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Municipality Best Practice

Casi di studio da analizzare replicabili in Italia

ANCI GIOVANE 11 dicembre 2011 Autore: Stefano Ambrosini

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Casi di studio da analizzare replicabili in Italia Sommario
CASSINETTA DI LUGAGNANO : PGT A CRESCITA ZERO ................................................................ 2 CITT DI TRANSIZIONE: MONTEVEGLIO, UN PERCORSO DI INNOVAZIONE .......................................... 2 PROGETTO FUSS SOFTWARE LIBERO NELLA PA ....................................................................... 5 GRACIOSA (AZZORRE) : PRIMO ESEMPIO DI COMUNIT ALIMENTATA DA FONTI CHE NON EMETTONO CO2 .. 6 BIODIESEL DALLOLIO DA CUCINA IL CASE STUDY DI ASM ROVIGO .............................................. 7 QUARTIERI SOSTENIBILI .................................................................................................... 11 MOBILIT SOSTENIBILE ..................................................................................................... 12 LONDRA: SE LASCI A CASA L'AUTO TI OFFRONO LA SPESA ................................................ 14 OLANDA: TRASPORTO PUBBLICO GRATUITO ................................................................. 14 ECCO DOVE I CICLISTI POSSONO ATTRAVERSARE CON IL ROSSO ...................................... 15 A MURCIA IN SPAGNA DAI LA TUA AUTO E RICEVI UN ABBONAMENTO VITALIZIO AL TRAM . 15 DANIMARCA TESTA LA NUOVA TECNOLOGIA VEHICLE-TO-GRID DELLA NUUVE ................ 16 COPENAGHEN E LOBIETTIVO 50% DELLA MOBILIT IN BICICLETTA ENTRO IL 2015 .............................. 16 GRONINGEN-SUCCESSO DI POLITICHE PER LA MOBILIT SOSTENIBILE ............................................... 17 KRONSBERG, UN INTERO QUARTIERE SOSTENIBILE .................................................................... 19 AZIENDA SOLVIS, L'EDIFICIO INDUSTRIALE A EMISSIONI ZERO ........................................................ 20 STABILIMENTO SOLARFABRIK.............................................................................................. 20 STABILIMENTO MANNUS, UN EDIFICIO CHE RECUPERA CALORE ..................................................... 21 ENERGON, L'EDIFICIO PASSIVO PI GRANDE DEL MONDO............................................................. 23 HAMMARBY SJSTAD, IL QUARTIERE DEL FUTURO..................................................................... 24 ARGOMENTI EXTRA - INTERESSANTI ...................................................................................... 32

Municipality Best Practice | 11/12/2011

Cassinetta di Lugagnano : PGT a Crescita ZERO


Cassinetta di Lugagnano diventato il primo Comune in Italia a "consumo zero" di aree naturali. I signori del partito del cemento da queste parti non farebbero affari. La Costituzione italiana applicata alla lettera: la Repubblica tutela il paesaggio. Nel 2002 abbiamo detto stop, si recupera solo quel che si costruito nei secoli precedenti, le case lasciate allabbandono e al degrado - racconta il sindaco Finiguerra. Dobbiamo difendere la terra che ci d il cibo, perch la Lombardia un grande produttore agricolo. Cos, mentre molti amministratori intendono la difesa del territorio come la costruzione di argini di cemento, nuove infrastrutture, strade o spazi commerciali, a Cassinetta si punta alle buone pratiche, alla sobriet, al risparmio energetico, al riuso, alla raccolta differenziata, allannullamento delle spese di rappresentanza, al recupero della qualit della vita, alla mobilit in bicicletta (tutto il paese ciclabile). E lo sviluppo? C. Perch Cassinetta, pur non consumando suolo, continua a crescere grazie a tanti nuovi residenti attratti dalle scelte amministrative e di qualit della vita: dai 1.519 abitanti del 2001 si passati ai 1.742 del 2005, fino agli attuali 1.892 di aprile 2011. Non vero che non costruiamo: riqualifichiamo e recuperiamo gli edifici che gi esistono e che spesso sono inutilizzati spiega il sindaco. Certo, non diamo lavoro alle grandi imprese che usano lavoro precario e fanno progetti che sono identici per Cassinetta, Milano o Gallarate. Ma, all'opposto, c' lavoro per le piccole imprese, per gli artigiani che conoscono il lavoro e il territorio. Il piano regolatore approvato prevede nuove case realizzate al posto di vecchi edifici industriali, al 20% in edilizia convenzionata (economica, soprattutto per famiglie giovani) e per il 5% di edilizia residenziale pubblica (case "popolari"). Tutto sotto linsegna della partecipazione popolare, della condivisione delle scelte con i cittadini. Ecco, i cittadini, i suoi elettori, che riacquistano il proprio ruolo civico e non solo quello di consumatori, che ne pensano? Danno naturalmente piena fiducia al primo cittadino: eletto con il 50,1% dei voti nel 2002, stato riconfermato nel 2007 con il 62,1%, tra laltro in una tornata elettorale che ha visto una forte penalizzazione per il centrosinistra, area in cui il sindaco milita da sempre. Anche se oggi non iscritto ad alcun partito. Anzi, tra i primi firmatari dellappello per la Costituente Ecologista Civica e Democratica che vuole realizzare in Italia lesperimento condotto in Francia con Europe Ecologie, che ha raccolto il 16% dei consensi. Il nuovo soggetto politico ha visto la luce nel corso di unassemblea costituente al teatro Vittoria di Roma. Il nome Ecologisti e Reti civiche e mette insieme, dal basso e in un processo fortemente partecipativo, Verdi, Costituente ecologista e sindaci della buona amministrazione.

Citt di Transizione: Monteveglio, un percorso di innovazione


Municipality Best Practice | 11/12/2011

Monteveglio, in provincia di Bologna, la prima Transition Town italiana. Abbiamo incontrato Cristiano Bottone, vicepresidente del nodo italiano della rete di Transizione e tra i fondatori del primo Gruppo Guida a Monteveglio (BO), che ci ha raccontato la transizione di questo paesino sui colli bolognesi che oggi il comune con pi ambizioni 'Post Carbon' d'Italia.

Il fenomeno 'virale' delle Transition Towns arriva in Italia nel 2007: la storia di come tutto cominciato suggerisce riflessioni a proposito di come si diffondano le innovazioni - chi le propone, chi aderisce, come, dove e perch. Curiosando tra le dinamiche del Movimento di Transizione, le sue storie e le persone che lo popolano, in Italia e nel resto d'Europa, ho scoperto un dettaglio interessante: quasi ovunque, dalla Germania all'Irlanda, da Carimate a Monteveglio, i primi ad entusiasmarsi per questo movimento locale-che-pi-locale-non-si-pu sono persone che abitano in un luogo diverso da quello da cui provengono. 'Stranieri', insomma, o forestieri, nel senso in cui si dice ancora in certe campagne, magari provenienti semplicemente da un'altra regione, o da un'altra citt.

La mia impressione che dietro questo piccolo fatto si nascondano due verit: la prima che l'innovazione spesso portata da individui che per storia personale, familiare o lavorativa si spostano molto, traghettando le idee da un luogo all'altro. La seconda pi sottile ed ha a che vedere con il desiderio di appartenere ad un luogo, a una comunit, a un paesaggio. Che in questi tempi di frammentazione presente probabilmente in tutti noi, ma in alcuni si esprime con maggior forza che in altri. Non mi stupisce pi di tanto quindi venire a sapere che Cristiano Bottone, vicepresidente del nodo italiano della rete di Transizione e tra i fondatori del primo Gruppo Guida a Monteveglio (BO), proprio una di queste persone. Quando sono arrivato a Monteveglio, racconta, ho passato quasi un anno a guardarmi intorno, cercando di capire le dinamiche sociali, chi fossero le persone e le associazioni pi attive, influenti o partecipate. Poi, ha raccolto quella che sembrava una buona idea, scovata nella grande rete, e ha tentato il trapianto nella sua nuova terra.
Municipality Best Practice | 11/12/2011

Ho organizzato un incontro a cui ho invitato tutte le persone che avevo individuato, e l ho raccontato come stavano funzionando le prime Transition Towns inglesi, cercando di immaginare come si sarebbe potuto tradurre l'idea in Italia. Tra le cose dette allora ce ne sono poche che sosterrei ancora adesso molte oggi le ho capite meglio e le spiego in modo molto diverso - le idee cambiano in corso d'opera, si arricchiscono, si riadattano secondo quel che accade, la realt flessibile e non smette di sorprenderti. E sorpreso Cristiano rimane anche quando, alla fine di quel primo incontro, chiede ai suoi concittadini di alzare le mani se sono interessati a formare un gruppo per far partire la Transizione a casa loro. Io mi ero fatto unidea precisa di chi sarebbero state le persone giuste per il gruppo che invece se ne sono state immobili, mentre la mano lhanno alzata degli altri. Questo mi ha insegnato una cosa importante: un gruppo dovrebbe scegliersi, non lo posso scegliere io. Forte di questa esperienza, Cristiano mi dissuade dal cercare le affinit elettive: Molti mi scrivono perch vorrebbero formare un gruppo che si occupi di Transizione e non trovano nessuno, spesso perch stanno

cercando, magari su internet, persone che gi la pensano come loro, invece di cominciare a confrontarsi veramente con i propri vicini di casa o di pianerottolo. In quella prima fase del lavoro, il gruppo formato da Cristiano insieme a Claudio Meli, Umberto Fonda e Davide Pinelli, a cui poi si sono aggiunti Paolo Degli Esposti e Davide Bochicchio, ha lavorato soprattutto sulla propria consapevolezza, macinando testi e filmati, ma soprattutto incontrando persone competenti, su ogni argomento dello scibile 'trasizionaro', dalla Decrescita alla Permacultura al pensiero sistemico agli orti sinergici. Una fase di formazione resa pi dinamica, divertente e agevole dal fatto di essere collettiva, fatta di un consistente e continuo scambio di informazioni da cui ha cominciato a scaturire un cambiamento. Si arriva quindi al momento delle elezioni comunali, quando nel nostro gruppo si aperto un grande dibattito sullopportunit o meno di lavorare all'interno della macchina amministrativa. Alla fine alcuni membri del gruppo hanno deciso di candidarsi, e se vero che per mettere chiarezza tra i ruoli abbiamo deciso che chi entrava in politica non avrebbe potuto far parte del Gruppo Guida, abbiamo comunque continuato a lavorare insieme. Anzi, quel che pi importante, le persone che sono poi state elette al Comune si sono portate dietro tutto il percorso che avevamo condiviso, preparando tra laltro il programma elettorale con incontri aperti in modalit World Caf. Applicare strumenti e metodi che vengono dalla Transizione ha significato aprire uno spazio politico nuovo. Si capisce allora come abbia potuto questo ambiente fertile di idee e contaminazioni incubare la nota delibera di Monteveglio (ne parlano pure gli inglesi) che fa del paesello sui colli bolognesi la citt con pi ambizioni 'Post Carbon' d'Italia. Mentre in Comune si lavorava in questo senso, il Gruppo Guida ha seguito il percorso suggerito dal modello di Hopkins, tenendo numerosi incontri, cineforum ed invitando esperti in vari argomenti, per diffondere la consapevolezza tra la cittadinanza. Da qui sono nati progetti tematici, come il gruppo di acquisto per il solare termico ed il fotovoltaico, il lavoro sugli orti sinergici, la banca della memoria e cos via. Due anni dopo, con la risonanza data anche dalla puntata sui limiti dello sviluppo di Report, Monteveglio al centro dell'attenzione di molti che vorrebbero 'copiare' il suo modello. Ma attenzione, intanto Monteveglio non un'isola felice, abbiamo appena cominciato, siamo la 'bandiera' della Transizione in Italia, per cui attiriamo energie ed iniziative, ma l'unica cosa veramente diversa rispetto ad altri posti che qui abbiamo cominciato ad affrontare seriamente tutta una serie di argomenti, guardando in faccia le sfide per il futuro. Quando gli chiedo quali progetti suggerirebbe di replicare altrove mi stupisce, smontando i sacrosanti principi del benchmarking che mi aveva inculcato il mio professore di Marketing: Le cosiddette buone pratiche non funzionano. Perch ogni luogo veramente, profondamente, diverso dagli altri, quindi progetti e iniziative vanno cuciti addosso al posto in cui si sta. Si tratta di analizzare e interagire con una situazione pre-esistente; per questo se strumenti e metodi possono essere uguali per tutti, tuttavia le iniziative che nasceranno saranno tutte singolari e uniche, come funziona con i sistemi naturali. Replicare pigramente ci che si sta facendo da altre parti non funzioner mai, occorre ri-adattarsi di continuo. E se la fatica tanta, sono anche tante le ricompense, l'entusiasmo, il divertimento e il senso di stare facendo qualcosa di profondamente sensato. Non so dire se funzioner sempre, ma per ora vedo, intorno e dentro di me, che sta funzionando.

Municipality Best Practice | 11/12/2011

Progetto FUSS Software Libero nella PA Il modello didattico


La scelta di usare software libero nella scuola anzitutto, al di l delle ragioni economiche o tecniche, una scelta etica e politica. cio la scelta di rifarsi, nell'insegnamento, ai valori della libert e della condivisione del sapere, e non solo quella di usare software efficiente, stabile e sicuro. La filosofia che sta alla base del software libero, quella della libert di accesso alle informazioni e della condivisione della conoscenza, si adatta naturalmente al compito educativo di una nuova scuola. Inoltre usare software libero rappresenta la scelta di utilizzare patrimonio comune dell'umanit, il cui miglioramento e diffusione vanno a beneficio di tutti, e non di una singola entit. L'utilizzo del software libero rende possibile la partecipazione diretta al suo sviluppo da parte di studenti ed insegnanti, non solo come scrittura di codice, ma soprattutto in termini di suggerimenti sul funzionamento, produzione di documentazione, traduzioni, realizzazioni di contenuti, ecc. Tutto ci in un modello di scuola vista come una comunit in cui tutte le sue componenti partecipano attivamente al processo di costruzione della conoscenza. Obiettivo a medio-lungo termine di questo progetto favorire metodologie di didattica collaborativa, attraverso il coinvolgimento attivo sia dei docenti che degli studenti nello sviluppo del progetto stesso.

La distribuzione FUSS
Il primo criterio (fondamentale) utilizzato per la realizzazione della distribuzione FUSS quello di distribuire esclusivamente software libero. Esso deriva da una serie di considerazioni di varia natura: La coerenza sul piano filosofico e politico rispetto alla scelta di utilizzare software libero. La possibilit di poter non solo installare nelle scuole, ma anche distribuire a tutti gli studenti e le famiglie il software che fa parte della distribuzione FUSS, e poterlo fare in maniera legale. La possibilit di poter modificare ed adattare il software e le procedure di installazione alle esigenze specifiche, cosa possibile solo se queste sono rilasciate con licenza libera.
Municipality Best Practice | 11/12/2011

Il secondo criterio quello della mantenibilit. Uno dei grandi vantaggi del software libero quello di poter utilizzare quanto gi stato creato dalla comunit. Pertanto si deciso di basarsi su una infrastruttura gi presente e collaudata in grado di garantire affidabilit e manutenibilit nel tempo. Il terzo criterio quello della modularit: la distribuzione FUSS deve poter essere assemblata e scomposta per adattarsi a vari ambiti formativi (ad esempio scuole elementari, medie e superiori).

La Migrazione
Il progetto di migrazione a software libero stato strutturato in sei grandi fasi:

FASE A ANALISI

Nella fase A stato somministrato un questionario finalizzato alla raccolta del maggior numero di informazioni possibili sulle attrezzature hardware presenti nelle scuole, sulle esigenze formative tramite l'uso di elaboratore elettronico, e dei possibili usi futuri. Questo ha permesso di realizzare e al tempo stesso personalizzare il pi possibile le soluzioni che sono state implementate. FASE B - REALIZZAZIONE DELLA SOLUZIONE SOFTWARE All'interno di questa fase stata sviluppata la distribuzione GNU/Linux Soledad, tenendo conto delle esigenze didattiche delle singole discipline di insegnamento e allo stesso tempo, curando la semplicit d'uso e di installazione. La distribuzione live disponibile sotto licenza libera, stata utilizzata dagli studenti e dagli insegnanti a casa. FASE C DISLOCAMENTO In fase di dislocamento sono stati installate e configurate 2.460 postazioni informatiche e 81 server censiti nella fase A. FASE D - VERIFICA, MESSA A REGIME E FORMAZIONE DEL TEAM In questa fase le scuole sono state supportate ed accompagnate fino alla messa a regime del nuovo sistema operativo. Inoltre stato attivato un percorso formativo di livello avanzato (590 ore) con l'obiettivo di mettere in grado otto persone, tra insegnanti e tecnici, di gestire ed amministrare nelle scuole il processo di aggiornamento, sia dal punto di vista tecnico che didattico-organizzativo. Queste otto persone formano il team di supporto tecnico didattico. FASE E - FORMAZIONE DEI DOCENTI Nella fase E, si svolta la progettazione e realizzazione dei corsi di formazione personalizzati rivolti al corpo docente delle scuole elementari, medie e superiori. Sono stati realizzati 29 corsi desktop e openffice.org (di 20 ore ciascuno) e 5 corsi per referenti (di 40 ore ciascuno).. FASE F - SVILUPPO E RICERCA Il team di supporto tecnico didattico collabora ogni giorno con i docenti delle diverse scuole per sviluppare modelli didattici e proporre personalizzazioni del software utilizzato in aula. Gli obiettivi finali sono quelli di favorire il processo di apprendimento degli studenti attraverso un impiego mirato dei sussidi informatici, che implichi anche una partecipazione attiva degli alunni stessi.

Graciosa (Azzorre) : Primo esempio di Comunit alimentata da fonti che non emettono CO2
Municipality Best Practice | 11/12/2011

In mezzo allAtlantico nellisola portoghese di Graciosa, nellarcipelago delle Azzorre, in corso una silenziosa rivoluzione verde. I suoi abitanti potranno contare presto esclusivamente su energie rinnovabili, soprattutto eolica e solare. Il progetto coordinato dalla societ tedesca Younicos. Younicos utilizza batterie di sodio e zolfo da un megawatt provenienti dal Giappone. Sito ufficiale: http://www.younicos.com/en/republic-of-younicos/staatsgruendung.html News Euronews: http://www.youtube.com/watch?v=chlA7SEXgDA Paper in Inglese: http://www.younicos.com/download/2010-12-03_Recharge_Graciosa.pdf

Biodiesel dallolio da cucina Il Case Study di ASM ROVIGO


Si tratta di un progetto sostenibile di mobilit e di gestione rifiuti che consiste nella creazione di una filiera di raccolta degli oli alimentari esausti nella citt di Rovigo, loro trattamento ed infine riutilizzo, sotto forma di biodiesel, sui mezzi di raccolta rifiuti. Due gli obiettivi principali: incrementare la raccolta dellolio esausto, per eliminare condizioni di inquinamento delle acque e del suolo, recuperando prodotto riciclabile; diminuire limpatto ambientale dei mezzi aziendali di raccolta rifiuti per una migliore qualit dellaria a livello locale e per diminuire il consumo di CO2 a livello globale, utilizzando il biodiesel quale carburante rinnovabile a minor impatto ambientale in miscela al 25%.

Il progetto vuole verificare la sostenibilit tecnica, economica ed ambientale di una filiera chiusa di riciclo dellolio esausto. Tutti mezzi della Divisione Ambiente si riforniscono al distributore interno aziendale extrarete con serbatoio da 9 klt e colonnina erogatrice con chiave elettronica per identificare operatore e mezzo. ASM ha iniziato a fine 2008 la sperimentazione con B5 (miscela di biodiesel al 5%), incrementandolo successivamente fino a B25 (miscela di biodiesel al 25%). In avvio della sperimentazione sono state gestite al meglio alcune problematiche di passaggio al nuovo carburante che ha un maggior grado autopulente e quindi generalmente necessita di pulizia e sostituzione filtri gasolio dei mezzi pi vecchi. Attualmente ASM utilizza in serbatoio B25, miscela di biodiesel da oli esausti e biodiesel vegetale gi presente nel gasolio autotrazione commerciale. Le caratteristiche del biodiesel e del gasolio autotrazione sono accuratamente selezionate per il miglior risultato operativo (additivazione artico dinverno) e le migliori specifiche ambientali (contenuto di zolfo inferiore a 0,1% ppm). ASM si avvale per il ritiro dellolio dai punti olio e dalle utenze non domestiche della ditta SEB, trasportatore autorizzato CONOE, del gruppo SALGAIM, che si incarica del conferimento dellolio allimpianto di raffinazione. Lolio viene consegnato allimpianto SALGAIM Ecologic di Lugo di Campagna Lupia (VE), impianto autorizzato CONOE e specializzato nel trattamento e recupero di oli e grassi animali e vegetali, ma anche nel recupero degli scarti della macellazione e alla loro trasformazione in materia prima per saponerie e industrie produttrici di mangimi, la loro termodistruzione e recupero energetico. ASM si approvvigiona ora di biodiesel da DPLubrificanti, azienda che produce nellimpianto di Aprilia fino a 30.000 tonnellate allanno esclusivamente da oli vegetali esausti, per i quali lunico impianto specializzato in Italia.

Municipality Best Practice | 11/12/2011

Lutilizzo di biodiesel come carburante per lautotrazione nei mezzi di ASM Divisione Ambiente da benefici ambientali tangibili, riferiti alla riduzione di inquinamento locale e globale. Il bilancio di massa nel 2009 ha visto lutilizzo di circa 34.000 litri di biodiesel puro da oli esausti, corrispondente alla quantit raccolta. Rispetto al consumo complessivo diesel, quindi, si utilizzata una fonte rinnovabile per il 18%, considerando anche la quantit di biodiesel da oli vergini presente in miscela sul prodotto autotrazione normalmente in commercio.

Per quanto riguarda invece il bilancio della CO2, valido ai fini delleffetto climalterante, si rammenta come il biodiesel prodotto dal oli alimentari esausti riduca le emissioni complessive sul ciclo di vita dell83% rispetto a quelle del gasolio autotrazione di origine minerale. Per questo motivo viene proposto a livello europeo come un carburante superiore a tutti gli altri rinnovabili. A Rovigo, lutilizzo della miscela B25 per una met circa di tutto il consumo di carburante annuo della Divisione, ha portato ad una riduzione di emissioni di CO2 del 12%, pari a 82 tonnellate evitate nel 2009. Si tratta di un ottimo risultato che potr addirittura raddoppiare nel 2010 se sar garantito lapprovvigionamento dal progetto biodiesel dal tuo olio cucina. Questi risultati contribuiscono allobiettivo del 20% di fonti rinnovabili e 20% in meno di emissioni di CO2 entro il 2020, richiesto dal protocollo di Kyoto ed attualizzato da COP15, il protocollo di Copenhagen 2009. Per quanto attiene invece alle emissioni allo scarico dei mezzi di ASM in servizio nella citt di Rovigo, lutilizzo del biodiesel si somma alle altre azioni di contrasto allimpatto atmosferico dei propri mezzi sviluppate dallazienda negli ultimi anni: inserimento di veicoli leggeri ZEV ad alimentazione elettrica (veicoli satellite e microspazzatrici per servizio in centro storico), EFV ad alimentazione bifuel metano/benzina (veicoli di servizio e monitoraggio) e svecchiamento della flotta mezzi, con motorizzazioni diesel via via di classe euro crescente (oggi euro 5) in anticipo sulla normativa ed infine utilizzo di carburante a basso impatto ambientale (gasolio a bassissimo tenore di zolfo in anticipo sulla normativa ed, appunto, biodiesel da oli esausti).

Municipality Best Practice | 11/12/2011

Il report dei consumi in litri di carburante per classe di motorizzazione degli automezzi vede oggi l80% dei consumi in motorizzazioni >= Euro3, contro il 38% di solo quattro anni fa. Nel 2009 inoltre sono stati utilizzati quasi 140 mila litri di B25, con un positivo effetto che stato puntualmente valutato. Da letteratura ufficiale (US EPA 2002) infatti lutilizzo di B25 riduce almeno del 20% gli HC, del 12% i PM, del 12% i CO, a fronte di una sostanziale equivalenza di NOx, ma sono valutati benefici anche sulle emissioni non regolamentate quali i solfati (-20%), gli IPA (-13%), gli IPA nitrati (-50%) e lozono potenziale (-10%). Il bilancio di emissioni, calcolato puntualmente sui consumi dei mezzi delle varie motorizzazioni, con gasolio e biodiesel, riporta riduzioni drastiche. Rispetto a quattro anni fa, come evidenziato nei grafici successivi, esse risultano infatti superiori al 40% anche sul parametro tecnicamente pi difficoltoso come gli NOx, quasi al 45% su gli idrocarburi incombusti, quasi al 50% su monossido di carbonio e addirittura pi del 70% sulle famigerate PM, in realt linquinante pi importante da abbattere in area urbana.

Municipality Best Practice | 11/12/2011

I biocarburanti
I biocarburanti sono carburanti di origine vegetale, che sfruttano le propriet similari alla benzina delletanolo di origine agricola (detto bioetanolo) e similari al gasolio del metilestere di origine agricola (detto biodiesel). Il termine biodiesel si riferisce ai metil-esteri (infatti anche conosciuto come metilestere di acidi grassi o FAME) prodotti attraverso la transesterificazione di oli provenienti da colture energetiche oleaginose quali colza (metilestere di colza o RME), girasole (SME), palma, soia La possibilit di sostituzione del gasolio con oli vegetali come combustibile o carburante nota fin da inizio secolo, quando lo stesso Rudolf Diesel affermava che Il fatto che gli oli vegetali possano essere utilizzati pu apparire oggi privo di significato, ma questi oli forse diverranno nel corso degli anni importanti come alcuni prodotti petroliferi. In ogni caso gli oli vegetali rendono certo il fatto che forza motrice possa essere prodotta utilizzando il calore del sole, che sempre disponibile per il suo impiego agricolo anche quando tutte le altre fonti di combustibili liquidi e solidi saranno esaurite (Rudolf Diesel, presentazione allInstitution of Mechanical Engineers, UK, 1912).

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Quartieri Sostenibili
Bibliografia utile: http://quartieri-sostenibili.ch/data/downloads/ARE_QD_Interieur_IT_2011-05-10.pdf http://www.francescofulvi.it/DOCUMENTI/UTILITA'/Quartieri%20Sostenibili.pdf

Da diversi anni, grazie ad alcuni progetti pilota in corso di realizzazione in diversi Paesi europei, possibile valutare come si esprime, in concreto, la nozione di quartieri sostenibili. Tra gli esempi emblematici, citiamo in particolare :

Il quartiere Vauban a Friburgo in Brisgovia (Germania), basato sul risanamento delle storiche caserme dellesercito francese a sud del centro della citt : il progetto incentrato da un parte sulla massima riduzione dellimpatto ambientale, e dallaltra sulla creazione di un contesto accogliente che favorisca i rapporti sociali fra gli abitanti ;

I l quartiere BedZED (sigla di Beddington Zero Energy), edificato su un antico sito carbonifero a sud di Londra (Inghilterra) : osserva i principi della casa ecologica, cercando soluzioni alternative allautomobile, per diminuire le polveri e le emissioni di CO, con un occhio di riguardo alla questione sociale ; il quartiere Solar City, situato a sud della citt di Linz (Austria) : propone un importante complesso di abitazioni ispirato a diversi aspetti dellefficienza energetica, della costruzione ecologica e della mobilit sostenibile ;
il quartiere Hammarby Sjstad, nato in una zona industriale dismessa e portuale a sud di Stoccolma (Svezia) con lintenzione di dare vita a un quartiere ad alta densit, simile al centro citt, e mescolare diverse categorie socio professionali; il quartiere eco-viikki, un complesso compatto e misto, a 8 km dal centro di Helsinki (Finlandia), improntato a unalta qualit ambientale; i quartieri Loretto, Mhlen e il Franzsische Viertel a Tubinga (Germania), basati sulla riqualificazione di aree industriali e militari dismesse : si rifanno a numerosi principi di sostenibilit, dalla partecipazione degli abitanti alla progettazione di citt dai percorsi brevi.

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Mobilit Sostenibile Bogot e la mobilit sostenibile

Biblio: http://www.nytimes.com/2008/06/24/nyregion/24streets.html?_r=1&scp=1&sq=Ciclov%C3%ADa&st=cse Video: http://www.youtube.com/watch?v=ELa5CHsUepo

Lilluminato sindaco, conscio del fatto che solitamente le fasce di reddito pi basso non hanno la percezione di aver diritto a scuole, biblioteche, piste ciclabili, aree verdi, ha sviluppato una visione che restituisse alla popolazione accesso alla propria citt, in modo da acquisire dignit personale. Negli spazi pubblici come parchi, marciapiedi, piste ciclabili e piazze nasce la coesione sociale: sono luoghi dove ricchi e poveri possono incontrarsi e riconoscersi come uguali.

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Municipality Best Practice | 11/12/2011

La citt di Bogot ha potuto riscoprire modi di vivibilit nel nuovo millennio attraverso la leadership e la visione di un sindaco, Enrique Penalosa, che dal 1998 al 2001 ha trasformato la viabilit cittadina introducendo piste ciclabili e un sistema di trasporto urbano dal nome TransMilenio. Per Penalosa lobiettivo di migliorare la qualit di vita dei bogotani si basava anche sul rinnovamento dello spirito civico nelle persone. Introdurre pratiche che stimolano ad adottare abitudini sostenibili un gioco di equilibrio perch richiede non solo la partecipazione delle persone ma anche la loro convinzione. Penalosa ha investito nella divulgazione e comunicazione del suo ambizioso progetto a favore di una maggiore eguaglianza tra gli abitanti.

Il greenway di Bogot la risposta eco allhighway: nel primo sfilano persone in bicicletta, casco in testa e giacca fluorescente, nel secondo macchine con persone al volante. Questa pista ciclabile figura nelle strade larghe della citt di Bogot per ben trentacinque chilometri, separata e protetta. In citt esistono 200 km di piste ciclabili, frutto di una precisa scelta di Penalosa, secondo cui la costruzione di nuove strade e autostrade non serve a diminuire il traffico urbano delle metropoli. Le piste ciclabili, invece, creano una corrente di aria pulita e stimolano non solo le gambe, ma anche la nascita di pensieri ecosostenibili. La percentuale della popolazione che si sposta in bicicletta in Bogot salita dallo zero al cinque per cento. Per restituire le strade cittadine agli abitanti stata istituita la ciclovia della domenica, con le vie chiuse al traffico delle auto e aperte alle biciclette, ai pattini, agli skateboard, alle persone con i cani a passeggio. Vengono inoltre allestiti palchi nelle piazze e si pu partecipare a lezioni di aerobica, stretching, ballo, movimento per bambini, inseriti in unatmosfera di grande festa. A Bogot, il TransMilenio, o Bus Rapid Transit (BRT), sposta 1,5 milioni di persone al giorno. Il vantaggio di questo sistema di trasporto, diventato icona della citt ed esportato in altre metropoli del mondo come Citt del Messico e Jakarta, che la sua infrastruttura meno dispendiosa di una metropolitana o unautostrada. Il TransMilenio viaggia in corsie preferenziali e protette, dotato di pensiline e sovrappassi, attraversa gran parte del territorio urbano fungendo da raccordo sociale e materiale tra centro e periferia. Salire sul TransMilenio facile poich le porte si aprono a livello del marciapiede. Con un biglietto prepagato a basso costo diventa accessibile e fruibile dai suoi destinatari. Inoltre, il livello basso di emissioni del TransMilenio ha permesso un accumulo di carbon credits, riconosciuti dallONU e vendibili sul mercato dellemissions trading.

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LONDRA: SE LASCI A CASA L'AUTO TI OFFRONO LA SPESA


Transport for London e Recyclebank lanciano una nuova campagna per convincere i londinesi a muoversi in citt scegliendo la bicicletta o i propri piedi. Come? Trasformando i tragitti fatti senza motore in sconti, premi e offerte speciali nelle grandi catene della City. La campagna verr lanciata in primavera: ai londinesi, residenti o di passaggio, verr chiesto di registrare attraverso gli smartphone i propri spostamenti e in cambio riceveranno sempre via smartphone dei punti bonus che potranno utilizzare a piacimento scegliendo fra la gamma di possibilit offerte dalle compagnie e dai marchi sponsor delliniziativa (il principale la catena UK Marks & Spencer). Secondo la Commissione Trasporti della City, attualmente gli spostamenti che non includono luso di mezzi a motore nemmeno bus e metropolitane a Londra sarebbero ogni giorno circa il 25% del totale. I vertici di Tfl si sono dichiarati entusiasti delliniziativa, che grazie al coinvolgimento di partner privati non coster nemmeno un pound alle casse dellazienda. Il direttore Ben Plowden ha dichiarato: Camminare e andare in bicicletta sono i modi pi sani e pi verdi per muoversi in citt, come molti londinesi hanno gi capito: la campagna che conduciamo assieme a Recyclebank ha un obiettivo: convincerne sempre di pi. Lappello ai privati stato lanciato: pi catene decideranno di partecipare con le proprie offerte promozionali, pi si allargher la rete di cittadini disposti a pedalare in vista del premio.

OLANDA: TRASPORTO PUBBLICO GRATUITO

Il trasporto pubblico gratuito aiuta a ridurre l'uso dell'automobile, in particolare tra il gruppo over 65. Il 75% degli anziani ne indica un uso meno intensivo (rispetto al 37% del 2008). D'altra parte si parla di un impatto sempre pi negativo sull'uso della bicicletta (il 32% degli over 65 utilizza meno spesso la bicicletta come mezzo di locomozione). Tuttavia, l'effetto positivo sulla minor uso della macchina pi rilevante rispetto al dato negativo sull'uso della bicicletta.

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Dal 2007 bambini e anziani di Eindhoven, Olanda, possono salire gratuitamente sul servizio di trasporto pubblico. A quattro anni dall'introduzione dell'iniziativa, si registra un numero crescente di passeggeri sugli autobus. I dati mostrano un quadro positivo: il numero di passeggeri che usufruisce del servizio di trasporto pubblico gratuito under 12 dal 2007 al 2011 aumentato del 43% e il numero dei passeggeri over 65 ha raggiunto il 90%. In linea con quanto appena scritto, la percentuale di utenti che non hanno mai usato il bus continua a diminuire. Nello specifico, la percentuale di anziani che nel 2011 non ha mai usato il bus solo dell'11% (contro il 35% del 2007). In aumento anche il numero di viaggi: rispetto al 2007, l'utilizzo medio degli autobus tra gli over 65 cresciuto dell'82%.

ECCO DOVE I CICLISTI POSSONO ATTRAVERSARE CON IL ROSSO

Nei Paesi Bassi, in Germania e recentemente in Francia stato approvato un provvedimento che permette ai ciclisti di risparmiare fino ad un quinto del loro tempo di viaggio. In corrispondenza di alcuni incroci a T stato affisso un nuovo cartello stradale che autorizza il popolo delle due ruote a svoltare a destra o a proseguire dritto senza dover aspettare la luce verde del semaforo. I primi dati analizzati sul numero di incidenti non hanno registrato aumenti nel numero di ciclisti feriti ed per questo che anche il Belgio sta pensando di adottare la stessa misura di intervento che permetter di rendere pi attraente il viaggio in bicicletta. Per l'occasione stato ideato un nuovo cartello stradale di cui bene prendere visione: un triangolo con bordo rosso e punta verso il basso con al centro due loghi neri raffiguranti una bicicletta e una freccia.

A MURCIA IN SPAGNA DAI LA TUA AUTO E RICEVI UN ABBONAMENTO VITALIZIO AL TRAM

Si chiama "Mejor en tranvia" l'iniziativa promossa dalla cittadina spagnola Murcia in collaborazione con la societ di trasporto pubblico Sociedad Tranvia Murcia (TDM). Lidea, che ha riscontrato un enorme successo tra gli automobilisti sensibili al problema della mobilit sostenibile, stata quella di incentivare luso del trasporto pubblico, in particolare del tram, che da inizio giugno stato attivato in tutte le sue linee, per convincere i cittadini dei vantaggi che derivano dalluso di questo mezzo: meno traffico, meno stress, minori problemi di parcheggio, meno inquinamento, migliore qualit della vita. L'incentivo un abbonamento vitalizio al tram, del valore di 360 euro annuali, in cambio della propria auto. La campagna si articolata in diverse iniziative, tra cui quella del "parcheggio impossibile per dimostrare quanto difficile parcheggiare nel centro citt. Inoltre, il 5 e 6 luglio la societ TDM ha mostrato indiretta web come viene smontata la carrozzeria delle auto ritirate circolazione e raccolte nella Plaza de la Fuentesanta, pezzo per pezzo, fino a farle scomparire.

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DANIMARCA TESTA LA NUOVA TECNOLOGIA VEHICLE -TO-GRID DELLA NUUVE

I proprietari dei veicoli elettrici potranno vendere alla rete l'energia prodotta dalle batterie delle loro auto elettriche. Considerando che la maggior parte dei veicoli resta parcheggiato quasi il 95% del tempo, perch non vendere l'energia prodotta dalle batterie dei veicoli in sosta? E' questa l'idea alla base della nuova tecnologia Vehicle-to-Grid della statunitense Nuvve. In base ai calcoli realizzati dalla Nuvve i proprietari delle auto alimentate a batteria potrebbero intascare sino a 10mila euro durante tutta la vita del veicolo. La statunitense Nuvve ha scelto la Danimarca per testare il nuovo programma perch il paese nord europeo ha gi realizzato miglioramenti riguardo le smart grid, per venire incontro alle fonti energetiche intermittenti, come lenergia eolica. Nel mese di settembre, il programma si avvier disponendo di 30 posti auto attrezzati con sistemi di trasmissione che consentono una connessione bidirezionale alla rete elettrica. Molti veicoli EV infatti vengono realizzati con questo tipo di tecnologia, prima unidirezionale. Il programma dovrebbe espandersi rapidamente nei mesi successivi e i danesi partecipanti potranno finalmente iniziare ad intascare i primi contributi grazie alle loro auto.

Copenaghen e lobiettivo 50% della mobili t in bicicletta entro il 2015


Bibliografia: The challenge of sustainable mobility in urban planning and development in Copenhagen Metropolitan Area http://vbn.aau.dk/files/19642767/download.pdfPT.pdf Far muovere met della gente di Copenhagen con le biciclette entro il 2015 e il target per diventare la migliore citt ciclabile al mondo. Oggi, lungo i 350 km di piste ciclabili, in bici ci va gi un terzo degli abitanti e met degli spostamenti inferiori agli 8 km avviene sulle due ruote. Per i danesi andare in bici e naturale come lavarsi i denti: ci vanno in ufficio con la valigetta, a fare la spesa e ci portano in giro i bambini.
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La progettazione urbanistica favorevole alla mobilit sostenibile e iniziata negli anni 70 e 80, con continue aggiunte di piste ciclabili. In molti incroci i ciclisti hanno la priorit sia sulle auto che sui pedoni. Giusto per dare un paio di cifre sulla sicurezza, a Copenaghen muoiono 5 ciclisti allanno per incidenti stradali, a Milano circa 315. I dati di tutto il mondo dicono che pi aumentano i chilometri di piste ciclabili e pi diminuiscono i morti. Nelle nostre citt sono i proprietari di case in centro ad opporsi alle piste ciclabili che favorirebbero luso quotidiano della bici: la prima obiezione le ciclabili sottraggono posti auto viene espressa con lastio di chi passa le ore a cercare parcheggio sotto casa e non pensa che, andando in bici, risolverebbe il problema parcheggio facilmente. La seconda obiezione e che le bici riducono il traffico, senza traffico i prezzi delle case in centro scendono e i proprietari ci perdono. La congestione e funzionale al business immobiliare.

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Groningen-successo di politiche per la mobilit sostenibile

A Groningen, la sesta citt pi grande dOlanda, il principale mezzo di trasporto la bicicletta. Circa ventanni, la rovinosa congestione del traffico indusse i pianificatori cittadini ad eliminare le automobili dal centro citt e quindi a ripensare nuove strategie di mobilit con investimenti locali dedicati a crearne le infrastrutture. Per incentivare luso della bici sono stati spesi circa 40 milioni di euro, utilizzati per finanziare parcheggi, corsie riservate, ponti e tutte una serie di intrastrutture che rendessero la bicicletta il mezzo pi utilizzato in citt. Oggi Groningen, con una poplazione di 185.000 abitanti ha la percentuale pi alta dutilizzo di biciclette di tutto loccidente: circa 150.000 si muovono abitualmente in bicicletta tutti i giorni. Sin dai primi anni ottanta sono stati sviluppati 30 parcheggi pubblici per biciclette, compresa una grande struttura sotterranea, in corrispondenza della stazione centrale, che vende biciclette, le ripara e offre parcheggio custodito per pi di 4.000 mezzi. I parcheggi sono finanziati da un tesseramento low-cost di soli 60 allanno e le varie facilities per la circolazione su due ruote hanno anche incrementato i posti di lavoro.
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Il piano urbanistico stato anche integrato da altre iniziative come i parcheggi low-cost per le automobili, un forte potenziamento dei trasporti pubblici e un attenzione particolare verso i collegamenti tra parcheggi per le automobili e aree in cui si recano lavoratori e studenti.

Bibliografia: Bicycle policies of the European principals: continuous and integral http://www.fietsberaad.nl/library/repository/bestanden/Fietsberaad_publicatie7_Engels.pdf

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Kronsberg, un intero quartiere sostenibile

Caso di successo per l'edilizia residenziale pubblica, il quartiere di Kronsberg (Hannover) uno dei primi esempi mondiali di progettazione ecocompatibile a basso consumo energetico e su vasta scala. Rispetto a un quartiere tradizionale Kronsberg ha un fabbisogno energetico specifico inferiore a 50 kWh/mq anno. La riduzione dei suoi consumi e delle emissioni di CO2 pari al 60%. I costi di costruzione affrontati vanno invece dai 980 ai 1.240 euro al mq con extracosti che variano dal 4 al 7% rispetto a quelli di una costruzione convenzionale. Quartiere periferico, si estende su una superficie di circa 150 ettari. Presenta 6.000 unit abitative, 15.000 abitanti distribuiti in strutture monofamiliari e in edifici da 4 o 6 piani. Kronsberg nasce da una progettazione partecipata che ha coinvolto l'amministrazione cittadina e una trentina tra progettisti e costruttori edili. Caratteristiche innovative della realizzazione sono: isolamento ottimizzato dei vari componenti sistema di riscaldamento a energia solare regolazione meccanica dei ricambi d'aria con recupero di calore materiali naturali ed ecocompatibili sistema di energia solare passiva (serre) due impianti di cogenerazione e due turbine che funzionano con l'energia eolica

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Biblio: http://www.passivhaustagung.de/zehnte/englisch/texte/PEP-Info1_Passive_Houses_Kronsberg.pdf

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Azienda Solvis, l'edificio industriale a emission i zero

Impresa tedesca tra le pi rinomate del settore solare, Solvis ha realizzato la sua nuova sede amministrativa e produttiva nella Bassa Sassonia. L'edificio di forma rettangolare e si sviluppa su due piani per una superficie complessiva di 8.200 mq. Il costo degli impianti termici ed elettrici stato pari a 188 euro al mq. Si tratta di una struttura a emissioni zero, un esempio di architettura eco-compatibile che funziona attraverso i collettori, i pannelli solari e altre fonti energetiche rinnovabili. L'edificio rispecchia sia l'immagine che la filosofia aziendale, basate soprattutto sul rispetto e sulla tutela dell'ambiente. Le sue caratteristiche tetti piani e pareti esterne in legno, con un isolamento termico molto efficace impianto solare termico composto da collettori e pannelli fotovoltaici, collocati sul tetto del capannone e integrati nella facciata sud-ovest uffici e corridoio interno in cemento armato ampi lucernai per favorire l'illuminazione naturale e corpi illuminanti interni regolati da sensori a seconda dell'intensit della luce esterna energia elettrica fornita da una centrale di cogenerazione alimentata ad olio di colza sistema di ventilazione con recupero di calore e riscaldamento tramite l'aria in entrata

L'architetto tedesco Dietmar Riecks che ha progettato l'edificio ha incontrato amministratori e tecnici italiani durante un workshop formativo del progetto Prefer ("Interventi di eccellenza energetica nell'edilizia europea", 25 novembre 2004).

Stabilimento Solarfabrik

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una fabbrica per la produzione di celle solari e impianti fotovoltaici lo stabilimento Solarfabrik, un esempio di utilizzo ottimale ed esclusivo delle energie rinnovabili. Il fabbisogno energetico della sua area di produzione di 17.1 kWh/mq anno, mentre per gli uffici il fabbisogno di 13.4 kWh/mq anno. Per rendere la struttura pi leggera e trasparente si sono fatte corrispondere le strutture portanti della facciata solare agli elementi di ombreggiamento. Con l'utilizzo di sistemi solari passivi si copre il 14% del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell'edificio. Gli impianti fotovoltaici coprono il 28% dei consumi di elettricit. Il restante fabbisogno per il riscaldamento e per l'energia elettrica viene integrato da un impianto che funziona con combustibile ecologico ricavato dall'olio di colza.
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Il bilancio energetico dell'edificio prevede energia totalmente ricavata da fonti rinnovabili e soluzioni costruttive per il contenimento dei consumi: materiali ecologici isolamento termico a base di cellulosa pareti in blocchi di silicato di calcio protezione delle vetrate dal surriscaldamento pareti ad accumulo in granito aerazione e climatizzazione naturale

Stabilimento Mannus, un edificio che recupera calore

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Mannus un'azienda che produce manici e aste portabandiera fino a 12m di lunghezza. La particolare complessit delle sue lavorazioni ha influenzato la tipologia costruttiva dell'edificio, in particolare a livello planimetrico: il corpo della fabbrica adibito alla produzione lungo 64m ed una struttura prevalentemente in legno a basso consumo energetico. L'edificio trattiene e recupera calore grazie all'elevata impermeabilit all'aria dell'involucro. I portelloni, ben isolati e molto veloci, vengono aperti solo per l'entrata e l'uscita dei mezzi. Le operazioni di carico e scarico merci avvengono all'interno. Ci garantisce una limitata dispersione del calore. Anche le dimensioni delle finestre sono ridotte a quelle strettamente necessarie per limitare il surriscaldamento estivo. Le caratteristiche pi interessanti dell'edificio sono: due caldaie a gas per soddisfare il fabbisogno energetico che lavorano solo 700 ore l'anno l'impianto di distribuzione dell'aria che recupera e ridistribuisce l'85% del calore, senza necessit di ulteriori superfici scaldanti il valore medio di trasmittanza termica dell'involucro U= 0.28 W/mqK.
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Energon, l'edificio passivo pi grande del mondo

Realizzato secondo i parametri Passivhaus, standard costruttivi che integrano tecnologie e materiali per migliorare la qualit abitativa, Energon si estende su una superficie di 6.980 mq. Si sviluppa su cinque piani e ospita 420 persone. Commissionato dalla Software AG allo Studio di Architettura Oehler+Faige Archom per accogliere aziende di informatica, stato inaugurato nell'ottobre 2002. Sfrutta l'energia solare e le sorgenti di calore interne (apparecchiature, macchinari, illuminazione artificiale) per produrre energia. Non necessita dunque di un impianto termico convenzionale per il riscaldamento invernale. Risparmia fino all'80% di energia rispetto alle costruzioni tradizionali. Le sue caratteristiche pi innovative sono: compattezza e isolamento facciate con ampie vetrate in vetro (44% della superficie totale) copertura del tetto con pannelli solari illuminazione interna basata sull'illuminazione naturale sistema di riscaldamento/raffreddamento dell'aria sotto terra L'edificio costato complessivamente 12.7 milioni di euro.

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Hammarby Sjstad, il quartiere del futuro

Hammarby un quartiere riqualificato che si trova a sud di Stoccolma. Sjstad, che letteralmente significa citt dacqua, deve il suo nome non solo al fatto trovarsi sulle rive del lago che bagna la capitale svedese, ma soprattutto perch lacqua rappresenta la sua principale fonte energetica. Laspetto pi affascinante di Hammarby Sjstad, infatti, lincredibile sforzo compiuto per ridurre al minimo limpatto ambientale e rendere il quartiere autosufficiente dal punto di vista energetico grazie allo sfruttamento di fonti pulite e rinnovabili.

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Biomasse, biogas, pannelli solari, idrogeno e una centrale idroelettrica garantiscono agli oltre 8 mila appartamenti una copertura quasi totale del fabbisogno energetico. Quando i lavori saranno terminati nel 2012, Hammarby Sjstad ospiter 20 mila abitanti e altre 10 mila persone vi si recheranno ogni giorno per lavorare nella zona degli uffici, estesa su una superficie di 200 mila mq.

Ma la vera particolarit di questo nuovo quartiere rappresentata dal sistema di riciclaggio creato per convertire ogni rifiuto prodotto dagli abitanti in energia pulita pronta da utilizzare. Tutti gli scarichi domestici sono convogliati in enormi cisterne nel sottosuolo dove, attraverso opportuni trattamenti, i liquami formano biogas immediatamente riutilizzato nelle cucine dei medesimi edifici, mentre i residui solidi vengono successivamente prelevati e trasformati in concime.

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Lenergia elettrica proviene invece da pannelli solari posti sui tetti degli edifici, in grado di garantire lilluminazione degli spazi comuni e met del fabbisogno di acqua calda per uso domestico. Hammarby Sjstad dispone insomma di un sistema di riciclaggio a circuito chiuso, in cui gli abitanti contribuiscono fino al 50 per cento dellenergia necessaria semplicemente producendo rifiuti, mente il restante 50 per cento deriva da altre fonti pulite: pannelli solari, centrali idriche e eoliche. Nellestate del 2005 stata anche inaugurata una stazione di servizio per rifornire le prime auto a idrogeno, gi in produzione in Svezia e che si vanno ad aggiungere agli autobus pubblici ecologici, con cui il Comune di Stoccolma sta gradualmente sostituendo i vecchi mezzi di trasporto (nel 2005 sono stati acquistati 160 autobus ad etanolo). Che dire quindi? Hammarby Sjstad: il quartiere al quale gli amministratori di tutto il mondo dovrebbero ispirarsi. Invece di giocare a nascondino e mosca cieca nelle aule della Conferenza di Copenaghen.

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Met degli appartamenti di Hammarby Sjstad sono dotati di questo tipo di cucine a gas. Anche i rifiuti, opportunamente separati, vengono raccolti in cisterne sotterranee svuotate da enormi aspiratori e avviati al riciclaggio (evitando cos antiestetici cassonetti e minimizzando i costi della raccolta). I rifiuti non riciclabili sono invece trasportati nel locale inceneritore. La loro combustione produce calore sufficiente a coprire il 47% del riscaldamento domestico. Il restante 50% viene fornito dalla combustione di olio biologico (16%) e dallenergia idrica prodotta dalle acque di scarico (34%).

Gestione Rifiuti
Ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, cercano lispirazione nellattrattiva architettura di Hammarby Sjstad e nelle sue soluzioni tecnologiche. Il sistema Envac di raccolta pneumatica dei rifiuti una parte fondamentale del programma di sostenibilit del quartiere.

Quando si decise la pianificazione del quartiere, gli obbiettivi ambientali per la gestione dei rifiuti furono:

ridurre la quantit dei rifiuti domestici introdurre la separazione alla loro origine ridurre la raccolta con i camion

Per raggiungere questi obbiettivi, si decise di installare un sistema pneumatico per la raccolta dei rifiuti. In Envac siamo orgogliosi di dire che il risultato del sistema pneumatico stato una riduzione del traffico di camion del 60%. Unaltra differenza tra il nuovo sistema e quello della raccolta tradizionale nasce dalla richiesta degli utenti che il nuovo sistema fosse cos attrattivo da giustificare la presenza della centrale di raccolta nellarea residenziale. Per questa ragione le colonnine di conferimento Envac, nella maggior parte dei casi, sono posizionate nei patii interni, lungo i vari parchi, presso i depositi delle bici.Questo non solo converte questi punti come punti di confluenza naturali, ma garantisce anche un controllo sociale su come viene usato il sistema. Lo sviluppo dellarea terminer nel 2016. Entro allora, tutti gli edifici intorno al lago di Hammarby saranno serviti da un sistema di raccolta pneumatica dei rifiuti. Envac ha gi consegnato tre sistemi statici di raccolta pneumatica per questo quartiere. Vedi scheda tecnica:

Norra Hammarbyhamnen/Barnngen nel 1982 Hammarby Grd nel 2005 Lugnet / Henriksdalshamnen nel 2007

Nel 2000 abbiamo consegnato anche un sistema mobile a Sickla Udde/Sicka Kaj Informazioni base sul progetto Paese Citt Svezia Stoccolma 1997 2016

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Startup del progetto Completamento del progetto Dati principali sul sistema Tipo di sistema Tipologia di sistema Campi di applicazione Capacit finale giornaliera Numero di frazioni di rifiuti Numero di colonnine

Sistema di aspirazione stazionario SVS 400 Area residenziale 11 tons/day 3 457

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Metri totali di rete

12500 Indifferenziato, Rifiuto organico da

Tipo di rifiuto

scarti alimentari, Carta

Bibliografia: http://www.hammarbysjostad.se/inenglish/pdf/HS_miljo_bok_eng_ny.pdf Video: http://www.youtube.com/watch?v=ha0AOqDm99Q

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Processi Partecipativi

COMUNE DI SANTARCANGELO : La citt la sua gente


Referente del progetto: Giovanni Razzani e-mail: sauurp@libero.it DESCRIZIONE DEL PROGETTO Come si comunica un Piano Regolatore? Quali azioni necessario mettere in campo affinch non resti prerogativa di pochi uno strumento di importanza fondamentale per lo sviluppo di una citt? A queste domande lAmministrazione Comunale ha cercato di dare una risposta attraverso il progetto La citt la sua gente. Il progetto intendeva coinvolgere e dare la parola ai cittadini nella fase di prima redazione del Piano Regolatore Generale, uno degli strumenti pi complessi e significativi del governo di un territorio e della sua comunit poich getta le premesse per ripensare la citt coinvolgendo interessi e aspirazioni di cittadini e associazioni di categoria. Gli aspetti tecnici legati a un Piano Regolatore Generale sono talmente complessi che rischiano di restare appannaggio degli esperti (geometri, architetti e ingegneri) o di chi ha forti interessi economici. Il problema era dunque quello di trovare il modo migliore per coinvolgere lintera citt e dare la parola ai cittadini: una buona comunicazione e una buona campagna informativa non erano sufficiente perch avrebbero permesso, tuttalpi, di fare un Piano Regolatore per la citt, ma non con la citt. Il rischio era dunque perdere una preziosa occasione per ascoltare la comunit, i suoi bisogni, le sue attese. Al progetto, realizzato tra febbraio e settembre 1998, stato dato un titolo la citt e la sua gente e si articolato in diverse fasi: 1. una fase di informazione preliminare gestita attraverso tre numeri speciali del periodico informativo dellAmministrazione Comunale TuttoSantarcangelo, che ha portato nelle case dei santarcangiolesi il progetto preliminare di Piano, ovvero una prima bozza di PRG sulla quale la citt era chiamata a discutere con precisi elementi in mano. Il periodico era completo di mappe del progetto preliminare di Piano. I cittadini potevano poi prendere visione di dieci tavole del Piano preliminare, esposte presso lUfficio per le Relazioni con il Pubblico. La campagna informativa stata supportata con manifesti e locandine affisse in citt. 2. una fase di ascolto e confronto con la citt che si articolata in cinque incontri pubblici, 22 interviste mirate organizzate e condotte dallUrp con testimoni privilegiati, operatori della sanit, dellistruzione, delleconomia ecc. Ai cittadini veniva contestualmente data la possibilit di presentare osservazioni preliminari al Piano per esprimere formalmente richieste o suggerimenti. Lascolto prevedeva anche una terza azione: unintervista, sotto forma di questionario anonimo, rivolta a tutti i cittadini sui bisogni delle famiglie in relazione alla vivibilit della citt. Lindagine sociologica, supportata dallUniversit di Urbino, stata condotta attarverso un questionario, con busta preaffrancata per la restituzione, recapitata alle famiglie attraverso linvio a casa di uno degli Speciali PRG del giornale comunale. 3. Una fase di condivisione dei risultati pubblicati su un numero del periodico comunale e illustrati nel corso di un incontro-dibattito, mentre il rapporto integrale era disponibile presso lUfficio per le Relazioni con il Pubblico. Lincontro dibattito stata loccasione per unulteriore confronto fra cittadini, tecnici e amministratori. Queste iniziative hanno dato conto delle indicazioni dei cittadini sulla qualit della vita a Santarcangelo, sui temi pi urgenti da affrontare, sulle fasce pi deboli della popolazione con le relative problematiche. Le indicazioni fornite dalla campagna di ascolto hanno consegnato agli amministratori comunali elementi di valutazione importanti per definire le strategie del nuovo Piano Regolatore, successivamente adottato nellaprile del 1999. Il progetto ha fatto registrare un ottimo livello di partecipazione dei cittadini di Santarcangelo che hanno espresso le proprie opinioni, proposte e suggerimenti utilizzando tutti i canali di ascolto che liniziativa aveva attivato. Al

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termine della fase di ascolto i questionari ritornati erano 703, le osservazioni preliminari 291 mentre oltre 600 cittadini avevano preso parte agli incontri pubblici. Tutti questi dati, validi anche dal punto di vista statistico, hanno consentito ai cittadini di Santarcangelo di dire la loro sul traffico e sul potenziamento degli impianti sportivi, sui servizi sanitari e sui parchi, dimostrando un coinvolgimento reale, misurabile e analizzabile anche sociologicamente tanto da destare linteresse per una riproposizione dellesperienza anche in altri Comuni. Il progetto ha visto lUfficio svolgere un ruolo di coordinamento dellintero progetto di comunicazione e ascolto allinterno di un gruppo di lavoro composto dai progettisti del Piano, dal Responsabile dellUfficio e da un consulente grafico.

GIUDIZIO DI VALORE Si tratta di un progetto particolarmente innovativo perch orientato alla partecipazione dei cittadini alla formazione delle scelte politiche dellamministrazione comunale, con particolare riferimento alladozione del nuovo Piano Regolatore Generale. Gli aspetti metodologici della campagna di ascolto e di comunicazione sono stati particolarmente curati ed stata adottata una forte integrazione fra i mezzi e le iniziative. Da segnalare inoltre che si sono valutati quantitativamente e qualitativamente gli effetti prodotti dalla campagna che testimoniano leffettiva partecipazione dei panel di cittadini individuati alla formazione del PRG. Originale e qualitativamente molto buono il progetto grafico, la scelta dello slogan che identificava la campagna, la cura e lintegrazione dei diversi mezzi adottati per la veicolazione delliniziativa. Inoltre va sottolineata la semplicit del linguaggio unita allimpatto emotivo-razionale del messaggio. Lefficacia del progetto da valutare anche in rapporti ai costi sostenuti. Da segnalare infine il ruolo centrale svolto dallUfficio per le Relazioni con il Pubblico che ha svolto compito di coordinamento nellambito di un lavoro di gruppo.

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Bilancio Partecipativo: Esempio del Comune di Canegrate


Il Bilancio Partecipativo Canegrate Partecipa! un progetto innanzitutto culturale che mira a promuovere la partecipazione della cittadinanza e al tempo stesso un valido strumento amministrativo per una gestione efficace ed efficiente delle risorse comuni. un percorso inevitabilmente sperimentale e graduale, aderente al contesto sociale a cui si propone e con lobiettivo di operare un cambiamento. Esso si basa su una diversa visione della democrazia che si fonda su una partecipazione per progetti - e non per programmi - e si modella sulle forme, non partitiche o burocratizzate, di aggregazione spontanea e flessibile tipiche della societ civile. Fondato sullidea che la societ relazione, Canegrate Partecipa! vuole cos ricostruire un tessuto sociale in crisi, attraverso degli incentivi - sia procedurali che economici che promuovono una aggregazione finalizzata alla ricerca del bene comune. Il processo partecipativo davvero semplice, come semplice ed accessibile deve essere ogni forma di partecipazione democratica, e si regge su uno specifico metodo che promuove il coinvolgimento comunitario, attraverso il quale i cittadini possono organizzarsi, aggregarsi, apprendere e scegliere direttamente come utilizzare per ora una quota del bilancio comunale, individuando ogni anno le priorit di spesa e di investimento in citt. Tutto questo avviene attraverso la distribuzione di una scheda cartacea o online e la sua compilazione da parte dei cittadini residenti e maggiori di 16 anni; su di essa ciascuno pu indicare una o pi proposte per la citt o per una zona specifica. Tutte le indicazioni verranno raccolte, analizzate dai tecnici del Comune e selezionate secondo dei criteri oggettivi: oltre alla fattibilit economica delle proposte (rispetto al budget a disposizione) e a quella tecnica (in termini di competenza comunale), i cittadini sanno che pi schede con la stessa proposta fanno la differenza e cio solo le proposte che godono di un sostegno dal basso potranno passare alla fase successiva che quella di voto. Le proposte fattibili e pi condivise saranno cos raccolte su una successiva scheda la pi importante dove chiunque potr finalmente scegliere le priorit che andranno realmente finanziate e dunque realizzate. In ultimo, la partecipazione ad unassemblea conclusiva dar la possibilit di poter votare una volta in pi per le proprie priorit, incentivando in questo modo la cittadinanza ad incontrarsi in unagor e tornare a sperimentare il gusto di una vita realmente comunitaria. Il meccanismo semplice ed completato da molteplici assemblee informative, piattaforme virtuali dove attingere informazioni, scambiarsi pareri e consigli di voto, oltre che discutere della vita politica e civile cittadina e votare direttamente. La facilit ed il carattere inclusivo del processo garantita ulteriormente dal lungo periodo a disposizione per informarsi e votare, oltre che dalle molteplici urne sparse sul territorio dove consegnare la propria scheda e rimanere sempre a contatto con il progetto. I risultati in soli tre anni di sperimentazione sono a dir poco entusiasmanti: si partiti da un coinvolgimento di un centinaio di cittadini il primo anno per giungere repentinamente a quasi mille lanno successivo pari a quasi il 10% dellintera popolazione maggiorenne quando lAmministrazione ha deciso di destinare 100.000 euro per la realizzazione delle scelte autonome derivanti dal processo partecipativo. Le stesse indicazioni giunte dalla cittadinanza si sono confermate da subito cariche di bene comune se si considera che le prime tre proposte pi votate da un campione ben rappresentativo della popolazione quindi in maggioranza adulti e anziani riguardavano interventi a favore dei bambini e dei giovani: la realizzazione di un parco giochi di fronte alla scuola, la risistemazione dellinutilizzato centro di aggregazione giovanile ed il rifacimento dei vecchi spogliatoi della palestra comunale, questultima, risultata lopera vincente. Questi dati confermano come la partecipazione se fatta secondo determinati criteri generi qualit delle decisioni, piuttosto che scelte dettate da risentimenti e conflittualit. La semplice constatazione delleffettiva realizzazione dellopera decisa dai cittadini, ha portato questanno ad una vera e propria esplosione di partecipazione, inducendo praticamente lintero mondo dellassociazionismo e molti comitati di cittadini - sorti in maniera del tutto spontanea attorno al processo partecipativo ad attivarsi sulle nuove proposte per lutilizzo di 150.000 euro. Come dice il motto del progetto: pi siamo, pi decidiamo!, ma anche pi decidiamo, pi siamo!

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BILANCIO PARTECIPATIVO: LESPERIENZA DI PORTO ALEGRE


Tredici anni fa, in una citt del sud del Brasile nello Stato del Rio Grande do Sul, ormai famosa per il Forum Social Mundial (che questanno ha visto la straordinaria partecipazione di 60.000 persone), nasceva lesperienza dellOrcamento Partecipativo - il bilancio partecipativo - che oggi si pu dire ben avviato e che mostra i suoi primi risultati concreti. Nel racconto di Sandra Cangemi, ecco come funziona. Scena prima. Il minuscolo cortile di una casetta. Sotto una grande magnolia, indifferenti alla pioggia che comincia a cadere, sono ammassate una trentina di persone. Anziani e ragazzine, una giovanissima madre con un paio di bambini piccoli, donne e uomini, pelli bianche e pelli nerissime, capelli biondi, bianchi o crespi e corvini. Osservano uno schema appeso a un muro e discutono con ordine, anche se quello di cui stanno parlando non affatto un argomento qualsiasi: il futuro delle loro case, il loro futuro. Siamo in una favela del bairro Cristal, a Porto Alegre, e stiamo assistendo a una riunione di bilancio partecipativo (confidenzialmente OP). E presente anche un facilitatore, cio un dipendente comunale il cui compito appunto quello di facilitare la partecipazione dei cittadini, andando anche nelle case della gente per spiegare i problemi e raccogliere opinioni. Sergio, un quarantenne sottile con un bel viso pallido da Ges Cristo, tecnico elettronico scivolato nella povert che ora vive in favela e si dedica anima e corpo allesperienza del bilancio partecipativo ( delegato e fa circa 30 ore di lavoro volontario alla settimana), ci spiega la situazione: in questa zona verr costruita una grande strada e molte case dovrebbero essere abbattute. In qualsiasi altra citt lo si farebbe e basta, tanto linsediamento illegale. Ma non a Porto Alegre. Lassemblea dei residenti ha ottenuto che venissero investiti 140mila reais per il recupero e la riqualificazione della favela, che prossimamente dovrebbe essere inserita nel piano regolatore del Comune. Le case distrutte verranno ricostruite; in questa fase la comunit sta lavorando al progetto con la consulenza di due architetti, un assistente sociale e il consigliere comunitario che ha eletto.

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Pescatori sostenibili Scena seconda. Siamo a Ilha da Pintada, lisola pi popolata della laguna che fronteggia Porto Alegre. Ci vivono circa 4mila dei 6-7mila abitanti delle isole. La scenografia spettacolare, ma le ville e villette di lusso circondate da giardini rigogliosi non devono ingannare: sono le case di vacanza dei portoalegrini ricchi. La popolazione residente poverissima: quasi tutti pescatori che sfruttano come possono una risorsa in via di sparizione. Cesr Alvarez, segretario della Prefettura (il Comune), ci spiega che il pesce in continuo calo, cos come la biodiversit vegetale e animale, anche a causa dellinquinamento. Buona parte dei cittadini dellisola, 6-700 persone, sono riuniti nella cooperativa Copeixe, che ha sede nella grande baracca di legno dove ha luogo il seminario che stiamo seguendo. Autonomia, trasparenza, sviluppo sostenibile, inclusione sociale, integrazione con la comunit sono i principi fondamentali su cui si basa. Sviluppo sostenibile in questo caso vuol dire molto concretamente limitare la pesca, riconosce una delle socie della cooperativa, Rosemari Motta. Ma perch questo non si traduca in un aggravamento della povert occorrono inventiva, coraggio e disponibilit da parte del Comune a investire risorse pubbliche in nuovi progetti: per esempio la costruzione di un magazzino refrigerato e la possibilit per la cooperativa di vendere direttamente il pesce al mercato pubblico, diversificando le attivit (nel periodo della riproduzione del pesce, i lavoratori si dedicano al turismo ecologico e allartigianato). Alle assemblee del bilancio partecipativo, iniziate nel 95, prende parte praticamente tutta la popolazione dellisola, "e questo ci ha cambiato la vita", assicura Valdir Coelho, un altro membro della comunit. "Con laiuto del Comune siamo riusciti a ottenere unassicurazione, a comprare nuove reti e nuovi motori per le barche. E la prima volta che una cosa del genere accade in Brasile, ed un modo molto concreto di riconoscere il valore dei pescatori sostenibili". Gestione pubblica e democratica Ma la vita migliorata anche per altri motivi: rafforzamento e democratizzazione dei servizi sociali e sanitari, programmi contro la malnutrizione, asfaltatura delle strade e una rete di scarico delle acque pluviali fondamentale in unarea soggetta ad alluvioni. Adesso tocca a tutti i cittadini mantenerla efficiente: i manifesti esposti in tutta lisola raccomandano di non buttare rifiuti nei wc e di controllare che i tombini siano efficienti e non intasati. Ancora: bilancio partecipativo qui vuol dire iniziative per creare lavoro socialmente utile, come la nascitura cooperativa (136 persone che stanno ricevendo una formazione ad hoc) per la separazione della spazzatura. Vuol dire una gestione dellacqua pubblica e democratica, con tasse minime per la popolazione pi povera, ma anche efficiente: una delle ultime realizzazioni un serbatoio che soddisfa le necessit della cittadinanza anche nelle ore di punta. Forse il ricordo del muro che negli anni Sessanta aveva separato fisicamente lisola dalla citt, per proteggerla dalle mareggiate, a far s che gli abitanti di Ilha da Pintada insistano tanto sullinclusione e sulla partecipazione. Ovviamente con la garanzia dellesercizio del dissenso: come dimostra in pratica una bellicosa isolana dalla chioma corvina e la pelle mulatta, titolare di una scuola di samba spiritosamente battezzata "Dal lixo al liscio" (lixo in portoghese vuol dire spazzatura), che sostiene che il governo municipale si preoccupa pi dellecologia che delle persone e rivendica un incontro urgente con lassessorato per lambiente. Il ciclo del Bilancio Partecipativo
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Scena terza. In giro con Sergio nella favela di Villa Cristal. E dignitosa, persino graziosa: casette quasi tutte in muratura o in legno, strade in parte asfaltate. Sergio ci presenta Claudia Gomez, piccola e rotondetta, sulla trentina, cinque figli (lultima avr un paio di mesi) e nessun marito, impiegata in una ditta di computer. E la presidente dellassociazione dei moradores (gli abitanti) della favela, eletta con oltre 300 voti su 618 famiglie. I soci eleggono un esecutivo di sei persone, che rappresenta la comunit e controlla, tra laltro, i delegati al bilancio partecipativo; che per sono unaltra cosa. I residenti della favela (cos come i membri di ogni comunit e quartiere di Porto Alegre) si riuniscono ed eleggono i loro delegati (uno ogni 10 presenti fino a 100; la proporzione diminuisce con laumentare dei partecipanti). I delegati di Villa Cristal sono 60, il che significa che la partecipazione alta. I delegati, a loro volta, partecipano allassemblea di zona (la citt divisa in 16 zone), aperta alla popolazione, cos come le sei assemblee tematiche, formate da associazioni, gruppi ed entit pi strutturate della societ civile, che si occupano di organizzazione della citt e sviluppo urbano; circolazione e trasporti, salute e assistenza sociale; educazione, divertimento e tempo libero; cultura; sviluppo economico e tasse. Ogni forum di delegati di zona e ogni assemblea tematica elegge due consiglieri: i 44 eletti formano il Consiglio del Bilancio partecipativo, la massima autorit su questo tema. I consiglieri sono temporanei e non pagati, ma ricevono un

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corso di formazione di tre mesi dal Comune. Non solo: in 13 anni di questa pratica di democrazia diretta sono nati una trentina di commissioni, forum, gruppi di lavoro che si occupano dei temi pi vari - dai diritti dei bambini a quelli dei disabili, delle donne, degli anziani, dalla salute allaccesso alla terra, dalla scienza al turismo - con una funzione tuttaltro che rituale. Cos come nientaffatto rituale la gestione del Bilancio partecipativo vero e proprio, che si articola in base a regole (decise autonomamente da ogni assemblea e modificabili di anno in anno) e tempi precisi. Tra marzo e aprile le assemblee plenarie valutano il consuntivo del bilancio e le realizzazioni concrete; modificano, se lo ritengono utile, norme e criteri ed eleggono i delegati. In maggio si svolgono le discussioni a tema e nei vari quartieri e comunit, per definire le priorit e suggerire strategie e iniziative. Tra luglio e settembre il Consiglio del Bilancio stende una proposta popolare di bilancio e la discute con il Consiglio comunale. Tra ottobre e dicembre il Consiglio, il Gabinetto di pianificazione del Comune e il Coordinamento delle relazioni con la comunit elaborano il piano definitivo sulla base di tre criteri fondamentali: le priorit individuate dalle assemblee di zona, la carenza di servizi della zona stessa, la densit di popolazione. Big Cristal aiuta Villa Cristal Con quali risultati concreti? A Villa Cristal per esempio il fiume dovrebbe cambiare nome; una volta lo chiamavano Sangra de la muerte, perch ogni anno esigeva il suo tributo di case e vite umane; oggi le rive sono state rafforzate e le strade asfaltate. Inoltre c un consultorio familiare ed in programma un asilo. La favela sar legalizzata, una parte delle case verranno risanate e gli abitanti delle altre saranno trasferiti in case popolari. Come gi successo alle 718 famiglie che vivevano in uno spazio ora occupato da un grande centro commerciale, noto come Big Cristal: il Comune ha mediato e il proprietario del terreno, il Jockey Club, ha accettato di costruire per i favelados rimasti senza abitazione una serie di casette piccole e di rinunciare a costruire sulla cima di una collina verdissima. Un po di storia Citt quasi di confine, con uneconomia basata sul commercio e il terziario e una prevalenza di microimprese, Porto Alegre stata la prima citt brasiliana a sperimentare il bilancio partecipativo da quando, nelll88, il Partido dos Trabalhadores al governo: il primo passo stata una riforma fiscale per drenare risorse, il secondo linvenzione insieme alla cittadinanza di modi per far partecipare tutti -e soprattutto i pi esclusi - alle scelte collettive. Ma questa esperienza in continua trasformazione ( regolata solo da un articolo dello Statuto comunale, la cittadinanza ha sempre rifiutato che venisse cristallizzata in una legge) non nasce dal nulla; affonda le sue radici in una tradizione di autonomia e di movimenti popolari urbani. E su queste basi che si sono spontaneamente costituite le 16 aree in cui divisa Porto Alegre. Ogni anno mediamente 45mila persone (su 1.300.000 abitanti) partecipano alle assemblee dellOP. Nei primi dieci anni di questa esperienza la popolazione ha deciso limpiego di oltre 700 milioni di dollari, e la quota del bilancio comunale gestita con questo sistema passata dall11 a quasi il 25 per cento. Secondo una ricerca svolta nel 2000 dalla municipalit, su 1.577 partecipanti, le donne sono il 58% e i maschi il 42 (con una chiara tendenza allaumento della partecipazione femminile), i bianchi il 61%, i neri il 20%, gli indios il 3,6%. I ceti meno istruiti e con reddito inferiore partecipano di pi, ma la tendenza a un aumento dellinteresse delle classi medie. Gli intervistati affermano di frequentare le assemblee soprattutto per aiutare la propria comunit e per esercitare concretamente la cittadinanza. Il 60% dice di aver beneficiato direttamente di iniziative o servizi ottenuti con il bilancio partecipativo; 64 intervistati su cento sentono di avere sempre o quasi sempre un potere decisionale nelle assemblee, 65 su cento pensano che i delegati rispettino di regola la volont della comunit e la informino in modo soddisfacente. Risultati concreti Ecco alcuni esempi. Nel 1987, 400mila poveri abitavano in 200 favelas. Oggi molte favelas sono state riqualificate e urbanizzate, il 99% della popolazione dispone di acqua potabile e il 92% di servizi igienici. Le scuole comunali da 29 sono diventate 90 e levasione scolastica si ridotta a meno del 2%. Ci sono progetti per lo sviluppo di piccole imprese e cooperative nellambito delleconomia popolare solidale, con la costruzione di reti autogestite di produzione, commercio, credito e consumo. La formazione permanente e leducazione alla democrazia partecipativa sono una delle "fissazioni" di Porto Alegre, che si definisce "citt educatrice" e utilizza le sue scuole a pieno ritmo, di giorno e di sera. E gli indicatori dello sviluppo umano in effetti sono da Nord del mondo:

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laspettativa di vita di 70,3 anni, la mortalit infantile del 15 per mille, la popolazione alfabetizzata il 97%. Porto Alegre considerata dallONU, che raccomanda il bilancio partecipativo come "best practice", una delle 40 citt meglio gestite del mondo, e piace persino alla Banca Mondiale. Scuola di democrazia LOP dunque un sistema che ha migliorato in modo significativo la vita di migliaia di persone e ha ridotto clientelismo e corruzione, ma non solo: unesperienza che ha sviluppato il senso di responsabilit collettiva e di appartenenza alla comunit, la capacit di risolvere i conflitti e di costruire patti sociali, la coscienza critica e il controllo sulloperato dei politici, ma anche la comprensione di quanto complesso gestire una metropoli. E soprattutto la crescita del sapere collettivo sui propri luoghi di vita e la progettazione di nuovi modelli di sviluppo e convivenza: sullargomento lamministrazione comunale ha organizzato negli ultimi anni tre. Un tema caldo , ovviamente, la distribuzione delle risorse. Tre anni fa stato approvato uno statuto sulla propriet della terra: quelle non utilizzate pagano imposte crescenti e dopo cinque anni vengono espropriate. La prossima questione sul tappeto una nuova riforma fiscale. I conflitti ovviamente non mancano, ma i risultati ottenuti dallOP - anche in termini di dinamismo economico - sembrano piacere anche alle classi pi benestanti. Insomma, il bilancio partecipativo una vera scuola di democrazia: faticosa, complicata, appassionante, sorprendente ("una citt adolescente, ma che cresce bene", ha definito Porto Alegre un consigliere del bilancio partecipativo). "Siamo molto orgogliosi di far conoscere agli altri questa esperienza, anche se ovvio che non pu essere presa e trasferita cos com", spiega Sergio. "In fondo potrebbe essere considerata una forma di cooperazione Sud-Nord: qualcosa che noi del Terzo mondo possiamo offrire a voi dei paesi ricchi ". Il bilancio partecipativo nel mondo Sono circa 200, in 18 paesi del mondo, le citt che in modi diversissimi e spesso parziali praticano forme di bilancio partecipativo: tra le altre metropoli come Montevideo, Buenos Aires, Citt del Messico, Barcellona, Parigi. Di sviluppo locale sostenibile e bilancio partecipativo si discusso in un workshop del secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre organizzato dalla rete francese "Democratizzare radicalmente la democrazia" che cinque anni fa, "scoperta" lesperienza di Porto Alegre quando era ancora quasi sconosciuta, decide di diffonderla coinvolgendo lassociazione "Gli amici di Le Monde Diplomatique" e la popolazione di una quindicina di comuni francesi. La pratica si diffonde velocemente in diverse citt di Inghilterra, Spagna, Germania, Svizzera, a volte mescolando lispirazione allesperienza brasiliana con quella, per molti aspetti diversa ma comunque interessata alla democratizzazione della gestione del territorio, di alcune citt statunitensi e della citt neozelandese di Christchurch. Esperimenti paralleli si sviluppano intanto in altri continenti, dal Camerun al Senegal, dal Congo ad Haiti allo stato indiano del Kerala. La rete diventa internazionale e sempre pi attiva: elabora proposte, fa pressioni sui governi locali, confronta le esperienze, mette a punto strumenti per valutare lefficacia del bilancio partecipativo. Nel luglio del 99 la prima riunione di rappresentanti francesi, africani, spagnoli, svizzeri, belgi, per elaborare la carta delle regole della democrazia diretta. Lobiettivo non ovviamente "copiare" Porto Alegre, tanto meno farne una moda, ma piuttosto ripensare radicalmente la gestione delle citt. Del resto alcune esperienze di bilancio partecipativo si sono sviluppate in modo del tutto autonomo da Porto Alegre: per esempio quella della regione del Charente, Francia meridionale (www.budget.partecipatif.org), dove enti locali e associazioni di cittadini di diversi paesi hanno firmato un protocollo di accordo e creato una consulta popolare (formata da mille persone, che ne rappresentano 300mila), che gestisce una quota di bilancio per lo sviluppo sostenibile del territorio. E in Italia? Anche in Italia la riflessione su questi temi si avviata da tempo. Alberto Magnaghi, coordinatore del Laboratorio di progettazione ecologica degli insediamenti dellUniversit di Firenze, e Giorgio Ferraresi, coordinatore del Laboratorio di progettazione ecologica del territorio del Politecnico di Milano, hanno presentato al workshop la "Carta del nuovo municipio" che disegna le linee guida delle nuove forme di democrazia diretta, dello sviluppo locale sostenibile e di criteri innovativi per misurare il benessere. Nel frattempo crescono le esperienze di partecipazione: a Venezia, Roma (X e XI circoscrizione), Napoli, dove vengono nominati assessori o delegati del

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sindaco al bilancio partecipativo; a Firenze e in altri 40 comuni della Toscana, che stanno sperimentando lAgenda 21. E ancora a Genova, dove si costituito un Forum della citt educativa; a Trento, dove a maggio si terr un corso di formazione sul bilancio partecipativo e indicatori si sviluppo locale; nellarea di Vimercate e in altre citt della cintura di Milano, dove i cittadini sono coinvolti in esperimenti di gestione del territorio. Ma lesperienza pi "antica" e interessante probabilmente quella di Grottammare (Ascoli Piceno). Nel 94 la cittadinanza stata coinvolta dal sindaco Massimo Rossi nella discussione del piano regolatore. Da allora il consenso e la partecipazione sono cresciuti in modo esponenziale dando luogo a scelte controcorrente: progetti di cooperazione con il sud del mondo, centri polivalenti per gli immigrati, per i giovani e per gli anziani, gestione democratica ed efficiente dei servizi, met delle aree edificabili riportate alluso agricolo, traffico limitato sul lungomare... ". Certo, queste scelte innescano dibattiti e conflitti, il cui esito non mai scontato", osserva il sindaco, "ma sono proprio questi conflitti a far crescere la consapevolezza dei cittadini sugli interessi in gioco".

Efficienza Energetica, Boom Economico e Superamento degli Obiettivi di Kyoto. Segreti e Retroscena di unAvvincente Politica Economica ed Ambientale
Tra il 1990 e il 2006 la Svezia ha ridotto le emissioni di carbonio del 9%,un dato significativamente superiore allobiettivo fissato dal protocollo di Kyotoe sta godendo di una crescita economica del 44%, a prezzi fissi. La Svezia ha raggiunto questo impressionante traguardo, avanzando e realizzando molte idee sensate, come ad esempio quella che prevedeva un teleriscaldamento in ogni citt (come gi avviene in alcuni quartieri di New York, ad esempio), dove lacqua calda viene distribuita nelle tubazioni degli edifici in ogni quartiere.

Ma qual il segreto della Svezia? Il biogas, che pu essere realizzato con qualsiasi combinazione di componenti di scarto organici: sangue, interiora (e altre parti inutilizzabili dei rifiuti dei macelli), acque di scarico umane e diversi rifiuti di origine animale. Riutilizzo a 360. Anche il liquore confiscato viene riutilizzato e va a finire in questo brodoche viene riscaldato a 70C per eliminare i batteri anaerobici. Anche se certificabile, sostenibile e utilizza vecchi e semplici rifiuti, questa soluzione innegabilmente rivoltante. Il prodotto finale invece sorprendentemente pulito! E praticamente inodore, crea una sostanza nutritiva ricca di residui e che pu essere utilizzata per diversi scopi, addirittura come terreno o materiale da costruzione e riduce le emissioni di carbonio proveniente dai veicoli, di uno stupefacente 95%.

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In precedenza, questi impianti erano alimentati a carbonio, ma ora lacqua riscaldata utilizzando rifiuti provenienti dalla silvicoltura quindi da biomassa. La Svezia aveva diretto la sua attenzione al riscaldamento elettrico gi negli anni 80 e, sempre pi negli ultimi anni, ha utilizzato pompe di calore che impiegano i 2/3 in meno di energia elettrica per il riscaldamento.

La Svensk Biogas produce, distribuisce e vende biogas per il trasporto nella parte orientale della Svezia. Ogni anno la compagnia prende 50.000 tonnellate di questo pasticcio e lo trasforma in biogas carbonio, praticamente neutro. In precedenza tutto questo veniva portato nella discarica, restava l, imputridiva e creava infiltrazioni di metano, spiega il Commerciale della Svensk Biogas, Peter Undn. Si tratta quindi di una buona cosa usare tale energia in modo positivo. Nella quinta citt pi grande della Svezia, Linkping, tutti gli autobus e i camion dei rifiuti, alcuni taxi e il treno funzionano a biogas. La citt di Goteborg dispone di una rete di pompaggio nei gasdotti di biogas purificato, destinato alle stazioni specializzate di rifornimento, nelle quali si trova sotto pressione e pu essere consegnato ai veicoli che lo richiedono.

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Anche noi potremmo generare enormi quantit di biocarburante dalle acque di scarico producendo biogas. Pu essere facilmente prodotto dalla fermentazione di alcuni di questi ingredienti di cui, sicuramente, tutti disponiamo! Una nuova automobile ancora in fase di sviluppo stata progettata per alimentarsi a gas naturale, come ad esempio nel progetto di T. Boone Pickens. Il Parlamento svedese ha deciso di ridurre le emissioni di un altro 4% [sotto dei livelli del 1990]. Lidea di fondo stata mossa dal fatto che si ha bisogno di fare tutto ci che sia buono per lambiente, perch di conseguenza si avranno effetti positivi e vantaggi anche per la Svezia e la sua economia.

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La ragione principale di questo successo, dicono gli esperti, lintroduzione di una tassa sul carbonio nel 1991. Gli svedesi oggi pagano un extra di 2,34 corone (0,236 ) al litro quando riempiono il serbatoio (anche se molti settori chiave dellindustria ricevono sgravi fiscali o sono esentati). Le nostre emissioni di carbonio sarebbero state superiori al 20% senza questa tassa, spiega il ministro svedese dellambiente, Andreas Carlgren. E stata una delle principali cause che hanno guidato la societ svedese verso soluzioni rispettose per il clima e lambiente, ritiene Lindberg. Si sono rese pi costose le sostanze inquinanti e la gente si concentrata nella ricerca di soluzioni ad alta efficienza energetica. E aumentato luso delle bioenergie, concorda il professor Thomas B. Johansson dellUniversit di Lund, un ex direttore di energia e di clima presso il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. E ha avuto un grande impatto in particolare sui sistemi di riscaldamento. Ogni citt in Svezia utilizza il teleriscaldamento [dove si erogano vapore e acqua calda nelle tubazioni degli edificio in unintera zona]. Un tempo erano utilizzati il carbone o il petrolio per il teleriscaldamento, ora si ricorre alla biomassa, costituita solitamente di rifiuti provenienti da foreste e dalle industrie forestali .

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Un altro motivo che, paradossalmente, il consumo energetico rimasto relativamente stabile in un momento di forte crescita economica. Non le industrie ad alta intensit energetica, come ad esempio le cartiere, ma il settore dei servizi cresciuto maggiormente in Svezia, afferma Johansson. La Svezia diventata anche consapevole della sua precoce dipendenza dai combustibili fossili, dopo le crisi petrolifere degli anni 70. Il Paese passato negli anni 80 al riscaldamento elettrico diretto e negli ultimi anni utilizza sempre pi pompe di calore, che impiegano i 2/3 in meno di energia elettrica per il riscaldamento. La gente stata anche aiutata con finanziamenti per la sostituzione dei propri impianti di riscaldamento, afferma Johansson. E gli svedesi sono stati forse anche ecologicamente consapevoli, attuando un intervento tempestivo. Linteresse pubblico, in termini di cambiamenti climatici, davvero aumentato, soprattutto alla fine degli anni 80. Le autorit sono state molto attive nella creazione del Gruppo Intergovernativo sui cambiamenti climatici, nel 1988, ritiene Johansson.

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Argomenti extra - interessanti


Youth-friendly health policies and services in the European Region http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/123128/E94322.pdf Green Infrastructure Case Studies: Municipal Policies for Managing Stormwater with Green Infrastructure http://www.epa.gov/owow/NPS/lid/gi_case_studies_2010.pdf La HafenCity Hamburg: Una citt-porto tra continuit e innovazione http://www.reteonline.org/media/pdf/Portus-Plus-2011/Michele%20CAJA.pdf Lesempio di Hannover: Gestione dei Rifiuti http://www.utopieconcrete.it/allegati_content/Moenninghoff_it_1.pdf Public participation in environmental decision-making: A case study of ecosystem restoration in South Florida http://www.inra.fr/sae2/publications/cahiers/pdf/ogden.pdf Sistema di riduzione perdite sistema idrico OTTAWA http://www.omkn.ca/AM/Template.cfm?Section=Water_and_Wastewater_Energy_Management&T emplate=/CM/ContentDisplay.cfm&ContentID=151017 Bicycle parking: the latest challenge in Groningens bicycle policy http://www.velocity2009.com/assets/files/paper-van-Huissteden-sub3.1.pdf Public Participation in Local Government http://www.communities.gov.uk/documents/localgovernment/pdf/145623.pdf Partecipare a cosa? Per una riconsiderazione del nesso tra democrazia partecipativa e attivismo organizzato dei cittadini in Italia e in Europa http://www.fondaca.org/file/Governance/DemocraziaPartecipativaeDeliberativa/papersisp09_moro_ finale.pdf UN Youth Participation in Development Summary Guidelines for Development Partners http://social.un.org/youthyear/docs/policy%20guide.pdf Esempi di Gestione Energetica USA e America : Case Studies on Municipal Energy Initiatives http://www.cec.org/municipalenergy/docs/QA0945-Municipal-Case-Studies_en.pdf Esempi dal mondo di mobilit sostenibile EcoMobility Changwon 2011 http://ecomobility2011.iclei.org/fileadmin/template/project_templates/ecomobility/files/EcoMobili ty2011/Program/EcoMobility_Changwon_program_draft.pdf

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