L.B.G.- 25 APRILE: PERCH PERDONARE? Guido Martinotti L&B: PM E BRIGATE ROSSE Giovanni Terzi EXPO: TUTTI INSIEME DISPERATAMENTE Guido Artom LIBERARE MILANO: 25 APRILE 45 - 25 APRILE 2011 Oreste Pivetta PIAZZALE LORETO: MAI COME OGGI TAB METROPOLITANO Giorgio Ragazzi NEL PUBBLICO TROPPE LEGGI E POCA GESTIONE Giorgio Origlia MILANO ENERGIA: SPRECARE PERSINO LE IDEE Carneade SPIGOLATURE ELETTORALI/3 Rita Bramante IL TRICOLORE A TAVOLA Jacopo Gardella PIAZZA MERCANTI VIDEO BASILIO RIZZO IL DECANO DEI CANDIDATI MUSICA evergreen Giorgio Gaber IO NON MI SENTO ITALIANO Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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camente? Il problema che Berlusconi , politicamente appunto, perfettamente daccordo con la persona che ha istigato. La Santanch - che una adepta del tit-for-tat di chi non ha idee, ma reagisce solo a quelle degli altri- naturalmente dice che davanti ai tribunali cerano cartelli osceni contro Berlusconi. E ci mancherebbe altro, contro un balabiott come quello che emerge dalle foto delle seratine di Arcre che dire? Dimentica per che cerano anche cartelli con giudici comunisti di merda e quelli venivano da plebe convocata e autotrasportata dal PDL. Non ci sono alcuni estremisti: su questo punto esiste un solo grande estremismo che il mito tipico del mariuolo che da che mondo e mondo dice che i giudici ce lhanno con lui. Berlusconi sta provocando e ancora di pi lo far nei prossimi giorni fino allultimo voto: non cadiamoci, proprio ora. Sio fossi ., (ma non sono neppure Cecco Angiolieri) cercherei di convincere TUTTI i giornali di opposizione a mettere ogni berlusconata in corpo piccolo, taglio basso, sesta pagina, mentre metterei in prima tutte le puttanate concrete che questo governo fa. Ma il nome B. lo cancellerei. So che non si pu fare e non mi azzardo a dirlo, ma se si potesse fare, in meno di un mese gli si taglierebbe il carburante: si affloscerebbe come i porri che da piccoli facevamo morire con il cappietto di filo di scozia. Per dobbiamo trovare un modo con cui alle berlusconate che usciranno nei prossimi tempi il popolo che lavora possa rispondere con un grande e tranquillo ma va l collettivo.
buon gusto e dal buon senso, che non manca ai milanesi e neppure agli italiani. Lintelligenza e il buon senso sanno che i cattivi maestri sono pi pericolosi dello sconsiderato la cui mano armata colpisce. Tanto pi quando non si tratta di un difficile teorema deduttivo per collegare una confusa teoria come quelle di Antonio Negri alle azioni dellomicida, ma delle parole che il Lassini ha ripreso (come lui stesso ripete senza riserve) dai pronunciamenti dellistigatore. Siamo passati dai cattivi maestri agli istigatori eccellenti. Un esempio eccellente di come, quando questi limiti sono violati, le autorit responsabili (e sottolineo) fanno calare la scure, ci viene da un episodio della Guerra civile americana (nellintero corso della quale Abraham Lincoln fece il possibile fino al 1863 - nonostante la vulgata che confonde il discorso di Springfield del 1858 con quello della Emancipazione del 1863 -, per mantenere la legalit costituzionale, che riteneva listituzione della schiavit un diritto acquisto da alcuni degli Stati membri e che lUnione della nuova nazione americana fosse pi importante dellabolizione della schiavit in tutti gli stati: e ci nonostante Lincoln fosse personalmente abolizionista). Nel pieno della Guerra, in un momento delicato dellUnione, crebbe un partito antibellico, i Northern Peace Democrats, che rappresentavano una spina nel fianco di Lincoln, sfiorando posizioni di alto tradimento. In Aprile, il Generale Burnside, comandante militare dellOhio, aveva emanato un ordine con il quale chi minava lo sforzo bellico sarebbe stato processato come spia e man-
dato a morte se trovato colpevole. Inevitabilmente, un politico ambizioso che aspirava al governatorato dellOhio, Clement Vallandigham, approfitta della prima occasione e viola lordine, con parole e toni da leghista ante litteram: viene arrestato, gli viene negato lhabeas corpus, segue una condanna a due anni e ovviamente un grande putiferio politico in difesa della libert. Lincoln risponde da par suo, sospendendo larresto, ma non la condanna, ma al tempo stesso ribadendo lordine del Generale e spiegando, con la sua logica usuale, che la legge permette la sospensione dellhabeas corpus in caso di invasione o ribellione (questa ultima fu sempre la definizione della secessione da parte dellUnione) non solo in zona bellica. E concludendo con parole che dovrebbero ispirarci tutti: dovrei forse fucilare un ragazzo sempliciotto che diserta, e non toccare un capello allastuto istigatore che lo spinge a disertare? (...) Penso che in un caso del genere ridurre al silenzio lagitatore, e salvare la vita al ragazzo, sia non solo costituzionale, ma anche un atto di grande clemenza (Louis P. Masur, The Civil War. A Concise History, Oxford UP, New York 1911, pp.50-51, passim). Qui listigatore e lesecutore vengono salvati entrambi, forse siamo pi democratici, o forse come scrive Barbara Spinelli, siamo affondati nella menzogna e nella vergogna. Berlusconi dice che politicamente lautore del manifesto ha ragione. Che significa politicamente. Esiste un mondo della politica in cui si pu dire liberamente che si possono ammazzare gli ebrei, i negri o chiunque altro? Tanto vale solo politi-
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Quanto elaborato da Politecnico Milano e dai tanti che hanno collaborato al progetto Expo Diffusa e Sostenibile un contributo di idee preziosissimo che ci spinge a realizzare un evento che entri nella storia. Un evento capace di offrire ai visitatori che giungeranno a Milano lo stesso spirito che in una settimana quella del Design anima la nostra citt. Non pensabile che le Istituzioni sia nazionali che locali - possano coprire lintero panorama di offerta di appuntamenti e di richiamo ai visitatori. Il coinvolgimento di tutti i settori attivi della citt un passo obbligato. Il Comune dovr avere in questo caso una funzione di global player, oltre che di stimolatore e facilitatore. Un impegno questo - che ho promosso avviando il tavolo di confron-
to con le Associazioni a seguito dellincontro avuto con loro alla Casa della Cultura. Allavvio dei lavori stato sottoscritto un decalogo da me, da Stefano Boeri e dai responsabili delle diverse associazioni e locali interessati. Milano deve sempre pi riscoprire in ottica 2015 la sua capacit di dialogo e confronto: diciamo basta da una parte e dallaltra - a confronti troppo incattiviti e chiusure ideologiche. Expo 2015 un evento troppo importante per la nostra citt, per limmagine nel mondo. Concetti che abbiamo gi pi volte ribadito; il passo in avanti che Expo sia un evento diffuso, sostenibile e coinvolgente. Expo vetrina di tutti i paesi rispetto ma lelemento primo di attrattivit viene dalla citt ospitante. Milano
deve prendere il meglio da tutte le grandi citt del mondo: dai mezzi pubblici presenti tutta notte a Madrid alla facilit con la quale possibile trovare a New York locali dove poter mangiare a tutte le ore della notte. Una citt viva e accogliente si dimostra anche dai servizi che offre non solo ai suoi cittadini, ma ai visitatori che la scelgono come meta. Dobbiamo risvegliare e accogliere ogni contributo di idee, provocazioni, suggestioni che possono giungere dalla societ civile. Il successo di Expo 2015 dovr essere di tutti, di quanti amano la nostra citt e fanno di tutto per renderla sempre pi bella e attrattiva. *Assessore alle Attivit Produttive al Comune di Milano
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meglio spendere per interventi migliorativi piuttosto che per inutili pezzi di carta. Altro esempio, sempre vicino a noi: il limite di 70 km lora introdotto dalla Provincia sulle tangenziali e poi abolito. Tecnicamente incerto se viaggiando a 70 km lora si inquini meno o pi che a 90km lora. Si trattava dunque di un altro editto motivato solo dal desiderio di apparire ecologico, senza considerare gli aggravi per il traffico. Non so se le multe pagate dai 500 sfortunati abbiano coperto i costi per la Provincia di cambiare due volte tutti i cartelli segnaletici. Il peggior inquinamento sulle autostrade non deriva dalla velocit quanto piuttosto dalle code di 20-30 km di veicoli quasi fermi che possono vedersi ogni mattina e ogni sera tra i caselli di Torino e di Sesto. Perch non impegnarsi in sistemi di gestione del traffico, ad esempio imponendo a intervalli lo spegnimento dei motori, per ridurre questa enorme fonte di inquinamento? Ma, anche in questo caso, gesti-
re assai pi difficile che emanare editti! Un ultimo esempio: la normativa regionale per la sostituzione dei tetti con presenza di amianto. Molti vecchi tetti con percentuali di amianto sono coperti da patine tali che pu non esservi alcuna significativa dispersione di particelle pericolose. Esistono macchinari sofisticati per valutare la qualit dellaria, e in molti casi si rileva che la concentrazione di particelle di amianto dai tetti insignificante, non superiore a quella rilevabile in ogni altro luogo della citt. Sostituire questi tetti comporta un altissimo costo, con nessun vantaggio per la salute. Ma la normativa regionale non si basa sulle rilevazioni dellaria bens su alcuni semplici parametri che finiscono per imporre comunque, quasi sempre, la sostituzione di tetti con una qualche percentuale di amianto. Emanata la norma, i consiglieri regionali si sentiranno campioni di rigore ecologico.
Peccato per che non si siano preoccupati di approntare discariche per il materiale rimosso, cosa molto pi impegnativa che scrivere una bella leggina. Per smaltire secondo norma le molte tonnellate di materiale dalla Lombardia occorre portarlo in Germania, verso cui partono sette - dieci TIR al giorno con costi altissimi (vedasi il Corriere della Sera, 27 marzo). E lAMSA denuncia che prassi molto diffusa quella di scaricare il materiale in discariche abusive: non sarebbe meglio allora, anche per la salute, lasciarlo sui tetti, se non nuoce, con enormi risparmi per tutti? Le ASL potrebbero valutare, caso per caso, con i macchinari citati, se le dispersioni di particelle siano o meno rilevanti. Ma anche in questo caso ci comporterebbe un impegno gestionale rilevante, assai pi difficile dellemanazione di una semplice tabellina in base alla quale decidere se occorra rimuovere lamianto.
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perch una parte notevole del patrimonio edilizio esistente (uffici, scuole, istituzioni) pubblico, ed spesso in condizioni fisiche fatiscenti e responsabile di grossi sprechi energetici, che paghiamo tutti. Il protocollo chiarisce anche le modalit di intervento. Si affida a unazienda tipo ESCo (Energy Service Company) sia laudit che gli interventi necessari a migliorare lefficienza energetica degli edifici: lazienda anticipa gli investimenti necessari a ridurre il consumo energetico, e si ripaga incassando per un certo numero di anni la differenza tra i consumi precedenti e quelli ridotti. Questo sistema consente di trasformare lo spreco (leccesso di consumo causato da edilizia e impiantistica obsolete) in investimento (gli interventi da realizzare per ridurre lo spreco) a costo zero per lamministrazione, con la certezza di un consistente risparmio economico per lente negli anni successivi alla scadenza del contratto con lESCo. Non solo, ma la diffusione di questo sistema amplierebbe il mercato per il sistema produttivo e creerebbe nuove opportunit di lavoro, oltretutto in un settore virtuoso e tecnologi-
camente avanzato. Inoltre avrebbe un forte valore educativo sulla popolazione, visto che il metodo applicabile anche alledilizia privata. Riuscir a decollare questa iniziativa? Se mancato qualcosa ad avviare prima questo processo, con o senza protocolli di intesa, non sono n i vantaggi che offre, n i soldi. E la volont (o la capacit) politica di metterlo in atto, e quel minimo di organizzazione interna necessaria al coordinamento tra le aziende e le eventuali ESCo. Temo che il problema di fondo sia una mancanza di volont politica, che frutto di una scelta precisa, in quanto rispecchia la visione paleocapitalista che ha dominato e tuttora domina il governo del nostro territorio. Questa visione rozza ben espressa dal PGT di Milano, che identifica la ricchezza e la qualit dellambiente della citt nella quantit di nuovi metri cubi costruiti. Visione perseguita malgrado levidente fallimento del Piano Casa che lo anticipava. Visione pericolosa, perch mentre il miglioramento della qualit delledilizia esistente e la riduzione degli sprechi fa muovere la piccola e media impresa, e con esse leconomia pulita e civile, con ri-
carichi, parassitismo e rendite di posizione ridotti al minimo, non si pu dire lo stesso delle grandi operazioni immobiliari, o di opere come il maxi-tunnel di attraversamento, tavole imbandite apposta per soddisfare ogni forma di appetito. Il mancato raggiungimento degli obiettivi del PEC non dunque un caso. Se la maggioranza dei cittadini ancora crede che per non sprecare energia basta mettere i doppi vetri e cambiare le lampadine, che la limitazione del traffico nociva perch da fastidio ai negozianti, perch chi ha finora governato il territorio non ha interesse a vedere molto pi in l di cos. E lo dimostra nei fatti. Basta farsi un giro dalle parti della stazione Garibaldi verso le undici di sera, quando gli impiegati sono tutti a casa, e guardare il nuovo grattacielo della Regione con le luci accese ai piani pi alti, non si sa per il bene di chi. Per incominciare a soddisfare lundicesimo comandamento chi sta governando oggi il territorio lombardo ne deve ancora imparare di cose...
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Quanto peser elettoralmente la polemica sui manifesti di Lassini? Niente. tipico del centro destra con lapprossimarsi delle elezioni cercare di coprire il pi ampio spettro di opinioni. Cos il buon Lassini se da una parte ha galvanizzato i pi duri dallaltra ha offerto la palla alla Moratti per non essere schiacciata su Berlusconi. Sembra quasi pensata apposta e del resto pare improbabile che non si sapesse di quel testo. Berlusconi vuole politicizzare le elezioni milanesi, trasformarle in un referendum pro o contro di lui. Con questa strategia ha sempre vinto. Gli strateghi del centro sinistra milanese dicono che non bisogna parlare troppo di politica ma sfidare la Moratti sulle cose da fare. Ho qualche dubbio. Anche de Gaulle fu
mandato a casa con un referendum. Pisapia poi di amministrazione mastica poco e buona parte dei candidati del centro sinistra non ha mai amministrato neanche un condominio. Ma quello che mi convince di pi sullaccettare la sfida di Berlusconi che se gli strateghi del centro sinistra sono contrari, visto che sono sempre gli stessi da anni e che non hanno mai vinto, fare lopposto di quello che propongono potrebbe essere vincente. Nella gara a sindaco non si deve dimenticare i tanti che ci hanno provato senza riuscirci, alcuni senza lasciare traccia altri facendoci divertire altri ancora incazzare. Lelenco che segue esaustivo; curiosamente molti sono ancora tra noi: Antoniazzi Sandro - Armand Arman - Ballabio Giorgio Maria Carlo -
Bassetti Piero - Bontempelli Sergio Borghini Giampietro - Bossi Angela - Bucci Giovanni - Carelli Attilio Carluccio Stefano - Cito Giancarlo Colombo Valerio - Crespi Ambrogio - Dalla Chiesa Fernando Romeo detto Nando - De Corato Riccardo Di Pietro Antonio - Fabbrini Giovanni - Fatuzzo Carlo - Ferrante Bruno Fracca Cesare - Frisoli Ugo - Fumagalli Romario Aldo - Gaiardoni Sante detto Gagliardone - Gay Umberto - Gozzoli Sergio - Maiolo Tiziana - Marinoni Antonio - Moratti Milly - Occhionorelli Camilla - Pagliuzzi Gabriele - Prosperini Pier Gianni - Saibene Alberto Beniamino - Santerini Giorgio - Sarao Ugo Schultze Giorgio Carlo - Staiti Di Cuddia Delle Chiuse Tomaso Stroppa Claudio - Teso Adriano Testa Arturo - Tordelli Marco Paolo Alfredo - Vangeli Pietro
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rado, quando si sa che a Milano vi endemica carenza di ambienti pubblici capaci di accogliere le molte e auspicate manifestazioni culturali. Ulteriore prova di quanto poco sia apprezzata e valorizzata la nostra citt, ricca di risorse e di beni ancora troppo poco conosciuti.
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Ti scrivo perch siamo molto preoccupati per la strategia della tua campagna. Tutti, prima di tutti Berlusconi, considerano questa elezione una prova generale per la Nazione. Proprio perch la Nazione in pericolo su ogni fronte: la giustizia, la scuola, il lavoro, il futuro di una generazione, le industrie, la cultura, la stessa Costituzione, l'anima della Nazione, chi si presenta per l'elezione del nuovo Sindaco di Milano ha il dovere morale di fare tutto il possibile per vincere, per il bene di Milano e per l'Italia. Siamo sicuri che stai dando tutto te stesso per vincere. E' evidente l'energia e l'impegno che stai dimostrando, per esempio l'importanza del confronto faccia a faccia che hai chiesto di fare in televisione con la Moratti che dice di non avere "niente di nuovo" da presentare ma vuole solo "finire tutte le cose che ha iniziato". No comment!! Caro Giuliano, sei grande, e hai una base appassionata che ti sostiene, ma la tua base purtroppo limitata a una tua sinistra, poco allargata. Per vincere hai bisogno di attirare quel 35% dei votanti, quella borghesia milanese delusa con la Moratti, ma che non stanno dalla parte del bravo Nichi Vendola. Sono quegli indecisi, tanti, di cui hai bisogno, tutti quelli che potrebbero andare al mare invece di votare. Ci sono dei voti pronti per te che non stai sfruttando pubblicamente. Ed ' ovvio. Sono tutti quei voti che tu non hai preso nelle primarie. Sono i voti andati principalmente all'architetto Stefano Boeri e quelli che hanno votato nelle primarie per Valerio Onida, il costituzionalista. Mettendo insieme quelli che hanno votato per te con quelli che hanno dimostrato la loro preferenza per Boeri e Onida farebbero la base per una tua vittoria. Non solo, voi tre insieme, ognuno con la sua propria immagine, accattivereste i voti di quella borghesia milanese delusa dal Sindaco, che lo ha votato cinque anni fa. Sei fortunato: Boeri e Onida sono tutti per te Sindaco, ma tu non dimostri a quei votanti indecisi che hai abbastanza stima per loro. Non solo, dai l'impressione che Boeri e Onida non potrebbero essere influenti nel tuo governo di una nuova Milano. Ancora peggio, crea il sospetto che tu non li giudichi abbastanza di sinistra. Stiamo cercando di convincerti che per vincere devi allargare la tua base, creare un TEAM VINCENTE che potrebbe illuminare la fantasia e le speranze della maggioranza dei milanesi, compresi quelli del "centro". Un messaggio anche alla Nazione, perch questa elezione, se tu la vinci, darebbe un segnale forte, una luce di speranza per tutta l'Italia. Stefano Boeri e Valerio Onida sono figure gi ben note e rispettate dal pubblico. Non ci sono persone nella tua lista che hanno ancora acquistato una presenza pubblica. C' poco tempo, ma sei ancora in tempo per lanciare IL PISAPIA TEAM. Noi suggeriamo, per creare una strategia vincente, una strategia necessaria per vincere, che potresti chiedere a Stefano Boeri di essere il tuo Vice Sindaco, e Valerio Onida di essere l'Assessore a un nuovo Assessorato alla Legalit, la Giustizia e l'Anti Mafia. Per quello che sappiamo, non si mai visto un aspirante Sindaco presentarsi con unimmagine cos originale ed eclatante. Sarebbe unimmagine che creerebbe fiducia. I tre ex-candidati alle primarie uniti dietro un unico programma. Infatti avete presentato dei programmi non essenzialmente diversi. Si potrebbe immaginare un manifesto con voi tre insieme: IL PISAPIA TEAM, c' aria nuova a Milano. Potete risponderci? Puoi dirci le tue idee in merito? Grazie. PS. Sono un americano da New York, ex pubblicitario, padre di Rossana Casale, la cantante.
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Musica religiosa?
Dopo aver ascoltato - la settimana appena trascorsa - le esecuzioni delle due Passioni e dellOratorio di Pasqua di Bach (e anche, grazie al bicentenario della nascita, molte opere di Liszt degli ultimi anni, quelli in cui, rinunciando alle lusinghe mondane, diventa abate per riflettere sulla vita e sulla morte) ci siamo posti alcuni problemi relativi al concetto di musica sacra, chiedendoci se essa appartiene al genere di musica a soggetto, come per esempio il melodramma, il lied romantico o paradossalmente anche le marce militari. Cio a quelle musiche che, pi che nascere da un libero impulso del compositore, si prefiggono a priori lo scopo di descrivere o provocare, o semplicemente analizzare, sentimenti e passioni, dunque di trasferire stati emotivi allascoltatore. Vorremmo anche capire come sia possibile che inossidabili atei si lascino letteralmente rapire dal Nisi Dominus di Vivaldi, che algidi cinici si commuovano per il mal damore di Mim e Rodolfo, o che rigorosi pacifisti si inebrino allascolto della fanfara dei bersaglieri. Perch, dunque, queste musiche cosiddette religiose riescono ad attrarre e commuovere anche coloro che non nutrono alcun sentimento religioso? Qualche anima bella dir che, loro malgrado, risveglia sentimenti sopiti o repressi, intrinseci alla natura dei mortali. Ma facciamo molta fatica a credere che la Passione, cos come la racconta Bach, con lelementarit di quei testi da una parte e lardita complessit della struttura musicale dallaltra, possa provocare in un ateo - che la ritiene una poetica leggenda - sentimenti di amore e di piet verso la figura del Cristo. Cos come non crediamo che il raptus damore raccontato da Puccini smuova lanimo incallito di un misogino e lo faccia finalmente innamorare. Allora forse la bellezza delle Passioni e degli Oratori bachiani ha poco da spartire con il sentimento religioso, sentimento che probabilmente neppure Bach provava se crediamo allinterpretazione che Piero Buscaroli d della sua vita, del perenne tentativo di sciogliersi dagli impegni ecclesiali, dellaspirazione a una vita di Corte dove potersi esprimere liberamente, senza soggiacere alle regole della liturgia. Una bellezza, dunque, che non avrebbe nulla a che vedere n con il sentimento religioso dellautore n con quello dellascoltatore, la cui
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emozione non dipende dalla fede o dallinclinazione al misticismo. Daltronde possiamo immaginare un grande musicista giapponese o indiano, che non si mai avvicinato al cristianesimo, che dirige il Messia di Hndel, magari la notte di Natale nella Basilica di Betlemme? Non potrebbe farlo in modo eccellente? E in tal caso sarebbe linterprete di una meravigliosa pagina musicale o anche dei misteri della fede cristiana? Interrogativi cui non facile dare risposta, e rileggersi Il bello musicale di Eduard Hanslick (1854) o Lesperienza musicale e lestetica di Massimo Mila (1950) - due fra le pi note indagini sul rapporto fra musica e sentimento - non di grande aiuto. Per quanto siano stati straordinari rivelatori di valori e significati universali della musica, Hanslick e Mila non hanno potuto misurarsi con le contaminazioni e con le contraddizioni che caratterizzano questi anni complessi. Eppure, almeno in parte, una risposta vogliamo azzardarla. La musica, come tutte le arti, il prodotto della creativit di individui geniali che normalmente non sono consapevoli n della loro grandezza n - tantomeno - delle fonti della loro creativit, e spesso la loro opera in contraddizione con la loro esistenza. Ad esempio la musica di Wagner per fortuna ha poco a che vedere con il suo lugubre antisemitismo conformista, il Requiem ha da spartire meno di quanto appaia con limprobabile religiosit di Mozart come il Flauto Magico con la sua dichiarata passione massonica ed egualmente difficile dire se le Kinderszenen discendano dallamore di Schumann per i bambini o le sinfonie di Mendelssohn dalla sua fede ebraica. La musica religiosa ha in s dunque i caratteri di qualsiasi altra musica e sovra di essa possiamo esprimere solo giudizi estetici. Non il soggetto che attribuisce senso alla musica; la Passione secondo Matteo una musica straordinaria a prescindere dalla vicenda di cui si occupa, tanto da commuovere sia gli atei che i credenti e da lasciarsi eseguire e interpretare anche da chi lontanissimo dai valori incarnati da Martin Lutero. Prendiamo la musica per quella che , senza farci distrarre dagli esegeti che cercano di darle un senso spettegolando nella biografia degli autori, o discettando su titoli che non sempre sono stati voluti dallautore, o anche elucubrando sui testi che sostengono le note. Daltronde le guide che accompagnano le visite ai musei, anche quando sono colte e preparate, non fanno godere di pi le opere che illustrano; se sappiamo gi quel minimo che occorre sapere, meglio non essere distratti dallintimo e personale godimento al quale aneddoti, paragoni e interpretazioni altrui aggiungono assai poco. La musica solo musica, fatta esclusivamente di suoni, ritmi, timbri, accenti, coloriture, ed bello goderla in libert, senza condizionamenti o suggestioni, o interpretazioni estranee alla sua intrinseca essenza. Linterpretazione di chi la esegue sullo strumento gi una (necessaria) violenza, non sempre una restituzione fedele, raramente un felice arricchimento, e non ha bisogno di ulteriori didascalie. Forse non ha bisogno neppure dei testi.
Musica per una settimana * gioved 28, venerd 29 e domenica 1, allAuditorium di largo Mahler lorchestra sinfonica diretta da Tito Ceccherini esegue il Concerto per pianoforte e orchestra di Ravel (pianista Roberto Cominati), Sinfonia e Cielo dal Pater doloroso di Sylvano Bussotti, Iberia di Debussy e, in chiusura, il Bolero di Ravel * marted 3, al Conservatorio per la Societ del Quartetto, concerto interamente dedicato a Vivaldi dallensemble Europa Galante, direttore e solista Fabio Biondi * mercoled 4, sempre al Conservatorio ma per la Societ dei Concerti, la Sudwestdeutsche Philarmonie diretta da Vassilis Christopoulos esegue il primo Concerto per pianoforte e orchestra di Tschaikowskij (solista Beatrice Rana) e la Quinta Sinfonia di Beethoven * gioved 5, venerd 6 e domenica 8, allAuditorium lorchestra sinfonica diretta da Junichi Hirokami esegue il Concerto per violino e orchestra di Schumann (violinista Kolja Bacher) e la Decima Sinfonia di Mahler nella versione di Cook * sabato 7, sempre allAuditorium, un recital di Paolo Restani che esegue di Brahms le Variazioni opera 9 su tema di Schumann e opera 35 su tema di Paganini, Ungarns Gott di Liszt per concludere con 3 Preludi opera 32 e Sonata n. 2 opera 36 di Rachmaninov * domenica 8, alle 10.30 alla Palazzina Liberty, concerto di musiche rinascimentali per la stagione cameristica di Milano Classica
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Milano in carta e cartone
Vivere e pensare in carta e cartone tra arte e design, questo il titolo della mostra esposta al Museo Diocesano fino al 29 maggio. Un inedito connubio, quasi tra sacro e profano, che porta il Museo a stretto contatto con opere darte e oggetti quotidiani nuovissimi fatti con materiali di riciclo. Unoccasione che permette di visitare, con lo stesso biglietto dingresso, anche le collezioni permanenti del Museo, la mostra su cui tante polemiche sono nate, Gli occhi di Caravaggio, la mostra Cruciale di Giulio Iacchetti e lesposizione sul design, inizialmente legata al Salone del Mobile. Unesposizione, questa, ideata e curata da COMIECO, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ovvero, una mostra di oggetti fatti di carta e cartone riciclato, declinati in arte e design. 21 sono gli artisti coinvolti nella rassegna, come Perino&Vele e Pietro Ruffo, mentre 23 sono i designer presenti, con nomi internazionali quali Frank O. Gehry e una moltitudine di italiani giovani ed emergenti come Marco Giunta, Giorgio Caporaso e Nicoletta Savioini. La carta esce dallottica di semplice materiale comune, quotidiano, per diventare mezzo e veicolo di nuove costruzioni e idee funzionali, decorative e innovative. Si spazia dalle costruzioni in cartone e cartapesta, pi tradizionali, a opere realizzate con il taglio al laser, in un panorama che comprende tecniche antiche e moderne. Si potranno cos ammira-
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re O, opera darte traforata e creata con ritagli fotografici, Aria, di Marco Corsero, una sagoma rannicchiata scavata tra decine di libri, Lultima cena con pistola di James Hopkins tra le opere darte, ma anche tantissimi oggetti di design, come i tavolini per bambini di A4Adesign, sedie di cartone, le sedute allungate di Molo design, librerie, gli anelli e i bracciali di Sandra Di Giacinto, manichini, vasi e coprivasi di Ulian e Mari, lampade, le cornici di Andrea Gianni e la poltrona di Ghizzoni. Tutti rigorosamente di carta riciclata. Un percorso di ricerca che dura da pi di dieci anni, curato da Comieco e che oggi conduce a questi nuovi prodotti. Ma solo linizio. La mostra, curata dal direttore del Museo Diocesano Paolo Biscottini con il sostegno della Galleria Rubin, si inserisce in un ideale percorso nellambito di Milano di carta, a cura sempre di Comieco, che vede la carta protagonista di tante iniziative originali, in una commistione tra arte, design, musica e iniziative culturali, iniziato con il Salone del Mobile ma che durer fino a fine maggio. Perino&Vele esporranno fino al 17 luglio presso la Fondazione Pomodoro le loro opere fatte di cartapesta nella mostra Luoghi comuni, 25 opere per ripercorrere diciassette anni di carriera; si continua con CArte, dal 3 al 30 maggio presso lAcquario Civico, dove la carta diventer ispiratrice per la realizzazione di oggetti in ceramica. Il quarto appuntamento sar il 21 maggio, con la manifestazione Abi-tanti, una performance collettiva in cui i protagonisti saranno tanti piccoli oggetti-robot di legno rivestiti con materiali di scarto e recupero, nellambito di Milano Green Festival. Il 30 maggio, allinterno del progetto Sans Papier ci sar un concerto con strumenti di carta e cartone, con sette ballerine e performer. Gran finale con la mostra Fashionin paper 2011, mostra itinerante di abiti, gioielli e accessori di moda e design realizzati in carta da studenti delle scuole italiane di design, accademie e universit.
Arte e design. Vivere e pensare in carta e cartone, Museo Diocesano, fino al 29 Maggio 2011, Intero 12 , ridotto 10 , mar-dom.
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giosi, raccolti in Avverati - A dream come true, curata da Beppe Finessi. Un percorso visivo, omaggio alla creativit e al design nelle vie della moda.
prima volta al Salone del Mobile e hanno ideato una mostra a cielo aperto. Giovani designer hanno esposto le loro creazioni per strada e nelle vetrine dei marchi pi presti-
Principia. Stanze e sostanze delle arti prossime. Piazza Duomo, fino al 1 maggio. Lun-dom ore 10-20, giov fino alle 23. Ingresso gratuito.
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di Giacometti: sempre in subbuglio, sempre affaccendato in pi progetti contemporaneamente. Il tempo e lo spazio non gli bastavano mai, perennemente insoddisfatto delle sue creazioni, sempre alla ricerca della testa perfetta, come dice lartista stesso in una video intervista. Ecco perch sulle pareti dello studio e della sua casa si possono vedere ancora oggi abbozzi e schizzi preparatori delle sue opere. Ogni superficie era un utile supporto creativo. Esposti in mostra troviamo 95 opere in cui la moglie, i fratelli, il nipote, gli amici, sono tutti trasformati in busti modellati prima in argilla e poi in bronzo, lavorati con le dita, scavati nella carne, immagini famigliari che lartista ha modellato in tutta rapidit, rispondendo ad unurgenza interiore. Teste e busti che dagli anni 40 in poi diventano di dimensioni minuscole, piccolissime, sovrastate quasi dal loro piedistallo, cambiamento che si pu legare alla prematura morte della sorella Ottilia, davanti alla quale luomo e larte nulla pu fare, se non rendersi conto del-
la propria piccolezza e fragilit. Presenti anche opere di dimensioni maggiori e ben famose, quali Homme qui marche, Femme debout, corrosa ed evanescente, e Femme de Venise. Sculture sottili ma allo stesso tempo pesanti: per colore, prevalentemente il nero, per materiale, il bronzo, ma soprattutto per i sentimenti che esprimono: malinconia, inquietudine, tristezza. Gli occhi non sono mai stati cos tanto lo specchio dellanima. Sono energumeni che prendono forma dalla materia grezza, ma che al tempo stesso rischiano di far ritorno a questa materia, sgretolandosi. Figure esili e precarie, appunto, create da Giacometti sulla scia del suo interesse per la filosofia esistenzialista. Non a caso era amico di Sartre. Lo dichiara lui stesso: La fragilit insita negli esseri umani () sempre con la minaccia di crollare. Lo stare in equilibrio, il compiere movimenti per Giacometti una meraviglia e un miracolo continuo. Sculture ma non solo per. Una sezione ampia e importante dedicata
ai disegni e ai dipinti che il maestro cre per tutta la vita. Schizzi veloci, approntati su fogli qualunque, giornali, ricevute, libri, ma anche copie di opere classiche, studi preparatori, svaghi creativi. I dipinti infine rimarcano di nuovo la dimensione tutta famigliare dellopera di Giacometti, riproponendo gli stessi soggetti, in una pittura che un omaggio a Cezanne, a Boccioni, nei ritratti della madre, a Braque e a Francis Bacon. Alcuni ritratti sembrano fatti dalla sua stessa mano. Unesposizione curata e ambiziosa, che vuol dare una visione globale del lavoro di Giacometti, della sua dimensione lavorativa (lo studio sempre sullo sfondo), e della sua vita privata, cos inscindibilmente legata alla sua arte.
Giacometti. Lanima del Novecento. Fino al 5 giugno, MAGA - Museo Arte Gallarate, Orari: 9.30 19.30 mar-dom. Chiuso lun., Costi: intero 9 , ridotto 6
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mi anni romani. Al momento, per motivi tecnici, il quadro non ancora per esposto in mostra. Lo si attende con impazienza ma da sottolineare come la presenza o meno di quellopera non alteri il senso di unesposizione che per la prima volta mette in luce le origini davvero
lombarde del Caravaggio, mettendo fianco a fianco opere di pittori lombardi e veneti che il Merisi vide e di cui serb memoria per tutta la sua breve, ma assolutamente rivoluzionaria, esistenza.
Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano. Museo Diocesano. Dal 10 marzo al 3 luglio. Orari: 10-18. Chiuso luned. Intero: euro 12. Ridotto: euro 10.
Gli impressionisti. I capolavori della Clark Collection. Palazzo Reale 2 marzo 19 giugno 2011 Orari: lun. 14.30 - 19.30. Mar, mer, ven e dom 9.30 -19.30. Giov e sab 9.30 - 22.30 Biglietti: Intero 9,00. Ridotto 7,50
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la delle feste, dove sono stati ricostruiti anche due esempi di apparati effimeri. Laustera Milano di san Carlo Borromeo era per anche la Milano degli sfrenati festeggiamenti del Carnevale, delle mille occasioni per inscenare balli, feste pubbliche, tornei e sfilate in costume. Arcimboldo fu un grande ideatore di eventi e costumi speciali, tanto che si pensa sia stata la sua abilit in questo campo a farlo conoscere allimperatore; in questa sezione sono presentati alcuni disegni originali (in ogni senso) di vestiti e modelli per apparati trionfali dedicati a Massimilano II. LArcimboldo ebbe un gran successo presso la corte asburgica, tanto che lo volle presso di s anche il successore di Massimiliano, Rodolfo II, che decise di lasciarlo tornare in patria solo a 61 anni, come ci dice in modo camuffato lArcimboldo stesso in un suo bellissimo autoritratto, con la promessa per di continuare a mandargli dipinti e disegni. Eccolo dunque creare le sue opere pi ammirate dai contemporanei, la Flora (ora dispersa), e il Vertunno, straordinario ritratto dellimperatore in veste del dio, creato attraverso frutti composti insieme e osannato dagli umanisti del tempo attraverso rime, madrigali e panegirici. Oltre che alle teste ridicole, il Bibliotecario e il Giurista, mezzi busti creati con gli elementi tipici del proprio mestiere, Arcimboldo dipinse anche due bellissimi esempi di teste reversibili, lOrtolano e la Canestra di frutta. Se guardati a prima vista, le composizioni sembrano rappresentare solo una banale natura morta. Se rovesciati, appunto, questi due dipinti ci mostrano nuovamente due ritratti, due volti, creati con un perfetto assemblaggio di ortaggi e frutta. Un divertissement pregiato e ricercato per lepoca. Si arriva infine allultima opera di Arcimboldo, tra laltro di recente scoperta e attribuzione: la Testa delle quattro stagioni dellanno, un mix di tutti gli elementi naturali gi usati in precedenza, per andare a creare forse la sua opera somma. Chiss che il giovane Caravaggio, che abitava a poca distanza dal grande artista, non abbia visto le sue nature morte assolutamente innovative e moderne, e sia partito proprio da l per ripensare, a suo modo, questo tema. Insomma una mostra ben curata, scientificamente innovativa, che anche grazie allallestimento assolutamente suggestivo, permetter di comprendere appieno e sotto nuova luce unartista per molti secoli ingiustamente dimenticato. Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio. Palazzo Reale, 10 febbraio 22 maggio 2011 Orari: tutti i giorni 9.30-19.30, Luned 14.30-19.30, Gioved e Sabato 9.30-22.30. Costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
Si arriva infine a quelli che sono i dipinti pi famosi e ammirati dellArcimboldo, le Quattro Stagioni, qui presenti nelle tre versioni esistenti, quelle di Monaco, di Vienna e del Louvre. Unoccasione unica per confrontarle e vederne gli sviluppi stilistici, con anche una nuova scoperta. Si ritiene infatti che la prima versione, quella di Monaco (1563), sia stata fatta dal giovane Arcimboldi a Milano e portata come dono di presentazione agli Asburgo nel 1562. Non pi dunque unorigine doltralpe, ma unulteriore conferma che le Stagioni si situano nella tradizione milanese delle teste iniziata da Leonardo e analizzata nella prima sezione. Oltre alle Teste, si potranno ammirare anche i Quattro Elementi, mezzi busti umani ma costruiti con oggetti e animali relativi ai diversi elementi naturali: pesci e animali marini per lAcqua, armi da fuoco, candele e acciarini per il Fuoco, una incredibile variet di volatili per lAria, elefanti, alci e cinghiali per la Terra. Animali studiati nel dettaglio di cui si possono riconoscere fino a cinquanta specie diverse per opera. Arcimboldo come straordinario pittore naturalista in linea con gli interessi del secolo. Passando attraverso i disegni degli accademici della Val di Blenio, che aprirono la tradizione della poesia dialettale milanese e ripresero le teste di Leonardo in senso fortemente caricaturale, si arriva alla sa-
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lestino V, colui che fece per viltade il gran rifiuto. Dante ha punito ferocemente la rinuncia del Pontefice. Moretti, sicuramente consapevole della inarrivabilit del sommo poeta, attraverso uno sguardo laico, forse ateo, riuscito a commuoverci, a divertirci, a coinvolgerci con il grande merito di astenersi da qualunque giudizio morale. Marco Santarpia In sala a Milano: Anteo, Apollo, Colosseo, Eliseo, UCI Cinemas Bicocca, UCI Cinemas Certosa.
bollente mentre lui pu esprimere tutta la creativit del regista sicuramente pi abile a intrattenere che ad ascoltare. Il torneo mondiale di pallavolo, le partite a scopa, le sedute di gruppo con cardinali insonni e depressi fanno parte di un sagace piano imbastito per mostrarci il lato divertente di persone troppo spesso ingabbiate in un protocollo eccessivamente rigido. Moretti sembra cos avvalorare le parole di Leonardo Sciascia in Todo Modo: il prete che contravviene alla santit o, nel suo modo di vivere, o addirittura la de-
vasta, in effetti la conferma, la innalza, la serve... Michel Piccoli superlativo nel rappresentare un uomo che comprende nel profondo l'importanza della sua figura di guida per milioni di persone e che, nonostante questo, ci mostra la sua umilt ammettendo il limite di colui che in grado di seguire senza poter essere seguito. Il suo sguardo smarrito, la sua capacit di rendere volutamente faticosa la pronuncia di qualsiasi parola ci donano consapevolezza del suo apporto fondamentale alla pellicola. Durante la visione di Habemus Papam, non si pu non pensare a Ce-
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