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1.

DIRITTO E LINGUAGGIO Il diritto inanzitutto un fenomeno linguistico, in quanto leggi, codici, sentenze sono degli insiemi di enunciati a gli enunciati si compongono di vocaboli. Il linguaggio quellinsieme di suoni, variamente articolati, che serve per comunicare. Lenunciato , invece, qualsiasi espressione in lingua caratterizzata da una forma grammaticalmente compiuta (Tarello). Un primo problema quello che riguarda il significato di significato, in merito al quale sono sorte tre teorie. Secondo la teoria del riferimento, il significato viene inteso come la cosa, lavvenimento cui il vocabolo si riferisce. Questa teoria incontra chiaramente il limite per il significato di vocaboli astratti. La teoria ideazionale tende, dalla sua, a fondere il significato descrittivo con quello emotivo, ed evidente nella concezione di Stevenson. Il significato emotivo richiama alla mente non solo conoscenze ma anche emozioni. Stevenson ha chiaro il fatto che la decisione che scaturisce dal significato emotivo dipenda da molti altri fattori ed per questo che adotta anche la teoria comportamentistica del significato. Secondo questultima teoria si pu definire il significato di una locuzione come la risposta del destinatario della stessa. I vocaboli possono essere, inoltre, ambigui e/o vaghi. Si parla di ambiguit quando con un vocabolo si possono indicare due o pi oggetti , fenomeni distinti. La vaghezza si presenta quando i vocaboli possono trasmettere informazioni, conoscenze, non ben definite. Si parla, poi, di denotazione e connotazione. La denotazione linsieme degli oggetti/ fenomeni che vengono indicati con lo stesso vocabolo; si parla anche di estensione, in quanto riguarda tutto ci a cui il termine si riferisce. Con il termine connotazione, invece, ci si riferisce alllinsieme delle caratteristiche che gli oggetti/fenomeni devono avere per poter essere denominati con quel vocabolo; si parla anche dintensione, poich cocerne il nucleo del significato. Le definizioni servono a comprendere e delimitare il significato dei vocaboli. Con le definizioni reali si coglieva lessenza delloggetto/fenomeno e lo si esprimeva in parole; dopo Galileo si studia il comportamento e non lessenza perch impenetrabile: si parla al riguardo di definizioni nominali che hanno come oggetto le parole di cui si spiega luso. Le definizioni sono di vario tipo: la pi semplice quella detta ostensiva, che consiste nel mostrare concretamente loggetto a cui si riferisce solitamente la parola. Le definizioni lessicali si trovano abitualmente nei vocabolari e consiste nella registrazione degli usi pi o meno correnti del vocabolo. Con la definizione stpulativa, invece, si introduce un termine nuovo, fissandone al tempo stesso il significato, oppure pu essere lattribuzione di un significato ad un termine gi esistente. Significato che pu essere sia completamente nuovo sia una scelta tra quelli gi in uso. Scarpelli parla di definizione operativa, in quanto serve a delimitare i confini rispetto al significato di un vocabolo. usata nei casi di ambiguit e/o di vaghezza. Nella definizione persuasiva il vocabolo oltre al significato descrittivo ha anche quello emotivo. Se devo dare la definizione, per esempio, di omicida, io dir che colui che ha tolto la vita ad unaltra persona; siccome il togliere la vita ci trasmette ripugnanza, tale ripugnanza si riversa immediatamente al vocabolo definito. Il linguaggio ha diverse funzioni, in quanto non tutti i tipi di comunicazione sono uguali. La funzione descrittiva ha lo scopo di trasmettere informazioni: si caratterizza per la presenza del verbo allindicativo, per la reazione del destinatario di tipo teorico (si vero/no, non vero), e le affermazioni possono venire verificatie in termini di vero o falso. Gli enunciati con funzione precettiva, invece, dicono come la realt deve essere, influenzando il comportamento di coloro a cui sono rivolti: si caratterizzano per la presenza del verbo imperativo ( ma a volte indicativo Costituzione -), per la reazione del destinatario di tipo pratico (si lo far/ no, non lo far) e per il fatto che non possono venire verificati o falsificati. La Teoria di Hare scompone gli enunciati precettivi in due parti: il frastico, che costituirebbe la descrizione delloggetto cui lenunciato si riferisce, e il neustico, che sarebbe invece la funzione

dellenunciato stesso. Chiudi la porta!, ad esempio, si scompone in porta chiudere, frastico, e fai cos, neustico. La funzione valutativa collegata alla funzione precettiva; serve ad esprimere giudizi morali e spesso in grado di influenzare anche il comportamento. Il cognitivismo etico teorizza una conoscenza dei valori tramite la ragione ( non riesce ad andare oltre alcune regole molto generiche). Ad esso si contrappone il non cognitivismo etico o emotivismo etico, che nega la possibilit di conoscere i valori etici e ritiene che essi siano un prodotto della nostra sfera emotiva. Per i non cognitivisti la vita morale avalutativa, poich essa unattivit pratica, sulla quale non possono essere fatte valutazioni, n positive n negative. Gli enunciati con funzione performativa, infine, realizzano loperazione di cui parlano ( fare cose con parole, Austin). Si caratterizzano per la presenza del verbo in prima persona presente allindicativo, per lasimmetria con luso di tempi e persone diverse, e dal fatto che non hanno il frastico separato dal neustico (differenza con i precetti ). 2. IL DIRITTO E LA DISTRIBUZIONE IMPERATIVA DEI VALORI Linfluenza una modifica del comportamento altrui, attuata senza coercizione, tramite luso del linguaggio valutativo. Il potere, invece, una modifica del comportamento altrui, realizzata ricorrendo alle sanzioni, servendosi del linguaggio precettivo. La politica lattivit volta alla distribuzione dei beni e dei valori nella societ (Dobbiamo decidere chi prende qualcosa, quando e come, Lasswell). Lattivit politica , dunque, il processo col quale si effettuano le scelte riguardo la distribuzione imperativa (perch le scelte per poter funzionare devono essere imposte coercittivamente) dei beni e dei valori nella societ. La presenza di diverse societ comporta lesistenza di diverse soluzioni possibili per la distribuzione imperativa dei beni e dei valori. I due estremi sono rappresentati da una parte da un sistema utopico, in cui tutti decidono un uguale quantit di beni, e dallaltra da un sistema in cui pochi partecipano alle scelte. Hume ritiene che vi sia la necessit del governo e delle sanzioni, in quanto le regole della giustizia e del diritto nascono dallinteresse individuale, per il quale si portati ad afferrare tutto e subito. Ci non significa che le sanzioni servono perch luomo cattivo, ma che luso della coercizione dovuto al fatto che le scelta politiche sono molto spesso il frutto di situazioni di potere che lasciano insoddisfatte le aspettative di numerose persone. Il potere svolge un duplice ruolo: da una parte il fondamento dellattivit politica, dallaltra viene, anchesso, delegato e quindi distribuito. Il diritto non si fonda sulla forza, ma si serve della forza. Questo per due ragioni: la prime che in ogni governo, anche tirannico, necessario un minimo di consenso (anche il tiranno deve dormire, Hume); la seconda che molte persone non agiscono solo per paura delle sanzioni, ma anche per ragioni come lutilit, allabitudine, per senso del dovere. Non si vuole dire che ogni norma debba contenere una sanzione, ma che il sistema nel suo complesso dispone della forza, ci pu farericorso alla coercizione per essere efficace. Un sistema efficace da un lato quando i destinatari delle norme obbediscono alle norme stesse e dallaltro quando, in caso di disobbedienza, intervengono gli organi dello Stato e applicano le sanzioni. Le sanzioni negative sono quelle nelle quali la coercizione interviene in caso di mancata attuazione della norma. Per sanzioni positive sintendono, invece, quei premi e quegli incentivi che talune legi prevedono per chi accetta di seguire determinati comportamenti. Se nessuno si lascia incentivare, nessun organo si metter ad applicare la sanzione. Le funzioni del diritto sono: 3 FUNZIONE PENALE: repressione dei comportamenti socialmente pericolosi (Diritto PENALE) 4 FUNZIONE DISTRIBUTIVA: distribuzione di beni e di servizi (Diritto CIVILE) 5 FUNZIONE ISTITUTIVA DI ORGANI E DI POTERI: costituzione dei poteri e dei vari organi ( Diritto COSTITUZIONALE)

Possono venire ricomprese tutte in quella distributiva, in quanto anche la repressione penale distribuisce imperativamente alcuni valori e beni (sanzioni pecuniarie, libert, vita) e la creazione di organi consiste nella distribuzione di quel valore che il potere. Abbiamo visto come il significato dei vocaboli sia sovente vago e/o ambiguo. Per questo motivo ogni enunciato viene interpretato, cio il destinatario sceglie tra uno dei vari significati. Lattivit interpretativa parte essenziale del diritto e si pu sostenere che la distribuzione imperativa dei beni e dei valori non finisca nella legislazione, ma continui nellinterpretazione e nellapplicazione. In merito allattivit interpretativa dei magistrati si sono sviluppate nel corso dei secoli diverse teorie e concezioni. A partire dal Code Napoleon del 1801 stata predominante la concezione sillogistica (giudice bocca della legge, Montesquieu). I giudci si devono attenere al significato letterale, applicando la norma al caso concreto attraverso un procedimento sillogistico: _ Premessa maggiore: enunciato/i _ Premessa minore: fattispecie specifica _ Conclusione: sentenza Il positivismo giuridico sostiene questa teoria, parlando di certezza e scientificit del diritto. La concezione creativa ammette, invece, una funzione politico-creativa dei giudici entro i limiti fissati dagli usi linguistici e pi in particolare dagli usi del linguaggio tecnico-giuridico Sorge durante il XX secolo grazie alla scuola del realismo americano che contesta limmagine fonografica dellinterretazione. Poosiamo a questo punto avanzare una proposta di definizione di diritto: LINSIEME DELLE REGOLE PER LA DISTRIBUZIONE IMPERATIVA DEI BENI E DEI VALORI NELLA SOCIETA, TENUTO CONTO DELLINTERPRETAZIONE CHE GLI ORGANI PREPOSTI PER LAPPLICAZIONE POSSONO FARE SU TALI REGOLE, IN BASE AGLI USI LINGUISTICI E ALLA LORO AUTONOMIA. 3. DIRITTO E GIUSTIZIA Con il vocabolo giusnaturalismo si indicano tutte quelle teorie che sostengono lesistenza di un diritto naturale al di sopra del dirito positivo. Abitualmente si ravvisano tre modalit principali di giusnaturalismo: 1) Prospettiva biologica- naturalistica, esiste la Natura che ha leggi che luomo non pu modificare; 2) Prospettiva metafisica di stampo religioso, le leggi naturali provengono dalla volont di Dio; 3) Giusnaturalismo razionalistico (Ugo Grozio), esiste un diritto naturale razionale che potrebbe fare a meno anche dellesistenza di Dio. Il pensiero contemporaneo ha elaborato quello che viene definito Diritto naturale a contenuto variabile, nel quale lontologia umana si lega alla sviluppo storico delle relazioni sociali. Il giusnaturalismo razionalistico stato messo in crisi dal noncognitivismo etico, che ha fatto venir meno la certezza sulla possibilit di conoscere i valori per mezzo della ragione. Il giusnaturalismo naturalistico, invece, incontra due grandi ostacoli. Il primo che in natura si riscontrano dei comportamenti non buoni e giusti (il pesce grosso mangia il pesce piccolo), che difficilmente possono essere presi come base per regole morali e giuridiche. Il secondo costtuito dallimpossibilit logica di derivare il dover essere dallessere, il c.d. salto logico o fallacia naturalistica. Da un giudizio di fatto non si pu dedurre un giudizio di valore. Noberto Bobbio ha definito i giusnaturalismi come teorie della morale, riguardanti cio il modo in cui si possono conoscere i valori morali. I giusnaturalismi vengono riuniti in ununica teoria meta-etica, che consiste non nel formulare prposizioni morali, bens nel formulare asserti intorno alle prposizioni morali, non nel ragionamento morale, ma nel ragionamento intorno ad esso. Una prima forma di giuspositivismo, invece, labbiamo nel XVII secolo con Hobbes, che afferma che la Legge del sovrano al di sopra di qualsiasi altro tipo di regola (in realt il c.d.

legalismo etico sembra essere un diritto naturale in cui si sostituito il Sovrano al Dio). Nel suo significato pi ampio il giuspositivismo caratterizzato: 6 da una visione scientifica del diritto; 7 dalla convinzione che il diritto positivo appartenga alla sfera giuridica e non a quella della giustizia della morale; 8 dallesigenza di tener separato il diritto dalla morale. Una sua variante il c.d. formalismo giuridico, che troviamo, ad esempio, in Kelsen. Il formalismo giuridico comporta il concepire il diritto come struttura formale, mediante la quale si qualificano fatti e azioni dai diversi contenuti. Queste qualificazioni avvengono tramite le norme, dando origine al normativismo, dottrina per cui un fatto giuridico quando preso in considerazione da una norma giuridica. Si parla, infine, di formalismo interpretativo, formula con cui si rimanda al modo logico-sistematico di interpretare gli enunciati normativi, che esclude il carattere creativo dellattivit del giudice. La rivolta contro il formalismo inizia con il realismo scandinavo, per il quale lunica realt esistente quella empirica. Per i realisti americani, invece, lunica realt lattivit concreta dei tribunali e il risultato di tale attivit, cio le sentenze. Vi , infine, un terzo tipo di approcio realistico e anti-formalista, listituzionalismo. Santi Romano sostiene che la il diritto non pu essere ridotto a semplice norma, poich la norma un elemento. Il diritto istituzione, vale a dire organizzazione. Il diritto un insieme, non si pu comprendere che cosa sono le norme se non si conosce preventivamente il diritto nella sua completezza. Ovunque vi sia un insieme di persone organizzati da regole, l vi anche unistituzione, un ordinamento giuridico. Limplicazione il pluralismo giuridico, che viene stemperato parlando di istituzioni di istituzioni, cio del fatto che non tutte le istituzioni sono uguali. La presenza indispensabile dellelemento regola mette in difficolt la concezione romaniana, in quanto riporta lelemento normativo come caratterizzante il diritto. Bobbio fornisce tre modi in cui il positivismo giuridico pu venire inteso: 9 Come modo di accostarsi allo studio del diritto, criterio per distinguere una norma giuridica da una non giuridica; 10 Come teoria del diritto: Diritto come volont dello Stato (ha soltanto radici storiche, il giuspositivismo pu esistere benissimo separato dallo statualismo); 11 Come ideologia della giustizia: il diritto uno dei criteri per distinguere ci che giusto e ci che ingiusto Inserire o meno laggettivo giuste nella definizione delle regole giuridiche cambia di molto la prospettiva. Adoperando tale aggiunta (fondamentale per il giusnaturalismo, per il quale non si pu scindere lobbligo giuridico da quello morale) limpostazione empirico realista diventerebbe unaltra cosa. Attraverso la ragione (Cognitivismo) conosciamo quali regole sono giuste e quali no, comunque quelle ingiuste continuano di fatto ad essere applicate. Alf Ross sostiene che per dire che si tratta di diritto ingiusto occorre prima avere unidea del diritto che comprenda sia quello giusto che quello ingiusto Herbert Hart parla, invece, di diritto naturale minimo, secondo il quale alla legalit ed esistenza di un precetto occorre sempre affiancare il giudizio morale sulla condivisibilit o meno dei valori di giustizia che esso intende realizzare. Per quanto riguarda lobbligo giuridico, Hart scrive che una norma non esiste in quanto tale se non vi una forte pressione sociale (da coloro che si pongono dal punto di vista interno), questa potrebbe provenire solo dai funzionari e dai governanti ed il resto della popolazione limitarsi alla obbedienza passiva (punto di vista esterno). Bentham e Austin elaborano la teoria predittiva dellobbligo, per la quale dire che un uomo ha lobbligo di seguire un certo comportamento, equivale a dire che se non lo far prover dolore a causa di una sanzione, cio essere obbligato a fare o non fare qualcosa significa essere passibile ad una sanzione. Hart replica a questa teoria sostenendo che Essere obbligato a fare o non fare qualcosa er paura di una sanzione significa non riuscire a distinguere un precetto giuridico da un comando di un

bandito. Per Hart ci vuole sempre una base se pur minima di consenso. Infine, per quello che concerne lapproccio al sistema esso pu essere positivo, ma non detto che lo sia sempreanche nei confronti delle singole norme, o negativo, un punto di vista esterno, che pu essere visto come ribellione. 4. LA LEGITTIMIT Tradizionalmente per legittimit si intendeva un potere fornito dal c.d. giusto titolo (legittimit ex parte tituli), tipica delle societ passate in cui lobbligo politico era determinato per esempio dalla lealt verso una certa famiglia o dinastia. Il controllo di questa legittimit stato importante nel passato, oggi si dovrebbe parlare di conformit o meno alla costituzione. E confluito nel controllo di legalit. Si parla in questi casi di legittimit formale. Per legittimit sostenziale, invece, sintende un potere giusto rispetto ai fini e ai valori che intende perseguire. Il controllo di questa legittimit si basa sulle caratteristiche che il potere deve avere per essere considerato giusto (buongoverno). La prospettiva tradizionale della legittimit sostanziale rientra iin quella pi ampia del giusnaturalismo. Essendo i valori di giustizia e di buon governo non facilmente conoscibili, si cercato di definire il concetto di legittimit in chiave a- valutativa. Le strade battute sono sostanzialmente due: una consistita nel far coincidere la legittimit con la legalit; laltranel ritenere possibile una sua riduzione in termini di consenso. La prima prende le mosse dalla classificazione dei principi fondamentali di legittimit fatta da Weber: 12 TRADIZIONALE: Credenza quotidiana nelle tradizioni che si reputano sacre; 13 CARISMATICO: Dedizione al carattere sacro o al valore esemplare di una persona; 14 RAZIONALE: Credenza nella legalit di ordinamenti e nel diritto di comando di coloro che esercitano il potere. La seconda strada, sviluppata dalla scuola struttural-funzionale americana, ritiene che ogni governo o potere che riesca ad ottenere consenso da parte della popolazione da considerarsi legittimo. 1 strada LEGITTIMIT= LEGALIT: Il termine legalit comunamente usato per indicare la conformit alle leggi. coretto dire che un potere politico legale o illegale? Distinguiamo tra tre nozioni diverse: 15 ESERCIZIO DEL POTERE (insieme degli atti posti in essere dalle persone e dagli organi che si vari livelli dispongono del potere): possiamo in questo caso parlare di conformit o non conformit alla legge; 16 GOVERNO (organo o insieme di persone che portano avanti e realizzano in concreto i fini del regime): possiamo anche in questo caso parlare di conformit o non conformit alla legge; 17 REGIME (insieme delle istituzioni e delle regole che governano i rapporti politici e dei fini che orientano la societ) : Non ci si pu chiedere se legale o meno, perch proprio il regime politico che costituisce il fondamento della legalit. Lunico caso in cui possibile porsi il problema della legalit o illegalit di un regime politico la guerra civile. Un secondo significato del termine legalit rispondenza al sistema giuridico in cui governano le leggi e non gli uomini( Dai teorici dello Stato legislativo). Per Schmitt lo Stato legislativo (o Stato di diritto) quel sistema statale governato da norme pensate per durare. Il principio di legalit di tutta la vita statale consiste nel fatto che vengono fatte valere soltanto norme impersonalmente vigenti. Lo Stato legale una delle tante formulazioni che lo Stato di diritto ha assunto. Per Fass lo Stato di diritto quello Stato limitato da prestabilite norme giuridiche,

donde discendno garanzie per i cittadini. Ci contrappone lo Stato di diritto allo Stato assoluto. Per Sartori lo Stato di diritto nel senso originario del termine lo Stato che si autolimita giuridicamente , e che si autolimita in ragione di una finalit garantistica. Per Baratta lo Stato di diritto lo Stato che garantisce la certezza dei rapporti tra autorit e libert. La legalit dello Stato di diritto intesa come presenza di certi requisiti che garantiscano una sfera di libert individuale. chiara la presenza dellideologia liberale. Questa concezione stata attaccata e criticata da varie parti come formalistica, in quanto non si preoccupa delle disuguaglianze. Secondo la concezione marxista la libert e luguaglianza dello stato di diritto finiscono per essere uno strumento della borghesia per realizzare il suo dominio di classe, per cui non si tratterebbe di correggerlo, bens di distruggerlo. In conclusione non si pu parlare di riduzione del concetto di legittimit a quello di legalit, n nella prima definizione, e neppure nella seconda, dove il concetto di legalit pu essere applicato anche al regime, me essa stessa un principio di legittimit per cui la riduzione non ha senso. Anche in uno Stato di diritto il potere pu essere esercitato in modo arbitrario, cio sia illegale nel senso di con conforme allordinamento giuridico esistente. Possiamo dire che il problema della riduzione della legittimit a legalit un falso problema, perch tale riduzione non possibile. La nozione di legalit 1 non pu funzionare da principio di legittimit perch non applicabile al regime; la nozione di legalit 2 gi essa stessa un principio di legittimit, con un suo preciso contenuto, per cui non ha senso parlare di riduzione. Riconoscere un potere legittimo, abbiamo inteso da prima, significa ritenere giusti e condividere i fini che esso intende realizzare e lassetto istituzionale e sociale che intende darsi. Hare parla di funzione ascrittiva del giudizio di legittimit, nel senso che si ascrivono, si attribuiscono dei poteri allorgano di cui si parla. Silvana Castignone tiene presente anche laspetto valutativo, cio si rende possibile la conoscenza in maniera certa e oggettiva dei principi che devono guidare lazione umana. Il giudizio di legittimit pronunciato da un soggetto del corpo politico giudicato una valutazione che rientra o nella sfera dei giudizi o nella sfera dei performativi. Se il giudizio pronunciato da un soggetto da un corpo politico diverso allora il giudizio di legittimit solo un giudizio di valore relativo ai fini e alle istituzioni in esame. Bobbio ha proposto queste due definizioni: 18 LEGALITA= Si riferisce allesercizio di potere (GIUSTO ESERCIZIO); 19 LEGITTIMITA= Si riferisce al titolo (GIUSTO TITOLO). Per giusto Bobbio intende conforme alle leggi. Unazione conforme alle leggi quando: 1. Il soggetto ha il diritto di compierla; 2. Questo soggetto la compie entro i limiti prestabiliti. 2 STRADA LEGITTIMIT = CONSENSO Levi osserva che il consenso pu essere manipolato dalla propaganda; occorre vedere se il consenso sia il frutto di un libero convincimento oppure il prodotto di quelluso indiretto e sofisticato della forza da parte del potere ch la propaganda. Come nota Hare, dire che legittimo qualsiasi governo che suscita il consenso significherebbe dire che legittimo perch cos lo ritengono i cittadini, ma a questo punto dobbiamo chiederci che cosa significa legittimo per loro (si finirebbe in un regresso allinfinito). Si pu osservare, in secondo luogo, come non sia contraddittorio dire che un governo pu suscitare consenso ed essere comunque illegittimo, come non risulta contraddittorio asserire che azioni generalmente accettate da tutti possano non essere giuste. Cercare di trasformare il giudizio di legittimit in giudizio di fatto relativo alla constatazione del consenso significa non gi fare della scienza ma fare della persuasione ideologica mascherata da scienza. Come definizione generale della legittimit Cotta propone la seguente: la legittimit la conformit a un valore. Il suo problema principale individuare il valore da scegliere. Lo individua nella libert della persona umana, in quanto la legittimit esistenziale il miglior

criterio possibile di legittimit. Per legittimit egli intende il principio della conformit logicoformale alla legge in vigore; mentre per legalit il principio della coincidenza esistenziale tra potere e governati riguardo al bene comune. Per Dauveger il regime legittimo quando corrisponde allidea che la massa dei cittadini si fa della legittimit. Il termine legittimit e laggettivo legittimo dovrebbero venire utilizzati per indicare lattribuzione di valore che comporta un atto di sottomissione e una attribuzione di potere nei giudizi esprimenti il punto di vista interno. Il termine legittimazione e laggettivo legittimato troverebbero il loro impiego nei giudizi e nelle locuzioni riguardanti il punto di vista esterno. Possiamo, infine, proporre questa definizione di legittimit: Riconoscere un potere come legittimo significa ritenere giusti o comunque condividere i fini che esso si propone di realizzare e lassetto istituzionale e sociale che intende darsi. La legittimit concepita come qualcosa che dipende dal riconoscimento da parte del soggetto. Lobbligo politico viene prima, almeno dal punto di vista logico, di quello giuridico. Chi approva il potere, lo considera legittimo: sentir, quindi, lobbligo politico come vincolante dal punto di vista interno. Chi subisce il potere, lo considera illegittimo: sentir, quindi, lobbligo politico dal punto di vista esterno. Obbligo politico e obbligo giuridico non sono la stessa cosa: 20 OBBLIGO POLITICO: Riguarda lesistenza del sistema nel suo complesso; 21 OBBLIGO GIURIDICO: Riguarda la vincolativit delle regole che provengono da quel sistema. 5. LA VALIDIT Dire che una norma valida significa dire che vincolante, che esiste lobbligo di osservarla. A livello del sistema la validit laltra faccia della legittimazione. Non dico legittimit perch lobbligatoriet esiste anche se il regime solo legittimato e non legittimo per i vari soggetti. A livello delle singole norme, parlare di validit significa parlare di appartenenza o meno al sistema. Il termine usato con significati diversi a seconda delle correnti filosofiche: 22 Nel GIUSNATURALISMO troviamo la validit assiologica, una norma valida quando giusta (una legge non conforme al diritto naturale non sarebbe pi legge, ma una corruzione della legge, San Tommaso) e, quindi, la validit sinonimo di obbligatoriet.Il diritto naturale al di sopra del diritto positivo, sono regole di comportamento giuste per natura e perci vincolanti, obbligatorie.Il diritto alla resistenza , per, ammesso solo quando si tratta di una legge cos iniqua da andare contro i principi morali e religiosi.

23 Nel POSITIVISMO GIURIDICO, abbiamo la separazione tra diritto e morale, causata dal
processo storico della codificazione del diritto e dalla crisi del razionalismo etico. Lequazione precedente perde il primo termine (la giustizia), che era alla base della definizione giusnaturalistica. Si rende cos necessario trovare un altro perno su cui basare il concetto di validit. Negli autori tedeschi del secolo scorso la volont dello Stato che sostituisce lelemento giustizia. Lo Stato visto come un ente morale, e il diritto espressione della sua volont ( Gierke, Gerber, Laband, Jellinek). Von Hartmann sostiene che per lesistenza del diritto indispensabile unentit collettiva considerata persona giuridica o morale. Teorie di questo genere sono oggi considerte superate, sono del resto facilmente criticabili con laccusa dellassoluta

indimostrabilit dellesistenza di unentit sovraindividuale. John Austin elabora una concezione fattuale della validit, prevedendo che saremo puniti in caso di trasgressione ( una validit in termini di effettivit). La validit dipende dallesistenza di un potere in grado di imporre dei comportamenti mediante sanzioni. Austin definisce una disposizione di legge come un comando rivolto ai sudditi da parte del sovrano che colui che riceve obbedienza. Questo comando una manifestazione di desiderio, essere obbligati a fare o non fare qualcosa significa essere passibili di sanzione nel caso non si obbedisca al comando. Questa concezione verr criticata da Hart, in quanto non permette di distinguere il precetto giuridico dal comando di un bandito (Situazione delluomo col fucile). Anche Olivecrona attaca questa teoria, in quanto lobbligo una delle cause che giustificano le sanzioni, mentre seguire quella teoria sarebbe come dire che chi riesce a sfuggire alle sanzioni non aveva obbligo giuridico. Kelsen sottolinea che non ogni comando una norma valida. valida solo se vincolante per lindividuo a cui diretto e se lindividuo che comanda autorizzato ad emanare quel comando e lautorizzazione proviene soltanto da un documento normativo. Contro lipotesi del diritto naturale Kelsen sostiene una teoria non-cognitivista dei valori. Il fatto che una sentenza sia conforme a una presunta norma morale del tutto irrilevante per la sua validit. Una teoria del diritto che voglia essere scientifica non pu tenere conto della giustizia, perch non verrebbe garantito nessun tipo di oggettivit. Allo stesso modo non deve tener conto del fattore efficacia le norme sono delle qualificazioni dei fatti e non delle descrizioni degli stessi. Kelsen comunque definisce lordinamento giuridico come coercitivo: Se farai X dovrai essere punito. Non cade nella posizione fattuale di Austin perch luso del verbo non sarai, ma dovrai essere. La norma giuridica non dice che cos accadr, ma che cosa deve accadere. La validit delle norme e perci la loro resistenza consiste nel dover essere, il quale ha carattere formale: una specie di categoria kantiana trascendentale che ci permette di interpretare certi atti come giuridici, di capire anzi di pensare il diritto. La condizione di pensabilit del diritto, proprio come la categoria della causalit in Kant ci permette di capire e di pensare i fenomeni del mondo esterno. E il primo a distinguere tra validit dellordinamento e validit della singola norma: 24 NOMOSTATICA: La norma un giudizio ipotetico che collega una sanzione ad un comportamento per mezzo del verbo dover essere; 25 NOMODINAMICA: Esamina il modo in cui la norma si collega con le altre. SISTEMA NORMATIVO STATICO: Le norme di questo sistema possono tutte essere dedotte da una norma fondamentale, dal suo contenuto in quanto sono gi implicite. SISTEMA NORMATIVO DINAMICO: Le norme derivano sempre da una norma fondamentale, ma questa serve per autorizzare un organo a produrre norme, questo a sua volta pu autorizzarne un altro e cos via. Per cui la validit e il dover essere non dipendono dal contenuto della norma fondamentale, ma il suo compito quello di conferire il potere di creare diritto; ovviamente la norma fondamentale deve essere presupposta come valida (Interpretazione positivistica). Alf Ross fa notare che se accettiamo come diritto valido lordinamento che esiste il problema della validit e la stessa validit diventano superflui. Olivecrona definisce il dover essere di Kelsen come Il grande mistero. Kelsen parla della legittimit come sinonimo di legalit: una norma valida quando viene emanata secondo quanto previsto dalla norma immediatamente superiore e cos via fino ad arivare alla norma fondamentale (costruzione a gradi di tipo piramidale). Questo procedimento viene denominato da Kelsen il principio di legittimit, secondo il quale le norme sono valide finch non vengono rese invalide nel modo determinato dallordinamento stesso. Il principio di legittimit applicato al sistema nel suo complesso legittima qualunque potere di fatto che riesca a darsi una struttura legale, finendo cos per cadere in quella che possiamo definire la fallacia naturalistica della legittimit: con la conseguenza di assumere la mera esistenza di un regime

come criterio di legittimit. Secondo Kelsen la trasformazione della norma fondamentale pu avvenire in due modi: 26 MODO LEGALE, quando la stessa norma costituzionale prevede le modalit del suo cambiamento; 27 MODO RIVOLUZIONARIO, se il tentativo rivoluzionario riesce, allora si instaura un nuovo ordinamento con una nuova norma fondamentale; se non riesce, la proposta dei rivoluzionari sar considerata un atto illecito. Alf Ross nega la possibilit di trasformare in modo legale la costituzione; questa , a suo avviso, pu mutare per rivoluzione o per evoluzione, ma non attraverso una procedura giuridica. Lesempio portato quello dellart. 5 della Costituzione degli Stati Uniti dAmerica. Per la modifica della costituzione si richiede la rettifica dei tre quarti degli stati, se in base a tale maggioranza si stabilisce che dora in poi ci vorranno i quattro quinti, in questo caso possibile modificare la norma fondamentale con la stessa procedura con la quale stata creata? La soluzione proposta da Ross la seguente: possiamo immaginare una norma superiore tacita, che in questo esempio sarebbe: Il potere supremo spetta allautorit stabilita dallart. 5, finche questa non delega il suo potere ad unaltra autorit (Ma in molti casi questa norma fondamentale non viene n presupposta, n inserita nelle costituzioni). Per Noberto Bobbio per decidere se una norma valida dobbiamo compiere tre operazioni: 28 Accertare che lautorit che ha emanato la norma sia effettivamente legittimata a farlo; 29 Accertare se non sia stata abrogata; 30 Accertare che sia compatibile con le altre norme del sistema. . Il realismo scandinavo vede il fenomeno giuridico in una prospettiva psicologico-fattuale. Questo movimento deriva il suo nome dalla c.d. tesi della realt di Hagerstrom. In essa lautore sostiene che lunica realt conoscibile quella empirica; tutto ci che pensiamo collocato in un preciso contesto di spazio e di tempo. Questa tesi viene applicata ai concetti della morale e del diritto per vedere se si riferiscono ad una relt empirica, altrimenti sono concetti metafisici. Perch abbiamo il dovere di rispettare le leggi? Non si tratta di un dovere morale collegato alla giustizia (altrimenti si ricadrebbe nel giusnaturalismo), n si tratta di un organismo psico- fisico (altrimenti non si distinguerebbe quando i funzionari agiscono come organi dello stato e quando da persone private). Non si pu neppure pensare che lo Stato sia una persona giuridica la cui volont costituisce il diritto, in quanto affinch ci sia una persona giuridica ci devono essere delle regole giuridiche anteriori che la creino. Del pari impossibile sostenere che il diritto coincida con la volont generale intesa come volont comunte a tutti gli individui che appartengono a una data societ, in quanto, come stato osservato da Hagerstrom, non tutti gli individui vogliono il rispetto delle norme e quasi nessuno conosce tutte le norme e perci non pu volerne lapplicazione. La forza vincolante del diritto per i realisti scandinavi deriva da una oggettivazione di quel senso interno di coercizione psicologica ad agire in determinati modi. E originata dal mondo magico- religioso (Norme = comandi della divinit), e successivamente il timore delle sanzioni aumenta questo senso dobbedienza.Si ha prima di tutto verso la Costituzione (su cui si fonda qualsiasi potere). Olivecrona sottolinea come un governo tirannico fondato solo sullimpiego della coercizione non durerebbe a lungo. La validit delle singole norme data dalla loro corretta emanazione secondo quanto previsto dalla Costituzione. Sempre Olivecrona utilizza una similitudine per spiegare come funziona il meccanismo della legislazione: La centrale elettrica sfrutta la corrente del fiume trasformandola in energia elettrica, che poi diffonde sul territorio tramite le linee elettriche; cos lorganizzazione statale utilizza lattitudine allobbedienza e attraverso le leggi regola le attivit per la vita associata. Le singole leggi sarebbero il corrispettivo delle line elettriche.

Che cosa distingue, si chiede Olivecrona, il progetto di legge dalla legge vera e propria? A prima vista il mutamento sembra inspiegabile, in quanto anche se le parole rimangono le stesse, la differenza enorme: il progetto di legge non vincolante, la legge si. Come possibile che una firma o un voto siano sufficienti a rendere un documento vicolante? La spiegazione va ricercata nella costituzione e nella sua forza psicologica. Lattitudine allobbedienza della popolazione sindirizza principalmente verso la cotituzione e da essa si trasmette alle altre norme. La costituzione una norma fondamentale psicologica. Il Meccanismo psicologico di oggettivizzazione si basa su una menzogna e si spiegasse alla popolazione come la situazione in realt, ci sarebbe il rischioche gli interessi personali prendano il sopravvento, e occorrerebbe aumentare a dismisura il fattore coercitivo per mantenere la pace sociale e lesistenza del diritto. Dunque, che fare? La soluzione puntare su un sistema politico- democratico, dove il pi alto numero di persone partecipa liberamente alle scelte sulla distribuzione imperativa dei beni e dei valori nella societ; in questo modo i cittadini si sentono vincolati pi direttamente. Il realismo americano vede il fenomeno giuridico in una prospettiva comportamentistica. I fattori fondamentali di questo movimento sono: 31 Il common law, per il quale il precedente vincolante; 32 Linfluenza del pragmatismo americano di James e Dewey. I realisti americani si battono contro la concezione meccanicistica dellinterpretazione: i giudici devono creare diritto, non devono limitarsi ad applicarlo.Quella che comunemente chiamata la lettera della legge pu essere manipolata in vari modi deal giudice in base alle sue idee. Occorre guardare al comportamento concreto dei tribunali, decidendo poi se farne un uso ristretto (escludere quei precedenti non graditi) o un uso allargato (conservare i precedenti ritenuti utili). Si dicono, inoltre, scettici delle regole, in quanto il giudice non si basa su uno schema sillogistico, ma trae prima la conclusione e poi ricerca le premesse premesse. Dewey scrive: Gli uomini non iniziano i loro ragionamenti dalle premesse []. Il problema non quello di trarre conclusioni dalle premesse date, bens quello di trovare dei principi generali e dei fatti specifici che possano servire da premesse. I realisti americani sono, poi, scettici dei fatti, poich attaccano la concezione meccanicistica dellinterpretazione per quanto riguarda lindividuazione della fattispecie concreta dei casi. Questa avviene tramite i testimoni e i realisti americani criticano lattendibilit di questi, citando lesperimento di un noto criminologo dellUniversit di Berlino, il professor von Liszt. Questi inscen in aula una lite in aula conclusasi con uno sparo. Chiese ai suoi studenti di farne un resoconto e quello che emerse era una percentuale di errore dal 26 all80% con unimpennata significativa nel momento pi drammatico, lo sparo. Il giudice deve anche osservare il modo in cui vengono pronunciate le testimonianze, ma la situazione si complica quando i testimoni non vengono ascoltati direttamente; inoltre il giudice egli stesso un testimone con i suoi pregiudizi e le sue idee. Per i realisti americani, dunque, le uniche norme valide sono le sentenze e le previsioni. Alf Ross ritiene insufficiente la definizione di validit basata solo sullobbligo esistente nella popolazione. Occorrendo un criterio per potere dire quando ci si trova di fronte ad un diritto valido, egli afferma che Una norma valida se presa come base per le decisioni delle corti. Si avvicina cos ai realisti americani. Il caso non ovvio ed il giudice deve effettuare una scelta basata sulla sua valutazione. Il giudice si trova, quindi, da una parte con una coscienza giuridico- formale e dallaltra con una coscienza giuridica- materiale, che corrisponde al modo con cui egli crede sia giusto risolvere i conflitti di interessi della societ in cui vive. Ross definisce behavioristica la concezione dei realisti americani: Non sufficiente osservare solo il comportamento delle corti, bisogna ipotizzare unideologia che muove il giudice e motiva le sue azioni. La validit per Ross la conformit rispetto ad un modello di azione. Lesperienza di questo modello di azione diviene una norma

vincolante. Il diritto un ordinamento istituzionale rivolto prima agli organi e, poi, indirettamente, ai privati. La fonte del diritto la legislazione, alla quale il giudice si sente fortemente vincolato. Ci fondamentale, in quanto il gioco del diritto non ci si occupa di ci da cui si sentono vincolati i singoli individui, ma di ci da cui si sentono vincolati i giudici, a differenza di quanto accade, per esempio, nel gioco degli scacchi, dove necessario chiedere ai giocatori da quali norme si sentono vincolati. Silvana Castignone fa alcune considerazioni sulla teoria rossiana. Innanzitutto fa notare come non sia facile prevedere quale sar il diritto valido in futuro; si pu far riferimento solo alle decisioni passate. Ross ha sottovalutato, inoltre, limportanza del comportamento e la distinzione tra punto di vista interno ed esterno. I giudici, poi, non sono gli unici a concludere il gioco del diritto; la sentenza, infatti, pu essere difforme dalla legislazione, ma pu diventare valida se i cittadini non protestano. A questo proposito Hart afferma che i giocatori accettano delle regole sulle quali verr calcolato il risultato da parte di un arbitro. Hart elabora la distinzione tra punto di vista interno, proprio dellattore che assume quei comportamenti come vincolanti, e punto di vista esterno, proprio di colui che si limita a descrivere ci che vede. Secondo Hart, le norme funzionano in quanto vengono sentite come vincolanti (possiamo chiederci da chi). Egli afferma che occorre una forte pressione sociale (ma anche qui ci possiamo chiederci da parte di chi). Giunge, a questo punto, alla distinzione tra sistemi giuridici semplici e complessi: 33 SISTEMI SEMPLICI: Sono formati da norme primarie e funzionano solo se la grande maggioranza dei consociati le accetta 34 SISTEMI COMPLESSI: Oltre alle norme primarie vi sono anche norme secondarie per ovviare ai problemi di: 35 Incertezza: la societ si allarga e vi sono nuove situazioni da disciplinare. La norma di riconoscimento specifica, allora, le caratteristiche per cui una norma pu essere considerata norma del gruppo; 36 Staticit: sorge la necessit di adeguare le norme alle nuove circostanze. Vi , quindi, la norma di mutamento che attribuisce il potere di introdurre nuove norme e abrogare le vecchie; 37 Inefficienza: Le sanzioni devono venire inflitte da un organo apposito. Le norme di giudizio legittimano individui ad occuparsi della violazione delle norme e ad applicare le sanzioni E con la norma di riconoscimento che Hart si propone il problema della validit. La norma di riconoscimento valida quando efficace, ed efficace quando la popolazione o la maggior parte di essa la accetta dal punto di vista esterno. Non si tratta di un problema di efficacia, ma di esistenza di un ordinamento. Affinch si creino le condizioni minime necessarie per lesistenza di un ordinamento: 38 Devono essere generalmente obbedite le norme di comportamento; 39 Devono essere effettivamente accettate come criteri comuni da parte dei funzionari le norme di riconoscimento, quelle di mutamento e di giudizio. La validit per Hart, quindi, corrisponde al senso interno di accettazione delle norme (pu essere assunto solo da parte dei funzionari, mentre la popolazione si pu limitare alla sola obbedienza) che si sovrappone allefficacia, introducendo anche il controllo formale che dovrebbe effettuare la norma di riconoscimento. Questo controllo secondo Hart non pu avere risultati certi, poich vi sono delle sfere in cui deve essere lasciato molto spazio allattivit dei tribunali e dei funzionari che hanno il compito di decisione a seconda delle diverse circostanze che dipendono dal linguaggio, dalle sue ambiguit, dai termini generali che vanno comunque definiti (struttura aperta del diritto). Non bisogna per cadere nello scetticismo delle norme (lo scettico per Hart un assolutista deluso).

Operando una corretta distinzione, possiamo affermare che la validit collegata alla legittimit del potere politico a livello del sistema giuridico nel suo complesso, mentre, a livello delle singole norme, una norma valida, e quindi esiste, se soddisfa i requisiti richiesti. 6. LA NORMA GIURIDICA La norma una regola di comportamento per cui si deve fare qualcosa e appartiene al linguaggio precettivo. Per individuare quelle che sono comunemente chiamate norme giuridiche sono stati prposti vari criteri: 40 BILATERALITA: Non sembra sufficiente per distinguere le norme giuridiche da quelle sociali, poich anche queste ultime hanno come oggetto i rapporti inter soggettivi tra gli uomini; 41 SOGGETTO CHE LE EMANA: Da una fonte superiore: Esclude per dalle norme giuridiche quelle non statali; 42 CRITERIO DEL FINE: I comportamenti relativi ad un fine variano a seconda delle diverse organizzazioni sociali e delle diverse epoche; 43 CRITERIO DELLE GIUSTIZIA : E il pi importante in quanto quello seguito dalla teoria giusnaturalistica, ma anche questo non va bene perch vi sono diverse concezioni della giustizia; 44 CRITERIO DEL BENE COMUNE: E soggetto anche questo a svariate interpretazioni; 45 CRITERIO DELLA COERCIZIONE: La norma giudiziaria prescrive un comportamento, ma anche una sanzione in caso di violazione del comportamento. A livello del sistema questo criterio non va bene: se ci sono delle norme che prevedono una sanzione allora ci devono essere quelle che garantiscono lesecuzione della sanzione e cos via.. Bobbio individua tre modalit normative: 1. TUTTO E PERMESSO: Sarebbe inutile il sistema giuridico; 2. TUTTO E PROIBITO: Renderebbe impossibile la vita sociale; 3. TUTTO E OBBLIGATORIO: Sarebbe imposibile da attuare poich si dovrebbero qualificare tutte le azioni umane, anche quelle confliggenti tra loro. Resta una sola posibilit: lasciar perdere le norme di condotta e prendere in considerazione le norme di struttura o di competenza. Si potrebbe immaginare un sistema con una sola norma: E obbligatorio tutto ci che il sovrano comanda. Potrebbe funzionare a livello di una monarchia assoluta, ma si avrebbero tante norme di condotta quanti sono gli ordini del sovrano, ricadendo in quei problemi di coesistenza di una pluralit di norme. Il problema dellunitariet del sistema consiste nel derivare le norme del sistema da una o pi norme che stanno allapice del sistema(norma fondamentale di Kelsen, norma di riconoscimento di Hart). Nei nostri sistemi giuridici abbiamo la Costituzione come fattore unificante tra le norme di ogni ordine e grado. I realisti non ammettono norme fondamentali: da qui la loro definizione di diritto come insieme delle sentenze passate e presenti dei tribunali. Gli articoli 138 e 139 della nostra Costituzione sembrano dare pi importanza alla law in books che alla law in action. Era corretta, quindi la definizione di diritto data in precedenza (Insieme delle regole per la distribuzione imperativa dei beni e dei valori nella societ, tenuto conto dellinterpretazione che gli organi possono fare di tali regole). Molto efficace, anche se sbilanciata in senso realistico la definizione di diritto positivo proposta da Tarello Linsieme dei significati normativi attribuiti allinsieme dei documenti legislativi, secondo le gerarchie di tali documenti, nella rappresentazione che tali gerarchie danno agli organi

dellapplicazione del diritto. Il problema della coerenza. Sostenere che il sistema sia coerente non significa negare lesistenza di contraddizioni, ma affermare che vi sono i mezzi per ovviare a tale inconveniente. I mezzi pi comunemente utilizzati sono: 46 CRITERIO GERARCHICO: La legge gerarchicamente superiore prevale su quella inferiore (Deriva dalla maggiore importanza dellorgano gerarchicamente superiore). Nel nostro ordinamento sancito dall art. 134 cost., dallart 4 delle preleggi e dallart. 117 cost.); 47 CRITERIO TEMPORALE: La legge posteriore deroga quella antecedente Art 15 disp. Prel. (la ratio la necessit di adeguarsi alle nuove esigenze sociali); 48 CRITERIO DELLA SPECIALITA: La legge speciale prevale su quella generale. Dato che la legge speciale prevede eccezioni destinata a prevalere. Si possono, comunque, avere contrasti tra criteri: 49 CONTRSTO FRA CRITERIO GERARCHICO E CRITERIO TEMPORALE: Prevale il criterio gerarchico, per lopportunit di salvaguardare la gerarchia delle norme e degli organi che le emanano; 50 CONTRSTO TRA CRITERIO TEMPORALE E DELLA SPECIALITA: Solitamente prevale il criterio della specialit, ma rigurda la prassi, non contenuto in nessuna dispozione; 51 CONTRASTO TRA CRITERIO GERARCHICO E DELLA SPECIALITA: Non vi sono regole, si hanno perci correzioni parziali. Il problema della completezza. Accanto al dogma della coerenza vi quello della completezza, entrambi nati nel positivismo ottocentesco con le prime codificazioni. Si pensa al sistema come privo di lacune, che contiene in s tutte le norme che servono per regolare tutti i singoli casi. Per dare una risposta ad ogni caso, il giudice/interprete pu fare affidamento su: 52 NORME ESPLICITE: Le norme che si desumono con il significato letterale; 53 NORME IMPLICITE: Si possono estrarre da quelle esplicite. Il giudice deve trovarle, non pu sostenere che non trova la norma perch non chiara ( Art 4 del c. c. francese). Non pi concesso il non liquet. Lart. 12 prel. C.c. prescrive, in caso di lacuna, il ricorso allanalogia legis o allanalogia iuris: 54 ANALOGIA LEGIS: Quando la fattispecie non regolata da una disposizione normativa, allora si ricerca una fattispecie che ha analogie con la prima (ARGOMENTO ANALOGICO); 55 ANALOGIA IURIS: Si fa ricorso ai principi generali dellordinamento Con il termine principio intendiamo un enunciato che porta alla soluzione di problemi ed orienta i comportamenti riducendo le fattispecie reali. Il problema che si pone se sia possibile una netta separazione tra norme e principi e che cosa precisamente distingue le une dagli altri. Riguardo il primo quesito, Guastini classifica le diverse posizioni in due categorie: 56 IN SENSO FORTE: PRINCIPI = VALORI MORALI (Giusnaturalismo) E possibile separare i principi dalle norme, sono anzi due entit distinte 57 IN SENSO DEBOLE: PRINCIPI= SPECIE PARTICOLARE DEL GENERE NORMA (Giuspositivismo) Si giunge cos al secondo quesito: quali sono le caratteristiche che distinguono i principi dalle norme. I principi vengono di solito intesi come norme fondamentali che esprimono i valoria cui il sistema si deve attenere. Tra i principi esistono:

PRINCIPI ESPLICITI: Es. Irretroattivit della legge penale PRINCIPI IMPLICITI: Si individuano mediante linterpretazione. Questi si ottengono o tramite un processo di astrazione dalle norme esplicite oppure ricavando gli scopi e i valori del legislatore. La Costituzione la sede naturale dove rinvenire i principi espressi e non. La nostra cartacostituzione c.d. rigida. Gli articoli, infatti, non possono venire abrogati dalla legge e alcuni principi sono immodificabili e, perci, limitano la revisione della Costituzione (Art 139). Vi sono poi, principi comuni alloccidente ( Libert, Personalit, Associazione ecc) Si detto che i principi vengono usati per interpretare il diritto e colmare le lacune ( Art 12 disp. Prel. ). Il grosso problema che si pone che i principi possono entrare in contrasto tra loro e, nel caso in questione, limportanza della volont e delle idee dellinterprete aumenta notevolmente. I realisti americani fanno notare come ladozione dei principi costituzionali come premesse maggiori di quel ragionamento sillogistico che dovrebbe portare alla sentenza, porti spesso a conclusioni opposte. Portano come esempio un caso avvenuto a Seattle, dove un gruppo dinsegnanti, iscrittosi a un sindacato non gradito alla dirigenza scolastico, ale momento della riassunzione per lanno successivo, la scuola pose la non-iscrizione a quel sindacato come cndizione per il rinnovo del contratto. La dirigenza fece riferimento al principio della libert contrattuale, gli insegnanti al principio della libert dassociazione. La conclusione dei realisti americani che possibile formulare due premesse maggiori confliggenti, facendo riferimento ai principi, ciascuna delle quali rappresenta gli interessi in gioco. Gli autori del saggio in cui contenuto lesempio (Oliphat e Hewitt) se ne servono per criticare il sillogismo interpretativo e per insistere sulla libert del giudice. Senza abbracciare posizioni estreme, possibile affermare che il ricorso ai principi lascia un ampio spazio di autonomia agli interpreti. Vi un terzo sistema per colmare le lacune dopo lanalogia legis e lanalogia iuris ed il ricorso alla norma generale esclusiva. Questo prende le mosse dalla TEORIA DELLO SPAZIO GIURIDICO PIENO di Zitelmann, ripresa in Italia da Donati: Una norma di comportamento non solo regola in un certo modo un comportamento, ma esclude dalla regolamentazione prevista gli altri comportamenti (ci che non cade sotto le norme particolari, cade sotto quelle generali esclusive). La critica che muove Bobbio a questa teoria che in Italia esiste anche una norma generale inclusiva ( Art 12 disp. Prel. Analogia legis, Analogia iuris) e che, quindi, la norma generale esclusiva contraddice quella generale inclusiva. La presenza di queste due norme, che portano a conclusioni opposte, comporta ulteriori limitazioni alla possibilit di considerare il sistema coerente. CLASSIFICAZIONE DELLE NORME Dal punto di vista formale si pu distinguere tra: 58 NORME GENERALI: Sono rivolte a classi di soggetti che comprendono un numero indeterminato di membri ( Art 908 c.c.); e 59 NORME SINGOLARI: Sono rivolte ad un soggetto specifico determinato.

60 NORME ASTRATTE: Prevedono come azione prescritta una classe di fatti e non un
singolo atto; e 61 NORME CONCRETE: Prevedono come azione prescritta unazione o atto singolo determinato.

62 NORME PERSONALI: Sono quelle emanate da un organo determinato ( es. Sentenze del
giudice); e

63 NORME IMPERSONALI: Sono quelle emanate dagli organi legislativi generali. Tutte le
norme sono impersonali perch il sistema che le rende operanti.

In base alleffetto si distinguono in: 64 NORME POSITIVE: Quando il comportamento oggetto della norma unazione; e 65 NORME NEGATIVE: Oggetto della norma unomissione, un non- fare

66 NORME IMPERATIVE: Quelle che prescrivono, rendono obbligatoria unazione. Non vi


differenza tra prescrivere unazione e proibirne lomissione; proibire unazione uguale a prescriverne lomissione DISTINZIONE DI BOBBIO: RISPETTO AL FINE: NORME IMPERATIVE NEGATIVE Rendono possibile la coesistenza NORME IMPERATIVE POSITIVERendono possibile la collaborazione RISPETTO AL DESTINATARIO: NORME IMPERATIVE NEGATIVE Richiedono uno sforzo continuo NORME IMPERATIVE POSITIVERichiedono un certo comportamento in determinate circostanze RISPETTO AGLI EFFETTI: SE VI SONO 2 ALTERNATIVELimposizione di una implica il divieto dellaltra e viceversa SE VI SONO PIU DI 2 ALTERNATIVE Il divieto limitativo, mentre il comando esclusivo 67 NORME PERMISSIVE: A) NORMA PERMISSIVA POSITIVA: Permettono un comportamento che altrimenti sarebbe vietato; B) NORMA PERMISSIVA NEGATIVA: Permettono di vietare un comportamento che altrimenti sarebbe obbligatorio. In base alla diversa intensit con cui le stesse norme esercitano la funzione prescrittiva si distinguono in: 68 NORME INCONDIZIONATE: Il comportamento vietato o prescritto non subordinato al verificarsi o meno di una condizione; e 69 NOME CONDIZIONATE: Il comportamento subordinato al verificarsi o meno di una condizione.

70 NORME COGENTI: Si impongono in modo assoluto e non sono derogabili dalla volont
delle parti; e

71 NORME RELATIVE: Entrano in applicazione solo quando manca una disciplina e si


dividono in: 1. NORME DISPOSITIVE: Regolano un rapporto ma le parti possono decidere di regolarlo diversamente; 2. NORME SUPPLETTIVE: Disciplinano un rapporto in mancanza della volont delle parti o quando questa sia incompleta.

72 NORME STRUMENTALI (tecniche): Prescrivono il comportamento necessario per un


fine che per non prescritto.

73 NORME FINALI: Prescrivono il fine che deve essere raggiunto lasciando decidere al
destinatario i mezzi per raggiungerlo.

74 CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI: Provengono dagli organi consultivi, ma pur


influenzando il comportamento non hanno la stessa forza delle leggi. Tutte quelle elencate sono norme di comportamento, cio tendenti a regolare la condotta. Esistono, poi, quelle che vengono definite norme su norme che prescrivono come le norme di comportamento devono essere emanate(NORME DI STRUTTURA, DI ORGANIZZAZIONE O DI COMPETENZA). 7. IL DIRITTO SOGGETTIVO La nozione di diritto soggettivo un concetto giuridico fondamentale, non solo in campo giuridico, ma anche in campo politico e morale. Dichiarazioni dei diritti: DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLA VIRGINIA (1776): In questa carta i diritti sanciti sono vita, libert, felicit. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLUOMO E DEL CITTADINO (Parigi 1789): In questa carta i diritti sanciti sono libert, propriet, sicurezza, resistenza alloppressione. I diritti soggettivi individuali sono qualcosa di recente. Nellantichit si pensava al diritto naturale come un ordine naturale per cui tutti i fenomeni hanno una propria collocazione naturale. Il diritto soggettivo era visto come linsieme delle leggi che fissavano la condotta del soggetto e la collocavano al suo posto. Nel mondo romano lo ius di ciascuno era un complesso di vantaggi e svantaggi. UMANESIMO E RINASCIMENTO: Decade il sistema feudale e passa in primo piano il soggetto individuale Sorge leconomia di mercato Scoperte geografiche (Nuovo Mondo) Nel campo religioso: Riforme protestanti Nel campo giuridico- politico: UNIFICAZIONE DEL SOGGETTOI DI DIRITTO, uguaglianza di fronte alla legge 1600- 1700: Uguaglianza, tolleranza, libert, propriet: Valori legati alla societ di mercato STRUMENTO TECNICO + IMPORTANTE= Libero accordo POTERE POLITICO: Giustificabile perch derivante dal contratto sociale Concezione artificiale: Dove gli uomini vivono nello stato di natura liberi ed uguali TEORIA DEI DIRITTI NATURALI INDIVIDUALI Concezione organica (o aristotelica): Tutto considerato superiore alle parti, esistente indipendentemente dagli individui GROZIO: Fondatore della moderna teoria del diritto naturale GROZIO E PUFENDORF: - Diritto soggettivo come facultas moralis - SUMM: comprendeva i vari diritti GROZIO Anche se Dio non esistesse, il diritto naturale esisterebbe comunque SUMM: E IL CUORE DEL DIRITTO SOGGETTIVO, COSTITUISCE UNA SFERA INVIOLABILE CHE COMPRENDE: Diritto alla vita e allintegrit fisica A livello spirituale: Diritto alla libert, buona fama e onore Le azioni che dipendono dalla volont individuale Per convenzione: Era compreso anche il diritto di propriet NELLE SACRE SCRITTURE: Dio aveva dato tutto in comune a tutti, ognuno prendeva quello che gli serviva, questi prodotti diventavano parte del SUMM, e non potevano essergli tolti per

non commettere uningiustizia FARE PARTE DEL SUMM NON SIGNIFICA CHE FOSSE DI SUA PROPRIETA: Olivecrona Si tratta di unappropriazione temporanea ( es. posto sul treno) Grozio Es. di Cicerone ( posto in teatro) GROZIO E PUFENDORF: Per far sorgere un vero e proprio diritto di propriet stato necessario un CONTRATTO con cui ogni uomo acquista una parte dei beni rinunciando al resto che poteva diventare propriet di altri. Il SUMM ha subito cos un cambiamento e si esteso anche alle cose che potevano essere trasferiti con un atto di volont SUMM: PROTEGGEVA LINDIVIDUO DA TERZI: Chi viola la sfera del Summ commette uningiustizia e il titolare del Summ pu difendersi con ogni mezzo (Anche uccidendo) LINDIVIDUO E LA SUA VOLONTA: Diventano fonti di diritto LEIBNIZ DIRITTO= Insieme di proposizioni il cui soggetto : Soggetto logico Soggetto di diritto in senso sostanziale SUBJECTUM IURIS: PRIMA DEL 600: Subjectum = Assoggettato alle leggi A PERTIRE DAL XVIII SEC: Subjectum = Persona libera e cosciente ILLUMINISMO GIURIDICO: Diritto = Disciplina del diritto soggettivo 3 CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEI DIRITTI NATURALI DELLUOMO (DENTREVES): INDIVIDUALISMO: UMANESIMO =Uomo al centro RAZIONALISMO: DIRITTI= Verit logica RADICALISMO: DIRITTI= Poteri della volont o qualit della persona Rivendicazione di tali diritti sul piano politico e giuridico STATO LEGALE: Governano le leggi e non gli uomini PASSAGGIO ALLO STATO DI DIRITTO: Leggi che regolano il comportamento del potere esecutivo e si ha la TUTELA dei diritti soggettivi dei singoli JOHN LOCKE (1632- 1704): STATO DI NATURA: Tutti gli uomini erano liberi e soggetti solo alla legge naturale, ognuno si faceva giustizia da se e per evitare questa situazione di disordine, gli uomini decidono di difendere i diritti con il CONTRATTO SOCIALE per cui si passa allo STATO CIVILE Gli uomini tra laltro possono riprendersi i diritti se messi in pericolo dal governo CONTRATTO SOCIALE= Unica fonte di legittimit del potere statale o politico PROPRIETA FONDATA SUL LAVORO: Si passa dalla propriet comune alla divisione dei beni tramite il lavoro THOMAS HOBBES (1588- 1679) TEORICO DELLO STATO ASSOLUTO: Gli individui nello stato di natura passano attraverso il contratto sociale allo STATO ASSOLUTO per tutelare i propri diritti SOLO UN POTERE ASSOLUTO PUO GARANTIRE LA PACE Hobbes nato in periodo di guerra e questo probabilmente ha influenzato la sua teoria LOCKE: Gli individui si TENGONO i loro diritti ad eccezione di quello della tutela dei diritti HOBBES: Gli individui CEDONO i loro diritti ad eccezione di quello alla vita DIRITTO SOGGETTIVO E DIRITTO OGGETTIVO DIRITTI SOGGETTIVI Occorre tenere distinti 3 piani diversi: 75 STORICO- POLITICO: Affermarsi dello Stato moderno che mette in crisi lindividuo SOCIETA LIBERALE BORGHESE Assicurava solo formalmente la libert e luguaglianza, in quanto il mercato favoriva laccumulazione di ricchezze, creando differenze LOCKE Giustifica il diritto di propriet fondato sul lavoro altrui: E proprietario non solo dei prodotti del suo lavoro, ma se riesce a pagare un servo, diventa proprietario anche della parte

lavorata dal servo MAGGIORI POTERI ALLO STATO= Maggiore importanza al diritto oggettivo LE GRANDI RIVOLUZIONI E LE DITTATURE DEL XX SEC: Hanno cancellato per un lungo periodo lidea dei diritti in senso liberale 76 TEORICO- GIURIDICO: Rivalutazione del diritto oggettivo su quello soggettivo WINDSCHEID Il diritto soggettivo un potere della volont riconosciuto dallordinamento giuridico ( Diventa per problematico per i pazzi, bambini ecc.) JHERING Il diritto soggettivo un interesse giuridicamente protetto ELEMENTO SOSTANZIALE= Interesse del soggetto ELEMENTO FORMALE= Protezione giuridica Il diritto soggettivo no pu tutelare tutti gli interessi ed quello oggettivo che decide quali sono o meno meritevoli di tutela 77 ETICO: HANS KELSEN (Uno dei maggiori rappresentanti del poisitivismo) Il diritto soggettivo non diverso da quello oggettivo DIRITTO OGGETTIVO: Si mette a disposizione delindividuo PROBLEMA CHE SI PONE RIGUARDO AL DIRITTO SOGGETTIVO: In che modo la norma ( diritto oggettivo) si pone in rapporto al soggetto GARBAGNATI DIRITTO SOGGETTIVO= Posizione di vantaggio di un soggetto rispetto ad un bene creata dal diritto oggettivo mediante un comando giuridico GIUSPOSITIVISMO E STATUALISMO ( Il diritto proviene dallo Stato) BOBBIO I due sono legati solo per ragioni storiche: i giuristi del XVIII sec. Si trovano a studiare un diritto positivo che altri non era che quello dello Stato Non si obbligati a vederlo strettamente in chiave statualistica CRISI DEL RAZIONALISMO ETICO ( I valori e i principi sono conoscibili mediante la ragione) La sua crisi ha inizio con David Hume ( Is ought passage) In cui lautore nega la possibilit di ricavare principi e valori mediante la ragione MORALE: Si introduce un elemento emozionale ed emotivo per cui la morale non fa parte esclusivamente della ragione RAGIONE : Serve per scegliere i mezzi per raggiungere i fini ed informare il soggetto VALORI= Frutto di scelte esistenziali LUTILITARISMO DI BENTHAM ( Fondatore dellutilitarismo) AZIONE BUONA= FELICITA AZIONE CATTIVA= INFELICITA DIRITTO SOGGETTIVO = Assurdit che cammina sui trampoli Bentham passa dallanalisi del linguaggio a quella della realt e viceversa, definiva lontologia come il campo delle entit totalmente astratte Il linguaggio fatto di comunicazioni e queste possono essere: SEMPLICI COMPLESSE: Si formano di pi comunicazioni semplici Bentham divide tra 3 entit: ENTITA REALI: Sono conoscibili mediante i sensi, la loro esistenza non pu venire negata ENTITA FITTIZIE: Quelle di cui si predica lesistenza, ma esistenti non sono. Sono importanti perch i vocaboli corrispondenti alle entit fittizie vengono utilizzati per semplificare il discorso. Le finzioni possono essere tradotte in termini reali attraverso la PARAFRASI Si sostituisce lenunciato che contiene il vocabolo con un altro enunciato che contiene vocaboli che corrispondono ad idee semplici NON ENTITA: Al vocabolo non corrisponde nulla di reale e nemmeno nulla di fittizio, non pu essere effettuata la parafrasi, sono un puro frutto dellimmaginazione ( es. necessit come contrapposta a libert)

Bentham distingue due tipi di diritti: DIRITTI LEGALI O GIURIDICI: Sono il caso tipico delle entit fittizie:diritto soggettivo e obbligo non corrisponde a nulla di reale DIRITTI NATURALI Secondo Bentham il piacere e la pena sono le entit pi reali che esistano: PIACERE: Corrisponde alle sanzioni positive PENA: Corrisponde alle sanzioni negative ENTITA FITTIZIE DI 1 GRADO: Si possono parafrasare sulla base di una entit rele ENTITA FITTIZIE DI 2 GRADO: Per esplicitarle necessario riferirsi ad unentit fittizia di 2 grado DIRITTO SOGGETTIVO= ENTITA FITTIZIA DIRITTI NATURALI, UMANI= NON ENTITA Occorre tenere distinto il piano dellessere da quello del dover essere Affermare lesistenza dei diritti naturali significa anarchia, indebolimento del potere costituito Secondo Bentham per migliorare lassetto sociale occorre un sacrificio da parte dei singoli GIUSTIZIA= Felicit del maggior numero di persone Scopo della legislazione e dellattivit del sovrano RELISMO GIURIDICO SCANDINAVO ( Abbiamo affermazioni simili a quelle di Bentham ) HAGERSTROM: Per arrivare alla realt occorre attraversare una nebbia di parole. PER I REALISTI DIRITTO = MECCANISMO SOCIALE PSICOLOGICO KARL OLIVECRONA Considera di volta in volta tutti i fatti che possono essere indicati come diritto soggettivo: es. NEL DIRITTO DI PROPRIETA: La sicurezza di godimento per il titolare La protezione del diritto per il titolare Entrambi sono fatti concreti, ma secondo lautore non corrispondono al diritto soggettivo: GODIMENTO Non sempre assicurato, il proprietario deve dimostrare il possesso PROTEZIONE Si mette in funzione in caso di violazione, ma lesistenza del diritto soggettivo la causa della protezione per cui precedente NOZIONE DI DIRITTO SOGGETTIVO= Nozione immaginaria creata dalloggettivizzazione del senso di sicurezza dellindividuo data dalla protezione del sistema giuridico, inoltre influisce il mondo magico- religioso dove, il diritto soggettivo era visto come un vero e proprio potere in grado di creare vincoli reali ALF ROSS DIRITTO SOGGETTIVO= Nozione puramente immaginaria, ma lo ritiene necessario per la semplificazione tra gli insiemi delle norme e quelli degli effetti giuridici Una pluralit di conseguenze giuridiche connessa ad una pluralit di fatti incondizionati OLIVECRONA: Critica a Ross il fatto che si perde cos la forza di spinta ad agire e a pretendere vantaggi, derivata dalla vecchia concezione di diritto soggettivo Critica a Bentham lidea del diritto come comando del sovrano CONCEZIONE GENERALE CHE GLI SCANDINAVI HANNO DEL DIRITTO MACCHINA DEL DIRITTO = Applicazione della forza dello stato per ottenere determinati comportamenti e raggiungere determinati fini Questo meccanismo funziona grazie al condizionamento psicologico CRITICHE MOSSE AL GISPOSITIVISMO E GIUSREALISMO: Responsabili di aver favorito lonnipotenza dello stato sotto le dittature del dopoguerra PROCESSO DI NORIMBERGA: I criminali furono infatti condannati sulla base di diritti naturali A FAVORE DEL POSITIVISMO: Importanza del principio di legalit Importanza della distinzione tra teoria e pratica

RINASCITA DEL DIRITTO NATURALE SECONDO DOPOGUERRA RITORNO AL GIUSNATURALISMO NUOVA CONCEZIONE: DIRITTO NATURALE A CONTENUTO VARIABILE MARITAIN (1882-1973) Grazie alla natura umana esiste un ordine conoscibile dalla mente umana e al quale deve attenersi per raggiungere i fini delluomo: Si tratta di una conoscenza progressiva Ci spiega la variet e relativit delle regole e costumi Qualunque cosa esista in natura ha una sua legge naturale LEGGE NATURALE = Formula ideale di sviluppo di un dato essere DIFFICOLTA: Normalit di funzionamento dellessere umano Ma luomo modifica continuamente le proprie conoscenze ed il proprio comportamento Prevalenza della legge di natura sui diritti naturali IMPRONTA RELIGIOSA SITUAZIONE ATTUALE SECONDO DOPOGUERRA Proclamazione dei diritti nelle carte costituzionali e nelle dichiarazioni dei diritti, si hanno anche dichiarazioni a carattere specifico ( es diritti del fanciullo, del minorato mentale ecc.) PUR MANCANDO DELLA PARTE SANZIONATORIA SONO IMPORTANTI DAL PUNTO DI VISTA IDEOLOGICO Si allarga la cerchia dei soggetti di diritto: Anche soggetti diversi da quelli umani BOBBIO: E impossibile dare un fondamento teorico al concetto di diritto soggettivo dato che si tratta di un concetto valutativo E inutile cercare un fondamento assoluto per i diritti umani perch: Dimostrazione di tipo razionale CONSENSUS OMNIUM (Accordo di tutti): Sono conosciuti universalmente Il problema non dimostrare che esistono, ma proteggerli RORTY: Laffermazione dei diritti umani non passa attraverso la ragione, ma attraverso leducazione morale Bisogna fare in modo che le persone si comportino secondo i diritti, attarverso i sentimenti per eliminare le disuguaglianze RALWS: TEORIA DELLA GIUSTIZIA COME EQUITA: Si chiede cosa possono fare le persone di una societ per trovare delle regole che vadano bene per tutti senza danneggiare gli altri Attraverso un ESPERIMENTO MENTALE: Riunione di queste persone a prescindere dalla loro condizione ( VELO DI IGNORANZA) Alla base di tutto sta la scelta di voler essere morali, di volere una societ giusta DWORKIN: I DIRITTI PRESI SUL SERIO: Si occupa del funzionamento effettivo del meccanismo giuridico Polemizza con i giuspositivisti e con lidea che il diritto si componga solo di leggi volute dal legislatore NEL DIRITTO Vi sono anche i principi che servono al giudice per decidere i casi limite ( in cui difficile reperire la legge da applicare) TALI PRINCIPI POSSONO ESSERE: IMPLICITI Si trovano nella Costituzione e nellideologia politica del sistema giuridico ESPLICITI DIRITTO FONDAMENTALE= Diritto alluguaglianza Affermazione e difesa dei diritti individuali GEWIRTH: Vuole dimostrare con assoluta certezza lesistenza dei diritti SOGGETTO DI DIRITTO= Titolare di diritti e doveri a cominciare dalla nascita AGENTI RIFLESSIVI: Devono essere vivi

Devono essere capaci di avere intenzioni Libert Livello minimo di benessere Se non reclamano i loro diritti contraddicono se stessi PRINCIPIO DI COERENZA GENERICA: Quello che vogliono per loro lo devono volere anche per gli altri agenti, se negano un diritto agli altri agenti contraddicono se stessi UGUAGLIANZA = SCELTA Ma cos verrebbero esclusi molti soggetti ( neonati, malati mentali ecc.) OCCORRE FARE UNA PROPORZIONE: Grado di benessere e di libert in proporzione al tipo di essere FEINBERG: PERSONA( AGENTE RIFLESSIVO DI GEWIRTH) Essere cosciente ed autosufficiente, in grado di sperimentare emozioni, di ragionare, apprendere, provare piacere e pena HARD CASES: Uomini marginali, animali superiori Hanno desideri ed impulsi ( tra questi non sono compresi i vegetali) REGAN: (Animalista) AGENTI MORALI Hanno un alto grado di razionalit e sono capaci di scegliere ci che bene e ci che male ( ESSERI UMANI ADULTI E RAZIONALI) PAZIENTI MORALI: Hanno un grado di razionalit minore e non sono in grado di scegliere le regole di comportamento (bambini, mammiferi ecc..) Queste due categorie sono tutti SOGGETTI DI UNA VITA: Sono titolari di diritti Provano piacere e dolore, ma le altre caratteristiche sono minime o assenti ( Comatosi, celebrolesi ecc..) In questo caso non si parla di diritti, ma di doveri verso questa categoria per non danneggiare lambiente, a proposito abbiamo 3 teorie: La comunit bioetica costituisce un tutto organico formato dagli esseri viventi DEEP ECOLOGY (Ecologia profonda): Lindividuo parte di tutto e si pu realizzare solo identificandosi con il tuttto Animali e piante hanno ciascuno un loro scopo che costituisce il loro bene oggettivo e hanno diritto di realizzarlo NUOVI DIRITTI E NUOVI SOGGETTI BOBBIO: DIRITTI DI PRIMA GENMERAZIONE Libert ecc.., quelli delle dichiarazioni DIRITTI DI SECONDA GENERAZIONE DIRITTI POLITICI: Oltre alla libert danno anche lautonomia, possibilit di partecipare al processo di formazione delle leggi DIRITTI SOCIALI: Danno un contenuto concreto ai diritti di libert DIRITTI DI TERZA GENERAZIONE D. di solidariet D. allo sviluppo D. alla pace internazionale D. ad un ambiente protetto DIRITTI DEI SOGGETTI IN QUANTO GRUPPI E NON SINGOLI DIRITTI DI QUARTA GENERAZIONE Quelli legati strettamente alla bioetica, allo sviluppo scientifico e tecnologico NUOVI SOGGETTI: SOGGETTI UMANI generazioni future ed embrioni: Vi sono dubbi sulla possibilit di considerarli titolari di diritti SOGGETTI NON UMANI Animali ed ambiente: Si ci pone il problema dei cambiamenti da effettuare sui diritti per adattarli a questi soggetti DIRITTO SOGGETTIVO: NELLE FORMULAZIONI PIU RECENTI Interesse

fondamentale dellindividuo che il soggetto rivendica anche per tutti gli altri soggetti che sono nelle sue stesse condizioni.

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