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gioved 22 novembre 2007

ITALCEMENTI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE

AMICI SCUSATE PURTROPPO GLI EVENTI INCALZANO QUINDI PRIMA DI PARLARE DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE, VORREMMO PARLARE ANZI FARVI ASCOLTARE COSA PUO SUCCEDERE....siccome troppo ghiotta la situazione voglio riportare integralmente la riflessione di un amico:
Sono allibito! Sembra una farsa tratta da un film i cui protagonisti potrebbero essere Tot e Peppino. E se questi sono quelli che devono tutelare la nostra salute, allora forse meglio cominciare a pensare di abbandonare questa triste.

VENTO PADANO IN SICILIA LA BUFALA DEL PIANO Isola delle Femmine Novembre 2007 Dopo lintervento di qualche giorno fa della Magistratura che ha posto i sigilli allarea di costruzione del mega inceneritore previsto a Bellolampo, unaltra bufera si abbatte sullAmministrazione Regionale. Questa volta si tratta di una mega bufala che, tuttavia, sembrerebbe avere anche i connotati di una mega truffa : si tratta del Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente. Ma vediamo di che si tratta. Il Piano, approvato ed adottato con Decreto dellAssessore Interlandi n. 176/GAB del 9 agosto scorso, avrebbe dovuto essere lo strumento di programmazione e pianificazione degli interventi di risanamento contro linquinamento atmosferico e per la tutela della qualit dellaria su scala regionale. Un documento, quindi, dai contenuti politici, amministrativi e tecnico-scientifici di elevato profilo e di importantissimi risvolti applicativi, stante la delicatezza della materia e gli aspetti connessi alla tutela dellambiente ed alla salvaguardia della salute dei cittadini siciliani. I redattori materiali sono stati funzionari del Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico, diretto dal dott. Salvatore Anz, del Dipartimento Territorio e Ambiente, che per tale lavoro hanno ricevuto anche un encomio scritto da parte dellAssessore Interlandi, funzionari dellARPA, docenti universitari dellUniversit di Palermo e Messina ed alcuni professionisti in veste di collaboratori. Purtroppo, lopera monumentale, partorita con celerit a dir poco sospetta, si rivelato un indecoroso e letterale copiato dellomologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, con in pi varie aggravanti, un cumulo di ridicolaggini e probabili ipotesi di truffa. Per quanto riguarda le aggravanti, a parte loperato disdicevole ed aprofessionale dei redattori, che si sono appropriati di un lavoro intellettuale altrui, resta innanzitutto grave il discredito dellimmagine istituzionale subito dallAmministrazione Regionale, in primis nei confronti della Regione Veneto e poi da tutto il resto. Ma al danno si aggiunge anche la beffa, se solo si considera che il manipolo degli sconsiderati e sprovveduti redattori andato a copiare un Piano che proprio per la sua inidonea impostazione strutturale di base, aveva gi ricevuto a suo tempo una bocciatura da parte dellUnione Europea. Insomma, si trattava di un assemblaggio di ipotesi, intenti e di previsioni piuttosto che di un Piano di programmazione e di pianificazione dinterventi concreti basato su descrittori essenziali e sperimentali, primo tra tutti linventario delle emissioni.

La trasposizione stata cos fedele e letterale rispetto alloriginale da generare ridicole quanto inedite comunanze e similitudini tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia. Si citano, ad esempio : il noto sistema aerologico padano della Regione Siciliana, le piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani, il notevole apporto allinquinamento atmosferico siciliano derivante dalleccessivo uso del riscaldamento domestico in relazione al rigido clima dellisola, ecc. Gli improvvidi redattori non hanno neppure tenuto conto delle differenze di statuto tra le due Regioni, tant che allinterno del Piano la Sicilia si trova trasformata in regione a statuto ordinario e, tra le varie cose, essere retta dal Consiglio Regionale. Ovviamente, non solo i Capitoli ed i paragrafi hanno gli stessi titoli e contenuto pressoch uguale, ma anche gli errori di battitura e di ortografia sono stati fedelmente trasposti. A dire il vero, tuttavia, i redattori, in uno slancio di trasparenza, alla fine del paragrafo 1.6 hanno finanche lasciato il link originale da cui hanno attinto a pieno copia e incolla :
http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm

Per quanto riguarda gli aspetti prettamente istituzionali, la situazione appare oltremodo grave. Si in presenza di atto di programmazione fasullo e inapplicabile, organizzato ai danni dellAmministrazione, dellambiente e dei cittadini, dai possibili risvolti truffaldini specie nel caso in cui tramite lo stesso si fossero programmati interventi finanziari o, caso ancor pi grave, fossero gi attivati interventi finanziari. Per quanto sinteticamente esposto si ritiene che vi sia la necessit dellimmediato ritiro del Piano, dellaccertamento delle responsabilit della sua redazione ed organizzazione, di provvedimenti nei confronti di quanti hanno operato fraudolentemente ai danni dellAmministrazione e dei cittadini siciliani, nonch la verifica di ipotesi di danno per il pubblico erario che ne potesse derivare. nota: se il link sopra non dovrebbe aprirsi per un problema di reindirizzamento del broswer cliccate qui:
http://www.serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm

Una vicenda oscura, in cui sono coinvolte soprattutto le persone che hanno gettato il fango su Gioacchino Genchi e Alessandro Pellerito, quelle che ne hanno deciso la rimozione arbitraria senza alcuno scrupolo. Ci che oggi si preannuncia, sembra uno scandalo in piena regola, tanto che a questo punto si chiede un immediato intervento dellAssessore Interlandi sui responsabili (il dirigente del Servizio 3, dott. Salvatore Anz, ed il Dirigente Generale del Dipartimento Territorio e Ambiente, arch. Pietro Tolomeo) dei gravi fatti che colpiscono in prima persona lei stessa, in quanto firmataria inconsapevole di ci che sembrerebbe configurarsi una vera e propria truffa. I ruoli si stanno invertendo e i persecutori rischiano di diventare i perseguitati e tutto lascia ben sperare che la Interlandi sia fermamente decisa a perseguire chi si trova implicato in questa oscura faccenda. Caricato da isolapulita

Ieri presso lAssessorato Territorio Ambiente della Regione Sicilia si svolta la conferenza di servizi,coordinata dal servizio 2, per la concessione dellautorizzzazione integrata ambientale richiesta dalla Italcementi . Abbiamo udito, da parte dei pochi partecipanti invitati, perplessit carenze incompletezze circa il progetto che la Italcementi ha presentato. Al tavolo della conferenza abbiamo notato lassenza della Soprintendenza ai Beni Ambientali, ricordiamo ancora una volta, che Isola delle Femmine sotto tutela paesaggistica oltre al fatto che gli stabilimenti della Italcementi sono adiacenti e forse allinterno di una vasta area che la Comunit Europea considera BENI DA TUTELARE E PRESERVARE. Non possiamo esimerci dal lanciare un accorato appello allAssessore Rosanna Interlandi circa il

rispetto delle norme, regole e leggi in materia di Partecipazione degli Enti alle conferenze di servizi. Lappello alla vigilanza al controllo e alle garanzie, trova una sua giustificazione dalle notizie di stampa e televisione che vedono coinvolti proprio i Dirigenti dei Servizi interessati per alcune competenze (emissioni in atmosfera) della procedura AIA per lazienda Italcementi di Isola delle Femmine.
Vale la pena citare una recente sentenza della Corte Costituzionale a tutela dei beni paesaggistici

La positiva e per certi versi sorprendente sentenza della Corte Costituzionale n. 367del 7 novembre 2007 riconferma il valore assoluto e primario del paesaggio, in linea con lart. 9 della nostra Costituzione: respinge infatti tutti i ricorsi delle Regioni che rivendicano, impropriamente, la competenza in tema di tutela del paesaggio. Questa decisione rappresenta un punto fermo e importante per il futuro del Paese. Ad ogni modo, siamo chiamati a mantenere alto il livello di attenzione e a continuare a vigilare sulloperato delle nostre istituzioni, affinch tale sentenza si tramuti in fatti visibili e concreti.

http://www.pausania.it/images/stories/ccost_367_07.pdf

PROCEDURA PER IL RILASCIO DELLAUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Le attivit produttive soggette alla disciplina di prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento (IPPC) sono quelle riportate nellallegato I del d.lgs. n. 59/2005 ed al punto 6 delle linee guida allegate alla delibera n. 43/15 dell11/10/2006 (vedi normativa).
PROCEDURA RILASCIO A.I.A. ART.5 D LGS.59/05

- Procedura ai fini del rilascio dellAutorizzazione integrata ambientale [Domanda - Impianto - Materie prime - Ubicazione - Emissioni - Tecnologia - recupero rifiuti Calendario - Commissione istruttoria - Industrie insalubri] 1. Ai fini dellesercizio di nuovi impianti, della modifica sostanziale e delladeguamento del funzionamento degli impianti esistenti alle disposizioni del presente decreto, si provvede al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale di cui allarticolo 7. Fatto salvo quanto disposto dal comma 5 e ferme restando le informazioni richieste dalla normativa concernente aria, acqua, suolo e rumore, la domanda deve comunque descrivere: a) limpianto, il tipo e la portata delle sue attivit; b) le materie prime e ausiliarie, le sostanze e lenergia usate o prodotte dallimpianto; c) le fonti di emissione dellimpianto; d) lo stato del sito di ubicazione dellimpianto; e) il tipo e lentit delle emissioni dellimpianto in ogni settore ambientale, nonch unidentificazione degli effetti significativi delle emissioni sullambiente; f) la tecnologia utilizzata e le altre tecniche in uso per prevenire le emissioni dallimpianto oppure per ridurle; g) le misure di prevenzione e di recupero dei rifiuti prodotti dallimpianto; h) le misure previste per controllare le emissioni nellambiente; i) le eventuali principali alternative prese in esame dal gestore, in forma sommaria; j) le altre misure previste per ottemperare ai principi di cui allarticolo 3. 2. La domanda di autorizzazione integrata ambientale deve contenere anche una sintesi non tecnica dei dati di cui alle lettere da a) ad l) del comma 1 e lindicazione delle informazioni che ad avviso del gestore non devono essere diffuse per ragioni di riservatezza industriale, commerciale o
Articolo 5

personale, di tutela della propriet intellettuale e, tenendo conto delle indicazioni contenute nellarticolo 12 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, di pubblica sicurezza o di difesa nazionale. In tale caso il richiedente fornisce allautorit competente anche una versione della domanda priva delle informazioni riservate, ai fini dellaccessibilit al pubblico. 3. Per le attivit industriali di cui allallegato I lautorit competente stabilisce il calendario delle scadenze per la presentazione delle domande per lautorizzazione integrata ambientale per gli impianti esistenti e per gli impianti nuovi gi dotati di altre autorizzazioni ambientali alla data di entrata in vigore del presente decreto. Tali calendari sono pubblicati sullorgano ufficiale regionale o, nel caso di impianti che ricadono nellambito della competenza dello Stato, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Per gli impianti di competenza statale di cui allallegato V del presente decreto il calendario di cui al presente comma stabilito sentiti i Ministeri delle attivit produttive e della salute. 4. Per gli impianti di competenza statale la presentazione della domanda effettuata allautorit competente con le procedure telematiche, il formato e le modalit stabiliti con il decreto di cui allarticolo 13, comma 3. 5. Qualora le informazioni e le descrizioni fornite secondo un rapporto di sicurezza, elaborato conformemente alle norme previste sui rischi di incidente rilevante connessi a determinate attivit industriali, o secondo la norma UNI EN ISO 14001, ovvero i dati prodotti per i siti registrati ai sensi del regolamento (CE) n. 761/2001, nonch altre informazioni fornite secondo qualunque altra normativa, rispettino uno o pi dei requisiti di cui al comma 1 del presente articolo, possono essere utilizzate ai fini della presentazione della domanda. Tali informazioni possono essere incluse nella domanda o essere ad essa allegate. 6. Lautorit competente individua gli uffici presso i quali sono depositati i documenti e gli atti inerenti il procedimento, al fine della consultazione del pubblico. 7. Lautorit competente, entro trenta giorni dal ricevimento della domanda ovvero, in caso di riesame ai sensi dellarticolo 9, comma 4, contestualmente allavvio del relativo procedimento, comunica al gestore la data di avvio del procedimento ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, e la sede degli uffici di cui al comma 6. Entro il termine di quindici giorni dalla data di ricevimento della comunicazione il gestore provvede a sua cura e sue spese alla pubblicazione su un quotidiano a diffusione provinciale o regionale, ovvero a diffusione nazionale nel caso di progetti che ricadono nellambito della competenza dello Stato, di un annuncio contenente lindicazione della localizzazione dellimpianto e del nominativo del gestore, nonch il luogo individuato ai sensi del comma 6 ove possibile prendere visione degli atti e trasmettere le osservazioni. Tali forme di pubblicit tengono luogo delle comunicazioni di cui agli articoli 7 e 8 della legge 7 agosto 1990, n. 241. 8. Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione dellannuncio di cui al comma 7, i soggetti interessati possono presentare in forma scritta, allautorit competente, osservazioni sulla domanda. 9. Ai fini dello svolgimento delle attivit istruttorie e di consulenza tecnica connesse al rilascio delle autorizzazioni di competenza statale, istituita presso il Ministero dellambiente e della tutela del territorio, una commissione istruttoria IPPC composta da 27 esperti di elevata qualificazione, di cui uno con funzioni di presidente, provenienti dalle amministrazioni pubbliche, dallAgenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici, da universit, istituti scientifici, enti di ricerca, soggetti pubblici e privati adeguatamente qualificati. Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio, adottato previa adozione del decreto di cui allarticolo 18, comma 2, sono nominati i membri della commissione ed disciplinato il funzionamento della commissione stessa. Al fine di garantire il necessario coinvolgimento degli enti territoriali, per le attivit relative a ciascuna domanda di autorizzazione, la commissione integrata da un esperto designato da ciascuna regione, da un esperto designato da ciascuna provincia e da un esperto designato da ciascun comune territorialmente competenti. La commissione istruttoria IPPC ha il compito di fornire allautorit competente, anche effettuando i necessari sopralluoghi, in tempo utile per il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, un parere istruttorio conclusivo e pareri intermedi

debitamente motivati, nonch approfondimenti tecnici in merito a ciascuna domanda di autorizzazione. Ai componenti della commissione spetta un compenso stabilito con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze. Agli oneri relativi al funzionamento della commissione, si provvede mediante le somme determinate ai sensi dellarticolo 18, comma 2. 10. Lautorit competente, ai fini del rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, convoca apposita conferenza dei servizi ai sensi degli articoli 14, 14 ter, commi da 1 a 3 e da 6 a 9, e 14 quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, alla quale invita le amministrazioni competenti in materia ambientale e comunque, nel caso di impianti di competenza statale, i Ministeri dellinterno, della salute e delle attivit produttive. 11. Nellambito della conferenza dei servizi di cui al comma 10 sono acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265. In presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dellautorizzazione di cui al presente decreto, il sindaco, qualora lo ritenga necessario nellinteresse della salute pubblica, chiede allautorit competente di verificare la necessit di riesaminare lautorizzazione rilasciata, ai sensi dellarticolo 9, comma 4. 12. Acquisite le determinazioni delle amministrazioni coinvolte nel procedimento e considerate le osservazioni di cui al comma 8, lautorit competente rilascia, entro centocinquanta giorni dalla presentazione della domanda, unautorizzazione contenente le condizioni che garantiscono la conformit dellimpianto ai requisiti previsti nel presente decreto, oppure nega lautorizzazione in caso di non conformit ai requisiti di cui al presente decreto. Lautorizzazione per impianti di competenza statale di cui allallegato V del presente decreto rilasciata con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio; in caso di impianti sottoposti a procedura di valutazione di impatto ambientale, il termine di cui sopra sospeso fino alla conclusione di tale procedura. Lautorizzazione integrata ambientale non pu essere comunque rilasciata prima della conclusione del procedimento di valutazione di impatto ambientale. 13. Lautorit competente pu chiedere integrazioni alla documentazione, anche al fine di valutare la applicabilit di specifiche misure alternative o aggiuntive, indicando il termine massimo non inferiore a trenta giorni per la presentazione della documentazione integrativa; in tal caso, il termine di cui al comma 12, nonch il termine previsto per la conclusione dei lavori della conferenza dei servizi di cui al comma 10, si intendono sospesi fino alla presentazione della documentazione integrativa. 14. Lautorizzazione integrata ambientale, rilasciata ai sensi del presente decreto, sostituisce ad ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizioni di legge e dalle relative norme di attuazione, fatte salve le disposizioni di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, e le autorizzazioni ambientali previste dalla normativa di recepimento della direttiva 2003/87/CE. Lautorizzazione integrata ambientale sostituisce, in ogni caso, le autorizzazioni di cui allelenco riportato nellallegato II. Lelenco riportato nellallegato II, ove necessario, modificato con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministri delle attivit produttive e della salute, dintesa con la Conferenza unificata istituita ai sensi del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. 15. Copia dellautorizzazione integrata ambientale e di qualsiasi suo successivo aggiornamento, messa a disposizione del pubblico, presso lufficio di cui al comma 6. Presso il medesimo ufficio sono inoltre rese disponibili informazioni relative alla partecipazione del pubblico al procedimento. 16. Lautorit competente pu sottrarre allaccesso le informazioni, in particolare quelle relative agli impianti militari di produzione di esplosivi di cui al punto 4.6 dellallegato I, qualora ci si renda necessario per lesigenza di salvaguardare, ai sensi dellarticolo 24, comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241, e relative norme di attuazione, la sicurezza pubblica o la difesa nazionale. Lautorit competente pu inoltre sottrarre allaccesso informazioni non riguardanti le emissioni dellimpianto nellambiente, per ragioni di tutela della propriet intellettuale o di riservatezza industriale, commerciale o personale.

Ove lautorit competente non provveda a concludere il procedimento relativo al rilascio dellautorizzazione integrata ambientale entro i termini previsti dal comma 12, si applica il potere sostitutivo di cui allarticolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 18. Ogni autorizzazione integrata ambientale deve includere le modalit previste per la protezione dellambiente nel suo complesso di cui al presente decreto, secondo quanto indicato allarticolo 7, nonch lindicazione delle autorizzazioni sostituite. Lautorizzazione integrata ambientale concessa agli impianti esistenti prevede la data, comunque non successiva al 30 ottobre 2007, entro la quale tali prescrizioni debbono essere attuate. Nel caso in cui norme attuative di disposizioni comunitarie di settore dispongano date successive per lattuazione delle prescrizioni, lautorizzazione deve essere comunque rilasciata entro il 30 ottobre 2007. Lautorizzazione integrata ambientale concessa a impianti nuovi, gi dotati di altre autorizzazioni ambientali allesercizio alla data di entrata in vigore del presente decreto, pu consentire le deroghe temporanee di cui al comma 5, dellarticolo 9. 19. Tutti i procedimenti di cui al presente articolo per impianti esistenti devono essere comunque conclusi in tempo utile per assicurare il rispetto del termine di cui al comma 18. Le Autorit competenti definiscono o adeguano conseguentemente i propri calendari delle scadenze per la presentazione delle domande di autorizzazione integrata ambientale. 20. In considerazione del particolare e rilevante impatto ambientale, della complessit e del preminente interesse nazionale dellimpianto, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto, possono essere conclusi, dintesa tra lo Stato, le regioni, le province e i comuni territorialmente competenti e i gestori, specifici accordi, al fine di garantire, in conformit con gli interessi fondamentali della collettivit, larmonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, le politiche del territorio e le strategie aziendali. In tali casi lautorit competente, fatto comunque salvo quanto previsto al comma 18, assicura il necessario coordinamento tra lattuazione dellaccordo e la procedura di rilascio dellautorizzazione integrata ambientale. Nei casi disciplinati dal presente comma il termine di centocinquanta giorni di cui al comma 12 sostituito dal termine di trecento giorni.
17.

Allegato I del D.lgs 18-2-2005 n.59 Categorie di attivit industriali di cui allart. 1 AZIENDE SOGGETTE ALLA.I.A. Al 1 D.lgs 59/05

1. Gli impianti o le parti di impianti utilizzati per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi prodotti e processi non rientrano nel presente decreto. 2. I valori limite riportati di seguito si riferiscono in genere alle capacit di produzione o alla resa. Qualora uno stesso gestore ponga in essere varie attivit elencate alla medesima voce in uno stesso impianto o in una stessa localit, si sommano le capacit di tali attivit. 1. Attivit energetiche. 1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW. 1.2. Raffinerie di petrolio e di gas. 1.3. Cokerie. 1.4. Impianti di gassificazione e liquefazione del carbone. 2. Produzione e trasformazione dei metalli. 2.1 Impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici compresi i minerali solforati. 2.2. Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la relativa colata continua di capacit superiore a 2,5 tonnellate

allora. 2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: a) laminazione a caldo con una capacit superiore a 20 tonnellate di acciaio grezzo allora; b) forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 kJ per maglio e allorch la potenza calorifica superiore a 20 MW; c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacit di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio grezzo allora. 2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una capacit di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno. 2.5. Impianti: a) destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonch concentrati o materie prime secondarie attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una capacit di fusione superiore a 4 tonnellate al giorno per il piombo e il cadmio o a 20 tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli. 2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3. 3. Industria dei prodotti minerali.
3.1. Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 500 tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 50 tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di produzione di oltre 50 tonnellate al giorno.

3.2. Impianti destinati alla produzione di amianto e alla fabbricazione di prodotti dellamianto. 3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacit di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno. 3.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli destinati alla produzione di fibre minerali, con una capacit di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno. 3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con una capacit di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una capacit di forno superiore a 4 m3 e con una densit di colata per forno superiore a 300 kg/m3. 4. Industria chimica. Nellmbito delle categorie di attivit della sezione 4 si intende per produzione la produzione su scala industriale mediante trasformazione chimica delle sostanze o dei gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a 4.6. 4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o aromatici); b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi; c) idrocarburi solforati; d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici, nitrili, cianati, isocianati;

e) idrocarburi fosforosi; f) idrocarburi alogenati; g) composti organometallici; h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base di cellulosa); i) gomme sintetiche; j) sostanze coloranti e pigmenti; k) tensioattivi e agenti di superficie. 4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, quali: a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile; b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati; c) basi, quali idrossido dammonio, idrossido di potassio, idrossido di sodio; d) sali, quali cloruro dammonio, clorato di potassio, carbonato di potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato dargento; e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio. 4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti). 4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi. 4.5 Impianti che utilizzano un procedimento chimico o biologico per la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base. 4.6. Impianti chimici per la fabbricazione di esplosivi. 5. Gestione dei rifiuti. Salvi lart. 11 della direttiva 75/442/CEE e lart. 3 della direttiva 91/689/CEE, del 12 dicembre 1991 del Consiglio, relativa ai rifiuti pericolosi. 5.1. Impianti per leliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui allart. 1, paragrafo 4, della direttiva 91/689/CEE quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9) della direttiva 75/442/CEE e nella direttiva 75/439/CEE del 16 giugno 1975 del Consiglio, concernente leliminazione degli oli usati, con capacit di oltre 10 tonnellate al giorno. 5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella direttiva 89/369/CEE dell8 giugno 1989 del Consiglio, concernente la prevenzione dellinquinamento atmosferico provocato dai nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva 89/429/CEE del 21 giugno 1989 del Consiglio, concernente la riduzione dellinquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacit superiore a 3 tonnellate allora. 5.3. Impianti per leliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nellallegato 11 A della direttiva 75/442/CEE ai punti D 8, D 9 con capacit superiore a 50 tonnellate al giorno. 5.4. Discariche che ricevono pi di 10 tonnellate al giorno o con una capacit totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti. 6. Altre attivit. 6.1. Impianti industriali destinati alla fabbricazione: a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose;

b) di carta e cartoni con capacit di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno; 6.2. Impianti per il pretrattamento (operazioni di lavaggio, imbianchimento, mercerizzazione) o la tintura di fibre o di tessili la cui capacit di trattamento supera le 10 tonnellate al giorno. 6.3. Impianti per la concia delle pelli qualora la capacit di trattamento superi le 12 tonnellate al giorno di prodotto finito. 6.7. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, verniciare, pulire o impregnare, con una capacit di consumo di solvente superiore a 150 kg allora o a 200 tonnellate allanno. 6.8. Impianti per la fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite per uso elettrico mediante combustione o grafitizzazione.
http://www.impattoambientale.it/Articolo%205%20IPPC.pdf http://www.comune.poirino.to.it/public/Lavori%20pubblici%20e%20patrimonio/allegato_i_dlgs_59_2005.pdf http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/05059dl.htm http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_doc/normativa/dlgs195.pdf

servizio a 32,30............. La conferenza di servizi

3. Indizione e composizione della conferenza 3.1. Quando convocare la conferenza, chi deve convocarla e chi deve prendervi parte. Allorch il ricorso alla conferenza di servizi sia risultato necessario e cio, in primis quando su un tema o su uno specifico progetto occorre acquisire per legge statale, regionale o per altra norma di livello inferiore il parere, il nullaosta, il permesso, lautorizzazione o comunque lassenso di pi amministrazioni pubbliche (quali, ad esempio, lAzienda Sanitaria Locale, la Provincia, lAgenzia dellambiente regionale, ove istituita, la Soprintendenza ai beni culturali ovvero il Comune nel cui ambito territoriale ricade il progetto, ecc.) e tali atti non siano pervenuti entro 30 giorni4 dalla ricezione della relativa richiesta, va convocata in modo formale la conferenza tenendo presenti le seguenti innovazioni apportate dallart.10 della Legge n. 15 recentemente approvata: a la prima riunione della conferenza convocata entro 15 giorni dallindizione, ovvero nei casi di particolare complessit dellistruttoria, entro 30 giorni. b La convocazione deve pervenire agli invitati (anche per via telematica o informatica) almeno 5 giorni (in luogo dei 10 prima previsti) antecedenti la data della seduta. La conferenza indetta dal responsabile del procedimento qualora il medesimo abbia la competenza in base allordinamento dellamministrazione convocante ad assumere latto finale; in caso contrario lindizione della conferenza compete a chi abilitato a sottoscrivere latto conclusivo del procedimento. appena il caso di sottolineare che per individuare tale organo occorre fare riferimento non solo alla legge statale (ad esempio, al D. Lgv. n. 29/93 ovvero n. 267/2000) ma anche alla legislazione regionale, ai regolamenti ed a norme di livello inferiore quali gli statuti degli enti locali. Pu anche succedere che la paternit del procedimento non sia chiara, nel senso che pi di una amministrazione abbia competenza o assuma di avere la competenza ad emettere latto finale. In tal caso, salvo che lindividuazione non discenda direttamente dalla legge statale e/o regionale,

anche secondo la circolare del Ministro della Funzione Pubblica 13.11.1990, n.57342/7.463 occorre avere riguardo allamministrazione che ha la competenza primaria o prevalente ed a tale fine dirimente lattribuzione della competenza ad assumere latto conclusivo del procedimento per definire linteresse pubblico ritenuto dal legislatore prevalente. Questione fondamentale anche lindividuazione delle amministrazioni e degli altri soggetti pubblici da invitare alla conferenza; atteso che in essa devono essere rappresentati e valutati tutti gli interessi pubblici coinvolti nel procedimento secondo lordinamento, essenziale che non vi siano omissioni in proposito. Poich la conferenza di servizi sostituisce in toto gli atti che singolarmente le varie amministrazioni dovevano assumere prima dellentrata in vigore della 241, alla conferenza devono essere formalmente invitate tutte le amministrazioni e tutti i soggetti pubblici che, in forza di legge, statale e regionale, nonch di regolamento hanno competenza ad emettere atti di intesa, autorizzazione, nulla osta, concessioni, concerti, permessi o atti di assenso comunque denominati. Non pertanto in base ad un generico interesse a conoscere il tema oggetto del procedimento che unamministrazione pu richiedere di essere parte della conferenza, ma occorre essere titolari, in forza dellordinamento giuridico, di un potere-dovere ad emettere gli atti sopra indicati. Quindi, per fare un esempio, ove si debba realizzare un intervento su un immobile non soggetto a vincolo esplicito (cio formalmente apposto) o implicito (per la semplice appartenenza ad una p.a. o altro soggetto indicato dalla legge) in forza delle vigenti disposizioni in materia di tutela dei beni culturali, non sono tenuti a partecipare alla conferenza gli organi statali e/o regionali a cui tale tutela demandata. (4 Il termine precedente di 15 gg. modificato dalla L. 15/2005, art. 8.)
DECRETO LEGISLATIVO 152/06 ARTICOLO 271

I piani e i programmi previsti dallarticolo 8 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, e dallarticolo 3 del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183, possono stabilire valori limite di emissione e prescrizioni, anche inerenti le condizioni di costruzione o di esercizio dellimpianto, pi severi di quelli fissati dallAllegato I alla parte quinta del presente decreto e dalla normativa di cui al comma 3 purche ci risulti necessario al conseguimento dei valori limite e dei valori bersaglio di qualit dellaria. Fino allemanazione di tali piani e programmi, continuano ad applicarsi i valori limite di emissione e le prescrizioni contenuti nei piani adottati ai sensi dellarticolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203. 9. Fermo restando quanto previsto dal comma 8, lautorizzazione pu stabilire valori limite di emissione pi severi di quelli fissati dallAllegato I alla parte quinta del presente decreto, dalla normativa di cui al comma 3 e dai piani e programmi relativi alla qualit dellaria: a) in sede di rinnovo, sulla base delle migliori tecniche disponibili, anche tenuto conto del rapporto tra i costi e i benefici complessivi;
4. DECRETO LEGISLATIVO 351/99 Art. 8.

Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono piu alti dei valori limite 1. Le regioni provvedono, sulla base della valutazione preliminare di cui allarticolo 5, in prima applicazione, e, successivamente, sulla base della valutazione di cui allarticolo 6, alla definizione di una lista di zone e di agglomerati nei quali: a) i livelli di uno o piu inquinanti eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza; b) i livelli di uno o piu inquinanti sono compresi tra il valorelimite ed il valore limite aumentato del margine di tolleranza. 2. Nel caso che nessun margine di tolleranza sia stato fissato per uno specifico inquinante, le zone e

gli agglomerati nei quali il livello di tale inquinante supera il valore limite, sono equiparate alle zone ed agglomerati di cui al comma 1, lettera a). 3. Nelle zone e negli agglomerati di cui al comma 1, le regioni adottano un piano o un programma per il raggiungimento dei valori limite entro i termini stabiliti ai sensi dellarticolo 4, comma 1, lettera c). Nelle zone e negli agglomerati in cui il livello di piu inquinanti supera i valori limite, le regioni predispongono un piano integrato per tutti gli inquinanti in questione. 4. I piani e programmi, devono essere resi disponibili al pubblico e agli organismi di cui allarticolo 11, comma 1, e riportare almeno le informazioni di cui allallegato V. 5. Con decreto del Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro della sanita, sentita la Conferenza unificata, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti i criteri per lelaborazione dei piani e dei programmi di cui al comma 3. 6. Allorche il livello di un inquinante e superiore o rischia di essere superiore al valore limite aumentato del margine di tolleranza o, se del caso, alla soglia di allarme, in seguito ad un inquinamento significativo avente origine da uno Stato dellUnione europea, il Ministero dellambiente, sentite le regioni e gli enti locali interessati, provvede alla consultazione con le autorita degli Stati dellUnione europea coinvolti allo scopo di risolvere la situazione. 7. Qualora le zone di cui ai commi 1 e 2 interessino piu regioni, la loro estensione viene individuata dintesa fra le regioni interessate che coordinano i rispettivi piani.
Art. 9.

Requisiti applicabili alle zone con i livelli inferiori ai valori limite 1. Le regioni provvedono, sulla base della valutazione preliminare di cui allarticolo 5, in prima applicazione, e, successivamente, sulla base dellarticolo 6, alla definizione delle zone e degli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi. 2. Nelle zone e negli agglomerati di cui al comma 1, le regioni adottano un piano di mantenimento della qualita dellaria al fine di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite e si adoperano al fine di preservare la migliore qualita dellaria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile secondo le direttive emanate con decreto del Ministro dellambiente, di concerto con il Ministro della sanita, sentita la Conferenza unificata.
GAZZETTA UFFICIALE REGIONE SICILIA PALERMO - SABATO 29 AGOSTO 1998 - N. 42 Dichiarazione di interesse industriale e destinazione per lo sfruttamento del giacimento di minerale di calcare esistente nellarea sita nei comuni di Palermo e Torretta, contrada Pian dellAia - Tre Finaite

DISPOSIZIONI E COMUNICATI PRESIDENZA Dichiarazione di interesse industriale e destinazione per lo sfruttamento del giacimento di minerale di calcare esistente nellarea sita nei comuni di Palermo e Torretta, contrada Pian dellAia - Tre Finaite. A decorrere dalla data del decreto del Presidente della Regione siciliana n. 1340, gr. IV/118 del 24 marzo 1998 e per la durata di anni venti, larea individuata in catasto al foglio n. 2, particelle nn. 12, 9, 5; foglio n. 3, particella n. 48 del comune di Torretta e foglio n. 13, particella n. 25 del comune di Palermo dichiarata di interesse industriale e destinata allo sfruttamento del giacimento di minerale di calcare nella stessa esistente. Allo scadere del ventennio, cessata la destinazione a fini industriali, si intender ripristinata la destinazione a fini forestali della zona che verr, pertanto, riconsegnata alla Regione siciliana, previa ricostituzione dellimpianto boschivo. La concessione di coltivazione del minerale calcareo verr assentita dal competente Assessorato regionale dellindustria in conformit alle disposizioni di legge in vigore. (98.27.1396)

La cava di Pian dellAia,

impianto estrattivo di materiale calcareo a servizio della Italcementi di Isola delle Femmine situata allinterno di un sito SIC Raffo Rosso, Monte Cuccio e Vallone Sagana cod ITA 020023 di cui al D.M 3 aprile 2000 GUI n .95 del 22 aprile 2000, GURS n.57 del 15/10/00 e regolamentato dal DPR 357/97 e s.m.i n. 120/03. Il pSIC (proposto Sito di Importanza Comunitaria) gi dalla data della sua individuazione soggetto a tutela e a particolari procedure per eventuali opere/piani previsti al suo interno. Lart. 5 del citato Decreto prevede che se una opera gi soggetta a VIA, essa deve ricomprendere lanalisi delle possibili incidenze sul sito, cos come indicato nellallegato G del DPR 357/97 e smi. ARTICOLO 5 del DPR 357/97 e smi, prevede che tali studi vengano fatti anche per opere che insistono esternamente ai pSIC/ZPS, qualora vi sia la possibilit che essi abbiano effetti su di essi. ART. 6 del nuovo DPR 120/2003, comma 1, nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. Si tratta di un principio di carattere generale tendente ad evitare che vengano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che, vanno sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. Sono altres da sottoporre a valutazione di incidenza (comma 3), tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. http://isoladellefemminedaliberare.blogspot.com/2007/11/italcementi-autorizzazione-integrata.html

marted, novembre 13, 2007


ITALCEMENTI ISOLA DELLE FEMMINE ASSESSORATO DIFFIDA PER STOCCAGGIO PET-COKE A RAFFO ROSSO

SENATORE SODANO NO AL PETCOKE ALLA ITALCEMENTI ISOLA DELLE FEMMINE: ITALCEMENTI NO AL PET-COKE Italcementi. stop ad utilizzo petcoke in stabilimento Palermo Il presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama presenta interrogazione Intervenga il Ministro dellAmbiente sullutilizzo di petcoke come combustibile, da parte della Italcementi di Isola delle Femmine (Palermo). E una sostanza nociva per la salute e c il rischio che la regione Sicilia dia a quello stabilimento lautorizzazione ad usarla. Lo afferma in uninterrogazione al Governo il presidente della commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano. Il senatore del Prc, facendo riferimento alla denunce presentate dal Comitato cittadino Isola pulita sia alla procura della Repubblica che allAssessorato regionale Territorio e Ambiente, nel documento, paventa il rischio che il dipartimento Tutela dallinquinamento atmosferico della Regione Sicilia possa approvare lutilizzo della petcoke attraverso una conferenza di servizi, nonostante sia ancora in corso la procedura per valutare limpatto ambientale sul territorio dellIsola delle Femmine. E un procedimento sottolinea Sodano - illegittimo, in quanto sottrae al dipartimento competente la decisione sulla richiesta avanzata dalla societ di modifica delle emissioni in atmosfera. Una nuova seduta della conferenza dei servizi sarebbe in programma per il 17 ottobre e lamministrazione locale - stando a

quanto riporta il comitato civico - avrebbe dato un assenso di massima alluso di petcoke. Sodano ricorda che in una risposta ad una precedente interrogazione il Ministero dellAmbiente aveva gi accertato lutilizzo di tale sostanza senza autorizzazioni da parte dellItalcementi e che limpresa, autorizzata per il deposito ma non per la combustione, era gi stata diffidata dallutilizzarla per produrre energia per i propri impianti. E necessario intervenire - conclude Sodano - lutilizzo del Petcoke molto nocivo per la salute dei cittadini e per questo la Italcementi stata pi volte diffidata. Sarebbe assurdo autorizzarne limpiego con un provvedimento regionale. www.isolapulita.it http://video.google.com/videoplay?docid=1709232750302815702&hl=it 6,22 10 http://rinascita-di-isola.blogspot.com/2007/10/italcementi-il-progetto-che-non-ce.html

Italcementi:Braccio Di Ferro Su Uso Pet-Coke Nel Palermitano (ANSA) - PALERMO, 19 OTT - Protestano per paura di perdere il posto di lavoro a causa delle norme sulluso del pet-coke, il combustibile che deriva dalla raffinazione del petrolio. Sono i lavoratori della Italcementi di Isola delle Femmine (Palermo) che stamani hanno manifestato a Palermo davanti a palazzo dOrleans. Decine di persone hanno promosso un sit-in davanti alla presidenza della Regione. Chiesto un incontro con il governatore Salvatore Cuffaro per esporre le proprie ragioni sullutilizzo del pet-coke nella fabbrica nel Palermitano. Ieri un gruppo di circa sessanta lavoratori aveva bloccato la strada statale 113 a Isola delle Femmine, in direzione di Trapani. I dipendenti sono preoccupati per via del braccio di ferro tra lazienda e lassessorato regionale allAmbiente, in merito alluso del combustibile, il cui utilizzo stato vietato nellagosto del 2006. Non protestiamo contro lazienda - dicono i lavoratori - ma contro latteggiamento dellassessore allAmbiente Rossana Interlandi, che per motivi politici nega lautorizzazione temporanea alluso del combustile che non un rifiuto nocivo come si vuol fare credere. LItalcementi ha sostenuto che non bisogna fare strumentalizzazioni. Il pet-coke consentito dalle normative proprio perch il legislatore ne riconosce lidoneit alluso in un ciclo, come quello relativo alla produzione del cemento, ampiamente sperimentato e consolidato e, soprattutto, perch se ne conoscono tutti i risvolti ambientali e relativi alla salute. Per lassessore Interlandi: Luso del pet-coke, come lesperienza della centrale Eni di Gela sta a dimostrare - ribatte - produce conseguenze devastanti per lambiente e per la salute dei cittadini. Porre la questione dunque il preciso dovere di unamministrazione seria e responsabile e non, come sostiene lItalcementi, una strumentalizzazione.(ANSA). REGIONE SICILIA ASSESSORATRO TERRITORIO AMBIENTE SERVIZIO 3 TUTELA DALLINQUINAMENTO ATMOSFERICO PROTOCOLLO 13871 OGGETTO Ditta Italcementi S.p.a. di Isola delle Femmine Deposito di stoccaggio combustibile solido in C.da Raffo Rosso Violazione della normativa ambientale Racc a/r Italcementi via G.Camozzi 124 Bergamo Racc a/r Italcementi via delle cementerie 10 Isola delle Femmine Racc a/r Procura della Repubblica c/o Tribunale di Palermo Fax 091515142 Comando carabinieri Palermo N.O.E. maresciallo Sapuppo Via Resuttana 360 Palermo

Fax 0916628389 e p.c. Provincia Regionale Palermo Servizio Inquinamento Atmosferico Via San Lorenzo 312/G/H Palermo Fax 0917033345 e p.c. D.A.P. Palermo Via Nairobi 4 Palermo Fax 0918677098 e p.c. Comune di Isola delle Femmine Palermo Fax 0916173522 e p.c. C.P.T.A. Palermo Via Lincoln 21 Palermo Servizio 2 SEDE Risulta agli atti di questo ufficio, anche da comunicazioni della stessa Italcementi s.p.a. che codesta ditta utilizza il sito della ex cava Raffo Rosso quale deposito allaperto di combustibile solido (petcoke, carbone) utilizzato per la limitrofa cementeria. Tale impianto, nel quale si manipolano, trasportano, immagazzinano,caricano, scaricano materiali polverulenti contenenti sostanze inquinanti, non risulta tuttavia autorizzato (Allegato 6 D.M. 12 luglio 1990 o D.Lgs 3 aprile 2006 n 152) e non pu pertanto essere esercito in assenza della prevista autorizzazione prevista dallart 269 D.Lgs 152/06. Si rammenta che, ai sensi dellart 279 del D.Lgs 3 aprile 2006 n 152 chi inizia a installare o esercire un impianto e chi esercita una attivit in assenza della prescritta autorizzazione ovvero continua lesercizio dellimpianto o dellattivit con lautorizzazione scaduta, decaduta sospesa revocata o dopo lordine di chiusura dellimpianto o di cessazione dellattivit punito con la pena dellaresto da due mesi e due anni o dellammenda da duecentocinquantotto euro a milletrentadue euro. Si diffida pertanto la ditta dallutilizzare limpianto di stoccaggio in questione senza lautorizzazione prevista dallart 269 del decreto 152/06 e la si invita a dare seguito, con urgenza agli adempimenti previsti dalla normativa vigente. Si invitano il D.A.P. e la Provincia regionale, che leggono per conoscenza, ad effettuare i necessari controlli relazionando in merito a questo dipartimento. La presente viene inviata allAutorit Giudiziaria ed ai NOE di Palermo per gli eventuali aspetti di competenza. IL DIRIGENTE GENERALE ARCH PIETRO TOLOMEO http://www.isolapulita.it http://ciampolillopinoisoladellefemmine.blogspot.com/2007/11/italcementi-isoladelle-femmine.html#links

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