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Definire qualcosa vuol dire porne dei limiti

INTRODUZIONE Lavorare in un bar non una passeggiata, anzi potrei dire che non facile proprio per niente e lavorarci seriamente cercando di renderlo vivo ogni santissimo giorno un puro dispendio di energie che porta a sacrifici e molta fatica e spesso si incorre in delusioni, ma le poche soddisfazioni riempono il contenitore delle batterie fino all'orlo e ti fanno ripartire carico di nuova passione per affrontare il giorno successivo. Il bar un insieme di situazioni che si accavallano, si scontrano, si sfiorano e che spesso vanno a collimarsi tutte nell'arco di una giornata. Ad ogni ora corrisponde un tipo di clientela e di servizio che vanno a modificarsi nuovamente cambiando di minuto in minuto. Una delle cose importanti, e da non sottovalutare, la posizione strategica o meno del bar: un locale in centro avr un lavoro ed una clientela di passaggio, frettolosa e superficiale, un locale in periferia avr dei scaldasedia per tutto il giorno e degli affezionati che vorranno essere ascoltati. In linea di massima posso dirvi che cos. I bar sono tantissimi e di vario genere proprio per i tanti, tantissimi fattori che fanno da variabili in questi piccoli ambienti. I bar solitamente hanno per una linea precisa (il bar di paese, il bar dello sport, il bar da aperitivo, il bar da colazioni, il bar da ritrovo, il bar di passaggio, etc) che li definisce e perci automaticamente li annienta. Al di l di queste infinite

categorie c' il Mirik Caf! Il Mirik Caf (e non lo dico solo io che sarei di parte) non puoi definirlo ed intrappolarlo con due o tre aggettivi; il Mirik Caf lo puoi solo vivere e quando inizi a farlo ti entra dentro, ti da uno scossone e sei fregato: non puoi pi farne a meno. In questo piccolo libretto, come amo definirlo io, vi voglio raccontare qualche aneddoto, qualche curiosit ed alcune realt che si vivono in questo strano ed affascinante locale. Vi voglio raccontare di questi signori e signore, di giovani ed anziani che da quando siamo nati ci hanno visitato e vissuto. Ci sono tutte le categorie di essere umano concentrate in un piccolo spazio e tutte vivono in simbiosi. Ci sono i frettolosi, i Signori, gli sfigati, i calmi e gli agitati, gli artistiscrittori, gli artisti-pittori, gli artisti-cantanti e gli artisti-rompipalle, i politicanti, gli intenditori, i fortunati, i buoni ed i cattivi...insomma ci sono tutti e non voglio riempire il libretto con quest'elenco lunghissimo. Alcuni ci hanno vissuto e poi salutato per non tornare pi (il Mirik Caf ha carattere e non tutti lo riescono a reggere), altri li abbiamo salutati noi per non farli tornare pi. Onestamente per devo dire che ogni giorno varcano la soglia sempre nuovi clienti, che poi diventano anche amici e si uniscono a quelli che gi da un po' ci respirano nei loro cuori. Un sentito grazie a chi si abituato a respirarci e non riesce pi a farne a meno, questo libretto per tutti loro.

1. BRIOCHES L'inizio non mai una passeggiata, ci sono troppe cose da tenere sotto controllo e troppe variabili che ogni istante continuano a metterti alla prova. Prendiamo per esempio la semplice brioches, la usa gestione pu mandarti davvero nel pallone: quante ne ordino per oggi? e per domani? Che marted e gli altri unici due bar sono chiusi? Non un problema di farne avanzare, quelle in pi al massimo le mangio io il giorno dopo per colazione (magari una sola che meglio...). Il problema finirle a met mattina e non averne pi per chi arriva dopo. La colazione delicata. Penso che per molti la colazione sia il momento in cui stabiliscono il loro equilibrio per il resto della giornata. Chi fa questo lavoro, dai professionisti ai dilettanti, mi potranno dare ragione: i propri clienti sanno, e pretendono, di avere la LORO brioches. Ogni volta che entrano, ogni volta che ti salutano li scorgi che mentre lo fanno buttano l'occhio per vedere quale prendere: bella grossa, con crema che fuoriesce, passata al forno nel modo giusto ed ancora calda. Per loro la LORO brioche ci dev'essere sempre e non importa se invece sono loro a non esserci quella mattina ( ed il giorno dopo nn che ne mangiano due!). La semplice brioche inizia ad essere gi alle sette di mattina la prima pietra dello scandalo e non mi riferisco minimamente alla digeribilit della stessa. Si fa presto poi a dire BRIOCHES, provate a proporre dieci tipi di brioches:al cioccolato, alla crema, alla marmellata di albicocche, alla marmellata di ciliegie, al

miele, vuota, alle mele, a ventaglio, ai cereali, senza zucchero....indovina un po' cosa ti chiederanno? Scusa ma ii muffin non li avete? e tu ti procuri i muffins, la prima settimana vanno a ruba, sono la novit, poi iniziano le lamentele: Ma un po' troppo pesante, Non riesco a finirlo tutto, Costa pi delle brioches e piano piano tutto torna alla normalit, i tuoi muffins rimangono immacolati di fianco alle brioches che invece continuano a sparire. I primi tempi ci rimanevo male, ora ho capito come fare: tengo le mie classiche brioches poi ogni tanto e solo per una settimana inserisco qualche novit, cos faccio felici tutti, me compreso. Le nostre brioches sono di pasticceria, il nostro bravissimo Paolo le cura e le coccola nel suo forno e le guarnisce con amore e dedizione fornendoci un prodotto finale che non ha eguali. A noi piace dare ai nostri clienti il prodotto migliore, il prodotto che non fa male e soprattutto che non ha conservanti e non confezionato industrialmente. Non siamo tutti uguali per e quindi non la pensiamo tutti cos! Gustatevi per esempio questo aneddoto: Scusi, ma non avete le brioches quelle fatte da voi nel fornetto? Signora abbiamo queste che sono freschissime ogni giorno e di pasticceria, senza margarina e grosse come meloni Ah...beh....non so....io preferisco le altre, e poi cos grossa non la mangio tutta. Posso averne met? Scusi signora ma l'altra met a chi la vendo io? Beh, ci sar qualcuno che come me ne prende solo met, ci!?

(Ci un espressione tipicamente veneta e potete tradurlo in questa frase come un rafforzativo tipo CAVOLI) E se gliela metto in un sacchettino e se la porta via per la merenda del nipotino? Eh no, il mio nipotino mangia solo i muffins! I muffins? GRRRRR!!!!! Vorrei specificare che con questa signora almeno c' stata la possibilit di aprire un dialogo e confrontarsi ma l'altro ieri invece sono rimasto a bocca spalancata e non ho saputo replicare (e chi mi conosce sa che davvero impossibile per me) ma questi sono i fatti e chiedo a voi consiglio su cosa potevo rispondere io. Entrano due signore sulla settantina, distinte e profumatissime. Profumate di quei fiori che solo a settant'anni hai il coraggio di versarti addosso, un'intera collina di tutti i fiori del mondo non odoravano come queste due signore! Si avvicinano al banco e la pi alta dice alla sua amica: Ci prendiamo una brioches in due?. Io sono dietro il banco, ad una distanza di cinquanta centimetri e non capisco se per la loro et avanzata o se sono passato in modalit invisibile, ma non mi badano neanche! La seconda signora con voce arcigna la apostrofa: Non vedi che non ci sono nemmeno le brioches qui dentro!? A quel punto non ce la faccio pi ed intervengo: Buongiorno (cosa che si erano del tutto dimenticato di menzionare), le brioches sono sulla credenza alla vostra sinistra

E sono calde? domanda la pi nonnina dolce e carina delle due. No, ma se volete le posso mettere sulla piastra trenta secondi. La signora, la strega Amelia, mi guarda dritto negli occhi e mi risponde: No fa niente, non la vogliamo pi e prendendo per braccetto la mummia al suo fianco, escono veloci. Torno quindi al quesito iniziale, cosa dovevo o potevo risponderle? Vuole un muffin? Spazio per la vostra risposta. ..................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ..................... Inviate a miriktv@gmail.com o tramite posta a MIRIK CAFE' via roma 105 Carbonera 31030 Treviso

2. IL GIORNALE (prima parte) Precedentemente ho scritto che la mattina un momento delicato della giornata, il momento in cui ogni mossa, ogni situazione deve rasentare la monotona abitudine, pensate ora se questo sacro inizio si rivela invece destabilizzante per le azioni che dovrete svolgere dopo....un disastro! A questo proposito osservo che la colazione per molti clienti un rito e necessita quindi di determinate sequenze. L'abitudinariet comporta che ogni giorno ognuno dei clienti abbia a disposizione il PROPRIO tavolo, la PROPRIA brioches (come gi illustrato nel capitolo precedente), ma soprattutto il PROPRIO giornale. Alcuni poi hanno addirittura la PROPRIA tazza perch qui da noi puoi infatti lasciare in custodia la tua mug o tazza di casa in maniera di poter avere il sostegno caloroso e familiare un tuo oggetto privato nel quale solo tu potrai gustare i tuoi cappuccini, i tuoi caff latte, i tuoi t, il tuo caff. Il giornale per quei cinque o sei minuti, od anche dieci, mentre viene letto il LORO giornale, mica quello del locale! Noi al Mirik Caf teniamo solo due tipi di testate: la Gazzetta dello Sport ed uno dei due giornali locali nel nostro caso La Tribuna (per conoscenza l'altra testata Il Gazzetino). Il gioved invece della Tribuna diamo ai nostri clienti Il Corriere della Sera ma questa parte la vedremo pi avanti. Il giornale sportivo, la Gazzetta dello Sport, il premio pi ambito e capita spesso di vedere i nostri clienti

entrare ed ancora prima di salutarti far schizzare gli occhi a destra ed a sinistra per individuare dove riposta la mitica Rosa. Secondo me alcuni clienti si fanno in testa proprio dei film sul dove e come legger quella mattina il suo giornale mentre sono ancora in macchina e stanno arrivando. Esiste poi un gesto, che io chiamo bonariamente il piccolo dispetto, che consiste nell'appropriarsi del giornale preferito prima di un altro e di tenerlo il pi possibile o almeno fino a quando non si intravede il prossimo avventore che sbuffa animatamente, cos osservo che chi oggi non ha potuto gustarsi appieno il giornale, domani cercher di arrivare un po' prima per soffiarlo proprio a chi glielo ha letto sotto il naso il giorno prima. E lo legger tutto, anche i nomi dei redattori e gli articoli di compro e vendo. Un piccolo dispetto, innocente e simpatico anche perch la mattina nel locale, i principali contendenti dei giornali si conoscono ormai tutti e visto che noto sempre meno il piccolo dispetto in atto mi sta venendo il dubbio che si siano sincronizzati gli orologi per non pestarsi i piedi a vicenda. Ogni tanto per succede che qualche cliente di passaggio s'impossessi di uno dei due giornali ed allora noto negli occhi dei miei cari habitu una carica di odio, odio profondo condito di fulmini e saette; continuano a fare colazione ma danno un'occhiataccia al poveretto, guardano l'ora, sbuffano, leggono le prime riviste a portata di mano, a volte improponibili come Cucina Italiana (bellissimo ma non per chi idolatra la Gazzetta!) o qualche Tattoo Energy lasciato qui dal caro Paolo, ed attendono di balzare per primi sul loro giornale appena viene richiuso. Mi capitato di vedere anche che la Gazzetta

dello Sport non toccasse neanche il tavolo, era stata presa al volo! Il primo a sverginare la Gazza sono io, almeno quella!, poi arriva Riki con cui la mattina meglio non parlare troppo soprattutto se Luned. Riki un giovanotto di circa trent'anni con un'andatura particolare che potrebbe ricordare un molleggiato, veste tipo skater e porta un grosso mazzo di chiavi legato in vita che con il tintinnio che provocano le chiavi scontrandosi, ne anticipa l'arrivo gi dal parcheggio. Ha i capelli corti brizzolati al punto che nessuno riesce mai a dargli la sua et ma sempre una decina di pi, un buono ma la mattina incontrandolo non lo penseresti. E' appassionato di calcio, rugby, golf, baseball, basket ed abbiamo scoperto ultimamente, anche di ciclismo. La sua colazione un caff doppio nella sua mug, brioches alla marmellata e Gazzetta dello Sport che sfoglia per intero soffermandosi solo per alcuni articoli principali; lo studio vero e proprio avviene durante il pranzo (da leoni!). Prende subito la Rosa, tre tramezzini, una bottiglietta di mezza naturale, a volte una piadina, che poi sarebbe il nostro punto di forza, oppure una baguette intera (quaranta centimetri di pane!) con i suoi soliti ingredienti, a seguire un caff doppio ed una sigaretta. Verso sera, durante l'aperitivo gli d ancora un'occhiata casomai si fosse perso qualcosa e pi tardi, se capitato un evento particolare come un derby o c' in corso un Mondiale, lo puoi trovare ancora con la testa abbassata in lettura. Io sono sicuro che lui conosca tutto di tutti gli sport! Con lui qui al Mirik Caf facciamo ogni anno il Fantacalcio ma come va la classifica anche questa

una di quelle domande da non fargli. Qualche minuto dopo di Riki arrivano gli Ale. Una coppia, lui Alessandro e lei Alessia. Ale (lui) un uomo sulla quarantina molto discreto, silenzioso, sempre vestito in modo classico-elegante, porta gli occhiali su un viso snello e longilinea pure la sua corporatura. Ale una volta raggiunta la Gazzetta mi legge spesso il trafiletto di Gene Gnocchi ed insieme lo commentiamo brevemente ridendoci sopra. Ale (lei) una donna molto curata, sia nei modi che nell'abbigliamento, alta, slanciata, con i capelli scuri lunghi buttati sulla schiena, sempre gentile ma sempre di fretta. Ale (lui) appena entra agguanta per prima cosa la Gazzetta dello Sport con la destra e con la sinistra si allunga sulla Tribuna....quando riesce...perch quando i due quotidiani sono occupati lo vedo che soffre un po' dentro al cuore. Gli Ale hanno due stili diversi durante la lettura: Ale (lei) sfoglia veloce il giornale locale, si sofferma appena un po' di pi su qualche articolo ma per il resto posso dire che dopo tre o quattro minuti lascia il giornale, finisce il suo macchiatone tiepido, ruba un pezzetto di brioches al suo compagno e fugge al lavoro. Ale (lui) legge tutta la Gazzetta, si concede anche quindici minuti per cercare i trafiletti pi nascosti, poi pacatamente si avvicina alla cassa paga, saluta ed esce. Una volta sola mi successo di vedere Ale (lui) in panne: entrando nel locale aveva subito notato che i due giornali erano impegnati, si volta per sedersi al suo tavolo ma anche quest'ultimo era occupato...nei suoi occhi ho visto il panico! Ha fatto una delle sue colazioni pi veloci ed uscito. Quel giorno penso che nel profondo abbia odiato un po' il Mirik Caf.

Uscito anche l'ultimo Ale i giornali hanno un po' di tregua, fino alle nove e trenta la loro un'altalena dolce dolce tra i tavoloni alti di fronte al banco poi arriva il signor Matteo che blocca la Tribuna per almeno quaranta minuti. Il signor Matteo uno sveglio anzianotto di circa ottant'anni che ha sempre vissuto in centro a Treviso e solo da pochi mesi si trasferito a quattro chilometri dalla sua amata piazza e si vede che ogni giorno un pochino ci soffre e non riesce ancora ad abituarsi ad aver perso certe comodit tipiche di chi vive nel centro di una citt. Lui ordina un cappuccino ed una brioches alla marmellata ed sempre sereno e senza grossi pensieri nella testa ma se vuoi il giornale, devi strappaglielo di mano. O approfittare della sua assenza quando di soppiatto si reca verso la fontana dietro al locale per risciacquare i denti dopo la colazione. Il peggior incubo per tutti comunque il signor Armando! Un signore sulla settantina, con dei bei baffoni folti, non molto alto, diciamo pure bassino, con una grande cultura ed educazione. Armando un pensionato simil-sportivo nativo del paese. Il similsportivo quell'essere umano che veste in tuta (blu o grigia solitamente), che gira in bicicletta (va bene anche una vecchia Graziella) ma che fuma tre pacchetti di sigarette al giorno. Lui alle sette di mattina gi almeno alla seconda! Il signor Armando la Gazzetta non la legge, la studia! Abbassa la testa sul giornale anche per due ore e niente lo distrae, si chiude in un mondo tutto suo e ciao ciao Gazza. Passato anche lui diciamo che per il resto della giornata la vita dei giornali procede poi in maniera abbastanza serena fino al loro buen ritiro all'interno del bidone

grigio che avviene la mattina successiva dando il cambio ai nuovi nati.

3. MEZZA MATTINATA A met mattina inizia il giro dei clienti della posta, degli uffici vicini, dei clienti chiamiamoli di passaggio. E' un variegato pout-pourri di gente dai diversi gusti ed abitudini, per non dire proprio di teste. Passano persone che bevono caff e cappuccini al fianco di altre che bevono spritz, prosecchi oppure amari. I primi con contorno di brioches, i secondi accompagnando il drink con un tramezzino od un panino. Unica eccezione il must dell'estate:l'odiatissima (per me) acqua e menta; in pi di vent'anni di onorato servizio dietro i banchi bar non ho fatto cos tante acqua e menta come solo il mio primo anno in Veneto! Tra i clienti di passaggio della mezza mattina ci sono poi di nuovo i nostri affezionati con orari pi o meno consolidati. Verso le dieci, almeno tre volte alla settimana, mi viene a trovare il mio spacciatore, non pensate male! Il mio spacciatore mi porta ogni volta un sacchettino bianco anonimo con all'interno tre o quattro fumetti di un noto investigatore dell'incubo, Dylan Dog. Il mio fornitore un signore sulla cinquantina, non troppo alto, di carnagione scura tipo un meridionale abbronzato, porta gli occhiali, ha dei capelli ricciuti color sale e pepe. Indossa un giubbetto leggero di color blu e veste denim e scarpa a mocassino marrone. Sobrio e pratico. La cosa che lo contraddistingue comunque di pi una gentilezza d'altri tempi unita ad un sorriso allegro e sereno. Questo simpatico ometto arriva a bordo del suo motorino Piaggio modello Ciao di colore blu datato 1980 e dopo un super sorriso iniziamo il notro piccolo

rito. In caso di molte persone al banco ossequioso attende il suo turno e gentiluomo reale quale si prodiga e fa ordinare prima di lui le signore, anche se entrate dopo di lui. Al suo turno mi risaluta, mi allunga il malloppo nel sacchettino ed io nello stesso momento gli porgo il suo primo caff ed il suo bicchiere d'acqua gassata. Mescola il caff e lo beve poi trangugia mezzo bicchiere d'acqua ed esce per una od anche due cicche (sigarette) in sequenza. Rientra e gli porgo anche il secondo caff. Beve anche questo subito e mi porge i soldi per pagare. Un caff costa novanta centesimi, un bicchiere d'acqua trenta centesimi. I soldi che mi mette sul piattino sono sempre giusti, due euro e dieci centesimi. Ritiro sempre e solo i due euro mettendogli i dieci centesimi sul piattino del caff appena finito. Anche nei piccoli gesti puoi vedere i veri signori e lui lo dimostra ogni volta: sa che il suo conto sempre due euro ma non mette mai solo quelli, attende che sia io a fare la mia parte. Un rispetto per il lavoro altrui ed una delicatezza nel far capire le cose in maniera sottile che sfiora l'eleganza. Potessi trovare lo stampo per farne altri come lui.... Verso le dieci e trenta arriva quasi sempre il sole ed il terremoto. Non in senso climatico ma pi concretamente sotto forma di splendido essere umano. Il sole ed il terremoto sono due parole che descrivono al meglio una persona di nome Andrea. Ed anche qui serve un chiarimento: in Italia un nome maschile ma in alcuni paesi esteri un nome femminile, tra questi paesi che lo usano oltre che il nord Europa c' anche il sud America. Andrea infatti brasiliana, bionda, di carnagione rosea (rossa quando ride di gusto e in

maniera davvero contagiosa) di media altezza, di et....non si dice! E comunque ne dimostra meno e poi sempre, sempre allegra. Da qui il suo primo soprannome, Sole. E non voglio dimenticarmi della sua eccezionale vitalit ed una spiccata attitudine a far sempre festa. Da qui il suo secondo soprannome, Terremoto. Andrea anche l'avviso per la mia prima pausa: al suo arrivo, e dopo un bel caffettino, ci rechiamo fuori sotto il tendone per una cicchetta (una sigaretta), due chiacchiere gustose e tante risate ristoratrici. E' una carica per proseguire la giornata. Dovendo proprio trovare un difetto ad Andrea, mi devo concentrare un po': (...mumble................................................................... ...........................................................................mumble ......................................................................................... ......................................................mumble..................... ......................................................................................... .................................mumble.......................................... ......................................................................................... ...........mumble................................................................ ................................................................................mum ble...............................mumble........................................ ......................................................................................... ..............mumble............................................................. ..................................................................................mu mble................................................................................. ................................................................mumble........... ......................................................................................... ........................................mumble................................... .........................................................................................

...................mumble...........................................mumble .........................................mumble.................................. ..............................mumble....................mumble............ ..........boh?!) Mi sono fermato due giorni e sono arrivato ad una conclusione: il difetto peggiore di Andrea che se le devi fare una Caipirinha devi sempre portarle dello zucchero in pi perch per quanto gliene porti, per lei sempre poco! Durante met mattina girano anche per tutti i bar i vecchi pilastri del paese, quelli che il paese l'hanno fatto e l'hanno vissuto. Sono anziani che conoscono tutti e tutto ed hanno da dire sempre su tutto e tutti. Le loro consumazioni sono di vario genere: si passa dal caff corretto rum scuro e bestemmia al prosecco con bitter e bestemmia, dalla grappa chiara e bestemmia al vino rosso ed acqua gassata e bestemmia. Il comune denominatore lo avete capito, vero? S, avete colto nel segno, l'alcol! Solitamente arrivano in solitaria e si fermano poco, se per caso s'incontrano in due, o apriti cielo in tre, la fine. Si dispongono in cerchio davanti al banco impedendone quasi il raggiungimento e si raccontano in dialetto (che a questi livelli non sono ancora arrivato e perci l'unica cosa che riesco a fare annuire come un cretino) le varie gesta ed i fatti triti e ritriti degli anni passati. Il tutto, essendo ormai tutti sordi a volumi fuori gamma. Con le orecchie dei pi piccoli che ringraziano. Bestemmie comprese.

4. IL PARCHEGGIO Una della massime soddisfazioni quando vai a prenderti un caff od un aperitivo in un locale quella di poter mettere la tua macchina in prima fila; lo si fa per farsi notare se si possiede un SUV potente o una supercar, lo si fa per comodit, lo si fa per tenerla sotto controllo. A Carbonera, e soprattutto nel nostro parcheggio, lo si fa in un unica maniera: con arroganza. Il parcheggio davanti al Mirik Caf ha la capacit di ospitare otto auto: tre a sinistra, quattro pi uno a destra; se poi fosse tutto occupato, proprio dietro il locale, a quindici/venti metri ce n' un altro per diciotto/venti auto e poi ancora, sempre girando attorno al locale, esiste un altro spiazzo per una trentina di autovetture. Per molti questi posti sono troppo lontani, quasi tutti sentono la necessit di avere la propria macchina al primo posto ed allora capita di vedere le manovre pi strampalate per aggiudicarsi il posto migliore. Una differenza che ho notato dalle mie esperienze passate tra grandi e piccole citt pi o meno trafficate come per esempio Milano, Brescia, Desenzano del Garda, Sirmione, Ibiza (ma questa cit un capitolo a parte in tutti i sensi!), Parma, Piacenza, Fidenza, ed altre, che qui il primo che arriva non si preoccupa di chi arriva dopo di lui, nel senso che parcheggiando non si pone il pensiero di occupare solo il suo spazio, ma pur di star sereno, sconfina anche nel posto adiacente. Va da s che dove prima potevano sostare tre auto ne vedrai parcheggiate solo due e chiaramente dove ne potevi inserire quattro ne vedrai solo tre....forse....perch a volte trovi qualche mago (o

strega) del volante che riesce a far s che ce ne stiano solo due! I miei primi tempi con il locale vengono ricordati anche per le mie mattane per il parcheggio, ora sono un po' pi flessibile. All'inizio non riuscivo proprio a sopportarlo e se da dietro il banco vedevo una manovra errata, uscivo subito a redarguire l'autista. Oggi sono pi pacato ed esco ogni tanto, solo quando proprio la situazione lo richiede e pi che altro per sentire con curiosit la nuova splendida giustificazione. Solitamente alla semplice richiesta: Mi scusi prima di scendere dall'auto, la pu mettere meglio? Cos ce ne sta un'altra, grazie le repliche che ricevo sono veramente infantili ed a volte ridicole tipo Vado via subito, Entro in posta e poi la sposto subito, (in posta, due minuti?! Fantasia o speranza?) Non ho visto il cartello, la tolgo dopo, Mi fermo solo due minuti! etc, etc. Ora, io ho tre figli e le scuse che a volte usano per non mangiare le verdure o per non fare i compiti sono decisamente meglio! Ma qualcuno ogni tanto riesce ancora a stupirmi e vi voglio raccontare questo episodio simpatico. Sono dietro al banco e noto con un certo disappunto che un furgone bianco parcheggia di traverso sotto il cartello di propriet privata occupando interamente 2 posti. Attendo qualche istante perch fiducioso che venga almeno a bere un caff all'interno del locale e chiedergli gentilmente se NON ORA, ma la prossima volta, pu stare pi attento alla posizione dell'autovettura. Chiaramente non si vede entrare. Trascorsi venticinque minuti i furgone ancora l ed iniziano a verificarsi i primi disagi: molte auto entrano

nel parcheggio e quando si accorgono che non riescono a posteggiare fanno manovra per uscire trovando altri guidatori in entrata, si crea un piccolo ingorgo. Spinto anche da questa situazione, prendo un biglietto da visita del Mirik Caf, lo giro e scrivo: Visto come hai parcheggiato il furgone, hai vinto un caff! e dato che ha il finestrino abbassato glielo metto sul sedile del guidatore. Passati altri dieci minuti arriva il mago del parcheggio, apre la portiera e sale. Prima di sedersi raccoglie il biglietto e lo legge. Dal posto di guida e senza scendere, guarda all'interno del locale, mi sventola il biglietto come per chiedere se fosse mio ed io rispondo subito (non vedevo l'ora!): S, mio!. Andandogli incontro mi rivolgo a lui: Buongiorno, ho notato che sta portando via due posti e poco fa si anche creato un piccolo traffico tra chi voleva entrare per bere un caff e chi voleva uscire con l'auto. Dove ha l'automezzo propriet privata ma siamo tolleranti...almeno avesse parcheggiato meglio. Mi risponde: Davvero privato?. Respiro profondamente e conto fino a dieci perch il cartello ce l'ha proprio di fronte, mi tengo per me questa ovviet e con calma ribatto: Guardi, non ci sono problemi, la prossima volta lo metta meglio e magari se entrava almeno per un caff glielo dicevo subito e la questione era finita subito. Lui esita un secondo e poi pacifico come un bambino mi dice: Beh, se per quello, sono venuto qui due giorni fa con mia moglie!. Ho avuto solo la forza di sorridere e dire arrivederci, avevo di fronte un uomo troppo cre...ativo per me.

5. CONCETTO DI RELATIVITA' Gli spiccioli nelle tasche sono fastidiosi; quei tagli da uno, da due e da cinque nel portamonete o appunto nelle tasche non piacciono a nessuno, appesantiscono la i pantaloni, s'intrufolano sempre negli angoli pi nascosti della giacca ed onestamente a parte dal fruttivendolo, dal panettiere e nei supermercati dove hanno prodotti dai prezzi assurdi (una marmellata euro due e quarantotto, un kilogrammo di pasta euro uno e trentasei!!) queste monetine non hanno molta ragione di essere presenti nella nostra economia. Per esprimere al meglio il mio concetto di relativit per, gli spiccioli mi vengono in aiuto parecchio. Seguite questo esempio e ditemi se sono stato abbastanza chiaro: Premetto che il caff in questo periodo a Treviso costa novanta centesimi. Se entrate in un locale e pagate il vostro caff con trentina di monetine da uno, da due e da cinque centesimi (e vi posso garantire che capita pi spesso di quello che pensate) ed il barista non dice niente ma vi guarda leggermente storto, lo anticipate subito dicendogli: Non va bene? Sono sempre soldi, no?. Se il barista che, ricevuto il vostro euro intero, vi porge il resto con cinque pezzi da due o due pezzi da cinque centesimi, siete nuovamente voi ad esprimere il vostro disappunto mormorando: Ma non hai altre monete da darmi?. Se capita poi che, stufi di incamerare monetine,

decidete che quel giorno volete fare un piccolo sfoltimento del rame in cassa e vi ostinate e replicare voi stavolta: sono sempre soldi, no?, la risposta pi sentita la seguente: Dovresti andare in posta a cambiarli, io tutti quei cosi non li voglio ed io, senza andare oltre, li metto nelle mance della Sara (la nostra super-gentile-affidabile-onest-graziosasorridente-preparata collaboratrice). Ora, non so quando la Sara riuscir andare mai in vacanza con tutte queste pesanti tips, ma almeno io svuoto la cassa dal rame ed il salvadanaio ogni tanto fa un bel suono: tin, tin, tin. Apro una parentesi ( Gli spiccioli comunque mi sono simpatici e grazie a loro sono riuscito anche a creare quello che i grandi operatori di marketing studiano accanitamente per i mega locali e che chiamano fidelizzazione passiva. Per non gli addetti del mestiere faccio una piccola parentesi; quando un mega locale entra in campo nel settore si spendono moltissimi soldi in pubblicit e ricerca per il marchio giusto, il nome orecchiabile ma particolare, i colori dell'arredo. All'inizio avendo mosso tutto questo trambusto di energie il locale vola in alto ed un per per curiosit ed un po' per reali qualit del lavoro svolto, i primi mesi si hanno presenze ed incassi elevati. Il problema dei mega locali viene dopo il primo anno, quando calata la curiosit, o perch sull'onda del successo ottenuto a qualcuno viene in mente di fare un locale proprio di fianco a te, i grandi operatori cercano ora di fidelizzare i clienti acquisiti, cercare cio di far in modo che i clienti che hai attirato

la prima volta non decidano di affezionarsi con qualcun'altro (sempre per per poco tempo). La fidelizzazione dei mega locali si pu creare in forma attiva o passiva. La forma attiva la classica tessera con il nome del locale, con una percentuale di sconto o comunque con un benefit che viene riconosciuto esibendo la tessera stessa solo nel locale stesso. Il problema che spesso la tessera ha un costo, rinnovabile di anno in anno e per il locale ha comunque un costo. La forma passiva quella di creare un legame un po' pi sottile ma al tempo stesso pi saldo senza per intervenire in nessuno dei punti citati sopra. Un tipo di fidelizzazione in forma per esempio quello di proporre alla propria clientela un prodotto esclusivo (ecco il perch di tantissimi nuovi prodotti in commercio ogni inizio estate) che il tuo avventore pu bere solo da te. Od a 20 kilometri di distanza. Noi abbiamo una fidelizzazione passiva un po' pi personalizzata ed efficace: noi teniamo in custodia la tua tazza. S, ti chiediamo di portare proprio la tua tazza di casa e ti diamo l'occasione di farci colazione ogni mattina come se fossi a casa tua. Abbiamo una mensola apposta dove riposta la mug o la tazzina di ogni persona che ha deciso di sposare questa filosofia ed i nuovi clienti vedendosi passare un vassoio con una tazza a forma di mucca, una mug con il logo degli AC/DC ed una tazzina da te in stile barocco, ti chiedono il motivo e ne rimangono affascinati. Mi chiedono se possono portare anche la loro.....ed fatta! Abbiamo un nuovo cliente fidelizzato, a costo zero, anzi, pure la tazza la pagata lui!

Chiudo la parentesi ) Parlavamo di spiccioli e fidelizzazione, con alcune clienti (spesso sono pi le donne a capire il meccanismo rispetto agli uomini e penso sia perch sono le donne a dimostrarsi di essere in tanti situazioni un po' pi sveglie di noi ometti...) si instaurato un piccolo rapporto di fidelizzazione passiva originale: quando vengono alla cassa per pagare il loro caff od il loro conto, mi porgono degli spiccioli, a volte anche troppi (vero Paola!). Il giorno successivo, quando devo consegnare il resto per un un altro loro conto pagato, gli restituisco le stesse identiche monetine. E si va avanti cos fino alla resa di uno dei due ma con la promessa verbale che la guerra a suon di monetine si possa ricominciare il giorno successivo. Quando si sono ricaricate le munizioni. Come potrebbero chiamarla questa fidelizzazione i grandi del marketing? Noi, umili servitori del Mirik Caf la chiamiamo comunquamicizia, tutto attaccato.

6. ARTISTI ED ARTE L'ho detto all'inizio di questo libretto e lo penso veramente: ogni locale ha degli artisti che gli gravitano attorno, si affezionano al posto ed ogni tanto danno mostra del loro estro. Noi siamo molto fortunati perch di questi personaggi, a volte stranissimi, ne abbiamo a vagonate e soprattutto di grande qualit. La concentrazione alta ma che ci volete fare, qui da noi si sta bene: il panorama rilassante e non siamo in una frastornante piazza ma neanche nascosti in un buco, gli stimoli che arrivano dai colori delle foglie delle piante attorno o dal rumore del ruscello a fianco sono invitanti per concedersi un colpo di genio anche tra due Mojito ed una Caipiroska. I nostri Maestri d'arte si chiamano Jorge, Michael, Paolo, Patty, Andrea, Nicoletta, Marina, Luca, Giovanni, Anna, Martina, Gianpiero, Ulisse, Francesca, e molti altri con i quali mi scuso se ora non ricordo il nome. Tra questi uno dei pi assidui frequentatori e che bazzica a vari orari Jorge. Jorge viene dall'Argentina ma ha vissuto un po' in giro per tutto il mondo, passando per Barcellona, dove ora risiede uno dei suoi figli, fino a stazionarsi per ora a Silea, un paese poco distante da qui. Jorge di media statura, con corporatura leggermente compatta (spero non si offender!), capelli corti un po' brizzolati, et sulla cinquantina, carnagione latina, una propriet lessicale un po' zoppicante ma una mente molto reattiva, ha una discreta autoironia ed leggermente disorganizzato (come tutti gli artisti), possiede infine una geniale creativit e soprattutto una generosit

esagerata. Caratterialmente come difetto posso solo dire che parla, parla, parla e tra un sorso di Ballantines ed una cicca (sempre la sigaretta) ricomincia a parlare, parlare, parlare. Non sono rare le volte che partono da lui idee per bellissimi pranzi o cene dove lo vedono protagonista ai fornelli anche per una quindicina di amici. Jorge un pittore, un grafico, un fotografo ed un regista ed in ognuna di queste specialit molto bravo. Parlare con lui, o pi che altro ascoltarlo, appassionante. E' ricco di aneddoti brillanti e storie interessanti, superato lo scoglio della sua super parlantina che comincia sempre con la frase: Te spiego: il tema es che... si rimane calamitati ad ascoltare i suoi racconti. In questo periodo con lui stiamo anche girando un cortometraggio con appunto i racconti ed altre situazioni al Mirik Caf, ci sar da divertirci! Un altro splendido artista Michael. E' un singolare personaggio che nasce a San Francisco e che ha il coraggio di sposarsi ben cinque volte e di fare altrettanti figli, ora sparsi in giro per il mondo. L'ultima moglie francese ed una poetessa. Lui un uomo sulla sessantina, con un sorriso stampato su una faccia di carnagione chiara contornata da un ciuffo biondogrigio sempre in piedi e due occhi azzurri carichi di vita attorniati da un paio di occhiali tondi in perfetto stile John Lennon. Si veste in maniera stravagante con abiti creati da lui, lo stile originale: i pantaloni sono stretti in vita ed alle caviglie, leggermente corti e larghi invece sulle gambe, solitamente di colore scuro. La parte sopra un incrocio tra un kimono giapponese ed un poncho messicano. Oltre che abiti, Michael crea

sculture con marmo bianco e grandi quadri figurativi dai colori accesi. Il suo arrivo nel locale sempre colto da grande entusiasmo sia da chi lo conosce che da qui lo vede per la prima volta. Il suo ingresso come un raggio di sole che ti colpisce e ti scalda, anche se fuori c' il peggior temporale: allegro, vispo e sempre di buonumore una carica aggiunta ogni mattina. Ordina un semplice caff....semplice si fa per dire! La tazzina un bicchiere di vetro da chupito (quello che si usa per le bombette al rum oppure per gli shot di tequila) con impresso il suo logo, un punto nero ed un tratto nero dall'alto verso il basso, il piattino bianco con la scritta Oh no, it's Monday! ed il cucchiaino tutto piegato. Dall'ordine del caff all'effettiva bevuta dello stesso, passano alcuni minuti di conversazione in Italiano,Francese ed Inglese, spesso parlati contemporaneamente anche nella stessa frase. Michael e moglie si danno appuntamento spesso con un'altra coppia di cultura mista: Annie e Joao. Lei proviene dall'Irlanda, lui dal Portogallo. Sono una coppia di signori sulla sessantina con molta gentilezza nei modi e molta conoscenza da regalare agli interlocutori. Abitano proprio dietro il Mirik Caf ed a termine della passeggiata mattutina con il loro bellissimo nipotino Pietro, vengono a ristorarsi con un cappuccino ed un biscottino e parlando di mille argomenti con Michael e sua moglie. Paolo e Patty sono un'altra coppia di artisti che quotidianamente si recano al Mirik Caf. Paolo un quarantenne di piccola statura di origini materanesi, porta i capelli corti ed un bel paio di basettoni alla Elvis. Ha un carattere molto pacato ed una grande

cultura generale. Il suo campo il tatuaggio e l'arte grafica. Il tocco che possiede e la creativit che esprime fanno s che sia uno dei tatuatori pi ricercati del Veneto, partecipa a molte convention anche a livello internazionale e qualche sua opera la potete trovare anche su di me! Patty invece un'artista di altro genere, lei pittrice e creatrice di opere in tessuto ed altri materiali. Patty nata in Veneto ma ha vissuto a Milano, racchiude in s quindi una spiccata tradizionalit unita ad un'apertura mentale cosmopolita. Essendo un'artista veste in modo bizzarro e sfoga la sua creativit in cappellini e gonne multicolor e dal taglio originale. Caratterialmente un vulcano e giustamente a trovato il suo perfetto simposio con Paolo. Insieme a loro abbiamo creato una serie di bellissimi eventi che abbiamo chiamato Art-Fusion. Nel giorno stabilito cinque artisti pittori e tatuatori (italiani e non) si sono posizionati davanti a cinque tele bianche. Di fianco a loro un complesso ha iniziato a suonare ed ispirati dalla musica e dalla loro creativit gli artisti hanno iniziato a comporre figure sulle tele, ogni dieci minuti si sono cambiati di posto, passando a completare la tela del collega alla propria sinistra, cos a scalare fino alla fine del concerto. Gli stili diversi di ogni pittore/tatuatore si andato a mischiare per formare dei quadri di un certo interesse. Durante uno di questi appuntamenti di Art-Fusion, Jorge, forse aiutato da un po' di Ballantines in corpo, si inventato di fare un ritratto estemporaneo dell'intera serata gettando vernice acrilica su una grande tela e fermando qualche attimo in particolare. Il risultato visibile al Mirik Caf ed un grande quadro con riflessi verdi e grigi dove si distinguono i visi stilizzati dei cinque artisti,

delle note musicali ed una chitarra a simboleggiare il gruppo ed una perfetta riproduzione di una bottiglia di Scotch Whisky, chiss come mai... Quando si parla di arte non s'intende solo pittura e fotografia ma anche musica, in un locale come il nostro, dove ogni Sabato abbiamo un concerto gli artisti o presunti tali che si presentano a suonare sono parecchi; qualcuno che merita di pi, qualcuno che arranca un pochino ma solo un trio, in tre anni di musica live si guadagnato il premio P.I.D. : Performance Incredibilmente Disastrosa. Il trio, di cui non far il nome per galanteria, si era proposto come forse neanche i pi rodati e conosciuti U2 avrebbero fatto, hanno richiesto un cachet alto aumentato poi per la presenza di un fonico audio per le regolazioni durante il concerto, hanno pubblicizzato l'evento tramite l'ormai famoso social network Facebook solo qualche giorno prima della data prevista perch tanto a noi ci seguono ovunque e comunque e soltanto due giorni prima della loro performance ricevevo una locandina stampata in A4 tramite stampante domestica ma solo a tre colori. Io non pretendevo un poster tipo cinema od chiss quale coinvolgimento di pubblico, ma se sei tu a spingerti a promettere, io poi faccio le mie considerazioni! La pagina dell'evento sul noto social network nonostante i loro 800 (OTTOCENTO!) inviti alle diciotto del giorno stabilito annotava sei partecipanti, di cui tre erano loro, no comment! Al momento di preparare il palco si intravedevano i primi dubbi di una performance fluida e coinvolgente. Lo spettacolo diciamo era...un insieme di rumori, ogni componente suonava una canzone

diversa con una tonalit tutta sua, al momento di cantare un musicista ha steccato ed ha condotto l'intera canzone in netto contrasto con il criterio di essere intonato, la scenografia studiata apposta per l'evento era simile all'istantanea di una stanza in trasloco. Ho faticato molto, ero combattuto sul da farsi, ma ad un certo punto l'ennesimo cliente/ascoltatore che si alzava e si dirigeva fuori mi ha fatto scattare una molla nella testa. Non l'ho mai fatto, ma dopo 25 minuto di strazio sono andato dal tecnico audio e tenendomi a debita distanza dal suo fiato alcolico, gli ho detto deciso: Senti, sono le ventidue e quaranta, per me i ragazzi alle ventitre possono salutare, chiudere gli strumenti e ringraziare chi ha avuto il coraggio di rimanere fino ad adesso. Per correttezza, visto che avete suonato solo un'ora, vi dar met del compenso. Senti cosa ne dicono gli artisti. Se vogliono onorare il contratto e suonare fino a mezzanotte, liberi di farlo, ma il compenso rimane ridotto alla met. Tra un rutto di birra chiara ed uno sguardo perso nel soffitto, il tecnico mi urla: U, ma cos non si fa! Noi lo facciamo per promuovere il nostro primo CD e poi...e poi, senti come suonano bene!. In quel mentre cantava il batterista, ma avrebbe potuto ululare un cane in una stanza vuota che il risultato era il medesimo! Lo guardo fisso e gli sussurro in un orecchio: Hanno ancora 18 minuti, poi spegni tutto. Non farmi venire qui a farmelo fare da me. Ogni tanto bisogna essere un po' decisi altrimenti vengono tutti ad improvvisarsi artisti della musica e che suonano per passione, poi se non scuci trecento o quattrocento euro non prendono neanche in mano un flauto. Ah, la passione della musica!

Al contrario continuiamo ad avere la soddisfazione di far esibire musicisti che sono prima di tutto seri e professionali, arrivano con umilt e soprattutto si rivelano corretti ed educati (merce rara al giorno d'oggi). Musicisti che davvero suonano perch amano la musica e con umilt calcano il nostro palco regalando ai presenti serate indimenticabili di grande musica di qualit ma che hanno gentilezza e testa a posto come bagaglio aggiunto. Un gruppo su tutti sono i LJUS, ma come dimenticare i coloratissimi DECIMO PIANETA, o l'eleganza e la classe di MONICA e LINO, o il country spettinato di GIGI ed i DESERT BAND, i preparatissimi NEPTUNE TRIO, l'eclettico MAURIZIO, i nostrani SANTI BAILOR, gli strani ma emozionanti M'SAFIR, i coinvolgenti SVALVOLATI ON THE ROCK, i nostalgici ANZIAN PRODIGE, gli stracarichi DOWN TO GROUND, gli scatenati HAVANA, i rockettari WELKIN e tanti tanti altri che ora mentre scrivo non ho il piacere di ricordare, ne star dimenticando almeno il triplo. Vi ringrazio tutti per tutta la musica bellissima che ci avete dato fino ad oggi!

7. I CAMALEONTI Il genere umano camaleontico, noi siamo un popolo di camaleonti ed i bar sono lo specchio degli uomini che lo frequentano, noi abbiamo invertito la rotta: non il locale che prende le abitudini del cliente ma il cliente che prende le nostre. E gli piacciono. Rimando per pi vicino possibile al termine camaleonte posso affermare che il Mirik Caf sembra non riuscire mai a trovare il giusto assetto in fatto di gestione dell'arredamento. Ci piace molto utilizzare prodotti fini ed eleganti, che abbiano uno stile ed un carattere (come noi d'altronde) e siamo fortunati ad avere amici che lavorano nel settore. Da noi vengono spostati spesso i tavoli, creati di nuovi, sostituiti, cambiate le sedie (e tornando al discorso di prima voglio dirvi che addirittura una sedia creata da un nostro amico di Udine, il caro Marco, ora esposta in fiera a Parigi!), vengono create nuove zone con libri oppure viene innalzato il palco. Entri la mattina ed hai la zona brioches e caff americano ed orzo a destra sul magnifico banco in vetro e legno, ripassi la verso pranzo e te li ritrovi a sinistra sopra alla credenza torinese antica a ridosso delle nicchie, ripassi la sera ed sparito tutto! Il soppalco si trasforma da zona concerto a palco per le premiazioni (quest'anno abbiamo premiato i vincitori della seconda caccia al tesoro del Mirik Caf e del primo torneo di Ping Pong), oppure ci allestiamo un ricco buffet per qualche compleanno o cerimonia od ancora vi andiamo a presentare dei libri od a decantare poesie o proiettiamo film con il proiettore in occasione della nostra

maratona cinematografica.....insomma come avete capito qui tutto ha le ruote sotto i piedi! I nostri clienti, forse invasi da questa nostra mania, si sono ambientati egregiamente: c' chi arriva la mattina con un muso che fa provincia ed immerso nei suoi pensieri e soltanto poche ore si presenta per il pranzo con un sorriso smagliante ed una raffica di battute coinvolgenti, ci sono quelli che ti interrompono sempre mentre cerchi di parlare, vogliono sovrastare il tuo discorso, addirittura cambiano argomento e poi si bloccano e fissando un punto dicono una frase tipo: Il mondo avrebbe pi bisogno di persone cos ed aspettando di avere una delucidazione in merito a chi si riferisca il pensiero, chi ha pronunciato la frase si alza va verso il banco, ordina un altro gin tonic con il Bombay e chiede: Facciamo una partita a Golfetto?. Apro una piccola parentesi: ( il Golfetto un gioco inventato dai nostri clienti e precisamente da Stevo e Riki, si tratta di far scorrere una pallina da golf sopra il tavolo di vetro esterno, facendo percorrere alla sfera un percorso di andata e ritorno, usando la sponda della finestra per il ritorno. La fine della corsa deve avvenire in mezzo a due portaceneri posizionati tipo porta nella parte bassa del campo da gioco. Il primo concorrente che arriva a cinque centri fa fermare la sfida, il giocatore che ha fatto meno gol paga da bere per tutti. Il gioco semplice, le regole anche e la cosa pi bella che si sono cos impegnati in questo sfizio che hanno fatto fare anche il pannello per il campo da gioco in tipografia! Ma chi li ha dei folli cos?!. Chiusa parentesi ).

L'unica cosa che anche i camaleonti non riescono a cambiare sono le ordinazioni, quelle rimangono invariate, hanno un leggero flusso stagionale ma per il resto sono consolidate. Appena si presenta alla porta qualcuno dei pilastri basta guardare l'orologio e puoi metterti gi a preparare la bevanda giusta che lui berr a quell'ora. Ci sar quindi la sicurezza dell'abitudinariet della mattina con due macchiatoni ed una brioche alla crema per gli Ale, una caff per Paola, un cappuccino per Luca, un latte macchiato ed una brioche per Marco, una spremuta ed un caff liscio per William, un caff corto per Carla, un caff per Morena, un rosso con acqua gassata per Luciano, un caff macchiato per Franco, uno spritz senza ghiaccio per Flavio, due Vodka tonic per Lele e Lillo, due Havana cola per Lara ed Ale, un Ballantines per Jorge, una Caipirinha per Andrea, un Chinotto per Samuel, un gin tonic con il Bombay per Stevo, una Vodka cola per....per me! etc ,etc. Diciamo quindi che potremmo iniziare a togliere i nomi e lasciare solo la tipologia di bevanda per capire subito a chi ci si riferisce.....e qualcuno per un periodo l'ha anche fatto e si fatto chiamare da tutti Unabiondamediaperfavore! Un'altra zona che modifichiamo spesso l'area del parcheggio posto proprio di fronte a noi, all'occorrenza e sempre sotto la supervisione del bravissimo Samuel, il posteggio diventa una distesa di tavoli con ombrelloni per seguire al meglio un concerto estivo (e con tutte le candeline sui tavoli sembra di essere in qualche grazioso posto al mare); oppure diventa uno spiazzo per le bancarelle del mercatino delle Pulci che

facciamo almeno due volte all'anno, od ancora un campo giochi dove organizziamo tornei di ping pong, partitelle di minigolf e contesto con l'indo-board. La giornata per pi particolare per accade quando il parcheggio diventa una spiaggia. Gi, avete letto bene, una distesa di morbida e finissima sabbia di mare che grazie ai soliti noti viene distribuita a badilate sulla superficie di fronte a noi per regalare due giorni di musica ed emozioni in atmosfera marina. L'evento del mare a Carbonera visto con notevole interesse da tutti i nostri amici-clienti e non ed ogni anno le presenze aumentano notevolmente, come i mari di Mojito, birra e Fragolino che aiutano a superare il caldo di Agosto ed a vivacizzare quel tanto gli animi da creare sempre una serata indimenticabile. La spiaggia uno degli eventi fissi del Mirik Caf, viene creato una sola volta all'anno e vengono gestiti in questa maniera: il primo giorno solitamente un Venerd, dopo la gettata di sabbia, si svolge il giorno dedicato ai bimbi con letture di fiabe animate, giochi nella sabbia e costruzione del castello pi bello (dove vincono chiaramente tutti i partecipanti), il giorno dopo c' la serata musicale con musica dal vivo ed ambientazione in perfetto stile mare con ombrelloni, asciugamani, candele, piscina (piccolina!!) e tanta tanta allegria. La Domenica si sgombera tutto...e non una passeggiata, finch si tratta di lanciare sabbia nel parcheggio a badilate si fa in fretta, ma tirarla su a badile e carriole ci porta via tutto il giorno. Noi per non ci disperiamo, anzi ne approfittiamo per stare insieme e cos mentre gli uomini raccolgono sabbia e ripristinano la zona parcheggio, le donne e qualche altro volontario preparano una buona e sana grigliata. Ogni scusa

buona per festeggiare e ritrovarsi, voglio ringraziare di cuore tutti gli amici che ogni anno ci aiutano in questa impresa e che ogni anno ci allietano la Domenica di extra lavoro rendendolo decisamente pi appagante. GRAZIE!

8. IL GIORNALE (parte seconda) Nel capitolo precedente riguardante il giornale che circola al Mirik Caf ho anticipato che le testate giornalistiche concesse ai clienti sono la mitica Rosa, la Gazzetta dello Sport, ed uno dei due giornali locali, nel nostro caso la rinnovata Tribuna di Treviso. Tutti i giorni dal Luned al Sabato (e d'estate anche di Domenica) la rosa concilia od infiamma gli animi dei nostri clienti sportivi, la Tribuna invece ci regala curiosit sul mondo della citt e della provincia di questa bellissima citt che Treviso. Le concediamo un giorno di riposo e nello stesso tempo pratico una piccola provocazione: il Gioved mi piace dire che regalo un po' di cultura al paesello ed invece dell'amato giornale locale, i nostri clienti si trovano a sfogliare l'immenso e professionale Corriere della Sera. Non ho niente di particolare contro i due giornali della citt ma purtroppo alcune notizie di importanza nazionale vengono pubblicate il giorno dopo (quindi due giorni dopo!) il loro reale accadimento, contengono spesso molti errori di vario tipo (sotto la foto di una ragazza di spalle che sale le scale una volta c'era la dicitura Ecco il negozio del gioielliere della citt, un'altra volta mi ricordo di un titolo in prima pagina che annunciava Scrittrice legge e vende le sue opere in spiaggia. Supermula di 5.000 euro. Ora non riuscivo a capire a chi stavano dando dell'equino da soma e perch lo pagassero pure cos tanto!) e per ultimo scrivono molto, forse addirittura troppo, riguardo a fatti di provincia di scarso interesse ma di pura curiosit paesana.

Capita quindi di leggere articoli come questi: Domenica che la signora Maria che caduta Sabato sera inciampando sul marciapiede mentre era di ritorno dalla Messa. Il Luned si legge che la signora Maria sta male ancora e che il Sindaco intervenuto per approvare dei lavori di sistemazione del marciapiede con la promessa anche di aggiungere un lampione per aumentare l'illuminazione. Il Marted si scopre che la signora Maria ha incontrato il parroco della chiesa presso la sua abitazione per una benedizione. Il Mercoled il sindaco in giunta comunica che il marciapiede in questione non si pu toccare perch non ci sono soldi in cassa e che il lampione non si pu mettere perch quel pezzo di strada non di competenza comunale. Il Gioved la signora Maria sta meglio e si recher presso l'altare della Madonna in preghiera lasciando una gonfiata offerta per grazia ricevuta. Il Sindaco saputa la cosa ha organizzato un corteo con la banda del paese. Il Venerd la signora Maria mangia pesce. Il Sabato la signora Maria peggiorata ed il sindaco si reso disponibile ad accompagnarla presso la chiesa per la sua solita funzione della sera. Il parroco accompagner l'entrata della signora Maria con le sue campane. La Domenica la signora Maria non ce l'ha fatta ed i suoi parenti ne annunciano la triste dipartita. Il comune ed il parroco ringraziano. Capirete quindi perch almeno una volta alla settimana voglio deliziare il mio ed il vostro palato con notizie un po' pi interessanti....e la signora Maria insegna!

9. I CATERPILLAR Il Mirik Caf spesso sede non ufficiale di esternazioni politico-sociale-sportivo-economico-modaiolo-culturale (a volte vengono affrontati anche tutti gli argomenti nello stesso momento). Ad ondate orarie quasi prestabilite vengono a scaricare la molla i nostri clienti pi carichi detti anche Caterpillar. La loro squadra agisce in branco ma pi spesso partono in azione solitaria ed attendono i rinforzi lottando strenuamente per mantenere le posizioni conquistate, anche a costo di rovinarsi la giornata. I Caterpillar sono autentici carro-armati verbali travestiti da piccole carriole e mi spiego meglio: il Caterpillar entra nel locale, controlla le presenze, punta la sua vittima ed inizia a pensare ad un argomento. Una volta trovato il discorso giusto, che pu essere un articolo di giornale oppure un evento televisivo, il nostro getta l'esca: una semplice ed all'apparenza innocua constatazione su un determinato argomento dopodich fa seguire una piccola attesa, se il poveretto ha l'ardire di essere di deversa opinione inizia la trasformazione. Il nostro mite personaggio si toglie le vesti di pecorella umile e pacata che porgeva una richiesta di chiarimento su una passaggio politico ed indossa una pi maestosa armatura fornita di spada ed inizia ad affondare i primi colpi. E' successo anche di vedere una tale escalation di animi in battaglia che arrivano a sfiorare uno stato di esaltazione...e si stava parlando dell'ultima giornata di Campionato di Calcio! La cosa pi destabilizzante che la discussione, la battaglia per difendere i propri saldi baluardi (almeno fino a smentita del giorno

dopo), nasce in sordina, arriva ad un picco di massima pericolosit e muore un istante dopo sfociando nel pi cordiale e pacifico Arrivederci tra i vari contendenti. A volte mi chiedo se nella notte mi hanno sostituito l'insegna con una che chiama a raccolta i pi disparati folli della zona, un giorno di questi, se riuscir ad uscire di qui, andr a controllare! I nostri folli e simpatici caterpillar li conosciamo e sono teneri non posso ora svelare le loro inclinazioni durante episodi od aneddoti perch qualcuno potrebbe riconoscersi ed allora potrebbe mettersi male...hi hi hi...non posso neanche svelarvi i loro nomi per posso metterli quasi a nudo dandovi le iniziali dei loro nomi: S.P.A.C.C.A.T.R.I.T. e se leggete tutto d'un fiato queste lettere sono gi un avviso, a buon intenditor....

10. LE LESSE CONDITE Parler adesso di un capitolo un po' scottante e delicato. Le lesse condite; non mi riferisco alle verdure (anche se a pensarci bene le patate in questa condizione fisica ne incarnano molte caratteristiche) ma pi coloritamente mi piace chiamare cos quel genere di persona di sesso femminile che senza aver nessuna particolare attitudine a qualcosa e priva di orgoglio fa sfoggio di una colossale faccia di bronzo per riuscire ad ottenere pi vantaggi e favori di quelli realmente meritati. La condita lessa vive in un mondo tutto suo, persa all'interno di un locale riconoscer come immediati sempre e solo i suoi bisogni, le sue ordinazione devono avere la priorit su ogni altra e se hanno voglia di un determinato prodotto tipo un kiwi a Maggio, tu devi procurartelo, altrimenti sei tu quello in difetto. Un'usanza comune da queste parti solitamente durante l'ora dell'aperitivo od in serata di ordinare uno sprtz od un Prosecco ed offrire anche al barista specialmente se si gli unici all'interno del locale, per non bere da soli perch qui si dice che bere da soli da tristi e da alcolizzati, lo penso anche io nonostante non sia proprio di qui ma a volte devo dare forfait perch c' il rischio di sfondarsi il fegato! Quando una lessa si avvicina al banco e ti ordina un Prosecco non ti chiede mai se ne vuoi uno anche tu ma molto pi finemente ti domanda se vuoi farle compagnia. La differenza sottile nelle parole, pi evidente nel proseguo: nel primo caso alla cassa di prosecchi ne pagherebbe due,

nel secondo caso c' pure il pericolo che non ne paghi neanche uno! La lessa appare svogliata in ogni situazione, priva d'iniziativa e fa fatica a farsi coinvolgere in eventi o feste se non esplicitamente informata che il suo portafoglio non verr sfiorato. A volte se proprio costretta accetta l'invito per una serata particolare e poi tramite messaggino dell'ultimo minuto disdice l'appuntamento adducendo a mille improbabili scuse. La lessa ondeggia, o meglio ancora fluttua, nel locale solo per pochi istanti, il tempo di farsi notare, apparire ai nuovi e cercare di guadagnarsi una colazione, un aperitivo o una cena. Si atteggia a donna sempre impegnata, con il telefonino che squilla costantemente a cui lei risponde con una flemma da snob; la parte buffa e che vedo fare a queste persone sempre le solite azioni quindi o sono sempre quotidianamente impegnate oppure qui gatta ci cova. In maniera calcolata e furba (almeno da questo punto di vista bisogna riconoscerlo) le vedo sempre nel tavolo giusto al momento giusto e dove le verr offerto quello che ordiner. Mi stupisco per ancora del come fanno a sapere di certi compleanni o di certe feste: durante questi particolari eventi le lesse spuntano dal nulla e si intrufolano come il prezzemolo in piatto di pasta al pomodoro! Accade per anche di divertirsi con le loro esagerazioni, per esempio mi capitato di vederne una arrivare alla cassa insieme ad un'altra persona e nessuna delle due mi chiedeva il conto. Erano in piedi davanti a me ma continuavano a parlare di un tema inutile tipo il clima, il traffico... La lessa per alcune cose ha un cervello troppo avanti! Per esempio la lessa sa che chi chiede il conto come

se sta anche annunciandone il pagamento, difatti insegnano fin dalla scuola alberghiera che il conto si consegna a chi la richiesto. In questa prolungata chiacchierata perci mi ritrovo pronto a digitare il totale e consegnare lo scontrino ma la lessa ed il suo interlocutore continuano imperterriti a parlare del nulla. Ad un certo punto la lessa che era in ritardo per qualche suo solito strano corso di biopilates-intelato-ciliaco (non capir mai come fanno a trovarli sempre loro i corsi pi assurdi del mondo!) ha un colpo di genio: Scusa Mirko, hai gi preparato il conto che TI ha chiesto prima? Sono in ritardo e devo scappare... Che mi ha chiesto prima? Ma chi? Alla fine riesce addirittura a farti passare per distratto! Vabb..me la metto via tanto a me interessa che il conto sia saldato, schiaccio TOTALE e consegno lo scontrino. La persona insieme alla lessa si perde a salutare un suo amico e la lessa inizia lo spettacolo: finge di cercare il portafoglio nella borsa e sarebbe da premiare un tale coraggio; avete presente il classico portafoglio da lessa enooorme, con un miliardo di ninnoli in finto oro attaccati come pendagli, dalle dimensioni di uno zaino che solitamente sta in una borsetta grande come un portacipria. Ora, come fai a non trovarlo il tuo c..zo di portafoglio! L'altra persona si accorge della mia divertita espressione e provvede a tirar fuori dei contanti dalla tasca, e subito dopo guarda caso la lessa ha in mano anche lei dei contanti: dieci euro. Non vorrei essere troppo cattivo ma secondo voi in due, a cena, antipasto, primo, dolce, caff e due liquori potranno mai costare dieci euro? Quella volta comunque la lessa c'ha rimesso almeno

dieci euro perch non riuscita a ritirarli su dal banco che l'altra persona li aveva gi presi in mano per aggiungerci la differenza e consegnarmi i contanti per pagare il conto. Tempo fa avevamo una lessa condita che dava appuntamento al solito splendido del caso ad un certo orario, diciamo alle dieci di mattina. Lei arrivava verso le nove e trenta, ordinava un cappuccino con extra schiuma ed a volte un caff ed aspettava. Finita la particolare colazione abbastanza in fretta mi portava lei le tazzine al banco e se ne stava nuovamente appollaiata su un Madras ( i nostri fantastici sgabelli) in attesa. All'orario stabilito lo splendido entrava nel locale e si recava al suo tavolo chiedendole se avesse aspettato molto, lei cambiava discorso chiedendogli se aveva gi fatto colazione. Lui ordinava un caff e lei un altro cappuccino con doppia razione di schiuma. Lo splendido lavorava spesso in giro per l'Italia e manteneva i suoi contatti tramite il cellulare perci gli capitava spesso di scusarmi per una chiamata in arrivo e la lessa ne approfittava con scafata esperienza per venire alla cassa e dirmi: Ricordati di fargli pagare anche la mia prima colazione: mi ha invitato lui, paga lui. Io mi ritrovavo i una posizione scomoda: gli addebito una colazione in pi senza dirgli niente e passo per uno che vuol fare il furbo o gli dico qualcosa? Ho deciso per la seconda e quando si alzato per pagare (lei sarebbe rimasta sul trespolo fino a sera piuttosto che aprire il suo caro portamonete) gli faccio notare che la signorina ha preso anche altre cose prima del suo arrivo e gli chiedo se devo inserire nel totale anche quelle. Lui mi guarda serio e mi dice queste parole: Lo so, lo fa sempre, tutte le volte che

ci vediamo fa pagare sempre a me. Stasera mi toccher pagare anche la cena e nonostante andrebbe bene anche una pizza, lei mi porta sempre al ristorante a mangiare pesce perch dice che mi fa bene e perch lei intollerante a mille alimenti tranne che ai crostacei ed allora per non rovinare questa serata insieme preferisce andare sul sicuro con un alimento che sicura non le faccia male. Pensa di usarmi come sponsor ma non c'arriva che sono io ad usare lei. Questa confidenza nata spontanea in quanto lo splendido bazzicava spesso il locale ed anche in altri orari e con pi frequenza rispetto alla lessa ma non comunque mia competenza entrare nel merito di questa affermazione anche perch se sono contenti loro due, sono contento pure io. Annuisco ed incasso le mie colazioni. Ho visto lesse all'opera e mi sono vergognato per loro: alcuni ragazzi stavano festeggiando al banco un compleanno ed a suon di bottiglie di Prosecco e giri di Spritz, stavano creando una simpatica atmosfera. La lessa forse sentendo l'odore o grazie ai suoi poteri soprannaturali appare al banco e guarda caso proprio in mezzo alla simpatica combriccola mi dice che vorrebbe bere qualcosa ma non sa cosa. I ragazzi le chiedono se vuole unirsi a loro per festeggiare il loro amico e lei annuendo mi guarda e mi chiede un Prosecco. Quello che pi scioccante che la lessa nota subito che i ragazzi sono un po' troppo giovani e su di giri e quindi i ringrazi, li saluta e mi chiede se posso portarle il Prosecco fuori con un po' di patatine perch oggi preferisce stare al sole. Senza ritegno!!! Mi spiace averne fatto un ritratto cos crudo dopotutto

il loro essere pu anche regalare immagini poetiche e comunque da un lato son anche utili; un signore anziano proprietario di un bar in una zona poca distante, un giorno si confidato con me e mi ha detto questa frase riferendosi alle lesse: Io sono al bar e la loro apparizione fa elevare diverse economie riducendosi invece coll'assenza. Riflettuto su questo allora perch non volergli bene? Perci W le lesse condite!!

11. I SOPRANNOMI I soprannomi sono un'usanza simpatica per definire un amico, od anche no, che frequenti quotidianamente. Si usa storpiare il cognome oppure il lavoro che uno fa, altre volte lo si inventa di sana pianta e di solito sono quelli pi simpatici. Vuoi per affetto, vuoi per presa in giro, si appiccica ad una persona ed a volte rimane incollato a tal punto che il nome vero te lo dimentichi e quel Beppe, quel Toni, o quell'assurdo Gerundio rimane l'unico nome che ricordi. Di seguito ecco l'elenco di alcuni dei soprannomi dei nostri cari amici-clienti. Riccardo Manuele Nicola Flavio Carla Silvia Stefano Jorge Rossana Mirko Irene Sara Fabio Massimiliano Livio UnaBiondaMediaPerFavore, L'Anziano Lillo Varda Panzer Coghez Stevo Tema Rouge Mik Ire Rasa Biofa, SubFa Zip Ganzoman (R.I.P.)

CAPITOLI 1. Brioches 2. Il giornale (parte prima) 3. Mezza mattinata 4. Il parcheggio 5. Concetto di relativit 6. Artisti ed Arte 7. I camaleonti 8. Il giornale (parte seconda) 9. I caterpillar 10. Le lesse condite 11. I soprannomi

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