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ILLEGITTIMIT DELLA TASSAZIONE nel regime monetario attuale Integrazione alla denuncia contro B.C.

E, Bankitalia ed altri del 21 giugno 2010 Premesso che si insegna nelle scuole e nelle universit che le tasse sono dovute a ffinch lo Stato abbia le risorse per assicurare il benessere della collettivit e c he quindi necessita della moneta anche per questo scopo. Oramai diamo per assodato che dobbiamo pagare imposte e tasse, tanto che non ci poniamo pi la domanda sul perch esistano e n se perdurino i motivi che le hanno ist ituite. E leffetto della perdita della capacit di analisi e di critica delle idee, dei concetti, e del porre di conseguenza nellinconscio collettivo ci che cosi evidente da divenire automatico e ovvio. Eppure se solo riflettiamo un attimo e non diamo per scontato ci che da molto tem po esiste, possiamo prendere coscienza di realt a noi sconosciute. E questo il problema : nati in un dato sistema, spesso lo diamo per inconfutabil e ed incontrovertibile, e apparentemente coerente, verosimilmente ottimale, poic h da sempre abbiamo conosciuto solo quello. Ed esso diventa ovvio, naturale, consolidato dalla prassi, fondato : in altre pa role, verit. Le imposte e le tasse sono denaro, ricchezza, denaro sudato e generato dai citta dini attraverso il lavoro. E denaro ci che si d alla persona giuridica Stato al fine di sostenere le spese pub bliche. Tale concetto non negativo ma apprezzabile segno di solidariet, di comunit, di uni t. Ognuno supporta, o cos dovrebbe, la comunit nellaffrontare le spese che a tutti giovano, in quanto unit collettiva e solidale. Il problema non limposizione di tassa in s ma se ne sussista o persista la sua nec essit. In altre parole: sempre necessario privarci di denaro personale per darlo alla c omunit? Ci possiamo capirlo solo se sappiamo e capiamo che la Moneta una istituzione pubb lica, cio di propriet della comunit in quanto ne crea e ne accetta il valore per c onvenzione, allora e solo allora potremo capire come le imposte e le tasse non h anno senso e ragione di esistere nella situazione monetaria contingente (dal 199 2). Anche perch la moneta essa stessa una tassa in quanto la funzione primaria la stess a del fisco e cio far circolare e condividere, ridistribuire la ricchezza con tut ti gli altri cittadini. La Sovranit monetaria, il potere di emettere moneta ex nihilo, per non nelle mani della Comunit, come dovrebbe essere, quale precondizione scaturente la motivazion e per eventualmente, e semmai, tassare i cittadini. La distonia logica assoluta incomincia a sopravvenire nel momento in cui la Sovr anit monetaria trasferita dun blai nelle mani di privati cittadini stranieri, la BCE , ai quali lo Stato italiano, ed altri Stati, hanno delegato un enorme potere a spese della comunit nazionale ed europea, e lazione, ben lungi dal far circolare e condividere la ricchezza fra i cittadini, al contrario gliela sottrae. Vista la Costituzione italiana che stabilisce la inalienabilit del diritto di sov ranit (anche monetaria), si sarebbe forse potuto capire (mai accettare nei metodi e nei tempi in cui sono stati attuati) il trasferimento dalla Sovranit monetaria

del cittadino italiano alla Sovranit monetaria del cittadino europeo, la qual co sa avrebbe potuto avere un certo senso logico ed anche di diritto. Tutti i dirit ti di Sovranit monetaria dei singoli cittadini di tutti gli Stati europei aderent i alla zona Euro, si sarebbero assommati in ununica entit e contemporaneamente sud divisa e frazionata nei 455 milioni di cittadini europei scambievolmente. Al contrario, contro ogni logica ed ogni diritto, la Sovranit sottratta ai cittad ini inconsapevoli con la frode e la spogliazione di diritti . viene regalata e de legata ad una S.P.A. (blindata, secretata, intangibile, incensurabile, incondizi onabile, insindacabile) per di pi di partecipazione azionaria a maggioranza non e uropea. Qui necessario e doveroso fare un po di storia. Prima dellavvio del processo di privatizzazione delle banche pubbliche italiane, nel 1993, il controllo su Bankitalia, almeno apparentemente e formalmente, era e sercitato dallo Stato. I principali azionisti di Via Nazionale erano infatti le tre banche dinteresse na zionale controllate dallIRI e quindi dal Tesoro (Banca Commerciale, Credito Itali ano e Banco di Roma) e i sei istituti di credito di diritto pubblico (Banco di S icilia, Banco di Sardegna, Banco di Napoli, Banca Nazionale del Lavoro, Istituto San Paolo di Torino e Monte dei Paschi di Siena). Anche queste controllate dal Tesoro. A queste si aggiungevano banche pi piccole e altri azionisti storici come l e Assicurazioni Generali, lInps e la Fiat. Lo Stato e quindi il governo, attraver so il Tesoro, era il primo azionista di Via Nazionale e come tale aveva il poter e di indicarne i vertici agli azionisti (tutti pubblici) che provvedevano poi al la nomina formale. La situazione cambi quando si inizi a far passare le banche dalla propriet pubblica a quella privata. In quel periodo che sanc il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica pochi s i posero il problema su quale dovesse essere la sorte delle quote azionarie poss edute in Via Nazionale. Mentre quelli che potevano e dovevano aprire bocca, i mi nistri del Tesoro dei governi di transizione del quinquennio 1990-1994 , preferi rono tacere e restare colpevolmente alla finestra. Casualmente il capo del governo, aprile 93-maggio 94, fu un ex governatore di Bank italia, Carlo Azeglio Ciampi e ministro del Tesoro Barucci (DC) lo stesso del p recedente governo Amato. Il Ministero del Tesoro nel 1993 vendette il Credito Italiano tramite OPV e nel 1994 la COMIT con una OPV di 2891 miliardi. La privatizzazione continu fino al 1997 quando il Ministero del Tesoro vendette la quota posseduta nel San Paolo, uno dei sei istituti di credito di diritto pub blico presenti nel capitale della Banca dItalia per continuare nel 1998 con la v endita della partecipazione in BNL per 6707 miliardi. Fin cos per realizzarsi un a utentico scippo. Le azioni della Banca dItalia, inizialmente di fatto e di diritto unistituzione pu bblica, creata con il preciso fine di difendere linteresse nazionale, quindi linte resse di tutti, vennero infatti trasferite a societ bancarie private, portate qui ndi a fare gli esclusivi, soggettivi interessi dei propri azionisti privati. Un cambiamento non da poco! Un cambiamento non da poco e che accomuna lItalia, guarda caso, alla realt statuni tense dove sono le banche private ad essere gli azionisti della Federal Reserve, lunico soggetto autorizzato ad stampare ed emettere moneta e che fu messo in con

dizione di farlo grazie ad un autentico colpo di mano realizzato allinizio del se colo scorso. E appena il caso di ricordare a proposito di risparmio, la legge 262 del 28/12/05 al Titolo IV art 19.10 , che di fatto dimission lex governatore Antonio Fazio, pr evedeva tra laltro che entro il gennaio del 2009 le quote delle banche in Via Naz ionale tornassero di propriet del Tesoro o altri enti pubblici ad un prezzo di ve ndita stabilito dallo stesso Ministero. Ecco l Art 19 omissis .. 10.Con regolamento da adottare ai sensi dell articolo 17 della legge 23 agosto 1 988, n. 400, e ridefinito l assetto proprietario della Banca d Italia, e sono d isciplinate le modalit di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Ban ca d Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici. Questo articolo non ha ancora trovato un governo che lo applicasse scrivendo il regolamento. Solo la nostra ignoranza ha permesso che ci avvenisse. Rammento e sottolineo che la comunit stessa che dovrebbe emettere Moneta, esercit ando la Sovranit monetaria, senza doversi indebitare con altri soggetti perch essa la creatrice del valore della Moneta e di conseguenza soltanto essa ne la legit tima proprietaria, e . poich democrazia significa sovranit politica popolare, il pop olo deve avere anche la sovranit monetaria che di quella politica parte costituti va ed essenziale in un sistema di democrazia vera o integrale in cui la moneta v a dichiarata, a titolo originario, di propriet dei cittadini sin dal momento dell a sua emissione. Prof. Giacinto Auriti . Alla domanda in merito a chi fosse il proprietario delleuro come fattispecie giur idica, posta dal prof Auriti nei suoi scritti e dal sen Serena al Senato (all 4) , nessuno ha mai dato una risposta. Si evidenzia la rinuncia da parte dello Stato alla sovranit monetaria ed al conse guente esercizio del potere di "battere moneta"; si avverte sopratutto la strane zza di una situazione che poteva trovare una valida giustificazione in altri tem pi, quando la moneta aveva un proprio valore intrinseco perch costituita da pezzi coniati in metalli pregiati, o quando essa, pur rappresentata da simboli cartac ei, aveva tuttavia una copertura nelle riserve auree o argentee delle banche: al lora era frequente che il re o il principe (cio lo Stato), non avendo a propria d isposizione risorse finanziarie (metallo pregiato) per sostenere, ad esempio, le spese di una guerra, ricorresse ai banchieri per ottenere i necessari prestiti. Ma nell attuale momento storico, in cui la moneta costituita soltanto da support o cartaceo, privo di qualunque copertura aurea o valutaria, non si comprende la ragione , e non se ne concepiscono di fondate e legittime, per le quali lo Stato debba richiedere ad un apposito istituto bancario privato il mutuo, sempre oner oso, di banconote create dal nulla e prive quindi di ogni valore intrinseco, tra sferendogli in tal modo, con la sovranit monetaria, anche il loro valore , potere dacquisto, potere in senso assoluto e reale e quindi anche la sovranit monetaria e la sovranit tutta in senso assoluto. Quindi il debito pubblico viene artificiosamente creato ro da parte dello Stato alla banca centrale (Bankitalia ecessit di denaro si indebita, per il valore facciale, stampa, come sarebbe logico, nei confronti della banca con la richiesta di dena /BCE): lo Stato che ha n e non per il solo costo di centrale.

Questo porta al folle, demenziale, delinquenziale, perverso paradosso che pi uneco

nomia cresce, pi ha bisogno di denaro cartaceo, o di altro supporto, per rapprese ntare il valore dei beni ed i servizi prodotti, e contemporaneamente pi si indebi ta. In pratica si immetttono nel circuito monetario 100 ma se ne addebitano 105! Quando semmai la logica messa a debito dovrebbe essere di 5 (cinque)!!! E la messa a credito di 100 !!!!!

Fatte queste premesse viene spontaneo chiedersi come mai lo Stato, massima autor it in una nazione, si sia rivolto ad alcuni privati e speciali imprenditori per aver l denaro necessario per esercitare le proprie funzioni, quando a rigor di logica e di diritto dovrebbe e potrebbe farlo autonomamente. A soddisfare le richieste dello Stato per poter esercitare le sue funzioni ci p ensa invece la Banca centrale BCE, creatrice del denaro, sottoscrivendo, attrave rso operatori da essa designati, i Titoli di Stato alle condizioni (tasso di int eresse) dettate dalla stessa e creando cos altrettanto dal nulla, dimostrabile co n un semplice e banale calcolo aritmetico e contabile, il Debito pubblico inesti nguibile della nazione, ma non lo Stato sovrano?

Il gioco stato ulteriormente mistificato, armonizzato, semplificato in quanto, fra laltro, stato tolto, .. per semplicit l acquisto diretto, anche da parte dei citta i, estromettendo i tanti a vantaggio dei pochi, e soprattutto a vantaggio di quei P OCHI che possono emettere moneta CREATA DAL NULLA a fronte di titoli di debito st atali di nuova emissione nelle aste organizzate dal Ministero del Tesoro, e ci av viene da parte dei c.d. Operatori Abilitati, ovvero, gli Specialisti in Titoli d i Stato, cio SOLTANTO Banche Commerciali e d Affari, registrate presso la Banca d I talia. Ecco l elenco degli Specialisti in titoli di Stato : Ministero dellEconomia e delle Finanze DIPARTIMENTO A decorrere dal 21 dicembre 2009, a seguito del cambio richiesto da una delle controparti, ai sensi dellart. ggio 1999 n. 219, lelenco degli Specialisti in Titoli e alfabetico, dai seguenti operatori: DEL TESORO DIREZIONE II di denominazione sociale 3 comma 3 del decreto 13 ma di Stato composto, in ordin

Banca IMI S.p.A. ; Barclays Bank PLC ; BNP Paribas ; Calyon Corp. Inv. Bank ; Ci tigroup ; Global Markets Ltd. ; Commerzbank A.G. ; Credit Suisse Securities (Eu rope) Ltd. ; Deutsche Bank A.G. ; Goldman Sachs Int. Bank ; HSBC France ; ING Ba nk N.V. ; JP Morgan Securities Ltd. ; Merrill Lynch Int. ; Monte dei Paschi di S iena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A.; Morgan Stanley & Co. Int. PLC ; Nomura Int. PLC ; Royal Bank of Scotland PLC ; Socit Gnrale Inv. Banking ; UBS Lt d ; UniCredit Bank A.G. Banche queste sempre protese risolutamente ed indefaticabilmente ad indebitare l o Stato direttamente, anche alle aste, comprando titoli di Stato con moneta CREA TA DAL NULLA, poich TUTTE le banche prestano moneta scritturale (oggi quasi solo di tipo elettronico) senza spostare e prelevare fisicamente alcunch, n dal patrimo nio, n dai conti correnti. NULLA DI NULLA : utilizzano immobilizzazioni e deposit i SOLO come garanzia per i prestiti, non come zone di prelievo di moneta. E ques ti prestiti, erogati per CHIUNQUE, sono delle semplici registrazioni contabili ( moneta scritturale). Agli Specialisti in titoli di Stato si aggiungono successivamente, nelle varie o perazioni di negoziazione dei titoli, le Societ di Intermediazione Mobiliare (SIM ) registrate presso la CONSOB. Una volta acquistati da questi, i titoli di Stato possono essere riacquistati da lla Banca Centrale e detenuti da questultima sia prima della loro scadenza sia fi no alla scadenza, a seconda della politica monetaria decisa dalla stessa Banca C entrale e della necessit di autofinanziamento attraverso gli interessi sui titoli .

La politica monetaria della Banca Centrale infatti data dalla somma delle operaz ioni di acquisto/vendita di titoli di Stato con rispettive e contemporanee creaz ione/distruzione di moneta e iniezione/ritiro di liquidit nel/dal sistema delle B anche Commerciali e dAffari. In tali compravendite di titoli di Stato sono defini te Operazioni di Mercato Aperto le compravendite riguardanti titoli di Stato che la Banca Centrale rivende prima della loro scadenza, trattandosi di rifinanziam enti temporanei ad hoc delle Banche Commerciali e d Affari. Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) p er la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici. Passano pochi giorni ed ecco unaltra data cruciale, il 7 febbraio 1992, avvengono due fatti estremamente importanti : a) viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (gi g overnatore della Banca dItalia), attribuisce alla Banca dItalia la facolt di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo pi concordare con il Tesoro. Ovvero dal 1992 la Banca dItalia decide autonomamente per lo Stato italiano il co sto del denaro; Questo detto in altre e pi chiare parole significa : esautorazione ufficiale dell a Sovranit dello Stato. E il Parlamento dove era??? b) Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Tratt ato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Ce ntrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC unorganizzazione, format a dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dellUnione Europea, che h a il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetar ia comune con lobiettivo fondamentale e dichiarato di mantenere la stabilit dei pr ezzi. Infatti, per esempio, quando lo Stato Italiano si indebita per finanziare il def icit di bilancio, dal 26 novembre del 1993 a quel punto, per legge, lo fa soltan to con le Banche Commerciali e dAffari a livello internazionale : prima di tale d ata invece poteva ricevere degli anticipi sul conto corrente del Ministero del T esoro direttamente dalla Banca Centrale e prima dell asta di luglio del 1981 pote va anche far acquistare direttamente dalla Banca Centrale una parte dei titoli d i Stato emessi, nella fattispecie quelli che rimanevano invenduti alla chiusura delle aste. L eliminazione del vincolo per Banca Centrale italiana di acquistare tale parte d i debito pubblico di nuova emissione rimasto invenduto venne stabilita da una se mplice convenzione con scambio di lettere nel febbraio del 1981 tra il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore Carlo Azeglio Ciampi. Lo Stato piuttosto che dichiarare la moneta di propriet del cittadino sin dal mo mento dell emissione, come accadeva per le banconote da 500 Lire firmate dal dir ettore del Tesoro (all 1), a differenza delle 1000 lire firmate dal governatore di Bankitalia (all 2), e far circolare tutta la valuta e il credito necessari a soddisfare la necessit di spesa del Governo per lo sviluppo del paese e il pote re d acquisto dei consumatori, abdica a favore e nell esclusivo interesse dei ba nchieri centrali privati la sovranit monetaria di interesse nazionale e si limita ad occuparsi per conto dei banchieri di espropriare i cittadini del proprio red dito e patrimonio, tassandoli per pagare un "debito pubblico" fittizio ed inesti nguibile che nasce dall uso della moneta-debito, inventato ad uso e consumo dei banchieri e che serve loro a mantenere ed espandere il potere ed il controllo su ll economia, sfruttando le ricchezze produttive di una nazione, mantenendo il po

polo in schiavit, esercitando con il loro potere condizionamenti e pressioni su g overni di ogni regime politico, con il dominio dell intera economia produttiva a ttraverso la regolazione del credito e la monetizzazione del debito ed, in parti colare, esercitando il controllo sui mezzi di informazione di massa, attraverso il denaro, al fine di evitare che gli italiani diventino consapevoli delle tecn iche e dei meccanismi bancari che sono stati architettati nel corso degli anni p er la confisca occulta delle ricchezze e patrimonio dei cittadini e dello Stato. A puro titolo di memoria basta riandare alle vicende delle varie svendite dei gio ielli di Stato, dallI.R.I. alle Banche di Stato, dal Demanio alle varie liberalizz azioni : Autostrade S.p.A., Telecom Italia etc., etc.. La fittizia ed impossibile contrazione del debito pubblico (nel modo visto sopra ), motivazione addotta per giustificare lenorme prelievo fiscale, avviene in mod o pretestuoso, attraverso lemissione di titoli del debito pubblico acquistati da lla Banca centrale, che crea moneta, con banconote ottenute al costo di stampa, senza reale corrispettivo, o, in forma elettronica, addirittura senza alcun cost o, al solo fine di attuare un trasferimento di potere dacquisto dai contribuenti (popolo italiano) ai banchieri privati. Dal 15 agosto 1971 quando Nixon ufficializz la fine del Golden Exchange Standard (della convertibilit del dollaro con loro) la creazione di moneta risulta essere u na semplice stampa tipografica o digitazione elettronica senza alcunch a garanzia , salvo il controvalore costituito dal bene- servizio prodotto dal cittadino che si acquista con quella determinata quantit di valuta denaro banconota , che quindi , anche per questa ulteriore ragione, non pu che essere del cittadino e quindi de lla collettivit. Molti credendo giustamente alla fine del sistema economico-monetario preesistent e, auspicarono che il valore alla moneta non venisse pi dato dalle banche central i, le quali fino ad allora sostenevano che la banconota era loro perch loro che le copriva era loro, bens dalla collettivit che la accetta per le sue transazioni e quindi la propriet al momento della creazione (e sempre) era ed del cittadino pro duttore e di conseguenza della collettivit. A questa rivoluzione e mutazione epocale dei rapporti giuridici e comportamental i sulla Sovranit monetaria non segu alcunch di contestuale e simmetrico nella revis ione dei rapporti fra Stato le banche, il fisco ed il cittadino contribuente. Lo Stato continu ad indebitarsi grazie ai politici definiti da Ezra Pound, in epo che insospettabili, camerieri dei banchieri, e le banche si trasformarono con un m agistrale colpo di mano e granitica faccia tosta da forzieri a protezione del tesor o e della solvibilit dello Stato in pure e semplici tipografie, per di pi senza alc una responsabilit verso nessuno. Insomma le banche mantenendo i privilegi derivan ti dagli obblighi preesistenti continuarono come se nulla fosse, con liperbolico vantaggio di essere spariti in un colpo solo tutti i loro obblighi. Un regalo da nababbi!!! Lo Stato, essendo stato privato della Sovranit monetaria, ma come potuto succeder e senza che nessuno dei nostri governanti se ne sia meno che mai minimamente acc orto?.... E oggi costretto a prendere in prestito le banconote di cui necessita dalla Banca centrale indebitandosi mediante lemissione di Titoli di Stato. Uno S tato e governo normali, logici, sani .onesti, invece di stampare titoli di debito potrebbe pi semplicemente stampare le banconote di cui necessita. Peraltro bene sapere che lo Stato, oggi, per mezzo dei propri stabilimenti della Zecca, provvede alla creazione ed alla messa in circolazione di tutta la moneta zione metallica, del cui ammontare (anche se di modestissimo valore rispetto a t utto il circolante cartaceo di banconote) esso non debitore di nessuno, tanto me no della [ndt: privata] Banca d Italia. Cos come, fino a pochi anni fa, provvedev a, nello stesso modo, alla creazione ed alla messa in circolazione di carta mone

ta di cinquecento lire e, prima ancora, anche di mille lire [all 2], in relazion e delle quali ovviamente non sorgeva in capo allo Stato alcuna obbligazione di r estituzione n di pagamento di interessi, poich di esse lo stesso Stato era padrone , possessore, Sovrano, provvedendo direttamente alla loro creazione ed alla loro immissione in circolazione, e soprattutto essendone proprietario come gli stess i cittadini detentori. Questo dimostra, dunque, che lo Stato avrebbe i mezzi tecnici, giuridici e potes tativi per esercitare in concreto il potere di emettere moneta e per riappropria rsi quella sovranit monetaria che gli permetterebbe di svolgere una politica soci o-economica non limitata da influenze esterne, ma soprattutto liberandosi di ogn i indebitamento senza dover richiedere pi esose tasse ai suoi cittadini per rifon dere un debito, secondo lo stato attuale delle regole, impossibile da estinguere. Il prof. Giacinto Auriti nel suo Il paese dellutopia sosteneva : < NOI SIAMO PER LA PROPRIETA POPOLARE DELLA MONETA RIPRENDIAMOCI LA PROPRIETA DEI NOSTRI SOLD I>. La propriet popolare della moneta, che restituisca al popolo il maltolto dei valor i monetari che esso crea. Lauspicio che siano i governi a gestire lemissione monet aria ed a ripartire gli utili, come reddito di cittadinanza, a tutti i cittadin i. (Questo tema andr sviluppato in altro momento). L on Buontempo qualche anno fa cerc di esaminare e realizzare il concetto della p ropriet popolare della moneta con una proposta di legge: Propriet popolare della mo neta e conto di cittadinanza, alla quale addirittura non fu permesso di passare n eanche al vaglio della commissione. (all 3) Il sistema bancario, ora in mano a finanzieri privati, ha esautorato completamen te lo Stato e le istituzioni democratiche e rappresentative, e quindi i cittadin i, spogliandoli della sovranit e della stessa indipendenza, creando un sistema le gislativo, giudicante e di polizia teso solo a tutelare i loro interessi e sotto mettendo tutti allinteresse e alla volont dei propri capi, per lo pi stranieri. Inoltre, il debito pubblico illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascend o dalluso di questo potere monetario da parte di soggetti privati. La Banca dItalia , come gi visto, una classica S.p.A. a capitale privato e autocrat ica, il capitale della Banca dItalia di 156.000 euro rappresentato da quote di pa rtecipazione di 0,52 euro ciascuna . Le dette quote sono nominative e non posson o essere possedute in modo assolutamente illiberale, sperequativo, discriminator io, antidemocratico ed anticostituzionale, se non da: a) b) c) di d) e) Casse di risparmio; Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale; Societ per azioni esercenti attivit bancaria risultanti dalle operazioni cui all art. 1 del decreto legislativo 20.11.1990, n. 356; Istituti di previdenza; Istituti di assicurazione.

Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno ad altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovr essere assicurata la permanenza della partecipazione maggiorita ria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di societ la cui maggiora nza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici. Quindi sembr erebbe essere rimasta una parvenza di legalit. Si imponeva perci una maggioranza pubblica e non privata, almeno a stare al testo dello statuto. Infatti i privati proprietari della Banca dItalia, essendo ben consci di questo p unto debole, si sono recentemente adattati lo statuto a loro uso e consumo, in m

odo anticostituzionale, e il potere politico nonch il capo dello Stato hanno avut o loscena sfacciataggine da incalliti professionisti della illegalit di ratificar e con decreto 16.12.06 e controfirmare (presidente della Repubblica Napoletano). NUOVO ART. 3 DELLO STATUTO Il capitale della Banca dItalia di 156.000 euro ed suddiviso in quote di partecipa zione nominative di 0,52 euro ciascuna, la cui titolarit disciplinata dalla legge . Il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, solo previo co nsenso del Consiglio superiore, nel rispetto dellautonomia e dellindipendenza dellI stituto e della equilibrata distribuzione delle quote. La forma pubblica (di diritto pubblico) dello statuto solo, un impudico, osceno mascheramento del suo adattamento privato da parte dei privati proprietari teso a scopi ed interessi privati, e anche prima di adattarlo formalmente, violavano tranquillamente lart. 3 grazie alla compiacenza, collusione e favoreggiamento deg li organi pubblici di controllo. Quindi siamo di fronte a una vera e sostanziale, effettiva, semplice s.p.a. diss imulata e come tutte le SpA lavora per lunivoco ed esclusivo profitto dei suoi pro prietari e non dei cittadini come dovrebbe essere per una banca nazionale di int eresse e diritto pubblico.. e non di interesse privato e di diritto pubblico. La privatizzazione della Banca dItalia come detto sopra inizi negli anni 90 con la privatizzazione delle tre BIN che in base al vecchio art 3 avevano quote della Banca dItalia. Allora accadde per che il Ministro del Tesoro dimentic di trattenere l e quote della Banca centrale iniziando di fatto la sua definitiva privatizzazion e trasferendo la maggioranza dalle mani dello Stato alle mani dei privati. La BCE pure autocratica ed propriet delle banche centrali nazionali, pure per lo pi controllate da privati; il Trattato di Maastricht le attribuisce indipendenza politica e immunit giudiziaria rispetto agli stati nazionali e allU.E.; inoltre le assicura la segretezza massonica assoluta delle sue procedure e discussioni int erne. La cessione ai banchieri privati, per giunta stranieri (BCE), della Sovranit mone taria incostituzionale in quanto essa non nella disponibilit di nessun uomo di go verno, art 1 Costituzione La sovranit appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La Costituzione non prevede in alcun modo la cessione della Sovranit monetaria e men che mai a dei privati stranieri, al contrario E IN NESSUN CASO. La cessione avallata dai politici alla BCE con ladesione al Trattato di Maastrich t, il cui art 105 prevede che lunico ente autorizzato a emettere moneta la BCE, i ncostituzionale, e la sentenza della Corte Costituzionale N.183 del 1973 la qual e stabilisce che tutti gli atti normativi comunitari hanno effetto diretto e po ssono essere accompagnati da provvedimenti nazionali solo a scopo integrativo o finanziario non ha consentito nessuna consultazione parlamentare permettendo cos al governo dell epoca di cedere illegalmente all estero la Sovranit monetaria del l Italia. Ma ci altrettanto illegittimo, irrituale, incostituzionale, in quanto nessuno, ne anche la Corte Costituzionale pu sottrarre ed annullare Diritti Naturali e Sovran it ai cittadini, se non nei modi rituali, che qui sono stati anchessi tutti stravo lti, elusi, annichiliti, eversi. La sottrazione definitiva della Sovranit monetaria ai cittadini si avuta quando i

l 12/12/2006 stato approvato per Decreto ( all 5), dal Presidente del Consiglio Romano Prodi (consulente Goldman Sachs), dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal min dellEconomia Tommaso Padoa Schioppa (membro dellAspen instit ute membro della Commissione trilaterale e membro del Bilderberg), con la modifi ca allart 3 dello statuto della Banca dItalia il quale cos riportava: In ogni caso dovr essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritar ia al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di societ la cui maggioran za delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici. Avallando la modifica allo Statuto della Banca dItalia il governo ha definitivame nte trasferito la Sovranit monetaria nelle mani della Banca dItalia che una banca al 95% privata, e al 5% controllata dallINPS. Da questa lunga premessa si deduce che lo Stato italiano ora privo della Sovrani t monetaria, potere di emissione della moneta, con la conseguenza che dietro il p relievo fiscale non c una effettiva, sequenziale e contestuale motivazione dello Stato di chiedere denaro ai cittadini per adempiere ai suoi compiti istituziona li Statali : a) n per la parte che concerne gli interessi sui debiti pregressi,

b) n altrettanto in relazione alle nuove immissioni di denaro prestato dalle b anche. in particolare a partire dal 29 gennaio 1992. Questa imposizione fiscale attuale in vigore dalla data sopraccitata altro non c he un semplice trasferimento di ricchezza dal popolo ai banchieri, insomma lautor it dello Stato, nello specifico la potest impositiva esercitata sul popolo come st rumento per attuare una azione illecita, e quindi agire per rifondere un Debito pubblico artefatto illegalmente gi in s atto di pirateria internazionale estortiva e di rapina, ed assoluta ed estrema gravit e rilevanza penale. Dal che ne consegue che gli atti ad essa azione collegati perdono il fondamento giuridico e la legittimit per esser fatti valere, e non trova giustificazione la potest impositiva dello Stato e quella delle amministrazioni periferiche a cui l o Stato la trasferisce, essendo viziato e contro legge il presupposto che la giu stifica. Il Debito pubblico primariamente e sostanzialmente un debito nato a caus a della illegale ed incostituzionale cessione della Sovranit monetaria. Da non trascurare di considerare che leuro, creato da privati, privo di numero di serie. Infatti il numero che compare sulle banconote non il numero di serie del la banconota ma solo un numero che serve a individuare il paese di provenienza s econdo un algoritmo. Quindi per sapere la quantit di banconote in circolazione ci dobbiamo affidare al bilancio della BCE, e fidarci di una banca privata il cui bila ncio non soggetto a revisione contabile e che non sottoposta al controllo di nes sun potere politico, n statale, n europeo, n internazionale, n democratico..!!!!! Il Trattato di Maastricht un Trattato voluto da banchieri e politici e si eviden zia questa sua natura dalla bocciatura avuta dallo stesso in Danimarca e Irlanda , la dove il popolo stato interpellato. Il Signoraggio era il diritto del signore a trattenere una parte di oro per s al momento dellemissione della moneta. Ora il diritto dei banchieri a trattenere per s la differenza fra il costo di stampa di una banconota e il prezzo a cui viene ceduta allo Stato (valore facciale), pi spese, oneri, competenze ed interessi. Invece questo Diritto dovrebbe essere dello Stato per destinarne i proventi a fa vore della collettivit. Ecco la ragione di fondo perch questa una indebita, abusiva pretesa di richiedere una nuova tassazione.

Gi la differenza fra il costo della stampa e la messa a postazione in passivo nel la contabilit essa stessa una enorme immensa doppia tassazione e truffa. Quelle cifre andrebbero a rigor di logica e di diritto postate nella contabilit a llattivo, perch quella quantit di moneta rappresenta lincremento di valore della ric chezza nazionale. Viceversa secondo lo schema attuale come se lo Stato pretendesse di pagare con u n debito un altro debito. Insomma costretto a pagare un debito non dovuto, che dovrebbe invece essere un credito, con il proprio capitale ed il reddito del lav oro dei cittadini. Pertanto la Sovranit Monetaria dei circa 60 milioni di Italiani e dei circa 455 m ilioni di cittadini dellUnione Europea nelle mani di pochissime persone del Comit ato esecutivo della Banca Centrale Europea, con sede a Francoforte e dei veri co ntrollori ai quali appartiene, che gestiscono e controllano tutta lemissione dell e banconote in Europa, e cio : Il presidente Jean Claude Trichet membro del Club di Parigi, della Banca per i R egolamenti internazionali, membro dellOrdine nazionale della Legione dOro, gi Gover natore della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, ecc.; Il vicepresidente Lucas D. Papademos membro della commissione trilaterale e del Fondo monetario; Tommaso Padoa Schioppa membro dellAspen institute membro della Commissione trila terale e membro del Bilderberg, che come abbiamo visto detengono il controllo az ionario delle banche private commerciali, che a loro volta controllano le banche centrali nazionali di emissione, che controllano a loro volta la B.C.E. Ecco gli apparenti proprietari della BCE : Banca del Belgio (2,83%) ; Banca centrale del Lussemburgo (0,17%) ; Banca d Ital ia (14,57%) ; Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) ; Banca dOlanda (4,43%) ; Banca del Porto gallo (2,01%) ; Banca di Germania (23,40%) ; Banca Nazionale d Austria (2,30%) ; Banca di Franci a (16,52%) ; Banca di Grecia (2,16%) ; Banca di Finlandia (1,43%) ; Banca Centrale di Svezia (2,66%) ; Banca di Spagna (8,78%) ; Banca dInghilterra (15,98%) ; Banca Centrale dIrlanda (1 ,03%) ; Da rilevare due altri fatti per la loro stranezza .. che fra i proprietari della BC E ci sono anche la Banca dInghilterra e la Banca Nazionale della Danimarca che no n hanno adottato leuro ma percepiscono il reddito da Signoraggio, e che la nostra Bankitalia, sembrerebbe essere una societ privata con sede alle Cayman. La logica conseguenza che la BCE, e la Banca dItalia, sovvertendo il dettato cost ituzionale, e Bankitalia eludendo pure il suo statuto, sono banche private di im prenditori stranieri! Dunque. la Sovranit Monetaria in Europa oggi nelle mani di un manipolo di banche p rivate. Ecco sotto riportati gli articoli del Trattato mediante i quali la Sovranit monet aria viene concessa alla Banca dItalia, nome che lascia credere ad un organismo sta tale, ed a cui stato dato lo status di istituto di diritto pubblico pur di pi di fatto non essendolo, e che stata, attraverso tutta una serie di passaggi interme di, di escamotages, e di leggi ad hoc, trasferita a privati stranieri pure mistifi cando, travisando od eludendo la Costituzione con una interpretazione profondame nte viziata nella forma, nei concetti e nel contenuto ed incostituzionale in qua nto contravviene il dettato degli artt. 1 e 2, perch non si seguito liter previst o, necessario ed inderogabile per le modifiche apportate negli anni alla stessa.

7 Febbraio 1992 Giulio Andreotti come Presidente del Consiglio assieme al Ministro degli Esteri Gianni de Michelis (Membro dellAspen Institute) e il Ministro del Tesoro Guido Ca rli (gi governatore di Bankitalia) firmano il Trattato di Maastricht, il 7 febbra io 1992, per lentrata nellUnione europea che avverr il 1 novembre 1993, rinunciando con ci, in totale carenza di mandato, di fatto e di diritto, alla sovranit moneta ria nazionale per trasferirla con larticolo 105 alla Banca Centrale Europea (BCE) . (All 1) Articolo 105A del Trattato di Maastricht 1.La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l emissione di banconote all int erno della Comunit. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere bancon ote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituisco no le uniche banconote aventi corso legale nella Comunit. 2.Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l approvazione delle BC E per quanto riguarda il volume del conio. Cos facendo, lautonomia delle banche centrale stava entrando in tutti gli ordiname nti giuridici dellUnione Europea per effetto del Trattato (articolo 107). Inoltre concedono a questa banca privata un enorme potere rendendola autocratica. (All 2) Articolo 107 del Trattato di Maastricht Nell esercizio dei poteri e nell assolvimento dei compiti e dei doveri loro attr ibuiti dal presente trattato e dallo Statuto del SEBC, n la BCE n una Banca centra le nazionale n un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi de gli Stati membri n da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comu nitari nonch i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo princi pio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell assolvimento dei loro compiti. La palese illegittimit tributaria deriva dalla incostituzionale cessione della So vranit monetaria attuata con ladesione al Trattato di Maastricht. Non trova alcuna giustificazione, in quanto non dovuto alle banche, e al contrar io dovuto dalle banche allo Stato e ai cittadini tutti, il prelievo fiscale attu ato sinora dallo Stato e fondato, da una parte, su un di trattato internazionale incompatibile con la Costituzione (articolo 105A del Trattato di Maastricht), s u una estorsione e sottrazione delinquenziale di diritti inalienabili dei cittad ini, sulla falsificazione di bilanci di societ private e di Enti pubblici, ed alt ro ancora.. e dallaltra su un sistema normativo fiscale presupponente ancora la pro priet della moneta da parte dello Stato e dei Cittadini, e della convertibilit in oro, .. volutamente ed intenzionalmente lasciato intatto nelle sue norme, prassi e funzionalit, atavico, obsoleto, inorganico, inadeguato, al nuovo in modo di rag girare per lennesima volta lignaro cittadino, in veste, a seconda delle situazioni e delle preferenze di : capro espiatorio; vacca da mungere o pollo da spennare, bue sacrificale. Scegliete voi!! In definitiva, ripeto, a costo di sembrare pedante, il sistema appare forzatamen te, coercitivamente, impropriamente ed incoerentemente, ma intenzionalmente, bas ato sulla incostituzionale sottrazione della Sovranit monetaria allo Stato e vol to solamente a trasferire e drenare, trasferire, ricchezza dal popolo verso i ba nchieri privati stranieri, e non per la finalit inizialmente ideata dai padri per contribuire alle spese della collettivit. Questa azione di tassazione illegittima ed illegale si esplica contro i diritti dei cittadini, e del Diritto in assoluto, principalmente secondo tre direttrici

di richieste di pagamento: a) per coprire le spese di gestione di tutti i servizi ed il funzionamento dello Stato; b) per pagare il fittizio debito pubblico e gli interessi annuali maturati; c) per risarcire il costo di emissione monetario necessario al sistema econ omico ed illegalmente ed incostituzionalmente devoluto alle banche che artefatta mente hanno corrotto e perfezionato il sistema plasmandolo a loro favore ed esclus ivo interesse. Tutti ottenuti attraverso lemissione di denaro falso dal nulla, aspetti immotivat i, non dovuti, deviati di una stessa immane truffa architettata a danno dei citt adini e dello Stato, messa in atto dal sistema bancario e di chi lo controlla, a ttraverso lindebita emissione da chi non ha titolo, risorse, ragioni, diritto, me rito, delega. Tutto ci ottenuto tramite la emissione a vuoto di valuta falsa, messa impropriame nte a debito e fatta pagare almeno tre volte ai cittadini mediante la schiavizzazi one del sistema sociale, culturale, politico. Di cui le banche per pretendono il pagamento vero tramite le tasse di ogni forma, tipo, identit, provenienza, colore, misura, caratteristica, attraverso la schiav izzazione o il prelievo forzoso, la confisca di beni dei cittadini, degli impren ditori, dello Stato. Azioni che si sono potute esplicare grazie a contorsionismi e distorsioni logich e, legali e procedurali, volutamente inefficienti, incongrue, inette, tutti str ategicamente voluti, intenzionali, programmati. Voglia pertanto questa Procura della Repubblica verificare se sussistano i fatti ed i reati denunciati e proceda alla condanna degli eventuali esecutori. Voglia inoltre procedere a sollevare la questione di costituzionalit dell art 105 del Trattato di Maastricht. Ricordo che il perpetuarsi di un reato per abitudinariet non ne fa venir meno la disdicevolezza e la disonorabilit, nonch la offensivit, e la dannosit, e non costitu isce situazione esimente dal perseguirlo, soprattutto se ancora in flagranza. CHIEDO a) assicurare la prova dei reati; b) impedirne la soppressione e linquinamento; c) impedire la continuazione dei reati; d) assicurare la solvibilit dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito lingente ed immane danno cagionato con i com portamenti che si descrivono. e) Sollecito pure lesecuzione di opportune perizie per la conferma della qui fornita ricostruzione. f) la punizione, censura, e condanna di quanti hanno violato i diritti dei cittadini. Mi riservo inoltre di costituirmi parte civile nellinstaurando procedimento penal e; e, ai sensi dellex art. 408 c.p.p., chiedo di essere avvisato in caso di richi esta di archiviazione. Distinti Saluti. Orazio Fergnani. All 1 copia delle vecchie 500 lire con in evidenza le firme All 2 copia delle vecchie 1000 lire

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3 Disegno di legge Buontempo 4 Interrogazione sen Serena 5 Stralcio DPR 12 dicembre 2006 Gazzetta ufficiale del GU C 191 del 29.7.199 3

Proposta di legge Buontempo Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XIV LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI N. 6108 CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE diniziativa del deputato BUONTEMPO Propriet popolare della moneta e conto di cittadinanza Presentata il 3 ottobre 2005 ONOREVOLI COLLEGHI! Nel momento in cui si presenta questa proposta di legge la Ba nca dItalia e al centro di forti critiche focalizzate sulla sua figura piu importan te e autorevole, ovvero il suo Governatore. Tuttavia questa situazione contingente giunge alla fine di un lungo periodo in c ui la Banca dItalia, i suoi responsabili e la stessa natura e propriet dellente son o stati sottoposti a forti e argomentate contestazioni; nessuno e riuscito a fuga re le ombre che sono state gettate sulla propriet della principale istituzione fi nanziaria del Paese, sulla regolarit delle funzioni di controllo sul sistema banc ario e sui meccanismi che regolano le relazioni finanziarie tra lo Stato, la Ban ca dItalia stessa, le istituzioni finanziarie private e il pubblico. In particola re i meccanismi che regolano lemissione della moneta sono stati oggetto di studi approfonditi, tra cui si segnalano quelli del professor Giacinto Auriti. Tali st udi hanno dato avvio a un movimento che con fondate argomentazioni denuncia lesis tenza di un iniquo appropriamento dei frutti del signoraggio e, in definitiva, larr icchimento di privati nei meccanismi piu profondi della finanza pubblica. Si rico rda che ilsignoraggio consisteva in quello che lo Stato ricavava dando alle monete messe in circolazione un valore dacquisto superiore al valore del metallo in ess e contenuto. Attualmente, poich le principali monete non contengono metalli prezi osi, ne sono convertibili in essi, ma sono realizzate con carta e inchiostro, ilsi gnoraggio e rappresentato dalla differenza tra il valore facciale delle cartamonet a e il costo di carta e inchiostro per stampare i biglietti. Per modificare tale situazione si propone con questa proposta di legge di introd urre, nei meccanismi relativi allemissione di moneta e anche agli altri rapporti tra Banca dItalia e sistema finanziario, un sistema di conti di cittadinanza gest iti senza profitto dalla Banca dItalia, e in cui vanno a versarsi i frutti del si gnoraggio. Senza interrompere i flussi di credito e di debito che si svolgono tr a Stato e Banca dItalia nelle operazioni di produzione della moneta, lintroduzione dei conti di cittadinanza permette di disinnescare la diatriba sul signoraggio, mettendolo nelle mani dei cittadini; inoltre lesistenza dei conti di cittadinanz a potr permettere la creazione di altri strumenti, come il reddito di cittadinanz a. La gestione dei conti di cittadinanza grazie alle moderne tecnologie, e alla pre scrizione che siano dei conti su cui non si effettuino operazioni quotidiane, e f acilmente possibile, anche se riguardante diversi milioni di conti. Nella propos ta di legge si prescrive che il conto di cittadinanza sia attivato per il cittad ino fin dalla nascita (o dallacquisto della cittadinanza) ma che il conto non pos sa venire utilizzato dalla persona fino Alla maggiore et, questo per dare garanzia al cittadino minorenne contro comporta menti scorretti e per garantire allinsieme dei conti di cittadinanza una base imm obile che dia stabilit al sistema. Al contempo la prescrizione che, raggiunta una certa consistenza del valore del conto di cittadinanza, il valore del deposito sia accreditato al cittadino adulto restituisce continuamente al popolo i frutti

del signoraggio e dellesercizio della Banca dItalia, rifornendo al contempo il si stema bancario di capitali da gestire per conto del cittadino stesso. Con questo meccanismo la Banca dItalia e il sistema bancario privato svolgeranno la funzion e pubblica della creazione di ricchezza legata allemissione di denaro a favore de gli italiani piuttosto che degli azionisti delle banche, a favore di tutti i cit tadini e non soltanto di chi ha i fondi da investire in titoli di Stato. PROPOSTA DI LEGGE ART. 1. (Principi). 1. La moneta appartiene al popolo, che la usa per perseguire gli scopi garantiti della Costituzione. ART. 2. (Conto personale di cittadinanza). 1. Tutti i valori emessi dalla Banca dItalia appartengono al popolo italiano. 2. Presso la Banca dItalia e attivato un conto personale per ogni cittadino italia no, denominato conto di cittadinanza. 3. Laccensione del conto di cittadinanza avviene automaticamente entro due anni d alla data di entrata in vigore della presente legge, per tutti i cittadini itali ani, ovvero entro tre mesi dalla nascita del cittadino, dallacquisto della cittadinanza italiana, dalla naturalizzazione o com unque dal momento in cui il cittadino pu legittimamente essere definito tale. 4. Il conto di cittadinanza non permette operazioni se non quelle previste dalla presente legge. 5. Per il proprio conto di cittadinanza il singolo cittadino maggiorenne,o il tu tore legale del cittadino maggiorenne incapace, pu indicare un singolo conto pers onale del cittadino stesso presso unistituzione bancaria. ART. 3. (Operazioni sul conto di cittadinanza). 1. Il valore totale delle emissioni di banconote e di altri valori da parte dell a Banca dItalia viene accreditato in frazioni uguali su tutti i conti di cittadin anza esistenti al momento dellemissione. 2. I costi di stampa e di emissione delle banconote e dei valori vengono rimbors ati alla Banca dItalia dallo Stato grazie ad un fondo apposito istituito presso i l Ministero delleconomia e delle finanze alimentato dalla fiscalit generale. 3. Le operazioni della Banca dItalia verso il sistema bancario e lo Stato avvengo no attraverso i conti di cittadinanza, che vengono gestiti dalla Banca dItalia se nza costi e senza guadagni per la stessa. 4. Al raggiungimento di un valore stabilito dal regolamento di cui allarticolo4, il valore del credito accumulato su conto di cittadinanza viene accreditato auto maticamente e senza costi per il cittadino sul conto personale di cui allarticolo 2, comma5. ART. 4. (Disposizioni di attuazione). 1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Minist ro delleconomia e delle finanze adotta,con proprio decreto, il regolamento di att uazione delle disposizioni della presente legge. 2. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Banca dItalia accredita il valore di tutti i crediti in suo possesso in frazioni ugual i sui conti di cittadinanza esistenti al momento. 3. Dalla data di entrata in vigore della presente legge le operazioni della Banc a dItalia devono essere effettuate in osservanza della prescrizione della non rid uzione del valore dei crediti e del patrimonio in possesso della Banca stessa. 14/10/2005 All 4 Agenparl (17-10-05). SERENA (Gruppo misto): MA LEURO A CHI APPARTIENE? SERENA: MA LEURO A CHI APPARTIENE?

ROMA, 17 ottobre 2005 - AgenParl - Lon.Antonio Serena (Gruppo misto), ha presenta to un interrogazione parlamentare al ministro dellEconomia Giulio Tremonti chieden do di chi sia realmente la propriet dell euro al momento dellemissione. Il quesito si basa sul presupposto dellinterrogante secondo il quale il valore del la moneta causato non dall organo di emissione, ma dallaccettazione da parte della collettivit. Ed aggiunge: Il trattato di Maastricht si limita a considerare solo la prima fase , quella dell emissione, e non presente alcun riferimento al diritto di propriet s ull euro e come questo debba essere attribuito. Se dimostrato dunque che crea il valore della moneta non chi la emette ma chi l accetta, prestare denaro all atto d ellemissione significa imporre un costo del denaro del 200 per cento, con consegu ente indebitamento degli europei verso la BCE pari a tutto l euro in circolazione. 17/10/2005 ALL. 5 STRALCIO DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 dicembre 2006 Approvazione del nuovo statuto della Banca d Italia, a norma dell articolo 10, c omma 2, del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 43. (G.U. n. 291 del 15-12-2006) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto il regio decreto 11 giugno 1936, n. 1067, con il quale e stato approvato lo statuto della Banca d Italia, e successive modificazioni; Visto l art. 10, comma 2, del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 43; Visto l art. 19, comma 9, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, in base al quale lo statuto della Banca d Italia e adeguato alle disposizioni contenute nei com mi da 1 a 7 del medesimo articolo, ridefinendo altres le competenze del Consiglio superiore in modo da attribuire allo stesso anche funzioni di vigilanza e contr ollo all interno della Banca d Italia; Visto il parere reso dalla Banca centrale europea il 25 agosto 2006 su richiesta della Banca d Italia; Considerato che l Assemblea generale straordinaria dei partecipanti al capitale della Banca d Italia, in data 28 novembre 2006, ha approvato il nuovo testo dell o statuto; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 1 2 dicembre 2006; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Min istro dell economia e delle finanze; Decreta: E approvato il nuovo statuto della Banca d Italia nel testo allegato al present e decreto. Lo statuto della Banca d Italia entra in vigore il giorno successivo a quello de lla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente decreto, previa registrazione da parte della Corte dei conti, e blicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Dato a Roma, add 12 dicembre 2006 NAPOLITANO Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri

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Padoa Schioppa, Ministro dell economia e delle finanze Registrato alla Corte dei conti il 15 dicembre 2006 Ministeri istituzionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, registro n. 12, foglio n. 369 Allegato Statuto della BANCA D ITALIA Titolo I COSTITUZIONE E CAPITALE DELLA BANCA D ITALIA omissis Art. 3. Il capitale della Banca d Italia e di 156.000 euro ed e suddiviso in quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna, la cui titolarit disciplinata da lla legge. Il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, solo previo co nsenso del Consiglio superiore, nel rispetto dell autonomia e dell indipendenza dell Istituto e della equilibrata distribuzione delle quote. QUOTE PROPRIETA BANCA D ITALIA

dal sito Banca d Italia 13/3/2010 http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti

Intesa Sanpaolo S.p.A. 1.035 50 UniCredit S.p.A. 66.342 50 Assicurazioni Generali S.p.A. 00 42 Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. INPS 15.000 34 Banca Carige S.p.A. - Cassa di Risp di Genova e Imperia Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. 1 Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A. Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A. Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. 5 Fondiaria - SAI S.p.A. 4.000 12 Allianz Societ per Azioni .000 12 Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno S.p.A. Cassa di Risparmio del Veneto S.p.A. Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. 0 9 Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.

11.869 27 8.500 2 7.500 19 6.300 16 6.094 16 5.656 1

3.668 11 3.610 11 2.80 2.626 9

19.0 18.602 41

Banca delle Marche S.p.A. 459 8 INAIL 2.000 8 Milano Assicurazioni 2.000 8 Cassa di Risp del Friuli Ven G S.p.A. (CARIFVG S.P.A.) Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A. Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A. 5 Cassa di Risparmio di Alessandria S.p.A. Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. Banca Regionale Europea S.p.A. 5 Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A. Cassa di Risparmio di Prato S.p.A. 7 5 Unibanca S.p.A. 675 5 Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno S.p.A. Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A. 5 Cassa dei Risparmi di Forl e della Romagna S.p.A. Banca Carime S.p.A. 500 5 Societ Reale Mutua Assicurazioni 5 Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana S.p.A.

2.

1.869 7 1.126 6 949 873 5 769 5 759 750 5 68

653 5 652 605 5 500 480

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