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L.B.G.- PARTITO DEMOCRATICO & CO. LA CACCIA AI CIRCOLI Edoardo Ugolini NORDAFRICA: LA LOMBARDIA SI FERMA? Walter Marossi CANDIDATI E LISTE. PI RIDICOLO CHE DRAMMATICO Ferruccio Capelli CASA DELLA CULTURA. ANCHE SCUOLA DI POLITICA Giuseppe Ucciero PISAPIA: CASA BATMAN E GLI OBBLIGHI DELLA NOMINATION Ferruccio Capelli CASA DELLA CULTURA. ANCHE SCUOLA DI POLITICA Luigi Corbani DARSENA 1980: ACQUA MUSEI CULTURA DELLA CITT Valentino Ballabio MILANO: LA LOCOMOTIVA FERMA Sandro Antoniazzi PAT E SINDACATO INQUILINI Stefano Ferri PISAPIA AL GRATOSOGLIO Mario Bellini MODA: DI CHI LA CITT
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MARIO BOSELLI. GLI SPAZI DELLA MODA MASSIMO CACCIARI. SCUOLE DI POLITICA PER CHI
MUSICA IL FLAUTO MAGICO - La regina della notte
trascrizione per tromba tromba: Maurice Andr
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA Paolo Schipani e Marco Santarpia
Mondo 1.966.515.000 29 % Europa 475.070.000 Italia Africa Egitto 30.026.000 110.932.000 17.060.000 58 % 52 % 11 % 21 % 14 % 34 % 6%
Al Arabyia e Al Jazeera, in unarea con una notevole uniformit di lingua, hanno portato, tramite satellite, informazioni che le TV di stato, controllate dai regimi, non diffondevano. A oggi, in questi Paesi, le news di Al Jazeera sono considerate dal 53% della popolazione il telegiornale. La penetrazione di Internet, su telefono mobile e non, ha fatto circolare velocemente le informazioni, favorendo la comunicazione tra una popolazione diffusa su un territorio troppo vasto per creare una vera e propria comunit. Ecco i dati, incerti ma di sicuro indicativi al 2010 (e sufficienti al nostro bisogno), di
Internet World Stats (http:// www.internetworldstats.com/) Queste evoluzioni tecnologiche hanno facilitato la nascita e organizzazione dei movimenti popolari, nati da un disagio economico e da mancanza di democrazia. Queste evidenze mettono in luce come il controllo dei media e delle informazioni sia stato e sia obiettivo primario del potere politic0 ... non solo in Nord Africa Tornando allanalisi economica, linterscambio commerciale tra il nostro paese e il Nord Africa, come rappresentato nella seguente tabella (Istat), in media il 3.9% del totale delle esportazioni, ma con un meridione e isole che esportano tre volte di pi del totale export verso quellarea geografica.(9.2%) rispetto al Nord Italia. Una crisi del Nord Africa dunque graverebbe maggiormente sul Meridione dItalia e solo in misura minore sul resto del paese, aggravando in tal modo il divario gi presente tra le diverse aree geografiche italiane. (vedi tabella 1) A livello nazionale i dati mostrano, invece, che il peso del Nord Africa come partner commerciale dellexport assai maggiore per il Nord Italia in termini nominali. Fatto 100 il totale delle esportazioni italiane (espresse in valore) verso il Nord Africa quasi il 59% viene dal Nord Italia (est e ovest) mentre il 25%dal Sud Italia e Isole e solo il 15.6% dal Centro Italia. A livello di sistema Italia dunque un Nord Africa fermo peserebbe pi sul Nord Italia in termini assoluti, tabella 1
negando la suggestione di un Nord che si possa disinteressare della faccenda nord africana maggiormenete del SUD che geograficamente limitrofo. (vedi tabella 2) Questi dati mostrano che una eventuale, ma non improbabile, contrazione degli scambi commerciali verso il Nord Africa colpirebbe in maniera pi sensibile il Sud Italia e le Isole che hanno una percentuale maggiore dei loro scambi verso i paesi della costa Sud del Mediterraneo, ma in termini nominali il Nord Italia verrebbe invece maggiormente colpito, e che comunque il sistema Italia sarebbe sotto pressione. Diversa infine anche la scomposizione per prodotti merceologici tra Nord e Sud Italia. Le esportazioni del Nord Ovest sono per la quasi totalit (99.6%) prodotti trasformati e manufatti e le importazioni sono principalmente minerali energetici e non (70% circa del totale), mentre per il Sud e Isole questo dato rappresenta l80% circa (79.8%), export, e 14% (Import). Il Sud Italia ha dunque una maggiore diversificazione degli scambi commerciali, come mostra la tabella, essendo cos pi estesamente vulnerabile a un collasso della regione al sud del mediterraneo e soggetto a una pi diffcile sostituibilit del partner commerciale. (vedi tabella 3) Il ruolo della Provincia di Milano e della Lombradia nellexport primario in Italia: (vedi tabella 4). Dunque un intervento preventivo da parte delle nostre amministrazioni centrali, ma anche locali, regione,
provincia e comune sarebbe auspicabile, al fine di sensibilizzare il ministero competente e organizzare una rete di protezione alle aziende che sono maggiormanet esposte verso quei paesi al fine di evitare soccorsi in extremis e garantire la stabilit e la crescita economica del territorio. E auspicabile avere una amministrazione che intervenga coinvolgendo lAccademia, e le tante risorse del territorio per espletare il suo ruolo dindirizzo e supporto alla economia locale di fronte a situazioni politiche e sociali che potrebbero avere una cos forte incidenza sul nostro territorio e sul tenore di vita dei cittadini, individuando il partner commerciale sostitutivo sia nella stessa area geografica sia in unaltra, avviando e favorendo accordi commerciali con le nuove amministrazioni di quei paesi, associando imprenditori esposti allarea al fine di creare ununit di crisi che fornisca soluzioni operative. Gli anglosassoni chiamo preemeptive un intervento che appuntopreventivo ed questo che ci si deve augurare, poich gli interventi reattivi (in contrapposizione a quelli preventivi) che purtroppo hanno spesso contraddistinto alla nostra storia e azione economica (e non solo), non hanno quasi mai lefficacia e lincidenza che gli altri producono. Uomo avvisato, mezzo salvato, si usava dire, e si dovrebbe ancora oggi.
tabella 2
tabella 4
tabella 4
tabella 3
In t e rsc a mb io c o mme rc ia le in va lo re It a lia N o rd - o c c id e n t a le - [ A f ric a se t t e n t rio n a le ] p e r S e z io n i ' C P A t e c o 2 0 0 2 ' - I- IV t rime st re 2 0 0 8 (Valori in Euro, dati c umulati) S e z io n i A- PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA, DELLA CACCIA E DELLA SILVICOLTURA B- PRODOTTI DELLA PESCA E DELLA PISCICOLTURA C- MINERALI ENERGETICI E NON ENERGETICI D- PRODOTTI TRASFORMATI E MANUFATTI E- ENERGIA ELETTRICA,GAS E ACQUA K- PRODOTTI DELLE ATTIVITA' INFORMATICHE, PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI O- PRODOTTI DI ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI R- MERCI DICHIARATE COME PROVVISTE DI BORDO, MERCI NAZIONALI DI RITORNO E RESPINTE, MERCI VARIE T o t a le EX P 2 0 0 8 IM P 2 0 0 8 EX P 2 0 0 8 IM P 2 0 0 8 In t e rsc a mb io c o mme rc ia le in va lo re It a lia M e rid io n a le - [ A f ric a se t t e n t rio n a le ] p e r S e z io n i ' C P A t e c o 2 0 0 2 ' - I- IV t rime st re 2008
10 0 %
1 00%
D a i d a t i se le z io n a t i so n o e me rse le se g u e n t i a n n o t a z io n i 1. Dal 2007 - I dati relativi al c odic e Atec o2007 D potrebbero subire una revisione a seguito degli effetti 2 . Dal 1 991 - Per il c odic e Atec o2007 D non possibile rilevare la quantit in kg dei flussi 3 . Dal 2007 - I dati relativi al c odic e CPAtec o2002 E potrebbero subire una revisione a seguito degli effetti 4 . Dal 1 991 - Per il c odic e CPAtec o2002 E non possibile rilevare la quantit in kg dei flussi
sulla modifica della composizione o dellordine di presentazione. Quasi nessuna di queste denunce ha mai portato a nuove elezioni, semmai alla pratica depenalizzazione del reato tanto pi che il giorno dopo le elezioni sono ben pochi gli eletti anche della pi feroce minoranza che vogliono tornare al voto. Considerando tutti gli adempimenti necessari alla presentazione delle liste possiamo considerare certe fin da ora un certo numero di violazioni;
forse lunico modo per impedire questa ridicola sagra dell'ipocrisia quello usato in alcuni paesi dove si paga una cauzione che viene persa se la lista non raggiunge un risultato minimo. Poich con le vigenti legge questo non possibile meglio rassegnarsi. In fondo il risultato elettorale che conta non viene quasi mai falsato, per nostra fortuna siamo lontani dalla denuncia che fece Matteotti il 30 maggio 1924 (fu rapito dieci giorni
dopo): L'elezione secondo noi essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non valida in tutte le circoscrizioni oggi al massimo vi sono migliaia di candidati che fanno una figura ridicola; del resto diceva il poeta Le persone non sono ridicole se non quando vogliono parere o essere ci che non sono. E nelle elezioni il numero di quelli vogliono essere ci che non sono altissimo.
sparenza sulla propria identit, le intenzioni e le referenze: la Candidatura Obbliga. Il Buon Candidato dovrebbe raccontare percorso personale e proposte, senza nascondere nulla di utile a formare lorienamento dellelettore delle primarie. E ancor prima dovrebbe presentarsi davanti al suo tribunale interiore e, senza sconti e senza indulgere a malizie davvocato, farsi una bella istruttoria che lo consegni sereno al giudizio dei concittadini. Ma le umane debolezze sono sempre presenti e risulta piuttosto arduo ipotizzare che un candidato informi i suoi potenziali elettori dei punti deboli della sua vita e della sua proposta, che li dichiari tutti e nella loro effettiva entit. Di qui la necessit strutturale del contraddittorio pubblico con lavversario, il quale, avendone linteresse, sottopone il candidato avverso a una rigorosa verifica dei suoi punti deboli. In effetti, nelle primarie americane, che sono loriginale bisecolare dellistituzione, questa la regola, esattamente per la sua specifica funzionalit a garantire, sotto la spinta dellinteresse parziale del singolo, il perseguimento dellobiettivo generale della massima trasparenza: il confronto tra candidati per ottenere la nomination di una asprezza perfino spaventosa. Ovviamente, lesame, pelo e contropelo, reciproco e porta davanti allelettore la pi ampia gamma di informazioni utili al giudizio. I media giocano necessariamente un ruolo essenziale nel procedimento, facendo a loro volta le pulci senza sconti alle tare dei candidati in gioco. Il fatto che possano essere orientati essi stessi da pregiudizi o endorsement politico culturali non toglie nulla allutilit della loro funzione. Di questo ruvido ed essenziale impianto dialettico, nulla si visto nelle nostre primarie milanesi. E passato il concetto di unelegante e reciproca correttezza formale basata anchessa sulla reciprocit: io non dico nulla dei tuoi scheletri e tu non dici nulla dei miei (ma prego prima lei, non sia mai, ma quanto democratico il suo bucato, s, ma il suo davvero candido). Peccato che, cos facendo, si siano determinati due effetti negativi importanti e limitativi potenzialmente del procedimento delle primarie. Il primo consiste nella carenza di informazioni chiave fornita allelettorato. Il secondo consiste nella diffusione di un dire senza dire, o di un far dire ad altri, di un diffondersi, senza possi-
bilit di reale contraddittorio, di quei venticelli che possono arrivare alle soglie della calunnia o quantomeno del disinvolto pettegolezzo, ahim presente anche sotto le vesti pi eticamente austere. In questo caso, il candidato colpito non ha la possibilit di reagire, se non contravvenendo al patto non scritto dellelegante bon ton elettorale, salvo alla fine piegarsi egli stesso alle regole del detto per cauta allusione. In entrambi i casi, chi alla fine viene danneggiato nei suoi essenziali interessi in primis lelettore democratico, a cui viene negato laccesso alle informazioni chiave in base a cui valutare le alternative e ponderare adeguatamente le scelte. Cosa tanto pi rilevante, nella misura in cui il meccanismo delle primarie porta strutturalmente con s, piaccia o non piaccia, la radicale personalizzazione del confronto politico: se devo scegliere non solo tra due proposte politiche ma prima di tutto tra due persone, sar interessato certamente ai contenuti delle proposte ma almeno altrettanto alla storia e alla qualit delle persone. La questione del Pio Albergo Trivulzio ha squadernato di fronte a chiunque abbia voglia di vedere la nuova rilevanza della trasparenza personale nel confronto elettorale: le rivelazioni sullappartamento di Cinzia Sasso, le goffe e contraddittorie pezze affannosamente apposte post factum dal candidato Pisapia, hanno determinato il forte indebolimento della capacit diniziativa del centrosinistra sul tema della casa a Milano. Oggi a Giuliano Pisapia qualsiasi avversario pu tappare la bocca e questo svantaggio derivato da una sua vicenda personale, sottovalutata e omessa al pubblico e forse anche a se stesso, concediamolo pure, ma la sostanza non cambia. La debolezza dei toni usati dal nostro candidato Sindaco nella denuncia di Casa Batman, il suo silenzio assordante di fronte al tono complice con cui gli antagonisti (Casero, Lupi, Cicchitto...) gli ricordano lattesa di una dolce reciprocit di trattamento, segnano il contorno di una minoritas politica interamente addebitabile alle sue omissioni prima e agli errori politici poi, nel caso PAT. Eppure bastava poco, bastava fare come la Moratti: alzare le spallucce e dire mio figlio grande e risponde in proprio? Invece no, invece invocazioni di macchine del fango e un opaco teniamo famiglia che avremmo preferito lasciare tutto al campo avverso. Per Pisapia
stata una leggerezza, questione di punti di vista, certo non detto che lelettorato gli avrebbe dato la leadership se fosse stato a conoscenza della questione PAT a tempo debito. Ovviamente non da escludersi rischio analogo per gli altri candidati. Comunque sia, la frittata fatta: lincidente di percorso ormai limita la credibilit del centrosinistra nella polemica elettorale su di una questione di fondo, e la limita proprio ed esattamente in ragione della personalizzazione del confronto. In altre epoche, quando competevano prima di tutto proposte e organizzazioni politiche collettive, una questione di tal genere non avrebbe avuto questa incidenza. Per la cultura politica di sinistra un salto: hic Rhodus, hic salta. Tornando alle premesse, dobbiamo allora tornare a chiederci senza riserve mentali se sia stato funzionale allinteresse generale del centrosinistra il cortese e omissivo silenzio che, nella tornata delle primarie, i candidati si sono reciprocamente riservati o se non sarebbe stato meglio che ciascuno facesse per bene le pulci allaltro, in un pubblico contraddittorio che garanzia dei candidati e soprattutto degli elettori. Certo, si capisce bene, c il rischio che il focoso rinfacciarsi di debolezze o torti personali possa incrinare la credibilit generale dello schieramento, ma forse lenfasi negativa attribuita a questo aspetto eccessiva e comunque lalternativa sembra essere quella di scoprire dopo, sotto il fuoco nemico, quello che si poteva sapere prima, nella relativa calma del proprio accampamento. Rimpiangiamo il tempo in cui i partiti decidevano i candidati, assumendosene la responsabilit? Non necessariamente, ma certo che, nel processo in cui unelite dirigente vaglia le alternative, dispone anche, generalmente, delle informazioni riservate utili allo scopo. Con le primarie ambrosiane, si chiesto al popolo elettore di assumersi le responsabilit della decisione senza metterlo al corrente di un numero notevole di informazioni essenziali per valutare pro e contro delle diverse candidature. Anatra zoppa il nome con cui negli USA si descrive luomo politico che, colpito da un attacco, sopravvive, certo, ma non pi in grado di volare politicamente. Giuliano Pisapia corre il rischio di esserlo, ma soprattutto lo fa correre a tutti noi, sia a chi lo ha votato sia a chi, non votandolo, lo ha comunque accetta-
to come leader del centrosinistra. La sua ammissione di leggerezza inevitabilmente ammissione di responsabilit politica sulla vicenda: con questa ha consumato il suo credito politico e non potr pi sbagliare unaltra mossa, sia nel contrapporsi al fuoco nemico che nel trattenere presso di s un consenso
che, non dimentichiamolo mai, deve essere sempre e costantemente perseguito e guadagnato con costante chiarezza di comportamenti. Le primarie non sono una assicurazione sul consenso politico: tocca allora a Giuliano Pisapia meritarsi dora in avanti, prima di tutto con il ripristino di una piena fiducia e sin-
tonia con lintero elettorato delle primarie, i voti che lo farebbero Sindaco, nella speranza che la leggerezza dora in avanti sia solo sinonimo di una gradevolezza di tratto personale (la forza gentile) e non una ripetitiva caratteristica delle debolezze delluomo.
confrontabili, quali Amsterdam Barcellona Monaco e Lione, bisogna chiedersi se il pur necessario e auspicabile cambio del macchinista sia sufficiente a dare vapore a una motrice logora e forse obsoleta. Da precisare subito, oltre alle doverose cautele sulla natura del Pil quale indicatore discutibile, che i dati pubblicati (fonte Bankitalia e istituto Bak Basel, da La Repubblica del 24/2) si riferiscono a Milano - provincia (quella vecchia, ante scissione monzese) altrimenti non sarebbe possibile alcun raffronto con le citt sopra citate, che godono da tempo di consolidate strutture amministrative e appropriati strumenti urbanistici di carattere metropolitano. Certamente la competizione globale, in un contesto complicato e scosso da inediti eventi geopolitici, si gioca principalmente sul terreno della formazione, della ricerca e dellinnovazione. La sfida riguarda in primo luogo il capitale umano, la capacit di utilizzare le conoscenze, linformazione e la comunicazione ai fini della produzione e dello sviluppo. Per qui francamente listituzione locale, pur trattandosi di un grande Comune, pu fare poco. Men che meno la Provincia dotata di scarse competenze e peso politico pressoch nullo. Per far girare il software del sistema economico occorrono politiche di vasto raggio e poteri normativi che non sono, se non indirettamente e marginalmente, nelle disponibilit di un Sindaco per quanto rappresentativo e prestigioso. Tuttavia la capacit di attrarre investimenti dipende in buona parte anche dal quello che potremmo definire lhardware del sistema ovvero le condizioni territoriali, ambientali e logistiche che fanno valutare e decidere rispetto ad alternative concorrenti. La qualit urbana diventa allora un fattore determinante del capitale fisso comune, che va oltre i cancelli della singola impresa ma concorre in buona sostanza allefficienza e competitivit dellinsieme. Su questo versante il ruolo dellistituzione locale determinan-
te. Occorre allora chiedersi se lindebolimento di Milano sia dovuto solo alle indubbie inadeguatezze del centro - destra responsabile delle trascorse tre legislature, e dellultima in particolare, o se la causa sia pi profonda e strutturale. Allorquando se non piove per trenta giorni linquinamento atmosferico va alle stelle ma se piove per tre giorni consecutivi straripano Seveso e Lambro; laddove allassedio quotidiano dei pendolari corrispondono trasporti extra-urbani costosi e inefficienti e la congestione del traffico abbassa la velocit commerciale a livelli da trazione animale, ecc. viene da chiedersi cosa possa fare un Sindaco, per quanto probo e santo, se non si adeguano le condizioni strutturali e gli strumenti istituzionali per governare la citt reale che, a differenza della citt legale, ha dimensioni e caratteristiche assolutamente metropolitane. Non sappiamo come sarebbe oggi Milano se la relativa legge istitutiva, vigente invano da oltre un ventennio, fosse stata attuata. Sappiamo per che il Pil pro - capite delle citt metropolitane europee assimilabili aumentato dal 1994 al 2009 del 28% contro l1% della provincia di Milano, per altro di seguito azzoppata nella gamba dellindustriosa Brianza. Infatti non solo Londra e Parigi bens anche Lione dal 1969 e Francoforte dal 1974, ad esempio, sono dotate di organi sovracomunali unitari e di piani urbanistici cogenti che coprono vaste aree metropolitane. Guarda caso negli stessi anni anche da noi si era avviato limportante esperimento del PIM Piano Intercomunale Milanese (e in parallelo del CIMEP - Consorzio) quale embrione di governo del territorio metropolitano, purtroppo abortito prima con la strisciante deregulation degli anni ottanta e poi con lavvento del particolarismo leghista. Importanti leggi in controtendenza, quali la L.142 del 1990 e le Bassanini del 1997 - 98, tese a razionalizzare linterno degli enti pubblici e di conseguenza i rapporti tra di essi, sono state applicate solo
parzialmente, per gli aspetti tecnici e burocratici, ma non hanno lasciato traccia nella cultura della classe politica, che infatti nellultimo decennio ha dato il peggio di s portando alle infelici conseguenze attuali. Le stesse parentesi di governo di centro - sinistra alla Provincia (Giunte Tamberi '95 - 99 e Penati 04 09) non hanno lasciato segno, rinunciando ad adempiere ai piani territoriali di coordinamento ai quali erano pure tenute e arrendendosi allanarchia di 189 piani comunali elaborati autonomamente e separatamente gli uni dagli altri (per inciso: non solo il famigerato PGT milanese, ma la loro sommatoria che produrr effetti imprevedibili, forse prorompenti forse deprimenti, sicuramente incontrollabili). Il trentennio craxian - berlusconiano (la vicenda PAT, Pio Albergo Trivulzio, ne rappresenta la continuit e lemblema) si chiude pertanto, anche nella realt milanese e lombarda, con una seria crisi economica e occupazionale che accompagna la bolla immobiliare e una situazione di diffuso degrado territoriale e ambientale. E le prospettive? Purtroppo, al momento, solo deregulation galoppante e un improbabile federalismo che affronta il problema dalla coda, dal lato delle entrate fiscali, invece che dalla testa: la razionalizzazione dei centri di spesa e di decisione! Non sarebbe dunque giunta lora di contrapporre una fase costituente che impegni il prossimo Consiglio Comunale, meglio se con Pisapia Sindaco ma, anche nella malaugurata ipotesi contraria, con una opposizione non estemporanea bens consapevole di un progetto ambizioso e tuttavia coerente e concreto, moderno ed europeo. Per mettere finalmente in discussione la mitica cinta daziaria, geniale intuizione della borghesia imprenditoriale e commerciale a cavallo tra i due trascorsi secoli (la citt metropolitana dellepoca, destinata a formare la capitale economica e morale dellItalia da poco unita) ma risalente appunto al tempo in cui i treni andavano a vapore.
zazione di un reddito da impiegare nelle attivit istituzionali (come accadeva alle origini). E da tempo che dal patrimonio di questi enti non proviene nessun reddito o un reddito insignificante rispetto alle esigenze assistenziali, le quali sono finanziate prevalentemente dalla Regione e poi dalle rette delle famiglie o dalla rette dei Comuni. In mancanza di leggi specifiche e vincolanti le scelte di questi enti si presentano del tutto libere e discrezionali. Per questo il problema che si pone al Pat, ma ancor prima al Comune e alla Regione (e alla stessa Commissione Comunale che ha sollevato il problema) consiste nello stabilire quali siano i giusti canoni da applicare e a chi e come devono essere assegnati gli alloggi. La legge sugli affitti attualmente in vigore la n.431 del 1998 che prevede due possibilit: o il libero mercato o il canone concordato con le organizzazioni sindacali degli inquilini. Si possono sostenere legittimamente entrambe le tesi, fra loro contrapposte: o applicare gli affitti di mercato a tutti gli stabili per ricavarne il maggior vantaggio possibile a favore degli scopi assistenziali; oppure al contrario, invocando il carattere pubblico dell ente, si potrebbe chiedere di estendere il canone concordato, in questo caso a favore degli inquilini. Oggi, bene sapersi, gli affitti del Pat rientrano nella maggioranza in questa seconda categoria, grazie a un accordo firmato di recente dai sindacati inquilini, i quali naturalmente difendono i risultati raggiunti. Trascurando per un momento questo dato di fatto, non irrilevante, si potrebbe ipotizzare una soluzione equa del problema in una duplice
direzione: da una parte definire una area centrale della citt (la cerchia della mura spagnole?, la circonvallazione?) in cui applicare i canoni di mercato e una seconda area pi esterna in cui realizzare il canone concordato (tenendo conto che la maggioranza degli affittuari sono tuttaltro che abbienti e che le case sono in uno stato di grave deterioramento). Su questa seconda area il Comune potrebbe proporre un uso convenzionato in modo da rispondere alla imponente domanda di case popolari che oggi non trova risposta. Vi poi il problema della scelta degli inquilini, al fine di evitare favoritismi soprattutto politici. Il meccanismo dei canoni sopra proposto in grado di evitare la maggior parte delle scelte discrezionali; a questo possono essere aggiunte due condizioni ulteriori, la prima consistente in un atteggiamento intransigente di diniego da parte del Consiglio di Amministrazione, il secondo relativo allassegnazione degli alloggi nella zona centrale (comunque, a mercato libero) dove la scelta potrebbe avvenire per sorteggio tra pi richieste, evitando oggettivamente favoritismi. Una piccola nota storica merita di essere aggiunta. Alcuni anni fa una legge regionale ha abolito le IPAB Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficienza (fra cui si annoverava il Pat, allora Copat, Consiglio Orfanotrofi e Pio Albergo Trivulzio) consentendo due alternative: o la formazione di enti a carattere regionale oppure la formazione di Fondazioni autonome, in presenza di soggetti di riferimento. Con questa legge al Pat avvenuto un fatto grave e innaturale: si sono unite in unico ente due realt che andavano tenu-
te ben distinte, da una parte il Trivulzio rivolto agli anziani e dallaltra i Martinitt e le Stelline rivolte ai ragazzi. Il patrimonio del Trivulzio era fortemente ridotto perch venduto per realizzare nuove costruzioni, del tutto legittimamente, mentre il patrimonio dei Martinitt e delle Stelline era sostanzialmente intatto. Il Comune avrebbe potuto tenere distinte le due strutture e ora avremmo una struttura a carattere regionale per gli anziani e una Fondazione sociale a carattere comunale per i ragazzi (Martinitt e Stelline) con un ingente patrimonio, per operare attivamente a favore di tanti giovani delle periferie, dei senza lavoro, di quelli che non studiano n lavorano, di tanti giovani che oggi hanno bisogno di orientarsi. Ne parlai con il sindaco di allora, Albertini, ma non successe nulla; altri erano gli interessi e le preoccupazioni. Molti, come si vede, sono i problemi da affrontare e a cui dare risposte. E un motivo di rammarico che prevalgano le polemiche e che ben poco emerga invece di che cosa sia giusto fare, quali orientamenti e regole proporre, quale proposta avanzare per il miglior uso del patrimonio, al contempo equa ed economicamente soddisfacente. Si trovato un capro espiatorio, ma il Comune e la Regione non sono egualmente responsabili? E non tocca anche alla Commissione Comunale studiare il problema, indicare le linee di soluzione, sovrintendere alla loro attuazione? I cittadini a chi dovrebbero rivolgersi se tutti sollevano i problemi e nessuno responsabilmente li affronta? *presidente Pat 1992-94
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te una immensa risorsa abbandonata a se stessa, con migliaia di case sfitte e di inquilini abusivi. Cos come non tollerabile che non si trovino le risorse necessarie per le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei palazzi. Affermazione questa che ha suscitato lapprovazione convinta degli abitanti della case Aler del Gratosoglio presenti il quartiere conta circa 4.500 appartamenti al netto delle vendite effettuate negli anni scorsi - che il degrado lo vivono sulla propria pelle, visto che, come hanno sottolineato i cittadini, quando piove in decine di appartamenti lacqua fuoriesce dai soffitti e dai muri. Anche per il lavoro, fatta la premessa che si tratta di un tema che va oltre la nostra citt Milano pu dare il suo contributo. I numerosi negozi sfitti delle periferie devono essere dati ad affitto zero ai giovani e
donne che hanno idee imprenditoriali, chiedendo in cambio che vengano sistemati, ed erogando, se necessario, anche del microcredito ha spiegato Pisapia In questo modo potremmo raggiungere il doppio obiettivo di rivitalizzare le periferie e creare lavoro. Da qui al tema della sicurezza il passo stato breve, perch la sicurezza, ha spiegato Pisapia, non si raggiunge con il coprifuoco, ma aumentando realmente vigili e forze dellordine nelle strade, con maggiore illuminazione e mezzi pubblici che viaggiano fino tardi, iniziative culturali e sportive, creando centri di incontro e case delle associazioni, in cui i cittadini possono incontrarsi. E i soldi per fare tutto questo? Ci venuto da chiedere. Le risorse ci sono, Milano ha un patrimonio di tre miliardi di euro e ogni anno le partecipate riversano nelle casse del co-
mune di decine di milioni di euro. Certo che se si spendono 50 milioni in consulenze ha concluso Pisapia, alludendo alla Moratti. Allincontro del 3 marzo era presente anche il consigliere comunale Aldo Ugliano (Pd), probabile candidato per il centrosinistra al consiglio di zona 5, che ha rivendicato le battaglie condotte in questi anni per rendere pi vivibile la zona e ha annunciato una prossima raccolta firme per chiedere la prima variante al Pgt, che cancelli Quanto scritto a pagina 303 della relazione generale al Pgt, che prevede, nero su bianco, la trasformazione del capolinea di piazza Abbiategrasso della Mm2 in fermata di una linea di metrotranvia che andr dalla stazione di San Cristoforo a Rogoredo, con conseguente colate di cemento sulle aree del Parco Sud attraversate dalla nuova linea.
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fluiva anche lacqua dei navigli interni, regolata fin dal Trecento dalla conca di Viarenna. La seconda riguarda il mio atteggiamento di supponenza. Vero, ho studiato per trentanni il senso estetico della citt europea, ho scritto libri su questo aspetto della critica darte fondati sullesame di centinaia di citt europee: legger volentieri
libri - altrettanto argomentati - editi da Italia nostra e ascolter volentieri le critiche ai miei. Infine: chi scrive su questo giornale debbo supporre creda nella democrazia e nella partecipazione. Le consuetudini della disciplina urbanistica suggeriscono che sarebbe meglio disporre di un giardino pubblico alla distanza di quattrocento
metri dalla propria casa: venga dunque chiesto a chi abita entro i quattrocento metri dalla darsena se preferiscano per i loro bambini un giardino o uno specchio dacqua. Un giardino, ho amabilmente suggerito, allietato dal corso dacqua gi dalla conca di Viarenna e decorato dal ponte delle sorelle Ghisini.
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RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Povero Brahms!
Le Serate Musicali (tutti i luned sera alle 21 al Conservatorio e molte altre sere, anche altrove) offrono ai milanesi uno dei migliori programmi di stagione, un ciclo ricco di iniziative e di novit, soprattutto con una qualit media molto elevata. Ma siccome nessuno perfetto, capita anche a loro di prendere qualche scivolone; e laltra sera il capitombolo stato spettacolare. Programma: Johannes Brahms, Concerto per violino in re maggiore opera 77 e Quarta Sinfonia in mi minore opera 98, due fra le pi belle opere della seconda met dellottocento, due capolavori grandiosi ed amati come pochi altri. Suonava lOrchestra di Padova e del Veneto (plasmata in quarantacinque anni di vita da grandi musicisti e direttori come Peter Maag, Bruno Giuranna, Claudio Scimone, recentemente da Mario Brunello, ma soprattutto da Piero Toso che ne stato il primo violino, e vero direttore stabile, fino a un anno fa) diretta dal cinquantenne violinista salisburghese Thomas Zehetmair, noto soprattutto come specialista di musica contemporanea. Da anni ormai andiamo ripetendo una cosa che Zehetmair evidentemente non condivide: che non si pu e non si deve suonare e dirigere insieme (figurarsi poi un grande concerto, come quello di Brahms, che prevede un impegno assoluto, di quelli che stremano le migliori energie) e che ci si deve specializzare in una sola delle due discipline, perch non basta una vita per arrivare ad eccellere nelluna o nellaltra. Zehtmair devessere un buon violinista e un bravo musicista, a giudicare dal bel suono del suo strumento, dalla morbidezza con cui lo fa cantare, dalla lucidit delle cadenze (a proposito, perch i programmi di sala non indicano mai gli autori delle cadenze? di chi erano quelle eseguite laltra sera?) ed anche dalle molteplici attivit che lo vedono impegnato in tutto il mondo. Ma evidentemente un artista dotato di un ego strabordante e di una autoreferenzialit che lo privano di spirito autocritico.
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Le continue piroette per fronteggiare di volta in volta il pubblico e lorchestra, insieme alle sgraziate movenze necessarie per dare il tempo (ma solo quello!) allorchestra mentre suona il suo violino, finiscono non solo per annullare o quanto meno ridurre la concentrazione e il piacere dellascolto, ma soprattutto sbiadiscono lesecuzione al punto tale che laltra sera il Concerto brahmsiano a dispetto della abilit del solista diventato una vera e propria melassa. Complice anche lorchestra che sembrava patire molto lassenza di Toso e mostrava palesi segni di distrazione (che pena, ad esempio, quelle maldestre entrate dei corni!). Dopo un bis (di Honegger?) che nulla aveva a che spartire con il programma della serata, nel secondo tempo arrivato il peggio, Brahms addirittura scomparso, sembrava di ascoltare Nono o Dalla Piccola: lattenzione del direttore era totalmente puntata sulla costruzione formale e sul linguaggio, come molto spesso si costretti a fare con la musica contemporanea, mentre veniva clamorosamente ignorata la dimensione poetica, spirituale, emozionale, sentimentale del capolavoro brahmsiano. Tutta la Quarta Sinfonia basata sullantico ritmo della Ciaccona, una danza un tempo popolare poi diventata di corte, interamente fondata su un basso ostinato; ma solo nellultimo tempo, lAllegro energico e passionato, che quella danza trova una delle sue rare espressioni formalmente compiute come in quel celebre brano conclusivo della Seconda Partita per violino solo di Bach, magistralmente trascritto per pianoforte da Ferruccio Busoni e reso ancor pi celebre dalla commovente esecuzione che ne ha lasciato Arturo Benedetti Michelangeli. La Ciaccona di Brahms costituita da un tema di sole otto note, una per battuta, sulle quali sono costruite trentacinque variazioni che ne sfruttano ogni potenziale ritmico, melodico, armonico. Con un senso di unit che non si trova neppure nelle sinfonie beethoveniane, Brahms ci prepara a questa immensa costruzione musicale attraverso
tutti e tre i tempi precedenti (allegro non troppo, andante moderato, allegro giocoso) facendo convergere tutta lopera verso quelle otto note che, quando finalmente vengono esposte nella loro essenzialit, sembrano rivelare una sorta di clamorosa verit, provocare una esplosione luminosa. A tutto ci il violinista-direttore non ha attribuito alcuna importanza; ha trattato lintera sinfonia come fosse costruita su una serie, un puro meccanicismo tecnico, senzanima n passione, senza il tormento e la tensione delle parti iniziali (quel tema dolente, ansimante del primo tempo ) e senza la conseguente emozione della risoluzione nel finale. Massimo Mila ha scritto: Nellanima di chi ha scritto la Quarta Sinfonia sono passate le forze che hanno sconvolto il mondo negli ultimi centanni e le esperienze di vita su cui sorgono Proust e Kafka, Freud e Joyce, Musil e Thomas Mann; solo che Brahms il pi grande di tutti, e la storia della cultura non riuscir mai a farsi un quadro completo ed esauriente del decadentismo europeo, finch trascurer dannettersi quei valori musicali Lavr letto Zehetmair? Avr letto Proust e Kafka, Freud e Joyce, Musil e Thomas Mann? Musica per una settimana *gioved 10 e sabato 12 marzo al Teatro Dal Verme lorchestra dei Pomeriggi Musicali ci propone il Concerto per violino e orchestra opera 35 di Tchaikowskij, con Yossif Ivanov, preceduto da un Song di Arvo Prt e seguito dalla suite di Pulcinella di Strawinskj * gioved 10, venerd 11 e domenica 13 marzo allAuditorium, lOrchestra Verdi con la sua direttrice Xian Zhang esegue la Quinta Sinfonia di Mahler in do diesis minore, preceduta da Rendering di Luciano Berio, composizione del 1989 costruita su musiche e frammenti di Schubert. * gioved 10, sabato 12, marted 15 e sabato 19 alla Scala, lopera Death in Venice di Benjamin Britten, diretta da Edward Gardner per la regia di Deborah Warner ed un
cast rigorosamente e giustamente inglese. * gioved 10 marzo, al Conservatorio, per le Serate Musicali, come avevamo gi annunciato, un programma dedicato alla viola di Yuri Bashmet che suona e dirige (siamo sempre l!) i Solisti di Mosca con musiche di Paganini, Alessandro Rolla (Pavia 1757-1841) e una novit del giovane violoncellista piacentino Lamberto Curtoni, Concerto per due viole ed archi scritto appositamente per questa occasione. * luned 14 marzo la Filarmonica della Scala, con Barenboim al pianoforte, esegue i due Concerti di Liszt, in mi bemolle e la maggiore, facendoli precedere da unOttava Sinfonia di Beethoven e in mezzo una prima assoluta, le Variazioni per orchestra commissionate dalla stessa Filarmonica a Carlo Boccadoro, il tutto sotto la bacchetta di Omer Meir Wellber che ha appena terminato le repliche della tanto discussa Tosca. * luned 14 marzo al Conservatorio, per le Serate Musicali, i Zukerman Chamber Players (violinista Pinchas Zukerman) eseguono il Trio in si bemolle maggiore D 471 di Schubert, il Quintetto in do maggiore op. 29 di Beethoven (chiamato del tutto impropriamente La Tempesta) ed il Quintetto in si bemolle maggiore op. 87 di Mendelssohn. * mercoled 16 marzo, ancora al Conservatorio ma per la Societ dei Concerti, il pianista Igor Levit eseguir i Momenti Musicali opera 94 di Schubert e gli Studi Trascendentali di Liszt. * da segnalare infine che domenica 20 marzo alla Scala avremo la prima del nuovo Flauto Magico diretto da Roland Ber per la regia di William Kentridge, con Saimir Pirgu e Steve Davislim nella parte di Pamino, Genia Khmeier in quella di Pamina e Albina Shagimuratova che sar la Regina della notte. * fino al giorno prima, e cio fino a sabato 19 marzo, proseguiranno invece al Piccolo Teatro le recite di un Flauto Magico tutto diverso, quello di Peter Brook, che sta riscuotendo un grandissimo successo.
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Gli impressionisti. I capolavori della Clark Collection. Palazzo Reale 2 marzo 19 giugno 2011 Orari: lun. 14.30 - 19.30. Mar, mer, ven e dom 9.30 -19.30. Giov e sab 9.30 - 22.30 Biglietti: Intero 9,00. Ridotto 7,50
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saviniana, la pi grande mai fatta da trentanni a questa parte. Cento e pi opere esposte, dipinti ma non solo, divise in cinque sezioni tematiche: mito, letteratura, architettura, oggetti e scenografie. S, perch Savinio fu un artista a tutto tondo, di quelli eclettici che forse al giorno doggi non esistono pi. Scrittore, pittore, compositore, drammaturgo, scenografo e regista teatrale. Scopo della mostra proprio il ripercorrere tutte le attivit a cui si interess nel corso della vita, analizzando temi e modi del suo linguaggio. La mostra, curata da Vincenzo Trione (lo stesso curatore dellepica mostra di Dal chiusa un mese fa), propone un incipit e una fine di percorso molto particolari. La voce di Toni Servillo, infatti, accoglie il visitatore nella prima e nellultima sala, declamando a gran voce testi e pensieri di Savinio. Perch solo con le parole di Savinio si pu capire larte e il Savinio-pensiero. Non sproloqui di critici, esperti ecc., ma parole vere, autentiche del maestro, che tanto lasci scritto e che tanto si prodig affinch la sua arte fosse spiegata per ci che era veramente.
Difficile inquadrare Savinio a priori, in qualche corrente artistica predefinita. Certo, conobbe i Surrealisti, certo suo fratello fu esponente di spicco della Metafisica. Ma Savinio elabor una poetica tutta sua, non convenzionale neanche per queste correnti di rottura. Apollinaire, amico dei De Chirico ed estimatore dellopera di Savinio, disse di lui che era grande come i geni del Rinascimento toscano. Nato in Grecia, rimase profondamente influenzato dalla cultura classica di quella terra, tanto che dipinse a pi riprese miti classici ed eroi, fino a identificarsi con Hermes, il pi misterioso e ambiguo dio dellOlimpo. Per Savinio la pittura deve essere antinaturalistica, non deve mai assomigliare alla realt, deve essere un mezzo per guardare oltre. E operazione mentale, concettuale, esercizio della mente. Limportante lidea, ed per questo che ogni medium pu essere valido: pittura, disegni, teatro, parole. I riferimenti culturali sono tanti, dalla monumentalit della pittura italiana degli anni 20 e 30, alla rivista Valori Plastici, allarchitettura razionalista, ma presente anche il mondo dellinfanzia, con le famose
Isole dei giocattoli, mausolei riferiti a un tempo e a un periodo scomparsi per sempre; i miti greci, la letteratura, con omaggi allamico Apollinaire; lossessione per le aperture, finestre che mettono in scena, teatralmente, potremmo dire, i soggetti dipinti; e ancora donne e uomini in abiti e interni borghesi, omaggio ai suoi familiari, ma con la faccia di galli, pellicani, struzzi e anatre, creature mutanti di un altro mondo. Concludono questo surreale percorso oggetti, abiti, mosaici e decorazioni create da Savinio nelle sue sperimentazioni, per terminare con la bellissima sezione teatrale in cui sono esposti disegni, bozzetti e maquette dei suoi spettacoli, di cui fu spesso regista e drammaturgo. Io sono un pittore oltre la pittura, disse. Oggi non possiamo che dargli ragione.
Alberto Savinio. La commedia dellarte Palazzo Reale. Fino al 12 giugno. Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; giov. e sab. 9.3022.30. Biglietti: intero 9 euro, ridotto 7,5 euro.
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doltralpe, ma unulteriore conferma che le Stagioni si situano nella tradizione milanese delle teste iniziata da Leonardo e analizzata nella prima sezione. Oltre alle Teste, si potranno ammirare anche i Quattro Elementi, mezzi busti umani ma costruiti con oggetti e animali relativi ai diversi elementi naturali: pesci e animali marini per lAcqua, armi da fuoco, candele e acciarini per il Fuoco, una incredibile variet di volatili per lAria, elefanti, alci e cinghiali per la Terra. Animali studiati nel dettaglio di cui si possono riconoscere fino a cinquanta specie diverse per opera. Arcimboldo come straordinario pittore naturalista in linea con gli interessi del secolo. Passando attraverso i disegni degli accademici della Val di Blenio, che aprirono la tradizione della poesia dialettale milanese e ripresero le teste di Leonardo in senso fortemente caricaturale, si arriva alla sala delle feste, dove sono stati ricostruiti anche due esempi di apparati effimeri. Laustera Milano di san Carlo Borromeo era per anche la Milano degli sfrenati festeggiamenti del Carnevale, delle mille occasioni per inscenare balli, feste pubbliche, tornei e sfilate in costume. Arcimboldo fu un grande ideatore di eventi e costumi speciali, tanto che si
pensa sia stata la sua abilit in questo campo a farlo conoscere allimperatore; in questa sezione sono presentati alcuni disegni originali (in ogni senso) di vestiti e modelli per apparati trionfali dedicati a Massimilano II. LArcimboldo ebbe un gran successo presso la corte asburgica, tanto che lo volle presso di s anche il successore di Massimiliano, Rodolfo II, che decise di lasciarlo tornare in patria solo a 61 anni, come ci dice in modo camuffato lArcimboldo stesso in un suo bellissimo autoritratto, con la promessa per di continuare a mandargli dipinti e disegni. Eccolo dunque creare le sue opere pi ammirate dai contemporanei, la Flora (ora dispersa), e il Vertunno, straordinario ritratto dellimperatore in veste del dio, creato attraverso frutti composti insieme e osannato dagli umanisti del tempo attraverso rime, madrigali e panegirici. Oltre che alle teste ridicole, il Bibliotecario e il Giurista, mezzi busti creati con gli elementi tipici del proprio mestiere, Arcimboldo dipinse anche due bellissimi esempi di teste reversibili, lOrtolano e la Canestra di frutta. Se guardati a prima vista, le composizioni sembrano rappresentare solo una banale natura morta. Se rovesciati, appunto, questi due dipinti ci mostrano nuo-
vamente due ritratti, due volti, creati con un perfetto assemblaggio di ortaggi e frutta. Un divertissement pregiato e ricercato per lepoca. Si arriva infine allultima opera di Arcimboldo, tra laltro di recente scoperta e attribuzione: la Testa delle quattro stagioni dellanno, un mix di tutti gli elementi naturali gi usati in precedenza, per andare a creare forse la sua opera somma. Chiss che il giovane Caravaggio, che abitava a poca distanza dal grande artista, non abbia visto le sue nature morte assolutamente innovative e moderne, e sia partito proprio da l per ripensare, a suo modo, questo tema. Insomma una mostra ben curata, scientificamente innovativa, che anche grazie allallestimento assolutamente suggestivo, permetter di comprendere appieno e sotto nuova luce unartista per molti secoli ingiustamente dimenticato.
Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio. Palazzo Reale, 10 febbraio 22 maggio 2011 Orari: tutti i giorni 9.30-19.30, Luned 14.30-19.30, Gioved e Sabato 9.30-22.30. Costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
Terre vulnerabili atto secondo. Interrogare ci che ha smesso per sempre di stupirci
AllHangar Bicocca iniziata la seconda fase di Terre vulnerabili. Un progetto site specific che prevede lallestimento di quattro mostre diverse nellarco di sette mesi, legate tra loro dal tema specifico della vulnerabilit. Unidea innovativa e interessante per un progetto mai stabile ma in continuo divenire e cambiamento, curato da Chiara Bertola con la collaborazione di Andrea Lissoni. Un progetto sperimentale in quattro fasi, come quelle lunari, che arriver ad esporre i lavori di trenta artisti internazionali, aggiunti gradualmente di mostra in mostra. Iniziato il 21 ottobre con la mostra Le soluzioni vere arrivano dal basso; continua con questa esposizione, inaugurata il 2 febbraio, dal titolo Interrogare ci che ha smesso per sempre di stupirci; per poi arrivare a quelle dei prossimi mesi, con Alcuni camminano nella pioggia altri semplicemente si bagnano, marzo 2011, e Lanello pi debole della catena anche il pi forte perch pu romperla, aprile 2011. Un lavoro sperimentale anche per il modo in cui stato ideato il progetto. Dal settembre 2009 infatti, la curatrice e i vari artisti interpellati si sono pi volte incontrati per discutere, riflettere, condividere idee e progetti per creare delle opere adatte al tema e in dialogo tra loro. Ecco perch il risultato non mai definitivo. Gli artisti infatti si riservano di modificare, trasformare, spostare, aggiungere e correggere il proprio lavoro, per accordarlo agli altri e al pubblico. Il progetto in evoluzione continua, germinativo e organico, secondo le parole dei curatori, per permettere al pubblico e agli artisti di continuare a prendersene cura, crescerlo e nutrirlo. Otto gli artisti presenti in questa seconda esposizione, che vanno ad aggiungersi ai quindici della prima esposizione: Bruna Esposito, Yona Friedman, Carlos Garaicoa, Invernomuto, Kimsooja, Margherita Morgantin, Adele Prosdocimi, Remo Salvadori, Nico Vascellari. Otto lavori diversissimi per forma, materiali, dimensioni, in cui viene declinato e sviluppato in modo personale il concetto di vulnerabilit. Perch stato deciso di riflettere proprio su questo tema? La vulnerabilit non una caratteristica solo dei materiali con cui sono state fatte le opere (fogli di carta, candele, cartone, cera, suoni, luci, fili, immagini proiettate), ma anche una capacit empatica di riconoscersi come parte di un insieme, di una comunit in cui bisogna aver rispetto per gli uomini e lambiente. Vulnerabilit come presa di coscienza del nostro essere fragili, vulnerabili appunto, e della necessit di una comprensione pi profonda degli altri e di s. Ma anche vulnerabilit della terra, del nostro mondo, visto come risorsa limitata che in breve tempo si esaurir. Infine la vulnerabilit intesa anche come dissolvenza dei corpi e dei limiti. In un mondo ormai caratterizzato dal mescolarsi di uomini, frontiere, culture e lingue, la vulnerabilit diventa non pi una debolezza, qualcosa di negativo, ma unarma per assorbire e far
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entrare in noi laltro, la diversit. E disposizione mentale ad arricchirci. Ed ecco allora aggiungersi alle opere gi presenti per la prima mostra, per esempio, la grotta del trio di Invernomuto, una copia della grotta di Lourdes ma fatta di cera, destinata a dissolversi nel tempo della mostra sotto le lampade alogene. Si incontra poi il poetico lavoro di Adele Prosdocimi, tappeti di feltro con ricamate le riflessioni scaturite dai vari incontri tra gli artisti e i curatori; un video, ma non un documentario,
sulle emissioni di radiazioni solari di Margherita Morgantin, per studiare e curare lo stato di salute del nostro pianeta; per arrivare poi allomaggio ai morti di Bruna Esposito, un angolo votivo con tanto di ceri accesi e malinconica musica in sottofondo, opera piccola e solitaria, dedicata alla paura di morire. Insomma un coagulo di esperienze e punti di vista diversi che vanno a riflettere su un argomento spinoso e forse un po tab. E sempre difficile parlare delle nostre debolezze e
ammettere di essere, nel nostr intimo, vulnerabili. Terre vulnerabili. 2/4 Interrogare ci che ha smesso per sempre di stupirci. Dal 3 febbraio, gli altri quarti il 10 marzo e il 13 aprile HangarBicocca, Via Chiese 2 (traversa V.le Sarca) Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, gioved dalle 14.30 fino alle 22.00, luned chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro
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gia. Niente di pi incoraggiante per Burke & Hare. Ecco materializzarsi il macabro e funereo campo d'azione. L'uomo destinato a morire dal momento in cui lascia il grembo materno, il destino gi determinato. Tutto quello che faremo aiutarlo giusto un po'. Questo il manifesto proclamato dai due acceleratori del destino umano. Niente ladri di cadaveri, come erroneamente lascia presagire il titolo italiano, ma due impacciati e imbranati killer pronti a tutto per sbarcare il lunario. Provano a convincerci Burke & Hare che i mezzi sono giustificati se il fine rappresentato dalla fame atavica che ti porti dietro dalla nascita o dall'amore cieco per un'intrapren-
dente e prominente ragazza. Non , ovviamente, dello stesso avviso il capitano della milizia reale data la moralit imposta dalla corona. Il desiderio di giustizia di un riadattato sergente Garcia dar quindi il via a un turbolento e rocambolesco finale. Era attesissimo il ritorno alla regia di John Landis, il padre di commedie culto come Animal House, The Blues Brothers e Un lupo mannaro americano a Londra. In questa pellicola si percepisce subito l'assenza di quella coinvolgente energia che fuoriusciva dalle opere precedenti del regista. Il pubblico in sala aspetta invano le inconfondibili scene culto che Landis in grado di imprimere nella memoria dello spettatore. La commistione di generi tra la
commedia grottesca e lo splatter una delusione. Gli sceneggiatori non sono stati in grado di intessere un tessuto dialettico che potesse smuovere lo spettatore attraverso risate incontrollate. Il film si appoggia sull'affiatamento tra i due protagonisti, interpretati da Simon Pegg e Andy Serkis, che innalzano sicuramente il valore della pellicola. La loro capacit di trasmetterci improvvisazione e goffaggine merita l'unico plauso alla pellicola. Marco Santarpia In sala a Milano: Cinema Centrale.
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