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DIRITTO COMMERCIALE CAMPOBASSO LAWFACTORY

L IMPRENDITORE

La figura centrale del diritto commerciale limprenditore. Il nostro codice civile offre una definizione di imprenditore allart. 2082, il quale stabilisce che limprenditore chi esercita professionalmente unattivit economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Vi sono, quindi, 4 requisiti fondamentali che devono essere presenti affinch si possa parlare di imprenditore, questi sono: 1. PROFESSIONALITA 2. ECONOMICITA 3. ORGANIZZAZIONE 4. DIREZIONE AL MERCATO 1) Per professionalit si intende labitualit nellesercizio dellattivit di impresa, di conseguenza non pu qualificarsi imprenditore chi esercita lattivit soltanto occasionalmente. Es: non imprenditore un soggetto che in via occasionale istituisca un banco di bandierine davanti allo stadio. Per essere imprenditore non necessario che lattivit sia anche continuativa, rientra dunque nella qualifica di imprenditore il soggetto che svolge la propria attivit stagionalmente. 2) Pu qualificarsi come imprenditore il soggetto che si ponga come obiettivo leconomicit della gestione. Per economicit deve intendersi il perseguimento di un profitto cio di un surplus dei ricavi rispetto ai costi. Si ritiene tuttavia che possa qualificarsi imprenditore anche il soggetto che si ponga come obiettivo il raggiungimento del pareggio tra ricavi e costi (questo il caso dellimprenditore pubblico). 3) Organizzazione. Un soggetto, per essere qualificato imprenditore, deve coordinare capitale e/o lavoro altrui. Non dunque imprenditore chi organizza esclusivamente il lavoro proprio senza ricorrere a capitale o lavoro altrui. 4) Limprenditore, per essere tale, deve orientare il risultato della propria attivit verso il mercato. Non pu quindi qualificarsi come
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imprenditore il soggetto che produce solo per le proprie esigenze: non quindi imprenditore un soggetto che nel tempo libero coltivi il proprio orto e ne destini il risultato al consumo personale. Immaginiamo che limprenditore Commerciale rappresentato come un insieme: Medio/Grande
Imprenditore (Art. 2082) Questo insieme divisibile in pi parti. Il c.c. distingue la figura dellimprenditore sotto due profili: (art.2195) Commerciale Piccolo (art.2083) Agricolo

sia

Medio/Grande (art.2135) Agricolo Piccolo (art.2083)

1) QUALITATIVO a. Imprenditore agricolo b. Imprenditore commerciale 2) QUANTITATIVO c. Piccolo imprenditore d. Imprenditore medio/ grande
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Limprenditore ha una definizione generale allart. 2082, ma le singole figure imprenditoriali hanno una disciplina specifica. In ogni caso vale per tutti la disciplina generale per cui per essere piccoli imprenditori bisogna essere imprenditori.
IL PICCOLO IMPRENDITORE

Il piccolo imprenditore definito dallart. 2083 che recita: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti. Sono in ogni caso piccoli imprenditori coloro che esercitano unattivit professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia. Quindi lart. 2083 individua tre figure di piccolo imprenditore: 1. coltivatore diretto del fondo (nella rappresentazione grafica limprenditore agricolo piccolo) 2. artigiano, che produce beni (imprenditore commerciale piccolo)

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3. piccolo commerciante, commerciale piccolo)

che

produce

servizi

(imprenditore

Tuttavia affinch un imprenditore possa essere qualificato piccolo necessario che soddisfi la seconda parte della norma contenuta nellarticolo 2083, che vi sia cio una prevalenza del lavoro dellimprenditore e dei suoi famigliari rispetto al capitale e/o lavoro altrui. Es: non pu essere considerato piccolo imprenditore un gioielliere a causa dellingente capitale investito nella propria impresa; al contrario, un ciabattino che svolge la propria attivit in un locale condotto in affitto, pu essere considerato piccolo imprenditore, in virt della prevalenza del lavoro proprio rispetto al capitale investito. Nel corso degli anni sono intervenute diverse innovazioni legislative che hanno introdotto ulteriori definizioni di piccolo imprenditore. La legge fallimentare, ad esempio, conteneva una definizione autonoma di piccolo imprenditore: tale norma stata abrogata. Pertanto, anche ai fini fallimentari, assume rilevanza la definizione contenuta nellart. 2083. Sempre nel corso degli anni sono poi intervenute leggi settoriali che hanno fornito una definizione alternativa della figura dellartigiano, in particolare una legge del 1985 ha stabilito che possa considerarsi artigiano un soggetto che, secondo il settore di attivit, abbia alle proprie dipendenze fino a 40 lavoratori subordinati; opinione prevalente che tale definizione di artigiano abbia valenza limitatamente alle agevolazioni che la stessa legge del 1985 prevede a favore degli artigiani. In altre parole un soggetto che rientri nei limiti previsti dalla legge del 1985 artigiano ma soltanto per quanto riguarda le agevolazioni previste nella legge stessa; per contro non assolutamente detto che tale artigiano possa anche essere qualificato piccolo imprenditore. Per essere tale, infatti, necessario che soddisfi anche il requisito della prevalenza del lavoro proprio e dei propri famigliari rispetto a capitale e lavoro altrui. In definitiva potr non essere qualificato piccolo imprenditore un soggetto che abbia 40 dipendenti, ma potr essere artigiano ai fini della legge del 1985.

LIMPRENDITORE AGRICOLO Lart. 2135 dice: imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attivit: i. coltivazione del fondo; ii. selvicoltura; iii. allevamento di animali;

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iv. attivit connesse elencate.

quelle

precedentemente

Lart. 2135 individua quindi tre attivit principali e poi delle attivit connesse. Per coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento danimali sintendono le attivit principali, dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. Lelemento determinante per lindividuazione delle attivit principali quindi rappresentato dal fatto che queste debbano integrare un ciclo biologico intero o una fase necessaria dello stesso. Pertanto, un soggetto che acquisti vitelli e ne curi lo sviluppo dellintero ciclo biologico o di una parte dello stesso pu essere qualificato imprenditore agricolo, mentre chi acquista per la rivendita vitelli o manzi, non pu essere qualificato imprenditore agricolo. Altro elemento fondamentale per lindividuazione delle attivit agricole principali che non necessario che vi sia un collegamento con il fondo, quindi anche la coltivazione in serra deve essere considerata attivit agricola. Affinch le attivit esercitate da un imprenditore possano considerarsi connesse necessario che siano soddisfatte due condizioni: 1) le attivit medesime devono essere svolte dallo stesso imprenditore che svolge unattivit principale (connessione soggettiva). 2) le attivit devono avere ad oggetto in prevalenza prodotti ottenuti da una attivit agricola principale (connessione oggettiva). A) Sono in particolare connesse le attivit dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione delle coltivazioni del fondo, del bosco o dellallevamento di animali. Cos, ad esempio, limprenditore che allevi mucche e che quindi sia qualificabile come imprenditore agricolo, svolge attivit connesse se trasforma il latte prodotto dalle sue mucche in formaggi. Limprenditore conserva la qualifica di imprenditore agricolo anche per tali attivit connesse, sebbene le stesse abbiano natura commerciale. B) Sono inoltre attivit connesse le attivit dirette alla fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione di attrezzature o risorse normalmente impiegate nellattivit agricola esercitata. Cos continua
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ad essere imprenditore agricolo chi utilizzando il trattore vada ad arare il campo del vicino a pagamento. C) Sono infine attivit connesse le attivit di valorizzazione del territorio o del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e ospitalit: sono queste le attivit di agriturismo.

LIMPRENDITORE

COMMERCIALE

Art. 2195: individua 5 tipi di attivit commerciali: 1) attivit industriale diretta alla produzione di beni e servizi; Es: FIAT e FERRERO che producono beni 2) attivit intermediaria nella circolazione dei beni (rientrano in questambito tutte le attivit di commercializzazione); Es: attivit svolta da un grossista o da unagenzia immobiliare 3) attivit di trasporto per terra, acqua e aria; Es: attivit svolta da una compagnia aerea 4) attivit bancaria o assicurativa; Es: attivit svolta da banche e assicurazioni 5) attivit ausiliarie delle precedenti; Es: attivit svolta da unimpresa di leasing Oltre alla definizione contenuta nellart. 2195 che definisce per lappunto limpresa commerciale, esiste tutta una serie di altre norme applicabili, seppur con qualche eccezione, in via esclusiva allimprenditore commerciale. Tali norme riguardano i seguenti argomenti: 1. la pubblicit giuridica 2. le scritture contabili 3. le norme sulla rappresentanza 4. le procedure concorsuali Tutti questi insiemi di limprenditore commerciale. LA PUBBLICIT GIURIDICA norme riguardano principalmente
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Il nostro legislatore ha istituito una banca dati nella quale debbano confluire le informazioni pi importanti relative allimpresa, tale banca si chiama registro delle imprese ed tenuto dalle camere di commercio. Nel registro delle imprese devono essere indicati i fatti e gli atti principali riguardanti la vita dellimpresa. Tale registro diviso in due sezioni: 1. sezione ordinaria 2. sezione speciale Nella sezione ordinaria devono essere iscritti gli atti e i fatti relativi allimprenditore commerciale medio grande. Nella sezione speciale devono essere iscritti rispettivamente la societ semplice, il piccolo imprenditore, lartigiano e limprenditore agricolo. Liscrizione nella sezione speciale o in quella ordinaria produce effetti diversi. In particolare liscrizione nella sezione speciale produce effetti di pubblicit notizia, cio ha esclusivamente efficacia informativa per terzi. Liscrizione nella sezione ordinaria pu produrre unefficacia dichiarativa o, in taluni casi, unefficacia costitutiva. Lefficacia dichiarativa rende gli atti o i fatti iscritti opponibili ai terzi, questo vuol dire che un dato iscritto nella sezione ordinaria si d per noto a tutti, senza possibilit di prova contraria. Un atto o un fatto non iscritto si d per non noto ai terzi, a meno che si provi che i terzi ne hanno avuto notizia. Lefficacia dichiarativa ha una valenza positiva e una negativa. Positiva nel senso che latto o il fatto iscritto si d per noto a tutti senza possibilit di prova contraria, negativa nel senso che latto o il fatto non iscritto si d per non noto a tutti con possibilit di prova contraria. Lefficacia dichiarativa quella che hanno in prevalenza gli atti e i fatti iscritti nella sezione ordinaria. Lefficacia costitutiva quella che rende il fatto o latto iscritto produttivo di effetti nei confronti di terzi. Essa vale, per esempio, per liscrizione nel registro delle imprese dellatto costitutivo della societ per azioni. A seguito delliscrizione la societ viene ad esistere ed acquista personalit giuridica. Liscrizione dellimpresa agricola nella sezione speciale comporta un effetto di pubblicit dichiarativa in deroga al principio secondo cui liscrizione nella sezione speciale produce effetti di pubblicit notizia.

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Funzionamento Del Registro Delle Imprese Il c.c. stabilisce che limprenditore debba iscrivere nel registro delle imprese tutti i fatti pi importanti della propria attivit. In particolare si prevede che limprenditore entro 30 gg. dallinizio dellimpresa debba chiedere liscrizione dei dati anagrafici dellimpresa stessa, cio: 1) cognome, nome, cittadinanza 2) la Ditta 3) loggetto dellimpresa 4) la sede dellimpresa 5) cognome e nome degli institori e dei procuratori Si prevede poi che limprenditore debba chiedere liscrizione delle modificazioni relative agli elementi sopra indicati. Limprenditore infine deve chiedere liscrizione della cessazione dellimpresa; anche per le modifiche e la cessazione previsto il termine di 30 gg. Tutti i dati appena indicati devono essere iscritti presso lufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione stabilita la sede dellimpresa. La circoscrizione ha normalmente estensione provinciale. Limprenditore deve indicare negli atti e nella corrispondenza il registro e il numero di registro presso il quale iscritta. Tutte le societ, ad eccezione della societ semplice, devono essere iscritte nella sezione ordinaria. data di nascita dellimprenditore e sua

RAPPRESENTANZA COMMERCIALE Limprenditore, nellesercizio della propria attivit, si avvale di ausiliari subordinati (cio dipendenti), fra questi assumono particolare importanza le 3 figure del: 1) institore (direttore generale) 2) procuratore 3) commesso 1) LINSTITORE riceve i propri poteri per effetto della preposizione institoria, cio in conseguenza della collocazione in un particolare punto dellorganigramma aziendale. Linstitore ha un potere di rappresentanza generale, in particolare pu compiere tutti gli atti relativi allimpresa al vertice della quale preposto. Tutti i poteri ma

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con 2 eccezioni: 1) non pu vendere beni immobili dellimprenditore; 2) non pu concedere ipoteche su beni immobili dellimprenditore. Quindi linstitore che sia stato preposto ad unimpresa ha un potere di rappresentanza particolarmente esteso, pur con i 2 limiti visti, potere che gli deriva dalla preposizione. Limprenditore potrebbe tuttavia estendere o limitare il potere di rappresentanza generale previsto dalla legge; per fare questo limprenditore deve avvalersi di unapposita procura, la procura deve essere iscritta nel registro delle imprese. In definitiva, se nulla previsto dallimprenditore, allinstitore compete un potere di rappresentanza generale, con i 2 limiti, e come abbiamo detto tale potere pu essere limitato o esteso con la procura. Linstitore pu essere preposto allintera impresa, ad una sede secondaria o ad un ramo particolare; in ogni caso egli riferisce direttamente allimprenditore, nel senso che dipende direttamente da questi. Linstitore nel trattare con i terzi deve agire in nome e per conto dellimprenditore cio deve spendere il nome dellimprenditore; qualora nel trattare un determinato affare non manifestasse la propria qualit, cio non spendesse il nome dellimprenditore, diventerebbe responsabile personalmente per laffare concluso; risponde anche limprenditore solo nel caso in cui laffare sia inerente allattivit dimpresa. 2) PROCURATORE E COMMESSO sono figure che possiedono un potere di rappresentanza limitato, in particolare il procuratore ha il potere di compiere per un imprenditore gli atti pertinenti lesercizio dellimpresa pur non essendo preposto ad essa. I commessi possono invece compiere gli atti che ordinariamente comporta la specie delle operazioni di cui sono incaricati, possono cio compiere gli atti di loro competenza. LE SCRITTURE CONTABILI Limprenditore commerciale deve tenere: 1) 2 libri contabili nominati: il libro giornale e il libro degli inventari; 2) altre scritture contabili innominate, cio le scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dellimpresa. LIBRO GIORNALE Giuridicamente il libro giornale il libro nel quale devono essere annotate giorno per giorno le operazione relative allesercizio dellimpresa. Giorno per giorno non significa che le operazioni devono essere annotate nel giorno stesso in cui vengono compiute, ma

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devono essere annotate al pi presto e rispettando lordine cronologico. Il c.c. non fissa un termine per lannotazione mentre la legge fiscale fissa il termine di 60 gg. LIBRO DEGLI INVENTARI Contiene gli inventari che devono redigersi allinizio dellesercizio dellimpresa e successivamente al termine di ogni anno. Ciascun inventario deve contenere lindicazione e la valutazione delle attivit e delle passivit dellimpresa. Inoltre per limprenditore individuale linventario deve contenere lindicazione e la valutazione delle attivit e delle passivit estranee allimpresa, cio personali. Linventario si chiude con il bilancio, cio lo stato patrimoniale e il conto del profitti e delle perdite (C.E.). Stato patrimoniale e conto economico devono dimostrare con evidenza e verit gli utili conseguiti o le perdite subite. Il c.c. pone dunque due principi generali che devono essere osservati nella redazione del bilancio dellimprenditore: i principi di evidenza e verit che la dottrina ritiene siano coincidenti con i principi di chiarezza e rappresentazione veritiera e corretta, propri del bilancio delle societ di capitali. Inoltre nelle valutazioni del bilancio limprenditore deve osservare i criteri stabiliti per le societ di capitali a condizione che risultino applicabili. Linventario deve essere sottoscritto dallimprenditore entro 3 mesi dal termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi ai fini delle imposte dirette.
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FORMALITA Il libro giornale e il libro degli inventari prima di essere messi in uso o al momento dellutilizzo devono essere numerati progressivamente in ogni pagina. Lobbligo di bollatura iniziale stato abrogato. Tutte le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di unordinata contabilit senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine; non si possono inoltre fare abrazioni, e se necessaria qualche cancellazione questa deve eseguirsi in modo che le parole cancellate siano leggibili. Le scritture contabili devono essere conservate per 10 anni dalla data dellultima registrazione.

EFFICACIA

PROBATORIA DELLE SCRITTURE CONTABILI

Le scritture contabili possono essere usate come mezzi di prova, in particolare esse fanno prova contro limprenditore sempre, mentre

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possono fare prova a favore dellimprenditore solo nei rapporti con altri imprenditori e per i rapporti inerenti allesercizio dellimpresa, quando sono regolarmente tenute. SCRITTURE GIURIDICHE Limprenditore deve tenere ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture ricevute nonch copia delle lettere, dei telegrammi e delle fatture spedite. Le scritture giuridiche devono essere conservate per 10 anni.

LAZIENDA Lazienda il complesso dei beni organizzati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa. Essa si differenzia dunque dallimpresa che invece lattivit esercitata dallimprenditore.

TRASFERIMENTO

DELLAZIENDA

1) FORMA DEL CONTRATTO Occorre operare una distinzione tra forma del contratto ai fini della validit del contratto, e forma del contratto ai fini delliscrizione dello stesso nel registro delle imprese. Per quanto riguarda la forma della validit del contratto, la legge non prescrive requisiti di forma particolare, prevede per che il contratto sia provato per iscritto; quindi per la validit del contratto non prevista alcuna forma particolare, e la forma scritta richiesta soltanto a fini probatori. Pertanto il contratto pu anche essere stipulato in forma verbale ed perfettamente valido; lunica conseguenza che il contratto non pu essere provato in giudizio. La regola della libert della forma subisce due eccezioni: 1) richiesta la forma scritta se fanno parte del complesso aziendale anche beni immobili o beni mobili registrati; 2) quando richiesto dalla natura del negozio giuridico di trasferimento dellazienda, occorre osservare la forma scritta (ad es. per la donazione). Ai fini delliscrizione nel registro delle imprese necessario invece utilizzare la scrittura privata autenticata, o latto pubblico. In definitiva, poich il contratto di trasferimento dazienda deve essere scritto nel registro delle imprese si adotta sempre la forma della scrittura privata autenticata o dellatto pubblico.
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Il contratto di trasferimento dazienda deve essere iscritto nel registro delle imprese entro 30 gg. a cura del notaio che ha autenticato le firme o che ha rogato latto.

2) DIVIETO

DI

CONCORRENZA

Lalienante dellazienda deve astenersi, per il periodo di 5 anni dal trasferimento, dall iniziare una nuova impresa che per loggetto, lubicazione o altre circostanze, sia idonea a sviare la clientela dellazienda ceduta. La durata del divieto di concorrenza non pu eccedere i 5 anni, e se nel contratto indicata una durata maggiore, o la durata non stabilita, il divieto di concorrenza vale per 5 anni dal trasferimento.

3) SUCCESSIONE

NEI

CONTRATTI

Al complesso di beni che costituiscono lazienda possono essere collegati anche contratti cosiddetti aziendali (ad es. i contratti di leasing sui macchinari, o il contratto di locazione dellimmobile in cui esercitata lattivit ecc.). Tutti i contratti che afferiscono allazienda vengono trasferiti con lazienda stessa. Vi sono 2 eccezioni: 1) i contratti che hanno natura personale (ad es. il contratto con lo psicologo di fabbrica o il contratto dassistenza con il legale ecc.); 2) non si trasferiscono i contratti specificamente esclusi nel contratto di trasferimento dazienda. Occorre tuttavia considerare che non si possono escludere dal trasferimento cos tanti contratti da far venir meno la potenzialit produttiva dellazienda ceduta; in tal caso, infatti, non vi sarebbe trasferimento dazienda ma trasferimento di singoli beni. In deroga alle regole di diritto privato, non necessario notificare al contraente ceduto il trasferimento del contratto, n ottenere il suo consenso. Il contraente ceduto pu tuttavia recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento, ma soltanto se sussiste una giusta causa.
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4) SORTE

DEI

CREDITI RELATIVI

ALLAZIENDA CEDUTA

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I crediti relativi allazienda ceduta si trasferiscono insieme con lazienda. Per il trasferimento non necessaria la notifica al debitore ceduto n la sua accettazione.

5) SORTE

DEI

DEBITI

RELATIVI ALLAZIENDA CEDUTA

Il legislatore non stabilisce se i debiti relativi allazienda ceduta si trasferiscano o meno con lazienda stessa. Quindi il trasferimento dipende dalla volont delle parti, cio da quanto scritto nel contratto. Il legislatore tuttavia stabilisce che dei debiti relativi allazienda continua a rispondere lalienante; risponde anche lacquirente ma limitatamente ai debiti che risultano dai libri contabili obbligatori. Stabilisce peraltro che lalienante possa essere liberato dalla responsabilit da parte dei creditori.

Tutte le regole viste si applicano al trasferimento dazienda quando esso avvenga nella forma della cessione o compravendita. Regole particolari si applicano nel caso di trasferimento sotto forma di usufrutto o affitto.

LE SOCIETA
IL CONTRATTO DI SOCIET Con esso due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di unattivit economica allo scopo di dividerne gli utili. Primo aspetto: il contratto di societ un contratto plurilaterale, nel senso che vi devono partecipare almeno 2 persone. Questa tuttavia non una regola assoluta per la costituzione di una societ; infatti vi un tipo di societ, la societ a responsabilit limitata (s.r.l.) che pu essere costituita con atto unilaterale, cio pu nascere con un solo socio. Nel progetto di riforma delle societ di capitali poi previsto che anche la S.p.A. possa nascere con un unico socio. Secondo aspetto: con la stipula del contratto di societ i soci assumono lobbligo anzitutto di effettuare conferimenti a favore della societ. I conferimenti comportano il trasferimento di beni o servizi dalla sfera personale del socio alla societ. Come vedremo i conferimenti possono essere in denaro, o in natura, o per alcune societ, consistere nella prestazione lavorativa del socio a favore della societ. Terzo aspetto: i soci con il contratto di societ si impegnano allesercizio in comune dellattivit dimpresa.

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Quarto aspetto: i soci si prefiggono di conseguire un utile e di suddividerlo fra i soci stessi.

TIPI DI SOCIET Le societ vengono normalmente divise in 2 categorie: 1) societ di persone 2) societ di capitali Appartengono alla categoria delle societ di persone 3 tipi di societ: a) societ semplice; b) societ in nome collettivo; c) societ in accomandita semplice. Anche le societ di capitali si suddividono in 3 tipi: a) societ per azioni; b) societ a responsabilit limitata; c) societ in accomandita per azioni . Oltre alle societ di persone e alle societ di capitali vi sono altri 2 tipi di societ: a) le societ cooperative; b) le mutue assicuratrici. Altra distinzione quella fra societ aventi personalit giuridica e societ non aventi personalit giuridica. Le societ di persone non hanno personalit giuridica, le societ di capitali hanno personalit giuridica. Una societ ha personalit giuridica quando per legge trattata come soggetto di diritto formalmente distinto dalle persone dei soci. La societ con personalit giuridica gode di piena e perfetta autonomia patrimoniale. Il legislatore ha negato la personalit giuridica alla societ di persone, per ha dato alla stessa autonomia patrimoniale (imperfetta) per tutelare sia i creditori sociali, sia il patrimonio dei singoli soci. Infatti: 1) i creditori personali dei soci non possono aggredire il patrimonio della societ per soddisfarsi. Finch dura la societ possono solo far valere i loro diritti sugli utili e compiere atti conservativi sulla quota del socio debitore. Nella societ semplice, e nelle altre societ di persone in caso di proroga tacita, il creditore personale del socio pu ottenere la liquidazione della quota del socio debitore, se gli altri beni di questi sono insufficienti a soddisfare il suo credito; 2) i creditori della societ non possono aggredire direttamente il patrimonio personale dei soci illimitatamente responsabili: devono prima infruttuosamente escutere il patrimonio sociale. Eccezione: nella societ semplice il creditore della societ pu
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indifferentemente rivolgersi alla societ o al socio. Il socio pu rivoltare la richiesta sulla societ, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi.

Indicazione negli atti e nella corrispondenza Il nostro c.c. stabilisce che negli atti e nella corrispondenza devono essere indicate le seguenti informazioni: la sede della societ e lufficio del registro delle imprese presso il quale la societ iscritta e il numero di iscrizione; inoltre per le societ di capitali, cio per la S.p.A., la s.r.l. e la s.a.p.a., anche il capitale sociale effettivamente versato, quale risulta esistente dallultimo bilancio. Infine quando si sia verificata una causa di scioglimento, e quindi la societ sia entrata nella fase di liquidazione, negli atti e nella corrispondenza deve essere indicato espressamente che la societ in liquidazione. Inoltre se la societ si trova ad avere un unico socio deve essere indicata tale circostanza (unipersonale).

SOCIETA DI PERSONE
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SOCIETA SEMPLICE (s.s.) La societ semplice, secondo quando previsto nel Codice Civile, pu svolgere esclusivamente attivit agricola; alcune norme di carattere fiscale hanno tuttavia legittimato lutilizzo della s.s. anche per attivit di natura commerciale, come ad esempio la gestione di immobili. Le altre societ di persone cio la s.n.c. e la s.a.s. possono invece svolgere, sia attivit commerciali, sia attivit agricole. CONTRATTO SOCIALE Per quanto riguarda la forma del contratto costitutivo della societ semplice, non sono previste forme speciali, quindi il contratto pu avere forma scritta o anche solo forma verbale, addirittura la societ pu costituirsi in forza del comportamento concludente dei soci, cio Tizio e Caio si comportano come se fossero soci, pur non avendo mai stipulato un contratto di societ, n in forma scritta, n in forma verbale; questo il caso della cosiddetta societ di fatto (accordo tacito). Esiste una eccezione alla libert di forme, infatti se uno dei soci conferisce beni immobili o beni mobili registrati, la forma richiesta quella scritta. Il contratto sociale pu essere modificato soltanto con il consenso di tutti i soci a meno che sia diversamente stabilito nellatto costitutivo, in altre parole vale per la s.s. il principio unanimistico in

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contrapposizione alle societ di capitali per le quali, come si vedr, vale il principio maggioritario.

CONFERIMENTI Come si detto, il socio, con il contratto di societ assume lobbligo di eseguire i conferimenti determinati nel contratto stesso, i conferimenti sono normalmente in denaro ma possono anche essere in natura o sotto forma di servizi. Se i conferimenti non sono determinati nel contratto sociale, si presume che i soci siano obbligati a conferire, in parti uguali, quanto necessario per il conseguimento delloggetto sociale. (Oggetto sociale: specifico tipo di attivit economica che i soci hanno pattuito di esercitare in comune). Se i conferimenti sono in natura, essi possono essere a titolo di propriet o in godimento; se il conferimento in propriet, la garanzia dovuta dal socio e il passaggio dei rischi, sono regolati dalle norme sulla vendita; nel caso in cui invece i beni siano conferiti in godimento, la garanzia regolata dalle norme sulla locazione, mentre il rischio dei beni conferiti resta a carico del socio conferente. Rientrano tra i beni in natura anche i crediti, per i quali vale una regola particolare, nel senso che il credito si intende conferito, non per il suo valore nominale, ma per il valore attribuito nel contratto, quindi se un credito di valore nominale pari a 100 viene conferito per il valore di 80 e il debitore non paga, il socio conferente risponde dellinsolvenza del debitore nei limiti di 80. Tutti i beni conferiti sono destinati ad essere utilizzati nellambito della societ per il conseguimento dei fini sociali, pertanto i soci non possono servirsi dei beni conferiti per fini estranei a quelli della societ, a meno che abbiano ottenuto il consenso degli altri soci.

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AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIET Lamministrazione della societ pu essere attribuita secondo due modelli: quello dellamministrazione disgiuntiva e quello dellamministrazione congiuntiva. Secondo il modello dellamministrazione disgiuntiva, lamministrazione spetta disgiuntamente a ciascuno dei soci, pertanto ogni socio amministratore, pu compiere atti di amministrazione, senza consultare preventivamente gli altri soci amministratori. A tale libert di azione contrapposto un temperamento, infatti si stabilisce che ciascun socio amministratore ha il diritto di opporsi alloperazione che un altro socio amministratore voglia compiere, prima che sia compiuta: la decisione in ordine allopposizione rimessa alla

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maggioranza dei soci (amministratori e non amministratori), determinata secondo le quote di partecipazione agli utili. Nel modello del lamministrazione congiuntiva, si prevede che lamministrazione spetti congiuntamente a pi soci, e si prevede che per ogni atto di amministrazione sia necessario il consenso di tutti i soci amministratori. Latto costitutivo peraltro pu prevedere che lamministrazione congiuntiva risponda al principio maggioritario, in tale caso, le decisioni vengono assunte dai soci amministratori a maggioranza secondo le quote di partecipazione agli utili; anche per il modello congiuntivo previsto un temperamento, si stabilisce infatti che i singoli amministratori possano compiere disgiuntamente un atto amministrativo, nel caso in cui vi sia urgenza di evitare un danno alla societ. Se nulla stabilito nel contratto sociale, si applica il modello dellamministrazione disgiuntiva. Gli amministratori per entrambi i modelli devono essere necessariamente soci della societ, e se nulla previsto nel contratto sociale, tutti i soci sono anche amministratori; tuttavia lamministrazione potrebbe essere conferita soltanto ad alcuni soci.
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REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI Gli amministratori possono essere nominati nel contratto sociale oppure con atto separato; nel primo caso la revoca ammessa soltanto per giusta causa, nel secondo invece si applicano le norme del mandato (anche senza giusta causa, salvo il diritto dellamministratore al risarcimento del danno); analogamente i diritti e gli obblighi degli amministratori sono regolati dalle norme sul mandato (i numerosi obblighi sono sintetizzabili nel dovere generale di amministrare la societ con la diligenza del mandatario). Per quanto concerne la responsabilit degli amministratori si stabilisce che essi sono solidalmente responsabili verso la societ per linadempimento degli obblighi imposti dalla legge e dal contratto sociale. Tuttavia, la responsabilit non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa.

CONTROLLO DEI SOCI I soci non amministratori hanno diritto di : 1) avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali;

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2) consultare i documenti relativi allamministrazione (scritture contabili); 3) ottenere il rendiconto quando gli affari per cui fu costituita la societ sono stati compiuti, ovvero, se il compimento degli affari sociali dura oltre un anno, al termine di ogni anno.

PARTECIPAZIONE DEI SOCI AGLI UTILI Ciascun socio ha diritto di percepire la sua parte di utili, dopo lapprovazione del rendiconto. Il rendiconto deve consistere in un quadro generale della situazione patrimoniale della societ; si tratta dunque di un bilancio nel quale devono essere espressi, in termini monetari, i valori attribuiti ai vari elementi dellattivo e del passivo, dal raffronto dei quali potr emergere lesistenza di utili, ossia di una eccedenza dellattivo sul passivo. Se nulla stabilito nel contratto sociale, la quota di partecipazione agli utili e alle perdite, proporzionale ai conferimenti; come si detto, se il valore dei conferimenti non determinato dal contratto, essi si presumono uguali. Il contratto sociale pu prevedere una partecipazione agli utili e alle perdite non proporzionale ai conferimenti. Nel caso in cui il socio abbia conferito servizi, la quota di partecipazione agli utili e alle perdite, se non determinata dal contratto, fissata dal giudice secondo equit. Se il contratto sociale determina soltanto la quota di partecipazione agli utili, si presume che, nella stessa misura, il socio debba partecipare alle perdite. E da ritenersi anche la regola inversa. Infine posto il divieto del patto leonino, cio del patto con il quale uno o pi soci, sono esclusi da ogni partecipazione agli utili e alle perdite; in particolare, si stabilisce che tale patto sia nullo. Devono considerarsi nulli anche i criteri di ripartizione congeniati in modo tale da determinare la sostanziale esclusione di uno o pi soci dalla partecipazione agli utili o alle perdite (es. il socio partecipa agli utili e alle perdite solo se raggiungono un importo spropositato).

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RAPPRESENTANZA DELLA SOCIET La dottrina opera una distinzione fra amministrazione e rappresentanza. Lamministrazione il potere di gestione interno, la rappresentanza il potere di manifestare ai terzi gli atti di gestione decisi. Il potere di rappresentanza, se nulla stabilito nel contratto

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sociale, spetta a ciascun socio amministratore, pertanto ciascun soci amministratore pu, in quanto amministratore, assumere decisioni a rilievo interno, e in quanto rappresentante, manifestare ai terzi le proprie decisioni. Latto costitutivo, potrebbe prevedere una articolazione variegata del potere di amministrazione e di rappresentanza, cos si potrebbe prevedere che i soci abbiano potere di amministrazione disgiuntiva per gli atti di ordinaria amministrazione e potere di amministrazione congiuntiva, per gli atti di straordinaria amministrazione. Il potere di rappresentanza potrebbe poi essere attribuito ad uno soltanto o ad alcuni soltanto degli amministratori.

RESPONSABILIT PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI Delle obbligazioni sociali rispondono personalmente e solidalmente tutti i soci, ecco perch si parla di responsabilit illimitata dei soci della s.s. Questo principio generale soffre peraltro di una eccezione, in particolare si prevede, che uno o pi soci rispondono limitatamente purch siano rispettate due condizioni: 1) che i soci in oggetto non siano amministratori della societ; 2) che il patto con cui stata limitata la responsabilit sia portato a conoscenza dei terzi, con mezzi idonei (il patto di limitazione della responsabilit ha, pertanto, un onere pubblicitario: se non portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei, non opponibile ai terzi, a meno che si provi che questi ne avevano conoscenza). Nella s.s. il creditore della societ, pu rivolgersi indifferentemente alla societ o al socio, per ottenere la riscossione del proprio credito; tuttavia il socio, al quale sia richiesto il pagamento di un debito sociale, pu dirottare la richiesta sul patrimonio della societ, ma deve indicare i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi (devono essere beni di pronta e facile convertibilit in una somma di denaro). Esiste quindi per la s.s. un limitato beneficio di escussione (nella s.n.c. il creditore sociale non pu, invece, agire nei confronti del socio senza aver agito nei confronti della societ: il beneficio di escussione pieno). Chi entra a far parte di una s.s. gi costituita, risponde illimitatamente per tutte le obbligazioni sociali, anche quelle anteriori allacquisto della qualit di socio.

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CREDITORE PARTICOLARE DEL SOCIO Il creditore particolare del socio, finch dura la societ, pu far valere i suoi diritti sugli utili spettanti al debitore, e compiere atti conservativi sulla quota spettante al socio nella liquidazione. Tuttavia se i beni del debitore non sono sufficienti a soddisfare i suoi crediti, il creditore particolare del socio pu anche chiedere la liquidazione della quota del socio debitore. E, pertanto, necessaria la prova che gli altri beni del socio sono insufficienti a soddisfare il suo credito. La richiesta opera come causa di esclusione di diritto. Neppure in tale caso il creditore del socio pu soddisfarsi direttamente sul patrimonio sociale: la societ sar soltanto tenuta a versargli una somma di denaro che corrisponde al valore della quota al momento della domanda. La quota del socio deve essere liquidata entro tre mesi dalla domanda e non ammessa la compensazione fra il debito che un soggetto ha verso la societ e il credito che egli ha verso un socio; infatti, se ci fosse possibile, il creditore del socio si soddisferebbe sul patrimonio della societ.

SCIOGLIMENTO DEL RAPPORTO SOCIALE LIMITATAMENTE AD UN SOLO SOCIO Lo scioglimento limitato rispetto ad un socio, pu avvenire per tre cause: 1) morte; 2) recesso; 3) esclusione. Il venir meno di uno o pi soci comporta la necessit di definire i rapporti patrimoniali fra i soci superstiti e il socio uscente o i suoi eredi, attraverso la liquidazione della quota sociale. Domina il principio della conservazione della societ: infatti, se rimane un solo socio, questi ha sei mesi di tempo per decidere se associare a s altre persone e continuare la societ, oppure porvi fine. 1) In caso di morte del socio, sono previste tre soluzioni alternative: a) viene liquidata agli eredi la quota del socio deceduto entro sei mesi; b) viene proposto agli eredi di entrare a far parte della societ, secondo la quota di partecipazione del socio deceduto; tale soluzione possibile a condizione che gli eredi vi acconsentano; c) i soci superstiti possono decidere di sciogliere la societ; ci avviene, in particolare, quando il socio deceduto rappresentava la figura carismatica allinterno della societ. In tale caso, gli eredi devono attendere il termine delle operazioni di liquidazione per partecipare con i soci superstiti alla divisione dellattivo che residua dopo lestinzione dei debiti sociali.

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Il contratto sociale pu predeterminare le conseguenze della morte di un socio, attraverso linserimento di clausole. La pi diffusa la clausola di continuazione facoltativa: i soci manifestano preventivamente il desiderio di continuare la societ con gli eredi, precludendosi le altre due alternative (liquidazione della quota agli eredi e scioglimento della societ). Gli eredi non sono vincolati e possono scegliere di aderire o meno al contratto sociale. 2) Il recesso del socio ha una disciplina differente a seconda che una societ sia contratta a tempo determinato, o a tempo indeterminato. Se la societ contratta a tempo determinato, il socio pu recedere solo in presenza di giusta causa; se invece la societ contratta a tempo indeterminato, il socio pu recedere liberamente, ma deve essere dato un preavviso di almeno tre mesi agli altri soci (solo il recesso per giusta causa ha effetto immediato). La giurisprudenza definisce come giusta causa un illegittimo comportamento degli altri soci tale da incriminare la fiducia reciproca (es. amministrazione disordinata o disonesta). Nel caso in cui la societ sia contratta per la durata della vita di uno dei soci, da intendersi contratta a tempo indeterminato. Il contratto sociale pu prevedere altre ipotesi di recesso, mentre non pu privare il socio della facolt di recesso nelle ipotesi previste dal legislatore. 3) Lesclusione di un socio, pu avvenire di diritto, oppure per decisione degli altri soci. Esclusione di diritto i casi sono i seguenti: 1) quando si ha la dichiarazione di fallimento del socio; 2) quando si verifica lipotesi in cui il socio si veda aggredita la quota di partecipazione da parte di un suo creditore, il quale ne ottenga la liquidazione secondo quanto visto in precedenza. Esclusione facoltativa i casi sono i seguenti: 1) quando il socio abbia commesso gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dal contratto sociale o dalla legge (es. la mancata esecuzione dei conferimenti promessi; pu ricomprendersi nelle gravi inadempienze un comportamento ostruzionistico del socio che paralizza lattivit della societ); 2) quando sia dichiarata linterdizione o linabilitazione del socio, o il socio sia stato condannato ad una pena che comporti linterdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici; 3)) quando il socio ha conferito beni in natura a titolo di propriet, e i beni
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siano periti prima del trasferimento della propriet; o se il socio ha conferito beni in natura a titolo di godimento e i beni siano periti, anche durante la vita della societ, per causa non imputabile agli amministratori; o ancora se il socio ha conferito la propria opera, e sia sopravvenuta linidoneit a svolgere lopera conferita.

PROCEDIMENTO DI ESCLUSIONE NEL CASO DI ESCLUSIONE FACOLTATIVA Lesclusione facoltativa decisa a maggioranza da parte dei soci, senza computare il socio da escludere. La maggioranza calcolata per teste, cio ciascun socio ha un voto e non in base alle quote di partecipazione. Lesclusione ha effetto decorsi 30gg. dalla data della comunicazione al socio escluso; entro questo termine il socio escluso pu fare opposizione davanti al tribunale. In sede di opposizione il tribunale deve accertare se ricorre la specifica causa di esclusione contestata al socio, per cui la delibera di esclusione deve essere adeguatamente motivata e comunicata al socio nel suo completo contenuto. In via provvisoria il tribunale pu sospendere lesecuzione della decisione; se accoglie lopposizione del socio pu annullare la decisione di esclusione e il socio reintegrato nella pienezza dei suoi diritti. Nel caso in cui la societ si componga di due soli soci, lesclusione pronunciata dal tribunale su domanda dellaltro socio. Latto costitutivo pu prevedere che le questioni relative allesclusione, in presenza di due soci, siano deferite alla decisione di arbitri (clausola compromissoria).
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LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA A FAVORE DEL SOCIO Nei casi di scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio, il socio stesso o i suoi eredi, hanno diritto soltanto ad una somma di denaro che rappresenti il valore della quota; non dunque ammessa la restituzione degli eventuali beni in natura conferiti, sia a titolo di propriet, sia a titolo di godimento. La liquidazione della quota deve essere fatta in base alla situazione patrimoniale della societ, nel giorno in cui si verifica lo scioglimento; se vi sono operazioni in corso il socio o gli eredi partecipano agli utili e alle perdite delle operazioni medesime, pertanto, occorre tenere conto dellesito delle operazioni ancora in corso. Il pagamento della quota deve essere fatto entro 6 mesi dal giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto, mentre nellipotesi di scioglimento su richiesta del creditore particolare del socio, entro 3 mesi dalla richiesta.

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RESPONSABILIT DEL SOCIO USCENTE O DEGLI EREDI Nei casi in cui si verifica lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio, il socio o gli eredi, ai quali sia stata liquidata la quota, sono responsabili illimitatamente per le obbligazioni sociali sorte fino al giorno in cui si verifica lo scioglimento. Lo scioglimento ha effetto nei confronti dei terzi, solo a partire dalla data in cui sia portato a conoscenza dei terzi stessi con mezzi idonei.

SCIOGLIMENTO DELLA SOCIET La societ si scioglie al verificarsi di 5 ipotesi: I) per il decorso del termine per il quale stata contratta, fissato nellatto costitutivo; possibile prorogare la durata della societ, sia espressamente (decisione formale dei soci), sia tacitamente (la societ si intende tacitamente prorogata a tempo indeterminato quando, decorso il tempo per cui fu contratta, i soci continuano a compiere le operazioni sociali). per il conseguimento delloggetto sociale, o per la sopravvenuta impossibilit di conseguirlo (es. una insanabile discordia fra i soci, tale da paralizzare in modo assoluto lattivit sociale); per volont di tutti i soci (salvo che latto costitutivo non preveda che lo scioglimento anticipato possa essere deliberato a maggioranza); quando viene a mancare la pluralit dei soci, se nel termine di 6 mesi la pluralit non ricostituita (il socio superstite pu continuare a svolgere normalmente lattivit dimpresa poich la causa di scioglimento diventa operativa dopo 6 mesi se il socio non trova in tale periodo dei nuovi soci); per le altre cause previste dal contratto sociale (es. morte di un socio carismatico).
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PROCEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE Una volta avvenuto lo scioglimento della societ, gli amministratori conservano il potere di amministrazione, limitatamente agli affari urgenti e fino al momento in cui siano stati presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. La liquidazione fatta ad opera di uno o pi liquidatori , che prendono il posto degli amministratori e che possono essere non soci; i liquidatori sono nominati con il consenso di tutti i soci, o in caso di disaccordo, dal presidente del tribunale. La liquidazione pu avvenire

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in tre modi alternativi: 1) secondo quanto previsto nel contratto sociale; 2) secondo laccordo intervenuto tra i soci al momento dello scioglimento; 3) secondo disposizione di legge. Per quanto riguarda gli obblighi e la responsabilit dei liquidatori, si prevede che siano regolati sulla base delle disposizioni stabilite per gli amministratori. In ordine alla revoca dei liquidatori previsto che, essa possa avvenire per volont di tutti i soci, oppure possa essere dichiarata dal tribunale per giusta causa su domanda di uno o pi soci. Una volta intervenuta una causa di scioglimento, gli amministratori devono consegnare ai liquidatori i beni e i documenti sociali, e devono presentare a questi il conto della gestione relativo al periodo successivo allultimo rendiconto; i liquidatori a loro volta devono prendere in consegna i beni e i documenti sociali e redigere insieme agli amministratori un inventario, dal quale risulti lelenco delle attivit e delle passivit sociali; linventario deve essere sottoscritto dagli amministratori e dai liquidatori. A questo punto i liquidatori devono liquidare le attivit al fine di pagare i debiti sociali; a tale fine essi possono compiere tutti gli atti necessari per la liquidazione, e se i soci non hanno disposto diversamente, possono anche vendere in blocco lazienda sociale. I liquidatori hanno, quindi, il compito di definire i rapporti che si collegano allattivit sociale: conversione in denaro dei beni, pagamento dei creditori, ripartizione fra i soci delleventuale residuo attivo. In capo ai liquidatori vi sono due divieti: 1) non possono intraprendere nuove operazioni e se contravvengono a tale divieto rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi; 2) non possono ripartire i beni sociali fra i soci finch non siano pagati tutti i creditori sociali. Peraltro se i fondi disponibili non sono sufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i liquidatori possono richiedere ai soci, prima il versamento di quanto eventualmente ancora dovuto a titolo di conferimento, e se ci non bastasse, possono richiedere ulteriori somme, nei limiti delle rispettive responsabilit, e in proporzione della quota di partecipazione di ciascuno nelle perdite. Qualora un socio risulti insolvente, il debito di sua competenza viene ripartito fra i soci, secondo le proporzioni ora viste (es per pagare i debiti sociali mancano 12.000,00. Vi sono 4 soci, ciascuno possiede il 25%. I liquidatori chiederanno 3.000,00 a ciascun socio; se uno non paga, gli altri 3 soci dovranno pagare 4.000,00). Come si detto nel corso della vita della societ, gli eventuali beni in natura conferiti, non possono essere restituiti ai soci conferenti, neppure se si verifica una causa di scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio. Al contrario, al termine della societ, i soci che hanno conferito beni a titolo di godimento, hanno diritto di vederseli restituiti nello stato in cui si trovano, e se i beni sono periti o

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deteriorati, per causa imputabile agli amministratori, i soci hanno diritto al risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, e possono anche promuovere azione di risarcimento contro gli amministratori. Una volta estinte tutte le passivit, lattivo residuo, destinato anzitutto al rimborso dei conferimenti secondo la valutazione fatta nel contratto sociale; leventuale eccedenza ripartita tra i soci in proporzione della parte di ciascuno nei guadagni, cio secondo le quote di partecipazione agli utili.

LA SOCIETA IN NOME COLLETTIVO


Nella societ in nome collettivo tutti i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, anche se non sono amministratori. Non vale quindi il patto di limitazione della responsabilit consentito invece nella societ semplice. Di conseguenza uneventuale limitazione di responsabilit prevista statutariamente ha effetto solo tra i soci (e nei loro rapporti) mentre di fronte ai terzi tutti rispondono illimitatamente. Come per la societ semplice, i nuovi soci rispondono illimitatamente e solidalmente con gli altri soci per le obbligazioni sociali sorte anteriormente allacquisto della qualit di socio. E ne rispondono fino al giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto sociale.
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RAGIONE SOCIALE Il nome delle societ di persone viene detto ragione sociale in contrapposizione al nome delle societ di capitali che invece detto denominazione sociale. La ragione sociale deve essere formata secondo criteri particolari, cio deve contenere il nome di uno o pi soci e lindicazione del rapporto sociale. La ragione sociale pu anche contenere il nome di un socio receduto o defunto, se il socio receduto o gli eredi di quello defunto vi consentono. NORME APPLICABILI Alla societ in nome collettivo si applicano le norme della societ semplice, salvo che sia diversamente disposto.

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ATTO COSTITUTIVO Latto costitutivo della societ in nome collettivo deve contenere una serie di indicazioni. Tra cui in particolare: 1. estremi identificativi dei soci; 2. ragione sociale della societ; 3. il nome dei soci che hanno rappresentanza della societ; 4. loggetto sociale; 5. i conferimenti di ogni socio, il valore attribuito e il modo di valutazione; 6. la durata della societ; 7. la sede della societ e le eventuali sedi secondarie; 8. le prestazioni cui sono obbligati i soci dopera; 9. i criteri di ripartizione agli utili ed alle perdite. Latto costitutivo della societ in nome collettivo deve essere iscritto nel registro delle imprese entro 30 giorni dalla costituzione. Per liscrizione nel registro delle imprese non tutte le indicazioni sono essenziali; in particolare, non lo sono: lindicazione dei soci che hanno lamministrazione e la rappresentanza: in mancanza si applica lart. 2257 c.c. che stabilisce salvo diversa disposizione dellatto costitutivo, lamministrazione della societ spetta a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri; i criteri di ripartizione agli utili ed alle perdite: in mancanza si applica lart. 2263 che stabilisce le parti spettanti ai soci nei guadagni e nelle perdite si presumono proporzionali ai conferimenti; se il valore dei conferimenti non determinato dal contratto essi si presumono uguali. lamministrazione e la

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Ai fini delliscrizione esso deve assumere la forma di scrittura privata autenticata (quando latto scritto e le firme autenticate da un notaio o da un pubblico ufficiale) o di atto pubblico (quando latto redatto con lintervento del notaio). Se non si provvede alliscrizione della societ essa viene qualificata societ irregolare, per quanto riguarda i rapporti tra la societ e i terzi vi si applicano le norme relative alla societ semplice (es. nella societ semplice e nella collettiva irregolare il creditore sociale pu rivolgersi direttamente al singolo socio illimitatamente responsabile e

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sar questi a dover invocare la preventiva escussione del patrimonio sociale indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi. Nella societ in nome collettivo il beneficio di escussione pi intenso: opera automaticamente). SEDI SECONDARIE Qualora vengano istituite sedi secondarie occorre depositare un estratto dellatto costitutivo presso lufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione sono le sedi secondarie. Liscrizione deve avvenire entro 30 giorni, lestratto deve indicare lufficio del registro delle imprese preso il quale iscritta la societ e la data delliscrizione. Listituzione di sedi secondarie deve inoltre essere iscritta presso lufficio del registro delle imprese in cui la societ ha la sede principale (che da ritenersi quella in cui ha luogo lamministrazione della societ: cosiddetta sede amministrativa). Sede secondaria la filiale o succursale della societ nella quale esiste una rappresentanza stabile: occorre quindi che qualcuno venga stabilmente preposto allesercizio della sede, ossia che gli venga attribuita una posizione corrispondente a quella dellinstitore. MODIFICAZIONI DELLATTO COSTITUTIVO Qualsiasi modificazione dellatto costitutivo deve essere iscritta nel registro delle imprese. Le modificazioni devono inoltre assumere la forma di scrittura privata autenticata o di atto pubblico. Le modificazioni finch non sono iscritte non sono opponibili ai terzi a meno che si provi che questi ne erano a conoscenza. Per gli atti o i fatti relativi alla societ in nome collettivo occorre liscrizione nel registro delle imprese con efficacia dichiarativa: se iscritti si danno per noti ai terzi senza possibilit di prova contraria. DIVIETO DI CONCORRENZA I soci non possono esercitare per conto proprio o altrui una attivit concorrente con quella della societ n partecipare in qualit di soci illimitatamente responsabili ad altra societ concorrente. Lesercizio di attivit concorrenti peraltro ammesso se vi il consenso degli altri soci. Il consenso degli altri soci si presume se lattivit concorrente era esercitata gi prima della costituzione a condizione che gli altri soci ne fossero a conoscenza. In caso di inosservanza del divieto la societ ha diritto al risarcimento dei danni, inoltre gli altri soci possono decidere lesclusione del socio inadempiente. Il divieto di concorrenza non impedisce al socio di partecipare come socio limitatamente responsabile in altra societ concorrente di
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persone o di capitali. Non gli impedisce, inoltre, n lo svolgimento della medesima attivit della societ quando, in relazione alle circostanze, debba escludersi lesistenza di un rapporto concorrenziale (es. in unaltra area geografica).

LE SCRITTURE CONTABILI Gli amministratori della societ in nome collettivo devono tenere i libri e le altre scritture contabili previste per limprenditore commerciale anche se la societ svolge unattivit agricola e devono provvedere agli adempimenti pubblicitari connessi alliscrizione nel registro delle imprese.

LIMITI ALLA DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI Non possono essere distribuire somme tra i soci se non per utili realmente conseguiti, cio somme che non corrispondono ad una eccedenza del patrimonio netto sul capitale sociale. Inoltre se si verifica una perdita del capitale sociale non possono essere ripartiti gli utili sino a che il capitale sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente. La riduzione del capitale sociale per perdite consiste nelladeguare la cifra del capitale sociale alla consistenza attuale del patrimonio netto ed sempre facoltativa nella societ in nome collettivo. Lomesso adeguamento comporta solo che gli eventuali utili conseguiti negli esercizi successivi non potranno essere distribuiti fino al ripianamento delle perdite.

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RESPONSABILIT DEI SOCI Nella societ in nome collettivo vige un principio di preventiva escussione del patrimonio sociale, nel senso che il creditore della societ non pu pretendere il pagamento del proprio credito senza avere preventivamente agito nei confronti della societ. Al contrario nella societ semplice il creditore sociale poteva agire direttamente sul patrimonio del socio ed era questultimo che poteva dirottare la richiesta sul patrimonio della societ a condizione che indicasse i beni agevolmente liquidabili. In definitiva nella societ in nome collettivo il creditore sociale deve agire prima nei confronti della societ e solo in caso di escussione infruttuosa, cio nel caso in cui non riesca a trovare soddisfacimento del proprio credito, pu agire nei confronti del socio.

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CREDITORE PARTICOLARE DEL SOCIO Il creditore particolare del socio non pu chiedere la liquidazione della quota del socio debitore. RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE La riduzione del capitale sociale pu essere eseguita solo decorsi 3 mesi dal giorno delliscrizione della relativa deliberazione nel registro delle imprese. La deliberazione pu avere luogo a condizione che entro il termine dei 3 mesi nessun creditore sociale abbia fatto opposizione. Peraltro se intervenuta qualche opposizione il tribunale pu disporre che la deliberazione abbia luogo, previa presentazione da parte della societ di una idonea garanzia.

PROROGA DELLA SOCIET Il creditore particolare del socio pu opporsi ad uneventuale proroga espressa della societ ed iscritta presso il registro delle imprese. A tale fine necessario che proponga lopposizione entro 3 mesi dalliscrizione della delibera di proroga nel registro delle imprese. Nel caso in cui lopposizione venga accolta, la societ deve liquidare al creditore la quota del socio debitore entro 3 mesi. Infine nel caso in cui la proroga avvenga tacitamente, cio in forza del comportamento concludente dei soci, il creditore particolare del socio pu chiedere la liquidazione della quota del suo debitore, dimostrando linsufficienza degli altri beni del socio al soddisfacimento del suo credito.

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SCIOGLIMENTO DELLA SOCIET Le cause dello scioglimento della societ sono le stesse previste per la societ semplice. Ad esse si aggiungono altre due cause: 1. la dichiarazione di fallimento della societ; 2. il provvedimento dellautorit governativa con cui si dispone la liquidazione coatta amministrativa della societ.

PROCEDIMENTI DI LIQUIDAZIONE I liquidatori sono nominati con il consenso di tutti i soci, salvo diverse disposizioni dellatto costitutivo. La decisione di nomina dei liquidatori deve essere depositata presso il registro delle imprese entro 30 giorni. I liquidatori hanno anche la rappresentanza della

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societ. Il procedimento di liquidazione analogo a quello della societ semplice: i liquidatori devono procedere alla liquidazione delle attivit sociali e con il ricavato devono pagare i debiti sociali. Nella societ in nome collettivo, per, una volta compiuta la liquidazione con il pagamento di tutti i debiti i liquidatori devono redigere un bilancio finale di liquidazione e proporre ai soci un piano di riparto del residuo. Il bilancio finale di liquidazione il rendiconto della gestione dei liquidatori: espone i ricavi e i costi verificatesi e la situazione patrimoniale finale. Il piano di riparto una proposta di divisione fra i soci dellattivo residuo Il bilancio di liquidazione e il piano di riparto devono essere comunicati con raccomandata ai soci e si intendono approvati se non sono impugnati entro 2 mesi dalla comunicazione. Nel caso di impugnazione il liquidatore pu chiedere al tribunale che le questioni relative alla liquidazione siano esaminate separatamente da quelle relative alla divisione, alle quali il liquidatore pu restare estraneo, non coinvolgendo il proprio operato e la propria responsabilit. I liquidatori si ritengono liberati di fronte ai soci con lapprovazione del bilancio di liquidazione. Una volta approvato il bilancio finale di liquidazione i liquidatori devono chiedere la cancellazione della societ dal registro delle imprese e in tale momento la societ si intende estinta. Tuttavia se successivamente alla cancellazione rimangono creditori sociali insoddisfatti questi possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci e, se il mancato pagamento dipeso da colpa dei liquidatori, anche nei confronti di questi. I creditori della societ in nome collettivo possono infine chiedere il fallimento della societ e dei soci entro un anno dalla cancellazione della societ dal registro delle imprese. Le scritture contabili devono essere depositate presso la persona designata dalla maggioranza dei soci. Esse devono essere conservate per 10 anni dalla data di cancellazione della societ dal registro delle imprese.

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LA SOCIETA IN ACCOMANDITA SEMPLICE


Nella societ in accomandita semplice ci sono due categorie di soci: i soci accomandatari e i soci accomandanti. I primi rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali, i secondi rispondono limitatamente alla quota conferita. Per i soci accomandatari non ammessa la clausola di limitazione della responsabilit.

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RAGIONE SOCIALE Essa deve essere formata con il nome di almeno uno dei soci accomandatari e deve contenere lindicazione di societ in accomandita semplice. Qualora un accomandante acconsenta che il suo nome sia inserito nella ragione sociale perde il beneficio della responsabilit limitata di fronte ai terzi, diventa dunque solidalmente e illimitatamente responsabile per le obbligazioni sociali nei rapporti esterni, mentre conserva il beneficio della responsabilit limitata nei rapporti con gli altri soci.

NORME APPLICABILI Il codice civile stabilisce che alla societ in accomandita semplice si applichino le norme previste per la societ in nome collettivo, salvo che sia diversamente disposto. previsto lobbligo di iscrizione della societ nel registro delle imprese e nel caso in cui non si dia corso a tale adempimento la societ viene detta irregolare. In tale caso ai rapporti tra la societ e i terzi si applicano le norme della societ semplice.
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ATTO COSTITUTIVO Latto costitutivo deve riportare le indicazioni previste per la societ in nome collettivo, in aggiunta deve essere indicato quali sono i soci accomandatari e quali quelli accomandanti. SOCI ACCOMANDATARI I soci accomandatari hanno i diritti e gli obblighi della societ in nome collettivo. In particolare lamministrazione della societ pu essere affidata solo ai soci accomandatari. SOCI ACCOMANDANTI Incombe sui soci accomandanti un generale divieto di amministrazione. In particolare essi non possono compiere atti di gestione n trattare o concludere affari in nome della societ. Tale divieto viene anche detto divieto di immistione o divieto di ingerenza. Se un socio accomandante contravviene a tale divieto diventa solidalmente e illimitatamente responsabile verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali (anche sorte anteriormente) e pu essere escluso dalla societ. Al divieto di immistione sono per contrapposte quattro eccezioni:

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1. il socio accomandante pu compiere atti di amministrazione o di rappresentanza in forza di una procura speciale per i singoli affari; 2. i soci accomandanti possono prestare la loro opera sotto la direzione degli amministratori; 3. se latto costitutivo lo consente possono dare autorizzazioni e pareri per determinate operazioni; 4. se latto costitutivo lo consente possono compiere atti di ispezione e di sorveglianza. I soci accomandanti hanno poi diritto di avere comunicazione annuale del bilancio e di controllarne lesattezza consultando i libri e gli altri documenti della societ. In ogni caso i soci accomandanti non sono tenuti alla restituzione degli utili riscossi in buona fede, secondo il bilancio regolarmente approvato.

TRASFERIMENTO DELLA QUOTA La quota di partecipazione del socio accomandante trasmissibile liberamente per atto tra vivi solo con il consenso dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale. Vi dunque una differenza rispetto alla societ in nome collettivo in cui la quota di partecipazione trasmissibile solo con il consenso di tutti i soci.

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SCIOGLIMENTO Per la societ in accomandita semplice valgono le stesse cause di scioglimento previste per la societ in mone collettivo. Ad esse tuttavia se ne aggiunge una: la societ si scioglie se vengono a mancare tutti i soci accomandanti o tutti i soci accomandatari, salvo che nel termine di 6 mesi non sia ricostituita la pluralit delle categorie dei soci. Cio che il socio accomandatario o quello accomandante, venuto meno, sia sostituito. Se vengono a mancare tutti i soci accomandatari nel periodo di 6 mesi prima indicato, gli accomandanti nominano un amministratore provvisorio per il compimento degli atti di ordinaria amministrazione. Tale amministratore provvisorio non assume per la qualit di socio accomandatario. Qualora successivamente allestinzione della societ permangano creditori sociali insoddisfatti, questi possono far valere le

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loro ragioni oltre che sugli accomandatari e sui liquidatori, anche sui soci accomandanti, ma nei limiti della quota da essi percepita.

LA SOCIETA DI CAPITALI
Le societ di capitali sono 3, cio: 1. societ per azioni; 2. societ in accomandita per azioni; 3. societ a responsabilit limitata. La disciplina dettata per la societ per azioni in larga parte applicabile anche alla societ in accomandita per azioni.

LA SOCIETA PER AZIONI Nella societ per azioni vige il generale principio della responsabilit limitata dei soci, nel senso che i soci rispondono limitatamente alla quota conferita. Anche se la societ ha solo un socio questi risponde limitatamente, necessario per che siano soddisfatte due condizioni: 1. che abbia effettuato integralmente i conferimenti in denaro o alla sottoscrizione dellatto costitutivo (societ che si costituisce per atto unilaterale del fondatore unico), oppure nel caso di successiva concentrazione delle azioni in unica mano entro 90 giorni dalla concentrazione; 2. che sia data adeguata pubblicit attraverso liscrizione nel registro delle imprese del fatto che si tratta di societ unipersonale (occorre iscrivere una dichiarazione con le generalit del socio in modo che i terzi possano sapere che una data S.p.A. unipersonale e anche conoscere lidentit del singolo socio). Qualora non vengano soddisfatte entrambe le condizioni il socio unico risponde illimitatamente in caso di insolvenza della societ. DENOMINAZIONE SOCIALE La denominazione sociale pu essere formata in qualunque modo, deve per contenere lindicazione di societ per azioni (S.p.A.).
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CAPITALE SOCIALE La S.p.A. deve essere costituita con un capitale minimo di 120.000 . Le societ gi esistenti possono conservare il capitale minimo di 100.000 . ATTO COSTITUTIVO La forma dellatto costitutivo deve essere obbligatoriamente quella dellatto pubblico (si parla di scrittura privata quando latto assume la forma scritta ed sottoscritto dalle parti; si parla di scrittura privata autenticata quando latto scritto e le firme autenticate da un notaio o da un pubblico ufficiale; si parla di atto pubblico quando latto redatto con lintervento del notaio). La S.p.A. come si visto pu nascere per contratto quando le parti (o i soci) sono almeno due. Oppure per atto unilaterale quando il socio unico. Si opera normalmente una distinzione fra atto costitutivo e statuto. Latto costitutivo il contratto vero e proprio con cui si d vita alla societ, lo statuto contiene invece le norme di funzionamento della societ. Tuttavia anche se si tratta di atti materialmente separati dal punto di vista giuridico lo statuto costituisce parte integrante dellatto costitutivo. Quindi quando si parler di modifiche dellatto costitutivo si avr riguardo alle modifiche dello statuto. In caso di contrasto fra i due documenti prevalgono le previsioni dello statuto. CONTENUTO DELLATTO COSTITUTIVO Nellatto costitutivo vanno informazioni: fornite, tra le altre, le seguenti

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1. estremi identificativi dei soci fondatori; 2. denominazione sociale; 3. comune in cui posta la sede della societ e le eventuali sedi secondarie; 4. lattivit che costituisce loggetto sociale (occorre indicare il settore in cui opera la societ); 5. ammontare del capitale sottoscritto e versato. CONDIZIONI PER LA COSTITUZIONE Le condizioni per la costituzione sono tre: 1. deve essere sottoscritto per intero il capitale sociale; 2. devono essere rispettate le norme in tema di conferimenti;

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3. devono essere ottenute le autorizzazioni e le altre condizioni richieste da leggi speciali. Es: autorizzazione della Banca dItalia per la costituzione di societ che operano nel settore bancario. ISCRIZIONE DELLA SOCIET NEL REGISTRO DELLE IMPRESE Il notaio che ha rogato latto costitutivo deve depositarne copia presso il registro delle imprese entro 20 giorni. Lufficio del registro delle imprese competente quello presso la cui circoscrizione fissata la sede della societ. Se il notaio, ed eventualmente gli amministratori non provvedono a depositare latto costitutivo presso il registro delle imprese nel termine sopra indicato, pu provvedervi ciascun socio a spese della societ. Con liscrizione nel registro delle imprese la societ acquista personalit giuridica. Liscrizione ha dunque efficacia costitutiva. Pu accadere che prima delliscrizione nel registro delle imprese siano compiute operazioni in nome della societ, in relazione a tali operazioni sono illimitatamente e solidalmente responsabili coloro che hanno agito. Sono inoltre responsabile il socio unico fondatore se la societ unipersonale, e i soci che, nellatto costitutivo o con atto separato, abbiano eventualmente autorizzato o consentito il compimento delle operazioni. Infine responsabile anche la societ se successivamente alliscrizione ha approvato le operazioni. Le somme versate dai soci non possono essere consegnate agli amministratori se questi non provano lavvenuta iscrizione della societ presso il registro delle imprese. Inoltre se non avvenuta liscrizione entro 90 giorni dalla stipulazione dellatto costitutivo le somme versate devono essere restituite ai sottoscrittori e latto costitutivo perde efficacia. NULLIT DELLA SOCIET La nullit della societ, una volta avvenuta liscrizione nel registro delle imprese pu essere dichiarata solo nei seguenti casi: 1. mancata stipulazione dellatto costituzione nella forma dellatto pubblico 2. illiceit delloggetto sociale 3. mancata indicazione nellatto costitutivo di ogni indicazione riguardante la denominazione della societ, i conferimenti nel capitale sociale o loggetto sociale. E equivalente alla mancata indicazione delloggetto sociale lindividuazione di un oggetto sociale del tutto generico. Contrariamente a quello che accade nel diritto civile la dichiarazione di nullit non ha efficacia retroattiva, in particolare, la dichiarazione di

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nullit non pregiudica lefficacia degli atti compiuti in nome della societ dopo liscrizione nel registro delle imprese. La dichiarazione di nullit opera poi come causa di scioglimento della societ: pertanto, la sentenza che dichiara la nullit deve provvedere alla nomina dei liquidatori. Di riflesso, i soci non sono liberati dalleseguire i conferimenti ancora dovuti, fin quando non siano soddisfatti tutti i creditori. In deroga alle disposizioni di diritto civile la nullit pu essere sanata, occorre per che la causa di nullit sia eliminata e che di tale eliminazione sia data pubblicit attraverso liscrizione nel registro delle imprese. La S.p.A. pu essere costituita secondo due diverse procedure: 1. sottoscrizione simultanea in cui tutti i soci fondatori partecipano alla stipulazione dellatto costitutivo; 2. costituzione per pubblica sottoscrizione (articolato in diverse fasi); questo seconda procedura, non utilizzata nella pratica. PATTI PARASOCIALI A fianco dellatto costitutivo, possono essere stipulati accordi tra i soci diretti a regolamentare le modalit di espressione del voto (es: i sindacati di voto, con cui i soci si accordano a votare in un determinato modo) oppure la circolazione delle azioni (es: i sindacati di blocco, con cui i soci si impegnano a rispettare determinate condizioni per lalienazione delle azioni). Possono poi essere stipulati lamministrazione della societ. altri accordi diretti a governare

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Tutti questi accordi vengono chiamati patti parasociali. Essi non possono avere durata superiore a 5 anni e se le parti hanno previsto una durata superiore, si intendono stipulati per 5 anni. I patti possono essere rinnovati alla scadenza. Se i patti parasociali non prevedono alcun termine di durata e sono dunque a tempo indeterminato, ciascun contraente pu recedere con un preavviso di 6 mesi. Se la societ fa ricorso al mercato del capitale di rischio, cio se la societ ha azioni diffuse tra il pubblico, i patti sociali devono essere comunicati alla societ (allorgano amministrativo) e dichiarati in apertura di ogni assemblea. La dichiarazione deve essere trascritta nel verbale di assemblea e questo deve essere depositato nel registro delle imprese. Qualora si ometta tale dichiarazione i possessori delle azioni, alle quali si riferisce il patto parasociale non possono esercitare il voto. Se lo esercitano ugualmente, la deliberazione assembleare annullabile.

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CONFERIMENTI I conferimenti sono normalmente in denaro anzi, se nulla previsto nellatto costitutivo, i conferimenti devono essere in denaro. Allatto della sottoscrizione necessario che i soci fondatori versino almeno il 25% della quota sottoscritta presso una banca. In passato era il 30% della quota. Devono invece essere versati i 10/10 (cio il totale) nel caso in cui la societ abbia un solo socio fondatore. Possono poi essere effettuati anche conferimenti in natura, anche in tale caso allatto della sottoscrizione devono essere effettuati i conferimenti nella loro totalit. Nelle S.p.A, contrariamente alle societ di persone, non possono essere conferiti servizi, cio non prevista la figura del socio dopera. CONFERIMENTI DI BENI IN NATURA Il conferimento di beni in natura deve essere accompagnato da una relazione giurata di stima effettuata da un esperto nominato dal Presidente del Tribunale. La relazione di stima deve contenere le seguenti informazioni: 1. la descrizione dei beni o crediti 2. lindicazione del valore attribuito e lattestazione che tale valore non inferiore al valore nominale (aumentato di un eventuale sovrapprezzo) delle azioni emesse a fronte del conferimento 3. la specificazione dei criteri di valutazione seguiti la stima che risulta dalla relazione deve essere sottoposta a controllo da parte dellorgano amministrativo entro 6 mesi. Questultimo se sussistono fondati motivi deve procedere alla revisione della stima; se il valore dei beni conferiti inferiore di oltre 1/5 rispetto al valore contenuto nella relazione di stima, si possono verificare tre alternative: 1. il socio conferente versa la differenza in denaro 2. la societ riduce il capitale sociale in misura corrispondente alla differenza, annullando le azioni scoperte
3. il socio recede dalla societ 37

Es. il capitale sociale 150.000; uno dei soci sottoscrive 1/3 del capitale sociale e conferisce un immobile. Tale immobile, valutato nella perizia giurata, non deve essere inferiore a 50.000. Se il valore controvalutato dagli amministratori 35.000 (inferiore di oltre 1/5 al valore della stima), il socio pu versare la differenza di

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15.000, oppure vengono annulate le azioni corrispondenti a 15.000 di capitale sociale, oppure il socio recede dalla societ (gli viene restituito il bene). ACQUISTO DI BENI DA FONDATORI, SOCI ED AMMINISTRATORI Se la societ decide di acquistare beni dai fondatori, dai soci o dagli amministratori, nei due anni successivi alliscrizione della societ nel registro delle imprese, e lacquisto pari o superiore al 10% del capitale sociale, questo deve essere autorizzato dallassemblea ordinaria. Inoltre lalienante (venditore) deve presentare una relazione giurata di stima di un esperto nominato dal Presidente del Tribunale. La relazione deve contenere le indicazioni viste sopra. Tali prescrizioni sono mirate ad evitare i pericoli per lintegrit del patrimonio sociale derivanti da operazioni potenzialmente dannose per il loro ammontare e per la particolare posizione della controparte. La relazione stessa deve poi essere depositata presso la sede della societ nei 15 giorni precedenti allassemblea. I soci possono prenderne visione. Entro 30 giorni dallassemblea, il verbale e la relazione di stima devono essere depositati presso il registro delle imprese. Tale disciplina non si applica agli acquisti che siano effettuati a condizioni normali nellambito delle operazioni correnti della societ. Tanto meno agli acquisti che avvengono in borsa o sotto il controllo della autorit giudiziaria o amministrativa.
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Mancato Pagamento Delle Quote Qualora un socio non provveda al pagamento delle quote conferite, a seguito di richiesta degli amministratori, si segue la seguente procedura: 1. gli amministratori pubblicano una diffida sulla Gazzetta Ufficiale 2. decorsi 15 giorni dalla pubblicazione, senza che i soci abbiano provveduto al versamento, gli amministratori possono seguire le seguenti strade: a) possono promuovere azione giudiziaria per lesecuzione del conferimento b) se non ritengono utile promuovere tale azione, possono offrire le azioni agli altri soci, in proporzione alle rispettive quote di partecipazione, per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti.

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c) qualora seguendo lipotesi b) non si ottengano offerte, gli amministratori possono far vendere le azioni a rischio o per conto del socio, a mezzo di una banca o di un intermediario autorizzato. d) se non si trovano acquirenti, gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse. Gli amministratori possono promuovere azione per il risarcimento dei maggiori danni. Le azioni non vendute entrano a far parte del patrimonio sociale e possono essere rimesse in circolazione entro lesercizio in cui fu dichiarata la decadenza del socio moroso. e) se svanisce questultima possibilit per acquisire i conferimenti, devono essere estinte con la corrispondente riduzione del capitale. Il socio moroso non pu esercitare il diritto di voto.

Azioni Con Prestazioni Accessorie La S.p.A se previsto nellatto costitutivo pu emettere azioni con prestazioni accessorie, cio azioni in relazione alle quali vi sia lobbligo di effettuare, oltre ai normali conferimenti, anche prestazioni accessorie non consistenti in denaro (es. obbligo di effettuare periodicamente forniture di materie prime o merci). Latto costitutivo deve determinare il contenuto, la durata, le modalit e il compenso, deve inoltre stabilire particolari sanzioni per il caso di inadempienza. Le azioni con prestazioni accessorie non possono essere trasferite senza il consenso degli amministratori, dato che il trasferimento delle azioni comporta anche il trasferimento in testa allacquirente dellobbligo di esecuzione delle prestazioni accessorie. Le norme dellatto costitutivo che disciplinano tali azioni possono essere modificate solo con il consenso di tutti i soci. AZIONI Nella S.p.A. le partecipazioni sono rappresentate da azioni, contrariamente a quanto accade nelle societ di persone e nella s.r.l., in cui le partecipazioni sono rappresentate da quote. Lo statuto, per, pu prevedere lutilizzo di diverse tecniche di legittimazione e di circolazione della partecipazione in una S.p.A., diverse dai titoli azionari. La riforma ha sentito lesigenza di dematerializzare le azioni, consentendo di evitare, in particolare, il

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deposito dei assemblee.

titoli

azionari

in

vista

della

partecipazione

alle

Inoltre lo statuto pu prevedere lemissione di strumenti finanziari diversi dai titoli azionari, forniti di diritti patrimoniali o amministrativi, con lesclusione del voto nellassemblea generale. I diritti amministrativi attribuiti possono, per esempio, essere il voto per specifici argomenti; non per il voto nellassemblea generale. Lo scopo di questi strumenti quello di acquisire maggiori risorse finanziarie. Le azioni sono titoli di credito destinati alla circolazione; a ciascun socio viene assegnata una quantit di azioni normalmente proporzionale al conferimento. Nello statuto pu essere disposto che i conferimenti non siano proporzionali alla misura della partecipazione; complessivamente il valore dei conferimenti non pu, per, essere inferiore allammontare globale del capitale sociale. Le azioni sono indivisibili e nel caso di compropriet di un azione da parte di pi soggetti, i diritti dei comproprietari devono essere esercitati da un rappresentante comune; i comproprietari rispondono solidalmente delle obbligazioni derivanti dalle azioni (ad es.: per gli obblighi di versamento del capitale conferito). Le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro possessori uguali diritti, tuttavia se lo statuto lo consente, possibile creare categorie di azioni fornite di diritti diversi, questo ad es. il caso delle azioni privilegiate, che attribuiscono una preferenza nella distribuzione degli utili e nel rimborso del capitale in caso di scioglimento della societ. Peraltro necessario che tutte le azioni appartenenti ad una medesima categoria attribuiscano uguali diritti. Se lo statuto lo consente possibile emettere azioni a favore dei prestatori di lavoro, in tale caso lassemblea straordinaria deve deliberare la conversione di utili a capitale e lemissione per un ammontare corrispondente di speciali categorie di azioni; lassemblea straordinaria inoltre deve determinare la forma, le modalit di trasferimento e i diritti spettanti a azionisti. Tali azioni vengono assegnate gratuitamente ai dipendenti. Le azioni attribuiscono diritti patrimoniali e diritti amministrativi, i primi concernono la partecipazione agli utili e alla quota di liquidazione, i secondi riguardano la partecipazione alle assemblee. Per quanto riguarda questa seconda categoria di diritti, che si estrinseca nel diritto di voto, lo statuto pu prevedere limitazioni; in particolare possibile prevedere la creazione di azioni senza diritto di voto o con diritto di voto limitato nei limiti della met del capitale sociale. Al contrario non possono essere emesse azioni a voto plurimo. Infine consentito alla societ, emettere azioni fornite di diritti correlati ai risultati conseguiti in un determinato settore di
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attivit, in tale caso lo statuto deve stabilire i criteri di individuazione dei costi e dei ricavi imputabili al settore, le modalit di rendicontazione, nonch i diritti attribuiti a tali azioni. Tali azioni, correlate al risultato di un determinato settore di attivit provano che lattivit sociale pu essere frazionata; per cui ogni sua componente pu sollecitare linvestimento. Anche il risultato desercizio, quindi, pu essere scomposto.

PEGNO USUFRUTTO E SEQUESTRO DI AZIONI Le azioni possono formare oggetto di pegno, usufrutto e di sequestro. Nel caso di pegno di azioni, il diritto di voto spetta, salvo contrario accordo, al creditore pignoratizio (che il soggetto che ha ricevuto a garanzia lazione). Nel caso di usufrutto di azioni, il diritto di voto spetta allusufruttuario. Nel caso di sequestro il diritto di voto spetta al custode delle azioni. Nel caso in cui le azioni attribuiscono un diritto di opzione, cio il diritto di sottoscrivere nuove azioni, tale diritto spetta al socio, e allo stesso socio, sono attribuite le nuove azioni sottoscritte. Nel caso di pignoramento o di sequestro delle azioni, il socio tenuto a versare, almeno 3 giorni prima della scadenza del diritto di opzione, le somme necessarie. Qualora non vi provveda e gli altri soci non si rendano disponibili ad acquistarlo, il diritto di opzione deve essere venduto per suo conto, tramite una banca o un intermediario autorizzato. Il pegno, lusufrutto e il sequestro, si estendono alle azioni di nuova emissione. Nel caso di usufrutto, invece lusufruttuario che deve provvedere al versamento, fermo restando il suo diritto alla restituzione al termine dellusufrutto. AZIONI DI GODIMENTO Le azioni di godimento, possono essere emesse a favore dei possessori di azioni rimborsate, ad es. nel caso di riduzione del capitale sociale (in tale caso, i soci sono usciti dalla societ e a loro stata attribuita una quota di liquidazione sulla base del valore nominale; il valore nominale pu essere inferiore al valore reale, per cui affinch i soci non subiscano pregiudizio, vengono assegnate loro le azioni di godimento). Le azioni di godimento non attribuiscono diritto di voto, esse tuttavia concorrono alla ripartizione degli utili, che residuano dopo il pagamento ai possessori delle azioni non rimborsate, di un dividendo pari allinteresse legale. Inoltre, nel caso

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di liquidazione della societ, le azioni di godimento concorrono alla ripartizione del patrimonio di liquidazione, dopo il rimborso delle altre azioni al loro valore nominale. TITOLI AZIONARI I titoli azionari, cio le azioni, sono normalmente documenti cartacei, essi devono contenere le seguenti indicazioni: I) II) Denominazione, sede e durata della societ; Data dellatto costitutivo e della sua iscrizione presso il registro delle imprese, nonch indicazione dellufficio del registro presso il quale la societ iscritta; Valore nominale delle azioni e, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle azioni emesse e lammontare del capitale sociale; Ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate; Diritti e obblighi particolari ad esse inerenti.
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III)

IV) V)

I titoli azionari devono essere sottoscritti da uno degli amministratori. Le azioni possono, anzich constare in un documento cartaceo, essere dematerializzate, ci accade in particolare per le azioni di societ quotate. LIMITI ALLA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI E possibile, in base ad apposita previsione statutaria, sottoporre le azioni a particolari condizioni circa il loro trasferimento; addirittura possibile vietare il trasferimento delle azioni per un periodo non superiore a 5 anni dalla costituzione o dallinserimento della clausola nello statuto. E inoltre possibile subordinare il trasferimento delle azioni, anche cartacee, al mero gradimento di organi sociali o di altri soci. Le clausole di mero godimento sono peraltro inefficaci se non prevedono, a carico della societ o degli altri soci, un obbligo di acquisto, oppure il diritto di recesso dellalienante, per evitare che lalienante possa rimanere prigioniero della societ. Le limitazioni al trasferimento delle azioni devono risultare dal titolo azionario. Fra le clausole limitative della circolazione delle azioni possono essere individuate due categorie: le clausole di gradimento e le clausole di prelazione. Le clausole di gradimento richiedono il possesso di determinati requisiti da parte dellacquirente, oppure subordinano il trasferimento delle azioni al consenso di un organo sociale. Le clausole di prelazione

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stabiliscono che, qualora il socio intenda vendere le proprie azioni, si impegni ad offrirle preventivamente agli altri soci a parit di condizioni. Nel caso in cui non siano ancora stati effettuati tutti i versamenti, risultano responsabili, oltre agli acquirenti delle azioni anche i venditori, per un periodo di 3 anni dallannotazione del trasferimento nel libro soci. I versamenti non possono per essere richiesti ai venditori, se non sia risultata infruttuosa la richiesta inoltrata agli acquirenti. ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE La societ, nel corso della propria vita, potrebbe avere interesse ad acquistare proprie azioni, ad es. per sostenerne il corso (quotazione di borsa). Lacquisto peraltro, sottoposto ad una serie di limiti: I) Le azioni proprie possono essere acquistate, soltanto in misura pari agli utili distribuibili o alle riserve disponibili, risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato, questa la misura massima acquisibile; Le azioni acquistate devono essere interamente liberate, cio devono essere stati effettuati tutti i versamenti; Lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea ordinaria, che ne deve fissare le modalit di acquisto, indicando, il numero massimo di azioni da acquistare, la durata temporale (periodo entro il quale comprare) che non deve essere superiore a 18 mesi, il corrispettivo minimo e il corrispettivo massimo; Il valore nominale delle azioni acquistate non pu superare il 10% del capitale sociale.
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II) III)

IV)

Se non vengono rispettati tali limiti, le azioni acquistate in eccedenza, devono essere alienate entro un anno dal loro acquisto, secondo le modalit fissate dallassemblea; in mancanza occorre procedere senza indugio al loro annullamento e alla corrispondente riduzione del capitale. Se lassemblea non provvede a tale adempimenti, gli amministratori e i sindaci devono chiedere che la riduzione venga disposta dal tribunale. Le condizioni limitative allacquisto di azioni proprie non si applicano nei seguenti casi: 1. quando lacquisto di azioni proprie sia destinato a dare esecuzione ad una deliberazione assembleare di riduzione del capitale sociale attraverso il riscatto e lannullamento delle azioni;

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2. quando lacquisto avvenga a titolo gratuito (es. donazione); 3. quando lacquisto di azioni proprie consegua una operazione di fusione o ad una successione a titolo universale; 4. quando lacquisto avvenga in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della societ nei confronti di un socio. Nei casi 2/3/4 se il valore nominale delle azioni proprie acquistate supera il 10% del capitale sociale, le azioni eccedenti devono essere alienate entro 3 anni. Per quanto riguarda le azioni complessivamente acquistate stabilito che gli amministratori non ne possono disporre, se non a seguito di una deliberazione assembleare che stabilisca le modalit di alienazione. In tutto il tempo in cui le azioni restano in propriet della societ, il diritto agli utili e il diritto di opzione spettano proporzionalmente ai titolari delle altre azioni. Lassemblea pu disporre, per, che il diritto di opzione relativo alle azioni proprie venga esercitato dagli amministratori. Il diritto di voto relativo alle azioni proprie rimane sospeso, le azioni proprie sono tuttavia computate nel capitale ai fini del calcolo del quorum costitutivo e di quello deliberativo dellassemblea. Per tutto il periodo in cui le azioni proprie rimangono in propriet della societ occorre accantonare una riserva indisponibile per un importo pari al valore complessivo delle azioni proprie. La societ pu acquistare azioni proprie in circolazione, mentre non pu sottoscrivere azioni proprie allatto della loro emissione. Pu sottoscrivere azioni proprie allatto della loro emissione solamente nel caso in cui lassemblea consenta agli amministratori lesercizio del diritto di opzione in caso di aumento del capitale sociale. Le azioni proprie che siano state eventualmente sottoscritte, in violazione di tale divieto, si intendono sottoscritte e devono essere liberate dai soci fondatori se sottoscritte in sede di costituzione della societ; se sottoscritte in caso di aumento del capitale sociale, devono essere liberate dagli amministratori. Se eventualmente qualcuno avesse sottoscritto azioni della societ in nome proprio, ma per conto della societ, questo soggetto sarebbe comunque considerato sottoscrittore per conto proprio. Tuttavia della parte non liberata di queste azioni, risponderebbero solidalmente i soci fondatori o, nel caso di aumento del capitale
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sociale, gli amministratori (a meno che dimostrino di essere esenti da colpa). La societ non pu accordare prestiti o fornire garanzie per lacquisto o la sottoscrizione di azioni proprie. Analogamente la societ non pu accettare azioni proprie in garanzia, neppure per il tramite di societ fiduciaria o per interposta persona (es. concedere finanziamenti ai soci garantiti dal pegno di proprie azioni). I limiti concernenti i prestiti e le garanzie non si applicano alle operazioni effettuate per favorire lacquisto di azioni da parte di dipendenti della societ, o da parte di dipendenti di societ controllate o controllanti; in questi casi i prestiti e le garanzie devono essere contenuti nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili, risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato.

ACQUISTO DI AZIONI O QUOTE DI SOCIET CONTROLLANTI Alle societ controllate consentito acquistare azioni o quote della societ controllante, nel rispetto delle seguenti condizioni: 1. il valore delle azioni o quote deve essere contenuto nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio, regolarmente approvato; 2. possono essere acquistate solo azioni o quote interamente liberate; 3. il valore nominale delle azioni o quote non pu eccedere il 10% del capitale sociale della societ controllante, tenendosi anche conto delle azioni o quote possedute dalla stessa societ controllante o da sue controllate. Come per le azioni proprie necessario accantonare una riserva indisponibile, per un importo pari alle azioni o quote della societ controllante possedute. Tale riserva deve essere mantenuta fino a che le azioni o quote non siano trasferite. La societ controllata, che detenga azioni o quote della propria controllante, non pu esercitare il diritto di voto nellassemblea di questultima. Le azioni o quote della controllante, che siano state acquistate in violazione delle condizioni limitative, devono essere vendute entro un anno dal loro acquisto, secondo le modalit determinate dallassemblea.

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In mancanza la societ controllante deve procedere senza indugio al loro annullamento e alla corrispondente riduzione del capitale sociale. Qualora lassemblea non provveda gli amministratori e i sindaci devono chiedere che la riduzione venga disposta dal tribunale. Le condizioni limitative non si applicano se lacquisto di azioni o quote della controllante avvenga nei seguenti casi: 1. a titolo gratuito (se le azioni sono interamente liberate); 2. per effetto di successione universale o fusione o scissione; 3. in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della societ. In tali casi lacquisto di azioni o quote della societ controllante che ecceda il 10% del capitale sociale, comporta che leccedenza sia alienata entro 3 anni dallacquisto, secondo modalit che devono essere determinate dallassemblea. Se il limite del 10% viene superato per effetto di circostanze sopravvenute, la societ controllante deve procedere entro 3 anni allannullamento delle azioni o quote e alla riduzione del capitale sociale. Analogamente a quanto avviene per le azioni proprie, non consentito partecipare alla sottoscrizione di azioni o quote della societ controllante. Nel caso di violazione di tale divieto le azioni o quote si intendono sottoscritte e devono essere liberate dagli amministratori. Se qualcuno avesse sottoscritto in nome proprio, ma per conto della societ controllata, azioni o quote della controllante, questi si intenderebbe sottoscrittore per conto proprio. Risulterebbero per altro responsabili in solido gli amministratori della societ controllata.

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SOTTOSCRIZIONE RECIPROCA DI AZIONI posto un divieto assoluto di sottoscrizione reciproca di azioni da parte di due societ, anche se la sottoscrizione avviene per il tramite di societ fiduciaria o per interposta persona. Sia nel caso di costituzione della societ, sia nel caso di aumento del capitale sociale.

SOCIET CONTROLLATE E COLLEGATE Una societ esercita un controllo su di unaltra secondo tre possibili modalit:

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1. controllo di diritto, si ha nel caso in cui una societ dispone della maggioranza dei voti esercitabili nellassemblea ordinaria. (es.: A detiene il 70% delle azioni di B); 2. controllo di fatto, quando una societ dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria di unaltra societ. (es.: A detiene il 30% del capitale sociale di B); 3. controllo contrattuale, quando una societ sotto linfluenza dominante di unaltra societ, in virt di particolari vincoli contrattuali. (ad es. il caso di una societ con un unico cliente). Ai fini dei numeri 1 e 2, cio del controllo di diritto e di fatto, si devono computare anche i voti spettanti alle societ controllate, a societ fiduciarie e a persone interposte. Sono invece societ collegate le societ sulle quali unaltra societ esercita uninfluenza notevole. Si presume che vi sia uninfluenza notevole quando una societ dispone di almeno il 20% dei voti esercitabili nellassemblea ordinaria o il 10%, se la societ ha azioni quotate in mercati regolamentati.
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PARTECIPAZIONI generalmente consentito che una societ acquisti una partecipazione in unaltra societ a condizione che sia previsto nellatto costitutivo. La partecipazione tuttavia vietata se per la sua misura o per loggetto risulti sostanzialmente modificato loggetto sociale previsto nello statuto. Lassunzione di partecipazioni in societ che comportino una responsabilit illimitata deve essere deliberata dallassemblea. il caso ad esempio della partecipazione in una societ in nome collettivo. Se la societ detiene tale tipo di partecipazione occorre che gli amministratori ne diano specifica informazione nella nota integrativa.

SOCIET CON UN UNICO AZIONISTA Quando tutte le azioni appartengono ad una sola persona fisica o giuridica, gli amministratori devono depositare presso il registro delle imprese una dichiarazione contenente gli estremi identificativi di tale

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persona. Quando successivamente venga ricostituita la pluralit dei soci, cio i soci diventino almeno due, gli amministratori devono depositare presso il registro delle imprese una apposita dichiarazione che certifichi tale circostanza. La dichiarazione in entrambi i casi deve essere depositata presso il registro delle imprese entro 30 giorni. Qualora la societ con un unico socio stipuli contratti o effettui operazioni con lunico socio, necessario che i contratti e le operazioni siano trascritte nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione, o comunque risultino da atto scritto avente data certa. In caso contrario i contratti e le operazioni non sono opponibili ai creditori della societ.

MODELLI DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO (CORPORATE GOVERNANCE) Per le Societ per Azioni sono possibili tre modelli di amministrazione e controllo: 1. Modello tradizionale o modello latino; 2. Modello dualistico o alla tedesca; 3. Modello monistico (di derivazione anglosassone).
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MODELLO TRADIZIONALE Il modello tradizionale prevede la presenza di tre organi: lassemblea; il consiglio di amministrazione; il collegio sindacale.

A questi pu affiancarsi in taluni casi un revisore contabile o una societ di revisione.

MODELLO DUALISTICO Si prevede la presenza di tre organi: lassemblea; il consiglio di gestione; il consiglio di sorveglianza.

A questi si affianca un revisore contabile o una societ di revisione.

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MODELLO MONISTICO Si prevede la presenza di due organi: lassemblea; il consiglio di amministrazione.

Allinterno di questultimo viene inoltre creato un comitato per il controllo di gestione. Anche in questo si affianca un revisore contabile o una societ di revisione.

Lo statuto pu disciplinare contestualmente i tre sistemi, fra i quali i soci sono tenuti a scegliere quello di cui in concreto si avvalgono. In tale caso il passaggio da un modello allaltro non richiede una modificazione statutaria.

LASSEMBLEA Lassemblea deve essere convocata nel comune dove posta la sede della societ. Lo statuto pu disporre che lassemblea si tenga anche in luogo diverso. Lassemblea pu essere ordinaria o straordinaria.

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ASSEMBLEA ORDINARIA Per il Modello Tradizionale e Monistico: lassemblea ordinaria per questi due modelli ha le seguenti competenze: I) II) Approvazione del bilancio; Nomina e revoca degli amministratori, dei sindaci e del presidente del collegio sindacale; dove previsto, nomina del revisore esterno e della societ di revisione; Determinazione del compenso degli amministratori e dei sindaci, salvo che sia stabilito dallatto costitutivo; Deliberazione sulla responsabilit degli amministratori e dei sindaci; Delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla competenza dellassemblea e sulle eventuali autorizzazioni richieste dallo statuto per il compimento di alcuni atti degli amministratori (gli amministratori sono investiti del potere di compierli, ma solo se autorizzati).

III) IV) V)

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Lautorizzazione amministratori; VI) Deliberazione assembleari.

non

esclude

la

responsabilit dei

degli lavori

delleventuale

regolamento

Lassemblea deve essere convocata almeno una volta lanno, entro 120 gg. dalla chiusura dellesercizio o nel minor termine stabilito dallo statuto. E consentito peraltro prevedere nello statuto un termine maggiore, ma comunque non superiore a 180 gg., nei seguenti due casi: a) quando la societ ha lobbligo di redigere il bilancio consolidato; b) quando lo richiedono particolari esigenze relative alla struttura ed alloggetto della societ. Lassemblea convocata una volta lanno chiamata ad approvare anzitutto il bilancio desercizio, nel caso di approvazione nel termine pi ampio dei 180 gg., gli amministratori devono indicare nella relazione sulla gestione le ragioni della dilazione.
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Per il Modello Dualistico: in tale modello lassemblea ordinaria ha le seguenti competenze: I) II) III) IV) V) Nomina e revoca del consiglio di sorveglianza; Determinazione del compenso spettante al consiglio di sorveglianza, a meno che sia stabilito nello statuto; Deliberazioni sulla responsabilit dei membri del consiglio di sorveglianza; Deliberazione in ordine alla distribuzione degli utili; Nomina il revisore contabile.

Lapprovazione del bilancio desercizio e la nomina dei membri del consiglio di gestione non sono di competenza dellassemblea, bens del consiglio di sorveglianza.

ASSEMBLEA STRAORDINARIA Lassemblea straordinaria ha le seguenti competenze: I) Modificazioni dello statuto;

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II) III)

Nomina, sostituzione liquidatori;

determinazione

dei

poteri

dei

Deliberazioni sulle altre materie espressamente attribuite dalla legge.

Lo statuto pu attribuire, in deroga a quanto sopra previsto, alla competenza del consiglio di amministrazione (modello tradizionale e monistico) o alla competenza del consiglio di gestione o del consiglio di sorveglianza (modello dualistico), talune deliberazioni, quali ad esempio listituzione o la soppressione di sedi secondarie, la riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio, il trasferimento della sede sociale nel territorio nazionale.

CONVOCAZIONE DELLASSEMBLEA Lassemblea viene convocata dagli amministratori o dal consiglio di gestione, essa viene fatta mediante un avviso di convocazione contenente le seguenti indicazioni: 1) Giorno e ora delladunanza; 2) Luogo delladunanza; 3) Elenco delle materie da trattare (ordine del giorno). Lavviso di convocazione deve essere pubblicato sulla gazzetta ufficiale almeno 15 gg. prima di quello fissato per ladunanza. Nel caso di societ che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, cio nel caso di societ che non abbiano azioni diffuse tra il pubblico, possibile prevedere nello statuto che la convocazione avvenga mediante avviso comunicato ai soci con mezzi che garantiscano la prova dellavvenuto ricevimento, almeno 8 gg. prima dellassemblea (es. lettera raccomandata, fax, e-mail). Quando non sia stata formalmente convocata, lassemblea si considera comunque regolare se rappresentato lintero capitale sociale e se partecipano allassemblea la maggioranza dei componenti dellorgano amministrativo e la maggioranza dei componenti dellorgano di controllo, in tale caso peraltro ciascuno dei partecipanti pu opporsi alla discussione degli argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente informato.
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CONVOCAZIONE SU RICHIESTA DELLA MINORANZA Tanti soci che rappresentino almeno il 10% del capitale sociale, o la minore percentuale prevista nello statuto, possono richiedere la

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convocazione dellassemblea, indicando gli argomenti da trattare; in tale caso gli amministratori (modello tradizionale o monistico) o il consiglio di gestione (modello dualistico) devono convocare senza ritardo lassemblea. Se questi, o in loro vece i sindaci o il consiglio di sorveglianza, non provvedono alla convocazione, il presidente del tribunale, sentiti i componenti dellorgano amministrativo e dell'organo di controllo e verificato che il rifiuto di convocazione risulti ingiustificato, ordina con decreto la convocazione dellassemblea designando la persona che deve presiederla.

QUORUM COSTITUTIVI E QUORUM DELIBERATIVI Il quorum costitutivo la percentuale di capitale sociale che deve essere presente in assemblea affinch lassemblea stessa possa dirsi validamente costituita, cio sia legittimata a deliberare sugli argomenti posti allordine del giorno. Il quorum deliberativo invece, la percentuale di voti favorevoli, necessaria affinch una deliberazione possa essere assunta. I quorum costitutivi e deliberativi sono diversi a seconda che si tratti di assemblea in prima convocazione o in seconda convocazione, e a seconda che lassemblea sia ordinaria o straordinaria.

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ASSEMBLEA DI PRIMA CONVOCAZIONE Assemblea Ordinaria: quorum costitutivo almeno la met del capitale sociale; quorum deliberativo la maggioranza assoluta, salvo che lo statuto richieda una maggioranza pi elevata. Assemblea Straordinaria: Abbiamo due casi differenti : a) Societ che NON fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: in questo caso il quorum costitutivo non previsto, mentre il quorum deliberativo pi della met del capitale sociale, a meno che lo statuto richieda una maggioranza pi elevata; b) Societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: quorum costitutivo pari ad almeno la met del capitale sociale o la maggiore percentuale prevista dallo statuto, invece il quorum deliberativo deve essere di almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea.

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ASSEMBLEA IN SECONDA CONVOCAZIONE Assemblea Ordinaria: quorum costitutivo, qualunque sia la parte di capitale rappresentata in assemblea. quorum deliberativo, la maggioranza del capitale presente. Assemblea Straordinaria: Anche in questo caso abbiamo due casi: a) Societ che NON fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: Quorum costitutivo oltre un terzo del capitale sociale. quorum deliberativo almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea. E necessario peraltro un quorum deliberativo di pi di un terzo del capitale sociale per deliberazioni concernenti particolari oggetti, quali ad es. il cambiamento delloggetto sociale, la trasformazione della societ e lo scioglimento anticipato; b) Societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: Quorum costitutivo oltre un terzo del capitale sociale e quorum deliberativo, almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea. Lo statuto pu prevedere ulteriori convocazioni. Per le convocazioni successive alla seconda, nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il quorum costitutivo rappresentato da almeno un quinto del capitale sociale. E consentito fissare nellavviso di convocazione il giorno per la prima convocazione e per le convocazioni successive.

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Diritto di Intervento del Socio in Assemblea Al fine di poter partecipare allassemblea possibile prevedere nello statuto che si debba depositare le azioni o la relativa certificazione presso la sede sociale o le banche indicate nellavviso di convocazione. A tale fine deve essere indicato il termine antecedente alla data dellassemblea entro il quale il deposito deve avvenire. Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il termine per il deposito non pu essere superiore a 2 giorni. possibile prevedere statutariamente lammissibilit dellintervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione. possibile anche prevedere lespressione del voto per corrispondenza.

Presidente dellAssemblea Lassemblea deve essere presieduta dalla persona indicata nello statuto. Nel caso in cui lo statuto nulla preveda il Presidente

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dellassemblea deve essere eletto dallassemblea stessa a maggioranza dei presenti. Nello svolgimento delle proprie funzioni il Presidente assistito da un segretario designato nello stesso modo. La presenza del segretario superflua quando il verbale dellassemblea redatto da un notaio. Il Presidente dellassemblea svolge le seguenti funzioni: 1. verifica la regolarit della costituzione, cio il quorum costitutivo, tenendo conto che le azioni senza diritto di voto sono computate ai fini della regolare costituzione; 2. accerta lidentit e la legittimazione dei presenti; 3. regola lo svolgimento dellassemblea, pone in discussione e votazione le varie materie poste allordine del giorno, eventualmente invertendone lordine; 4. accerta i risultati delle votazioni, cio determina il quorum deliberativo escludendo le azioni senza diritto di voto e i soci che abbiano dichiarato di astenersi perch in conflitto di interessi; Il segretario dellassemblea deve redigere un verbale nel quale sia esposto ladempimento delle sopra elencate funzioni. In caso di assemblea straordinaria la funzione del segretario svolta da un notaio.

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Rappresentanza nellAssemblea Salvo che sia diversamente disposto nello statuto, i soci possono farsi rappresentare in assemblea. La rappresentanza deve essere conferita in forma scritta. Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, la rappresentanza pu essere conferita solo per singole assemblee, con effetto anche per le successive convocazioni. La delega deve riportare il nome del rappresentante, pertanto vietata la procura in bianco. La rappresentanza non pu essere conferita ai componenti degli organi amministrativi, di controllo o ai dipendenti della societ o delle societ controllate. Sono poi previsti limiti alla concentrazione delle deleghe, in particolare una stessa persona non pu rappresentare in assemblea pi di 20 soci. Limiti pi ampi sono previsti per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio. Per tali societ i limiti sono parametrati al capitale sociale.

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Conflitto di Interessi Affinch una deliberazione possa qualificarsi in conflitto di interessi sono necessarie due condizioni: 1. che la deliberazione sia approvata con il voto determinante dei soci che abbiano per conto proprio o di terzi un interesse in conflitto con quello della societ; 2. che la deliberazione dannosa. sia anche soltanto potenzialmente

La deliberazione in conflitto di interessi annullabile, secondo le disposizioni che vedremo in seguito. fatto divieto agli amministratori di votare nelle deliberazioni riguardanti la loro responsabilit, analogamente i componenti del consiglio di gestione non possono votare nelle deliberazioni riguardanti la nomina, la revoca o la responsabilit dei consiglieri di sorveglianza. Il legislatore ha posto i divieti da ultimo elencati riconoscendo in queste ipotesi potenziali di conflitto di interessi.

Rinvio dellAssemblea consentito ai soci intervenuti in assemblea che riuniscono un terzo del capitale in essa rappresentato, di chiedere che lassemblea sia rinviata a non oltre 5 giorni a condizione che dichiarino di non essere sufficientemente informati sugli argomenti posti in deliberazione. Il diritto di rinvio pu essere esercitato una sola volta per ciascun argomento.

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Verbale dellAssemblea Il verbale dellassemblea ordinaria redatto dal segretario e deve essere sottoscritto dal presidente e dal segretario stesso. Per le assemblee straordinarie deve essere redatto dal notaio. Esso deve poi essere riportato sullapposito libro. Il verbale deve contenere, in particolare, le seguenti informazioni: 1. data dellassemblea; 2. lidentit dei partecipanti e il capitale rappresentato da ciascuno di essi; 3. le modalit e il risultato delle votazioni;

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4. deve consentire lidentificazione dei soci favorevoli, astenuti o dissenzienti; 5. deve contenere in sintesi e a richiesta dei soci le loro dichiarazioni, pertinenti allordine del giorno. Il verbale deve essere redatto senza ritardi. Assemblee Speciali Vengono definite assemblee speciali le assemblee che riuniscono i soci portatori di particolari categorie di azioni. Ad esempio: azioni di risparmio o privilegiate. Si stabilisce che le deliberazioni dellassemblea generale, che pregiudichino i diritti di particolari categorie di azionisti, siano approvate anche dalla relativa assemblea speciale. Le assemblee speciali osservano le regole di funzionamento delle assemblee straordinarie.

Invalidit delle Deliberazioni Assembleari Le deliberazioni assembleari possono presentare determinano lannullabilit, la nullit o linefficacia.

vizi

che

ne
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In passato era prevista dalla dottrina e dalla giurisprudenza anche lipotesi di inesistenza che, secondo la nuova normativa, sembra assorbita dalla nullit.
A) ANNULLABILIT:

le deliberazioni assembleari sono annullabili quando sono contrarie alla legge o allatto costitutivo. Sono legittimati ad impugnare tali deliberazioni i seguenti soggetti: 1. soci assenti; 2. soci dissenzienti o astenuti; 3. componenti dellorgano amministrativo collegialmente; 4. componenti dellorgano di controllo collegialmente. Per poter impugnare le deliberazioni annullabili da parte delle prime due categorie di soggetti legittimati necessario che questi riuniscano una certa percentuale del capitale sociale. In particolare per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio la percentuale fissata nell1 del capitale sociale.

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Per le altre societ la percentuale del 5 %. Per i soci che non riuniscono tale percentuale minima previsto esclusivamente il diritto al risarcimento del danno, che sia loro direttamente derivato dalla non conformit della deliberazione alla legge o allo statuto. La deliberazione non pu in ogni caso essere annullata nei seguenti casi: 1. mancanza di legittimazione alla partecipazione allassemblea, salvo che senza la partecipazione delle persone non legittimate, non si sarebbe raggiunto il quorum costitutivo; 2. per linvalidit di singoli voti o per il loro indebito computo, salvo che senza tali voti non si sarebbe raggiunto il quorum deliberativo; 3. per lincompletezza o linesattezza del verbale, a meno che venga impedito laccertamento del contenuto, degli effetti e della validit della deliberazione. Lazione di annullabilit o lazione di risarcimento del danno sono soggette ad un termine di prescrizione breve pari a 90 giorni. I 90 giorni decorrono dalla data della deliberazione ovvero, se la deliberazione soggetta ad iscrizione o deposito presso il registro delle imprese, dalla data di iscrizione o di deposito. Lannullamento della deliberazione dispiega effetto rispetto a tutti i soci. Lannullamento obbliga, inoltre, il consiglio di amministrazione, il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza a prendere i conseguenti provvedimenti sotto la propria responsabilit. Secondo la regola propria del diritto civile, sono in ogni caso fatti salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi, sulla base di atti compiuti in esecuzione della deliberazione annullata. Tale disposizione per proteggere linteresse dei terzi che entrano in rapporto con la societ e che il pi delle volte sono imprenditori. Analogamente al diritto civile, la deliberazione annullabile pu essere sostituita con un'altra presa in conformit della legge o dello statuto. Limpugnazione proposta con atto di citazione davanti al tribunale del luogo dove ha sede la societ. Se ad impugnare la deliberazione sono le prime due categorie di soggetti legittimati, cio i soci, questi devono dimostrare di essere possessori del numero minimo di azioni previste. Il numero di azioni da conteggiarsi al tempo dellimpugnazione; per cui lazione non spetta a coloro che hanno ceduto le azioni

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dopo la data della deliberazione. E legittimato chi ha acquistato i titoli in epoca successiva. Il soggetto che impugna la deliberazione annullabile pu con ricorso, depositato contestualmente alla citazione, chiedere la sospensione dellesecuzione della deliberazione. Il presidente del tribunale, in casi di eccezionale e motivata urgenza, provvede sullistanza con decreto motivato. Tutte le impugnazioni relative alla medesima deliberazione devono essere decise con un unica sentenza e la trattazione della causa ha inizio decorso il termine di prescrizione trimestrale (in modo che tutte le impugnazioni relative alla deliberazione siano state proposte e non possono esserne proposte altre).
B) NULLIT:

Pu essere dichiarata nei seguenti casi: Impossibilit o illiceit delloggetto della deliberazione; Mancata convocazione dellassemblea; Mancanza del verbale.
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Sono legittimati allimpugnazione tutti i soggetti che abbiano interesse, cio secondo la dizione legislativa, propria del diritto civile, chiunque vi abbia interesse. Il termine di prescrizione pi ampio ed fissato in 3 anni, che decorrono dalla trascrizione della deliberazione sullapposito libro, ovvero se la deliberazione vi soggetta, dalla data delliscrizione o del deposito presso il registro delle imprese. In via di eccezione non previsto un termine di prescrizione per le deliberazioni che modificano loggetto sociale prevedendo attivit illecite o impossibili. La nullit pu essere rilevata dufficio dal giudice. Si prevede poi che la convocazione non possa considerarsi mancante in caso di irregolarit dellavviso di convocazione, purch vengano rispettate le seguenti condizioni: Che lavviso di convocazione provenga da un componente dellorgano amministrativo o di controllo della societ; Che lavviso di convocazione sia idoneo a consentire a coloro che hanno diritto di intervento di essere preventivamente avvertiti della convocazione e della data dellassemblea.

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Si prevede inoltre che il verbale non possa considerarsi mancante alle seguenti condizioni: Se contiene la data della deliberazione e loggetto deliberato; Se sottoscritto dal presidente dellassemblea o dal presidente del consiglio di amministrazione o di sorveglianza e dal segretario, o dal notaio. La nullit pu essere sanata nei seguenti casi: Nellipotesi di mancata convocazione, lazione non pu essere esercitata da chi anche successivamente abbia dichiarato il suo assenso allo svolgimento dellassemblea. Per tali soggetti la nullit implicitamente sanata; La nullit per mancanza di verbale pu essere sanata mediante verbalizzazione eseguita prima dellassemblea successiva. La deliberazione in tale caso ha effetto dalla data in cui stata assunta, ma sono fatti salvi i diritti dei terzi. Sono poi previsti termini, decorsi i quali, la nullit non pu pi essere attivata: Nellipotesi di aumento del capitale sociale, di riduzione per esuberanza o di emissione di obbligazioni, limpugnazione non pu pi essere proposta, decorsi 6 mesi dalliscrizione della deliberazione nel registro delle imprese. Ovvero nel caso di mancata convocazione decorsi 3 mesi dallapprovazione del bilancio, relativo allesercizio nel corso del quale la deliberazione sia stata anche parzialmente eseguita; Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, la nullit della deliberazione di aumento del capitale sociale non pu pi essere pronunciata dopo che sia stata iscritta nel registro delle imprese lattestazione che laumento stato eseguito. Inoltre, linvalidit della riduzione del capitale o della deliberazione di emissione di obbligazioni non pu essere pronunciata dopo che la deliberazione sia stata anche parzialmente eseguita. C) INEFFICACIA: Come abbiamo detto le deliberazioni dellassemblea generale che pregiudichino i diritti di portatori di azioni, appartenenti a categorie speciali, devono essere approvate anche dalle relative assemblee
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speciali. Nel caso in cui non sia avvenuta lassemblea speciale o nel caso in cui, la deliberazione non sia stata approvata, le deliberazioni dellassemblea generale sono inefficaci.

MODELLI DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO MODELLO TRADIZIONALE: questo modello prevede la presenza di 3 organi che sono lassemblea, lorgano amministrativo e lorgano di controllo, questultimo chiamato collegio sindacale. Qualora il controllo contabile sia affidato ad un organo esterno, questo pu essere un revisore contabile o una societ di revisione. Se nulla viene stabilito nello statuto, si applica il modello tradizionale, quindi se si vogliono adottare i modelli alternativi, cio il modello monistico o il modello dualistico, necessario che siano espressamente previsti nello statuto. Qualora nel corso della vita della societ, ed in particolare nel corso di un esercizio si modifichi il modello di amministrazione e controllo, la modificazione ha effetto a partire dalla data dellassemblea convocata per lapprovazione del bilancio relativo allesercizio successivo.
A) ORGANO

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AMMINISTRATIVO: Sugli amministratori grava lesclusiva responsabilit per la gestione della societ. Gli amministratori in particolare, possono compiere tutte le operazioni necessarie per il conseguimento delloggetto sociale.

Lamministrazione pu essere affidata a soci o a non soci. Devono essere persone fisiche; infatti, se fossero persone giuridiche, la societ verrebbe amministrata dagli amministratori della societ amministrante, ossia da soggetti scelti da terzi e revocabili da terzi (si toglierebbe potere allassemblea). Se lamministrazione affidata a due o pi persone, queste costituiscono il consiglio di amministrazione; se invece affidata ad un'unica persona, questa assume la qualificazione di amministratore unico. Nel caso in cui vi sia un consiglio di amministrazione, al suo interno deve essere designato un presidente, questi viene nominato dallassemblea, o in mancanza di deliberazione

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viene scelto dal consiglio. I poteri e i compiti del presidente sono stabiliti dallo statuto.
B) ORGANI DELEGATI: Se lo statuto o lassemblea ordinaria

lo consentono, il consiglio di amministrazione pu delegare proprie attribuzioni, ad un comitato esecutivo o ad uno o pi amministratori delegati. I componenti del comitato esecutivo, e gli amministratori delegati devono essere scelti tra gli amministratori. I limiti e le eventuali modalit di esercizio della delega, nonch il suo contenuto, sono determinati dal consiglio di amministrazione, inoltre pur in presenza di delega, il consiglio di amministrazione pu sempre impartire direttive agli organi delegati e compiere operazioni rientranti nella delega. Il consiglio di amministrazione in presenza di organi delegati svolge, in ogni caso, le seguenti funzioni: 1) Valuta ladeguatezza dellassetto organizzativo sulla base delle informazioni ricevute; valuta inoltre ladeguatezza dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile della societ; 2) Esamina i piani strategici, industriali e finanziari della societ quando questi siano stati elaborati; 3) Valuta il generale andamento della gestione, sulla base della relazione degli organi delegati. Non tutte le attribuzioni del consiglio amministrazione possono essere delegate comitato esecutivo o agli amministratori delegati particolare tra le altre non pu essere delegata predisposizione del progetto di bilancio. di al in la
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Gli organi delegati devono, in ogni caso, svolgere le seguenti funzioni: 1) Devono fare in modo che lassetto organizzativo, amministrativo e contabile, sia adeguato alla natura e alle dimensioni della societ; 2) Devono riferire al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, con la periodicit fissata dallo statuto (e in ogni caso almeno ogni 6 mesi), sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, nonch sulle operazioni di maggior rilievo effettuate dalla societ e dalle sue controllate.

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Ciascun amministratore pu inoltre chiedere agli organi delegati che in consiglio siano fornite informazioni relative alla gestione della societ.

CAUSE

DI INELEGGIBILIT

(MOD. TRADIZIONALE)

Non possono essere nominati amministratori, e se nominati decadono dal loro ufficio, i seguenti soggetti: a) linterdetto; b) linabilitato; c) il fallito. Inoltre non pu essere eletto chi sia stato condannato ad una pena che comporti linterdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o lincapacit ad esercitare uffici direttivi.

NOMINA E REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE) Gli amministratori sono nominati dallassemblea ordinaria ad eccezione dei primi amministratori che sono nominati nellatto costitutivo. Gli amministratori non possono essere nominati per un periodo superiore a 3 esercizi e scadono alla data dellassemblea convocata per lapprovazione del bilancio relativo allultimo esercizio della loro carica. Gli amministratori sono rieleggibili, salvo diversa disposizione dello statuto. Gli amministratori sono poi revocabili dallassemblea in qualunque tempo, anche in assenza di giusta causa. In questultimo caso lamministratore revocato ha tuttavia diritto al risarcimento dei danni. Gli amministratori devono provvedere alliscrizione della loro nomina presso il registro delle imprese entro 30 gg. e devono indicare gli amministratori ai quali attribuita la rappresentanza della societ, precisando se congiuntamente o disgiuntamente.

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CESSAZIONE

SOSTITUZIONE

DEGLI

AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE)

Le cause di cessazione degli amministratori sono 3:

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1) Rinuncia: in questo caso lamministratore deve darne comunicazione scritta al consiglio di amministrazione e al presidente del collegio sindacale. La rinuncia ha effetto immediato soltanto se rimane in carica la maggioranza del consiglio di amministrazione, in caso contrario, essa ha effetto dal momento in cui la maggioranza del consiglio stata ricostituita con laccettazione dei nuovi amministratori; 2) Scadenza del termine: in questo caso la cessazione ha effetto dal momento in cui il consiglio di amministrazione stato ricostituito; 3) Altre Cause. La cessazione per qualunque causa deve essere iscritta nel registro delle imprese entro 30 gg. a cura del collegio sindacale. Se nel corso dellesercizio vengono a mancare uno o pi amministratori occorre seguire una procedura particolare a seconda dei casi: a) Se viene a mancare un amministratore o anche pi amministratori ma rimane in carica la maggioranza, gli amministratori rimasti integrano il consiglio di amministrazione con nomina approvata dal collegio sindacale, tale nomina viene detta cooptazione. Gli amministratori cos nominati restano in carica fino alla prossima assemblea; b) Se viene a mancare la maggioranza degli amministratori, quelli rimasti in carica, devono convocare lassemblea affinch provveda alla sostituzione dei mancanti; c) Se cessano tutti gli amministratori o lamministratore unico, il collegio sindacale deve convocare durgenza lassemblea per la nomina degli amministratori, nel frattempo al collegio sindacale competono i poteri di ordinaria amministrazione. Nello statuto potrebbe essere prevista una clausola, in base alla quale, a seguito della cessazione di taluni amministratori cessi lintero consiglio, tale clausola viene detta Simul Stabunt, Simul Cadent. In tale caso lassemblea convocata durgenza, dagli amministratori rimasti in carica, per la nomina del nuovo consiglio.

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DELIBERAZIONI

DEL

CONSIGLIO

DI

AMMINISTRAZIONE (MOD. TRADIZIONALE)

Il quorum costitutivo per le deliberazioni del C.d.A. dato dalla maggioranza degli amministratori in carica, salvo che lo statuto

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richieda un maggior numero di presenti. Il quorum deliberativo, sempre salvo diversa disposizione dello statuto, dato dalla maggioranza dei presenti. Lo statuto pu prevedere che la presenza alle riunioni del consiglio, avvenga anche mediante mezzi di telecomunicazione, quindi anche ad es. tramite videoconferenza. Il voto dei consiglieri non pu essere dato per rappresentanza. Le deliberazioni del consiglio che siano contrarie alla legge o allo statuto, possono essere impugnate dagli amministratori assenti o dissenzienti e dal collegio sindacale entro 90 gg. Le deliberazioni che ledano i diritti dei soci, possono anche essere impugnate dai soci stessi; sono in ogni caso fatti salvi, i diritti acquistati in buona fede dai terzi. COMPENSI DEGLI AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE) Il compenso dei componenti del Consiglio di amministrazione e degli eventuali componenti del comitato esecutivo, se non stabilito nellatto costitutivo, determinato dallassemblea. Se lassemblea ha omesso di determinarlo, fissato dal giudice su azione degli amministratori stessi. Il compenso pu essere costituito, in tutto o in parte, da una quota di partecipazione agli utili o dallattribuzione del diritto di sottoscrivere a prezzo determinato azioni di futura emissione (Stock Options). Il compenso degli amministratori delegati stabilito dal Consiglio di amministrazione sentito il parere del collegio sindacale.

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DIVIETO DI CONCORRENZA (MOD. TRADIZIONALE) I componenti dellorgano amministrativo non possono svolgere attivit in concorrenza con quella della societ salvo autorizzazione dellassemblea. In particolare gli amministratori non possono assumere la qualit di soci illimitatamente responsabili in societ concorrenti, ne esercitare unattivit di impresa concorrente, ne essere amministratori o direttori generali in societ concorrenti. Lamministratore che violi tale divieto pu essere revocato e risponde dei danni.

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INTERESSE CONCORRENTE DEGLI AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE) Quando un amministratore si trovi ad avere un interesse, per conto proprio o di terzi, in una determinata operazione della societ, deve darne notizia agli altri amministratori, nonch al collegio sindacale. Egli deve inoltre precisare la natura, i termini, lorigine e la portata. Qualora poi si tratti di amministratore delegato, egli deve astenersi dal compiere loperazione e deve investire delloperazione stessa il consiglio di amministrazione. Il consiglio di amministrazione, in tale caso, deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la societ delloperazione. Le deliberazioni del consiglio di amministrazione o del comitato esecutivo, che siano adottate con il voto determinante dellamministratore con interesse concorrente o che siano adottate senza losservanza della procedura sopra esposta, possono essere impugnate entro 90 giorni qualora possano recare danno alla societ. Sono in ogni caso fatti salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione. Sono legittimati allimpugnazione i componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. Lamministratore con interesse concorrente, che non abbia osservato la procedura vista, risponde dei danni cagionati alla societ.
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RESPONSABILIT DEGLI AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE) Sugli amministratori grava una responsabilit civile e penale. Per quanto riguarda la responsabilit CIVILE si configurano tre ipotesi: Responsabilit verso la societ Responsabilit verso i creditori sociali Responsabilit verso i singoli soci o i terzi

RESPONSABILITA VERSO LA SOCIETA Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto, con un grado di diligenza professionale. Gli amministratori incorrono in responsabilit verso la societ al verificarsi delle seguenti condizioni:

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in caso di violazione dei doveri imposti dalla legge o dallo statuto; nellipotesi in cui dallinosservanza di tali doveri sia derivato un danno alla societ. La responsabilit degli amministratori verso la societ solidale, tuttavia gli amministratori non rispondono in relazione alle attribuzioni proprie del comitato esecutivo o degli amministratori delegati. Infatti la responsabilit investe ciascun amministratore in ragione del fatto di avere personalmente partecipato allatto. In ogni caso gli amministratori sono solidalmente responsabili qualora, essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli, non abbiano fatto quanto in loro potere per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose. La responsabilit non si estende agli amministratori immuni da colpa a condizione che abbiano fatto annotare, senza ritardo, il loro dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio e a condizione che ne diano immediata notizia scritta al presidente del collegio sindacale. Lazione sociale di responsabilit contro gli amministratori viene deliberata dallassemblea. La deliberazione pu essere assunta nellassemblea chiamata ad approvare il bilancio, anche se lazione sociale di responsabilit non posta allordine del giorno. necessario per che la responsabilit riguardi fatti di competenza dellesercizio al quale si riferisce il bilancio. La deliberazione comporta la revoca dufficio degli amministratori quando sia assunta col voto favorevole di almeno il 20% del capitale sociale. La societ pu rinunciare allesercizio dellazione o transigere a condizione che la rinuncia o la transazione siano approvate dallassemblea e a condizione che non vi sia il voto contrario di tanti soci che rappresentino almeno il 20% del capitale sociale. Lazione sociale di responsabilit si prescrive in 5 anni dalla data di cessazione dellamministratore. Lazione sociale di responsabilit oltre che essere deliberata dallassemblea pu anche essere promossa da una minoranza di soci che rappresentino almeno il 20% del capitale sociale, o la diversa percentuale prevista dallo statuto (per non maggiore ad un terzo). I soci che intendono promuovere lazione devono
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nominare a maggioranza del capitale posseduto uno o pi rappresentanti comuni per lesercizio dellazione. Anche in questo caso lazione pu formare oggetto di rinunzia o transazione da parte dei soci che lhanno promossa. Si discute se la responsabilit investa oltre agli amministratori regolarmente nominati dallassemblea, anche gli amministratori di fatto (cio coloro che senza titolo gestiscono o concorrono a gestire la societ con un potere di fatto corrispondente a quello che la societ riconosce agli amministratori regolarmente nominati). La soluzione affermativa per quanto riguarda la responsabilit penale; per quanto riguarda la responsabilit civile il problema dibattuto.

RESPONSABILITA VERSO I CREDITORI SOCIALI La responsabilit degli amministratori verso i creditori sociali ricorre nel caso in cui gli amministratori stessi non abbiano osservato gli obblighi inerenti alla conservazione dellintegrit del patrimonio sociale. In particolare i creditori possono promuovere lazione quando il patrimonio sociale risulti insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. Nel caso di fallimento, liquidazione coatta amministrativa, e amministrazione straordinaria, lazione di responsabilit ora vista e lazione sociale di responsabilit sono promosse dal curatore o dal commissario.

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RESPONSABILITA VERSO SOCI O TERZI I singoli soci o i terzi possono promuovere azioni di responsabilit verso gli amministratori quando abbiano subito un danno nella loro sfera personale, in conseguenza di atti colposi o dolosi degli amministratori. Lesempio tipico rappresentato dalla divulgazione di un prospetto falso in occasione di un aumento di capitale sociale o della quotazione in borsa della societ. Lazione si prescrive in 5 anni dal compimento dellatto che ha pregiudicato il socio o il terzo.

DIRETTORI GENERALI (MOD. TRADIZIONALE) I direttori generali sono soggetti a responsabilit secondo le stesse norme previste per gli amministratori. La responsabilit

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riguarda soltanto i compiti loro affidati e si applica solo ai direttori generali nominati dallassemblea o per disposizione statutaria. I direttori generali sono coloro che sono posti al vertice della gerarchia dei lavoratori subordinati dellimpresa ed operano in rapporto diretto con gli amministratori. Normalmente esplicano funzioni che li pongono in contatto con i terzi e possono essere assimilati agli institori.

IL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) Il collegio sindacale lorgano di controllo della societ.

COMPOSIZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) Il collegio sindacale composto da 3 o 5 membri effettivi, oltre a 2 sindaci supplenti. I sindaci possono essere scelti tra i soci o al di fuori della compagine sociale, almeno un membro effettivo e un membro supplente devono essere scelti tra soggetti iscritti nel registro dei revisori contabili. I restanti membri possono essere scelti tra le seguenti categorie di soggetti: iscritti nel registro dei revisori contabili; iscritti in albi professionali; universitari, in materie

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professori di ruolo economiche o giuridiche.

I sindaci sono nominati per la prima volta nello statuto e successivamente dallassemblea. Il presidente del collegio sindacale nominato dallassemblea.

CAUSE DI INELEGGIBILIT O DECADENZA (MOD. TRADIZIONALE) I seguenti soggetti non possono assumere la carica di sindaco e se eletti decadono dallufficio: i soggetti che si trovino nelle ipotesi di ineleggibilit o decadenza previste per gli amministratori; il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della societ, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli

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amministratori di societ controllate, sottoposte a comune controllo;

controllanti

I soggetti che sono legati alla societ o a societ controllate, controllanti o societ sottoposte a comune controllo, da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione dopera retribuita o da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano lindipendenza. Con la riforma del 2003 stata introdotta lincompatibilit fra il rapporto continuativo di consulenza e la carica di sindaco, ritenuto pregiudizievole per lindipendenza dei sindaci. Infatti i sindaci controllerebbero loperato degli amministratori, svolto sotto i loro stessi suggerimenti. Quindi controllerebbero s stessi.

NOMINA E CESSAZIONE DALLUFFICIO (MOD. TRADIZIONALE) I sindaci restano in carica per 3 esercizi. La cessazione per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il collegio sindacale viene ricostituito con i nuovi sindaci. Contrariamente agli amministratori i sindaci possono essere revocati solo per giusta causa e la deliberazione di revoca, che deve essere assunta dallassemblea ordinaria, deve anche essere approvata con decreto del tribunale. La nomina dei sindaci con indicazione dei dati anagrafici deve essere iscritta nel registro delle imprese entro 30 giorni a cura degli amministratori. Negli stessi termini deve essere iscritta la cessazione dallufficio. Nel caso di cessazione di un sindaco subentrano i supplenti, in ordine di et. I sindaci subentrati rimangono in carica fino allassemblea successiva, che deve provvedere alla nomina dei sindaci effettivi e supplenti, necessari per integrare il collegio. I sindaci neo nominati dallassemblea scadono con quelli in carica. Nel caso in cui venga a mancare il presidente, la presidenza assunta dal sindaco pi anziano, fino alla successiva assemblea. Qualora vengano a mancare pi sindaci e i sindaci supplenti non siano sufficienti a ricostituire il collegio sindacale, deve essere convocata lassemblea.
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COMPENSO AI SINDACI (MOD. TRADIZIONALE) Il compenso fissato nello statuto, in mancanza deve essere determinato dallassemblea allatto della nomina per lintera durata della carica.

DOVERI DEL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) Il collegio sindacale svolge le seguenti funzioni: Vigila sullosservanza della legge e dello statuto;

Vigila sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e in particolare sulladeguatezza dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla societ, nonch sul suo concreto funzionamento; Ove previsto e consentito esercita il controllo contabile.

POTERI DEL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) I sindaci hanno ampi poteri di ispezione e controllo anche individuali. Il collegio sindacale pu chiedere, inoltre, agli amministratori notizie sullandamento delle operazioni sociali o su determinati affari. Pu anche scambiare informazioni con i corrispondenti organi delle societ controllate. Infine i sindaci possono avvalersi di propri dipendenti e ausiliari sotto la propria responsabilit per lo svolgimento di specifiche operazioni di ispezione e di controllo. La societ pu, per, rifiutare a costoro laccesso a informazioni riservate. I sindaci partecipano alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle assemblee e alle riunioni del comitato esecutivo. Hanno diritto di ricevere almeno 30 giorni prima di quello fissato per lassemblea che deve discuterlo, il bilancio predisposto dagli amministratori, accompagnato dalla loro relazione e dai documenti giustificativi. Possono impugnare le deliberazioni assembleari contrarie alla legge e allo statuto, possono impugnare le deliberazioni del consiglio di amministrazione. Come vedremo in seguito possono presentare denuncia al tribunale per gravi irregolarit.

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RIUNIONI E DELIBERAZIONI DEL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) Il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni 90 giorni. Come previsto per lassemblea e per le riunioni del consiglio di amministrazione, la riunione pu svolgersi con mezzi telematici (se lo statuto lo consente). Se un sindaco non partecipa a due riunioni, nel corso di un esercizio, senza giustificato motivo, decade dallufficio. Le deliberazioni del collegio sindacale devono essere assunte a maggioranza dei presenti (la legge prescrive la maggioranza assoluta, ma pare doversi intendere relativa) e devono essere presenti la maggioranza dei sindaci. I sindaci devono redigere apposito verbale per ogni riunione. Tale verbale deve essere trascritto nellapposito libro (delle adunanze e deliberazioni del collegio sindacale) e sottoscritto dagli intervenuti. I sindaci devono partecipare alle assemblee, alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle riunioni del comitato esecutivo, se presente. Qualora un sindaco non assista, senza giustificato motivo, anche ad una sola assemblea, o a due adunanze consecutive del consiglio di amministrazione o del comitato esecutivo, nel corso di un esercizio, decade dallufficio.

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OMISSIONI DEGLI AMMINISTRATORI (MOD. TRADIZIONALE) I sindaci devono sostituirsi agli amministratori, qualora questi, con ingiustificato ritardo, non provvedano a convocare lassemblea ed eseguire le pubblicazioni previste dalla legge.

RESPONSABILIT DEL COLLEGIO SINDACALE (MOD. TRADIZIONALE) I sindaci devono adempiere i loro doveri con la diligenza professionale (come gli amministratori). Sono responsabili della verit delle loro attestazioni e devono conservare il segreto sui fatti e sui documenti di cui vengono a conoscenza. I sindaci sono inoltre responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti e le omissioni di questi, nel caso in cui si produca un danno, e tale danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformit agli obblighi della loro carica. Esiste, quindi, un rapporto di causalit fra la violazione dei doveri di vigilanza e il danno.

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DENUNCIA

DI

FATTI

CENSURABILI

(MOD. TRADIZIONALE)

Ciascun socio, pu denunciare al collegio sindacale, fatti che ritiene censurabili, non richiesta a tale fine, una quota minima di capitale da parte del socio. Di fronte alla denuncia, il collegio sindacale ha soltanto lobbligo di tenerne conto nella propria relazione al bilancio desercizio da presentare nellapposita assemblea. Tuttavia se la denuncia proviene da tanti soci che rappresentino almeno 1/20 del capitale sociale (o 1/50 nelle societ che fanno il ricorso al mercato del capitale di rischio), il collegio sindacale ha lobbligo di indagare senza ritardo sui fatti denunciati e di presentare le proprie conclusioni ed eventuali proposte allassemblea. Il collegio sindacale infine pu previa comunicazione al presidente del consiglio di amministrazione, convocare lassemblea, qualora nellespletamento del proprio incarico e indipendentemente da una denuncia ravvisi fatti censurabili di rilevante gravit e vi sia urgente necessit di provvedere. DENUNCIA
PER

GRAVI IRREGOLARIT (MOD. TRADIZIONALE)

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Tanti soci che rappresentino almeno il 10 % del capitale sociale (5% se la societ fa ricorso al mercato del capitale di rischio) possono fare denuncia al tribunale, qualora abbiano il fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarit nella gestione della societ; tali da poter arrecare danno alla societ stessa o a societ controllate. A fronte della denuncia il tribunale deve anzitutto sentire gli amministratori e i sindaci in camera di consiglio (le udienze possono essere a porte aperte o in camera di consiglio cio a porte chiuse), il tribunale successivamente pu assumere diverse determinazioni a seconda della gravit dei fatti. In primo luogo pu ordinare lispezione dellamministrazione della societ. Non pu ordinare lispezione e sospende per un certo periodo il procedimento se lassemblea sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalit. Questi ultimi devono attivarsi, senza indugio, per accertare se le violazioni sussistono, ed eventualmente per eliminarle, con lobbligo di riferire al tribunale sugli accertamenti e le attivit compiute. Nei casi pi gravi e cio se le violazioni denunciate sussistono, ovvero se gli accertamenti e le attivit compiute dai nuovi amministratori e sindaci, non

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sono sufficienti ad eliminare le violazioni stesse, il tribunale pu disporre gli opportuni provvedimenti e convocare lassemblea per le conseguenti deliberazioni. Qualora infine, il tribunale si trovi in presenza di casi ancora pi gravi, pu revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci, e nominare un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata. Prima della scadenza del proprio mandato, lamministratore giudiziario, rende conto della propria attivit al tribunale e pu proporre azione di responsabilit contro amministratori e sindaci. Egli inoltre deve convocare e presiedere lassemblea per la nomina dei nuovi amministratori e sindaci, o per proporre, qualora ne ricorrano le condizioni, la messa in liquidazione della societ o la sua ammissione ad una procedura concorsuale. I provvedimenti che abbiamo visto possono essere assunti dal tribunale, anche su richiesta del collegio sindacale e, per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, su richiesta del pubblico ministero. La denuncia di fatti censurabili e la denuncia di gravi irregolarit sono forme di autotutela delle minoranze contro lillecito operato degli amministratori.
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CONTROLLO CONTABILE (MOD. TRADIZIONALE) La riforma del 2003 ha separato il controllo contabile dal controllo di legalit ed efficienza (in precedenza riuniti in capo al collegio sindacale). Il controllo contabile della societ, che prima della riforma era esercitato dal collegio sindacale, viene ora svolto da un revisore contabile o da una societ di revisione. Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il controllo contabile, necessariamente esercitato da una societ di revisione. Il controllo contabile peraltro pu essere esercitato dal collegio sindacale in via esclusiva, purch ricorrano le seguenti condizioni: 1) Che sia previsto nello statuto della societ; 2) Che non si tratti di societ che fanno ricorso al mercato di capitale di rischio; 3) Che non siano societ tenute alla redazione del bilancio consolidato.

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Se il controllo contabile affidato al collegio sindacale, necessario che tutti i suoi componenti siano iscritti nel registro dei revisori contabili.

FUNZIONI

DI

CONTROLLO CONTABILE (MOD. TRADIZIONALE)

I soggetti ai quali demandato il controllo contabile devono svolgere le seguenti funzioni: 1) verificare almeno una volta al trimestre la regolare tenuta della contabilit e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili; 2) verificare se il bilancio desercizio e il bilancio consolidato, corrispondano alle risultanze delle scritture contabili e degli accertamenti eseguiti, nonch se siano conformi alle norme che li disciplinano; 3) esprimere in un apposita relazione un giudizio sul bilancio desercizio e sul bilancio consolidato ove redatto. Lattivit di controllo contabile deve essere documentata attraverso la verbalizzazione nel libro del collegio sindacale, se questo a svolgere lattivit di controllo contabile, o in apposito libro, negli altri casi.

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CONFERIMENTO

REVOCA

DELLINCARICO

(MOD. TRADIZIONALE)

Se lattivit di controllo contabile svolta da un revisore contabile o da una societ di revisione, lincarico viene conferito dallassemblea ordinaria, sentito il collegio sindacale. La stessa assemblea deve determinare il corrispettivo per lintera durata dellincarico. Lincarico ha durata di 3 esercizi e pu essere revocato prima del termine soltanto per giusta causa e sentito il parere del collegio sindacale. La deliberazione assembleare di revoca deve essere approvata con decreto del tribunale sentito linteressato. Nel caso in cui il controllo contabile sia svolto da un revisore contabile, non ammesso che questi sia nominato attingendo fra i componenti del collegio sindacale della societ o delle societ controllate, della societ controllante, o delle societ sottoposte a comune controllo; se cos accade, decade dallufficio. Lo statuto pu prevedere altre cause di ineleggibilit o decadenza e ulteriori requisiti di professionalit del soggetto incaricato del controllo contabile.

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RESPONSABILIT (MOD. TRADIZIONALE) I soggetti incaricati del controllo contabile, sono responsabili alla stessa stregua dei sindaci, e sono inoltre responsabili nei confronti della societ, dei soci e dei terzi, per i danni derivanti dallinadempimento dei loro doveri. Nel caso di controllo svolto da una societ di revisione, i soggetti che hanno effettuato il controllo contabile, sono responsabili in solido con la societ di revisione stessa. Lazione di responsabilit si prescrive nel termine di 5 anni dalla cessazione dellincarico.

SCAMBIO

DI INFORMAZIONI

(MOD. TRADIZIONALE)

Il collegio sindacale e i soggetti incaricati del controllo contabile, devono scambiarsi tempestivamente le informazioni rilevanti per lespletamento dei rispettivi compiti.
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MODELLO DUALISTICO: Il modello tradizionale quello che si applica in assenza di previsione statutaria, pertanto se si vuole adottare il modello dualistico necessario che sia espressamente previsto nello statuto (lo statuto pu disciplinare contestualmente i tre sistemi consentendo ai soci di passare da uno allaltro senza modificare lo statuto). Nel modello dualistico lamministrazione affidata al consiglio di gestione, mentre il controllo affidato al consiglio di sorveglianza.

CONSIGLIO

DI

GESTIONE (MOD. DUALISTICO)

Al consiglio di gestione, attribuita lesclusiva responsabilit della gestione dellimpresa, in tale contesto esso pu compiere tutte le operazioni necessarie per il conseguimento delloggetto sociale. Il consiglio di gestione costituito da un numero di componenti non inferiore a due, che possono essere scelti anche tra non soci. I componenti del consiglio di gestione sono nominati per la prima volta nellatto costitutivo, successivamente dal consiglio di sorveglianza. Essi restano in carica per un periodo non superiore a 3 esercizi. Sono rieleggibili salvo diversa disposizione dello statuto, e sono

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revocabili, in qualunque tempo dal consiglio di sorveglianza. La revoca pu avvenire anche senza giusta causa, salvo il diritto al risarcimento dei danni. Se nel corso dellesercizio vengono a mancare, uno o pi componenti del consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza deve provvedere senza indugio alla loro sostituzione. Non dunque previsto il meccanismo della Cooptazione.

LAZIONE SOCIALE DI RESPONSABILIT (MOD. DUALISTICO) Lazione sociale di responsabilit disciplinata dalle stesse norme previste per il modello tradizionale. Essa pu quindi essere promossa con delibera dellassemblea ordinaria, oppure direttamente dai soci. Tuttavia, in aggiunta, lazione sociale di responsabilit pu essere proposta con deliberazione del consiglio di sorveglianza. In tale caso il quorum deliberativo pari alla maggioranza dei componenti del consiglio di sorveglianza stesso. Inoltre se la delibera assunta con il voto favorevole di almeno due terzi dei componenti si determina anche la revoca dei membri del consiglio di gestione contro cui proposta. Alla sostituzione dei membri revocati provvede contestualmente lo stesso consiglio di sorveglianza. Lazione sociale di responsabilit si prescrive nel termine di 5 anni dalla cessazione del componente del consiglio di gestione. Lazione di responsabilit pu essere oggetto di transazione e rinuncia da parte del consiglio di sorveglianza e da parte della societ e tali rinunce e transazioni non impediscono lesercizio delle azioni di responsabilit esercitate dai soci e dai creditori. La rinuncia o la transazione devono essere approvate dalla maggioranza assoluta dei componenti del consiglio di sorveglianza.
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NORME

APPLICABILI AL CONSIGLIO DI GESTIONE

(MOD. DUALISTICO)

Al consiglio di gestione si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste per il consiglio di amministrazione nel modello tradizionale, ed in particolare quelle relative: alla validit delle riunioni; alla nomina del suo presidente;

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allimpugnativa delle deliberazioni (che spetta anche al consiglio di sorveglianza); agli adempimenti pubblicitari relativi alla nomina e alla cessazione; al potere di rappresentanza; alle cause di ineleggibilit (alle quali si aggiunge lessere membri del consiglio di sorveglianza); alla rinuncia alla carica; al divieto di esercizio di attivit concorrenti; alla diligenza professionale; alla responsabilit.

CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA (MOD. DUALISTICO) Il consiglio di sorveglianza deve essere formato da un numero di componenti non inferiore a tre. I componenti possono essere soci o non soci. Il numero dei componenti fissato nello statuto. Devono inoltre essere nominati almeno due supplenti. I primi componenti del consiglio di sorveglianza sono nominati nellatto costitutivo, successivamente la nomina spetta allassemblea ordinaria. I componenti del consiglio di sorveglianza durano in carica per tre esercizi e scadono alla data della successiva assemblea convocata per approvare il bilancio. La loro cessazione ha effetto dal momento in cui il consiglio di sorveglianza stato ricostituito. Almeno un componente del consiglio di sorveglianza ed un supplente devono essere scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili. I componenti del consiglio di sorveglianza sono rieleggibili, a meno che lo statuto disponga diversamente. Qualora nel corso dellesercizio vengano a mancare uno o pi componenti del consiglio di sorveglianza lassemblea deve provvedere senza indugio alla loro sostituzione. Il presidente del consiglio di sorveglianza viene eletto dallassemblea ordinaria, mentre i suoi poteri sono definiti dallo statuto. Non possono essere eletti alla carica di componente del consiglio di sorveglianza e se eletti decadono dallufficio:

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linterdetto, linabilitato, il fallito o chi condannato a una pena che comporti linterdizione anche temporanea dai pubblici uffici o lincapacit ad esercitare uffici direttivi; i componenti del consiglio di gestione; coloro che sono legati alla societ o a societ controllate, controllanti o societ sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o prestazione dopera retribuita, o da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano lindipendenza.

Lo statuto pu prevedere altre cause di ineleggibilit.

COMPETENZE

DEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA

(MOD. DUALISTICO)

Il consiglio di sorveglianza svolge le seguenti funzioni: Nomina e revoca i componenti del consiglio di gestione e ne determina il compenso salvo che la relativa competenza sia attribuita allassemblea dallo statuto; Approva il bilancio desercizio e, se redatto, il bilancio consolidato; Esercita le funzioni di controllo proprie del collegio sindacale; Pu promuovere lazione di responsabilit confronti dei componenti del consiglio di gestione; nei
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Pu presentare la denuncia al tribunale ai sensi dellart. 2409 del C.c.; Deve riferire in forma scritta, almeno una volta allanno, allassemblea, sullattivit di vigilanza svolta, sulle omissioni e sui fatti censurabili.

Possono assistere alle riunioni del consiglio di gestione e devono partecipare alle assemblee. Sono soggetti esclusivamente promossa dalla assemblea. allazione di responsabilit

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NORME APPLICABILI AL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA (MOD. DUALISTICO) Al consiglio di sorveglianza si applicano le norme previste per il collegio sindacale nel modello tradizionale. Tuttavia per quanto riguarda la validit delle deliberazioni si applicano le norme relative al consiglio di amministrazione.

MODELLO MONISTICO Il modello monistico deve essere espressamente previsto nello statuto. In tale caso, come si detto, lamministrazione affidata ad un consiglio di amministrazione, mentre il controllo esercitato da un comitato costituito al suo interno e denominato comitato per il controllo sulla gestione.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (MOD. MONISTICO) Si stabilisce che almeno un terzo dei componenti del consiglio di amministrazione debba possedere i requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci nel modello tradizionale, nonch quelli ulteriori eventualmente fissati dallo statuto.

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COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE (MOD. MONISTICO) La determinazione del numero dei componenti del comitato e la loro nomina spettano al consiglio di amministrazione salvo diversa disposizione dello statuto. Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio non possono essere meno di tre. Almeno uno dei componenti del comitato deve essere scelto fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili. Tutti i componenti del comitato devono essere in possesso dei requisiti di indipendenza sopra richiamati. Nel caso di morte, rinunzia o decadenza di un componente del comitato, il consiglio di amministrazione provvede senza indugio a sostituirlo, scegliendolo tra gli amministratori in possesso dei requisiti di indipendenza. Se ci non possibile, si applicano le norme previste per la sostituzione degli amministratori nel modello tradizionale in materia di cooptazione.

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Il comitato per il controllo sulla gestione svolge le seguenti funzioni: Elegge al suo interno il presidente a maggioranza assoluta; Adempie ai doveri previsti per il collegio sindacale nel modello tradizionale (vigila sulladeguatezza del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo e contabile, nonch sulla sua idoneit a rappresentare i fatti di gestione); Svolge gli ulteriori compiti che gli sono stati affidati dal consiglio di amministrazione con riguardo ai rapporti con i soggetti incaricati del controllo contabile.

NORME APPLICABILI (MOD. MONISTICO) Al consiglio di amministrazione si applicano le norme previste nel modello tradizionale per il consiglio di amministrazione. Relativamente al comitato per il controllo sulla gestione si applicano invece le norme previste per il collegio sindacale.
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OBBLIGAZIONI Le obbligazioni sono titoli di credito che possono essere emessi dalla societ.

EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI Lemissione di obbligazioni deliberata dagli amministratori, salvo diversa disposizione dello statuto. La deliberazione di emissione deve risultare da verbale redatto da notaio e deve essere iscritta nel registro delle imprese. Con la sottoscrizione delle obbligazioni, gli obbligazionisti acquisiscono il diritto alla restituzione del capitale e agli interessi. Esercizio di tale diritto pu essere subordinato in tutto o in parte al soddisfacimento dei diritti di altri creditori della societ. Le obbligazioni possono essere postergate. Si pu stabilire che i tempi e lentit del pagamento degli interessi possano variare in funzione dei parametri oggettivi anche relativi allandamento economico della societ.

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LIMITI ALLEMISSIONE DI OBBLIGAZIONI Le obbligazioni non possono essere emesse per una somma eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio approvato. I sindaci devono attestare il rispetto di tale limite. Il limite pu essere superato nei seguenti casi: Quando le obbligazioni eccedenti il limite sono destinate alla sottoscrizione da parte di investitori qualificati. In tale caso nellipotesi di successiva circolazione linvestitore qualificato, che ha sottoscritto le obbligazioni eccedenti, responsabile della solvenza della societ nei confronti degli acquirenti che non sono investitori professionali; Non rientra nel limite lemissione di obbligazioni garantite da ipoteca su immobili di propriet della societ sino a 2/3 del valore degli immobili stessi; Il limite pu essere superato quando ricorrono particolari ragioni che interessano leconomia nazionale e la societ sia stata autorizzata con provvedimento dellautorit governativa.
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Il limite allemissione di obbligazioni non si applica per le societ le cui azioni sono quotate in mercati regolamentati e che emettono obbligazioni quotate.

RIDUZIONE DEL CAPITALE IN PENDENZA DI UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO La societ che ha emesso un prestito obbligazionario non pu ridurre volontariamente il capitale sociale o distribuire riserve se, rispetto alle obbligazioni in circolazione, viene superato il limite anzi detto. Se la riduzione del capitale sociale risulta obbligatoria o le riserve sono diminuite per effetto di perdite, non consentito distribuire utili successivamente, sino a che lammontare del capitale pi le riserve non eguagli lammontare delle obbligazioni in circolazione

CONTENUTO DELLE OBBLIGAZIONI Le obbligazioni devono contenere le seguenti indicazioni: Denominazione, oggetto e sede della societ, con lindicazione dellufficio del registro presso il quale la societ iscritta; Capitale sociale e riserve esistenti al momento dellemissione; Data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel registro;

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Ammontare complessivo dei titoli emessi, i diritti attribuiti, il valore nominale di ciascuno, il rendimento, la modalit di pagamento e il rimborso; inoltre, leventuale subordinazione dei diritti degli obbligazionisti a quelli di altri creditori della societ, Eventuali garanzie.

ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI Lassemblea degli obbligazionisti lorgano che riunisce i portatori di obbligazioni della societ. Essa ha le seguenti competenze: Nomina e revoca il rappresentante comune; Delibera sulle modificazioni obbligazionario; delle condizioni del prestito

Sulla proposta di amministrazione controllata e di concordato; Sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e sul rendiconto relativo; Delibera sugli obbligazionisti. altri oggetti di interesse comune degli
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Lassemblea pu essere convocata dagli amministratori o dal rappresentante comune, ovvero quando ne sia fatta richiesta da tanti obbligazionisti che rappresentino almeno il 5% delle obbligazioni emesse e non estinte. Lassemblea degli obbligazionisti regolamentata dalle norme previste per lassemblea straordinaria. Le sue deliberazioni devono essere iscritte nel registro delle imprese a cura del notaio che ha redatto il verbale. Allassemblea degli obbligazionisti amministratori e i sindaci. possono partecipare gli

Le deliberazioni possono essere impugnate secondo le norme che disciplinano lannullabilit e la nullit delle deliberazioni assembleari.

RAPPRESENTANTE COMUNE Il rappresentante comune il soggetto che obbligazionisti, pu essere scelto anche al obbligazionisti.

rappresenta gli di fuori degli

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Tuttavia non possono essere nominati a rappresentanti comuni gli amministratori, i sindaci e i dipendenti della societ e coloro che rientrano nelle cause di ineleggibilit previste per il collegio sindacale. Il rappresentante comune dura in carica per un periodo non superiore ai 3 anni pu essere rieletto. Egli deve entro 30 giorni dalla nomina richiederne liscrizione nel registro delle imprese. Il rappresentante comune provvede allesecuzione delle deliberazioni dellassemblea degli obbligazionisti. Ha inoltre il compito di tutelare gli interessi comuni degli obbligazionisti nei rapporti con la societ. Deve poi assistere alle operazioni di sorteggio delle obbligazioni, al momento del rimborso. Ha diritto di assistere allassemblea generale dei soci ed ha la rappresentanza processuale degli obbligazionisti.

OBBLIGAZIONI

CONVERTIBILI IN AZIONI

Lemissione di obbligazioni convertibili in azioni deve essere deliberata dallassemblea straordinaria. Esse prevedono la possibilit di conversione in azioni della societ secondo un determinato rapporto di cambio, in un periodo prestabilito e secondo modalit di conversione prestabilite. Contestualmente allemissione di obbligazioni convertibili la societ deve deliberare laumento del capitale sociale per un ammontare corrispondente alle azioni da attribuire in conversione. Nel primo mese di ciascun semestre gli amministratori provvedono allemissione delle azioni spettanti agli obbligazionisti che hanno chiesto la conversione nel semestre precedente. Entro il mese successivo poi gli amministratori devono depositare presso il registro delle imprese una attestazione dellaumento del capitale sociale al quale si dato corso. Fino a che non sono scaduti i termini per la conversione la societ non pu ridurre volontariamente il capitale sociale, a meno che sia data facolt di conversione ai possessori di obbligazioni. Qualora il capitale sociale venga aumentato mediante imputazione di riserve o venga ridotto per perdite, il rapporto di conversione deve essere proporzionalmente modificato.

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DELEGA AGLI AMMINISTRATORI possibile prevedere statutariamente la facolt in capo agli amministratori di emettere in una o pi volte obbligazioni convertibili,

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fino ad un ammontare determinato e per un periodo massimo di 5 anni.

LIBRI SOCIALI La S.p.A. deve tenere i libri e le scritture contabili previsti per limprenditore commerciale, cio il libro giornale, il libro degli inventari e altre scritture previste in funzione della natura e delle dimensioni della societ. Oltre ai libri contabili la societ deve tenere i cosiddetti libri sociali, che sono in particolare i seguenti: 1) il libro dei soci; nel quale devono essere indicate il numero delle azioni, il cognome e nome dei titolari delle azioni nominative, i trasferimenti e i vincoli ad esse relativi (es. il pegno), nonch i versamenti eseguiti; 2) Il libro delle obbligazioni nel quale devono essere indicate le stesse informazioni previste al n. 1) relative alle obbligazioni; 3) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, nel quale devono essere trascritti anche i verbali redatti per atto pubblico; 4) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione, o del consiglio di gestione; 5) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale o del consiglio di sorveglianza, o del comitato per il controllo sulla gestione; 6) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo se presente; 7) Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti; 8) Il libro degli strumenti finanziari eventualmente emessi in presenza di patrimoni destinati ad uno specifico affare. I libri di cui ai nn. 1) 2) 3) 4) e 8) sono tenuti a cura del consiglio di amministrazione o del consiglio di gestione. Il libro indicato al n. 5) tenuto dallorgano di controllo. Il libro di cui al n. 6) tenuto a cura del comitato esecutivo. Il libro di cui al n. 7) dal rappresentante comune degli obbligazionisti.
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Tutti i libri sociali prima di essere messi in uso, devono essere numerati e bollati.

DIRITTO DI ISPEZIONE DEI LIBRI SOCIALI I soci hanno diritto di esaminare esclusivamente i libri indicati ai nn. 1) 3) e hanno diritto di ottenerne estratti a proprie spese. Il rappresentante comune degli obbligazionisti pu esaminare i libri indicati ai nn. 2) 3). I possessori di obbligazioni hanno diritto di esaminare il libro indicato al n. 7) essi hanno inoltre diritto di ottenere estratti a proprie spese. Analoghi diritti spettano al rappresentante comune dei possessori di strumenti finanziari e ai singoli possessori di strumenti finanziari di cui al n. 8)

IL BILANCIO
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BILANCIO DESERCIZIO Il bilancio formato da 3 documenti: Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa. A corredo del bilancio prevista poi la redazione della relazione sulla gestione. I principi che informano la predisposizione del bilancio sono posti su 3 livelli: 1) i principi generali; 2) I principi di redazione; 3) I criteri di valutazione e le norme sulle strutture. I principi generali sono tre: a) La chiarezza; b) La rappresentazione veritiera (Veridicit); c) La rappresentazione corretta (Correttezza). I principi di redazione sono 6 e tra questi occorre ricordare i principi della competenza e della prudenza. I criteri di valutazione indicano le modalit con le quali devono essere valutate le poste che compongono il bilancio desercizio. Le norme relative alle strutture, individuano schemi rigidi di stato patrimoniale

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e di conto economico, nonch le informazioni che devono essere contenute nella nota integrativa.

PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE E APPROVAZIONE DEL BILANCIO Il progetto di bilancio deve essere predisposto dallorgano amministrativo, il quale predispone anche la relazione sulla gestione. Il progetto di bilancio deve essere trasmesso, insieme con la relazione sulla gestione, allorgano di controllo almeno 30gg. prima rispetto al giorno fissato per lassemblea chiamata ad approvarlo. Lassemblea che deve approvare il bilancio di esercizio deve essere convocata entro il termine stabilito dallo statuto, e comunque tale termine non pu essere superiore a 120 gg. dalla chiusura dellesercizio. Il termine potrebbe essere per previsto dallo statuto, in misura non superiore a 180 gg., quando particolari esigenze relative alla societ lo richiedano. Occorre peraltro ricordare che nel modello dualistico, il bilancio desercizio, deve essere approvato dal consiglio di sorveglianza. Una volta ottenuto il progetto di bilancio, lorgano di controllo deve redigere una propria relazione, nella quale deve dare conto allassemblea dei risultati dellesercizio e dellattivit svolta nelladempimento dei propri doveri, e deve fare le osservazioni e le proposte in ordine al bilancio e alla sua approvazione. Negli stessi termini pare ragionevole ritenere che il progetto di bilancio debba essere trasmesso allorgano incaricato del controllo contabile, se diverso dal collegio sindacale, il quale predisporr analoga relazione. Successivamente il progetto di bilancio, con le copie integrali dellultimo bilancio delle societ controllate, e un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dellultimo bilancio delle societ collegate, deve essere depositato presso la sede della societ. Con il progetto di bilancio devono essere depositate la relazione sulla gestione, la relazione dellorgano di controllo e la relazione dellorgano al quale demandato il controllo contabile. Il deposito di tutti questi documenti, deve avvenire non oltre 15 gg. prima dellassemblea chiamata ad approvare il bilancio. I soci possono prendere visione di tali documenti. Successivamente il progetto di bilancio viene dallassemblea ordinaria o dal consiglio di sorveglianza. approvato

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Infine entro 30 gg. dallapprovazione, una copia del bilancio e delle relazioni, nonch del verbale di approvazione, deve essere

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depositata, a cura degli amministratori, presso il registro delle imprese, o spedita tramite lettera raccomandata. Entro il medesimo termine deve essere depositato lelenco dei soci riferito alla data di approvazione del bilancio.

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31 / 3 Riunione Organo Amministrativo (appr. prog. bil.)

Deposito del prog. presso sede (15 gg. prima assemblea.) 15 / 4 30 / 4

Deposito Bilancio Approvato


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Assemblea approvazione (entro 120 gg.)

Rappresentazione grafica: LE RISERVE


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RISERVA LEGALE E fatto obbligo di accantonare almeno il 5 % dellutile desercizio ad una riserva denominata Riserva Legale, questo obbligo ricorre tutti gli esercizi, fino a che la riserva legale non abbia raggiunto il 20 % del capitale sociale. Se la riserva viene diminuita per qualsiasi ragione, essa deve essere reintegrata, secondo le regole appena viste. RISERVA DA SOVRAPPREZZO DELLE AZIONI La societ pu emettere azioni per un valore superiore al valore nominale. Leccedenza rispetto al valore nominale viene detta sovrapprezzo. La riserva da sovrapprezzo non pu essere distribuita sino a che la riserva legale non abbia raggiunto il limite sopra visto.

DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI La distribuzione degli utili deliberata dallassemblea ordinaria anche quando il bilancio sia approvato dal consiglio di sorveglianza. Viene stabilito che non si possono distribuire dividendi se non per utili realmente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato. Inoltre se si verifica una perdita del capitale sociale non si possono distribuire utili fino a che il capitale non sia stato reintegrato o ridotto in misura corrispondente.

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INVALIDIT DELLE DELIBERAZIONI DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO Le azioni volte a far dichiarare lannullamento o la nullit delle deliberazioni di approvazione del bilancio non possono essere proposte dopo che avvenuta lapprovazione del bilancio dellesercizio successivo.

BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA La societ obbligata a redigere il bilancio in forma ordinaria quando siano superati determinati parametri legati allattivo dello stato patrimoniale, ai ricavi e al numero dei dipendenti. Il bilancio in forma abbreviata presenta semplificazioni in ordine allo stato patrimoniale, al conto economico e alla nota integrativa.

MODIFICAZIONI DELLO STATUTO Le modificazioni dello statuto dallassemblea straordinaria.

devono

essere

deliberate

Il verbale dellassemblea straordinaria sempre redatto dal notaio. Il notaio entro 30 giorni dalla deliberazione, verificato ladempimento delle condizioni stabilite dalla legge, deve richiedere liscrizione presso il registro delle imprese. Se il notaio ritiene che non siano adempiute le condizioni stabilite dalla legge deve darne tempestiva comunicazione agli amministratori. Gli amministratori nei 30 giorni successivi possono fare ricorso al tribunale. Il tribunale se verifica ladempimento delle condizioni richieste dalla legge ordina liscrizione nel registro delle imprese. Il controllo del tribunale viene detto omologazione e, come si visto, previsto soltanto in via eventuale. In occasione di ogni modifica dello statuto deve essere depositato presso il registro delle imprese il testo integrale dello statuto stesso, nella sua versione aggiornata. DIRITTO DI RECESSO DEI SOCI I soci hanno diritto di recesso, per tutte o parte delle loro azioni, in occasione delle seguenti deliberazioni: modificazione delloggetto sociale che comporti cambiamento significativo dellattivit della societ; trasformazione della societ; trasferimento della sede sociale allestero; un

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revoca dello stato di liquidazione; altre cause.

Possono recedere solo i soci che non hanno concorso allapprovazione della deliberazione in oggetto. Vi sono poi altre cause di recesso che sono ammesse solo se lo statuto non dispone diversamente. Esse sono in particolare: la proroga del termine; lintroduzione o la rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli azionari.

Inoltre se la societ costituita a tempo indeterminato, il socio pu recedere con un preavviso di almeno 6 mesi. Lo statuto pu prevedere un termine maggiore, ma in ogni caso non superiore ad un anno.

PROCEDIMENTO PER IL RECESSO Il socio che intende recedere deve comunicarlo alla societ con lettera raccomandata che deve pervenire entro 15 giorni dalliscrizione nel registro delle imprese della delibera che legittima il recesso. Le azioni per le quali esercitato il diritto di recesso non possono essere cedute e devono essere depositate presso la sede sociale. Il recesso non pu essere esercitato o se gi esercitato privo di efficacia se la societ ha revocato la delibera che lo legittima. Il socio che ha esercitato il recesso ha diritto alla liquidazione delle azioni per le quali esercita il recesso. Il valore delle azioni viene determinato dagli amministratori sentito il parere del collegio sindacale e del soggetto incaricato del controllo contabile. La valutazione deve essere fatta tenendo conto della consistenza patrimoniale della societ e delle sue prospettive reddituali, nonch delleventuale valore di mercato delle azioni. Lo statuto pu prevedere criteri diversi di determinazione del valore di liquidazione. La documentazione utilizzata per la valutazione deve essere depositata presso la sede della societ e ciascun socio ha diritto di prenderne visione e di ottenerne copia a proprie spese.

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Gli amministratori devono offrire le azioni del socio recedente in opzione agli altri soci, proporzionalmente al numero di azioni possedute. Lofferta di opzione depositata presso il registro delle imprese entro 15 giorni dalla determinazione del valore di liquidazione. Deve essere poi concesso un termine non inferiore a 30 giorni per lesercizio del diritto di opzione. Se i soci non acquistano in tutto o in parte le azioni del socio recedente lorgano amministrativo pu collocarle presso terzi. Se il tentativo di collocazione non ha esito positivo le azioni del socio recedente devono essere rimborsate mediante acquisto da parte della societ utilizzando le riserve disponibili. Infine in assenza di utili e riserve disponibili necessario convocare lassemblea straordinaria per deliberare la riduzione del capitale sociale ovvero lo scioglimento della societ.

AUMENTO DI CAPITALE A PAGAMENTO Non consentito deliberare un aumento di capitale a pagamento fino a quando non siano state interamente liberate le azioni precedentemente emesse. In occasione dellaumento i sottoscrittori devono versare alla societ almeno il 25% del valore nominale dellazione. Inoltre se previsto un sovrapprezzo, questo deve essere interamente versato allatto della sottoscrizione. Le azioni di nuova emissione devono essere offerte in opzione ai vecchi soci, in proporzione al numero delle azioni gi possedute. Lofferta di opzione deve essere depositata presso il registro delle imprese e deve essere concesso un termine non inferiore a 30 giorni per lesercizio del diritto. I soci che esercitano il diritto di opzione, se ne fanno contestuale richiesta, hanno diritto di prelazione sulle azioni rimaste non optate. Il diritto di opzione spetta anche ai possessori di obbligazioni convertibili in azioni. Il diritto di opzione escluso o limitato in taluni casi: Ipotesi dellinteresse sociale. In tale caso la deliberazione deve essere approvata da tanti soci che rappresentino oltre la met del capitale sociale, anche in seconda o terza convocazione; Nellipotesi di conferimento di beni in natura.
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In entrambi i casi visti necessario che gli amministratori redigano unapposita relazione, nella quale illustrino le ragioni dellesclusione o della limitazione del diritto di opzione. La relazione deve essere poi comunicata al collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza o al soggetto preposto al controllo contabile, almeno 30 giorni prima della data dellassemblea chiamata ad approvata laumento del capitale sociale. Entro 15 giorni il collegio sindacale o lorgano preposto al controllo contabile devono esprimere il parere sulla congruit del prezzo di emissione delle azioni. Tale parere deve rimanere depositato presso la sede sociale durante i 15 giorni che precedono lassemblea. Quando le azioni di nuova emissione, limitatamente ad di esse, sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della societ o di societ che la controllano o da cui controllata.

DELEGA AGLI AMMINISTRATORI DELLAUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE Statutariamente pu essere attribuita agli amministratori la facolt di aumentare il capitale sociale fino ad un ammontare determinato e per un periodo massimo di 5 anni. La facolt pu essere anche modificazione dello statuto. attribuita in occasione di una
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AUMENTO DEL CAPITALE GRATUITO Il capitale sociale pu essere aumentato imputando a capitale le riserve e gli altri fondi iscritti in bilancio in quanto disponibili. Laumento deve essere deliberato dallassemblea. Le azioni di nuova emissione devono essere assegnate gratuitamente agli azionisti in proporzione di quelle possedute. Anzich emettere nuove azioni laumento del capitale pu essere anche attuato mediante aumento del valore nominale delle azioni in circolazione.

RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE Il capitale sociale pu essere ridotto volontariamente o per perdite:

1) RIDUZIONE VOLONTARIA: La nuova norma non fa pi riferimento alleventuale esuberanza del capitale sociale rispetto alloggetto sociale

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La riduzione volontaria pu avere luogo sia mediante liberazione dallobbligo dei versamenti ancora dovuti, sia mediante rimborso del capitale. competente a deliberare la riduzione lassemblea straordinaria. Lavviso di convocazione dellassemblea deve indicare le ragioni e le modalit della riduzione. Una volta deliberata la riduzione e depositata nel registro delle imprese necessario attendere 3 mesi affinch la deliberazione possa essere eseguita. In questo intervallo i creditori possono fare opposizione. La riduzione del capitale sociale potenzialmente pericolosa per i creditori sociali perch riduce la consistenza del patrimonio sociale e pu pregiudicare il regolare svolgimento dellattivit. Se interviene qualche opposizione il tribunale pu ci nonostante disporre che la riduzione abbia luogo ugualmente se ritiene infondato il pericolo di pregiudizio, o se la societ ha prestato idonea garanzia.

2) RIDUZIONE PER PERDITE: Sono previsti due casi in cui le perdite assumono rilevanza:
A) quando, esaurite le riserve, le perdite sono superiori ad 92

1/3 del capitale sociale, ma non tali da incidere sul minimo legale. Es: capitale sociale 500.000,00 , perdita 200.000,00 ; oppure capitale sociale 250.000,00 , riserve 300.000,00 , perdita 400.000,00 ; B) quando la perdita superiore ad 1/3 del capitale sociale e va ad intaccare il minimo legale. Es: capitale sociale 200.000,00 , perdita 100.000,00 ; oppure capitale sociale 200.000,00 , riserve 300.000,00 , perdita 400.000,00 .

CASO A Gli amministratori o il consiglio di gestione devono convocare, senza indugio, lassemblea per gli opportuni provvedimenti. Se non provvedono devono farlo il collegio sindacale o il consiglio di sorveglianza. Gli amministratori devono predisporre una relazione sulla situazione patrimoniale della societ. Lorgano di controllo deve rassegnare le proprie osservazioni. La relazione e le osservazioni devono essere depositate presso la sede sociale e

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rimanervi depositate durante gli otto giorni che precedono lassemblea. Lassemblea pu assumere una delle seguenti decisioni: 1. ridurre il capitale sociale 2. pu rinviare la propria decisione allassemblea chiamata ad approvare il bilancio dellesercizio successivo, con la speranza che la perdita venga riassorbita dagli utili dellesercizio. Se la perdita non diminuita a meno di 1/3 lassemblea che approva il bilancio dellesercizio successivo deve ridurre il capitale.

CASO B Se la perdita incide sul minimo legale gli amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia il consiglio di sorveglianza, devono convocare senza indugio lassemblea e questa deve deliberare la riduzione del capitale sociale e il contemporaneo aumento ad un valore superiore al minimo legale, o in alternativa la trasformazione della societ. Nel caso in cui nulla venga deliberato si verifica una causa di scioglimento della societ e la stessa entra automaticamente in stato di liquidazione. E giurisprudenza ormai consolidata che per lipotesi di perdita totale del capitale sociale valgano norme equivalenti: lassemblea pu azzerare il capitale sociale e contestualmente deliberare la sua ricostituzione.

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PATRIMONI DESTINATI AD UNO SPECIFICO AFFARE La societ pu costituire uno o pi patrimoni, ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno specifico affare. I patrimoni destinati non possono complessivamente superare il 10 % del patrimonio netto della societ. Se non diversamente disposto dallo statuto, la deliberazione di costituzione deve essere adottata dallorgano amministrativo a maggioranza assoluta dei suoi componenti. La deliberazione deve contenere le seguenti indicazioni: 1) laffare al quale destinato il patrimonio (ad es.: per unimpresa di costruzioni un determinato cantiere);

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2) i beni e i rapporti giuridici compresi in tale patrimonio; 3) un piano economico-finanziario; 4) eventuali apporti di terzi; 5) la possibilit di emettere strumenti finanziari di partecipazione allaffare; 6) la nomina di una societ di revisione per il controllo contabile dellaffare (se la societ non assoggettata alla revisione contabile); 7) le regole di rendicontazione dello specifico affare. La deliberazione di costituzione deve essere iscritta nel registro delle imprese. Da tale data i creditori hanno 2 mesi per fare opposizione. Se intervenuta qualche opposizione il tribunale pu, ciononostante, disporre che la deliberazione sia eseguita previa prestazione da parte della societ di idonea garanzia. Si prevede che per le obbligazioni contratte in relazione allo specifico affare, la societ risponde nei limiti del patrimonio destinato. A tale fine per necessario che gli atti compiuti in relazione allo specifico affare, debbano menzionare il vincolo di destinazione, in mancanza di tale specificazione la societ risponde con il suo patrimonio.

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ISCRIZIONE NEI LIBRI CONTABILI E NEL BILANCIO (PATR. DEST. AD UNO SPECIF. AFFARE) E necessario che per ciascun patrimonio destinato siano tenuti libri e scritture contabili separate. In particolare occorre tenere un apposito libro giornale e un apposito libro inventari e, qualora siano emessi strumenti finanziari, la societ deve tenere un libro in cui indicare informazioni relative agli stessi. Vi sono poi indicazioni specifiche da inserire in bilancio: 1) i beni e i rapporti compresi nei patrimoni destinati devono essere distintamente indicati nello stato patrimoniale; 2) necessario poi che per ciascun patrimonio destinato sia redatto un separato rendiconto da allegare al bilancio; 3) infine nella nota integrativa devono essere illustrati il valore e la tipologia dei beni e dei rapporti giuridici inerenti ciascun patrimonio destinato. Devono poi essere indicati in nota integrativa i criteri adottati per limputazione dei costi e dei ricavi comuni (es: spese generali o spese amministrative che devono essere

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imputate pro-quota ad ogni singolo affare) ed il corrispondente regime di responsabilit.

ASSEMBLEE SPECIALI (PATR. DEST. AD UNO SPECIF. AFFARE) Nel caso in cui siano emessi strumenti finanziari di partecipazione allaffare o agli affari, sono previste assemblee speciali per ciascuna categoria di strumenti finanziari. Lassemblea speciale ha le seguenti competenze: 1) Delibera sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune, che ha funzioni di controllo sul regolare andamento dello specifico affare; 2) Delibera sulla costituzione di un fondo spese; 3) Delibera sulle modificazioni dei diritti attribuiti agli strumenti finanziari; 4) Delibera sulle controversie con la societ; 5) Delibera sugli altri oggetti di interesse comune.
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RENDICONTO FINALE (PATR. DEST. AD UNO SPECIF. AFFARE) Quando laffare relativo al patrimonio destinato stato realizzato o divenuto impossibile, lorgano amministrativo deve redigere il rendiconto finale. Il rendiconto, unitamente ad una relazione predisposta dallorgano di controllo, deve essere depositata presso il registro delle imprese. Qualora non siano state soddisfatte integralmente le obbligazioni contratte in relazione ad un patrimonio destinato, i relativi creditori possono chiedere la liquidazione della societ inviando una lettera raccomandata alla societ, entro 3 mesi dal deposito del rendiconto e della redazione; in tale caso la liquidazione deve avvenire secondo le norme previste in via generale per la liquidazione della societ.

FINANZIAMENTO DESTINATO AD UNO SPECIFICO AFFARE (PATR. DEST. AD UNO SPECIF. AFFARE) E possibile prevedere che un finanziamento sia destinato ad uno specifico affare da realizzarsi con un patrimonio destinato. E possibile inoltre prevedere, nel contratto di finanziamento, che tutti o parte dei

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proventi dellaffare, siano destinati al rimborso totale o parziale del finanziamento. Il contratto deve contenere una serie di indicazioni relative allo specifico affare, fra cui la descrizione delloperazione, il piano finanziario, i beni strumentali necessari alla realizzazione delloperazione. I proventi dellaffare costituiscono patrimonio separato da quello della societ; inoltre i proventi costituiscono patrimonio separato da quello relativo ad altri finanziamenti a condizione che sia depositata una copia del contratto presso il registro delle imprese e a condizione che la societ, adotti sistemi di incasso e di contabilizzazione idonei ad individuare in ogni momento i proventi dellaffare e a tenerli separati dal restante patrimonio della societ. Se vengono rispettate tali condizioni, delle obbligazioni nei confronti di tale finanziamento risponde esclusivamente il patrimonio separato. Il finanziamento non pu essere rappresentato da titoli destinati alla circolazione. La nota integrativa deve contenere indicazione della destinazione dei proventi dellaffare e dei vincoli relativi ai beni strumentali destinati alla realizzazione delloperazione.

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LA SOCIETA IN ACCOMANDITA PER AZIONI (s.a.p.a.) Nella s.a.p.a. vi sono 2 categorie di soci: 1) soci accomandanti; 2) soci accomandatari. I soci accomandanti rispondono nei limiti della quota sottoscritta, mentre i soci accomandatari hanno invece responsabilit solidale e illimitata per le obbligazioni sociali. Alla s.a.p.a. si applicano le norme relative alla S.p.A. compatibili con le norme proprie della s.a.p.a. La denominazione sociale deve contenere il nome di almeno un socio accomandatario e lindicazione di s.a.p.a. Se viene inserito il nome di un socio accomandante nella denominazione sociale, contrariamente a quanto previsto per la s.a.s., laccomandante conserver il beneficio della responsabilit limitata.

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AMMINISTRATORI I soci accomandatari sono di diritto amministratori della societ. Vi quindi perfetta corrispondenza tra soci accomandatari e amministratori. Per cui non si pu essere amministratori senza essere soci accomandatari e non si pu essere soci accomandatari senza essere amministratori. Lo statuto deve indicare le persone dei soci accomandatari i quali assumono di diritto, ossia indipendentemente da una nomina assembleare, la carica di amministratori e la conservano senza limiti di tempo. La revoca degli amministratori deve essere deliberata con le maggioranze previste per lassemblea straordinaria. Con le stesse maggioranze deve provvedere alla sostituzione degli amministratori che per qualunque causa abbiano cessato dal loro ufficio. Inoltre se vi una pluralit di amministratori la nomina deve essere approvata dagli amministratori rimasti in carica. Gli amministratori accomandatari. neo-nominati assumono la qualit di soci

Nel caso in cui cessino dallufficio tutti gli amministratori, occorre provvedere alla sostituzione entro 180 giorni, in caso contrario la societ si scioglie. Durante questo periodo il collegio sindacale, deve nominare un amministratore provvisorio per il compimento degli atti di ordinaria amministrazione.

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MODIFICAZIONI DELLATTO COSTITUTIVO Le modificazioni dellatto costitutivo devono essere approvate dallassemblea straordinaria. Devono inoltre essere approvate da tutti i soci accomandatari.

RESPONSABILIT DEGLI ACCOMANDATARI Gli accomandatari che cessano dal loro ufficio di amministratori, rispondono delle obbligazioni sociali fino alliscrizione della cessazione nel registro delle imprese. Le azioni sottoscritte dagli accomandatari non compongono una speciale categoria di azioni: le posizioni di potere e la responsabilit illimitata degli accomandatari non sono inerenti al titolo e non si trasferiscono con il trasferimento del titolo: si collegano esclusivamente alla qualit statutaria di determinate persone, quali soci accomandatari, risultante dallo statuto o da una sua successiva modificazione. Laccomandatario che per rinuncia o per revoca cessa

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dalla carica di accomandante.

amministratore

diventa

automaticamente

socio

LA SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA (s.r.l.)


Nella s.r.l. i soci rispondono nei limiti della quota conferita, sono quindi soci limitatamente responsabili. La societ pu essere costituita con un unico socio o con una pluralit di soci. Nel primo caso si ha la cosiddetta s.r.l. unipersonale. Nel caso di s.r.l. unipersonale lunico socio ha responsabilit limitata. Lunico socio, tuttavia, risponde illimitatamente in caso di insolvenza della societ, in due ipotesi: 1) quando non abbia liberato integralmente i conferimenti allatto della sottoscrizione; 2) quando non sia stata data pubblicit sul registro delle imprese della circostanza che la societ uni personale. Le quote di partecipazione nella s.r.l. non possono essere rappresentate da azioni, pertanto la s.r.l. deve trarre il proprio capitale di rischio normalmente da un ristretto gruppo di soci.

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ATTO COSTITUTIVO Latto costitutivo deve essere redatto in forma di atto pubblico. Esso deve contenere le seguenti indicazioni:

dati anagrafici dei soci, persone fisiche; estremi identificativi dei soci diversi dalle persone fisiche; lattivit che costituisce loggetto sociale; lammontare del capitale sociale sottoscritto e versato; altre indicazioni.

Il capitale sociale minimo pari a 10.000 .

CONFERIMENTI Possono essere conferiti tutti gli elementi suscettibili di valutazione economica, cio denaro, beni in natura, nonch prestazioni dopera o di servizio.

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Se nellatto costitutivo non stabilito diversamente i conferimenti sono in denaro. In tale caso allatto della costituzione deve essere versato presso una banca almeno il 25% del capitale (o del conferimento). Il versamento dovr essere del 100% se si tratta di societ unipersonale. Tuttavia il versamento pu essere sostituito da una polizza di assicurazione o da una fideiussione bancaria di pari importo. In tale caso il socio pu in ogni momento sostituire la polizza o la fideiussione con un corrispondente versamento in denaro. Nel caso di conferimento di beni in natura, questi devono essere integralmente liberati al momento della sottoscrizione. Infine se viene conferita la prestazione dopera o di servizio, necessario che lobbligazione sia garantita per lintero valore da una polizza di assicurazione o da una fideiussione bancaria. In tale caso, se latto costitutivo lo prevede, la polizza o la fideiussione possono essere sostituite con il versamento di un importo corrispondente a titolo di cauzione.

CONFERIMENTI DI BENI IN NATURA Il conferimento di beni in natura deve essere accompagnato da una relazione giurata di un esperto. Lesperto viene scelto dal socio conferente, scegliendolo fra gli iscritti al registro dei revisori o fra le societ di revisione. La relazione deve contenere le seguenti indicazioni: descrizione dei beni conferiti; illustrazione dei criteri di valutazione adottati; attestazione che il loro valore almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e deve essere allegata allatto costitutivo.

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ACQUISTI DI BENI O CREDITI DAI SOCI FONDATORI, DAI SOCI E DAGLI AMMINISTRATORI Nel caso di acquisti da tali soggetti, nei 2 anni successivi alliscrizione della societ nel registro delle imprese, per un corrispettivo pari o superiore al decimo del capitale sociale, lacquisto deve essere autorizzato con decisione dei soci e deve essere accompagnato da una relazione giurata di un esperto.

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MANCATA ESECUZIONE DEI CONFERIMENTI Se il socio non esegue il conferimento nel termine stabilito dagli amministratori, questi diffidano il socio moroso ad eseguirlo nel termine di 30 giorni. Se in tale termine il socio non esegue amministratori possono seguire due strade: 1. Promuovere unazione conferimento; giudiziale il conferimento, lesecuzione gli del

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2. Vendere agli altri soci la quota del socio moroso in proporzione alle rispettive partecipazioni. La vendita viene effettuata per il valore risultante dallultimo bilancio approvato. In mancanza di offerte, se latto costitutivo lo consente, la quota viene venduta allincanto. Se non vi sono compratori gli amministratori escludono il socio, trattenendo le somme riscosse e riducono il capitale in misura corrispondente. Il socio moroso non pu partecipare alle decisioni dei soci. Tali disposizioni si applicano anche quando scadano o divengano inefficaci la polizza assicurativa o la fideiussione bancaria prestate per i conferimenti. Il socio ha comunque la possibilit di sostituire polizza o fideiussione con un corrispondente versamento in denaro.

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FINANZIAMENTI DEI SOCI prevista una disciplina particolare per i finanziamenti dei soci a favore della societ, che sono stati concessi in un momento di eccessivo squilibrio finanziario. Il rimborso di tali finanziamenti postergato rispetto al soddisfacimento degli altri creditori. Inoltre se il rimborso avviene nellanno precedente la dichiarazione di fallimento della societ, deve essere restituito.

QUOTE DI PARTECIPAZIONI I diritti del socio sono proporzionali alla partecipazione, salvo diversa disposizione dellatto costitutivo. Le partecipazioni, sempre salvo diversa disposizione costitutivo, sono proporzionali ai conferimenti. dellatto

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TRASFERIMENTO DELLE PARTECIPAZIONI Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo, le partecipazioni sono liberamente trasmissibili per atto tra vivi e per successione a causa di morte, salvo diversa disposizione dellatto costitutivo. Se latto costitutivo prevede lintrasferibilit delle partecipazioni o contempla una clausola di mero gradimento o ponga condizioni o limiti che impediscono il trasferimento a causa di morte, il socio o i suoi eredi possono recedere dalla societ. La clausola di mero gradimento quella che subordina il trasferimento della partecipazione al gradimento di organi sociali, di soci o di terzi, senza prevederne condizioni e limiti. Latto costitutivo pu stabilire un termine non superiore a due anni per lesercizio del recesso. Il trasferimento della partecipazione deve avvenire con scrittura privata autenticata e deve essere depositato, entro 30 giorni, presso il registro delle imprese, a cura del notaio. Successivamente il trasferimento deve essere iscritto nel libro dei soci, su richiesta dellalienante o dellacquirente. Soltanto in questo momento il trasferimento ha effetto di fronte alla societ. Liscrizione nel registro delle imprese ha efficacia dichiarativa, nel senso che opponibile ai terzi, quindi se la quota fosse alienata a pi persone, avrebbe priorit quella che ha effettuato per prima liscrizione nel registro delle imprese in buona fede. Nel caso in cui la societ sia unipersonale, dalla costituzione o successivamente, nel caso in cui si ricostituisca la pluralit dei soci, gli amministratori devono depositare presso il registro delle imprese unapposita dichiarazione. Questo deposito anche rilevante per la limitazione della responsabilit. Nel caso di trasferimento della partecipazione per i versamenti ancora dovuti responsabile lacquirente; , inoltre, responsabile in solido lalienante per il periodo di 3 anni dalliscrizione del trasferimento nel libro dei soci. I versamenti possono essere richiesti allalienante solo se la richiesta al socio moroso risultata infruttuosa. La partecipazione oltre che essere trasferita pu formare oggetto di espropriazione.
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RECESSO DEL SOCIO Il recesso del socio consentito ai soci assenti, dissenzienti o astenuti nei seguenti casi: Cambiamento delloggetto sociale; Trasformazione della societ; Fusione e scissione; Trasferimento della sede allestero; Altri casi.

Latto costitutivo, inoltre, pu prevedere altre ipotesi di recesso. Infine il recesso ammesso in ogni momento nel caso di societ contratta a tempo indeterminato e pu essere esercitato con un preavviso di almeno 6 mesi; latto costitutivo pu prevedere un preavviso di durata maggiore, non superiore ad un anno. I soci che recedono hanno diritto al rimborso della propria partecipazione, in proporzione al patrimonio sociale. Il valore deve essere determinato sulla base del valore di mercato. In caso di disaccordo la valutazione compiuta da un esperto nominato dal tribunale. Il rimborso pu anche avvenire mediante acquisto della partecipazione da parte degli altri soci o di un terzo. Se ci non avviene il rimborso effettuato utilizzando riserve disponibili o, in mancanza, riducendo il capitale sociale. Se le vie precedenti non sono percorribili la societ viene posta in liquidazione. Il rimborso deve avvenire entro 6 mesi dalla comunicazione di recesso alla societ.
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ESCLUSIONE DEL SOCIO Latto costitutivo pu prevedere ipotesi di esclusione del socio per giusta causa. Per il rimborso della quota di partecipazione si applicano le regole viste per il recesso, ad esclusione della riduzione del capitale sociale.

OPERAZIONI SULLE PROPRIE QUOTE Non consentito alla s.r.l. acquistare o accettare in garanzia proprie partecipazioni, n accordare prestiti o fornire garanzia per il loro acquisto o la loro sottoscrizione.

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AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIET Lamministrazione, salvo diversa disposizione dellatto costitutivo, affidata ad uno o pi soci. Gli amministratori sono nominati nellatto costitutivo e successivamente con decisione dei soci. Lorgano amministrativo pu essere formato nei seguenti modi: 1) amministratore unico; 2) pi persone costituenti il consiglio di amministrazione, che opera collegialmente; 3) gli amministratori congiuntamente. possono operare disgiuntamente o

Nel secondo caso, cio quando vi un consiglio di amministrazione, latto costitutivo pu prevedere che le decisioni siano adottate non collegialmente, ma mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto. Gli amministratori hanno anche la rappresentanza generale della societ.
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CONFLITTO DI INTERESSI Nel caso in cui le decisioni siano adottate con il voto determinante di un amministratore in conflitto di interessi con la societ, e comportino per la societ un danno patrimoniale, le decisioni stesse possono essere impugnate entro 3 mesi dagli amministratori e, se esistenti, dal collegio sindacale o dal revisore. In ogni caso sono fatti salvi i diritti acquisiti in buona fede dai terzi, in esecuzione della deliberazione impugnata.

RESPONSABILIT DEGLI AMMINISTRATORI Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la societ per i danni derivanti dallinosservanza dei doveri imposti dalla legge e dallatto costitutivo. La responsabilit non si estende agli amministratori che dimostrino di essere esenti da colpa o che comunque abbiano fatto constare il proprio dissenso. Lazione di responsabilit pu essere promossa da ciascun socio.

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Il socio pu anche chiedere, in caso di grave irregolarit, un provvedimento cautelare di revoca degli amministratori. Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo, lazione di responsabilit pu formare oggetto di rinuncia o transazione da parte della societ, a condizione che vi consenta una maggioranza dei soci, almeno pari ai 2/3 del capitale sociale e pur che non si oppongano tanti soci che rappresentano almeno il 10% del capitale sociale. La rinuncia o la transazione non pregiudicano il diritto al risarcimento dei danni, spettante al singolo socio o al terzo, che siano stati direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi dellamministratore. Sono solidalmente responsabili, con gli amministratori, i soci che hanno intenzionalmente deciso o autorizzato il compimento di atti dannosi per la societ, i soci o i terzi.

CONTROLLO DEI SOCI Ai soci che non partecipano allamministrazione della societ fanno capo i seguenti diritti: 1) diritto di avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali; 2) diritto di consultare i libri sociali e i documenti relativi allamministrazione anche tramite professionisti di fiducia.
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CONTROLLO LEGALE DEI CONTI La nomina del collegio sindacale obbligatoria nei seguenti casi: 1) quando il capitale sociale almeno pari a quello minimo stabilito per la S.p.A.; 2) quando vengono superati i limiti previsti per il bilancio in forma abbreviata. In ogni caso la nomina del collegio sindacale o di un revisore pu essere imposta dallatto costitutivo.

LIBRI SOCIALI OBBLIGATORI La societ deve tenere i libri e le scritture contabili previsti per limprenditore commerciale, essa deve inoltre tenere i seguenti libri:

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1) libro dei soci; 2) libro delle decisioni dei soci; 3) libro delle decisioni degli amministratori; 4) libro delle decisioni del collegio sindacale o del revisore. I primi 3 libri devono essere tenuti dagli amministratori e il 4 a cura dei sindaci o del revisore.

BILANCIO E DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI Il bilancio viene approvato con decisione dei soci, nella stessa decisione si decide anche sulla distribuzione degli utili ai soci. Possono essere distribuiti esclusivamente gli utili realmente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato; inoltre, se si verifica una perdita del capitale sociale, non si possono distribuire utili fino a quando il capitale non sia stato reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
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DECISIONI DEI SOCI I soci decidono sulle seguenti materie: 1) approvazione del bilancio e distribuzione degli utili; 2) nomina degli amministratori; 3) nomina del collegio sindacale o del revisore; 4) modificazioni dellatto costitutivo; 5) decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione delloggetto sociale, o una rilevante modificazione dei diritti dei soci. Inoltre i soci decidono sulle materie riservate alla loro competenza dallatto costitutivo, nonch sugli argomenti che uno o pi amministratori, o tanti soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale, sottopongono alla loro approvazione. Latto costitutivo pu prevedere che le decisioni dei soci siano adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto.

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Le decisioni dei soci devono essere adottate mediante deliberazione assembleare quando latto costitutivo non preveda nulla a riguardo. In ogni caso anche se latto costitutivo prevede che le decisioni dei soci siano adottate mediante consultazione scritta o consenso espresso per iscritto, necessaria una apposita deliberazione assembleare nei seguenti casi: 1) quando oggetto della deliberazione siano le questioni indicate nei precedenti punti 4 e 5; 2) quando lo richiedono uno o pi amministratori o tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale. Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo le decisioni dei soci sono prese con il voto favorevole dei soci che rappresentano almeno la met del capitale sociale.

ASSEMBLEA DEI SOCI Latto costitutivo deve determinare le modalit di convocazione dellassemblea, tali modalit devono assicurare la tempestiva informazione sugli argomenti da trattare; peraltro se nulla previsto nellatto costitutivo, la convocazione effettuata mediante lettera raccomandata spedita ai soci almeno 8 giorni prima delladunanza. Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo i soci possono farsi rappresentare in assemblea. Se nulla previsto nellatto costitutivo lassemblea deve tenersi presso la sede sociale. Il quorum costitutivo fissato nella met del capitale sociale e il quorum deliberativo pari alla maggioranza dei presenti. Peraltro il quorum deliberativo pari ad almeno la met del capitale sociale per le deliberazioni di cui ai numeri 4 e 5 sopra indicati. Il presidente dellassemblea nominato nellatto costitutivo in mancanza di previsione eletto con il voto della maggioranza dei presenti. Il presidente dellassemblea svolge le seguenti funzioni: 1) verifica la regolarit della costituzione; 2) accerta lidentit e la legittimazione dei presenti; 3) regola lo svolgimento dellassemblea; 4) accerta i risultati delle votazioni.

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Anche in assenza di convocazione la deliberazione si intende adottata quando abbia partecipato allassemblea lintero capitale sociale, e tutti gli amministratori e sindaci siano presenti o informati e nessuno si opponga alla trattazione dellargomento posto allordine del giorno.

INVALIDIT DELLE DECISIONI DEI SOCI Le decisioni dei soci, prese in conformit della legge e allatto costitutivo, vincolano tutti i soci, anche se assenti o dissenzienti. Sono annullabili le decisioni che non sono prese in conformit della legge o dellatto costitutivo. Le decisioni annullabili possono essere impugnate dai soci che non vi hanno consentito, da ciascun amministratore e dal collegio sindacale, entro 3 mesi dalla loro trascrizione nel libro delle decisioni dei soci. Nel caso di decisioni annullabili che siano state impugnate, il tribunale pu assegnare un termine non superiore a 6 mesi per ladozione di una nuova decisione id onea ad eliminare la causa di invalidit. Sono anche annullabili le decisioni in conflitto di interessi, a condizione che siano potenzialmente dannose per la societ, e siano assunte con il voto determinante del socio in conflitto di interessi. Sono invece nulle le seguenti decisioni: 1) quelle che hanno oggetto illecito od impossibile; 2) quelle prese in assenza assoluta di informazione. Le decisioni nulle possono essere impugnate da chiunque vi abbia interesse entro 3 anni dalla loro trascrizione nel libro delle decisioni dei soci. Possono invece essere impugnate senza limiti di tempo le deliberazioni che modificano loggetto sociale prevedendo attivit impossibili o illecite.

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MODIFICAZIONI DELLATTO COSTITUTIVO Le modificazioni dellatto costitutivo sono deliberate dallassemblea.

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AUMENTI DI CAPITALE (MOD. ATTO COST.) Latto costitutivo pu attribuire agli amministratori la facolt di aumentare il capitale sociale, determinandone limiti e modalit. La decisione degli amministratori deve risultare da verbale redatto da un notaio e deve esser iscritta nel registro delle imprese. La decisione di aumentare il capitale sociale non pu essere attuata fino a che i conferimenti precedenti non siano stati integralmente eseguiti. In caso di aumento del capitale sociale a pagamento i soci hanno diritto di sottoscriverlo in proporzione delle partecipazioni possedute. Latto costitutivo tuttavia pu prevedere che laumento del capitale possa essere attuato mediante offerta delle quote di nuova emissione ai terzi. In tale caso i soci che non hanno consentito alla decisione, possono recedere dalla societ. La decisione di aumento del capitale deve prevedere modalit e termini in base ai quali pu essere esercitato il diritto di sottoscrizione, tali termini non possono essere inferiori a 30 gg. La decisione di aumento pu anche consentire che la parte non sottoscritta da uno o pi soci sia sottoscritta dagli altri o da terzi. Se il capitale non integralmente sottoscritto la decisione di aumento cade nel nulla, salvo che la deliberazione di aumento abbia espressamente consentito sottoscrizioni parziali. Allatto della sottoscrizione i soci devono versare alla societ almeno il 25% della quota sottoscritta e, se previsto, lintero sovrapprezzo; tuttavia se vi un unico socio questi deve versare integralmente il capitale sottoscritto. Oltre ad aumenti di capitale a pagamento la societ pu procedere ad aumenti a titolo gratuito mediante limputazione a capitale sociale delle riserve e degli altri fondi iscritti in bilancio in quanto disponibili.

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Riduzione del capitale volontaria Nel corso della vita della societ i soci possono decidere di ridurre il capitale sociale. La riduzione pu avvenire mediante rimborso ai soci delle quote pagate, o mediante liberazione di essi dallobbligo di effettuare i versamenti ancora dovuti. La decisione deve essere iscritta nel

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registro delle imprese e pu essere eseguita soltanto decorsi 3 mesi dal giorno delliscrizione, a condizione che entro questo termine nessun creditore sociale abbia fatto opposizione. Peraltro, anche se vi stata opposizione, il tribunale pu disporre che la riduzione abbia ugualmente luogo se ritiene infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori, oppure se la societ ha prestato idonea garanzia.

Riduzione del capitale per perdite La disciplina della riduzione del capitale diversa a seconda che il capitale sia diminuito di oltre 1/3 per perdite, ma non sia stato intaccato il minimo legale, ovvero che la perdita di oltre 1/3 del capitale abbia ridotto questo al di sotto del minimo legale. Caso A: perdite superiori ad 1/3, che non intaccano il minimo legale Se, essendo venute meno tutte le riserve, si verificano perdite superiori ad 1/3 del capitale sociale, gli amministratori devono convocare senza indugio lassemblea dei soci per gli opportuni provvedimenti. Allassemblea deve essere sottoposta una relazione degli amministratori sulla situazione patrimoniale della societ, con le osservazioni del collegio sindacale o del revisore. Salvo diversa disposizione dellatto costitutivo, copia della relazione e delle osservazioni, deve essere depositata presso la sede della societ almeno 8 giorni prima dellassemblea, affinch i soci possano prenderne visione. Nel corso dellassemblea gli amministratori devono inoltre dare conto dei fatti di rilievo successivi alla relazione. Lassemblea dei soci pu assumere due decisioni alternative: deliberare la riduzione del capitale sociale in misura pari alle perdite; attendere lassemblea chiamata ad approvare il bilancio dellesercizio successivo. In tale occasione, se le perdite non sono diminuite a meno di 1/3, la stessa assemblea deve deliberare la riduzione del capitale in proporzione alle perdite accertate.

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Caso B: riduzione del capitale al di sotto del minimo legale. Se si verificano perdite che, una volta utilizzate tutte le riserve, risultino superiori ad 1/3 del capitale sociale e riducono lo stesso al disotto del minimo legale, gli amministratori devono convocare

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senza indugio lassemblea per deliberare la riduzione del capitale sociale in misura corrispondente alle perdite e per deliberare il contemporaneo aumento, del capitale stesso, ad una cifra non inferiore al minimo legale. Nel caso in cui non venga deliberata la riduzione del capitale ed il suo contemporaneo aumento, si pu procedere alla trasformazione della societ (ad esempio in societ di persone). Qualora nulla venga deliberato la societ si scioglie.

Titoli di debito La s.r.l., a condizione che latto costitutivo lo consenta, pu emettere titoli di debito. Latto costitutivo, in tale caso, deve prevedere quanto segue: attribuire la relativa competenza ai soci o agli amministratori; determinare gli eventuali necessarie per la decisione. limiti, modalit e maggioranze

I titoli di debito possono essere sottoscritti solo da investitori qualificati (es.: SIM, societ di intermediazione mobiliare). I titoli di debito possono successivamente circolare, ma chi li ha sottoscritti, cio linvestitore qualificato, risponde della solvenza della societ nei confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali ovvero soci della societ medesima. La decisione di emissione dei titoli deve prevedere le condizioni del prestito e le modalit del rimborso. Essa deve inoltre essere iscritta presso il registro delle imprese a cura degli amministratori. Infine la decisione pu prevedere che la societ possa modificare tali condizioni e modalit con il consenso della maggioranza dei possessori dei titoli.

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SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE DELLE SOCIET DI CAPITALI Cause di scioglimento Le societ di capitali si sciolgono al verificarsi delle seguenti circostanze: decorso del termine, se previsto; conseguimento delloggetto sociale impossibilit di conseguirlo, salvo o che sopravvenuta lassemblea,

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appositamente convocata non deliberi le opportune modifiche statutarie; impossibilit di dellassemblea; funzionamento o continuata inattivit

riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale, se non sono state assunte le decisioni sopra viste; deliberazione dellassemblea; altre cause previste dallatto costitutivo o dallo statuto.

Gli obblighi degli amministratori Gli amministratori devono , senza indugio, accertare il verificarsi di una causa di scioglimento, e in caso di ritardo o omissione, sono personalmente e solidalmente responsabili per i danni subiti dalla societ, dai soci, dai creditori sociali e dai terzi.

Poteri degli amministratori Quando si verifica una causa di scioglimento, gli amministratori conservano il potere di gestire la societ, ai soli fini della conservazione dellintegrit e del valore del patrimonio sociale. In caso di violazione di tale norma, gli amministratori sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni cagionati alla societ, ai soci, ai creditori sociali e ai terzi.

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Nomina e revoca dei liquidatori Salvo che latto costitutivo contenga specifiche previsioni, gli amministratori, quando accertano una causa di scioglimento, devono convocare lassemblea, affinch deliberi, con le maggioranze richieste per le modificazioni dellatto costitutivo o dello statuto, sui seguenti punti: numero dei liquidatori; nomina dei liquidatori; criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione; i poteri dei liquidatori; gli atti necessari per la conservazione del valore dellimpresa.

Lassemblea in ogni caso pu sempre modificare tali deliberazioni.

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I liquidatori possono essere revocati dallassemblea o quando sussiste una giusta causa dal tribunale. La nomina dei liquidatori e la determinazione dei loro poteri devono essere iscritte, a loro cura, nel registro delle imprese. Una volta avvenuta liscrizione, gli amministratori cessano dalla carica e consegnano ai liquidatori i libri sociali, una situazione contabile alla data di effetto dello scioglimento ed un rendiconto sulla loro gestione relativo al periodo successivo allultimo bilancio approvato. Di tale consegna deve essere redatto apposito verbale.

Revoca dello stato di liquidazione La societ pu in ogni momento revocare la liquidazione, previa eliminazione della causa di scioglimento, tramite deliberazione assembleare presa con le maggioranze richieste per le modificazioni dellatto costitutivo o dello statuto. La revoca ha effetto dopo due mesi dalliscrizione della deliberazione presso il registro delle imprese; entro tale termine i creditori sociali possono presentare opposizione.
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Poteri, obblighi e responsabilit dei liquidatori I liquidatori hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per la liquidazione. I liquidatori devono adempiere ai loro doveri con la diligenza professionale e rispondono per i danni derivanti dallinosservanza di tali doveri secondo le norme in tema di responsabilit degli amministratori.

Bilanci nella fase di liquidazione I liquidatori devono redigere il progetto di bilancio desercizio e presentarlo alle dovute scadenze allapprovazione dellassemblea. Il progetto di bilancio desercizio deve essere redatto compatibilmente con la natura, le finalit e lo stato di liquidazione. In particolare nel primo bilancio successivo alla loro nomina, i liquidatori devono indicare le variazioni nei criteri di valutazione adottati rispetto allultimo bilancio approvato, le conseguenze e le ragioni di tali variazioni. Nella relazione sulla gestione i liquidatori devono illustrare landamento, le prospettive della liquidazione, i principi e i criteri adottati per realizzarla.

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Poteri e doveri particolari dei liquidatori I liquidatori devono procedere alla liquidazione del patrimonio sociale, cio alla sua trasformazione in denaro liquido. Con i fondi ottenuti essi devono poi provvedere al pagamento dei debiti sociali. Se i fondi risultano insufficienti i liquidatori possono chiedere, proporzionalmente ai soci, i versamenti ancora dovuti. Prima che siano stati pagati tutti i debiti i liquidatori non possono assegnare fondi ai soci a titolo di acconto sulla liquidazione, a meno che dai bilanci risulti che vi siano somme disponibili, sufficienti a pagare tutti i debiti. In caso di violazione di tale prescrizione, i liquidatori sono personalmente e solidalmente responsabili per i danni arrecati ai creditori sociali.

Bilancio finale di liquidazione Una volta terminata la liquidazione, i liquidatori devono redigere il bilancio finale, indicando la parte spettante a ciascun socio. Il bilancio deve essere sottoscritto dai liquidatori e depositato presso il registro delle imprese con una relazione dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione contabile. I soci possono proporre reclamo, davanti al tribunale, entro 3 mesi dalliscrizione nel registro delle imprese. Se non vengono proposti reclami, il bilancio finale di liquidazione si intende approvato e i liquidatori sono liberati di fronte ai soci, salvo gli obblighi relativi alla distribuzione dellattivo residuo.
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Cancellazione della societ Una volta approvato il bilancio finale di liquidazione, i liquidatori devono chiedere la cancellazione della societ dal registro delle imprese. Dopo la cancellazione della societ i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci, fino a concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di liquidazione, nonch nei confronti dei liquidatori se il mancato pagamento dipeso da colpa di questi. I libri della societ devono essere depositati e conservati per 10 anni presso il registro delle imprese.

TRASFORMAZIONE

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1) Distinzione tra Trasformazioni Omogenee ed Eterogenee La trasformazione omogenea quella che avviene tra societ. La trasformazione eterogenea invece quella che avviene tra societ ed Enti non societari. La trasformazione si attua con un intervento sulla forma, passando da un tipo di societ ad un altro tipo, oppure da e verso enti non societari.

2) Continuit dei rapporti giuridici In caso di trasformazione, poich vi soltanto il mutamento della forma attraverso la quale si esercita unattivit dimpresa, lente trasformato conserva i rapporti di natura sostanziale e processuale che facevano capo allente esistente prima della trasformazione.

3) Limiti della trasformazione La trasformazione pu anche essere deliberata in pendenza di una procedura concorsuale, purch vi sia compatibilit con la finalit e lo stato della stessa.

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4) Contenuto, pubblicit ed efficacia delle trasformazioni La trasformazione verso societ di capitale deve avvenire in forma di atto pubblico. Latto pubblico deve contenere le indicazioni previste dalla legge per latto costitutivo. Latto di trasformazione deve essere reso pubblico sulla base della disciplina prevista per il tipo di societ od ente adottato. La trasformazione ha efficacia dal momento delliscrizione presso il Registro delle Imprese (dellatto di trasformazione). Liscrizione ha efficacia costitutiva.

5) Invalidit della trasformazione Una volta iscritto presso il Registro delle Imprese latto di trasformazione, non pi possibile pronunciare linvalidit dellatto stesso.

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Lunico rimedio esperibile rappresentato da unazione di risarcimento dei danni, che pu essere promossa dai partecipanti allente trasformato e dai terzi danneggiati dalla trasformazione.

6) Trasformazione di societ di persone in societ di capitali Tale tipo di trasformazione presuppone il consenso della maggioranza dei soci determinata sulla base della quota di partecipazione agli utili. Ai soci assenti o dissenzienti spetta comunque il diritto di recesso. Per questo tipo di trasformazione prevista la predisposizione di una relazione di stima redatta da un esperto che deve avere riguardo ai valori attuali (o correnti) degli elementi dellattivo e del passivo, facenti capo alla societ di persone trasformata.

7) Assegnazione di azioni o quote Ciascun socio della societ di persone ha diritto ad un numero di azioni o di quote proporzionale alla sua partecipazione. Anche il socio dopera ha diritto ad una partecipazione sulla base di quanto attribuito nellatto costitutivo della societ di persone trasformanda. Ovvero in mancanza di indicazioni, sulla base dellaccordo tra i soci, ovvero ancora in difetto di accordo sulla base di quanto determinato dal giudice.
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8) Responsabilit dei soci I soci a responsabilit illimitata della societ di persone trasformanda conserva tale regime di responsabilit, anche dopo la trasformazione, per le obbligazioni sorte prima delliscrizione dellatto di trasformazione nel Registro delle Imprese. I creditori sociali tuttavia, dando il loro consenso alla trasformazione, possono liberare dalla responsabilit tali soci. Inoltre si presume che il consenso alla trasformazione sia implicitamente dato se viene trasmessa con raccomandata a tali creditori la deliberazione di trasformazione, e i creditori non hanno espressamente negato il loro consenso, entro sessanta giorni dalla ricezione della raccomandata.

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E possibile peraltro che la deliberazione di trasformazione venga trasmessa non con raccomandata ma con altri mezzi che garantiscono la prova dellavvenuta ricezione (Esempio: il fax).

9) Trasformazione da societ di capitale a societ di persone Tale tipo di trasformazione deve essere adottata con la maggioranza richiesta per le modifiche dello Statuto e peraltro richiesto il consenso dei soci che con la trasformazione assumano responsabilit illimitata. Gli amministratori devono predisporre unapposita relazione che illustri le motivazioni e gli effetti della trasformazione. Tale relazione deve essere depositata presso la sede della societ almeno trenta giorni prima dellassemblea chiamata a deliberare la trasformazione. E i soci hanno diritto gratuitamente copia. di prenderne visione e di ottenerne

Ciascun socio ha diritto ad una quota di partecipazione nella societ trasformata in proporzione al valore delle sue azioni o quote. I soci che successivamente alla trasformazione assumono responsabilit illimitata, rispondono illimitatamente anche per le obbligazioni sorte anteriormente alla trasformazione.

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10) Tipi di trasformazioni omogenee La trasformazione da societ di persone a societ di capitali anche detta Trasformazione Evolutiva o Progressiva. La trasformazione da societ di capitali a societ di persone anche detta Trasformazione Regressiva.

FUSIONE

1) Forme di fusione Possiamo avere due forme di fusione: la fusione propriamente detta e la fusione per incorporazione. Nella fusione propriamente detta due o pi societ si fondono e danno vita ad una societ di nuova costituzione.

B
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Nella fusione incorporate.

per

incorporazioni

una

pi

societ

vengono

A
La fusione consentita anche a societ che si trovino in liquidazione, a condizione che le societ non abbiano iniziato al distribuzione dellattivo.

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2) Procedimento di fusione La fusione si snoda in tre fasi fondamentali: 1. Predisposizione progetto di fusione. 2. Deliberazione di fusione o decisione di fusione. 3. Stipulazione dellatto di fusione.

Il progetto di fusione redatto dallorgano amministrativo delle societ che partecipano alla fusione. Essa deve contenere una serie di indicazioni, fra le quali il rapporto di cambio, cio il rapporto tra le azioni o quote attribuite ai soci nelle societ che partecipano alla fusione e le azioni o quote che verranno attribuite ai soci nella societ risultante dalla fusione. Il progetto di fusione deve essere iscritto presso il Registro delle Imprese del luogo in cui hanno sede le societ partecipanti alla fusione.

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Tra liscrizione del progetto di Fusione e la deliberazione o decisione di fusione devono intercorrere almeno 30 giorni, a meno che i soci rinuncino al termine con consenso unanime.

3) Situazione Patrimoniale Gli organi amministrativi delle societ che partecipano alla fusione devono redigere una situazione patrimoniale riferita ad una data non anteriore di oltre 120 giorni al giorno in cui il progetto di fusione viene depositato nella sede della societ. La situazione patrimoniale deve essere redatta nel rispetto delle norme sul bilancio desercizio. Essa pu essere sostituita dal bilancio dellultimo esercizio a condizione che questo sia stato chiuso non oltre 6 mesi prima del giorno del deposito di cui si detto.

4) Relazione dellorgano amministrativo Lorgano amministrativo delle societ che partecipano alla fusione deve predisporre una relazione che illustri e giustifichi sotto il profilo economico e giuridico il progetto di fusione ed il rapporto di cambio. La relazione inoltre deve contenere lindicazione dei criteri di determinazione dei rapporti di cambio. Infine nella relazione devono essere segnalate le eventuali difficolt di valutazione.

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5) Valutazione degli esperti E previsto che uno o pi esperti per ciascuna societ partecipante alla fusione debbano redigere una relazione sulla congruit del rapporto di cambio. Lesperto o gli esperti sono designati nel caso di S.p.A. dal presidente del tribunale, e nel caso di S.r.L. sono scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili. E possibile la designazione di un esperto comune; nel caso di fusione tra societ di persone e societ di capitali lesperto deve altres redigere una relazione di stima del patrimonio della societ.

6) Il deposito dei Documenti I seguenti documenti devono essere depositati presso la sede delle societ che partecipano alla fusione almeno 30 giorni prima della data della deliberazione o della decisione di fusione.

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1. Progetto di fusione e relazione dellorgano amministrativo e degli esperti. 2. Bilancio degli ultimi 3 esercizi delle societ partecipanti alla fusione. 3. Situazione patrimoniale delle societ partecipanti alla fusione.

I soci hanno diritto di prenderne visione e di estrarne copia. I soci inoltre, con consenso unanime, possono rinunciare al termine di deposito.

7) Deliberazione o decisione di fusione Nelle societ di persone la decisione di fusione avviene con il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo le quote di partecipazione agli utili. Nelle societ di capitale la deliberazione avviene secondo le norme previste per le modificazione dellatto costitutivo. La deliberazione o decisione di fusione consiste nellapprovazione del relativo progetto. La deliberazione di fusione deve essere iscritta nel Registro delle Imprese; In allegato devono essere depositati i documenti in precedenza elencati. Analogamente accade per la decisione di fusione.
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8) Opposizione dei creditori Latto di fusione pu essere stipulato soltanto dopo che siano decorsi 60 giorni dalliscrizione nel Registro delle Imprese della deliberazione o decisione di fusione. In tale intervallo di tempo i creditori possono fare opposizione.

9) Atto di fusione Latto di fusione deve essere stipulato in forma di atto pubblico e deve essere iscritto nel Registro delle Imprese del luogo in cui hanno sede le societ che partecipano alla fusione.

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10) Effetti delle fusione I rapporti di natura sostanziale e processuale che facevano capo alle societ partecipanti alla fusione si trasferiscono alla societ risultante dalla fusione. La fusione ha effetto dalla data dellultima iscrizione presso il Registro delle Imprese. E tuttavia possibile retrodatare la fusione relativamente agli aspetti contabili e alle partecipazioni agli utili. E inoltre possibile postdatare la fusione nel caso di fusione per incorporazione.

10) Invalidit della Fusione Linvalidit non pu pi essere pronunciata una volta che sia avvenuta liscrizione dellatto di fusione presso il Registro delle Imprese. I soci e i terzi conservano tuttavia il potere di promuovere unazione di risarcimento dei danni.

11) Incorporazione di Societ interamente possedute Nel caso di fusione per incorporazione di societ interamente possedute non si deve indicare nel progetto di fusione il rapporto di cambio e non devono essere predisposte le relazioni dellorgano amministrativo e degli esperti.

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SCISSIONE

1) Forme di scissione Esistono due tipi di scissione, la scissione TOTALE e la scissione PARZIALE. Nella scissione totale una societ si scinde e trasferisce lintero suo patrimonio a due o pi societ. Nella scissione parziale una societ si scinde e trasferisce parte del proprio patrimonio ad una o pi societ.

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2) Procedimento di scissione Il procedimento di scissione, al pari di quello di fusione, si snoda in tre fasi: 1. Predisposizione del progetto di scissione 2. Deliberazione o decisione di scissione 3. Stipulazione dellatto di scissione

3) Norme applicabili Per la scissione si rinvia alle norme sulla fusione.

TITOLI

DI CREDITO

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La nozione di titoli di credito comprende una serie variegata di documenti, quali ad esempio la cambiale, lassegno, le azioni e le obbligazioni. La ricchezza mobiliare pu circolare direttamente, ad esempio la trasmissione del denaro. Ma pu anche circolare in modo indiretto mediante la circolazione di documenti. I titoli di credito per lappunto che la rappresentino hanno dunque la funzione di rendere pi semplice, pi rapida e pi sicura la circolazione della ricchezza mobiliare. Una cambiale o un assegno sono nella loro materialit pezzi di carta e dunque beni mobili. Il diritto menzionato sul pezzo di carta incorporato nel documento quale bene mobile e il documento funziona come veicolo del diritto in esso incorporato. Fra le molteplici figure di titoli di credito assumono particolare rilevanza quelle nelle quali il documento incorpora un diritto di credito, cio il diritto al pagamento di una somma di denaro. Cos avviene per la cambiale, lassegno, le obbligazioni di societ e i titoli del debito pubblico. Esistono anche titoli come le azioni di societ che incorporano una situazione giuridica pi complessa, cio la qualit di socio.

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Lessenza dei titoli di credito sta nel fatto che il diritto menzionato nel titolo circola secondo le regole di circolazione del titolo di credito e non secondo le regole di circolazione del diritto incorporato. Cos ad esempio per lassegno, vi sono regole di circolazione particolari, che non coincidono con le regole di circolazione del diritto di credito incorporato nellassegno. Infatti il credito, se non fosse incorporato nel titolo, circolerebbe secondo le regole di cessione dei crediti, studiate nel diritto privato (cio con la notifica del debitore ceduto) Vi sono caratteristiche particolari, soddisfatte dai titoli di credito, queste caratteristiche si identificano in tre principi particolari: 1) principi dellautonomia; 2) principi della astrattezza; 3) principi della letteralit.

PRINCIPI DELLAUTONOMIA Il diritto menzionato nel titolo di credito sorge in capo a ciascun possessore come diritto autonomo rispetto a quello dei precedenti possessori. PRINCIPI DELLA ASTRATTEZZA Nel nostro ordinamento giuridico vige la regola generale per cui nessun diritto pu validamente passare da un soggetto allaltro se manca la causa. Per alcuni tipi di titoli di credito, ed in particolare per la cambiale e lassegno, vi una eccezione a tale regola, nel senso che, nella circolazione del titolo di credito vi un fenomeno di astrazione della causa che ne ha dato origine allemissione. Ad esempio per lassegno, che pu essere emesso per il pagamento di una fornitura, si astrae dalla causa che ha dato origine alla sua emissione, cio dalla fornitura. Vi sono tuttavia titoli di credito causali, i quali fanno menzione del rapporto causale che ha dato luogo allemissione del titolo. Quindi i titoli di credito astratti sono quelli in cui non viene fatta alcuna menzione della causa che ha dato luogo alla loro emissione, tali sono la cambiale e lassegno. Sono invece titoli causali quelli che fanno menzione del rapporto causale che ha dato luogo allemissione del titolo, ad esempio le azioni della societ.

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PRINCIPIO DI LETTERALIT In base a questo principio, che strettamente connesso con lastrattezza, il possessore del titolo pu far valere il diritto in esso incorporato soltanto secondo il suo tenore letterale. Il debitore del titolo di credito pu opporre al possessore solo le eccezioni fondate sul contesto letterale del titolo. In sintesi per il possessore e per il debitore assume rilevanza esclusivamente il tenore letterale del titolo di credito. Ad esempio per lassegno assume rilevanza soltanto il diritto al pagamento della somma in esso menzionata, il creditore non pu pretendere nulla di pi di quanto indicato sullassegno e il debitore non pu eccepire (ad esempio non pu eccepire che la fornitura che ha dato origine allemissione dellassegno, non in realt avvenuta).

LA TITOLARIT E LA LEGITTIMAZIONE La titolarit di un titolo di credito si consegue in base al possesso qualificato del titolo di credito, cio nel caso in cui venga rispettato il regime di circolazione del titolo di credito stesso. Cos ad esempio la titolarit di un assegno si consegue in base alla regolare girata dellassegno stesso. La legittimazione, invece, il diritto alla prestazione in esso menzionata mediante la presentazione del titolo, pur che siano rispettate le regole proprie della legittimazione del tipo di titolo di credito in oggetto. Ad esempio la legittimazione allincasso di un assegno si ha quando sia presentato un assegno per lincasso e vi sia continuit nelle girate.

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TIPI DI TITOLI DI CREDITO Vi sono tre tipi di titolI di credito: 1. titoli al portatore; 2. titoli allordine; 3. titoli nominativi.

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TITOLI AL PORTATORE la titolarit si ottiene con la consegna pura e semplice. La legittimazione si ha con la semplice presentazione del titolo di credito al debitore. Sono titoli di credito al portatore i titoli emessi in serie, ad esempio le obbligazioni di societ.

TITOLI ALLORDINE La titolarit si consegue attraverso il possesso del titolo di credito qualificato. necessaria, cio, per la circolazione, una tradizione documentata sul titolo, cio la girata. La legittimazione si ha in presenza di una serie non interrotta di girate. Sono titoli allordine la cambiale e lassegno.

TITOLI NOMINATIVI La titolarit e la legittimazione si possono conseguire in tre modi: mediante annotazione da parte dellemittente del nome dellacquirente del titolo, sul titolo stesso e nel registro dellemittente; mediante rilascio da parte dellemittente di un nuovo titolo intestato allacquirente e successiva annotazione del rilascio nel registro; il titolo viene trasferito mediante girata autenticata. Il giratario del titolo che si dimostri possessore in base ad una serie continua di girate, ha poi diritto di ottenere lannotazione del trasferimento nel registro dellemittente.

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Sono titoli nominativi le azioni di societ.

LA CAMBIALE La cambiale un titolo di credito allordine. Poich normalmente viene emessa come pagabile ad una prestabilita scadenza, ha la funzione di strumento di credito. Esistono due tipi di cambiali: 1. Cambiale tratta; 2. Pagher.

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La cambiale tratta coinvolge allatto dellemissione tre soggetti: una persona detta traente d ad unaltra persona detta trattario lordine di pagare una somma ad una terza persona detta prenditore. Il pagher coinvolge invece due soggetti: un primo soggetto detto emittente promette di pagare una somma ad un altro soggetto detto prenditore. La cambiale caratterizzata dalla presenza di determinati requisiti formali. Nella cambiale tratta lobbligato principale il trattario, a condizione che abbia accettato. Nel pagher lobbligato principale lemittente. La cambiale circola tramite girata, la girata lordine formulato sul titolo, normalmente sul retro di questo. Tale ordine rivolto dal girante al debitore di eseguire il pagamento nelle mani del nuovo prenditore, detto giratario. La girata pu essere: in pieno; in bianco.
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Nella girata in pieno viene apposta la formula Per me pagate al Sig. .., con la sottoscrizione del girante. Nella girata in bianco non si indica il giratario, ma viene soltanto apposta la firma del girante. Nellambito delle cambiali possono poi esservi altri soggetti che fungono da garanti, questi soggetti vengono detti avallanti. Lavallo dunque una firma di garanzia a favore del debitore o a favore di un girante. Il portatore del titolo per ottenere il pagamento dovr anzitutto rivolgersi allobbligato principale, che il trattario nella cambiale tratta e lemittente nel pagher. Se il debitore principale non paga, il portatore della cambiale potr rivolgersi nei confronti degli obbligati di regresso, cio il traente nella cambiale tratta e i giranti, o i loro avallanti, in entrambe i tipi di cambiale. A sua volta lobbligato di regresso che paga pu rifarsi nei confronti dei giranti che lo precedono. Per poter agire in via di regresso necessario protestare la cambiale, cio necessario recarsi da un notaio o da un ufficiale giudiziario che elevi protesto.

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Il protesto la contestazione solenne che lobbligato principale non ha pagato.

LASSEGNO Esistono due tipi di assegno: 1. Assegno bancario; 2. Assegno circolare. Lassegno bancario ha struttura analoga alla cambiale tratta e il trattario sempre una banca. Lassegno circolare ha la medesima struttura del pagher. Lassegno a differenza della cambiale un mezzo di pagamento e non uno strumento di credito. Lassegno bancario lordine incondizionato che una persona detta traente d ad una banca detta trattario di pagare una somma ad un terzo, detto beneficiario. Lassegno circolare la promessa incondizionata della banca di pagare una somma al beneficiario. Lassegno deve essere presentato per il pagamento entro 8 giorni, se pagabile nello stesso comune di emissione, entro 15 giorni, se pagabile in un comune diverso. La mancata presentazione entro tali termini comporta che lassegno pu essere pagato ugualmente dalla banca, ma se la banca rifiuta il pagamento non possibile elevare protesto e quindi esperire lazione di regresso. Sullassegno pu essere posta la clausola Non trasferibile. Se viene apposta tale clausola lassegno non pu circolare, cio non pu essere girato se non ad una banca per lincasso. Esiste poi unaltra clausola che pu essere apposta sullassegno, cio lo sbarramento. Lo sbarramento consiste nellapporre due sbarre parallele e trasversali sul fronte dellassegno. Lassegno sbarrato, a differenza dellassegno non trasferibile, pu circolare, cio pu essere girato, ma ha la peculiarit che pu essere pagato soltanto ad una banca o ad un cliente della banca trattaria.

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I CONTRATTI COMMERCIALI Spesso gli imprenditori commerciali di grandi dimensioni, e le associazioni di imprenditori commerciali, predispongono le condizioni generali dei contratti che gli stessi imprenditori sono soliti stipulare con i terzi, per ottenere il vantaggio di economia e rapidit nella contrattazione. In particolare, i contratti in serie predisposti dagli imprenditori commerciali assumono la figura di contratti c.d. standard, a cui i terzi contraenti si limitano a prestare adesione. Tali contratti sono disciplinati dallart. 1341 c.c. in forza del quale: a) le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti sono efficaci nei confronti dellaltro, se al momento della conclusione del contratto questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle con lordinaria diligenza;

b)

ed inoltre, alcune clausole particolarmente gravose per il terzo contraente non hanno valore se non sono specificamente approvate per iscritto dallo stesso contraente; e precisamente tali clausole sono dette vessatorie, in quanto sanciscono a carico del terzo decadenze, limitazioni alla facolt di opporre eccezioni, restrizioni alla libert contrattuale nei rapporti coi terzi, tacita proroga o rinnovazione del contratto, ecc

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Distinguiamo:

i contratti che hanno per oggetto la prestazione di cose, quali: compravendita, contratto estimatorio, somministrazione; i contratti che, invece, hanno per oggetto la prestazione di servizi, quali: appalto, forniture di servizi informatici, trasporto, viaggio turistico, deposito in albergo e nei magazzini generali; inoltre vi sono, i contratti che hanno per oggetto unattivit ausiliaria, ossia la prestazione di una

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collaborazione agli stessi imprenditori per agevolare la conclusione dei loro affari o comunque la loro attivit economica, e precisamente essi sono: mandato, commissione, concessione, affiliazione, spedizione, agenzia, mediazione, subfornitura;

ancora abbiamo, i contratti che hanno per oggetto la prestazione di cose e di servizi, quando stipulati a distanza o fuori dei locali aziendali, ossia: forniture di cose o di servizi ai consumatori; nonch i contratti che hanno per oggetto lacquisizione di un diritto di godimento periodico di beni immobili (ad esempio, la multipropriet); poi abbiamo, i contratti di assicurazione, i contratti bancari e i contratti di finanziamento; ed infine vi sono, i contratti di investimento che hanno per oggetto prodotti finanziari, e soprattutto valori mobiliari (ad esempio, azioni od obbligazioni di societ) acquistati a seguito di attivit di sollecitazione del pubblico risparmio agli investimenti finanziari.

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Il c.d. sistema di negoziazione accentrata di strumenti finanziari consente un pi rapido trasferimento dei valori mobiliari quotati in borsa, o di larga diffusione tra il pubblico, evitando la trasmissione materiale dei titoli, e sostituendola mediante registrazioni contabili presso una societ appositamente designata dalla legge (Monte Titoli S.p.A.): c.d. dematerializzazione degli strumenti finanziari e/o della loro circolazione.

LA COMPRAVENDITA Ai sensi dellart. 1470 la compravendita soddisfa una delle pi diffuse e importanti tra le esigenze economiche, ovvero quella di trasferire un diritto (di solito la propriet) di un bene diverso dal denaro (e quindi una cosa), ricevendo in corrispettivo la propriet di una determinata quantit di denaro (prezzo). Inoltre, secondo lart. 1326, ogni compravendita un contratto consensuale, che si conclude con laccordo delle parti.

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A) Di solito, la compravendita ha effetti reali nel senso che al momento della conclusione del contratto il compratore acquista la propriet della cosa; affinch ci avvenga, necessario che la cosa venduta sia determinata nella sua individualit (ad esempio, vendo questo appartamento, questo sacco di grano). Non invece necessario che la detenzione della cosa sia trasferita al compratore: infatti, essa pu restare al venditore, ed in questo caso dalla vendita sorge anche lobbligo di consegnare la cosa al compratore che ne (gi divenuto) proprietario. Al momento della conclusione del contratto pu anche avvenire che il venditore acquisti la propriet del denaro; affinch ci avvenga, necessario che il denaro gli sia consegnato o almeno che sia individuato in modo non equivoco. Poich, se il denaro non consegnato al venditore o, almeno, individuato al momento del contratto, dalla vendita sorge lobbligo di pagamento del prezzo al momento stabilito nel contratto: in tal caso si parla di vendita con pagamento differito, in quanto la propriet del denaro passer dal compratore al venditore solo quando verr compiuto il pagamento. B) Per quando riguarda, invece, la vendita con effetti obbligatori diciamo che, pu capitare che alla conclusione del contratto non consegua nessun effetto reale, cio nessun trasferimento di diritti reali, ma scaturiscano solo effetti obbligatori, cio solo obblighi (ad esempio, lobbligo del venditore di trasferire al compratore la propriet della cosa, ed obbligo del compratore di trasferire al venditore la propriet del prezzo). Cio, praticamente, pu capitare che il trasferimento di propriet della cosa dal venditore al compratore non avvenga al momento della stipulazione del contratto, ma in un momento successivo, ossia allavverarsi di determinati atti o fatti giuridici. La vendita obbligatoria si ha principalmente nelle seguenti ipotesi:
1. vendita di cose generiche, quando la cosa indicata attraverso

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il riferimento a determinate caratteristiche, che sono comuni ad una pluralit di beni (ad esempio, unautomobile di un determinato modello). In questa ipotesi, infatti, il trasferimento di propriet al compratore avviene quando nel genere si sceglie un bene determinato; e precisamente la scelta si chiama specificazione, che deve essere fatta daccordo tra le parti o nei modi da esse stabiliti, o individuazione, che avviene anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere (art. 1378).
2. vendita di cose future, - cio, di cosa che al momento del

contratto ancora non esiste la propriet della cosa viene acquistata automaticamente dal compratore nello stesso momento in cui la cosa viene ad esistenza; se si tratta di frutti naturali, nel momento in cui questi vengono separati (art.

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1472). opportuno specificare che, se la cosa non viene ad esistenza, il contratto nullo e quindi non produce nessun effetto, a meno che le parti non abbiano stabilito che il compratore deve egualmente pagare il prezzo (in questo caso si tratta di un contratto aleatorio, denominato vendita di speranza).
3. vendita di cosa altrui, che si ha se al momento del contratto la

cosa non in propriet del venditore, ma di un terzo; in questo caso il venditore obbligato a fare acquistare al compratore la propriet della cosa, il che pu avvenire o se il proprietario della cosa ne trasferisce la propriet direttamente al compratore o anche se il venditore ne acquista la propriet, in quanto questo acquisto fa diventare ipso facto proprietario della cosa il compratore (art. 1478). Inoltre, se il compratore di cosa altrui, al momento della conclusione del contratto, ignorava che il venditore non fosse proprietario della cosa venduta, pu chiedere la risoluzione della vendita fino al momento in cui il venditore non gliene fa acquistare la propriet (art. 1479 c.1).
4. vendita con riserva di propriet, in cui nelle vendite con

pagamento differito, di solito il venditore vuole garantirsi contro il rischio che il compratore non paghi il prezzo e che non sia pi possibile ottenere la restituzione della cosa chiedendo la risoluzione della vendita per inadempimento, perch il compratore ha gi rivenduto la cosa ad altri ovvero i suoi creditori lhanno pignorato. Per garantirsi contro questi rischi si stabilisce nel contratto attraverso una clausola che il compratore acquista la propriet della cosa solo al momento del pagamento dellultima rata di prezzo e che fino a questo momento egli avr solo la detenzione della cosa. Per quanto riguarda lopponibilit della riserva ai terzi acquirenti diciamo che, il compratore finch non ha pagato il prezzo non pu rivendere la cosa in quanto non ancora sua; dunque, se la rivende compie un reato (c.d. appropriazione indebita); n il terzo acquirente acquista la propriet della cosa mobile, a meno che non ne abbia avuto la consegna in buona fede, credendo cio che il compratore ne fosse gi proprietario. Se si tratta di macchina vendute ad un prezzo superiore a 30000 , per potere opporre la riserva ad eventuali terzi acquirenti necessario che il patto di riservato dominio sia trascritto in un registro della cancelleria del tribunale e che la macchina, quando acquistata dal terzo, si trovi ancora nella circoscrizione del tribunale nella cui cancelleria la trascrizione stata eseguita (art. 1524 c.2). Quanto, invece, allopponibilit ai creditori del compratore diciamo che costoro non possono pignorare la cosa, purch la riserva di

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propriet risulti da atto scritto avente data certa anteriore al pignoramento (art. 1524 c.1). Per quanto riguarda linadempimento del compratore diciamo che, nel passato i venditori con patto di riservato dominio avevano preteso dai loro acquirenti linserzione nel contratto di clausole vessatorie, quale quella che, in caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata, il venditore avesse il diritto di pretendere immediatamente il pagamento dellintero prezzo, ovvero la risoluzione della vendita col diritto di trattenere le rate gi pagate quale corrispettivo delluso della cosa. Per impedire simili sopraffazioni contrattuali il codice ha stabilito: a) nonostante patto contrario, se il compratore in ritardo nel pagamento di una sola rata che non super lottava parte del prezzo, il venditore non pu risolvere il contratto n pretendere che il compratore, decadendo dal beneficio del termine, paghi subito le rate successive (art. 1525); b) se per inadempimento del compratore avviene la risoluzione del contratto, il venditore deve restituire le rate riscosse, salvo il diritto ad un equo compenso per luso della cosa, oltre al risarcimento del danno (1526 c.1). C) Nelle compravendite commerciali, abbastanza frequente la clausola di esclusiva che pu essere apposta o a carico del venditore, o del compratore o di entrambi. Se apposta a carico del venditore, questi nella zona stabilita nel contratto non pu vendere la merce ad altri ma soltanto al compratore; se apposta a carico del compratore, questi si impegna ad acquistare la merce soltanto dal venditore; se apposta a carico di entrambi, queste obbligazioni sono reciproche per venditore e compratore. Inoltre, pu capitare che la cosa venduta venga consegnata in un momento posteriore a quello della conclusione del contratto. Tuttavia, la cosa devessere consegnata nello stato in cui si trovava al momento della vendita (art. 1447 c.1). E precisamente, se la consegna deve avvenire dopo la conclusione del contratto e si tratta di cosa mobile, il compratore si affida alla onest del venditore, in quanto corre il rischio che questi venda e consegni la stessa cosa ad altri, il quale ignori che la cosa fosse stata gi venduta e la creda invece ancora di propriet del venditore. In questo caso, infatti, il secondo compratore acquista la propriet della cosa (che stata venduta due volte), ed il primo compratore ne perde la propriet, potendo pretendere soltanto il risarcimento del danno dal venditore (ci ai sensi dellart. 1153).
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Se il bene venduto divisibile, pu stabilirsi nel contratto che la consegna debba avvenire in pi riprese, e pertanto in questo caso si ha la vendita a consegne ripartite (o successive).

Quanto al luogo della consegna diciamo che, se nel contratto nulla stabilito circa il luogo dove la consegna deve essere fatta, bisogna distinguere se al momento del contratto le parti conoscevano oppure no dove la cosa si trovasse. Poich, nella prima ipotesi la consegna deve avvenire in tale luogo; mentre, nella seconda ipotesi la consegna deve avvenire nel luogo in cui al momento del contratto il venditore aveva il suo domicilio: ma se il venditore un imprenditore e la vendita costituisce un atto di esercizio della sua impresa, la consegna deve avvenire nella sede dellimpresa (art. 1510 c.1). Ora, per la validit della vendita, necessario che il prezzo anche se non determinato al momento del contratto sia almeno determinabile, essendo stati indicati gli elementi idonei a determinarlo. Infatti, se nel contratto il prezzo non stabilito, e si tratta di cose che hanno un prezzo di borsa o di mercato, il prezzo si desume dai listini o dalle mercuriali della piazza di consegna o della piazza pi vicina (art. 1474 c.2); se si tratta di cose che il venditore vende abitualmente, il prezzo quello normalmente praticato dal venditore (art. 1474 c.1). Nella vendita di prodotti industriali dal produttore al rivenditore, frequente la clausola di prezzo imposto in base alla quale lacquirente si obbliga a non rivendere la merce ad un prezzo diverso da quello impostogli dal produttore. Se tale clausola viene violata, e la cosa rivenduta ad un prezzo inferiore, il terzo subacquirente non tenuto a nessuna integrazione del prezzo, poich la clausola non ha effetto nei suoi confronti. Per alcune merci (di solito, di largo consumo), il prezzo talvolta stabilito dallautorit amministrativa: in questo caso, detti prezzi (c.d. prezzi di imperio) sono di diritto inseriti nel contratto, prevalendo anche sui diversi prezzi che eventualmente sono stati convenuti tra le parti (art. 1339). Quanto alle spese della vendita diciamo che, se non stato pattuito diversamente, le spese della vendita e le altre accessorie comprese le spese di trasporto (art. 1510 c.2) sono a carico del compratore (ai sensi dellart. 1475). Nelle vendite commerciali, il pagamento delle spese di trasporto regolato diversamente, in quanto il prezzo comprensivo di dette spese e quindi il venditore si obbliga a spedire le merci al compratore

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con la clausola franco (ad esempio, franco arrivo, franco consegna domicilio). Nelle vendite marittime, invece, sono emerse le clausole cif (o caf) [cif: cost, insurance, freight o in francese - caf: cost, assurance, fret] e fob [free on board]. Se apposta la clausola franco trasporto assicurazione (cif o caf), il prezzo di vendita comprensivo delle spese di trasporto della merce, di caricamento sul mezzo di trasporto e di assicurazione, spese che sono perci a carico del venditore (la clausola cif di solito prevista nella vendita di documenti). Dal momento che la merce assicurata, se essa perisce o subisce avarie dopo il caricamento, il compratore ha il diritto di essere indennizzato dallassicuratore. Se, invece, apposta la clausola franco a bordo (fob), le spese di trasporto rimangono a carico del compratore, mentre tocca al venditore provvedere al pagamento delle spese di caricamento sulla nave o sul diverso mezzo di trasporto previsto; dalla clausola fob va distinta la clausola fas (free alongside ship, in italiano franco banchina), perch l venditore si obbliga a provvedere a sue spese solo alla consegna della merce nel punto di imbarco (appunto la banchina), restando al compratore lobbligo di pagare le spese di trasporto e di caricamento della merce. Per quanto riguarda la vendita su documenti diciamo che, normalmente si ricorre a questo tipo di vendita quando la merce in viaggio, ed il venditore ha la disponibilit dei documenti rilasciati dal vettore, dai quali risulta che la merce viaggiante (polizza di carico, rilasciata dal vettore marittimo; duplicato della lettera di vettura, o ricevuta di carico, rilasciate dal vettore terrestre; lettera di trasporto aereo, rilasciata dal vettore aereo). Per avere la disponibilit dei documenti (titoli rappresentativi) del trasporto, il venditore deve esserne portatore legittimo e quindi se si tratta di documenti al portatore deve averne il possesso ovvero se si tratta di titoli allordine deve averli ricevuti attraverso una serie continua di girate. Nella vendita su documenti, le parti convengono di sostituire la consegna della merce con la consegna dei titoli di trasporto (e degli altri documenti stabiliti nel contratto: ad esempio, certificati dorigine della merce), in virt dei quali il compratore pu pretendere la consegna della merce dal vettore: pertanto, al momento fissato dal contratto, il venditore deve consegnare al compratore detti documenti facendolo diventare portatore legittimo di essi, ed il compratore deve trasferire al venditore il prezzo (art. 1527, 1528). Pu anche convenirsi che il pagamento del prezzo debba avvenire per mezzo di una banca (art. 1530): in tal caso si parla di vendita con pagamento contro documenti a mezzo banca.
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Possiamo distinguere diverse clausole contrattuali che incidono sulla stessa conclusione del contratto di vendita:
Vendita con riserva di gradimento e a prova, e precisamente:

nella vendita con riserva di gradimento le parti stabiliscono che il compratore esamini la cosa entro un dato termine (in mancanza di un termine contrattuale, lesame deve essere fatto nel termine risultante dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo fissato dal venditore), dichiarandola o meno di suo gradimento. La vendita si perfeziona nel momento in cui il compratore dichiara la cosa di suo gradimento; nel caso opposto, il contratto non viene concluso, e quindi gli effetti della vendita non si producono (art. 1520 c.1). Se il compratore fa trascorrere il termine senza compiere lesame e la cosa detenuta dal venditore, gli effetti della vendita non si producono (art. 1520 c.2); se, invece, la cosa detenuta dallo stesso compratore e questi fa trascorrere il termine senza comunicare la sua decisione, si producono gli effetti della vendita (art. 1520 c.3). Nella vendita a prova (art. 1521), il contratto sottoposto a condizione sospensiva, nel senso che si perfeziona e produce i suoi effetti solo se la cosa venduta ha le qualit pattuite ed idonea alluso a cui destinata; altrimenti la vendita non si perfeziona. Ma nellipotesi di vendita a prova appunto perch si tratta di una condizione il compratore deve attenersi alla realt obiettiva e non pu dichiarare che la cosa non di suo gradimento se questa idonea alluso ed ha le qualit pattuite.
Vendita su campione e su tipo di campione, in cui il campione

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una piccola quantit di merce divisibile e serve per individuare le qualit della merce oggetto della vendita. In questo tipo di vendita, il contratto si conclude al momento dellaccordo: il campione deve servire soltanto come esclusivo paragone delle qualit della merce, e pertanto qualsiasi difformit tra la qualit della merce e il campione attribuisce al compratore il diritto di risolvere il contratto (vendita su campione) (art. 1522 c.1). Ma pu anche risultare dal contenuto del contratto o dagli usi che il campione deve servire ad indicare le qualit della merce solo in modo approssimativo, in questo caso infatti - si parla di vendita su tipo di campione, e si pu domandare la risoluzione soltanto se la difformit sia notevole (art. 1522 c.2).

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Per quanto riguarda linadempimento del venditore, diciamo che contro linadempimento del venditore si pu anche fare ricorso ad alcuni rimedi specifici posti a tutela del compratore, e precisamente:
1) Esecuzione coattiva, se il venditore al termine stabilito non

consegna la cosa venduta, e questa una cosa fungibile che ha un prezzo corrente risultante da atti della pubblica autorit o da listini o da mercuriali, il compratore il quale non abbia pagato il prezzo pu procedere alla c.d. esecuzione coattiva (art. 1516): cio fa comprare la cosa da un altro venditore per mezzo di un intermediario professionale (agente di cambio o societ di intermediazione mobiliare) o di un commissionario nominato dal tribunale, e ha il diritto di esigere dal venditore inadempiente la differenza tra la somma occorsa per lacquisto e il prezzo stipulato per la prima vendita, oltre al risarcimento degli ulteriori danni (in questo modo, se il prezzo della merce aumentato, la differenza di prezzo viene subita dal venditore inadempiente, mentre il compratore si procura senza ritardo la disponibilit della merce di cui ha bisogno).
2) Vizi o mancanza di qualit della cosa, poich nelle vendite di

cose mobili, oltre alla mancata consegna, i pi frequenti inadempimenti del venditore consistono nella consegna di cose affette da vizi che le rendono inidonee alluso cui sono destinate o ne diminuiscono in modo apprezzabile il valore ovvero di cose prive delle qualit promesse o di quelle essenziali per luso cui sono destinate. Se si tratta di vizi, il compratore pu chiedere:
a) o la risoluzione del contratto (c.d. azione redibitoria) b) ovvero la riduzione del prezzo (c.d. azione estimatoria o

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quanti minoris)

(art. 1492 c.1).

Inoltre, opportuno specificare che pu chiedere solo la riduzione del prezzo se ha rivenduto o trasformato la cosa o se gli usi escludono la risoluzione: la scelta tra le due azioni (o quella redibitoria o quella estimatoria) irrevocabile una volta che sia stata fatta con la domanda giudiziale. Se si tratta di mancanza di qualit, il compratore ha il diritto di chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento, purch il difetto di qualit ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi (art. 1497 c.1). Il compratore, per non perdere il diritto alla risoluzione del contratto o alla riduzione del prezzo, deve per denunziare a pena di decadenza i vizi o la mancanza di qualit entro 8 giorni dalla scoperta; compiuta la denunzia, ed evitata cos la decadenza, occorre poi che egli si preoccupi di iniziare, entro 1 anno dalla consegna, il giudizio

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per chiedere la risoluzione o la riduzione, giacch dopo il decorso dellanno si compie la prescrizione (art. 1495 c.1 e 3, art. 1497 c.2). Se per il compratore non ha ancora pagato il prezzo, pu anche lasciare trascorrere lanno e chiedere in via di eccezione la risoluzione o la riduzione quando viene convenuto in giudizio dal venditore per il pagamento del prezzo, purch gli abbia denunziato il vizio o la mancanza di qualit della cosa entro 8 giorni dalla scoperta e prima del decorso dellanno dalla consegna (art. 1495 c.3). Lazione di risoluzione non invece soggetta a detti termini di decadenza e di prescrizione abbreviata nellipotesi di aliud pro alio : ipotesi che ricorre quando le caratteristiche della cosa consegnata sono completamente diverse da quelle della cosa contrattata.
3) Cattivo funzionamento della cosa, in quanto pu capitare che il

venditore abbia garantito per un certo tempo il buon funzionamento della cosa venduta (ad esempio, orologi, penne stilografiche, autoveicoli) ovvero questa garanzia sia dovuta in forza degli usi. In questo caso, il compratore pu pretendere oltre al risarcimento dei danni la sostituzione o la riparazione della cosa: ma, per non perdere tale diritto, deve denunziare al venditore il cattivo funzionamento entro 30 giorni ed agire giudizialmente entro 6 mesi dalla scoperta (art. 1512). Per avere una prova sicura: a) dei vizi b) o della mancanza di qualit c) o del cattivo funzionamento della cosa opportuno che il compratore, subito dopo la scoperta e prima di iniziare il giudizio civile, chieda allautorit giudiziaria un accertamento tecnico preventivo diretto ad accertare le predette circostanze attraverso la verifica della condizione o della qualit delle cose vendute (art. 696 cod. proc. civ.).
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Quanto allinadempimento del venditore di beni di consumo diciamo che una disciplina particolare, di origine comunitaria, regola la responsabilit del fornitore nella vendita di beni di consumo, ossia di cose (beni mobili) a persone fisiche che le acquistano per scopi estranei allesercizio della loro attivit imprenditoriale o professionale. Allo scopo di applicare tale disciplina, ai contratti di vendita sono equiparati i contratti di permuta e di somministrazione, nonch quelli di appalto, di opera e tutti gli altri

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contratti che hanno per oggetto la fornitura di beni di consumo da fabbricare o produrre, o anche solo da assemblare. Il fornitore, infatti, ha lobbligo di consegnare al consumatore beni idonei al loro uso abituale o a quello particolare voluto dal consumatore, ed responsabile nei suoi confronti per qualsiasi difetto di conformit esistente al momento della consegna del bene o che derivi dalla sua installazione quando nel contratto convenuto che essa sia effettuata dal fornitore. Si tratta di una garanzia legale di conformit, a cui possono aggiungersi anche apposite garanzie convenzionali. La responsabilit legale del fornitore sussiste quando la difformit si manifesta entro 2 anni dalla consegna del bene; ma soprattutto il consumatore non pu pretendere immediatamente la riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto, perch prima deve, a sua scelta, richiedere la sostituzione o la riparazione del bene. Solo nel caso in cui tali rimedi sono oggettivamente impossibili o eccessivamente onerosi, il consumatore pu ottenere sempre a sua scelta - una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto.

Quanto, invece, allinadempimento del compratore diciamo che in questo caso vi sono alcuni rimedi particolari posti a tutela del venditore, e precisamente: innanzitutto, anche qui ammesso il ricorso allesecuzione coattiva: infatti, se il compratore non paga il prezzo al termine stabilito, il venditore ha il diritto di far vendere senza ritardo la cosa allincanto per mezzo di un pubblico mediatore o di un ufficiale giudiziario per conto e a spese del compratore inadempiente; prima di procedere alla vendita, tuttavia, bisogna avvisare il compratore del luogo giorno e ora in cui essa sar eseguita. Se poi la cosa venduta ha un prezzo corrente, la vendita pu essere fatta dallincaricato anche senza incanto, e il venditore deve dare pronta notizia al compratore dellavvenuta vendita. In ogni caso, il venditore ha diritto alla differenza tra il prezzo convenuto e il ricavo netto della vendita, oltre al risarcimento del maggiore danno. Inoltre, pu darsi che nel contratto si sia stabilito che il pagamento del prezzo debba avvenire nel momento della consegna della cosa, ma che poi il venditore consegni la cosa venduta senza esigere contemporaneamente il prezzo; in questo caso, il venditore pu ottenere la restituzione della cosa consegnata (e non pagata) purch ricorrano le seguenti condizioni: a) che la domanda di restituzione sia proposta entro 15 giorni dalla consegna;

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b) che la cosa venduta sia ancora presso il compratore; c) che la cosa venduta non sia stata trasformata;
d) che non sia stata pignorata o sequestrata da creditori del

compratore, i quali ignorassero che il prezzo era ancora dovuto (art. 1519) [il rimedio denominato rivendicazione del venditore, ma si tratta di una denominazione impropria, in quanto la propriet della cosa venduta gi passata dal venditore al compratore inadempiente].

Per quanto riguarda, infine, la risoluzione di diritto diciamo che nelle compravendite, in cui la consegna della cosa e il pagamento del prezzo devono avvenire contemporaneamente, se una delle parti (il venditore o il compratore) si vuole assicurare la possibilit di risolvere rapidamente il contratto in caso di inadempimento della controparte, pu: prima del giorno, in cui deve avere luogo la consegna della merce e il pagamento del prezzo, comunicare alla controparte nelle forme di uso di essere pronta ad eseguire il contratto al termine stabilito; se a tale giorno laltra parte non pronta ad eseguire il contratto, la parte che era pronta ad adempiere la propria prestazione pu comunicarle entro 8 giorni successivi che il contratto risolto di diritto (art. 1517). Se non si fatto ricorso a questo procedimento o se si sono lasciati trascorrere gli 8 giorni concessi dallart. 1517 per comunicare che ci sintende valere della risoluzione di diritto, si potr fare ricorso alle disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento (art. 1453), e si potr ancora provocare la risoluzione di diritto della vendita osservando laltro procedimento prescritto dallart. 1454 (diffida scritta ad adempiere entro un termine non inferiore a 15 giorni).

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IL CONTRATTO ESTIMATORIO Nel contratto estimatorio (detto anche, nel linguaggio degli affari, contratto in conto deposito) si hanno due parti, una delle quali (tradens) consegna allaltra che la riceve (accipiens) una o pi cose mobili, stimate per un certo prezzo (di qui la denominazione del contratto). Il ricevente (ossia laccipiens) si obbliga, dunque, a pagare al tradens il prezzo di stima, ma ha la facolt di liberarsi da questobbligo restituendogli integra la cosa nel termine stabilito nel contratto (art. 1556). Pertanto, se la cosa perisce (anche per caso fortuito) o se, comunque, il ricevente lascia trascorrere il termine senza restituirla, deve pagare il prezzo (art. 1557).

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Tuttavia opportuno specificare che, secondo la giurisprudenza malgrado lart. 1557 ponga a carico dellaccipiens il rischio del perimento la propriet della cosa rimane al tradens, il quale perci, scaduto il termine pattuito per la restituzione, pu rivendicare la cosa con lazione reale fondata sul diritto di propriet ovvero chiedere il pagamento del prezzo stimato con lazione personale basata sul contratto estimatorio. Il ricevente di propone, di solito, di rivendere la cosa ed libero di rivenderla a qualunque prezzo, a meno che nel contratto non sia stabilito il contrario. Se il ricevente non trova il compratore, egli pu restituire la cosa e cos non corre il rischio di doversi tenere la cosa invenduta: di solito questo contratto viene dunque usato nel commercio di quegli oggetti (quali, libri, oggetti preziosi, oggetti usati), in cui, per una od altra circostanza, si presenta pi difficile ed aleatorio trovare lacquirente a cui rivendere loggetto. Il tradens, che ha consegnato la cosa, non pu pi disporne, finch essa non gli venga restituita; mentre laccipiens pu validamente disporne, ma i suoi creditori non possono sottoporre la cosa a pignoramento o a sequestro finch non ne sia stato pagato il prezzo (art. 1558). LA SOMMINISTRAZIONE La somministrazione il contratto con il quale una parte (detta somministrante) si obbliga, contro il corrispettivo di un prezzo, ad eseguire a favore dellaltra (detta avente diritto alla somministrazione o somministrato) prestazioni periodiche o continuative di cose (art. 1559). Poich la somministrazione ha per oggetto lesecuzione di prestazioni di cose, ne deriva che nel caso di prestazioni anche se periodiche e continuative di servizi (ad esempio, il servizio della pulizia di un grande edificio) non si ha un contratto di somministrazione, bens un contratto di prestazione dopera ovvero di appalto, al quale per si applicano sia le norme del contratto dappalto che quelle del contratto di somministrazione (art. 1677). Nel contratto di somministrazione pu essere stabilita la quantit delle prestazioni (ad esempio, un quintale di carbone al mese); inoltre pu essere stabilito un massimo e un minimo, ed in questa ipotesi spetta allavente diritto alla somministrazione stabilire, entro i limiti suddetti, il quantitativo dovuto (art. 1560 c.1). Se stabilito che il prezzo sia quello di mercato, bisogna riferirsi al prezzo del luogo e del tempo di ogni prestazione (art. 1561). Nella somministrazione a carattere periodico, il prezzo devessere pagato allatto delle singole prestazioni, mentre nella somministrazione continuativa, secondo le scadenze duso (art. 1562).
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In caso di inadempimento di una delle parti relativo a singole prestazioni, laltra parte pu chiedere la risoluzione del contratto, solo per se linadempimento ha notevole importanza ed tale da menomare la fiducia nellesattezza dei successivi adempimenti (art. 1564). Se la parte che ha diritto alla somministrazione inadempiente e linadempimento di lieve entit, il somministrante non pu sospendere lesecuzione del contratto senza dare congruo preavviso (art. 1565). Essendo la somministrazione un contratto di durata, leffetto della risoluzione non si estende alle prestazioni gi eseguite (art. 1458 c.1). Nel contratto di somministrazione pu anche essere stabilito un patto di esclusiva tanto a favore del somministrante che del somministrato (art. 1567, 1568). Si pu stabilire anche un patto di preferenza a favore del somministrante, nel senso che lavente diritto alla somministrazione si obbliga rispetto ad altri eventuali proponenti e a parit di condizioni a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto (art. 1566 c.1). Il contratto di somministrazione non pu tuttavia avere durata perpetua. Se la durata della somministrazione non stabilita, ciascuna delle parti pu recedere dal contratto, dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi, o in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo alla natura della somministrazione (art. 1569).
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CONTRATTI RELATIVI ALLA PRESTAZIONE DI SERVIZI LAPPALTO Lappalto il contratto con il quale una parte (detta appaltatore) si obbliga al compimento di unopera (come ad esempio, la costruzione di una casa), o di un servizio (ad esempio, la pulizia di una citt) ed ha diritto ad un corrispettivo in denaro, cui si obbliga laltra parte (detta committente) (art. 1655). Lappaltatore necessariamente un imprenditore, che deve organizzare tutti i mezzi necessari per il compimento dellopera o del servizio (ad esempio, procurarsi i macchinari o assumere gli operai) e deve fornire la materia necessaria, a meno che dal contratto o dagli usi non sia stabilito che la materia debba essere fornita dal committente (art. 1658).

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Se non stato autorizzato dal committente, lappaltatore non pu dare in subappalto a terzi lesecuzione dellopera o del servizio (art. 1656). Secondo la giurisprudenza, lappalto si distingue dal contratto dopera (lavoro autonomo), appunto perch esso presuppone lesistenza di unimpresa in capo allappaltatore; inoltre esso (ossia lappalto dopera) si distingue anche dalla vendita, poich la prestazione dellappaltatore soprattutto una prestazione di fare (cio, ha per oggetto unattivit lavorativa diretta alla produzione della cosa) e non soltanto una prestazione di dare. Quando si tratta di appalti per lesecuzione di opere pubbliche, previsto che allaggiudicazione possono concorrere anche consorzi tra imprenditori commerciali, consorzi di cooperative, od anche imprese che si sono riunite per loccasione conferendo mandato ad una di esse, che le rappresenti nei confronti dellente committente. Inoltre, la progettazione delle opere pubbliche pu anche essere affidata a societ di ingegneria, costituite nelle forme di societ di capitali ovvero di cooperative. Nellappalto la costruzione dellopera avviene a rischio dellimprenditore: dunque, se la cosa perisce, per causa non imputabile a nessuna delle parti, prima che sia accettata dal committente o prima che il committente sia in mora nel verificarla, lappaltatore non ha diritto al corrispettivo. Se, invece, dopo linizio dellopera il completamento ne diventa impossibile per causa non imputabile a nessuna delle parti, il committente deve pagare la parte di opera gi compiuta, in proporzione dellintero prezzo pattuito, ma solo nei limiti in cui (detta parte) per lui utile (art. 1672). Il corrispettivo pu essere determinato globalmente (ossia forfait) o a misura, e precisamente: se le parti non hanno determinato la misura del corrispettivo n hanno stabilito il modo di determinarla, essa determinata con riferimento alle tariffe esistenti o agli usi; in mancanza, determinata dal giudice (art. 1657). Se dopo la conclusione del contratto per effetto di circostanze imprevedibili il costo dei materiali o della manodopera aumenta o diminuisce in misura superiore al decimo del prezzo stabilito, lappaltatore (in caso di aumento ) e il committente (in caso di diminuzione) possono chiedere una revisione del prezzo per quella parte che eccede il decimo (art. 1664). [Ad esempio: la villa da costruire, al momento del contratto, costa 80000,00; il corrispettivo convenuto di 100000,00; se durante la costruzione il costo sale a 92000,00 ossia 12000,00 di aumento,

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superiore (dunque) a 10000,00 che il decimo del prezzo lappaltatore ha diritto ad un aumento di 2000,00 (che la differenza tra laumento che si verificato nel costo dellopera e il decimo del prezzo pattuito]. Lappaltatore deve dare pronto avviso al committente dei difetti della materia da lui fornita, ovviamente se questi difetti si scoprono nel corso dellesecuzione dellopera e sono tali da comprometterne la regolare esecuzione (art. 1663). Il committente, tuttavia, ha il diritto di controllare lo svolgimento dei lavori: infatti, se accerta che il lavoro non procede secondo quanto stabilito nel contratto o secondo le regole darte, pu fissare un termine congruo entro il quale limprenditore deve togliere allopera i suoi difetti, altrimenti il contratto verr risolto e lappaltatore dovr risarcire i danni al committente (art. 1662 c.2). Il committente pu sempre recedere dal contratto, purch rimborsi allappaltatore le spese sostenute, e lo ricompensi dei lavori eseguiti e del mancato guadagno (art. 1671). Se lappaltatore muore, non c motivo di sciogliere il contratto, quando lopera o il servizio possono essere egualmente eseguiti dallimpresa del defunto: lo scioglimento, pertanto, avviene solo nellipotesi di cessazione dellimpresa o se lappalto era stato stipulato intuitu personae, cio in considerazione della particolare fiducia riposta dal committente nella persona del defunto; inoltre, se gli eredi dellappaltatore non danno affidamento per la buona esecuzione dellopera o del servizio, il committente pu recedere dal contratto (art. 1674), pagando agli eredi una somma nei limiti in cui le opere gia eseguite e le spese sostenute per lesecuzione delle opere rimanenti gli sono utili (art. 1675 c.1). Compiuta lopera, lappaltatore invita il committente a procedere a verifica per controllarne la conformit alle pattuizioni contrattuali e, quindi, a consegnarsi lopera. Lopera si considera accettata quando ricorrono queste 4 ipotesi: 1. se il committente, dopo la verifica, dichiara di accettarla; 2. se il committente non comunica allappaltatore i risultati delle verifica entro un breve termine; 3. se il committente riceve senza riserve la consegna dellopera, senza procedere a verifica;

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4. ed infine, se il committente non compie la verifica n riceve la consegna senza giusti motivi. Subito dopo laccettazione lappaltatore ha diritto al pagamento del corrispettivo, a meno che il contratto o gli usi non stabiliscano che il pagamento debba avvenire prima (art. 1665). Per quanto riguarda la responsabilit dellappaltatore diciamo che lappaltatore responsabile se lopera presenta dei vizi o difforme da quanto convenuto. Il committente pu chiedere che la difformit o i vizi siano eliminati a spese dellappaltatore oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito; se per la difformit o i vizi sono tali da rendere lopera del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente pu chiedere la risoluzione del contratto (art. 1668). La responsabilit dellappaltatore si estingue in queste 3 ipotesi: 1. se il committente ha accettato lopera, e i vizi o le difformit erano da lui conosciuti, o erano almeno conoscibili e non taciuti in mala fede dallappaltatore; 2. se il committente fa trascorrere il termine (di decadenza) di 60 giorni dalla scoperta senza denunziare i vizi allappaltatore; 3. se poi fa trascorrere il termine (di prescrizione) di 2 anni dalla consegna senza fare valere giudizialmente la responsabilit dellappaltatore o senza compiere nessun atto di messa in mora. Il committente, per, pu sempre fare valere detta responsabilit in via di eccezione quando lappaltatore agisce per il pagamento del prezzo, purch le difformit o i vizi siano stati denunziati entro 60 giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi 2 anni dalla consegna dellopera (art. 1667). La responsabilit decennale dellappaltatore inoltre stabilita nellipotesi di rovina o gravi difetti di edifici o di altre cose immobili destinate per la loro natura a lunga durata. Il committente, i suoi aventi causa e qualunque terzo che sia stato danneggiato dalla rovina o dal pericolo di rovina o dai gravi difetti della costruzione, devono denunziare i fatti dannosi entro 1 anno dalla scoperta art. 1669 c.1), e lazione del committente si prescrive entro 1 anno dalla denunzia (art. 1669 c.2).

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CONTRATTI DI INFORMATICI

FORNITURA

DI

ELABORATORI

DI

SERVIZI

LUTILIZZAZIONE DEI COMPUTERS Lo sviluppo dei calcolatori elettronici (c.d. computers) incide sempre pi sulle strutture organizzative delle imprese commerciali, le quali li utilizzano per soddisfare le proprie esigenze di raccolta e di elaborazione di dati (ad esempio, per la redazione e la tenuta della contabilit) e/o di funzionamento di elementi aziendali. Per soddisfare tali esigenze, le imprese possono avere interesse ad acquisire un sistema elettronico, pi o meno complesso. Tale sistema essenzialmente composto di un hardware (ovvero le componenti meccaniche dellelaboratore elettronico) e di un software (i c.d. programmi, ovvero i modelli operativi che forniscono allhardware la memoria necessaria per lelaborazione dei dati che vengono immessi nel computers (inputs), consentendogli di erogare le conseguenti risposte (outputs). Per lacquisizione del sistema elettronico si possono stipulare contratti aventi per oggetto la fornitura dellhardware, e contratti aventi per oggetto la fornitura dei softwares. A tal proposito opportuno specificare che il software un bene immateriale (e precisamente unopera dellingegno), per cui solitamente lutente, nellacquistare la propriet del disco o del nastro in cui inserito il programma necessario per il funzionamento dellelaboratore, deve anche pagare il diritto di utilizzarlo per le elaborazioni programmate. Spesso, le imprese fornitrici di hardwares e/o di softwares si obbligano a prestare allutente anche servizi accessori (quali: manutenzione, aggiornamento dei programmi, ecc..). Tuttavia, senza acquisire il sistema elettronico, gli utenti possono anche stipulare contratti aventi per oggetto (solo) la prestazione di servizi informatici (ad esempio, per la raccolta e la classificazione di dati contabili) raggiungendo accordi con imprese o organizzazioni non imprenditoriali che gestiscono elaboratori elettronici (centri elettronici) o anche con liberi professionisti (ad esempio, commercialisti, ragionieri), che a loro volta possono avvalersi dei suddetti centri elettronici. Inoltre, quando il fornitore dei servizi informatici un imprenditore commerciale, il contratto di fornitura assume le caratteristiche dellappalto di servizi; quando invece il fornitore un libero professionista, si in presenza di un contratto dopera.
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IL TRASPORTO Con il contratto di trasporto una parte (detta vettore) si obbliga a trasferire persone o cose da un luogo ad un altro. Lobbligo pu essere assunto dietro corrispettivo (art. 1678), e in questo caso si ha il contratto di trasporto a titolo oneroso; oppure senza corrispettivo e in questo caso invece si ha il contratto di trasporto a titolo gratuito. Se poi la prestazione del vettore avviene solo in via extracontrattuale, cio: a) senza assumere alcun obbligo
b) e

nellinteresse esclusivo del trasportato (un mio amico, sapendo che io mi reco con la mia automobile da Milano a Pavia, mi prega di trasportarlo ed io acconsento per cortesia), si ha il trasporto a titolo amichevole.

Questa distinzione molto importante per laccertamento del grado di responsabilit del vettore per i danni subiti dal trasportato. A seconda se il trasferimento ha per oggetto una persona o una cosa, si distingue il trasporto di cose dal trasporto di persone. Inoltre, a seconda del mezzo di trasporto, si distinguono il trasporto ferroviario, il trasporto automobilistico. Ed infine, a seconda dellambiente in cui il trasporto si svolge, si distinguono il trasporto terrestre, il trasporto aereo, e il trasporto marittimo. Se le cose debbono essere trasportate attraverso le linee di vari vettori, si possono seguire pi vie: o si concludono direttamente tanti contratti quanti sono i vettori, oppure si conclude un unico contratto col primo vettore, il quale si obbliga verso il mittente per lesecuzione dellintero trasporto, di guisa (cosicch) il mittente rimane estraneo ai rapporti tra il primo vettore ed i successivi (c.d. contratti di subtrasporto). Se il primo vettore si impegna a compiere il trasporto nelle proprie linee e a concludere per conto del mittente coi successivi vettori altri contratti di trasporto, assume la figura dello spedizioniere (infatti in questo caso si parla di servizio di corrispondenza o di ricarteggio). Infine, il trasporto pu essere assunto con un unico contratto da pi vettori successivi (c.d. trasporto cumulativo): che , appunto, lunico contratto che pu essere concluso con un solo vettore, con le adesioni successive degli altri.

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LOBBLIGO DEL TRATTAMENTO

VETTORE

DI

CONTRARRE

CON

PARIT

DI

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Per fare in modo che chiunque possa godere, in condizioni di parit con gli altri dei servizi delle ferrovie dello stato e delle altre imprese concessionarie che gestiscono pubblici servizi di linea, queste sono soggette al c.d. obbligo di contrarre, essendo obbligate ad accettare tutte le richieste di trasporto che ricevono, a meno che tutte le richieste siano incompatibili con i mezzi ordinari dellimpresa. Esse, inoltre, hanno lobbligo della parit di trattamento, essendo obbligate ad eseguire i contratti conclusi, senza preferenze, seguendo lordine delle richieste ed applicando a tutti gli utenti le stesse tariffe (art. 1679 c.1 e 3). Per quanto riguarda il trasporto di persone diciamo che con questo contratto il vettore si obbliga a trasferire il viaggiatore dal luogo di partenza al luogo di destinazione nel tempo stabilito. Di solito al viaggiatore viene consegnato un documento il c.d. biglietto di viaggio, che costituisce la prova dellavvenuta conclusione del contratto e che egli deve esibire per poter esigere la prestazione dal vettore (documento di legittimazione). Normalmente (ad esempio, nel trasporto ferroviario) viene dato al viaggiatore, prima dellinizio del viaggio, il diritto di recedere dal contratto e di avere rimborsato il prezzo del biglietto, con la deduzione di una modesta percentuale. Per quanto riguarda, invece, la responsabilit del vettore diciamo che nel caso in cui il viaggiatore subisca un sinistro ovvero la perdita o lavaria delle cose che trasporta con s, la legge pone una presunzione relativa di responsabilit a carico del vettore, che obbligato a risarcire il danno sofferto dal viaggiatore, a meno che non dia la prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno; pertanto affinch il vettore non sia responsabile, non sufficiente una diligenza media, ma necessaria una diligenza che escluda ogni colpa, anche lieve; sono nulle le cause del contratto che limitano la responsabilit del vettore per i sinistri che colpiscono il viaggiatore (art. 1681 c.1 e 2). Inoltre vi per entrambi i tipi di trasporto anche la responsabilit extracontrattuale del vettore fondata sul principio generale del neminem laedere previsto dallart. 2043. Non vi responsabilit contrattuale, invece, nel trasporto terrestre a titolo amichevole, dove il vettore responsabile solo in via extracontrattuale. Nei trasporti cumulativi di persone (in cui, cio, stato stipulato un unico contratto con pi vettori), obbligato al risarcimento solo quel vettore nel cui percorso si verificato il danno (art. 1682 c.1).

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Se linadempimento del vettore ha causato ritardo nellarrivo o nell interruzione del viaggio, il vettore obbligato a risarcire lintero danno subito dal viaggiatore (art. 1682 c.2), ma spesso le condizioni generali di contratto limitano tale diritto al rimborso (totale o parziale) del prezzo del biglietto. Inoltre, nel trasporto aereo pu accadere che il vettore proceda alla sovraprenotazione dei voli (c.d. overbooking); pertanto, se al momento dellaccettazione dei passeggeri (check in) il loro numero risulta superiore ai posti disponibili, quelli in eccesso non possono essere imbarcati. Di conseguenza, i passeggeri non imbarcati hanno diritto di scegliere tra il rimborso del biglietto e limbarco in un volo alternativo; in ogni caso il vettore, oltre al rimborso delle spese conseguenti al mancato imbarco, tenuto anche al pagamento immediato di una somma (detta di compensazione, appunto perch ha la finalit di compensare il negato imbarco).

Per quanto riguarda, invece, il trasporto di cose diciamo che con tale contratto il vettore si obbliga a trasportare entro il termine convenuto (c.d. termine di resa) dal luogo di partenza a quello di destinazione una o pi cose consegnategli dal mittente, il quale si obbliga a pagargli il corrispettivo (c.d. porto). Se cosi viene stabilito nel contratto, il vettore deve consegnare le cose trasportate al domicilio (c.d. resa a domicilio) del mittente o di altra persona a cui le cose sono indirizzate (detta destinataria); altrimenti, dovr consegnare le cose trasportate nel proprio stabilimento al mittente o al destinatario, dopo averli avvertiti dellarrivo (art. 1687 c.2). I diritti verso il vettore spettano al mittente dal momento della conclusione del contratto fino allo svincolo (cio, fino a quando la merce non stata lui consegnata art. 1689 c.1 ); dopo questo momento, spettano al destinatario. Il mittente ha il diritto di dare contrordini finch il destinatario non abbia operato lo svincolo, ma deve pagare le spese e i danni derivanti al vettore dal contrordine. Attraverso il contrordine il mittente pu chiedere che il trasporto sia sospeso e le merci gli siano restituite, o che le merci siano consegnate ad un diverso destinatario, oppure ancora modificare le altre condizioni del trasporto (art. 1685 c.1). Il trasporto di cose un contratto consensuale, che si conclude con le dichiarazioni delle parti, senza che sia necessario che il mittente

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consegni la merce al vettore; mentre, nel trasporto ferroviario, il contratto reale in quanto la consegna della merce necessaria per la sua conclusione. Inoltre, il mittente se il vettore lo richiede deve rilasciare un documento detto lettera di vettura, da lui sottoscritto ed in cui devono essere indicate: la natura, il peso, la quantit e il numero delle cose trasportate il luogo di destinazione e il nome del destinatario e tutte le altre clausole del contratto (art. 1683 e 1684 c.1).

Il vettore, di contro, - se il mittente lo richiede - deve rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione ovvero, se non gli stata rilasciata lettera di vettura, una ricevuta di carico, con le stesse indicazioni (art. 1684 c.2). Tuttavia, se non viene redatta la lettera di vettura col suo duplicato n rilasciata la ricevuta di carico, il contratto di trasporto ugualmente valido e pu essere provato con qualsiasi mezzo (pertanto, il contratto di trasporto un contratto a forma libera, la cui conclusione pu essere dimostrata con qualunque mezzo di prova). Nel trasporto ferroviario, il documento probatorio del contratto deve essere sempre rilasciato e peraltro la documentazione relativa al tale trasporto (ferroviario) pi complessa che negli altri trasporti, poich alla lettera di vettura (che rimane in possesso del vettore), ed al duplicato della lettera di vettura (che viene consegnato al mittente) si aggiungono:
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lavviso di arrivo, mediante il quale il vettore avverte il destinatario in tutti i trasporti senza consegna a domicilio che le merci sono giunte a destinazione; e il bollettino di consegna, nel quale invece sono ripetute le indicazioni contenute nella lettera di vettura, e viene consegnato al destinatario al momento dello svincolo, perch questi possa constatare se la merce giunta in ordine.

I TITOLI RAPPRESENTATIVI DELLA MERCE VIAGGIANTE Nei diversi tipi di trasporto (terrestre, marittimo, aereo) possono essere emessi documenti che hanno la natura giuridica dei titoli di credito rappresentativi, di titoli, cio che attribuiscono al possessore il diritto alla consegna delle merci che sono in essi specificate, il

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possesso delle medesime e il potere di disporne mediante il trasferimento del titolo stesso (art. 1996). E precisamente:
A) Nel trasporto terrestre, sono titoli rappresentativi il duplicato

della lettera di vettura o la ricevuta di carico allorquando vengono rilasciate dal vettore con la clausola allordine: pertanto, solo chi legittimato dal titolo pu esercitare di fronte al vettore i diritti derivanti dal contratto di trasporto (ad esempio, dare contrordini, chiedere la riconsegna della merce) (art. 1691 c.1). Al momento della riconsegna della merce, il possessore legittimo del titolo deve restituirlo al vettore (art. 1691 c.3).
B) Nel trasporto marittimo, sono titoli rappresentativi la polizza di

carico, la polizza ricevuto per limbarco, gli ordini di consegna. In particolare, la polizza ricevuto per limbarco e la polizza di carico sono emesse dopo la conclusione del contratto dal vettore marittimo o da un suo rappresentante (ad esempio, il comandante della nave). E precisamente la prima (cio la polizza di carico) quando le merci sono state ricevute per limbarco, ma non sono state ancora caricate sulla nave; mentre la seconda (cio la polizza ricevuto per limbarco) quando gi avvenuto il carico delle merci, cio limbarco. Questi titoli vengono emessi in due originali: luno sottoscritto dal caricatore (nel trasporto marittimo si indica con questo nome il mittente) e destinato a rimanere presso il vettore; laltro (che , poi, il titolo rappresentativo della merce) sottoscritto dal vettore e consegnato al caricatore. Il secondo originale pu essere nominativo, allordine o al portatore, e si trasferisce secondo le regole generali dei titoli di credito. Le polizze contengono le seguenti principali indicazioni: Nome e domicilio del vettore, del caricatore ed eventualmente del destinatario, il quale viene ad essere lintestatario del titolo, se questo nominativo o allordine; Luogo di destinazione; Luogo e data di caricamento e di consegna; Natura, qualit e quantit delle cose da trasportare, numero dei colli e marche che li contraddistinguono, stato delle merci e degli imballaggi; Prezzo del trasporto.

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La polizza di carico serve a trasferire, in caso di vendita della merce, il possesso di tutta la merce al compratore, e non si presta pertanto ad un funzionamento della merce in partite da vendere, consegnandone il possesso, a compratori diversi. Per consentire questo frazionamento, si pu convenire nel contratto di trasporto che il vettore, su richiesta del portatore legittimo della polizza di carico, debba emettere degli ordini di consegna, relativi a singole partite della merce rappresentata dalla polizza, con cui si ordina al comandante della nave di consegnare le diverse partite ai possessori dei titoli frazionati. Anche gli ordini di consegna possono essere nominativi, allordine o al portatore, e sono regolati in modo analogo alla polizza di carico. Inoltre, si hanno anche ordini di consegna impropri, poich pur contenendo lordine per il comandante della nave di consegnare le merci al possessore, non sono per emessi dal vettore (o da un suo rappresentante), ma dallo stesso possessore della polizza di carico.

C) Nel trasporto aereo, titolo rappresentativo la lettera di

trasporto aereo che viene emessa in 3 originali, e precisamente: il primo originale porta lindicazione per il vettore, firmato dal mittente e rimane presso il vettore; il secondo originale porta lindicazione per il destinatario, firmato dal mittente e dal vettore, ed accompagna nel viaggio le cose trasportate; il terzo originale (che costituisce il titolo rappresentativo delle merci) firmato dal vettore e consegnato al mittente, che pu cos trasferirlo a terzi trasmettendo il possesso e la disponibilit della merce.

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LESECUZIONE DEL RAPPORTO DI TRASPORTO Il vettore deve consegnare al destinatario le cose trasportate nel termine di resa; resa che deve avvenire al domicilio del destinatario, solo se si stabilito nel contratto. Le cose trasportate possono essere gravate da assegni; ci significa che il mittente ha dato disposizioni al vettore di non consegnare le cose trasportate al destinatario, se prima questi non paga una determinata somma, che di solito costituisce il prezzo della merce e che il vettore riscuote per conto del mittente. Se il destinatario ritira le cose con ritardo, il vettore ha diritto ad uno speciale compenso a titolo di sosta. Se, invece, il destinatario non ritira le cose trasportate, il vettore deve chiedere istruzioni al mittente; poich in mancanza (di tali istruzioni), se le cose sono

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soggette ad un rapido deterioramento, il vettore pu farle vendere osservando la disciplina dellesecuzione coattiva della vendita, ed informandone prontamente il mittente (artt. 1686 e1690). Se il porto assegnato, e il destinatario non lo paga, il vettore deve richiederne il pagamento al mittente; se anche questi non provvede al pagamento, il vettore che sulla merce ha un privilegio per il suo credito pu ricorrere alla procedura esecutiva (disposta dagli artt. 2796 e 2797). Pertanto il vettore, per mezzo di un atto notificato da un ufficiale giudiziario, pu intimare al mittente di pagare, avvertendolo che in mancanza si proceder alla vendita delle cose trasportate; dopo 5 giorni da detta intimazione, se il mittente non paga il porto o non fa opposizione allautorit giudiziaria, le cose trasportate possono essere vendute al pubblico incanto o, se hanno un prezzo di mercato, al prezzo corrente (sulla somma cosi ricavata il vettore pu realizzare il proprio privilegio, soddisfacendosi prima degli altri creditori del mittente).

LA RESPONSABILIT DEL VETTORE NEL TRASPORTO DI COSE Se le cose trasportate giungono avariate o addirittura si perdono, il vettore obbligato a risarcire il danno, a meno che non provi che lavaria o la perdita siano state causate o da caso fortuito (ad esempio, un furto inevitabile perch avvenuto in modo violento ed in circostanze di luogo e di tempo imprevedibili), o da un fatto del mittente o del destinatario o dalla natura delle cose (ad esempio, si trattava di merce per sua natura deteriorabile in 3 giorni, ed invece il termine di resa era di 10 giorni) o ancora da vizi delle cose stesse o dal loro imballaggio. Vi perci una presunzione di responsabilit a carico del vettore, che pu superarla solo offrendo la prova positiva e specifica dellevento incolpevole che ha cagionato il suo inadempimento, e rimane quindi obbligato al risarcimento dei danni anche se lavaria o la perdita sono avvenute nonostante egli provi di avere usato lordinaria diligenza (ad esempio, che il furto avvenuto nonostante le cose siano state sempre custodite). N deriva che la responsabilit del vettore una responsabilit aggravata; essa pu per essere attenuata mediante le clausole contrattuali, le quali stabiliscono che si presumono dovuti a caso fortuito quegli eventi che normalmente dipendono da caso fortuito (art. 1694). Il diritto al risarcimento spetta al destinatario dopo lo svincolo, poich prima di questo momento spetta al mittente.
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In caso di avaria o di perdita, il danno viene calcolato secondo il prezzo delle cose trasportate nel luogo di destinazione, senza tener conto se il danno sofferto dal destinatario sia maggiore o minore (art. 1696). A differenza dei trasporti cumulativi di persone, nei trasporti cumulativi di cose sono obbligati al risarcimento del danno tutti i vettori in modo solidale (in quanto difficile stabilire in quale tratto del percorso il sinistro si verificato). Il mittente infatti pu pretendere il risarcimento del danno da tutti i vettori e non ha importanza sapere in quale tratto del percorso il sinistro si verificato. Tuttavia opportuno specificare che, nei rapporti interni fra i vettori invece ha importanza sapere in quale tratto del percorso ha avuto luogo linadempimento, infatti se si prova che il danno avvenuto nel percorso di un determinato vettore, questi che deve subire il danno e rimborsare dunque coloro che hanno indennizzato il mittente o il destinatario; poich se viceversa non c detta prova, il danno si divide tra tutti i vettori in parti proporzionali alla lunghezza dei percorsi, con esclusione di quei vettori i quali provino che il danno non avvenuto nel proprio tratto (art. 1700 c.2). Il destinatario per procurarsi una prova dellavaria o della perdita ha il diritto di fare accertare (verifica) prima della riconsegna lidentit o lo stato delle cose trasportate: se non esiste n avaria, n perdita, le spese della verifica sono a carico del destinatario; in caso contrario, sono a carico del vettore (art. 1697). Lobbligo del vettore di risarcire il danno si estingue se il destinatario riceve le cose e paga il porto senza fare riserve, nonostante sia riconoscibile unavaria o la perdita parziale: non si ha estinzione dellobbligo solo se lavaria o la perdita stata causata da dolo o colpa grave del vettore. In caso di avaria o perdita parziale non riconoscibile il diritto al risarcimento si estingue se il danno non denunziato appena conosciuto e non oltre 8 giorni dopo il ricevimento delle cose; ma poich il destinatario deve provare che lavaria o la perdita parziale avvenuta mentre le cose erano in possesso del vettore e non dopo il ricevimento.
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LA PRESCRIZIONE DELLE AZIONI CONTRO IL VETTORE Le azioni derivanti dal contratto di trasporto si prescrivono normalmente in 1 anno. E precisamente, si prescrivono in 18 mesi se il trasporto ha inizio o termine fuori dEuropa.

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opportuno specificare che questi termini decorrono dallarrivo a destinazione della persona; nel trasporto di cose, dal giorno del sinistro o, se non vi stato nessun sinistro, dal giorno in cui avvenuta o sarebbe dovuto avvenire la riconsegna delle cose trasportate (art. 2951 c.3). IL CONTRATTO DI VIAGGIO TURISTICO A seguito dello sviluppo dei mezzi di trasporto, che consentono rapidi spostamenti nazionali ed internazionali, delle strutture presenti nelle localit turistiche, e del miglioramento delle condizioni culturali e reddituali di molte popolazioni, si incrementata lofferta nel mercato di c.d. pacchetti turistici da parte di imprenditori che organizzano per un prezzo forfetario appositi viaggi, in corrispondenza dellitinerario proposto (dellalloggio, dei pasti e degli altri servizi). Lorganizzatore, inoltre, ha la possibilit di ottenere dai vettori, dagli albergatori e dagli altri prestatori dei diversi servizi prezzi pi bassi delle normali tariffe e, quindi, pu offrire un servizio tutto compreso inferiore allammontare che sarebbe costituito dalla somma dei prezzi corrispondenti a ciascuno dei diversi servizi. Gli utenti, di contro, sono sollevati dalle cure e dalle difficolt dellorganizzazione dei viaggi e dal rischio degli imprevisti. La materia regolata, in attuazione di una direttiva comunitaria, dal d.lgs. 6 settembre 2005 n. 206, in base alla quale i pacchetti turistici preorganizzati hanno ad oggetto i viaggi, le vacanze ed i circuiti tutto compreso, risultanti dalla combinazione di almeno 2 dei seguenti elementi: a) il trasporto b) lalloggio c) i servizi turistici non accessori al trasporto o allalloggio (ad esempio, litinerario, le visite, le escursioni, ecc..). Inoltre opportuno specificare che, affinch il contratto di viaggio turistico sia soggetto alla disciplina del decreto legislativo, occorre che i pacchetti turistici siano venduti od offerti in vendita ad un prezzo forfetario, e che siano di durata superiore alle 24 ore o si estendano per un periodo di tempo comprendente almeno una notte (art. 84). Lorganizzatore dei viaggi pu vendere direttamente o tramite un venditore (art. 3 c.2). pacchetti turistici
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Lacquirente dei pacchetti denominato consumatore, con il quale si intende:

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o la persona (c.d. contraente principale) che acquista o si obbliga ad acquistare servizi tutto compreso; o le persone per conto delle quali il contraente principale acquista in nome proprio i servizi (c.d. beneficiari dei servizi: ad esempio, moglie, figli,); o, infine, anche le persone a cui il contraente principale o i beneficiari cedono i contratti di viaggio che hanno per oggetto i pacchetti acquistati (c.d. cessionari dei servizi tutto compreso) (art. 83 c.1 lett. c).

La disciplina del contratto di viaggio turistico ispirata a 2 esigenze fondamentali: 1) la completezza dellinformazione del consumatore, che devessergli fornita dallorganizzatore o dal venditore anche con riferimento agli aspetti regolati dalla stessa legge; 2) e la corrispondenza tra i servizi proposti e prepagati e i servizi effettivamente prestati. Pertanto, sia lorganizzatore che il venditore devono fornire al consumatore gi prima della conclusione del contratto le notizie rilevanti del viaggio e, se gli pongono a disposizione un opuscolo informativo (c.d. dpliant), le informazioni in esso indicate devono essere chiare e precise. Quanto alla forma diciamo che il contratto di viaggio devessere redatto per iscritto, ed una copia sottoscritta dallorganizzatore o dal venditore devessere consegnata al consumatore (art. 85). Quanto, invece, al contenuto diciamo che il contratto di viaggio deve contenere tutte le informazioni indicate nellart. 87, e precisamente: oltre allindicazione del prezzo e delle caratteristiche principali del viaggio (quali, itinerari, alberghi, pasti, coperture assicurative), devono essere anche indicati gli effetti del recesso del consumatore o dellannullamento del viaggio, nonch i termini di presentazione dei reclami per linadempimento o linesatta esecuzione del rapporto. Gli effetti sono disposti dallart. 92. E precisamente, in caso di recesso del consumatore, perch si sono verificate le condizioni per la revisione del prezzo concordato, o perch lorganizzatore stato costretto a modificare in modo significativo uno o pi elementi del contratto; o di annullamento del viaggio, cancellato prima della partenza per qualsiasi motivo diverso dalla colpa del consumatore, il rimborso della somma di denaro gi corrisposta.
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Nei casi di recesso per modifica delle condizioni contrattuali o di annullamento del viaggio, il consumatore ha inoltre diritto di essere risarcito di ogni ulteriore danno; anche se tale risarcimento non dovuto, se la cancellazione del viaggio dipesa da forza maggiore. In caso di inadempimento, lorganizzatore e il venditore sono obbligati al risarcimento dei danni, secondo le rispettive responsabilit, se non provano che linadempimento stato determinato dalla impossibilit della prestazione derivante da causa a loro non imputabile (art. 93 c.1). Per quanto riguarda i termini di eventuali reclami, lart. 98 dispone che: ogni mancanza nellesecuzione del contratto deve essere contestata dal consumatore senza ritardo affinch lorganizzatore, il suo rappresentante locale o laccompagnatore vi pongano tempestivamente rimedio; e che il consumatore pu altres sporgere reclamo mediante linvio di una raccomandata, con avviso di ricevimento, allorganizzatore o al venditore, entro e non oltre 10 giorni lavorativi dalla data di rientro presso la localit di partenza. Inoltre, presso il Ministero delle attivit produttive istituito un fondo nazionale di garanzia per consentire, qualora si verifichi linsolvenza o il fallimento dellorganizzatore o del venditore del viaggio turistico, il rimborso del prezzo versato ed il rimpatrio del consumatore nel caso di viaggi allestero (art. 100).

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IL DEPOSITO IN ALBERGO E NEI MAGAZZINI GENERALI Nel contratto dalbergo, lalbergatore, contro un corrispettivo in denaro, si obbliga ad alloggiare il cliente in uno o pi locali dellalbergo, convenientemente mobilitati e forniti di adeguati servizi e di solito a fornirgli le bevande e i cibi richiesti. Il codice regola la responsabilit dellalbergatore nellipotesi in cui il cliente subisca la sottrazione, la perdita o il deterioramento delle cose che ha con s (art. 1783); e precisamente, si distinguono 2 ipotesi:
a) e cio, lipotesi in cui dal cliente le cose sono state consegnate

in custodia allalbergatore, o che questi ha rifiutato di ricevere pur avendo lobbligo di accettarle (art. 1784);
b) e lipotesi in cui si tratta di cose dal cliente portate in albergo

(intendendosi per tali, oltre a quelle nellalloggio, anche quelle consegnate allalbergatore o ad un suo dipendente onde vengano custodite fuori dellalbergo per il periodo in cui il cliente dispone dellalloggio).

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Nella prima ipotesi (a), la responsabilit dellalbergatore illimitata; mentre nella seconda (b), la sua responsabilit limitata al valore della perdita sino allequivalente di 100 volte il prezzo di locazione dellalloggio per giornata. Da questa responsabilit (sia illimitata sia limitata) lalbergatore pu liberarsi solo provando che la perdita o il deterioramento sono dovuti: 1) al cliente, alle persone che laccompagnano, che sono al suo servizio o gli rendono visita; 2) a forza maggiore; 3) alla natura della cosa (art. 1785). Il cliente, appena constata il danno, ha lobbligo di denunciarlo senza ingiustificato ritardo allalbergatore, altrimenti questi non ne risponde, a meno che si tratti di danno causato da colpa grave, sua o dei suoi familiari o dipendenti. Infatti, i patti o le dichiarazioni volte ad escludere o limitare preventivamente la responsabilit dellalbergatore sono nulli. Tuttavia opportuno specificare che, questa disciplina della responsabilit non si applica ai veicoli, alle cose lasciate negli stessi, n agli animali vivi; pertanto, se veicoli o animali vengono affidati alla custodia dellalbergatore, questi obbligato come depositario (art. 1766), e quindi deve custodirle con la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1768), sottraendosi ad ogni responsabilit solo se prova che il danno dipeso da una causa a lui non imputabile (artt. 1218, 1780). La stessa responsabilit degli albergatori, prevista per gli imprenditori titolari di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, stabilimenti balneari, pensioni, trattorie, carrozze letto e simili (ad esempio, campeggi turistici: art. 1786).

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Quanto al deposito nei magazzini generali, diciamo innanzitutto che i magazzini generali sono luoghi di deposito particolarmente attrezzati per garantire ai depositanti una conservazione razionale della loro merce. In particolare, le imprese di deposito nei magazzini generali sono soggette ad autorizzazione ed a vigilanza governativa. Esse sono obbligate, finch dispongono di spazio, a prendere in deposito tutte le merci comprese nelle loro tariffe. Spesso il deposito nei magazzini generali un deposito alla rinfusa, nel senso che il depositante consente che la sua merce venga unita a quella di altri depositanti (ad esempio, in modo da formare un solo cumulo di grano); in questo caso, il depositante non ha pi un diritto esclusivo sulla sua merce, ma un diritto di comunione (insieme agli altri depositanti) sulla merce riunita in una sola massa. Se il deposito

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alla rinfusa, i magazzini generali non possono rilasciare la fede di deposito e la nota di pegno relative alla merce depositata, giacch in quei titoli devono essere indicati gli estremi atti a individuare le merci rappresentate (art. 1790).

La responsabilit dellimprenditore esercente i magazzini generali pi grave della responsabilit degli altri depositari. Invece, lesercente i magazzini, per essere esente da responsabilit, deve fornire la prova positiva che la perdita o il calo o lavaria sono dovuti ad una di queste 4 cause specifiche: 1) il caso fortuito 2) la natura delle merci 3) i vizi delle merci 4) limballaggio (art. 1787). Di conseguenza, i danni derivanti da cause ignote sono a suo carico. Inoltre, lesercente i magazzini previo avviso al depositante pu fare vendere le merci per mezzo di un pubblico mediatore, nelle seguenti 3 ipotesi: a) quando il deposito a tempo determinato e, scaduto il termine, le merci non sono state ritirate; b) quando il deposito a tempo indeterminato, ed decorso un anno dalla data del deposito; c) quando le merci sono minacciate di deperimento. Il ricavato della vendita, dedotte le spese e quanto altro spetta ai magazzini generali, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto (art. 1789 c.2).

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I TITOLI RAPPRESENTATIVI DELLA MERCE DEPOSITATA: FEDE DI DEPOSITO E NOTA DI PEGNO I magazzini generali a richiesta di chi ha depositato presso di essi una determinata quantit di merce specificata devono rilasciare congiuntamente, staccandole da un unico registro a matrice (art. 1791 c.2), una fede di deposito ed una nota di pegno, intestate al depositante o ad un terzo da questi designato, e contenenti le seguenti indicazioni: a) il cognome, il nome o la ditta e il domicilio dellintestatario;

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b) il luogo del deposito; c) la natura e la quantit delle merci depositate e gli altri estremi per lindividuazione; d) posizione doganale della merce e sua eventuale assicurazione (art. 1790). In particolare, fede di deposito e nota di pegno sono titoli di credito rappresentativi (che per, possono essere emessi solo con la clausola allordine), per cui il portatore legittimo di essi ha diritto ad avere riconsegnate le merci dal magazzino generale, ed ha anche il diritto di chiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in pi partite e che per ogni partita gli siano rilasciate una fede di deposito ed una nota di pegno distinte (art. 1793 c.1). Pertanto, quando lintestatario dei titoli vende la merce, per consegnare il possesso al compratore, non ha che a girargli e a consegnarli entrambi i titoli. Pu accadere, per, che i due titoli (piuttosto che circolare congiuntamente) circolino separatamente. Infatti, con questi titoli di deposito, lintestatario ha anche la possibilit di dare in pegno le merci per ottenere finanziamenti: per questo effetto, sufficiente girare e consegnare la sola nota di pegno, costituendo cos un diritto cartolare di credito garantito da un diritto di pegno sulla merce, e pertanto il portatore legittimo della nota di pegno legittimato sia a pretendere ladempimento del credito cartolare sia a realizzare in caso di inadempimento il diritto di pegno costituito a garanzia del credito stesso. La prima girata della sola nota di pegno deve indicare lammontare e la scadenza del credito concesso dal giratario, e lindicazione degli interessi. Questa prima girata, corredata da queste indicazioni, deve essere trascritta sulla fede di deposito e controfirmata dal giratario, in modo che ogni (successivo) titolare della fede di deposito venga a conoscenza dellammontare del credito e della sua scadenza (art. 1794 c.1). Se nella girata della nota di pegno non si indica lammontare del credito, il possessore della nota in buona fede pu pretendere lintero valore delle cose depositate. Il portatore legittimo della sola fede di deposito pu ritirare la merce solo se deposita presso i magazzini generali la somma che risulta dovuta al creditore pignoratizio. Venuta la scadenza del credito garantito dal pegno, il portatore legittimo della nota di pegno ne chieder il pagamento al debitore principale, cio al primo girante della nota di pegno (che colui che

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ha ottenuto il finanziamento); se questi ancora il portatore della fede di deposito, provvede al pagamento e cos, ottenendo la restituzione della nota di pegno, riunisce in s di nuovo i due titoli e pu senzaltro farsi riconsegnare la merce dai magazzini generali; se invece ha girato ad altri la (sola) fede di deposito, ma alla scadenza del debito provvede egualmente a pagare il possessore della nota di pegno, resta surrogato nei diritti di questultimo e pu procedere alla vendita delle cose depositate decorsi 8 giorni dalla scadenza del credito (art. 1796 c.2). Pertanto, lattuale titolare della fede di deposito, privo della nota di pegno, essendo informato della scadenza del credito garantito dalla nota di pegno dalla trascrizione che sulla fede di deposito stata fatta nella prima girata della nota di pegno, sa che dopo 8 giorni da detta scadenza la merce corre il rischio di essere venduta. Per la soddisfazione del suo credito, il portatore della nota di pegno ha azione contro il debitore principale (primo girante della nota), contro gli altri giranti della nota di pegno e contro i giranti della fede di deposito. Dunque, per agire in regresso contro gli altri giranti della nota di pegno, il creditore pignoratizio non solo deve avere proceduto alla vendita della merce gravata dal pegno (art. 1797 c.1), ma inoltre alla scadenza del credito deve avere levato tempestivamente il protesto ed entro 15 giorni dal protesto deve anche avere fatto istanza per la vendita delle cose depositate. Lazione di regresso si prescrive in 1 anno. Anche se il creditore pignoratizio ha perduto o per decadenza o per prescrizione lazione di regresso contro i giranti della nota di pegno successivi al primo girante (debitore principale), tuttavia conserva lazione contro questultimo e contro i giranti della fede di deposito: azione che si prescrive in 3 anni (art. 1797 c.4).

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CONTRATTI CON FUNZIONE AUSILIARIA IL MANDATO Il mandato il contratto con il quale una parte (detta mandatario) si obbliga a compiere uno o pi atti giuridici (di solito, contratti) per conto dellaltra parte (detta mandante) (art. 1703). proprio il compimento di atti giuridici che consente di distinguere il mandato da altri contratti affini, quali ad esempio: lappalto, il trasporto o il contratto dopera.

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Il mandato pu anche essere a titolo gratuito, ma di solito a titolo oneroso (art. 1709), e quindi il mandante obbligato a ricompensare il mandatario per lattivit prestatagli. La misura del compenso, se non stata stabilita nel contratto, determinata in base alle tariffe professionali o agli usi; in mancanza, determinata dal giudice. Se il mandatario incaricato di compiere uno o alcuni atti determinati, il mandato si dice speciale; se, invece, incaricato di compiere tutti gli atti giuridici che interessano il mandante, il mandato si dice generale. Tuttavia opportuno specificare che il mandato generale comprende, per, solo gli atti di ordinaria amministrazione (art. 1708 c.2). Se il mandante un imprenditore commerciale, il mandatario pu essere definito un suo ausiliario: per a differenza degli institori, dei procuratori e dei commessi, egli un ausiliario autonomo, perch non vincolato da un rapporto di lavoro subordinato.

IL MANDATO CON RAPPRESENTANZA E SENZA RAPPRESENTANZA Il mandato, essendo un contratto, un negozio giuridico bilaterale, perch costituito dalle dichiarazioni di volont di entrambe le parti. Al mandato, si pu aggiungere la procura, che invece un negozio unilaterale, poich costituito dalla dichiarazione di volont del solo mandante. E precisamente, con la procura, il mandante conferisce al mandatario il potere di rappresentanza; pertanto, si possono distinguere mandatari con rappresentanza e mandatari senza rappresentanza (art. 1704 e 1705). Il mandatario con rappresentanza compie tutti gli atti giuridici in nome del mandante, cio dichiara al terzo che il soggetto degli effetti dellatto il mandante; pertanto, se il mandatario compra un bene determinato, la propriet del bene viene acquistata dal mandante, il quale obbligato a versare il prezzo al terzo venditore. Il mandatario senza rappresentanza, invece, compie gli atti giuridici per conto del mandante, ma in nome proprio. I terzi non entrano in rapporti con il mandante, anche se sapevano dellesistenza del mandato, e che quindi il mandatario agiva nellinteresse del mandante. Pertanto il mandatario che diventa titolare dei crediti e dei debiti derivanti dagli atti conclusi, anche se si ammette che il mandante possa esercitare i diritti di credito del mandatario, sostituendosi allo stesso (art. 1705 c.2).

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Nei rapporti tra mandante e mandatario gli effetti degli atti compiuti devono essere attribuiti al mandante, pertanto questultimo deve fornire al mandatario i beni necessari per adempiere le obbligazioni assunte verso i terzi, ed inoltre egli deve porre a disposizione del mandante i beni acquistati per suo conto (somme di denaro, beni mobili e immobili). Per le somme di denaro, per i beni immobili e per i beni mobili iscritti in pubblici registri, il mandatario obbligato a trasferirne la propriet al mandante (art. 1706 c.2), e se non lo fa il mandante pu chiedere allautorit giudiziaria che, questo, trasferimento avvenga mediante sentenza. Per i beni mobili, invece, il mandatario obbligato a trasferirne solo il possesso, il che significa che la propriet degli stessi appartiene al mandante fin dal momento dellesecuzione del mandato (ci si desume dallart. 1706 c.1, il quale attribuisce al mandante lazione di rivendicazione). Quanto alla forma diciamo che, il mandato un contratto a forma libera (pu essere, cio, concluso in qualsiasi forma); tuttavia, se il mandato (anche quello senza rappresentanza) ha per oggetto lacquisto o lalienazione di beni immobili, esso devessere conferito per iscritto a pena di nullit.

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GLI ALTRI OBBLIGHI DEL MANDANTE E DEL MANDATARIO

Il mandante, oltre al pagamento del compenso, obbligato a rimborsare al mandatario le somme dallo stesso anticipate, con gli interessi dal giorno dellanticipo (art. 1720). Per assicurargli la soddisfazione dei suoi crediti, la legge stabilisce che il mandatario privilegiato sulle cose che detiene in esecuzione del mandato e sui crediti pecuniari scaturiti dagli affari che ha concluso e pu vendere le cose soggette a privilegio come se sulle stesse avesse un diritto di pegno. Il mandatario deve eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1710 c.1), seguendo le istruzioni ricevute e discostandosene solo quando circostanze ignote al mandante e non comunicabili in tempo facciano ragionevolmente ritenere che lo stesso mandante avrebbe modificato le istruzioni originarie.

Quanto alleccesso di potere diciamo che, se il mandatario eccede i limiti del mandato, il mandante pu decidere: o di ratificare latto compiuto dal mandatario, e quindi (con la ratifica) accettarne gli effetti per s;

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oppure pu rifiutarne la ratifica, e lasciare gli effetti dellatto a carico del mandatario (art. 1711 c.1). In questultimo caso, se il mandatario era privo del potere di rappresentanza, latto si considerer compiuto per proprio conto; se, invece, il mandatario aveva la rappresentanza, egli non sar tenuto ad acquistare la merce al prezzo pattuito, ma sar soltanto responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validit del contratto.

Per quanto riguarda lesecuzione del mandato diciamo che, il mandatario pu eseguire il mandato per mezzo di unaltra persona (sostituto). Per stabilire se il mandatario sia ( o meno) responsabile delle eventuali colpe del sostituto, bisogna distinguere se il mandante avesse o meno autorizzato detta istituzione: a) in caso di autorizzazione, con indicazione da parte del mandante delleventuale sostituto, il mandatario non risponde delloperato del sostituto; se, viceversa, il sostituto stato scelto dal mandatario, questi ne risponde se ha commesso colpa nella scelta (art. 1717 c.2); b) se la sostituzione non era autorizzata n era necessaria per la natura dellincarico, il mandatario risponde delloperato del sostituto e perci, in caso di colpa del sostituto, sono direttamente responsabili verso il mandante sia il mandatario che il sostituto (art. 1717 c.1 e 3). Il mandatario, inoltre, deve avvisare senza ritardo il mandante dellesecuzione del mandato, rendergli il conto degli affari compiuti e rimettergli tutto ci che ha ricevuto in esecuzione del mandato (art. 1712 e 1713). Se i terzi, con i quali il mandatario ha concluso degli affari, non eseguono le loro obbligazioni, il mandatario non responsabile. Egli, infatti, responsabile solo se allepoca del contratto conosceva o avrebbe dovuto conoscere linsolvenza delle controparti, ovvero se la sua responsabilit stata prevista nel contratto di mandato (art. 1715). Se il mandato gratuito, la responsabilit del mandatario per colpa valutata con minore rigore (art. 1710 c.1).

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Nel mandato, inoltre, pu essere aggiunta la c.d. clausola di esclusiva, e precisamente: se lesclusiva a favore del mandatario, il mandante non pu nominare altri mandatari nella stessa zona; se, invece, a favore del mandante, il mandatario non pu assumere altri mandati nella stessa zona e per lo stesso genere di affari; se, infine, a favore di entrambi, si producono ambedue dette conseguenze.

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LESTINZIONE DEL MANDATO Il rapporto di mandato si estingue per le seguenti cause (previste dallart. 1722): 1. Scadenza del termine o compimento, da parte del mandatario, dellaffare per il quale il mandato stato conferito.
2. Morte,

interdizione o inabilitazione del mandante o del mandatario. Se per il mandato ha per oggetto il compimento di atti relativi allesercizio di unimpresa, e limpresa viene continuata, il mandato non si estingue: tuttavia, ciascuna delle parti, e i loro eredi, hanno il diritto di recedere dal rapporto.

3. Revoca del mandante. E precisamente, questi rimane per obbligato al risarcimento del danno in 3 ipotesi: a. Se il mandato era a titolo oneroso e a tempo indeterminato, ed egli lo ha revocato senza giusta causa o senza preavviso (art. 1725 c.2); b. Se il mandato era a titolo oneroso ed era stato conferito per un tempo determinato o per un determinato affare, e la revoca fatta senza giusta causa prima della scadenza del termine o prima del compimento dellaffare c. Se era stata convenuta la irrevocabilit del mandato, e la revoca compiuta senza una giusta causa (art. 1723 c.1). 4.Rinunzia del mandatario. E questi tenuto al risarcimento danno in 2 ipotesi: del

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a. Se il mandato a tempo indeterminato, e il mandatario rinunzia senza una giusta causa o senza preavviso; b. Se il mandato a tempo determinato o per un determinato affare, e il mandatario rinunzia senza giusta causa (art. 1727 c.1). Tuttavia, negli artt. 1723-1730 contenuta una disciplina pi dettagliata delle cause di estinzione del mandato.

LE ASSOCIAZIONI TEMPORANEE DIMPRESA PER LESECUZIONE DI OPERE PUBBLICHE Spesso pi imprenditori possono decidere di riunirsi insieme per eseguire un opera di dimensioni molto rilevanti o che presenti

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caratteristiche tecniche che possono essere soddisfatte dalluna o dallaltra impresa. Per lesecuzione dellopera potrebbe anche essere costituita una societ, un consorzio o una societ consortile, o anche farsi ricorso ad un contratto di associazione in partecipazione. La legislazione speciale in tema di appalti pubblici ammette che possono partecipare alle gare per laggiudicazione dei lavori, presentando apposite offerte congiunte oltre a imprese individuali e sociali, a consorzi formati da imprese commerciali, artigiane e cooperative anche associazioni temporanee di imprese, appositamente raggruppate. Le singole imprese facenti parte del gruppo risultato aggiudicatario della gara devono conferire, con un unico atto, mandato speciale con rappresentanza ad una di esse, designata quale capogruppo; in particolare, si tratta di una mandato collettivo, perch esso viene conferito da pi persone con unico atto e per un affare di interesse comune (art. 1726). Il mandato conferito allimpresa capogruppo deve risultare da scrittura privata autenticata (art. 2703). Esso per legge gratuito ed irrevocabile. Allimpresa capogruppo spetta la rappresentanza esclusiva, anche processuale, delle imprese mandanti nei confronti dellamministrazione appaltante. Tutte le imprese sono per solidalmente responsabili nei confronti della stessa Amministrazione appaltante, la quale pu agire direttamente nei confronti di ciascuna di esse.

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I CONTRATTI DI DISTRIBUZIONE: -

COMMISSIONE CONCESSIONE E AFFILIAZIONE COMMERCIALE (FRANCHISING)

Quando il mandato (senza rappresentanza) ha per oggetto la compera o la vendita di beni in nome del mandatario e per conto del mandante, si denomina commissione, e precisamente: il mandante si chiama committente e il mandatario invece commissionario (art. 1731). Spesso, il committente un produttore che affida al commissionario i rapporti con la clientela, talvolta assicurandole anche lassistenza tecnica.

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Al commissionario spetta una provvigione sugli affari conclusi, la cui misura, se non stabilita dalle parti o dalle tariffe professionali, si determina secondo gli usi del luogo in cui compiuto laffare; in mancanza, determinata dal giudice secondo equit (art. 1733). Se il committente revoca la commissione, al commissionario spetta una parte della provvigione, che si determina tenendo conto delle spese sostenute e allopera prestata (art. 1734). Se nel contratto nulla stabilito circa il potere del commissionario di concedere dilazioni di pagamento (c.d. vendite a fido), bisogna accertare se gli usi del luogo in cui si compie loperazione attribuiscono o meno questo potere al commissionario: se gli usi gli danno questo potere, il commissionario che ha concesso dilazioni di pagamento deve indicare al committente la persona del contraente e il termine concesso (art. 1732 c.3); se il commissionario non fa detta comunicazione, o se gli usi non gli danno il potere di fare fido, o se nel contratto gliene stato fatto divieto, il committente pu esigere dal commissionario che ha concesso dette dilazioni il pagamento immediato della merce venduta (art. 1732 c.2). Il contratto o gli usi possono stabilire che il commissionario responsabile verso il committente per la mancata esecuzione del contratto da parte del terzo contraente, cio di colui a cui il commissionario ha venduto la cosa o da cui il commissionario lha comprata c.d. star del credere . In questo caso, cio quando stabilito lo star del credere, per tale responsabilit al commissionario spetta una maggiore provvigione, la quale stabilita dal contratto o dagli usi; in mancanza anche di usi, determinata dal giudice secondo equit (art. 1736). Il contratto di concessione di vendita, il contratto nel quale le imprese produttrici si obbligano a concedere in vendita, rifornendolo continuamente, i propri prodotti ad un altro imprenditore (detto concessionario), il quale ne acquista cosi la propriet, assumendo verso il concedente lobbligo di promuovere la rivendita ai terzi. Nei contratti di concessione, sono di solito previste clausole per cui il concessionario acquista il diritto di usare nella pubblicit il nome e i marchi del concedente, ricevendone anche ricambi ed assistenza tecnica; a sua volta, il concessionario assume lobbligo di assicurare, con una idonea organizzazione della propria azienda, i servizi di garanzia e di assistenza alla clientela (il contratto di concessione particolarmente diffuso per la vendita di autoveicoli, di prodotti meccanici ed informatici).
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Il contratto di affiliazione (franchising) il contratto con il quale limpresa affiliante, anche se utilizza per la vendita al pubblico proprie sedi secondarie;inoltre, stipula accordi con altri imprenditori del settore (detti affilianti), cosicch costoro vendano al pubblico nelle loro sedi i prodotti dellaffiliante, svolgendo cos un servizio ausiliario allampliamento dellattivit di distribuzione; a tali fini concedendo agli affiliati la disponibilit, verso un corrispettivo, di uninsieme di diritti di propriet industriale o intellettuale relative a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilit, disegni, diritti dautore, know how, brevetti, eccc Di conseguenza, gli affiliati si obbligano ad adottare modalit di vendita simili a quelle usate nelle succursali dellaffiliante. I contratti di affiliazione (franchising) possono essere utilizzati in ogni attivit economica (art. 1 c.2) e devono essere redatti per iscritto a pena di nullit (art. 3 c.1). Le norme legislative tendono soprattutto a tutelare la posizione degli affiliati, in quanto sono considerati contraenti deboli. A sua volta, laffiliato ha per legge lobbligo di osservare e di fare osservare ai propri collaboratori e dipendenti, anche dopo lo scioglimento del contratto, la massima riservatezza sul contenuto dellattivit oggetto di franchising (art. 5).

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IL CONTRATTO DI SPEDIZIONE Quando il mandato (senza rappresentanza) ha per oggetto la conclusione di un contratto di trasporto per conto del mandante e in nome del mandatario, il contratto si denomina spedizione (e precisamente il mandatario lo spedizioniere e il mandante il committente) [art. 1737]. La differenza tra contratto di trasporto e contratto di spedizione dipende dal contenuto dellobbligo assunto, e precisamente: se si assume lobbligo di trasportare la merce, si ha un contratto di trasporto, sia che si esegua lobbligo mediante attivit e mezzi propri e sia che si esegua lobbligo con mezzi altrui; se invece si assume lobbligo di concludere un contratto di trasporto per conto del committente, si ha la spedizione. Spesso lo spedizioniere si assume sia gli obblighi del vettore, in quanto si obbliga a trasportare la merce dalla residenza del committente fino allo stabilimento del vettore; e sia quelli dello spedizioniere, in quanto dopo detto trasporto deve concludere un contratto di trasporto per conto del committente (art. 1741).

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Fino a quando lo spedizioniere non ha concluso il contratto di trasporto con il vettore, il committente pu revocare lordine di spedizione, rimborsando allo spedizioniere le spese sostenute e corrispondendogli un equo compenso per lattivit prestata (art. 1738). Se non stabilito dal contratto o dagli usi lo spedizioniere non ha lobbligo di assicurare le cose spedite (art. 1739 c.2). Se la misura della provvigione non fissata nel contratto, essa si determina secondo le tariffe professionali o in mancanza secondo gli usi del luogo in cui avviene la spedizione; oltre alla provvigione, lo spedizioniere ha diritto al rimborso delle spese anticipate e ad un compenso per le eventuali prestazioni accessorie (ad esempio, per limballaggio della merce) [art. 1740].

IL CONTRATTO DI AGENZIA Il contratto di agenzia intercorre tra due parti: una detta preponente, laltra detta agente. Lagente si obbliga a svolgere in modo continuativo e in una determinata zona territoriale tutta lattivit necessaria per fare concludere al preponente i contratti desercizio della sua impresa (art. 1742). La figura dellagente si distingue da quella del c.d. procacciatore daffari poich lattivit di questultimo saltuaria, mentre quella dellagente stabile e duratura. Di solito il compito dellagente quello di promuovere la conclusione degli affari del preponente; se, per, gli viene conferito pure il potere di concludere direttamente i contratti, allora lagente assume anche la figura del rappresentante (cos, accanto alla figura dellagente di commercio, si ha la figura del rappresentante di commercio). Quando allagente stata conferita la rappresentanza per la conclusione dei contratti, la stabilit del rapporto costituisce lelemento principale per distinguere il contratto di agenzia dal contratto di mandato con rappresentanza. Lagente, per svolgere la sua attivit, deve costituire unazienda (detta agenzia), procurandosi la disponibilit di un locale, arredandolo di quanto necessario, procurandosi i mezzi di trasporto, assumendo il personale necessario; ed inoltre, le spese per la costituzione e il funzionamento dellagenzia sono a carico dellagente (art. 1748 c.4).

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In ricompensa delle sue attivit, lagente ha diritto alle corrispondenti provvigioni; se le spese sono inferiori alle provvigioni, lagente ha un guadagno; altrimenti subisce una perdita. Pertanto, anche lagente corre i rischi caratteristici dellimprenditore, ed anchegli un imprenditore commerciale, seppure ausiliario autonomo dellimprenditore preponente. Se, invece, lattivit dellagente ha carattere prevalentemente personale, allora egli non un imprenditore commerciale, bens un lavoratore autonomo. Per svolgere la loro attivit, gli agenti di commercio devono iscriversi in un apposito ruolo istituito presso la camera di commercio. A tal proposito opportuno specificare che senza liscrizione, il rapporto di agenzia nullo, e lagente non ha quindi diritto al pagamento delle provvigioni, ma potrebbe agire nei confronti del preponente soltanto con lazione generale di arricchimento senza causa (art. 2041). LA DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI AGENZIA Il contratto di agenzia deve essere provato per iscritto, e ciascuna parte ha il diritto di riceverne dallaltra una copia (art. 1742 c.2). Del contratto di agenzia il diritto di esclusiva costituisce un elemento naturale; pertanto lagente, anche nel silenzio del contratto, nella zona territoriale assegnatagli (c.d. zona riservata) non pu svolgere la sua attivit per conto di un altro imprenditore che sia in concorrenza col primo. Il preponente, a sua volta, nella zona riservata allagente non pu servirsi di altri agenti per lo stesso ramo di affari (art. 1743). Di solito lagente promuove soltanto la conclusione dei contratti, visitando i probabili clienti, facendo pubblicit ai prodotti, informando il preponente delle condizioni del mercato nella zona assegnatagli; ci significa che poi il preponente che conclude direttamente i contratti coi clienti, che esercita i diritti derivanti dai contratti conclusi (ad esempio, i diritti di credito). Lagente, dunque, non ha il potere di concludere i contratti in rappresentanza del preponente n di riscuoterne i crediti. Il preponente, per, pu attribuirgli espressamente detti poteri. Allagente spetta la provvigione per tutti gli affari conclusi a seguito della sua attivit (art. 1748 c.1), nonch per quelli che siano stati promossi dal preponente personalmente, ossia senza la collaborazione dellagente, nella sua zona riservata. Lagente, tuttavia, ha diritto alla provvigione solo per gli affari che hanno avuto regolare esecuzione; per gli affari conclusi anche dopo lo

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scioglimento del rapporto, se promossi in precedenza dallo stesso agente e se la loro conclusione effetto soprattutto della sua attivit. Per gli affari che, invece, non hanno avuto esecuzione per causa imputabile al preponente diciamo che: se il preponente e il terzo si accordano per non dare, in tutto o in parte, esecuzione al contratto, lagente ha diritto per la parte ineseguita ad una provvigione ridotta nella misura stabilita dagli usi o, in mancanza, dal giudice secondo equit (art. 1748 c.5). A differenza di quanto previsto per il contratto di commissione, nel contratto di agenzia nullo lo star del credere che preveda in modo generalizzato a carico dellagente la responsabilit per linadempimento delle obbligazioni dei clienti. La garanzia dello star del credere eccezionalmente ammessa solo con riferimento ai singoli affari, di particolare natura ed importo, individualmente determinati, ed a condizione che lammontare della garanzia assunta dallagente non superi lammontare della provvigione spettategli per loperazione garantita. Il rapporto di agenzia pu essere: a tempo determinato, in cui il contratto si scioglie per lo scadere del termine; o indeterminato, in cui, invece, si scioglie per il recedere di una delle parti, che pu farlo ma deve dare preavviso allaltra parte nel termine stabilito dalla legge (da uno a sei mesi) [art. 1750 c.2 e 3].
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Allatto dello scioglimento del rapporto il preponente deve corrispondere una indennit allagente, quando la sua attivit gli ha procurato dei vantaggi permanenti; lindennit non dovuta se il rapporto di agenzia non proseguito, neppure provvisoriamente, per gravi inadempimenti dellagente; o se questi receduto dal contratto senza giusta causa; o se, daccordo con il proponente, ha trasferito a terzi il rapporto di agenzia (art. 1751). Per il periodo successivo alla cessazione del rapporto di agenzia pu essere posto a carico dellagente lobbligo di non concorrenza, che deve essere convenuto per iscritto e non pu superare i 2 anni e ovviamente deve riguardare la stessa zona, la stessa clientela e genere di beni o di servizi oggetto del contratto di agenzia (art. 1751bis).

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LA MEDIAZIONE Nel rapporto di mediazione Tizio incarica Caio (mediatore) di procurargli la possibilit di concludere un affare (ad esempio, vendere uno stabilimento, e desidera entrare in contatto con un possibile compratore). Caio, pur accettando lincarico, non obbligato a svolgere lattivit di ricerca della possibile controparte di Tizio. I mediatori, dunque, sono coloro che agevolano la conclusione degli affari e sono perci di grande ausilio agli imprenditori per il compimento della loro attivit economica. Lunica differenza sta nel fatto che, mentre il rapporto degli imprenditori con i commissionari e con gli agenti un rapporto continuativo e duraturo, il rapporto di mediazione saltuario ed occasionale, e il mediatore deve essere indipendente, cio non deve essere legato a nessuna delle parti da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza (art. 1754). Per esercitare lattivit di mediazione sia in modo professionale sia in modo discontinuo od occasionale, occorre essere iscritti in appositi ruoli tenuti dalle camere di commercio; in mancanza di tale iscrizione, il mediatore non ha diritto alla provvigione, ed soggetto a sanzioni amministrative e penali. Inoltre, se si occupano della negoziazione di titoli, i mediatori professionali assumono la qualifica di agenti di cambio; se, invece, si occupano della negoziazione di merci, sono detti sensali; se, infine, collaborano alla conclusione di contratti di assicurazione, sono detti brokers. Per quanto riguarda la disciplina del rapporto di mediazione , diciamo che il regolamento della mediazione incentrata sulla imparzialit che il mediatore deve avere. Infatti, proprio perch deve tenere un atteggiamento imparziale tra i due contraenti, il mediatore deve comunicare ad ognuna delle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza dellaffare che possono influire sulla sua conclusione. Il mediatore soggetto ad una pena pecuniaria (sanzione amministrativa) e nei casi pi gravi anche alla sospensione della professione fino a 6 mesi se presta la sua attivit nellinteresse di persona notoriamente insolvente o della quale conosce lo stato di insolvenza (art. 1764). Inoltre, egli (il mediatore), sempre responsabile dellautenticit delle sottoscrizioni, se il contratto concluso per iscritto; e dellautenticit dellultima girata, se laffare concluso consiste nella negoziazione di titoli a legittimazione nominale (art. 1759 c.2).
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Dato il suo obbligo di imparzialit, il mediatore professionale in affari su titoli o su merci deve precostituire e conservare le prove dei contratti, la cui conclusione egli ha agevolato; pertanto, egli, obbligato: a) ad annotare su apposito libro gli estremi essenziali dei contratti stipulati col suo intervento, e a rilasciare alle parti copia da lui sottoscritta di ogni annotazione; b) a conservare i campioni delle merci vendute su campione, finch sussista la possibilit di controversia sulla identit della merce; c) a rilasciare al compratore una lista firmata dei titoli negoziati, con la indicazione della serie e del numero (art. 1760). Se non adempie a tali obblighi, il mediatore professionale soggetto alle sanzioni previste dallart. 1764. Ovviamente il mediatore una volta che le parti abbiano concluso il contratto, resta estraneo, a meno che una delle parti non lo incarichi di rappresentarla in detta esecuzione. Spesso, poi, uno dei contraenti non si rivela allaltro, ed perci il mediatore a concludere il contratto, tacendo alla controparte il nome dellaltro contraente. In questa ipotesi il mediatore, fino a che non rivela il nome del contraente ignoto, risponde verso laltro della esecuzione del contratto (art. 1762 c.1). Dopo la conclusione del contratto, il contraente non nominato pu essere indicato dal mediatore ovvero rivelarsi da se stesso; cessato cosi lanonimato, ognuno dei contraenti pu agire direttamente contro laltro, ma resta egualmente ferma la responsabilit del mediatore per lesecuzione del contratto da parte del contraente non nominato. In unaltra ipotesi il mediatore risponde della esecuzione del contratto per una delle parti, e precisamente quando ne garante, perch ha prestato fideiussione a suo favore (art. 1763).
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IL CONTRATTO DI SUBFORNITURA Le grandi imprese che svolgono attivit di produzione industriale (produttrici ad esempio, di autoveicoli, elettrodomestici) spesso stipulano contratti per la fornitura dei beni destinati ad essere incorporati in beni pi complessi (ad esempio, equipaggiamenti per autoveicoli).

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Spesso i fornitori sono imprenditori di dimensioni minori, e che talvolta destinano tutta la loro produzione ad una sola grande impresa: di qui, la loro dipendenza economica dallimpresa committente, con il rischio di essere costretti a stipulare contratti di fornitura a condizioni particolarmente gravose. Con la legge del 18 giugno 1998 si voluto impedire la stipulazione di contratti in cui si realizzi un abuso di dipendenza economica; e precisamente, la legge ha introdotto una particolare disciplina dei c.d. contratti di subfornitura, cosi denominati perch il fornitore: si impegna a effettuare per conto di una impresa committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime fornite dalla stessa committente; o si obbliga a fornire prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque ad essere utilizzati nellambito dellattivit economica del committente o nella produzione di un bene complesso, purch anche dette forniture vengano effettuate in conformit a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi forniti dallimpresa committente.
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Il contratto di subfornitura deve essere stipulato: a pena di nullit, in forma scritta anche per telefax o altra via telematica. Se il committente ha inviato una proposta scritta non seguita da accettazione scritta del subfornitore, e questi ha tuttavia iniziato le lavorazioni o le forniture, il contratto si considera concluso per iscritto nei termini indicati nella proposta (art. 2 c.1 e 2). Il prezzo delle forniture deve essere determinato nel contratto. Pu anche essere determinabile, ma le modalit della determinazione del prezzo devono essere indicate nel contratto in modo chiaro e preciso, cio in modo tale da non ingenerare incertezze nellinterpretazione dellentit delle reciproche prestazioni e nellesecuzione del contratto. Devono inoltre essere indicate con precisione, oltre al prezzo, le caratteristiche costruttive e funzionali dei beni o dei servizi richiesti dal committente, nonch i termini e le modalit di consegna, di collaudo e di pagamento. Il contratto deve, inoltre, fissare i termini di pagamento del prezzo della subfornitura e il prezzo pattuito deve essere corrisposto entro 60 giorni dallesecuzione della subfornitura. In caso di inosservanza del termine di pagamento, il committente deve al subfornitore, senza bisogno di costituzione in mora, elevati interessi moratori direttamente fissati dalla norma; se il ritardo nel

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pagamento eccede i 30 giorni, allora al subfornitore dovuta anche una penale. Il committente conserva la propriet industriale dei progetti comunicati al subfonitore (art. 7), ed nullo ogni patto contrario. La legge dispone dunque che il subfornitore responsabile della qualit e del funzionamento di quanto ha fornito al committente, ma non dei difetti di materiali o attrezzi fornitigli dal committente per lesecuzione del contratto, purch glieli abbia tempestivamente segnalati (art. 5). Sono nulli anche gli eventuali patti con cui i contraenti si riservino la facolt di modificare unilateralmente una o pi clausole del contratto di subfornitura (art. 6). E vietato il c.d. abuso di dipendenza economica (previsto dallart.9) in base alla quale, si ha dipendenza economica quando unimpresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con unaltra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e di obblighi. Labuso pu anche consistere nel divieto di vendere o nel divieto di comprare, nella imposizione di condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose o discriminatorie, nellinterruzione arbitraria delle relazioni commerciali in atto. A seconda delle modalit di realizzazione dellabuso di dipendenza economica, si posso avere diversi effetti giuridici, come la risoluzione del contratto o il risarcimento danni. La disciplina dellabuso posta dallart. 9 ha carattere generale, nel senso che non riguarda soltanto i rapporti di subfornitura, ma si applica a tutti i contratti con imprese ausiliarie (ad esempio, di agenzia, commissione, franchising) che si trovino, rispetto allimpresa committente, in condizioni di dipendenza economica.
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IL GRUPPO EUROPEO DI INTERESSE ECONOMICO Il GEIE, istituito col regolamento comunitario del 25 luglio 1985 n. 2137, devessere composto almeno da 2 membri (persone giuridiche e/o persone fisiche, che siano imprenditori, artigiani, liberi professionisti) i quali devono avere lamministrazione centrale e/o esercitare la loro attivit economica in diversi Stati dellUnione europea. Non , dunque, ammissibile la costituzione di un Geie che operi in un solo Stato. Il fine del gruppo di agevolare e di sviluppare lattivit economica dei suoi membri esercitando attivit di carattere ausiliario; inoltre,

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opportuno specificare che il gruppo non ha scopo di lucro, in quanto non realizza profitti per se stesso, ma mira a migliorare o ad aumentare i risultati economici dellattivit dei membri del gruppo. Per quanto riguarda la costituzione di un contratto del GEIE diciamo che, esso, deve essere stipulato per iscritto a pena di nullit, e sono soggetti a pubblicit legale mediante deposito ed iscrizione nel registro delle imprese nella cui circoscrizione il Geie ha sede. Nel contratto, inoltre, devono essere indicati: la denominazione del gruppo (preceduta o seguita dalla sigla Geie) la sede loggetto i nomi dei membri e la durata, che indeterminato. pu essere a tempo determinato o

Quanto ai poteri diciamo che, i membri del gruppo possono adottare collegialmente qualsiasi decisione per la realizzazione delloggetto del gruppo; le eventuali modifiche contrattuali devono essere adottate per iscritto e sono soggette a pubblicit legale. Nel contratto pu essere previsto quali decisioni possono essere prese a maggioranza e con quali maggioranze. Ciascun membro dispone di un voto. Quanto allamministrazione diciamo che, il gruppo gestito da una o pi persone nominate nel contratto, o designate dai membri. Pu essere nominato amministratore anche una persona giuridica, la quale esercita la funzione gestoria mediante un proprio rappresentante. Quanto, invece, alla rappresentanza diciamo che essa spetta allamministratore unico o a ciascuno degli amministratori, disgiuntamente. Anche quando non esercita attivit commercial, il gruppo deve tenere la contabilit prescritta dallo statuto degli imprenditori commerciali. Il bilancio devessere approvato dai membri del gruppo entro 4 mesi dalla chiusura dellesercizio e depositato nel registro delle imprese. I membri rispondono solidalmente e illimitatamente dei debiti del gruppo. La loro responsabilit per sussidiaria, poich pu essere fatta valere dai creditori soltanto dopo aver chiesto al gruppo di

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pagare e qualora il pagamento non sia stato effettuato entro un congruo termine. I profitti risultanti dalle attivit del gruppo sono considerati direttamente profitti dei membri, e ripartiti tra questi ultimi secondo la proporzione prevista nel contratto di gruppo o, nel silenzio del contratto, in parti uguali. La stessa cosa vale per le perdite. Lo scioglimento parziale previsto:
a) recesso, in quanto sempre ammissibile per giusta causa; b) esclusione salvo patto contrario pu essere pronunciata

(lesclusione) soltanto dal giudice su richiesta congiunta della maggioranza degli altri membri;
c) morte, se non previsto diversamente nel contratto, per

subentrare ad un membro defunto, occorre il consenso di tutti i membri superstiti. Il valore della quota di partecipazione determinato tenendo conto del patrimonio del gruppo al momento dello scioglimento parziale; il membro escluso o receduto rimangono responsabili dei debiti anteriori allo scioglimento. Per quanto riguarda le cause di scioglimento del gruppo, diciamo che si tratta di cause obbligatorie di scioglimento: a) il decorso del termine di durata b) la realizzazione delloggetto del gruppo o limpossibilit di conseguirla c) la mancanza della pluralit dei membri. In questi casi, lo scioglimento devessere deliberato dai membri del gruppo; in caso di loro omissione, devessere pronunciato dal giudice, che pu dichiarare lo scioglimento del gruppo anche per giusta causa, o per la violazione di determinate disposizioni di legge. Infine, quanto alla liquidazione diciamo che, a seguito scioglimento del gruppo si procede alla sua liquidazione. dello
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In caso di insolvenza, se il Geie esercita unattivit commerciale, ne dichiarato il fallimento, e a norma dellart. 151 1.fall. gli organi del fallimento possono chiedere ai membri del gruppo il versamento delle somme necessarie per lestinzione dei debiti (art. 9 d.lgs. 1991/240).

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CONTRATTI A DISTANZA RELATIVI ALLA PRESTAZIONE DI BENI O DI SERVIZI LA FORNITURA DI BENI O SERVIZI AI CONSUMATORI Col termine consumatori si indicano tutte le persone fisiche che, agendo per scopi estranei alla propria attivit professionale, acquistano beni o ricevono servizi dagli imprenditori commerciali. Lesigenza di una particolare tutela dei consumatori stata avvertita quando gli imprenditori commerciali, sollecitano la conclusione di contratti aventi per oggetto la fornitura di beni (ad esempio, contratti per la manutenzione di particolari apparecchiature) offrendo prodotti o servizi fuori dai propri locali commerciali, o sulla base di offerte al pubblico effettuate per corrispondenza, o tramite mezzi telefonici od audiotelevisivi, o - infine mediante luso di strumenti telematici o elettronici (i c.d. contratti a distanza, nella quale il contratto viene concluso solo in base alla descrizione magari fotografica o televisiva, dei prodotti o dei servizi offerti). La disciplina dei contratti a distanza si fonda sul presupposto che vi il rischio che il consumatore possa essere indotto alla conclusione del contratto, senza avere lopportunit di riflettere adeguatamente sulla sua necessit o sulla sua convenienza. In base a tale presupposto, il codice impone allimprenditore di dare al consumatore prima della conclusione del contratto a distanza una serie di informazioni rilevanti, espresse in modo chiaro e comprensibile secondo i principi di buona fede e di lealt adeguati alle esigenze di protezione delle categorie di consumatori particolarmente vulnerabili. Inoltre, il codice, riconosce al consumatore il diritto di recesso dal contratto, diritto irrinunciabile ed esercitatile senza penalit e senza che occorra indicare il motivo del recesso (art. 64). A seguito del recesso le parti sono sciolte dalle rispettive obbligazioni, per cui il consumatore tenuto a restituire i beni eventualmente gi consegnatigli, e limprenditore a rimborsargli le somme eventualmente gi ricevute. Tuttavia opportuno specificare che, tale disciplina non si applica ai contratti conclusi tramite distributori automatici, o con limpiego di telefoni pubblici, o in occasione di vendite allasta. Il diritto di recesso non opera quando i contratti hanno per oggetto: a) la fornitura di prodotti alimentari o di altri prodotti di uso domestico corrente distribuiti a scadenze frequenti e regolari;

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b) la fornitura di servizi relativi allalloggio, ai trasporti, alla ristorazione, al tempo libero, quando allatto della conclusione del contratto il professionista si impegna a fornire tali prestazioni ad una data determinata o in un periodo prestabilito(art. 55 c.1). DIRITTO DI GODIMENTO (MULTIPROPRIETA) PERIODICO su beni immobili

La disciplina del recesso disposta per i contratti a distanza opera anche per quelli che hanno come oggetto lacquisizione di un diritto di godimento ternario, personale o reale, di beni immobili, con destinazione abitativa, alberghiera o turistico-ricettiva (soltanto quando oggetto del contratto un diritto reale ammesso luso del termine multipropriet) (artt. 72 e 73). E precisamente, si tratta di contratti la cui conclusione solitamente offerta al pubblico dei consumatori anche con il ricorso a forme di pubblicit commerciale. Il venditore ha lobbligo di consegnare a chiunque chieda notizie sul bene immobile un documento informativo da cui risultino tutti gli elementi rilevanti per lindividuazione delle caratteristiche dellimmobile, i tempi e le modalit di utilizzazione, il prezzo di vendita ed i costi di gestione. Il contratto deve essere redatto per iscritto a pena di nullit; ed inoltre, quando limmobile in corso di costruzione, lultimazione dei lavori devessere garantita con una fideiussione bancaria o assicurativa.

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IL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE Il contratto di assicurazione il contratto con il quale lassicuratore dietro pagamento di una somma detta premio si obbliga:
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a risarcire allassicurato, nei limiti di una somma stabilita (c.d. somma assicurata), il danno dallo stesso subito per il sinistro contemplato nellassicurazione (ad esempio, incendio o furto) o a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (ad esempio, morte, raggiungimento di una determinata et, matrimonio) [art. 1882].

Ogni contratto di assicurazione, singolarmente considerato, un contratto aleatorio in quanto la stessa entit e talvolta la stessa

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esistenza delle prestazioni dei contraenti sono subordinate alla realizzazione del rischio previsto nel contratto, cio di un avvenimento che di per se futuro e incerto; aleatoria non invece lindustria delle assicurazioni, complessivamente considerata, la quale si basa su dati statistici che consentono allassicuratore di determinare la misura dei premi in modo da distribuire proporzionalmente tra tutti gli assicurati contro un certo tipo di rischio le conseguenze dannose prodotte da tutti i sinistri che si vengono a verificare in un certo periodo. (ricorda!prescrizione di un anno) Per quanto riguarda lassicurazione in nome altrui diciamo che anche il contratto di assicurazione come avviene di solito per gli altri tipi di contratti pu essere concluso per mezzo di un rappresentante; e precisamente, se colui che si qualificato come rappresentante, non aveva in realt il potere di agire in nome del rappresentato, rimane obbligato verso lassicuratore a pagare i premi, finch il rappresentato non abbia ratificato il contratto o non abbia rifiutato la ratifica; inoltre, il rappresentato pu compiere la ratifica anche dopo che si verificato il sinistro (art. 1890). Quanto, invece, allassicurazione per conto di terzi diciamo che, Tizio pu anche concludere un contratto di assicurazione in nome proprio, obbligandosi quindi al versamento dei premi, ma per conto altrui. Ci significa che, se si verifica il sinistro, il danno viene subto da un altro, il quale acquista il diritto di essere indennizzato dallassicuratore . Pertanto, se nel momento della conclusione del contratto si indica a chi spetter il diritto di avere risarcito il danno, si ha lassicurazione per conto altrui, mentre se si indica genericamente che al risarcimento avr diritto colui che al momento del sinistro risulter titolare del bene colpito dal sinistro, si ha lassicurazione per conto di chi spetta (art. 1891). E precisamente, lassicurazione per conto di chi spetta permette ad esempio che le merci trasportate vengano vendute pur restando coperte dallassicurazione. Nellassicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta colui che simpegna a pagare i premi si chiama contraente, mentre colui che avr diritto al risarcimento si chiama assicurato. CONCLUSIONE DEL CONTRATTO E SUA FORMA Il contenuto del contratto di assicurazione solitamente disposto dallassicuratore mediante stampati, di modo che lassicurato se vuole concludere il contratto deve accettarne il contenuto gia predisposto; pertanto, il contratto di assicurazione di solito un contratto di adesione.

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Sono stati disposti vari mezzi al fine di impedire allassicuratore abusi nei confronti dellassicurato, e precisamente:
1. innanzitutto,

prima della conclusione del contratto, lassicuratore deve consegnare allaltro contraente una nota informativa, redatta con losservanza delle disposizioni regolamentari dellIsvap, da cui risultino i diritti e gli obblighi contrattuali;

2. secondariamente, il codice civile detta numerose norme intese a tutelare gli interessi degli assicurati (art. 1932); 3. infine, anche al contratto di assicurazione si applica la disciplina codicistica delle clausole vessatorie (artt. 1341 e 1342) e delle clausole abusive. Nella conclusione del contratto di solito intervengono, per lassicuratore, gli agenti di assicurazione, e precisamente bisogna distinguere gli agenti che hanno il potere di concludere il contratto in rappresentanza dellassicuratore (art. 1903), da quelli che non hanno detto potere e sono soltanto incaricati di trasmettere allassicuratore le proposte di contratto degli assicurati. Di solito, sono gli assicuratori - per mezzo dei loro agenti - che prendono liniziativa del contratto, che cio prospettano allaltra parte la convenienza di concludere un contratto di assicurazione. La proposta scritta dellassicurato diretta allassicuratore ferma, nel senso che non pu essere revocata per il termine di 15 giorni (art. 1887), in modo tale che lassicuratore ha il tempo di valutare il rischio e la convenienza del contratto svolgendo eventuali indagini. Il contratto di assicurazione un contratto consensuale, che per deve essere provato per iscritto; e precisamente, esso va redatto in modo chiaro ed esauriente. Il documento, in cui scritto il contratto, si chiama polizza dassicurazione che pu essere rilasciata con dicitura allordine o al portatore, in tal caso il contraente pu trasferire ad altri il credito verso lassicuratore, girandogli la polizza allordine o trasmettendogli il possesso della polizza al portatore. Spesso, a causa della grandezza delle loro dimensioni, le imprese di assicurazione stipulano i relativi contratti per mezzo di agenti intermediari professionali, e precisamente si distinguono:
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gli agenti di assicurazione (art. 1753), cio dipendenti dellassicuratore, a lui legati da un contratto di lavoro subordinato, i quali pertanto operano nella sua stessa impresa, per lo pi nelle sedi secondarie (art. 2197). Ma con tale termine si indicano anche gli imprenditori autonomi ossia ausiliari dellassicuratore per conto del quale assumono stabilmente lincarico di promuovere, in

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corrispettivo di provvigioni, la conclusione dei contratti di assicurazione in una determinata zona. Gli agenti di assicurazione, inoltre, per esercitare la loro attivit, devono essere iscritti in un registro unico elettronico disciplinato dallIsvap.
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E i mediatori professionali (c.d. brokers), che si distinguono dagli agenti di assicurazione perch, essi (i brokers), non sono legati da nessun rapporto con limpresa assicuratrice, e la loro opera al pari di quella di ogni altro mediatore si caratterizza per lindipendenza ed imparzialit, essendo rivolta a mettere in diretta relazione con imprese di assicurazione soggetti che intendono provvedere con la sua collaborazione alla copertura di rischi, e che conferiscono lincarico di assisterli nella determinazione del contenuto dei relativi contratti, collaborando eventualmente alla loro gestione ed esecuzione.

Le somme spettanti alle imprese assicurative e/o agli assicurati, ricevute dallagente di assicurazione o dal broker e da costoro versate in un proprio conto bancario, costituiscono un patrimonio autonomo rispetto agli altri beni dello stesso intermediario, e quindi su detto conto separato non sono ammesse azioni, sequestri o pignoramenti da parte di creditori diversi dagli assicurati e dalle imprese di assicurazione. Infine, diciamo che gli agenti di assicurazione ed i brokers sono soggetti alla vigilanza dellIsvap. Lassicuratore, per potere valutare le probabilit del verificarsi del sinistro, deve conoscere tutte le circostanze che possono avere influire: cos, sulla probabilit del verificarsi di un incendio influisce il fatto che le scale dellappartamento siano costruite in legno o in pietra, che siano conservate o meno nella casa materie infiammabili, ecc.. A questi scopi servono i questionari, con cui lassicuratore chiede al contraente notizie di dette circostanze, denominate appunto circostanze influenti. Inoltre, per quanto riguarda le dichiarazioni inesatte o reticenti diciamo che negli artt. 1892 e 1893 stabilito cosa accade quando il contraente, nel fare la proposta di contratto allassicuratore, ha indicato delle circostanze influenti inesatte o addirittura le ha taciute, adottando un comportamento reticente. In questi casi bisogna distinguere 2 ipotesi, accertando se il contraente ha indotto in errore lassicuratore operando:

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1) con dolo o colpa grave, in cui lassicuratore pu dichiarare di

volere annullare il contratto di assicurazione entro 3 mesi dal giorno in cui venuto a conoscenza dellinesattezza o della reticenza. Una volta annullato il contratto, lassicuratore non pi tenuto a pagare la somma assicurata, anche se si verificato il sinistro, ma ha diritto a riscuotere i premi relativi al periodo di assicurazione in corso al momento in cui ha dichiarato di volere lannullamento.
2) senza dolo o colpa grave, in cui invece lassicuratore pu

recedere dal rapporto, estinguendolo mediante una dichiarazione unilaterale che va fatta allassicurato entro 3 mesi dal giorno in cui lassicuratore ha conosciuto linesattezza della proposta contrattuale o la reticenza. A differenza dellaltra ipotesi, quindi, il contratto di assicurazione valido (non annullabile); pertanto, se il sinistro si verifica prima della dichiarazione di recesso lassicuratore deve risarcirlo. Tuttavia, spesso nei contratti di assicurazione (specie sulla vita) sono per lo pi previste delle clausole di incontestabilit per le quali dopo un certo periodo dalla conclusione del contratto lassicuratore perde il potere di chiederne lannullamento o di recedere dal rapporto. Per quanto riguarda gli effetti del contratto di assicurazione diciamo che, nellassicurazione contro i danni lassicurato acquista il diritto ad essere risarcito nei limiti della somma assicurata di un danno che colpisce il suo patrimonio; pertanto, bisogna stabilire nel contratto quale il danno contro cui ci si assicura e quale levento dannoso contro cui ci si assicura (il c.d. evento contemplato nellassicurazione). Tuttavia opportuno specificare che, lassicuratore non tenuto a risarcire il danno se levento contemplato nellassicurazione avviene in conseguenza di movimenti tellurici, guerre, insurrezioni o tumulti popolari (art. 1912), o per dolo o colpa grave del contraente, dellassicurato o del beneficiario. Inoltre, il premio viene commisurato alla gravit del rischio, cio alla probabilit che il sinistro si verifichi, e pertanto maggiore o minore a seconda che il rischio maggiore o minore. In ordine allincidenza del rischio sul contratto di assicurazione, si possono distinguere diverse ipotesi:
a) inesistenza del rischio, se al momento della conclusione del 181

contratto il rischio non esiste, e quindi il contratto nullo, il rapporto assicurativo non nasce e pertanto, lassicurato non deve pagare i premi (art. 1895);

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b) cessazione del rischio dopo la conclusione del contratto, in

quanto se il rischio finisce il contratto si scioglie nel senso che il rapporto di assicurazione si estingue, e precisamente, lestinzione avviene al momento in cui lassicuratore ha notizia della fine del rischio, e pertanto il contraente deve pagare solo il premio corrispondente a quel periodo assicurativo nel quale lassicuratore venuto a conoscenza della cessazione del rischio (art. 1896 c.1);
c) diminuzione del rischio, se il rischio diminuisce, lassicurato ha

lonere di comunicarlo allassicuratore che deve diminuire il premio a decorrere dalla scadenza del premio o della rata di premio successiva alla comunicazione;
d) aggravamento del rischio, se il rischio si aggrava per una

circostanza non prevista e non prevedibile al momento della conclusione del contratto, il contraente deve darne subito avviso allassicuratore. Lassicuratore, a sua volta, entro un mese dal giorno in cui ha avuto notizia dellaggravamento, pu recedere dal contratto. Il diritto al pagamento delle rate di premio si prescrive in 1 anno dalle singole scadenze (art. 2952 c.1). Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione si prescrivono in 1 anno dal giorno in cui si verifica il fatto su cui il diritto si fonda.

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LASSICURAZIONE CONTRO I DANNI Nellassicurazione contro i danni vale il c.d. principio indennitario, la quale importa: a) che lassicurato debba ricevere un danno dallevento contro il quale si assicura, e che quindi egli debba avere un interesse alla conservazione della cosa assicurata;
b) che lassicuratore non mai obbligato a versare allassicurato

una somma superiore al danno che questi ha sofferto (art. 1905 c.1), altrimenti lassicurato ricaverebbe un vantaggio dal sinistro e potrebbe avere interesse a provocarlo. Pertanto, la somma assicurata non pu essere superiore a quella cifra, che rappresenta in moneta misurandolo linteresse dellassicurato alla conservazione della cosa: questa cifra costituisce il c.d. valore assicurabile. Per quanto riguarda la sovrassicurazione diciamo che, se la cosa stata assicurata per una cifra superiore al valore assicurabile, bisogna distinguere se ci avvenuto con dolo o senza dolo del contraente. Poich, se c dolo lassicurazione non valida e perci lassicurato non ha diritto al risarcimento, mentre invece lassicuratore ha

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diritto a riscuotere il premio del periodo assicurativo in corso, purch ignorasse leccedenza di valore. Se non c stato dolo, in caso di sinistro lassicuratore deve una somma corrispondente al valore assicurabile e il contraente ha diritto di ottenere, dal momento in cui rende nota allassicuratore leccedenza di valore, una riduzione del premio (art. 1909). Per quanto riguarda invece la sottoassicurazione diciamo che in questo caso si pu stipulare lassicurazione per una somma inferiore al valore assicurabile (assicurazione parziale). In questa ipotesi, se si verifica il sinistro, lassicuratore non deve risarcire lintero danno, ma una somma che stia al danno verificatosi come la somma assicurata sta allintero valore della cosa assicurata. Nel contratto si pu, tuttavia, stabilire che anche se la somma assicurata inferiore al valore assicurabile lassicuratore dovr risarcire lintero danno sofferto dallassicurato, sempre nei limiti della somma assicurata (in questo caso si parla di assicurazione a premio rischio assoluto) [art. 1907]. opportuno specificare, inoltre, che anche se lassicurazione degli infortuni viene fatta rientrare tra le assicurazioni danni, ad essa non si applica il principio indennitario, che vale per le assicurazioni contro i danni alle cose, e non per le assicurazioni contro i danni alla persona. Nel caso in cui si assicura lo stesso interesse presso una pluralit di assicuratori, si applica la disciplina prevista dallart. 1910 in modo che lassicurato non possa ricevere in complesso una somma superiore al danno verificatosi. Esiste, pertanto, lobbligo di dare avviso ad ogni assicuratore di tutti i contratti conclusi per assicurare lo stesso interesse. Se si viola questo obbligo con dolo, gli assicuratori non sono tenuti a pagare lindennit. In caso di sinistro, lassicurato deve darne avviso a tutti gli assicuratori, indicando a ciascuno il nome degli altri, infatti le somme che lassicurato riscuote dai vari assicuratori non devono superare il valore assicurabile (principio indennitario). Inoltre, gli assicuratori che hanno risarcito lassicurato possono rivolgersi in via di regresso contro gli altri, per ripartire lindennit pagata in proporzione delle somme assicurate presso i vari assicuratori. Si ha coassicurazione quando, di comune accordo, una pluralit di assicuratori assicurano contestualmente un determinato interesse per lo stesso periodo e per lo stesso rischio, di solito stipulando un unico contratto con lassicurato. I coassicuratori possono assumere lobbligo di risarcire solidalmente il danno allassicurato, salvo riparto tra di loro; ma solitamente prevista la ripartizione in quote determinate (ad esempio,

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lassicuratore A si obbliga a risarcire met del danno, lassicuratore B e lassicuratore C il residuo quarto). Pertanto, se il danno si verifica lassicuratore tenuto a risarcirlo allassicuratore solo in proporzione della quota convenuta.

Per quanto riguarda la durata del rapporto di assicurazione diciamo che, essa (lassicurazione), ha effetto dalle ore 24 del giorno della conclusione del contratto alle ore 24 dellultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. Se questa durata supera i 10 anni, le parti trascorso il decimo anno e nonostante patto contrario hanno facolt di recedere dal contratto, con preavviso di 6 mesi, che pu darsi anche mediante raccomandata (art. 1899 c.1). In mancanza di recesso tempestivo, il contratto si considera tacitamente prorogato una o pi volte, ma ciascuna proroga tacita non pu avere una durata superiore a 2 anni (art. 1899 c.2). Per quanto riguarda, invece, lalienazione delle cose assicurate diciamo che, se il contraente trasferisce ad altri il suo diritto sulla cosa assicurata (ad esempio, la vende), egli non ha pi interesse allesistenza della cosa, e perci non pu essere pi assicurato; in questo caso, egli resta obbligato a pagare i premi, mentre assicurato diventa lacquirente, il quale ha diritto allindennizzo in caso di sinistro. Tuttavia, se lalienante non vuole restare obbligato a pagare i premi, sufficiente che egli comunichi: a) allassicuratore lavvenuta alienazione b) e allacquirente lesistenza del contratto di assicurazione. A seguito di tale comunicazione, tutti i diritti e gli obblighi derivanti dallassicurazione vengono trasferiti allacquirente, a meno che questi non dichiari allassicuratore la decisione di estinguere il rapporto assicurativo (art. 1918 c.1-4). Nel caso in cui stata emessa una polizza allordine o al portatore, non occorre dare notizia dellalienazione della cosa allassicuratore ed inoltre n lassicuratore n lacquirente possono recedere dal contratto prima della scadenza. Il contraente obbligato a pagare il premio alle scadenze convenute. Se il contraente non paga il primo premio o la prima rata di premio, lassicurazione contro i danni resta sospesa fino alle ore 24 del giorno di pagamento. Se, invece, non paga i premi successivi, lassicurazione sospesa dalle ore 24 del quindicesimo giorno dopo la scadenza.

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In caso di mancato pagamento dei premi, se lassicuratore non agisce giudizialmente per la riscossione nel termine di 6 mesi dal giorno in cui il premio o la rata sono scaduti, il contratto risoluto di diritto e il rapporto si estingue. Lassicurato deve avvisare (c.d.obbligo di avviso) del sinistro lassicuratore o lagente autorizzato a concludere il contratto entro 3 giorni da quello in cui il sinistro si verificato o lo stesso assicurato ne ha avuto conoscenza (art. 1913). Inoltre, lassicurato deve fare quanto gli possibile per evitare o diminuire il danno (c.d. obbligo di salvataggio) (art. 1914 c.1). Lobbligo di avviso imposto allassicurato per garantire linteresse dellassicuratore ad informarsi il pi rapidamente possibile delle circostanze e delle conseguenze del sinistro; a sua volta, lobbligo di salvataggio gli imposto per garantire linteresse dellassicuratore a limitare al minimo il danno. Se lassicurato non adempie allobbligo di avviso o allobbligo di salvataggio, bisogna distinguere se linadempimento dovuto a dolo o a colpa, poich: se doloso, lassicurato perde il diritto allindennit; se, invece, colposo lindennit viene ridotta della cifra che corrisponde al danno subito dallassicuratore per linadempimento di detti obblighi.
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GLI OBBLIGHI DELLASSICURATORE. DELLASSICURATORE Verificatosi il sinistro, lassicuratore lindennit.

LA

SURROGAZIONE

deve pagare allassicurato

Per stabilire il danno subito dallassicurato, bisogna procedere alla valutazione della cosa assicurata al momento del sinistro (art. 1908 c.1). Questo valore pu essere gi stabilito nel contratto di assicurazione mediante stima accettata per iscritto da entrambe le parti (c.d. polizza stimata). Se si tratta di assicurazione totale se, cio, la somma assicurata uguale al valore assicurabile la somma dovuta dallassicuratore corrisponde al danno subito dallassicurato in conseguenza del sinistro. Se, invece, si tratta di assicurazione parziale se, cio, la somma assicurata minore del valore assicurabile lassicuratore deve

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unindennit che stia al danno sofferto dallassicurato come la somma assicurata sta al valore assicurabile. Per quanto riguarda la surrogazione dellassicuratore diciamo che, se il sinistro si verificato per il fatto doloso o colposo di un terzo (il quale, ad esempio, ha appiccato il fuoco alla casa dellassicurato), questi pu pretendere il risarcimento o dal danneggiatore o dallassicuratore, ma non da entrambi: poich, altrimenti farebbe un guadagno, e si violerebbe il principio indennitario. Se lassicurato si fa risarcire dallautore del danno, non ha pi diritto ad essere indennizzato dallassicuratore; se, invece, si fa risarcire dallassicuratore, questi surrogato nel diritto di credito che lassicurato aveva verso lautore del danno, e perci pu farsi rimborsare da questultimo la somma pagata allassicurato a titolo di indennit (art. 1916 c.1). Lassicuratore non ha per il diritto di surrogazione quando il terzo responsabile del danno sia il coniuge dellassicurato o sia in particolari rapporti di parentela o di lavoro con lassicurato, perch ne : a) o figlio o affiliato o ascendente b) parente o affine, e convivente con lui c) domestico.
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Un tipo particolare di assicurazione contro i danni lassicurazione della responsabilit civile, nella quale lassicuratore si obbliga a risarcire lassicurato di quanto questi deve pagare a terzi per aver loro causato dei danni senza dolo svolgendo una determinata attivit. Nel nostro ordinamento obbligatoria lassicurazione della responsabilit civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti. In caso di sinistro, il terzo trasportato ha unazione diretta contro lassicuratore per il risarcimento del danno sofferto, entro i limiti della somma assicurata. Se il sinistro avvenuto tra veicoli assicurati, ciascun danneggiato, che non sia un terzo trasportato, deve richiedere il risarcimento direttamente al proprio assicuratore (c.d.procedura di risarcimento diretto). Se il sinistro stato provocato da un veicolo non identificato o non assicurato, il danno alle persone ed entro i limiti anche il danno alle cose sono risarciti da un Fondo di garanzia per le vittime della strada costituito con i contributi delle diverse imprese assicuratrici e gestito dalla Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici).

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Nel contratto di riassicurazione il primo assicuratore assume la posizione di assicurato, mentre il riassicuratore assume la posizione di assicuratore; pertanto, se si verifica il sinistro, lassicuratore riassicurato ha lobbligo di indennizzare lassicurato, ma a sua volta ha il diritto di farsi indennizzare dal riassicuratore. Di solito, la riassicurazione non stipulata dal riassicurato di volta in volta, ma con trattati generali aventi per oggetto tutte (o una parte del)le assicurazioni che il riassicurato stipuler in futuro (polizze di abbonamento).

Nellassicurazione sulla vita non vale il principio indennitario, e precisamente si distinguono 3 categorie:
1) assicurazioni per il caso di morte, in cui la morte dellassicurato

danneggia lassicuratore, in quanto questi si impegna a pagare una somma o alla morte dellassicurato o ad una scadenza fissa;
2) assicurazioni per il caso di vita, in cui invece la lunga vita

dellassicurato danneggia lassicuratore, in quanto questi deve corrispondere allassicurato una rendita vitalizia o versargli una somma una tantum, se lassicurato raggiunge una determinata et;
3) assicurazioni miste, in cui lassicuratore si obbliga a pagare una

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determinata somma o alla morte dellassicurato o ad un determinato termine, se lassicurato ancora in vita. Levento contemplato nellassicurazione pu riguardare o la vita dello stesso contraente o quella di un terzo. Lassicurazione contratta per il caso di morte di un terzo non valida, se questi o il suo rappresentante legale non d il consenso alla conclusione del contratto (consenso che deve essere provato per iscritto) [art. 1919]. Si ha, dunque, assicurazione a favore di terzi quando si sia proceduto alla designazione espressa del beneficiario o nello stesso contratto di assicurazione o anche successivamente, con dichiarazione scritta comunicata allassicuratore o per testamento. Per effetto della designazione, il terzo acquista un diritto proprio direttamente verso lassicuratore, e quindi anche se erede pu riscuotere lindennit assicurativa senza bisogno di dovere accettare leredit (art. 1920 c.3).

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Tuttavia, la designazione del beneficiario pu sempre essere revocata, sostituendo il primo beneficiario con un altro o facendo coincidere contraente e beneficiario. La designazione diventa, per, irrevocabile con la morte del contraente o quando, essendosi verificato levento, il beneficiario abbia dichiarato di voler profittare del beneficiario (art. 1921 c.1). La designazione , inoltre, irrevocabile quando ricorrono i seguenti presupposti: a) che il contraente abbia rinunziato per iscritto al potere di revoca, comunicando per iscritto detta rinunzia allassicuratore; b) che il beneficiario abbia dichiarato di voler profittare del beneficiario e abbia comunicato per iscritto detta dichiarazione anche allassicuratore. Dopo il decorso di un determinato periodo di tempo dalla conclusione del contratto di assicurazione sulla vita, lassicurato ha il diritto di riscattare o di ridurre la polizza. E precisamente, con il riscatto il rapporto assicurativo si estingue e lassicurato ha diritto a percepire immediatamente dallassicuratore una somma corrispondente alla c.d. riserva matematica. Mentre, con la riduzione si estingue ogni obbligo di pagamento di premi futuri e si riduce in corrispondenza la somma assicurata, che per verr sempre pagata alla scadenza prevista nel contratto. Se il contraente non paga i premi successivi nel termine di tolleranza previsto dalla polizza o, in mancanza, nel termine di 20 giorni dalla scadenza, lassicuratore non pu obbligarlo al pagamento, ma il rapporto assicurativo si estingue.

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I CONTRATTI BANCARI E FINANZIARI


LIMPRESA BANCARIA Giuridicamente per attivit bancaria si intende quella di intermediazione nella circolazione dei capitali, e cio lesercizio congiunto sia dellattivit di raccolta del risparmio tra il pubblico sia dellattivit di concessione dei crediti; lesercizio dellattivit bancaria riservato alle imprese bancarie (c.d. banche). Per raccolta del risparmio tra il pubblico si intende la acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma.

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La raccolta del risparmio fra il pubblico consentita solo alle banche: tuttavia la stessa legge bancaria prevede alcune deroghe, relative alla emissione di obbligazioni, consentita alle societ per azioni e in accomandita per azioni, nonch alle societ cooperative, qualunque sia loggetto della loro attivit. Le banche devono avere la forma di societ per azioni o di societ cooperative per azioni. Hanno la forma di societ cooperative le banche popolari e le banche di credito cooperativo, le quali esercitano lattivit bancaria prevalentemente a favore dei soci e sono considerate a mutualit prevalente. Per poter esercitare legittimamente la loro attivit bancaria, le banche devono ottenere unautorizzazione amministrativa dalla Banca dItalia. Tale autorizzazione viene rilasciata solo se il capitale della societ stato versato in un ammontare non inferiore a quello determinato, con riferimento ai diversi tipi di societ bancarie, dalla Banca dItalia; ed inoltre, se gli amministratori, i sindaci e i direttori generali sono in possesso dei requisiti di esperienza e di onorabilit richiesti dalla legge. Le banche possono anche svolgere c.d. attivit finanziarie in quanto esercitabili anche da imprese finanziarie (ad esempio, attivit di leasing, di factoring, ) E precisamente, per lo svolgimento di tali attivit possono anche essere costituiti gruppi bancari composti dalla stessa banca controllante e da societ o enti controllati esercenti attivit bancarie, attivit finanziarie e attivit strumentali di carattere ausiliario rispetto alle attivit delle societ ed enti del gruppo. Nel settore del credito, alla Banca dItalia, che un istituto di diritto pubblico, riconosciuto un ruolo centrale, volto ad assicurarne la solidit (c.d. stabilit patrimoniale), con lattribuzione di poteri di vigilanza e di controllo sulla regolarit della gestione delle banche, a garanzia della loro solvibilit e redditivit, con conseguente tutela dellinteresse del pubblico dei risparmiatori alla restituzione dei capitali affidati al sistema bancario.

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I CONTRATTI BANCARI I contratti bancari sono i contratti con cui le banche esercitano la funzione di intermediazione nel credito, e possono essere distinti in 2 categorie:
1. i

contratti che costituiscono operazioni passive, perch mediante gli stessi la banca diventa debitrice dei suoi clienti, cio riceve credito dai clienti.

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2. i contratti che costituiscono operazioni attive, perch mediante

gli stessi la banca diventa creditrice dei suoi clienti, cio fa credito ai clienti. Vi sono, poi, le operazioni che la banca conclude nella sua funzione di intermediazione nei pagamenti, e infine le operazioni accessorie con le quali la banca fornisce ai clienti particolari servizi. I contratti relativi alle operazioni e ai servizi bancari devono essere redatti per iscritto, ed un loro esemplare devessere consegnato ai clienti; linosservanza della forma scritta comporta la nullit del contratto.

I DEPOSITI BANCARI Con il contratto di deposito il cliente trasferisce alla banca la propriet di una somma di denaro. La banca si obbliga a restituire nella sua sede detta somma o parte di essa in uno dei seguenti 3 modi: ad una data stabilita (ad esempio, dopo 1 anno dal giorno del deposito), in questo caso si ha il deposito a scadenza fissa; dopo che sia trascorso un determinato termine dilatorio (ad esempio, 8, 15 giorni) dal giorno in cui la banca riceve dal depositante la richiesta di restituzione, ed in questo caso si ha un deposito con preavviso; immediatamente, cio appena il depositante ne faccia richiesta, e in questo caso si ha il deposito libero (c.d. deposito a vista);

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Se nulla stabilito nel contratto circa il termine di restituzione, questa deve avvenire con losservanza del termine di preavviso risultante dagli usi. La banca si obbliga, ancora, a corrispondere sulla somma depositata un interesse, che di solito maggiore nei depositi a scadenza fissa, minore nei depositi con preavviso, ancora minore nei depositi liberi. Quando il deposito (denominato) in conto corrente, il correntista pu depositare pi somme in momenti successivi (versamenti) e richiedere in pi volte la restituzione delle somme depositate (prelevamenti). Di solito i prelievi si effettuano mediante emissione di assegni, che il correntista trae sulla banca in virt di unapposita convenzione di assegno. La possibilit di fare i prelievi mediante assegni, invece, non si ha nel deposito (denominato) a risparmio, che si caratterizza perch la banca rilascia al depositante un libretto di risparmio che le deve

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essere esibito ogni volta che si effettuano versamenti o prelevamenti, i quali devono essere annotati sullo stesso libretto. Il libretto di deposito pu essere nominativo, cio intestato al nome del cliente, o al portatore o ancora nominativo (ma) pagabile al portatore, in cui la banca non pu impedire i prelievi del portatore del libretto, anche se questi non il depositante. Il libretto nominativo, dunque, un documento di legittimazione, in quanto serve solo ad identificare lavente diritto alla prestazione. In caso di smarrimento, distruzione o sottrazione di buoni fruttiferi, di libretti di risparmio nominativi o al portatore previsto un particolare procedimento per farne dichiarare linefficacia (c.d. ammortamento).

LAPERTURA DEL CREDITO E LANTICIPAZIONE BANCARIA Lapertura di credito bancario il contratto con il quale la banca, ricevendo in compenso un interesse, si obbliga a tenere a disposizione dellaltra parte (c.d. accreditato) una somma di denaro per un dato periodo di tempo (c.d. apertura di credito a tempo determinato) o anche a tempo indeterminato (c.d. apertura di credito a tempo indeterminato) [art. 1842]. Solitamente, ricorre allapertura di credito chi vuole assicurarsi la disponibilit di una somma, ma non ancora sicuro se ne avr bisogno, se avr bisogno di tutta la somma o parte di essa, in quale momento ne avr bisogno. Inoltre, si ha apertura di credito semplice quando laccreditato pu solo fare prelevamenti, entro i limiti della somma messagli a disposizione dalla banca (c.d. fido). Si ha, invece, lapertura del credito in conto corrente , quando laccreditato pu alternare prelevamenti a versamenti, sempre per entro i limiti del fido consentitogli dalla banca (art. 1843 c.1). Se la banca non richiede allaccreditato n garanzie reali (cio, costituzione di pegni e ipoteche) n garanzie personali (ad esempio, fideiussioni), si dice che lapertura di credito allo scoperto; viceversa si parla di apertura di credito garantita se invece c la garanzia. In particolare, la garanzia sintende data per tutta la durata del rapporto di apertura di credito; se la garanzia diviene insufficiente, la banca pu chiedere un supplemento di garanzia o la sostituzione del garante: se laccreditato non ottempera alla richiesta, la banca pu ridurre il credito, in proporzione al diminuito valore della garanzia (cio, pu recedere dal contratto).
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Se lapertura del credito a tempo indeterminato, ciascuna delle parti pu recedere dal rapporto, mediante preavviso nel termine stabilito dal contratto o dagli usi o in mancanza anche di usi in quello di 15 giorni. Se lapertura del credito , invece, a tempo determinato, la banca pu recedere dal contratto solo per giusta causa, a meno che il contrario non sia stabilito nel contratto; estinguendosi il rapporto, laccreditato non pu pi prelevare altre somme e deve restituire la somma di cui debitore in un termine non minore di 15 giorni; se per la giusta causa consiste nellinsolvenza dellaccreditato la banca pu esigere il pagamento immediatamente senza dover attendere 15 giorni (art. 1186). Per quanto riguarda lanticipazione bancaria diciamo che in questo caso, la banca d o pone a disposizione del cliente una somma di denaro dietro garanzia di merci o di titoli costitutivi di pegno. Il pegno delle merci o dei titoli pu essere:

regolare se la propriet delle merci spetta allaccreditato e irregolare se, invece, la propriet dei beni dati in pegno si trasferisce alla banca (art. 1848).
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Oggetto del pegno possono essere solo merci o titoli, cio beni che hanno un prezzo corrente agevolmente individuabile.

LE OPERAZIONI BANCARIE IN CONTO CORRENTE E IL CONTRATTO DI CONTO CORRENTE I contratti bancari di deposito, di apertura del credito e di anticipazione possono essere regolati in conto corrente, e quindi il correntista mediante una serie di versamenti e prelevamenti pu disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito (salva losservanza del termine di preavviso eventualmente stabilito nel contratto) senza bisogno di attendere la chiusura del conto (art. 1852). Questa caratteristica differenzia le operazioni bancarie in conto corrente dal contratto di conto corrente ordinario, con il quale le parti (di solito, due imprenditori) si obbligano ad annotare in conto i crediti derivanti da reciproche rimesse, considerandoli inesigibili e indisponibili fino alla chiusura del conto. Tra le operazioni bancarie in conto corrente rientra anche il conto corrente di corrispondenza (detto anche conto corrente bancario), contratto nel quale il cliente pu compiere operazioni di versamento e

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di prelievo sia sulla base di fondi propri da lui affidati alla banca sia sulla base di fondi messigli a disposizione dalla banca. Inoltre, opportuno distinguere:
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conti plurimi, in base alla quale se tra la banca e il cliente esistono pi rapporti o pi conti, i saldi attivi e passivi dei diversi conti si compensano reciprocamente (art. 1853); conti congiunti, quando invece il conto intestato a pi persone, occorre accertare se a ciascuna di esse sia stato attribuito il potere di compiere operazioni anche separatamente; poich, se cos stato pattuito, ogni intestatario considerato creditore (o debitore) solidale dei saldi del conto, e quindi pu prelevare lintera somma anche da solo (art. 1854).

Altra operazione bancaria attiva lo sconto, contratto mediante cui la banca previa deduzione di un interesse (detto appunto sconto) anticipa al cliente (detto scontatario) limporto di un credito non ancora scaduto che il cliente ha verso un terzo; alla banca detto credito viene ceduto pro solvendo (art. 1858), con la conseguenza che, se la banca non riesce ad esigere il credito dal debitore ceduto, essa pu richiedere allo scontatario la restituzione della somma anticipatagli, oltre allinteresse a suo tempo dedotto. Linteresse, che la banca detrae dallimporto del credito, calcolato in proporzione del tempo che deve decorrere tra il momento dello sconto e il momento di scadenza del credito ceduto. Se la banca utilizza il credito scontato presso di essa per scontarlo a sua volta presso altra banca, si ha il risconto, che per la banca scontataria unoperazione passiva.

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OPERAZIONI BANCARIE DI INTERMEDIAZIONE NEI PAGAMENTI Le banche svolgono anche opera di intermediazione nei pagamenti. Oltre a provvedere al pagamento ai terzi beneficiari degli ordini di pagamento (c.d. bonifici bancari) ricevuti dai correntisti, o degli assegni bancari tratti dai correntisti che dispongono di una somma di denaro per avere compiuto un deposito o ottenuto unapertura di credito o unanticipazione, le banche sogliono fare pagamenti per conto dei loro clienti soprattutto in occasione delle compravendite da piazza a piazza

OPERAZIONI BANCARIE ACCESSORIE

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Le pi significative operazioni bancarie dette accessorie sono: Depositi a custodia, poich anche la banca come altri soggetti conclude depositi regolari (di solito beni preziosi) in cui la cosa depositata resta di propriet del depositante e la banca ne ha solo la detenzione. Se il deposito ha per oggetto contenitori chiusi (quali, cassette e bauli), la banca risponde soltanto dellintegrit esteriore, entro i limiti contrattualmente determinati. Deposito di titoli in amministrazione, poich se i beni depositati sono titoli, la banca pu assumere oltre lobbligo di custodirli anche quello di provvedere alla loro gestione, esercitando i diritti inerenti ai titoli stessi. La banca deve, nellamministrare i titoli, usare lordinaria diligenza ed nullo ogni patto contrario (art. 1838 c.4). Se si conviene che la banca non obbligata a restituire gli stessi titoli depositati, ma solo il tantundem (cio titoli della stessa natura), si ha il c.d. comodato bancario, contratto che in realt un mutuo di titoli, e precisamente deve considerarsi unoperazione passiva e non accessoria. Esecuzione di incarichi, poich solitamente la banca pu assumere secondo le regole del contratto di mandato lincarico di compiere delle operazioni per conto del cliente (ad esempio, incassare e pagare cambiali, riscuotere cedole, comprare o vendere titoli) con diritto al rimborso delle spese e ad un compenso (la c.d. commissione). Quando lincarico deve eseguirsi su una piazza dove non esistono filiali della banca, questa pu incaricare dellesecuzione unaltra banca o un suo corrispondente (art. 1856 c.2). Abbonamento alle cassette di sicurezza, in quanto la banca pu avere costruito dei locali corazzati e custoditi da appositi guardiani, in cui sono contenuti molti loculi in metallo che si aprono mediante due chiavi, e nellinterno dei quali contenuta una cassetta metallica. Con il contratto dabbonamento alle cassette di sicurezza, precisamente, la banca si obbliga a fare usare del loculo il cliente, il quale nelle ore in cui la banca aperta al pubblico pu aprire la cassetta mediante il concorso di un impiegato della banca, in modo da prelevare o conservare in piena segretezza nella cassetta interna gli oggetti che crede. Se la cassetta intestata a pi persone, ognuno degli interessati ha il diritto di aprirla (art. 1840 c.1). Se muore lintestatario o uno degli intestatari, la banca che conosca della morte pu consentire lapertura della cassetta soltanto se vi il consenso di tutti gli aventi diritto, o secondo le modalit stabilite dallautorit giudiziaria.

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Di solito, la durata del rapporto annuale, ed esso si proroga tacitamente di anno in anno, salva disdetta di una delle parti. Se, dopo la scadenza del contratto, labbonato non vuota la cassetta e non restituisce la chiave alla banca, questa pu riacquistarne la disponibilit col seguente procedimento: fa unintimazione allintestatario e, dopo il decorso di 6 mesi, chiede al tribunale lautorizzazione ad aprire la cassetta alla presenza di un notaio, a vendere quella parte degli oggetti rinvenuti occorrente per soddisfare quanto le dovuto per canoni e spese, e a depositare il resto degli oggetti in altro luogo per conto del depositante (art. 1841).

IL CONTRATTO DI RIPORTO Il riporto un contratto con il quale una parte (detta riportato) trasferisce allaltra (detta riportatore), per un determinato prezzo, la propriet di titoli di credito gi individuati; il riportatore assume lobbligo di trasferire al riportato, ad un determinato termine, la propriet di altrettanti titoli della stessa specie per un determinato prezzo, che pu essere maggiore del prezzo gi versato dal riportatore, o minore (in questo caso si parla di deporto) [art. 1548]. Il prezzo maggiore, se il riportato che ha bisogno di disporre di una somma per la durata del riporto (c.d. riporto finanziario); minore, se invece il riportatore che ha bisogno di disporre ei titoli. Il riporto non un tipico contratto bancario. Secondo il codice, esso (il riporto) un contratto reale, in quanto si perfeziona nel momento in cui il riportato consegna i titoli al riportatore (art. 1549). Il contratto di riporto pu essere stipulato dalle banche anche nello svolgimento della loro attivit di investimento in strumenti finanziari, ed in particolare nei mercati di borsa, allo scopo di fornire al contraente la disponibilit del denaro o dei titoli che gli occorrono per ladempimento di un contratto di borsa.

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LIMPRESA FINANZIARIA Lattivit delle banche definita dintermediazione creditizia, nel senso che esse impegnano i capitali ricevuti in prestito in varie forme dai risparmiatori (la c.d. provvista) per fare credito a terzi.

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Dallintermediazione creditizia va giuridicamente distinta lattivit di intermediazione finanziaria che si ha quando le imprese finanziarie fanno credito a terzi, o assumono partecipazioni in altre societ mediante lutilizzazione di capitali propri, o ricevuti da terzi con operazioni diverse (ad esempio, mutui, obbligazioni sociali) da quelle tipiche di raccolta delle banche, o prestati dalle stesse banche o da altre imprese finanziarie.

LE CAMBIALI FINANZIARIE. I CERTIFICATI DINVESTIMENTO Uno strumento per il finanziamento a breve termine delle imprese costituito dalle cosiddette cambiali finanziarie, regolate dalla legge 13 gennaio 1994 n.43. Le cambiali finanziarie sul piano strutturale sono titoli allordine, soggette alla disciplina formale delle cambiali ordinarie, ma che da esse si distinguono sul piano funzionale, perch vengono emesse dalle imprese commerciali al pari delle obbligazioni, che per sono titoli a medio lungo termine allo scopo di ricevere finanziamenti, a titolo di mutuo collettivo, direttamente dal pubblico dei risparmiatori, che possono acquistarle a scopo di investimento. Le cambiali finanziarie sono pertanto titoli di credito emessi in serie, e sono qualificate dalla legge valori mobiliari. La scadenza non pu essere inferiore a 3 mesi e superiore a 12 mesi dalla data di emissione. Poich le cambiali finanziarie hanno per oggetto lacquisizione di fondi con lobbligo di rimborso alla scadenza, esse costituiscono uno strumento di raccolta del risparmio tra il pubblico, e sono quindi soggette anche alla disciplina regolamentare del Cicr (comitato interministeriale del credito e del risparmio). Il Circ ha, dunque, stabilito che le cambiali finanziarie devono avere un taglio minimo non inferiore a 100 milioni di lire (ossia, 51.645,69 euro) e che possono essere emesse: dalle societ finanziarie iscritte in un apposito elenco speciale tenuto dalla Banca dItalia; da societ ed enti con strumenti finanziari quotati in borsa o in altri mercati regolamentati; da societ non quotate,purch gli ultimi tre esercizi siano stati in utile; e precisamente, se emesse da societ non quotate le cambiali finanziarie devono essere assistite per almeno il 50% del loro valore di sottoscrizione, da garanzie (fideiussioni, avalli) rilasciate o da banche o da

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societ finanziarie iscritte nellelenco speciale o da societ di assicurazione. Le cambiali finanziarie sono girabili esclusivamente con la clausola senza garanzia, e quindi nessun girante diventa obbligato di regresso. Secondo la delibera del Circ le imprese, alle quali consentito emettere cambiali finanziarie, possono emettere anche titoli denominati certificati dinvestimento; la durata deve essere non inferiore a 12 mesi e il taglio non deve essere inferiore a 51.645,69. Lammontare della raccolta del risparmio tra il pubblico, effettuata mediante cambiali finanziarie e certificati di investimento, non pu eccedere insieme alla raccolta mediante obbligazioni il limite del capitale versato e delle riserve risultanti dallultimo bilancio approvato.

LA LOCAZIONE FINANZIARIA (LEASING) Le imprese possono acquistare (compravendita) o prendere in godimento (locazione, affitto) i beni strumentali occorrenti per la loro attivit produttiva (immobili, mobili, macchinari). Per lacquisto, se non hanno o se non sono sufficienti i propri capitali, le imprese devono ricorrere al credito; mentre, se hanno capitali propri, questi restano immobilizzati. Uno strumento alternativo di finanziamento si ha con il cosiddetto contratto di locazione finanziaria, talvolta denominato anche contratto di leasing. Tale contratto pu essere concluso direttamente tra limpresa produttrice o venditrice del bene e limpresa che deve utilizzarlo; a questultima il bene viene dato in godimento, dietro versamento di un corrispettivo suddiviso in canoni periodici; di solito, alla scadenza previsto che lutilizzatore ha la facolt di restituire il bene allimpresa produttrice, o di divenirne proprietario, versandone una somma finale (c.d. prezzo dopzione) gi calcolata al momento della conclusione del contratto, sulla base del prevedibile valore residuo del bene. Il contratto di leasing, rispetto allacquisto da compravendita, consente di evitare immobilizzazioni di capitali, mentre rispetto alla locazione o allaffitto, consente allimpresa di acquistare alla fine del rapporto la propriet del bene. Secondo la cassazione, se le parti hanno previsto un prezzo dopzione molto inferiore al valore residuo del bene, gli ammontari dei canoni periodici vanno considerati, per una parte, quale corrispettivo del

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godimento del dellacquisto.

bene

e,

per

laltra

parte,

quale

corrispettivo

In tale ipotesi, in caso di risoluzione del contratto per inadempimento o per fallimento dellutilizzatore, limpresa di leasing deve restituire i canoni riscossi, salvo il diritto ad un equo compenso per luso della cosa, e al risarcimento del danno; se invece il prezzo di opzione corrispondeva o era vicino al prevedibile valore residuo del bene utilizzato, limpresa di leasing pu trattenere i canoni riscossi, appunto perch da considerarsi corrispettivi (solo) del periodo di durata del godimento del bene (art. 1458 c.1). Spesso nel contratto interviene una terza impresa, che ha per oggetto proprio lattivit di leasing, la quale da un canto acquista il bene dal produttore e dallaltro lo concede in leasing allimpresa che ne ha bisogno per lesercizio della propria attivit economica. Tali imprese devono essere costituite nelle forme di societ per azioni, e devono avere un capitale versato non inferiore a 500.000,00 euro, e devono inoltre essere iscritte nellelenco delle imprese finanziarie.

IL FACTORING Con il contratto di factoring un imprenditore cede ad un altro imprenditore (detto factor) i crediti sorti, o che possono venire a sorgere anche in dipendenza di rapporti futuri, nei confronti dei propri clienti (ad esempio, crediti da forniture o da servizi). Lattivit di factoring stata regolata da una legge speciale (21 febbraio 1991 n.52) che disciplina, appunto, la cessione dei crediti dimpresa (essa riguarda elusivamente quei crediti derivanti dallesercizio di unimpresa commerciale). Lattivit di factoring deve essere esercitata esclusivamente da imprese bancarie, o da imprese finanziarie iscritte nellelenco generale il cui oggetto sociale preveda lacquisto di crediti di impresa. E precisamente, essa, pu avere una duplice funzione: 1) sia quella di finanziamento delle attivit commerciali 2) e sia di riscossione dei crediti dimpresa. Ovviamente tutto questo dietro il pagamento di un corrispettivo. La cessione dei crediti futuri ammissibile solo se vi lindicazione dei debitori ceduti e solo se si tratta di crediti che sorgeranno da contratti da stipulare entro il biennio successivo alla stipula dellatto di cessione.

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Di regola, la cessione dei crediti avviene pro solvendo, nei limiti del corrispettivo pattuito. Le parti possono, per, stabilire con apposito patto contrario, che la cessione dei crediti avvenga pro soluto. Il factor si obbliga a versare al cedente le somme corrispettive dei crediti ceduti dopo lincasso (per quelli ceduti pro solutoad una data convenuta, alcuni mesi dopo la scadenza). Sui crediti non esigibili il factor pu anche accettare di concedere anticipazioni al cedente, il quale cos oltre ai risparmi di gestione per non doversi occupare della riscossione dei propri crediti pu ottenere anche un finanziamento della propria attivit economica. Per quanto riguarda lefficacia della cessione nei confronti dei terzi diciamo che limpresa di factoring pu rendere opponibile ai terzi la cessione dei crediti nei modi diversi previsti dallarticolo 1265 del codice civile; ma anche se non vi stata la notifica o non avvenuta laccettazione del debitore dellatto di cessione, questa ugualmente opponibile ai terzi, se il factor abbia pagato in tutto o in parte il corrispettivo della cessione, e se il pagamento ha data certa: in tal caso, infatti, latto di cessione opponibile sia ai terzi creditori del cedente, i quali abbiano pignorato il credito dopo la data di pagamento; sia ai terzi altri cessionari dello stesso credito, i quali a loro volta non abbiano reso efficace il loro atto di acquisto anteriormente alla data del pagamento. E tuttavia egualmente liberato il debitore ceduto che abbia pagato un altro cessionario, prima che il factor gli abbia notificato latto di cessione, o prima che lo stesso debitore abbia accettato la cessione (art. 1264 c.1). Questa disciplina (cio della legge 1991/52) applicabile solo se lattivit di acquisto dei crediti di impresa esercitata da imprese bancarie o finanziarie; in mancanza, ai contratti di factoring rimane applicabile la disciplina della cessione dei crediti secondo le norme del codice civile. Le imprese di factoring hanno predisposto condizioni generali di contratto, in cui al factor sono tra laltro attribuiti poteri di controllo sulle scritture contabili del cedente, ed in cui si pongono a carico di questultimo una serie di obblighi la cui violazione pu condurre alla risoluzione del contratto a norma dellart. 1456 (clausola risolutiva espressa).
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IL CREDITO AL CONSUMO Per lacquisto di beni o di servizi destinati al consumo, un soggetto pu:

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utilizzare mezzi finanziari di cui dispone (denaro) o pu ricorrere, per convenienza o per costrizione, al finanziamento di terzi o rivolgendosi ad imprese bancarie o finanziarie o ottenendo dilazioni di pagamento degli stessi fornitori.

La legge individua la fattispecie di credito al consumo nella concessione, nellesercizio di unattivit commerciale, di credito sotto forma di dilazione di pagamento o di prestito o di finanziamento a favore di una persona fisica (consumatore) che agisce per scopi estranei all attivit imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Lesercizio dellattivit di concessione di credito riservato: alle banche alle imprese finanziarie e agli stessi fornitori dei beni o dei servizi acquistati per il consumo.
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Le imprese bancarie e finanziarie solitamente concedono credito al consumo mediante prestiti (mutui) o mediante contratti bancari o finanziari (anticipazioni, leasing, aperture di credito in conto corrente da utilizzare mediante carte di credito). Qualunque sia la forma, i contratti con cui vengono concessi crediti ai consumatori devono essere stipulati, a pena di nullit relativa, per iscritto, e un esemplare del contratto va consegnato contestualmente al consumatore. Nel contratto devono essere indicati: o lammontare e le modalit del finanziamento o il numero, gli importi, le scadenze delle singole rate
o

il tasso annuo effettivo globale (c.d. taeg) che indica il costo totale del credito per il consumatore espresso in percentuale annua del credito concesso e comprensivo degli interessi e degli oneri)

o il dettaglio delle condizioni per leventuale modifica del taeg o le eventuali garanzie e coperture assicurative richieste.

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Il rispetto di questa disciplina affidato alla vigilanza della Banca dItalia e del Ministero delle attivit produttive (art. 128 c.3).

CONTRATTI DI INVESTIMENTO E MERCATI FINANZIARI


GLI INVESTIMENTI DI NATURA FINANZIARIA Nellespressione prodotti finanziari il legislatore ricomprende ogni forma di investimento di natura finanziaria, e cio ogni investimento di capitali in attivit economiche esercitate da altri soggetti, attivit produttive di reddito (utili, interessi) e/o di incrementi patrimoniali. Tra i prodotti finanziari lart. 1 fa espresso riferimento agli strumenti finanziari, nel cui elenco ricomprende anche i valori mobiliari, il cui concetto ristretto solo ai titoli rappresentativi di capitale di rischio ai titoli di debito agli strumenti finanziari previsti dal codice civile negoziabili nel mercato di capitali. I prodotti finanziari, ed in particolare gli strumenti finanziari, sono pertanto strumenti di investimento (solitamente rappresentati da documenti o certificati) che normalmente costituiscono strumenti per la raccolta del risparmio diffuso tra il pubblico. Gli strumenti finanziari possono servire per la raccolta del risparmio tra il pubblico, ma possono anche servire per attivit speculative, o di copertura del rischio di investimento. Dunque, le imprese di investimento svolgono unattivit di intermediazione finanziaria, nel senso che ha per oggetto strumenti finanziari. La raccolta del risparmio tra il pubblico sottoposta al controllo della pubblica Amministrazione, controllo che si esercita sulle imprese bancarie e finanziarie e sulle imprese assicurative per vigilare sulla correttezza e sulla prudenza della gestione e garantire la stabilit patrimoniale e la solvibilit. Secondo lart. 1 del testo unico 24 febbraio 1998 n.58, costituisce sollecitazione allinvestimento ogni offerta, invito a offrire o messaggio promozionale, in qualsiasi forma rivolti al pubblico, finalizzati alla vendita o alla sottoscrizione di prodotti finanziari. Pertanto, rientra nel concetto di sollecitazione: ogni offerta di pubblica sottoscrizione, avente per oggetto prodotti finanziari di nuova emissione; ogni proposta, mediante offerta al pubblico, di acquisto o di vendita di prodotti finanziari gi emessi;
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ogni invito al pubblico a presentare offerte per la sottoscrizione o lacquisto di prodotti finanziari; ogni messaggio volto a promuovere collocamento di prodotti finanziari. operazioni di

Su ogni operazione di sollecitazione ad un investimento finanziario gli artt. 94 e seguenti del testo unico 1998/58 prevedono il controllo della Consob, allo scopo di assicurare unadeguata informazione del pubblico. Pertanto, coloro che intendono sollecitare allinvestimento con qualsiasi mezzo il pubblico risparmio devono darne preventiva comunicazione alla Consob, alla quale spetta di regolamentare il contenuto della comunicazione (art. 95 c.1). Assieme alla comunicazione delloperazione di sollecitazione del pubblico risparmio deve essere trasmessa la bozza di un prospetto informativo redatto secondo le disposizioni di carattere generale dettate dalla Consob con regolamento, per fornire al pubblico degli investitori i dati necessari per consentirgli un fondato giudizio sulle caratteristiche dei prodotti finanziari e sulla situazione di coloro che li emettono o li hanno emessi. Pertanto possiamo dire che, ogni sollecitazione allinvestimento deve essere preceduta dalla pubblicazione del prospetto informativo.
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Inoltre, la Consob deve: 1. stabilire le regole sulle modalit di svolgimento delloperazione, anche al fine di assicurare la parit di trattamento degli investitori. 2. indicare le regole di correttezza che devono essere osservate dallofferente, dallemittente, dai soggetti incaricati del collocamento dei prodotti finanziari oggetto dellofferta. 3. stabilire il contenuto tipico dei prodotti finanziari, quando questi sono individuati attraverso una particolare denominazione (art. 94). Prima della pubblicazione del prospetto informativo vietato qualsiasi annuncio pubblicitario relativo alloperazione di sollecitazione. Sono, tuttavia, consentiti la diffusione di notizie, lo svolgimento di indagini di mercato, la raccolta di intenzioni di acquisto o di sottoscrizione di prodotti finanziari. Se le disposizioni sugli annunci pubblicitari non vengono rispettate, la Consob pu sospendere o vietare lulteriore diffusione degli annunci,

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e in caso di violazione dei suoi provvedimenti di sospensione o di divieto degli annunci, pu vietare lesecuzione della stessa sollecitazione allinvestimento (art. 101 c.2). E precisamente, il sospetto della violazione delle disposizioni legislative e regolamentari sulle operazioni di sollecitazione consente alla Consob di sospendere in via cautelare la sollecitazione per un periodo non superiore a 90 giorni, e di vietarla quando accertata linosservanza dellobbligo di comunicazione e delle altre disposizioni. Il controllo della Consob non previsto quando la sollecitazione rivolta ad investitori professionali (ad esempio, banche, organismi di investimento collettivo del risparmio), o quando rivolta a un ridotto numero di investitori o di ammontare modesto.

Coloro che intendono emettere valori mobiliari devono darne comunicazione alla Banca dItalia indicando la quantit e le caratteristiche dei titoli da emettere, nonch le modalit ed i tempi di attuazione dellemissione. La comunicazione richiesta soltanto se lammontare dellemissione supera il limite stabilito in generale dalla stessa Banca dItalia (tale limite deve essere superiore a 50 milioni di euro). Tuttavia, la Banca dItalia non esamina il merito delloperazione, ma ne controlla soltanto lincidenza sul mercato finanziario. Loperazione pu essere effettuata decorsi 20 giorni dal ricevimento della comunicazione, sempre che la stessa Banca dItalia entro lo stesso termine non abbia disposto di differire lesecuzione delloperazione, o addirittura di vietarla. Linosservanza dellobbligo di comunicazione o delle prescrizioni della Banca dItalia non produce linvalidit dellemissione o della offerta al pubblico, ma punita con la sanzione penale dellammenda sino ad un massimo della met del valore totale delloperazione.

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LE SOCIETA DI INVESTIMENTO Le imprese che possono svolgere professionalmente lattivit di intermediazione finanziaria sono principalmente le imprese bancarie e le imprese di investimento autorizzate ad investire in attivit finanziarie il risparmio raccolto tra il pubblico dei risparmiatori sia nellinteresse di singoli risparmiatori (investimenti individuali) sia nel loro interesse comune (investimenti collettivi).

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Le imprese di investimento devono costituirsi nella forma di societ per azioni e devono inoltre essere autorizzate dalla Consob o dalla Banca dItalia a svolgere lattivit di intermediazione finanziaria; sono soggette alla vigilanza della Consob, volta soprattutto ad assicurare la trasparenza e la correttezza dei loro comportamenti; sono anche soggette alla vigilanza della Banca dItalia principalmente per assicurarne la solidit patrimoniale (c.d. stabilit). In caso di crisi, le societ di investimento sono soggette come le societ bancarie alle procedure di amministrazione straordinaria e di liquidazione coatta amministrativa; ed inoltre i crediti dei clienti delle societ di investimento sono garantiti da appositi fondi patrimoniale di garanzia (c.d. sistemi di indennizzo: art. 59). LE OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI PECUNIARI Le operazioni di cartolarizzazione dei crediti pecuniari svolgono solitamente funzioni di finanziamento (per le imprese) e di investimento (per i risparmiatori). E precisamente, tali operazioni possono essere realizzate dagli imprenditori commerciali mediante cessione in blocco a titolo oneroso di una pluralit di crediti pecuniari sia esistenti sia futuri a favore di societ di capitali o cooperative iscritte negli elenchi degli intermediari finanziari. Per rendere efficace la cessione globale nei confronti dei terzi, la societ cessionaria deve darne notizia mediante pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Assieme ai crediti si trasferiscono automaticamente alla societ cessionaria anche le eventuali garanzie accessorie (ad esempio, le garanzie ipotecarie), senza bisogno di alcuna formalit o annotazione. La societ cessionaria deve avere per oggetto esclusivo della propria attivit il compimento di operazioni di cartolarizzazione, e cio di emissioni di titoli di debito (ad esempio, obbligazioni), che essa pu effettuare direttamente o tramite altra societ emittente . Sul piano finanziario, la societ cedente, originaria titolare dei crediti, pu acquisire tramite la loro cessione la liquidit (il denaro) che le occorre per lo svolgimento della propria attivit dimpresa. Con il ricavato dellemissione dei titoli, la societ cessionaria si procura i mezzi per il pagamento del prezzo di cessione dei crediti; mentre, con il ricavato della successiva riscossione dei crediti, la societ cessionaria pu procedere alla scadenza dei titoli al rimborso del capitale e al pagamento degli interessi. I crediti oggetto delloperazione di cartolarizzazione costituiscono un patrimonio autonomo, separato da quello della societ cessionaria, e sul quale non sono ammesse azioni da parte dei creditori diversi dai

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portatori dei titoli emessi per finanziare lacquisto dei crediti oggetto della cessione. I titoli emessi per finanziare lacquisto dei crediti sono strumenti finanziari, e quindi alla loro emissione si applica la disciplina della sollecitazione allinvestimento in attivit finanziarie; occorre dunque la comunicazione dellemissione alla Banca dItalia e il collocamento dei titoli devessere attuato da intermediari professionali. Inoltre diciamo che, laffidabilit dei titoli oggetto delloperazione di cartolarizzazione deve essere valutata da unimpresa indipendente, specializzata nella stima del valore dei crediti (rating). Non si ha, invece, sollecitazione allinvestimento (e non dunque neppure prescritto il rating dei titoli) se questi vengono offerti ad investitori professionali. Anche se tuttavia deve essere data comunicazione dellemissione alla Banca dItalia.

GLI ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO LE SOCIETA DI INVESTIMENTO A CAPITALE FISSO Pu accadere che la societ dinvestimento distribuisca solo (piccola) parte degli utili, in modo che i frutti (disponibilit monetaria) che danno le sue azioni rimangono inferiori a quelli dati da altri investimenti; pu ancora accadere che il prezzo di mercato delle azioni della societ di investimento non rifletta leventuale aumento del patrimonio sociale o che comunque non ne sia possibile lalienazione al loro effettivo valore, mentre, daltra parte, i titolari delle azioni non sono in condizioni di conoscere in qualunque momento quale leffettivo valore patrimoniale delle loro azioni e quindi se il valore di mercato di quel momento sia o meno conveniente ai fini di una vendita. In questo caso, gli azionisti: da un lato, non vengono a realizzare i loro scopi di investimento, e cio di ottenere ogni anno un adeguato reddito in moneta e (o) potere rapidamente disinvestire (cio, tramutare in moneta) le loro azioni alleffettivo valore patrimoniale; dallaltro lato, non hanno neppure il diritto di recedere dalla societ per ottenere la liquidazione delle loro azioni; da un terzo lato, ancora, corrono il rischio se le scelte di investimento della societ risultano errate di partecipare alle perdite della societ.

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Il legislatore ha previsto la costituzione di altri organismi di investimento collettivo del risparmio (c.d. oicr), e precisamente di societ di investimento a capitale variabile-sicav, ossia delle societ di investimento nelle quali i risparmiatori essendone azionisti sono partecipi dei suoi risultati economici. Per, a differenza di quanto accade nelle societ a capitale fisso, essi ( a causa della variabilit del capitale) possono recedere in ogni tempo dalla societ, ottenendo immediatamente il rimborso delle proprie azioni. stata, inoltre, disciplinata la istituzione di fondi comuni di investimento il cui patrimonio costituito dai versamenti degli investitori che vi partecipano distinto dal patrimonio della societ a capitale fisso alla quale ne affidata la gestione. A loro volta, i fondi comuni possono essere:

di tipo aperto, e in questo caso i partecipanti possono ottenere in qualsiasi momento il rimborso delle loro quote. Essi sono ammissibili solo se loggetto dellinvestimento costituito da strumenti finanziari. Nellambito dei fondi aperti, vanno menzionati i c.d. fondi armonizzati, le cui quote possono essere commercializzate in tutti i paesi dellUnione europea. o di tipo chiuso, e in questo caso il rimborso delle quote avviene alla scadenza della durata del fondo.
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I fondi comuni di investimento, sia di tipo aperto che di tipo chiuso, presentano una organizzazione complessa, le cui caratteristiche principali sono:
a) vi anzitutto una societ per azioni, detta societ di gestione

(sgr), la quale svolge il compito di gestire un patrimonio (il c.d. fondo) comune, costituito con i capitali di una pluralit di investitori (c.d. partecipanti). opportuno specificare che, il fondo gestito in monte, cio nellinteresse collettivo della pluralit dei partecipanti;
b) si ha poi il fondo, o i diversi fondi, (in) comune, in quanto a

seguito dellattivit del gestore, del fondo vengono a fare parte, oltre le somme versate dagli investitori, gli strumenti finanziari e (o) gli altri beni acquistati con tali somme, i ricavi delle loro alienazioni e i dividendi. Ciascun fondo comune suddiviso in quote costituisce un patrimonio autonomo, distinto sia dal patrimonio della societ di gestione del risparmio sia da patrimoni degli investitori;
c) il patrimonio del fondo comune depositato presso una banca,

scelta secondo i criteri determinati dalle autorit di vigilanza. La banca depositaria esegue le operazioni di gestione del patrimonio del fondo disposte dalla societ di gestione; e

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precisamente, la banca depositaria deve accertare la legittimit delle operazioni di emissione e di rimborso delle quote del fondo, della destinazione dei redditi del fondo, e deve controllare la legittimit delle istruzioni della societ di gestione. In definitiva possiamo dire che: listituto del fondo comune di investimento consiste in un complesso patrimoniale di pertinenza di una pluralit di partecipanti, che viene gestito da una societ per azioni nellinteresse degli stessi partecipanti, ma rimane distinto ed autonomo rispetto ai patrimoni delluna e degli altri; le somme di denaro e gli strumenti finanziari facenti parte del patrimonio del fondo comune devono essere depositati presso una banca la quale in quanto depositaria acquista la propriet delle somme e la detenzione dei titoli. Le sgr possono istituire anche:
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fondi riservati, che sono quelli a cui possono partecipare soltanto investitori qualificati; fondi garantiti, che invece sono quelli che garantiscono mediante la stipula di apposite convenzioni con imprese bancarie, assicurative o finanziarie la restituzione del capitale investito o il riconoscimento di un rendimento minimo; fondi speculativi, che infine sono quelli il cui patrimonio pu essere investito in deroga alle norme prudenziali di contenimento e frazionamento del rischio stabilite dalla Banca dItalia. opportuno specificare che, possono partecipare a ciascun fondo speculativo non pi di 200 unit e le quote non possono essere oggetto di sollecitazione allinvestimento.

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Di qualunque tipo sia, listituzione di ogni fondo comune deve essere disciplinata da un apposito regolamento deliberato dal consiglio di amministrazione della societ di gestione del risparmio, ed approvato dalla Banca dItalia. Tale regolamento definisce le caratteristiche (cio, se aperto o chiuso), il funzionamento, indica la societ promotrice, il gestore e la banca depositaria; ancora, regola il rapporto con i partecipanti, indica il tipo di beni (mobili, immobili, crediti), di strumenti finanziari e di altri valori in cui possibile investire il patrimonio del fondo. Inoltre, nel regolamento devono indicarsi: a) la denominazione e la durata del fondo

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b) le modalit di partecipazione al fondo c) gli organi amministrativi e/o tecnici competenti per la scelta degli investimenti, e i criteri di ripartizione degli investimenti tra i diversi tipi di beni d) i beni oggetto dinvestimento devono essere coerenti con la natura, aperta o chiusa, del fondo e) le spese a carico del fondo e quelle a carico delle societ di gestione f) le modalit di pubblicit del valore delle quote di partecipazione g) le modalit di liquidazione del fondo. opportuno precisare, inoltre, se si tratta di:
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fondi di accumulazione, nei quali ad esempio i proventi ricavati dai titoli (ossia dividendi, interessi) rimangono nel patrimonio del fondo, e quindi aumentano il valore delle partecipazioni; o di fondi di reddito, nei quali i proventi vengono distribuiti tra i partecipanti; o di fondi misti, in cui i proventi vengono in parte trattenuti ed in parte distribuiti.
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Per quanto riguarda listituzione dei fondi comuni, nellart. 34 del testo unico disposto che la societ richieda alla Banca dItalia lautorizzazione allesercizio di gestione collettiva del risparmio. Tale autorizzazione viene rilasciata se: la societ ha un capitale minimo interamente versato di almeno 1 milione di euro se la misura del capitale indicata nello statuto viene giudicata adeguata alla realizzazione del programma di attivit che la societ deve presentare alla Banca dItalia se ha sede in Italia se gli esponenti aziendali hanno i prescritti requisiti di onorabilit e di professionalit se i requisiti di onorabilit sono posseduti anche dai soci detentori di partecipazioni superiori al 5% del capitale con diritto di voto.

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La partecipazione al fondo comune si realizza attraverso la conclusione di un contratto tra la societ di gestione e gli investitori che chiedono di sottoscrivere le quote del fondo. Le quote di partecipazione sono rappresentate da certificati, i quali rientrano tra gli strumenti finanziari. I fondi sono sottoposti alla vigilanza amministrativa della Consob e della Banca dItalia. Per quanto riguarda i fondi aperti diciamo che, la societ di gestione con periodicit almeno settimanale deve calcolare il valore delle quote, anche ai fini della loro emissione e del loro rimborso. Durante lo stesso periodo, gli investitori possono ottenere il disinvestimento dei propri capitali o alienando i certificati rappresentativi delle quote di partecipazione, o richiedendo in qualsiasi momento alla societ di gestione di ordinare alla banca depositaria di procedere al rimborso delle quote. Inoltre, proprio perch si tratta di fondi comuni aperti, il relativo patrimonio essenzialmente variabile nel senso che aumenta per la sottoscrizione delle quote e diminuisce per il loro rimborso, seguendo le iniziative degli investitori e senza bisogno di alcuna deliberazione formale. Per quanto riguarda, invece, i fondi chiusi diciamo che, il patrimonio del fondo chiuso pu essere raccolto mediante una o pi emissioni di quote, tutte di eguale valore unitario. Per ciascuna emissione, le quote devono essere collocate tra il pubblico degli investitori mediante unoperazione di sollecitazione allinvestimento, e devono essere sottoscritte entro il termine massimo di 18 mesi dalla pubblicazione del prospetto informativo. Tuttavia, pu accadere che in tale termine non avvenga la sottoscrizione di tutte le quote; se per ne sono state sottoscritte in misura non inferiore ad un ammontare minimo indicato nello stesso regolamento, la sgr pu procedere al c.d. ridimensionamento del fondo, in modo che le sue dimensioni vengano a corrispondere allammontare delle sottoscrizioni avvenute. Viceversa, nel caso in cui un fondo sia sottoscritto in misura superiore allofferta, la sgr pu aumentarne il patrimonio, nella maggiore misura gi eventualmente prevista nello stesso regolamento del fondo. La durata dei fondi chiusi non pu essere superiore a 30 anni, anche se tuttavia la Banca dItalia (se previsto nel regolamento) pu consentire, su richiesta della societ di gestione, una proroga del termine di durata del fondo non superiore a 3 anni (c.d. periodo di grazia) per il completamento dello smobilizzo degli investimenti.
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I FONDI IMMOBILIARI E LA PRIVATIZZAZIONE DEI BENI PUBBLICI La costituzione di fondi immobiliari chiusi ritenuta opportuna per agevolare lo sviluppo delle attivit di compravendita di beni immobili, e indirettamente svilupparne anche lattivit di costruzione. Lutilizzazione dello strumento dei fondi immobiliari chiusi stata prevista anche per agevolare il trasferimento ai privati dei beni immobili appartenenti al patrimonio disponibile dello Stato, o di altri enti pubblici. A tal proposito diciamo che, la legge ammette che le quote dei fondi immobiliari chiusi possano essere sottoscritte anche con apporto di beni immobili, qualora lapporto sia costituito per oltre il 51% da beni apportati esclusivamente dallo Stato, da enti previdenziali pubblici, da regioni, da enti locali o loro consorzi, . Dopo la costituzione del fondo, la societ di gestione deve procedere allofferta al pubblico delle quote del fondo presso operatori diversi dai soggetti conferenti, per il collocamento di almeno il 60 % del numero originario delle stesse quote. Entro 6 mesi dal collocamento e dalla consegna delle quote agli acquirenti, la societ di gestione deve chiedere alla Consob lammissione dei relativi certificati alla negoziazione in un mercato regolamentato. Qualora, dopo il decorso del termine di 18 mesi dalla data dellultimo apporto in natura, risulti collocato un numero di quote inferiore al 60%, loperazione di privatizzazione si considera fallita e la societ di gestione deve: a) dichiarare il mancato raggiungimento dellobiettivo minimo di collocamento; b) dichiarare decadute le prenotazioni ricevute per lacquisto delle quote; c) deliberare la liquidazione del fondo. In alternativa allofferta al pubblico, il Ministro delleconomia, per le quote di propria pertinenza, pu emettere titoli speciali, da collocare tra i risparmiatori, convertibili nelle quote dei fondi.
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LA CONTABILITA. La societ di gestione, assieme alla propria contabilit, deve anche redigere con le stesse modalit le scritture contabili del fondo. Oltre ad un prospetto periodico indicativo nei fondi aperti del valore delle quote di partecipazione, in tutti i tipi di fondi occorre redigere il libro giornale del fondo ed una relazione semestrale relativa alla gestione del fondo, entro 30 giorni dalla fine del semestre.

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Deve essere anche redatto il rendiconto della gestione del fondo, entro 60 giorni dalla fine di ogni esercizio annuale o del minor periodo in relazione al quale si procede alla distribuzione dei proventi. Pertanto, rendiconto, relazione semestrale e prospetto periodico devono essere messi a disposizione del pubblico nella sede della societ di gestione. Inoltre, i partecipanti al fondo hanno diritto di ottenere gratuitamente anche a domicilio copia del rendiconto e della relazione semestrale.

LE SOCIET DI INVESTIMENTO A CAPITALE VARIABILE (sicav) Linvestimento collettivo del risparmio pu anche avvenire tramite societ di investimento a capitale variabile; e precisamente, le sicav sono societ per azioni. Sul piano strutturale, la costituzione della sicav si distingue nettamente dalla costituzione dei fondi comuni di investimento di tipo aperto, in quanto nelle sicav non si ha la distinzione dei patrimoni, e le posizioni di investitore e di azionista coincidono, dal momento che linvestimento viene effettuato attraverso la sottoscrizione delle azioni emesse, a fronte di un corrispondente conferimento in denaro. La sicav pu essere costituita soltanto dopo che sia intervenuta lautorizzazione della Banca dItalia, su parere obbligatorio della Consob. Il capitale sociale minimo deve essere di ammontare non inferiore a quello determinato con provvedimento di portata generale dalla stessa Banca dItalia. I soci fondatori devono essere in possesso dei requisiti di onorabilit, e gli organi di amministrazione e direzione della sicav anche dei requisiti di professionalit. Inoltre, i soci fondatori devono procedere alla costituzione della societ mediante la stipula dellatto costitutivo pubblico e ad effettuare i versamenti delle quote sottoscritte entro 30 giorni dal rilascio dellautorizzazione. La sicav non pu essere costituita mediante pubblica sottoscrizione e non sono ammessi conferimenti in natura. La costituzione della sicav pu avvenire solo se il capitale interamente versato e la denominazione deve contenere lindicazione di societ di investimento per azioni a capitale variabile-sicav, e tale denominazione deve risultare in tutti i documenti della societ (art. 43 c.5). Inoltre, le sicav devono essere iscritte in un apposito albo tenuto dalla Banca dItalia, e trascorsi 2 anni dal rilascio di essa (cio,
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dellautorizzazione) senza che la sicav abbia iniziato ad operare, lautorizzazione decade automaticamente. Il capitale delle sicav sempre uguale al patrimonio netto (cio, al supero delle attivit sulle passivit), senza distinzione tra capitale e fondi di riserva, o tra attivit disponibili e indisponibili. Qualora il capitale diminuisce al di sotto del livello minimo iniziale e se la diminuzione permane per un periodo di almeno 60 giorni, si verifica una causa di scioglimento della sicav la quale, se non viene fusa con altra sicav, devessere messa in liquidazione. Le azioni delle sicav devono essere immediatamente liberate al momento della loro emissione. Nello statuto delle sicav devono essere indicate le modalit di determinazione del valore delle azioni, cio il regime di variazione del loro valore reale (il valore reale si ottiene dividendo il valore del patrimonio netto per il numero delle azioni in circolazione). Le azioni possono essere, a scelta del sottoscrittore, nominative o al portatore. Inoltre, alle sicav vietato di emettere obbligazioni, azioni di godimento e azioni di risparmio. Le azioni emesse dalla sicav, tanto nominative quanto al portatore, attribuiscono ai titolari eguali diritti patrimoniali. Mentre, per quanto riguarda i diritti amministrativi diciamo che solo le azioni nominative attribuiscono nelle assemblee un voto per ciascuna azione, a differenza delle azioni al portatore che invece attribuiscono al loro titolare un solo voto (qualunque sia il numero delle azioni possedute) [art. 45 c.4]. Per quanto riguarda i quorum assembleari diciamo che, lassemblea ordinaria e quella straordinaria in seconda convocazione sono regolarmente costituite qualunque sia la parte del capitale sociale intervenuta. Lo statuto pu ammettere anche il voto per corrispondenza, e in tal caso lavviso di convocazione dellassemblea deve contenere per esteso la deliberazione proposta. Inoltre, le deliberazioni che modificano lo statuto sociale possono essere iscritte nel registro delle imprese soltanto se approvate dalla Banca dItalia. Per quanto riguarda, invece, le partecipazioni nelle sicav diciamo che la comunicazione preventiva alla Banca dItalia dellacquisto o della cessione di partecipazioni qualificate devessere solitamente effettuata da chi intende acquisire o cedere una partecipazione superiore a 20.000 azioni nominative o, se minore, una
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partecipazione superiore al 10% del capitale rappresentato da azioni nominative. Nello statuto delle sicav pu essere prevista lesigenza di pi comparti dinvestimento per ognuno dei quali pu essere emessa una particolare categoria di azioni (sicav multicomparto). Nella sicav multicomparto non si ha un patrimonio sociale unico, in quanto ciascun comparto costituisce patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti da quello degli altri comparti. Nello statuto devono anche essere stabiliti i criteri di ripartizione delle spese generali tra i vari comparti. Le sicav possono anche svolgere attivit connesse e strumentali allinvestimento collettivo del risparmio. Le scritture contabili delle sicav devono essere tenute con modalit analoghe a quelle previste per i fondi comuni. Quanto alla fusione e scissione diciamo che i progetti di fusione e di scissione devono essere sottoposti al preventivo nulla osta della Banca dItalia (art. 49 c.3). In particolare, fusione e scissione sono ritenute ammissibili soltanto se la societ incorporante o la nuova societ che ne derivi sono anchesse sicav, cio societ di investimento collettivo a capitale variabile.
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I FONDI PENSIONE I fondi pensione sono costituiti al fine di assicurare ai lavoratori lerogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio pubblico. E precisamente, tali fondi possono essere costituiti nelle forme di persone giuridiche o di associazioni non riconosciute. Il patrimonio del fondo composto: dai contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori destinatari del trattamento pensionistico complementare; da quote degli accantonamenti annuali destinati al c.d. trattamento di fine rapporto.

La gestione del patrimonio del fondo pu essere affidata ad imprese di investimento o a banche abilitate alla gestione di patrimoni mobiliari, o ad imprese assicurative o a societ di gestione del risparmio.

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Lesercizio dellattivit dei fondi pensione devessere autorizzato da un ente pubblico, la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), di nomina del Consiglio dei ministri; lautorizzazione decade se il fondo non inizia la propria attivit entro 1 anno dal rilascio. Alla Covip compete il controllo esterno sui fondi pensione volto a perseguire la corretta e trasparente amministrazione (art. 16 c.2).

LE SOCIET DI INTERMEDIAZIONE MOBILIARE (sim) Le sim sono delle societ che hanno sede e direzione generale in Italia. Lautorizzazione alle sim rilasciata, dopo avere sentito il parere della Banca dItalia, dalla Consob la quale ne dispone liscrizione in un apposito albo. Per rilasciare tale autorizzazione alle sim, occorre che: siano costituite nella forma di societ per azioni lespressione societ di intermediazione mobiliare sia compresa nella denominazione sociale il capitale sociale risulti gi versato in un ammontare non inferiore a quello determinato in via generale dalla Banca dItalia che le sim presentino un programma iniziale di attivit ed una relazione sulla loro struttura organizzativa che gli amministratori, i sindaci e coloro che compongono la direzione abbiano particolari requisiti di professionalit e di onorabilit che i soci titolari di partecipazioni qualificate siano anchessi in possesso di particolari requisiti di onorabilit.
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Il testo unico elenca i servizi di investimento il cui esercizio riservato alle sim e alle banche regolarmente autorizzate. E precisamente, i servizi elencati sono: 1) la ricezione di ordini di negoziazione di strumenti finanziari 2) la negoziazione di strumenti finanziari 3) il collocamento di strumenti finanziari 4) la gestione su base individuale di portafogli di investimento in strumenti finanziari (art. 1 c.5).

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LA RACCOLTA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI.

ORDINI E LA NEGOZIAZIONE I CONTRATTI SWAP

DEGLI

Un servizio di investimento la negoziazione degli strumenti finanziari, che riservata agli intermediari professionali sia che venga effettuata per conto proprio sia per conto di terzi; sia nei mercati regolamentati sia fuori dei mercati regolamentati. I contratti derivati sono contratti con scadenza a termine, il cui valore deriva dalla variazione delle quotazioni delle attivit finanziarie che ne sono alla base, e precisamente: merci, tassi di interesse, valute Tra i contratti considerati dalla legge strumenti finanziari vi sono:
i futures le options e gli swap.

Quanto ai primi due (cio, futures ed options) diciamo che si tratta di contratti standardizzati, ammissibili solo in mercati finanziari organizzati. Quanto ai contratti swap (letteralmente scambio), invece, diciamo che si tratta di contratti conclusi merc lintervento di intermediari professionali fuori dei mercati organizzati. I principali contratti swap sono quelli sui tassi di interesse e quelli su valute. Negli swap su tassi di interesse, due parti indebitate con terzi a tassi differenti stipulano un contratto di swap in base al quale si obbligano, alla scadenza di ciascun periodo di maturazione degli interessi, a regolare tra loro la differenza dei due ammontari. Negli swap su valute, invece, le parti luna (ad esempio, un importatore) con un debito verso terzi a scadenza futura e in valuta estera; laltra (ad esempio, un esportatore) con un credito verso terzi di pari importo e scadenza, nella stessa valuta estera concordano come indicatore di riferimento il rapporto di cambio tra la valuta estera ed unaltra valuta, e si obbligano a regolare tra loro la differenza tra il valore di cambio concordato e il valore di cambio in vigore alla data di scadenza dei due debiti. Cos facendo viene eliminato il rischio di cambio, in quanto la parte che, per effetto delleventuale deprezzamento della valuta nazionale, avrebbe subito un danno riceve dallaltra parte che, per effetto del medesimo deprezzamento, avrebbe conseguito un profitto di eguale entit una
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somma dimporto equivalente; e viceversa apprezzamento della valuta nazionale).

(se

si

ha

un

Quando la conclusione di tali contratti avviene mediante lintervento di intermediari professionali, opera la riserva di legge e quindi gli intermediari devono essere imprese di investimento o banche autorizzate allattivit di negoziazione o di mediazione finanziaria.

Il servizio di collocamento presso il pubblico di strumenti finanziari (ad esempio, azioni od obbligazioni di societ) riservato agli intermediari autorizzati (quali, imprese di investimento, banche). Nel concetto di collocamento rientra anche la distribuzione degli strumenti finanziari, che pu avvenire (la distribuzione) nelle sedi degli emittenti o degli intermediari, ma pu anche avvenire fuori delle loro sede legali; in questultimo caso si ha la c.d. offerta fuori sede di strumenti finanziari, che costituisce una forma di sollecitazione allinvestimento. Lofferta fuori sede di strumenti finanziari pu essere effettuata soltanto tramite intermediari professionali autorizzati allo svolgimento del servizio di collocamento. Infatti, solo gli organismi di investimento collettivo (ossia, societ di gestione del risparmio, sicav) possono procedere direttamente a operazioni di collocamento fuori sede, ma limitatamente alle proprie quote di partecipazione. Inoltre diciamo che, lofferta fuori sede pu avere per oggetto anche gli stessi servizi di investimento (ad esempio, offerte di negoziazione o di gestione di strumenti finanziari). Gli intermediari professionali che effettuano offerte fuori sede di strumenti finanziari o di servizi di investimento devono avvalersi dellopera dei c.d. promotori finanziari. E precisamente, se lofferta fuori sede effettuata mediante tecniche di comunicazione a distanza (ad esempio, telefax) la Consob a individuare i casi in cui gli intermediari devono avvalersi di promotori finanziari (art. 32). Si definiscono promotori finanziari le persone fisiche che, in qualit di dipendente, agente o mandatario dellintermediario, esercitano professionalmente lattivit di offerta fuori sede. Lattivit di promotore finanziario subordinata alliscrizione in un albo unico tenuto da un ente, soggetto alla vigilanza della Consob e costituito dalle associazioni professionali degli intermediari e dei promotori.
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Per quanto riguarda i contratti fuori sede diciamo che, lidea di fondo a cui si ispira la disciplina di tali contratti quella della tutela degli investitori, nel timore che essi corrono il rischio di non riuscire a valutare n la seriet e/o la convenienza delloperazione, n la correttezza degli ausiliari dellimpresa. Dunque, per la preoccupazione che il risparmiatore abbia concluso il contratto dinvestimento senza adeguata valutazione della sua convenienza, gli concesso un periodo di riflessione: nel senso che si stabilito che, nel termine di 7 giorni dalla data della sottoscrizione del contratto, linvestitore possa senza alcun onere a suo carico recedere dal rapporto, dandone comunicazione allintermediario o al promotore (art. 30 c.6). Allo scopo di tutelare gli investitori il principio-base che gli intermediari devono curarne gli interessi con diligenza, correttezza e trasparenza (art. 21 c.1). In generale, gli intermediari devono adottare procedure di controllo interne, idonee ad assicurare lefficiente svolgimento dei servizi, e devono svolgere una gestione indipendente, sana e prudente, adottando misure idonee a salvaguardare i diritti dei clienti sui beni affidati. A tal proposito opportuno specificare che, i contratti che hanno per oggetto i servizi dinvestimento devono essere redatti per iscritto, a pena di nullit del contratto, ed unesemplare devessere consegnato al cliente.

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I CONTRATTI DI BORSA I principali mercati organizzati in cui vengono compiute le operazioni commerciali aventi per oggetto la negoziazione degli strumenti finanziari sono le borse valori. La caratteristica principale delle borse valori la concentrazione delle operazioni di negoziazione, per lo pi costituite da contratti di compravendita. I contratti di borsa devono necessariamente essere conclusi per mezzo di intermediari professionali ai quali devono essere conferiti gli ordini di acquisto o di vendita. Nel codice civile non prevista una disciplina specifica per i c.d. contratti di borsa. Di solito si tratta di vendite di cose generiche in cui il trasferimento della propriet degli strumenti finanziari dal venditore al compratore avviene mediante operazioni contabili effettuate da una societ di gestione accentrata sui conti degli intermediari incaricati dagli investitori di effettuare le operazioni di negoziazione.

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Per la conclusione del contratto di borsa non prescritto alcun requisito formale, e quindi il contratto pu anche essere stipulato verbalmente. La redazione di un particolare documento (il c.d. fissato bollato) prevista solo per particolari effetti probatori e tributari. Solitamente si distinguono:
-

i contratti di borsa a mercato fermo, in cui entrambi i contraenti si obbligano ad eseguire il contratto secondo il contenuto stabilito al momento della sua conclusione (si parla di contratti con impegni definitivi). I contratti a fermo sono negoziati a contante. Essi hanno ad oggetto azioni, obbligazioni o warrants, dovendo essere eseguiti secondo le modalit della c.d. liquidazione a contante, e non hanno finalit speculative. Inoltre, trattandosi di contratti di compravendita a contante, lesecuzione delle obbligazioni assunte nel contratto deve avvenire il 3 giorno di borsa aperta successivo alla stipulazione. Pertanto, nei contratti di borsa a contante, non sono ammessi n gli acquisti n le vendite di titoli dei quali non si abbia la disponibilit (c.d. vendite allo scoperto). ed i contratti di borsa a mercato libero, in cui uno dei due contraenti versa allaltro una somma (detta premio), ed acquista il diritto di sciogliersi dal contratto o di variarne il contenuto (si parla di contratti con impegni non definitivi o di contratti a premio). Anche i contratti a mercato libero (a premio) sono negoziati a contante, ma nel senso che il premio (e solo il premio) a dovere essere versato nel 5 giorno di borsa aperta successivo alla stipulazione del contratto. Per quanto riguarda invece la loro esecuzione, i contratti a premio sono contratti a termine, in quanto la loro esecuzione prevista a scadenze mensili predeterminate. Tra i contratti a premio va ricordato il contratto dont (detto anche a premio semplice) in cui colui che versa il premio acquista il diritto di non eseguire il contratto; se il premio viene versato dal venditore a termine, il contratto si denomina put. Altro contratto a premio da ricordare il contratto stellage (a doppia facolt), in cui chi versa il premio ha il diritto di scegliere la posizione di venditore o quella di compratore.
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Lesecuzione dei contratti borsa viene semplificata attraverso ladesione degli intermediazione autorizzati alla c.d. stanza di compensazione, per cui gli organi della Stanza attuano la liquidazione provvedendo alla compensazione delle partite omogenee e determinando il saldo di liquidazione che, a seconda dellesito della

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compensazione, ciascun intermediario deve riscuotere o deve pagare. Lesecuzione dei contratti viene garantita da una particolare Cassa di compensazione e garanzia mediante lutilizzazione di appositi fondi costituiti dagli intermediari autorizzati; pertanto, la liquidazione sia a contante che a termine denominata liquidazione garantita (art. 68). In caso di inadempimento di una delle parti o di altre ipotesi in cui si verifica linsolvenza degli intermediari professionali autorizzati alla negoziazione, la Consob procede alla dichiarazione della c.d. insolvenza di mercato, con la conseguente liquidazione coattiva dei contratti stipulati dallintermediario inadempiente o insolvente. Essa (la liquidazione coattiva) viene direttamente effettuata da commissari nominati dalla Consob, i quali solitamente procedono nello stesso mercato di borsa alla compera o alla vendita in danno dellinsolvente degli strumenti finanziari oggetto dei contratti rimasti non adempiuti. Il vantaggio della c.d. liquidazione coattiva delle insolvenze di mercato sta anzitutto nel fatto che i commissari rilasciano un documento detto certificato di credito dal quale risulta la differenza di prezzo ancora dovuta dallinadempiente alla controparte. Questo certificato costituisce titolo esecutivo, di modo che si pu subito iniziare lesecuzione forzata a carico dellinadempiente senza bisogno di chiedere allautorit giudiziaria una sentenza o un decreto di condanna. Altro vantaggio sta nel fatto che la liquidazione coattiva dei contratti di borsa definitiva, per cui non pu essere dichiarata inefficace mediante lesercizio della azione revocatoria fallimentare, neppure se lintermediario venga successivamente sottoposto ad una procedura concorsuale (quale, la liquidazione coatta amministrativa) [artt. 71 e 72 c.6].

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I CONTRATTI UNIFORMI A TERMINE SU STRUMENTI FINANZIARI I contratti uniformi a termine sono detti anche prodotti, o strumenti, derivati, appunto perch il loro valore deriva dalla variazione delle quotazioni delle attivit finanziarie (o delle merci) che ne sono alla base. Questi contratti possono avere finalit di speculazione e/o di copertura dei rischi finanziari. Uno degli strumenti finanziari oggetto di negoziazione lopposizione (art. 1321 c.c.). Lopzione di borsa un contratto a premio in base al quale alloptante, che paga un corrispettivo (detto premio) alla controparte, riconosciuta la facolt per un prezzo base prefissato di assumere

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la posizione di compratore (call optino) di determinate attivit finanziarie entro la scadenza di un termine o alla scadenza di esso. A seconda della misura in cui alla scadenza il prezzo corrente delle attivit finanziarie risulti superiore o inferiore al prezzo base prefissato, loptante potr o esercitare lopzione (stipulando il contratto di compravendita) o non esercitarla (rinunciando a stipulare il contratto). Un altro strumento finanziario il future, il quale si distingue dallopzione in quanto le parti assumono lobbligo (e non solo la facolt) di scambiare, ad una certa data, determinate attivit finanziarie, o a versare o riscuotere un importo determinato in base allandamento di un indicatore di riferimento. E precisamente, si tratta di un importo pari alla differenza tra il valore convenzionalmente attribuito dalle parti allindicatore alla data di conclusione del contratto e il valore effettivo dellindicatore alla data di scadenza. Tali contratti si distinguono dai contratti a mercato libero: -

sia perch non hanno per oggetto soltanto titoli azionari sia per la loro standardizzazione, in quanto il loro contenuto negoziale non convenuto dagli intermediari al momento della conclusione del contratto, ma gi predeterminato dagli organi di borsa.

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Le societ quotate hanno lobbligo di comunicare al pubblico le c.d. informazioni privilegiate, ossia quelle informazioni specifiche, di cui il pubblico non dispone, riguardanti strumenti finanziari. Di contro, sono previste delle sanzioni penali a carico di chiunque diffonde notizie false, o pone in essere operazioni simulate od altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati [c.d. manipolazione del mercato] (art. 185). Se, invece, il reato riguarda strumenti non quotati, o per i quali non stata presentata una domanda di ammissione alle negoziazioni in un mercato regolamentato, esso punito a titolo di aggiotaggio (art. 2637 c.c.). Spetta, dunque, alla Consob vigilare sullosservanza della disciplina prevista, ed al presidente della Consob di trasmettere al pubblico ministero gli esiti degli accertamenti compiuti dalla stessa Commissione (art. 187).

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IL SISTEMA DI GESTIONE ACCENTRATA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI LA MONTE TITOLI S.P.A. Solitamente, il trasferimento dei titoli di investimento (c.d. titoli di massa) non avviene direttamente tra alienante ed acquirente, ma per mezzo degli intermediari autorizzati. Ecco perch si diffusa lidea di assicurare una pi rapida circolazione dei titoli di massa, accentrandone la negoziazione presso una societ nei cui archivi elettronici vengano inseriti i dati relativi ai titoli depositati soprattutto presso le banche e le sim, e da queste subdepositati presso la stessa societ. Dunque, i titoli vengono immessi nel c.d. sistema di gestione accentrata. E precisamente, lattivit di gestione affidata dalla legge 19 giugno 1986 n.289 ad ununica societ per azioni denominata Monte Titoli S.P.A. e potr essere svolta da societ per azioni aventi come oggetto esclusivo lo svolgimento di questa attivit, autorizzate dalla Consob (art. 80). opportuno specificare che le societ di gestione accentrata devono: 1. avere un capitale minimo determinato dalla Consob 2. gli esponenti aziendali devono avere particolari requisiti di professionalit ed onorabilit 3. la contabilit controllata da societ di revisione (art. 80) 4. sono sottoposte alla vigilanza della Consob e della Banca dItalia al fine di assicurare trasparenza, lordinata prestazione dei servizi di gestione accentrata e la tutela degli investitori (art. 82) 5. ed infine, in caso di crisi, sono applicabili le procedure concorsuali di natura amministrativa (art. 83).
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Limmissione nel sistema di negoziazione accentrata ammissibile solo se gli strumenti finanziari sono stati depositati presso intermediari che aderiscono al sistema (e cio, presso banche, imprese di investimento, agenti di cambio, societ commissionarie, ). E precisamente, sono proprio tali intermediari (in quanto depositari) che possono immettere gli strumenti depositati nel sistema mediante la stipulazione con la Monte Titoli di contratti di subdeposito. A sua volta, la stipulazione del contratto di subdeposito accentrato con la Monte Titoli pu avvenire soltanto se nel contratto di deposito (e cio nel contratto-base) stata espressamente attribuita ai depositari la facolt di procedere al subdeposito presso la Monte Titoli.

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Anche il contratto di subdeposito accentrato (al pari del contratto base di deposito in custodia o in amministrazione) un contratto regolare, nel senso che gli strumenti finanziari oggetto del subdeposito non si trasferiscono in propriet alla Monte Titoli, la quale non pu disporne.

Presupposto fondamentale della gestione accentrata la fungibilit degli strumenti immessi nel sistema, per cui ogni depositante pu disporre in tutto o in parte dei diritti inerenti alle quantit di strumenti finanziari a lui spettanti a favore di altri depositanti o chiedere la consegna di un corrispondente quantitativo di strumenti finanziari della stessa specie in deposito presso la societ di gestione accentrata (art. 86 c.1). In particolare, per realizzare tali caratteri di fungibilit, la legge prevede la seguente disciplina:
1) Custodia dei titoli, in quanto dagli intermediari che concludono il

contratto di subdeposito, la Monte Titoli riceve i titoli, che essa provvede a custodire. Il Monte apre un conto titoli suddiviso in tanti sottoconti quante sono le specie di titoli subdepositati, al nome di ciascun depositario. In particolare, si ha una suddivisione di funzioni tra Monte Titoli e depositari. E precisamente:
2) Giroconti e ritiro dei titoli dal sistema, nel senso che gli ordini di

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disposizione e/o ritiro dei titoli sono dati dai depositanti ai propri depositari, i quali (depositari) trasmettono gli ordini alla Monte Titoli che li esegue, se si tratta di trasferimento nellambito del sistema di amministrazione accentrata, mediante operazioni di giro (giroconti), ossia mediante operazioni meramente contabili con cui si annota il trasferimento dei titoli dal conto del depositario ordinante al conto del depositario beneficiario dellordine, e quindi senza che si abbia alcun movimento fisico dei titoli stessi.
3) Vincoli, poich secondo il codice civile i vincoli (ad esempio,

diritti di pegno) sui titoli di credito nominativi sono efficaci solo se risultano annotati sia sui titoli stessi sia sul registro di chi li ha emessi.
4) Amministrazione dei titoli, laffidamento dellamministrazione

accentrata alla Monte Titoli non dellesercizio di tutti i diritti sociali.

significa

laffidamento

5) Libro dei soci, ossia quando le azioni nominative vengono

immesse nel sistema, laggiornamento del libro dei soci avviene

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a seguito della comunicazione che allemittente dellavvenuto subdeposito.

la

Monte

Titoli

LA DEMATERIALIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI NEI MERCATI REGOLAMENTATI Quando il trasferimento ha per oggetto strumenti finanziari negoziati o destinati alla negoziazione nei mercati regolamentati, vietato alle societ per azioni di emettere documenti rappresentativi degli stessi strumenti, i quali perci non possono essere rappresentati da titoli (di credito). Pertanto, la legge ha disposto la dematerializzazione degli stessi strumenti finanziari quotati o destinati alla quotazione in borsa, e non soltanto la dematerializzazione della loro circolazione. E precisamente, la legge ha disposto: da un lato, che lemittente deve comunicare ad una societ di gestione accentrata le caratteristiche dellemissione, e che la societ di gestione accentrata deve a sua volta aprire un conto a nome dellemittente; dallaltro lato, che il loro trasferimento, e lesercizio dei relativi diritti patrimoniali, pu essere effettuato soltanto tramite intermediari professionali autorizzati alla negoziazione (quali, banche, sim), e che questi devono a loro volta richiedere alla societ di gestione accentrata di accendere a loro nome conti destinati a registrare i trasferimenti degli strumenti finanziari che possono essere disposti dai loro titolari soltanto tramite gli stessi intermediari.

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A differenza degli strumenti non quotati, il trasferimento degli strumenti quotati pu avvenire soltanto tramite il sistema di gestione accentrata.

I TITOLI DI CREDITO I titoli di credito sono particolari documenti sottoscritti dal debitore ed in cui il debitore dichiara di obbligarsi a compiere una determinata prestazione nei confronti di chiunque si trovi alla scadenza in possesso del documento stesso. Per trasferire il titolo di credito e quindi il credito cartolare(ossia il diritto alla prestazione risultante dal titolo di credito)nei confronti del debitore e dei terzi, sufficiente compiere il contratto di trasferimento e fare diventare lacquirente del credito portatore legittimo del titolo.

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Portatore legittimo del titolo chiunque ha il possesso del titolo:perci il titolare di un credito cartolare per fare diventare un terzo titolare di detto credito,deve concludere con lui il contratto di trasferimento e trasmettergli i l possesso del documento. In seguito al trasferimento del possesso,si trasferisce al portatore anche la legittimazione a pretendere dal debitore la prestazione indicata nel titolo. Quando il credito cartolare viene trasferito ad un terzo, detto credito presenta i caratteri della autonomia e della letteralit. E precisamente per quanto riguarda lAutonomia , diciamo che essa ha un duplice significato:

Innanzitutto nel senso che il debitore cartolare non pu opporre al terzo divenuto portatore legittimo del titolo ,le eccezioni derivanti dal c.d. rapporto sottostante, (detto anche rapporto fondamentale) ossia del rapporto giuridico che alla base e che quindi ha dato luogo allemissione del titolo di credito. Secondariamente, per autonomia si intende lapplicazione alla circolazione del credito cartolare del principio possesso di buona fede [del titolo di credito] val titolo. Ovvero, chi in buona fede ( e cio ritenendo che il portatore legittimo del titolo abbia effettivamente il potere di disporre del credito cartolare) acquista da lui un credito cartolare e diventa a sua volta portatore legittimo del titolo, acquista il credito cartolare anche se chi glielo ha trasferito non ne era titolare. Ad esempio: se A titolare di un titolo al portatore che gli viene rubato da B; B non certamente diventato titolare del titolo e del credito in esso incorporato, poich il furto non costituisce un fatto giuridico idoneo a trasferire il titolo e il credito cartolare da A a B; ma B pur non essendo titolare, egualmente divenuto portatore legittimo del titolo, avendone il possesso e trattandosi di un titolo al portatore; se perci un terzo C acquista da B il credito cartolare, ritenendo che B ne sia il titolare e facendosi trasmettere dallo stesso B il possesso del titolo, acquista il credito bench il suo dante causa (B) non ne fosse il titolare, e cos A non pu pi rivendicare la propriet del titolo e perde il suo diritto di credito. Questa soluzione comporta che la posizione giuridica di C (cio lessere divenuto creditore cartolare) non dipende, ed perci autonoma, da quella di B che non aveva il potere di trasferire un diritto di cui era privo non essendo creditore cartolare.

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Per quanto riguarda invece la Letteralit del diritto cartolare diciamo che con questa espressione si suole esprimere il concetto per cui il debitore che ha assunto unobbligazione cartolare deve compiere la prestazione esattamente indicata nel titolo ,cio quale risulta secondo i termini letterali delle clausole contenute nel documento ,e quindi senza potersi richiamare ad accordi successivi che modifichino detto contenuto, a meno che questi accordi non siano intercorsi proprio con lattuale titolare del credito cartolare; ad esempio: se uno dei precedenti titolari aveva concesso una proroga della scadenza del credito cartolare, il successivo acquirente non tenuto a rispettare tale proroga, perch la dilazione di pagamento deriva da una convenzione che ha dato perci luogo ad un rapporto diverso dal rapporto cartolare al quale egli ugualmente estraneo. In definitiva possiamo dunque dire che legittimazione, autonomia e letteralit concorrono a rendere rapida e sicura la circolazione dei titoli di credito: infatti chi appare dal documento portatore legittimo del titolo di credito pu pretendere ladempimento della prestazione merc presentazione del titolo stesso, senza dover provare di esserne anche il titolare; quindi chi ha acquistato il credito cartolare sicuro che il debitore non gli potr opporre nessuna delle eccezioni che avrebbe potuto opporre ai titolari precedenti del credito per rapporti intercorsi con loro; inoltre, chi ha acquistato il titolo di credito ricevendone il possesso dal portatore legittimo del titolo stesso, sicuro di acquistare il credito cartolare anche se il portatore legittimo del titolo non era il titolare del credito cartolare. Pertanto dallesame della disciplina ordinaria sulla cessione dei diritti di credito, dei rischi emersi a carico del cessionario vengono eliminati quelli dipendenti: a) dalla mancanza di titolarit del cedente; b) dallopponibilit, ad opera del debitore ceduto, delle eccezioni personali al cedente stesso. ovvio, quindi, che la posizione dellacquirente del titolo di credito molto pi sicura di quella del cessionario del diritto di credito, in quanto stata resa pi simile a quella dellacquirente di un bene mobile. Proprio per questo motivo, il legislatore non ha ritenuto di tutelare lesigenza di garantire una circolazione rapida e sicura dei crediti cartolari fino ad arrivare al punto di assicurare il diritto alladempimento della prestazione al terzo portatore legittimo del titolo anche nelle ipotesi in cui la sottoscrizione del debitore cartolare non autentica (c.d. falsit) ovvero non consapevole (per incapacit) o comunque non a lui riferibile: infatti secondo lart. 1993 c.1 le eccezioni di falsit della firma e di difetto di capacit o di
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rappresentanza al momento dellemissione del titolo di credito sono opponibili a chiunque sia il portatore legittimo del titolo, anche se in buona fede. Inoltre, permane il rischio del mancato pagamento del debitore cartolare, per il quale previsto un rimedio indiretto solo nelle leggi sulla cambiale (art. 19) e sullassegno bancario (art. 21) in cui espressamente previsto che, salva clausola contraria, chi trasferisce il credito cartolare responsabile nei confronti dei successivi acquirenti portatori legittimi del titolo per il mancato pagamento del debitore; cio praticamente con questa regola si assicura allacquirente della cambiale o dellassegno unazione di regresso (rivalsa) contro lalienante. In generale la disciplina deriva dalla incorporazione del diritto di credito nel documento, ossia dal costante collegamento che vi tra il titolo di credito (documento) ed il diritto cartolare sia nel momento della costituzione di tale diritto sia nel momento della sua circolazione sia, infine, nel momento della sua estinzione.
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E precisamente:

il titolo di credito , innanzitutto, un documento costitutivo del diritto cartolare, nel senso che se non si crea un documento (con le caratteristiche stabilite, o riconosciute, dalla legge) non possibile costituire un diritto cartolare. Secondariamente, il diritto cartolare collegato al documento non solo nel momento della sua costituzione, ma anche nel momento della sua circolazione; infatti, per trasferire il credito cartolare e fare diventare altri titolari erga omnes di detto credito, necessario far diventare lacquirente portatore legittimo del documento. Infine diciamo che, il diritto cartolare collegato al documento anche nel momento della sua estinzione (pagamento). Pertanto, il debitore cartolare non tenuto a soddisfare il suo debito nei confronti di chi non sia portatore legittimo del documento, anche se lo stesso sia il titolare del diritto cartolare. Cos, se il titolare di un credito cartolare subisce il furto o la distruzione del titolo di credito, ancora titolare del credito cartolare, ma non pu pretenderne il pagamento dal debitore poich, non potendo pi presentargli il titolo, ha perso la legittimazione ad ottenere la prestazione indicata nel titolo stesso (art. 1992); ne tanto meno pu trasferire ad altri il suo credito, in quanto non pi portatore legittimo del titolo di

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credito e quindi non pu trasmetterne il possesso con losservanza della legge di circolazione propria del titolo.

Nel caso in cui volesse riacquistare la legittimazione, il titolare del credito cartolare deve o ridiventare portatore legittimo del titolo, ovvero svolgere una procedura giudiziaria - detta procedura di ammortamento in cui viene emesso e diviene definitivo un provvedimento dellautorit giudiziaria, con cui si toglie al titolo la propriet di incorporare il diritto cartolare (cio praticamente si scorpora il diritto dal documento). I rapporti tra titolarit del diritto cartolare e legittimazione allesercizio di tale diritto possono, dunque, in due diversi modi, e precisamente: 1) lo stesso soggetto ad un tempo titolare del diritto cartolare e legittimato allesercizio di tale diritto; ad esempio: A ha assunto un debito cartolare nei confronti di B, il quale, avendone il possesso, portatore legittimo del relativo titolo di credito al portatore; successivamente B trasferisce a C il credito cartolare, trasmettendogli il possesso del documento, facendolo diventare portatore legittimo del titolo; e cos fa C nei confronti di D. Uno dopo laltro, perci, B, C e D diventano titolari del credito cartolare e nello stesso tempo legittimati allesercizio dello stesso: pertanto D, essendo lultimo portatore legittimo, potr pretendere il pagamento verso presentazione del titolo al debitore A (art. 1992 c.1). 2) oppure, un soggetto titolare del credito cartolare ed un altro soggetto legittimato allesercizio dello stesso: con riferimento allesempio precedente, quindi, se il titolo al portatore viene rubato a D da E, titolare del credito rimane D che per ha perso la legittimazione a pretendere il pagamento, mentre il ladro E, pur non essendo titolare del credito, per portatore legittimo del titolo di cui ha appreso il possesso. Poich il portatore legittimo legittimato allesercizio del diritto cartolare, il debitore, che senza dolo o colpa grave adempie la sua prestazione nei suoi confronti, liberato dalla sua obbligazione, anche se il portatore non il titolare del diritto cartolare; cos, sempre prendendo in riferimento lesempio precedente, se A paga la somma dovuta al ladro E, ignorando senza sua colpa grave che E un ladro e perci non titolare del diritto cartolare, paga bene e lobbligazione cartolare estinta. Pertanto possiamo dire che, il titolo di credito un documento costitutivo del diritto cartolare e necessario per esercitare il diritto

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stesso. Inoltre, tale diritto cartolare un diritto letterale ed autonomo alla cui circolazione si applica il principio possesso di buona fede val titolo.

LE LEGGI DI CIRCOLAZIONE DEI TITOLI DI CREDITO:AL PORTATORE ,ALLORDINE E NOMINATIVI Il diritto cartolare si trasferisce in base a quei fatti o negozi giuridici,ai quali la legge attribuisce lefficacia di trasferire dei diritti(ad esempio una vendita,una donazione, una successione mortis causa.) Ma opportuno specificare che, solo se si diventa portatori legittimi del titolo, cio solo se si trasferisce il titolo secondo la sua legge di circolazione,lacquirente del credito acquista un vero e proprio diritto cartolare. Ed inoltre, secondo lart. 1995, quando si trasferisce il diritto cartolare si trasferiscono, nel silenzio, anche i diritti accessori (quali il diritto agli interessi,ai premi). Inoltre, il diritto cartolare si pu anche dare in usufrutto o in pegno, e precisamente nel primo caso (usufrutto) il godimento dellusufruttuario si estende ai premi ed alle utilit aleatorie prodotte dal titolo, mentre in caso di pegno avviene il contrario (art. 1998). Per diventare portatori legittimi dei titoli di credito occorre accertare a quale legge di circolazioneessi sono soggetti, distinguendo a seconda che si tratti di titoli al portatore,allordine o nominativi, e ricordando che il presupposto comune a tutti i titoli per il trasferimento, che avvenga la trasmissione del possesso del documento. Per mentre nei titoli al portatore sufficiente essere possessori del titolo per essere portatori legittimi e, quindi legittimati allesercizio del diritto, nei titoli allordine e nominativi , invece, per essere portatori legittimi non sufficiente esserne possessori.
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E precisamente:
1. Nei titoli allordine, oltre al possesso necessaria una serie

continua di girate. Per girata si intende una dichiarazione, scritta sul titolo e sottoscritta, con cui lattuale portatore legittimo del titolo, detto girante, ordina al debitore di adempiere nei confronti di un altro soggetto, detto giratario. La serie di girate continua quando chi chiede ladempimento il giratario dellultima girata di una serie di girate in cui il nome di ogni girante corrisponde al nome del giratario della girata

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immediatamente precedente fino a giungere alla prima girata , il cui girante deve essere il prenditore, cio colui nei confronti del quale lemittente del titolo si obbligato, indicando il suo nome come quello del (primo) creditore. La continuit delle girate si intende in senso meramente formale, in quanto essa non interrotta anche se la firma di uno dei giranti falsa; pertanto il debitore cartolare deve pagare allultimo giratario, essendo tenuto ad accertare, attraverso lesame visivo del titolo che gli viene presentato soltanto la regolare continuit delle rigate ,ma non a verificarne lautenticit (art. 46). La girata valida anche se in bianco (anche, cio , se non contiene il nome del giratario), ossia che al posto del nome del giratario porta lindicazione al portatore (art. 2009). Chi ha ricevuto il titolo in base ad una girata in bianco legittimato in base al semplice possesso del titolo: per trasferire ad altri il titolo giratagli in bianco, egli pu trasmettere al terzo il semplice possesso del titolo. Se vuole, per, il possessore del titolo pu anche opporvi una nuova girata, cio pu anche riempire, completandole, le precedenti girate in bianco: ma in questultimo caso il portatore legittimo per evitare che si venga ad interrompere la continuit delle girate deve avere cura di indicare come giratario di ogni girata in bianco il girante che ha sottoscritto la girata successiva (art. 2011 c.2).
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Di solito la girata ha solo la funzione di circolazione, nel senso che serve a far diventare il giratario portatore legittimo del titolo di credito;ma vi sono delle ipotesi in cui la girata ha anche la funzione di garanzia, nel senso che il girante diventa responsabile verso i giratari successivi per linadempimento della prestazione da parte dellemittente; e precisamente ci avviene ope legis nella girata della cambiale e dellassegno bancario; mentre per gli altri titoli di credito per i quali la legge non prevede nulla la responsabilit del girante sussiste solo quando risulti da una clausola espressa inserita nel titolo (art. 2012). Inoltre diciamo che, la girata pu essere fatta per procura (c.d. girata per lincasso), inserendovi una clausola dalla quale risulti che il giratario non ha acquistato il credito cartolare, ma solo un rappresentante del girante che ne rimasto il titolare, pertanto poich il giratario per procura non ha un diritto autonomo, lemittente pu opporgli tutte le eccezioni opponibili al girante. Lefficacia della girata per procura non cessa per la morte o per la sopravvenuta incapacit del girante (art. 2013). Ancora, la girata pu anche essere fatta a titolo di pegno, nel senso che il giratario assume la posizione del creditore pignoratizio. In questo caso il giratario in garanzia (al quale, cio, il credito

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cartolare stato concesso in garanzia di un credito che egli vanta verso il girante) pu esercitare tutti i diritti cartolari, in nome e per conto proprio; e proprio perch titolare di un diritto cartolare di pegno, il suo diritto autonomo rispetto a quello del girante, e quindi lemittente non pu opporgli le eccezioni personali al girante, a meno che il giratario, nellacquistare il diritto di pegno, non abbia agito intenzionalmente a suo danno (exceptio doli) nel senso che ha acquistato il pegno allo scopo esclusivo di privare lemittente del potere di rifiutare il pagamento al girante opponendogli eccezioni a lui personali (art. 2014 c.2). Daltra parte poich il giratario in garanzia ha solo un diritto limitato di pegno, ma non titolare del diritto cartolare, egli non pu disporne a favore di altri e quindi non pu girare il titolo a terzi: se lo fa la girata da lui apposta vale solo come girata per lincasso (art. 2014 c.1).

2. Per quanto riguarda, invece, i titoli nominativi diciamo che se il titolo nominativo (ad esempio azione di societ), il possessore legittimato per effetto dellintestazione a suo favore contenuta sia nel titolo che nel registro dellemittente (art. 2021). Lemittente, perci, deve tenere un registro da cui risulti il nome dellintestatario di ognuno dei titoli emessi (ad esempio nelle societ per azioni, gli amministratori devono tenere il libro dei soci[art. 2421 c.1]). Per diventare portatore legittimo del titolo nominativo, perci necessario che lemittente annoti il nome dellacquirente sul titolo e nel registro ossia rilasci un nuovo titolo intestato allacquirente, facendone menzione nel registro (art. 2022 c.1). Lemittente deve procedere a queste operazioni in tre ipotesi (previste dagli artt. 2022 c.2 e 2023), e precisamente: a) se glielo chiede lalienante, gi intestatario del titolo, esibendo e provando la propria identit e la propria capacit di disporre, mediante certificazione di un notaio o di un agente di cambio; b) se glielo chiede lacquirente, esibendo il titolo e presentando un atto autentico dacquisto a dimostrazione del suo diritto; c) sempre se glielo chiede lacquirente, legittimandosi in base ad una serie continua di girate, tutte datate ed autenticate da un notaio o da un agente di cambio, e di cui nessuna in bianco.

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opportuno specificare, tuttavia, che le girate non fanno diventare portatore legittimo del titolo nominativo, ma legittimano lultimo giratario a chiedere allemittente la nuova intestazione nel registro; solo con detta intestazione si diventa portatore legittimo del titolo, e si possono esercitare i diritti ad esso inerenti (ad esempio, lazionista pu riscuotere i dividendi o intervenire alle assemblee; necessario ricordare per che nelle s.p.a. detti diritti possono essere esercitati anche dal giratario al cui nome gli amministratori intesteranno i titoli anche nel libro dei soci dopo che egli li ha depositati nella sede sociale ovvero ha partecipato allassemblea). Viceversa la costituzione in pegno pu anche farsi consegnando il titolo al creditore, ed apponendovi la girata con la clausola in garanzia od altra equivalente (art. 2026). Lusufruttuario di un credito incorporato in un titolo nominativo ha diritto di ottenere dallemittente un titolo separato da quello del nudo proprietario (art. 2025). LESERCIZIO DEL DIRITTO CARTOLARE: ECCEZIONI OPPONIBILI AL PORTATORE LEGITTIMO DEL TITOLO DI CREDITO Il debitore cartolare obbligato ad adempiere la prestazione incorporata nel titolo nei confronti di chiunque ne sia portatore legittimo, e la sua obbligazione si estingue quando egli ha adempiuto nei confronti di detto portatore, anche se lo stesso non titolare del credito cartolare. Tuttavia il pagamento fatto al portatore, che non sia anche titolare del credito cartolare, libera il debitore soltanto se fatto senza dolo o colpa grave (art. 1992 c.2). Pertanto, chi debitore in base ad un titolo di credito, pu opporre al portatore legittimo solo le seguenti eccezioni previste dallart. 1993 c.1:
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le eccezioni personali al portatore legittimo, cio derivanti da altri rapporti, diversi da quello cartolare, intercorsi tra il debitore e lo stesso portatore legittimo; le eccezioni di forma, derivanti dalla mancanza di qualcuno dei requisiti formali prescritti dalla legge (ad esempio, in una cambiale tale denominazione non testualmente inserita nel contesto del titolo); le eccezioni fondate sul contesto letterale del titolo (ad esempio, nella cambiale indicata la somma di 500,00 , e il creditore cartolare ne pretende 600,00); le eccezioni di falsit della firma, di incapacit e di difetto di rappresentanza al momento dellemissione del titolo, nonch di mancanza di volont (per violenza fisica) nella redazione del titolo;

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o le eccezioni fondate sulla mancanza dei presupposti necessari per lesercizio dellazione giudiziaria (ad esempio, si esercita lazione cambiaria di regresso contro un girante senza prima avere elevato il protesto). Tranne le prime eccezioni (ovvero quelle personali), tutte le altre sono dette reali, perch opponibili a chiunque sia il portatore legittimo del titolo di credito. Al portatore legittimo, invece, il debitore non pu opporre le eccezioni fondate sui suoi rapporti personali con i precedenti creditori, sia che si tratti di eccezioni fondate sul rapporto sottostante sia che si tratti di altre eccezioni fondate su altri rapporti intercorrenti tra il debitore e i creditori cartolari precedenti. A questa regola posta una deroga, la quale prevede che il debitore possa opporre le eccezioni personali al precedente creditore anche allultimo portatore legittimo quando questi, nellacquistare il credito, ha agito intenzionalmente a danno del debitore (danno consistente nella perdita delleccezione). Tale strappo alla regola dellautonomia e della letteralit del diritto cartolare si spiga con la considerazione che dal momento che detta regola stata posta nellinteresse generale per favorire la sicurezza e la rapidit nella circolazione dei crediti non si poteva quindi permettere che di essa si avvalesse il creditore cartolare per abusarne a danno del debitore, sfruttandola nel suo esclusivo interesse personale.

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CLASSIFICAZIONE DEI TITOLI DI CREDITO Una prima classificazione dei titoli di credito quella in titoli nominativi, allordine e al portatore. Inoltre, possiamo distinguere fra:

Titoli in serie e titoli individuali, e precisamente si hanno titoli in serie se si emette una quantit plurima di titoli di credito, in cui la dichiarazione di debito dellemittente dei titoli identica in tutti i titoli; pertanto tutti i titolari dei titoli appartenenti alla stessa serie hanno un diritto di identico contenuto. Inoltre diciamo che, i titoli di credito emessi in serie possono essere riuniti in un titolo multiplo, su richiesta e a spese del possessore; a loro volta, i titoli di credito multipli possono essere frazionati in pi titoli di taglio minore (art. 2000). Mentre, si hanno titoli individuali quando pur emettendo il debitore una pluralit di titoli (ad esempio assegni circolari) questi vengono emessi ognuno per una operazione distinta, e possono perci avere contenuto diverso.

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Titoli completi e incompleti, e precisamente sono completi i titoli di credito nei quali documentata lintera dichiarazione dellemittente e nei quali sono perci inserite tutte le clausole da cui costituito e regolato il diritto cartolare (ad esempio, la cambiale); mentre, sono incompleti quei titoli che fanno riferimento ad altro documento (ad esempio le azioni della societ, che contengono un rinvio al contratto di societ). Titoli astratti e causali, e precisamente il titolo di credito astratto quando dal documento non risulta il rapporto sottostante, che pu essere di varia natura (ad esempio, il rapporto sottostante allemissione di una cambiale pu essere lobbligo derivante da un contratto di mutuo o di compravendita (obbligo di pagare il prezzo). Quando, invece, il rapporto sottostante deve essere un rapporto determinato, il titolo di credito casuale. Sono casuali tutti i titoli rappresentativi di merci (art. 1996), cio i titoli in cui lemittente si obbliga a consegnare al portatore legittimo del titolo una determinata quantit di merce in esso specificata, merce che egli ha ricevuto in deposito ovvero per trasportarla da un luogo ad un altro. Pertanto i titoli rappresentativi si distinguono in: 1. titoli di deposito, nei quali il rapporto sottostante un contratto di deposito; 2. e titoli di trasporto, nei quali il rapporto sottostante un rapporto di trasporto, suddivisi a sua volta in: titoli di trasporto terrestre, titoli di trasporto marittimo e titoli di trasporto aereo. Oltre al diritto di pretendere la consegna delle merce in essi specificata, i titoli rappresentativi attribuiscono al loro titolare il possesso della merce, ed il potere di trasmettere ad altri detto possesso mediante trasferimento del titolo.

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LAMMORTAMENTO DEI TITOLI DI CREDITO La procedura di ammortamento ha la funzione di fare riacquistare la legittimazione (allesercizio del diritto cartolare) al titolare che ha smarrito ossia che ha subito la sottrazione o la distruzione di un titolo di credito nominativo (art. 2027) o allordine (art. 2016 2019). Colui che era il portatore legittimo del titolo al momento della perdita o della distruzione pu innanzitutto denunziare i predetti eventi al debitore: in caso di perdita del titolo, tuttavia, nonostante la denunzia il debitore cartolare deve ugualmente adempiere nei confronti di chi diventato nuovo portatore legittimo del titolo, tranne che sia in condizione di provare che questi non il titolare del credito cartolare. Per riacquistare la legittimazione, dunque, il titolare del diritto deve ricorrere alla procedura dammortamento, la quale si articola in due fasi, una necessaria e laltra solo eventuale e precisamente:

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1. Nella prima fase (ovvero quella necessaria), lex possessore del titolo deve chiederne con ricorso lammortamento al presidente del tribunale del luogo del pagamento del credito cartolare; nel qual ricorso devono essere indicati i requisiti essenziali del titolo e, se si tratta di titolo in bianco, quelli sufficienti alla sua identificazione (art. 2016 c.2). Il presidente del tribunale, premessi gli opportuni accertamenti sulla verit dei fatti e sul diritto di ricorrente, emette se gli accertamenti hanno esito positivo il decreto dammortamento del titolo. Il ricorrente deve notificare tale decreto al debitore, e dal momento delle notificazione, il debitore non pu pi liberarsi pagando al (nuovo) portatore legittimo del titolo. Dopo la notifica, pertanto, il titolo non attribuisce al suo possessore la legittimazione allesercizio del diritto cartolare. Ma tale legittimazione, ancora, non spetta neppure allammortante, il quale deve curare che il decreto sia pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Solo dopo 30 giorni dalla pubblicazione, lammortamento diventa definitivo, purch entro detto termine il detentore del titolo non abbia presentato opposizione al tribunale (art. 2016 c.3): oramai il titolo non incorpora pi il diritto cartolare e il ricorrente riacquista la legittimazione e pu esigere, se il credito gi scaduto, il pagamento del debitore presentandogli il decreto di ammortamento ed un certificato del cancelliere del tribunale comprovante che non fu presentata opposizione (art. 2019 c.2). Anche se non stata presentata opposizione entro il termine di 30 giorni, pu darsi tuttavia che il titolo, prima che sia trascorso detto termine, sia stato acquistato in buona fede da un terzo con losservanza delle norme relative alla sua circolazione: in questo caso, in applicazione del principio possesso di buona fede val titolo il terzo diventato anche il(nuovo) titolare del diritto cartolare, e pu quindi chiedere allammortante la restituzione della somma che questi ha ricevuto dal debitore (art. 2019 c.1). 2. Per quanto riguarda, invece, la seconda fase (eventuale) diciamo che, se nel termine di 30 giorni viene presentata opposizione, il decreto dammortamento non diventa definitivo, e il tribunale dovr giudicare in contraddittorio chi il titolare del credito cartolare. Perch si posso giudicare sullopposizione, lopponente deve depositare, a pena di inammissibilit, il titolo presso la cancelleria del tribunale (ai sensi dellart. 2017 c.2). Se dal giudizio risulta che lopponente ha acquistato in buona fede il titolo, diventandone portatore legittimo, egli ormai il creditore cartolare e lopposizione deve essere accolta, revocando il

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decreto di ammortamento: la buona fede del portatore legittimo del titolo si presume, e pertanto colui che ha richiesto lammortamento a dover dimostrare la mala fede o la colpa grave del portatore attuale e di tutti i portatore precedenti. Se detta prova riesce, ne deriva che titolare del credito ancora colui al quale il titolo era stato sottratto o che laveva smarrito, e perci a lui che il titolo, depositato in cancelleria dallopponente, deve essere restituito (art. 2017 ultimo comma).

Inoltre opportuno specificare che, per i titoli al portatore non ammesso lammortamento in caso di sottrazione o di smarrimento; pertanto, chi ha subito uno di detti eventi pu denunziarli allemittente del titolo e, dando la prova dello smarrimento o della sottrazione, ha diritto alla prestazione dopo che sia decorso il termine di prescrizione del titolo (art. 2006 c.2). La denuncia provoca linterruzione solo a favore del detentore, del termine decennale di prescrizione. Perci il titolo continua ad incorporare il diritto cartolare per tutto il periodo di prescrizione e, se in detto periodo viene acquistato da un possessore di buona fede, la vittima dello smarrimento o del furto perde il suo diritto: solo dopo che trascorso il termine di prescrizione avendosi la sicurezza che non pu esservi altro titolare del diritto cartolare la legge consente a chi ha subito il furto o lo smarrimento di esercitare il diritto dello stesso.

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Se invece il titolo al portatore stato distrutto, il possessore, il quale ne provi la distruzione, ha diritto di avere a sue spese dallemittente il rilascio di un duplicato o di un titolo equivalente: se non riesce a provare la distruzione, si applicano le stesse disposizione che nellipotesi di smarrimento o di furto. Infine, nellipotesi di deterioramento di un titolo al portatore, il possessore ha il diritto di ottenere dallemittente un titolo equivalente, restituendo il primo e rimborsando le spese (ai sensi dellart. 2005). Per quanto riguarda i documenti di legittimazione e i titoli impropri diciamo che hanno solo una funzione di legittimazione, ma sono privi dei caratteri di letteralit e di autonomia e quindi non sono titoli di credito quei documenti che servono:
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o soltanto ad identificare lavente diritto alla prestazione e in questo caso si parla di documenti di legittimazione (ad esempio, il biglietto di viaggio che non cedibile, ma la cui esibizione d al presentatore il diritto di pretendere la prestazione in esso

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indicata senza essere costretto a provare di avere stipulato il contratto di trasporto);


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o anche a consentire il trasferimento del diritto di credito senza losservanza delle forme proprie della cessione e in questo caso si parla invece di titoli impropri (impropri, appunto perch non sono veri e propri titoli di credito; ad esempio, il vaglia postale che, come la cambiale, ha la funzione di permettere la cessione del credito mediante il trasferimento del possesso del documento accompagnato dalla girata, ma che a differenza della cambiale non attribuisce al portatore legittimo un diritto letterale ed autonomo).

Per quanto riguarda, invece, i titoli atipici diciamo che a norma dellart. 1987 la promessa unilaterale di una prestazione non produce effetti obbligatori fuori dei casi ammessi dalla legge. Ora dal momento che il codice civile (allart. 1992) disciplina la figura generale dei titoli di credito, dei documenti di legittimazione e dei titoli impropri senza individuarli specificamente, gli interpreti sogliono (richiamandosi al principio dellautonomia privata prevista dagli artt. 1322 c.2 e 1324) ritenere ammissibile lemissione di titoli di credito anche atipici (cio non previsti neppure da leggi speciali). opportuno specificare, per, che essi (ossia i titoli atipici) non possono essere emessi, quando hanno per oggetto lobbligazione di pagare una somma di denaro, cio titoli di credito al portatore non previsti dalla legge (art. 2004).

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Per quanto riguarda, invece, i titoli di investimento diciamo che, nelle s.p.a. la legge ammette lemissione di strumenti finanziari diversi dalle azioni (ad esempio, art. 2346 c.6) e diversi dalle obbligazioni (art. 2411 c.3) che, se non sono dematerializzati, possono essere considerati titoli atipici, nella misura in cui non ne indicata la denominazione e non ne sono determinate tutte le caratteristiche. Peraltro, quando i titoli atipici vengono emessi in serie, solitamente si tratta di titoli diretti a sollecitare gli investimenti finanziari della massa dei risparmiatori (c.d. titoli di massa). Inoltre fra i titoli atipici si suole comprendere i c.d. warrants, ossia buoni di sottoscrizione o di acquisto di azioni di compendio. Le emissioni di titoli di massa, se dirette al pubblico, costituiscono operazioni di sollecitazione allinvestimento; in questipotesi la legge affida alla Consob un potere di controllo sullemissione e sullofferta al pubblico dei c.d. prodotti finanziari, per assicurare ai risparmiatori destinatari dellofferta unadeguata informazione delle caratteristiche dellemissione. Ma anche quando non si ha unoperazione di sollecitazione allinvestimento del pubblico risparmio, nel testo unico bancario previsto che le emissioni di

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valori mobiliari (negoziabili) siano liberamente effettuabili solo se non superano certi limiti (e precisamente 50 milioni di euro, o il maggiore importo determinato dalla Banca dItalia) oppure se rientrano in tipologie previste dallordinamento e presentano le caratteristiche individuate dalla Banca dItalia, per valutarne lincidenza sul mercato finanziario. Inoltre, quando non si tratta di titoli rappresentativi di operazioni dinvestimento, non ammissibile da parte di imprese diverse da quelle bancarie il ricorso a titoli atipici rappresentativi di diritti di credito (c.d. titoli di debito), per raccogliere il risparmio tra il pubblico, mediante lacquisizione di fondi con lobbligo del rimborso (cio mediante prestiti); lemissione di titoli di debito ammessa genericamente nelle societ a responsabilit limitata, ma se sottoscrivibili soltanto da investitori professionali (art. 2483). Infatti la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto forma di prestiti riservata solo alle banche, e la raccolta del risparmio tra il pubblico, anche mediante prestiti rappresentati da titoli di debito diversi da quelli obbligazionari, consentita alle societ e agli enti non bancari i cui titoli sono negoziati in un mercato di borsa o sono altrimenti garantiti, ovvero ad enti sottoposti a vigilanza amministrativa (enti indicati dal Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, c.d. Cicr). Sulla base di questa disciplina stata regolata lemissione delle c.d. cambiali finanziarie ed ammessa quella dei certificati dinvestimento.

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LA CAMBIALE La cambiale un titolo di credito normalmente allordine, completo, astratto, avente efficacia di titolo esecutivo, in cui il sottoscrittore della dichiarazione di debito (c.d. autore del titolo) assume lobbligo di pagare ossia di far pagare incondizionatamente una somma determinata, nel luogo e alla scadenza indicati nel titolo stesso. Se lautore del titolo (detto emittente) assume lobbligo di pagare personalmente al portatore legittimo il debito cartolare si ha la cambiale propria (detta anche pagher cambiario o vaglia cambiario). Se invece lautore del titolo (detto traente) rivolge lordine di pagare ad un altro soggetto (detto trattario) si ha la cambiale tratta. Il soggetto al quale deve essere pagata la somma indicata nel titolo detto primo prenditore (o beneficiario) della cambiale. Dunque possiamo dire che: La cambiale un titolo di credito normalmente allordine, in quanto essa disciplinata dalla legge di circolazione dei titoli allordine, e precisamente un titolo allordine senza bisogno di

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inserire alcuna clausola espressa in tal senso (cio il prenditore pu trasferire la cambiale ad un altro soggetto, facendolo diventare portatore legittimo mediante la consegna del documento ed apponendovi la girata a suo favore ovvero in bianco). Ma se il traente (nella tratta) o lemittente (nel pagher) inseriscono lespressione non allordineo altra equivalente, si ha la cambiale non allordine, pertanto il credito cambiario pu essere trasferito solo nelle forme e con gli effetti della cessione ordinaria dei crediti.

Inoltre, la cambiale un titolo completo, poich tutte le clausole che individuano e regolano il diritto cartolare di credito devono essere contenute nello stesso documento cambiario, senza possibilit di riferimenti ad altri documenti; Ancora possiamo dire che un titolo astratto, in quanto il rapporto sottostante tra traente (o emittente) della cambiale e primo prenditore (detto rapporto di valuta) non risulta dal titolo e pu essere il pi vario (ad esempio, lobbligo di pagare il prezzo di una vendita). Nella cambiale tratta, oltre al rapporto di valuta intercorrente tra traente e primo prenditore, vi il rapporto di provvista, intercorrente tra traente e trattario. Quindi il traente ordina al trattario di pagare una determinata somma; il portatore della cambiale, pu chiedere al trattario che questi accetti la cambiale (poich con laccettazione il trattario diventa il principale obbligato cambiario); cio praticamente il trattario si obbliga a pagare alla scadenza detta somma, poich come avviene di solito egli debitore della somma verso il traente, per un debito (non cambiario) che pu derivare da un qualsiasi rapporto giuridico (mutuo, donazione, compravendita) e che detto appunto rapporto di provvista. Il trattario, pertanto, pagando la cambiale estingue ambedue i rapporti: ossia il rapporto di valuta del traente verso il prenditore e il rapporto di provvista di se stesso verso il traente.

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La cambiale, infine, un titolo esecutivo, in quanto il creditore cambiario ha il potere di iniziare subito la procedura esecutiva sui beni dei debitori cambiari inadempienti, senza bisogno di ottenere prima una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo di pagamento.

Ma considerando lampiezza della circolazione della cambiale, emerge che essa (cio la cambiale) pu essere emessa in uno Stato, pagabile in un altro e circolare in terzo (Stato), si possono presentare degli inconvenienti di una disciplina differente tra le legislazioni dei diversi paesi molto gravi. Ecco perch vi lesigenza di una

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regolamentazione uniforme, in parte attuata mediante le tre convenzioni di Ginevra del 7 giugno 1930, con le quali i pi importanti Stati dEuropa continentale ed alcuni Stati dellAmerica latina hanno assunto lobbligo di tradurre come legge interna dei loro paesi una concordata regolamentazione della cambiale (la c.d. legge cambiaria uniforme). E nello specifico possiamo dire che, a dette convenzioni lItalia ha dato esecuzione mediante il r.d. del 14 dicembre 1933 n. 1669 nelle cui norme contenuta sia la disciplina della cambiale tratta (artt. 1-99) sia quella della cambiale propria (artt. 100-103). Per quanto riguarda il contenuto della cambiale,diciamo innanzitutto che la cambiale un documento, stampato o dattiloscritto o manoscritto, in lingua italiana o straniera. Luso dellapposita carta bollata obbligatorio solo a fini fiscali. Salvi i fini fiscali, la cambiale pu essere redatta su qualsiasi documento.

Gli art. 1 e 100 1.camb. enumerano le clausole che, normalmente, sono contenute nella cambiale. A tal proposito possiamo distinguere alcune clausole indispensabili poich la loro mancanza fa s che la cambiale non valga come tale, altre clausole invece possono anche mancare (c.d. clausole non dispensabili) in quanto vengono surrogate da norme suppletive di legge, ed infine abbiamo le clausole eventuali che possono essere inserite dallautore della cambiale soltanto se questi vuole conseguire particolari effetti. Le clausole indispensabili (o essenziali),sono: 1. La denominazione di cambiale, nella cambiale propria si pu usare anche la denominazione vaglia cambiario e pagher cambiario. Inoltre opportuno specificare che la denominazione deve essere espressa nella lingua in cui il titolo redatto, poich la mancanza di questo requisito produce la nullit del titolo e non vale a supplirne il difetto luso di un modulo bollato o di una denominazione diversa da quella prescritta (ad esempio, quella di effetto). 2. Lordine incondizionato (nella cambiale tratta) o la promessa incondizionata (nel pagher) di pagare una somma determinata in moneta nazionale o straniera. La somma pu essere espressa in lettere o in cifre: se espressa per pi di una volta in lettere o in cifre e le somme sono diverse vale la somma minore; se, invece, espressa in lettere e in cifre e le somme sono diverse, vale la somma scritta in lettere.

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3. Il nome del creditore, primo prenditore o beneficiario; 4. La data in cui la cambiale emessa, e a tal proposito opportuno specificare che la data indicata nel titolo si presume vera fino a prova contraria. 5. Nella cambiale tratta il nome, il luogo e la data di nascita, ovvero il codice fiscale del trattario, cio della persona destinataria dellordine di pagamento. La persona del trattario pu coincidere con quella del traente: di solito ci accade quando la cambiale tratta da una sede dellimpresa su unaltra sede della stessa impresa. 6. La sottoscrizione del traente o dellemittente, e a tal proposito bisogna specificare che mentre tutte le clausole precedenti possono essere stampate o scritte a macchina o di pugno di persona diversa dallemittente o dal traente, la sottoscrizione deve essere autografa, cio di pugno dellemittente o del traente, e deve contenere il suo nome (anche abbreviato o indicato con la sola iniziale) e cognome, ovvero la sua ditta; inoltre, lemittente deve anche aggiungere il luogo, la data di nascita e il codice fiscale. Se si tratta di una societ, di unassociazione o di un altro ente, vi devessere la sottoscrizione autografa della persona fisica che ne ha la rappresentanza, e lindicazione (anche non autografa) che lobbligazione assunta nel nome dellente.

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Le clausole non indispensabili, perch in mancanza si applicano le norme suppletive di legge sono: 1. Lindicazione della scadenza, in cui a norma dellart. 38 1.camb. si pu scegliere solo tra queste quattro forme di scadenza:

a vista, e in tale ipotesi la cambiale scade in qualunque momento il portatore ne richieda il pagamento al debitore principale (e a tal proposito ricordiamo che nella cambiale propria, debitore principale lemittente; mentre nella tratta, il trattario), purch la richiesta avvenga entro lanno dallemissione della cambiale. a certo tempo vista, ed in tale ipotesi la cambiale scade dopo il decorso del tempo stabilito a cominciare dal

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giorno in cui la cambiale presentata al trattario per laccettazione o allemittente per il visto (ad esempio, cambiale con scadenza a un mese vista: in questo caso la scadenza si ha dopo il decorso di un mese dal giorno della presentazione della cambiale al trattario o allemittente).

a certo tempo data, ed in tale ipotesi la cambiale scade dopo il decorso del tempo stabilito,a cominciare dalla data di emissione. a giorno fisso, quando cio indicato un determinato (ad esempio, il 30 settembre 2008). giorno

Lelencazione di tali forme di scadenza tassativa , e perci la cambiale nulla se indicata un altra forma di scadenza ovvero se a scadenze successive. Se per nella cambiale non indicata nessuna scadenza, la cambiale valida e la scadenza si considera a vista. 2. Lindicazione del luogo di pagamento. Per luogo di pagamento si deve intendere sia il territorio comune, in cui la cambiale pagabile, sia il domicilio in cui la cambiale deve essere presentata per il pagamento. In mancanza di indicazione ,nella cambiale propria il luogo di emissione si considera luogo di pagamento e domicilio dellemittente; nella cambiale tratta il luogo indicato accanto al nome del trattario si considera luogo di pagamento e domicilio del trattario. Se la cambiale pagabile non al domicilio dellobbligato principale, ma al domicilio di un terzo, si dice domiciliata e precisamente se il pagamento deve essere fatto direttamente dal terzo ( si parla di domiciliazione propria o completa) se, invece, il pagamento al domicilio del terzo deve essere fatto dallobbligato principale (si parla di domiciliazione impropria o incompleta). Se nella cambiale non precisato chi deve provvedere al pagamento, allora questo deve essere fatto dal terzo domiciliatario (art. 4 c.4 1.camb.); il terzo, tuttavia, non diventa obbligato cambiario, e viene considerato soltanto rappresentante dello stesso obbligato. 3. Lindicazione del luogo dove la cambiale emessa. In mancanza di indicazione, si considera luogo di emissione quello indicato accanto al nome del traente (nella

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cambiale tratta) e quello dellemittente (nella cambiale propria).

indicato

accanto

al

nome

Ed infine abbiamo le clausole eventuali come ad esempio la clausola non allordine, senza spese, non accettabile. Per queste clausole vale il principio generale, in base alla quale se esse non sono apposte dal traente o dallemittente, valgono per tutti gli obbligati cambiari; se, invece, dette clausole sono apposte da un girante, valgono solo per il girante che le ha apposte. Unaltra clausola facoltativa la clausola di interessi che pu essere apposta solo nelle cambiali con scadenza a vista e a certo tempo vista, indicando il tasso di interessi; mentre essa non pu apporsi nelle cambiali con scadenza a certo tempo data e a giorno fisso poich in queste ipotesi al momento dellemissione si pu calcolare con precisione il periodo di durata del credito cambiario e perci pu anche calcolarsi lammontare degli interessi dovuti, conglobandoli nella somma cambiaria. Se non fissata una decorrenza diversa, gli interessi decorrono dalla data di emissione (art. 5 ultimo comma 1.camb.).
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REGIME FISCALE DELLA CAMBIALE Il pagamento dellimposta di bollo richiesto ai fini fiscali, e non per la validit della cambiale. Se sin dallinizio il documento non stato bollato o stato bollato in misura insufficiente, la cambiale non ha la qualit di titolo esecutivo (linefficacia della cambiale come titolo esecutivo deve essere rilevata e pronunciata dal giudice anche dufficio). Pertanto, fino a quando la cambiale non viene regolarizzata, corrispondendo limposta di bollo dovuta e pagando le relative pene pecuniarie, il portatore non pu esercitare i diritti cambiari neanche in un autonomo giudizio di cognizione.

LA CAMBIALE IN BIANCO La cambiale deve essere completa in tutte le sue clausole essenziali soltanto nel momento in cui viene presentata per il pagamento. Viceversa, al momento dellemissione la cambiale pu essere incompleta: infatti non occorre che le clausole cambiarie siano di pugno dellautore del titolo, e perci possono essere apposte anche successivamente dal portatore della cambiale; di solito si ritiene, per, che perch si abbia la cambiale in bianco deve gi essere stata apposta, non solo la sottoscrizione dellautore del titolo (traente o emittente), ma anche la denominazione di cambiale nel contesto della dichiarazione di debito. Tale soluzione si spiega con lesigenza di

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assicurare che il sottoscrittore abbia avuto la consapevolezza di assumere una obbligazione cambiaria. Tuttavia secondo la Cass. 25 maggio 1960 n.1355 per aversi una cambiale in bianco sufficiente la firma apposta nel modulo filigranato che lesperienza comune considera cambiale; chi aderisce a questo ordine di idee, ammette che anche se il documento non vale come cambiale (in bianco), tuttavia esso vale almeno come ricognizione di debito a norma dellart. 1988. Se una cambiale viene emessa in bianco in qualche sua clausola, ci avviene di solito perch la determinazione di quella clausola deve avvenire successivamente allemissione. [Ad esempio, Tizio compra una partita di cotone al prezzo medio che si praticher quellanno in un certo mercato e, in pagamento del prezzo, sottoscrive una cambiale; la somma viene lasciata in bianco, convenendosi che il titolare della cambiale la riempir in base al prezzo medio, quando questo sar noto. Il negozio con cui si conviene tra autore della cambiale e prenditore della stessa si chiama accordo di riempimento.] La clausola pi frequentemente lasciata in bianco proprio quella relativa alla determinazione della somma cambiaria, ma tuttavia pu essere lasciata in bianco qualunque clausola essenziale, purch al momento dellemissione risulti la denominazione di cambiale e sia stata apposta la sottoscrizione autografa dellautore del titolo. Non si ha, invece, cambiale in bianco quando manca un elemento della cambiale a cui supplisce una norma di legge (ad esempio, la cambiale in cui manca lindicazione della scadenza non una cambiale in bianco perch la scadenza si considera a vista). Chi emette a favore di altri una cambiale in bianco d al titolare della cambiale il potere di riempire la clausola in bianco secondo laccordo di riempimento o, in mancanza, secondo le clausole del rapporto sottostante. Colui che ha ricevuto o ha avuto trasferito una cambiale in bianco deve riempirla secondo laccordo di riempimento o, in mancanza, in conformit del rapporto sottostante; pertanto, se viola detto accordo, il debitore pu opporgli leccezione di inosservanza dellaccordo o del rapporto, e deve soddisfare lobbligazione cambiaria secondo quanto risulta da dette convenzioni, e non secondo la clausola apposta sulla cambiale (in riferimento allesempio precedente, se il titolare della cambiale scrive una somma superiore al prezzo medio, il debitore deve pagare solo il prezzo medio). Leccezione di inosservanza degli accordi di riempimento pu essere opposta dal debitore anche ai successivi portatori della cambiale; ma non pu essere opposta, tra questi, a chi ha avuto trasferita la

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cambiale gi completa, ignorando senza sua colpa grave che la cambiale era stata completata in difformit dellaccordo di riempimento. Lonere della prova dellabusivo riempimento spetta al debitore, che ha proposto leccezione. Il titolare della cambiale in bianco decade dal diritto di riempirla dopo 3 anni dal giorno dellemissione; tale decadenza non pu opporsi al titolare di buona fede, al quale il titolo sia pervenuto gi completo. Inoltre, secondo la cassazione, al creditore che promuove lazione cambiaria dopo il triennio dalla data di emissione del titolo incombe lonere di provare che il riempimento avvenuto tempestivamente.

PLURALITA E INDIPENDENZA DELLE OBBLIGAZIONI CAMBIARIE La cambiale nasce con la dichiarazione cambiaria del traente (o dellemittente); ma spesso, dopo lemissione del titolo e prima della scadenza, sulla cambiale vengono aggiunte altre dichiarazioni, da ognuna delle quali nasce un obbligo cambiario del sottoscrittore verso il creditore cambiario. Inoltre, la cambiale un titolo allordine, e quindi circola per mezzo della girata, la quale (girata) oltre a produrre leffetto di fare diventare il giratario portatore legittimo della cambiale (funzione di trasferimento), fa diventare il girante obbligato cambiario nei confronti del proprio giratario e dei giratari successivi (funzione di garanzia). Infine, vi possono essere le dichiarazioni di avallo con cui si garantisce il pagamento del debito cambiario assunto da un altro soggetto; in questo caso, infatti, anche gli avallanti diventano obbligati cambiari, assumendo la stessa posizione dellobbligato cambiario per il quale hanno garantito, indicato nella stessa dichiarazione di avallo e detto avallato. opportuno specificare, inoltre, che gli obbligati cambiari si distinguono in:
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obbligati diretti, ossia emittente, accettante e loro avallanti ed in obbligati di regresso, ovvero traente, giranti e loro avallanti.

Questa distinzione molto importante in quanto, gli obblighi degli obbligati diretti almeno in parte sono regolati diversamente dagli obblighi degli obbligati di regresso; infatti, solo gli obblighi degli obbligati di regresso si estinguono per mancanza di protesto ed il termine di prescrizione degli obblighi degli obbligati diretti pi lungo di quello degli obblighi degli obbligati di regresso.

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Se, alla scadenza, lobbligato principale rifiuta il pagamento della somma indicata, lultima giratario (cio, lattuale portatore legittimo del titolo) pu rivolgersi per il pagamento ad uno qualunque, a sua scelta, tra gli obbligati cambiari; ovvero, solo se il pagamento compiuto dallemittente o dallaccettante (ossia, dallobbligato principale) si estinguono tutti i rapporti cambiari, mentre se il pagamento viene invece fatto da un altro obbligato cambiario (ad esempio, da uno dei giranti), questi pu pretendere a sua volta il rimborso di quanto ha pagato dai giranti che lo precedono, dal traente e dai loro avallanti. Si ha, dunque, un ordine (o nesso) cambiario, in cui il primo posto occupato dallaccettante o dallemittente; il secondo dai loro avallanti; il terzo dal traente; il quarto dai suoi avallanti; il quinto dal primo girante; il sesto dai suoi avallanti; il settimo dal secondo girante, ecc In questo ordine, ognuno obbligato verso coloro che lo seguono e pu, se stato costretto al pagamento da qualcuno di coloro verso i quali obbligato, rivolgersi contro coloro che lo precedono nellordine cambiario. Per quanto riguarda lindipendenza delle obbligazioni cambiarie diciamo che le varie obbligazioni (che derivano dalle varie dichiarazioni cambiarie) godono del principio di indipendenza, nel senso che linvalidit di una delle obbligazioni non influisce sulla validit delle altre obbligazioni (art. 7 1. camb). Pertanto, se lobbligazione del traente o dellemittente nulla perch la sua sottoscrizione falsa, restano valide le obbligazioni del suo avallante, dellaccettante, dei giranti. Se, invece, lobbligazione del traente o dellemittente nulla per vizio di forma ( ad esempio, si firmato con il solo cognome ovvero con uno pseudonimo) o di contenuto ( ad esempio, la promessa o lordine di pagamento sono sottoposti a condizione) non sono valide come obbligazioni cambiarie neppure le relative dichiarazioni di altri soggetti; e questo perch la nullit della dichiarazione dellautore del titolo importa la nullit del titolo stesso. Mentre, se il vizio formale riguarda invece la dichiarazione di un obbligato cambiario diverso dallautore del titolo (ad esempio, girante accettante, avallante) allora in questo caso saranno nulle soltanto le singole obbligazioni di costoro, ma in base al principio di indipendenza rimarranno valide le obbligazioni cambiarie degli altri soggetti. Lunica eccezione al principio di indipendenza quella della disposizione dellart. 37 c.2 1.camb. , in base alla quale linvalidit

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dellobbligazione dellavallato per vizio di forma produce linvalidit dellobbligazione dellavallante.

Inoltre possiamo dire che, al principio di indipendenza si ricollega anche quanto stabilito nellart. 88 1. camb., il quale prevede lipotesi di alterazione del testo della cambiale (ad esempio, si aggiunto uno zero alla somma espressa in cifre, facendo diventare 1000 ci che era 100). In questa ipotesi, chi ha firmato dopo lalterazione, risponde nei termini del testo alterato; mentre chi ha invece ha firmato prima dellalterazione, risponde nei termini del testo originario (quindi in riferimento allesempio precedente, il traente che ha creato la cambiale sar debitore cambiario per 100 euro; se laccettante ha accettato dopo lalterazione sar debitore per 1000 euro). In mancanza di prova contraria, la legge presume che tutte le sottoscrizioni siano state apposte prima dellalterazione (art. 88 c. 2 1. camb.).

Per quanto riguarda, invece, i requisiti richiesti per ogni dichiarazione cambiaria, sia che si tratti della dichiarazione del traente o dellaccettante, dellavallante o del girante, diciamo che la mancanza di uno dei requisiti fa s che lobbligazione cambiaria non sia valida. Inoltre, ogni dichiarazione cambiaria per valere come tale - deve risultare dal documento cambiario, cio deve essere apposta sulla cambiale (a tal proposito opportuno specificare che alcune dichiarazioni - come girata, avallo possono essere apposte su un foglio attaccato alla cambiale il c.d. allungamento disciplinato dallart. 17 c.1 e 36 c.1 1. camb. ; poich se fosse apposta su altro documento (ad esempio, una lettera) non avrebbe valore cambiario. Per laccettazione, si usa la clausola accetto o visto o altra equivalente. La clausola deve essere seguita dalla sottoscrizione, che contenga il nome (abbreviato o anche indicato con la sola iniziale) e il cognome dellaccettante, ovvero la sua ditta. Ogni sottoscrizione cambiaria pu anche essere apposta senza accompagnarla con alcuna formula che consenta di determinare il significato (ad esempio, per accettazione, per avallo). In questi casi, per evitare incertezze circa il valore giuridico della dichiarazione cambiaria, occorre apporre la sottoscrizione in un determinato luogo della cambiale: ad esempio, per la girata ci si pu limitare ad apporre la sola sottoscrizione sul retro (o faccia posteriore) della cambiale, mentre per laccettazione e per lavallo la sola sottoscrizione va apposta sul retto ( o faccia anteriore) della cambiale. Pertanto, se si

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trova sulla cambiale una sottoscrizione non preceduta da alcuna formula, bisogna distinguere a seconda che questa (sottoscrizione) sulla faccia anteriore o posteriore della cambiale; poich nel primo caso (cio se sulla faccia anteriore, ovvero sulla faccia in cui contenuta la dichiarazione dellautore del titolo, cio la dichiarazione dellemittente o del traente) ed la sottoscrizione del trattario, vale come accettazione; se la sottoscrizione di persona diversa dal trattario, vale come avallo. Mentre nel secondo caso (cio se la sottoscrizione si trova sulla faccia posteriore) vale come girata. Inoltre diciamo che, possono assumere obbligazioni cambiarie tutte le persone capaci, compresi i minori emancipati autorizzati allesercizio di unimpresa commerciale. Affinch assumano obbligazioni cambiarie gli incapaci relativi (ossia, minori emancipati non autorizzati allesercizio del commercio e inabilitati) necessario che la loro dichiarazione sia sottoscritta anche dal curatore con la clausola per assistenza od altra equivalente. Per quanto riguarda, invece, gli incapaci assoluti (ossia, minori non emancipati e interdetti) diciamo che i loro rappresentanti legali (ovvero genitore esercente la potest e tutore), se sono autorizzati allesercizio del commercio, possono senzaltro obbligarsi cambiariamente in loro nome; altrimenti il genitore esercente la potest avr bisogno dellautorizzazione del giudice tutelare, e il tutore avr bisogno previo parere del giudice tutelare dellautorizzazione del tribunale. Nellipotesi di incapacit naturale previsto a norma dellart. 428 c.1 che lannullabilit della dichiarazione cambiaria dellincapace di intendere e di volere uneccezione reale, e quindi opponibile a qualunque possessore del titolo, anche se di buona fede; pertanto leccezione di incapacit naturale si fa rientrare nelle eccezioni da difetto di capacit previste dallart. 1992 c.c. . Tuttavia, le dichiarazioni cambiarie possono essere compiute anche per mezzo di rappresentante; ovviamente dalla dichiarazione o dalla sottoscrizione deve apparire che il dichiarante non si obbliga in nome proprio, ma in nome del rappresentato; poich se cos non fosse il rappresentante rimarrebbe obbligato in proprio. E precisamente, a norma dellart. 12 1.camb., il rappresentante il quale abbia il potere generale di assumere obbligazioni in nome di un rappresentato che non sia imprenditore commerciale, non ha il potere di assumere obbligazioni cambiarie, a meno che nella procura non gli sia esplicitamente concesso questo potere; viceversa, il rappresentante il quale abbia il potere generale di assumere obbligazioni per un rappresentante che imprenditore commerciale, per ci stesso ha anche il potere di assumere obbligazioni cambiarie,

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a meno che nella procura questo potere non sia stato espressamente escluso. Se, inoltre, il rappresentante non ha il potere di obbligarsi cambiariamente in nome del rappresentato, questultimo non diventa obbligato cambiario; infatti al suo posto rimane obbligato cambiario il falsus procurator (art. 11 1. camb.). Se, per, il debito cambiario stato assunto da un amministratore rappresentante di societ per azioni malgrado gli fosse vietato dallo statuto, si applica la disciplina prevista dallart. 2384 c.2, assumendo che la societ risponde egualmente del debito, salvo riesca a provare che il terzo beneficiario della cambiale ha agito intenzionalmente in suo danno.

Per quanto riguarda infine il contenuto delle dichiarazioni cambiarie, diciamo che bisogna tenere presente che le dichiarazioni cambiarie non possono essere sottoposte a condizioni; infatti se la condizione viene apposta alle dichirazioni del traente o dellemittente, nulla la stessa cambiale, e quindi non ha valore nessunaltra dichiarazione cambiaria, da chiunque apposta. Se la condizione apposta allaccettazione o allavallo, nulla solo lobbligazione dellaccettante o dellavallante; se viene apposta da una girata, la girata valida, ma la condizione si ha per non scritta (art. 16 c.1 1. camb.).

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LACCETTAZIONE Laccettazione un istituto proprio della cambiale tratta, e il suo effetto quello di far diventare il trattario obbligato cambiario diretto (art. 33 c.1 1. camb.). Prima dellaccettazione, infatti, il portatore non ha contro il trattario nessuna azione: n cambiaria, appunto perch manca laccettazione e n ordinaria, perch anche se il trattario debitore verso il traente ed anche se lha autorizzato a emettere la tratta, tale obbligazione sussiste sul piano extracambiario soltanto verso il traente, e non verso il portatore della cambiale. Laccettazione pu essere chiesta fino al giorno della scadenza dal portatore legittimo o anche da un semplice detentore della cambiale: cio laccettazione va chiesta alla residenza del trattario (ai sensi dellart. 26 1. camb.). La cambiale a certo tempo vista deve essere presentata allaccettazione entro 1 anno dalla data di emissione; il termine annuale pu essere prolungato o abbreviato dal traente, mentre dai giranti pu essere soltanto abbreviato (art. 28 1. camb.).

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Il traente pu vietare che la cambiale sia presentata allaccettazione (di solito ci accade quando il traente si riserva di fornire al trattario la provvista solo alla scadenza della cambiale): questo divieto si attua apponendo sulla cambiale la clausola non accettabile o altra equivalente. Non si pu dichiarare la cambiale non accettabile nelle seguenti tre ipotesi (art. 27 c.2 1. camb.): 1. quando la scadenza a certo tempo vista (e quindi la cambiale deve essere presentata allaccettazione, onde inizi a decorrere il tempo per il pagamento); 2. quando la cambiale pagabile da un terzo (domiciliazione completa); 3. quando deve essere pagata dallo stesso trattario, ma in un luogo diverso dalla sua residenza (domiciliazione incompleta). In tutte le ipotesi di cambiale domiciliata, la presentazione per laccettazione necessaria per consentire al trattario di predisporre i mezzi, per evitare che il pagamento venga fatto nel luogo e dalla persona indicati dalla cambiale. Nellipotesi in cui il traente apponga la clausola non accettabile, se egualmente la cambiale viene presentata allaccettazione e il trattario la rifiuta, gli obbligati di regresso non sono responsabili per il questo rifiuto. Se invece, malgrado la clausola non accettabile, il trattario accetta la cambiale, laccettazione valida e laccettante diventa obbligato cambiario diretto. Il traente pu anche vietare che la presentazione dellaccettazione avvenga prima che sia trascorso un dato termine (dilatorio), nel qual caso egli libero da responsabilit per il rifiuto dellaccettazione richiesta prima della scadenza di detto termine (art. 27 c.3 1. camb. ). Il trattario, al quale sia chiesta laccettazione, pu chiedere che gli sia fatta una seconda presentazione il giorno seguente (in modo che egli possa servirsi del giorno di intervallo per chiedere notizie della cambiale al traente, soprattutto per accertare che la cambiale sia stata effettivamente emessa dallo stesso traente). Tuttavia, il trattario non pu pretendere che la cambiale sia lasciata in sua detenzione. Se il trattario richiede la seconda presentazione e il portatore non gliela concede, il portatore non pu esercitare lazione di regresso per mancata accettazione, purch la richiesta della seconda presentazione e il rifiuto di concederla risultino dal protesto (art. 29 1. camb.). Per quanto riguarda la forma dellaccettazione, il trattario accetta la cambiale apponendo sulla stessa la clausola accettato o visto ,o
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altra equivalente, seguita dalla sottoscrizione autografa, e dallindicazione del luogo e della data di nascita ovvero dal codice fiscale. Laccettazione deve essere apposta sulla cambiale e non ha quindi valore di obbligazione cambiaria di unaccettazione per un atto separato (ad esempio, per lettera o per telegramma). Quanto, invece, alla Revoca dellaccettazione diciamo che se la sottoscrizione viene cancellata dal trattario prima di restituire il titolo, laccettazione si ha per non avvenuta in quanto la cancellazione si presume fatta fino a prova contraria - prima della restituzione del titolo (art. 34 c.1 1. camb.).

Se per il trattario, prima della cancellazione, ha dato notizia per iscritto dellaccettazione al portatore o ad un qualsiasi firmatario della cambiale, rimane obbligato cambiariamente verso costoro. Dunque, se il trattario rifiuta laccettazione, non diviene obbligato cambiari. In seguito al rifiuto, il portatore legittimo della cambiale, dopo aver fatto constatare la mancanza di accettazione per mezzo del protesto, pu esercitare subito (ossia, senza attendere la scadenza della cambiale) il suo credito di regresso contro il traente, i giranti e i loro avallanti (c.d. azione di regresso per mancata accettazione), pretendendo dagli stessi il pagamento della loro somma cambiaria, detratto lo sconto (a tal proposito opportuno specificare che ai sensi degli artt. 50 e 55 c.2 1. camb, per sconto sintende la somma corrispondente agli interessi, calcolati in base al tasso ufficiale vigente alla data del regresso, dal giorno del pagamento anticipato al giorno della scadenza fissata nella cambiale). Laccettazione deve essere incondizionata, cio fatta somma e senza introdurre modifiche (art. 31 1. camb.). per tutta la

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Se laccettazione viene fatta sotto condizione, laccettante non assume alcuna obbligazione cambiaria e si hanno perci gli stessi effetti che nel caso di rifiuto dellaccettazione; se laccettazione viene fatta solo per una parte della somma o introducendo modifiche, laccettante resta obbligato cambiariamente nei termine della sua accettazione, ma il portatore pu agire subito contro gli obbligati di regresso (nel caso di accettazione parziale pu agire solo per la differenza di somma).

LAVALLO Lavallo una dichiarazione cambiaria mediante la quale il dichiarante (detto avallante) assume una garanzia, letterale ed astratta, per il pagamento totale o parziale della somma indicata

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nella cambiale, collocandosi nella stessa posizione formale di un altro obbligato cambiario da lui indicato e detto avallato (art. 35 1. camb.). Per compiere una dichiarazione di avallo basta apporre sulla cambiale o sullallungamento la propria firma preceduta dalla clausola per avallo di (il nome dellavallato) o altra equivalente. Se non si indica il nome dellavallato, nella cambiale tratta si presume che avallato sia il traente, e nel pagher cambiario lemittente (in qualunque tipo di cambiale, perci, la legge presume che lavallo dato senza indicazione del garantito concesso a favore di colui che ha emesso la cambiale). Lavallante obbligato nello stesso modo dellavallato: pertanto un obbligato diretto se lavallato un obbligato diretto, mentre un obbligato di regresso se lavallato un obbligato di regresso (art. 37 c.1 1. camb.). Nellordine cambiario, lavallante si inserisce subito dopo il suo avallato e, perci, obbligato cambiariamente verso tutti coloro verso i quali obbligato lavallato, mentre, se soddisfa il debito cartolare, pu rivolgersi con lazione cambiaria contro lavallato e contro tutti coloro che sono obbligati cambiariamente verso lavallato (cio contro coloro che, precedono lavallato nellordine cambiario). Lobbligazione dellavallante non sussidiaria rispetto a quella dellavallato: i due sono debitori cambiari solidali, e quindi il portatore ha diritto di rivolgersi per il pagamento stesso allavallante senza bisogno di rivolgersi preliminarmente allavallato. Lobbligazione dellavallante valida anche se non lo quella dellavallato (ad esempio. lobbligazione dellavallato annullabile perch lavallato incapace, ovvero nulla, perch la sottoscrizione dellavallato falsa). Solo in un caso linvalidit dellobbligazione dellavallato produce linvalidit dellobbligazione dellavallante, e precisamente quando linvalidit deriva da un vizio di forma (ad esempio, lavallato ha sottoscritto con il solo cognome, senza aggiungere neppure liniziale del nome).

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LA CAMBIALE DI FAVORE Oltre allavallo, il pagamento di una cambiale pu anche essere garantito mediante lintervento di un terzo che, sulla base di una convenzione (detta di favore) con colui che il vero debitore nel rapporto sottostante, rilascia in veste di emittente una cambiale (detta di favore) allo stesso debitore del rapporto sottostante che a sua volta quale primo prenditore, la gira a colui che nel rapporto sottostante il vero creditore, assumendo cos quale girante unobbligazione cambiaria di regresso. E precisamente, lemittente detto favorente, il prenditore-girante detto favorito.

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In ipotesi di questo tipo, il favorente rimane obbligato nei confronti dei portatori della cambiale estranei alla convenzione di favore in conformit al tipo di dichiarazione che ha apposto sul titolo. In virt della stessa convenzione di favore, poi, il favorente ha diritto di ripetere dal favorito le somme che eventualmente stato costretto a pagare al portatore del titolo in base allobbligazione cambiaria da lui assunta; a questo fine, il favorente pu anche usufruire dellazione cambiaria se il favorito figura come obbligato cambiario nei suoi confronti (ad esempio, il favorito ha girato la cambiale al favorente perch questi la girasse, divenendo obbligato di regresso, al vero creditore del favorito; pertanto, se il favorente ha dovuto pagare, potr esercitare a sua volta lazione cambiaria di regresso contro il favorito). LA CIRCOLAZIONE DELLA CAMBIALE. LA GIRATA Il credito cambiario normalmente si trasferisce (compiendo latto di trasferimento) e facendo diventare lacquirente portatore legittimo del titolo: e quindi praticamente apponendo sul titolo la girata e consegnandolo allacquirente (art. 15 c.1 1.camb.). Ma se il traente o lemittente hanno emesso la cambiale apponendovi la clausola non allordine o una clausola equivalente, il credito cambiario si pu trasferire solo con un atto di cessione, e cio compiendo il negozio di trasferimento e notificandolo al debitore; in questo modo lacquirente non acquista un credito letterale ed autonomo, ma lo stesso credito dellalienante, con la conseguenza che allacquirente si possono opporre tutte le eccezioni che si potevano opporre allalienante (art. 15 c.2 1.camb.). Se invece la clausola non allordine non apposta dal traente o dallemittente, ma da uno dei giranti, essa non incide sulla legge di circolazione della cambiale, ma incide sulla funzione di garanzia che propria della girata, nel senso che il girante che ha apposto detta clausola rimane responsabile in via di regresso solo verso il suo immediato giratario, ma non verso i giratari successivi (art. 19 c.2 1. camb.). La girata deve essere scritta sulla cambiale o sullallungamento, e deve essere sottoscritta dal girante (ai sensi dellart. 17 c.1 1.camb.); e precisamente, pu essere apposta sia sulla faccia anteriore del titolo, sia sulla faccia posteriore (salvo lipotesi che si tratti di una girata in bianco, ovvero una girata in cui non stato indicato il nome del giratario, ossia sottoscrizione non accompagnata da una dichiarazione che ne indichi esplicitamente la natura). La girata in bianco, infatti, per essere valida deve essere scritta esclusivamente a tergo della cambiale o sullallungamento (art. 17 c.2 1. camb.).

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La girata, inoltre, deve essere incondizionata: pertanto, se vi apposta una condizione, questa si considera non scritta e la girata vale come se fosse incondizionata (vitiatur, sed non vitiat); viceversa la girata parziale nulla, e quindi il giratario non diventa portatore legittimo della cambiale (art. 16 1.camb.). Il credito cambiario pu anche essere trasferito senza girata, e quindi senza far diventare lacquirente portatore legittimo del titolo, mediante uno dei modi di trasferimento previsti dal diritto comune (ad esempio, per successione mortis causa): in questo caso per il cessionario o lerede, non acquistano un credito cartolare (cio letterale ed autonomo), ma lo stesso credito del cedente o del defunto, e perci al cessionario o allerede si possono oppore tutte le eccezioni che si potevano opporre al cedente o al defunto (art. 25 1. camb.). Questa conseguenza si ha in tutte le ipotesi in cui il credito stato trasferito mediante cessione (e non mediante girata), sia che poi fosse possibile trasferire il titolo mediante girata, sia che ci non fosse possibile, perch lautore del titolo vi aveva apposto la clausola non allordine o altra equivalente. Eccezionalmente, gli stessi effetti della cessione ordinaria dei crediti si hanno anche nellipotesi di trasferimento mediante girata, quando questultima (cio la girata) tardiva. A tal proposito opportuno specificare che la girata tardiva non la girata successiva alla scadenza ma quella fatta in un momento ulteriore, e cio posteriormente al protesto per mancato pagamento ovvero dopo che trascorso il termine previsto per levare utilmente detto protesto; in questo caso il giratario non acquista un credito letterale ed autonomo, e perci gli si possono opporre le stesse eccezioni che gli si potevano opporre al girante (art. 24 1.camb.). Si parla in questa ipotesi di girata anomala,e la stessa qualificazione si usa anche per la girata per procura;anche nellipotesi di girata per procura ,infatti al giratario gli si possono opporre le stesse eccezioni che si potevano opporre al girante ,ma ci dipende dal fatto che titolare del credito cambiario rimasto il girante ,in quanto il giratario solo il suo rappresentante ,incaricato di incassare il credito cambiario per suo conto. Tutte le ipotesi di girate anomale sono: 1. Le ipotesi di girata per procura; 2. Lipotesi di girata dopo il protesto per mancato pagamento o dopo che sia trascorso il termine utile per levare il protesto;

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3. Lipotesi in cui il giratario abbia acquistato il suo credito con lintenzione di privare il debitore cambiario delle eccezioni personali che questi poteva opporre al girante; Nelle ultime due ipotesi si ha una vera e propria deroga dei principi di letteralit ed autonomia. Deroga invece non si ha anche se le due ipotesi sono identiche ,nellipotesi di girata per procura,e nellipotesi in cui il credito cartolare sia stato trasferito non mediante girata,ma mediante cessione, ipotesi nella quale ai titolari successivi del credito possono essere apposte le medesime eccezioni che potevano essere apposte ai titolari precedenti,appunto perche nella cessione ordinaria dei crediti i principi di letteralit ed autonomia non trovano mai applicazione. La girata cambiaria non adempie solo alla funzione di trasferimento del credito ma anche ad una funzione di garanzia ,in quanto fa nascere una obbligazione cambiaria di regresso del girante che diventa responsabile dellaccettazione e del pagamento verso il proprio giratario e verso tutti i successivi giratari della cambiale. Se il girante vuole evitare di diventare obbligato di regresso ,pu farlo,e a questo fine deve apporre la clausola senza garanzia o altra equivalente;se vuole diventare obbligato di regresso soltanto verso il proprio giratario e non verso i giratari successivi,deve apporre la clausolanon allordine.

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LA CAMBIALE IPOTECARIA Con la girata della cambiale, oltre al credito cambiario, si trasferiscono anche tutti i diritti accessori ad esso inerenti, (art. 18 c.1 1.camb.), che assistono il credito cambiario garantendone il pagamento. Tra questi diritti particolare importanza hanno:

il pegno, in cui lesempio pi noto quello delle c.d. tratte documentate e lipoteca, in cui la possibilit che la cambiale contenga una clausola in cui si dichiara che a garanzia del pagamento del credito cartolare stata costituita unipoteca, prevista espressamente dallart. 2831 c.c. : e precisamente, a tal proposito si parla di cambiale ipotecaria; per essere costituita, lipoteca deve essere iscritta nei registri immobiliari a favore dellattuale possessore della cambiale ed inoltre deve essere annotata sulla cambiale a cura del conservatore (art. 2839 c.2).

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Dopo la costituzione anche lipoteca (allo scopo di rallentare la rapidit di circolazione della cambiale) si trasferisce ai successivi portatori legittimi del titolo, senza che occorra annotare i successivi trapassi nel registro immobiliare (art. 2831 c.2), e poich lipoteca costituisce un accessorio del credito cambiario essa si trasferisce in modo autonomo, e pertanto con la girata si trasmette al portatore legittimo della cambiale anche nel caso di acquisto a non domino. Perch ci avvenga occorre, tuttavia, che lipoteca sia stata costituita validamente, pertanto ai successivi portatori della cambiale ipotecaria rimangono opponibili i vizi relativi al negozio di concessione dellipoteca o allatto di iscrizione nei registri immobiliari. Per la cancellazione dellipoteca, occorre presentare al conservatore un atto (autentico) di consenso alla cancellazione da parte del creditore iscritto nei registri immobiliari; occorre inoltre presentare il titolo cambiario, che viene restituito dopo che il conservatore vi ha eseguito lannotazione della cancellazione (art. 2887 c.1). E precisamente, il consenso alla cancellazione viene prestato dopo il pagamento della cambiale: e dunque, se viene prestato prima del pagamento si perde lazione di regresso nei confronti dei giranti anteriori alla cancellazione dellipoteca (art. 2887 c.2). A tal proposito diciamo che, particolarmente diffusi sono le cambiali emesse in occasione dellacquisto di autoveicoli ed assistite da privilegi che sono considerati ipoteche (art. 2810).

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LA CESSIONE DELLA PROVVISTA Lemissione e il trasferimento della cambiale tratta consentono la costituzione e il trasferimento del solo credito cartolare, e non la cessione del credito derivante dal rapporto di provvista tra traente e trattario (infatti, questi diventa obbligato cambiario nei confronti del portatore legittimo della tratta solo in seguito allaccettazione). La mancanza, prima dellaccettazione del trattario, di un obbligato cambiario principale pu intralciare la circolazione della cambiale (rendendone difficile lo sconto bancario). Eccezionalmente stato perci ammesso che il traente possa inserire nella cambiale una clausola di cessione del credito (extracartolare) derivante dal rapporto di provvista.

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Lapposizione della clausola di cessione della provvista , tuttavia, soggetta ad alcuni limiti, e precisamente: innanzitutto, questa clausola pu essere apposta dal traente soltanto nelle cambiali tratte che non devono essere presentate allaccettazione (tratte, cio, con la clausola non accettabile). Ne deriva, dunque, che la clausola di accettazione della provvista diviene inefficace se la cambiale viene successivamente accettata. La cessione, inoltre, vale nei limiti del credito di provvista, e questo credito deve avere origine da un rapporto di fornitura di merci fatta dal traente al trattario (quale vendita, somministrazione, ); Ancora, la cessione pu essere effettuata dal traente solo a favore di una banca o di un banchiere: essa per giova a tutti i successivi portatori del titolo; La clausola di cessione, inoltre, deve essere inserita nel contesto del titolo. A pena di nullit essa (la clausola) deve contenere la data e il numero della fattura relativa alla fornitura della merce; Infine, la cessione per essere efficace nei confronti dei terzi e del debitore ceduto, deve essere notificata a questultimo debitore: a tal proposito opportuno specificare che la notificazione pu essere fatta anche a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, che deve contenere le indicazioni occorrenti per la identificazione della cambiale.
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Dopo la notifica della cessione, il credito di provvista si trasferisce con la consegna e la girata della cambiale: di conseguenza il trattario non liberato se paga a persona diversa dal portatore della tratta. Poich il credito ceduto per lo stesso (credito) del cedente derivante dal rapporto di provvista, il trattario ceduto pu opporre al cessionario tutte le eccezioni desumibili da questo rapporto.

SCADENZA E PAGAMENTO Alla scadenza, il pagamento della somma cambiaria deve essere chiesto al trattario nella cambiale tratta, e allemittente nella cambiale propria. Quanto al tempo, invece, diciamo che il pagamento deve essere chiesto nel giorno di scadenza (se questo non festivo) o in uno dei

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due giorni feriali successivi (art. 43 c.1 1.camb.). A tal proposito opportuno specificare che, se la data di scadenza cade in giorno festivo legale, allora essa prorogata al primo giorno feriale successivo (art. 96 1.camb.). Se si tratta di scadenza a vista, la cambiale deve essere presentata al pagamento entro un anno dalla data di emissione, anche se tuttavia il traente pu allungare od abbreviare detto termine, mentre i giranti possono soltanto abbreviarlo (art. 39 c.1 1.camb.). Inoltre, se si lascia trascorrere senza richiedere il pagamento il termine abbreviato dal traente, si perde lazione cambiaria contro tutti gli obbligati di regresso; mentre, se si lascia trascorrere il termine abbreviato da un girante, si perde solo lazione di regresso contro quel girante (art. 60 c.2 e 3 1.camb.). Quanto al luogo, la cambiale deve essere presentata nel luogo (ossia comune) e allindirizzo indicato quale luogo di pagamento; nel caso in cui mancasse lindirizzo, allora il pagamento deve essere chiesto nella casa di residenza delle seguenti persone: a) del trattario, nella cambiale tratta; b) dellemittente, nel pagher; c) del domiciliatario, nella cambiale domiciliata (art. 44 1.camb.). Inoltre, legittimato a chiedere il pagamento trattandosi di un titolo allordine il portatore legittimo della cambiale, ovvero chi risulta ultimo giratario in base ad una serie continua di girate; opportuno specificare tuttavia che le girate cancellate si hanno per non scritte (art. 20 c.1 1.camb.). Il debitore non obbligato a verificare che le firme dei giranti siano autentiche, dovendo solo controllarne la continuit formale; ma tuttavia se il debitore non conosce di persona lultimo giratario, deve accertane lidentit (ad esempio, pretendendo lesibizione di un documento di identificazione quale: passaporto, carta didentit, ). In deroga allart. 1181 c.c., il portatore non pu rifiutare il pagamento parziale; infatti, in caso di pagamento parziale il trattario o lemittente non possono pretendere la restituzione del titolo quietanzato, ma possono esigere che del pagamento parziale sia fatta menzione sulla cambiale e che gliene sia data ricevuta (art. 45 c.2 e 3 1.camb.). Inoltre, il portatore legittimo della cambiale pu rifiutarne il pagamento anticipato, cio che gli viene offerto prima della scadenza; daltra parte, il debitore, che paga prima della scadenza, paga a suo rischio e pericolo, poich se dimostra successivamente che il portatore legittimo, al quale egli ha pagato la somma cambiaria, non era il titolare del credito cambiario e che il vero titolare avrebbe
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potuto fare valere i suoi diritti se il pagamento non fosse stato anticipato, costretto a pagare una seconda volta.

MORA DEL CREDITORE: se la cambiale non viene presentata per il pagamento nel termine stabilito, qualsiasi debitore cambiario ha facolt di depositare la somma presso lautorit competente (che, per le cambiali pagabili nella Repubblica, la Banca dItalia) a spese, rischio e pericolo del creditore cambiario (art. 48 1.camb.).

LE AZIONI CAMBIARIE: AZIONE DIRETTA E AZIONE DI REGRESSO Se, alla presentazione della cambiale, il pagamento viene rifiutato dal trattario o dallemittente, il portatore legittimo pu pretenderlo da tutti gli obbligati cambiari, e quindi pu agire giudizialmente contro di essi. Distinguiamo:
1. Azione cambiaria diretta: per agire contro gli obbligati diretti

(accettante o emittente, e loro avallanti), sufficiente provare il rifiuto del pagamento in qualunque modo, senza bisogno di ricorrere al protesto n osservare alcunaltra formalit. Si pu agire indifferentemente contro uno qualsiasi degli obbligati cambiari, trattandosi di obbligazioni solidali. Se a pagare un avvallante, costui a sua volta potr esercitare lazione cambiaria contro lavallato (emittente o trattario) che lo precede nel nesso cambiario. Se lavallo stato concesso da pi persone (c.d. cavallo), il coavallante costretto al pagamento non ha per azione cambiaria contro gli altri coavallanti, trattandosi di coobbligati che hanno assunto una posizione di pari grado nella cambiale; il coavallante ha solo lazione ordinaria di regresso (prevista dallart. 1299 c.c.), in virt della quale il debitore in solido che ha pagato lintero debito pu ripetere dai condebitori soltanto la parte di ciascuno di essi. 2. Azione cambiaria di regresso: in cui il portatore legittimo pu anche, a sua discrezione, preferire di agire contro gli obbligati di regresso (traente, giranti e loro avallanti). A tal proposito opportuno specificare che: il traente risponde sempre per il pagamento, perch si pu esonerare mediante la clausola non accettabile dalla responsabilit per la mancata accettazione, ma non della responsabilit per il mancato pagamento; che sono obbligati di regresso tutti i giranti che non hanno inserito nella girata la clausola senza garanzia o altra equivalente;
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che i giranti, i quali hanno inserito nella girata la clausola non allordine, sono obbligati solo verso il loro giratario, e non verso i giratari successivi. Il portatore legittimo del titolo pu agire contro uno qualsiasi degli obbligati di regresso o anche contemporaneamente contro due o pi di loro, finch non sia stato pagato da uno tra questi (art. 54 1.camb.).

Le condizioni per lesercizio dellazione di regresso sono:

Presentazione allaccettazione: in quanto vi sono delle ipotesi, in cui, per poter esercitare lazione di regresso necessario aver presentato la cambiale allaccettazione, e precisamente ci avviene:

o nelle cambiali con scadenza a certo tempo vista o e nelle cambiali in cui il traente o uno dei giranti ha prescritto che il titolo sia presentato allaccettazione entro un determinato termine.

Presentazione al pagamento: poich necessario, inoltre, che la cambiale sia stata presentata al pagamento nel termine prescritto. Protesto: in cui, necessario che il mancato pagamento sia stato contestato mediante un atto redatto in forma solenne da un pubblico ufficiale (c.d. atto di protesto disciplinato dallart. 51 c.1 1.camb.); il protesto, infatti, deve essere fatto da un notaio, o da un ufficiale giudiziario, o da un aiutante ufficiale giudiziario ovvero, in mancanza di costoro, dal segretario comunale. Inoltre diciamo che, il notaio e lufficiale giudiziario possono provvedere alla presentazione del titolo al debitore principale anche a mezzo di presentatori, cio di persone da essi stessi designate, e nominate a svolgere tale funzione, sotto la responsabilit del notaio o dellufficiale giudiziario, dal presidente della corte dappello o dal presidente del tribunale competente appositamente delegato. Per quanto riguarda il luogo, il protesto deve essere fatto nel comune in cui si deve chiedere il pagamento e nei luoghi indicati nellart. 44 1. camb., e cio allindirizzo indicato nel titolo o, in sua mancanza, nella casa di residenza del trattario (o dellemittente) o del domiciliatario. Se la residenza di queste persone non si pu rintracciare, il protesto si pu fare in qualunque luogo

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del comune di pagamento: in tal caso si parla del c.d. protesto al vento disciplinato dallart. 70 c.1 e 2 1.camb.).

Quanto al tempo, invece, diciamo che il protesto non pu essere fatto nel giorno della scadenza, ma deve essere levato in uno dei due giorni feriali successivi a questo giorno; se la scadenza a vista, il protesto deve essere fatto entro un anno dalla data di emissione della cambiale (art. 51 c.3 1.camb.). Il protesto, inoltre, deve essere fatto con un solo atto che pu essere scritto nella stessa cambiale o sullallungamento, ovvero anche su un documento separato, che per contenga la trascrizione della cambiale (art. 69 e 71 c.2 1.camb.). E precisamente, latto di protesto deve indicare la data e il luogo in cui stato fatto, chi lo ha richiesto, le ricerche fatte per trovare la residenza del trattario (o dellemittente) o del domiciliatario, le persone ivi trovate, le risposte ricevute o il motivo per cui non se ne ricevuta nessuna, la sottoscrizione di chi fa il protesto (art. 71 c.1 1.camb.). Inoltre, il protesto in quanto atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso, a norma dellart. 2700 c.c., ivi inclusi i fatti che il presentatore riferisce avvenuti in sua presenza o da lui compiuti (art. 4 c.2 1.camb.). Per accrescere il livello di certezza e trasparenza dei rapporti commerciali, gli atti di protesto vengono trasmessi alla fine di ogni mese alla camera di commercio e pubblicati nel registro informatico dei protesti tenuto dalle stesse camere di commercio in modo da assicurare completezza, organicit e tempestivit dellinformazione su tutto il territorio nazionale (art. 3-bis c.1 1. 15 novembre 1995 n. 440). La registrazione di ciascun protesto viene cancellata dopo 5 anni. Tuttavia, sia coloro che hanno subito un protesto illegittimo o per errore, sia coloro che hanno pagato il titolo, con interessi e spese, entro un anno dalla levata del protesto per mancato pagamento, possono richiedere al dirigente responsabile dellufficio protesti la immediata cancellazione del proprio nome dal registro informatico. A seguito della cancellazione, il protesto si considera come mai avvenuto.

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Ai fini dellesercizio dellazione di regresso, il protesto non ammette equipollenti; esso tuttavia pu essere sostituito da una dichiarazione di rifiuto del pagamento datata e sottoscritta dal trattario (o dallemittente), e registrata non oltre il termine stabilito per levare utilmente il protesto (art. 72 1. camb.). Mediante lazione di regresso si pu pretendere: a) la somma cambiaria con gli interessi, se vi clausola di interessi; b) gli interessi moratori, dal giorno della scadenza a quello del pagamento; c) le spese per il protesto e le altre spese occorse (art. 55 c.1 1.camb.).

Per quanto riguarda il regresso anticipato diciamo che, anche prima della scadenza della cambiale, si pu pretendere dagli obbligati di regresso la somma cambiaria deducendone per lo sconto soltanto nelle seguenti ipotesi (previste dallart. 50 1.camb.): 1) se, nella cambiale tratta, il trattario abbia rifiutato laccettazione; a tal proposito opportuno specificare che il pagamento anticipato non pu essere richiesto a nessuno degli obbligati di regresso in presenza della clausola non accettabile, o di altra equivalente, apposta dal traente. 2) In caso di rifiuto parziale dellaccettazione, o se questa contiene condizioni o modifiche: infatti, in caso di accettazione parziale, si pu pretendere solo il pagamento della differenza. 3) In caso di fallimento del trattario, abbia o meno accettato; in questo caso, per esercitare lazione di regresso, non necessario il protesto, ma basta presentare in giudizio la sentenza di fallimento. 4) In caso di fallimento del traente di una cambiale non accettabile.
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5) In caso di cessazione dei pagamenti da parte del trattario (o dellemittente) ovvero di esecuzione

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infruttuosa sui loro beni; e precisamente: si ha cessazione dei pagamenti (insolvenza) quando il debitore non pi in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni; mentre, si ha esecuzione infruttuosa ogni volta che risulta che un creditore non riuscito a soddisfarsi mediante lesecuzione forzata sui beni del debitore o ha dovuto sospendere la procedura esecutiva per non rimetterci anche le spese giudiziali. Per quanto riguarda, invece, lobbligo dellavviso diciamo che affinch gli obbligati regresso siano avvisati in tempo del rifiuto dellaccettazione o del rifiuto di pagamento (rifiuto che li espone allazione di regresso), prescritto che il portatore legittimo avvisi dei predetti rifiuti entro 4 giorni feriali successivi il traente e lultimo girante che abbia indicato sulla cambiale in modo leggibile il proprio indirizzo. Entro i 2 giorni feriali successivi, colui che ha ricevuto lavviso deve avvisare a sua volta il primo dei giranti che lo precedono, e cos via. Lavviso pu essere dato in qualunque forma, anche con il semplice rinvio della cambiale ( opportuno spedire lavviso con lettera raccomandata, per poter provare di avere rispettato il termine prescritto). Colui che omette di dare lavviso pu egualmente esercitare lazione di regresso, ma tenuto a risarcire il danno nei limiti dellammontare della cambiale.

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IL PROCESSO CAMBIARIO: LESERCIZIO DELLE AZIONI CAMBIARIE. LE ECCEZIONI CAMBIARIE Il creditore cambiario, che non essendo stato pagato voglia perseguire giudiziariamente un debitore cambiario esercitando contro di lui lazione cambiaria, pu scegliere tra diversi procedimenti giudiziari: A) Pu iniziare un ordinario procedimento di cognizione, in contraddittorio con il debitore, per ottenere lemanazione di una sentenza che lo condanni al pagamento della somma cambiaria; a tal proposito opportuno specificare che la sentenza di condanna provvisoriamente esecutiva (art. 282 cod. proc. Civ.), e consente di iscrivere ipoteca ed iniziare lesecuzione forzata sui beni del debitore, onde essi vengano venduti e il creditore si possa soddisfare sul ricavato. Ma tale procedimento (ordinario) molto raro in quanto necessita di tempi lunghi.

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B) Pi frequente il ricorso ad un procedimento sommario, per ottenere lemanazione di un decreto ingiuntivo (art. 633 c.p.c.). Con tale decreto ingiuntivo, lautorit giudiziaria ingiunge al debitore di pagare la somma richiesta in un determinato termine. Se nel corso di questo termine il debitore fa opposizione, si instaura un ordinario procedimento di cognizione in contraddittorio, e quindi si ricade nellipotesi precedente (A). Altrimenti, il decreto diventa esecutivo, e si pu quindi iscrivere subito ipoteca ed iniziare il procedimento esecutivo. Il creditore cambiario pu anche chiedere un decreto provvisoriamente esecutivo che costituisce titolo per liscrizione dellipoteca giudiziale, e in cui il termine concesso al debitore serve solo per proporre lopposizione, ma non sospende linizio del procedimento esecutivo.
C) Poich la cambiale, quando in regola con il bollo fin dal

momento dellemissione, gi titolo esecutivo, il creditore pu senzaltro iniziare la procedura esecutiva. Deve, pertanto, notificare al debitore il precetto, ossia un atto giudiziale con cui gli si intima di pagare entro un breve termine, trascorso il quale si pu procedere al pignoramento e alla vendita forzata dei suoi beni; e precisamente, il precetto deve contenere la trascrizione della cambiale e, se si agisce contro un obbligato di regresso, anche del protesto (art. 63 c.3 1.camb.).

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ECCEZIONI CAMBIARIE. Il debitore, contro il quale si procede giudizialmente, pu difendersi opponendo le eccezioni tendenti a dimostrare che il suo debito non valido o che si estinto, o che comunque non tenuto a pagare al richiedente. Nel procedimento ordinario (A), queste eccezioni si fanno valere in contraddittorio con lattore nel corso del giudizio di cognizione; mentre nel procedimento sommario (B) si fanno valere mediante opposizione al decreto ingiuntivo; e infine, nellultimo procedimento, ossia il precetto (C), si fanno valere mediante opposizione allesecuzione (c.d. opposizione al precetto art. 615 c.1 c.p.c.). In riferimento ai titoli di credito, in generale le eccezioni cartolari si distinguono in reali nel senso che si possono opporre a tutti i creditori cartolari, e in personali nel senso che si possono opporre soltanto a determinati creditori cartolari. Questa distinzione vale anche per le eccezioni cambiarie, le quali inoltre si distinguono anche in oggettive nel senso che possono essere opposte da tutti debitori cambiari, e in soggettive nel senso che possono essere opposte soltanto da determinati debitori cambiari. E precisamente, sono eccezioni reali (o assolute):

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1) le eccezioni di forma, desunte dalla mancanza nella cambiale

dei requisiti prescritti a pena di nullit (ad esempio, la denominazione cambiale non inserita nel contesto del titolo); queste eccezioni non solo possono essere opposte a tutti i creditori (e quindi si dicono reali), ma anche da tutti i debitori (e quindi sono anche oggettive).
2) Le eccezioni fondate sulla lettera del titolo, cio desunte dal

fatto che il portatore pretende di esercitare un diritto diverso da quello risultante dalle clausole contenute nel titolo (ad esempio, pretende una somma maggiore di quella indicata nella cambiale).
3) Le

eccezioni fondate sulla mancanza delle condizioni necessarie per lesercizio del diritto cambiario (ad esempio, si esercita lazione di regresso in mancanza di protesto). di difetto di rappresentanza, di violenza assoluta nella creazione della cambiale..

4) Le eccezioni di falsit della firma (e di omonimia), di incapacit,

Queste eccezioni (reali) possono essere opposte solo da colui la cui firma falsa o che ha subito la violenza fisica, dallincapace o dallo pseudo-rappresentato, ma non dagli altri debitori cambiari (quindi sono dette eccezioni soggettive). Mentre, sono eccezioni personali (o relative):
1) le eccezioni desunte dai c.d. vizi della volont (quali, errore,

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dolo, violenza morale) che sono intervenuti nellemissione o nella trasmissione della cambiale.
2) Le eccezioni di abusivo rapimento o di tardivo riempimento di

cambiale in bianco. Queste eccezioni, possono essere opposte solo a coloro che erano in mala fede (cio, conoscevano i motivi delle eccezioni) ovvero in colpa grave (cio li avrebbero conosciuti se fossero stati diligenti nel momento dellacquisto della cambiale); opportuno specificare che, dette eccezioni non possono essere opposte a coloro che hanno acquistato in buona fede la cambiale gi completata (art. 14 1.camb.).
3) Le eccezioni desunte dai rapporti personali che intercorrono tra

il creditore che pretende il pagamento, e il debitore dal quale si pretende il pagamento. Tra detti rapporti hanno massima importanza: a) il rapporto fondamentale, sottostante allemissione o alla trasmissione della cambiale; b) le convenzioni che sono state concluse tra un creditore e un debitore cambiario, ma che non risultano dal testo della cambiale.

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4) Le eccezioni di mancanza di legittimazione o di mancanza di

titolarit, in cui il debitore (che non vuole esporsi al rischio di pagare una seconda volta) pu negare il pagamento: a) a chi non portatore legittimo della cambiale, ovvero b) a chi, pur essendo portatore legittimo, non il vero creditore. In queste ipotesi, il debitore non nega il suo debito, ma nega che colui che fa valere il credito cambiario possa legittimamente esercitarlo.

Per quanto riguarda la sospensione dellesecuzione forzata diciamo che, se il creditore cambiario, invece di chiedere la condanna del debitore, profitta del fatto che la cambiale titolo esecutivo per iniziare senzaltro lesecuzione forzata, il debitore per opporre le sue eccezioni deve fare opposizione al precetto; nonostante lopposizione, lesecuzione continua, a meno che il debitore non ne ottenga la sospensione. E precisamente, la sospensione pu essere concessa dal giudice competente su ricorso del debitore che disconosce la propria firma o la rappresentanza del sottoscrittore ovvero adduca altri motivi gravi e fondati; tuttavia, il giudice nel concedere la sospensione - deve per imporre idonea cauzione a carico del debitore (art. 64 1.camb.). Quando concorrono gravi ragioni, la sospensione dellesecuzione pu essere concessa dal giudice, su richiesta del debitore, anche durante il corso del giudizio di opposizione: in tal caso, il giudice libero di imporre o meno una cauzione al debitore (art. 65 c.3 1.camb.).
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LAZIONE CAUSALE DERIVANTE DAL RAPPORTO FONDAMENTALE. LA NOVAZIONE Tra traente e prenditore, tra girante e suo giratario, normalmente esiste un precedente rapporto di debito (detto rapporto fondamentale) derivante da un negozio giuridico (ad esempio, da una compravendita, da un mutuo, da una locazione, ecc). pertanto, quando per il pagamento di tale debito viene emessa ossia girata una cambiale, viene creato un debito cambiario: questi due debiti normalmente coesistono, in modo che per ottenere il pagamento il creditore pu esercitare o lazione cambiaria o lazione derivante dal rapporto fondamentale. Ci vuol dire che, il pagamento estingue sia il credito cambiario che quello derivante da detto rapporto fondamentale. La coesistenza delle due azioni pu avere per il creditore molta importanza: ad esempio, poich lazione causale soggetta ad un termine di prescrizione diverso (di solito, pi lungo) rispetto a quella cui soggetta lazione cambiaria, ne deriva la

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possibilit di esercitare contro il debitore principale lazione causale anche quando si prescritta lazione cambiaria. Per esercitare lazione causale , per, necessario osservare queste tre condizioni: 1. che sia accertata mediante accettazione o di pagamento; protesto la mancanza di

2. che il creditore offra al debitore la restituzione della cambiale, depositandola presso la cancelleria del giudice (in questo modo il debitore certo che il creditore non potr rimettere la cambiale in circolazione ); 3. che il creditore abbia compiuto tutti gli atti necessari per conservare al debitore le azioni di regresso contro gli altri debitori cambiari (ad esempio, non deve aver lasciato prescrivere dette azioni di regresso). Linosservanza di queste condizioni deve essere eccepita dal debitore, e non pu essere rilevata dufficio dal giudice. Per quanto riguarda la Novazione diciamo che lazione causale non si pu per esercitare se, nellassumere il debito cambiario, le parti abbiano espressamente stabilito che cosi veniva ad avere la novazione del rapporto fondamentale, con conseguente estinzione di detto rapporto e permanenza del solo rapporto cambiario: perci in tale ipotesi, se il debito cambiario si estingue (ad esempio, per prescrizione), non si pu neppure realizzare il credito causale derivante dal rapporto fondamentale.

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LAZIONE DI ARRICCHIMENTO Pu verificarsi che il creditore cambiario abbia perduto lazione cambiaria contro tutti gli obbligati cambiari, oppure che egli non abbia azione causale contro nessuno degli obbligati cambiari, o infine pu darsi che la mancanza originaria dellazione causale e la perdita dellazione cambiaria abbiano cagionato un arricchimento ingiustificato di uno degli obbligati cambiari. [Ad esempio: il traente ha rilasciato la cambiale per il prezzo di una compravendita al girante A, il quale lha girata per il prezzo di unaltra compravendita a B, che poi ha compiuto una cessione pro soluto a C; la vita della cambiale non ha prodotto alcun arricchimento del girante B, il quale ha ricevuto da C limporto della cambiale, ma ha fornito ad A la merce; non ha prodotto alcun arricchimento del girante A perch questi ha ricevuto da B la merce, ma a sua volta ha fornito la merce al traente: ha per prodotto un arricchimento del traente, se questi ha

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ricevuto la merce da A, ma non ha fornito alcuna provvista al trattario.] Il portatore legittimo della cambiale pu quando si verificano questi casi, esercitare lazione di arricchimento, pretendendo dallarricchito la somma di cui si ingiustamente arricchito a suo danno (art.67 1.camb.). Secondo la giurisprudenza, lazione di arricchimento un azione extracambiaria, essa infatti pu essere esercitata in giudizio anche se la cambiale non in regola con limposta di bollo, e ha carattere sussidiario al pari dellazione di arricchimento ammessa in generale dallarticolo 2041 c.c. .

LAMMORTAMENTO E listituto al quale pu fare ricorso il portatore legittimo della cambiale in caso di smarrimento sottrazione o distruzione del titolo. Inoltre, esso regolato dalla legge cambiaria (art. 89-93) con disposizioni che sostanzialmente sono state riprodotte nel codice civile.

LA PRESCRIZIONE Per quanto riguarda la prescrizione diciamo che la legge stabilisce i seguenti termini di prescrizione per le diverse azioni cambiarie (art. 94 1.camb.): 1) I crediti cambiari contro gli obbligati diretti (accettante, emittente e loro avallanti) si prescrivono in 3 anni dal giorno della scadenza. 2) Il credito del portatore contro gli obbligati di regresso (traente, giranti e loro avallanti) si prescrive in 1 anno dal giorno del protesto levato in tempo utile ovvero dal giorno della scadenza, se vi clausola senza spese. 3) I crediti dei giranti contro i precedenti obbligati di regresso si prescrivono in 6 mesi dal giorno in cui il girante ha pagato la cambiale o dal giorno in cui lazione di regresso stata promossa contro di lui. 4) Lazione di arricchimento si prescrive, invece, in 1 anno dal giorno della perdita del credito cambiario. Una particolarit della prescrizione cambiaria che gli atti interrottivi della prescrizione, compiuti nei confronti di uno degli obbligati cambiari, non interrompono la prescrizione nei confronti degli altri (art. 95 1. camb.), mentre invece nel diritto comune gli atti interrottivi della prescrizione compiuti contro uno tra pi obbligati in solido

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interrompono la prescrizione anche nei confronti degli altri obbligati (art. 1310 c.1). Quanto alla prescrizione dellazione causale, diciamo che si ritiene che essa non inizi a decorrere dal giorno in cui sorto il credito derivante dal rapporto fondamentale, bens dal giorno del rifiuto dellaccettazione ovvero dalla scadenza della cambiale, e cio dal giorno a partire dal quale si pu esercitare lazione causale.

LASSEGNO BANCARIO Molti pagamenti specie per cifre rilevanti si fanno per mezzo delle banche in modo da evitare i rischi e gli inconvenienti relativi alla custodia e al trasporto della moneta. A questo scopo vietato il cosiddetto riciclaggio, ossia il pagamento per contanti di somme superiori ai 12.500 euro. Uno dei pi comuni mezzi di pagamento lassegno bancario, del quale si serve che stipula con la banca un contratto (solitamente) di conto corrente, in virt del quale sulla base di una cosiddetta convenzione di assegno viene autorizzato dalla banca a trarre su di essa dei titoli di credito. Con lassegno, infatti, il cliente ordina alla banca trattaria di pagare una somma determinata al legittimo portatore del titolo; il cliente autorizzato a trarre assegni fino ad un ammontare determinato, che costituisce la somma che il cliente ha disponibile presso la banca (la c.d. provvista) Gli assegni bancari sono di solito redatti su moduli stampati (che compongono il c.d. libretto degli assegni) che la stessa banca fornisce al cliente al momento della stipula della convenzione di assegno. Lassegno bancario, quindi, un titolo di credito mediante il quale il traente ordina ad un banchiere di pagare a vista un somma determinata al portatore legittimo del documento. Sul piano strutturale, esso (lassegno) assomiglia alla cambiale tratta, ma sul piano funzionale si distingue da questa poich: lassegno costituisce uno strumento di pagamento, e quindi la scadenza sempre a vista; nellassegno, inoltre, il trattario deve essere necessariamente un banchiere; e, infine, mentre nella cambiale il trattario, con laccettazione, diventa obbligato cambiario, invece nellassegno, in base alla convenzione di assegno, il banchiere non diventa obbligato cartolare nei confronti del portatore legittimo dellassegno: in
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quanto questi (cio il banchiere) obbligato extracartolare a pagare la somma indicata nellassegno soltanto nei confronti del traente, e fino al limite della provvista; pertanto, se il banchiere rifiuta il pagamento al portatore legittimo del titolo, questi non ha nessuna azione contro di lui, ma pu agire solo in via di regresso contro il traente e gli eventuali giranti. Quindi possiamo dire che lassegno adempie ad una funzione di pagamento, (ossia uno strumento che serve per effettuare pagamenti), mentre la cambiale adempie ad una funzione di credito (serve cio per ottenere credito). In Italia la disciplina dellassegno contenuta nel r.d. 21 dicembre 1933 n.1736 ( che citiamo cos: 1.ass.) emanato, al pari di quello sulla cambiale, in esecuzione delle convenzioni internazionali stipulate a Ginevra. LA DISCIPLINA DELLASSEGNO BANCARIO La maggior parte della disciplina applicabile allassegno bancario coincide con la disciplina propria della cambiale, salve alcune differenze che derivano dalla diversa funzione dei due titoli. E precisamente: 1.Requisiti : a. invece della denominazione cambiale, lassegno deve contenere, nel contesto del titolo a pena di nullit, la denominazione di assegno bancario o quella francese di chque; a tal proposito opportuno specificare che se lassegno redatto in una lingua diversa, la denominazione deve essere espressa nella stessa lingua (art. 1 c.1 1.ass.) ; b. Non necessaria lindicazione della scadenza, perch essa (la scadenza) sempre a vista;
c. Per la validit dellassegno, il trattario deve essere sempre un 269

banchiere; per la regolarit dellassegno, necessario che la banca abbia autorizzato lemissione e che il traente abbia dei fondi disponibili presso la banca trattaria sufficienti al pagamento: se manca lautorizzazione allemissione o se mancano detti fondi lassegno egualmente valido e il traente assume unobbligazione cartolare;

d. Lassegno pu essere emesso per mezzo di rappresentante (a

differenza della cambiale, per, il rappresentante generale in quanto tale ha il potere, salva clausola contraria, di emettere e girare assegni bancari in nome del traente, anche se questi

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non un imprenditore commerciale). Inoltre, lassegno pu essere tratto anche per conto di un terzo, titolare della provvista presso la banca: e precisamente, in questo caso il traente utilizza, in nome proprio, la provvista del terzo, e lassegno regolare soltanto se il titolare della provvista lo ha autorizzato ad emettere assegni sul proprio conto.
e. Se manca il luogo di pagamento, si considera tale il luogo

indicato accanto al nome del banchiere trattario; in mancanza di tale indicazione, si considera luogo di pagamento il luogo di emissione dellassegno;
f. Traente e trattario devono essere due persone diverse, poich

lassegno non pu essere tratto sullo stesso traente, salvo che sia tratto tra diversi stabilimenti dello stesso traente; g. In conseguenza della funzione di mezzo di pagamento dellassegno, la data di emissione deve essere apposta sul titolo ed essere vera. Pertanto, se lassegno privo di data di emissione, la giurisprudenza lo considera invalido, mentre lassegno con data falsa rimane invece valido. Se lassegno stato post-datato (se cio stata apposta una data posteriore a quella del giorno di emissione), il portatore pu sempre chiederne il pagamento a vista, anche prima che giunga il giorno apposto come data;
h. Qualsiasi promessa di interessi inserita nellassegno bancario si

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ha per non scritta; i. Lassegno emesso in bianco inammissibile e quindi invalido, poich privo di qualcuno dei suoi elementi essenziali, ossia: denominazione di assegno o di chque, nome del trattario, data di emissione, luoghi di emissione e di pagamento. Tuttavia opportuno specificare che non in bianco e quindi valido lassegno emesso senza indicare il nome del prenditore, in quanto tale mancanza incide soltanto sulla legge di circolazione del titolo, nel senso che esso vale come assegno bancario al portatore (art. 5 c.3 1.ass.); 2.Legge di circolazione : Lassegno pu essere allordine ovvero al portatore (se per vi la clausola non allordine vale la regola della cambiale e lassegno pu essere trasferito solo nelle forme e con gli effetti della cessione ordinaria); se non detto niente, lassegno allordine; perch sia al portatore, dunque, necessario inserire la dizione o al portatore, o altra equivalente. Lassegno non pu essere al portatore quando tratto tra diversi stabilimenti dello stesso traente. Per ostacolare il riciclaggio di denaro proveniente da attivit illecite, il legislatore ha

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voluto impedire la circolazione di assegni al portatore di importo superiore a 12500,00 euro: in questo caso lassegno deve essere emesso con lindicazione del nome del prenditore e con la clausola non trasferibile. Quanto alla girata diciamo che negli assegni allordine la girata ha, come nella cambiale, la duplice funzione di trasferimento del diritto cartolare e di garanzia del pagamento (il girante, cio, diventa obbligato di regresso); la girata pu essere apposta anche in un assegno emesso al portatore, ma in questo caso essa non lo trasforma in un titolo allordine, svolgendo solo la funzione di garanzia, per cui il girante diventa responsabile secondo le norme sul regresso (art. 23 1.ass.). Nellassegno bancario non prevista una girata per valuta in garanzia, incompatibile con la sua funzione di pagamento e perci non si pu costituire validamente un diritto di pegno sul credito cartolare. La girata al trattario vale come quietanza, e quindi il trattario non pu girare ulteriormente lassegno, salvo il caso che egli abbia diversi stabilimenti e la girata sia fatta ad uno stabilimento diverso da quello sul quale lassegno bancario stato tratto (art. 18 c.5 1.ass.).
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3.Accettazione : Lassegno non pu essere accettato; ogni menzione di accettazione apposta sullassegno si ha per non scritta, e quindi il banchiere trattario non diventa mai obbligato cartolare nei confronti del portatore legittimo dellassegno bancario. Ogni menzione di certificazione, conferma, visto e ogni altra equivalente, scritta sul titolo, e firmata dal trattario ha solo leffetto di accertare lesistenza dei fondi e di impedirne il ritiro da parte del traente prima della scadenza del termine di presentazione dellassegno. Secondo la giurisprudenza con il visto il trattario non assume verso il portare dellassegno neppure un obbligo extracartolare di pagamento, ma assume soltanto lobbligo di bloccare i fondi della provvista garantendo la copertura dellassegno (se viola tale obbligo sar responsabile per i danni subiti dal portatore). Dunque, la funzione pratica del visto quella di consentire, per il breve periodo che corre dallemissione alla scadenza del termine di presentazione, unagevole negoziazione dellassegno di cui stata assicurata dalla banca trattaria la copertura. 4.Presentazione al pagamento : La sola forma di scadenza dellassegno quella a vista; pertanto ogni altra clausola contraria non ha valore e la scadenza resta a vista.

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Dunque, lassegno pu essere presentando al banchiere per il pagamento subito dopo lemissione. Per quanto riguarda il termine di presentazione diciamo che prescritto che lassegno deve essere presentato al pagamento entro un termine finale che naturalmente inizia a decorrere dalla data di emissione, e che di 8 giorni se il comune di emissione e quello di pagamento coincidono e di 15 giorni se si tratta di due comuni diversi (art. 32 c.1 1.ass.). Se si lascia trascorrere detto termine senza chiedere il pagamento si hanno varie conseguenze, e precisamente: a) si estingue lobbligazione di regresso dei giranti (art. 45 c.2 1.ass.); b) se il traente d al trattario lordine di non pagare lassegno, il trattario deve eseguirlo; c) il traente pu ritirare i fondi quandanche lassegno sia stato vistato dal trattario; d) anche se lassegno privo di copertura, il traente non soggetto a sanzioni amministrative. Quanto al pagamento diciamo che il banchiere trattario non tenuto al pagamento nei confronti del portatore legittimo dellassegno, ma solo verso il traente, secondo il contenuto della convenzione di assegno. Se avviene il pagamento, estingue ogni obbligo di regresso del traente e dei giranti; inoltre, si estingue anche lobbligazione extracartolare del trattario verso il traente, a condizione che il pagamento sia fatto al portatore legittimo dellassegno senza dolo o colpa grave da parte del trattario. Il pagamento pu essere dal trattario opposto al traente o ai suoi eredi anche se avviene dopo che il traente divenuto incapace ovvero dopo la sua morte (art. 36 1.ass.). Per quanto riguarda, invece, la falsificazione della firma del traente diciamo che, mentre sicuro che il trattario non tenuto a verificare lautenticit delle firme dei giranti, invece discusso nel silenzio della legge quali conseguenze si abbiano per il pagamento di un assegno nel quale sia stata falsificata la firma del traente. A tal proposito opportuno specificare che, se la falsificazione avvenuta per colpa del traente (ad esempio, per negligenza nella custodia del libretto degli assegni) ovvero se il pagamento avvenuto con colpa da parte della banca (ad esempio, si omesso di controllare la corrispondenza della firma del traente con la firma del medesimo depositata al momento della stipula della convenzione di assegno: c.d. specimen), e precisamente: nel primo caso il rischio del pagamento ricade sul traente, mentre nel secondo (caso) sulla banca, di cui la giurisprudenza presume la colpa, finch essa non dimostri

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con ogni mezzo di prova di non essere stata in grado di riscontrare la falsit nonostante luso della diligenza dellaccorto banchiere. Analogamente, vi concorso di responsabilit nellipotesi di concorso di colpa (art. 1227 c.1). Spesso, comunque, nella convenzione di assegno contenuta una clausola per cui il trattario pu sempre opporre al traente il pagamento degli assegni falsificati; tuttavia, questa clausola di esonero dalla responsabilit, non ha valore nel caso in cui il pagamento sia avvenuto per dolo o per colpa grave del trattario.

Quando responsabile, la banca pu ripetere la somma pagata per lassegno falsificato da colui al quale il pagamento stato fatto (se questi era in mala fede) e dal falsificatore. E invece dubbio se possa esercitare lazione di ripetizione contro il possessore di buona fede. Quanto allalterazione dellammontare dellassegno diciamo che se la banca trattaria in tale ipotesi ha pagato limporto alterato dopo lemissione dellassegno, occorre accertare se lalterazione fosse oppure no da essa riconoscibile con lordinaria diligenza professionale; poich, se lalterazione era riconoscibile, il pagamento (per leccedenza) non pu essere addebitato al traente, al quale la giurisprudenza addossa lonere della prova della riconoscibilit. Se la banca rifiuta il pagamento, si applica la stessa disciplina dellalterazione del testo della cambiale, e quindi ciascun obbligato cartolare risponde nei limiti dellimporto originario dellassegno, salvo che il creditore dimostri che la sottoscrizione successiva allalterazione. Controverso il valore del c.d. benestare telefonico, che si ha nellipotesi in cui si presenti lassegno per il pagamento ad una banca diversa da quella trattaria, e per ci la prima banca chiede telefonicamente alla seconda la conferma dellesistenza della provvista. Secondo la giurisprudenza della cassazione, occorre distinguere se mediante il benestare la banca trattaria abbia: a) fornito soltanto informazioni sullesistenza della provvista; e in questo caso la banca trattaria responsabile soltanto se ha dato informazioni errate. b) assunto limpegno di bloccare i fondi; e in questa ipotesi, invece, la banca responsabile se ha permesso al traente di disporre altrimenti della provvista. c) dato mandato (extracartolare) di pagare lassegno; e in questo la banca responsabile secondo le norme sul mandato.

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In quale delle 3 ipotesi si ricada, questione di fatto che, in caso di controversia, devessere accertata dal giudice. Quanto al rifiuto di pagamento diciamo che se la banca trattaria rifiuta il pagamento al portatore dellassegno,questi pu rivolgersi in via di regresso contro il traente, i giranti e i loro avallanti. E precisamente, per rivolgersi contro i giranti e i loro avallanti necessario che lassegno sia stato presentato al pagamento entro il termine prescritto e che la mancanza di pagamento sia stata constatata o mediante protesto o mediante dichiarazione del trattario scritta sullassegno e registrata, o mediante dichiarazione di una stanza di compensazione alla quale lassegno stato presentato in tempo utile. opportuno specificare a tal proposito che, il protesto o la constatazione equivalente devono farsi entro il termine di presentazione, ovvero nel primo giorno feriale successivo quando la presentazione dellassegno avvenuta nellultimo giorno del termine (art. 46 1.ass.). Viceversa, per esercitare lazione contro il traente che ha emesso lassegno, non c bisogno n di rispetto del termine di presentazione, n di protesto o di altra constatazione equivalente; per, se dopo il decorso del termine di presentazione, la disponibilit della somma sia venuta a mancare per fatto del trattario (ad esempio, la banca stata sottoposta a liquidazione coatta), il portatore perde lazione di regresso contro il traente in tutto o limitatamente alla parte della somma che sia venuta a mancare (art. 45 c.2 1.ass.). Per quanto riguarda le eccezioni vale lo stesso regime della cambiale, poich al pari della cambiale anche lassegno titolo esecutivo (art. 54 1.ass.). 5.Assegno emesso senza autorizzazione o senza copertura : Se lassegno stato tratto senza che la banca ne abbia autorizzato lemissione, ovvero se esso stato presentato in tempo utile ma non stato pagato per mancanza o insufficienza della provvista il traente soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie applicate dal prefetto del luogo di pagamento. Tuttavia, nella seconda ipotesi (ossia, nellipotesi in cui lassegno privo di copertura presentato in tempo utile) le sanzioni amministrative non si applicano se entro 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione il traente effettua il pagamento dellimporto dellassegno, degli interessi legali, di una penale pari al 10% della somma dovuta e non pagata, e delle eventuali spese per il protesto o per la contestazione equivalente. Se non avviene il pagamento tardivo, oltre allapplicazione delle sanzioni pecuniarie a carico dellemittente opera anche il divieto di emettere assegni per un periodo da 2 a 5 anni.

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Nellipotesi di mancato pagamento dellassegno per difetto della provvista detto divieto opera solo se limporto dellassegno superiore ai 5.milioni di lire (ovvero, 2582,28 euro). La durata del divieto determinata dallo stesso prefetto, tenendo conto della gravit dellillecito e dellimporto dellassegno o degli assegni emessi. Si tratta di una sanzione amministrativa accessoria (c.d. interdizione dallemissione di assegni), a seguito della quale il richiedente non pu pi ricevere un libretto di assegni; a tal fine, stabilito che al momento del rilascio del carnet il richiedente deve dichiarare per iscritto alla banca di non essere interdetto dallemissione di assegni. Se comunque linterdetto emette egualmente altri assegni, punito penalmente per il solo fatto dellemissione. Nelle ipotesi pi gravi (ad esempio, emissione di assegni senza copertura per oltre 100 milioni, ossia 51641,69 euro), lemittente anche soggetto ad altre sanzioni accessorie, quali linterdizione dallesercizio di unattivit professionale o imprenditoriale od anche lincapacit di stipulare contratti con la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda liscrizione nella Centrale dallarme interbancaria (c.d. Cai) diciamo che, a seguito del mancato pagamento (anche tardivo) dellassegno emesso senza autorizzazione o senza provvista, la banca trattaria, anche in mancanza di protesto o di constatazione equivalente, deve iscrivere il nome del traente nellarchivio informatizzato degli assegni bancari e postali e delle carte di pagamento istituito presso la Banca dItalia (c.d. Cai). Liscrizione nella Cai comporta la revoca di ogni autorizzazione (di qualunque banca o ufficio postale) ad emettere assegni bancari o postali, col conseguente divieto per ogni banca o ufficio postale, per la durata di 6 mesi, di stipulare nuove convenzioni di assegno con il traente e di pagare gli assegni da lui tratti dopo liscrizione nella Centrale, anche se emessi nei limiti della provvista. Se lassegno stato emesso senza copertura, entro 10 giorni dalla sua presentazione al pagamento la banca deve dare comunicazione al traente che, in mancanza di pagamento tardivo, proceder alliscrizione nella Cai; se tale comunicazione non viene effettuata tempestivamente, la banca obbligata a pagare gli assegni emessi dal traente dopo il decorso dei 10 giorni, anche se manca o insufficiente la provvista, sino al limite di 20 milioni (ossia, 10329,14 euro). 6.Ammortamento : La procedura per lammortamento dellassegno analoga a quella prevista per la cambiale (art. 69 1.ass.). E precisamente, essa si applica non solo allassegno allordine ma anche allassegno al portatore.

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7.Prescrizione : Lazione di regresso del portatore contro il traente, i giranti e gli altri obbligati si prescrive in 6 mesi dal termine di presentazione; lazione di regresso di chi ha pagato lassegno contro chi lo precede nellordine cambiario si prescrive in 6 mesi dal giorno del pagamento dellassegno ovvero dal giorno in cui lazione di regresso stata promossa contro di lui. Lazione di arricchimento, invece, si prescrive in 1 anno a decorrere dal giorno della perdita dellazione cartolare (art. 75 1.ass.).

LASSEGNO SBARRATO NON TRASFERIBILE

LASSEGNO DA ACCREDITARE

LASSEGNO

Un grave pericolo, che incombe sul portatore dellassegno bancario, quello del furto o dello smarrimento del titolo. Per diminuire i pericoli conseguenti al furto o allo smarrimento, si possono apporre sullassegno bancario segni o clausole particolari, che rendono difficile al ladro o al ritrovatore la riscossione della somma cambiaria. E precisamente possiamo distinguere:
1. Assegno sbarrato, nel senso che il traente o il portatore pu

sbarrare lassegno apponendovi sulla faccia anteriore due linee rette parallele (c.d. sbarre). Lo sbarramento generale, se tra le due sbarre non vi alcuna indicazione o se vi la parola banchiere o altra equivalente; lo sbarramento speciale se tra le sbarre scritto il nome di un banchiere, che pu essere lo stesso trattario. La cancellazione dello sbarramento o del nome del banchiere si ha per non fatta (art. 40 1.ass.). Lo sbarramento dellassegno non impedisce la circolazione del titolo, ma lultimo giratario deve essere necessariamente un banchiere, ovvero un cliente del trattario. Leffetto dello sbarramento generale, infatti, che il trattario pu pagare lassegno soltanto ad un suo cliente ovvero ad un altro banchiere; mentre leffetto dello sbarramento speciale che il trattario pu pagare lassegno soltanto al banchiere designato tra le sbarre ovvero, se questi lui stesso, ad un proprio cliente (art. 41 c.2 1.ass.). I banchieri non possono acquistare un assegno sbarrato se non dai propri clienti o da altri banchieri, n possono incassarlo se non per conto delle stesse persone, ossia: il banchiere trattario e gli altri banchieri, se non osservano le prescrizioni suddette, sono responsabili, nei limiti dellimporto dellassegno, del risarcimento dei danni che eventualmente hanno causato al

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vero creditore, facilitando la riscossione a chi non era il vero creditore (art.41 c.3 e 5 ass.). Lo sbarramento, sia generale che speciale, serve dunque a rendere meno pericoloso il furto o lo smarrimento, poich il ladro o il ritrovatore non possono esigere limporto dellassegno direttamente, e solitamente non possono esigerlo neppure per mezzo di banchieri, dei quali dovrebbero essere clienti.
2. Assegno da accreditare, nel senso che il traente o il portatore di

un assegno bancario possono vietare che esso sia pagato in contanti, apponendo sulla faccia anteriore del titolo in senso trasversale le parole da accreditare o altra espressione equivalente; in tal caso il trattario non pu pagare lassegno in contanti, ma pu solo accreditarne limporto nel conto che il portatore ha presso di lui, ovvero compensarlo con un altro credito che egli a sua volta vanti verso il portatore legittimo dellassegno (art. 42 1.ass.). La clausola da accreditare (in Italia usata poco frequentemente) non incide direttamente sulla circolazione del titolo, ma ne rende meno rischiosi il furto o lo smarrimento, in quanto lassegno non pu essere riscosso (mediante accreditamento) se non da clienti del trattario, i cui rapporti sono regolati mediante scritturazioni contabili.
3. Assegno non trasferibile, in cui lassegno bancario emesso o 277

girato con la clausola non trasferibile o altra equivalente non pu essere pagato se non al prenditore o, a richiesta di costui, accreditato nel suo conto corrente. Pertanto, dopo lapposizione di detta clausola, lassegno non pu pi circolare, e il portatore non pu girarlo ad un banchiere se non per lincasso; il banchiere, a sua volta, non pu ulteriormente girarlo. Le girate apposte nonostante il divieto si hanno per non scritte; la cancellazione della clausola si ha per non avvenuta (art. 43 1.ass.).

I principali vantaggi derivanti dallapposizione di detta clausola sono: a) se lassegno viene rubato o smarrito, il ladro o il ritrovatore non possono n esigere la somma n trasferire il credito, in quanto il pagamento pu farsi solo al prenditore; b) in caso di furto, smarrimento o distruzione il prenditore non deve ricorrere alla procedura di ammortamento, ma ha diritto di ottenere a proprie spese un duplicato dal traente, denunciando lo

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smarrimento, la distruzione o la sottrazione al trattario e al traente (art. 73 1.ass.).

LASSEGNO VADE MECUM (A COPERTURA GARANTITA). CARTA-ASSEGNI

LA

Un altro grave pericolo che incombe sul portatore che il traente non abbia presso il trattario i fondi disponibili (assegno a vuoto, o scoperto, per mancanza di provvista). Distinguiamo:
1. Assegni a copertura

garantita, ovvero per garantire il prenditore della esistenza dei fondi, vengono usati nella pratica gli assegni a copertura garantita (detti anche assegni vade mecum), in cui, sulla carta filigranata dellassegno, impressa la cifra massima per cui lassegno pu essere emesso. Il banchiere rilascia al cliente moduli per un importo complessivo non superiore ai fondi che il cliente ha disponibili presso di lui; in questo modo i portatori degli assegni possono essere sicuri che presso il trattario esiste la provvista necessaria per il pagamento. rilasciato dal banchiere trattario al cliente che lo sottoscrive nella faccia anteriore, in cui di solito sono indicati:

2. La carta assegni, e precisamente si tratta di un documento 278

il numero della carta il numero del conto corrente il nome del titolare del conto e della carta la data di scadenza della carta e lindicazione dellimporto massimo per cui ciascun assegno pu essere emesso. Mentre, nella faccia posteriore della carta vi una dichiarazione a stampa in cui il banchiere assicura il buon fine di ogni assegno emesso sulla base di essa, a condizione che il prenditore faccia firmare lassegno dal traente in sua presenza, accerti la corrispondenza della firma e del numero del conto apposti sullassegno con quelli risultanti dalla carta, trascriva il numero della carta sul retro dellassegno e lo presenti per il pagamento al banchiere trattario, anche a mezzo di un altro banchiere a cui lassegno pu essere girato, entro il termine indicato sulla stessa carta-assegni. Gli effetti giuridici conseguenti al rilascio della carta-assegni sono controversi, poich da una parte c chi ritiene che la

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carta-assegni ha una funzione analoga a quella degli assegni a copertura garantita, e dallaltra c invece chi ritiene che il banchiere trattario assume (almeno nei confronti del primo prenditore e del banchiere a cui questi ha girato lassegno) lobbligo extracartolare di pagarlo, anche in mancanza di provvista, alle condizioni indicate nella carta-assegni.

LASSEGNO TURISTICO Il c.d. assegno turistico (o travellers check) uno strumento di pagamento particolarmente idoneo a surrogare la moneta e ad agevolare il trasporto di denaro, poich cerca di porre il portatore del titolo al riparo sia dal pericolo del furto o dello smarrimento dellassegno sia dal pericolo della mancanza della provvista. precisamente, lassegno turistico regolato dallart. 44 1.ass., in base al quale il traente pu subordinarne il pagamento allesistenza sul titolo nel momento della presentazione di una doppia firma conforme del prenditore. Di solito, traente un banchiere, il quale dietro versamento della provvista trae gli assegni su una filiale estera o su una banca corrispondente, che assume la veste di trattaria e che pagher lassegno al prenditore (che di solito un turista, di qui la denominazione dellassegno). Poich il pagamento dellassegno per subordinato allesistenza della doppia firma conforme del prenditore, sono ridotti anche i pericoli conseguenti al furto o allo smarrimento se il prenditore, appena in possesso degli assegni, ha cura di apporre sugli stessi una delle due firme, perch il ladro o il ritrovatore dovrebbe riuscire ad apporre una seconda firma identica alla prima per poter incassare la somma o trasferire il credito ad altri. In questo modo, sia il debitore cartolare che i successivi acquirenti del titolo possono constatare se la girata del prenditore dellassegno autentica, perch possono controllare la firma apposta alla sua girata confrontandola con laltra firma esistente sullassegno. Se manca lautenticit della girata sia chi abbia acquistato il credito sia il trattario che lo abbia soddisfatto senza controllare lautenticit apparente della girata sono in colpa grave: pertanto, lacquirente non diventa titolare del credito e nella procedura dammortamento soccombe di fronte al ricorrente, e il debitore non liberato dalla sua obbligazione ed tenuto a pagare una seconda volta limporto dellassegno. Inoltre, lassegno turistico ha assunto anche una forma diversa da quella prevista dallart. 44, in quanto il viaggiatore che richiede al banchiere gli speciali moduli filigranati degli assegni turistici (nei quali indicato limporto massimo di ciascuno di essi) gliene versa contestualmente limporto e sottoscrive alla sua presenza, e cio al momento del rilascio in un apposito spazio detti moduli, nei quali di solito il nome del prenditore non viene indicato, e quindi lassegno si

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considera al portatore (art. 5 ultimo comma 1.ass.) e pu essere riscosso (dallo stesso turista o da un terzo) dopo che stata apposta su di esso una seconda firma conforme.

LASSEGNO CIRCOLARE (i Titoli Speciali) Lassegno circolare uno strumento di pagamento, ma la sua struttura formale non ricalca quella della cambiale tratta, bens si modella su quella del pagher cambiario, in quanto viene emesso direttamente su richiesta del cliente, che versa limporto corrispondente o ne consente laddebitamento sul proprio conto da una banca che perci assume la veste di debitore principale, obbligandosi a pagarlo a vista al portatore presso tutti i recapiti indicati sul titolo. Inoltre diciamo che, lassegno circolare deve essere emesso necessariamente allordine, e pu essere emesso sbarrato, da accreditare, non trasferibile e turistico (art. 82, 86 1.ass.). Per potere emettere assegni circolari, la banca deve ottenere lautorizzazione della Banca dItalia, ed tenuta a costituire presso la stessa Banca dItalia a garanzia dei medesimi una cauzione commisurata allentit dei titoli in circolazione, cauzione sulla quale i portatori degli assegni hanno un privilegio speciale (art. 82 1.ass.). Dal momento che gli assegni circolari sono emessi solo da banche (presumibilmente, di sicura solvibilit), si pu ammettere che la loro trasmissione abbia tra le parti effetti solutori, ravvisandovi salva diversa volont delle stesse parti una cessione pro soluto, e non pro solvendo. Inoltre, lassegno circolare deve contenere: la denominazione di assegno circolare nel contesto del titolo la promessa incondizionata di pagare a vista una somma determinata lindicazione del prenditore lindicazione della data e del luogo in cui lassegno emesso e la sottoscrizione dellistituto emittente.

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Il titolo che manchi di qualcuno dei suddetti requisiti non vale come assegno circolare (art. 83 1.ass.), ed inoltre quando di importo superiore a 12500,00 euro, deve essere emesso con la clausola non trasferibile.

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Il possessore decade dallazione di regresso contro i giranti se non presenta il titolo per il pagamento entro 30 giorni dallemissione. Lazione contro il banchiere emittente si prescrive nel termine di 3 anni dallemissione. La girata a favore dello stesso emittente estingue lassegno (art. 84 1. ass.).

IL VAGLIA CAMBIARIO Il vaglia cambiario emesso dalla Banca dItalia, dal Banco di Napoli e dal Banco di Sicilia un titolo di credito allordine, con cui le banche emittenti si impegnano a pagare a vista una determinata somma di denaro al portatore legittimo del titolo. Detti vaglia corrispondono agli assegni circolari emessi dalle altre banche (infatti, al posto della denominazione di assegno circolare, essi devono contenere la denominazione di vaglia cambiario). Come per gli assegni circolari, il rapporto sottostante deriva dal fatto che colui che richiede alla banca lemissione dei titoli gli versa una somma uguale a quella, indicata nei vaglia, che la stessa banca si obbliga a pagare al portatore legittimo. Al vaglia cambiario sono applicabili le norme sulla cambiale propria, tranne quelle concernenti lavallo, la domiciliazione, la promessa dinteressi, la cambiale in bianco (art. 90 1.ass.). Anche il vaglia cambiario pu essere emesso o girato apponendovi la clausola non trasferibile. Il debitore cartolare un banchiere di sicura solvibilit , pertanto di solito il titolo al pari degli assegni circolari viene accettato in sostituzione della moneta e viene largamente adoperato per trasferire con maggiore comodit e facilit somme da un luogo ad un altro.

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ASSEGNO BANCARIO LIBERO E PIAZZATO Titoli allordine per conto della Banca dItalia (che assume la veste di trattaria) possono essere emessi da corrispondenti alluopo autorizzati (che assumono la veste di traenti) e possono essere pagati a vista presso qualsiasi filiale (assegno bancario libero) ovvero presso una sola filiale (assegno bancario piazzato) della stessa Banca dItalia (art. 98 1.ass.). Tali titoli sono modellati sullo schema della tratta e non del vaglia cambiario, ma tuttavia la loro funzione economica quella del vaglia e degli assegni circolari, consentendo unagevole trasmissione del denaro da luogo a luogo.

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Assegni bancari liberi, equiparati a quelli della Banca dItalia, possono essere emessi anche dai corrispondenti del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia (art. 107 1.ass.).

LASSEGNO CIRCOLARE DELLISTITUTO CENTRALE DELLE BANCHE POPOLARI Quando le banche che appartengono ad una stessa categoria costituiscono o aderiscono ad un istituto centrale di categoria, listituto pu essere utilizzato dalla Banca dItalia ad emettere assegni circolari. Lemissione degli assegni affidata, in base ad apposita convenzione, alle banche aderenti, che assumono la posizione di banche corrispondenti (art. 85 1.ass.), ed emettono i titoli quali rappresentanti dellIstituto. Le banche aderenti rilasciano ai propri clienti gli assegni su moduli a stampa ad esse consegnati dallo stesso Istituto. Lestinzione degli assegni si verifica con il pagamento da parte o dello stesso Istituto o di una qualsiasi banca popolare aderente.

LA FEDE DI CREDITO Un titolo particolare pu essere emesso dal Banco di Napoli e dal Banco di Sicilia ed detto fede di credito (o polizzino). E precisamente si tratta di un titolo di credito allordine, pagabile a vista presso qualsiasi filiale del Banco, e che contiene: o la denominazione di fede di credito inserita nel contesto del titolo o la promessa di pagare una somma determinata o lindicazione del prenditore o lindicazione della data e del luogo di emissione o la sottoscrizione del Banco come emittente (art. 106 1.ass.). La particolarit di questo titolo che la girata pu contenere lindicazione della causale per cui il girante trasferisce al giratario il credito cartolare (ad esempio, si pu precisare se il trasferimento avviene in pagamento del prezzo di una compravendita ovvero per la restituzione di un mutuo). Dal momento che la fede, dopo il pagamento, viene conservata negli archivi del Banco, in ogni momento si pu avere la prova che si fatto un pagamento per quella determinata causale. Nella girata, inoltre, si pu inserire anche una condizione, in modo tale che il

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Banco non paghi la somma al giratario se questi non dimostra che si verificata la condizione: ad esempio, chi compra un immobile e paga il prezzo mediante la girata di una fede di credito pu stabilire che il Banco non paghi la somma al giratario se questi non dimostra di avere liberato limmobile venduto da unipoteca che gravava sullo stesso. Tuttavia, opportuno specificare che, quando nella girata contenuta la causale o una condizione, lintera girata deve essere scritta a mano e sottoscritta dal girante (art. 110 c.1 1.ass.); e in caso di apposizione di una condizione, la firma del girante deve essere inoltre autenticata da un notaio (art. 111 c.1 1.ass.).

IL FALLIMENTO
Limprenditore in stato di insolvenza quando non pi in grado di soddisfare le sue obbligazioni regolarmente, cio quando il suo patrimonio in condizioni tali per cui egli non pu pagare i debiti alle rispettive scadenze. Quando si verifica lo stato di insolvenza dellimprenditore commerciale, il legislatore ha previsto il ricorso ad un procedimento giudiziale volto a liquidare, con la maggiore rapidit possibile, tutto lattivo del suo patrimonio in modo che il ricavato venga distribuito in modo eguale tra tutti i suoi creditori. Dunque, se i creditori non possono essere soddisfatti integralmente perch il ricavato della liquidazione dellattivo inferiore al passivo (cio alla somma dei debiti dellimprenditore commerciale), tutti i creditori subiscono la stessa falcidia, venendo soddisfatti nella stessa percentuale (ad esempio, ricevono il 60% o il 70% dei loro crediti): questo il c.d. principio della par condicio creditorum. Il procedimento giudiziale, che ha lo scopo di liquidare lattivo dellimprenditore commerciale per soddisfare i suoi creditori, il fallimento. E precisamente, si tratta di una procedura concorsuale in quanto esso organizzato in modo da consentire a tutti i creditori del fallito il concorso sul ricavato della espropriazione forzata di tutti i suoi beni. Esso , pertanto, anche una procedura esecutiva universale, che quindi ha lo scopo di alienare i beni del debitore per soddisfare mediante il ricavato i suoi creditori; la procedura viene detta universale, nel senso che in essa vengono accertati quali siano tutti i creditori che hanno diritto ad essere soddisfatti sui beni del fallito (c.d. creditori concorsuali) e vengono alienati forzatamente tutti i beni del fallito per distribuirne il ricavato tra i creditori concorrenti. Il fallimento, infine, una procedura giudiziale, poich la sua regolarit controllata dallautorit giudiziaria, alla quale spetta la

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nomina delle persone a cui viene affidata la responsabilit dellesecuzione (comitato dei creditori e curatore del fallimento). Lespropriazione concorsuale si contrappone, dunque, a quella singolare la quale si svolge per iniziativa di un singolo creditore che agisce in forza di un titolo esecutivo per la soddisfazione di un suo credito mediante lalienazione forzata di determinati beni del debitore. La procedura di fallimento regolata dalla c.d. legge fallimentare, nella quale disposta la regolamentazione generale di unaltra procedura concorsuale: la c.d. liquidazione coatta amministrativa; e precisamente, si tratta di un procedimento esecutivo che si svolge sotto la vigilanza dellautorit amministrativa, e la cui applicazione prevista e regolata da diverse leggi speciali nei confronti di determinate categorie di imprese alla cui sorte particolarmente interessata la pubblica amministrazione. Dal decreto legislativo 8 luglio 1999 n.270, e successivamente anche dalla legge 18 febbraio 2004 n.39, stata disciplinata una procedura temporanea, alternativa al fallimento, di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, applicabile alle imprese commerciali di maggiori dimensioni. E precisamente, lamministrazione straordinaria, si svolge sotto la vigilanza del Ministero delle attivit produttive, ed diretta al risanamento dellimpresa in crisi, o almeno ad evitare la disgregazione dei complessi aziendali, nel tentativo di consentire sia il pagamento dei creditori sia la conservazione degli impianti produttivi e dei posti di lavoro.

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Per dichiarare il fallimento di un soggetto devono ricorrere 2 presupposti:


1) Presupposto

soggettivo, in cui il debitore devessere un imprenditore commerciale che non sia un ente pubblico; pertanto, non sono soggetti al fallimento n gli imprenditori agricoli n i piccoli imprenditori commerciali.

La qualit dimprenditore commerciale va accertata dal tribunale competente a dichiarare il fallimento con unapposita istruttoria prefallimentare. Inoltre, pu essere dichiarato fallito anche limprenditore commerciale che abbia cessato lesercizio dellimpresa o che sia morto, purch il fallimento sia dichiarato entro lanno dalla morte o dalla cancellazione dellimprenditore dal registro delle imprese.

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Nel caso in cui, limprenditore ancora vivo al momento della dichiarazione di fallimento e muore in seguito, la procedura prosegue nei confronti dellerede. Se gli eredi sono pi, devono provvedere a designarne uno tra essi perch li rappresenti tutti nella procedura fallimentare; se entro 15 giorni dalla morte del fallito la designazione dellerede rappresentante non avvenuta, essa viene fatta dal giudice delegato.
2) Presupposto oggettivo, in cui limprenditore deve essere in

stato di insolvenza, per cui non pi in grado di soddisfare regolarmente le sue obbligazioni; in caso di morte dellimprenditore o di cessazione dellimpresa, linsolvenza devessersi manifestata anteriormente alla morte o alla cancellazione dal registro delle imprese, o entro lanno successivo a detti fatti. A tal proposito opportuno specificare che, lo stato di insolvenza ricorre quando lattivo superiore al passivo (ma limprenditore commerciale per mancanza di denaro non in grado di pagare i debiti che vengono a scadenza) e non quando il passivo superiore allattivo (poich in questo caso il debitore gode della fiducia dei suoi creditori e pu quindi pagare con mezzi normali i debiti che scadono, senza essere costretto a procurarsi il denaro mediante la liquidazione rovinosa del proprio patrimonio). Linsolvenza, inoltre, pu manifestarsi con inadempimenti o con altri fatti esteriori quali: la fuga o la latitanza dellimprenditore la chiusura dei locali dimpresa il trafugamento la sostituzione o la diminuzione fraudolenta dellattivo da parte dellimprenditore.

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Tuttavia opportuno specificare che, anche se ricorrono i presupposti del fallimento, questo non pu essere dichiarato se lammontare complessivo dei debiti scaduti dellimprenditore commerciale risulta inferiore a 25.000,00. Per quanto riguarda listruttoria prefallimentare diciamo che, il fallimento pu essere dichiarato:
1) su domanda dello stesso debitore, la quale (domanda) viene

presentata mediante ricorso al tribunale; insieme al ricorso limprenditore deve depositare nella cancelleria i seguenti documenti:

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a) le scritture contabili obbligatorie, comprese quelle fiscali, relative ai 3 esercizi precedenti o dallinizio dellimpresa se questa ha avuto una minore durata; b) uno stato particolareggiato ed estimativo delle proprie attivit; c) lelenco nominativo dei creditori e dei relativi crediti; d) lindicazione dei ricavi lordi per ciascuno degli ultimi 3 anni; e) lelenco nominativo di coloro che sono titolari di diritti reali e personali su cose in suo possesso, con lindicazione delle cose e del titolo da cui sorge il diritto.
2) su domanda di uno o pi creditori, anchessa presentata mediante

ricorso, depositato nella cancelleria del tribunale.


3) su richiesta del pubblico ministero, nella quale deve presentare al

tribunale istanza di fallimento il procuratore della repubblica, quando linsolvenza risulta in sede penale o da fuga, latitanza, chiusura dei locali dellimpresa, trafugamento, sostituzione o diminuzione fraudolenta dellattivo. A dichiarare il fallimento spetta al tribunale, nella cui circoscrizione limprenditore ha la sede principale dellimpresa. A tal proposito opportuno specificare che, limprenditore che ha allestero la sede principale dellimpresa pu essere dichiarato fallito in Italia l dove ha la sede secondaria pi importante, anche se allestero stata pronunciata la dichiarazione del suo fallimento. In particolare, il procedimento per lesame dellistanza di fallimento regolato dallart. 15 della legge fallimentare. Essa si svolge davanti al tribunale in composizione collegiale, con le modalit del rito camerale (pertanto il procedimento si svolge in camera di consiglio) A seguito del deposito in cancelleria dellistanza di fallimento, il tribunale con un decreto steso in calce al ricorso - deve convocare il debitore e il creditore istante in camera di consiglio fissando unapposita udienza di comparazione per la loro audizione. Tra la notificazione del decreto e ludienza di comparazione deve intercorrere un termine dilatorio di almeno 15 giorni liberi. Nel decreto di convocazione si deve indicare che il procedimento volto allaccertamento dei presupposti della dichiarazione di fallimento, e si deve fissare un termine di almeno 7 giorni anteriori alludienza per la presentazione di memorie ed il deposito di documenti e relazioni tecniche. In ogni caso, il tribunale deve ordinare allimprenditore di depositare in cancelleria una situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata.

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Il tribunale procede allistruttoria prefallimentare, provvedendo senza indugio, anche dufficio ma nel rispetto del contraddittorio, ai necessari accertamenti. La sentenza dichiarativa di fallimento pronunciata dal tribunale in camera di consiglio, e depositata nella cancelleria. Subito dopo il deposito della sentenza, il cancelliere forma il fascicolo fallimentare, nel quale devono essere inseriti tutti gli atti relativi alla procedura. Nella sentenza: a) vengono nominati altri organi del fallimento (giudice delegato e curatore); b) viene ordinato al fallito di depositare i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie; c) viene stabilito il giorno delladunanza dei creditori, entro 120 giorni dal deposito della sentenza in cancelleria, nel quale il giudice delegato proceder allesame dello stato passivo; d) viene assegnato ai creditori il termine perentorio di 30 giorni anteriori alladunanza di verifica entro il quale presentare in cancelleria le loro domande di insinuazione dei crediti. Inoltre, stabilito che la sentenza venga notificata su richiesta del cancelliere al fallito e comunicata mediante biglietto di cancelleria al curatore e al creditore che ha domandato il fallimento; deve inoltre essere annotata (la sentenza) nel registro delle imprese. Lappello il mezzo di gravame previsto contro la sentenza dichiarativa. Esso, pu essere proposto dal fallito e da qualunque interessato. Il giudizio dappello per ragioni di rapidit si svolge nelle forme del rito camerale, e non con quelle del rito contenzioso. Infatti, lappello si propone con ricorso da depositari nella cancelleria della corte dappello. Il presidente della corte fissa con decreto ludienza di comparazione delle parti in camera di consiglio entro 45 giorni dal deposito del ricorso, assegnando al ricorrente un termine non superiore a 10 giorni per la notifica del ricorso e del decreto di comparazione ai creditori istanti e al curatore ed a costoro (c.d. parti resistenti) un ulteriore termine, non superiore a 5 giorni anteriori alludienza di comparazione, per il deposito nella cancelleria di memorie difensive. La sentenza, che revoca il fallimento, notificata al curatore, al creditore che ha richiesto il fallimento e al fallito, se questi non il ricorrente; la sentenza che rigetta lappello notificata al ricorrente. Contro la sentenza dappello si pu ricorrere in cassazione.
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Inoltre, la sentenza che revoca il fallimento deve ricevere la stessa pubblicit prescritta per la sentenza dichiarativa di fallimento. In caso di revoca del fallimento, restano validi gli atti legalmente compiuti dagli organi del fallimento. Se il tribunale ritiene di non dovere accogliere la domanda di fallimento (perch giudica che non ne ricorrono i presupposti), provvede con decreto motivato, con il quale (decreto) il creditore istante o il pubblico ministero possono entro 15 giorni dalla comunicazione proporre reclamo alla corte dappello, la quale provvede in camera di consiglio, sentiti il ricorrente e il debitore. Se la corte dappello accoglie il reclamo, e quindi ritiene che debba essere dichiarato il fallimento, provvede in tal senso con decreto motivato, e rimette gli atti al tribunale il quale obbligato a pronunciare il fallimento; se, invece, la corte dappello ritiene che non sussistono i presupposti del fallimento, ma bens i presupposti per la soggezione del debitore alla procedura di amministrazione straordinaria, rimette con decreto motivato gli atti al tribunale, affinch questo dichiari con sentenza lo stato di insolvenza. Se invece la corte dappello rigetta il reclamo, la giurisprudenza ritiene inammissbile il ricorso in cassazione contro il decreto di rigetto. La procedura fallimentare si svolge attraverso una serie di atti, che hanno lo scopo di: 1) sottrarre al fallito il possesso del suo patrimonio 2) custodire ed amministrare detto patrimonio 3) liquidare lattivo 4) distribuire il ricavato della liquidazione tra i creditori del fallito. La legge stabilisce che tali atti siano compiuti dai c.d. organi del fallimento che, precisamente,sono: il tribunale fallimentare, che il tribunale che ha dichiarato il fallimento e che fra laltro nomina (nella stessa sentenza di fallimento) il giudice delegato e il curatore. Inoltre, esso (il tribunale fallimentare) vigila sullamministrazione fallimentare, decide le controversie relative alla procedura fallimentare che non siano di competenza del giudice delegato. Infine, il tribunale fallimentare, competente a decidere su tutte le controversie che derivano dal fallimento (ad esempio, sulle azioni dei terzi che rivendicano o chiedono la restituzione di beni in possesso del fallito.

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il giudice delegato, le cui funzioni possono essere classificate in: 1) attivit di acquisizione dei beni del fallito posseduti o detenuti da terzi, ed attivit di accertamento dei crediti e dei diritti reali e personali vantati contro il fallito; 2) attivit di controllo creditori; dellopera del curatore e del comitato dei

3) attivit di preparazione di quella del tribunale, nel senso che il giudice delegato riferisce al tribunale su ogni affare per il quale richiesto un provvedimento di detto collegio; 4) attivit di nomina, in quanto su proposta del curatore il giudice delegato nomina il comitato dei creditori; 5) attivit di autorizzazione di particolari atti di amministrazione, come quelli relativi alla continuazione temporanea dellesercizio dellimpresa del fallito, o allaffitto della sua azienda. Spetta, infine, al giudice delegato liquidare i compensi e disporre leventuale revoca degli incarichi conferiti a persone la cui opera sia stata richiesta dal curatore nellinteresse del fallimento. I provvedimenti del giudice delegato sono pronunciati nella forma del decreto motivato, e contro di essi si pu reclamare al tribunale nel termine perentorio di 10 giorni dalla comunicazione o dalla notificazione del provvedimento, da parte del curatore, del fallito e del comitato dei creditori.
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il curatore, che scelto dal tribunale tra gli iscritti negli albi degli avvocati, dei dottori, dei ragionieri commercialisti ed anche tra coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo nelle societ per azioni, dando prova di adeguate capacit imprenditoriali. E precisamente, il curatore, entro i 2 giorni successivi alla comunicazione della sua nomina, deve fare pervenire al giudice delegato la propria accettazione, altrimenti il tribunale provvede durgenza in camera di consiglio alla nomina di un altro curatore. Entro 60 giorni dalla dichiarazione di fallimento, il curatore deve presentare al giudice delegato una relazione particolareggiata sulle cause e circostanze del fallimento, precisando se il fallimento stato causato da colpa del fallito o se vi sono elementi di responsabilit a carico degli organi della societ fallita, ed indicando gli atti del fallito gi impugnati dai creditori nonch quelli che egli ritiene si debbano impugnare. Tale relazione va depositata in cancelleria. Il curatore, ogni 6 mesi successivi alla presentazione della relazione, redige un

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rapporto riepilogativo delle attivit svolte nel periodo, con il rendiconto della sua gestione. Il curatore compie gli atti di ordinaria amministrazione su propria decisione, e quelli di straordinaria amministrazione dietro autorizzazione del comitato dei creditori. Inoltre, il curatore deve compiere personalmente gli atti del suo ufficio e non farli compiere da altri, tranne che per singoli atti e previa autorizzazione del giudice delegato. Il curatore deve, inoltre, tenere un registro preventivamente vidimato da almeno uno dei membri del comitato dei creditori in cui devono essere annotate giorno per giorno le operazioni relative alla sua amministrazione. Le somme riscosse a qualunque titolo dal curatore devono essere depositate entro 10 giorni dalla riscossione in un conto corrente acceso presso un ufficio postale o presso una banca individuati dallo stesso curatore. Il conto corrente, tra laltro, deve essere intestato alla procedura fallimentare, e le somme depositate possono essere ritirate solo in forza di un mandato di pagamento del giudice delegato. Il tribunale pu in qualunque momento, su proposta del giudice delegato o su richiesta del comitato dei creditori o dufficio, revocare il curatore con decreto (dopo aver sentito lui stesso e il pubblico ministero). Pu revocarlo anche se il curatore non ha provveduto a depositare nel conto corrente fallimentare le somme riscosse entro il termine prescritto. La sostituzione del curatore pu essere chiesta al giudice delegato, indicandone le ragioni e segnalando un nuovo nominativo; tuttavia opportuno specificare che, per procedere alla sostituzione occorre un decreto del tribunale. Su istanza del curatore, il tribunale gli liquida il compenso per lopera svolta e il rimborso delle spese eventualmente anticipate. La liquidazione del compenso pu essere fatta solo dopo lapprovazione del rendiconto del curatore.
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il comitato dei creditori, che nominato con provvedimento del giudice delegato, ed composto di 3 o 5 membri. E precisamente, la nomina deve essere effettuata entro 30 giorni dal deposito della sentenza di fallimento, sulla base delle risultanze documentali (le scritture contabili). Entro 10 giorni dalla nomina, il comitato convocato dal curatore e provvede a scegliere il proprio presidente.

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Il comitato dei creditori prevalentemente un organo consultivo, cio un organo che d pareri agli altri organi del fallimento. I suoi pareri sono:

facoltativi, se gli altri organi del fallimento possono, ma non debbono chiederli; obbligatori, se gli altri organi debbono chiederli, ma possono anche non seguirli; vincolanti, se gli altri organi non solo debbono chiederli, ma debbono anche seguirli.

Alla funzione consultiva, la riforma ha aggiunto anche unimportante funzione di vigilanza sulloperato del curatore. Le deliberazioni del comitato sono prese a maggioranza dei votanti. Ogni componente del comitato pu ispezionare le scritture contabili e i documenti della procedura fallimentare, nonch chiedere notizie e chiarimenti al curatore e al fallito. Inoltre, i membri del comitato hanno diritto solo al rimborso delle spese. Infine diciamo che, in caso di inerzia, di impossibilit di funzionamento o di urgenza, al posto del comitato provvede il giudice delegato. Questi organi hanno, tra laltro, il compito di provvedere allamministrazione del patrimonio del fallito.
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LAPPRENSIONE DEI BENI DEL FALLITO: APPOSIZIONE E RIMOZIONE DEI SIGILLI. INVENTARIO Per effetto della sentenza dichiarativa il fallito privato dellamministrazione e della disponibilit dei suoi beni che rientrano nella massa attiva. Pertanto, dalla data della sentenza dichiarativa, lacquisizione dei beni del fallito, occorre ancora trasferirne la custodia e lamministrazione al curatore fallimentare, trasmettendogliene il possesso. Questa fase ha inizio con lapposizione dei sigilli, a cui procede nella sede principale dellimpresa lo stesso curatore con lassistenza del cancelliere. Tuttavia opportuno specificare che, non vengono posti sotto sigillo gli oggetti necessari alluso personale del fallito e di coloro che abitano nella casa, che devono essere iscritti nel processo verbale. E precisamente, devono essere consegnati al curatore: a) il denaro contante

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b) le scritture contabili e ogni altra documentazione rilevante c) le cambiali e gli altri titoli, compresi quelli scaduti. Nel pi breve termine possibile, il curatore deve rimuovere i sigilli e fare linventario in modo da potere prendere in consegna i beni stessi. Inoltre, il curatore pu nominare quando occorra uno stimatore. Man mano che viene fatto linventario il curatore prende in consegna i beni di propriet del fallito, tranne quelli mobili che i terzi hanno diritto di detenere in virt di un titolo negoziale opponibile al curatore; inoltre, prima di chiudere linventario il curatore invita il fallito o, se si tratta di una societ, gli amministratori a dichiarare se hanno notizia che esistano altre attivit da comprendere nellinventario, avvertendoli che in caso di falsa o omessa dichiarazione commetterebbero il reato previsto dallart. 220 1. fall. . Linventario sottoscritto da tutti gli intervenuti e redatto in doppio originale, di cui uno deve essere depositato nella cancelleria del tribunale. Il curatore deve, inoltre, redigere se non stato presentato dal fallito il bilancio dellultimo esercizio. Le spese per lamministrazione fallimentare sono prelevate dal denaro fallimentare. Se il denaro manca o insufficiente, alcune spese sono prenotate a debito (ad esempio, le imposte di registro, ipotecarie e catastali); altre sono anticipate dallerario (ad esempio, le spese giudiziarie). Se il curatore deve stare in giudizio in processi in cui parte il fallimento e il giudice delegato attesta che nel patrimonio del fallito non disponibile il denaro necessario per le spese giudiziarie, il fallimento pu essere ammesso al gratuito patrocinio qualora la pretesa che intende fare valere in giudizio non appaia manifestamente infondata. Dalla interruzione improvvisa a causa del fallimento dellimpresa del fallito, pu derivare un danno grave (ad esempio, si pensi ad un albergo che non pu chiudersi improvvisamente senza disperdere la clientela). Pertanto, il legislatore ha ammesso che con la stessa sentenza di fallimento possa essere deciso dal tribunale in via provvisoria lesercizio dellimpresa del fallito, anche limitatamente a specifici rami dellazienda, purch tale prosecuzione nono arrechi pregiudizio ai creditori. Successivamente, su proposta del curatore il giudice delegato pu autorizzare la continuazione temporanea dellesercizio dellimpresa, o di qualche ramo aziendale, fissandone la durata.
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Lautorizzazione del giudice delegato pu essere rilasciata solo se vi il parere favorevole del comitato dei creditori. Lesercizio dellimpresa rimane pertanto provvisorio, e controllato dal comitato dei creditori, il quale viene convocato dal giudice delegato almeno ogni 3 mesi per essere informato dal curatore dellandamento della gestione e per pronunciarsi sullopportunit di continuare lesercizio. solo al momento della cessazione dellesercizio provvisorio che operano gli effetti del fallimento stabiliti dalle norme poste negli artt. 42-83 1. fall. .

LAFFITTO DELLAZIENDA DEL FALLITO Lobiettivo principale del fallimento la liquidazione (ovvero, la conversione in denaro) dei beni del fallito. Il legislatore ha, tuttavia, ritenuto che possa essere conveniente in attesa della liquidazione consentire laffitto a terzi dellazienda del fallito, o di specifici rami dellazienda, onde non se ne disperda lavviamento al fine della pi proficua vendita dellazienda o di parte di essa. A differenza dellesercizio provvisorio dellimpresa, nellaffitto il rischio dimpresa riguarda il terzo affittuario, che paga al fallimento il corrispettivo convenuto (il c.d. canone daffitto). Laffitto pu essere autorizzato, su proposta del curatore, dal giudice delegato dopo la redazione dellinventario ed anche prima della presentazione del programma di liquidazione dellattivo. Lautorizzazione allaffitto pu essere data solo se vi favorevole del comitato dei creditori. il parere
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Il contratto di affitto stipulato dal curatore per atto pubblico o per scrittura privata autenticata e devessere iscritto nel registro delle imprese. La durata dellaffitto deve essere comunque compatibile con le esigenze della vendita fallimentare del complesso aziendale.

GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO: A) LA MASSA PASSIVA Scopo della procedura fallimentare la soddisfazione di tutti coloro che sono creditori del fallito al momento della dichiarazione di fallimento.

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Sono detti creditori concorsuali, quei creditori che hanno il diritto ad insinuarsi nel fallimento; e precisamente, affinch i creditori concorsuali acquistino il diritto di partecipare alle ripartizioni fallimentari, devono insinuarsi ed essere accertati quali creditori del fallito (si dice, anche, che devono essere verificati, e perci si parla di accertamento o di verifica del passivo): se laccertamento d esito positivo, essi vengono ammessi nel fallimento, ed in tal modo diventano creditori concorrenti. Hanno diritto ad essere ammessi tra i creditori concorrenti anche i creditori, i cui crediti non siano ancora scaduti al momento della dichiarazione di fallimento. Partecipano inoltre al concorso i c.d. creditori condizionali che sono per ammessi nel fallimento con riserva, e quindi le somme loro spettanti nelle singole ripartizioni vengono trattenute e depositate, ed essi possono riscuoterle solo dopo che lincertezza sullesistenza del loro credito derivante dallapposizione della condizione sia venuta meno. Coloro, invece, che diventano creditori del fallito dopo la dichiarazione di fallimento, non sono creditori concorsuali e non possono perci diventare creditori concorrenti.
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IL DIVIETO DELLE AZIONI ESECUTIVE INDIVIDUALI Dal giorno della dichiarazione di fallimento, nessun creditore del fallito pu individualmente iniziare o proseguire nessuna azione esecutiva sui beni compresi nella massa attiva fallimentare. Non possibile esercitare neanche le azioni cautelari (ad esempio, attuazione di un sequestro conservativo) che sono strumentali rispetto allazione esecutiva. Al principio della inammissibilit ed improcedibilit delle azioni esecutive individuali sui beni che compongono la massa attiva del fallimento sono poste alcune eccezioni: 1) dalla stessa legge fallimentare, la quale ammette che i creditori muniti di pegno o di determinati privilegi speciali su mobili del fallito possono essere autorizzati dal giudice delegato a realizzare i loro crediti anche durante il fallimento, procedendo alla vendita dei beni vincolati secondo le modalit stabilite dallo stesso giudice, e dopo che i loro crediti sono stati ammessi al passivo con prelazione (in questo modo si consente al creditore di affrettare la vendita di questi beni); 2) sempre dalla legge fallimentare, che consente eccezionalmente al curatore se autorizzato dal comitato dei creditori di non

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acquisire allattivo fallimentare uno o pi beni del fallito, quando la loro liquidazione appare manifestamente non conveniente per la massa ; 3) dalla legislazione speciale, per cui consentito: a. alle banche di iniziare o proseguire, anche dopo la dichiarazione di fallimento, lazione esecutiva individuale sui beni ipotecati;
b. allesattore, il quale deve insinuarsi al passivo

per la riscossione delle esecuzione esattoriale).

imposte

(c.d.

Per quanto riguarda il principio della par condicio creditorum diciamo che, i creditori concorrenti devono essere soddisfatti tutti nella stessa misura, pertanto: ad ogni ripartizione ognuno di loro deve ricevere una somma che costituisca rispetto allammontare del suo credito la medesima percentuale che ricevono gli altri. Tale principio, opera nei confronti dei creditori chirografari, ma non incide sui diritti dei creditori che godono di cause legittime di prelazione, essendo garantiti da privilegi o da ipoteche. Questi creditori definiti creditori privilegiati hanno diritto, rispettando lordine dei privilegi e delle ipoteche, di essere preferiti ai creditori chirografari nella distribuzione di quanto viene ricavato dalla vendita fallimentare del bene vincolato a loro garanzia. Se il bene soggetto a privilegio, pegno, ipoteca viene venduto prima degli altri beni e il ricavato sufficiente a soddisfare i creditori privilegiati, pignoratizi e ipotecari, costoro cessano di fare parte dei creditori concorrenti; se invece serve a soddisfarli solo in parte, prende in vigore il principio della par condicio, nel senso che limitatamente al residuo non ricevuto i creditori (predetti, cio concorrenti) concorreranno alla pari con gli altri creditori nelle ripartizioni del resto dellattivo, venendo soddisfatti nella percentuale calcolata su quanto ancora loro dovuto (art. 54 c.1 1. fall.). Uneccezione al principio della par condicio creditorum la compensazione che si ha quando il creditore del fallito a sua volta debitore dello stesso; infatti, in questo caso, il creditore ha il diritto di compensare il suo credito fino allammontare del suo debito verso il fallito (ad esempio, ho un credito di 100, e un debito di 80: mi insinuer solo per 20, e su tale somma sar soddisfatto in percentuale). La compensazione opera anche se il credito verso il fallito non scaduto prima della dichiarazione di fallimento, mentre invece non

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opera se il credito non scaduto era stato ceduto per atto tra vivi al creditore nellanno anteriore alla dichiarazione di fallimento, o addirittura dopo di essa.

COOBBLIGAZIONI SOLIDALI. Se il creditore deve essere soddisfatto da pi obbligati in solido e costoro sono falliti, egli ha il diritto di essere ammesso per lintero credito in tutti i fallimenti e partecipa alle ripartizioni di tutti i fallimenti. Pertanto, la pluralit dei debitori in solido torna a vantaggio del creditore, perch aumenta le sue probabilit di essere soddisfatto per lintero. Se dei coobbligati in solido ne fallito soltanto qualcuno, si hanno le seguenti regole. Se il creditore, prima della dichiarazione di fallimento, ha ricevuto da un coobbligato o da un fideiussore parte della somma dovutagli, egli pu insinuarsi nel fallimento solo per la somma residua. Se il coobbligato o il fideiussore, che hanno compiuto il pagamento parziale prima del fallimento, hanno diritto di regresso verso il fallito, possono a loro volta insinuarsi nel fallimento per la somma versata, ma il creditore ha diritto di farsi assegnare fino allintegrale soddisfacimento del proprio credito sia la propria quota di riparto sia quelle spettanti al coobbligato o al fideiussore del fallito.

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IL PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO DEI CREDITI CONCORRENTI. A) LINIZIO DEL PROCEDIMENTO Il curatore con laiuto delle scritture contabili del fallito deve compilare gli elenchi dei titolari di diritti reali o personali sui beni mobili o immobili di propriet o in possesso del fallito. Inoltre, ai creditori concorsuali, egli, deve comunicare senza indugio anche con telefax o posta elettronica che possono depositare in cancelleria le domande di ammissione al passivo almeno 30 giorni prima delludienza per lesame dello stato passivo, indicando la data delludienza e fornendo loro ogni altra informazione utile per procedere alla presentazione della domanda. Dunque, per partecipare alle ripartizioni fallimentari necessario diventare creditori concorrenti, i quali devono depositare nella cancelleria del tribunale fallimentare la domanda di ammissione al passivo. E precisamente, la domanda si propone con un ricorso che deve indicare: il fallimento cui si intende partecipare il nome e il cognome del creditore

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lindicazione del numero di telefax o lindirizzo di posta elettronica o lelezione di domicilio nel comune del tribunale limporto della somma, del titolo da cui il credito deriva e delle eventuali ragioni di prelazione.

Se non indicato il fallimento nel quale si chiede linsinuazione, o comunque se tali dati sono assolutamente incerti, alludienza di verifica il ricorso dichiarato inammissibile dal giudice delegato.

B) LA FORMAZIONE E LA VERIFICAZIONE DELLO STATO PASSIVO Il curatore esamina le domande e la documentazione allegata, e procede alla formazione di un documento (c.d. progetto di stato passivo), nel quale indica se a suo avviso i crediti sono fondati, se sussiste la prelazione, se sono efficaci verso la massa (cio non soggetti allesercizio dellazione revocatoria). E precisamente, il curatore deve depositare tale progetto (di stato passivo) in cancelleria almeno 7 giorni prima delludienza di verifica e lo comunica ai creditori e al fallito che possono esaminarlo e presentare osservazioni scritte sino a due giorni prima delludienza. Alludienza il giudice delegato esamina il progetto di stato passivo, e decide su ciascuna domanda, indicando: a) i crediti ammessi, specificando privilegio, pegno o ipoteca; se sono muniti di

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b) i crediti non ammessi, in tutto o in parte; c) i creditori ammessi con riserva, distinguendo i crediti condizionali; i crediti che non possono farsi valere verso il fallito se prima il creditore non procede allescussione dellobbligato principale; i crediti per i quali la mancata produzione del titolo non dipesa da un fatto riferibile al creditore; infine, i crediti accertati con sentenza non passato in giudicato, pronunziata prima della dichiarazione di fallimento, contro la quale il curatore pu proporre o proseguire il giudizio di impugnazione. Se lesame dello stato passivo non pu esaurirsi in una sola udienza, il giudice ne rinvia la prosecuzione a non pi di 8 giorni, senza che occorra altro avviso n per gli intervenuti n per gli assenti. Successivamente, il giudice provvede alla formazione definitiva dello stato passivo che rende esecutivo con un decreto depositato in cancelleria, ove i creditori possono prenderne visione.

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Dopo il deposito del decreto di esecutivit dello stato passivo, con cui viene accertato chi sono i creditori concorrenti, il giudice delegato pu modificare la composizione del comitato dei creditori che aveva nominato entro 30 giorni dalla sentenza di fallimento in base alle prime risultanze documentali. C) LE OPPOSIZIONI PASSIVO E LE IMPUGNAZIONI AVVERSO LO STATO

Il curatore, subito dopo la dichiarazione di esecutivit, deve dare notizia del deposito in cancelleria del decreto a tutti i creditori (ammessi, non ammessi, o ammessi con riserva) che hanno presentato domanda di insinuazione, informandoli del diritto di proporre opposizione in caso di mancato accoglimento della domanda. La comunicazione del curatore va fatta con raccomandata con avviso di ricevimento, o tramite telefax o posta elettronica (art. 97 1. fall.). Entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, possono essere presentate:

le opposizioni da parte dei creditori esclusi, in tutto o in parte; le impugnazioni da parte del curatore e dei creditori che chiedono lesclusione di altri creditori ammessi.
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I giudizi di opposizione o di impugnazione si svolgono secondo le forme dei procedimenti in camera di consiglio; e precisamente, si propongono mediante ricorso al tribunale fallimentare. In calce al ricorso, il tribunale appone un decreto, in cui fissa ludienza di comparazione in camera di consiglio, assegnando al ricorrente un termine per la notificazione del ricorso e del decreto al curatore, al fallito ed alleventuale creditore contestato (tra la notifica e ludienza devono intercorrere almeno 30 giorni liberi, non dovendosi cio computare n il giorno iniziale n quello finale). Il tribunale decide la controversia sullammissione o sullesclusione del creditore con decreto motivato non reclamabile in appello, ma ricorribile in cassazione. Si parla della c.d. efficacia endofallimentare nel senso che, la decisione del tribunale come quella del giudice delegato non acquista autorit di giudicato, e quindi vale solo nel fallimento.

LA REVOCAZIONE DEI CREDITI AMMESSI

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Dopo che trascorso il termine per opporsi allesecuzione o per impugnare lammissione di un credito nello stato passivo, pu accadere che si scopra che lesclusione o lammissione del credito siano stati determinati da falsit, dolo o errore essenziale di fatto o dalla mancata conoscenza di documenti decisivi che non sono stati prodotti tempestivamente per causa non imputabile al creditore escluso od ammesso (art. 98 c.3 1. fall.). In questo caso, il creditore escluso o il curatore possono proporre domanda di revocazione del provvedimento di esclusione del credito o della garanzia; lo stesso curatore, o un altro creditore concorrente, pu chiedere la revocazione del provvedimento di ammissione del credito o della garanzia. Il giudizio di revocazione si svolge con le medesime modalit previste per i giudizi camerali di opposizione e di impugnazione dello stato passivo.

LE DICHIARAZIONI TARDIVE DI CREDITI Le domande di ammissione dei crediti si considerano tempestive se sono pervenute in cancelleria almeno 30 giorni prima della data delludienza di verifica stabilita nella sentenza dichiarativa. Pertanto, le domande presentate successivamente ma comunque non oltre 12 mesi dal deposito del decreto di esecutivit dello stato passivo sono considerate tardive, e vengono esaminate con un procedimento di accertamento distinto da quello prescritto per lesame dello stato passivo Tuttavia, le domande tardive sono ammissibili anche se vengono presentate dopo il decorso del termine di 12 mesi dal deposito in cancelleria del decreto di esecutivit, purch il creditore provi che il ritardo dipeso da una causa a lui non imputabile e purch non siano esaurite tutte le ripartizioni dellattivo. Quando risulta che non pu essere acquisito attivo sufficiente per distribuirlo ai creditori insinuati, il curatore pu chiedere al tribunale, prima delludienza di verifica, che non si proceda allaccertamento del passivo. Il tribunale, sentiti il comitato dei creditori e il fallito, pu accogliere con decreto listanza del curatore, disponendo che non si proceda allaccertamento del passivo, salva leventuale soddisfazione dei crediti della massa e delle spese di procedura.
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CREDITI DELLA MASSA (PREDEDUCIBILI)

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Coloro che diventano creditori del fallito dopo la dichiarazione di fallimento non sono creditori concorsuali e non possono pertanto diventare creditori concorrenti. I c.d. creditori della massa hanno diritto ad essere soddisfatti in prededuzione, cio prima dei creditori concorrenti, ed integralmente, se lattivo del fallimento sufficiente (se non lo , il pagamento dei creditori della massa va effettuato a parit di grado secondo un criterio di proporzionalit). Se i crediti prededucibili sono sorti nel corso del fallimento e se essi sono liquidi, esigibili e non contestati, i creditori della massa possono essere soddisfatti alla scadenza, senza attendere le ripartizioni dellattivo fallimentare, ma solo se presumibile che esso sufficiente a soddisfarli tutti. I crediti della massa non sono soggetti a verifica, salvo che ne siano contestate la collocazione o la misura; se essi sorgono dopo ludienza di verifica, vengono accertati secondo il procedimento di verifica delle domande tardive dei crediti. Quando, invece, i crediti della massa rappresentano i compensi delle persone che hanno operato quali ausiliari del curatore, essi vengono liquidati dal giudice delegato e, in caso di contestazione, contro il decreto del giudice delegato va proposto reclamo al tribunale (art. 26 1. fall.).

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GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO: B) LA MASSA ATTIVA Tutti i diritti, sui beni appartenenti al fallito al momento della dichiarazione di fallimento, fanno parte della massa attiva fallimentare (art. 42 c.1 1. fall.). Fanno eccezione: a) i diritti di natura strettamente personale, tra i quali si ricomprendono tutti i diritti non patrimoniali (ad esempio, il diritto al nome); b) i diritti ad assegni di carattere alimentare e a tutto ci che il fallito guadagna con la sua attivit (ad esempio, stipendi, pensioni, salari) entro i limiti di quanto gli occorra per il mantenimento suo e della famiglia); c) i diritti sulle cose che non possono essere pignorate (ad esempio, strumenti di lavoro).

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Inoltre, i redditi derivanti dai beni dei figli su cui il fallito ha lusufrutto legale non possono essere destinati a soddisfare crediti che il creditore sapeva contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia. Secondo lart. 159 il fallimento di uno dei coniugi costituisce una causa di scioglimento della comunione legale, e in seguito allo scioglimento si deve dunque procedere alla divisione dei beni compresi nella comunione ripartendo tra i coniugi in parti eguali lattivo e il passivo; con la conseguenza che nella massa attiva fallimentare, oltre ai beni personali dellimprenditore, va compresa anche la met dei beni della comunione, ma non quellaltra met che spetta al coniuge e sulla quale non possono agire i creditori personali dellimprenditore. Pertanto allattivo fallimentare acquisibile solo la quota di pertinenza del fallito. Anche i c.d. beni sopravvenuti (cio esercitando una professione, vincendo al totocalcio) sono destinati alla soddisfazione dei creditori concorrenti e quindi vengono compresi nella massa attiva; tuttavia, il curatore se autorizzato dal comitato dei creditori pu rinunciare alla loro acquisizione, qualora i costi da sostenere per il loro acquisto e la loro conservazione risultino superiori al loro presumibile valore di realizzo. Per quanto riguarda i diritti in opponibili al fallimento diciamo che, se il fallito prima della dichiarazione di fallimento ha trasferito beni a terzi (ad esempio, ha venduto un immobile), ma al momento della dichiarazione di fallimento non ricorrono ancora i presupposti perch lacquisto sia opponibile ai creditori, i beni fanno parte della massa attiva in quanto quei trasferimenti sono inefficaci nei confronti dei creditori concorrenti e quindi inopponibili al fallimento (art. 45 1. fall.). Quanto al c.d. spossessamento diciamo che, dalla data della dichiarazione di fallimento, il fallito perde la disponibilit dei suoi diritti; pertanto, tutti gli atti compiuti dal fallito dopo la dichiarazione di fallimento sono inefficaci rispetto al fallimento. Dunque, in conseguenza dello spossessamento, il fallito non pu continuare a stare in giudizio nelle cause relative a rapporti patrimoniali, ma deve essere sostituito dal curatore. Inoltre, il fallito ha lobbligo di consegnare al curatore la propria corrispondenza, inclusa quella elettronica, relativa ai rapporti patrimoniali. Per quanto riguarda lassistenza del fallito diciamo che, al fallito e alla sua famiglia, in caso di mancanza di mezzi di sussistenza, pu essere concesso un sussidio alimentare, sentiti il curatore e il comitato dei creditori, con decreto del giudice delegato (art. 47 c.1 1. fall.).
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Inoltre, la casa di propriet del fallito nei limiti in cui necessaria allabitazione di lui e della famiglia non pu essere distratta da tale uso fino alla liquidazione delle attivit.

LAZIONE REVOCATORIA Secondo il legislatore, limprenditore commerciale dovrebbe essere dichiarato fallito appena cade in stato di insolvenza. Ci spesso non accade, perch limprenditore pur essendo insolvente continua a svolgere la sua attivit col proposito di riassestare la propria situazione patrimoniale ed evitare il fallimento. stato dunque necessario proteggere i creditori dai danni che gli possono derivare dagli atti compiuti dal fallito nellultimo periodo della sua attivit anteriore al fallimento. E precisamente, qualora il fallito abbia compiuti atti che hanno recato danno ai creditori, bisogna distinguere diverse ipotesi:
1) per alcuni atti la legge stabilisce che essi sono privi di effetto

rispetto ai creditori senza bisogno di alcuna dichiarazione dellautorit giudiziaria. In particolare, gli atti inefficaci ope legis sono:
a. atti a titolo gratuito, compiuti nei 2 anni 302

anteriori alla dichiarazione di fallimento ad eccezione dei regali duso e degli atti compiuti in adempimento di un dovere morale;
b. pagamenti

anticipati, compiuti dal fallito sempre nei 2 anni anteriori alla dichiarazione di fallimento, per lestinzione di debiti la cui scadenza coincideva con la data della dichiarazione di fallimento o era posteriore a detta data.

2) per gli altri atti, perch questi diventino inefficaci nei confronti

dei creditori , invece, sempre necessaria una sentenza di revoca (perci tali atti sono detti revocabili). Per ottenere dal tribunale fallimentare la sentenza di revoca, occorre che essi siano stati compiuti dal fallito entro un certo termine anteriore alla dichiarazione di fallimento e che appartengono a determinate categorie prestabilite dal legislatore; se il curatore d queste prove, essi vengono senzaltro revocati, in quanto si tratta di atti anormali per un imprenditore commerciale. E precisamente, tali atti anormali sono:
a. atti con prestazioni sproporzionate, cio gli atti a titolo

oneroso in cui la prestazione a carico del fallito sorpassa

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di oltre il valore della prestazione a lui data o promessa; per essere revocati, tali atti debbono essere stati compiuti nellanno anteriore alla dichiarazione del fallimento;
b. pagamenti con mezzi anormali, e cio atti estintivi di

debiti pecuniari scaduti ed esigibili non effettuati con denaro o con altri mezzi normali di pagamento (ad esempio, assegni bancari e circolari) sempre se compiuti nellanno anteriore alla dichiarazione del fallimento;
c. garanzie per debiti preesistenti non scaduti, e cio pegni

anticresi e ipoteche volontarie costituiti nellanno anteriore alla dichiarazione di fallimento a garanzia di debiti preesistenti non ancora scaduti;
d. garanzie per debiti preesistenti gi scaduti, e cio pegni

anticresi e ipoteche sia volontarie che giudiziali (sono ipoteche giudiziali quelle iscritte dal creditore in base ad un provvedimento giudiziale di condanna e quindi senza bisogno del consenso del debitore) costituite nel semestre anteriore alla dichiarazione di fallimento per debiti preesistenti e gi scaduti.
3) vi sono ancora altri atti, questi considerati normali anche per un

imprenditore commerciale, che per possono essere revocati se il curatore riesce a provare che il terzo conosceva lo stato di insolvenza del debitore, e se sono stati compiuti nel semestre anteriore alla dichiarazione di fallimento. E precisamente, tali atti normali sono:
a. pagamenti di debiti liquidi ed esigibili; b. atti costitutivi di diritti di prelazione per debiti, anche di

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terzi, creati contestualmente;


c. altri atti a titolo oneroso.

Tuttavia, non pu comunque essere esercitata lazione revocatoria fallimentare avverso gli atti, tanto normali quanto anormali, compiuti dal fallito con listituto di emissione (la Banca dItalia), con banche autorizzate a compiere operazioni su pegno, con banche che hanno ricevuto pagamenti in restituzione di crediti fondiari o che hanno iscritto ipoteca a garanzia degli stessi crediti. Con lazione revocatoria ordinaria tutti gli atti pregiudizievoli che non rientrano nelle categorie precedenti possono essere revocati, a

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seguito di un giudizio intentato dal curatore dinanzi al tribunale fallimentare. In questo caso il curatore deve provare per gli atti a titolo gratuito che il debitore conosceva il pregiudizio arrecato con latto ai suoi creditori ed inoltre per gli atti a titolo oneroso che il pregiudizio era noto anche al terzo contraente. Per quanto riguarda il credito del terzo diciamo che, nel caso che sia avvenuta la revoca di pagamenti o di atti a titolo oneroso, il terzo che ha subito la revoca ed ha restituito al curatore quanto aveva ricevuto dal fallito ammesso al passivo fallimentare in qualit di creditore concorrente. Lazione revocatoria ordinaria si prescrive in 5 anni (art. 2903). Tuttavia, in caso di fallimento, sono previsti termini di decadenza per lesercizio delle azioni revocatorie, che non possono essere iniziate dopo 3 anni dalla dichiarazione di fallimento, e comunque dopo il decorso di 5 anni dal compimento dellatto pregiudizievole. Non soggetta a prescrizione, invece, la dichiarazione dinefficacia degli atti che rientrano nella revocatoria ope legis. Inoltre, non sono soggetti allazione revocatoria fallimentare i seguenti atti: 1. i pagamenti di beni o servizi effettuati dallimprenditore prima del fallimento nei termini duso; 2. le rimesse (cio, i versamenti effettuati dal fallito) su un conto corrente bancario; 3. le vendite a giusto prezzo dimmobili ad uso abitativo, destinati a costituire labitazione principale dellacquirente o di suoi parenti od affini entro il terzo grado (nipoti e pronipoti); 4. gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse sul patrimonio del fallito in esecuzione di accordi aventi ad oggetto un piano di ristrutturazione finanziaria; 5. gli atti compiuti per lesecuzione del concordato preventivo e della ristrutturazione del debito omologata dal tribunale nellintento di evitare il fallimento; 6. i pagamenti dei corrispettivi per prestazioni di lavoro effettuate dai dipendenti e da altri collaboratori dellimprenditore (ad esempio, avvocati, consulenti del lavoro);
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AZIONE REVOCATORIA AVVERSO GLI ATTI COMPIUTI TRA CONIUGI

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Il legislatore ha stabilito che gli atti pregiudizievoli indicati dallart. 67 1. fall., compiuti tra i coniugi nel tempo in cui il fallito esercitava unimpresa commerciale, sono revocati se il coniuge non d la prova che allepoca del compimento dellatto il fallito non era insolvente o che egli ignorava lo stato di insolvenza. Per quanto riguarda i diritti dei terzi sui beni posseduti dal fallito diciamo che, il curatore insieme allelenco dei creditori deve preparare anche un elenco di tutti coloro che vantano diritti reali o personali su beni mobili o immobili di propriet o in possesso del fallito, con lindicazione dei titoli relativi. I terzi titolari di diritti sui beni del fallito devono presentare le loro domande di rivendicazione o di restituzione dei beni nelle stesse forme con cui i creditori concorsuali devono presentare le loro domande di ammissione al passivo. Il curatore predispone un progetto da cui risulti quali domande dovrebbero essere accolte e quali respinte; e questo progetto viene, poi, esaminato dal giudice delegato nella stessa adunanza di verifica dello stato passivo. Contro di esso possono essere presentate al tribunale fallimentare le opposizioni da parte di coloro le cui domande sono state respinte, e le impugnazioni contro coloro le cui domande sono state ammesse. Sono ammissibili anche le domande tardive di rivendicazione o di restituzione, ed inoltre se il richiedente prova che il ritardo della domanda non gli imputabile, pu ottenere dal giudice la sospensione dellattivit di liquidazione del bene. GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO: C) I RAPPORTI GIURIDICI IN CORSO DI ESECUZIONE Numerose disposizioni sono dettate dalla legge fallimentare per regolare i rapporti a prestazioni corrispettive derivanti da contratti opponibili al fallimento, i quali alla data della dichiarazione del fallimento non siano stati ancora eseguiti n dal fallito n dal contraente in bonis. E precisamente, la legge ha disposto la sospensione dellesecuzione dei rapporti pendenti al momento del fallimento, che dura (la sospensione) fino a quando il curatore, con lautorizzazione del comitato dei creditori, dichiara di subentrare nel contratto in luogo del fallito, assumendone tutti i relativi obblighi, o di sciogliersi dal medesimo (art. 72 c.1 1. fall.). In caso di subingresso del curatore nel contratto, sicuro che il terzo ha lobbligo di eseguirlo, divenendo per il corrispettivo creditore della massa.
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Mentre, nel caso di scioglimento del contratto, la legge si limita a dire che il terzo ha solo il diritto di insinuare nel passivo il credito conseguente al mancato adempimento. Tuttavia, sino a quando la sospensione del contratto non cessata a seguito della scelta del curatore (di subingresso o di scioglimento), il contraente in bonis pu mettere in mora il curatore, chiedendo al giudice delegato di assegnarli un termine non superiore a 60 giorni entro il quale lo stesso curatore deve comunicare la scelta del fallimento; se trascorso tale termine non vi stata nessuna dichiarazione di scelta del curatore, il contratto si intende sciolto (art. 72 c.2 1. fall.). Alcuni rapporti giuridici, in seguito al fallimento di una delle parti, si sciolgono senzaltro. Lo scioglimento ha effetti ex nunc, cio dalla data della dichiarazione di fallimento, e quindi non incide sulle situazioni gi maturate a quella data, per cui pu esserci sia un credito del fallito, che sar riscosso dal curatore, sia un credito dellaltro contraente, che potr insinuarsi quale creditore concorrente.
1) Lo scioglimento ope legis si ha, qualunque sia la parte fallita,

per i rapporti di conto corrente ordinario, conto corrente bancario e commissione, in contrasto con lelemento fiduciario che di solito li caratterizza. Nel mandato disposto lo scioglimento ope legis solo per il fallimento del mandatario, mentre nel caso di fallimento del mandante si ammette che il curatore possa subentrare nel contratto. Tuttavia, il fallimento del mandante non provoca lo scioglimento del mandato in rem propriam (cio, conferito anche nellinteresse del mandatario). A causa del fallimento di una delle parti, si ha anche lo scioglimento del rapporto di appalto, ma in questo caso il curatore autorizzato dal comitato dei creditori pu dichiarare di volere subentrare nel rapporto, dandone comunicazione allaltra parte nel termine di 60 giorni dalla dichiarazione del fallimento, ed offrendo idonee garanzie.

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2) Di altri rapporti non si ha invece scioglimento a causa del

fallimento e quindi, in conseguenza della loro prosecuzione, laltro contraente diventa creditore della massa e ha diritto di ricevere integralmente la prestazione dovuta dal fallito. Ci avviene, nel rapporto di assicurazione contro i danni, nel caso di fallimento dellassicurato; ancora, ci avviene nel rapporto di locazione di immobili, nel caso di fallimento del locatore.

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Non si ha scioglimento ope legis del rapporto neppure nel leasing, e precisamente: nel caso di fallimento della societ che ha dato in locazione finanziaria il bene o che ne ha finanziato lacquisto, in quanto lutilizzatore conserva la facolt di acquisire, alla scadenza del contratto, la propriet del bene, previo pagamento dei canoni e del prezzo dopzione.

GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO: D) LE SANZIONI PENALI Il debitore fallito pu essere punito con sanzioni penali per avere compiuto in tempo anteriore o anche posteriore alla dichiarazione di fallimento determinati atti che costituiscono reati. In particolare, si tratta di fatti che possono nuocere ai creditori (ad esempio, perch violano il principio della par condicio), e che possono essere stati commessi dal fallito con colpa (negligenza, imprudenza, imperizia) o addirittura con dolo, cio con la volont di provocare levento previsto dalla legge. E precisamente, se vi colpa si ha il reato di bancarotta semplice; se, invece, vi dolo quello pi grave di bancarotta fraudolenta. Solitamente, lazione penale esercitata dal pubblico ministero dopo che riceve copia della relazione presentata dal curatore al giudice delegato. La bancarotta semplice punita con la reclusione da 6 mesi a 2 anni; mentre, la bancarotta fraudolenta con la reclusione da 3 a 10 anni. Queste pene sono aumentate circostanze aggravanti: quando ricorrono le seguenti
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a) nel caso in cui il danno causato dal reato sia di rilevante gravit; b) nel caso in cui il fallito abbia commesso pi fatti di bancarotta semplice o fraudolenta; c) nel caso in cui il fallito per divieto di legge non poteva esercitare unimpresa commerciale. Le pene sono, invece, diminuite se ricorre la circostanza attenuante della speciale tenuit del danno causato dal reato. Inoltre, la condanna per bancarotta semplice importa il divieto di esercitare unimpresa commerciale propria o di esercitare uffici direttivi in imprese altrui della durata fino a 2 anni; mentre nel caso di bancarotta fraudolenta il divieto imposto della durata di 10 anni.

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Nello specifico diciamo che nel caso di bancarotta semplice (da 6 mesi a 2 anni di reclusione) punito, limprenditore che viene dichiarato fallito, per aver compiuto uno dei seguenti fatti (art. 217 1. fall.): a) abbia fatto spese personali, o per la famiglia, eccessive rispetto alla sua condizione economica; b) abbia consumato una notevole parte del suo patrimonio in operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti; c) abbia compiuto operazioni di grave imprudenza per ritardare il fallimento; d) abbia aggravato il proprio dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione del proprio fallimento o con altra grave colpa; e) non abbia soddisfatto le obbligazioni assunte in un precedente concordato preventivo o fallimentare; f) non abbia tenuto i libri e le altre scritture contabili prescritti, o li abbia tenuto in maniera irregolare o incompleta durante i 3 anni anteriori alla dichiarazione di fallimento o dallinizio dellimpresa, se questa ha avuto una minore durata.
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Mentre se viene dichiarato fallito, punito per bancarotta fraudolenta (da 3 a 10 anni di reclusione), limprenditore che abbia commesso uno dei seguenti fatti (art. 216 1. fall.): a. distruzione, occultamento, distrazione o dissipazione in tutto o in parte dei suoi beni, sia prima che durante la procedura fallimentare; b. esposizione o riconoscimento, sia prima che durante la procedura fallimentare, di passivit inesistenti, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori; c. sottrazione, distruzione o falsificazione in tutto o in parte di libri o di altre scritture contabili, o tenuta degli stessi in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari; d. esecuzione di pagamenti o simulazione di titoli di prelazione, allo scopo di favorire a danno degli altri creditori taluno tra essi (in questo caso la pena va da 1 a 5 anni).

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Oltre a quelli di bancarotta, il fallito pu commettere anche altri reati, e precisamente: 1. il ricorrere, o il continuare a ricorrere, al credito dissimulando il proprio dissesto; 2. il denunciare creditori nominativo dei creditori; inesistenti nellelenco

3. lomettere di dichiarare lesistenza di beni, che avrebbero dovuto essere compresi nellinventario; 4. il non presentare il bilancio e le scritture contabili entro 3 giorni dalla dichiarazione di fallimento; 5. il non presentarsi se convocato agli organi del fallimento. I reati di bancarotta semplice e fraudolenta e gli altri reati del fallito possono essere commessi anche dagli institori, dagli amministratori direttori generali, sindaci e liquidatori di societ dichiarate fallite. In particolare, sono previsti come reati del curatore o dei suoi coadiutori: a) il prendere interesse privato negli atti del fallimento; b) laccettare retribuzioni non dovute; c) il non ottemperare allordine del giudice di consegnare o depositare somme o altre cose del fallimento, che essi detengono a causa del loro ufficio. Sono previsti, infine, come reati: a) il presentare domanda di ammissione al passivo del fallimento per un credito fraudolentemente simulato, sempre che ci non costituisca concorso in bancarotta; b) il c.d. mercato di voto, cio la stipula da parte del creditore concorrente col fallito o con altri nellinteresse del fallito, di vantaggi a proprio favore per dare il proprio voto nel concordato o nelle deliberazioni del comitato dei creditori; c) il sottrarre, distrarre o ricettare beni del fallito dopo il fallimento; il dissimulare beni del fallito dopo il fallimento (cio, dichiarare che beni del fallito non sono suoi); d) lacquistare beni dallimprenditore, conoscendone lo stato di dissesto, a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se poi si verifica il fallimento.
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LA LIQUIDAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DELLATTIVO Per quanto riguarda la liquidazione delle attivit fallimentari, la legge prescrive che il curatore entro 60 giorni dalla redazione dellinventario predisponga un programma di liquidazione da sottoporre allapprovazione del giudice delegato. Tuttavia, prima dellapprovazione del programma, il curatore pu procedere alla liquidazione dei beni del fallito solo se autorizzato dal comitato dei creditori. Per quanto riguarda la cessione dellazienda del fallito diciamo che, la legge vuole agevolare il trasferimento fallimentare dei complessi aziendali, per conservarne la struttura organizzativa e lavviamento; e pertanto disposto che il prezzo della cessione possa essere pagato dallacquirente anche mediante laccollo di debiti fallimentari, purch non ne venga alterata la graduazione. Inoltre, lacquirente non risponde dei debiti aziendali sorti prima del trasferimento; e precisamente, la cessione dei crediti aziendali efficace nei confronti dei terzi dal momento delliscrizione del trasferimento dellazienda nel registro delle imprese. La liquidazione delle attivit fallimentare deve essere preceduta da apposite stime di esperti, ed effettuata tramite procedure competitive, assicurando la massima informazione e partecipazione di coloro che sono interessati allacquisto. Il curatore pu sospendere la vendita, se gli perviene unofferta irrevocabile dacquisto maggiore almeno del 10% rispetto al prezzo offerto nei termini previsti dalla procedura competitiva. Il curatore deposita in cancelleria la relativa documentazione, informando cos il giudice delegato, la quale (giudice delegato) pu sospendere su istanza del fallito le operazioni di vendita, qualora ricorrano gravi e giustificati motivi.
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Se il giudice delegato non ha stabilito un termine diverso, ogni 4 mesi dal giorno del decreto che rende esecutivo lo stato passivo, il curatore deve presentare un progetto delle somme disponibili ed un progetto per la loro ripartizione tra i creditori. La legge distingue:
-

lattivo immobiliare, costituito dalle somme ricavate dalla liquidazione dei beni immobili, dei loro frutti e pertinenze, e dagli interessi

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bancari ricevuti dal curatore sul deposito delle somme fallimentari;


-

e lattivo mobiliare, costituito invece da tutte le altre entrate del fallimento.

Nel preparare il progetto di ripartizione, il curatore deve tenere presenti le seguenti norme: a) anzitutto bisogna soddisfare i creditori della massa, che non sono stati pagati alla scadenza dei loro crediti; b) su quanto viene ricavato dalla vendita di un determinato bene, bisogna soddisfare i creditori che hanno diritto di prelazione sul bene stesso, rispettando lordine di prelazione; c) il resto va distribuito tra tutti gli altri creditori ammessi al passivo in proporzione allammontare del loro credito, in modo che tutti ricevano la stessa percentuale. In ogni ripartizione parziale, non pu essere superato l80% delle somme distribuibili; d) devono, infine, essere accantonate anche le somme che il giudice ritiene necessarie per coprire le spese future, soddisfare il compenso del curatore e ogni altro debito prededucibile. Il giudice, sentito il comitato dei creditori, ordina il deposito del progetto di riparto in cancelleria, disponendo che tutti i creditori ne siano avvisati. Entro il termine perentorio di 15 giorni dal ricevimento di tale avviso, i creditori possono proporre reclamo contro il progetto al giudice delegato. Trascorso tale termine senza reclami, il giudice con decreto dichiara esecutivo il progetto di riparto.

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Per quanto riguarda il rendiconto del curatore diciamo che, compiuta la liquidazione e prima del riparto finale, il curatore presenta al giudice delegato il suo rendiconto, con lespropriazione analitica delle operazioni contabili effettuate e dellattivit di gestione. Pertanto, il rendiconto del curatore non un conto di massa (che si limiti a rappresentare il movimento delle entrate e delle uscite), ma devessere un conto della gestione, nel quale cio risultino illustrati i criteri seguiti dal curatore per lo svolgimento dellamministrazione e le ragioni delle scelte adottate. Il giudice ordina il deposito del rendiconto in cancelleria, fissando ludienza fino alla quale ogni interessato pu presentare le sue osservazioni. Se alludienza stabilita non sorgono contestazioni, o se su queste viene raggiunto un accordo, il giudice approva il conto;

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altrimenti rimette le parti dinnanzi al tribunale fallimentare, dove il procedimento si svolge secondo il rito camerale. Il giudice delegato ordina il riparto finale dopo che sia stato approvato il rendiconto del curatore e, dopo lapprovazione, che gli sia stato liquidato il compenso.

LA CESSAZIONE DEL FALLIMENTO La cessazione del fallimento si ha quando si verificano determinati fatti che la legge denomina casi di chiusura del fallimento (art. 118 1. fall.). A parte il concordato fallimentare, i casi di chiusura sono 4, e precisamente:
1) mancata presentazione di domande di ammissione al

passivo entro dichiarativa;

il

termine

stabilito

nella

sentenza

2) estinzione di tutti i crediti (e delle spese) prededucibili e

dei crediti concorrenti;


3) esaurimento

dellattivo, cio ripartizione di tutto il patrimonio del fallito e delle altre attivit fallimentari apprese dagli organi del fallimento; corso della procedura si accerta che la sua prosecuzione non consente di soddisfare i creditori della massa, i creditori concorrenti e le spese.

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4) mancanza, o anche insufficienza, dellattivo, quando nel

La chiusura del fallimento dichiarata dal tribunale con decreto motivato, su ricorso del curatore o del fallito o dufficio. Al decreto viene data, a cura del cancelliere, la stessa pubblicit prescritta per la sentenza dichiarativa di fallimento. Per dichiarare la chiusura del fallimento per mancanza o insufficienza dellattivo, il tribunale deve sentire il comitato dei creditori e il fallito (art. 119 c.1 1. fall.). Contro il decreto di chiusura ogni interessato pu reclamare dinanzi la corte dappello (art. 26 1. fall). Con la chiusura del fallimento ne cessano gli effetti, pertanto: ne vengono meno gli organi del fallimento;

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le azioni esperite dal curatore per lesercizio dei diritti derivanti dal fallimento non possono essere proseguite; i creditori riacquistano lesercizio delle loro azioni esecutive individuali; riprende vigore il termine per i crediti non ancora scaduti; ricominciano a decorrere gli interessi; il fallito riacquista la disponibilit del suo patrimonio, sul quale possono soddisfarsi anche i creditori posteriori al fallimento.

Tuttavia opportuno specificare che, il decreto o la sentenza di ammissione al passivo hanno efficacia solo endofallimentare ed essi dopo la chiusura del fallimento costituiscono prova scritta per il rilascio di un decreto ingiuntivo nei confronti del debitore tornato in bonis.

Per quanto riguarda il decreto di esdebitazione diciamo che, se il fallimento non stato chiuso con il pagamento integrale di tutti i debiti, il fallito anche dopo la chiusura debitore di quanto ancora dovuto ai creditori fallimentari rimasti, in tutto o in parte, insoddisfatti. Tuttavia, la legge ammette che il fallito se persona fisica con la chiusura del fallimento possa ottenere dal tribunale anche il beneficio della esdebitazione, cio della sua liberazione dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti (art. 142 c.1 1. fall.), debiti che pertanto vengono dichiarati inesigibili dal tribunale col decreto di esdebitazione(art. 143 c.1 1. fall.). Lesdebitazione pu essere concessa dal tribunale su ricorso del debitore con lo stesso decreto di chiusura del fallimento, o con un decreto autonomo se il debitore ne richiede la concessione successivamente, purch entro lanno successivo alla chiusura. E precisamente, le condizioni per la concessione dellesdebitazione sono 2: 1. che nel fallimento siano stati soddisfatti, almeno in parte, i creditori concorsuali; 2. che il fallito abbia tenuto un comportamento corretto nel corso del procedimento concorsuale, cooperando con gli organi del fallimento, senza ritardarne lo svolgimento, e consegnando al

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curatore la propria corrispondenza riguardante i rapporti compresi nel fallimento. La concessione dellesdebitazione tuttavia impedita se ricorrono alcune condizioni ostative, in quanto il fallito: a) non deve avere ottenuto unaltra esdebitazione nei 10 anni anteriori alla richiesta; b) inoltre, non deve avere cagionato o aggravato il proprio dissesto, compiendo atti di distrazione dellattivo o di riconoscimento di passivit inesistenti; rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, facendo ricorso abusivo al credito; c) infine, non deve essere stato condannato con sentenza passato in giudicato per bancarotta fraudolenta o per altri delitti contro il patrimonio.

LA RIAPERTURA DEL FALLIMENTO Quando la chiusura del fallimento stata determinata da esaurimento o insufficienza di attivo, e non vi stata lesdebitazione del fallito, entro 5 anni dalla chiusura il fallimento pu essere riaperto (art. 121 c.1 1. fall.). La riapertura del fallimento pu avvenire su istanza: del fallito, e in questo caso deve dare la garanzia di pagare almeno il 10% ai creditori vecchi e nuovi; o di qualunque creditore, deve provare che nel patrimonio del fallito esistono attivit in misura tale da rendere utile il provvedimento di riapertura.
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Se il tribunale, a suo giudizio discrezionale, ritiene opportuna la riapertura del fallimento, la pronuncia con sentenza, richiamando nel loro ufficio il giudice delegato e il curatore, o nominandone altri. Questa sentenza di riapertura pu essere appellata allo stesso modo della sentenza dichiarativa del fallimento, ed soggetta alla stessa pubblicit. Il comitato dei creditori devessere nominato dal giudice delegato tenendo conto anche di nuovi creditori. Gli effetti della riapertura del fallimento sono:

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a) nel fallimento concorrono i vecchi e i nuovi creditori, tutti dopo essere stati sottoposti a verifica ed ammessi nel nuovo stato passivo; b) in quanto agli atti del fallito pregiudizievoli per i creditori, bisogna distinguere: 1. sono privi di effetto gli atti a titolo gratuito compiuti dal fallito dopo la chiusura e prima della riapertura del fallimento, qualunque sia il tempo intercorso tra questi due eventi; 2. gli altri atti compiuti dal fallito in questo periodo possono essere revocati con la revocatoria fallimentare, purch siano stati compiuti nei 2 anni o nellanno o nel semestre anteriore alla sentenza di riapertura del fallimento.

IL CONCORDATO FALLIMENTARE Il fallimento pu, anche, cessare per concordato. E precisamente, il procedimento si inizia con la proposta di concordato che pu essere presentata da uno o pi creditori o da un terzo, anche prima del decreto che rende esecutivo lo stato passivo, purch i dati contabili e le altre notizie eventualmente disponibili abbiano consentito al curatore di predisporre un elenco provvisorio dei creditori concorsuali che sia stato esaminato ed approvato dal giudice delegato. La proposta di concordato pu essere presentata anche dal fallito, ma solo dopo 6 mesi dalla dichiarazione di fallimento e sino a 2 anni dopo il deposito in cancelleria del decreto che rende esecutivo lo stato passivo, con cui stato accertato lammontare del passivo fallimentare. Nella proposta si pu anche prevedere la suddivisione dei creditori in classi, secondo posizioni giuridiche ed interessi economici omogenei, con trattamenti differenziati. Sulla proposta di concordato il giudice delegato chiede il parere del curatore e del comitato dei creditori. Se la proposta di concordato prevede condizioni differenziate per singole classi di creditori, essa, prima di essere comunicata ai creditori, devessere sottoposta al giudizio del tribunale, il quale deve accertare che la suddivisione in classi sia stata effettuata secondo posizioni giuridiche ed interessi economici omogenei, e che siano

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indicate le ragioni dei trattamenti differenziati appartenenti a classi diverse (art. 125 c.2 1. fall.).

tra

creditori

Quando nella proposta non sono previste condizioni diverse per le classi di creditori, o quando questa previsione giudicata corretta dal tribunale e vi anche il parere favorevole del curatore, il giudice delegato ne deve ordinare con decreto la comunicazione ai creditori che hanno diritto al voto. Nello stesso decreto, il giudice fissa un termine (non inferiore a 20 giorni e non superiore a 30) entro il quale i creditori, che vogliono rifiutare il concordato, devono fare pervenire alla cancelleria del tribunale il loro dissenso. I creditori che approvano la proposta, e che hanno il diritto di votare, non hanno invece lonere di comunicarlo in cancelleria, poich al loro silenzio entro il termine assegnato la legge attribuisce il valore di una dichiarazione di consenso al concordato. La proposta viene comunicata ad ogni creditore, solo eccezionalmente cio quando il rilevante numero dei creditori rende difficoltosa la comunicazione il giudice delegato pu autorizzare il curatore a dare notizia della proposta mediante la sua pubblicazione integrale su uno o pi quotidiani (art. 126 1. fall.). Il concordato approvato se votano a favore i creditori che rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi al voto. A tal proposito opportuno specificare che non hanno diritto al voto: i creditori a cui stato ceduto il credito dopo la dichiarazione di fallimento, salvo che i cessionari siano intermediari bancari o finanziari; i creditori che siano coniuge del fallito, suoi parenti o affini fino al 4; o che abbiano avuto ceduti i crediti da queste persone meno di 1 anno prima della dichiarazione di fallimento.
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Tuttavia, una volta trascorso il termine stabilito per la votazione, il curatore ne riferisce lesito al giudice delegato. Quando la proposta di concordato stata approvata dalle maggioranze prescritte, il giudice con decreto dispone che lesito della votazione venga immediatamente comunicato al proponente, al fallito e ai creditori dissenzienti i quali, entro il termine che va da 15 a 30 giorni, possono opporsi allomologazione del concordato. Se nel termine fissato dal giudice delegato non vengono proposte opposizioni, il tribunale verifica la regolarit della procedura e lesito della votazione e, se il giudizio positivo, omologa il concordato con decreto motivato non soggetto a reclamo. Se, invece, sono state presentate opposizioni si applica la procedura camerale prescritta dallart. 26 1. fall., per cui le parti possono

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svolgere le loro difese e comparire nellapposita udienza fissata davanti al collegio che entro i successivi 30 giorni decide con decreto motivato se omologare o meno il concordato. Al decreto di omologazione del concordato data la stessa pubblicit della sentenza dichiarativa del fallimento. Appena il decreto di omologazione del tribunale definitivo (per mancanza di opposizioni) o diventato definitivo (perch le opposizioni sono state rigettate), il curatore presenta al giudice delegato il rendiconto della gestione , e quindi il tribunale dichiara la chiusura della procedura di fallimento. Restano, per, in carica il giudice delegato, il curatore e il comitato dei creditori, per sorvegliare ladempimento del concordato, secondo le modalit stabilite nel decreto di omologazione. Il concordato omologato vincolante per tutti i creditori anteriori allapertura del fallimento, compresi quelli che non hanno presentato la domanda di ammissione al passivo. Gli effetti del concordato omologato possono cessare, con conseguente riapertura del fallimento, o per annullamento o per risoluzione. A) E precisamente, si pu chiedere lannullamento del concordato solo nellipotesi di dolo, cio quando risulta: 1) che stato dolosamente esagerato il passivo 2) o che stata sottratta o dissimulata una parte rilevante dellattivo (art. 138 c.1 1. fall.). Il giudizio di annullamento si svolge dinanzi al tribunale fallimentare con il rito camerale; in particolare, il ricorso pu essere proposto dal curatore, o da uno dei creditori, in contraddittorio col fallito, nel termine di 6 mesi dalla scoperta del dolo e, in ogni caso, non oltre 2 anni dalla scadenza dellultimo pagamento stabilito nel concordato.
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B) Quanto alla risoluzione, diciamo che, il concordato viene risolto per inadempimento, ossia quando non vengono adempiute le obbligazioni concordatarie. Pertanto, la risoluzione si verifica sia: 1. per la mancata costituzione delle garanzie promesse 2. sia per il mancato pagamento delle somme dovute alle scadenze convenute. Anche, il giudizio di risoluzione del concordato, come quello dellannullamento, si svolge in camera di consiglio, e precisamente:

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una volta verificatosi linadempimento, il curatore e il comitato dei creditori devono renderlo noto al tribunale fallimentare, il quale pu anche agire dufficio; inoltre, ogni creditore pu presentare ricorso al tribunale chiedendo la risoluzione del concordato. Sia il decreto che risolve concordato, sia quello che lo annulla, dichiara la riapertura del fallimento ed provvisoriamente esecutivo (art. 137 c.2 1. fall.). Tuttavia, anche se vi inadempimento, la risoluzione del concordato non pu per essere pronunziata in 2 ipotesi: a) quando gli obblighi derivanti dal concordato dovevano essere adempiuti solo dallassuntore, perch era stata pattuita la liberazione immediata del fallito; b) quando il ricorso per la risoluzione stato proposto dopo 1 anno dalla scadenza dellultimo pagamento dovuto secondo il concordato. Una volta annullato o risolto il concordato, si riapre il fallimento con le seguenti particolarit: rimangono ferme le garanzie reali o personali prestate nel concordato a favore dei creditori concorrenti; i creditori concorrono per limporto del credito primitivo, detratta la parte eventualmente riscossa in parziale esecuzione del concordato; possono essere riproposte le azioni revocatorie gi iniziate e interrotte per effetto del concordato; il proponente pu ancora presentare una nuova proposta di concordato, dopo che sia stato reso esecutivo il nuovo stato passivo. Ma il concordato non pu essere omologato se prima non vengono depositate le somme occorrenti per il suo integrale adempimento.

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IL FALLIMENTO DELLE SOCIET Qualsiasi societ commerciale purch non sia di piccole dimensioni pu essere dichiarata fallita quando si trova in stato di insolvenza, anche se in liquidazione (art. 1 1. fall.).

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Se si tratta di una societ con soci a responsabilit illimitata, il fallimento della societ produce anche il loro fallimento personale. Pertanto, la sentenza del tribunale che dichiara il fallimento della societ deve dichiarare anche i fallimenti personali dei soci illimitatamente responsabili, pure se non sono persone fisiche. Dunque, per evitare il proprio fallimento, i soci dovranno provare:
o

o che la societ non esiste (anche se tuttavia, va dichiarato anche il fallimento della c.d. societ apparente, cio quella societ in cui gli interessati malgrado non risulti che siano in effetti legati da un vincolo sociale tuttavia hanno esercitato limpresa in modo tale da ingenerare nei terzi, con il loro comportamento, la convinzione dellesistenza di tale vincolo); o che la societ non svolge attivit commerciale o che essa non insolvente;

o o che essi non sono soci, o che non sono soci a responsabilit illimitata, o che trascorso 1 anno dallo scioglimento parziale del rapporto sociale (ad esempio, per recesso, per morte) o dalla cessazione della responsabilit illimitata; opportuno specificare che, lo scioglimento parziale o la cessazione della responsabilit illimitata, devono essere stati resi noti ai terzi (di solito mediante liscrizione nel registro delle imprese). Questo per quanto riguarda le societ commerciali nella cui struttura normativa tipicamente prevista la presenza di soci personalmente ed illimitatamente responsabili (e quindi: societ in nome collettivo, in accomandita semplice e in accomandita per azioni); mentre, il fallimento di una societ per azioni (o a responsabilit limitata) unipersonale non provoca anche il fallimento dellunico socio perch la sua responsabilit personale quando sussiste limitata solamente alle obbligazioni sociali sorte nel periodo durante il quale le azioni (o le obbligazioni) erano tutte raggruppate nelle sue mani. Se, dopo la dichiarazione del fallimento della societ, risulta lesistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale su istanza del curatore, o di un creditore interessato o di uno dei falliti dichiara il fallimento di detti soci, dopo averli convocati in camera di consiglio per consentirgli di esercitare il diritto di difesa. In questo caso si parla di fallimento del socio occulto che non devessere confuso con lipotesi del fallimento della c.d. societ occulta, che ricorre invece quando unimpresa commerciale, pur apparendo esercitata da un imprenditore individuale, risulta in effetti esercitata per conto di una societ la cui esistenza non stata manifestata allesterno (cio il caso opposto a quello della societ apparente).

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Inoltre diciamo che, il fallimento della societ e i fallimenti personali dei soci illimitatamente responsabili sono collegati tra loro; infatti, unico il tribunale fallimentare, unico il giudice delegato e unico il curatore (art. 148 c.1 1. fall.). Si possono, invece, nominare pi comitati di creditori, poich le masse passive sono parzialmente diverse, in quanto nel fallimento della societ concorrono i creditori sociali, mentre nei fallimenti dei singoli soci concorrono, accanto ai creditori della societ, i creditori personali dei soci. Nel fallimento della societ la massa attiva formata dal patrimonio della societ, mentre nel fallimento di ogni socio dal suo patrimonio individuale. Se il fallimento della societ viene revocato, si ha anche la revoca dei fallimenti personali dei soci illimitatamente responsabili. Il concordato della societ fa chiudere anche i fallimenti dei singoli soci, a meno che nella proposta di concordato non sia previsto il contrario. In particolare, la proposta di concordato della societ deve essere deliberata: nelle societ di persone, dai soci che rappresentano la maggioranza assoluta del capitale; nelle societ di capitali e nelle cooperative, dagli amministratori. societ

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Inoltre, la proposta di concordato deve essere sottoscritta da coloro che hanno la rappresentanza sociale. Il fallimento della societ produce conseguenze a carico degli amministratori e dei liquidatori, i quali sono obbligati a comunicare al curatore ogni cambiamento della loro residenza e a presentarsi agli organi fallimentari quando ne sono richiesti. E precisamente, se si tratta del fallimento di una societ di capitali il curatore pu essere autorizzato dal giudice delegato sentito il comitato dei creditori ad esercitare lazione di responsabilit contro gli amministratori, i sindaci, i direttori generali e i liquidatori. Le azioni di responsabilit non vengono esercitate secondo il rito camerale fallimentare, ma in un giudizio che si svolge secondo il rito societario.

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Dal decreto legislativo di riforma del 2005 sono state inserite nella legge fallimentare alcune disposizioni che riguardano i patrimoni e i finanziamenti destinati ad uno specifico affare. E precisamente, le disposizioni relative ai patrimoni destinati hanno per oggetto:
a) la revocatoria fallimentare, in quanto gli atti dispositivi che

riducono il patrimonio separato sono inefficaci se arrecano pregiudizio anche al patrimonio sociale; per la revoca, occorre che il terzo fosse a conoscenza dellinsolvenza della societ;
b) gli effetti della dichiarazione di fallimento sullamministrazione

del patrimonio destinato, la quale viene attribuita al curatore che vi provvede con gestione separata;
c) gli effetti dellincapienza dello stesso patrimonio destinato per

violazione delle regole di separatezza con il patrimonio sociale, perch il curatore deve procedere alla sua liquidazione ed esercitare lazione di responsabilit contro gli organi di amministrazione e di controllo della societ. Quando a fallire una societ per azioni che ha ricevuto finanziamenti destinati ad uno specifico affare, e il rapporto di finanziamento pendente, questo si scioglie se il fallimento impedisce la realizzazione o la continuazione delloperazione finanziata.

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LA LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA La liquidazione coatta amministrativa il procedimento concorsuale con cui si provvede alla liquidazione dellimpresa a cura dellautorit amministrativa, anzich dellautorit giudiziaria. Alla liquidazione coatta, pertanto, non soggetto tutte le imprese commerciali, ma soltanto quelle categorie di imprese indicate esplicitamente dalle leggi speciali, e precisamente: le imprese bancarie le imprese di assicurazione le imprese cooperative le imprese di investimento, le societ di gestione del mercato,

A differenza del fallimento, per, la messa in liquidazione pu essere decretata anche se non c insolvenza.

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Ora, quando limpresa commerciale soggetta a liquidazione coatta in stato di insolvenza, occorre regolare i rapporti tra fallimento e liquidazione coatta. A tal proposito, pu darsi: che si tratti di imprese che possono essere assoggettate sia alla liquidazione coatta sia al fallimento; ma pu anche darsi: che si tratti di imprese che anche in caso di insolvenza possono essere assoggettate soltanto alla liquidazione coatta, con esclusione del fallimento.

Con riferimento alla prima ipotesi, la legge fallimentare ha risolto il problema del concorso tra le due procedure adottando un criterio cronologico, e stabilendo che la dichiarazione di fallimento preclude la liquidazione coatta amministrativa, e il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa preclude la dichiarazione di fallimento (art. 196). Inoltre, previsto: che alla liquidazione coatta conseguono gli stessi effetti della sentenza di fallimento per quanto concerne:
a) il

trasferimento ope legis della disponibilit e dellamministrazione dei beni dellimpresa agli organi della liquidazione coatta amministrativa;

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b) il divieto delle azioni esecutive individuali; la tutela e la realizzazione dei diritti di prelazione dei creditori concorrenti; limmediata esigibilit dei crediti concorrenti, anche se ancora non scaduti, ai fini della partecipazione al concorso; la sospensione del corso degli interessi. La legge fallimentare ha previsto lintervento dellautorit giudiziaria che si manifesta in diverse direzioni: in una prima direzione, attraverso la pronuncia dello stato di insolvenza, allo scopo di consentire lesercizio dellazione revocatoria fallimentare e lapplicazione delle sanzioni penali; in una seconda direzione, allo scopo di tutelare i diritti dei creditori dellimpresa, che ne lamentino la violazione ad opera degli organi della liquidazione; in unultima direzione, allo scopo di consentire la cessazione della procedura di liquidazione anche mediante la conclusione di un concordato.

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La messa in liquidazione dellimpresa ordinata con un provvedimento dellautorit amministrativa che ne ha la vigilanza; tale provvedimento di liquidazione un atto amministrativo che, entro 10 giorni dalla sua data, devessere pubblicato integralmente nella Gazzetta Ufficiale e iscritto nel registro delle imprese. Con questo provvedimento devono essere nominati gli organi della liquidazione, e cio:
a) il commissario liquidatore b) il comitato di sorveglianza, composto da 3 a 5 esperti, scelti

possibilmente tra i creditori dellimpresa. Nelle imprese bancarie e assicurative i commissari liquidatori e il comitato di sorveglianza sono nominati dalla Banca dItalia e dallIsvap. Per quanto riguarda laccertamento giudiziario dellinsolvenza diciamo che, se si tratta di unimpresa assoggettabile alla liquidazione coatta con esclusione del fallimento, laccertamento preventivo dellinsolvenza pu essere richiesto con ricorso al tribunale del luogo dove limpresa ha la sede principale da uno o pi creditori, o dallautorit amministrativa di vigilanza o dalla stessa impresa. Il procedimento per dichiarare con sentenza lo stato di insolvenza analogo a quello camerale previsto per la dichiarazione di fallimento degli altri imprenditori commerciali, con la previsione di una fase istruttoria anteriore alla stessa sentenza, che reclamabile davanti alla corte dappello. Se invece lautorit amministrativa aveva gi ordinato la liquidazione dellimpresa, laccertamento successivo dello steso di insolvenza richiesto dal tribunale su ricorso del commissario liquidatore o su istanza del pubblico ministero (art. 202 c.1 1. fall.). Per quanto riguarda il procedimento di liquidazione coatta diciamo che, il commissario liquidatore procede a tutte le operazioni della liquidazione secondo le direttive dellautorit che vigila sulla liquidazione, e sotto il controllo del comitato di sorveglianza. Le sue attribuzioni sono uguali a quelle del curatore del fallimento, e precisamente egli: pu compiere senza autorizzazione gli atti di straordinaria amministrazione di valore non superiore a 2 milioni di lire (cio, 1032,91 ). Mentre, per gli atti di valore superiore o di valore indeterminato devessere, invece, autorizzato dallautorit che vigila sulla liquidazione, sentito il comitato di sorveglianza.
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Per laccertamento del passivo, il commissario liquidatore ha una maggiore autonomia rispetto al curatore fallimentare, poich nella liquidazione coatta manca un organo equivalente al giudice delegato del fallimento. In particolare, il commissario liquidatore comunica a ciascun creditore mediante raccomandata con avviso di ricevimento quali sono le somme risultanti a suo credito secondo le scritture contabili e i documenti dellimpresa. Se i creditori e i titolari dei diritti mobiliari che hanno ricevuto la comunicazione ne accettano il contenuto, non hanno bisogno di presentare domanda di ammissione al passivo; in caso contrario, entro 15 giorni dal suo ricevimento, devono fare pervenire mediante raccomandata al commissario liquidatore le loro osservazioni o istanze. A loro volta, i creditori e i titolari dei diritti mobiliari che non hanno ricevuto la comunicazione, entro 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del provvedimento di liquidazione, possono presentare domanda per il riconoscimento dei propri crediti e la restituzione dei loro beni. Quindi, entro 90 giorni dalla data del provvedimento di liquidazione, lo stesso commissario liquidatore che forma lo stato passivo definitivo depositandolo in cancelleria, e dandone notizia con raccomandata con avviso di ricevimento a coloro la cui pretesa non sia stata in tutto o in parte riconosciuta. Col deposito in cancelleria, lo stato passivo diventa esecutivo, e contro di esso possono essere proposte le opposizioni e le impugnazioni dei creditori, con ricorso al presidente del tribunale, il quale decide in composizione collegiale. La chiusura della liquidazione coatta si ha: 1. o con lesaurimento dellattivo 2. o con un concordato, che pu essere proposto dallimpresa in liquidazione dopo che lo stato passivo divenuto esecutivo. La proposta di concordato depositata in cancelleria e pubblicata nelle forme di volta in volta disposte dallautorit amministrativa. Inoltre previsto che, entro 30 giorni dal suo deposito gli interessati possono presentare nella cancelleria le loro opposizioni che vengono comunicate al commissario. Il tribunale decide sulla proposta di concordato, tenendo conto delle opposizioni, con sentenza in camera di consiglio la quale (sentenza) presenta alcune particolarit, e precisamente: a. la sentenza impugnabile anche dal commissario liquidatore;

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b. i termini per il reclamo in appello e per il ricorso in cassazione decorrono dallaffissione della sentenza. Il tribunale pu risolvere il concordato in caso di inadempimento, ed annullarlo in caso di dolo. Risolto o annullato il concordato, si riapre la liquidazione coatta e lautorit amministrativa che vigila sulla liquidazione adotta i provvedimenti che ritiene necessari (art. 215 ult. comma 1. fall.). Per quanto riguarda la liquidazione coatta della societ diciamo che, se limpresa una societ, la liquidazione coatta non si estende ai soci illimitatamente responsabili. E precisamente, quando la liquidazione coatta ha per oggetto societ con soci a responsabilit limitata, per ottenere il versamento delle somme ancora dovute per i conferimenti, il commissario liquidatore pu richiedere al presidente del tribunale lemissione di un decreto con cui venga ingiunto ai soci di procedere al pagamento di quanto dovuto (art. 210 c.2 1. fall.).

LAMMINISTRAZIONE INSOLVENTI

STRAORDINARIA

DELLE

GRANDI

IMPRESE

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Di solito, il fallimento porta alla disgregazione del complesso aziendale e alla perdita di posti di lavoro; nel caso di imprese con un numero rilevante di dipendenti il fallimento rappresenta un gravissimo problema. Per cercare di porre riparo a tali inconvenienti, stata introdotta nel nostro ordinamento una disciplina con cui determinate (grandi) imprese in crisi vengono sottratte al fallimento, e sottoposte ad una procedura di amministrazione straordinaria, procedura alla quale si applica la disciplina della liquidazione coatta amministrativa, ma con particolari adattamenti volti a conseguire il risanamento dellimpresa. A decidere lammissione delle imprese commerciali alla amministrazione straordinaria lo stesso tribunale fallimentare (cio il tribunale del luogo in cui limpresa ha la sede principale), su ricorso del debitore, di uno o pi creditori, del pubblico ministero, o dufficio. Anche se nel ricorso stato chiesto il fallimento dellimpresa insolvente, il tribunale deve controllare se ricorrono i presupposti soggettivi ed oggettivi dellamministrazione straordinaria. E precisamente, per quanto riguarda i:

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presupposti soggettivi, diciamo che possono essere ammesse a questa procedura le imprese assoggettabili al fallimento, ad esclusione dunque delle imprese pubbliche che restano soggette alla liquidazione coatta amministrativa; presupposti oggettivi, in cui per essere ammesse allamministrazione straordinaria occorre che le imprese commerciali: o siano in stato di insolvenza; o abbiano, da almeno 1 anno, un numero di dipendenti non inferiore a 200; o abbiano un indebitamento complessivo pari ad almeno 2/3 del totale dei beni che costituiscono lattivo dello stato patrimoniale quanto al totale dei ricavi che risultano dalla corrispondente voce del conto economico dellultimo esercizio.

Quando ricorrono tali presupposti, il tribunale non pu dichiarare il fallimento dellimpresa insolvente, ma deve emettere una sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza. E precisamente, tale sentenza (dichiarativa dello stato di insolvenza) strutturalmente simile alla sentenza di fallimento, poich vengono nominati il giudice delegato, 1 o 3 commissari giudiziali; in pratica, si ordina allimprenditore di depositare entro 2 giorni le scritture contabili in cancelleria e si assegna ai creditori il termine per la presentazione delle domande di insinuazione, stabilendo la data delladunanza di verifica dello stato passivo. Con la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza non viene per disposta limmediata ammissione dellimpresa insolvente allamministrazione straordinaria, ma viene soltanto avviato un procedimento che pu condurre allammissione allamministrazione straordinaria solo se vengono accertate concrete prospettive di recupero dellequilibrio economico dellimpresa. Alla sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza seguono solitamente gli stessi effetti conseguenti alla sentenza di fallimento, tranne quelli incompatibili con la prosecuzione provvisoria della gestione dellimpresa. E precisamente, solo nel caso in cui la gestione provvisoria dellimpresa stata affidata al commissario giudiziale,

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limprenditore perde lamministrazione e la disponibilit di tutto il suo patrimonio, cos come accade nel fallimento. Particolarmente importante la regola per cui i creditori sorti per la continuazione dellesercizio dellimpresa e la gestione del patrimonio del debitore si considerano crediti della massa, e sono quindi soddisfatti in prededuzione.

Se la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza riguarda una societ, i suoi effetti si estendono ai soci illimitatamente responsabili, anche se receduti, esclusi o defunti, purch la sentenza sia stata pronunciata entro lanno successivo allo scioglimento parziale, e purch linsolvenza della societ attenga in tutto o in parte a debiti contratti anteriormente a tale data. Dopo la nomina, il commissario giudiziale deve depositare nella cancelleria del tribunale entro 30 giorni dalla dichiarazione dello stato di insolvenza una relazione nella quale indica le cause dellinsolvenza, e soprattutto esprime la propria valutazione sulle prospettive di recupero dellequilibrio economico dellimpresa insolvente. E precisamente, tale recupero deve potersi realizzare:
a) o tramite la cessione dei complessi aziendali, sulla base di un

programma di prosecuzione dellesercizio dellimpresa di durata non superiore ad 1 anno (c.d. programma di cessione dei complessi aziendali);
b) o

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tramite la ristrutturazione economica e finanziaria dellimpresa, sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore a 2 anni (c.d. programma di ristrutturazione).

Copia della relazione del commissario viene trasmessa al Ministro delle attivit produttive, che esprime il proprio parere sulla ammissibilit dellapertura della procedura di amministrazione straordinaria. Entro 30 giorni dal deposito della relazione il tribunale ha 2 possibilit: 1. se non ritiene realizzabile nessuno dei due programmi alternativi indicati dalla legge, ne dichiara il fallimento con decreto motivato; 2. se, invece, ritiene che queste prospettive di recupero sussistono, sempre con decreto motivato dichiara lapertura della procedura di amministrazione straordinaria.

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Con il decreto ammissivo dellapertura dellamministrazione straordinaria, il tribunale dispone la prosecuzione dellesercizio dellimpresa, la cui gestione va affidata ad un commissario straordinario, la cui nomina devessere effettuata entro 5 giorni dalla comunicazione del decreto di apertura dellamministrazione straordinaria, dal Ministro delle attivit produttive, a cui spetta la vigilanza sullattivit di gestione dellimpresa affidata allo stesso commissario straordinario. Per quanto riguarda le opposizioni diciamo che, con la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza lopposizione va proposta da ogni interessato davanti allo stesso tribunale; se lopposizione viene accolta perch limpresa non ha natura commerciale o perch manca lo stato di insolvenza, il tribunale revoca con sentenza la dichiarazione dinsolvenza. Se, invece, lopposizione viene accolta solo perch mancano i presupposti dimensionali per la soggezione alla procedura di amministrazione straordinaria, occorre attendere che la sentenza di revoca passi in giudicato e successivamente (cio dopo il passaggio in giudicato) il tribunale deve disporre con decreto la conversione della procedura in fallimento; opportuno specificare che tale decreto di conversione non reclamabile. Dalla legge non detto a chi competa scegliere quale dei due programmi alternativi di riequilibrio economico debba essere adottato. invece la relazione alla legge a dichiarare che la scelta non pu essere effettuata dal tribunale in seno al decreto motivato con cui decide lapertura dellamministrazione straordinaria, e che essa deve essere compiuta successivamente dal commissario straordinario, il quale redige il programma sotto la vigilanza del Ministro delle attivit produttive, e deve presentarglielo entro i 60 giorni successivi al decreto di apertura della procedura. In particolare, lesecuzione del programma autorizzata con decreto del Ministro delle attivit produttive entro 30 giorni dalla sua presentazione.

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Nel programma qualunque dei due alternativi sia stato scelto vi si devono indicare: i beni aziendali destinati alla prosecuzione dellimpresa e quelli da dimettere; le previsioni economiche (cio, reddituali) e i fabbisogni finanziari (cio, le esigenze di credito) connesse alla prosecuzione dellesercizio dellimpresa; le eventuali liquidazioni dei beni funzionali allesercizio dellimpresa. non

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I due programmi alternativi presentano per una differenza di fondo, e cio: mentre col programma di cessione dei complessi aziendali si avvia una fase liquidatoria, nel senso che con lesecuzione del programma di cessione si dimettono i beni aziendali, con i quali il cessionario a continuare a svolgere lattivit dimpresa; con il programma di ristrutturazione, invece, si persegue il risanamento dellimpresa in modo che questa alla fine possa anche rimanere allo stesso debitore.

Del tutto indipendente dal tipo di programma adottato la disciplina di tutela dei lavoratori subordinati: anzitutto, per quanto riguarda lo scopo centrale di conservazione dei posti di lavoro riconosciuto alla procedura di amministrazione straordinaria, escluso che il commissario straordinario possa sciogliersi dai contratti di lavoro subordinato; e secondariamente, disposto che il commissario straordinario, quando procede alla vendita di aziende in esercizio, deve scegliere lacquirente valutando, oltre lammontare del prezzo offerto, anche la sua affidabilit ad adempiere gli obblighi di proseguire per almeno un biennio le attivit imprenditoriali e di mantenere per lo stesso periodo i livelli occupazionali che vanno stabiliti nellatto di vendita. Gli atti di esecuzione del programma sono compiuti dal commissario straordinario, e precisamente: per quelli pi rilevanti (ad esempio, gli atti di alienazione o di affitto di aziende) occorre lautorizzazione del Ministro delle attivit produttive, sentito il parere obbligatorio del comitato di sorveglianza. Durante lesecuzione del programma, il commissario straordinario pu chiedere al Ministro delle attivit produttive, la modifica del programma autorizzato, o la sua sostituzione con il programma alternativo (che devono comunque essere autorizzate dallo stesso Ministro). Per quanto riguarda la cessazione della procedura di amministrazione straordinaria diciamo che essa (cio la cessazione) si verifica quando il tribunale su richiesta del commissario straordinario o dufficio ne dispone con decreto motivato la conversione in fallimento. E precisamente, essa (la conversione), pu essere disposta nel corso della procedura, quando lamministrazione straordinaria non pu essere utilmente proseguita; oppure essa (cio la conversione) pu essere disposta anche al termine della procedura, ossia alla scadenza del programma autorizzato.

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Con il decreto di conversione, reclamabile da ogni interessato alla corte dappello, il tribunale nomina gli organi del fallimento in sostituzione di quelli dellamministrazione straordinaria. La chiusura dellamministrazione straordinaria si ha nei seguenti 2 casi: 1) quando, nei termini previsti dalla sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, non sono state presentate insinuazioni al passivo; 2) quando, alla scadenza di uno dei due programmi, o anche prima della scadenza, risulta eliminato lo stato di insolvenza. Se stato autorizzato un programma di cessione dei complessi aziendali, la chiusura si verifica anche in questi altri 2 casi: 3) quando compiuta la ripartizione finale dellattivo; 4) quando, anche prima della ripartizione finale dellattivo, sono soddisfatti tutti i crediti ammessi, o questi sono in altro modo estinti (ad esempio, per remissione) e sono state pagate le spese della procedura. La chiusura dichiarata dal tribunale con decreto motivato, su istanza del commissario straordinario o del debitore, o anche dufficio. Il decreto reclamabile alla corte dappello (art. 76). Il tribunale pu disporre la riapertura su istanza del debitore o di qualunque creditore solo nel caso di chiusura dellamministrazione straordinaria per ripartizione finale dellattivo (e quindi se sono rimasti creditori insoddisfatti). E precisamente, leffetto della riapertura non quello di ripresa della procedura di amministrazione straordinaria, bens la sua conversione in fallimento (art. 77). La cessazione dellamministrazione straordinaria pu avvenire anche per concordato, la cui proposta devessere autorizzata dallautorit di vigilanza e pu essere presentata al tribunale sia dal debitore che da un terzo (art. 78). Pu accadere, inoltre, che sia stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria unimpresa commerciale facente parte di un gruppo di imprese, nel cui concetto rientrano le situazioni di controllo di diritto diretto o indiretto e le situazioni in cui le imprese risultano soggette ad una direzione comune. Lestensione dellamministrazione straordinaria si attua attraverso le due fasi distinte della sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza e del successivo decreto di apertura dellamministrazione straordinaria.
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A seguito della sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza di unimpresa di gruppo, sono attribuiti al commissario giudiziale (o, successivamente, al commissario straordinario) particolari poteri per la reintegrazione del patrimonio dellimpresa insolvente. E precisamente, al commissario attribuita la legittimazione a denunciare ex art. 2409 c.c. le irregolarit degli amministratori delle altre societ del gruppo, con la possibilit di esserne nominati amministratori giudiziari; di esercitare le azioni revocatorie contro le altre imprese del gruppo. Quando lo stato di insolvenza riguarda imprese commerciali che abbiano almeno 500 lavoratori subordinati e debiti per almeno 300 milioni di euro, si pu applicare una particolare procedura di amministrazione straordinaria inizialmente diretta a realizzare il risanamento dellimpresa attraverso un programma di ristrutturazione economica e finanziaria. La richiesta di ammissione, motivata e corredata da unadeguata documentazione, va presentata dallimprenditore direttamente al Ministro, con contestuale ricorso al tribunale per la dichiarazione dello stato di insolvenza. Se il tribunale respinge il ricorso per la dichiarazione dellinsolvenza o accerta linesistenza dei presupposti dimensionali, cessano gli effetti del provvedimento ministeriale di ammissione, pur rimanendo salvi quelli degli atti legalmente compiuti dal commissario straordinario. In caso contrario, lo stesso commissario entro 180 giorni dal decreto di nomina deve presentare al Ministro il programma di ristrutturazione del debito, per il risanamento dellimpresa, onde ne venga autorizzata lesecuzione (art. 4). Tuttavia opportuno specificare che, il programma di risanamento non pu avere una durata superiore a 2 anni. Nel programma pu anche essere previsto che la soddisfazione dei creditori avvenga attraverso un concordato, nel quale si possono proporre: a) la suddivisione dei creditori in classi secondo la posizione giuridica ed interessi economici omogenei (ad esempio, fornitori, finanziatori, professionisti); b) trattamenti differenziati tra creditori appartenenti a classi diverse; c) la soddisfazione dei creditori, anche mediante accolli, fusioni o altre operazioni societarie; d) lattribuzione ad un assuntore delle attivit delle imprese interessate dalla proposta di concordato, con leventuale

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cessione delle azioni revocatorie gi promosse dal commissario straordinario. Il concordato approvato se ottiene il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto o se sono previste diverse classi di creditori il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto nella stessa classe. Se la maggioranza raggiunta, il tribunale approva il concordato con sentenza in camera di consiglio. Se, invece, il tribunale respinge il concordato, il commissario straordinario pu proseguire lattivit imprenditoriale, se presenta al Ministro un programma di cessione dei beni aziendali; se tale programma (di cessione) non viene presentato o, comunque, non autorizzato dal Ministro, il tribunale dispone la conversione della procedura di amministrazione straordinaria in fallimento, restando salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi della procedura. Alla conversione in fallimento il tribunale procede anche quando il Ministro non ha autorizzato lesecuzione del programma di ristrutturazione.

I MEZZI PER EVITARE IL FALLIMENTO, LA LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA E LAMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA IL CONCORDATO PREVENTIVO , innanzitutto, opportuno premettere che la normativa originaria stata modificata dalla legge 14 maggio 2005 n.80, dalla quale non per definito il concetto di stato di crisi introdotto nellart. 160 della legge fallimentare quale presupposto per la richiesta di ammissione alla procedura concordataria. E precisamente, allimprenditore che si venuto a trovare in stato di crisi il legislatore concede la possibilit di evitare il fallimento o lamministrazione straordinaria mediante un concordato preventivo da concludersi coi suoi creditori dellapertura del procedimento concorsuale esecutivo. prima

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La domanda di concordato preventivo presentata dallimprenditore al tribunale, perch sia sottoposta allapprovazione dei creditori, sulla base di un piano analogo a quello previsto per il procedimento speciale di amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi. Nel piano limprenditore pu, infatti, prevedere:

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a) la ristrutturazione dei debiti, poich a differenza di quanto pu accadere nel concordato fallimentare nel concordato preventivo i creditori privilegiati vanno soddisfatti integralmente; b) la soddisfazione dei crediti (chirografari) attraverso qualsiasi forma, anche mediante cessione di beni, accollo o altre operazioni straordinarie; c) leventuale attribuzione dellattivo ad un terzo assuntore; d) leventuale suddivisione dei creditori in classi, anche con trattamenti differenziati. In particolare la domanda dellimprenditore deve presentarsi con ricorso al tribunale del luogo dov posta la sede principale dellimpresa. Al ricorso bisogna unire: 1. una relazione aggiornata sulla situazione economica e finanziaria dellimpresa 2. uno stato analitico ed estimativo delle attivit 3. lelenco nominativo dei creditori 4. lelenco dei titolari di diritti reali o personali su beni del debitore 5. il valore dei beni e lindicazione dei creditori personali degli eventuali soci illimitatamente responsabili. Il piano e la documentazione devono essere accompagnati dalla relazione di un professionista in possesso dei requisiti per la nomina a curatore fallimentare, che attesti la veridicit dei dati aziendali e la fattibilit dello stesso piano. Il tribunale sentito il pubblico ministero accerta la completezza e la regolarit della documentazione e, se sono previste diverse classi di creditori, la correttezza dei criteri adottati per la loro formazione. In caso di accertamento negativo dichiara con decreto non soggetto a reclamo inammissibile la proposta di concordato e, con separata sentenza, pronuncia dufficio il fallimento. In caso di accertamento positivo, invece, il tribunale dichiara sempre con decreto motivato non soggetto a reclamo aperta la procedura di concordato preventivo (art. 163 c.1 1. fall.). Lo stesso decreto deve contenere le seguenti statuizioni:
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patrimoniale,

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la nomina del giudice commissario giudiziale

delegato

del

la data per ladunanza dei creditori il termine entro il quale limprenditore deve, pena la dichiarazione di fallimento, depositare nella cancelleria del tribunale la somma che si presume necessaria per lespletamento dellintera procedura.

Al decreto viene pubblicazione:

data,

cura

del

cancelliere,

la

seguente

affissione allalbo del tribunale iscrizione nel registro delle imprese pubblicazione in uno o pi giornali eventualmente indicati dal tribunale annotazione nei registri mobiliari e immobiliari relativi ai beni mobili (registrati) ed immobili del ricorrente.
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Anche il concordato preventivo (come il fallimento) caratterizzato dal principio della par condicio creditorum. Per quanto riguarda gli organi diciamo che: le funzioni del giudice delegato sono analoghe a quelle del fallimento, infatti egli (il giudice) adotta i suoi provvedimenti sotto forma di decreti reclamabili al tribunale; le funzioni del commissario giudiziale sono analoghe a quelle del curatore fallimentare. Limprenditore, per, conserva lamministrazione dei suoi beni e lesercizio dellimpresa, seppure sotto la vigilanza del commissario giudiziale. Inoltre, gli espressamente vietato di compiere atti di straordinaria amministrazione senza lautorizzazione scritta del giudice delegato; nel caso li dovesse compiere senza detta autorizzazione, essi (cio gli atti), sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato, ed inoltre ne deriva lapertura del fallimento (art. 173 c.2 1. fall).

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Il commissario giudiziale, subito dopo la sua nomina, deve compiere una serie di atti, in vista delladunanza dei creditori. E precisamente, egli deve: 1. verificare lelenco dei creditori e dei debitori, apportandovi le necessarie modifiche; 2. comunicare ai creditori, con raccomandata o telegramma, la data delladunanza e le proposte del debitore; 3. redigere linventario del patrimonio del debitore e preparare una relazione particolareggiata sulle cause del dissesto, sulla condotta del debitore, sulla convenienza e sulle garanzie del concordato, depositandola nella cancelleria almeno 3 giorni prima delladunanza dei creditori. Nel giorno stabilito nel decreto del tribunale ha luogo ladunanza dei creditori, presieduta dal giudice delegato. Lordine delle operazioni nelladunanza il seguente: 1) il commissario giudiziale illustra la sua relazione e le proposte definitive del debitore; 2) ogni creditore pu esporre le ragioni per cui non ritiene ammissibile o accettabile la proposta di concordato, e pu contestare i creditori concorrenti; il debitore pu rispondere, e a sua volta contestare i creditori concorrenti; 3) quindi il giudice decide sullammissione (o meno) dei crediti contestati; 4) si passa quindi alla votazione(con le stesse modalit previste per il concordato fallimentare); 5) la votazione viene documentata in un processo verbale, distinguendo i creditori in favorevoli e contrari, e indicando i loro nomi e lammontare del loro credito; il verbale viene quindi chiuso con la sottoscrizione del giudice e del cancelliere. Se non si raggiunge la maggioranza numerica dei votanti, il concordato respinto ed il giudice delegato ne riferisce al tribunale che dichiara il fallimento. Se, invece, si raggiunge la maggioranza numerica, ma non la maggioranza dei crediti ammessi al voto, vengono computate anche le adesioni favorevoli pervenute per telegramma o per lettera nei 20 giorni successivi alla chiusura del verbale; se neanche con queste adesioni si raggiunge la maggioranza dei crediti, il concordato respinto ed il giudice delegato ne riferisce al tribunale, che dichiara il fallimento.
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Se le maggioranze sono raggiunte, il concordato approvato e si deve, quindi, passare al procedimento di omologazione (art. 180 1. fall.), e precisamente: il giudice delegato fissa con ordinanza ludienza di comparazione dinanzi a s, entro un termine non superiore a 30 giorni dalla affissione della stessa ordinanza. La causa devessere iscritta a ruolo. Il tribunale fissa unudienza camerale per la comparazione del debitore e del commissario giudiziale, provvedimento che viene notificato dal debitore, oltre che al commissario, anche ai creditori dissenzienti; questi, e qualunque altro interessato, se intendono opporsi allomologazione del concordato, devono costituirsi in cancelleria almeno 10 giorni prima delludienza di comparazione depositando un atto di opposizione. Il tribunale approva il concordato se sono state raggiunte, con voti validi, le maggioranze prescritte. Lapprovazione del concordato avviene con decreto (c.d. decreto di omologazione), che deve essere emesso nel termine di 6 mesi dalla presentazione della domanda di concordato. Il concordato omologato efficace, e quindi vincolante, per tutti i creditori anteriori al decreto di apertura della procedura di concordato. Contro il decreto di omologazione possono appellare gli opponenti; contro il decreto che respinge il concordato pu appellare il debitore. Latto di appello deve essere notificato alle altre parti del giudizio di omologazione (cio, debitori e creditori opponenti), nonch al commissario giudiziale. Al decreto di appello data la stessa pubblicit prescritta per la sentenza dichiarativa di fallimento e contro di essa di pu ricorrere in cassazione nel termine ordinario di 60 giorni dalla data dellaffissione della sentenza dappello. Il concordato viene eseguito sotto la sorveglianza del commissario giudiziale. Il concordato preventivo pu essere annullato o risolto nelle stesse ipotesi in cui pu essere annullato o risolto il concordato fallimentare (art. 186 c.1 1. fall.). Nel caso di concordato mediante cessione di beni, si ha la risoluzione del concordato se dalla loro liquidazione non si ricavano le somme necessarie per il soddisfacimento integrale dei creditori privilegiati, o non si ricavi alcuna percentuale per il pagamento dei creditori (chirografari). Con la sentenza che annulla o risolve il concordato il tribunale dichiara il fallimento, o provvede alla dichiarazione di insolvenza, che comunica allautorit competente, se si tratta di unimpresa soggetta
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ad amministrazione straordinaria o a amministrativa, con esclusione del fallimento.

liquidazione

coatta

ACCORDI EXTRAGIUDIZIARI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI Invece di presentare una tipica proposta di concordato preventivo, limprenditore pu preferire stipulare direttamente in accordo di ristrutturazione del debito con coloro i cui crediti nei suoi confronti ammontano almeno sino al 60% della sua esposizione debitoria, chiedendo lomologazione dellaccordo al tribunale. Lomologazione occorre per evitare che i pagamenti effettuati in esecuzione dellaccordo possano, in caso di successivo fallimento, essere soggetti allazione revocatoria fallimentare. Inoltre, lomologazione giudiziaria anche richiesta per tutelare i diritti dei creditori estranei agli accordi di ristrutturazione, che devono essere soddisfatti regolarmente. prescritto, infatti, che la domanda di omologazione dellaccordo vada depositata in tribunale unitamente ad una relazione redatta da un esperto sullabitualit dellaccordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneit ad assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei allaccordo. Laccordo di ristrutturazione diventa efficace dopo la sua pubblicazione nel registro delle imprese. Entro 30 giorni dalla pubblicazione, i creditori e ogni altro interessato possono presentare opposizione; se tali opposizioni sono respinte, il tribunale procede allomologazione con un decreto camerale, reclamabile alla corte dappello entro 15 giorni dalla sua pubblicazione nel registro delle imprese (art. 182-bis c. 2-5).

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Leggi approvate a fine 2008 molto importanti

D. lgs. n. 172/2008 che modifica artt. 2427, 2427 bis, 2345 bis del codice civile

1. All'articolo 2427, primo comma, del codice civile, dopo il numero 22 sono aggiunti i seguenti: 22-bis) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l'importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le stesse siano rilevanti e non siano state concluse a normali condizioni

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di mercato. Le informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della societ; 22-ter) la natura e l'obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e l'indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della societ.. 2. Dopo il primo comma dell'articolo 2427 del codice civile, e'aggiunto il seguente: Ai fini dell'applicazione del primo comma, numeri 22-bis) e 22-ter), e degli articoli 2427-bis e 2428, terzo comma, numero 6-bis), per le definizioni di "strumento finanziario", "strumento finanziario derivato", "fair value", "parte correlata" e "modello e tecnica di valutazione generalmente accettato" si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall'Unione europea.. 3. Il quinto comma dell'articolo 2427-bis del codice civile e' abrogato. 4. Al primo comma dell'articolo 2435-bis del codice civile, i numeri 1) e 2) sono sostituiti dai seguenti: 1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro; 2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro;. 5. All'articolo 2435-bis del codice civile, dopo il quinto comma e'inserito il seguente: Le societ possono limitare l'informativa richiesta ai sensi dell'articolo 2427, primo comma, numero 22-bis, alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle con i membri degli organi di amministrazione e controllo, nonch limitare alla natura e all'obiettivo economico le informazioni richieste ai sensi dell'articolo 2427, primo comma, numero 22-ter. - Il testo dell'art. 2427 del codice civile, cosi' come modificato dal presente decreto, cosi' recita: Art. 2427 (Contenuto della nota integrativa). La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni: 1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella
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conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato; 2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce: il costo; le precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce, le alienazioni avvenuti nell'esercizio; le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni effettuati nell'esercizio; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla chiusura dell'esercizio; 3) la composizione delle voci: costi di impianto e di ampliamento e: costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit', nonch le ragioni della iscrizione ed i rispettivi criteri di ammortamento; 3-bis) la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni materiali e immateriali, facendo a tal fine esplicito riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici, alla loro prevedibile durata utile e, per quanto rilevante, al loro valore di mercato, segnalando altres le differenze rispetto a quelle operate negli esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati economici dell'esercizio; 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo; in particolare, per le voci del patrimonio netto, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le utilizzazioni; 5) l'elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di societ fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale, l'importo del patrimonio netto, l'utile o la perdita dell'ultimo esercizio, la quota posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito; 6) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura delle garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche; 6-bis) eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell'esercizio; 6-ter) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti relativi ad operazioni che prevedono l'obbligo per l'acquirente di retrocessione a termine; 7) la composizione delle voci ratei e risconti attivi e ratei e risconti passivi e della voce altri fondi dello stato patrimoniale, quando il

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loro ammontare sia apprezzabile, nonch la composizione della voce altre riserve; 7-bis) le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate, con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilit di utilizzazione e distribuibilit, nonch della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi; 8) l'ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce; 9) gli impegni non risultanti dallo stato patrimoniale; le notizie sulla composizione e natura di tali impegni e dei conti d'ordine, la cui conoscenza sia utile per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della societ, specificando quelli relativi a imprese controllate, collegate, controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 10) se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attivit e secondo aree geografiche; 11) l'ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell'art. 2425, numero 15), diversi dai dividendi; 12) la suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari, indicati nell'art. 2425, n. 17), relativi a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche, e altri; 13) la composizione delle voci: proventi straordinari e: oneri straordinari del conto economico, quando il loro ammontare sia apprezzabile; 14) un apposito prospetto contenente: a) la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la rilevazione di imposte differite e anticipate, specificando l'aliquota applicata e le variazioni rispetto all'esercizio precedente, gli importi accreditati o addebitati a conto economico oppure a patrimonio netto, le voci escluse dal computo e le relative motivazioni; b) l'ammontare delle imposte anticipate contabilizzato in bilancio attinenti a perdite dell'esercizio o di esercizi precedenti e le motivazioni dell'iscrizione, l'ammontare non ancora contabilizzato e le motivazioni della mancata iscrizione; 15) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria;
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16) l'ammontare dei compensi spettanti agli amministratori ed ai sindaci, cumulativamente per ciascuna categoria; 17) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della societ e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della societ sottoscritte durante l'esercizio; 18) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni e i titoli o valori simili emessi dalla societ, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono; 19) il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla societ, con l'indicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni relative; 19-bis) i finanziamenti effettuati dai soci alla societ, ripartiti per scadenze e con la separata indicazione di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri creditori; 20) i dati richiesti dal terzo comma dell'art. 2447-septies con riferimento ai patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi della lettera a) del primo comma dell'art. 2447-bis; 21) i dati richiesti dall'art. 2447-decies, ottavo comma; 22) le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che ne costituiscono oggetto, sulla base di un apposito prospetto sulla base di un apposito prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all'onere finanziario effettivo inerenti i singoli contratti, l'onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all'esercizio, l'ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell'esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all'esercizio; 22-bis) le operazioni realizzate con le parti correlate, precisando l'importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le stesse siano rilevanti e non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli

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effetti delle operazioni medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della societ; 22-ter) la natura e l'obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e l'indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della societ. Ai fini dell'applicazione del primo comma, numeri 22-bis) e 22-ter), e degli articoli 2427-bis e 2428, terzo comma, numero 6-bis), per le definizioni di strumento finanziario, strumento finanziario derivato", fair value", parte correlata" e "modello e tecnica di valutazione generalmente accettato" si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall'Unione europea.. - Il testo dell'art. 2427-bis del codice civile, cosi' come modificato dal presente decreto, cosi' recita: Art. 2427-bis (Informazioni relative al valore equo fair value degli strumenti finanziari). Nella nota integrativa sono indicati: 1) per ciascuna categoria di strumenti finanziari derivati: a) il loro fair value; b) informazioni sulla loro entita' e sulla loro natura; 2) per le immobilizzazioni finanziarie iscritte a un valore superiore al loro fair value, con esclusione delle partecipazioni in societa' controllate e collegate ai sensi dell'art. 2359 e delle partecipazioni in joint venture: a) il valore contabile e il fair value delle singole attivita', o di appropriati raggruppamenti di tali attivita'; b) i motivi per i quali il valore contabile non e' stato ridotto, inclusa la natura degli elementi sostanziali sui quali si basa il convincimento che tale valore possa essere recuperato.

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2. Ai fini dell'applicazione delle disposizioni del comma 1, sono considerati strumenti finanziari derivati anche quelli collegati a merci che conferiscono all'una o all'altra parte contraente il diritto di procedere alla liquidazione del contratto per contanti o mediante altri strumenti finanziari, ad eccezione del caso in cui si verifichino contemporaneamente le seguenti condizioni: a) il contratto sia stato concluso e sia mantenuto per soddisfare le esigenze previste dalla societa' che redige il bilancio di acquisto, di vendita o di utilizzo delle merci; b) il contratto sia stato destinato a tale scopo fin dalla sua conclusione; c) si prevede che il contratto sia eseguito mediante consegna della merce. 3. Il fair value e' determinato con riferimento: a) al valore di mercato, per gli strumenti finanziari per i quali e' possibile individuare facilmente un mercato attivo; qualora il valore di mercato non sia facilmente individuabile per uno strumento, ma possa essere individuato per i suoi componenti o per uno strumento analogo, il valore di mercato pu essere derivato da quello dei componenti o dello strumento analogo; b) al valore che risulta da modelli e tecniche di valutazione generalmente accettati, per gli strumenti per i quali non sia possibile individuare facilmente un mercato attivo; tali modelli e tecniche di valutazione devono assicurare una ragionevole approssimazione al valore di mercato. 4. Il fair value non e' determinato se l'applicazione dei criteri indicati al comma precedente non da' un risultato attendibile. 5. (Abrogato).. - Il testo dell'art. 2435-bis del codice civile, cosi' come modificato dal presente decreto, e' il seguente: Art. 2435-bis (Bilancio in forma abbreviata).

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Le societa', che non abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, possono redigere il bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti: 1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale 4.400.000 euro; 2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro; 3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 50 unita'. Nel bilancio in forma abbreviata lo stato patrimoniale comprende solo le voci contrassegnate nell'art. 2424 con lettere maiuscole e con numeri romani; le voci A e D dell'attivo possono essere comprese nella voce CII; dalle voci BI e BII dell'attivo devono essere detratti in forma esplicita gli ammortamenti e le svalutazioni; la voce E del passivo puo' essere compresa nella voce D; nelle voci CII dell'attivo e D del passivo devono essere separatamente indicati i crediti e i debiti esigibili oltre l'esercizio successivo. Nel conto economico del bilancio in forma abbreviata le seguenti voci previste dall'art. 2425 possono essere tra loro raggruppate: voci A2 e A3; voci B9(c), B9(d), B9(e); voci B10(a), B10(b),B10(c); voci C16(b) e C16(c); voci D18(a), D18(b), D18(c); voci D19(a), D19(b), D19(c). Nel conto economico del bilancio in forma abbreviata nella voce E20 non e' richiesta la separata indicazione delle plusvalenze e nella voce E21 non e' richiesta la separata indicazione delle minusvalenze e delle imposte relative a esercizi precedenti. Nella nota integrativa sono omesse le indicazioni richieste dal numero 10 dell'art. 2426 e dai numeri 2), 3), 7), 9), 10), 12), 13), 14), 15), 16) e 17) dell'art. 2427 e dal numero 1) del comma 1 dell'art. 2427-bis; le
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indicazioni richieste dal numero 6) dell'art. 2427 sono riferite all'importo globale dei debiti iscritti in bilancio Le societa' possono limitare l'informativa richiesta ai sensi dell'art. 2427, primo comma, numero 22-bis, alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle con i membri degli organi di amministrazione e controllo, nonch limitare alla natura e all'obiettivo economico le informazioni richieste ai sensi dell'art. 2427, primo comma, numero 22-ter. Qualora le societa' indicate nel primo comma forniscano nella nota integrativa le informazioni richieste dai numeri 3) e 4) dell'art. 2428, esse sono esonerate dalla redazione della relazione sulla gestione. Le societa' che a norma del presente articolo redigono il bilancio in forma abbreviata devono redigerlo in forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei limiti indicati nel primo comma..

Decreto anticrisi

l. n.2 del 28/01/2009


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Accertamenti (articolo 27, commi da 1 a 8) Raffica di misure in materia di accertamento dei tributi. Viene ampliata la possibilit per il contribuente di usufruire dell'istituto dell'accertamento con adesione: il soggetto passivo dell'obbligazione tributaria pu prestare adesione anche ai contenuti dell'invito a comparire innanzi al competente ufficio dell'amministrazione finanziaria, per quanto attiene alle imposte dirette e all'Iva. L'adesione all'invito a comparire innesca un meccanismo premiale: si riducono alla met le sanzioni applicabili per le violazioni relative ai tributi oggetto dell'adesione commesse nel periodo d'imposta e le violazioni concernenti il contenuto delle dichiarazioni relative allo stesso periodo. Se il contribuente aderisce all'invito a comparire, le sanzioni sono ridotte a un ottavo del minimo. Escluso l'obbligo di prestare garanzie in caso di pagamento rateale. Le somme dovute generano interessi al saggio legale, calcolati dal giorno successivo al versamento della prima rata. Il mancato pagamento delle somme dovute di comporta l'iscrizione a ruolo a titolo definitivo dei relativi importi. L'invito al contraddittorio non si applica agli inviti preceduti dai verbali di constatazione ai fini dell'accertamento parziale, per i quali prevista la possibilit di adesione, ove tale adesione non sia stata prestata, e con riferimento alle maggiori imposte e altre somme relative alle violazioni indicate nei processi verbali che consentono l'emissione di accertamenti parziali. L'invito a comparire deve essere

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motivato e contenere le maggiori imposte, ritenute, contributi, sanzioni e interessi dovuti in caso di definizione agevolata, nonch i motivi che hanno dato luogo alla determinazione di tali maggiori imposte, ritenute e contributi. Esteso l'ambito operativo dell'adesione ai contenuti dell'invito a comparire, consentendo al contribuente di usufruire di questa modalit di definizione anche per quanto riguarda le altre imposte indirette, diverse dall'Iva. Nel caso di adesione all'invito a comparire, la misura delle sanzioni ridotta a un ottavo del minimo previsto dalla legge. Le norme sull'adesione ai contenuti dell'invito a comparire, per quanto attiene all'accertamento delle imposte dirette e dell'Iva, si applichino agli inviti emessi dagli uffici dell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 1 gennaio 2009. Le norme introdotte in materia di definizione agevolata relative alle altre imposte indirette si applicano dal momento dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge anticrisi. Limiti a ulteriori attivit di accertamento presuntivo nei confronti dei contribuenti che aderiscono agli inviti a comparire emessi in relazione degli studi di settore, per i periodi d'imposta in corso al 31 dicembre 2006 e successivi. Modificate le disposizioni (articolo 4 del Dlgs 218/1997) in tema di competenza degli uffici dell'amministrazione finanziaria per la definizione degli accertamenti relativi alle imposte sui redditi e all'imposta sul valore aggiunto. Ampliato l'ambito applicativo di alcune misure cautelari previste dal Dlgs 472/1997. L'applicazione delle misure cautelari dell'iscrizione di ipoteca e del sequestro conservativo (di cui all'articolo 22 del citato D.Lgs. n. 472 del 1997) estesa all'insieme delle somme dovute per il pagamento di tributi e relativi interessi vantati dagli uffici e dagli enti in base ai processi verbali di constatazione. Se sussiste pericolo per la riscossione, dopo la notifica degli atti con i quali vengono accertati maggiori tributi, le disposizioni cautelari si applicano a tutti gli importi dovuti. Disciplina particolare in tema di efficacia dei provvedimenti cautelari adottati per i crediti nascenti da atti di accertamento. Le misure cautelari perdono efficacia dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento della cartella per gli importi iscritti a ruolo. Interventi sulla disciplina del diritto (in capo al concessionario della riscossione, nei confronti dell'ente creditore) al discarico per inesigibilit.

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Accertamenti su particolari categorie di contribuenti (articolo 27, commi da 9 a 15) Disposizioni in materia di controlli fiscali su determinate categorie di contribuenti, o imprese di grandi dimensioni. L'Agenzia delle entrate tenuta di norma ad attivare un controllo sostanziale sulle dichiarazioni dei redditi e sulle dichiarazioni Iva delle imprese di pi rilevante dimensione. Il controllo deve essere attivato entro l'anno successivo a quello della presentazione delle dichiarazioni. Per "imprese di pi

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rilevante dimensione", si intendono quelle che conseguono un volume d'affari o ricavi non inferiori a 300 milioni di euro. L'importo verr gradualmente diminuito fino a 100 milioni di euro entro il 31 dicembre 2011, con modalit stabilite tramite provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate. Fissate le modalit del "controllo sostanziale", da effettuarsi selettivamente, sulla base di specifiche analisi di rischio. Disposizioni sulle istanze di interpello presentate dalle imprese di grandi dimensioni sottoposte alla disciplina test illustrata in tema di controlli. Disposizioni organizzative per l'Agenzia delle entrate: vengono ridefinite le competenze interne delle varie strutture in funzione delle nuove norme in materia di controllo sulle grandi imprese. Agevolazioni fiscali per le Onlus (articolo 30) L'articolo dedicato ai circoli privati (si legga la voce nell'abc), comprende anche due commi dedicati alle agevolazioni fiscali per le Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilit sociale). Vengono inoltre elencati i requisiti necessari a configurare un ente come Onlus e a consentire l'accesso alle agevolazioni (anche di natura fiscale) che la legge accorda. Si considera "attivit di beneficienza", rilevante ai fini della configurazione dei requisiti delle Onlus, anche la concessione di erogazioni gratuite in denaro, con utilizzo di somme provenienti dalla gestione patrimoniale o da donazioni appositamente raccolte, a favore di enti privi di scopo di lucro operanti in alcuni specifici settori, per la realizzazione diretta di progetti di utilit sociale. La qualifica di Onlus (con i conseguenti benefici fiscali) prevista dall'articolo 10 comma 8 del decreto legislativo di disciplina delle Onlus (Dlgs 460/1997) spetta alle associazioni e alle organizzazioni di volontariato che non svolgono attivit commerciali diverse da quelle marginali, senza che tale qualifica sia condizionata alla trasmissione dei dati all'Agenzia delle entrate. Previste agevolazioni fiscali per le Onlus: viene estesa l'applicazione dell'imposta catastale in misura fissa, per un importo pari a 168 euro, ai trasferimenti in favore delle Onlus nei casi in cui ricorrano le condizioni di cui alla nota II-quater all'articolo 1, comma 1, parte I della Tariffa allegata al Dpr 131/1986. Le agevolazioni fiscali per le Onlus trovano applicazione fino al 31 dicembre 2009. L'onere di attuazione delle agevolazioni fiscali in tema di imposta catastale quantificato in 3 milioni di euro per il solo anno 2009. Ammortizzatori sociali (articolo 19, commi da 1 a 17) Disposizioni in materia di ammortizzatori sociali. Interventi, nell'ambito del Fondo per l'occupazione e nei limiti di specifici stanziamenti, per riconoscere l'accesso a specifici istituti di tutela del reddito (comprese le somme per contribuzione figurativa e assegni al nucleo familiare) in caso di sospensione dal lavoro dei soggetti interessati. Preordinate le somme di 289 milioni di euro per l'anno

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2009, di 304 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011 e di 54 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012. Un decreto del ministero del Lavoro, di concerto con l'Economia, fisser modalit e criteri di priorit per l'accesso a una serie di istituti di tutela del reddito, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto anticrisi. riconosciuto l'accesso, per specifiche categorie di lavoratori, all'indennit ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti normali, all'indennit ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti, a un trattamento, in via sperimentale, per il triennio 2009-2011, pari all'indennit ordinaria di disoccupazione con requisiti normali per i lavoratori assunti con la qualifica di apprendista, all'istituto sperimentale per il triennio 20092011, di tutela del reddito per i lavoratori a progetto in possesso di determinati requisiti, pari al 10% del reddito dell'anno precedente. Per il trasporto aereo, varata la cosiddetta norma salva-Malpensa: per assicurare il mantenimento dei collegamenti internazionali e i livelli occupazionali del settore, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto anticrisi, il ministero delle Infrastrutture, di concerto con il ministero degli Affari esteri, promuover la conclusione di accordi bilaterali, o la modifica di quelli esistenti, per consentire di ampliare il numero dei vettori operanti sulle rotte interne e internazionali, o incrementare le frequenze sulle quali consentito operare i voli, dando priorit ai vettori che si impegnano a mantenere i livelli occupazionali. In via transitoria si prevede inoltre che l'Enac per consentire la massima accessibilit alle rotte internazionali da e per l'Italia, rilasci ai vettori che ne facciano richiesta autorizzazioni temporanee, di durata non inferiore a 18 mesi. In caso di mobilit tra i fondi interprofessionali per la formazione continua, la quota di adesione a carico del datore di lavoro presso il fondo di provenienza deve essere trasferita al fondo interprofessionale di adesione in misura pari al 70% del totale, al netto dell'ammontare eventualmente gi utilizzato dallo stesso datore di lavoro per finanziare propri piani formativi. Il trasferimento effettivo a condizione che l'importo da trasferire per tutte le posizioni contributive del datore di lavoro interessato sia almeno pari a 3mila euro. Obbligo, per il fondo di provenienza, di eseguire il trasferimento entro 90 giorni dal ricevimento della richiesta da parte del datore di lavoro, senza addebito di oneri o costi, nonch il versamento di eventuali arretrati pervenuti dall'Inps entro 90 giorni dal loro ricevimento. Previsti ammortizzatori sociali in deroga. Proroga dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria, di mobilit e di disoccupazione speciale gi concessi, disposta nell'ambito delle risorse finanziarie destinate per il 2009 alla concessione di trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilit e di disoccupazione speciale, nonch dei programmi finalizzati alla gestione di crisi occupazionali, anche con riferimento a settori produttivi e ad aree regionali, definiti in specifiche intese stipulate in

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sede istituzionale territoriale entro il 20 maggio 2009 e recepite in accordi in sede governativa entro il 15 giugno 2009. Il diritto a percepire qualsiasi trattamento di sostegno al reddito previsto dalla legislazione vigente in materia di ammortizzatori sociali, subordinato alla dichiarazione di immediata disponibilit al lavoro o a un percorso di riqualificazione professionale. In caso di rifiuto di rifiuto di sottoscrivere la dichiarazione o, una volta sottoscritta, in caso di rifiuto di un percorso di riqualificazione professionale o di un lavoro congruo, il lavoratore perde il diritto a qualsiasi erogazione di carattere retributivo e previdenziale, anche a carico del datore di lavoro, fatti salvi i diritti gi maturati. Per i lavoratori non destinatari dei trattamenti di mobilit, in caso di licenziamento, prevista l'erogazione di un trattamento di ammontare equivalente all'indennit di mobilit nell'ambito delle risorse finanziarie destinate per l'anno 2009 agli ammortizzatori sociali in deroga alla vigente normativa.

Anticipazione del trattamento di fine rapporto (articolo 4, commi 4 e 5) Modificate le norme sull'estensione ai dipendenti pubblici della disciplina sulle anticipazioni del trattamento di fine rapporto prevista per i dipendenti privati. Il previsto decreto del ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione, di concerto con i ministri dell'Economia e del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, oltre alle modalit applicative, dovr indicare requisiti e criteri per l'estensione. Il provvedimento dovr essere emanato decreto entro 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge anticrisi. L'estensione dovrebbe riguardare solo i dipendenti pubblici in regime di trattamento di fine rapporto e non quelli in regime di trattamento di fine servizio. Assegni familiari (articolo 2, comma 5-bis) Sono destinate al finanziamento degli assegni familiari le eventuali minori spese a carico dello Stato per l'anno 2009 in relazione alla disposizione sull'assunzione da parte dello Stato di una quota delle rate dei mutui a tasso variabile (rispetto al gi previsto importo di 350 milioni), registrate all'esito dell'attivit di monitoraggio dei flussi finanziari. Aziende commerciali in crisi (articolo 19-ter) Vengono ripristinati, per il periodo 1 gennaio 2009- 31 dicembre 2011, gli indennizzi per le aziende commerciali in crisi previsti dal Dlgs 207/1996. Proroga fino al 2013 dell'aliquota contributiva aggiuntiva dello 0,09% prevista a carico degli iscritti alla Gestione degli esercenti attivit commerciali presso l'Inps. Prevista la facolt, da parte dei soggetti interessati, di presentare le domande presso le sedi periferiche dell'Inps, ai fini della concessione dell'indennizzo,

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entro il 31 gennaio 2012. L'erogazione dell'indennizzo prevista fino al momento della decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia. Bonus straordinario (articolo 1) Varato un bonus straordinario destinato ai soggetti residenti, componenti di un nucleo familiare a basso reddito. L'importo del beneficio determinato in base al numero dei componenti della famiglia e all'ammontare del reddito complessivo, da un minimo di 200 euro a un massimo di mille euro. Nello stato di previsione del ministero dell'Economia e delle Finanze istituito un Fondo ad hoc, per l'anno 2009, con una dotazione di 2,4 miliardi, finanziati dalle maggiori entrate derivanti dal decreto legge anticrisi. Avranno 200 euro i soggetti titolari di reddito di pensione ed unici componenti del nucleo familiare, con reddito fino a 15mila euro; 300 euro per il nucleo familiare di due componenti, con reddito complessivo familiare fino a 17mila euro; 450 euro per il nucleo familiare di tre componenti, con reddito complessivo familiare fino a 17mila euro; 500 euro per il nucleo familiare di quattro componenti, con reddito complessivo familiare fino a 20mila euro; 600 euro per il nucleo familiare di cinque componenti, con reddito complessivo familiare fino a 20mila euro; 1.000 euro per il nucleo familiare di oltre cinque componenti, con reddito complessivo familiare fino a 20mila euro; mille euro per il nucleo familiare con componenti portatori di handicap per i quali ricorrano le condizioni previste dall'articolo 12, comma 1, del Tuir, con reddito complessivo familiare fino a 35mila euro. Il bonus attribuito a un solo componente del nucleo familiare e non costituisce reddito n ai fini fiscali n ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali, compresa la social card. Il beneficio erogato dai sostituti d'imposta presso i quali i soggetti beneficiari del bonus prestano l'attivit lavorativa o sono titolari di trattamento pensionistico o di altri trattamenti, sulla base dei dati contenuti nella richiesta autocertificata presentata dagli interessati entro il 28 febbraio 2009 (prima la data era il 31 gennaio). La richiesta pu essere effettuata anche mediante i soggetti indicati dall'articolo 3, comma 3, del Dpr 322/1998, ai quali non spetta alcun compenso. Il bonus viene erogato dal sostituto d'imposta e dagli enti pensionistici ai quali stata presentata la richiesta, rispettivamente entro il mese di febbraio e marzo 2009, in relazione ai dati autocertificati se riferiti al periodo di imposta 2007. Se il bonus richiesto riferito al periodo d'imposta 2008 il sostituto d'imposta e gli enti pensionistici ai quali stata presentata la richiesta erogano il beneficio, rispettivamente entro il mese di aprile e maggio 2009, in base ai dati autocertificati presentati entro il 31 marzo 2009.

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La detassazione degli utili per lacquisto dei macchinari delle aziende sar al 50% e riguarder solo i redditi dimpresa, e non quelli da lavoro autonomo. Anche per il bonus sulloccupazione si confermano le indiscrezioni dei giorni scorsi. Invece di pagare la cassa integrazione dopo, diamo la possibilit alle imprese che non licenziano di incassare prima il bonus ha spiegato Tremonti. Ci sono, poi, le misure che riguardano lenergia, che comporteranno secondo il ministro una riduzione dei costi sia per le imprese che per le famiglie , e lo sblocco degli investimenti privati, con un alleggerimento dei passaggi burocratici per le autorizzazioni. Unintera sezione del decreto riguarda il fisco. Ci sono provvedimenti studiati per favorire gli investimenti nelle tecnologie, che avranno tempi di ammortamento pi lunghi, mentre saranno accorciati quelli per i beni meno strategici . E ci sono parecchi interventi mirati a ridurre lelusione.

D.l. n. 112 del 25/06/2008 Art. Impresa in un giorno 38.


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1. Al fine di garantire il diritto di iniziativa economica privata di cui all'articolo 41 della Costituzione, l'avvio di attivit imprenditoriale, per il soggetto in possesso dei requisiti di legge, e' tutelato sin dalla presentazione della dichiarazione di inizio attivit o dalla richiesta del titolo autorizzatorio. 2. Le disposizioni del presente articolo attengono ai livelli essenziali delle prestazioni per garantire uniformemente i diritti civili e sociali ed omogenee condizioni per l'efficienza del mercato e la concorrenzialit delle imprese su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell'articolo 117, seconda comma, lettera m) della Costituzione. 3. Con regolamento, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro per la semplificazione normativa, si procede alla semplificazione e al riordino della disciplina dello sportello unico per le attivit produttive di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 447, e successive modificazioni, in base ai seguenti principi e criteri, nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 19, comma 1 e 20, comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241: a) attuazione del principio secondo cui, salvo quanto previsto per i soggetti privati di cui alla lettera c), lo sportello unico costituisce

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l'unico punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attivit produttiva e fornisce, altres, una risposta unica e tempestiva per conto di tutte le pubbliche amministrazioni comunque coinvolte nel procedimento, ivi comprese quelle di cui all'articolo 14-quater, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241; b) le disposizioni si applicano sia per l'espletamento delle procedure e delle formalit per i prestatori di servizi di cui alla direttiva del Consiglio e del Parlamento europeo del 12 dicembre 2006, n. 123, sia per la realizzazione e la modifica di impianti produttivi di beni e servizi; c) l'attestazione della sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa per la realizzazione, la trasformazione, il trasferimento e la cessazione dell'esercizio dell'attivit di impresa pu essere affidata a soggetti privati accreditati (Agenzie per le imprese). In caso di istruttoria con esito positivo, tali soggetti privati rilasciano una dichiarazione di conformit che costituisce titolo autorizzatorio per l'esercizio dell'attivit. Qualora si tratti di procedimenti che comportino attivit discrezionale da parte dell'Amministrazione, i soggetti privati accreditati svolgono unicamente attivit istruttorie in luogo e a supporto dello sportello unico;
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d) i comuni possono esercitare le funzioni inerenti allo sportello unico anche avvalendosi del sistema camerale; e) l'attivit di impresa pu essere avviata immediatamente nei casi in cui sia sufficiente la presentazione della dichiarazione di inizio attivit allo sportello unico; f) lo sportello unico, al momento della presentazione della dichiarazione attestante la sussistenza dei requisiti previsti per la realizzazione dell'intervento, rilascia una ricevuta che, in caso di d.i.a., costituisce titolo autorizzatorio. In caso di diniego, il privato pu richiedere il ricorso alla conferenza di servizi di cui agli articoli da 14 a 14-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241; g) per i progetti di impianto produttivo eventualmente contrastanti con le previsioni degli strumenti urbanistici, e' previsto un termine di trenta giorni per il rigetto o la formulazione di osservazioni ostative, ovvero per l'attivazione della conferenza di servizi per la conclusione certa del procedimento; h) in caso di mancato ricorso alla conferenza di servizi, scaduto il termine previsto per le altre amministrazioni per pronunciarsi sulle questioni di loro competenza, l'amministrazione procedente conclude

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in ogni caso il procedimento prescindendo dal loro avviso; in tal caso, salvo il caso di omessa richiesta dell'avviso, il responsabile del procedimento non pu essere chiamato a rispondere degli eventuali danni derivanti dalla mancata emissione degli avvisi medesimi. 4. Con uno o pi regolamenti, adottati ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro per la semplificazione normativa, sono stabiliti i requisiti e le modalit di accreditamento dei soggetti privati di cui al comma 3, lettera b), e le forme di vigilanza sui soggetti stessi, eventualmente anche demandando tali funzioni al sistema camerale, nonche' le modalit per la divulgazione, anche informatica, delle tipologie di autorizzazione per le quali e' sufficiente l'attestazione dei soggetti privati accreditati, secondo criteri omogenei sul territorio nazionale e tenendo conto delle diverse discipline regionali. 5. Il Comitato per la semplificazione di cui all'articolo 1 del decretolegge n. 4 del 2006 predispone un piano di formazione dei dipendenti pubblici, con la eventuale partecipazione anche di esponenti del sistema produttivo, che miri a diffondere sul territorio nazionale la capacit delle amministrazioni pubbliche di assicurare sempre e tempestivamente l'esercizio del diritto di cui al comma 1 attraverso gli strumenti di semplificazione di cui al presente articolo. 6. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

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