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CAPITOLO 8 La dinamica evolutiva dellimpresa

Lazione di governo dellimpresa si configura come modifica in senso evolutivo della struttura operativa. Lesercizio di tale attivit richiede un opportuno modello in grado di offrire una rappresentazione efficace della dinamica evolutiva della struttura. Lazione di governo si pu manifestare attraverso: Adeguamenti connessi alla modifica delle relazioni tra componenti in costanza dello schema organizzativo di massima e definito; Trasformazioni connesse ad interventi che vanno ad incidere sullo schema organizzativo definito; Ristrutturazioni riguardanti azioni tese a modificare lo schema organizzativo di massima. Possiamo distinguere in: Ristrutturazione fisiologica perch viene eseguita dallorgano di governo, se la modifica interessa lorgano di governo si parla di ristrutturazione patologica, quindi la ristrutturazione creer qualche sovra-sistema che andr a creare una situazione di crisi, quindi limpresa potrebbe perdere la sua identit specifica. Lidentit di specie (creare valore e rispettare vincoli e principi di economicit), diversa dallidentit specifica (riflette limmagine dellimpresa), due imprese non saranno mai uguali. La struttura presenta due caratteri in termini di: Elasticit intesa come attitudine dellorgano di governo ad adeguare la struttura nel tempo; Flessibilit intesa come attitudine dellorgano di governo a trasformare e/o ristrutturare la struttura specifica nel tempo. LOdG deve dirigere la dinamica evolutiva dellimpresa, limpresa considerata sistema quindi formato da due macro-componenti cio OdG e struttura, dove lOdG si pone allesterno. Dovremmo costruire un modello con riferimento al modello costi - ricavi - contribuzione - profitto. La struttura pu essere mono prodotto cio un business; o pluri prodotto cio pi business quindi i prodotti possono appartenere a settori diversi. La rappresentazione della evoluzione della struttura parte dalla distinzione tra: Costi di struttura sono a domanda indipendente cio non dipende dalla produzione ha natura di costo fisso ma non tutti i costi fissi hanno natura di costi di struttura, hanno valenza strategica, cio lorgano di governo pensa a lungo termine, prevede il futuro; Costi di utilizzo struttura sono a domanda dipendente quindi dipendono dalla produzione. EX. Impresa che produce due prodotti: Portafoglio prodotti 1 2 1+2 Costo di utilizzo struttura unitario L/prezzo 120 80 Ricavo unitario L/prezzo 200 100 Costi di struttura L 60000 Produzione prevista a budget n.prezzi 1000 3000 4000 Produzione prevista a budget % 25 75 100 Al generico stato Sij associato il costo utilizzo della struttura: Cu=120*0,25+80*0,75=90 L/unit di mix Ed il ricavo unitario: p=200*0,25+100*0,75=125 L/unit di mix R(q)=p*q RT Cu(q)=Cu*q Costo totale di utilizzo struttura Ct(q)=CS+Cu*q Costo totale di produzione P(q)=R(q)-Ct(q)=p*q-CS-Cu*q=q*(p-Cu)CS Profitto Dal profitto e imponendo la condizione che sia P(q)=0 per q=q: (p-Cu)*q-CS=0 Si ricava: q=CS/p-Cu= CS / MC= Costo di struttura/Margine di Contribuzione= 60000/35=1724,2 unit di mix q barra rappresenta la quantit di unit di mix alla quale corrisponde lequilibrio tra Ct(q) cio i costi totali e R(q) cio i ricavi. Unit di mix si ricava facendo la media dei costi e dei prezzi delle unit di mix. (Spiegazione grafico a pg.27) Allaumentare del numero della quantit i costi rimangono fissi (CS). q di equilibrio identifica la quantit di equilibrio, quindi i ricavi eguagliano i costi totali dando come risultato un profitto uguale a zero, perch il profitto R-C. C>R quindi il profitto minore rispetto ai costi vi una perdita. Il punto in cui coincidono la curva dei Ct e la curva dei R, il profitto uguale a zero e coincide con la quantit di equilibrio, tale punto viene definito break even point, punto di rottura in cui CT=R. Se faccio differenza tra Alfa e Beta (a-b), ottengo il margine di contribuzione. Le grandezze caratteristiche dello stato della struttura: MC=(p-Cu)

Le azioni di governo: una classificazione Azioni di governo Modifica delle relazioni e delle componenti periferiche della struttura Adeguamento ampliata Trasformazione della schema organizzativo definito Ristrutturazione fisiologica dello schema organizzativo di max Ristrutturazione patologica dell'idea imprenditoriale (cambiamento sostanziale dell'identit) Gli adeguamenti: la rappresentazione attraverso la curva di isocosto di struttura (Spiegazione grafico a pg.35) Variano solo le relazioni tra le componenti mentre lidentit, lo schema organizzativo definito e di massima rimangono costanti. (Figura 8.5 pg.39 libro) Vi sono ricavi attesi nel modello, ma non detto che ci siano perch lOdG non pu prevedere quanti ricavi avr in futuro. LOdG sta simulando che i ricavi attesi rimangono costanti, il rettangolo D-C-TC11 il nostro CS e il segmento A-D sono i ricavi attesi. Il ricavo di equilibrio quindi sono le vendite profittevoli e se le moltiplico per il tasso di contribuzione ottengo il profitto. Il profitto dato da A-B-CD esprime il profitto. Se diminuiscono i ricavi di equilibrio e le vendite profittevoli aumentano, aumenta anche il profitto. Azioni dellOdG per la valorizzazione delle capacit incorporate (produttive e mercatistiche): Azioni Connesse allincremento dellefficienza della sub-struttura tecnica (migliore utilizzo delle economie di apprendimento e riduzione di sprechi);

Azioni Connesse al miglioramento dellelasticit della struttura:

1. lelasticit di prodotto che si riferisce alla possibilit di inserire o eliminare un prodoto dal 2. 3. lelasticit di prezzo, che si riferisce alla capacit di governare nel tempo la differenza tra
valore percepito dal cliente e prezzo praticato, incidendo su ambedue tali grandezze; 4. elasticit di approvvigionamento, intesa come capacit di governare le relazioni tra impresa e sistemi di approvvigionamento. Azioni Connesse al pi spinto utilizzo della capacit produttiva con incremento delle quantit prodotte e vendute. Le trasformazioni (Figura 8.6 pg.42 libro). Ristrutturazione fisiologiche. Identit costante, varia lo schema organizzativo di max (si modifica perch non era prevista), varia lo schema organizzativo definito e variano anche le relazioni e componenti. Nel caso delle ristrutturazioni fisiologiche varia lo schema organizzativo definito e di massima e le relazioni tra le componenti mentre lidentit specifica rimane costante. Nel caso delle ristrutturazioni patologiche variano le relazioni tra le componenti, lo schema organizzativo di massima e definito e lidentit specifica. Il perseguimento del vantaggio competitivo e la creazione di valore sono le condizioni che assicurano lelevata probabilit di sopravvivenza al sistema. mix; lelasticit di mix, che si riferisce, alla capacit di variare il peso relativo dei singoli prodotti;

CAPITOLO 9 Dinamica evolutiva e creazione di valore: modelli di analisi e azione di governo


PROFITTO, CONTESTO, VANTAGGIO COMPETITIVO E VALORE (pg.62)

La leva operativa esprime, per un dato stato della struttura, lelasticit del profitto in relazione ai ricavi di vendite. Lelasticit del profitto pu essere: <1 curva inelastica; =1 curva ad elasticit unitaria o anelastica; >1 curva elastica. La leva operativa esprime: La vulnerabilit dellazienda in presenza di mercati in contrazioni o in contesti di non controllo della dinamica della domanda; Lattitudine potenziale dellimpresa a tradurre in vantaggi economici gli aumenti delle vendite. Il rapporto R(ricavo di equilibrio)/R(ricavo) viene a correlarsi al ciclo di vita del mercato in cui opera limpresa: Un valore elevato di tale rapporto pu essere interpretato positivamente in un mercato in sviluppo; Un valore basso di tale rapporto pu essere considerato positivamente in un mercato maturo. Lincremento atteso del profitto dipende da: Tasso di contribuzione che quantifica le conseguenze sul tasso di contribuzione appunto, di una determinata variazione nei costi di struttura; Leva vendite profittevole che esprime in che misura lincremento dei ricavi si traduce o meno in incremento delle vendite profittevole. Matrice delle azioni di sviluppo (pg.94) Le azioni di sviluppo (situazione migliore per limpresa), si caratterizza per il conseguimento di significativi miglioramenti nellimpiego delle capacit incorporate: lelevato valore dellelasticit delle vendite profittevoli rispetto alle vendite attese, quindi lincremento delle vendite profittevoli la risultante del duplice effetto della diminuzione del ricavo di equilibrio e dello sviluppo dei ricavi. Ne deriva un aumento del profitto per effetto congiunto dellincremento del tasso di contribuzione e delle vendite profittevoli. Le azioni di crescita si caratterizzano per il conseguimento di incrementi rilevanti nellentit dei ricavi di vendite conseguenti ad aumenti delle quantit vendute. Tali incrementi possono essere accompagnati da un aumento del ricavo di equilibrio. Ne deriva un effetto positivo sul profitto. Maggiore vulnerabilit dellimpresa in situazioni di mercati in contrazione. Le azioni di mera crescita dimensionale (situazione peggiore per limpresa), si caratterizza per un incremento dei costi di struttura non accompagnato da un adeguato incremento del tasso di contribuzione. La leva delle vendite profittevoli pu assumere anche valore negativo con contrazioni nel profitto atteso. Modificazioni comportano una maggiore vulnerabilit dellimpresa in relazione allandamento della domanda: anche modeste oscillazioni in diminuzione, rispetto al livello dei ricavi attesi, pu generare contrazioni di profitto.

Sviluppo del profitto di efficaciaed efficienza (eventualepro tempore)

M Im +

CONSONANZ DEL SISTEM IMPRESACON A SISTE

Le azioni di razionalizzazione sono caratterizzate da diminuzioni del ricavo di equilibrio per effetto di significativi miglioramenti nellimpiego delle capacit incorporate. Ci provoca un decremento dei ricavi di equilibrio. Lincremento significativo del tasso di contribuzione pu consentire un aumento del profitto pur in presenza di un basso valore della leva delle vendite profittevoli.

CAPITOLO 10 Il sistema finanziario


Tra i sovra sistemi particolare importanza riveste quello finanziario. Limpresa un sistema. Lo Stato un sistema. In sistema abbiamo 2 macro-componenti: la struttura dove non emerger mai il sistema se non avr un organo di governo. La crisi finanziaria dovuta dalla mancanza di un organo di governo che abbia autorevolezza ed efficacia nella propria azione o dalla mancanza totale di autorevolezza ed efficacia. Dalla struttura logica allemergere del sistema finanziario Si delinea la struttura logica, intesa come insieme organizzato di componenti, istituzioni, mercati ed imprese, idonei a svolgere specifiche funzioni ed assumere quindi uno specifico ruolo nellambito dellemergere del sistema. In tale sistema organizzato agiscono a diversi livelli, le autorit di vigilanza, che fissano le regole e ne garantiscono lapplicazione, i mercati che rappresentano degli spazi economici nei quali si vengono a negoziare, in modalit anonima e standardizzata, transazioni finanziarie; le imprese in cui si ricomprendono sia gli intermediari finanziari che svolgono, in via principale, unattivit basata sulla produzione e sulla negoziazione di transazioni finanziarie sia i fornitori di servizi come le societ di rating, i fornitori di servizi informativi, le societ di consulenza, ecc. Con specifico riferimento alle impostazioni caratterizzanti lorganizzazione dei mercati finanziari sufficiente ricordare che i flussi finanziari possono essere incanalati dagli operatori in surplus a quelli in deficit attraverso due modalit principali: i canali diretti (mercato di borsa) e quelli indiretti (lintermediazione) che caratterizzano, il capitalismo dei paesi anglosassoni e dellEuropa continentale e del Giappone. Emerge il sistema finanziario orientato al del trasferimento di risorse finanziarie dai risparmiatori ai prenditori. Lemergere del sistema dalla struttura colto, come unorganizzazione di livello superiore, risultante cio dalla aggregazione di entit pi semplici, come sono i mercati e le imprese, volta alla ricerca di una sempre pi efficace armonia tra i flussi di risparmio ed i flussi di impiego. Lefficacia del sistema finanziario: tra efficienza e stabilit La dinamica evolutiva del sistema finanziario stimolata dal processo di integrazione dei mercati finanziari. Lintegrazione resa possibile dallo sviluppo tecnologico, i progressi dellinformation technology hanno inciso su due funzioni: la capacit di calcolo, elaborazione e archiviazione dati da un lato dellefficienza delle comunicazione dallaltro alternando sia loperativit dei mercati finanziari che gli standard di servizio proponibili dagli operatori dellindustria finanziaria. La dinamica evolutiva del sistema finanziario ha comportato impatti significavi di ordine sociale ed economico tra i quali: a) laccesso ai mercati finanziari da parte di una popolazione sempre pi ampia di operatori con arricchimento della strumentazione finanziaria disponibile; b) lo sviluppo della capacit a ridurre le asimmetrie informative tra unit in surplus e unit in deficit finanziario; c) la contrazione dei costi di transazioni e di informazione in condizioni di sempre maggiore rapidit e sicurezza delle transazioni; d) la contrazione dei costi di agenzia intesi come risultante dei costi di monitoraggio; e) lo sviluppo di condizioni di concorrenza sempre pi spinta tra gli operatori dellindustria finanziaria. La dinamica evolutiva del sistema finanziario si andata caratterizzando per una crescente efficacia. Efficacia da intendersi come capacit al conseguimento della finalit sistemica della sopravvivenza. Capacit di intermediazione del sistema sotto i profili quantitativo e qualitativo. Sotto il profilo qualitativo, due considerazioni con riferimento alle relazioni tra sistema impresa e sistema finanziario: si va realizzando un processo sempre pi concreto di integrazione tra sistema impresa e sistema finanziario verso il conseguimento della risonanza sistemica. Tale processo deve basarsi sulla realizzazione di una consonanza strutturale attraverso larricchimento della strumentazione finanziaria disponibile. Il processo di innovazione finanziaria si infatti andato sviluppando a partire dagli anni 70. Viene dato crescente rilievo allobiettivo della riduzione delle asimmetrie informative. Nella prima fattispecie il sistema finanziario, si limita a realizzare, in condizioni di efficienza operativa, lallocazione di risorse finanziarie disponibili o comunque attivabili in presenza, da un lato, di un corretto profilo di rischio-rendimento dellinvestimento cosi come proposto dal prenditore e, dallaltro, delle proprie capacit a percepire compiutamente le attese dellinvestitore.

Nella seconda fattispecie, il sistema finanziario deve caratterizzarsi per una capacit strutturale a delineare il corretto profilo di rischio-rendimento dellinvestimento valutando la corretta possibilit di finanziamento di questultimo per poi incanalarlo verso investitori che siano in armonia con il profilo cosi definito. Lefficacia sistemica viene a collegarsi alla capacit a garantire la corretta allocazione delle risorse scarse tra impieghi in concorrenza riducendo le asimmetrie informative in condizioni di efficienza operativa. Sviluppo concorrenza con una regolamentazione per assicurare comportamenti adeguati da parte degli operatori interessati alle attese dai sistemi interessati alla dinamica del sistema finanziario. Le impostazione a base della regolamentazione hanno lobiettivo di svolgere unazione di indirizzo a che strutture e condotte siano atte ad assicurare al sistema una dinamica evolutiva caratterizzata da efficacia ed efficienza. LA QUALIFICAZIONE IN CHIAVE VITALE DEL SISTEMA FINANZIARIO Attraverso lestrapolazione dallinsieme delle decisioni di quelle di natura strategica e cio di governo e, di indirizzo del sistema si qualifica il sistema vitale impresa, caratterizzando appunto dallorgano di governo e dalla struttura operativa. Questa, sintesi di decisioni e processi operativi, viene a rappresentare larea della gestione. Il sistema finanziario si caratterizza come sistema vitale caratterizzato da un organo di governo e da una struttura operativa. Un sistema che ha come finalit quello di sviluppare lattivit di intermediazione in condizioni di efficienza incrementando cosi la probabilit di sopravvivenza o, ci che lo stesso, la capacit di prevenzione dellinstabilit finanziaria. Un rischio di instabilit finanziaria che non pu essere che non pu essere gestito solo da una Autorit nazionale ma richiede una forma di governo della finanza globale. Su iniziativa dei Ministeri delle Finanze dei paesi pi industrializzati hanno istituito un Forum per la stabilit finanziaria che riunisce in un'unica sede governi, banche centrali e autorit di supervisione. Lorgano di governo: lesperienza italiana nel contesto europeo Con lintroduzione della moneta unica la conduzione della politica monetaria a livello europeo stata trasferita al Sistema europeo di banche centrali (SEBC) costituito dagli istituti di emissione dei paesi partecipanti allUE e dalla Banca centrale Europea (BCE). Il SEBC si qualifica come un sistema con la finalit della stabilit da conseguire, con una politica monetaria comune. Il Trattato stabilisce, infatti, che deve essere conciliata lesigenza di unicit della politica monetaria con il principio della sussidiariet che tende a realizzare il massimo decentramento possibile sorto il profilo operativo. Ecco quindi che si delinea una ripartizione di funzioni nel contesto del processo decisionale: Le funzioni decisionali in materia di politica monetaria, in particolare quelle relative ai tassi di interesse e alle riserve obbligatorie, sono accentrate nella BCE; La gestione operativa delle politica monetaria affidata alle banche centrali nazionali. Le considerazioni formulate consentono di rilevare: 1) Lesistenza di un sistema vitale finanziario a livello europeo (sistema di ordine L) con un organo di governo ed una struttura operativa. Organo di governo di tale sistema la BCE; la struttura operativa rappresentata dalle banche centrali dei paesi membri dellUE. 2) Lesistenza di un sistema finanziario di ordine L-1 a livello di singoli paesi partecipanti allUE. Lattivit di indirizzo, coordinamento e controllo sulla struttura operativa, mercati e intermediari creditizi affidata alla CONSOB ed alla Banca dItalia. Si in sostanza realizzata una forte spinta allo sviluppo di imprenditorialit con capacit di autoregolamentazione della struttura attraverso la gestione dei mercati privatizzati affidati agli operatori e lautonomia strategica ed operativa riconosciuta agli intermediari finanziari, bancari e non bancari, con una conseguente netta ripartizione tra attivit di impresa degli operatori e attivit di indirizzo e controllo di competenza delle autorit. La struttura: componenti, relazioni e processi gestionali con riferimento in particolare allesperienza italiana I mercati possono essere classificati in diretti ed organizzati. I primi sono riferiti a contesti in cui unit in surplus ed unit in deficit negoziano direttamente le condizioni dimpiego del risparmio; i secondi a contesti organizzati in cui vengono scambiati impersonalmente titoli standardizzati, secondo regole prefissate, in grandi quantit dando luogo a prezzi ufficiali. Per questa ragione nei mercati finanziari organizzati svolgono un ruolo significativo gli intermediari finanziari, che intervengono come prenditori e datori di fondi. Gli intermediari si interpongono fra i risparmiatori e gli utilizzatori di fondi. Gli intermediari finanziari consentono alle unit in deficit di creare attivit di determinate caratteristiche ed emettono attivit finanziarie indirette con caratteristiche apprezzate dalle unit in surplus. Per quanto attiene lefficienza dei mercati organizzati, James Tombin, in un saggio del 1984, cosi individua i momenti salienti che la qualificano: Efficienza informativa: i prezzi dei titoli riflettono in ogni momento tutte le informazioni disponibili;

Efficienza valutativa: le informazioni disponibili sono utilizzate nel modo corretto per determinare il valore dellimpresa che viene cosi a riflettersi nei prezzi; Efficienza di completezza: la possibilit di realizzare scambi relativi a tutte le scadenze e a tutte le possibili future eventualit; Efficienza funzionale: il mercato non serve solo a se stesso ma d un contributo alleconomia. Se ne pu aggiungere un quinto efficienza tecnico operativa cio linsieme dellorganizzazione e delle procedure grazie alle quali il mercato svolge, a costi minimi, le sue funzioni. I mercati organizzati possono essere classificati in relazione alle loro funzioni in: Mercato primario e secondario; sul mercato primario, si crea lattivit finanziaria, emettendo e collocando, ad es., un prestito obbligazionario; mercato secondario nel quale avvengono transazioni relative ad attivit finanziarie gi in circolazione; Mercato monetario e mercato dei capitali. Tale distinzione si basa sulla durata delle attivit finanziarie; il mercato monetario si riferisce alle negoziazioni di attivit finanziarie a breve scadenza (meno di 18 mesi) mentre sul mercato dei capitali si negoziano attivit finanziarie a medio-lungo termine (oltre 18 mesi) relative sia ad azioni che ad obbligazioni. Secondo il ruolo svolto dalle banche e dai mercati, possiamo distinguere tra sistemi finanziari orientati agli intermediari (bank based) e sistemi finanziari orientati ai mercati (market based). Nei sistemi bank based la propriet delle imprese altamente concentrata, le relazioni tra banche e imprese si sviluppano in unottica di lungo periodo, il numero delle imprese quotate in borsa relativamente modesto in rapporto alle potenzialit del tessuto produttivo. Nei sistemi market based la propriet delle imprese si caratterizza per lazionariato diffuso, le relazioni tra banche ed imprese sono improntate al breve periodo, il numero delle imprese quotate in borsa rilevante in rapporto alla struttura industriale.

Gli Intermediari finanziari


Lintermediario colui che trasferisce lattivit finanziaria, si interpone tra lunit in surplus e lunit in deficit. Il sovra-sistema divide gli intermediari in due categorie: Intermediario bancario; Intermediario finanziario. Gli intermediari finanziari e le banche possono esercitare attivit di intermediazione mentre gli intermediari finanziari non possono fare attivit bancaria. Intermediari finanziari sono: societ di factoring, leasing, fondi comuni dinvestimento, societ di intermediazione mobiliare (SIM), assicurazione, societ finanziarie e fiduciarie, fondi pensione. Abbiamo altri intermediari che non possono esercitare attivit bancaria. Intermediari finanziari devono essere iscritti in due elenchi art. 106 e 107 del T.U., tenuto dalla banca dItalia e presso il Ministero dellEconomia e Finanze. Attivit di supporto produco beni (consulenze, servizi di rating (valutazione di imprese) ecc.), imprese di supporto permettono agli intermediari di svolgere le proprie attivit. Financial stability point istituito nel 1999. Negli anni 70 ci fu il fallimento di una banca tedesca che provoc una reazione da parte di tutte le banche centrali (Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno unito, Svezia, Lussemburgo, Svizzera e Spagna),m istituirono un organismo di consultazione chiamato Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Ha sede a Basilea e si riunisce per la banca dei regolamenti internazionali sottoposta alla giurisdizione della Svizzera. Patrimonio di vigilanza viene messo da parte per il rischio di credito o default (non inferiore all8%), che viene chiamato capitale allocato. Esistono tre tipi di rischi: credito, mercato, operativo. Rischio operativo dato dallerrore del dipendente ad esempio. India e Cina non applicano Basilea2 alle proprie banche. A livello mondiale non esiste un organo di governo che riesce a fare regole. UE ha obbligato tutti gli intermediari ad applicare Basilea2. A livello comunitario abbiamo come organo di governo la BCE e come struttura il sistema europeo delle banche centrali. Organi di governo a livello internazionale: Banca regolamenti internazionali; Financial Stability Forum; International Organitation; Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Banca Mondiale); Fondo monetario internazionale. Non esiste un organo di governo che abbia autorevolezza.

CAPITOLO 11 Il rischio nellazione di governo: verso la qualificazione del capitale allocato


Il rischio viene correlato alla possibilit che, in un determinato intervallo di tempo, si possano manifestare eventi capaci di influire significativamente sul conseguimento di un determinato obiettivo. La qualificazione del concetto di rischio, richiede, anzitutto, di precisare le diverse categorie di eventi in relazione alla diversa possibilit e capacit del decisore di valutare ex-ante la probabilit del loro verificarsi. Diverse definizioni (Corsani): Rischi connessi ad eventualit note agli operatori nella sussistenza ed incerte riguardo alla misura ed allo sviluppo delle loro particolari manifestazioni nel tempo e nello spazio; Rischi collegati ad eventualit ignote agli operatori anche nella sussistenza almeno con riguardo allattuazione di determinate operazioni aziendali e quindi note soltanto come generiche eventualit di danno che gravano sulla gestione. Diverse definizioni (Bertini): Rischi connessi ad eventi ipotizzabili, legati a situazioni note della vita dellazienda e dellambiente economico sociale che possono pertanto essere previste nel loro concreto manifestarsi con attendibile probabilit; Rischi connessi ad eventi poco ipotizzabili, legati a situazioni aziendali e dambiente meno note il verificarsi delle quali, solo in una certa misura, pu essere ipotizzato attraverso stime di probabilit; Rischi connessi ad eventi non ipotizzabili, ricollegati a situazioni di assoluta anormalit. Essi presentano un carattere ignoto e rifuggono da qualsiasi quantificazione. Diverse definizioni (Dezzani); Il rischio statico, caratterizzato dalla preventiva conoscenza della distribuzione di probabilit dei futuri accadimenti che possono generare eventi dannosi per limpresa; Il rischio quasi dinamico qualificato dalla non conoscenza preventiva della distribuzione degli accadimenti futuri, che pu essere peraltro ricondotta ad una distribuzione nota attraverso tecniche statistiche; Il rischio dinamico connesso ad accadimenti per i quali vi una assoluta impossibilit di previsione da parte degli individui. Altri autori: Conti distingue in: rischi puri ed alee. I rischi puri, detti anche asimmetrici o ad effetti unilaterali, possono produrre solo conseguenze negative; le alee detti rischi speculativi, simmetrici o ad effetti bilaterali, possono produrre anche opportunit. Per Bianconi il rischio unicamente puro e non va confuso con lalea, propria della sola finanza. Capaldo fa coincidere lalea con il rischio speculativo, distinto da quello puro. Tassonomia dei rischi significa classificazione dei rischi. Possiamo distinguere tra: Rischi finanziari che si distinguono in: rischi di mercato, di liquidit, di credito; Rischi non finanziari che si distinguono in: rischi strategici, operativo, reputazionale, di compliance (rischi legali), di informazione e conoscenza; Rischi puri o asimmetrici nellimpresa: rischi connessi alle persone (malattie, infortuni, salute, sicurezza), rischi connessi i beni anche intangibili (furti, incendi, trasporti, ecc.); rischi connessi a responsabilit extracontrattuali (verso dipendenti, verso terzi, ecc.). Il rischio di mercato pi facilmente quantificabile attraverso stime probabilistiche rispetto ai rischi di liquidit e di credito. Prima di parlare dei rischi non finanziari dobbiamo distinguere tra rischi finanziari e di business, perch il business lattivit finanziaria stessa, i rischi finanziari sono di completamento rispetto a quelli di business. I rischi di business sono relativi a scelte di prodotto, di prezzo, ecc. compiute dallimpresa industriale sui mercati reali. I rischi non finanziari riguardano in gran parte le attivit reali dellimpresa, ma non escludono importanti aspetti finanziari, come lequilibrio tra capitale proprio e di credito. I rischi operativi riguardano le tipiche attivit svolte dallimpresa. I rischi strategici gravano sul legame impresa e contesto ed interessano prevalentemente la sfera dazione dellorgano di governo. Il rischio intersistemico o anche rischio relazionale o di interdipendenza pu derivare dai rapporti con le entit del contesto. Quanto maggiore larmonia che lorgano di governo riesce a stabilire con le singole entit tanto minore il rischio di tensioni intersistemiche. Esistono due tipi di eventi: Ripetibili per i quali possibile effettuare ex ante valutazioni attendibili sul loro verificarsi e sulle relative conseguenze; Non ripetibili, per i quali tale possibilit non sussiste.

Possiamo distinguere due tipi di rischi: Rischio aleatorio causati da eventi che hanno natura ricorrente; Rischio di non conoscenza, causati sia da eventi ignoti sia da eventi che lorgano di governo dellimpresa non ritiene di considerare poich, pur avendo coscienza della possibilit del loro verificarsi, non ne riesce a valutare le probabilit del manifestarsi e le possibili conseguenze sui risultati attesi, anche perch levento stesso pu essere interrelato con altri eventi.

CAPITOLO 13 Verso la creazione di valore: tra assetti proprietari, redditivit e rischio


La creazione di valore rappresenta un obiettivo a cui il management deve far rifermento. Lapproccio sistemico offre un contributo rilevante al tema del valore. Per esprimere il valore creato dallimpresa dobbiamo, anzitutto, considerare un indice di redditivit che tenga conto anche del rischio. Ai nostri fini facciamo riferimento al seguente: ROCA= P/CA Nellimpresa a propriet forte(grafico pg. 244), la propriet negozia con il management la remunerazione. Nellimpresa a propriet debole o manageriale, limpresa subisce le attese e pressioni del sistema finanziario. La creazione di valore per limpresa a propriet a forte risulta dallespressione: SVA=(ROCA-ROE)MP La creazione di valore nellimpresa a propriet debole o manageriale (grafico pg.247), risulta dalla seguente espressione: SVA= (ROCA-(Rf+Pm))MP

Dove: ke=Rf+Pe Rf: risk-free rate; Pe: premio per il rischio Pe=*Pm Pm: premio medio di mercato; :coefficiente che esprime il grado di rischiosit.

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