni geometriche associate alloggetto rappresentato.

2D

3D

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Definizioni e proposizioni fondamentali


Introduciamo alcuni concetti fondamentali della geometria proiettiva, che alla base della scienza della rappresentazione.
Definizioni Il punto, la retta ed il piano si dicono Proposizioni fondamentali Due punti individuano una retta a cui essi appartengono Due piani individuano una retta a cui essi appartengono Tre punti, non appartenenti ad una stessa retta, individuano un piano a cui essi appartengono Tre piani, non appartenenti ad una stessa retta, individuano un punto a cui essi appartengono Un punto ed una retta che non si appartengono, individuano un piano a cui essi appartengono Una retta ed un piano che non si appartengono individuano un punto cui essi appartengono

elementi fondamentali
Un insieme di punti, rette, piani dicesi figura o

forma geometrica
Si dice che due elementi si appartengono quando uno sta sullaltro (o lo contiene)

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Forme geometriche fondamentali


Si dicono figure o forme geometriche elementari le seguenti:
Elemento generatore Forme di 1a specie Forme di 2a specie Forme di 3a specie

Punto

Retta punteggiata Figura formata dai punti appartenenti ad una retta Fascio di rette Figura formata dalle rette appartenenti ad uno stesso piano e ad uno stesso punto

Piano punteggiato Figura formata dai punti appartenenti ad un piano Stella di rette Figura formata dalle rette dello spazio appartenenti al medesimo punto Piano rigato Figura formata dalle rette appartenenti ad un piano

Spazio punteggiato Figura formata dello spazio dai punti

Retta

Fascio di piani Piano Figura formata dai piani che appartengono ad una medesima retta

Stella di piani Figura formata dai piani dello spazio appartenenti al medesimo punto

Spazio di piani Figura formata dai piani dello spazio

Le forme fondamentali si dicono di 1a, 2a o 3a specie a seconda che i loro elementi si possano mettere in corrispondenza biunivoca e continua con gruppi ordinati d 1, 2 o 3 parametri.
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Legge di dualit nello spazio


Confrontando tra loro le definizioni date nella trasparenza precedente si osserva che ciascuna di esse, o rimane inalterata, o si muta in una delle altre scambiando tra di loro le parole punto e piano e lasciando inalterata la parola retta. Tali forme, che si ottengono luna dallaltra con tali scambi, vengono dette duali.
Forme di 1a specie Retta punteggiata Fascio di rette Forme di 2a specie Fascio di piani Fascio di rette

Piano punteggiato Piano rigato Forme di 3a specie Spazio punteggiato

Stella di piani Stella di rette

Spazio di piani

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Elementi impropri
Gli elementi impropri sono concetti utili a definire lintersezione di enti tra loro paralleli. Per definizione un punto improprio il punto che appartiene a ciascuna retta di un fascio di rette parallele. In questo modo due rette qualsiasi si intersecano sempre: lintersezione pu essere un punto proprio o improprio.
P r1 r2 r1

r2

Due rette incidenti si intersecano in un punto proprio dello spazio.

Due rette parallele si intersecano in un punto improprio dello spazio.

Analogamente una retta impropria quella retta che appartiene a ciascun piano di una fascio di piani paralleli. Due piani qualsiasi dunque si intersecano sempre:lintersezione pu essere una retta propria o impropria.

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Loperazione di proiezione
Introduciamo in questa trasparenza e nella successiva i concetti base della geometria descrittiva, ossia le operazioni di proiezione e sezione.
Proiezione di un punto da un punto Proiettare da un punto S (detto centro di proiezione) un punto P significa costruire la retta (SP), detta retta proiettante (o proiettante) Proiezione di una retta da un punto Proiettare da un punto S (detto centro) una retta r significa costruire il piano (Sr), detto

piano proiettante

Proiezione di un punto da una retta Proiettare da una retta r (detta asse di proiezione) un punto S significa costruire il piano (Sr), detto piano proiettante

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Loperazione di sezione
Sezione di un piano con un piano Sezionare con un piano un piano significa costruire la retta di intersezione di con . Tale intersezione detta traccia. Sezione di una retta con un piano Sezionare con un piano una retta r significa costruire il loro punto di intersezione. Tale punto detto traccia.

r Sezione di un piano con una retta Sezionare con una retta r un piano significa costruire il loro punto di intersezione.

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Loperazione di proiezione su un piano


Loperazione di proiezione di enti geometrici su un piano molto importante nella scienza della rappresentazione. Essa consiste nellapplicare, in serie, le operazioni di proiezione e di sezione.
Proiezione su un piano di un punto da un punto Proiettare da un punto S su un piano un punto A significa proiettare prima A da S, quindi sezionare la retta (SA) con il piano . Proiezione su un piano di una retta da un punto Proiettare da un punto S su un piano una retta r significa proiettare prima r da S, quindi sezionare il piano (Sr) con il piano .

A A S S r r

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Propriet invarianti delle proiezioni


Ogni operazione che trasforma una figura in unaltra attraverso una proiezione viene detta trasformazione proiettiva. Linsieme delle proposizioni geometriche che non sono alterate da trasformazioni arbitrarie delle figure cui si riferiscono costituisce la geometria proiettiva. Lapplicazione dei teoremi della geometria proiettiva ai problemi di rappresentazione costituisce la geometria descrittiva. Se una determinata propriet K di una figura F si mantiene invariata nella figura proiettata F, si dice che tale propriet un invariante proiettiva. Alcune invarianti proiettive sono le seguenti: 1. 2. 3. se un punto P appartiene ad una retta r, la proiezione P di P appartiene ancora alla proiezione r di r (conservazione dellappartenenza); se tre punti P, Q ed R sono allineati, allora le loro proiezioni P, Q ed R sono ancora tre punti allineati (conservazione dellallineamento); se tre rette r, s e t sono incidenti, allora le loro proiezioni r, s e t sono anchesse incidenti (conservazione dellincidenza);

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Propriet non invarianti delle proiezioni


A seguito di unoperazione di proiezione molte propriet di una figura F non si mantengono nella figura proiettata F. Varie propriet geometriche non sono, in generale, invarianti rispetto ad una proiezione. In generale non sono invarianti le propriet in cui interviene il concetto di parallelismo e quelle in cui interviene il concetto di misura (propriet metriche). Alcune propriet in generale non invarianti sono le seguenti: 1. 2. 3. 4. 5. il parallelismo; lortogonalit; le misure di lunghezze e di angoli; i rapporti tra le misure di lunghezze e di angoli; Lappartenenza di un punto ad un intervallo (betweenness), come mostrato nella figura seguente (il punto P appartiene allintervallo [A,B], ma il punto P non appartiene allintervallo [A,B]) A C P B P B A
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Rapporto semplice di tre punti di una retta


Fissati su di una retta r unorigine ed un verso, un segmento LM giacente su di essa si dice positivo o negativo secondo che un punto che lo descrive andando da L ad M si muova secondo il verso positivo o negativo della retta . Il rapporto k = LN/LM viene detto rapporto semplice C dei tre punti ed indicato con (LMN). Dati tre punti LMN, ed altri tre punti LMN, proiezione dei precedenti secondo il centro C, si pu vedere quale relazione intercede tra i rispettivi rapporti semplici (LMN) ed (LMN). N n m Applicando il teorema dei seni si ha:

M r s L L l

LN sen(nl ) LM sen(ml ) = ; = CN sen(rl ) CM sen( rl )


Da cui, dividendo membro a membro:

CN sen(nl ) CN ' sen( nl ) ( LMN ) = ; ( L' M ' N ' ) = CM sen(ml ) CM ' sen(ml )
Si osserva che, in generale, il rapporto semplice non un invariante proiettiva. Lo diventa, tuttavia, se il centro di proiezione C diviene improprio.
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Birapporto di quattro punti di una retta


Fissati su di una retta quattro punti L, M, N, ed O, si definisce birapporto, indicato con (LMNO) il rapporto tra i rapporti semplici definiti dalle terne (LNO) ed (MNO). Si ha quindi: C O M r s L L l M m N n N

( LMNO ) =

( LNO ) LO MN = ( MNO) LN MO

Il birapporto indipendente dallunit di misura e dallorientamento della retta r, ma dipende dallordine con cui si considerano i quattro punti. O Risulta, infatti: o

( LMNO) =

1 ( LMON )

Il birapporto tuttavia non cambia se si scambiano tra loro due qualunque dei punti ed in pari tempo anche gli altri due:

( LMNO) = ( MLON ) = ( NOLM ) = (ONML)

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Propriet del birapporto


Considerata la definizione di rapporto semplice di tre punti su una retta e quella di birapporto di quattro punti su una retta risulta:

( LMNO) ( LNO) ( M ' N ' O' ) CO CN ' CO' CN = = =1 ( L' M ' N ' O' ) ( L' N ' O' ) ( MNO) CO' CN CO CN '
Tale relazione rappresenta la propriet fondamentale del birapporto: Il birapporto di quattro punti su una retta non si altera quando essi si proiettano da un punto su unaltra retta. Sussiste pure la seguente propriet: Due birapporti i quali differiscano per lo scambio dei primi due punti (o dei due ultimi) hanno per prodotto lunit. Infatti si ha:

( LMNO) =

( LNO) ( MNO) ; ( MLNO) = ( MNO) ( LNO)

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Teorema di Desargues
Una dei cardini della geometria proiettiva questo famoso teorema dovuto a Desargues:

se i vertici di due triangoli (DEF) e (DEF) si corrispondono in una proiezione (le rette congiungenti i vertici concorrono in un unico punto C centro di proiezione), allora i lati corrispondenti, prolungati, si incontrano in tre punti allineati (LMN).

Risulta valido anche il teorema duale: se i lati corrispondenti di due triangoli (DEF) e

(DEF), prolungati, si incontrano in tre punti allineati (LMN), allora i vertici dei due triangoli si corrispondono in una proiezione.
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Teorema di Pappo
Un altro teorema fondamentale della geometria proiettiva presumibilmente ascrivibile al matematico greco Pappo (vissuto nel III secolo a.C.): se (A, B, C) e (A, B, C) sono due

terne di punti allineati, allora i punti che risultano dallintersezione dei segmenti AB con BA, AC con CA e BC con CB sono allineati.

C B A

A' B' C'

Risulta valido anche il teorema duale: se a, b, c e a, b, c. sono due terne di rette

incidenti, r, s, t le rette definite dai punti intersezione rispettivamente delle rette (ac, ca); (ab, ba); (bc,cb) allora le rette r, s e t sono incidenti.
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Geometria proiettiva e rappresentazione


Uno degli aspetti particolarmente interessanti della geometria proiettiva che ad essa riconducibile la percezione delle immagini che si ha nella realt. Il meccanismo di visione dellocchio umano in effetti schematizzabile attraverso uno schema proiettivo in cui il centro di proiezione rappresentato dal punto interno allocchio in cui cristallino e cornea focalizzano i raggi luminosi, mentre la superficie di proiezione rappresentata dalla retina (approssimativamente sferica).

Cornea Retina C

Cristallino

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Cenni storici: lOttica di Euclide


Il primo tentativo di formalizzare i problemi legati alla rappresentazione probabilmente legato alle riflessioni sulle modalit di visione dei matematici Greci, che trovarono sistemazione nellopera di Euclide. Proposizione IV: uguali lunghezze poste su una medesima retta, quelle che si vedono a distanza maggiore appaiono minori. Proposizione V: oggetti uguali, ma inegualmente distanti appaiono ineguali e maggiore quello pi vicino allocchio. Proposizione VI: rette parallele viste da lontano, appaiono non equidistanti. Proposizione VI: oggetti uguali posti su di una stessa retta, ma tra loro distanti, appaiono disuguali. Da notare che, secondo limpostazione data da Euclide, il concetto di maggiore o minore deve intendersi come visto sotto un angolo maggiore o minore, ossia le grandezze sono intese in termini di angoli visivi.

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Cenni storici: arte romanica


Dopo la fine del mondo classico la scienza della rappresentazione si evoluta in modo lento, e senza uno sviluppo sistematico. Le rappresentazioni pittoriche normalmente non affrontano il problema della resa spaziale.

Paliotto d'altare della Seu d'Urgell con Cristo e gli apostoli, prima met sec. XII (Barcellona, Mudeo dArte Catalana)
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Cenni storici: il Medioevo


Occorre arrivare ai pittori pre-rinascimentali per trovare i primi tentativi sistematici di resa spaziale. Il risultato appare come qualcosa di ibrido tra assonometria e prospettiva.

Giotto (1267 - 1337): Ambrogio Lorenzetti (1290 - 1348): particolare da San Francesco che Veduta di citt sul mare (Siena, dona il mantello (Assisi, Basilica Pinacoteca) superiore) Appunti di Disegno Tecnico Industriale

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Cenni storici: il Rinascimento (1)


Il rinascimento rappresenta il punto di svolta per levoluzione delle tecniche di rappresentazione. Con la messa a punto di regole precise per la rappresentazione del reale codificate in trattati sistematici, si cerca di superare lempirismo delle tecniche di rappresentazione medievali. In questo studio del Brunelleschi il problema della rappresentazione dello spazio viene risolto intersecando i raggi proiettanti, passanti per il punto di vista, con il piano di riquadro, e utilizzando, a questo scopo, la pianta e lalzato dellelemento da rappresentare. Si tratta, in pratica, dellesecuzione della prospettiva attraverso il metodo di intersezione.

Filippo Brunelleschi (1377 - 1446): studio del

battistero (Firenze)

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Cenni storici: il Rinascimento (2)


Leon Battista Alberti (1404 - 1472) semplifica la costruzione prospettica introducendo il metodo che oggi chiamiamo del punto di distanza. Si basa sulla convergenza verso un punto di fuga unico di tutte le rette perpendicolari al piano della rappresentazione e la progressiva diminuzione delle dimensioni apparenti degli elementi al crescere della loro distanza, da valutarsi attraverso la costruzione di un punto laterale detto punto di distanza. Il metodo abbreviato forniva un criterio per la costruzione della prospettiva molto efficace e fu utilizzato dagli artisti dellepoca per mettere in scorcio una pianta quadrettata o per realizzare un vero e proprio reticolo spaziale di riferimento per la realizzazione della prospettiva .

Leon Battista Alberti Prospettiva


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Cenni storici: il Rinascimento (3)


Il De prospectiva pingendi (1475) di Piero della Francesca (1416 ca. - 1492) costituisce il primo trattato organico della prospettiva rinascimentale. La rappresentazione figurativa riferita a un sistema di leggi e procedimenti matematici che devono consentire una verosimile traduzione dello spazio attraverso opportune deformazioni prospettiche avvertite dallocchio umano. Mentre lAlberti aveva concentrato la sua attenzione nel rappresentare sul piano del dipinto figure sul piano del pavimento, Piero affront il problema di dipingere nel piano oggetti tridimensionali.

Piero

della

Francesca

Flagellazione (Urbino, Galleria


nazionale delle Marche)
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Cenni storici: il Rinascimento (4)


In questa stampa di Albrecth Drer (1471 - 1528) ben esemplificato il concetto di proiezione che sta dietro alle tecniche di rappresentazione. I raggi di luce che vanno dalla scena allocchio costituiscono una proiezione intersecando il quadro.

Albrecht Durer Disegnatore della donna sdraiata

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Cenni storici: il cinquecento ed il seicento. Dalla pittura alla matematica.


a partire dal XVI secolo che le tecniche di rappresentazione passano da un piano tecnicopittorico ad un piano teorico-matematico. Guidobaldo dal Monte (1545 - 1607) pubblica nel 1600 un trattato sulla prospettiva (Perspectivae Libri VI). Riprende in esame le tecniche utilizzate dagli artisti per arrivare ad interessanti astrazioni. Pare che sia stato il primo a dimostrare che: la proiezione centrale di un fascio di rette parallele costituita da un fascio di rette concorrenti in un punto; pi fasci di rette parallele tra loro e tutte parallele allo stesso piano hanno i punti in concorso sulla stessa retta Girard Desargues (1591 - 1661) stato uno dei massimi teorizzatori della geometria proiettiva. Per teorizzare sul piano geometrico le tecniche della prospettiva introduce elementi ideali (punto e retta impropri) compatibili con gli elementi fondamentali della geometria euclidea (retta e punto). Blaise Pascal (1623 - 1662) fu studioso notevole di geometria proiettiva. Si ricorda soprattutto la sua interpretazione delle coniche in chiave proiettiva.

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Cenni storici: il settecento e lottocento. La geometria descrittiva


Gaspard Monge (1746 - 1818) considerato il padre della moderna geometria descrittiva. Ad egli dovuto il concetto della doppia proiezione ortogonale, descritto nella Gomtrie Descriptive (1798): presi due piani ortogonali (orizzontale e verticale) si proietta su questi, ortogonalmente, la figura che si vuole rappresentare riportandone gli spigoli ed i vertici. Quindi si ruota idealmente uno dei due piani rispetto allaltro e si rappresentano le relative proiezioni su un unico foglio: la rappresentazione finale delloggetto quindi contenuta in ununica tavola. Jean-Victor Poncelet (1788 -1867), allievo di Monge. I suoi studi sulla geometria proiettiva, raccolti nel Trait des proprits projectives des figures (1822), si focalizzarono sullo studio delle trasformazioni proiettive e delle propriet invarianti delle figure in seguito a tali trasformazioni. A lui dovuta lintroduzione del birapporto di quattro punti su una retta, che rappresenta appunto linvariante rispetto ad operazioni di proiezione.

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Proiezioni centrali e proiezioni parallele


Una importante distinzione, da cui derivano diversi sistemi di rappresentazione, si ha tra proiezioni centrali e proiezioni parallele.

Nelle proiezioni centrali il centro di proiezione si trova ad una distanza finita dal piano di proiezione (quadro). Le proiettanti convergono nel centro di proiezione (punto proprio dello spazio)

Nelle proiezioni parallele il centro di proiezione si trova ad una distanza infinita dal piano di proiezione (quadro). Le proiettanti sono tutte parallele tra loro (convergono in un punto allinfinito punto improprio)

Prospettive

Assonometrie e proiezioni ortogonali


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Quadro sinottico delle tecniche di rappresentazione


Proiezioni centrali (coniche) Proiezioni parallele (cilindriche)

Prospettive

Prospettiva frontale (ad un punto)

Prospettiva accidentale (a due punti)

Prospettiva razionale (a tre punti)

Assonometrie

Proiezioni ortogonali (ortografiche)

Assonometrie

ortogonali

Assonometrie oblique

Isometrica

Dimetrica

Trimetrica

Cavaliera dimetrica

Cavaliera isometrica

Planometrica

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Metodi di proiezione centrale (prospettiva).


I metodi di proiezione prospettica unificati (UNI EN ISO 5456-4) sono tre, e differiscono tra loro per la posizione delloggetto da rappresentare rispetto al piano di proiezione. In questa trasparenza riportata la disposizione denominata posizione speciale, in cui la faccia principale delloggetto da rappresentare parallela al piano di proiezione. Essa d origine alla cosiddetta prospettiva ad un punto. Tutti i contorni e gli spigoli paralleli al piano di proiezione conservano la loro direzione; tutte le linee perpendicolari al piano di proiezione convergono al punto di fuga V, coincidente con il punto principale C.
Quadro prospettico (piano di proiezione) Punto di vista (centro di proiezione)

Piano di terra (piano di base, piano geometrale)

Punto principale Linea di orizzonte

Punto di stazione (stazione di osservazione)

Linea di terra (linea di base)

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Prospettiva a due punti.


Nella prospettiva a due punti loggetto da rappresentare posizionato in modo da avere i contorni e gli spigoli verticali paralleli al piano di proiezione (posizione particolare). Tutte le linee orizzontali delloggetto convergono nei rispettivi punti di fuga sulla linea di orizzonte.

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Prospettiva a tre punti.


Nella prospettiva a tre punti (detta anche prospettiva a quadro inclinato), loggetto da rappresentare si trova in posizione generica (posizione qualunque), non avendo n contorni, n spigoli paralleli al piano di proiezione.

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Metodi di proiezione parallela (assonometria)


Lassonometria pu vedersi come un caso particolare della prospettiva con centro di proiezione improprio. Il disegno di un oggetto, in assonometria, non corrisponde esattamente alla realt, poich in pratica non pu mai essere realizzata. Tuttavia le proiezioni parallele godono di interessanti propriet che le rendono particolarmente utili nelle applicazioni (non ultima la rapidit e semplicit di esecuzione). 1. I lati e le facce di un oggetto paralleli al piano di proiezione si proiettano secondo la loro grandezza reale. Lati e facce non paralleli al quadro, una volta proiettati, subiscono una modifica delle loro dimensioni effettive. Segmenti tra loro paralleli si proiettano ancora in segmenti paralleli (la relazione di parallelismo uninvariante delle proiezioni parallele). Segmenti tra loro paralleli si riducono, in proiezione, del medesimo rapporto. La proiezione indipendente dalla distanza delloggetto dal quadro.
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2.

3. 4.

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Assonometrie ortogonali ed oblique


Le assonometrie si classificano in ortogonali ed oblique a seconda della direzione che i raggi proiettanti assumono rispetto al quadro. Assonometria ortogonale Assonometria obliqua

d n//d n d n

Nelle assonometrie ortogonali la direzione di proiezione ortogonale al quadro

Nelle assonometrie oblique la direzione di proiezione inclinata rispetto al quadro


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Rapporti di riduzione nelle assonometrie (1)


In una proiezione assonometrica, in generale, le lunghezze dei segmenti proiettati sono diverse da quelle originali. Vale tuttavia la relazione che segmenti tra loro paralleli si riducono, una volta proiettati, del medesimo rapporto. Si pu dimostrare che la contrazione delle lunghezze pu essere Direzione di Terna obiettiva calcolata sulla base di tre proiezione coefficienti (rapporti di Uz riduzione) associati ai tre Z Uy versori di una terna Y Piano di proiezione z ortogonale. y Ux Associata una terna uz uy ortogonale (terna X Terna obiettiva) allo spazio ux x assonometrica. tridimensionale, la proiezione assonometrica di essa costituisce la terna assonometrica. Restano definiti i seguenti rapporti di riduzione:

p=

u ux u ; q= y ; r = z Ux Uy Uz
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Rapporti di riduzione nelle assonometrie (2)


I rapporti di riduzione sono compresi nellintervallo [0,1] nel caso di assonometria ortogonale. Nel caso di assonometria obliqua possono essere maggiori di 1.

Direzione di proiezione

B = B

Piano di proiezione

In figura vediamo come nel caso di proiezione obliqua pu aversi AB > AB.

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Teorema di Pohlke
Data la direzione di proiezione e lorientamento della terna obiettiva rispetto al piano di proiezione possibile determinare gli assi assonometrici ed i relativi rapporti di riduzione Viceversa se si tracciano su un piano tre segmenti ux, uy ed uz non allineati (assi assonometrici) uscenti da un medesimo punto, sempre possibile determinare una direzione di proiezione ed un sistema di assi ortogonali (terna obiettiva) con versori di lunghezza U, le cui proiezioni coincidono con i segmenti ux, uy ed uz (teorema di Pohlke).
Terna obiettiva Direzione di proiezione

U Z z uz ux x U
x z

U
y

Y y

Piano di proiezione

uy
Terna assonometrica.

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Classificazione delle assonometrie in base ai rapporti di riduzione


In base alle relazioni esistenti tra i valori dei rapporti di riduzione nelle assonometrie, si ha la seguente importante classificazione:

Assonometrie isometriche: tutti i rapporti di riduzione sono tra loro uguali; Assonometrie dimetriche: due rapporti di riduzione sono tra loro uguali; Assonometrie trimetriche: tutti i rapporti di riduzione sono tra loro diversi.
Delle varie tipologie di assonometria lisometrica presenta il vantaggio di non introdurre contrazioni non uniformi nelle varie direzioni.

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Rapporti di riduzione nelle assonometrie ortogonali (1)


Nellassonometria ortogonale ciascun rapporto di riduzione varia nellintervallo [0,1]. Inoltre esiste una relazione che lega lorientamento della terna obiettiva, descritto dai tre angoli , e e gli angoli descritti dagli assi della terna assonometrica (, e ). ' = arccos( ctg ctg );

' = arccos( ctg ctg ); ' = arccos( ctg ctg )


cos ' cos ' ; ctg = cos ' ctg = ctg = cos ' cos ' ; cos ' cos ' cos ' cos '

Date quindi nel piano di proiezione tre rette orientate che individuano tre angoli la cui somma 180, possibile individuare analiticamente la disposizione spaziale della terna ortogonale che, proiettata ortogonalmente d origine ai tre assi assonometrici.
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Rapporti di riduzione nelle assonometrie ortogonali (2)


Ne consegue che nelle assonometrie ortogonali gli assi assonometrici ed i rapporti di riduzione non possono essere scelti ad arbitrio. Esiste una relazione che lega tra loro i valori dei rapporti di riduzione agli angoli che descrivono lorientamento della terna obiettiva (e quindi degli assi assonometrici):

p=

u ux u = sen ; q = y = sen ; r = z = sen . Ux Uz Uy

Nellipotesi di isometria risulta p = q = r = 1. Sostituendo nelle precedenti equazioni tale relazione si ottiene che lunica disposizione degli assi assonometrici che soddisfano lipotesi isometrica tale per cui: = = = 120, alla quale corrispondono i rapporti di riduzione:

p = q = r = 0.816.
Convenzionalmente, per, i rapporti di riduzione si assumono unitari nel caso della assonometria ortogonale isometrica (un cubo di lato 100 viene rappresentato, in proiezione, di lato 100, e non di 81.6). Ne consegue che lassonometria isometrica produce un leggero ingrandimento. Per quanto concerne, invece, le assonometrie ortogonali dimetriche e trimetriche, esistono infinite terne possibili di angoli che descrivono lorientamento della terna obiettiva.
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Procedura per ottenere la proiezione assonometrica


La procedura per ottenere la proiezione assonometrica piuttosto semplice. Note le coordinate nello spazio dei punti notevoli delloggetto, si procede nel modo che segue. 1) 2) Si sceglie un orientamento degli assi assonometrici tra quelli possibili e consigliati (a ciascun orientamento associata una terna di rapporti di riduzione);

si riportano sugli assi assonometrici le coordinate dei punti notevoli delloggetto moltiplicate per i corrispondenti rapporti di riduzione (ovvero si assegna a ciascun asse la rispettiva scala) Per convenzione lasse Z verticale. Normalmente il piano XY rappresenta il piano orizzontale, e lasse Z lasse delle altezze. Z
Scala delle altezze
ghezze elle lun Scala d

Scala

delle largh ezze

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Assonometria ortogonale isometrica


Nellassonometria ortogonale isometrica (o semplicemente assonometria isometrica) gli assi assonometrici sono angolarmente equidistanti. Per convenzione i rapporti di riduzione si assumono unitari lungo tutti e tre gli assi. Poich il rapporto reale di riduzione associato allipotesi di isometria pari a 0.816, tale convenzione fa si che loggetto sia rappresentato in dimensioni leggermente ingrandite (di un fattore pari a 1/0.816 = 1.22) rispetto a quelle reali. Lassonometria isometrica di facile esecuzione e di ampio utilizzo.
Z Z

ux = 1; uy = 1; uz = 1

12

12

ux uz 120

uy

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Assonometria ortogonale dimetrica


Nellipotesi di dimetria lorientamento della terna assonometrica non univoco. Normalmente si orientano gli assi in modo tale che langolo tra due di essi sia allincirca lo stesso, come nellesempio qui riportato. Questo tipo di assonometria viene utilizzato quando si vuole mettere in particolare evidenza una delle facce delloggetto.

ux = 0.5; uy = 1; uz = 1

uz
42

uy

ux

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Assonometria ortogonale trimetrica


Lassonometria ortogonale trimetrica non rientra tra quelle previste dalla norma, ed di utilizzo raro. Si riporta qui una tra le infinita possibilit di orientamento degli assi assonometrici ed i relativi rapporti di riduzione.

ux = 0.695; uy = 0.811; uz = 0.927

4 11

11 0

uz ux 136

uy

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Assonometria obliqua cavaliera isometrica


Corrisponde ad una disposizione in cui gli assi X e Z sono paralleli al quadro e le proiettanti sono inclinate di 45 rispetto ad esso. Risulta un significativo effetto di allungamento dei segmenti paralleli allasse Y.

ux = 1; uy = 1; uz = 1

13

90

uz

ux 135

uy

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Assonometria obliqua cavaliera dimetrica


La disposizione degli assi analoga al caso della cavaliera obliqua isometrica, ma leffetto di allungamento lungo lasse Y ridotto.

ux = 1; uy = 0,5; uz = 1

13

90

uz

ux 135

uy

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Assonometria obliqua cavaliera planometrica


Lassonometria obliqua cavaliera rappresentare edifici o arredamenti.
Z

planometrica

viene

comunemente

utilizzata

per

ux = 1; uy = 1; uz = 2/3

13

135

uz ux 90

uy

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Normazione
Le rappresentazioni assonometriche sono oggetto di normazione da parte della EN ISO 5456-3. La norma raccomanda lutilizzo delle seguenti assonometrie: -lassonometria ortogonale isometrica; -lassonometria ortogonale dimetrica; -lassonometria obliqua cavaliera isometrica; -lassonometria cavaliera con rapporto di riduzione uy = 0.5 (ux = uz = 1); -lassonometria planometrica.

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Elementi di cartografia
La cartografia tratta il problema di rappresentare sul piano, ad una scala assegnata s, la superficie terrestre. Nelle trasparenze che seguono supporremo, per semplicit, che questa sia approssimabile con una sfera. Una rappresentazione ideale dovrebbe avere le seguenti propriet: equidistanza: diretta proporzionalit, secondo la scala assegnata, tra elementi lineari sulla carta ed s. Una carta che possiede questa propriet si dice equidistante o lineare. conformit: uguaglianza tra gli angoli. Una carta che possiede questa propriet si dice conforme, o autogonale o isogona. equivalenza: diretta proporzionalit tra elementi darea ed s2. Una carta che possiede questa propriet si dice equivalente o autalica. Non essendo il geoide, approssimativamente sferico, una superficie sviluppabile su un piano, non esiste alcun metodo cartografico che permetta di ottenere le tre propriet contemporaneamente. possibile costruire carte conformi o carte equivalenti. Simultaneamente ad un delle due propriet pure possibile ottenere lequidistanza, ma solo su linee assegnate.

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Sistemi di proiezione cartografica


I sistemi di proiezione cartografica si differenziano in base al tipo di superficie su cui avviene la proiezione ed in base al fatto che la stessa sia pura o modificata. Proiezioni geometriche pure: proiezioni piane proiezioni cilindriche proiezioni coniche

Proiezioni geometriche modificate: Vengono ottenute dalle rispettive proiezioni pure modificandone i criteri in maniera tale da contenerne le deformazioni.

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Proiezioni piane
Nelle proiezioni piane la terra, viene proiettata su un piano tangente ad essa. Il centro di proiezione pu essere un punto proprio (interno o esterno) o un punto improprio.

Proiezione prospettica centrografica

Proiezione prospettica stereografica

Proiezione prospettica scenografica

Proiezione parallela ortografica

La proiezione stereografica conforme. Tutte le altre sono afilattiche (cio n conformi n equivalenti).

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Esempi di proiezioni piane

Proiezione prospettica stereografica

Proiezione prospettica ortografica

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Proiezioni cilindriche pure


Nelle proiezioni cilindriche la terra viene proiettata sul cilindro tangente lungo lequatore. Ogni punto viene proiettato dal centro della terra. Il cilindro viene poi tagliato lungo una generatrice e sviluppato su un piano.

La proiezione cilindrica centrale pura afilattica. Soltanto sul piano dellequatore equidistante.

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Esempio: proiezione cilindrica centrale pura

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Proiezioni coniche pure


Nelle proiezioni coniche la terra viene proiettata sul un cono tangente lungo il parallelo corrispondente alla latitudine media della fascia da rappresentare. Ogni punto viene proiettato dal centro della terra. Il cilindro viene poi tagliato lungo una generatrice e sviluppato su un piano.

La proiezione cilindrica centrale pura afilattica. Soltanto sul piano di tangenza equidistante. Per rappresentare ampie zone si ricorre a sistemi policonici (unioni di pi proiezioni coniche).

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Esempio: proiezione conica centrale pura

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Proiezioni modificate
Le proiezioni modificate hanno lo scopo di rendere le proiezioni pure o equivalenti, o conformi, o equidistanti lungo determinate linee. Tra queste ricordiamo: la carta di Mercatore; la proiezione conica conforme di Lambert; la proiezione conica equivalente di Lambert; La proiezione conforme di Gauss

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La carta di Mercatore
La proiezione di Mercatore una proiezione cartografica cilindrica modificata analiticamente in modo da renderla conforme. Proposta nel 1569 dal cartografo fiammingo Gerardus Mercator (italianizzato in Gerardo Mercatore).

B A Linea lossodromica

Un retta tracciata sulla carta che interseca meridiani ad angolo costante corrisponde ad una curva sulla superficie della terra che interseca meridiani con lo stesso angolo. Questa linea indica la prora da tenere per spostarsi da un punto ad un altro sulla superficie terrestre.
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Proiezioni coniche modificate di Lambert


Il matematico svizzero Jean-Henri Lambert introdusse due proiezioni coniche modificate, qui sotto riportate, che sono, rispettivamente, conforme ed equivalente.

Proiezione conica conforme di Lambert

Proiezione conica equivalente di Lambert

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Proiezione conforme di Gauss


Il grande matematico tedesco Carl Friedrich Gauss introdusse una corrispondenza biunivoca analitica tra i punti della superficie terrestre e quelli del piano che soddisfa le seguenti condizioni: 1) conforme; 2) le immagini di un meridiano di riferimento e dellequatore sono rette e 3) sul meridiano di riferimento la rappresentazione equidistante.

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