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Si definiscono adattamenti le modificazioni reversibili osservate nella dimensione, nel numero, nel fenotipo, nell'attivit metabolica o nelle funzioni delle cellule in risposta a cambiamenti ambientali. Tali adattamenti sono riassunti nella tabella: CAMBIAMENTO DI GRANDEZZA DELLE CELLULE Atrofia Ipertrofia
CAMBIAMENTO DE DIFFERENZIAMENTO DELLE CELLULE Metaplasia La crescita di un tessuto dovuta a fattori di crescita che quindi non hanno solo il compito proinfiammatorio, ad esempio: - fattori di crescita dellepidermide (EGFs) - fattori stimolanti la formazione di colonie (CSFs) - Interferoni (IFs) - fattori di crescita derivati dalle piastrine (PDGFs) --> stimolano la crescita cellulare - fattori di crescita Insulino-simili (ILGFs) - fattori di crescita dei fibroblasti (FGFs) - Interleuchine (ILs) - Eritropoietine (EPOs) - fattori di crescita delle cellule nervose (NGFs) - Famiglia del TGF-b --> inibisce la crescita cellulare
Atrofie
-
Involuzione
ATROFIA-->
riduzione
del
volume
di
un
organo
o
di
un
tessuto
per
effetto
di
una
diminuzione
delle
dimensioni
delle
cellule.
INVOLUZIONE-->
la
riduzione
del
volume
di
un
organo
o
di
un
tessuto
per
effetto
di
una
diminuzione
del
numero
delle
cellule.
Le
cause
di
atrofia
-
involuzione
sono:
Riduzione
del
carico
di
lavoro:
immobilizzazione
di
un
arto
fratturato.
Perdita
dell'innervazione
di
un
muscolo:
danno
ad
un
nervo
periferico
Riduzione
di
apporto
ematico:
malattie
occlusive
che
provocano
ischemia
in
miocardio
e
cervello.
Atrofia
senile
data
da
una
riduzione
dell'apporto
ematico
che
colpisce
tutti
gli
organi
con
predominanza
di
cuore
e
cervello
Nutrizione
inadeguata:
utilizzo
del
tessuto
muscolare
come
fonte
di
energia
(autofagia)
1
Perdita della stimolazione endocrina: la mancata secrezione di ACTH da parte dell'ipofisi genera atrofia del surrene Pressione: espansione di un tumore benigno induce l'atrofizzazione dei tessuti circostanti Le risposte adattative a questi stimoli generalmente comportano: Atrofia: una diminuzione delle dimensioni cellulari e degli organelli in modo da raggiungere un nuovo equilibrio adeguando la domanda metabolica cellulare ai minori livelli di apporto ematico, nutrizione e stimolazione trofica. Involuzione: Il danneggiamento irreversibile o la cessazione dello stimolo endocrino, provoca la morte cellulare per apoptosi. Ci determina una diminuzione del numero delle cellule Nonostante atrofia e involuzione siano 2 processi distinti spesso si manifestano in concomitanza e possono essere innescati dallo stesso stimolo esterno.
Ipertrofie
Iperplasie
IPERTROFIA--> aumento del volume di un organo o di un tessuto per effetto di un aumento delle dimensioni delle cellule IPERPLASIA--> aumento del volume di un organo o di un tessuto per effetto di un aumento del numero delle cellule Le cause di ipertrofia - iperplasia sono: aumento del carico di lavoro: ingrossamento delle fibre muscolari in risposta ad esercizio fisico (muscolo scheletrico) o ad un carico di sangue aumentato (muscolo cardiaco) mediato dai recettori da stiramento che, aumentando la sintesi proteica, determinano ipetrofia aumento di stimolazione endocrina: adenoma dell'ipofisi provoca un massivo rilascio di ACTH che provoca un aumento delle dimensioni del surrene mediato da recettori per sostanze ormonali che, aumentando sia la sintesi proteica sia le divisioni mitotiche, determinano ipertrofia e iperplasia danno tissutale persistente: nel fegato cellule necrotiche vengono rimpiazzate da nuove cellule mediato da recettori per fattori di crescita che, aumentando le divisioni mitotiche, determinano iperplasia Le risposte adattative a questi stimoli generalmente comportano: Ipertrofia: incrementata produzione di proteine cellulari Iperplasia: proliferazione di cellule mature indotta da fattori di crescita o di cellule staminali Le cellule in grado di dividersi possono rispondere allo stress sia con l'iperplasia sia con l'ipetrofia; le cellule che non sono in grado di dividersi (es. fibre muscolari) aumentano il volume cellulare solo con l'ipertrofia. Esempi: 1. Ipertrofia fisiologica del muscolo scheletrico in risposta ad un aumentato esercizio fisico 2. Ipertrofia patologica del miocardio in risposta ad una insufficienza valvolare o ipertensione In entrambi i casi le cellule muscolari sintetizzano una maggiore quantit di proteine determinando l'aumento del numero di miofilamenti; ci incrementa la forza che ogni singolo miocita in grado di generare. 2
Nel miocardio per la situazione patologica: L'aumento delle dimensioni delle cellule miocardiche non si accompagna ad un aumento di perfusione coronarica; le fibre ipetrofiche si ritrovano con le stesse quantit di sangue di cui potevano disporre in precedenza e quindi vanno in deficit di ossigeno. Il cuore sar quindi pi potente ma maggiormente esposto a fenomeni ischemici. 3. Iperplasia fisiologica dell'endometrio in risposta agli estrogeni 4. Iperplasia patologica dell'epidermide in risposta ad uno stato di infiammazione cronica 5. Iperplasia patologica della prostata in risposta agli androgeni lingrossamento della prostata causa il restringimento delluretra: Per compensare aumenta lo strato muscolare della vesica. La patologia cos inizia in un organo e dopo un po di tempo si espande ad un organo vicino.
Metaplasia
Si
definisce
METAPLASIA
una
modificazione
reversibile
in
cui
un
tipo
cellulare
differenziato
viene
sostituito
da
un
altro
tipo
cellulare.
Le
cause
di
metaplasia
sono
date
da
stimoli
persistenti
che
generano
un
danno
tissutale;
tali
stimoli
(mediati
da
citochine,
fattori
di
crescita...)
provocano
una
riprogrammazione
delle
cellule
staminali
che
si
differenzieranno
in
tipologie
cellulari
diverse
pi
adatte
al
cambiamento
verificatosi
nell'ambiente.
Esempi:
1. epitelio
cilindrico
-->
epitelio
squamoso
nei
bronchi
in
risposta
al
fumo
nei
dotti
ghiandolari
in
risposta
alla
presenza
di
calcoli
2. tessuto
fibroso
-->
tessuto
osseo
nel
tessuto
connettivo
in
risposta
ad
un
trauma
cronico
3. epitelio
squamoso
-->
epitelio
cilindrico
nell'esofago
(metaplasia
di
Barret)
in
risposta
al
reflusso
gastro-esofageo
Displasia
Si
definisce
DISPLASIA
un
disordine
reversibile
della
crescita
cellulare.
Il
cambiamento
consiste
in:
-
incremento
delle
mitosi,
-
produzione
di
un
vario
numero
di
cellule
-
anomala
disposizione
in
strati
delle
cellule
Questi
fattori
determinano
una
parziale
perdita
dell'architettura
tissutale.
Ad
esempio
in
un
epitelio
squamoso
pluristratificato
si
possono
vedere
cellule
ipercromatiche
di
aspetto
basale
o
cellule
in
mitosi
lungo
tutto
l'epitelio.
Frequentemente
la
displasia
insorge
nelle
aree
di
metaplasia
anche
se
pu
insorgere
anche
autonomamemente;
una
condizione
reversibile
anche
se
un
certo
grado
di
displasia
predispone
al
processo
neoplastico.
3
Le cellule non perdono completamente il loro grado di differenziazione (come accade nelle cellule neoplastiche); Il Carcinoma in situ il massimo (4) grado di displasia e si manifesta quando le cellule displastiche sono a tutto spessore.
Difetti
di
sviluppo
Anomalie
dovute
ad
errori
che
avvengono
durante
lo
sviluppo
embrionale
Ipoplasia:
giusta
differenziazione
cellulare
ed
organizzazione
tissutale
ma
la
crescita
dell'organo
rallentata
e
insufficiente.
Disgenesia:
giusta
differenziazione
cellulare
ma
l'organizzazione
tissutale
alterata
Aplasia:
alterata
differenziazione
cellulare,
le
cellule
staminali
si
fermano
in
fase
precoce
Agnesia:
mancata
formazione
della
massa
di
cellule
staminali
che
costituiscono
l'abbozzo
del
futuro
organo.
Differenziazione
e
anaplasia
Si
definisce
DIFFERENZIAZIONE
il
grado
di
somiglianza
morfologica
e
funzionale
tra
le
cellule
parenchimali
neoplastiche
e
le
corrispondenti
cellule
normali.
Si
definisce
ANAPLASIA
invece
la
mancanza
di
differenziazione
cellulare.
I
tumori
benigni
hanno
cellule
ben
differenziate,
che
conservano
le
capacit
funzionali
presenti
nelle
loro
controparti
normali.
I
tumori
maligni
hanno
cellule
con
vari
gradi
di
anaplasia
(possono
essere
ben
differenziate,
moderatamente
differenziate
o
scarsamente
differenziate),
caratterizzate
dai
seguenti
cambiamenti
della
morfologia
cellulare:
pleomorfismo:
variazioni
della
grandezza
delle
cellule
anomalie
morfologiche
nucleari:
aumento
delle
dimensioni
e
delle
quantit
di
DNA
Mitosi:
aumento
delle
mitosi
che
indicano
l'elevata
attivit
proliferativa
delle
cellule
neoplastiche
Perdita
della
polarit:
alterazione
dell'orientamento
delle
cellule
Esempio:
diversi
gradi
di
anaplasia
nel
tumore
maligno
del
polmone.
(slide
46)
Carcinoma
a
cellule
squamose.
Nel
polmone
non
presente
epitelio
stratificato
squamoso
ma
vi
lepitelio
respiratorio.
Esso
per
pu
presentare
un
cambio
di
differenziazione
a
livello
delle
cellule
staminali
(metaplasia
squamosa).
La
metaplasia,
una
situazione
instabile,
suscettibile
ad
evolvere
in
un
tumore
maligno;
se
ci
si
dirige
in
questa
direzione
avremo
la
comparsa
di
displasia
che
termina
con
la
formazione
di
un
carcinoma
a
cellule
squamose
.
Nelle
sezioni
istologiche
vediamo
piccoli
depositi
di
cheratina
caratteristica
dellepitelio
pluristratificato
squamoso
della
cute,
dove
le
cellule
pi
superficiali
si
trasformano
in
scaglie
di
cheratina.
Lepitelio
pluristratificato
che
cheratinizza
quello
dellepidermide.
Carcinoma
anaplastico
a
cellule
piccole.
Definito
anaplastico
proprio
per
rimarcare
il
fatto
che
ci
siamo
allontanati
da
qualunque
tipo
di
differenziazione.
Le
piccole
cellule
non
hanno
nessuna
caratteristica,
sono
cellule
che
non
assomigliano
a
nessun
altro
tipo
cellulare
Carcinoma
anaplastico
a
cellule
grandi.
Di
nuovo
cellule
non
riconoscibili.
Adenocarcinoma
del
polmone.
Adeno-
fa
riferimento
al
tessuto
ghiandolare,
perch
lepitelio
tumorale
va
a
formare
dei
finti
lumi
ghiandolari,
come
se
volesse
formare
una
ghiandola.
Questa
per
non
una
ghiandola,
ma
un
tumore
maligno.
I vari tipi di anaplasia hanno tutti alla base una riprogrammazione del genoma delle cellule tumorali.
Velocit
di
crescita
All'interno
di
una
popolazione
cellulare
neoplastica
non
tutte
le
cellule
vanno
nel
ciclo
replicativo,
ma
solo
una
parte
detta
frazione
di
crescita.
Nelle
prime
fasi
tutte
le
cellule
si
replicano;
con
l'espansione
della
popolazione
cellulare,
una
percentuale
sempre
maggiore
di
cellule
tumorali
lascia
lo
stato
replicativo
attraverso
il
passaggio
in
G0
la
differenziazione
e
la
morte.
Quindi
la
velocit
di
crescita
dei
tumori
correlata
al
loro
livello
di
differenziazione:
6
il tumori benigni crescono in modo lento e costante, il tumori maligni crescono in modo veloce e incostante Esistono tuttavia molte eccezioni a questa regola.
Invasione
I
tumori
benigni
formano
masse
compatte
che
restano
confinate
nella
sede
di
origine
senza
la
capacit
di
infiltrare
in
altri
tessuti;
sviluppano
una
capsula
fibrosa,
involucro
di
connettivo
della
matrice
extracellulare
che
permette
alla
neoplasia
di
rimanere
una
massa
limitata
I
tumori
maligni
si
infiltrano
nei
tessuti
adiacenti
(tali
infiltrazioni
sono
presenti
anche
nei
tumori
a
crescita
lenta
che
appaiono
come
masse
compatte
simili
ai
tumori
benigni)
rendendone
impossibile
una
collocazione
anatomica
e
quindi
una
completa
resezione
chirurgica.
Metastasi
Si
definisce
METASTASI
un
impianto
tumorale
lontano
dal
tumore
primitivo.
I
tumori
benigni
non
metatatizzano
I
tumori
maligni
spesso
metastatizzano;
pi
esteso
e
indifferenziato
il
tumore
primitivo,
maggiore
la
probabilit
che
abbia
dato
metastasi.
Esempio:
Leiomioma
benigno
e
maligno
Tuttavia il confine tra tumore benigno e maligno non ben definibile: ad esempio, un meningioma del cervello si trova fuori dal tessuto nervoso e quindi un tumore benigno; ma fino a che punto possiamo definire benigna una massa cellulare nel cranio che comprime il cervello con conseguenze gravissime?
EPITELI GHIANDOLARI Tumori benigni Adenoma Tumori maligni Adenocarcinoma Tessuti colpiti: tubuli seminiferi ( sempre maligno, anche se non molto aggressivo, si fa spesso in tempo ad asportare il testicolo) benigno--> non esiste maligno--> seminoma cellule epatiche benigno--> adenoma epatico (raro) maligno--> adenocarcinoma epatico (vinilcloruro) tubuli renali benigno--> adenoma renale maligno--> carcinoma renale
Tumori benigni suffisso -oma Tumori maligni sarcoma Tessuti colpiti: tessuto adiposo benigno--> lipoma maligno--> liposarcoma osteoblasti benigno--> osteoma maligno--> osteosarcoma; cellule meningee benigno--> meningiomi maligno--> meningioma maligno cellule sinoviali benigno--> non esiste maligno--> sinoviosarcoma cellule del midollo osseo benigno--> non esiste maligno--> leucemia (con un aggettivo che specifica il tipo di cellula colpita).
glioblastoma
10
Incidenza
e
mortalit
uomo
polmone
colon
prostata
incidenza
15%
10%
25%
mortalit
31%
8%
10%
donna
polmone
colon
mammella
incidenza
14%
10%
26%
mortalit
26%
9%
15%
- stretta correlazione tra ormoni sessuali e tumori alla prostata e alla mammella - il tumore alla prostata nonostante abbia incidenza del 25% porta alla morte solo il 10% degli affetti, perch generalmente colpisce persone anziane che possono morire per altre cause prima che il tumore si sia sviluppato. - il tumore al polmone colpisce a tutte le et e quindi ha tutto il tempo per svilupparsi ed evolvere a agli stadi pi dannosi. Dagli anni 30 agli anni 2000 calata drasticamente l'incidenza di tumori: - Stomaco: dovuta alla migliore qualit e la conservazione del cibo. - Utero: dovuta alle migliori condizioni igeniche nel parto. Questi dati epidemiologici ci dicono che nella cancerogenesi giocano un ruolo importante lalimentazione e le infezioni. A partire dagli anni 60 aumentata l'incidenza di tumori: - Polmone dovuta al fumo di sigaretta e agli inquinanti degli ambienti lavorativi.
11
hanno
meno
tumori
allo
stomaco
perch
cominciano
a
mangiare
cibi
occidentali
ma
questi
cibi
aumentano
l'incidenza
sia
del
tumore
al
colon
che
alla
prostata.
I
figli
di
questi
giapponesi
emigrati
hanno
ancora
meno
incidenza
di
tumore
stomaco
e
un
po
pi
al
colon
e
prostata.
I
tassi
di
incidenza
dei
tre
tipi
di
tumori
nelle
2
popolazioni
si
avvicinano
sempre
di
pi
ad
ogni
generazione
di
giapponesi
nata
in
California.
Incidenze
diverse
per
alcune
neoplasie
tra
acerra
(triangolo
della
morte)
e
le
medie
regionali
e
nazionali
incid.
nazionale
incid.
campania
incid.
TDM
fegato
14%
15%
36%
colon
34%
26%
26%
mammella
39%
32%
30%
-
L'incidenza
del
tumore
al
fegato
(e
vescica)
pi
altra-->
a
causa
dell'elevata
presenza
di
cancerogeni
chimici.
-
L'incidenza
del
tumore
al
colon
pi
bassa-->
a
causa
dell'alimentazione
ricca
di
verdura
-
L'incidenza
del
tumore
alla
mammella
pi
bassa-->
a
causa
dell'alto
numero
di
gravidanze
Inquinamento
asbesto
(usato
come
coibente)-->
polmone
e
pleura
benzene
(usato
come
solvente)-->
tessuto
emopoietico
fuliggine,
catrame-->
polmone,
cute,
tratto
gastrointestinale
2-naftilamina
(usato
come
intermedio
per
coloranti)-->
vescica
vinilcloruro
(usato
per
la
produzione
di
PVC)-->
fegato,
cervello,
polmone
DDT
(presente
nell'ambiente)-->
fegato
Infezioni
microbiche
Virus
che
infettando
le
cellule
somatiche,
vi
introducono
geni
trasformanti.
virus
HTLV-1-->
leucemia
Papillomavirus--> cervice e regione urogenitale virus di Epstein-Barr--> linfoma di Burkitt virus dell'epatite B e C--> fegato Helicobacter pylori--> stomaco
Alimentazione Aflatossine (contenute nelle muffe dei cereali)--> fegato nitrosamine (derivano dai nitrati e nitriti presenti rispettivamente in acque minerali e negli additivi dei salumi; il nitrato NO3- nel cavo orale si trasforma in nitrito, questultimo nello stomaco, passa ad acido nitroso che pu attaccare gruppi NO2 su substrati, su amminoacidi, possono andare a formare dunque le nitrosoammine)--> tratto gastrointestinale, vescica Estrogeni sintetici (contenuti nel grasso delle carni animali; per questo motivo i grassi animali aumentano il rischio di carcerogenesi)--> fegato, prostata, mammella. Il tumore alla prostata diventato il pi frequente tra gli uomini sia perch la vita si 12
allungata sia perch le carni animali contengono sempre pi estrogeni sintetici e altri xenobiotici potenzialmente cancerogeni ridotta introduzione di fattori protettivi carenza di alimenti contenti fibre--> ridotta diluizione e prolungato tempo di contatto col tessuto bersaglio di potenziali composti cancerogeni. Le fibre abbassano il rischio di tumore al colon proprio perch trattengono le sostanze chimiche cancerogene che altrimenti starebbero a ridosso dellepitelio. carenza di vitamina A, vitamina C, vitamina E--> ridotta presenza di composti che ostacolano la cancerogenesi
Et
La
maggior
parte
dei
carcinomi
compare
dopo
i
55
anni.
La
progressione
dell'incidenza
con
l'et
pu
essere
spiegata
da:
-
accumulo
di
mutazioni
somatiche
associate
alla
comparsa
di
neoplasie
maligne
-
declino
dell'immunocompetenza
che
si
accompagna
all'invecchiamento
cellulare
Predisposizione
genetica
Determinati
corredi
genetici
possono
predisporre
ai
tumori.
Sindromi
ereditarie
autosomiche
dominanti
Mutazione
puntiforme
di
un
singolo
allele
di
un
gene
che
codifica
per
un
oncosoppressore.
retinoblastoma-->
mutazione
dell'oncosoppressore
RB
Sindrome
di
Li
Fraumeni-->
mutazione
del
gene
p53
neurofibromatosi-->
Sindromi
ereditarie
autosomiche
recessive
Mutazioni
di
geni
che
codificano
per
proteine
che
controllano
la
riparazione
del
DNA.
Xeroderma
pigmentosum-->
deficit
del
meccanismo
di
riparazione
per
escissione
di
nucleotidi
che
rimuove
i
dimeri
di
timina
prodotti
dai
raggi
UV.
Il
soggetto
comunque
non
ha
un
tumore
congenito
ma
rischia
di
svilupparlo
ogni
volta
che
si
espone
alla
luce
del
sole.
Tumori
familiari
Osservazione
del
fatto
che
un
qualsiasi
tumore
pu
presentarsi
con
una
frequenza
maggiore
in
una
determinata
famiglia,
senza
un
modello
di
trasmissione
definito.
Probabilmente
la
maggiore
suscettibilit
familiare
al
cancro
dipende
da
diversi
alleli
a
bassa
penetranza,
ognuno
dei
quali
contribuisce
solo
a
un
piccolo
aumento
del
rischio
di
sviluppo
dei
tumori.
Interazioni
tra
fattori
genici
e
ambientali
Polimorfismi
dei
geni
che
codificano
per
enzimi
coinvolti
nei
processi
di
biotrasformazione,
possono
predisporre
a
tumori.
13
genotipo CYP1A1 del gene P-450--> metabolismo troppo rapido degli idrocarburi policiclici; si accumulano intermedi cancerogeni nei tessuti genotipo CYP2E1 del gene P-450--> metabolismo troppo rapido delle nitrosamine che si accumulano sulla vescica
Lesioni
pre-neoplastiche
Le
lesioni
preneoplastiche
(o
precancerosi)
sono
alterazioni
della
proliferazione
cellulare
(metaplasie,
iperplasie,
displasie...)
che
con
il
tempo
pi
o
meno
frequentemente
possono
trasformarsi
in
tumori
maligni.
La
definizione
inesatta,
poich
nella
maggior
parte
dei
casi
queste
lesioni
non
sono
seguite
da
neoplasie
maligne;
tuttavia
il
termine
persiste
perch
rende
l'idea
sull'aumento
del
rischio.
Leucoplachia
(precancerosi
del
cavo
orale):
metaplasia
che
appare
come
una
macchia
bianca
dove
un
epitelio
cheratinizzato
ha
sostituito
l'epitelio
squamoso
pluristratificato.
L'epitelio
metaplastico
pu
evolvere
in
un
carcinoma
squamoso.
Metaplasia
di
Barrett
(precancerosi
dell'esofago):
metaplasia
(nel
terzo
inferiore
dell'esofago,
vicino
al
cardia)
dove
l'epitelio
cilindrico
ghiandolare
tipico
dello
stomaco
ha
sostituito
l'epitelio
squamoso
pluristratificato.
L'epitelio
metaplastico
pu
dare
carcinoma.
Ginecomastia
(precancerosi
degli
abbozzi
ghiandolari
mammari):
comparsa
di
tessuto
ghiandolare
in
seguito
a
terapie
ormonali.
L'epitelio
ghiandolare
pu
evolvere
in
un
carcinoma
mammario
Cirrosi
epatica
(precancerosi
del
fegato):
il
risultato
di
una
fibrosi
soggetta
ad
infiammazione
cronica
per
anni.
Poliposi
(precancerosi
dell'intestino):
iperplasia
della
mucosa
che
forma
un'escrescenza
che
sporge
all'interno
del
colon.
Il
polipo
pu
evolvere
in
un
adenocarcinoma
Osteite
deformante
o
malattia
di
Paget
(precancerosi
del
tessuto
osseo):
metabolismo
dell
osso
molto
accelerato.
Tale
condizione
pu
evolvere
in
un
osteosarcoma.
criptorchidismo
(precancerosi
del
testicolo):
patologia
in
cui
il
testicolo
trattenuto
nell
addome.
Il
tessuto
testicolare
mantenuto
ad
una
temperatura
troppo
elevata,
oltre
a
compromettere
la
capacit
proliferativa
pu
trasformarsi
in
un
carcinoma.
14
Da questi esperimenti emersero i seguenti concetti: La cancerogenesi un processo multifasico distinto in fasi di iniziazione e promozione, determinate rispettivamente da: sostanza I (iniziante) d origine alla carcerogenesi operando una mutazione irreversibile al DNA. In particolare gli iniziatori sono composti elettrofili altamente reattivi che possono reagire con siti nucleofili presenti sul DNA, RNA o proteine repressore . Ve ne sono di 2 tipi: iniziatori ad azione diretta sono deboli carcerogeni che non richiedono una conversione metabolica per diventare cancerogeni (es. b-propiolattone, dimetilsolfato) iniziatori ad azione indiretta o pro-carcerogeni diventano cancerogeni attivi solo dopo un'attivazione metabolica di solito del cit P-450 (es. idrocarburi policiclici aromatici come benzo(a)pirene, aflatossine, 2-naftilamina, cloruro di vinile). Il potere cancerogeno di queste sostanze chimiche quindi dato dall'equilibrio tra attivazione metabolica e reazioni di inattivazione (avevamo visto come polimorfismi del gene P-450 fossero condizioni predisponenti a tumore). sostanza P (promuovente) agenti che non causano mutazione, ma che stimolano la proliferazione e l'espansione clonale delle cellule iniziate (es. esteri del forbolo, ormoni, fenoli e farmaci). 15
Quindi applicando solo la sostanza I, avviene la mutazione genica, ma le cellule mutate vengono rimpiazzate dal normale turn-over cellulare. Aggiungendo poi la sostanza P, abbiamo quindi esposto le cellule mutate ad uno stato infiammatorio che le spinge a prolifera
16
FATTORI ENDOGENI Et Predisposizione genetica Sindromi autosomiche dominanti o retinoblastoma o sindrome di Li Fraumeni o neurofibromatosi Sindromi autosomiche recessive o xeroderma pigmentoso Tumori familiari Polimorfismi degli enzimi delle trasformazioni degli xenobiotici Immunodeficienza o SCID (immunodeficienza grave combinata)
17
Ciclo cellulare
A
seconda
del
grado
di
proliferazione
cellulare
abbiamo:
Cellule
perenni:
permangono
perennemente
in
fase
G0,
differenziandosi
in
maniera
terminale.
Es:
neuroni.
Cellule
stabili:
permangono
in
fase
G0,
ma
se
necessario
vanno
in
mitosi.
Es:
cellule
epatiche
o
renali.
Cellule
proliferanti:
non
vanno
mai
in
fase
G0,
entrano
continuamente
in
mitosi.
Es:
cellule
epiteliali,
intestinali
e
del
midollo
osseo
G0 --> G1 La transizione implica l'attivazione trascrizionale di un folto gruppo di geni tra cui vari proto-oncogeni e geni per la sintesi di ribosomi e la traduzione di proteine G1 --> S Transizione fondamentale detta punto di restrizione. Checkpoint verifica l'integrit del DNA prima della replicazione; se vi sono errori il ciclo viene ritardato per permettere la riparazione del DNA e se non pu essere riparato vengono attivate le vie apoptotiche L'arresto del ciclo operato da meccanismi p53-dipendenti G2--> M Checkpoint verifica la corretta replicazione del DNA; s L'arresto del ciclo operato da meccanismi p53-dipendenti e p53-indipendenti 18
19
Via di RAS
le vie di trasduzione del segnale innescate dall'attivazione dei recettori causano modificazioni post-traduzionali che attivano i fattori di trascrizione. Un fattore di trascrizione correlato allo sviluppo di neoplasie NF-kB Alterazioni nelle varie vie di trasduzione o mutazioni recettoriali alterano i meccanismi di controllo del ciclo cellulare e di conseguenza consentono a cellule con rotture dei filamenti di DNA e con anomalie cromosomiche di dividersi. Si producono cos mutazioni nelle cellule figlie che possono portare all'insorgenza di neoplasie
20
21
ONCOPROTEINE Fattori di crescita Le cellule tumorali acquisiscono la capacit di sintetizzare lo stesso fattore di crescita al quale sono responsive generando una stimolazione autocrina Recettori dei fattori di crescita Le cellule tumorali possono: iperesprimere recettori che dimerizzano anche in presenza di basse dose di fattori di crescita esprimere recettori mutati che dimerizzano anche senza il legame con fattori di crescita. In entrambi i casi ne consegue che i recettori mutanti inviano continuamente segnali mitogeni alla cellula. Esempio: oncogene ERB-B sintetizza per il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGF). Nelle cellule tumorali sono mutati (privi del dominio extracellulare) o iperespressi Proteine trasduttrici del segnale Oncoproteine capaci di mimare la funzione delle normali proteine citoplasmatiche trasduttrici dei segnali; possono trasdurre anche se il recettore non ha legato alcun ligando. Esempio1: oncogene RAS sintetizza per proteine che trasducono il segnale dai recettori ad attivit tirosin-chinasica. Nelle cellule tumorali presenta mutazioni puntiformi nella sede di legame del GTP e nella regione enzimatica per l'idrolisi del GTP--> le oncoproteine RAS rimangono nella forma attiva legata al GTP Esempio2: traslocazione del gene ABL che si fonde con il gene BCR formando l'oncogene BCR-ABL che sintetizza oncoproteine ad attivit tirosinchinasica non recettoriale. (leucemia mieloide cronica) Fattori di trascrizione Oncoproteine che mimano la funzione dei normali fattori di trascrizione inducendo continuamente la trascrizione di determinati geni. Esempio: oncogene MYC che sintetizza per un fattore di trascrizione che promuove l'espressione di molti geni; oggi si pensa che sintetizzi una proteina che interviene nei processi replicativi, scegliendo il punto di avvio della replicazione. (linfoma di burkitt) Cicline e CDK Oncoproteine che alterano la successione delle fasi del ciclo cellulare. Esempio: iperespressione della ciclina D o della CDK4; 23
All'inizio della fase G1 RB nello stato attivo ipofosforilato blocca il fattore di trascrizione E2F; tale fattore promuove la trascrizione della ciclina E e della CDK2, fondamentali per l'avvio della replicazione. 24
Verso il termine della fase G1, la comparsa del complesso Ciclina D-CDK4 fosforila RB che quindi inattivato, rilascia E2F il quale esprime i geni per CDK2 e ciclina E. Durante la fase M, alcune fosfatasi defosforilano E2F riattivandolo. La perdita funzionale di RB, rimuove tali freni molecolari e ci provoca la progressione sregolata del ciclo cellulare. L'inattivazione data da: mutazione somatica mutazione ereditaria (retinoblastoma) virus oncogeni (poliomavirus, adenovirus, papillomavirus), producono una proteina virale che si lega a RB inattivandolo Data la presenza di RB in ogni cellula e la sua importanza nel controllo del ciclo cellulare: Perch i pazienti con mutazioni di RB sviluppano soprattutto retinoblastomi? Perch nelle cellule diverse dai retinoblasti, sono presenti varie proteine della famiglia RB come p107 e p130 che sono in grado di sopperire parzialmente alla sua mancanza Perch le mutazioni inattivanti RB non sono molto pi frequenti nelle malattie tumorali umane? Perch mutazioni in altri geni che controllano la fosforilazione di RB (es: ciclina D, CDK4, p16) possono mimare la perdita di RB e tali geni subiscono mutazione molto pi frequentemente.
25
p53 Fattore di trascrizione la cui concentrazione aumenta in risposta a stress cellulare (danno al DNA, accorciamento dei telomeri, ipossia...); l'aumento di concentrazione dato da un aumento dell'emivita che dato da una minore degradazione da parte di MDM2. La funzione di p53 l'espressione di geni per fattori (geni che arrestano il ciclo cellulare, geni pro-apoptotici) che impediscono la replicazione di cellule geneticamente danneggiate Meccanismo d'azione:
Lo stress cellulare rilevato da ATM e ATR che fosforilano la p53 (aumentandone ulteriormente l'emivita) e proteine per la riparazione del DNA. La p53 contrasta la trasformazione neoplastica attraverso 3 meccanismi collegati: 1. Arresto temporaneo del ciclo cellulare (quiescenza) p53 induce: trascrizione di p21 che inibisce la formazione dei complessi CDK-cicline e la fosforilazione di RB che provocano il blocco del ciclo cellulare
- attivazione di proteine per la riparazione del DNA Se il danno viene riparato p53 stimola la produzione di MDM2 portando alla sua stessa distruzione Se il danno non pu essere riparato la cellula pu essere indotta a senescenza o apoptosi
26
2. Arresto permanente del ciclo cellulare (senescenza) I meccanismi sono poco chiari ma si pensa che p53 induca la formazione di foci di eterocromatina lungo tutto il genoma, specialmente nei geni proliferativi regolati da E2F. 3. Apoptosi p53 induce la trascrizione di geni pro-apoptotici come BAX e inibisce la trascrizione di geni anti-apoptotici. In che modo la cellula decide quale dei tre meccanismi adoperare? La via della riparazione attivata per prima poich p53 ha maggior affinit per i promotori dei geni coinvolti nei sistemi di riparazione; se il DNA non riesce ad essere riparato, p53 si accumula e si va a legare ai promotori dei geni pro-apoptotici. La perdita funzionale di p53 impedisce la riparazione dei danni al DNA determinando un accumulo di mutazioni nelle cellule in divisione. L'inattivazione data da: mutazione somatica mutazione ereditaria (sindrome di Li-Fraumeni) virus oncogeni (adenovirus) producono una proteina virale che si lega a p53 inattivandolo iperespressione di MDM2, proteina che degrada la p53
3)
EVASIONE
DALL'APOPTOSI
L'apoptosi
una
risposta
fisiologica
che
contrasta
diverse
condizioni
cellulari
(danni
al
DNA,
perdita
di
adesione...)
che
potrebbero
contribuire
allo
sviluppo
di
masse
maligne.
L'accumulo
di
cellule
neoplastiche
pu
essere
dovuto
quindi
anche
a
mutazioni
di
geni
che
regolano
l'apoptosi.
Meccanismi
di
elusione
dell'apoptosi
nelle
cellule
tumorali:
ridotti
livelli
di
FAS
elevati
livelli
di
FLIP
che
sequestra
procaspasi-8
elevati
livelli
di
BCL-2
che
inibiscono
la
fuorisucita
di
cit.
c
dal
mitocondrio.
(linfoma
di
Burkitt)
ridotti
livelli
di
p53
27
telomerasi (enzima che mantiene costante la lunghezza dei telomeri) quindi normalmente inespressa nelle cellule somatiche. Nella maggior parte delle cellule neoplastiche la telomerasi attiva ed in presenza di ossigeno e nutrienti possono replicarsi ''all'infinito'' senza mai andare incontro alla senescenza cellulare.
5)
ANGIOGENESI
I
tumori
solidi
non
possono
crescere
oltre
un
diametro
di
1-2
mm
se
non
vascolarizzati.
Le
cellule
tumorali
possono
quindi
stimolare
la
neoangiogenesi
che
un
fenomeno
biologico
essenziale
per
la
malignit
poich:
- consente
una
maggiore
crescita
della
massa
tumorale
- consente
a
liberazione
di
metastasi
Le
basi
molecolari
dell'avvio
dell'angiogenesi
implicano
un'aumentata
produzione
di
fattori
angiogenici
e/o
la
perdita
di
inibitori
dell'angiogenesi.
Inibitori
dell'angiogenesi
Sapendo
che
la
crescita
del
circolo
capillare
vitale
per
la
crescita
e
la
diffusione
del
tumore,
combattere
questa
proliferazione
capillare
significa
combattere
la
malattia
neoplastica.
Nellorganismo
esistono
numerosi
prodotti
o
fattori
anti-angiogenici
endogeni,
cio
proteine
che
si
oppongono
alla
crescita
dei
vasi
e
contrastano
i
segnali
angiogenici.
Oltre
a
queste
sostanze
endogene,
ci
sono,
in
sperimentazione
clinica,
molte
sostanze
sintetiche
che
in
animali
come
i
topi
hanno
gi
permesso
la
guarigione
da
tumori
maligni.
6)
INVASIONE
E
METASTASI
Le
cellule
tumorali
possono
rompere
i
legami
con
la
massa
primaria,
introdursi
nei
vasi
e
provocare
una
crescita
secondaria
in
altre
zone
dell'organismo.
Nonostante
un
tumore
immetta
in
circolo
milioni
di
cellule
tumorali
solo
poche
di
queste
formeranno
delle
metastasi.
INVASIONE
DELLA
MATRICE
EXTRACELLULARE
L'invasione
dell'ECM
avvia
la
cascata
metastatica;
pu
essere
diviso
in
varie
tappe:
A. Perdita delle giunzioni intercellulari data da mutazioni nei geni che sintetizzano per le molecole di adesione intercellulare. La perdita di queste molecole determina 2 eventi: il distacco di cellule dal tumore primitivo e l'infiltrazione nei tessuti circostanti. la perdita dell'inibizione da contatto e quindi la proliferazione delle cellule distaccate B. Degradazione. altre mutazioni che avvengono durante la proliferazione attivano geni che codificano per proteasi; esse degradano la membrana basale e il connettivo. Ad esempio: 28 -
Attivatore del plasminogeno converte il plasminogeno in plasmina la quale taglia i coaguli di fibrina; quando un tumore invasivo sta danneggiando i tessuti si formano coaguli, e la capacit di degradare questi coaguli significa permettere a cellule metastatiche di passarvi attraverso.
Collagenasi di tipo IV che degrada la membrana basale e permette alle cellule metastatiche di passarvi attraverso. Inoltre vengono bloccate le anti-proteasi secrete da macrofagi e fibroblasti C. Adesione. Si attivano geni che codificano per altre molecole di adesione (diverse da quelle che le incatenavano alle cellule sorelle) per delle proteine connettivali e della membrana basale come la fibronectina, o la laminina. D. Migrazione. Si attivano geni per i fattori di motilit (recettori per le chemochine, proteine contattili, fattori autocrini di motilit e recettori per i fattori autocrini di motilit) che regolarmente sono silenti. Un altro meccanismo di motilit dato dalla migrazione ameboide Ogni cellula dispone dello stesso corredo genomico, quello che differenzia le cellule tra loro la diversa attivazione dei geni. Se si cominciano ad attivare geni a casaccio, la cellula di solito muore, ma circa una cellula ogni 2miliardi pu esprimere un gene inibitore delle antiproteasi. L'insieme delle caratteristiche che rendono una cellula neoplastica capace di metastatizzare viene definito fenotipo metastatico; il fenotipo metastatico appare a caso ed un evento molto raro poich tutte le caratteristiche devono essere presenti nella solita cellula o in cellule adiacenti. Tuttavia basta che una sola cellula presenti il fenotipo metastatico per far se che essa proliferi e si diffonda ad altri tessuti. VIE DI DISSEMINAZIONE METASTATICA Le cellule metastatiche che si sono distaccate dalla massa tumorale primitiva, possono diffondersi attraverso diverse vie: Via linfatica Le cellule tumorali si sfaldano e si portano nel connettivo dove vengono risucchiate dai vasi linfatici; giungono quindi ad un linfonodo attraverso un vaso afferente. Nel linfonodo le cellule possono andare incontro ad apoptosi; le cellule che sopravvivono possono continuare a diffondersi, sia a valle del linfonodo attraverso il vaso efferente, sia a monte nel caso vi sia un occlusione dei vasi linfatici efferenti. Via ematogena Le cellule tumorali penetrano nel circolo venoso a livello delle vene e delle venule le cellule metatastiche in circolo si ricoprono di piastrine formando gli emboli gli emboli possono bloccarsi in varie ramificazioni del circolo venoso, dove proliferano e attraversano nuovamente la parete vasale portandosi in un nuovo tessuto. Vi sino tre tipi di vie ematogene: Tipo porta Le cellule neoplastiche si liberano da tessuti drenati dalla vena splenica, gastrica o mesenterica che confluiscono nella vena porta. 29
Tumori primitivi allo stomaco o all'intestino possono originare metastasi dirette al fegato. Tipo cava Le cellule neoplastiche si liberano da tessuti drenati dalle vene cave che confluiscono all'atrio destro--> ventricolo destro--> a. polmonare--> polmone Tumori primitivi alla prostata, all'ovaio, al rene... possono originare metastasi dirette al polmone Tipo polmone Le cellule neoplastiche si liberano dal polmone (dove vi il tumore primitivo). Tali cellule confluiscono nelle vene polmonari--> atrio sinistro--> ventricolo sinistro--> aorta Teoricamente queste metastasi potrebbero raggiungere qualunque punto dellorganismo, tra cui tornare al polmone stesso attraverso il sangue arterioso; per motivi anatomici, invece, si diffondono a due determinati distretti: l'encefalo, attraverso la carotide
l'osso spugnoso dei corpi vertebrali attraverso le a. intervertebrali Sempre per motivi anatomici le metastasi potrebbero diffondere al cuore attraverso le a. coronarie e al braccio attraverso la a. succlavia; in questi due distretti per, le metastasi non riescono a fermarsi e ad attraversare la parete vasale a causa del continuo movimento dato rispettivamente da muscolo cardiaco e striato. Via trans-celomatica Le cellule tumorali si spostano attraverso il cavo peritoneale; quindi queste metastasi provengono da tumori primitivi di organi ricoperti da peritoneo. Tumori primitivi all'ovaio, all'intestino... possono dare metastasi dirette al peritoneo stesso o ad altri organi ricoperti da peritoneo; queste metastasi non possono dirigersi al rene poich tra esso e il peritoneo presente la capsula renale. Per contatto Le cellule neoplastiche diffondono da un organo all'altro per semplice contatto anatomico. Tumori primitivi all'ovaio possono dare metastasi dirette ad esempio ad un ansa intestinale che si trova appoggiata sull'ovaio. Per contiguit Le cellule tumorali diffondono tra due tessuti di natura diversa che sono anatomicamente contigui. Tumori primitivi alla mammella possono dare metastasi dirette all'epidermide. ORGANOTROPISMO la caratteristica per la quale a seconda del tumore primitivo, le metastasi prendono direzioni precise; questo fenomeno dovuto: Ragioni anatomiche poich le cellule metastatiche si dirigono nel primo letto vascolare che trovano o nel primo tessuto che hanno adiacente. 30 Molecole di adesione presenti sulle cellule metastatiche dirigono le metastasi verso organi bersaglio che presentano i ligandi Recettori per chemochine presenti sulle cellule metastatiche dirigono le metastasi verso organi bersaglio che secernono le chemochine che si legano ai recettori.
RIASSUMENDO: La cellula metastatica: attraversa la membrana basale cammina nel connettivo prolifera a ridosso della membrana basale di un vaso attraversa la membrana basale del vaso nel vaso sanguigno si ricopre di piastrine viaggiando come embolo carcinomatoso si blocca pi avanti in un punto pi stretto del vaso attraversa di nuovo la membrana basale del vaso
Tumori
ereditari
Rappresentano
l'1-5%
del
totale
dei
tumori.
Ovviamente
non
viene
mai
ereditato
il
tumore,
ma
vengono
ereditate
una
o
pi
mutazioni
geniche
che
aumentano
la
probabilit
che
un
tumore
si
sviluppi;
infatti
non
troveremo
mai
un
singolo
gene
responsabile
di
un
tumore,
ma
saranno
sempre
coinvolti
diversi
geni.
Alcuni
tumori
ereditari
non
hanno
carattere
di
familiarit:
questi
sono
i
tumori
ereditati
da
un
genitore
che
aveva
una
cellula
germinale
mutata
(mosaico
germinale)
MALATTIE
DOVUTE
A
MUTAZIONI
DEI
GENI
COINVOLTI
NELLA
RIPARAZIONE
DEL
DNA
Xeroderma
pigmentosum
(autosomica
recessiva)
Deficit
del
NER
che
rimuove
i
dimeri
di
timina
prodotti
dai
raggi
UV.
Il
soggetto
comunque
non
ha
un
tumore
congenito
ma
rischia
di
svilupparlo
ogni
volta
che
si
espone
alla
luce
del
sole.
Esistono
diverse
forme
ma
quella
pi
grave
la
XPA
poich
abbiamo
entrambi
gli
alleli
mutati
sul
cromosoma
9.
Sindrome
di
Bloom
(autosomica
recessiva)
Defcit
del
sistema
NER
dovuto
alla
mutazione
di
un
gene
sul
cromosoma
15
che
sintetizza
per
una
elicasi.
Anemia
di
Fanconi
Deficit
del
sistema
NER
dovuto
alla
mutazione
di
un
complesso
formato
da
13
geni,
che
sintetizzano
per
un'endonucleasi.
32
Atassia teleangectasica Deficit del gene ATM che funge da sensore per la rilevazione dei danni al DNA. Sindrome del cancro del colon non poliposico Deficit del sistema MMR dovuto alla mutazione: nel 30% di PHS1 e PHS2 nel 70% MSH2 e MLH1 MALATTIE DOVUTE A MUTAZIONI DEI GENI ONCOSOPPRESSORI Retinoblastoma nel 40% ereditario (carattere trasmesso con modalit autosomica dominante) nel 60% sporadico Deficit funzionale della proteina nucleare RB, data da una mutazione del gene RB sul cormosoma 13. Per spiegare il fatto che la stessa neoplasia insorgesse sia in maniera ereditaria che sporadica venne formulata la teoria dell'oncogenesi a due colpi: per provocare il retinoblastoma sono necessarie due mutazioni (colpi) a carico di entrambi gli alleli RB al locus cromosomico 13q14. nei casi familiari i bambini ereditano una copia difettosa dell'RB (primo colpo) mentre l'altra copia normale. Il retinoblastoma si sviluppa quando l'allele normale di RB risulta mutato nei retinoblasti per effetto di una mutazione spontanea (secondo colpo) nei casi sporadici entrambi gli alleli normali di RB devono subire una mutazione somatica nello stesso retinoblasto (due colpi) Il cancro quindi si sviluppa quando le cellule diventano omozigoti per l'allele mutante, ossia quando perdono l'eterozigosi per il gene RB normale--> loss of heterozygosity Sindrome di Li-Fraumeni Deficit del fatt. di trascrizione p53; nella forma ereditaria viene ereditato un allele mutato del gene TP53 e ci conferisce una probabilit25 volte maggiore di sviluppare un tumore maligno entro i 50 anni di et. Lo spettro di tumori che si possono orginare vario: sarcomi, carcinoma della mammella, leucemie, tumori cerebrali, carcinomi della corteccia surrenale. Tumore di Wilms Deficit del fatt. di trascrizione WT1; esso responsabile del blocco dei fattori di crescita e della espressione di geni per la differenziazione di reni e gonadi; nella forma ereditaria viene ereditato un allele mutato del gene per WT1. Tale deficit determina un tumore renale infantile Carcinoma mammario e ovarico Mutazioni dei geni BRCA-1 e BRCA-2 che aumentano il rischio di carcinoma mammario; la mutazione di BRCA-1 aumenta anche il rischio di carcinoma ovarico Poliposi adenomatosa familiare Mutazioni di APC . Aumenta il rischio di poliposi del colon-retto. 33