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I club politici dopo la rivoluzione francese

Il 20 giugno 1791 ci fu un tentativo di fuga del re e della regina ma poi essi furono riconosciuti a Varennes e furono ricondotti a Parigi. L'assemblea non and contro il re e accett la tesi di un rapimento. In questo modo si provoc una frattura in uno dei club politici, quello dei giacobini. La maggior parte di loro si trasferirono nei locali dei foglianti, un ex convento, mentre gli altri erano orientati verso un evoluzione democratica del processo rivoluzionario. Robespierre, componente dei giacobini, voleva mantenere l'alleanza con il popolo parigino e espresse questa sua idea con le sue sezioni elettorali e con il club dei cordiglieri. La crisi politica fu evitata e la costituente termin i suoi lavori e in pi il re giur fedelt alla Costituzione. In seguito si tennero le elezioni per l'assemblea legislativa e per la prima volta si riunirono i suoi 745 deputati. Un terzo di essi entr a far parte dei

foglianti, un quinto ai giacobini ma la maggioranza rimase neutrale. Intorno a Jean Pierre Brissot, un nuovo parlamentare, si form un piccolo gruppo di deputati, eletti del dipartimento della Gironda che poi furono chiamati girondini. Dopo la fallita fuga del re, le grandi potenze europee temevano che la situazione francese potesse precipitare e minacciavano di intervenire militarmente. Luigi XVI e gli aristocratici erano convinti che la sconfitta delle truppe francesi avrebbe posto fine alla rivoluzione. Invece i girondini erano convinti di poter vincere perch vedevano nella guerra l'opportunit di abbattere le tirannidi e coinvolgere l'Europa intera in una rivoluzione; il secondo fine era di dirigere fuori dal paese le tensioni che si erano create. Nel 1792 i girondini dichiararono guerra all'Austria, ma i primi scontri con gli austriaci e gli alleati prussiani andarono a sfavore dei francesi; cos aumentarono i conflitti sociali e politici. Robespierre Marat e Danton denunciarono il tradimento dei capi dell'esercito che aprivano la Francia all'invasione austro-prussiana. Nell'estate 1792 gli operai e i parigini insorgevano e un consiglio municipale rivoluzionario assunse il potere. Il re fu

imprigionato e obbligato a indire nuove elezioni a suffragio universale. Avendo saputo che la fortezza di Verdun si era arresa, per 5 giorni i sanculotti andavano di prigione in prigione alla ricerca di traditori e massacrando oltre mille persone accusati di tradimento ma tuttavia c'era anche chi era in prigione per altri motivi che non riguardavano la situazione politica. Nel settembre 1792 in contemporanea all'insediamento della nuova assemblea, la Convezione, le truppe francesi lo stesso giorno, composte da volontari e rivoluzionari riuscirono a fermare i nemici nella battaglia di Valmy. Il giorno dopo, il 21 settembre, venne proclamata la repubblica. Con la seconda rivoluzione gli schieramenti politici furono sconvolti: i foglianti furono annientati e gli ultimi aristocratici e filomonarchici emigrarono. Nella Convenzione vi erano 3 gruppi contrapposti tra di loro: i girondini, i giacobini (che venivano anche chiamati montagnardi per il fatto che occupavano i seggi pi in alto dell'aula del Parlamento) ed erano in stretto rapporto col comune popolare parigino. Il terzo gruppo era la "pianura" che erano la maggior parte dei deputati e determinarono l'evoluzione della

politica per i 2 anni successivi. Tra questi 3 gruppi c'era Danton che voleva trovare una mediazione. Anche se i girondini e i montagnardi erano alleati per sostenere il governo rivoluzionario, quando i montagnardi chiesero che il re venisse processato per tradimento, tra di loro ci fu un primo scontro. I girondini si opposero e la Convenzione rimase incerta; alla fine col ritrovamento di documenti che testimoniavano contatti segreti tra Luigi XVI e i nemici della Francia, Luigi XVI fu processato e condannato a morte. Il sovrano francese venne decapitato nel 21 gennaio 1793.

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