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FEDERAZIONI LAVORATORI COMMERCIO TURISMO E SERVIZI SEGRETERIE PROVINCIALI DI ANCONA NO ALLE LIBERALIZZAZIONI: SERVE UN ATTO DI CORAGGIO E DI COERENZA DEL

GOVERNO REGIONALE Dopo appena un anno dallultima modifica dellart. 55 della Legge regionale 10 novembre 2009 n. 27, che disciplina gli orari degli esercizi commerciali marchigiani, e a pochi mesi dallentrata in vigore della legge Brambilla, di nuova bufera sulle aperture domenicali e festive. Con un colpo di spugna il governo Monti nel decreto salva Italia convertito nella legge 22 dicembre 2011 n. 214, ha cancellato il riferimento ai comuni turistici e citt darte e la temporaneit della liberalizzazione, determinando un duplice effetto. La grossolana azione di taglia incolla sulla legge Brambilla stabilisce nei fatti che le attivit commerciali sono svolte senza il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, senza lobbligo della chiusura domenicale e festiva e senza lobbligo della mezza giornata di chiusura dellesercizio. A prescindere quindi dalla ubicazione dellesercizio commerciale potr essere decisa lapertura per 52 domeniche, in ogni festivit nazionale, per sette giorni la settimana e per 24 ore al giorno. Lordine perentorio per le Regioni di adeguare le disposizioni legislative e regolamentari non pi solo relativamente ai comuni turistici e citt darte, inoltre svuota completamente non soltanto il potere conferito alla regione dalla costituzione italiana di legiferare in via esclusiva in materia di commercio, ma anche il potere dei comuni italiani di determinare un calendario di apertura domenicali e festive rispondente alle effettive necessit di citt e paesi che hanno culture tradizioni, e affluenze turistiche diverse. In nome del rispetto delle norme comunitarie in materia di concorrenza si disapplica una norma costituzionale e si alterano gli equilibri di un commercio che arranca davanti ad una crisi che lascia segni tangibili anche in questo importante settore della economia italiana. Il TAR delle Marche ha avuto peraltro gi modo di chiarire che le disposizioni del diritto comunitario sulla concorrenza sono inapplicabili nel caso di un
FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI COMMERCIO TURISMO SERVIZI 60131 Ancona - Via I Maggio 241 Tel. 071.2857523 fax 071.2910002 FEDERAZIONE LAVORATORI COMMERCIO TURISMO SERVIZI www.fisascat.com fisascat.ancona@cisl.it 60125 Ancona Via Ragnini 4 Tel. 071.2822228 fax 071.2822224 UNIONE ITALIANA LAVORATORI TURISMO COMMERCIO E SERVIZI 60100 Ancona Via XXV aprile 37 Tel. 071.2275378 fax 071.2275380

regolamento nazionale sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, in quanto tale regolamentazione da sola non pu incidere sugli scambi tra stati membri. La misura di liberalizzazione inserita dal Ministro Brambilla ed ampliata a dismisura dal provvedimento Monti, non costituir n una occasione di crescita, n una possibilit di ampliare loccupazione; modificher probabilmente le abitudini di acquisto dei consumatori determinando una redistribuzione dei fatturati della settimana. Il piccolo commercio che svolge ormai anche una funzione sociale di garantire occasioni di acquisto anche alla popolazione anziana che non dispone di mezzi per raggiungere con facilit le periferie, non riuscir a garantire 52 aperture domenicali subendo un impatto negativo nei gi risicati fatturati, mentre la grande distribuzione subir un collasso sul piano organizzativo. Il contratto nazionale limita la facolt di richiedere prestazione domenicale per non pi del 30% delle domeniche e festivit di apertura e le difficolt economico finanziarie con cui tutti i gruppi della grande distribuzione fanno ormai i conti, impedisce nei fatti di ampliare gli organici. Larticolo 31 della Legge Monti rischia di vanificare anche il tentativo di governare la liberalizzazione attraverso un accordo che lAnci Marche si era dichiarata disponibile a sottoscrivere per contenere il numero di aperture entro una determinata percentuale e per dare avvio ad uno studio per verificare gli impatti reali dellaumento di aperture domenicali e festive sui fatturati e sulla occupazione. Alcuni gruppi della grande distribuzione hanno gi provveduto a dare disposizione di apertura domenicale e festiva per tutto lanno, interpretando come superabile lordinanza del Comune di ubicazione dalla stessa legge nazionale. In questo contesto serve un atto di coraggio della nostra regione che assumendosi le responsabilit che la stessa Costituzione le attribuisce in materia di commercio, dovrebbe adeguarsi alla normativa nazionale prevedendo comunque un numero di aperture domenicali e festive inferiore a quelle volute dallattuale Governo italiano. Lorientamento della Corte costituzionale che pi volte si pronunciata sul tema degli orari commerciali peraltro quello di ritenere che la regolazione della chiusura festiva degli esercizi commerciali ascrivibile alla materia commercio di cui allart. 117 quarto comma della Costituzione e quindi di competenza regionale. Altre regioni Italiane hanno fatto valere la propria potest legislativa in materia, come il Veneto che ha contenuto le aperture domenicali e festive in non pi di 20 giornate. In questa fase cos delicata per la nostra regione impegnata in una vera e propria recessione, ogni sforzo andrebbe orientato alla creazione di maggiori occasioni di lavoro e non di acquisto, per una popolazione gi
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ferita dallemorragia di posti di lavoro del manifatturiero che ha pesantemente ridotto i redditi delle famiglie marchigiane. Il massiccio ricorso agli ammortizzatori anche nel commercio il segno poi di come questa liberalizzazione non potr in alcun modo trasformarsi in occupazione, e di quanto sia improprio considerare la misura del Governo Monti come una cura per un commercio che risente inevitabilmente del calo dei consumi ingeneratosi proprio per la crisi che ha colpito di pi chi vive del proprio lavoro. Ed proprio ai cittadini marchigiani che chiederemo sostegno attraverso una poderosa raccolta firme in tutte le principali piazze delle Marche per indurre la Regione a non recepire un provvedimento di legge tanto inutile quanto rischioso per la distribuzione locale. LE SEGRETERIE REGIONALI Filcams cgil (Claudio Di Pietro) Fisascat Cisl (Selena Soleggiati) Uiltucs Uil (Marco Bolognini)

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