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questi risb frodi nei commeltere il reato incorre nella pena dei lavori pubblici da due a quattro anni

e nell' esilio. Idrntico Per art. 564. Brasile ( art. 250 ) casa di lavoro da uno a tre anni 51 all' adultera che al drudo. Portogliese del 11352 ( art. 481 ) esilio tcmporario. Spagnolo ( art. 558 ) prigione ininore. Celle Isole Jonie del 1841 (art. 631) casa di disciplina de due a tre anni. laltese del 3854 (arl. 189 e 1 9 2 ) prigionia da sei mesi a due anni all'adultera e da quattro a nove mcui al drudo. I1 codice di Baden (S. 348 ) pcioisoe con la carcere da uno a sei mesi e quando ne sia seguito il divorzio con la carcere aggravata, tanto il marito quanto la iiioglie adulteri, e con la stessa pena da rliiafiordici giorni a tre mesi il coinplice non conjiigato dell'uno o dell' altra. Neuchatel (ari. 1 5 0 ) carcere da tre a sei mesi e nii~lla, indistintamente contro niarito, moglie e conipiici. ldeniico Vaud (art. 207). Identico Pribiirgo (arl. 240). Identico Yallesc~ (art. 210). Prussiano (S. 140) carcere da quattro seltimarie a sci mesi contro il marito, la moglie, ed il complice, rna nel solo caso clie per l' adulterio sia avvenuto divorzio. Il codice Aus[siaco (S. 502 ) punisce anche esso indistintarneete iirarito, moglie, e complici, con I' arresto da uno a sei niesi, aggravando la pena contro la donna in caso di fecotid~zione. Francese (art. 357 e 358) carcere da tre niesi a due aiiiii contro 1' adultera e il driido. Ticinese (art. 315) deienzioiie di terzo grado contro la moglie, e di secondo e rnulta corifrr) il drudo; detenzione di secondo grado contro il marito, e di prinio o wiilta contro la siin coniplie~.Il codice Grejiori:ii~o (art. 176) cirique antii di galera.

La questione che esaminai al S. 1858 non puO preseiitarsi in tema di aclulterio. Ma qui invece si contemplano dagli scritiori due altre questioni: l'una relativa all' adtilterio conlinesso i% paese estero; la VOL.1 1 1. 29

quale si suddivide nella ricerca se possa punirsi, e se con la penalit del paese riostro o dell'estero. Questa questione non ha piu certa importanza oggi fra noi perch i diritti costituiti lianno sentito il bisogno di dettare regole complete sulla estraterritorialit del giure punitivo. Gli antichi che dovevano sciogliore il prol~lemasecondo ragione si divisero ;sostenendosi la non punibilita da tutti caloro che strettamente aderivano al principio della territorialitA nel giure punitivo. Ma la punibilita si propugn con acuti argomenti dall' H e r t i o (~0~06tnentat. et opusczcla vol. 1, dissert. de colZis.ione legur?~, sect. 4, S. 99) dal Z i e g l e r (dicctsticon conclus. 15, S. 48) e dal C o C C e j o (dissert. de f~gzck-cla .il& tev?*ito~io potestate, tit. 4, 9. 9 ): i quali nella questione subalterna insegnarono doversi applicare la pena del domicilio conjugale; mentre al contrario sostennero 1' applicazione della pena estera o del gius cornune: C a r p z o v i o praclica nli.Ii~. quaest. 54, n. 49 et seqq. - T;V e r n h e r observat. forens. p a ~ s2, obseruut. 404 G e o rg i u s B o e h m e r electu j44r. civi!. torn. 3, ese+ cit. NO, g. 24.

S.

1935.

L' altra questione quella relativa al caso di pii1 ad~lt~erii commessi da una donna, ora sul territorio nostro ed ora sull' estero (1). Questo caso ha implicita la questione precedente in quanto all'adulterio coinrnesso all'estero: ma se quella sciolta nel senso della punibilita la questione si complette per il concorso delle due pene, fra le quali naturalniente una sar pi mite e 1' altra piu severa;

lo clie fara luogo al duhl~io quella o questa debba sc essere applicata. Su ci6 nuovamente si scissero i . . dottori. I1 Ti r e s s ( a d a ~ l 120, C. C C. S. 10) insegnb doversi applicare la pena pii1 severa perch6 teilacemente sostenne tl.attarsi di pild di zcla delitto. I1 T a b o r (vucemuta juris cviez. 1, S. 7 6 ) vide invece nel caso un delitto co?zti~zualoe negb che potesse punirsi per il secondo quando fosse stata punita per il primo. Altri suggerirono diversi temperamenti e diverse distinzioni. Ma se queste fluttuanze degli scrittori giovano a mostrare lo svolgimento del principio scientifico, non hanno pi (come ho detto) valore intrinseco perchis i codici odierni defiriiscono in punto generale siffatte questioni, come si fece dal codice Sardo all' art. 6, e dal codice Toscano all' art. 4 e art. 80 e 74 insieme combinati (2).
(1) Vedasi H o m m e l rhapsodine obscrvat. 249, 11. G. (2) Capricciosissimi furono alcuni legislatori nella scelta
delle pene contro gli adulteri. Tacendo del taglio del noso, che ordinossi riella veduta di rendere deforrne la femmina ed allontanarne i drridi, si ricorda negli Annules tle l'dcadrrrie de lcgislnlion de Tot~loztse,1869, pag. 367, che per la consuetiidine di Layrac gli adul~erisi muliavtino e si ohblicavano a fare un giro per la ciiii legali insieme con una corda : L e u C h t f ~.esponsn AEtclor.fir2a vol. 1 , png. 17, respon. 6 ) atlesta che in alciini paesi della Germania si condannavano le adullere a portare appeso al collo un sasso che clicevnsi sasso infarne. G o o r g i s C h, nel libro che pubblic ad Ralae filagdeburgo 1 7 5 8 colto la direzione di Meineccio con il tiiolo Colyzcs jziris G c ~ ~ n c i n i c i , I-iprorluce In legge Bavara che al tilolo 7, ciip. 1, col. 283, comniina l i 1 composizioiie di dodici solidi cootro chi avesse p0510 un piede sopra il talamo allrui per salirvi e ne fosse slalo re-

spinto dalla donna senz' allro fare, clo quod injzcste in extrnitercm calcauit tlsoruna. A r p i nella sua themis Cinzbrica pug. 182 ricorda vari slrazi inflitti alle adultere, come strappar loro i capelli, o denudate pungerle con piccole punte di ferro. C o l l i n d e P l a n C g fdictionltaire fcodal, lnot aclul[ ; r e , uol. 1 , png. 4 ) risalendo ai tempi della ~iustizia baroriale ricorda punizioni singolarissime immaginate dal capriccio di quei Siguori, fra le quali avvi pur quella di essere obbligato al servizio di un pubblico casino. Si mantennero perb generalmente le pene civili accessovie che la sapienza romana aveva dettato contro le adultere, vale a dire la perdita dei ricuperi matrimoniali e dei diritti sulla successione niaritalc. Ci si lia quanto alla Spagna da Co l o n juagados de Bspaa y sus Indias, Jfadrid 1817, tom. 4 , pag. 5 : e. quanlo nlla Germania da K e ff e n h u c k ad statzttzaic; progernscm speciinrn 2, png. 137 ct 158, Prancofuurti 1760.

C A P I T O L O IV.

Poligamia.

L' riomo che prende moglie (disse T o m m a s o Rl o r o ) mette la mano in un sacco dove su cento vipere si trova un' anguilla: secondo tutte le probabilit egli tirer su una vipera. Malgrado questa verit, che (bisogna dirlo ad onore del vero) le femiiiine potrebbero benissimo rovesciare per conto loro, vi sono individui che quantunque tuttora stretti nei risultati del primo esperimento anelano torriare alla fruga di quel sacco, e tirano suso una seconda vipera; e pii la prigione per giunta, perch la legge li dichiara colpevoli di bigamia (1). I,a bigamia i l

iil delitto di coloro clze legati tzcttora d zii2 pi*lriio a nzatri.,szo,2io unlido ~ z t . co?ztruggono un secojzdo. I1
movente di cjuesto reato non e sempre l'appetito
dei sensi, cjuantunque spesso lo sia. Un amniogliato che nasconlla la propria condizione per trarre tl nozze una vecchia deforme onde carpirle la ricca

dote, o la maritata che la sua condizione nascond;t per farsi moglie di un vecchio impotente onde scroccare i doni nuziali o uscire dalla miseria e cangiare stato, non aspirano certamente a volutt illecile, nia traggono lo impulso a delinquere dalla avidit o dal bisogno. La fisonomia di questo malefizio niente si modifica perch lo eccitamento riceva dallo interesse pecuniario o da speculazioni ambiziose, anzichk da impure voglie. E questa una prima prova del come fossero errate le vecchie classazioni che la bigamia noveravano fra i delitti
di canze.
(l) BIBLIOG~APIA11o ii t a i g n e de bigcinlia ;i n T r a ctutzts ~riugni uol. 9 , fol. 122 C a e v a 1 l o s speciJu~a prcictiezcm quoest. 657 G o m e z in l , SO, l'nitr, n. 27; et i u 1. 40, n. 31 R e n o C h i o de arbitrar. cus 440 l 1 o r a s s trciclatus ju?*idicit.s d e poenis binubentiutn 1 T h o m a s i o dissert. de crimine bigamine ;et dissert. de bignmicie praescriplione, vol. 1, dissert. 7 et 8 i? e i d t? elernenla jzwis tt~tiversi png. 501 C e r l i c h i o conclrcsiones p~acticabilesprrrs 4 , conclns. 28 R e i n h a r d tlissert. de initio praescriptionis i11 crinine biganzine - V eh i s s coml?tentntiol~es,comaetzt. 7 B r u n n e rn n ii n responsa, consil. l 7 6 li e r t i o dissertat. vol. 1, dissert. de rnutrzinonio pzctutioo P u t t m a n n eleme~ztn S. 627 et seqq. K o C li irrs&ilt~tioes 523 et seqq. - 11 e l I b a C li S de viro icnn ilsore non co?tterrto B o c l ni e r o e1e)neriln

K e m m e r i C h synnpsis lib. 2, seet. 2, 291 et seqq. tit. 11, n. 24 H e n n i ,o di.9~. poenn biipr~niue J o u sde s e justice eriminelle part. 4 , til. 45 V o u g l a n s Irciil iles crimea, tit. 3 , chnp. 2 C a r n o t code pncrl art. 5-10 ; et code d' inslruction tona. 1, puy. 31 W a n 5 a n o dirilto pe~bale,vol. 1, pnp. 107 - A l b i o u s s e la srippressio~zdu crinre de bigamie.

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Lo elernento intenzionale di questo reato sta nella volont di contrarre un secondo matrimonio mentre si 1ia la scienza di essere vincolati dalle prime nozze; e la sua oggettivitcl costitutiva i? la offesa al primo contratto e non la offesa alla pndicizia. Laonde il suo elemento materiale sta nella perseveranza cli un primo matrimonio valido, e nella perfezione clel seconclo matrimonio giusta le forme prescritte dalle leggi relative. Se il matrimonio anteriore non era vuliclo, nianca (2) il primo degli elcmenti essenziali del reato, ancorch siffatta nullit non si conoscesse e si credesse buono 1' antecedente; perch in sirnili termini sarebbe sempre deficiente la materialit del reato, n& varrebbe a sripplirla la intenzione per quanto prava o recisamente determinata a delincluere, non ammettendosi delitti ptitativi. Se poi il secondo contratto non fu perfezionato nelle sue forme legittime sparirh 1' altro clei suddetti elementi materiali, e l' azione potrh al pi risolversi in un tentativo di bigamia.
(I) Oiiesta verith ebbe une conferma singolare nel caso che Ca r rii i g n a. n i felemenla S. 1179, nota 1 ) cos racconta. UILU O ~ ~conuinto d i avere nvuio tre mogli fu in O

Inyhilterru assoluto dalle pene dei bigami. I motivi per da' siffatta decisione non ficrono gicl che la legge che contemplava l a sola bigamja non fosse applicabile anche a l caso di trigamia: m a clse avendo I'inzpcctato preso In seconda moglie allorchd p e r probabile e r r o r e supponeon che l a p r i m a fosse gik estinta e r a passnto ulie terze tzozse qtcando la p r k n a e r a veranzente morta; laonde poichc' il secondo mutrinzonio e r a nzdlo, il t e r z o diveniva legilti?~zanaente contratto. Da ci chiaro come cadesse in fj. grave equivoco R a u t e r quando f droit crin~illi>sel 474, nota 2 ) guardando superficialmente quel fatto, ne trasse argomento di criticare la legge inglese ed elogiare la francese. Quel caso si sarebbe dovuto risolvere per 1: assoluzione in qualunque paese, ed in faccia a qualsiasi legge. Qui si riproduce la questione sulla distinzione fra nulliti assolicte e nullit relrrtivs, intorno alla quale gi dissi il rnio pensiero al S. 1585. 11 primo matrimonio nullo per le regole canoniche i: siificiente a costituire la bigamia nel secondo matrimonio che si contragga dal marito putativo; ccip. nzcper, A. de bigamis non ordinnvtdis ' non propter sacrn~?zenti defectiwa sed p r o p t e ~ .intentionis affectuna cum opere subsecctto, N inanc chi credette potcrsi estendere agli effetti penali un precetto dettato unicamente 31 fine di negare 1;i orclinazione ecclesiastica o di regolare gl' interessi pecuniari circa la dote : T i r a cl u e l l o de leyibus conllld6i~libll~ g6oss. 8, 11. 269. Ma 3PPO gli odierni criminalisti non b pii disputabilc il caso perchi: la idea del delitto putativo b orniai per buone ragioni rejelta dal giure penale. Come colui che non siippia di essere legato da un primo matrimonio non b reo di bigamia per difetto dell' elemento intenzionale, cos non b reo per difetto dell' elemento materialc clii creda di essere Icgato e veramente non sia. h da notarsi con 1' I1 o i f m a n n f qciestions prcyttdicelles vol. 3, 5. 0 5 ) che quando 1' accusato di bigamia promuova giudizio per nullit del primo niatrinionio, la pendenza di queslo giudizio non fa cessare la custodia preventiva perchb rimane

seniprc in presutizionc li1 validil del primo matrimonio. Quello per) che nessurio eontrastii si che ovunque dall'aaclisato di bigimia si promiiova conho il primo conjuge giudizio di nullii del prirno rn:iirimonio, la causa criminale deve sospendersi fino all' esito del giudizio niatrinioni;ile. Qui av\ i pregiudici(i1itri: ecl in faccia n questa tace la regola deliri l r y . 4, C. de orditic jitdiciorzcm, che siabilisce In precedenza del criminale sul civile, e sottentra la regola contrnr1;i della le$. 5, C. de ord. cogwilio~uo~t. Sulia iriteressaute m i i teria della pregiudicialit fra il civile e il criminale eruditissirua la dissertazione del %l j e r de civili8 et o'irwinire lis catrsuc prnejtrdicio, Hri nnover 1841.

il caso speciale in cui la ~zztllitd( o meglio la non esistenza) del inatrimonio derivasse dal fatto doloso dello stesso giudicabile. Suppongasi che il prinio matrimonio o il seconclo siano stati da lui szinuluti. Parr repugnante che profitti all' accusato il delitto stesso da lui consrirnato col simulare il matrimonio; ma 1a logica inesorabile dei fatti rende impossibile cli applicare il titolo di bigamia. Se la simulazione cadde sulle prime nozze le seconde sono valide, e il iielitto consistb nel fingere quelle, non nel celebrare le seconde. Se invece la simulazione cade sul secondo connuhio non si lla neppu1.e il tentativo cli bigamia, percli il colpevole non ebbe mai la intenzione di contrarre un secondo matrimonio valido. Bisogner dunque cercare in altri titoli di reato la repressione di questn scelleratezza, e ricorrere qualificato da simulazione di maal titolo di stzq~ro trimonio quando *con tal mezzo sia avvenuta la de-

6 peraltro rrieritevole di osscrvazione

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rlors~innu: e i~iancaiitlogli estremi di cih bisogna ric~~rrert: titolo di sitnr~lu;ioiae c?i iti/tt~'i~tb~ili~, n1 il quale tippxrterri~ ai fcrlsi dove rige i1 iiiatrirriouisr civilu; appaiterra ai delitti cozt~*o L ~ndigiont: Z dove non si a~aiiiettache il inatririionio religioso; e potrti anche richi~iii~~rsi ai delitti cofzh80lo stato clUilt7, secondo i casi: e cib oltre la ipotesi rlelln frode, che Iio accennato a S. 1933, qciaie puij verificarsi tanto nel caso di seconclo matrimonio simulato, quanto nel caso di seconclo matrimonio veraniente contratto. Secondo la dottrina che sembra prevalente uelia odierna scuola non appartiene ai criterii essenziali di questo delitto la con,suelrznzione cosi del primo come del secondo matrimonio. Non del primo, perchb quello fu valido quantunrlue non susseguito dalla consumazione. Non clel secondo, perche il delitto di bigamia Q perfelto quando perfetto il secondo contratto (i), e questo Q perfetto anche prima della consumazione. E cit porge una prova ulteriore che questo reato male oggi si collocherebbe nella ormai dimenticata classe dei delitti di carne. I1 clelitto di bigamia si definisce dunque nei pii1 semcli plici termini - la celeb~*azione un secondo matriozonio scieelztenzente corniizessu da chi tzlttavia

etaa legalo per un precedente mat~~imonio valido.


(1) Be r n e r f Lehrhtcch $. 195, png. 4502) si pronunzia per la dottrina che non esige la copula carnale cori la seconda moglie alla corisumazione della bigamia, osscrvando che tulti i nuovi codici della Germania sarizionano questa regola : avverte perb che il codice di Sassonia del 1865 all' art. 271, trova una diminuente della pena nel noli essere susseguita al sccondo matrimonio la coabitazione col nuovo

- 438 conjuge. (luesto pare a me conrenientissimo; rna non gik che con cib si proceda dalla contemplazione di una copula presunta a causa della coabitazionc?. Indipendentemente da qualunque riguardo al congiungimento carnale la successiva coabitazione un fatto esteriore che d un maggiore elemento polilico al delitto per lo scandalo e la notoriet che ne acquista la bigamia.

Ho detto oggi, perch8 su questo punto esiste radicale antagonismo fra la nniverg~ledottrina degli antichi e Ia moderna teorica. A tutto i1 passato secolo la generalitk dei criminalisti insegnava quasi senza contrasto (i) che per avere il delitto perfetto della 2ioliganzicc si richiedesse che il seconilo matrimonio fosse consumato, altrimenti non vi trovavano che un mero tentativo. I principii si concatenano sempre fra di loro : e questa era una logica conseguenza del considerare la poligamia come un delitto di carne. Dicevano nettamente che questo reato altro non era che una forma cli adulterio; e perci0 nel modo stesso che 1' ac1ulf;erionon si perfeziona se non col congiungimento carnale, lo stesso era assolutamente a dirsi della bigamia. E da tale proposizione ne traevano ancora 1' altra che ad avere questo malefizio fosse pur necessario provare la consumazione anche del prirno matrimonio.
(1) P ii t t m a n n elementcs S. 631 -lC o c h instit. S. 327 -1Cress rcdart.121,C.C. C . C j . 4 - C a r p z o v i o p r n c ticrr quaest. 66, n. 55; et jiirisprud. p n r s 4, constit. 20, def. 3' D e L u c a mclamorpl~osis quaest. 180, n. 5

31 e 1 l i i i)lstililliones jtrris

crintiilalis Lusilnni tit. 1 0 , S. 9 iiIeis t e r psincil~ic~ 2 7 7 - C r e m a n i dc j w e 8. cria1iunli lib. 2, c c ~ p 6, cwt. 4, S. 5 . C a r a v i t a instilutioncs liD. 4 , 5. 1, cnp. 50, n. 6 B a n n i z a delincrttio juris crijninnlis secundit)r~co~~stituliorrem Tlieresiirnam a c Cu?*olinnrrt, Oenij~onli 1771, Ej. 557. Questa dottrina fu senza osservazione accettata tra i moderni anche da C a r m i g n a n i elefizenla 5. 1179 C o n t o l i dei delitti e delle pene uol. 2, prcg. 1 5 4 G i u l i a n i i~aslituzioi,ivol. 2, prrgl. 464. Il nostro P u c c i o 11 i f snggio p g . 514 ) riconosce anch' egli

che per 1' antica dottrina era prevalente la opinione che alla perfezione della biganiin richiede In consumazione della copula, ma riconosce altres che multe legislazioni odierne hanno abbandonato codesto requisito. Frii gli antichi la non nececsitk della copula a consumare la bigamia fu insegnata dal RIo ll e r o in coizsliluiiotzenz s a x o n i c o i ~pars 4 , constitutio 20. ~

Modernamente per si B andati nell' opposto concetto che ho esposto di sopra. La maggior parte dei codici contemporanei (1) definiscono il delitto di bigamia per guisa da escludere affatto come condizione essenziale del suo perfezionamento 1a consumazione cosi clcl primo come del secondo matrimonio. La oggettivit di questo reato B nei diritti di famiglicc e non nella puclicizia. E i diritti di famiglia sonosi dalla prima moglie e dal primo marito cluesiti mercti la perfezione del contratto, indipendentemente dai fatti che possono essere avvenuti o non avvenuti nel talamo nuziale, e la investigazione dei cluali sarebbe spesso difficile e sempre scandalosa. E quei diritti cos quesiti dal primo conjuge completamente si violano dal bigamo con

la costituzione di una nuova fariiiglia che si contrappone alla prima. Perci gli scrittori conteniporanei tralasciano volontieri questo requisito della consuniazione nel definire il reato di bigamia. Forse anche qui influ sulla dottrina dei vecchi pratici la esorbitanza delle penalith, per la quale Iodevolmente studiarono sempre ogni modo che valesse ad impropriare il malefizio onde eritare la pena ordinaria.
(1) Codice Francese art. 340, e sul medesimo R a u t e r riroit crimine1 n. 475; codice Aslriaco art. 207; codice Prussiano S. 1 3 0 ; codice Portoghese del 1852 art. 337; Xeucha. te1 art. l 4 9 ; Svezia cap. 17, $S. 4, 5 e 6 ; hlalla art. 1%; Brasile art. 249: Bolivia art. 898; Sardo art. 488; Toscano art. 206: sul quale debbo avvertire clie il cliiarissimo Plicrioni, contradicendo nel suo Commento la opinione che piireva avere emesso nel Saygio, persiste a ritenere che anche sotto i codici moderni i quali tacciono sul17estremo della consumazione debba mantenersi la vecchia dottrina; perch secondo lui la nuova famiglia non costituita se non intervenne la copula. Ma salva la reverenza a tanto nome io nii permetto a questo punto dissentirne. Non so come possa affermarsi che il bigarno pud t o r n a r e ai p r i m i nodi fincb non ha consumato con la commistione corporea le seconde nozze. lo non voglio entrare nella questione canonica che troppo forse influ su questo pensiero: ma dico che s e la idea della rescindibilitd canonicii delle seconde nozze valesse ad escludere il titolo di bigamia, non vi sarebbe mai bigamia consumata, ma sempre sarebbe attentata, perclib le seconde nozze non sarebbero mai canonicamente irretrattabili e salde, appunto per il vizio della bigamia che le informa. Sia pur dunque canonicamente rescindibile il matrimonio rato e non consumtilo; per me quando il contratto civilmente perfetlo la sua rescindibilit non mi sembra ragione bastante

- 461 per dire imperfetto il reato. D' altronde da considerarsi che la questione iniportante anche sotto un altro punto di vista; perch s e la essenza della bigamia stesse nella copula carnale bisognerebbe ravvisare nella medesima un delitto successiuo e non un delitto istnntarreo: eppure bisogna noverarlo fra i delitti istantanei, come beae nolano Bl a i s o nn e u v e exposi dc droit pnrrl priy. 28 Chantagrel manuel de d r o i t crin~inel pay. 27. Pongasi poi che un terzo a matrimooio gi definitivamente contratto iielle forme civili ed ecclesiasticiie seuza veruna sua partecipazione, sopravvenga, e forse per dubbi insorti iiell' animo della novella sposa scienlemeute cooperi a persuaderla a prestarsi alla consumazione. Costui ag certamente con clolo: ma sarti egli ausiliatore di stupro soltanto, o ausiliatore anche di bigama Se la bigamia si consuni col contratto egli non pub essere pi complice di un reato che raggiunse lo estremo della sua oggettivit. Se la si consuma sollanlo con la cnpula, egli Iiecessariamente ne sar complice.

Ma se la consumazione del matrimonio non pu guardarsi come criterio esse?zziainb della bigamia, belle peraltro essa pu valutarsi come criterio mi.qzcs*ato~e della sua qzcantita naturale. illa qui bisogna dimorare un istante, e contemplare la oggettivitti giuridica principale di questo maleiiziu, ed enuclearne le diverse configurazjoni, e le oggettivit giuridiche accessorie clie ne possono emergere, e che non sono state a sufficienza prese di mira dalla generalita degli scrittori alla materia. Si devono pertanto distinguere tre ipotesi sostanzialmente differenti. La prima ipotesi quella clie entrambo i bigami siano scienfii delle condizioni in cui versano. Questa

cognizione li rende ambedue coanlfori del malefizio, e nessuno di loro se ne puO dire la vittima, nessuno presentare un diritto che in lui sia stato leso. L' oggetto esclusivamente della bigamia in questa prima ipotesi bisogna trovarlo nei diritti del primo conjuge che hrono a danno suo calpestati. La consumazione del secondo matrimonio in questa prima ipotesi perchti merc la mederende il delitto co~~zplesso; sima alla bigamia (che gi era perfetta col solo contratto) si aggiunge l'adulterio e il concubinato: i quali come delitti pedissequi si confondono nel principale, ma ne aumentano la quantit.

La seconda ipotesi ce la porge il caso di una maritata la quale sciente (1) del vincolo che la lega si unisca in nuovo matrinlonio con un celibe che ignos*cc quel vincolo. Questo secondo caso si complette pur esso coi titoli di adulterio e concubinaggio, rispetto alla donna che era in dolo, e che conoscendo di non potere divenire moglic legittima volle assumere una posizione clie in faccia alla le,;nne era quella cli concubina. Ma fin qui la oggettivit giuridica del reato non si allargherebbe a1 cli l clel primo caso. Paziente del delitto sarebbe sempre il primo conjtige, i diritti del quale furono manoinessi. Vi per0 la figura del nuovo marito che come esente da dolo non pu assumere lo aspetto di correo; assumer egli il carattere di altro paziente del malcfizio? Qui trattandosi di uomo non pu tenersi a calcolo la offesa alla sua pudicizia, e sotto questo punto di vista la oggettivit giuridica non

- 46.7 si dilaterebbe. I1 reato per6 si complette ulteriormente in questo secondo caso se il nuovo marito era ricco, e la donna estorse da lui donativi ad occasione del supposto matrimonio. Qui io veggo sorgere chiara e pronunziatiseima la forma di un ulteriore titolo di reato: ed la pode che clescriveremo a suo luogo. L' inganno stette nel fingersi innutta; gli artifizi e i raggiri nello indurre il credulo alle supposte nozze; la veduta di lucro vi fu; il lucro si ottenne: sicchb io vi trovo tutti gli estreini del delitto di frode. Ora questo titolo restera accessorio e pedissequo e si compenetrer nel titolo di bigamia aumentandone la cjuantit iinch 13 somma estorta sia cosi limitata che le penalita inflitte contro la frode in simili conclizioni rimangano inferiori alle penalitd inflitte contro la bigamia. Ma se siasi lucrata ingente somma per guisa che in ragione di questa la penalit della frode sovrasti a quella della bigamia; dovr per mio avviso venire in campo la nota teorica della prevalenza, e la frode assumer la principale figura nella definizione del titolo di cui la bigamia si considerer come nzezzo, e ne sar un' aggravante.
(1) Se la scienza della perseveranza del vincolo S esirenio di qiiesto retiio, ne discende che l' errore quantunque vincibile escluda ogni imputazione. Questa almeno S la dottrina comiinenienle accolta fra noi quantunque vi fosse fra gli Aleinanni chi per deferenza a speciali costittizioni f C. C. TIi. nrt. 78, S. 8 ) volle ammettere la punizioiie della biganicb colposcc come gi aveva ammesso l' adulterio colposo: B a n ri i z a Delinerctio jzlris criwzinalis 9. 560. Il quale per altro al preccdenit! S. 554,' esemplificando la ipoicsi della di-

rimente a favore della moglie del soldato la quale avesse creduto morto il marito per averne letto il nome iiello elenct: dei niorti in una battaglia, non si avvide cbe in qiiesto c:is l ' e r r o r e era uirrcillile con tulta f,icilit. Tanto C vero c h r quando uri giure positivo inipone principj esorbit:in!i dfillii r a g i o n ~ ,i giorisli costrctli a venerarli coiiie niassiirra &!erterate li viilnerano poi nell'applicazioae.

La terza ipotesi B quella di un ammogliato che conscio della sua situazione illuda una donzella igna?*cc, e la tragga all'altare. Qui pure per la successi~ra consumtizione del matrimonio il reato si coniplettt: con lo aclulterio e concul~inaggiorispetta a1 marito Ligarno; dei quali titoli la nuova moglie non ij pnrtecipe per mancanza di dolo. Ma clni si allarga ancora pii1 la oggettivitS, giuridica rispetto a!la nuova moglie irinocente. Ripetesi la possibile concomitanza della fio&, corile ho detto nel secondo caso, qualora il higanio abbia estorto una dote dalla tradita donzella. Ma anche senza questa circostanza contingente, il malcfizio si complette ulteriormente tostochc' accade la consumazione del secondo rnatrhinionio, per una costante necessiti. Irifatti ai titoli di bigarjzia, di adulterio, ed eventualmente di fj-odc, si aggiunge per effetto di quella anche il titolo di stzqwo per seduxione ( 1 ) ; clie davvero non puO illilriaginarsi seduzione pi grave di quella di un rilatrimonio fittizio. Ad un gruppo cosi accresciuto poco vi vuole a ciimprenilere che deve attribriirsi una criininosit& maggiore clie al caso semplice per 1' arimenlata quantiti naturaie. Qui le vittime a ri-

gore di lettera sono due. Si lese il diritto della prima moglie col contratto: si lesero i suoi diritti conjugali con lo adulterio: si lese eventualmente il diritto l~atrimoniale della fanciulla ingannata col carpirle la dote: si lese il diritto di questa infelice alla pudicizia deflorandola sotto una larva di matrimonio. Qui potr di nuovo tornare in campo la teorica della prevalenza, da calcolarsi nella gravit comparativa della bigamia, della frode, e dello stupro. Nn dove questa non trovi termini e rimanga come principale il titolo di bigamia, questo per la sua dilatata oggettivit giuridica dovr salire al massimo della sua quantiti naturale.
(1) Questa cuiiiulazione di lesioni giuridiche si contei~i~ilii nella 1. 18, C. no! lcg. Jid. de uduller.

E qui mi B forza ripetere una osservazioile generale da me fatta altre volte, per la nuova applicazione che presentasi al mio pensiero. Gi dissi che non concordo con alcuni moderni legislatori e progettisti di codici, i quali obbedienti al loclevole desiderio di fare definire dalla legge le aggravanti e le attenuanti dei rnalefizi, credettero doverosamente raggiunta questa loro veduta col dettare delle aggravanti e delle attenuanti una categoria generale comune a tutti i reati. Non vi concordo, perchb sebbene i principii fondamentali debbano essere costanti ed indefcttibili in tutti i reati, le speciali contingenze di fatto dei singoli malefizi ne inodificano l' applicazione. Eccoci ad un altro esemVOL. 111. :?o

- 466 pio di ci. Si disse da molti doversi guardare come circostanza aggravante di tutti i delitti lo essere i medesimi commessi per concerto di due mdvagi anzich per opera di uno solo. Ebbene: questa generalitri riesce falsa evidentemente nel tema attuale. I1 bigamo che si concerto con la sua correa vi presenta un delitto commesso congiuntamente da due persone. I1 bigamo che ingann la seconda sposa vi presenta un delitto commesso da un solo. Ma si vorr dire per questo che il primo bigamo il quale offese unicamente la prima moglie con una onta resarabile, B meno reo del secondo che reco pari oltraggio alla prima sua donna, e per soprappi rovinb la seconda? Queste distinzioni sulle quali mi sono trattenuto sembreranno a taluno sottigliezze superflue, perche i legislatori contemporanei non se ne vennero occupando. Io penso diversamente, perch la differenziale mi sembra troppo importante per essere dimenticata.

Premesso ci, e dopo la larga esposizione che ho dato al tema dell' adulterio, io non reputo necessario dimorare pi a lungo sul presente malefizio. Dir6 solo che per consuetudine generale la bigamia considerossi sempre come reato perseguitabile ad aaione pu6blz'ca (i), e dir6 che questo reato non presenta specialit notevoli in quanto al grado nella forza morale soggettiva (2). In proposito del tentativo la sua nozione dipende dalla decisione del problema che ho accennato di sopra relativamente alla consumazione del matrimonio guardato o no

- 467 come essenziale alla perfezione del delitto. E il tentativo (giusta la opinione da me preferita) dovr giudicarsi come prossimo o come remoto secondo che 1' atto a cui si arresti, era pii1 o meno prossimo al sacl-auzeizto o al cont?*atto,nel quale si rappresenta veramente il soggetto passivo del malefizio, ossia la cosa sulla quale cade il delitto. I1 suo oggetto sta nei diritti del primo conjuge ed eventualmente nei diritti del secondo conjrige ingannato. Questi se sar sciente della bigamia che contrae presenter in s il soggetto attivo primario del reato, al quale evidentemente in tali ipotesi convergono scientemente clue attivit umane. Se sarA ingannato presenterii il soggetlo attivo secondurio come cjualsisia altra persona o cosa che senza responsahilitR morale completi 1' attivit per cui il fatto criminoso procede al fine voluto dall'attorc! primario: ma non puO consiilerarsi come il soggetto passivo del delitto, perch non patisce soltanto l'azione, ma egli stesso concorre ad agire. Laonde la prossimita del conato non si deve desumere dal1' avvicinamento del bigamo al secondo conjuge, ma dall' avvicinamento di entrambo al sacramento che si viola o al contratto chc si simula.
(1) I pralici, sempre preocciipnii dal pensirro che I;[ bigcimia non fosse clie una forma di ;idulterio, irisegiiarorio clie le 1-e1nissio,tc dcl prinio conjuge salviisse i l bigariio dallti pcr~a: B c r g e r o electct cviiwinrrlia pug. 136 ct s q q . pnvs 2 , szrpplcfi~. prrg. 417 W e r n li e r obscvuniiones prtrs 1 , ohseyvat. 135, et 1 S D ; p n ~ 5, obsc~ucil.91 s B o e h n) e r O d i,'nrprouittna qzti~est.00, obse)*uulio 5 il o in m el rlbupsorline obseruatio 224 : al che and i11 coritrario I;] L~colldi

Tubinga, Responsa vol. 4, respotrs. 47, n. 9. Ed allri j.ii ~ c xieralmente disse cile tutte le escusanti ammesse nello adulterio dovebano estendersi alla bigamia, Ma cib non rni persuade per l e i divergenza del principio. Sarebbe poi una niostruositu il vedere in una citt un dovizioso rnarito condurre tre O qualtio mogli con essersi assicurata la iinpunit facendo una ricca pensioue alle prime. Cib pu essere logico dove si accetta i l divorzio convenzionale: dove questo rejelto la utilit del perdono nella bigamia inammissibile. Dcl reslo che appo noi la bigamia si perseguiti ad azione pubblica indubitato. Altro per i! pensiero di identificare il concerto giuridico della bigamia e dello adulterio; altro lrovare in certe coudizioni un correlativo fra questi due reali per desumere dall' uno un enetto giuridico sullz altro quando si coiisiderino come due fatti distinti, ma concorreuti in diverse persone. Cos pot con tutta giuslizia decidersi fRcspotisii Tubiny. oot. 4 , cotis. 124 ) che 1' adulterio del coujuge fosse a valutarsi come diniiizzletzte nel delitto di hi;;,imia corrimesso dal19altro conjuge; e potrebbe anche dpcidersi, a parer rnio senza errore, che la bigamia di un COnjuge fosse una dirimente e non soitanlo una diniinuente per l' adulterio dell' altro conjuge. Ma questa stessa differenza negli effetti di un reato considerato come scusa dell' altro, i: una I iprova iilleriore della direreiiza radicale che esiste nel concetto giuridico dei due reati, ossia nel principio fondamentale della respettiva in~pulabiliih. singolare la dottrina sostenuta da W e r u h e r f tosi. 5, pnr's 2, obseru. 442 ) che pretese troviire un;i diriniente al17aclulterio in un primo adulterio tcntato Ih dove questo davo diritto a divorzio. Lo confutb P ii t t in a 11n f aduersariorum 1i6. 2, ctrp. 2 ) perohi: il pririio adulterio non aveva sciolto il m;ilrimoriio ipso jt~re.Rla questa confutazione potrebbe essere dispulabile in tema di bigariiiii. iUnt;t la possibilit dello sciogliniento del pritrio niatrin~oriio per volont del conjuge che si rendette biganio, lii questione trilla cade sul delerniitiare s e la dissoluzione pro-

niinciata posteriormente alla bigamia si possa o no retrotrarre ai fini penali. (2) Non mancb fra i pratici chi ammettesse 13 possibilil e P u t ila ptinibilit della bigamia colposn : K o C h S. 550 rn a n n elenlentcc $. 680. Qiiesta naturalmente si configurd nel caso che il bigamo avesse creduto morto il primo conjuge, ma non avesse fatto le debite diligenze per accert:rrsene. Io non credo che possa oggi sostenersi la tesi di bigamia colposa. Q I' errore fu maliziosamente affettato, ed allorii si ha un raffinato dolo; o fu una vera credulit quantunque troppo precipitata, e trattandosi di reato di danno rep:lrabile non ammetterei la piinibilit della colpa. Altrimenti bisoanerebbe accettare tutla la teorica dcl17errore vincibile ed invincibile come applicabile a qucsla materia, e ne avverrebbe che 1' errore sulla morte del primo conjuge, tranne rarissinie ipotesi, dovrebbe sempre dirsi 'vincibile. Io ottenni l' assoluzione in un caso nel quale trattavasi di un napoletano che a Venezia durante l'assedio del 1 8 4 9 era corso a seconde nozze sulla fede di un amico che gli aveva detto essere morta la prima sua moglie: e neppure mi fu obiettata la bigamia colposa. Qui-si aveva la circostanza che il bigaino continiib a vivere con la seconda nioglie anche dopo avere scoperto 1; inganno ed aver conosciuto che viveva la prima. Ed ecco u n nuovo argaaieuto che pu valutarsi intorno la disputa sulla corisumazione. fi certo che il dolo, Iiench. per caso non ricorra necli atti preparatorii del delitto, basta che ricorra nel momento della oonsurnazione; ora s e la bigamia si consumasse con la copula, e non col contratto, poteva dirsi che il mio bigamo s e non era in dolo quando si marit era in dolo per per tutte le successive copule che aveva lungamente continuato con la seconda rnoglie dopo avere conosciula la sopravvivenza della prima : ma neppur questo mi fu obieblato. Del resto come degradanti speciali della forza morale soggettiva della bigamia pu accennarsi la dcserzione del .primo conjuge fResponsn TuDingettsia vol. 4 , rrspons. 109, et 21 4 G r a n t z i o clc dcfensione inqtcisitorzcnr pnrs 2 ,

- 470 png. 343, n. 189 - R i C h t e r vol. 1, para 5, com. 2 , n. $j e trovasi anclie valutata come scusa la nlala condotic[ del primo conjuge: C r a m e r obseracrtionum vol. 3, observ. 862, Sembra peraltro che i codici del Wurtemberg (art. 004 ) e di Annover ( art. 260 ) accettino il concetto della bigamia colposa, poich infliggono una pena slraordinaria a chi si

rendette bignmo neIla credenza di essere vedovo senza usare tutte le debite diligenze per accertarsi se il primo coujuge era o no realmente deceduto.

In proposito della complicit non pub neppure q u i cadere contrasto stilla comunicaliilit ai complici della condizione personale del bigamo ( L ) avvegnache questa sia circostanza cnst.i&utivac, non soltanto aggravante, della criminosit. Potr pero disputarsi se il terzo il quale scieatemente ajn.ti il bigamo acl illudere il secondo conjuge ignaro del precedente vincolo, debba punirsi come complice di bigamia, o piuttosto come colpevole di lenocinio : ma qrzesto io no1 credo perchb prostituzione nel caso non puO ravvisarsi.
(1) 1 pratici peraltro per una singolare bei:ignit insegnarono che il celibe contraendo matrimonio con persona COrijugata qiiantunque sciente di cib non si renda colpevole di bigarnia : C a r p z o v i o practica yrlaest. 66, n. 69, ct 74 K r e s s ad avt. 121, C. C. C fj. 4, n . 2 - B o e h m e r r i rrd . d i c l . f i r l . obscr. 8. Laonde dove era invalsa la pratica di puiiire pi severamente la bigariiia duplice f u fatta la speciale ipotesi di due conjugati che viccndevolmeute ignari del vincolo dell' altro venissero a nozze fra di loro; e fu deciso clic si trattasse di bigamia semplice e non duplice. Ma qui evideniemenle ricorreva un' altra ragione perentoria pcr non

obiettare la bigamia duplice, vale a dire lo errore di f'ltto. Del resto anche fra gli antichi non manc chi obiettasse il titolo di bigamia cos al conjugato come al celibe che scientemenle veniva a nozze con lui : G r i e b n e r dissert. cle intercessione C O ~ ~ U ~ iInGcrinti~ie I ) ~ bigumiae ctrp. 2, $. 54 K o C h institutio?les $. 525, nota 2. Costoro mossero dalla considerazione che s e il celibe giacendo con conjugata si rendeva colpevole di adulterio, doveva per analogia dirsi anche colpevole di bigamia se si ammogliava con quella. Anclie qui esercil il suo influsso In idea gi notata che la bigamia non fosse che una forma di adulterio. 3Ia per rendere partecipe della bigamia anche il celibe basta il principio generale di comunicabilil di quelle condizioni personali clie danno la essenza al redto.

S.

1947.

Le penalit della bigamla furono un tempo severissime, e quantunque per la l. 2, G. de incest. et iqzzctil. nzqtiis sembri che nella prisca Ronia si colpisse soltanto di infa~nia di pena arbitraria, G i ue s t i n i a n o porti5 il castigo nierch la Novella 117 alla morte (1). La Carolina ali'art. 121 la prini pure di morte. Altri statriti penali minacciarono chi la pena pecuniaria, chi la fustigazione, e chi 1' estremo supplizio. Le leggi moderne lianno ridotto anche questa penalit a piU ragionevoli proporzioni (2). I1 codice Sardo ( art. 488 ) punisce la bigamia con la relegazione al di sopra di sette anni. I1 codice Toscano (art. 206) la punisce con la carcere da due a cinque anni.
(1) Sono su questo punto discordi le opinioni degli intcrpetri, conle avverte I1 u n n i u s o~ciclopcdici juris pcrrs 5 , pg. 655, iit, 10. E i pi opinaroiio che al niaschio solo si

irrugasse la morte e la fernmiua dopo fustigata si cliiudesse iu uri rnori~tstero: T i r a q u e l l o de legibus connuhiulibris l e g . 7, glol;.I,pnrs 7 , ? 1 . 2 4 A l h e r i c o G e n t i l e de nuptiis lib. 6, cap. 3 i n fine. (2) Espone diffusainente le diverse penalitu minacciate dalle antiche e dalle moderne legislazioni contro la bigamia: l? e r r a o direito pene1 porluguca, vol. 6, pog. 298. \'edasi ancora 1 e l l b a C h d c r i r o una zixore non contento, po% sit. 146 S e i g n e u x s y s l i n ~ eabrigb rle jurisprtidence c?~imz7zelle, pag. 253 C a r p z o v i o jztrisprud. p a r s 4, c f ~ r ~ s t SO, defin. 1. Si ha la prova del rigore con cui guarit. dossi queslo reato nell'es~ere la bigimia uno di quei delilti nei quali dottori trovarono ragione speciale di dubitare s e fosse lecito al principe concedere g r a z i a :vediisi R i G h t e r rlecisiones prirs 5, decis. 11. Della costituzione del Wiirtemhergh che si occupb con cura speciale della bigamia punendnla di morte, si trovano esposti i requisili nei responsn TuAylcnsin vol.'f, respons. 15, et respons. 59. Singolare t; la pena che B e r n e r f L c b b u c h des Dcutsclren slrafrecktes, 5. edizione, S. 195, pag. 129 ) ricorda essersi inflitta ai bigami pel diritto territoriale di Glary nel medio evo: si fendeva in due la testa del bigamo, quasi perch ogni moglie potesse averne la sua parte.

Noi abbiamo a questo capitolo descritto una sola forma di bigamia perch la sola che nel diritto penale odierno conservi codesto nome. Non deve peraltro dissimularsi che i vecchi pratici -presentarono della higamia una pi larga enumeraziorie di specie. Tacendo di coloro che ne distinsero sei specie, e clei pi valenti che seppero trovarne otto, comunemente se ne indicavano tre. La vera (che nella sopradescritta) la sifiailitudinaria e la inter-

- 473 pet~*at.ivn.Sh?ziZitudzizaj.ia dicevano quella in cui cadeva chi gi legato da ordine sacro o da voti solenni contraeva matrimonio. dttelyetrntiva si disse quella di chi sposava donna vedova. Ma mentre yuesta terza configurazione non pu mai fare argomento del giure penale; la seconda se dal medesimo si prende cli mira non guardasi come bigamia rua come delitto contro la religione. Poich per la comune dei pratici lo stupro della monaca si era detto adulterio; era ben naturale che al matrimonio contratto con lei si desse il nome di bigamia (1). Anzi alcuni canonisti vi trovarono ancora 1' incesto per il commercio avuto con la sposa di Dio che padre comune: la quale idea se offra una figura rettorica o una decluzione esatta altri lo giudichi. Na se la paternit indubitata di Ilio rispetto a tutti gli uomini si equipara al vincolo del sangue costitativo dello incesto, chiaro che si rendono incestuose le nozze della monaca con la divinit, perch dessa pure B figlia di Dio. Quante volte il lingnaggio figurato non influ egli sulla sorte dei gindicabili e valse ad accendere i roghi?
(1) B a s s a n o praxis,lib. 1,cap. 16, n. 134

de coitu daqnnnto, n. 7 h1 e n o c li i o de arbitr. cas. 380, ~ r25 . De A m e n o prnctz'ccz crz'ntiii2nlis paP. 1 , pag. 46, n. 25 C n b n l l o ~ e s o l u t c?'irniti. cns. 200, n. 72. .

- Bossio

C A P I T O L O V.

Reati coiatro lo stato civile di zln fu~zcizrllo.

Idea e contenuto di questa specie crit~ainosa, e sua essenzialit ggenevale.

ChecchB possa opinarsi sotto il punto di vista dei rapporti fra il cittadino e lo stato (lo che tocca un' ardua questione sociale che non appartiene al mio compito) certo B nei rapporti fra individuo ecl individuo non potersi sostenere che i diritti raascuno dai bisogni. Chi afferma trovarsi nei bisogni la genesi del diritto getta l una idea diafana, la quale puo illudere gli animi che non la meditano, ed a cui piace sentirsi dire che basta aver bisogno di una cosa per godere il diritto di conseguirla; rna che O destituita di ogni base di realta. I bisogni dell' uomo sono la occasione della legge ginridica; possono definire entro certe condizioni i limiti e la misura del diritto, ma non spiegarne la genesi, n& dargli solida base, se non si risale alla suprema legge morale e questa si riconginnge con un fatto umano. Questo fatto pu essere procedente dai soli atti di colui che vuol vantare il diritto, quando a cotesto voglia farsi rispondere negli altri

un dovere giuridico pzt~anze5rlEenegativo, come aviene del diritto di proprietk &la quando al diritto si assevera che in altri risponde un dovere giuridico positico (cioh clie lo costringe non so10 acl astenersi ma n fare) cotesto diritto non pu nascere che da un fatto clell" inc7ividuo clie si vnole a tanto obbligato. L' uou~o col solo suo fatto del nascere quesisce il diritto alla vita, al quale risponde in tutti i suoi simili il dovere giuridico di non attentare a quella: ma se di piu vuole rivolgersi ad alcuno, e dirgli tu hai il dovere di nudrirmi, tutelarmi, educarmi, e simili, non basta a ci che egli dica, io sono nato ed ho bisogno di codesti tuoi offici, se al tempo stesso non puO obiettare all' individuo al quale si rivolge un fatto suo proprio da cui sia nato il rappo'rto obbligatorio che lo vincola verso di lui (1).
(1) Siilla possibilit di ampliare la eaurnernzione dei fatti riferibili alla classe dei reati che sorgono dalla socictri parentale e d a i relativi diritti C doveri, vedasi ci clio scrivo ai $S. 2971 e 2977.

Qciesto fatto e la sua virt obbligatoria non si stenta a trovarlo e respettivamente a riconoscerla quando si guardano i rapporti tra generante e generato. L' uomo e la donna che diedero vita ad una umana creatura devenncro ad un atto volontario, del quale ben conoscevano potere essere conseguenza quel nascimento, e conoscevano al tempo stesso che la creatarcl alla quale davano la vita nasceva iri talc condizione da avere una serie di bisogni ai

- 476 quali era necessit che altri sopperisse perdlk ella vivesse e crescesse a tanto da poterci supplire da yer s. Col fatto della procreazione della prole i genitori scientemente e volontariamente crearono i bisogni di lei. Essi dunque non poterono non incorrere nella obbligazione di sovvenire secondo la possibiJith loro ai bisogni stessi. I1 fatto della procreazione 9 dunque la prima radice del rapporto obbligatorio clie lega i genitori verso i figli; B la vera causa giuridica della societ parentale. Questa societ si estrinseca in una forma che dicesi stato di funziglia, in cui si compendiano i respettivi diritti t! doveri dei membri di quella societh. Ogni uomo che nasce (qualunque sia la sua cuna) ha. per legge di natura diritto a questo stato. Tale diritto ha rispetto a se una serie di doveri giuridici corrispondenti. In quanto agli estranei che niente fecero per creare quella vita non vi corrisponde che un dovere giuriclico negativo: gli estranei non hanno obbligo di accertare e tutelare lo stato civile del fanciullo; xna lianno 1' obbligo cli astenersi da qualunque atto che possa distruggere od intorbidare lo stato suddetto. Ma nei genitori che furono causa immediata del nascere del fanciullo, alla somma dei diritti che si compendiano nel suo stato di fumlglz'u corrisponde di pi un dovere giuridico positivo cos rispetto n ciascuno dei singoli suoi bisogni come rispetto al cardine primario della guarentigia dei medesimi, che sta nello accertamento del sao stato civile. Lo inadempimento per parte dei genitori dei loro successivi doveri giuridici pu non esigere che ne sorga la figura di un delitto civile in ogni suo particolare svolgimento, perclik quantunque malizioso e malvagio ci

- 447 possa essere, pu trovarsi sufficiente tutela giuridica nella sola coazione senza ricorrere alla sanziona penale; e cosi bastare all' uopo il solo magistero civile. Ma inutilmente si confiderebbero al magistero civile le sorti future del fanciullo e i diritti suoi se al momento della stia nascita non fosse nei modi legittimi accertato l'essere suo, ed i suoi legami con la famiglia alla quale veramente appartiene. In questo momento, ed a tale oggetto i diritti del fanciullo hanno bisogno di una protezione pi~energica e pronta; e il magistero punitivo B necessit che sorga con la minaccia di grave pena a costringere i genitori a fare quanto le costumanze del luogo stabiliscono per la constatazione dello stato civile della creatura; e costringere cosi i genitori stessi come gli estranei a non far cosa che adulteri la constatazionc di quello stato, o lo renda incerto e ,pii1 precario di quello dovrebbe essere per gli ordini veglianti. Ecco la idea generale alla quale s' infornia questa serie di malefizi che si dicono contro lo stato civile ( 1 ) .
(1) BIBI.~OGRAI.'IA o s s i o tractutus varii, tit. d~ pr11~ B supposito F a r i n a C C i o p a ~ s6, quctest. 1 5 0 , n. 239 L y n C k e r dissert. de pnrlzc sllpposito C a r p zo v i o pructicu p(r9.s 2, quaest. 95, n. 27 et seqq. C a n t e rn quctestiones vnriae cap. 8, 12. 35 e seyq. E Werndl y dlssertnlio de origine stattts ciuilis - R o u s s e a u d d r l a C o rii tr e ?izntires crinainellcs pnrt. 1 , c i ~ a p 2, scct. 1 , . i\J e n o c l i i o clist. 2 S t r u v i 0 de p a r l u stcpposilo de ~wcies~'cvzl~t. 5, prc~estt~izpt.4 , n. 1 ZiU. 2 S a r n o prnais crim. cap. 46 D a ril h o u d e r praxis cri??&. cap. 26, n. 21 81 c e r b i t z de it,funtibus supposititiis V i g n ol i ilc judiciis caz~surqian crirrzinrrliiina CUI). 4 2 , picy. 214 Il u f f n] ti n n de 12olabilioi*ibi4s dctictorum n~atrirnoitialiirfn

tempurihus cup. 4 , S. 7 , et seqq. P u t t m in n cIemenlu S. 557 C r e m a n i de jure c r i n ~ i nli& 2, cap. 7 , a r t . 8,s. 9 . J o u s s e justice c ~ i m i n e l l e pnrt. 4 , tit. 52 D A g u e s' s a u ouvragcs toni. 2 , l ~ n g . 111 Ma n g i n Je 1" nction publique n. 190 A r ni e I l i n i isiiticziuni del diritto penale S. 535, e segg. J a c o b i de crimine statzls zuppressi, Antstclodnn~i 18(i9 - A l l n r d histoire de In juslice crininelle at4 ,YVi siicle, pug. 280, S. 392.

Nei tempi di minore civilt al bisogno della constatazione dello stato civile di un fanciullo (istintivamente sentito (la tutti (1) i popoli) supplirono i ministri della religione e lo istituzioni loro, nelle quali si riscontra la origine di ogni civilizzazione. Dovunque per poco rifulse un albore di civilt che ritraesse 1' uomo dalla vita bestiale e selvaggia, la religione introdusse dei riti e delle cerimonie lo quali nel loro arcano pensiero guardavano ancora a questo fine di preparare al neonato nella futura sua vita un' attestazione o documento cluaIurique che gli mantenesse balia di affermare la trib, la casta, la famiglia a cui apparteneva. Ma dove gli ordinamenti civili progredirono a svolgersi con forze autonome, si Comprese che senza nivntc avversare alle istituzioni religiose, e senza niente detrarre ai diritti del sacerdozio l'autorit laica doveva e poteva anch' essa occuparsi di questo fatto e di questa constatazione. Ed allora si videro nascere appo le genti pi culte i cos detti atli dello stato civile; nella qual formula si compendia un sistema chc: sotto uno od altro metodo tende a costituire dei

documenti pei quali si dia certezza legale alle nascite, ai matrimoni, ed alle morti sotto la vigilanza dell' antorita secolare, perch questa ha diritto di sapere chi nasce, chi si marita, e chi muore nella citth, senza niente invadere con ci i diritti del sacerdozio a cui resta libero il campo di fare per i fini suoi altrettante constatazioni con quel metodo che meglio alla sua legge si adatta.
(1) Sono notissimi i riti delle nazioni orientali in occasione della nascila dei figli. Un punto oscuro ce lo porge la
sioria romana. Rlolti da diversi frammenti del testo credettero potere argomentare che anche nei primi tempi di Roma vigesse 1' obbligo imposto ai genitori di denunciare all' autorila civile la nascita dei figli. Altri per hanno dimostralo ctie quei framnienti appellaiio o a1 ceriso o ai tributi della capilazione, e cos a denunzie imposte per gli adulti ed ai soli ' fini fiscali: e sull'autoriii di G i u l i o C a p i t o l i n o nella vila di Atztonio hanno sostenulo ctie il prirno :icl ordinare in Roma la professio liberorum inzposilo nomine, cio I;i denunzia dei figli al prefetto dell' erario deiitro trenta giorni dalla nascita, fosse A n t o n i n o P i o in iiiia Costituzione oggi perduta, e che egli aveva dettato al fine appunto di impedire le supposizioni di infanti. Qiieslo punto storico trovasi sostenuto con una erudizione che niente lascia a desiderare dal C u r r a n z a tlc parlu nitttcruli et leyitinzo cap. 5 , n . 100 C1 scqy.

S.

i952.

Ma codeste diverse praticlie nientc modificano la dottrina che andiamo ad esaminare sotto il punto di ~ i s t aclel giure punitivo. La scienza del giure penale B cosmopolita. I delitti contro lo stato civile non hanno la loro ragione di essere in una forma

- 480 speciale o religiosa o civile ( l ) adattata presso tale o tale altro popolo alla contestazione del medesimo. La loro oggettivit giuridica il diritto che ha 1' uomo allo accertanlento di quello stato. ToglilietJe dal fatto il fine di pregindicare a codesto diritto, ed il reato di che si parla scomparisce e degenera. Supponete dei genitori i qnali tengano presso di loro la prole, la riconoscano in faccia al pubblico come tale, adempiano verso di lei a tutti i loro doveri, in una parola le diano quello che dicesi possesso di stato; ma supponete che per una miscredenza non le abbiano dato i battesimo, o per ca2 priccio non ne abbiano fatto la debita denuncia all'nffizio dello stato civile : si potr nella prirna ipotesi cercare se costoro siano colpevoli di un delitto religioso; nella seconda potranno esserlo di una contravenzione: ma al vero concetto del delitto contro lo stato civile del fanciullo mancherx lo elemento intenzionale; perchb 1' azione non fu diretta contro quella oggettivit giuridica che la legge volle proteggere creando questo titolo [li nialefizio (2).
(1) 1 nuovi ordinametiti dati in Italia alla constatazione dello stato civile con gli ariicoli 401, 402, 405 del codice civile, e 846 del codice di procedura civile; e col regolainento del 15 novenibre 1865, sonosi con riiolta diligenzci pozientctnetite illustrati diil Cav. P e r o L t a nel libro clie II:~ per Litolo Stulo Civile, hfilatio 1872. 11 P e r o t l;i 1' autore di un tilanciate pei Giurali, che libro utilissimo. Qriesli tiuovi ordiai d' ltalio sullo stato civile a prevedersi clie polranno escrcilare un influsso anclie sulle rn:ilrric penali; e daranno occasione a nuovi problemi da sciogliersi per opero della giurisprudenza. Per rsenipio, potr seriatiicnte diibitiirsi

se dopo i niedesimi sia a mantenersi la qualit di pubblici ttl/ickli nei parrochi; la q ~ i i l eera in loro priiicipalniente riconosciuta per qucsio appunlo che erano zcfliciali deliri st(1t0 Cit!ile. Ristretto oggi l'ufficio loro al puro ministero religioso sotto un governo tolleraute sembra difficile trovare la ingerenza di servigio al governo che in loro mantengzi 1' anzidetta qualit eccezionale. (2) Nella giurispruller~za,ed auclie negli scrittori, si b troppo spesso confusa la nozione della soppressio,te rli stnto con la nozione dell' abbandono (esposiniorie) di un fanciullo. Vedasi una dissertazione del B e r t o I i n i inserita nell' Eco dei Tribunctli ai n. 961 e 962. Nella esposizione di infante pu essere implicita la soppressione di stato. iila ci &e forma la sua speciale essenza S il pericolo d i vita derivnutc al neonato 'dallo ahbandono. Perci questo titolo si colloca fra i delitti contro la integrit del corpo umano e sta nel mezzo fra lo infanticidio ( reato contro la vita ) e la soppressione di stato (reato contro i diritti di famiglia). Questo ultimo aspetto presentando una oggettivii giuridica secondaria scomparisce ovunque sorgano gli altri due. iila non sempre si richiede la prova esplicita del p)ze dello agente per applicare in pralica questa delirnitanione. per facile riassumere il concetto 1 . 0 Titolo di infinlicidio sr fuvvi abbandono susseguito da morte: e questo sdr doloso s e chiarito il fine micidiale; colposo se non chiarito il fine. 2.0 Titolo di infanticidio tentata s e chiarito i l fine iiiicidiiile ina non seguita la niorte. 5." Titolo di esposizione s e ni;iric tanto il fine quanto s e manc 1' effetto micidiale; nia vi ora ifzcerteazn di soccorso al banibino, e cos pericolo iilla salute. 4.O Resta dunque il titolo puro di soppressioac d i stato nella negazione di lutte le anzidette circostarize: non niorte; non fine micidiale; non incertezza di pronta assistenzrt per mano altrui. Negli altri casi S guida la regola insegnata ariclie dai vecchi pratici ( B a r d e l l o n i c0n.u. 53, pag. 1 9 5 ) clie qiiando una stessa azione pu prcseritare due figure cri-

- 482 ininose deve scegliersi Fra quelle due, e mal applicare due titoii di delttto.
$. j $953.

Parimente a notarsi che i1 soggetto pnssiro cle-l reato dev' essere sempre il fanciullo stesso, o positivamente o negativamente che siasi operato: e natn~~alruente deve essere tzn fanciulla vivente, (I) at laoinento della consumazione. Se invece la azione cade sopra il hcu~~zerato materiale, iI titolo pnb per altra via scomparire e degenerare. Nel fine vi sara la mutazione dello stato civile: ma se nel mezzo si f, commessa una alterazione o soppressione del registro gia regolarmente compiuto, o una falsa estrattura autentica dcl inedesimo, nasce il titolo di falso i i z pztbUIica cGoct6nle?zto che eventualmente pub assorbire l' altro titolo, giusta la nota teorica della prevalenza.
( I ) Era ragionevole la limitazione stabilita dalla giurisprudenza delle Corti d Francia [ C il a u v e ir a ?L. 2902 e8 suii}.) sulla interpretazione del15 art. 346 cli quel codice, per Irr quale si negava la imputabilith, o ;I rnegiio dire la esistenza del delitto di soppressione qnando era caduto sopra ua Pmciullo nato rnoi'io. Lo cosa parev;i di tanta evidenza da durar fdtica n coriiprendere la osoillozioiic clic divise i giurisli di Iirancia s u tale f~lltispccie. l a perclik la lettera della legge paniva il n;~sconrliiriertto del Ftriciulio senza distinguere se niorlo O vivo, aosi coloro ciie aniaao strettamaate aderire iiIIii Ieltern della legge anctio qiisndo essn uccide lo spiriio rifict(;iv,ino ogni dislinziarie. E s segna16 un giudicaio iu erri 1;s Corto cli Cnssnzione nel 1865 jn affare Mollex (h1 r i it art. 7815) stabili che il terzo i1 quale aveva nascosto il cadavere di ua fi~riciiilloper il fine di occuitarr il parfo norr

poteva nieitersi in accusa sotto la iiicolp:izione di sc~pprcssione di stato. Vediisi anche lo stessu al o r i n uri. 8855. L' ariicolo 5-55 st:ito conservato in Francia scnza alcuna modificazione sul testo del 1810, salvo che vi i! stdta ag~iiinta una disposizione per questo c:iso speciale. La massiina prevalsa nelle Corti di Francia clie quando non constavs i l fanciullo essere nato vivo negava potersi parlare di soppressione di stiito, era logica; perchi? stiindo la oggettiviti giuridica di questo delilro rioi diritii del faiiciullo allo stato di famiglia, non potevano trovarci tali diritti in un fauciuilo nato morto, e cos il delitto di soppressione per la non fatta presentazione veniva a m;iricare di oggetio. Nella riforma del 1863 quesl' ordine giuridico CL' idee non poleva prendersi di fronte. iila i riformatori osservarono che spcsso le donne illegitliniamenle fecondate uccidevario il fanciiillo e lo sotterravano; perloch In giuslizia venuta tardi in cognizione del Litto uori potendo pi trovare nel cadavere corrotto le Lraccie della vita o della viliilitLi del f~nciullo,qiielle donne si giiadagriavano la impuniii. Ad impedire cib i rirormatori francesi intriisero al titolo della soppressione di stato un secondo aliriea iiell'art. 845, dove vennero a stabilire doversi irifliggere uri;i pena contro coloro che ilvessero nascosto il cadavere (li riii faiiciullo, cluantutique fossc prov;~loctic i l niedesiiiio era ilalo morto, o cib fosse rinzctslo in dtthbio. Gli autori di quesio fatto (disse il nuovo alinea) saranno puniti col carcere da uri mese s ciilcliie anni se non provato che il fanciullo sia nato vivcl; e col carcere da sei giorni a due mesi se r~ro\~;ito clia il f,inciullo sia nato morlo, O s s ~ r v agiustamente A I o r i n f j m r n a l (li6 tl).oit criulinrl a r t . 8 2 0 f i ) coinm~ntiiridoil giudicato della Corte di Ciissazione del 21 novernbre 1563, clie questo fatto rJiSpsentn una indole giuridica tuitd diversa da quella clie i? propriil del deliito di soppressione di stato. & diiatti sotto i l punto di visla della protezione dei diritti di f,imiglia quella disposizione specirtlo non sarebbe giustificiibile. Coine si giustifica dunqile P C)ua13i? l'oggetio del delilto clie qui si creato? (Ju<il' i: il diritto che si leso col non

denunciare un fanciullo nato morto? L i risposta inipossibile. Questa i! una legge di so.spclfo, e niente altro. Ci SOSPL~I~I~ che la mancata denuncia nasconda un infaiiticidio, anche quando I' infanlicidio 1: dimostrato 6upossibile perch il i'anciullo k nato aiorto: e per un sospelto del quale non possibile la realta si punisce col carcere una mera contravenzione. Cib potr recare meraviglia a chi non abbia faniiliare la storia dell' anlico diritto francese. Ala chi ricorda che per le ordinanze francesi si arriv fino a punire di morte la madre che essendosi sgravata di un feto morto Io avesse soiterrato senza farne denunzia ali' autori&, dovr convincersi della verit di quello che ho detto altre volte, cio che le tradizioni delle ordinanze reali non sono ancora in Francia cancellate del tutto. Sulla storia delle singolari questioni suscitate in Francia ad occasione del nascondimenlo del fanciullo y n r t o r i t o v n o ~ i o ; vedasi B l a n c h e cinqlriilze elude pccg. 280 c t 282, n. 266 el 267. In sostanza con la nuova legge si venuto a creare in Francia un nuovo Litolo di reato che potrebbe deriominursi itu~~~tcrzione clunrleslitza di fanciullo nato morto: reato del quale impossibile assodare I: obietlivo giuriclico. Del resto bene si intende che quando il fanciullp ha vissuto non s i altera il delitto per la circostanza che la soppressione sinsi commessa dopo la morte nalurale del fanciullo : B l a n C li e cinqiiidmc etudc n. 2 5 8 et 262, pag. 508. E stimo un grave errore ci che taluno si accinse poco fa a sostenere, vale :I dire che una soppressione di slalo comrnessa a danno di un fanciullo che dopo avere vissuto qualche tempo era morto, non era punibile. Si disse clie i l niorio non aveva pii (liritti, e che perci quella soppressione al niomento in cui era nata mitncava di obietto giuridico. lta non vi sono essi i diritti dei ~uccessibili P

Soggetto attivo primario di cluesto resto possono per non essere sempre i genitori del fanciullo. Prih

- 483 anche commettersi da estranei i quali abbiano un interesse all'occultamento o all' alterazione di quello stato. Da ci6 nasce che il paziente in questa sorte d i n~alefizinon semsre il solo fanciullo. Talvolta possono esserlo anche i genitori, talvolta anche i terzi, come quanclo si alteri lo stato di una creatura per pregiudicare ad altra creatura nei diritti che avesse ad una successione; o ad un direttario nei diritti che avesse alla caducazione di una enfiteusi per estinzione di linea; o simili. Da cib nasce altresi che la passione movente a questo reato non necessario che sempre sia l'odio contro il fanciullo: puO essere 1' odio contro i genitori, e 1' odio contro dei terzi : pub esserlo una mera speculazione venale senza nessuna concomitanza di simpatie od antipatie personali : pub esserlo anche l' aniore o verso il fanciullo o verso altri, come nel caso di una moglie che per dare una consolazione al marita (1) simuli un parto, o per risparmiargli un dolore occulti la morte del figlio ed operi una sostituzione; o il caso di chi intenda arrecare alla creatura benefizio grandissimo facendo passare come figlia di ricchi genitori la creatura nata da un pezzente. Dalle quali osservazioni trasvolate dagli scrittori e non contemplate sufficientemente dai codici contemporanei, io ne traggo una conclusione che mi pare degna di essere notata e pub riuscire feconda di conseguenze. Quando si dice che la oggettivita giuridica di questo malefizio B lo stato civile del fanciullo, a prima giunta si considera il diritto a quello stato come pertinente al fanciullo medesimo; perch nei casi pi ordinari e frequenti la legge protegge quel diritto nel fanciullo e non in altri.

Ma ci non deve prendersi come tassativo. AIIa constatazione del genuino stato civile di un individuo non ha diritto ctsc!usivamente quell'individuo. Vi hanno diritto anche i genitori, anche i congiunti, e possono eventualmente avervi diritto ancora gli estranei. Quando la legge pertanto impone il genuino accertamento dello stato civile, ed eleva a reato ogni alterazione che se ne commetta, mira a proteggere il diritto di tutti coloro che vi abbiano interesse. Di qui la variet infinita delle forme che pu assumere questo rnaleflzio; la diversit delle quali deve essere calcolata come criterio misnratore della sua quantiti, ma non toglie al fatto il criterio essenziale di reato tosto che la falsit ebbe potenza di recare nocurnento a qualcuno.
(1) Cos narrano gli storici cIie Eutropia supponesse R3nssenzio ut Jlnzi?nia?am~ sibi devinctum ihnherct.

Una ultima proposizione occorre per stabilire prima di fare passaggio allo esame delle singole specie qui pertinenti. Lo sludo di funggliu che la legge penale protegge, quale deve egli essere? Dissi sopra non che alla essenza della fu'i~zfglic~ necessario il matrimonio legittimo purchb il concnbito abbia dato vita all'inalterabile rapporto di filiazione. E se anche senza legittimo matrimonio pu aversi famiglicc nel senso giuridico, e socict&parentale almeno fra la maclre naturale e la prole, B cliiaro che anche codesta famiglia henchD meno legittima costituisce una oggettivita giuridica, e che sviluppa il diritto

- 487 che sia fatta fede di quello stato tale quale Q, quantunque meno proficuo. Vi sar lo stesso divario che intercede fra la proprietk della giubba lacera del pezzente ed il superbo monile della duchessa. L' oggetto materiale del.diritto 6 assai diverso in valore; nla il diritto di proprieta ugualmente completo ugualmente sacro. I figlio naturale B infelice; ma 1 meno infelice del vulgoquesito, meno dello adulterino e dello incestuoso. Qualunque egli sia lo stato nel quale nacque il fanciullo interessa a lui e pnQ interessare agli altri che sia conosciuto, e mantenuto nella sua verit. Vi possono essere ragioni speciali di convenienza ed anche riguardi politici per cui certe forme, nelle quali vedremo estrinsecarsi i reati di che si tratta, non vogliono essere perseguitate dalla legge penale nella madre illegittimamente fecondata; perch deve rispettarsi 1' ostacolo che frappone il pudore alla pubblicazione del vero stato di un fanciullo. hla questa contingenza non impedisce che in punto di vista astratto si ravvisi anche nel figlio illegittimo un diritto al mantenimento del suo stato, poich e incontrastabile che la legge, ove stabilito, vi anquello sia pubblicato e del~itamente nette delle utilitk sostanziali con apsosite disposizioni (1).
(1) Anclie il figlio ~znturillcha un sacro diritto a qriello stato che gli d i la sua uascita: A c c o l 1 a s coitdition des enfitnts ns liovs mctringe pog. 55 Qiieslo dirilto B perfetto e incondiaionnto rispetto alla madre: C in foccia alla verit astratta come in faccia olia suprema legge di natura sarebbe pcrfetlo ed incoiidizionato anclic rispetto al padre se la p'iternii non fosse un mister'o. bfa quando il niistero non b

Syecialits rIiffer*t.nli cllrc C I I il i)~.ese~atc! titolo.

C ~ ~ ~ O solio

g.

1956.

I codici contemporanei ( g i i lo accennai al 5.13SO) procedono con grande superficialita nella conteruplazione dei fatti che cadono sotto il presente titolo di malefizio e sul calcolo della respettiva imputabilit. Essi non sono neppuro d' accordo nella enuinerazione di tali fatti. Alcuni di qnesti j come il Francese art. 345 e per conseguenza il Sardo (1) art. 506) riuniscono a questa serie il rapimento o sottrazione d'infante: fatto che gik altrove ho notato essere del tutto aberrante dalla serie attuale. Chi invola un figlio ai genitori non ha la veduta di distruggere la prova dei diritti di famiglia spettanti a quello o di spogliarnelo. Esso intende a cavare un profitto dal coq7o che via condace, col farne o strumento di proprio lucro o servigio di propria libidine. Nel primo caso si ha un delitto contro la libert personale, che giti conoscemmo col nome di jcllugio: nel secondo caso si ha un delitto simile quando il soggetto passivo non B consenzionte ( e 10 conoscemmo sotto il nome di 9*utto) oppure quando il soggetto passivo B consenziente si ha un reato contro i diritti di famiglia, ma contro i diritti dei genitori e non gi& contro quelli della prole come vedremo nel prossimo capitolo. Sicch se mai vi fu uno spostamento cli classi ed una confusione di titoli che per Ia loro diversa oggettivit volevano

essere distinti, ci avvenne in clriesto viziosissimo congiungimento del ?*attodi fanciullo con la soppressione di stato (2).
(1) Quam pauccusapientia ~.egiltir mziarl~ts i legisld! tori Sardi del 1859'clie com~iilarono il Codice penale di Carlo Alberto sul testo del codice di Francia, nc tolsero di pianta l? articolo 345 che tradussero nel loro articolo 548. Poscia i nuovi legislafori Sardi del 1859, riprodussero I' .irticolo 548 nelly articolo 506 del codice penale clie intendevano dare a!la Italia libera, e che anche oggid forma ttiltauia gli amori di certuni. Ebbene! (luci legislatori cos intenti a tradurre il codice francese dimenticarono che per ben tradurre bisogna talvolta ricorrere al vocabolario. E cos caddero nel grossolaoo equivoco di convertire la parola francese eitfcrlit, dell' arlicolo 545, nella parola italiana ii?finte. Cos si fanno le leggi nella patria di Eeccaria l E cib Iia dato oecasione a parecchi giuristi di sostenere che sotIo I' impero del codice Sardo l a soppressione d i stato di un fanciullo di sette a n n i ed un giovno non punibile perchi: quel fan: ciullo non pi infante, determinandosi l'infltnzia ai selle anni!!! Non meno gallomani ina pi eruditi nel gallico idioma i legislatori di Parma iiell' art. 585 del loro codice del 18550 avevano tradotto la parola enf~titt nella parola fi~~zca't~l1o.E cos il codice Napoletano ( arf. 546 ) RIallese ( a r t . 204 ) e Gregoriano ( art. 509 ). (2) 11 Codice del Brasile al capitolo terzo del titolo secondo, che intitola contro l a sicurczzci dello stnto civile e d07i)eslico, conteinpla all' art. 255, il caso dell' uonto che s i Jitzga ~ ~ n r i d o donna un sila contro la aolontd di lci 11el fine li di usurpu?-e i d i r i t t i ntnvltcrli; e dcllu donnu clrc fin@ llloglie di (ikitno per il trzedesinio fine; e miti:iccid la prigione da un anno a sei. I'wo vi vuole a discernere che qucslo fatto si :ivvicina piullosto alla frode s e f i i commesso per fine di lucro e ai delitti colrtro lri pi~dicitiiis e prr fine di libidine.

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