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Macroeconomia

Capitolo 2 PAG. 50 LA PRODUZIONE AGGREGATA La misura del prodotto aggregato nella contabilit nazionale il prodotto interno lordo (PIL). Ci sono tre modi per pensare al PIL di un'economia:

1.Il PIL il valore dei beni e dei servizi finali prodotti nell'economia in un dato periodo di tempo. 2.Il PIL la somma del valore aggiunto nell'economia in un dato periodo di tempo. Il valore aggiunto da un'impresa

3.Il PIL la somma dei redditi di tutta l'economia in un dato periodo di tempo, misura il reddito prodotto che viene di
fatto distribuito ai fattori produttivi. Il PIL nominale la somma delle quantit di beni finali moltiplicate per i loro prezzi correnti. Il PIL reale la somma delle quantit prodotte valutate al loro prezzo nell'anno-base.

al processo produttivo pari al valore della sua produzione al netto del valore dei beni intermedi usati nella produzione stessa.

Anche se il PIL nominale aumenta, non significa che lo faccia anche il PIL reale (ci si verifica quando non aumentano le quantit prodotte). PIL nominale e PIL reale sono sempre uguali nell'anno-base. La scelta dell'anno base arbitraria Quando si cambia l'anno-base si deve effettuare un ricalcolo, consigliato l'uso di indici a catena. PAG. 54 LE ALTRE PRINCIPALI VARIABILI MACROECONOMICHE La forza lavoro definita come la somma delle persone occupate e di quelle disoccupate L=N+U Il tasso di disoccupazione definito come il rapporto tra i disoccupati e la forza lavoro u = U/L Una persona viene considerata disoccupata se non ha lavoro pur avendolo cercato attivamente nelle ultime 4 settimane. Chi smette di cercarlo esce dalla forza lavoro. Legge di Okun Una crescita elevata tipicamente associata a riduzioni del tasso di disoccupazione e, viceversa, tassi di crescita ridotti sono associati ad aumenti dello stesso. La crescita deve per essere superiore al 2%. L'inflazione un aumento del livello generale dei prezzi. Il tasso d'inflazione il tasso a cui aumenta il livello dei prezzi. Deflattore del PIL = PIL nominale/ PIL reale Indice dei prezzi a larghissima base. IPC (indice dei prezzi al consumo) = media ponderata dei prezzi di un paniere di beni acquistati da un consumatore-tipo. IPP (indice dei prezzi alla produzione) = include beni intermedi, esclude i servizi e di solito anticipa l'andamento dell'inflazione. Capitolo 3: IL MERCATO DEI BENI PAG. 71 LA COMPOSIZIONE DEL PIL Il PIL si divide in: C = consumo famiglie I = investimenti G = spesa pubblica (Q-X) = import - export Per ottenere la spesa in beni nazionali devo sottrarre le importazioni (X) e aggiungere le esportazioni (Q), devo cio aggiungere il valore del saldo commerciale con l'estero. PAG. 74 LA DETERMINAZIONE DELLA DOMANDA

La domanda di beni nazionali (Z) Z = C + I + G +(X-Q) Introduciamo tre ipotesi: sistema economico chiuso X - Q = NX un solo bene omogeneo prezzo del bene = 1 NX = 0

PAG.75 LA DETERMINAZIONE DELLA PRODUZIONE DI EQUILIBRIO Il consumo una funzione del reddito disponibile ed data da C = C0 + C1Yd C0 = consumo desiderato in corrispondenza di un reddito disponibile nullo C 0 > 0. Se Yd = 0 C = C0 C1 = propensione marginale al consumo 0 < C1 < 1 : ci dice di quanto varia il consumo al variare del reddito disponibile. Se C1 = 0,7 un dollaro in pi di reddito disponibile aumenta il consumo di 70 centesimi Yd = Y - T Yd Y T = reddito disponibile = reddito aggregato, produzione = imposte al netto dei trasferimenti C L'investimento (I) e la spesa pubblica (G) sono esogeni Riassumendo: Z = C0 + C1(Y-T) + I + G La domanda di beni (Z) dipende dal reddito (Y) e dalle imposte (T) - che influenzano entrambi il consumo dall'investimento (I) e dalla spesa pubblica (G) - che sono esogeni. L'equilibrio sul mercato dei beni dato semplicemente dalla condizione di eguaglianza tra domanda (Z) e offerta (Y) di beni: Y=Z cio ci che si produce si consuma senza avere scorte di magazzino. In equilibrio abbiamo quindi che Y Risolvendo abbiamo: Infine abbiamo: Y = 1/(1-C1) x (C0 + I + G - C1T) (C0 + I + G -C1T) = spesa autonoma ci dice quale sarebbe la domanda se la produzione fosse 0 1/1-C1 = moltiplicatore della domanda autonoma (keynesiano), esso > 1. Misura la variazione del reddito di equilibrio causata da una variazione unitaria della domanda autonoma Z, Y A' DC0 A Y C1 = inclinazione retta (C0 + I + G - C1T) = intercetta Sopra la ZZ la domanda superiore al reddito Sotto la ZZ la domanda inferiore al reddito Se Y = 1 / 1-C1 x A DY Y' Y E E' ZZ' ZZ = C0+C1(Y-T)+I+G = C0 + C1(Y-T)

Y = C0 + C1 Y - C1T + I + G

Allora DY = (1/1-C1) x DA DY/DA = (1/1-C1) La variazione orizzontale (DY) uguale a quella verticale (DC0) moltiplicata per il moltiplicatore. PAG. 83 INVESTIMENTO = RISPARMIO Il risparmio (S) dei consumatori uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: S = Yd - C da cui S=Y-T-C Secondo l'equazione di equilibrio nel mercato dei beni la produzione deve essere uguale alla domanda, che a sua volta la somma di consumo, investimento e spesa pubblica: Y=C+I+G Sottraendo le imposte da entrambi i lati: Y-T=C+I+G-T Allora: Y-T-C=I+G-T Il lato sinistro dell'equazione semplicemente il risparmio, quindi: S = I + (G - T) O equivalentemente I = S + (T - G) L'investimento quindi dato dalla somma di risparmio privato e risparmio pubblico. Raramente per essere positivo (avanzo di bilancio)! In termini di funzioni di comportamento: S=Y-T-C =Y - T - C0 - C1 (Y-T) Riordinando = Y - T - C0 - C1Y + C1T S = - C0 + (1-C1) (Y-T) (1-C1) = propensione marginale al risparmio. E' l'ultima parte di reddito che non viene consumata ed compresa tra 0 e 1. Il risparmio privato aumenta all'aumentare del reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente. In equilibrio l'investimento deve essere uguale al risparmio, dato dalla somma di risparmio pubblico e privato: I = S + (T-G) Da cui I = (Y - T - C) +T - G = Y - T - C0 - C1(Y-T) + T - G = Y - C0 - C1(Y) + C1T - G = (1-C1)Y - C0 + C1T - G (1-C1)Y = + C0 - C1T + G + I e infine: Y = 1/1-C1 x (C0 + I + G -C1T) S S I + (G-T) YE = 1/1-C1 x A T-G risulta

YE

PAG. 85 IL PARADOSSO DEL RISPARMIO Nel breve periodo, un tentativo degli individui di risparmiare di pi, o del governo di ridurre il disavanzo di bilancio, non ha effetti sul risparmio, ma produce soltanto una riduzione della produzione. Se tento di risparmiare di pi vuol dire che consumer di meno. Quindi diminuir la produzione e anche il reddito. Per quanto riguarda il risparmio, i consumatori da un lato risparmiano di pi, ma d'altra parte il reddito ora minore, il che tende a ridurre lo stesso risparmio. In equilibrio S = I + (G-T) Come si pu notare sia I che (G-T) non dipendono dal reddito, allora S in equilibrio fisso e resta uguale a 1/1-C1 X A = I + (G-T) Tento di risparmiare di pi ma vado sempre a finire nello stesso livello di equilibrio. Il paradosso vale solo se I, G e T non dipendono dal reddito.

Capitolo 4: I MERCATI FINANZIARI PAG. 92 LA DOMANDA DI MONETA Assumiamo di poter scegliere tra due sole attivit finanziarie: MONETA, che serve per le transazioni ma che non rende interesse. La moneta di due tipi, circolante e depositi bancari. TITOLI, che non possono essere usati per transazioni, ma pagano un interesse positivo i. La compravendita di titoli comporta dei costi. E' utile detenere sia moneta che titoli. La proporzione dipende dal livello delle transazioni e dal tasso d'interesse sui titoli Md = domanda di moneta i = tasso di interesse. Rappresenta il mancato guadagno sulla propria ricchezza per averla mantenuta in moneta. E' il costo di ogni di moneta su base annua pagato per i servizi che la moneta rende $Y = reddito nominale o produzione nominale L (i) = domanda di liquidit Possiamo adesso scrivere la relazione tra domanda di moneta, reddito nominale e tasso di interesse come: Md = $YL(i) La domanda di moneta uguale al reddito nominale moltiplicato per una funzione del tasso di interesse, indicata come L(i). Il segno meno sotto i indica che il tasso di interesse ha un effetto negativo sulla domanda di moneta. La domanda di moneta aumenta proporzionalmente al reddito nominale. La domanda di moneta dipende negativamente dal tasso di interesse: quando i aumenta, la domanda di moneta diminuisce i

i'

i M' M

Md M

MI MUOVO LUNGO LA CURVA QUANDO VARIA LA VARIABILE MISURATA SULL'ASSE DELLE ORDINATE (in questo caso il tasso di interesse). SPOSTO LA CURVA QUANDO VARIA UN'ALTRA VARIABILE INDIPENDENTE. Dividendo entrambi i lati dell'equazione appena vista per $Y ottengo: Md/$Y = L(i) Il termine sul lato sinistro dell'equazione il rapporto tra domanda di moneta e reddito nominale cio quanta moneta le persone vogliono detenere in relazione al loro reddito. La moneta, M, la somma di circolante, assegni turistici e conti correnti. Questa misura della moneta, costruita dalla banca centrale, chiamata M1. Il reddito nominale misurato dal PIL nominale espresso in tassi annuali, $Y. Il tasso di interesse, i, misurato dal tasso di interesse medio pagato ogni anno dai titoli di Stato. La banca centrale ha come scopo prioritario il controllo delle quantit di moneta nel sistema economico.

$Y/Md

= indica la velocit di circolazione della moneta

PAG. 98 IL RUOLO DELLA BANCA CENTRALE Supponiamo che la banca centrale decida di offrire un ammontare di moneta uguale a M. I mercati finanziari sono in equilibrio se l'offerta di moneta uguale alla domanda di moneta M = Md La condizione di equilibrio M = $YL(i) 1) i

i' i A

A' Md' Md M

Ms

L'offerta di moneta fissa e quindi non dipende dal tasso di interesse, essa rappresentata da una retta verticale indicata con Ms. L'equilibrio nel punto A, con un tasso di interesse pari a i. Un incremento del reddito nominale fa aumentare il livello delle transazioni e quindi la domanda di moneta per ogni livello del tasso di interesse. La curva di domanda si sposta verso destra, da Md a Md'. L'equilibrio si sposta da A ad A' e il tasso di interesse di equilibrio aumenta da i a i'. UN AUMENTO DEL REDDITO NOMINALE PROVOCA UN INCREMENTO DEL TASSO DI INTERESSE. Per indurre gli individui a detenere una quantit inferiore di moneta necessario un aumento del tasso di interesse. 2) i

i i'

A A' Md Ms Ms' M

UN AUMENTO DELL'OFFERTA DI MONETA PROVOCA UNA RIDUZIONE DEL TASSO DI INTERESSE. Studiare l'equilibrio sul mercato della moneta equivale a studiarlo nel mercato dei titoli. i il tasso di equilibrio anche nel mercato dei titoli, il tasso al quale si disposti a detenere una determinata quantit di moneta. Se la BC vuole aumentare M deve convincere il sistema ad assorbirla abbassando il tasso di interesse. La BC a fronte della quantit emessa acquisisce titoli i quali rappresentano un attivo del suo bilancio. Nel mercato dei titoli, gi in equilibrio, si crea un eccesso di domanda di titoli quindi aumenta il loro prezzo fino a raggiungere un nuovo equilibrio. Se aumenta il prezzo dei titoli diminuisce il tasso di interesse e aumenta la domanda di moneta fino a raggiungere la nuova offerta in M'. Titolo = diritto a ricevere il pagamento di una somma a una certa scadenza $100 = valore di rimborso $PB = prezzo dei titoli oggi Pi elevato il prezzo dei titoli < sar il tasso di interesse pagato Se compriamo il titolo oggi e lo teniamo per un anno, il tasso di interesse che riceviamo sar uguale a i = 100$ - $PB / $PB $PB = 90 i = 100-90 / 90 = 11,1% $PB = 95 i = 100-95/95 = 5,3% Se conosciamo il tasso di interesse possiamo risalire al prezzo del titolo:

$PB = 100/1+i Le operazioni di acquisto e vendita di titoli da parte della BC vengono chiamate operazioni di mercato aperto. Se la BC vuole aumentare l'offerta di moneta effettua un'operazione espansiva di mercato aperto: Acquista titoli sul mercato dei titoli Paga emettendo nuova moneta Il tasso di interesse si riduce FIG. 2 Se la BC vuole ridurre l'offerta di moneta effettua un'operazione restrittiva di mercato aperto: Vende titoli sul mercato dei titoli Acquista moneta Il tasso di interesse aumenta PAG. 102 IL RUOLO DELLE BANCHE La BC vende moneta sotto forma di circolante, CU; accende riserve, R contro titoli. Att Pass titoli riserve circolante M della BC (base monetaria) Le banche accendono depositi, acquisiscono riserve, erogano prestiti, acquisiscono titoli. Att titoli prestiti riserve Pass depositi

Le riserve hanno scopo precauzionale, servono per far fronte alle richieste dei depositanti. Una parte delle riserve obbligatoria, calcolata in proporzione fissa dei depositi, vi sono poi riserve libere. La domanda di moneta data dalla domanda di circolante da parte degli individui e dalla domanda di riserve da parte delle banche. L'offerta di base monetaria sotto il controllo diretto della BC. Il tasso di interesse di equilibrio tale per cui domanda e offerta di moneta sono uguali. Domanda di base monetaria Offerta di base monetaria CUd + Rd H sotto il controllo della BC

Ruolo degli individui Decidere quanta moneta detenere in CU e in D CUd = cMd domanda di circolante Dd = (1-c) Md domanda di depositi Ruolo delle banche Decidere quante riserve detenere rispetto ai depositi q = coefficiente di riserva Rd = qDd Rd = q (1-c) Md Quindi la domanda complessiva di base monetaria data da CUd + Rd = cMd + q (1-c) Md In equilibrio la domanda di base monetaria eguaglia l'offerta: H = cMd + q (1-c) Md Che uguale a Infine tenendo conto che Md = $YL(i) H = [c + q (1-c)] x $YL(i) Un modo equivalente di guardare all'equilibrio attraverso la condizione di eguaglianza tra domanda e offerta aggregata H = [c + q (1-c)] Md

di moneta. Tra offerta di base monetaria offerta di moneta complessiva vi una relazione speciale H = [c + q (1-c)] M M = 1/[c + q (1-c)] H 1/[c + q (1-c)] = moltiplicatore della moneta DH DH alto moltiplicatore della moneta, bassi c e q alto DM basso moltiplicatore della moneta, alti c e q alto DD basso DD alto DL basso DL basso DM

In un'economia dove le persone tengono sia circolante sia depositi, l'effetto sull'offerta di moneta di una data variazione della base monetaria dato dal moltiplicatore della moneta. Quanto pi grande il moltiplicatore, tanto maggiore l'effetto di una variazione della base monetaria sull'offerta di moneta, e quindi sul tasso di interesse.

Capitolo 5: IL MODELLO IS-LM PAG 113 IL MERCATO DEI BENI E LA CURVA IS (investimento = risparmio) L'equilibrio nel mercato dei beni dato da Y = C(Y-T) + I + G Vediamo ora l'investimento non pi come una variabile esogena ma come funzione negativa del tasso di interesse funzione positiva del reddito I = I(I+, i-) Si investe con pi voglia se la produzione positiva e i tassi di interesse sono bassi. L'equilibrio diventa quindi Y = C(Y-T) + I(Y, i) + G Questa l'equazione della curva IS Cosa succede se aumenta il tasso di interesse i ? ECONOMICAMENTE Se aumenta il tasso di interesse diminuiscono gli investimenti e la spesa autonoma, quindi anche la produzione (reddito). GRAFICAMENTE Y=Z Z ZZ A(i) A(i') Y i ZZ'

i' i CURVA IS y' y Y

Sopra la curva IS sono un una situazione di eccesso di offerta di beni. Sotto la curva IS sono in una situazione di eccesso di domanda di beni. ANALITICAMENTE I = I + d1Y - d2i d1 = sensibilit dell'investimento al reddito d2 = sensibilit dell'investimento al tasso di interesse La curva IS diventa quindi Y = [C0 + C1(Y-T)] + ( I + d1Y -d2i) + G Y = c0 + c1Y - c1T + I + d1Y -d2i + G Y - c1Y - d1Y = c0 - c1T + I + G - d2i Y = 1/(1 - c1 - d1) (c0 - c1T + I + G) - d2/( 1 - c1 - d1) i Y = A/(1- c1 - d1) - d2/( 1 - c1 - d1) i 1/(1 - c1 - d1) NUOVO MOLTIPLICATORE KEYNESIANO A SPESA AUTONOMA Conviene riscrivere l'equazione come: i = A/d2 - (1 - c1 - d1)/ d2 Y A/d2 = intercetta - (1 - c1 - d1)/ d2 = inclinazione POSIZIONE DELLA IS La posizione della curva IS determinata dall'intercetta, ovvero dal livello della componente autonoma della domanda aggregata. Questo significa che le variazioni nella spesa autonoma determinano gli spostamenti della curva IS. La IS si sposta quando varia: la componente esogena della domanda di consumo Dc0 la spesa autonoma per investimento DI la spesa pubblica G le imposte che, modificando il reddito disponibile, fanno variare la domanda aggregata di -c1DT La curva IS si sposta verso destra quando: (a parit di i) aumenta la spesa pubblica aumentano i consumi aumentano gli investimenti diminuiscono le imposte La curva IS si sposta verso sinistra quando: (a parit di i) diminuisce la spesa pubblica diminuiscono i consumi diminuiscono gli investimenti aumentano le imposte INCLINAZIONE DELLA IS L'inclinazione della curva dipende dalla misura in cui la produzione di equilibrio varia al variare del tasso di interesse. Se, a seguito di una piccola variazione del tasso di interesse, la produzione deve variare di molto per riportare in equilibrio il mercato dei beni, la curva IS sar poco inclinata. A parit di A una variazione del tasso di interesse di Di fa variare il reddito di: DY = - d2 / 1 - c1 - d1 X Di Quanto pi grande d2 (sensibilit della domanda di investimento al tasso di interesse) tanto maggiore DY. Graficamente se d2 elevato e il moltiplicatore grande la curva IS sar piatta e maggiore sar la risposta della produzione alle variazioni del tasso di interesse. Viceversa se d 2 piccolo ed il moltiplicatore basso la IS sar pi inclinata. Allo stesso modo, la variazione di Y grande se c1 e d1 hanno un valore elevato, ossia il moltiplicatore (1 - c1 - d1)

alto. Dal punto di vista economico, quanto maggiore la sensibilit dell'investimento al tasso di interesse (d 2 alto) tanto pi grande sar l'effetto diretto del tasso di interesse sulla domanda aggregata. Questo effetto diretto poi amplificato attraverso il moltiplicatore. L'effetto totale di una variazione del tasso di interesse sulla produzione dipende dunque dalla sensibilit dell'investimento al tasso di interesse e dal moltiplicatore della domanda aggregata. PAG 118 I MERCATI FINANZIARI E LA CURVA LM Il tasso di interesse determinato dall'eguaglianza tra domanda e offerta di moneta: Md = $YL(i) Md = domanda di moneta in termini nominali Y = reddito reale (in beni) $Y = P X Y reddito nominale L(i) = domanda di liquidit Allora la curva LM. P = livello dei prezzi

Md / P = YL(i)

Ms LM

i' i

A' A M/P M/P Md' Md A Y

A'

Y'

L'offerta di moneta data dalla retta verticale M/P, indicata con M s. La domanda di moneta, per un dato livello di reddito Y, una funzione decrescente del tasso di interesse. Essa disegnata come una curva negativamente inclinata, indicata con Md. L'equilibrio nel punto A, dove l'offerta di moneta uguale alla domanda di moneta ed il tasso di interesse pari a i. Consideriamo ora un incremento del reddito da Y a Y', che induce gli individui ad aumentare la loro domanda di moneta per ogni livello del tasso di interesse. La domanda di moneta si sposta verso destra, in M d'. Il nuovo equilibrio in A', con un tasso di interesse pi alto, i'. Quindi un aumento del reddito provoca un aumento del tasso di interesse. L'equilibrio nei mercati finanziari comporta che quanto maggiore il livello della produzione, tanto maggiore sar la domanda di moneta, e quindi tanto pi alto sar il tasso di interesse. Questa relazione tra produzione e tasso di interesse rappresentata dalla LM, curva positivamente inclinata. Sotto la LM ho un eccesso di domanda di moneta. Sopra la LM ho un eccesso di offerta di moneta. ANALITICAMENTE Domanda reale di moneta: Md / P = f1Y - f2i f1,f2>0

f1 = sensibilit della domanda di moneta al reddito, se alto una piccola variazione del reddito provocher un grande spostamento della curva di domanda di moneta. f2 = sensibilit della domanda di moneta al tasso di interesse, se elevato la domanda di moneta piatta. Risolvendo per Y abbiamo: Y = 1/f1 * M/P + f2/f1 * i Esplicitando rispetto a i: i = - 1/f2 * M/P + f1/f2 * Y

- 1/f2 * M/P f1/f2

intercetta inclinazione

POSIZIONE DELLA LM La posizione dipende da M/P Se M/P vi uno spostamento a destra della LM infatti si verifica un eccesso di offerta di moneta e il tasso di interesse si riduce per ogni livello del reddito Y i i LM LM'

i i'

C B

i i' Y

A B Y

M/P

M/P' M/P

UNA POLITICA ESPANSIVA PROVOCA UNO SPOSTAMENTO A DESTRA DELLA LM. VICEVERSA UNA POLITICA RESTRITTIVA PROVOCA UNO SPOSTAMENTO A SINISTRA. Analiticamente: DY = - 1 /f2 * DM/P (spostamento verticale a parit di Y) A DY = 1 /f1 * DM/P (spostamento orizzontale a parit di i) A B C

INCLINAZIONE DELLA LM La curva LM tanto pi piatta quando, a seguito di una piccola variazione del tasso di interesse, la produzione deve crescere tanto per riportare in equilibrio il mercato monetario. La relazione tra la variazione della produzione e del tasso d'interesse data da: Di / DY = f1 / f2 cio DY = f2 / f1 * Di Se il rapporto f2 / f1 alto la curva si appiattisce. Ad esempio, se la domanda di moneta molto sensibile al tasso di interesse (f2 alto) un piccolo aumento del tasso di interesse sufficiente a provocare una forte riduzione della domanda di moneta. A sua volta, se la domanda di moneta poco sensibile a variazioni del reddito (f1 piccolo) la produzione deve aumentare tanto per garantire una crescita sufficiente della domanda di moneta necessaria a riequilibrare il mercato monetario. PAG 122 L'EQUILIBRIO IS-LM In ogni momento la domanda e l'offerta dei beni devono essere uguali, e lo stesso deve valere per la domanda e l'offerta di moneta. Quindi sia la IS che la LM devono essere soddisfatte. Ogni punto della curva IS corrisponde all'equilibrio sul mercato dei beni. Ogni punto della curva LM corrisponde all'equilibrio sui mercati finanziari. Solo nel punto A le due condizioni di equilibrio sono entrambe soddisfatte. Il punto A quindi l'equilibrio generale, il punto in cui si ha equilibrio sia nel mercato dei beni sia nei mercati finanziari. GRAFICAMENTE

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i LM i IS Y ANALITICAMENTE IS: LM: Da cui: f2 Y= (1 - c1 - d1) f2 + d2f1 i= * A + (1 - c1 - d1) f2 + d2f1 * M/P + d2 * M/P f1 (1 - c1 - d1) f2 + d2f1 Y = 1 / 1 - c1 - d 1 * A i = 1 / f2 * M/P + - d 2 / 1 - c1 - d 1 * i f1 / f2 * Y Y

1 - c1 - d 1 (1 - c1 - d1) f2 + d2f1

* A

Entrambe le equazioni mostrano che: Sia Y che i sono funzioni delle variabili esogene M/P (offerta reale di moneta) e A (spesa autonoma). Un aumento della spesa autonoma fa aumentare sia la produzione che il tasso di interesse. Invece, un aumento dell'offerta reale di moneta fa aumentare la produzione, ma fa diminuire il tasso di interesse. I coefficienti dell'offerta di moneta e della spesa autonoma sono funzioni complicate di tutti i parametri che compaiono nelle equazioni IS e LM. Queste espressioni, cos articolate, sono il risultato dell'interazione tra il mercato dei beni e il mercato monetario e ci consentono di ricavare i cosiddetti moltiplicatori della politica fiscale e della politica monetaria. IL MOLTIPLICATORE DELLA POLITICA FISCALE DY = f2 (1 - c1 - d1) f2 + d2f1 i LM B i' G A i IS' IS Y DY Y' Y A * DG DG = DA

Esso misura l'impatto di A (politica fiscale) su Y di equilibrio. L'analisi del moltiplicatore di politica fiscale ci permette di fare le seguenti osservazioni: Quanto pi elevato il valore del moltiplicatore della domanda aggregata, cio quanto pi piccolo (1 - c1 - d1), tanto pi grande DY, dati gli altri parametri. A sua volta, quanto pi forte la risposta della produzione a un aumento della spesa autonoma, tanto maggiore l'effetto del reddito sulla domanda di moneta e tanto maggiore dovr essere l'incremento del tasso d'interesse per riportare in equilibrio il mercato della moneta.

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Il moltiplicatore della politica fiscale elevato se: basso (1 - c1 - d1) basso f1 alto f2 basso d2 IL MOLTIPLICATORE DELLA POLITICA MONETARIA DY = d2 (1 - c1 - d1) f2 + d2f1 i LM A i B M/P i' IS Y Y' Y LM' * DM/P

Esso misura l'impatto di M/P (politica monetaria) su Y di equilibrio. Il moltiplicatore della politica monetaria elevato se: basso (1 - c1 - d1) basso f1 basso f2 alto d2 La combinazione di politiche fiscali e monetarie chiamata mix di politica economica. Talvolta, le politiche fiscali e monetarie sono usate per perseguire obiettivi comuni. Altre volte il mix di politica economica emerge da tensioni o disaccordi tra il governo (incaricato della politica fiscale) e la banca centrale (incaricata della politica monetaria).

Spostamento IS Aumento imposte Riduzione imposte Aumento spesa pub. Riduzione spesa pub. riduzione Aumento moneta Riduzione moneta sinistra destra destra sinistra nullo nullo

Spostamento LM nullo nullo nullo nullo in basso in alto

D produzione riduzione aumento aumento aumento riduzione

Dtasso d'interesse riduzione aumento aumento riduzione riduzione aumento

RIDURRE IL DISAVANZO: UN BENE O UN MALE PER GLI INVESTIMENTI? Argomentazione classica: dato I = S - (G- T) una diminuzione del disavanzo, ottenibile con un aumento delle imposte o una riduzione della spesa pubblica, provoca un aumento degli investimenti privati.

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Contro-argomentazione: una stretta fiscale influenza anche il risparmio privato in quanto riduce la produzione, il reddito e quindi anche il consumo. L'investimento potrebbe quindi anche ridursi.

Capitolo 6: LE ASPETTATIVE, NOZIONI DI BASE PAG 142 TASSI DI INTERESSE NOMINALI E REALI Tasso di interesse nominale = tasso di interesse in termini di $ Se il tasso di interesse nominale per l'anno t it prendere a prestito un dollaro nell'anno t comporta il pagamento di 1 + it dollari nell'anno successivo. Tasso di interesse reale = tasso di interesse in termini di beni Se il tasso di interesse reale per l'anno t rt prendere a prestito l'equivalente di un bene nell'anno t comporta il pagamento di 1 + rt beni l'anno successivo. 1 + rt = (1 + it) Pt/Pet+1 L'inflazione attesa definita come la variazione attesa del prezzo in dollari del pane tra quest'anno e il prossimo, divisa per il prezzo quest'anno: pet = Pet+1-Pt/Pt dunque 1 + rt = 1 + it / 1 + pet che pu essere approssimata come rt = it - pet Il tasso di interesse reale (approssimativamente) uguale al tasso di interesse nominale meno l'inflazione attesa. Il tasso di interesse nominale e il tasso di interesse reale sono uguali solo quando l'inflazione attesa uguale a zero. Poich l'inflazione attesa solitamente positiva, il tasso di interesse reale tipicamente inferiore al tasso di interesse nominale. Quanto pi elevato il tasso di inflazione atteso, tanto minore il tasso di interesse reale. PAG 147 VALORE PRESENTE SCONTATO ATTESO Il valore presente scontato di un dollaro l'anno prossimo 1/1+it Poich il tasso di interesse nominale sempre positivo, il fattore di sconto sempre minore di 1: avere un dollaro l'anno prossimo vale meno che averlo oggi. Quanto pi alto il tasso di interesse nominale, tanto minore il valore presente di un dollaro l'anno prossimo Un dollaro oggi vale fra due anni : (1+it)(1+it+1) 2000 $1 1/(1+it) 1/(i + it)(1 + it+1) 2001 $(1 + it) $1 2002 $(i + it)(1 + it+1) $1

Nel caso generale il valore attuale : $Vt = $Zt + 1/(1+it) x $Zt+1 + 1/(1+it)(1+it+1) x $Zt+2 +? $Zt = pagamento corrente

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$Zt+1 = pagamento l'anno prossimo $Vt = valore in dollari oggi della serie di pagamenti Cap. 7: ASPETTATIVE, CONSUMO E INVESTIMENTO PAG 159 LA TEORIA DEL CONSUMO E IL RUOLO DELLE ASPETTATIVE Vi sono due tipi di ricchezza: la ricchezza non umana la somma della ricchezza finanziaria e della ricchezza immobiliare. La ricchezza finanziaria il valore totale delle azioni e dei titoli posseduti, dei depositi in banca, ecc. al netto delle passivit. La ricchezza immobiliare il valore della casa, se la si possiede, al netto delle rate del mutuo ancora da pagare, pi il valore di altri beni durevoli. la ricchezza umana il valore attuale del reddito da lavoro atteso al netto delle imposte: V(yet) la ricchezza totale la somma della ricchezza umana e non umana. Il consumatore lungimirante per decidere quanto consumare stimerebbe la sua ricchezza totale e consumerebbe, ogni anno, una frazione della sua ricchezza totale, in modo tale da mantenere il consumo approssimativamente costante nel corso di tutta la sua vita. Quali sono le conseguenze di questa decisione?

1. Il consumo una funzione crescente della ricchezza totale 2.Se in un particolare anno il livello costante di consumo eccede il reddito disponibile corrente, il consumatore prende
a prestito la differenza.

3.Se

invece il livello costante di consumo inferiore al reddito disponibile corrente, il consumatore risparmia la differenza.

Vincolo di bilancio intertemporale Assumiamo che esistano solo due beni, il bene 1 e il bene 2, e indichiamo con c1 e c2 le quantit del bene 1 e del bene 2 consumate dall'individuo rappresentativo y1 e y2, le quantit del bene 1 e del bene 2 possedute dall'individuo (dotazioni) p1 e p2, il prezzo del bene 1 e del bene 2. Il vincolo di bilancio di un consumatore ci dice che nessun individuo pu spendere pi di quanto possiede. Il valore del consumo deve quindi essere uguale al valore delle risorse: p1 c1 + p2 c2 = p1 y1 + p2 y2, oppure, esprimendo tutto in unit del bene 1 c1 + p2/ p1 * c2 = y1 + p2/ p1 * y2 ricordo che p2/ p1 = 1/1+r quindi V(Yt) = y1 + y2/1+r rappresenta la ricchezza umana Il vincolo di bilancio pu essere riscritto come: c1 + c2/1+r = y1 + y2/1+r Il valore presente scontato del consumo di ogni individuo deve essere uguale al valore presente scontato delle sue dotazioni GRAFICAMENTE y2 = V(Yt) * (1+r) - (1+r) * y1 Y2 B A Y2 C Y1 Y1

Da A a B do a prestito per avere pi beni domani (per ogni y1 dato a prestito avr 1+r beni domani) Da A a C prendo a prestito, restituir i beni domani

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I consumatori non prestano attenzione solo al reddito disponibile dell'anno in corso, ma cercano di prevedere il loro reddito futuro. L'idea che le decisioni di consumo dipendano dal livello della loro ricchezza totale. La risposta del consumo ad una variazione del reddito disponibile varier a seconda che la variazione venga percepita dagli individui come temporanea o permanente. Yp quel reddito che, costante, non altera il valore attuale della ricchezza umana (del flusso di redditi scontati). Se il tasso reale coincide con le preferenze intertemporali l'individuo consuma il suo reddito permanente Yp . y1 + y2/1+r + ? + yT /(1+r)T-1 = yp + yp/1+r + ? + yp/(1+r)T-1 allora vale che c1 = c2 = c3 =??.= yp C = Yp Il livello del consumo determinato dal reddito permanente, e non dal reddito corrente. La propensione marginale al consumo rispetto ad una variazione del reddito permanente uguale a 1: il consumo aumenta in misura pari all'incremento del reddito, quando tale incremento viene considerato permanente. E' plausibile che la propensione marginale al consumo rispetto ad una variazione del reddito corrente sia minore di 1. Questo accade se ad esempio ritengono che una riduzione del reddito corrente sia temporanea, essi ridurranno il loro livello di consumo in misura minore. Nelle fasi di espansione di fronte a un rapido e inatteso aumento di reddito i consumatori non aumenteranno il consumo in misura pari all'incremento del reddito, perch prevedono che l'espansione sia temporanea. Il consumo corrente pu variare anche se non muta il reddito corrente. Il consumo varia a seguito di variazioni della ricchezza totale, per cui una variazione , ad esempio, del reddito futuro atteso fa aumentare la ricchezza umana e quindi anche il consumo corrente. Il punto fondamentale della teoria del consumo basata sulle aspettative l'idea che la propensione marginale al consumo varia a seconda che la variazione del reddito corrente sia percepita come permanente o temporanea. La teoria suggerisce che la propensione marginale al consumo pari a 1 quando l'incremento del reddito percepito come temporaneo.

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