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La mediazione civile: laboratorio continuo tra luci ed ombre

Prof. Luca Possieri

Da marzo 2011 ormai obbligatoria, cio condizione di procedibilit in giudizio, la mediazione civile per le materie previste nel art.5 D.Lgs. 28/2010. I primi mesi di operativit cominciano a produrre i primi indicatori numerici che possono darci la cifra del tasso di sviluppo e diffusione dellistituto in questione sul territorio, in un contesto, quello della giustizia civile, i cui dati allarmanti continuano a preoccupare e a rappresentare un forte freno anche allo sviluppo e alla crescita economica. Sono risultate addirittura 5.602.616 le cause pendenti al 30 Giugno 2010, in un Paese, lItalia, che, con 4.768 contenziosi ogni 100.000 abitanti, 4 in Europa per tasso di litigiosit e tristemente connotato per i tempi biblici dei suoi procedimenti in sede civile. Sotto questo aspetto i vantaggi della mediazione saranno per il sistema giustizia indubitabili, con circa 300 mila controversie che andranno in mediazione obbligatoria nei primi 12 mesi, per diventare poi circa 700 mila con lintroduzione del condominio e del risarcimento danni da circolazione di veicoli e natanti, per un totale di quasi un milione allanno, se continuer anche lattuale trend di mediazioni volontarie. In coordinato con la riduzione della tempistica, la procedura in oggetto dura infatti come sappiamo solo 4 mesi, i vantaggi per il sistema della giustizia civile sarebbero veramente notevoli, anche se, come sottolineato dal Parlamento europeo, non pu e non deve essere solo questo lo spirito con il quale un Paese introduce e sviluppa uno strumento come la mediazione, indubbio volano di crescita economica e civile, capace di liberare risorse per lo sviluppo della collettivit. . Il 2011 sar ricordato probabilmente come lanno sperimentale della disciplina in oggetto, con lentrata in vigore della obbligatoriet del procedimento su alcune materie ( per le quali lesperimento del tentativo di mediazione condizione di procedibilit in giudizio) e con ladozione di ulteriori aggiustamenti normativi ad un settore che, probabilmente, continuer la sua vorticosa evoluzione, man mano che diventer strumento ordinario di composizione delle controversie. Un cammino ancora lungo, per, se si considerano le forti opposizioni che i provvedimenti in questione hanno sollevato presso alcuni operatori del settore, tra cui, in primis, una parte dellavvocatura. Vale la pena ricordare che il Tar del Lazio, , chiamato a pronunciarsi sul Decreto Ministeriale n. 180/2010, dichiara, con Ordinanza del 12 aprile 2011, n. 3202, non manifestamente infondata la questione di legittimit costituzionale su alcune parti del D.Lgs. n. 28/2010 ed invia il testo alla Corte Costituzionale. I dubbi di legittimit costituzionale fanno fondamentalmente riferimento a due punti: leccesso di delega in riferimento alla legge n. 69/2009 (art. 72 Cost.) ed il principio di accesso alla giustizia (art. 24 Cost.). In attesa del pronunciamento della Suprema Corte, ed in presenza di altri pi o meno fondati dubbi sollevati in altre sedi giudiziarie, il governo emana il D.M. 145/2011, attraverso il quale sembra ravvisarsi lintento di rimediare ad alcuni degli aspetti pi critici al vaglio della Consulta. Tra le pi importanti novit si segnalano la correzione dei criteri di determinazione delle indennit relative agli affari di mediazione ed il delinearsi della figura del mediatore sempre pi improntata alla professionalit e specializzazione. Nel frattempo il Parlamento europeo, con Risoluzione del 13 settembre 2011 ( 2011/2026 INI-), traccia una prima analisi sullattuazione della direttiva sulla mediazione negli Stati membri, evidenziando come i diversi Paesi abbiano recepito la suddetta direttiva e come labbiano differentemente adattata ai propri sistemi giudiziari. In tale Risoluzione si fa anche esplicito riferimento alla normativa italiana, con una nota di merito in relazione alla tempistica di

recepimento delle indicazioni dellUnione, evidenziando la scelta del nostro legislatore di normare in maniera abbastanza capillare listituto in questione, non sanzionando, ma anzi riconoscendo validit, anche alla scelta della obbligatoriet per determinate materie. Unica nota indicativa rivolta al nostro Paese quella, condivisibilissima, di non considerare la mediazione civile unicamente come strumento per deflazionare i carichi straripanti dei nostri tribunali civili, ma come anche uno strumento di grande civilt giuridica, oltre che sociale, che, nella riduzione dei tempi e dei costi di soluzione delle controversie, pu e deve liberare risorse indispensabili alleconomia e alla collettivit nel suo insieme. Allo stesso modo la Risoluzione del parlamento europeo del 25 ottobre 2011 ( 2011/2117 INI) traccia un excursus sui metodi ADR in generale e sui conflitti relativi alle questioni dei consumatori in particolare, relativi agli Stati membri, facendo il punto della situazione e dando importanti indicazioni per lo sviluppo ed il consolidamento futuro dellinsieme dei metodi di risoluzione stragiudiziale delle controversie.

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