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Luglio 2010

Il settore vitivinicolo: evoluzione e ruolo delle banche


Area Pianificazione Strategica, Research & IR

Indice
1. Key points pag. 3

2. Levoluzione dello scenario: produzione,


export, consumi pag. 7

3. Il settore vitivinicolo in Toscana

pag.

20

4. Il quadro normativo

pag.

23

5. Il ruolo delle banche

pag.

27

6. Considerazioni conclusive

pag.

33

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

pag. 2

1. Key points (1/4)


In Italia, il settore vitivinicolo fattura 13,5 mld. allanno, di cui 3,5 export (la prima voce dellexport alimentare italiano), a cui si aggiungono circa 2 mld. di indotto. LItalia, con oltre 47 mil. di hl, copre il 17% della produzione mondiale e circa il 30% dellUE. Un risultato frutto anche di una crescita qualitativa con circa il 60% dei raccolti destinati alla produzione di vini Doc, Docg e Igt.
Il settore d oggi lavoro a circa 1,2 milioni di addetti con una crescita del 50% negli ultimi dieci anni: dell1,2 milioni di lavoratori del vino, 200mila sono stagionali e, soprattutto, 20mila sono immigrati. La grande distribuzione incide ormai per il 45% delle vendite nazionali seguita dal canale di hotel, ristoranti, enoteche, wine bar con il 32% e dalle vendite dirette al consumatore finale con oltre l8%. In particolare, spicca laumento delle vendite dei vini che appartengono a microaree, ottenuti da vitigni autoctoni. Il consumo di vino in Italia continua a calare: dai 45 litri pro-capite allanno nel 2007 ai 43 nel 2009 e con la prospettiva di scendere sotto i 40 nel 2015 (negli anni 70 si sfiorava i 120 litri pro-capite). Il futuro del settore vitivinicolo pertanto sempre pi legato allexport, in presenza di una costante crescita del consumo di vino nei paesi emergenti, a cominciare dai BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) caratterizzati da una forte crescita del PIL e della quota nel commercio mondiale.
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Fatturato

Occupazione

Canali di vendita

Consumi

Export

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Key points (2/4)


2010 Il 2010 si aperto con il ritorno di un cauto ottimismo sui mercati, grazie a una crescita delle esportazioni del vino made in Italy di oltre l8%, sia in volume che in valore, sotto la spinta dei Paesi Terzi (+16,4%) a fronte di un recupero pi contenuto dellUE, pari al +2,4% sempre sul primo trimestre 2009. In questa prima parte del 2010, oltre alle performance verso Usa e Canada, spicca il balzo della Cina con un incremento in valore di oltre il 70% (pur partendo da una base piccola), come conseguenza del crescente ruolo del vino nella cultura alimentare cinese. In Asia, il consumo del vino sta aumentando ad una velocit pari a 4 volte quella media mondiale: tra il 2009 e il 2013 il consumo in Asia previsto crescere del 25%. A seguito della crisi, il valore unitario medio allexport per il vino sceso a 1,78 euro al litro, anche se nel 2010 la tendenza al ribasso si arrestata. Su alcuni mercati, ad esempio la Cina, vi stato invece un aumento del prezzo medio, a conferma che il nostro export si sta orientando verso prodotti di maggiore qualit. Fra le specificit delle aziende vitivinicole, vi la necessit di dover affrontare un fabbisogno finanziario (sfasamento temporale tra le uscite per costi anticipati, soprattutto di produzione, e le entrate da vendite) particolarmente lungo (dai 15-18 mesi fino ai 2-3 anni), a causa delle caratteristiche tipiche del particolare ciclo operativo del prodotto vino.
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Cina

Prezzo

Ciclo finanziario

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Key points (3/4)


La gestione del capitale circolante diventa, pertanto, cruciale in quanto contiene la sintesi delle attivit operative e pu influire in maniera determinante sullandamento della liquidit. Il fabbisogno finanziario, legato al solo ciclo operativo, va poi inserito nella pi complessa dinamica dei flussi di liquidit legati anche alle altre aree della gestione finanziaria: investimenti e relative fonti di finanziamento (capitale proprio e credito bancario). Il sostegno creditizio va dai finanziamenti a breve termine, gestiti nella forma di scoperto di conto corrente agrario al fine di consentire massima elasticit, ai finanziamenti a lungo termine (anche 20 anni e oltre) per tutti gli investimenti strutturali e/o di rilevante entit (impianti di vigneti, costruzione cantine ecc.). In sintesi, credito che accompagna gli imprenditori lunga tutta la filiera produttiva: dallimpianto del vigneto, alla costruzione della cantina fino allultimo anello della catena, la promozione e la commercializzazione del prodotto. In crescita anche i servizi a carattere pi innovativo che vanno dai finanziamenti specifici per gli impianti di energie rinnovabili e lintermediazione dei fondi di origine pubblica e, in particolare, comunitaria (in forte crescita) fino ai servizi di assistenza sui mercati esteri e ai prodotti per la copertura dei rischi (di cambio, atmosferici, climatici ecc.). Il sostegno creditizio al settore vitivinicolo e, pi in generale, allintera filiera agroalimentare evidenziato dalla crescita dei prestiti del sistema bancario allagricoltura che, pur risentendo delle condizioni generali delleconomia, rimasta su valori positivi (+3,32% su base annua nel 2009 contro -2,19 del totale settori produttivi) grazie anche ad un tasso di decadimento (rischiosit) pi basso: 2,10% per lagricoltura contro il 2,58% per il totale imprese. Inoltre, pi del 70% dei prestiti alle imprese agricole a medio e a lungo termine un livello di circa 15 punti percentuali superiore a quella registrata allinizio del decennio.
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Capitale circolante e Investimenti

Banche e Vino

Prestiti bancari

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Key points (4/4)


I segnali di recupero del settore vitivinicolo a livello mondiale sono evidenziati dallandamento del Liv-ex (London International Vintage Exchange) 100 Fine Wine Index, uno dei principali benchmark del settore. Lindice, su base mensile, rappresenta landamento dei prezzi di 100 fra i vini pi ricercati, per i quali esiste un vivace mercato secondario. La maggior parte di vini sono Bordeaux anche se sono rappresentati vini di altri regioni francesi e italiane. Come evidenziato nel grafico, dopo il recupero del 2009, ha a nel 2010 lindice (+27,3% registrato giugno su
Liv-ex Fine Wine 100
Source: Liv-ex.com

unaccelerazione dicembre 2009) e gi in aprile aveva superato


Index Value

il precedente massimo
del giugno 2008. Negli ultimi 5 anni, lindice cresciuto del 190% e negli ultimi dieci anni ha

320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80
giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10 giu-10

registrato
performance media di quasi il 20%.

una
annuale

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2. Il contesto di riferimento (1/3)


Lindustria del vino mondiale ha raggiunto nel 2009 la produzione di circa 268 milioni di ettolitri, per un controvalore stimato di oltre 40 miliardi di euro. Nonostante la crisi, i consumi hanno registrato una lieve contrazione (-2,8% sul 2008), scendendo a circa 237 milioni di ettolitri, mentre linterscambio, pari a 86 milioni di ettolitri, ha segnato un calo del 3,6%. Della produzione mondiale, quasi il 60% proviene dallUE (27 paesi) con circa 161 milioni di ettolitri, di cui oltre 47 in Italia (+2,2% sul 2008). Anche in Italia, il settore del vino e, pi in generale, lintera filiera agroalimentare, grazie alle sue caratteristiche anticicliche, hanno retto meglio di altri settori allurto della crisi nel 2009. LItalia si confermata come il primo produttore mondiale e il secondo esportatore con una quota attorno al 18% del commercio internazionale. Nel 2009, il giro daffari risultato in linea con il dato del 2008 a quota 13,5 miliardi, nonostante il calo dellexport in termini di valori. Sempre nel 2009, calato il numero delle strutture produttrici di vino (-4,5%) e lo stesso accaduto per le entit i possesso di licenza per limbottigliamento.

La produzione di vino ( milio ni di e t t o lit ri ) 2009 Italia UE (27 paesi) Mondo


Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati OIV

2008 46,0 159,5 267,8

2007 42,6 161,3 266,1

47,2 160,6 268,0

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Il contesto di riferimento (2/3)


Nel 2009, il vino aveva infatti registrato un consistente incremento dei volumi consegnati oltre

i confini nazionali, stabilendo con circa 19,5 milioni di ettolitri, il miglior risultato degli
ultimi venti anni, anche se tale aumento non si era per tradotto in maggiori introiti: nel 2009, infatti, il comparto aveva visto ridurre le sue entrate di quasi il 4% rispetto all'anno precedente. Nei primi mesi del 2010, lexport di vino poi tornato a crescere anche in valore: oltre l8% il progresso, sia in volume che in valore, sul primo trimestre del 2009. Nel 2009, le esportazioni hanno subito, in valore, gli effetti della negativa congiuntura internazionale, mentre in termini di volumi si ribaltato il dato negativo del 2008 grazie a un progresso di oltre il 9%. Lampliamento della forbice tra volumi e valori si riflesso in un calo del prezzo medio al litro del vino esportato a 1,78 al litro, discesa che si tuttavia arrestata nei primi mesi del 2010. Il made in Italy nel 2009 ha abbassato il listini per lexport in media dell11%. Sempre nel 2009, il prezzo medio al litro del vino imbottigliato stato inferiore a quello del 2005: 2,38 euro contro 2,46; e anche il prezzo medio dello spumante italiano sceso da 3,1 euro al litro nel 2005 ai 2,47 del 2009. In calo anche il prezzo delle uve allingrosso. Il made in Italy nel 2009 ha abbassato i listini per lexport in media dell11%.
L'export di vino in Italia 2010 Mar Esportazioni (var. % quantit) Esportazioni (var. % valori) Prezzo medio 8,0% 8,4% 1,78 2009 9,4% -3,9% 1,78 2008 -6,9% 1,8% 1,97 2007 3,2% 9,8% 1,70

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Istat, Nomisma e Assoenologi (1 trim. 2010)

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Il contesto di riferimento (3/3)

Le prospettive pi confortanti, con cui si aperto il 2010, sono riconducibili a fattori sia di

carattere congiunturale, quale lalleggerimento del cambio ma anche la ripresa delle economie del Nord e Sud America, sia pi strutturali grazie alla tradizionale flessibilit del sistema italiano in grado di adattarsi alle svariate fasi congiunturali della domanda globale. Sviluppi incoraggianti confermati dalla tradizionale indagine conoscitiva di

Mediobanca sulle aspettative delle aziende vinicole italiane per il 2010: la


maggioranza assoluta (66,1%) ritiene di potere chiudere lesercizio in corso con ricavi in sostanziale equilibrio, il 30,8% in aumento e solo il 3,1% pensa di andare incontro a unulteriore diminuzione. Attese di ripresa in linea con quelle, pi in generale, delleconomia

nel suo complesso.


Levoluzione pi recente del mercato (domanda e prezzi) si sta altres muovendo in una prospettiva che lascia presumere che limminente vendemmia sia tendenzialmente abbondante e di buona qualit.

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Lexport: vino italiano (2000-2009) in valori e in quantit (1/2)


La tavola evidenzia lallargamento della forbice tra lexport in valori (+40,9% la variazione tra il 2009 e il 2000) e lexport in volumi (+8%), anche se la crisi economica ha comportato una battuta darresto che ha interessato i maggiori esportatori vinicoli mondiali e che per lItalia si tradotto in un calo in valore di circa il 4% sul 2008, rispetto ad una crescita delle quantit esportate attorno al 9%.

L'export di vino italiano


(valori e quantit)
4000 3500 3000 2500 276326792840 2980 3208 3522 3586

+40,9%
3447

2447
1805

2592

2000 1500 1000


2000

1642 1619

13061392
2004
2005

1576

18551914 1782 1950

+8,0%
Valori (mln ) Volumi (mln hl)

2002

2003

2006

2007

2008

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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2009

2001

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Lexport: vino italiano (2009-2008) in valori e in quantit (2/2)


Variazione nell'export di vino italiano* (2009/2008)
Nazione Cina Russia Svizzera Germania Regno Unito Giappone Canada Stati Uniti India Mondo Valori 29,20% 2,90% 0,90% -0,20% -1,90% -2,90% -5,30% -7,40% -19,00% -3,30% Volumi -6,50% 111,00% 13,20% 8,00% 8,80% 5,30% 4,30% -3,20% -30,70% 6,20%

Relativamente al 2009, in termini di valore spicca il dato Cinese a conferma di un export di qualit

verso

tale

paese.

Lexport

di

massa si concentra invece verso la Russia (+111% in volume nel 2009 rispetto al 2008). In diminuzione invece le esportazioni nei confronti dellIndia e degli Stati Uniti, sia in termini di valore che di volume. Per quanto riguarda la penetrazione dei mercati italiani lItalia si conferma leader in Repubblica Ceca, mantenendo inalterata la propria quota. Tiene nel 2008 il mercato indiano anche se tale trend si invertito nel 2009, e quello russo; mentre si fortemente deteriorata la quota nel mercato cinese negli ultimi anni. Da notare il ruolo della Francia come principale contendente.

* Al netto del trading di Champagne che nei valori dell'export di vino italiano pesa per il 3%

Valore import vini: quota e posizionamento dell'Italia tra i primi 3 esportatori in quel mercato
Nazione Russia * Cina India Polonia Repubblica Ceca
* Dati 2000 e 2005

Quota 2001 9,60% 14,20% 2,40% 17,30% 24,20% 2008 10,20% 7,10% 12,60% 14,60% 24,30%

Ranking Italia 3' 3' 3' 2' 1' Leader Francia Francia Francia Francia Italia

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Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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Lexport: i principali esportatori mondiali (in valore) (1/2)


La crescente concorrenza dei mercati mondiali evidenziata dalla evoluzione della quota dei nuovi produttori, passata dal 10,8% del 1996 al 21,5% del 2007. Da sottolineare la maggiore tenuta dellexport del vino italiano e spagnolo rispetto a quello francese.

I principali esportatori mondiali


(evoluzione delle quote in % dell'export mondiale - in valore-) 45
41,5

40 35 30 25 20
15
18,6 17,5 34,0

1996

2007

10
5

9,6

9,1 3,7

9,0

4,6 2,5
2,6

3,3 1,6

2,5
0,4

2,1

Francia

Italia

Spagna

Australia

Cile

USA

Suf Africa

Nuova Zelanda

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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pag. 12

Lexport: i principali esportatori mondiali (in volumi) (2/2)


La crescita della quota dellEmisfero Sud del Mondo (Australia, Nuova Zelanda, Argentina, Cile e Sud Africa) + USA risulta ancora pi significativa in termini di volumi: oltre il 30% nel 2009 contro il 23% allinizio degli anni 2000, 8% nei primi anni 90 e 2% negli anni 80. Nel medesimo periodo la quota dei 5 maggiori produttori UE scesa da circa il 76% degli anni 80 a sotto il 60% nel 2009. Ci conferma la maggiore concorrenza dei nuovi produttori sulle fasce pi basse di qualit del vino.
I principali esportatori mondiali
(evoluzione delle quote in % dell'export mondiale - in volume-) 100 90
80
75,6

Top 5 UE
78,8 75,5
71,2

Emisfero Sud + USA

70 60
50

65,1 59,9

40
30,8

30 20 10
1,6 8,0 3,1 14,8

23,3

1981-1985

1986-1990

1991-1995

1996-2000

2001-2005

2009

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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pag. 13

Lexport: il grado di apertura verso lestero dei produttori


Le imprese italiane hanno comunque dimostrato una notevole capacit di reazione alle nuove realt del mercato domestico, dove si assiste a uno strutturale calo dei consumi, e dei mercati internazionali, caratterizzati invece, nel complesso, da un costante aumento dei consumi di vino. Lapertura verso lestero del vino italiano infatti cresciuta di circa 11 punti percentuali tra gli anni 90 e gli anni 2000, un valore superiore alla Francia (incremento di 5 p.p.) anche se, fra i produttori europei, inferiore alla Spagna.
La propensione all'export
(evoluzione della % volumi esportati su produzione) 90 80 70 60 50
41 41 36 26 20 22 15
11 65 86

1995/1997

2005/2007

57

59

40
30
25

28
23

20
10

19 15 8

Cile

Nuova Zelanda

Australia

Spagna

Sud Africa

Italia

Francia

Argentina

USA

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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pag. 14

I consumi: la nuova allocazione nel mondo


La tavola sintetizza la mutazione socio-economica-cuilturale dei consumi di vino nel mondo. Anche in Italia, come negli altri paesi europei produttori di vino, si assiste ad un calo strutturale del consumo di vino bilanciato da una contestuale crescita nel resto del mondo.

La "globalizzazione" dei consumi del vino (mln di ettolitri)

Cina Canada Regno Unito Giappone Russia Stai Uniti Germania Francia Spagna Italia
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1991/95 2009 5,1 17,9 6,5 13,6 6,5 18,6 18,5 37,3 15,4 35,1

Var. % 13,3 161% 39,6 121% 12,7 95% 25,8 90% 10,6 63% 27,2 46% 20,2 9% 29,9 -20% 11,3 -27% 24,5 -30%
pag. 15

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

I consumi in Italia: criteri di scelta, canali


I criteri di scelta nell'acquisto del vino (prima risposta per canale)

Secondo

lindagine

telefonica

effettuata da Nomisma a marzo 2010 su 510 responsabili di acquisto del vino italiani, i criteri che guidano allacquisto del vino risultano principalmente la provenienza italiana, seguita dalla conoscenza del produttore. La presenza di marchio ed il prezzo sono motivazioni meno considerate.
Con quale frequenza consuma vino

Lindagine consumo di

mostra vino in

lelevato Italia. In

particolare i consumatori pi fedeli si concentrano nella fascia di popolazione pi anziana.


Et > 65: 73% Et < 44: 27%
Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Nomisma

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pag. 16

La produzione: Italia e aree geografiche


Con riferimento allevoluzione della produzione nelle varie aree geografiche nel biennio 2009-2008, si registra il progresso del Centro e, in particolare, del Nord a fronte del dato stazionario nel Mezzogiorno:

Vino: produzione
50 45 40 35 30
25
21,1
20,4

47,2

(mln. di ettolitri)
46,2

2009

2008

20 15
10
6,6

19,5

19,5

6,3

5 0

Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Istat

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pag. 17

La crescita dei vitigni autoctoni


Recenti ricerche di mercato sul canale della GDO (grande distribuzione), che assorbe circa il 45% delle vendite di vino, confermano laffermazione sempre pi solida delle etichette a denominazione. Domina le vendite il Lambrusco, seguito da Chianti e Montepulciano ma in termini di crescite percentuali, i vini pi venduti in Italia nel 2009, rispetto al 2008, appartengono a microaree, ottenuti da vitigni autoctoni: il Negroamaro in Puglia, il Syrah unica presenza nazionale, in quanto vino ottenuto in varie aree e microaree, il bianco di Custoza ottenuto da uve trebbiano a Sud del lago di Garda, il Morellino di Scansano, il Soave (uva garganega), il Prosecco, il Vermentino, vitigno presente in Liguria, Maremma e Sardegna, il Gutturnio (colli piacentini) e la Bonarda (oltrep pavese). Se poi si incrociano i vini pi venduti con quelli a pi alto tasso di crescita, c un terzetto che emerge: Prosecco, Vermentino e Bonarda.

Si tratta di vini con uno stretto legame con il territorio: un aspetto di assoluta grande rilevanza crescita. si per un Anche il sui turismo in mercati aprendo enogastronomico, internazionali fenomeno
Bonarda Gutturnio Vermentino Prosecco Soave Morellino di Scansano Bianco di Custoza Syrah Negroamaro

I vitigni "autoctoni"
-andamento delle vendite-

stanno

12,1 13,3 13,6 17,3 17,4 23,1 23,2 26,5

importanti opportunit: ad esempio, i consumatori Usa si stanno convertendo verso vini meno alcolici e con una propria identit territoriale, come i vini doc.

2009/2008 var. %

34,7
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su indagine relativa al vino nella GDO

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pag. 18

Il ruolo multifunzionale del vino


Il settore del vino rappresenta la prima voce dellexport alimentare italiano ma sempre pi rilevante il
peso che ha assunto grazie al ruolo multifunzionale: il business della cantina si infatti esteso ad altri ambiti, dalla commercializzazione agli agriturismi, con una crescita anche delle opportunit di lavoro offerte. Il settore d oggi lavoro a circa 1,2 milioni di addetti con una crescita del 50% negli ultimi dieci anni. Dell1,2 milioni di lavoratori del vino, 200miIa sono stagionali e, soprattutto, 20mila sono immigrati. Nel solo distretto di Montalcino, lavorano nel vino persone di 44 nazionalit diverse. Aspetti questi che dimostrano anche limportante contributo dato dal comparto allintegrazione. Alloccupazione diretta nel settore, va aggiunta quella del sempre pi importante indotto. Solo lenoturismo nel 2009 ha sviluppato un giro daffari stimato in 1,8 miliardi di euro e ha messo in moto fra le cantine di 500 citt del vino e i percorsi delle 150 strade circa 6 milioni di turisti, con una crescente presenza di giovani. Questo dimostra quanto sia utile creare iniziative (eventi) capaci di offrire al grande pubblico occasioni di conoscenza di questo grande patrimonio italiano che il vino. Pi in dettaglio, la classifica regionale delle strade del vino vede in posizione di testa la Toscana, seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Campania. Il primato toscano emerge anche dalla Top-5 delle destinazioni indicate dagli enoturisti intervistati dal Censis, che assegnano il secondo piazzamento al Piemonte e promuovono in terza posizione il Veneto, davanti a Umbria e Puglia. Negli ultimi dieci anni, si sono inoltre moltiplicate le nuove cantine frutto di incontri tra imprenditori e architetti attenti al luogo e allo stesso tempo innovatori, in stretto contatto con enologi e specialisti del settore. Sempre con lobiettivo di promuovere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo e il suo crescente ruolo multifunzionale, anche lItalia, dopo la Francia, ha deciso di dotarsi di un vero e proprio atlante geografico dedicato ai vini a denominazione di origine. Una cartografia completa, con tanto di descrizioni particolareggiate di vitigni e vini. Come ha dimostrato lesperienza francese, latlante, il cui coordinamento affidato allEnoteca Italiana di Siena, destinato a diventare uno strumento indispensabile per gli operatori e per chiunque voglia avere una conoscenza pi approfondita del patrimonio vitivinicolo nazionale.

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pag. 19

3. La produzione: Toscana e province (1/2)


Anche in Toscana, la produzione per il 2009, pari a 2.867 migliaia di ettolitri, risultata in lieve crescita sul 2008 (+2,4%); a livello di province Siena copre oltre il 35% del totale contro il 28% di Firenze e il 14% di Grosseto.

Vino: produzione
3.000
2.867

(migliaia di ettolitri)
2.799

2009
2.500

2008

2.000

1.500
1.009 1.010

1.000

797

788

500

413

415

186

190

177

132

128

127

Toscana

Siena

Firenze

Grosseto

Pisa

Arezzo

Livorno

Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Istat

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La produzione: Toscana e province (2/2)


In Toscana, in base anche alle informazioni raccolte presso la rete di sportelli del Gruppo MPS, vi sono segnali di ripresa per il vino, dopo un 2009 non facile, caratterizzato da un aumento della produzione ma anche da un sensibile calo dei prezzi (-8,4%); in particolare, torna ad aumentare sia lexport (+2% nei primi tre mesi del 2010) sia le vendite direttamente in cantina o in fattoria. Nel 2009, al dato positivo, in termini di volumi, dellexport complessivo del vino ha fatto riscontro un calo dellexport, in valori, a causa soprattutto della contrazione delle vendite sui mercati esteri dei vini toscani di qualit (circa il 60% del totale) penalizzati dalla crisi economica internazionale. I vini toscani doc sono 37 che si aggiungono ai 7 docg e ai 6 vini igp. La new entry il doc Grance Senesi a seguito della pubblicazione della nuova denominazione sulla GU del 14 giugno e lapprovazione del relativo disciplinare di produzione. Il nuovo vino doc sar prodotto nei comuni di Rapolano, Murlo, Asciano, Monteroni e Sovicille. Da evidenziare lo sblocco dellexport del Brunello sul nostro principale mercato, gli USA: dal 1 maggio 2010 non pi necessario disporre di una specifica dichiarazione di conformit del Governo italiano, una costosa procedura burocratica, per esportare bottiglie di Brunello negli USA, che assorbe il 25% dei 7 milioni di bottiglie di Brunello prodotte in un anno. Anche nellarea senese, le imprese con produzioni di qualit, che riescono a valorizzare le specificit e la riconoscibilit del prodotto (il marchio di fabbrica del territorio), con capacit di fatturato ed esportative superiori, sono in grado di competere meglio nel mercato globale e di cogliere la fase di ripresa in atto del commercio internazionale. Per alcune lexport incide ormai per oltre il 70% sul fatturato totale. Si consolida pure il binomio turismo-agricoltura. Anche in Toscana, un altro aspetto di crescente importanza , infatti, la valorizzazione delle produzioni tipiche di qualit: strettamente legato al fenomeno turistico, quale quello enogastronomico. In tale contesto, fra le iniziative i corso si segnala il progetto di costruzione di una nuova cantina del gruppo Antinori, nel comune di San Casciano ValdiPesa che prevede anche, fra gli annessi, museo, ristorante e un percorso guidato per accogliere almeno 10mila visitatori allanno con un investimento di circa 80 milioni. Il settore vitivinicolo Luglio 2010 pag. 21

La produzione: per marchio di qualit


Il dettaglio per regione della produzione per marchio di qualit segnala che la Toscana ha unincidenza dei vini D.O.C. e D.O.C.G. pari a circa il 62% seconda solo al Piemonte dove lincidenza sale all85%. Da sottolineare che in Veneto, la quota di mercato dei vini I.G.T. si colloca al 61%.

I vini Dop (denominazione di origine protetta - in base alla nuova normativa comunitaria cfr. infra il cap. sul quadro normativo) prodotti in Italia sono attualmente 363, di cui 44 Docg e 319 Doc: sono il 33% dellintera produzione. e I vini il a indicazione 27% della geografica protetta (Igp) sono 119 rappresentano produzione italiana. La componente,
Lazio
Piemonte Toscana Abruzzo Sicilia

Vino: produzione per marchio di qualit


(milioni di ettolitri - 2008)

0,6 0,3 0,9 0,4

2,1
1,7 1,7 1,6 1,5 2,1 2,3 4,4 2,3 3,0 4,0 4,9 5,0 6,0 3,2

0,4 0,7 0,3 0,2


1,1

Da tavola
I.G.T. D.O.C. e D.O.C.G.

infine
riforma, adesso

del

vino

da
il

tavola,
40% di della prima, in

E. Romagna
Puglia Veneto 0,0

denominazione produzione: il a vino

poi superata con la differenza potr

rappresenta

0,8 1,3 0,8


1,0 2,0

riportare

etichetta, a determinate condizioni, sia


il vitigno che lannata di produzione.
Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Istat

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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4. Il quadro normativo: il Dlgs per la tutela delle Denominazioni di origine dei vini (1/2)
La nuova normativa mette al centro la qualit dei vini, intervenendo sulla disciplina che regola le denominazioni di origine e il sistema dei controlli, adeguando cos le norme nazionali alla riforma dellorganizzazione comune di mercato (Ocm) del vino, dando cos avvio alla riforma, dopo 18 anni, del vecchio quadro normativo delineato dalla legge 164 del 1992. Lobiettivo (duplice) del decreto legislativo n. 61/2010 quello di assicurare un sistema burocratico pi snello per chi produce garantendo nello stesso tempo la qualit per il consumatore. Il provvedimento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile 2010, entrato in vigore l11 maggio. Le norme di Bruxelles toccano, prima di tutto, le denominazioni finora usate per classificare i vini: i Vqprd (vini di qualit prodotti in regioni determinate) lasciano il posto ai Dop (denominazione di origine protetta) che, a sua volta, si dividono in Doc (denominazione di origine controllata) e Docg (denominazione di origine controllata e garantita) che restano in vigore in quanto sigle. Le Igt (indicazione geografica tipica) confluiranno nelle lgp (indicazione geografica protetta) mentre i vini comuni (per i quali viene soppressa la dicitura da tavola) dovranno indicare il vitigno, senza alcun legame con il territorio di produzione. La semplificazione amministrativa introdotta dal Dlgs prevede, inoltre, lintroduzione dello sportello unico. Gli strumenti attualmente gestiti dalle regioni (albo vigneti Do, elenco vigne lgt) vengono sostituiti dallo schedario viticolo. In questo modo i produttori non dovranno pi effettuare duplici richieste per liscrizione dei vigneti allalbo, o per effettuare le variazioni. Adempimenti semplificati, ma anche controlli pi severi: per la prima volta, infatti, le verifiche vengono affidate a un soggetto terzo e non pi agli stessi consorzi di produttori. Si tratta di una importante novit di portata storica. I controlli e le inasprite sanzioni hanno come obiettivo primario quello di garantire trasparenza e qualit per il consumatore, anche di quello meno esperto. Il settore vitivinicolo Luglio 2010 pag. 23

Il quadro normativo: il Dlgs per la tutela delle Denominazioni di origine dei vini (2/2)
La fase due della riforma del settore viticolo prevede adesso ladeguamento dei disciplinari dei vini (il cui ok definitivo non arriver pi del ministero ma da Bruxelles) alle nuove norme di produzione e commercializzazione. Le modifiche pi frequenti riguardano le nuove tipologie di vini recanti il nome di vitigni autoctoni, linnalzamento dei parametri qualitativi o la possibilit di fregiarsi della Docg, quando i vini possiedono il requisito della rinomanza e del particolare pregio. Questultimo passaggio, per, diventa pi difficile perch il decreto innalza da cinque a dieci anni il tempo necessario per il passaggio da Doc a Docg. Per tutte le Do e lg che hanno presentato domanda entro il 31 luglio 2009, la valutazione sul nuovo disciplinare demandata al comitato nazionale vini del dicastero dellAgricoltura. Le domande pervenute dopo saranno invece di competenza di Bruxelles. Al Ministero sono arrivate ben 320 istanze di nuovi riconoscimenti e modifiche ai disciplinari Fino ad ora ne sono state licenziate circa il 50%: laltra met dovr essere valutata entro settembre 2011, in modo da trasmettere alla commissione Ue tutti i fascicoli entro il 31 dicembre 2011. La riforma promossa da Bruxelles, che mira a rafforzare la competitivit del settore in Europa, prevede anche il finanziamento di specifiche azioni promozionali per il vino made in Italy. In tale ambito, stato costituito di recente un Comitato per la strategia e il coordinamento con il compito, a regime, di gestire il cospicuo flusso di risorse, in modo da evitare anche sovrapposizioni o duplicazioni delle azioni nei vari mercati: i 102 nel 2013. fondi destinati allItalia per cofinanziare (al 50%) iniziative promozionali dirette ai mercati extraUe passano dai 7 milioni del 2009, ai 35 del 2010, 40 milioni nel 2011, 82 nel 2012 per arrivare a

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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Il quadro normativo: il Dlgs per la tutela delle Denominazioni di origine dei vini: le dieci principali novit (1/2)
Lannata di produzione Diventa obbligatorio indicare lannata di produzione in etichetta per tutte le denominazioni di origine.

I tempi

Si innalza da 5 a 10 anni il tempo necessario per il passaggio da Doc a Docg, mentre per il passaggio da Igt a Doc occorrono almeno cinque.

La soppressione degli Albi

Vengono soppressi lalbo degli imbottigliatori, lalbo dei vigneti e lelenco delle vigne.

Lo sportello unico

Nasce lo sportello unico: i produttori con ununica dichiarazione assolvono a tutti gli aspetti burocratici oggi demandati a enti diversi.

Obbligo di esami analitici

Per i vini a Igt (indicazione geografica tipica), fino ad ora erano liberi, viene introdotto lobbligo degli esami analitici per campione.
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Il settore vitivinicolo Luglio 2010

Il quadro normativo: il Dlgs per la tutela delle Denominazioni di origine dei vini: le dieci principali novit (2/2)
Comitato vini pi snello La composizione del Comitato nazionale vini viene ridotto da 29 a 19 membri.

I contenitori Docg

Cambiamo le capacit dei contenitori che per la Docg passano da 5 a 6 litri.

Contrassegni Doc

Viene introdotto lobbligo dei contrassegni di stato anche sui vini Doc (in alternativa si pu utilizzare, su decisione dei consorzi o in loro assenza delle regioni, il lotto). Vengono modificate le ammende a cui saranno sottoposti coloro che non rispettano le norme, fino a un massimo di 100mila euro.

Le sanzioni

Aceto e vini aromatizzati

Anche i prodotti derivanti dalla vite e dal vino, tipo laceto e i vini aromatizzati possono utilizzare la Dop o la Igp.
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Il settore vitivinicolo Luglio 2010

5. Il ruolo delle banche: il tradizionale sostegno creditizio (1/4)


Per le imprese agricole e, in particolare per quelle attive nel settore del vino, fortemente mutato lo scenario
competitivo e si sono moltiplicati gli ambiti operativi: non solo produzione ma anche commercio e turismo. Lanalisi delle potenzialit e dei rischi dellattivit agricola si , altres, ampliata con il crescere dimportanza di aspetti come la rispondenza della produzione ai requisiti qualitativi, lattenzione per la difesa dellambiente e della salute del consumatore, gli investimenti nel comparto delle energie rinnovabili.

Per la banca, la conoscenza dellimpresa e la presenza di capitale umano, con competenze di credito
specializzato (conoscenza del settore del vino, capacit di valutare le prospettive industriali delle singole aziende, consulenza sullevoluzione della normativa e dei finanziamenti in ambito UE ecc.), diventano fattori strategici sia per facilitare lo sviluppo di prodotti progettati su misura per le esigenze del cliente sia, pi in generale, per lesercizio al meglio delle funzioni che le sono proprie: selezione del merito di credito ed efficiente allocazione dei capitali. Tutto ci comporta opportuni adeguamenti organizzativi, sia in termini di reclutamento e formazione del personale sia riguardo alla creazione di specifiche piattaforme commerciali, ma anche la necessit di progettare e collocare prodotti innovativi, in grado di favorire la crescita dimensionale e il ricambio generazionale delle aziende, che vanno ad affiancare i prodotti pi tradizionali. Anche nellambito del sostegno creditizio, assume tuttavia sempre pi rilevanza la capacita di adeguare lofferta agli incessanti sviluppi dei mercati. In particolare si segnala i finanziamenti a lungo termine (anche 20 anni e oltre) per tutti gli investimenti strutturali e/o di rilevante entit (impianti di vigneti, costruzione cantine ecc.); i finanziamenti a breve termine gestito nella forma di scoperto di conto corrente agrario al fine di consentire massima elasticit e semplicit nel finanziare il capitale circolante; finanziamenti a medio termine (dai 18 mesi ai 5 anni) commisurati al valore del vino al momento della richiesta o al costo di produzione certificato dal Consorzio, per sostenere le spese di produzione e la commercializzazione del vino; i finanziamenti destinati allanticipazione dei contributi che sotto varie forme sono forniti dal settore pubblico. In sintesi, finanziamenti che accompagnano gli imprenditori lunga tutta la filiera produttiva: dallimpianto del vigneto, alla costruzione della cantina fino allultimo anello della catena, la promozione e la commercializzazione del prodotto.

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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Il ruolo delle banche: il tradizionale sostegno creditizio (2/4)


Il settore vitivinicolo e, pi in generale, lagricoltura si caratterizza per un elevato fabbisogno di risorse finanziarie per attivare i processi produttivi. Secondo i dati della Banca dItalia, a esso destinato il 4,1% del credito concesso alle imprese dalle banche. Questo, in sintesi, le principali caratteristiche del sostegno creditizio allagricoltura:
ad ogni euro di valore aggiunto prodotto in agricoltura, ne corrisponde 1,4 di credito concesso allo stesso comparto produttivo, un valore elevato se confrontato con i principali settori di attivit economica; per lindustria in senso stretto il rapporto pari allunit; negli ultimi dieci anni se si esclude lultimo periodo coincidente con lo sviluppo della crisi finanziaria e della recessione il credito bancario alle imprese agricole cresciuto a ritmi sostenuti: il tasso di crescita annuo dei prestiti stato attorno al 7%, un valore in linea con quello registrato per il complesso degli altri settori produttivi. In presenza di una dinamica assai contenuta del valore aggiunto nel comparto aumentato in misura consistente il grado di indebitamento; nellultimo biennio, la crescita dei prestiti allagricoltura, pur risentendo delle condizioni generali delleconomia, stato maggiore di quello rilevato per il complesso delle imprese e i tassi di insolvenza delle imprese agricole hanno registrato un incremento pi contenuto; la crescita dei finanziamenti bancari stata resa possibile dal progressivo allineamento dei tassi dinteresse richiesti alle imprese agricole a quelli degli altri settori. Vi ha contribuito la stabilizzazione delle insolvenze su valori contenuti. Le residue differenze in termini di costo del credito sono interamente riconducibili alla dimensione media delle imprese, pi contenuta nel caso dellagricoltura. Il divario, infatti, si annulla se si confrontano i tassi praticarti a classi di imprese omogenee per dimensioni; seguendo una tendenza generale che ha interessato lintero sistema produttivo italiano, si ridotto il peso dei prestiti a breve termine, a vantaggio di un maggior equilibrio nello stato patrimoniale delle imprese: pi del 70% dei prestiti alle imprese agricole a medio e a lungo termine un livello di circa 15 punti percentuali superiore a quella registrata allinizio del decennio. Il settore vitivinicolo Luglio 2010 pag. 28

Il ruolo delle banche: il tradizionale sostegno creditizio (3/4)


Anche nel 2009, la crescita dei prestiti del sistema bancario allagricoltura, pur risentendo delle
condizioni generali delleconomia, stata pi sostenuta di quella al totale dei settori produttivi: +3,32% su base annua. Il sostegno delle banche alle imprese agricole ha interessato tutte le aree del paese con punte per la Toscana dove laumento ha toccato il 4,57%, con unincidenza sul totale del credito alle imprese del 6,61% contro il 4,15% a livello Italia.
Prestiti (*) a Settori Produttivi (branca Agricoltura)
importi in milioni di euro

2009 (importo)
1.556.743 931.298 38.663 4,15 2,48 353.805 210.130 7.953 3,78 2,25 102.795 65.782 4.350 6,61 4,23

var% a/a
-0,40 -2,19 3,32

2008 (importo)
1.562.961 952.168 37.421 3,93 2,39 359.049 216.016 7.687 3,56 2,14 104.916 64.846 4.160 6,42 3,97

Italia
Settori produttivi di cui: Agricoltura incid% su settori prod. incid% su prestiti

Centro
Settori produttivi di cui: Agricoltura incid% su settori prod. incid% su prestiti

-1,46 -2,72 3,46

Toscana
Settori produttivi di cui: Agricoltura incid% su settori prod. incid% su prestiti
(*)

-2,02 1,44 4,57

Impi eghi vi vi e s offerenze a l netto del l e ca rtol a ri zza zi oni e dei PCT a tti vi . I da ti non contengono quel l i rel a tivi a l l a ca s s a Depos i ti e Pres titi Fonte: Elaborazione Servizio Research su dati Matrice dei Conti

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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Il ruolo delle banche: il tradizionale sostegno creditizio (4/4)

La crescita pi vivace dei prestiti alle imprese agricole, rispetto a quelli del totale dei

settori produttivi, stata favorita anche da tassi di insolvenza pi contenuti rispetto agli altri comparti di attivit, come evidenzia la tavola sullevoluzione del tasso di decadimento (flussi sofferenza in rapporto ai prestiti): 2,10% per lagricoltura contro il 2,58% per il totale imprese.

Tasso decadimento annualizzato


dic-07 mar-08 0,94 0,98 1,17 1,22 1,46 1,54 1,01 1,03 1,36 1,38 1,30 1,35 giu-08 0,99 1,24 1,50 1,11 1,46 1,54 set-08 1,07 1,30 1,60 1,10 1,33 1,75 dic-08 mar-09 1,28 1,43 1,60 1,79 1,78 1,92 1,53 1,76 2,04 2,33 1,81 2,25 giu-09 1,65 2,11 2,06 1,82 2,45 2,13 set-09 1,88 2,45 2,09 1,98 2,66 2,17 dic-09 1,99 2,58 2,10 1,90 2,47 2,19

Italia
Settori produttivi di cui: Agricoltura

Centro
Settori produttivi: di cui: Agricoltura

Fonte: Elaborazione Servizio Research BMPS su dati Centrale Rischi

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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Il ruolo delle banche: i prodotti pi innovativi (1/2)


Fra i prodotti pi innovativi, si segnala:

prodotti finalizzati a favorire laccorpamento dei terreni agricoli e delle aziende e la valorizzazione
del patrimonio abitativo rurale; servizi dedicati ai giovani imprenditori, che possano favorire il ricambio generazionale e stimolare la costituzione di nuove imprese; strumenti finanziari sinora utilizzati dallagricoltura meno che da altri settori produttivi, come il leasing,

attraverso la commercializzazione di prodotti per i vigneti e le cantine, e il factoring;


servizi collaterali e personalizzati alle aziende agricole, che incontrino la domanda dellimprenditore agricolo professionale per soddisfare propri bisogni finanziari e di assistenza nella ricerca, ad esempio, di nuovi sbocchi commerciali allestero, che sta diventando un fattore di crescita determinante; finanziamenti specifici destinati ad impianti di energie rinnovabili come il fotovoltaico, il solare termico , le biomasse, il minieolico; la consulenza nel campo dellintermediazione dei fondi di origine interna e, in particolare, comunitaria che, come specificato nel capitolo sullevoluzione del contesto normativo, stanno assumendo una crescente rilevanza: in particolare, i fondi destinati allItalia per cofinanziare (al 50%) iniziative promozionali dirette ai mercati extraUe passeranno dai 7 milioni del 2009 ai 102 nel 2013.

Resta, inoltre, centrale la definizione di adeguati prodotti di copertura dei rischi, dal rischio di cambio, un
tradizionale comparto di operativit delle banche, ai rischi atmosferici, tra cui i danni generati da eventi naturali come neve e grandine, oggetto di specifiche polizze messe a punto da alcune compagnie assicurative. Una nuova tipologia di rischio poi quello climatico, di difficile quantificazione, su cui potrebbero essere canalizzati gli incentivi pubblici, attraverso, ad esempio, lo sviluppo dei derivati

climatici, come forma di copertura per il settore vinicolo, sulla falsariga di alcune esperienze gi condotte
dalla World Bank a favore dellagricoltura nei paesi in via di sviluppo. Il settore vitivinicolo Luglio 2010 pag. 31

Il ruolo delle banche: i certificati en primeur (2/2)


Fra i prodotti pi innovativi, si segnalano i certificati en primeur che un produttore fornisce a una
banca per la vendita attraverso la rete di sportelli. Essi danno allinvestitore il diritto a ricevere una certa quantit di vino finito il periodo di maturazione.

Secondo una recente decisione della Consob, tali certificati, appaiono tuttavia esclusi dalla nozione di strumento finanziario prevista dal nuovo testo dellart. 1, comma 2, del Tuf, cosi come modificato dal d.lgs. n. 164 del 17.9.2007 di recepimento della direttiva Mifid. I certificati, infatti, non prevedono forme di regolamento del contratto alternative alla consegna fisica del vino e non risultano estranei a scopi commerciali, n assimilabili ad altri strumenti finanziari derivati, spiega lautorit. Oltre a non essere uno strumento finanziario, i certificati, sempre secondo Consob, non sono da ricomprendere nemmeno nella nozione di prodotto finanziario, perch i certificati non implicano unattesa di profitto (rendimento) del capitale investito, ma esclusivamente il diritto a ricevere una certa quantit divino a scadenza. La banca, daltra parte, nel collocare i certificati non garantisce una forma di rendimento, ma si limita ad assicurare il valore facciale del certificato nel caso in cui non sia possibile consegnare il vino a scadenza. In sintesi, i certificati en primeur non hanno niente a che vedere con i future, e la loro vendita (anche se fatta da una banca) non implica alcun prospetto informativo: i certificati del vino possono insomma essere venduti allo sportello e lunica cosa da garantire allinvestitore il rimborso del suo valore nominale nel caso in cui lazienda agricola non sia in grado di consegnare le bottiglie promesse. Peraltro in Italia i wine future hanno avuto una diffusione limitata: una pratica introdotta dai big del Brunello e poi sperimentata da alcuni dei principali produttori siciliani. In Francia, il binomio vino e finanza appare invece pi sviluppato. Ad esempio, a Bordeaux esistono 12mila chteaux, di cui un migliaio vendono il proprio vino en primeur attraverso la rete di 200 ngociant. Una figura, quella del ngociant, che in Italia non esiste. Nei portafogli enologico-finanziari di Francia troviamo i grandi rossi come i Bordeaux e i Borgogna, e gli Champagne. Anche Borsa Italiana ha preso in considerazione, in passato, di avviare un listino dedicato ai grandi vini italiani. Ma il progetto per il momento stato congelato: su questo fronte, la scarsa concentrazione di prodotti e la presenza di una miriade di micro-aziende sono sempre stati lo scoglio pi grosso da superare nel nostro Paese. Il settore vitivinicolo Luglio 2010 pag. 32

6. Alcune considerazioni finali


Fare sistema, mettersi insieme anche giuridicamente (attraverso, ad esempio, il modello delle reti di impresa) per
affrontare i mercati, anche pi lontani che presentano crescenti potenzialit di crescita, appare una delle opzioni pi interessanti per le imprese. Il futuro del settore vitivinicolo e, pi in generale, della filiera agroalimentare appare quindi sempre pi legato alla sua vocazione internazionale che diventa la strada obbligata per tutte le imprese. Fra i mercati, maggiori potenzialit di crescita presentano quello nordamericano (non solo Usa ma anche Canada e Messico) e lEstremo Oriente, a cominciare dalla Cina insieme agli altri paesi BRIC.

Un case study rilevante su come tutelare le singole peculiarit di ogni territorio coinvolto ma commercializzare in
gruppo, specie sui mercati esteri, quello relativo ai consorzi di tutela di Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Vino Nobile di Monepulciano che sono passati da una collaborazione una tantum ad una collaborazione pi avanzata in grado di dare vita a un percorso di promozione congiunta delle tre denominazioni sui mercati esteri, pur mantenendo le proprie prerogative. Anche per il vino la ricetta di rafforzare la filiera, investendo in ricerca e innovazione in vigna e in cantina: tecniche di coltivazione e trattamento delle uve sempre con lobiettivo di

accrescere al qualit del prodotto. Occorre inoltre sviluppare un terziario in grado di supportare la produzione: dai
corsi-formazione per addetti, alla logistica, ai fornitori, al packaging, alla consulenza sui mercati esteri, alla capacit degli operatori e, pi in generale, del sistema Italia di saper esportare la nostra cultura alimentare. La diversit territoriale un vantaggio competitivo per il vino italiano: certo, costosa da far conoscere ed apprezzare sul mercato internazionale perch ogni vitigno deve raccontare la sua storia e farsi apprezzare: il costo contatto elevato. Ma altrettanto indubbio che la pluralit di gusti e sapori che il federalismo enologico italiano pu

proporre al consumatore di vino mondiale unica nella sua ampiezza. La buona performance in termini di valori segnala,
anche per il settore vitivinicolo, la centralit per il made in Italy dei fattori qualit, immagine, marketing ecc., per competere con successo sui mercati internazionali. Le nostre indagini confermano, inoltre, come le aziende caratterizzate da ristrutturazioni o cambiamenti di strategia, abbiano risentito della crisi meno delle altre e presentino adesso prospettive migliori. Gli investimenti sulla promozione e sulla razionalizzazione distributiva, effettuati da molti produttori italiani nel periodo di crisi,

stanno insomma pagando.

Il settore vitivinicolo Luglio 2010

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Contatti
Area Pianificazione Strategica, Research & IR Alessandro Santoni Research Stefano Cianferotti Macroeconomia e Congiuntura Lucia Lorenzoni Nicola Zambli Mercati Creditizi Marcello Lucci Antonella Rigacci Raffaella Stirpe Claudia Ticci Investor Relations Elisabetta Pozzi Rating e Debito Simone Maggi Paola Fabretti Distretti e Territori Pietro Ripa Giuseppe Alfano Pianificazione Strategica e Business Development Marco Torre Pianificazione Strategica Antonio Cillis Laura Governi Catia Polli Maria Francesca Mormando Business Development Giovanni Papiro Guido Poli Cesare Limone Lorenzo Burelli

Autori Pubblicazione Stefano Cianferotti Email: stefano.cianferotti@banca.mps.it Tel:+39 0577-294591

Nicola Zambli Email: nicola.zambli@banca.mps.it Tel:+39 0577-298593

Raffaella Stirpe Email: raffaella.stirpe@banca.mps.it Tel:+39 0577-299908

Si ringrazia lo Staff Commerciale Agro-Alimentare di Banca MPS per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report

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