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CARRARA

PROGRAMMA
PARTE SPECIALE

VOL. 1 . 1

PROGRAMMA
CORSO DI DIRITTO CRIiSIINALE
DAL PUOPESSOBE

PRANCESCO CARRBI1A
XEPBRO OXOPARIO DELL' ACCADEYIA DI LEGISLAZIOXE D I TOLOSA, SOCIO COHRISPONDEIITEDELLA REALEDEL BELGIO, SOCIO DELL'ATENEO DI F~UESCIA E DELLE REALI ACCADEMIE DI LOCCA, DI MODENA, DI MACERATA E DI UBBIR'0,HEYBRO DELLA COXXISSIOSE ISGARICATA DEL PROGBTTO UI CODICP PENALE ITALIAXO, PUESIDEXTB DBCLA CABEHA DEGLI PYYOCA'TI PPESSO LA I\. CUIITY UI APPELLO DI LUCCA

PARTE SPECIALE
OSSIA

ESPOSIZIONE DEI DELITV IN SPECIE


CON AGGIUNTA I)1 NOTE
PER U S O DELLA P R A T I C A PORENSE

VOL. 1 . 1

L U C C A
TIPOCIIAPIA GIUSTI

questa parte del suo Prograrndello vegljanti leggi sulla proprie-

PARTE SPECIALE

D E L I T T I NATUR-ALT

r u t t i i diritti appartengorio alla persona umana. E perci se la rubrica delIa presente ciasse s'intendesse ne1 mero riguardo soggettivo del diritto,
potrebbe dirsi comprendere tiitti quanti i malefizi, perchb con tutti si off'enile sempre la persona in un suo diritta. Ma in questa rubrica jl diritto della persona vnol essere guarclato nella sua oggcltiviti~,1:; quale non deve essere fuori di lei, ma in lei stessa. Qui dnilqne vengono a chiudersi tntte quelle oges~: con le quali si leriono i diritti che ha la persona urnana per il fine dolla integrale conservazione del VOI,. 11. 1

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proprio essere, indipendenteroente da qualsisia, godimento di cosa esterioro cbe alla umana personalith, si coiiginnga, come la proprieta, la famiglia, 1' onore, e sotto certi rapporti anche la Iiberth: li quali diritti la persona non gode sopra st! stessa, ma li gode sopra nn termine qualnnqrre di relazione estr?riorc. (:osi la utnana riatura non potendo sempre bastare a si! medesima in certi periodi della vita, ed in (:urti stati e condizioni di debolezza o a' inferluitti, un uomo pub avere il diritto sovra certi altri (leterminati uomini, affinchb prendano cura della sua Tiwsona. E cotesti uomini ai quali incoruibe sigatto speciale dovere, qualora vi manchino, vengono ad o~ciidei'eun diritto che nella persona per la persoria stessa. Porlochb a questa classe noi riferia~no coine prima, serie i dolitti di esposizio?ze Il' infante
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~cbfinwdn~aii pcl-sonn inqotcn.tc. di

Pariuiexrte nori pa8 negarsi che nell' uomo sia il diritto non solo di conservarsi la vita, ma anche la integrit9 del suo corpo, di tutti i suoi organi, di tutto le sue frinzioai. Laonde alla presente classe richiainusi naturalmente come seconda serie il titolo di I~sio?zc! P ~ - S O Y L con ~tutte le varie sue forrne. ~ IZ~

Finaliilerite 1' uomo ha inerente alla propria persoii:~il diritto die sia rispettata la sua pridicizia e

-non siagli contro sua voglia nrcnomata. Percih alin presente classe apparlengono come terza serie tutti i delitti coi quali si ~ffr?tlrlc3 212ll!i~i;il~ 1 Lnl.Ti~id~i!k. E cosi io ricliia~uo : qucst' ordine ogni attc~ii tato contro il pudore, iiel quale il precipuo obicttcl
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della lesione sia il diritto dell' individuo stesso clir~ fu soggetto ~ F S ~ V(lell' attentato ; c vengo wd inO contrare i tituli di s I ~ ~ w o rtole17;ct C D I ~ " ~ Z I I Jci'P , di , alircrggio riok~>nto l.rz!~?o:!~f~. ciT

La collocazione in questa classe del titolo di espos.izio?z~d'fizfctnte ha il prccodente esempio del codice Toscano. La collocazione dagli altri tre titoli preindicati e forse nuova? E? perci4 mi piace diriiustrarne la oonr~enicnza. La cornunc dei vecchi criruilialisti Xjcsvn rina classe di reati che cliianiava delilli [ti r:alvgte. hlti Ici costituzione di siffatta classe ora una oviderite aberrazione dal principio fiindntnentale sulla clualitb e classazione dei rnalefizi. Nella dollrinn penale (chcrche possa essere nelle materie di polizia) non k ~ielladiversa passione movente l' animo o nel (liverso appetito eccitante a violare la legge, il critiirio doterrninatore della qualit8 dei reati, in obbedienza n1 quale dcl~bailo i medesimi a. difforciiti classi distril~ui~si. essenza giuridica dcl reato La stando ttittn nella violazione del diritto, la sua qualitk dipetlde unicamente dal criterio obiettivo, e varia S R C O I ~ ~ il variare del diilitto attaccalo. Ora nei O molti delitti che tutti rigrin1meni.e procdouo da appetito rtirnalc, non sempre avviene cIio ledssi 10

stesso diritto. Si pu talora offendere unicamente P individuo nelle sue condizioni personali; si puc) offendere nella sua libert; si pu offendere la famiglia; si pu offendere direttamente tutta la societ. Di qui il bisogno ( s e si vuol essere coerenti ai principii fondamentali) di riprendere in mano la vecchia classe dei delitti di carne; e cancellata codesta classe come aberrante dal buon criterio metodico, richiamare i diversi fatti che in quella si noveravano, alle distinte classi, ove li richiama la diversa indole del diritto attaccato.

Il C a r m i g n a n i sent bene codesto bisogno : e reietta la vecchia classazione, distribu i delitti in discorso, parte tra quelli che egli chiam contro l'ordine delle famiglie, parte tra quelli che egli chiamo contro la pubblica continenza. Ma nello svolgere la sua giustissima idea non sempre lo stesso C a rm i g n a n i ader a quel retto principio che aveva assunto come guida della sua distribuzione; e non sempre and al vero quando cerc il diritto attaccato con simili malefizi. Io credo pertanto che lo svolgimento di codesta idea voglia essere seguitato in tutta la sua linea: e perci mentre pi largamente suddivido la classazione di questi reati, credo opportuno di dare a questo luogo una volta per sempre la ragione del mio metodo per pi~non tornarvi sopra.

Son ho creduto che forse esatto referire ai delitti contro 1* o)*diize clellc famiglie lo stzip*o, la vioZe~zcacaritale, e 1Qltraygio 2;ioknto al puclorc. La olfesa a1 diritto di famiglia in cotesti reati un'accidentalita che puo essere e pu9 ancora in frequenti casi non essere, quando ( a modo di esempio) trattisi di donna sola e libera. Oltre a cib la essenza di cotesti reati sta nel aissenso del soggetto passivo. Dato il suo consenso, purchb liberamente eniesso, e supposta la potenza di emetterlo, il delitto sparisce. In cotesti reati il soggetto passivo si urlifica sempre col paziente. Non si punisce la macrilazione della donna, perch essa abl~iaun padre, od un fratello, ma perchb essa ha una pers~nalit~i che non dev' essere siffattamente oltraggiata. Sta dnnqrie nel diritto dell'individuo il vero oggetto del irialefizio; ed il giure penale col divieto di tali violenze, o vere o presunte, niente altro protegge cl-ie il diritto dell' individuo ; ed il risultamento (li questi malefizi essendo sempre pii1 o meno un attacco della persona fisica paziente, tutto concorre a ricondurre cotesti reati nella seconda classe chc! adesso discorriamo; quella ci08 dei delitti contro la persona umana.

I1 vntlo avrebl~epotuto esso pure riferirsi alla presente classe. Ma poichB abbiamo c~st~ituito riri ordine speciale dei reati contro la liberti pcrsona-

le, considerando l' esercizio di qnesto cliritto nella sua specialita come una estrinsecazione della persona; cos noi andremo a collocare il ~ n t t o nella terza classe dei delitti contro la libert, da lato al plagio dal quale non diversifica che per il fine o di matrimonio o di libidine. E ci percli il delitto di ratto, se esige il fine di libidine, non richiede pero per la essenza della sua consumazione la deflorazione, o in qualsiasi modo la esecuzione del1' atto impudico sopra la rapita. Ci poti-& costituire un aggravante: ma il ratto i? completo e perfetto in tutte le sue condizioni tostoch l' ahiluzione o violenta o frauclolenta ha avuto luogo. I1 suo criterio essenziale sta dunque principalmente nella offesa alla libert personale.

Ai delitti contro l'ordine delle famiglie sta benissimo che si riferiscano l' adulterio, la bigamia, e l'incesto: e percib, conservando noi la classe dei reati contro l' ordine delle famiglie, ccntinueremo a collocarvi codesti inalefizi. Ben lungi i medesimi dal potersi guardare come offese ai diritti della persona sulla quale o con la quale si consurnano, questa persoiia stessa i? condelinquente; cnsicchii; i due currci fanno reciprocamente fra loro le funzioni di soggetto passivo del delitto: nia il paziente del delitto i~isognacercarlo altrove che in loro; ed altrove che nei diritti loro individualmente spettanti bisogna cercare il cliritto leso. Questo diritto non pu essere clie quello ilella famiglia.

Finalmente i delitti cti /etlur!i,lh (2 di oll/vrg!glff ~iuhbZico al lizrc7f1rc. noli pos~m""ro\rare la loro obiettivita nel cliritto deli' indisicliio, rib in cluelio della famiglia, coriie criterio c40stantedei riierlesirni. Perche siffatti reati possono talere su persone 11here e consenzienti; e nonostante rlnlangono perfetti nella essenza loro. Il diritto che ljei rriedesixrir si offende e la pubblica uiorale; ciok il cliritto universale che hanno tatti i errnsocinti a vei1ci.e i'ispcttato il l~uoncostniile. Noi I~oricrtlodunque cjrir:st i ~ e a t i suo luogo fra i delitti sociali. a Dato in questo modo succinta ragione Jell' ordine, passo alla distinta esr~osizioneclelle tre surie ci1 questa classe, e dei particolari titoli die lio creiiut~l Ji referirvi.

Dei delitti coi ptnll si IJlflzcit! il c1iiaittu cl~c'/ I O la peysolza Itrjinfin allr cure aIt,rui.

Geiieralrnente li scrittori di cose crirriinali traitmo della esposizione d'i~~?funte come al~pcndicti (i) al 1,itolo d' fizfmzticidio, per una certa analogia che 1-lil con questo. Tale analogia si desurne tlalla siiniglianza della cazcsa che spinge ora ad uccidere, oi-:i ad esporrc un I~ainhino,e dalla identitti del soggetto passivo dcl crimine. Da ci6 ne avviene una duplice

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inesattezza cio: - 1 .O che si collochi fra i delitti conh.0 la vita un' azione criminosa che quando ebbe per suo oggetto il diritto alla vita cessa di cadere sotto il titoIo speciale che qui si descrive : - 2." 1' altra di richiamare in una sola trattazione diverse configurazioni criminose, le quali per la diversita del diritto attaccato da esse, costituiscono enti giuridici distintissimi e disparati fra loro. La formula esposizione d'infante, a differenza del nome con cui si designano altri reati (omicidio, lesione, stupro ec.) procede da un punto di vista rneramente soggettivo, ed anzi tutto ristretto alla sola soggetti~itafisica. Procede cio da una certa forma esteriore di azione senza avere nessun riguardo al risecltato ed al @,e. & precisamente come se si volesse designare un delitto come delitto speciale, con la parola coltellata. Evidentemente questa denominazione renderebbe certa la materialit di un atto fisico che costituisce un elemento del crimine; ma non definirebbe il criterio giuridico del crimine, il quale dalla coltellata risulta o come omicidio, o come tentato omicidio, o come mutilazione, o come lesione personale, secondo il diverso diritto cho si lese o clie si volle ledere. Un codice penale ha per precipuo suo fine di sintetizzare in un dettato il piii semplice possibile It: elaborazioni dell' analisi giuriclica della scienza. Quindi in uri codice pu ammettersi che si trovino raccolti in un fascio sotto la vaga e generica intitolazione di es9osizione d'infante e nbOandono d'impotente pi e diversi enti giuridici che sono divcrsissinii tra di loro nei caratteri costitutivi della loro respettiva natura. Ci si ammette in un codice, per-

chb al suo bisogno pratico pu essere piu utile di tenere congiunti diversi enti giuridici che si conginncono per la forma, quantunque si disgiungano per la sostanza. Ala la scienza non deve mai abbandonare l'analisi. Ora poich, come parecchie volte dicemmo e parecchie altre ripeteremo, B cardine assoluto della scienza che la qualita dei delitti (e cos la loro classazione) non si desnma dall' atto materiale eseguito dal colpevole ma dalla diversit del diritto leso o attaccato, egli e evidente (anzi logica irdella forrecusabile deduzione) che la congiunzi~ne n2a sia spesso niente appo la scienza rispetto all' ordine della trattazione ed alla classazione dei reati, dove alla congiunzione della forma non risponda uguale congiunzione della sostanza giuridica, cio dell' oggelto (diritto attaccato o leso) che definisce la speciale figura del delitto. Cos ne avviene che la scienza nella esposizione d'infante non possa riconoscere un titolo speciale di malefizio ; ma soltanto un mezzo che pu a diversi maleflzi dar causa od essere indirizzato, e che secondo questi pu6 generare diverse qualit di reati. Con ci solo il linguaggio risponder esattamente alle idee cile vogliono impreteribiltnente essere esatte. Si vcggano le variet che possono tener dietro alla esposi&one ed dl' abbandono, o ci convinceremo della verita del nostro concetto.
(l) BIBLIOGRAFIA A l p li a n i juris crinlinc.tlis Li!/. 2, tit. 5 , prig. 584 h1 u l l C r (le expositiotre Inflrnttlm B o e h m o r o esereit. 99 R i C h t e r velilaliont~s pny. SO7 F o r t cdtlclnsioni n. 19, pag. 179 A 111Li r o s a 1 i stutl

codicc pennlc 6nscntln. 1867, pay. 145 .t r m n r I rirtcrcfte atvriclie sirlla esposisione drgl' i a f i ~ n l i1 8 3 S l a t t l i i t i ~ s r i ide librris ezpoaiiis1849 J o u s s c tririt6 dc la jnrtice c r i o i ~ i e I l e purt, 4, sect. 4 , lit. 59, 71. 55 R o u s s e ;I u d (1 L. l a C o m b c ilinli6rcs criniiiiellcs pyl- 22 Boss i o rit. de Iso?rririilio n. 7 et seTq. T O r r r ?wr. qrtucst. tic. I.>, dimf. 51, a. T P a o l e t ~ irislilirtinnec i tkeo~eo-practietic cri~inules i 6 . 1 , pag. 215 I V o u gl a n B ~nslilirtesde tiroil ~ ) ~ M ~ i i n e Z 4 , S. 3, $09. h553 e nelle til. leggi criniintili sccotidn il loro ordine nalurtile voi, 3, pfrg. 60 C o l e r o decis. 158- B : i c i i r n e i s t c r (le l i f ~ e ris er)~ositifiis,Helrrist/~dii 1677 P e t e r m a n n de inf11ilfi6us expositis, t i p s i n 1702 K o c ti i7lstitutio)aex jr~t'is crimirrrili.- S. 471 P u L t nr ;i ri n elent. juria c r i ) ~ l i ~ l f t l i s S. 541 - 1 r ys t e r pl-itacipin juria crin. S. 112 L ey1 s e r rriedil(i6iuiteb ad paridcctns sperin~cu 615 Re ri n z ii i clei~a. jaris criiriinnlis lib. 4 , cnp, 6, $. 5 - P o a g i elew. Cri r a v i t r i jurisprudc?tiSnc eriminrilis lib, 5 , cap. 7 itrstitul. c9'M11. lib. 4 , C O I ) . 58 I< c m m e r i c b synopsis jrtria criitl.innlis png. 36 C a r tn i g n a n i eletrr. jirris 1-rim. S. 960 -4 1 i\ foro criminale l6. 3, pago 32 [i i 11 l i a n i i$(ittttionS di diritto c r i m . vol. 2 , pny. 280 31 o r i t i ~ u r i crirl ciitlice pennle toscrrirri prig. 269 ~ A rt11 e l l i n i i11sliLitzio~if di (IirlLto pe!irde ? I ~ I / + , pog. 150 4 1 ' c c i o n i snygio pirg. 455.
spii

Alla generica tlenoiiiiilaaiont! di o.sjiosisio~zc o aBbanda~ro,possono far capo cjuattro ipotesi iiiffererilissimc. l - IIUG essersi esposta o abbandoxiata la creatjruBa iinpotonte col fine di dargli l i ~ o r l c Ora poiclii! . egli k certo (S. 1081) che il titolo di omicidio sorge tusto che si G cagionata volontarianienlo la ingiusta

ltla>Ytt* sii i! ' l f t ~ l * ) .~ ~ l l ? ! l l ~ ~ l$12 11 JiIOZXi1 111'*'+l'\l;* ll~:

tal liiiu c:$t tiil o ir~dircttt),~ J O > I Lo ~ 4 I iiegntivu) c:115i irttiii;Is'nir~i:n~~: S C \ ~ I ' $ ~ : ctic c 4 i i : i r i r l i j si
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l't t : q , ~ , ~ i z ~ ~ ~ ;Oi : : t l i I i + t t i r l r ~ ~ : i ~ I ~ ~ , : L I i : iw:i t oJi)nt;it i:t-

iilm~e 11ip;tht a l,wli~-:i~+: xita? il liioiu 41 I : ? ~ ) I ~ < I 1:~ ~ionll: ipai.iscau ni'l titolv ili ornicidic, o iii!'tizitit.iclio vuI~:~~it?rio. o cgrxsrirlilrto o tmtnto ( I ) srt.oirtdu l*ev1:rito. -i111) 1 euposiziono o af~l~fi~ickIn0 m::i s t;ls5c!rr: Y direF,tq a1 fin,? meno pravo d liberarsi dnilc cT1r.r. della creatura iw~botcxite,o di itistruggi;tre Ic! trarce ll(:i rapporti clella ~rasilesirnar~:rso nria clatrx persona ;ed i:ssei.ile, oltre la volontk dell' Rgeixte, snsseg ~ i t a mrirtt: o il ~IRIIXIO In (&i.,rporal~. siflati,i tr8rIn inini k del 1~:iri i~it~uitivo il titolo (li f~yirixi;iorrta cito o o tlcvt., [in' altra volta scoriip;viro liur I:?r l u ~ g o titoln ili oiriiciilio o Iesili~iuroll)os:r, '1 al piuttosto sr?cr~ncloi1 pnrcr iirio ( e sertonilo ;lriclil~il. 1itl;ruaggio ilollrt pratica toscana) al titolo (li ofiicidicr o lesirinc? riretc3Y4xifenzionale. Per dcroprtirr? :i cotesta conscpucnza giriridica non vi ;I che rinx I sola coiifigurazione eccszionalc : cluolln (:in?* di i~iin. Icqgc, positiva cho prtnisca ~ i i i grnverncntr! il fhtto dell' al~buntlonoi11 si: stesso considerato, che non il risultato della mc~rte o lesiorio persoriale oltre la intcnzioile. Da queste rlrie pririio osservaaioni risiilt;t che la esposizione o abba~zdonn un titolo che perd tarnentc sparisce tutte lo volte che ha ntttlccaio o lcso la vita: onde F: cliiaro die questo titolo non pnii trovar sede nella clasge dei delitti coiitro la vita, tranne qumilo il titolo stesso pii1 non esiste. Lo chr, poxBlaevidontc contrarliziano nell' ordinf?. Vi snrlehliu ragiokl-! di conservare Il titolo erncrgo,nto dalla specialila del mezzo adoperato, quando
e

questo mezzo presentando un criterio di maggiore quantit politica nell' omicidio o nell' infanticidio costituisse una qualifica particolare. Ma ci non n& in faccia alla scienza, n generalmente in faccia ai codici penali. 3." pu la esposizione o abbandono non essere stato diretto alla morte, e non averla menomamente cagionata; ma soltanto essere stato diretto a liberarsi dalle cure dovute all' impotente derelitto, o a troncare le vestigia del fatto che ne procur la esistenza. Allora dovendo la ragione del titolo e della classe ritrovarsi non nel solo pericolo, ma nel diritto effettivamente leso e voluto ledere, evidente che il diritto leso e voluto ledere non essendo altro tranne il diritto che ha la creatura rapporto a certe determinate persone di essere custodita e assistita, dalla lesione di questo ,diritto (lesione voluta s ottenuta) che deve desumersi la nozione e la classe del malefizio. Ora cotesto diritto sicuramente nella classe d quelli inerenti alla personalit fisica. I1 pei ricolo della morte, quando questa non n seguita n voluta, pu essere un criterio di aumento nella quantit politica del fatto: ma non denatura il fatto, ne puo determinarne la classe. La esposizione it abbandono in questa terza ipotesi (che la piu frequente e comtine) viene dunque naturalmente a trovar sede- nella seconda classe ; nella categoria cio di quei malefizi che ledono In persona dell'.uomo senza attaccare o ledere il suo diritto alla vita. E noi per obbedienza a tali verita la riportiamo al presente luogo. 4." pu finalmente la esposizione o abbandono essere diretto al Ane speciale di togliere alla crea-

- i3 tura il nome e i diritti patrimoniali che a lei dA la sua pertinenza ad una data famiglia; ed allora e del pari evidente che cotesto nuovo criterio conduce il fatto nella classe dei reati che ledono i diritti di famiglia, fra i quali dee figurare come soppvessione d stato: e sotto questa forma di reato f (sempre per servire alla esattezza dell' ordine) noi dovremo ricordarla fra i reati che pertengono a cotesta classe. Premesse queste osservazioni per soddisfare ai bisogno di tener viva nella mente dei giovani la importanza dell' ordine della classazione dei reati, ora vado a percorrere il titolo di esposizioiorze sotto il panto di vista complesso in cui viene generalmente guardato dagli scrittori.
(1) Non pu esservi regione per conservare il titolo speciale di esposizioae d'infante, quando consti che per la micidiale intenzione dello esponente quello non era che un mezzo prescelto per ispeiigere la vita della iiivisa creatiira. E di tale intenzione pu constarne benissimo, sia per le esplicite ed indubitate manifestazioni del colpevole, sia per la solitudine e remotezza del luogo del\' abbandono, sia per l a crudezza della sbagione, pel tempo notturno, sia per altre circostanze di modo, o per altri concludenti argomenti. Allora indubihtarnerite la obiettivit pi grave fa sorgere il titolo di omicidio, ed i n questo assorbito scomparisce il fatto dell' abbandono; il quale d' altronde non parmi che in s presenti odiosit speciale da dovere in ragione di codesto mezzo prescelto, e di uno speciale criterio politico che in lui si voglia trovare. iriereule, costruire una distinta qualifica deil'omicidio e dell' infaolicidio. Anclie gli atti di mera omissione possono senza dubbio (come a suo luogo notai) costituire la forza fisica sufficiente al titolo dell' omicidio: onde non

ha dubbio, a parer mio, clitn come rea d'inlanticidio dovesse tenersi colei aile avesse intralasciato gli opportuni levamenti o la nutrizione e custodia delly inhnte al dcierrninain fine di ucciderlo, o clie abbaiidonaio io avesse per codesto fine in luogo occulto e remoto; quando in codesti riivzzi dovesse riconoscersi potenza a raggiungere ii pravo fine P yiiand il pravo fine della morte di queil' iiiieiice si fusse raggiunto. Che se rnlilgrado sipatta niicidiale intenzioue, e siffatta atiiluditie nel mezzo scelto d e ~ i aesposizione, 1' evento della morte, per pietosa ititerposizioiie t11 fortuna non consegui; avrenlo allora nel reato la forza fisica c ~ d a c e n t eal tilolo di omicidio, o d' inf;inticidio, ma questo titolo per 1;i 1n:iuc;triza della forza fisica oggeitira ,imar& nella sferd dei tentativi. E qui io penso che una d' infante condotta a termine per sifyatto firic, e coii siiT,itta attitudine nori possa aridare o1tr.e al irrero tiiolo del tenlntiut).
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2378.

La esposizione di infante esige dunque per le ,,se osservate acci rimanga sotto questo titolo di la cumulativa ricorrenza delle seguenti condizioni - 1."che siasi eseguita la esposizione, e a]lbandonO dell' infante - : che non siasi esposto 2 la intenzione di uccidere (1) 3 che non : ne sia succednta la morte per conseguenza della esposizione.

(1) La confusione Ira la esposizione d' infante e l' infanticidio ha dato occasione eziaiidio a degli errori storici, essendosi da inolii opinato ( a modo di esempio) che .gli antichi popoli della ~errnaflia ~ilnisserola esposizione d' iiifante, traendone argonleiito da passi di scrittori e da leggi ciie unicanlente corlte~piavano infanticidio. Cos T a C i t o fde mori611s Ger1' ,no,i,,r.~lt~i ' ' : l ] ' . 10) "n p;lrla che di uccisione volontaria.

Lo strsrn t* a dirsi dclla legge Alernanna f trt. 40 ,; In stesw iIrcn;i della Icggc Lon2ohardri / I . 1, f r l . 5 , S 6 t i t . 10 S. I I ; la jtrsso della legge S,ilica ( t [ [ . 29, 5. 5 l, PII ICFTC I11pu~ri;i( l i t i 56 j t 10 ste-so di ~Iircleggi II'II bir ichcu. Laonde semhr~i vercosiriiilela opinione deflo S p a ri g c ri b e r g, tile appo eodecii popoli la c-posizione (l"iritcnte foshr irriprinita: e lu tosse non g i i ~soltanto eccezionatrnentc per I P crealure nate mostruose o mutilate giusta l'antico costur~ie ricordato dii $i y I i u s de jttre tiariurrr, S. 5, ma indisttntiimente e eonie regola universale. Fu il ~ i u r ecanonico chr introdusse nelle leggi dei Visigoti la coercizione delid ezijucizione d*infante, donde poi da Carlo V uell'aart. 152 d ~ i i n sua costituzione venne allargata a tutta la Gerrn;iiii;i coii piii severa misura nei tempi a rioi pi vicini. Anct~eiri Fr;irlc.ia fino al termine del secolo passato non esistevii rioa ItyxV speciale che punisse la esposizione del p;irto, corne C' irisrtgna 31 u y a r t d e Vo u g I a n s f le leggi criminrili nel lrir.rr ordine ncriurrile tit. 3, 5. 11, pgg. 60) e soltanto se iie ccrcava la penalita nelle consiietudini giurisprudcnziiili, che cir;i infliggevano la frusta, ora il t~ando,ora la gogna, ed ora la multii. incontrastabile che se la esposizione degli inDrriti rappresenta la violazione di un diritto; C sotto qiicsto riipporto come sotto clilello dei pericoli che puo recare(: nll;i vit:i del fanciullo merita di essere giustamente repressa, vi ir per) tra la proeresi di questo reato e quella deli' infanticidio, no:i SOIO una distauz;~uia nel caso proprio una vera opposizione diametrale. Pi assai che le penalit rigorose giovarono a diradare codesto reato i brefotrofii; dei c~u;~li apr quello d i si Firenze nel 1316 e quello di IJarigi nel 1302. Tale istituzione si venne allargando negli ultimi secoli presso tutti i popoli c111Ei. E grande fu il plauso delle genti verso codeata urn;inissima istituzione. M che percib? I plausi furono nel 1838 a convertiti in anatemi. Si ostent una recrudescenza di moriilil. i e DI a C i e, C r O i s s a n t ed altri levarono in [:r.r[icin { iin grido di rrprovaziono conlro le cos dette l o u ~ s dt~stin,ite , 3 ricevere i bambini occultarnenle depositati. Si dissero priri-

cipalmente due cose: cio che cotesti stabilimenli erano un tributo reso alla immoralit, e che erano un incentivo ai genitori legitfinii per liberarsi dall' onere della prole. Grandi dispute ed animose polemiche ne susseguirono: e disgraziatamente ebbe prevalenza la opinione del regresso. Anche qui si videro i danni della oonfuuione del principio morale col principio politico, e della fatale dimenticanza di quella grande verit tutte le cose umane Iianno degl'incoavenienli che possono dar arme a conibatterle: il meglio quaggi dove sta il male minore. Si vedano T e r m e et M o n t f a l c o n histoire des enfiznln t r o w i e s H o m e l du dunger de la auppression des tours 1838 Va n d o r e de la auppression des tours C u r e l parli ci prendre duna la guestion des cnfants trouues L a u j a r d i e r de l' infuntiride

pay. 58.

S.

1379.

Questotitolo di reato come delitto diper s .stante non piir referibile ai delitti contro la vita, trova il suo criterio obiettivo nel violato diritto che ha l'infante verso certe persone ad essere custodito e vigilato : oppure lo ha nei suoi diritti di famiglia che gli si vogliono togliere. Sotto 1' uno e sotto 1' altro punto di vista il subiotto attivo di tale reato pub trovarsi tanto nei genitori quanto in qualunque altra persona anche estranea: ma non pu configurarsi questo titolo nel fatto di un estraneo che non sia legato verso l' infante da alcun dovere pepesonale: come se, per esempio, taluno desideroso di vendicarsi de' suoi nemici rubi loro un figlio dalla culla, ed anche senza veduta di speculare sul corpo di quel bambino ma per esporlo alla vent.ura in luogo lontano.

I n sitnile fattispecie il reato della esposiziunc trapassa nel titolo (li plagio; e allora abbiamo un delitto complesso per la pluralitk dei diritti che 41 sono lesi; il diritto cioS del bambino, e il diritto dei genitori. Che se la esposizione per pZrte de1' estraneo avesse poi per fine di usurpare un r2ptaggio, il criterio obiettivo del reato si complicherebbe ancora piu. 11 codice Tascano ha pre~~isto questa specialith quando all' art. 338 iia riconosciuto 11 titolo di plagio in clualunclue sottrazione di fanciu1lr.t commessa per quabil;oglicc scopo, lo che include anche lo scopo di vendetta contro i genitori. Etl ;\i contrario nell' art. 3 2 ha richiesto come conc-lizio3 ne del titolo di esposizione od ahbandono che nello esponente ricorra l' obbligo (li aver cura della per-

sona abharidonntn. Non & pero necessario affindlP 1' estraneo sia responsabile del delitto di abbandono, che la cura da lui assunta del fanciullo, ci d i altra persona impotente, sia assunta per una retribuzione, o per un contratto permanente. Anche 1 assunzione precaria (i) e gratuita della custodia ' di un invalido itnpone il dovere giuridico di assistarlo: e la violazione di siffatto dovere & un delitto.
(1) C'o caso singuiur~ssiliio di espubiziowe veriLcoc*i iicll 1864 iri Lubiana, ed rifcrilo nell' Gctr dei 1~ibzg?i(rir H. 1.104, m a non s i conosce come fosse risolut,~ dai tribiiiiali, Il caso b cosi coinplicato che quasi sembra inirnaginnto a f:nrit;rsin a n i n e mezzo (li collcretarc speciali questioni. Il iariil)ioo e~postoera stato divorato dagli aiiirnaii rieri: ma nella su:^ ~sposizionaiivevnno concorso Ire rnani diverse 1 il parlrc iisiiir,iln ~ v e ~ esposto il biiinbinn in luogo Wt i litaiio ttlitric\iP pei'isbe. Alln la 1ii:idrc por [euerezza verso i l -> V ~ T ,11. .

."

bambino %li aveva tenuto dietro nascosarnente, ed appena il padre erasi di colh alloniaaato esse lo aveva tollo dal lu0$0 ove era abbandonato e lo aveva depositato sul n i a r g i n ~di urla s~r:idafrequentata, dove poi disgraziatamente peri. B 9") i11 primo luogo disputavasi sulla innuetiza siuridicd che in ordine alla imputnbilit dei genitore doveva eserci2are il fitto successivo del traslocainento eseguito dalla madre. Si parlb di esposizione tentata, persino di esposizione mancata: ma in verita la esposizione era ben consumata. Solo a parer mio polea disputarsi se la successiva niorte del f~nciulloavesse dovu~u aggravare la imputazione dell' esponente quando non era ~L8tii cunsegucnza irnniediala del fallo suo. 2.' La rnddre dopo avere cos traslocato la creatura non 1' avea niente abbandonata, ma celalamenle era rimasta osservando s e nessuno lo avesse raccolta; n si era pariita di colfi finch non .ivevR veduto passare un sioviiie signore in carrozna; arrestarsr, raccogliere il banibirio, metterlo nella sila carrozza, e parlire cou quello. Si d i s p u ~ a vse li1 donna fosse rea di iih~ handoao- h!a (S. 1385) io no1 crederei 9."11 gioviiie signorc che aveva raccolto la infelice crseoturu rriisi preslo pentilo elIa sua piel. Valle pochu mi%\taaveva ordina10 retrocedesse la carrozzri, B di nuovo avcva riposto il bambino nei luogo preciso dondc prima lo aveva tollo. Fu dopo ci che soprag~ i u r i t i animali ne I ~ c e r ostrazio. Quesbioiiavasi sc il giovinr gli sisnore fosse irnpulabile: e per sostenerlo innocenle si allegava che reo non sarebbe stalo se qiiaodo dapprima aveva veduto il bnmbiuo fosse pnccaio oltre senza ciirarlo. M U se in ooteala ipotesi polevn amnieilersi clie la Lrascuranza inumana del pnaseggiero che non stese piciosa aila allo abtmndonato non Potae politicarnente irnpiltdhils, qui si aveva non il soio allo ilegaliyo (che ipotesi ben diversa) riia SI avevi1 1' aLLo positivo delln esposix.ione vo\oi~iarianiea\eopcr:ita d:il giovine signore: nb valeva opporre che egli avesse assurito volontariamen[a la curo di qual fanc!ullo raccogliendolo por mero Impeto di Piefa; avvegaachb non sia lupgo a disiingiiei.t: la genesi dell'abhligo assunta, e i[ delitto di abbandono si

ohielti lcnr anclie a coioro che sarebbero slata liberi di non assuriierc la ctislodid: nL il fatto pio aritecedente della cubiodia gencros;imente assu~it~r rende mciio spietaio il fatto succp.si\o dril' a l ~ b ~ ~ n d o n o . L'art. 507 del codice LjSiruo e I',irt. 225 del codice di V.t~irl, che n chiunqiie trovi iiri i i i t r n l ~ esposto fanno preciAtio deli.i denuiicis ,111' autorith soito pcnd clcl carccrc, renderebbe pii1 t c i l e la soluzio~ict del k r z o qiiecilu.

Sempre in ordine al subietto attivo di questo rt:ato conviene notare, che il titolo non varia neppure nelle scuole moderne per la IegittimitA (1) od illegittirniti del concepimento. Ma vuole perb giustizia chc, come alla madre illegittimamente fecondata si tien conto del pericolo dell'onore, e del timore di sevizie nel pi atroce delitto d' infanticidio; cosi debbasi tenerne a Ici conto in questo reato. I1 codice Toscano liti. dimenticato una espressa dis~iosizionein proposito, ma possono i magistrati sul~plirviper la latitudine della pena relativainente determinata, entro i limiti della quale loro concesso spaziare. I1 principio della minorante una volta ammesso diviene irrecusabile in ogni sua app!icazione.
(1) Bisogna dire clie l' ilso di esporre ttnclie i figli legittimi fosse consideralo corsie rnolto esteso, sc prevalse nel foro gcrmanico la regola clie il fitiiciullo esposto dovesse presumersi Icgittitno. Tale i! 1;i do[lririn che previilse fr;i quelli scrittori (1.c y s e r q e c . 615 K r n s s od nrt. 132 C. C. C. S. 2 ) q:iniiiuiicliia cc tlisseii~ii 13 o c ti 111 e r o f iri jrts. cc-

- 20 cles. prot. lib. 5 , it. 2, $. I l ). Anzi il H u l l e r afferma che nella Spagna vigeva la consuetudine di presunierlo nobile.

In ordine al subietto passivo di questo nialefizic~ io credo che la condizione di ~ecentemente nato non sia necessaria neppure in faccia alla dottrina (i) della vecchia pratica. Nella scuola moderna non vi ha dubbio su ci: che anzi in oggi questo titolo di reato si 6 esteso ed accomunato anche all' abbandono di persona adulta che sia impotente a tutelare s stessa, quando venga commesso da persona che aveva speciale obbligo di custodirla e soccorrerla. Sotto questo punto di vista il concetto umanitario della legge penale si B dalle legislazioni contemporanee grandemente allargato, rimane per0 sempre una grave e delicata questione se a fare dell' abbandono un delitto basti la semplice obbligazione moraZe che nasce da una consociazione assunta a tutt'altro fine tranne quello della custodiu ed assistenza: cosi (a modo di esempio) il compagno di viaggio o di caccia che abbandoni in luogo solitario il suo compagno quando questi per casualit sia caduto e siasi fratturato una gamba, potrk egli se crudelmente lo lascia col inabile a niuoversi e deserto di ogni soccorso, allegare che non aveva assunto alcun' obbligo civile essendosi accompagnato con persona valida. Per quanto tale deduzione sia moralmente bruttissima, ella ci forse giuriciicamente solida. Ma ad ogni rnodo se da queli'abbandono ne derivi la morte, parmi difficile che il barbaro compagno il quale fu causa prossima cli

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luslla morte per non avere n soccorso, nc? dato .tvviso, n inviato alcun'ajuto s quello infelice, possa sfuqgire 1' addebito d omicidio colposo.
1) La ragioric di duhitart> p o t c v ~rrascere percfik gli mtichi scrittori chiamavano queslo reato, pi volentieri exposilio parlns, anziche expotitio infurtlis. Ma le leggi romane io denoniinarono con la forriiula pi generale de z t i f i ~ i t i b u x ~cpoiirrs. qualunque possa essere stata la opinione di 14ualE che .icrittore alemannu, eccitato forse dalle parole INFAKS SEI, I ~ A R Ts che si leggono nel15art. 132 della Carolina, la comune I icuola pu dirsi clie uon esigesse lo estremo della nascitd recente. E quantunque in faccia alle parole della Novella l53 vc utero Twntcrtm prodeuntes, possa tuttavia niuoversi que+fione, pure quelle parole clie appellano soltanto alla ragione ctorica della costituzione imperiale, non valgono a sorlenere 11 contrario, per 1' esplicito contesto delle successiva disposizioni. Dall'art. 27 della riforma criniinale inglese del 1861 apparisce che la esposizione d' infante iion sia in Inghilterra altrimenti punita, tranne quando Iia verosiinilmente j>oslo a pericolo la vita o la saluto della crealura. Vedasi Da v i s thr erimino1 Lftto consalidation stutulcs p. 258. di pi notabile clie a tenore della legge inglese sopracitata, acci la esposizione sia punihile non basta il solo pericolo possihile della creatura, ma si richiede che ne sia stata posta effeltivamenle in pericolo la vita o che ne abbia riportato danni nella salute che siano probabilmente insanabili, Solo in coteste condizioni, e purch il bambino esposto sia al dicolto dei due auni, la esposizione punita.

Nel prendere in considerazione il fatto (che si ilescrive con la forinula abando~o(1) di persona illipotente) il giure penale non solo calcola Ia vio-

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lazione immediata ed effettiva del diritto clie aveva la persona impotente all' assistenza di chi barbaramente la abbandon; ma calcola eziandio il danno potenziale variamente contingibile secondo le circostanze. Onde il pe~icolomaggiore o minore che ha corso l' infelice abbandonato, si riferisre (non meno clie i nocurnenti da lui effettivamente incontrati) allo elemento del danno immediato del delitto: e cos rientrando nella sua forza fisica oggettiva porge un criterio della sua quantit naturale, secondo il quale si aumenta la gravit del malefizio. E peraltro impossibile che la legge penale definisca a priori le singole circostanze che nel variare dei fatti possono aumentare il pericolo ilell'impotente abbandonato. La legge come la scienza debbono limitarsi a dire al magistrato che ei deve aumentare di severit non solo in ragione dei danni maggiori patiti dalla vittima, ma in ragione ancora dei maggiori pericoli che si corsero dalla medesima.
(1) I1 codice Prussiano del 1851 S. 183 ha fallo due titoli distinti della esposizione d' iniaotc e do1 silo abbandono. Porse si L; c r o d ~ t ocon ci di eliminare il dubbio possibile che il titolo criminoso dovesse restringersi solo ai termini della materialit del trasporto del bambino da un luogo ove precedentemente era venuto alla liice, ad uri altro luogo diverso ov' erasi poscia derelilto; e dovesse cessare il tit.010 stesso nel fatto di quella donna che sgravatasi in luogo solitario della sua prole, I' avesse col abbandonata. bla i n verit io non vedrei la sussistenza di colai dubbio, n i l bisogno di cos accurata specificazione. Quando l a donna ha posto in essere un fallo materiale per conseguenza del quale il banibino B stato abbandonalo senza custodia o orotezione alla

- 24 -ze; qumb wntegrlo mnverle la esposizione in un momentaneo depit.0, e m w t m chiaro che non si aveva animo di abhnmare 18 cseatnra, ma s i di riprendersela quaado ueauno se ne fosse ingerito, elimina anatto il dolo speciais di questo titolo. Tale la regola che prevale in faccia ai principii, e che si accoglie comunemente daila pratica (t).
(1) I n questo senso decise la Corte di Limoges i l *22 dec+Blbre 1842 (Journal du Pafais 48, 4 547 ). Cosi i l iri, bunrrle di Parma 1' 8 maggio 1863. Cosi pure fu deciso pochi oorrt addietro in Toscana tn ua a 8 0 da nir diksa che presentava una siogolarll in appareaza drfleren~ialc. ragazza La iilergittirnarneate fecondata sgravatasi della creatura I' aveva ella stessa di pieno rneripgio ( d u p ~averla diligeritemenle cusiodiba) recata aila casa del suo seduttore, e battuto alI' uocig sa n'era tornala. Bla seco erano venute due sue vicina, le pusli al partir della donaz si erano a certa distaoza trrnenubo dret~orlmnf alberi doode vedevano la creatura; e ci avauaao fatto (eomr in $lastiZis deposero) per ordine della madre medesimo, E quado ~ i d a r o&e I familiari del seduilore fattisi (al sswito delia ehfemara) al balcone, anzi* che dar ricovero a queil'innoceate se o' erano iti a denunciare 3ljd giultizia il supposl0 delitto; quelle doone avevano ripreso la creatura, e I' avevano riportata alla madre sua. Si ebhe il o ~ r w i o tradurre quesla ad un pribblico giudizio sotto di I' &ma df esposizione d' infante: ma poca fatica occoiceoii ad atrsn&m V a~satwioae. Uo cpeo &adBt%prescntb a decidere alla facoll di ViLri teuiberqa riti mtOIO (che riporta Ii L e y s e r apec. 615, med. 4 ) nel quale I% rspasaa aveva aflatto abbandonaio 13 creatura alla Casa dolk blVpPratore; r la madre di questo ivea fatto quhidi prt8ra Y t4%~lvranctfa pubblica piazza. La facolt gturi)cei @ M -meaia 6 quote $1 qwtaste due dovesse p~oifsi: Bab-btobis~urlz puntbiii earrarnbb. a

~~

In pi benicoo concetto and8 la Corte di Vieona nel giudicato del 5 ottobre 1868 fEco dei tribunali n. 909) poicb non ravviso il titolo di esposizione di infante nello avere purtata e lasciata la creatura nata d' allora nel giardino del seduttore della fanciulla, e assolvette.

La penalitu del delitto di esposisioncz d' fizfantt? fu in altri tempi ora leggerissima, ora nulla (1). Credette taluno potere affermare che gl' imperatori Valentiniano, e Valente alla Zeg. 8 C ad leg. Com.. . cle sz'cariis lo colpissero di capitale supplicio; ma non si avvidero che quella legge contemplava il tentativo d infanticidio. Non mancd peraltro negli ' ultimi secoli chi lo punisse di morto. I1 che oltre ad essere esorbitante di rigore B impolitico, perchb la parith della pena spinge ad uccidere il bambino invece di esporlo. Il codice Sardo (art. 500) annovera questo reato fra i delitti che tendono a distruggere lo stato di famiglia, e lo punisce con pene correzionali come tra breve dir, aumentaildo poi le penalit secondo i piu gravi resultarnenti. Il codice Toscano (art. 332) lo colloca nella classe dei reati co?zlro la persona dove ( a mio credere) piii coripruamente si adatta; e lo punisce nel caso seraplice con la carcere pi o mena pralringata sec~nilo 11 riag=>,iore minore pericoln. o
(1) j', concorde la opinione degli eriidili in ordine aila

tolleranzn clic si ebbe nell' antica Grecia verso la esposizioiie degl' infanli. Se~nhra per che la sola Sparta ne facesse apposita disposizione, e nelle nllre citt't la tolleranza fosse

figlia unicamente cIeII,i consuetiidiiie. M i , tale consueludinr almeno sembra irrecusabile per la testirnunianza di E l i a n o funi.inru11i Wsl. lib. 4 5 ) il quale notando corlic provvedimento speciale della citt di Tebe quello che proibiva la esposizione depl' infanti, moslra evidente che nel restante di tutta la Grecia la cosa, o per legge o per costumanza, andava altrimenti. I'l ;i l o n e e A r i C t o t e l e consigliarouo la tolleranza di cotesto fatto. Sembra che in Atene il fanciilllo ehposto si dicliiardsse schiavo di chi lo aveva raccolto; misura che probabilmente ispirossi al fine di allettare i cittadini a picndcr curii di qiicgl' inrelici; lo che conferma la genernlilli del co~lurne.Che ;,gli antichi Romani si permettesse di esporre i figli e x utero nradentes si rileva da P l a u t o f nmphitr. 1,221 e da T e r c r i z i o f a n d r I, 3, 14) e da S v e t n riio f i n C~lligoln, cnp. 5 ) . Vedasi C a r r a ri z a de pavtrc nrrlrrrnli st leqitbrlo, cirp. 4 - C u j ;i C i o porflt. cod. dr irtfiint. rsllos, X o o d t Iiiliibs Paolus, sive de purtus expositiorre iipiid ueterrs E y ri h- e r s h o e k de ju1.e occitendi I I G G e b a v e r dissert. erponendi libcros upud Ronranos ~icciiienr. rliss. 1 , 2 de palriu poteslale N i e h 11h r hisloire r.onl. i~ol. , png. 380. B peraltro controversia gravissima sul 2 teriipo preciso iu cui cominciossi in Roma a riprovare cntlesl' uso; sosleneutlosi da alcuno che cib avvenisse anche ~ i ~ g lultiiui tempi del p;rgancsirno per argomento della i leg. 29 fi dc u,cirrunb. tesl. e opponendosi invece da altri I,] insigriificanza di r ~ i i e l frammento a siff~tta conclr~sioiir. cili editti deql'iriiperatori cristiani clie si leggono nel codice Teodosiano (leg. 1. clr nlimefziis qwre i n o p s pnroztes, e le!/. 1 de cxpsitisj non parlano di pene corporali contro gli espnsitori. % clio da$' imperatori cristiani si consii1er:i.i~~ i! : come delitto il F;itlo della r?;posiaione, ;tiicorcli~ noti sucse&;ilit;l dall' clklto tii rriorle, i! iocontr,is[iihile por ci cI1c tr*ov;isi l~ellaleg. 2,C. de irrfnntibits e.~psitis, per I;, aot)ellu 153: e Giustiniatio senihra p:irificar(! I A esposizione inf;lnte all' alibuiidoiio dei servi inferni\. Cosicchb i! llotabjlp cile riuliione di questi due liloli (esposizione d: infginte,e abbao-

Ii ciidict: Sardo ha l~cralz~u riuniti in ~111 k.cio sotto la stessa disposizioue &il' art. 30l-j i casi distintissimi, del ignph,rento clella c,ccultrl;ione, e della sostitusione di un infhrite, corne pure rlnelli di 571pposisiorte di parto, o di so~yi.es.cinrzedi stato, i qriali cinque fatti punisce con la relegazione da cinque a dieci anni: mentre collocanilo sotto lo stesso titolo all' art. 509 la e.spo.sizione, l'ha punittr col carcere non minore di rin anno, qualora la esposizione sia fatta in luogo solitario, ma senza rcsultamcnto (li rlililno al l~ambino;e la punisce poi ali'art. 512 col "carcere da tre mesi ad un anno quando sia f:tttrr, iil Ivogo non solit<crio. Sul che sono da farsi tliverso ~vvertenze. In pririio luogo ricve ripetersi ciil clie fino dai s u n ~ tempi msr:nrav:i T, o e li In r? r o ( 2 . i ~&s c~ccllis. p~*nt. li'h. 5, CL,. 8, 3. f i j z . ) ccncrirandn uiia lrniula legislativa analoga a rluoll:~dcll' :rl. 509 e 512, clie iion B briono lo espriinere il pensiero giustissimo di riguardo al maggior pericolo del fanciullo con 1a sola e gretta fi3rsinuladi luogc, solitat3io, r: lnogo nosz soZita~io.Non buono perche la creatura put correre talvolta pericoli maggiori in luogo non solitario, cnme se fosse esposto in mezzo arl una via pubblica frequentata (la carrozze : non t, buono porchh meritano rigrinrdo eziandio altre circostanze che verosirnilrnente possono ossere ct~rxsativedi ~ioricolo: t l fanciullo anche in luogo non solitario, come la cru-

~lezzadella stagione, la mancanza di cuoprimento, I simili: non buono ( aggiunger io ) perch la . definizione del luogo solitario e non solitai'io conduce il criterio di gravita ad una materialitb tutta relativa ed elastica nella sua applicazione ; laonile poiche bisogn lasciare all' arbitrio del giudice la definizione di cotesta materialita (l) meglio valeva espriniere la idea fondamentale della verosimigiianza del pericolo, intorno a cui 1' arbitrio del giudice. rimaneva esposto a fluttuanze ininori, ed aveva nel tempo stesso balia di applicare il rigore della legge a tutti casi che cadevano sotto il suo spirito. Avrei dunque meglio amato che abbandonata ogni relazione a pure materialit si esprimesse la niaggior quantit naturale del delitto di esposizione con la formula esposto in modo e luogo da correre verosimile pericolo di salute (2), o altra analoga. Questo mio pensiero si ricongiunge con un modo generale di vedere che ho manifestato ad altre occasioni. La legge penale deve a parer mio, per quanto ella pu, esprimere il concetto giuridico indipendentemente da clualunque relazione ad una il arl altra ~12ate9~inlz'th, pu far nascere il perche petuo dubbio se la sanzione punitiva (per regola non suscettibile di estensione analogica in odio del1' accusato) debba o no trovare applicazione in una ~linterialitadifforme (3).

111090

Poirii i niodo ti1 esrrnpio) disputarsi s e debba dirsi solitnrzo utiil viotlola di campagna por la quale erano d i t i transitare giortialmentcl i niernbri di una famiglia: e ilotri disputarsi s e si debba dire luogo tron solilario perclii~ esistente entro le miira di una citth, iina iocalith reniotzi per
il i
CI

~ m ke :,i-udte il p~>s,iy;iodi cjuaicunc,. Ubhvdi i i i \ r cc au l i ~ felree perisiero i1 codice Snido, qlidndii tradu~se i art. 34). dr F r ~ n c nel ~ i ~ silo <trt. .$08, dcttnridu dpposrto pror iediincuri per 11 caso delki conspqua dr un infrtnte ad un ospizio (ti pubL11cd Beneficenza fatla (la coforo che ne ~ivevanoasaiiiiir 15 cur,r. Con questa speciale diopusizrcine il Kegi4itore nicdrr, chiaro che in suo pensiero 11 depoulto di un rntante ad un brefotrofio non costituisce titolo di esposiziontb, e cosl seri,brava che non clovessero sorgere dispute su tafe ipotesi. Pdrnir pero che usando ivi Irl clausula stato loro irffrd~rtll irdr rlr: pr.e,tdessero cura, l' art. 508 escfi~dd la ipotesi che r deposi10 all' ospizio sia falto dai genitori Legittimi; ti ci - 4 confermii dal disposto dell' art. 515 che aggravando !a peo;! contro i genitori fa richiarno agli art. 509 e seguenti, e iiur al 508- Piu nettamente il codice delle Cortes spaniiiiole .ilI' :irt. 690 aveva preveduto i 1 caro del gello di uri i n f t ~ i i t t nella ruota dell' ospizio, eseguito da genitori ieprttiirii. Potr,t forse dirsi che questa ipotesi considerda corile occitltctzrotrr d' infante cada sotto l'art. 506 del codice Sardo? lo non Ick credo perchi: troppo sarebbe sproporzionato il confronto deli<. penalit fr, chi esponga il figlio legittimo in luogo non solitario. e chi lo rechi ad un ospizio. E di vero gik assai vago nelle nozioni ed assai esagerato ella penaliti1 questo art. 506 se si confronta ccm le penalith della ebposizione. (2) La forrnula del codice Bavaro del 1815 all'arl. 176, 176, 177, esaurisce questo petisiero: poiche non occupando.i n& di Iuoyo, ol: di tenzpo, n di altre circostanze, fa dipendere il pi o riieno della penalitk dal giudizio che riaiette alla prudenza del rrisigistrato, s e Iii esposizione sia avveriuta o no in tal modo che non vi sia o vi sia stato dntrger crcrrnilre pnur lu ube de l' itldiuMtd e ~ p o s i .Ugualmente si espresse il codice Spagtiuolo del 1848 ali' art. Al1 ivi Cuultdo por lua eircttzslrraciccs dcl nbnndono sr J ~ I ~ O I P I ' P pueeto en 11~liyro ~ V ~ I de C6 1 ~ nino; che iri tal guisa corI G ~ 1 resse il difetto dell'art. 695 del codicr: dclle Corles del 1822. 51a il codicc Sardo arnci nieglio picndcrt, .i suo t.scriililarr 11

Franccse art. 549, e copiarlo iri questa di*posiziont., corne lo aveva copiato il codice di Kcufciiatel art. 175. 11 codice Austriaco (art. 1% e 136) tent di allargare il conccito, rns sempre lo Insci) subordinalo iillo essere freqiieritato o no il ltiogo della esposizione. Il codice di Friburgo (art. 1781 iihh la formula expose datis zitt lieu ou elle n' a pus cIra?&cc Jc secours. Con cib lasci8 sempre subordinata la condizioiie del pericolo alla unica catisale del luogo, senza tener conlo -ano dei pericoli eventualmente non meno terniliili che po-c derivare dalle intemperie: anzi ridusse la considerazione alla sola possibilitu d i soccorso piuttostoclik alla possibilil?~di pericolo: un bambino esposto di iiotte in riiezzo ad una strada frequentata della c i t h iion pu dirsi ctie non abbia nessuna everitualil di soccorso, iiia ha por truppo allrettanta everitutiliti di essere schiaccialo da una carrozza: oltre a cib la frase n' avoir pus chlinre porta ad uri assoltito che rende rarissima I' iipplicnzione dell: ;ipgravnnie. Lii medesima foriilula si usb piire dal codice di Vaud art. 223. 11 codice loiiio agli art. 672 fino al (i77 iiiclusive ria5suriie la presentr teorica nel inodo pii1 cornpleto ed esatto. (5)Cos iii proposito dcllo infanlicidio 1250) dicapprovai clie la ragione rninorante si csprimesse clal codice Tosc:iiio con la designazione (le1 fatto materiale dell:~ illcyitfimitd. 1,a ragione rninor;itile sla riel pcricolo dcll' onore: cib che iniprnpria il tilolo ? la crcsu di evitare gravi danni irrirninenti per lo scuopririicnto del parto. Se la condizione L: esprrssa con I:i formiil;t della illt'gitliniilli, qiiestii ricorre anclie per la puhblici~ tollerala, la quale s e uccida I' infante si trover inolto sorpresa di vedersi scur,ila dal giiidice, il quali? s~riarnenle dice aver essi1 temiito di perdere 1' onore. Nelitre le invece quando dello infanticidio coriie dell' aborto la rriiiiorantc si definisca con la espressione della idea giuridica (clie tutta Sta 1101 fine di salvare I' onore) ne viene dirilta IU conseguenza clie la escusaiite si coiniinichi anche al coniplice. 1; fu perci cile nelle modificazioni recate al codice Sardo per opera di una conimissione di dotti giureconsulti riapolc-

(S.

iri ~ 1 1 1 v I I r I C PateSo ;i ql~t>!leprrrt incic e ci~r fuiirr,o 5 IJ~!OU*%!P I C I ~ , d ~ ~ r c( t1 o 1 fc111,rnia IXCII ~ 17 1' Urla ~ : ' J I K z ~ FC~' 1~1 ~~L ~' ~ : ~ I C * a!i~,i.1.' eri. 505 dt,I C U ~ ~ I ( ' P k 1 JI ~ sdrt!(~ d ~ f i i ~ & \ ' ii il SCTlb,i CJ,lA f t ~ t ' t ~ i t ~ i(~ l l k a ~ / / ~ ~ i t f ~ l l i t f ~ , l~ e L t crtticeit\-i pt.l yrcj,anitcb , i t i ~ r t onlie sttlrt wtcidrr: (-orreLione n'rpcilctttu:t 1.1 drfirii cori l i frmiii;i pcr cnyzorirl di onore, rd csl 4se [,i scii23 :tuche ad altri indirirlui cita avessero ,igito pcr s~lv;ire 1"noare dc!ia dunun, tlr:ilLi faniiglia. L ~ J stcc-o doietic ripetersi ali i i r t . 552 in q i i ~ n l orilifl infanticidro. Le qudi d,spcisiz;on~ed crncnde ilzraiitrinr1ue il C o s tt n t i ii o fprgg. 373 ) opini rian poteisi r~slendere;[li(, inl:r:riicir:io prernedifato, iu le co11sirier.o coine coriiirni uiicl,r: a; allJeslir ipolcsi; nou t r f ~ \ ~ , i ! ragione di disringiiere in arId~ Somefilo cosi 213se d o la~ legpt: nuri h;i distiriio, C d r ~ ~ r ~ essa hii fasc"i;llo ai g i ~ d i c ila sct~It;i nei due gradi delle tliminuzinnc, pcr guis;i du putcro ieiirr conto della diGreuza che passa tra 1' iriipclo cd il prolioail. ,\a~licin ti1ti.e ricla:isiorti 110 1,ropugn:ilo il pensicro che Iii ie:;;c pciiulc rirvc esprinserc i suoi detiati coortandoli il riieiio p o s s i ~ ~ i lciilio c i gretti conlirii di uii:i rn;iteiialii~.
t,ini :lT:?0 ~ r I;~OI:C '

Vuolsi prirc notare clic il codico Stirilo all' art. 5 1:I aggrava la. pein:t dvllri. esposizione quando sia couzmessa dai genilovi clcllo espristo (i). E qui senza dubbio bisogna riconoscere che r,otto il punto di vista rnorale i genitori che esljongorio la propria prole sono assai pii[ aiiominevoli clie non 1' estrnneo; nk noi avrernmo difficoltk ad amrnetterc i11 sill'atts ipotesi un arimento ancol-:t di gravith politica. Ma ci sorprende di non trovare alla parolit ~/miloriaggiunta i11 qriestrr :trticolo la qrialiti (li legillif122. TJna volta anirnnsso per t ~ s r q u i o:li pro-

gressi della scienza moderna che il pericolo clell' OI?CI1.e iiiodifichi in meno la quantit, politica tlella ticcisione d' infante e dell' aborto procurato, non \.[ ha ragione per cui non debba pensarsi lo stessc in quanto alla esposizione. Alla madre clie espone il parto non deve negarsi quella scusa che si accorda alla madre che lo massacra. Se attesa la mitezza della pena, e la latitudine nella quale potrannc spaziare i giudici, non si voleva dettare un apposito provvetlimento per codesta minorante; certo non poteva convertirsi la minorante in un aggravante, e punire la madre che per la commozione del propiaio pericolo abbandona 1' infante all' altrui pieta, pii[ severamente dello estraneo che faccia alt,rettanto per risparmio di tedio, od altra pi rea cagione.
( l f Anche il codice penale Portoghese all' art. 206, clie piinisce la espbsizione dei niinori di sette anni con la reclu-sione di seconda classe s e E fatta da estranei, la punisce con reclusione di prima classe s e fatta da genitori. Non distingueva fra genitori ed estranei il codice Bavaro del 1815 nll%rt. 174: u in generale la maggior parte dei codici conlemporanei.

5.

1387.

In proposito di questo titolo nasce la rluestione speciale se per parte di genitori legittiilii si cotniuetta il delitto di abbandono d'infante col gettare la prole nella ruota degli esposti (1). I,a Corte tli tassazione di Francia aveva tenuta la opinione attixmativa il 30 ottobre 1812. Poscia stabili la negativa coi giudicati del 7 giugno 1834, e del :i0 aprile 1883. La negativa pure fri sanzionata dalla

(Taswzione Toscana il 13 Irir.110 1854. I,' i l l i i s t r ~ ~ col. P u e c i o n i co~ii~erzluiio l, pag. 5x7 ) sostiene i' n@i?rmatiraperche scoigl: anche in tal fhtto I! filze di sbarazzarsi dclln prole che si avrebbe il debito di allevare; ma se cotesto @;.le uno tiegli elementi di questo reato esso lir1 pero bisognc~ ezitzndio dello elemento di f ~ i t oc11r: si costituiscr: dal1' /rhFando>zo: non pub dirai die si abbunl-loni 1' ine failte quando si consegna alla cnstodia di altri che i? pronto a riceverlo. Ecco un nuovo cseri~pio ilella i~nportanza pratica della clefinizionr: dr:lle rlassi. Finche i1 delitto di es~~o.sizione &fante desume il suo d ' criterio tlalla tutela tlella perso~ialititfisica, non puo essere dribLia la soluzione ncgativa di questa qucstioce. Se si consii1ei;issc invece coine iin delitto contro lo stalo di fctrt~iglia, potretl~r! anche la conscgria dello infante legitti~noalla rriota o ad a1tt.i per occultartse lo stato, rappresentare gli estreni1 cornpleti del iualelzio (2).
(I j Secondo le congetture di U a r g e rn o 11t /Eeotiotnre poliliqtce chrklientie prrg. 295j serribra che ;inche in Aleiie ( neli' :inticil Roniii csistecsoro degli stubilimenii desiiriaii a :
ricevere i bninbirii esposti, e m:iiitsnerli a spese dello slato qiiando la pie18 pubblica uou li avesse raccolli. Ma ci che v i di cerlo si h che la prinia tracciii aiilailtica della isti1,iizione dei IJrefotrofi si trova oell' anno 559 di Cristo per opera di Giusliiiiano. Ma finclii! le leggi a g g i u i l i ~ a ~ i i t ~ la propriel delle creature csposte a coloro che li! avevano raccolte, tiecando ai geiiilori ogni dirillo di recriperiirle neppure rriediarite il rirnhorso dcl iii;inLnniiric!nto cc1 ediic;izione, Lcile imiriaginare che sciirso dovessr~ essere il iiiinioro (lei tinciulli ririiasti a ciirico dei pubblici s~;ihiliriier~li. Delle condizioni ricliicste dall' aolico diritlo percli i geiii~oiipolesscro

VOL.11.

ricuperare la prole esposta, tratta specialmente H off m a n n de notuhalioribiis delrcforioii ~nntrinzotiiirlizint lemporib~cs.. Lipsin 1726, cap. 4, 5. 11. 12) La necessit dello speciiile eleniento soggettiun iiidispensabile nel redio di esposizione di infante fu benissinio vululata nel Decreto della R. Corte di Appello di Calania del 20 niarzo 1871: Eco dei Tribunitli n. 2416. Una douiio ririiasta vedova, con uiia baiiibiaa di otto mesi, lrovandosi in eslrenia niiseria pori quella bambina alla ruota degli esposti, e mand la sorella a ripigliarla per darle il latte a spese dell' Ospizio. Si voleva in questo fatto lrovare il delitto di esposizione d i infante. La Corte disie che questo reato non vi era perche niancava l' u~iinro(li czbbandontire: e disse a iiiio piirere benissimo. Essa respinse ancora l' accusa di soppressione di stato pel motivo che la bambina e1.u gin stata i s c ~ i l t n ngli atti dello sluto civile, .totlo il ue?'u suo nome. Viiesto s ~ c o n d o niotivo potrebbe essere assai problematico. I,o stesso giudicitto trovasi ripi.0Jotto nella Temi Zatirlei~ n . 7 , cititttr 2.

Questa osservazione ini richiama un istante sui rodice Sardo il quale inopportunamente nell'art. 506 ha gettato insieme in un solo fascio cinque titoli diRerenti, e tutti gli ha indistintamente colpiti come delitti di alto criminale, coli. la relegazione da cinque a dieci anni. Lo che se talvolta, quantunque intollerabile nella scienza, si pu (come avvertimmo di sopra al S. 2376) permettere in un codice, diviene per0 anche in un codice grave difetto quando per tal guisa si unificano in rina sola (ed assai grave) penalit5 titoli che possono presentare nella quantiti loro dei criterii notevolmente ineguali. Ricordisi

che il delitto essendo un ente giuridico non ha per suo oggetto la cosa o persona su cui cade 1' azione, ma unicamente il diritto ofleso. Questo pu avere respettivamente per oggetto suo quella cosa, o persona, che b nel malefizio mero soggetto passiivo; e quando il diritto leso pertenga alla istessa persona su cui cade I' azione, questa potr essere ad un tempo e soggetto passivo e paziente del malefizio. Ma il malefizio avr sempre il suo oggetto nel diritto che si lese dal colpevole; e secondo tale diritto, o secondo quello che e prevalente fra i pii1 diritti attaccati, si dovr sempre determinare la qualit e nozione differente del reato, e misurarne la qua?ztitb. Applicato questo canone fondamentale al nostro art. 506 se ne toccano con mano le incongruenze (1).
(l) dimenlicariza di queste veril fondamentali conduce La spesso in pratica ed assurdi che parrebbero impossibiii a concepirsi. Cos ebbesi i l coraggio di tradurre avanti la Corte 1rnl)eriale di Pau (affare Parceron, 1 luglip 1867: M o r i n art. 8943) sotto 1' accusa di esposizione di infante una niadre che essendo in viaggio aveva gettato iii u n bosco il ciidnrrre del suo bambino venuto naturiiln;entt? a morte.

Il codice Sardo in questo titolo ha riunito il delitto di esposizione (che all' art. 509 punisce col carcere) ad altri cinqne casi che gli sono sembrati analoghi percht! vi trovava la identit del soggetto passivo, e li ha puniti con la relegazione da cinque a dieci anni (1). E fin qui lascisi andare. Ma i cin-

qne casi colpiti dali'art. 506 erano eventnalniente cosi differenti tra loro clie non potevano unificarsi indistintamente nella pcnalitj critninalc?. La esposiaiorne guardata nel caso sumplice toglie al fanciullo lo stato civile, e ne pone a pericolo la vita; dut: sono dunque i diritti lesi con questo mslefizio nel caso ordinario, i quali spettano entrambo al suo soggetto passivo che ne a1 tempo stesso paziente, ed entrambo costituiscono l'oggetto del malefizio. La occz6ltazione priva il fanciullo soltanto dello stato civile senza porne a pericolo la salute. Ma nelle sue forme codesto reato pu presentare caratteri disparatissimi. Ora pu occultarsi un infante per carpire una successione; ora per cuoprire u n fallo consegnando la creatura a qualche fido amico che sotto mentito nome lo educhi, provvedendo con pietosa cura al suo mantenimento; ora pu essere fatta di consenso dei genitori, ed ora a danno e dispetto di uno di loro. Lo che mostra quanto possa variare la natura e la importanza del diritto leso, e quanto sia incongruo minacciare senza riflessione nh distinzioni la relegazione di cinque anni a1 meno. I1 rapimento di un infante lo priva del suci stato civiIe, ma lede altresi i diritti dei genitori. La sol~pressione di stato di un infante lo priva del suo stato civile, ma s e operata dagli stessi genitori non lede altri diritti. La sostituzione di un infante ad un altro puo del pari presentarsi sotto un aspetto giuridico differentissimo uxondoch venga fatta da una nutrice alla insaputa dei genitori, o possa venir fatta da questi rr.~edesimiper avere ( a modo di esempio) un maschio invece di una femmina, o un fanciullo perfetto

e sano anzichi- altro macilente o deforme; e pub


t'ssere cunssntita da entrambo i genitori o fatta dalla inadre alla insaputa del marito, per contentare ( a modo di esempio) la mania che lo invade di avere un maschio. Cili non vede quanto siano grandi ;l' influssi di coteste varietA sul caleolrj politico del delitto? La supposizione di parto pu anch' essa assuulert: cento forme. Ora pu farsi da una vedova per carpire la eredita che la legge devolverebbe ad altre pcrsone: ed ecco che l'oggetto del reato non B nel diritto del fjnciullo, il quale di povero che egli era viene arricchito del benefizio di un illustre nonie, a di un pingue retaggio. Il diritto leso t? quello soltanto dei congiunti ai quali si sarebbe dovuta la successione. E un delitto contro la proprieta. Nori pnb dirsi leso alcun diritto del fanciullo che k stato porto alla vedova dai propri genitori, tutti giulivi della inattesa fortuna del Aglio loro. Ma se il carpimento di una successione non vi 8; se la supposizione del parto B stata fatta dai genitori, o dalla vedova solo per soddisfare la smania di avere alcuno cui dare il nome di figlio, disperati di aver prole e della negata potenza di adottare; e se costoro erano liberi dispositori delle cose proprie; io diinando dov' B il diritto leso? Si B fatto con la supposizione del parto ci6 che poteva farsi col ~ e s t a mento: i cugini non hanno ragione (li lagnarsi di aver patito un ingiusto spoglio. Il fanciullo ha guadagnato una fortuna, i genitori di ltii sono esultanti per la sorte dell'amato fanciullo. Dov' B il clclitto? Vi una pia frode ad eludere la legge sulle adozioni; circa la convenienza della quale io niente vo-

plio osservare perclie non torna all' argomento mio ; ma certamente codesta pia frode non meritevole della pena di cinque a dieci anni di relegazione. A queste osservazioni (sulle quali tornerd al fi. 1956 c segg.) mi ha condotto il tema del presente Capitolo; ed ho voluto esporle non per farmi censore delle leggi, ma soltanto per mostrare ai giovaili la necessita di tener sempre presenti i canoni generali della scielizu, e la grande efficacia loro nelle pratiche applicazioni.
:l) Anclic? il codice del Brasile 311'art. 254 rilinisco insieme i delitti di occultazione, sostituzione, e. supposiziane di parlo. Xo li punisce con la prigione r;emplice da quattro mesi a due anni. Il codice Sardo pero tradusse qui 1' arl. 345 del codici? Francese, adottandolo anche aella quantit della pena. J,o stesso aveva fatto il codice P:irmeuse al\' art. 383; s i l codice Modenese all' art. 532. Sonosi meritsrncnte levate a cielo per oltre un mezzo secolo le grandi teoriclie del C a r i n i g n a n i: ma cotesti elogi sono stati sovente letlera moria, perciib si dimenticato di seguitare quelle teoriche nei loro svolgimenti, e nclle pratiche applicazioni. A cib condusse principalmente iI fascino d' imilare il codice Francese del 1810 che fra tutti i co~llen~poranei segna il punto pi arretrato della soienza penale. A ci condusse pure un certo aborrimento per 13 cnsuistioi~ che si colse a nausea a cagione dello abuso che ad otlirao fine ne aveo fatto la vecchia pratica. Pia troppo spesso per evitare tin vizio cadesi nell' opposto pi enorme. Non casuistica distinguere tra loro nella nozione e nelle penalilh quei faLW criminosl clie per nalura loro haniio onralteri dislioti cosi ontologicamente come giuridicai~ientee politicamente. Cib & stretto debito di giustizia.

II r a d o in questa specie di malefizio non presenta sotto il rapporto della forza morale soggettiva, argomento di particolari osservazioni. IJa iyrotesi dello ewore male puO concepirsi nel delitto di abbandono. Le cause fisiche che possono avere esercitato un influsso sullo stato d' intelletto dell' agente trovano i termini ordinari di applicazione delle regole generali. E quanto alle circostanze influenti sulla determinazione del suo volere da avvertire soltanto che difficilmente potr configurarsi un irfipeto di sdegno che valga a degradare la imputazione dell' abbandono : salvo la ipotesi rarissima (riiu pur possibile) di un marito rhe reduce da lungo viaggio, convinto da irrefragabile prova del patitc tradimento, in un moto di giusta collera, o piuttosto di giusto dolore, allontani dalla propria casa mediante la esposizione il testimone del proprio rlisonore. Allo stato di animo che si configura in cotesta ipotesi si congiunge in certo rnodo anche la coscienza di esercitare un diritto; non ne sorge a pregiudizio della creatura !a lesione del diritto allo stato di famiglia; e propriamente tutta la criminosith del fatto prende radice nel pericolo che puis aver corso il bambino. Del resto sotto questo punto di vista il caso pi frequente di scusa emergera dall' impeto di pudore, come ognuno comprende: e talvolta ancora dall' impeto di paura, (i)qriancto concorra il pericolo di sovrastanti sevizie.
(1) Una configurazione speciale del]: impeto di paurir lrovci C a r p z o v i o fhesponsu litt. 6, l i t . 10, reap. 105 1 in co-

- 40

lui che aveccc nlibnndoiinio ptlr timore di cont~gto10 infermo alle sue ciire allidato.

S. 1391.
I1 grado nella forza fisica soggettiva, offre nel titolo di abbandono la consucta questione (ad altre occasioni accennata in proposito della complicit) sulla cornunicabiIit:i al partecipe o non comunicabilita delle scuse per avventura competenti all' altro partecipe o ali' autore principale. In proposito del tentativo a me paro che nel titolo di abbandono sia assolutaniente inconcepibile il delitto riiancato (i). Questo reato ha il suo momento di consamazionc in quell' atto col quale si abbandona la persona impotexite. La consumazione soggettiva del maleflzio si compenetra dnnqne talmente con la sua consuninzione oggettiva, da non potersi esaurire quella senza die al tempo medesimo sia esaurita anche questa; perch questa non sta nei danni ulteriori sopravvenuti eventualmente allo impotente abbandono, ma riella lesione del diritto che questi aveva a non essere da colui abbandonato. Che se lo espo~icntedopo avere eseguito lo abbandono, sollecitamente si penta e distrugga il fatto, questa ipotesi che sotto il punto di vista antologico presenta i termini del delitto mancato, potrh non presentarli sotto il punto di vista giuridico, secondo ci che avvertimmo al, titolo del veneffcio j S. 1180 nota 1) ove appunto notammo che questo sottile problema erasi posto male a proposito come speciale dello avvele~iamento,mentre pud invece .trovare i propri terruirii iii altri molti malefizi. Anche lo stosso cori;-lto punibile sar. assai difficile a configurarsi nel de-

litto di abbandono 3 perch gli atti o trascenderanno nella consumazione, o resteranno nella categoria dei irieri preparatorii per la mancanza della univoeitZi. Ptrr non ostante se in questo reato assolutamente inconceljil~ile conato remoto, perchk gli atti eseun cutivi del medesimo non possono acquistare nnivocita se non si pongono in essere sul soggetto passivo della consumazione (lo che rende sempre il conato prossimo) non puO del pari dirsi altrettanto impossibile,'per quanto rara, la ipotesi di un conato prossimo. Ma quando il colpevole abbia depositato lo infante nel luogo ove voleva esporlo, e volto i passi ad allontanarsi; o il custode in rnodo indubitato si riconosca essersi allontanato dallo impotente che aveva in consegna, con 1' animo di abbandonarlo; io stimo che sempre si abbia il delitto consumato, quantunque sollecito sia stato il sopraggiungere di terzi all' aita dell' abbandonato. Pensando altrimenti sarebbe necessario costruire una teorica ragionata sul criterio di spazio o di ter,po, In quaIe io non veggo come potescie riuscire a non essere elastica ed arbitraria.
(1) andato pi oltre lo S c h u t z e {Lel~rbuch, Lipsin 1071, clie ;liferma conie cosa non questionabile che Il tentativo di ;ihh;indono o di esposiziorie non E punihile, ossia non B possibile cotifigurarne le condizioni.

S. 83)

Finir con lo avvertire che quanto ho in principio notato sul proposito dello allargamento che modernamente si fatto del pl-esente titolo, incluilen-

dovi insieme con la esposisione d infunfc anche b ' nbbaradom di persona impotente, vuol essere inteso come un insegnamento della scienza adottato d a parecchi codici contemporanei ma non corne una veritA che sia universalmente riconosciuta. Questo pensiero cile si attuo dal codice Bavaro del 181:: (art. 174 a 177) incontro i suoi oppositori ( i ) e giova esaminare gli argomenti sui quali $i fouifa simile opposizione. i ? Si B detto che non si abbandona rina pprsona adulta (sia pur cieca, storpia, demente, inferma, 0 per qualsiasi altro modo impotente) con altlrctt:inla facilitA con quanta se ne ha per alibandoi~ai'enu fancinllo: ci porta a riconoscere che il caso di cjricsto reato k rarissimo. Ed io rispondo, sia pure rarissimo; ma pub non portanto accadere; e yuarido accada, la convenienza di punirlo vi comperisera largamente della noia che avete incontrato ponendo iiel coclice un articolo di non frequente applicazione. 2." Si B detto che l' adulto abbandonato non viene a perdere il suo stato civile. Ed io rispondo che l' oggetto principale di questo reato non P, lo stato civile della persona, ma la sua vita e la sua salnto. 3." Si i: detto clie l' adulto abbandonato b iii grado di denunciare la persona che lo ha si li:irbarnmp,n.e tradito, e darile contezza, e porre la giustizia sulle sue traccie. Ed io rispondo che ci non 6 vero qr~antoal pazzo, al sordomuto, e al moriliondo. Mn fosse Pur vero in tutti i casi. E quando mai fra le ragioni di non punire un fatto dannoso trovossi buona quella dedotta dalla potenza che ha la vittima di denunciare l' autore ?

- 43 Si e detto infine che se 1' abbandono dell' adulto impotente fu fatto per il fine di recarlo a morte, il fatto sar punito come tentativo di omicidio, o come orriicidio consumato secondo I' evento. Ed io rispondo che ci6 verissimo; ma poich ci B vero altrettanto nel caso d' infanticidio, come cotesta ragione noli fu buona per lasciare impunita la esposizione d' infante cos non B buona per lasciare impunito 1' abbandono di un infelice inabile a provvedere a sb stesso. Malgrado pertanto tali obiezioni e tale dissenso, io persisto a ritenere che la scienza moderna abbia fatto benissimo a ritornare al pensiero ginstinianeo, enumerando fra i delitti civili 1' abbandono di un impotente, e ponendolo da lato alla esposizione d' infante: e lodo i codici della Germania che provvidero pietosamente a cotesto caso crudele; e il codice Toscano che fece altrettanto all'art. 352.
4.O

(1) Vedasi 131a u s ohservations sul' le pl'ojet belge vol. 5 , pug. 24. L' illustre professore di Qand dissente da noi anche
per cib che riguarda il criterio di gravith desunto dal ltcogo della esposizione. h18 egli non si propone la obiezione nel vero suo concetto. Confiita con le p&e dell' oratore del governo francese il desiderio di vedere meglio descritte nella legge le condizioni di luogo; ed osserva che ci impossibile, e finqu dice benissimo. hia noi ben lungi dal desiderare una pi minuziosa descrizione della naaterialit qualificante ( che noi pure riconoscianio pericolosissima ) vorremmo a l contrario che di nessuna mnterialild si facesse 'nienzione, nia soltanto si esprimesse la idea del pericolo; lo che non impossibile, ma facilissimo. Che vi egli da ridire sulla forniula (a modo di escmpio) del codice Toscano se col fulto della e q o s i z i o n c o dell'anbbnndono non nndO eon-

giunto alcun p ~ r i c o l odi morte, nd (li lcrione pcrantlale, l a detto pena pild essere abbassala fino ad u n illese? La uostra critica procede da un concetto diametralniente opl3osfo a quello a cui s?ispiravano i censori del codice Francese combatiufi dali: H a u S. Essi volevano che si frenasse I' arbitrio del giudice con una pi coartata descrizione di luogo e di tempo. Noi invece (appunto perch convinti del pericolo di siffatte definizioni 3 priori) vorremmo che da nessuna angustia si costringesse la priidenza del giudice nello applicare la legge secoiido il suo spirito,

Delitti con i quali si offende la integritit de21a.persona.

Lesione personale, e sua essenza di fatto.

I1 concetto che informa e circoscrive questa serie di delinquenze ha subito modernamente una notevole alterazione nelle scuole e nelle legislazioni contemporanee. Le idee pagane sulla personalita umana portarono gli antichi legislatori a restringere la protezione della legge penale alla sola persona fisica dell' uomo. Di qui la conseguenza che la presente classe di reati s' intitolasse dagli scrittori con la rubrica delitti contro le membra. E cos le lesioni ilella umana persona che non erano giunte a togliere la esistenza si riassunsero nei due principali titoli di ferimento, e di offesa. Si trov il carattere costitutivo del fe?%imento(latino vulnus, francese bles-

soluzione di cnntinuita nel corpo umnn t ~ della clu;ile sulrizisne di continriit si tenne co; me criterio la effusione del sangue. Si dissero ofrczsc. [ 1atini.i ve]-bei-a,francese cozrps) Ie violenze vht: arcvano colpito il corpo cagiont~ndogli dolore fisico, senza operarvi solrlziune cli continuith. Queste si dissero ofi?se con tmccia a seizua t~uccia, secondo elle avevano o no lasciato un segno di loro s111 corpo ofi'eso. Si distinsero ancora (corie avverte P u c c i o n i S G C ~ ~ ~ ZpO~ g . 477) le un/iize?zauio~zi (coups) dalle violenze (fi*ancese zsoie de fait). Ual titolo di ierimento si rlistaciarono per In specinlitii dei risriltatiienti le vtzrtilazioni, lo storpio, 1% detzrrapazione; facenrlone alcuno altrettanti particolari titoli, ed altri ricavandone solo una qrraliti~ aggravante del ferirnento. E qui si rimase per secoli (1).
,crri*e)nella

(lj stato di questa dottrina qiial' ora ciriquanla anrii Lo addietro trovasi riassiiirio dal C a r i11 i g ri a n i iiei suoi elementa d a l S. 988 al 1008, edizione 1834. Bi~r.rosnr~in O d o f r e d a dc percussionibus C a rp z o v i o practica crimilartlis q~cncst. 99 - R a y n a l il o obserualionum crirnirrnlium lib. 3, prrg. 228 tll seqg. B o e li m c r o clenrerrllr K e ni m e r i C k q n o p x i s tit. 5 juri8 criiinalis, top. 23 J o u s s e jzistrce critrrinr~lle vol. 8, png. 581) M e i s t e r pvittcipiu j u r i s r:rinrinnlrs sect. 2, pczrs 2, crlp. 19 K o C h instituliones j u r i s criszinrrlis lib. 2, cup. 27 Con t oi i dei deliiti e delle pene uol. 5, C L I ~ . 1, rt. 1 C 1. c m a n i (le jurc crluiirrttli vol. 2, lib. 2, cap. 5 , nrt. 11 P u f f P n ci o r f observrtlirinunr vol. 3, obs. 92 C c h r o e t c r r l ~ p w t o r i u r rj~ ~ - 1 s o cri~>i;n{ili.~, verbo uulnus B r i g a ti i prntica crivrinrrlc uol. 2: nel trartntu delle ingiurie rrali pug. liil, e altrove C a r a v i t a insiitulioneu juria crirnin rlis lib. 1, S. 3,

cap. 40 P i s t o r olscrwat. 89, png. 92 A n g e l O dc deltctis cap 97 et 99 - J a g e m a n n stt1li.c lesione corporale disscrt. 2 (negli Scritti Gernirinici vol. 5 , p ~ g 209, . 249) G i u l i a n i isfituzioli d i dirillo criminrrle ,vol. 4 , cap. 3 - A r a b i a principj del dirillo penale pirrt. 5, p. 2i7 - A r m e i 1 i n i istituzioni d r l diritto penale vol. 4 . cup. 5 - B a v o u x lecotrs preliniinaires ccrp. 1 2 , u r t . . 2 C h a u v e a u tliiorie du codepknalahnp. 45 - P u c c i o r i i sagyio di diriltr) pcnctlc li6. 4 , tit. 8, 5. S.

Ma non poteva nella civilt cristiana lasciarsi dimenticata la parte pi nobile della umana persona. Laonde si venne a considerare che le perturbazioni recate allo intelletto di un uonio dall' altrui opera malvagia dovevano pur esse aversi cotne meritevoli di repressione non meno, e forse anche pii, che le perturbazioni recate al suo fisico organismo. Da ci6 nacque il divario nella nornenclatura: e quella che un tempo chiamossi lesione corporsale (i), si denomino per maggiore esattezza lesione pevsonale. E infatti fuori di dubbio nel cittadino il diritto che la protezione sociale estendasi alla difesa della stia individualita psicologica come della sua individualiti! Psica; della sua attivit interna non meno c t ~ e clellit sua attivit esterna, contro gli attacchi di scellerata nimicizia, o d' imprudente scioperataggine. Cosi la scienza penale porto a pi larga periferia la noxione delle violazioni recate ai diritti inerenti alla umana personalith, che dovevano in un buon regime penale costitriire titolo criminoso : e nacque ai tempi nostri i1 titolo p i ~ vasto di lesione personale; nel qrinle si unificarono e si sommersero gli altri.

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