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24 Gennaio 2012

PANTELLERIA

Associazione culturale AGOR:

Presidente: Angelo Casano Vice-Presidente: Mauro Silvia Segretario: Giuseppe Casano Tesoriere: Bartolo Spina Consiglieri: Fabio Ferrandes Dario Guttadoro Davide Guttadoro Claudia Saitta Francesca Gisone Clara Greco Salvatore Silvia Ivan Brignone Martina Minardi Danilo Ruggero Attualmente i soci iscritti sono 50.

Agor il termine con il quale nella Grecia an0ca si indicava la piazza principale della polis. Con l'andare del tempo l'agor divenne il centro della polis sia dal punto di vista economico e commerciale (in quanto sede del mercato) che dal punto di vista religioso,oltrech poli0co, in quanto era il luogo della democrazia per antonomasia, dato che era sede delle assemblee dei ciAadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunit e decidere collegialmente sulle leggi. L'agor fu un'auten0ca invenzione urbanis0ca, che non trov riscontro n nei centri del vicino Oriente n in quelli micenei dove tuAo dipendeva dal re e non c'era bisogno di un luogo dove tenere l'assemblea. Lassociazione culturale giovanile Agor si pone come scopo statuario la diusione della cultura oltre ogni conne, organizzando concer:, presentazioni di libri,mostre fotograche e incontri di vario genere cercando in tal modo di creare un luogo di confronto e di crescita. In una societ dellimmagine, degli specchi e dei GF, noi, come associazione, abbiamo deciso di puntare su un qualcosa di pi impegna:vo e concreto che possa portare ricchezza allisola tuDa: la cultura. Riteniamo che una societ che non pun: sui giovani sia una societ di corto respiro,che necessit di un cambio generazionale, pertanto abbiamo deciso di riunirci soDo un unico nome per poter far sen:re la nostra voce. Non a caso la prima inizia:va di tale associazione stata la stesura di questo foglio informa:vo in cui stato oerto ad ogni giovane la possibilit di esprimere le proprie opinioni dando una propria visione su ci che ci circonda e con cui siamo costreJ a vivere anco a anco giorno per giorno. In questa rubrica diversi saranno i temi traDa:, a par:re dalle proprie esperienze di vita, recensioni di lm e libri, storie e tradizioni locali,energia rinnovabile ed inne difesa dellambiente. Sperando di poter riuscire ad aJrare le vostre aDenzioni, siamo lie: di invitarvi alle leDura dei nostri fogli mensili! (Angelo Casano)

Lassociazione nasce, nel dicembre del 2011, dalla volont di un gruppo di numerosi giovani panteschi affascinati dalla sfida di migliorare Pantelleria. ! Batterci per dare un contributo alla crescita sociale e culturale dellisola crediamo sia il migliore strumento da utilizzare per avviare un processo di sviluppo che coinvolga ed interessi non soltanto chi amministra ma anche la gente e, nel nostro caso, i giovani. ! Lassociazione interamente composta e gestita da giovani: lo scopo proprio quello di raccogliere sotto un unico nome un nuovo e valido aiuto per lisola.! Vogliamo partecipare alla piccola, ma complessa, vita amministrativa locale; vogliamo proporre iniziative ed attivit capaci di migliorare ed arricchire ci che ci appartiene; vogliamo dare forza alla presenza, fino ad oggi poco attiva, dei giovani. Crediamo in questo progetto perch riteniamo che un cambiamento possa avvenire.(Mauro Silvia)!
RECENSIONI Linferno dei viventi non qualcosa che sar; se ce n uno, quello che gi qui, linferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare linferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo pi. Il secondo rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo allinferno, non inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Cos Italo Calvino conclude Le citt invisibili, testo che non si pu definire o leggere n come romanzo, n come poesia, tuttal pi come un racconto, come uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare unuscita o magari, parecchie uscite, la possibilit di aprirsi una strada per venirne fuori. Il libro si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Klan imperatore dei Tartari. Nelle Citt invisibili non si trovano citt riconoscibili, sono tutte citt inventate, ognuna con un nome di donna diverso. Le citt invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle citt invivibili. La nostra una citt invivibile. Le citt dovrebbero essere un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni del linguaggio, di scambio, di ricordima veramente cos? Spesso non ce ne accorgiamo, ma lasciamo che tutto ci scivoli addosso senza toccarci, cambiarci, o disturbarci. Tutto sembra essere avvolto da un assordante senso di vuoto, in cui ci piace lasciarci cullare e farci trasportare senza una meta, senza un sogno, senza

un ambizione, uniti dalla forte consapevolezza che saranno gli altri a fare qualcosa anche per noi quando sar il momento. Siamo ciechi, anzi, lo stiamo diventando. Immobili, impassibili, apatici, svegli quando ci pare, assopiti dal caos di sottofondo che riempie i vuoti delle nostre giornate. Quanto durer questo buio accecante? Quando troveremo dentro di noi un luogo che ci corrisponda, che si adatti perfettamente alle nostre domande e ai nostri dubbi? Quale sar la citt da rendere ai nostri occhi invisibile e visibile soltanto a pochi prescelti? Quando decideremo di uscire fuori dallinferno che formiamo stando insieme e insieme dissolvere il caos che dentro di noi e trasformarlo in armonia da condividere con chi ci sta accanto? Occorre forse avere occhi vigili e attenti per riconoscere e saper distinguere chi e che cosa in mezzo al caos e dal caos portare fuori. Non sufficiente rimanere a guardare, bisogna prendere la propria vita in mano per rendersi consapevoli di questo tempo che non ci appartiene pi e che quotidianamente scherniamo e sciupiamo. Forse solo costruendo la nostra citt invisibile riusciremmo a viverla come vera citt, perch facile oggi domandarci che cosa essa sia per noi, ma ancora pi semplice comprendere che una risposta non ce labbiamo pi. E quindi, rimanere a guardare o ri-prendersi la propria vita in mano? Non rimaniamo spettatori passivi, non siamo stati messi al mondo per questo. (Giulia Lo Pinto)

ESPERIENZE

FUORI DALLA CULLA - Immaginate un bimbo in una culla. Si gira, si rigira, piange, ride, abbraccia peluche e morde ogni cosa aDorno a lui. E tuDo li. Non ha preoccupazioni perch non rileva ancora per intero lo spazio che lo circonda. Vive in custodia di coperte, abbracci, baci e quellemera felicit gli basta. Lui non conosce il mondo, il mondo non conosce lui. TuDo va per il verso giusto, per come deve andare. Oh dolce bimbo dai riccioli doro. Ricorda che nulla per sempre, anzi spesso ci che par per sempre perisce ancor prima che inizi. DifaJ dura un aJmo, quel tanto che basta a credere che il mondo nisca li, subito dopo la scogliera. Quel tanto che basta ad illudere che quel mare quasi ovunque e non c terra migliore in altro posto. Presto lillusione si dilegua e non appena, al chiarore dellalba, no: le coste di un altro mondo lontano prendi coscienza che non come pensavi: cresci, e crescendo maturi e : accorgi che quella culla dorata, che ami pi della tua stessa vita, solo un luogo dal quale, aim, sei costreDo ad allontanar:. La partenza viene sempre ritardata e quando nalmente anche la valigia pronta, compi lerrore di riempirla unicamente dindumen: senza lasciar spazio alle mo:vazioni necessarie per solcare quel mare. Pesan: damarezza e ancora acerbi per lasciarci andare par:amo salendo ad occhi chiusi per una des:nazione che spesso neanche conosciamo consapevoli che proprio la nostra culla che ci impone lemigrazione e sappiamo che quando ci riaccoglier, un giorno, sar per tempi sempre troppo brevi. Ritor, partenza, permanenza, rit, partenza, permanenza, ritorn, partenza, permanenza: non hai neppure il tempo di dire la parola ritorno che gi voli via insieme al tempo che avevi a disposizione ed un nuovo aereo diventa il capro espiatorio della malinconia che : por: addosso. TuJ, indis:ntamente, abbiamo congenitamente radicato in noi quellinmo senso di appartenenza a questa maledeJssima isola. Non importa quanto si lontani, quali siano i nostri sen:men: o quante cose si facciano durante il giorno, siamo panteschi e lo abbiamo nel sangue: emo:vamente e psicologicamente lega: alla nostra casa in maniera indissolubile. Viaggiamo e ci crediamo adul:, consapevoli tuDavia di essere sempre bambini sperdu: che bramano giorno dopo giorno quel breve ma delizioso ritorno a casa. (Danilo Ruggero)

SCIENZA Tu che ne sai di OGM? - Sar perch le sigle generano sempre pi sospetto rispetto ai nomi espliciti o perch, anche a dirlo esplicitamente, le cose non si chiariscono affatto, gli OGM, sigla per Organismi Geneticamente Modificati, fanno paura. In un giornale di informazione destinato ad unisola che ama la terra e lagricoltura non potevamo non parlare di questo argomento che ancora preoccupa molte persone. I media di certo non aiutano a mitigare il terrore da OGM: ad oggi, per fare un esempio, una persona su due crede ancora che mangiando OGM venga alterato il proprio DNA. Partiamo da un concetto base: Tutti gli esseri viventi possiedono geni il cui linguaggio universale e questo concetto sta alla base della transgenesi: processo che garantisce il trasferimento di un gene da un organismo a un altro (anche se appartenenti a specie diverse) mediante tecniche di ingegneria genetica. Ogni giorno ingeriamo circa un grammo di DNA contenuto negli alimenti che poi viene ridotto in piccoli frammenti nello stomaco. Se lalimento fosse un OGM, certo il processo non sarebbe diverso. Studi finora condotti, infatti, non evidenziano problemi causati dallingestione di questo DNA. Parliamo ora di agricoltura. Gli OGM autorizzati per la coltivazione (soia, mais, tabacco, cotone sono tra i pi diffusi) sono stati sviluppati in primis per rendere le piante resistenti a nemici naturali come virus o insetti ma anche per permettere una maggiore tolleranza ad erbicidi, garantendo un migliore controllo delle infestanti con uno o pochi trattamenti. Colture OGM futuristiche puntano invece a migliorare gli aspetti nutritivi dei prodotti (quantit di proteine e vitamine in essi contenuti). Il golden rice , per esempio, una variet di riso in grado di accumulare betacarotene (vitamina A) nei suoi semi. Esso utile quindi nel sud-est asiatico dove circa 250.000 bambini ogni anno soffrono di disturbi visivi a causa di deficienza di questa vitamina. Tuttavia, nonostante le premesse sembrino molto confortanti, come ogni novit che si rispetti, anche la nascita degli OGM ha generato molti dubbi, soprattutto legati a problemi in campo sanitario, ambientale, economico e sociale. Oggi, dopo pi di 20 anni dalla loro scoperta, gli OGM in commercio non hanno evidenziato problemi diversi da quelli posti dalle colture non OGM. Sono stati condotti moltissimi studi che dimostrano infatti che i prodotti geneticamente modificati non presentano rischi per la salute umana o per lambiente. Se ci non bastasse per gli OGM stato sviluppato un sistema normativo che richiede indagini accurate e permette di valutare preventivamente lopportunit o meno di introdurli nei sistemi agricoli, stimandone gli eventuali problemi. Per i moralisti sar arrivata lora di replicare: Il concetto stesso di modifica genetica implica una selezione che va contro natura, ebbene se gli OGM sono da considerare innaturali, lo sono anche le azioni degli uomini che nei secoli hanno invaso habitat prima dominati da specie selvatiche, sottoponendoli ad una selezione tuttaltro che spontanea, pratica che coincide con la nascita stessa dellagricoltura. Il mio invito adesso uno solo: prima di farci conturbare da acronimi dal suono oscuro e spaventoso, riflettiamo sulle nostre conoscenze e se queste risultassero insufficienti, invece di seguire la massa spaventata, prima di prendere posizione, informiamoci. (Samuela Guida)

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