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LA VITA DI SOCRATE

Narratore: Lorenza Della Valle Personaggi Socrate : Stefano Vernamonti Santippe: Monica Rega Alcibiade: Luca De Pamphilis Concubina di Alcibiade: Giulia Firmani Giudice: Davide Rossi Metone: Rossella Lupi Mirto: Jacopo de Fabritiis Padrona dell' osteria: Alessia Di Paolo Ubriachi: Matteo De Leonardis, Ylenia Bassi, Fabio Menichilli, Giulia Firmani Meleto Di Meleto: Francesca Berardi Guardie: Matteo de Leonardis, Fabio Menichilli Narratore: Abbiamo deciso di rappresentare la vita di Socrate evidenziando soprattutto il suo aspetto mondano, mettendo in risalto i difetti che lo accomunano a tutti gli esseri umani, in modo da cancellare lo stereotipo di uomo perfetto che tutti noi associamo a lui. Conoscerete un Socrate dedito non solo alla filosofia, ma anche ai piaceri della vita, quali le donne e il bere. Per la rappresentazione di questa scena abbiamo adottato la tecnica, gi adoperata dal commediografo Plauto dello spaesamento. Infatti troverete molti personaggi, che per abbigliamento e modo di comportarsi, appartengono ad epoche totalmente differenti. Inoltre per accentuare il livello di comicit molto spesso verr utilizzato il dialetto locale. Buona visione. ATTO I Scena I ( Socrate torna a casa e viene "accolto" dalla moglie Santippe) Santippe: (sente bussare alla porta) Chi ? Socrate: indovina? Santippe: otti, ancora tu! Ma perch non ancora ti muori, guard quanta fi schif madonn!! Se fossi un barbaro ti stacchess la cocc' a muccicat! Socrate: Come mai tutta questa controversia cara? Dici che devo

morire, ma per te cos' la morte? Santippe: Gna ? (si porta la mano all'orecchio) Socrate: Ch cos' la morte? Santippe: OHCHISCIMBIS, bededettiddi!! Che cos' questo, che cos' quello.. mo avast! Mi so' stufata! STU-FA-TA (prende un arnese da cucina) E ora vattene se non lo vuoi scoprire davvero cos' la morte. Socrate: (scuote la testa) quanta poca virt in una sola donna! Scena II (Socrate esce di casa e incontra una scienziata) Metone: Filolao scrisse: al centro delluniverso vi era un grande Fuoco centrale, hestia, ove vi ruotavano dieci corpi: la Terra, l'Antiterra, la Luna, il Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, e il cielo delle stelle fisse. Ora io grande sapiente, ho scoperto come le fasi lunari si ripetono alle stesse date del calendario dopo un periodo di 19 anni, pari a 235 lunazioni. Ahhh! Dei dell'Olimpo arriva Metone! Ed ora, la mia intelligenza la sfrutter per diventare ricca!!! (Socrate che aveva ascoltato tutto in silenzio) Socrate: cara Metone, dunque tu ti ritieni la pi sapiente di tutti? Metone: Certo! Socrate: e quindi pensi di poter sfruttare la tua intelligenza per diventare ricca? Metone: E' evidente. Socrate: Per la tua forza intellettuale quindi potresti paragonarti ad una divinit? Metone: Lo spero, almeno credo. Socrate: Ma non ricordi che i grandi dei dell'Olimpo, come ercole, si sono messi a servizio dell'umanit per rendere migliori le vite di tutti? Metone: Gi Socrate: quindi se tu vuoi utilizzare la tua intelligenza sono per fini personali, carissima Metone, non puoi paragonarti agli dei, e quindi non potrai mai essere potente come loro. Al contrario se metterai a disposizione la tua Paideia, magari non arriverai sull'Olimpo, ma sarai vererato in terra, da tutti coloro i quali riceveranno il tuo aiuto. Metone: Hai ragione (se ne va sconsolata) Scena III (Socrate si reca all'osteria) Alessia: (urla) osteria! Venite tutti all'osteria! Putet bev, magn! Putet fa quell che v pare! Jamm! Ylenia: Quando stiamo alla tavernaaaa, del mondo pi non ci

curiamo, ma al gioco ci affrettiamooo. Matteo: Scopa! C' chi gioca (indica Matteo), c' chi beve (indica Giulia), che chi vive senza decenza ( si indica da sola) Giulia: (fa sedere Ylenia tirandole il vestito) Qui nessuno teme la morte, ma per bacco getteno la sorte! ( ridono tutti insieme) (entra Socrate) Alessia: ecchel! Aell ci st Socrat! Fate spazio! Matteo: Oh a Socrate vitt' a bev caccos! Hic (Socrate si siede) Ecco il nostro amico, hic. Tua moglie ha ancora tentato di ucciderti? Fatti un bicchiere e vieni a giocare. Ti present Fabius, giocatore accanito! Fabio: Oh fratello Socrate com' ? Tutt' appost? Socrate: Compagni, non badate a lei, mossa da profonda ignoranza, nonsa quello che fa.Il bene della conoscenza una virt di pochi. (si alza da tavola) Giulia: Dove vai??? (ride) Socrate: verr tra poco egreci compagni. Ora mi devo recare dall'unica persona che mi da conforto! Bevitori: rumoreggiano insieme Scena IV (Socrate si reca da Mirto) Mirto (canta delle canzoncine): la l, la l (vede Socrate) Sileno! Silenetto mioo! Vieni qua che ho una notizia stupenda da dartiii. (si siede e indica a Socrate di sedersi in braccio a lui) Socrate: suvvia, cara Mirto, dimmi cos' che brami dalla voglia di raccontarmi? Mirto: (ridacchia) sono incinta! Socrate: santi lumi di Zeus sull'Olimpo Mirto: non sei felice? Socrate: oh paideia! Non farmi perdere il lume dell'intelletto! (fa il gesto di svenire) Torno all'osteria per schiarirmi un po' le idee. ATTO II Scena V ( Socrate all'osteria incontra il suo discepolo Alcibiade) Socrate: datemi da bere! (entra Alcibiade presuntuoso e si siede a tavola) Alcibiade: Datemi da bere! E tu donna, vieni qui! E svelta Giulia: uomini di potere!

Socrate: Buon giorno, caro Alcibiade, ti vedo molto infelice. Non trovi anche tu? Alcibiade: le mie ricchezze, mi rendono pi felice di ogni altro uomo. Socrate: neppure chi diviene ricco sfugge all'infelicit, ma solo chi diviene saggio. Alcibiade: Evidentemente. S.: se t'appresti a metter mano agli affari dello stato, correttamente e nobilmente, tu devi far parte ai cittadini della tua virt. A.: Sicuro. Ma... S.: Ma potrebbe qualcuno dare ci che non ha? A.: E come farebbe? E' impossibile! S.: Per te stesso devi prima conquistarti la virt. tu o chiunque altro che voglia governare e prendersi cura non solo privatamente di s e delle sue cose, ma anche dello stato e dei suoi affari. A.: E' vero. S.: Non devi dunque procurare potere a te stesso e allo stato per fare ci che ti piaccia, ma giustizia e saggezza. A.: Evidentemente. S.: Se in una nave uno avesse la libert di fare ci che gli pare, privo della minima idea di scienza nautica. te lo immagini cosa avverrebbe di lui e degli altri imbarcati? A.: Lo vedo: perirebbero tutti. S.: Se dunque, in questo stesso modo, nello stato e in ogni altro tipo di governo e di dominio viene a mancare la virt. ne consegue il vivere male? A.: Per forza. S.: Quindi non il potere tirannico, mio ottimo Alcibiade, che ti devi procurare, n a te stesso n allo stato, ma la virt, se volete prosperare in felicit. A. E' vero. Vecchio Socrate riesci sempre a dimostrare.... ( delle guardie , fabius e matteo, sbattono la porta e trascinano Socrate al tribunale) Fabius e Matteo: Al tribunale vecchiaccio! Scena VI (accusa contro Socrate e morte dello stesso) Meleto: questo ha sotto scritto e giurato Meleto di Meleto, Pitteo, contro Socrate di Sofronisco, Alopecense. Socrate colpevole di non riconoscere come Dei quelli tradizionali della citt, ma di introdurre Divinit nuove; ed anche colpevole di corrompere i giovani. Pena: la morte

(gente parla) Giudice: silenzio! Socrate di Sofronisco cos'hai da dire in tua discolpa? Socrate: nulla, vostro onore. Rispetto gli dei e leggi, e per questo mi affido a loro per il giudizio finale. (le persone presenti votano per giudicare Socrate colpevole o innocente) Giudice: mettete il vostro responso qui. ( indica la tavola) Giudice: rilascio il verdetto. Socrate di Sofronisco, Alopecense: colpevole. Come pena dovr bere la mortale cicuta. Portatela al mio cospetto ( la da a Socrate, beve e muore) Santippe: AHAHAHAHAHAHAAH! Ci teng piacer!!!!!!!!!!!!

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