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IL GIORNO

SABATO 7 NOVEMBRE 2009

L'INTERVISTA

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BIANCO E NERO Fortunato Zinni ritratto da Barilli e Fenoglio: allepoca dellattentato uno aveva 4 anni e laltro non era nato

impunita da quarantanni
bomba?

insabbiata

Sono stato il primo a intuirlo, da subito. Ho riconosciuto quellinconfondibile odore di mandorle amare della polvere esplosiva. Lavevo scoperto mio malgrado da bambino nel 44 a Solagne, una frazione di Roccascalegna, in Abruzzo. Sulla Linea Gustav arriv lOttava Armata, dalla riva destra del Sangro i tedeschi bombardavano laltra sponda, dove noi abitavamo.

ganismo sindacale: Chi ha messo la bomba deve sapere che noi difenderemo il nostro posto di lavoro nel modo pi banale possibile, lavorando.
Le chine di Barilli e Fenoglio disegnano una Milano volutamente deserta, perch offesa e indifesa. A eccezione dei funerali, gremiti di gente.

Trecentomila persone e un silenzio assordante perch muto. Dallanno prima eravamo abituati agli studenti in rivolta nelle Nella banca si resero conto? Macch. Io ripetevo: una piazze, e le fabbriche erano in piebomba. Rispondevano: Zitto, no autunno caldo. Quel giorno invece vennero tutti che fai spaventare senza bandiere, CHOC tutti!. Solo quando striscioni n grida. arrivarono gli inquiDico sempre: Il popolo eresse un renti, le autorit e i un mattatoio muro contro chi, giornalisti, divenne scusandomi con la strage, si propi chiaro il senso per lespressione poneva come obietdella tragedia. Ma tivo la reazione non ci siamo lasciadellordine costituito. Non dimenti sopraffare. tichiamo che lItalia era attorniaNon voleva scappare? ta da tre dittature militari: FranNientaffatto. Avevo giacca e co in Spagna, Salazar in Portogalpantaloni intrisi di sangue non lo, la Grecia dei colonnelli. Il mesmio, e un commissario tent di saggio di piazza Duomo era: portarmi verso le ambulanze. Ma Non spaventeranno il Paese, nel ero irremovibile, e con me il diret- modo pi fermo tutto questo non tore, ferito a un dito. Non voleva- passer. Su questo fronte oggi la mo lasciare la banca in mano ad situazione peggiorata. altri. Anzi, lui mi chiese: QuanSi riferisce al ruolo dellopido riapriamo?. E io mi sono sennione pubblica? tito rispondere: Luned. E fu S. Il fallimento totale della giudavvero cos. stizia non suscita pi indignazioMa era venerd... ne. E poi c lignoranza: qualcuCerto, ma il sabato di prima mat- no crede addirittura che la bomba tina ci riunimmo in duecento di- labbiano messa le Br, che nemmependenti e io parlai per cinque mi- no esistevano. Su piazza Fontana nuti di fila, come presidente della non c impegno nel pretendere Commissione interna, che era lor- giustizia, nonostante sia accertato

che organi ufficiali dello Stato abbiano impedito e impediscano la verit.


Indichi lei i responsabili, se i colpevoli non sono stati trovati.

I depistaggi dei servizi segreti. I giudici togati che puntualmente smentivano le giurie popolari. La stampa, anche di sinistra, che pubblicava solo le veline della questura. Lindifferenza del Paese.
Ha seguito i processi?

In prima fila. persino quando trasferirono tutto a Catanzaro. Noi vittime, e i familiari dei morti nellattentato, facevamo 17 ore di treno. Alla stazione cerano solo quattro taxi, riservati ai giornalisti. Per arrivare al tribunale ci volevano tre quarti dora a piedi.

Una volta portammo in aula a braccia una madre anziana. Freda era stravaccato nella gabbia degli imputati, e ridacchiava.
E nessuno diceva niente?

A Catanzaro cera un muro bian-

co che faceva da sfondo alle riprese delle telecamere. Qualcuno scrisse: La colpa dei veneti, puzzoni del Nord. E io pensai che si facesse strada la responsabilit dei neofascisti. Invece ce lavevano col Verona calcio, che aveva mandato il Catanzaro in serie B.

LAPPELLO IN VISTA DELLE CELEBRAZIONI

Napolitano ammetta le colpe di Stato


DIFFICILE da credere, ma nessun presidente della nostra Repubblica si mai presentato alle celebrazioni per la strage di piazza Fontana. E anche per il quarantennale, il 12 dicembre, dovremo fare senza. Giorgio Napolitano deve gi venire a Milano il 7, allinaugurazione della Scala, per non so quale incontro con altri capi di Stato. Spero che almeno ricever lAssociazione dei familiari e delle vittime. Anzi, sono proprio convinto che lo vorr fare. Ma il sindaco bressese Fortunato Zinni prima involontario protagonista e poi indomito testimone dellattentato che cambi la storia dItalia ha anche un altro augurio: Alla manifestazione solenne che si terr il 12 dicembre alle 10 in piazza Fontana, mi aspetto almeno un messaggio dal capo dello Stato. Deve ammettere che, se ancora non c stata giustizia, se non ci sono colpevoli, proprio dello Stato la colpa.

I colpevoli non sono stati ancora trovati (CdG)

La sera del 10 dicembre, sotto lhangar principale dellaeroporto di Bresso, andr invece in scena la prima nazionale della trasposizione teatrale del libro di Zinni, Piazza Fontana - Nessuno Stato (Maingraf Editore). E il primo cittadino anticipa: Nel testo ho voluto trascrivere una discussione tra me e il giudice Guido Salvini, che dal 1988 titolare dellultima inchiesta sulla strage. Salvini accusa: Se la mia istruttoria non riuscita ad arrivare alla verit, colpa della Procura di Milano che non mi ha lasciato indagare. E posso assicurare che il magistrato non mi smentir. Zinni non si stanca di distribuire il proprio libro nelle biblioteche e portarlo nelle scuole. Perch una strage impunita impone a ogni democrazia una prova: guardare dentro se stessa. E per alimentare un caposaldo della coscienza civile: se la libert in pericolo, il popolo la pu difendere. Raffaella Foletti

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