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Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

SOMMARIO 1 INTRODUZIONE .................................................................................................. 1 1.1 1.2 1.3 2 PREMESSA ....................................................................................................... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ......................................................................... 2 OBIETTIVI DEL PIANO DELLA CARATTERIZZAZIONE......................................... 5

ANALISI DEI DATI ESISTENTI E INQUADRAMENTO DEL SITO .......... 9 2.1 2.2 2.3 DATI RACCOLTI ............................................................................................... 9 RICOSTRUZIONE STORICA DELLE ATTIVIT SVOLTE SUL SITO........................ 19 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO ......................................................... 23 2.3.1 Inquadramento geografico e descrizione del sito .............................23 2.3.2 Inquadramento morfologico .............................................................24 2.3.3 Inquadramento geologico3 ................................................................24 2.3.4 Inquadramento idrografico ed idrologico3 .......................................26 2.3.5 Inquadramento idrogeologico3 .........................................................26 2.4 INDAGINI GEOFISICHE E SONDAGGI REALIZZATI ............................................ 27 2.4.1 Esiti delle tomografie ........................................................................31 2.4.2 Indagini dirette effettuate..................................................................44 2.5 FORMULAZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE PRELIMINARE ..................... 46

PROPOSTA DEL PIANO DI INDAGINI AMBIENTALI.............................. 49 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 STUDIO GEOLOGICO-STRUTTURALE .............................................................. 50 TOMOGRAFIE ................................................................................................ 52 INDAGINI DI CAMPO PREVISTE SUI TERRENI ................................................... 53 INDAGINI DI CAMPO PREVISTE SULLE ACQUE DI FALDA ................................. 56 INDAGINI DI CAMPO PREVISTE SULLE ACQUE METEORICHE DI
RUSCELLAMENTO .......................................................................................... 58

3.6 3.7

ANALISI CHIMICA DEI TERRENI E DELLE ACQUE ............................................ 59 INDAGINI SUI RIFIUTI ..................................................................................... 63

ALLEGATO 1: Piano di indagine. Scala 1:4000 ALLEGATO 2: Ubicazione sondaggi per valori di fondo naturale. Scala 1:5000

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

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ELENCO FIGURE Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Ubicazione dei profili di tomografia elettrica. ............................................. 29 Tomografia profilo B1. ................................................................................ 32 Tomografia profilo B2 ................................................................................. 33 Tomografia profilo B3 ................................................................................. 34 Tomografia profilo B4 ................................................................................. 35 Tomografia profilo B5 ................................................................................. 36 Tomografia profilo B6 ................................................................................. 38 Tomografia profilo B7 ................................................................................. 39 Tomografia profilo B8 ................................................................................. 40

Figura 10 Tomografia profilo B9 ................................................................................. 42 Figura 11 Tomografia profilo B10 ............................................................................... 43 Figura 12 Tomografia profilo B11 ............................................................................... 44 Figura 13 Ubicazione sondaggi indagini dirette. .......................................................... 45 Figura 14 Rappresentazione grafica del modello concettuale. ..................................... 47 Figura 15 Scenari analizzati. ........................................................................................ 48

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ELENCO TABELLE Tabella 1 Elenco degli elaborati progettuali acquisiti.................................................... 9 Tabella 2 Elenco della documentazione acquisita ....................................................... 11 Tabella 3 Caratteristiche tecniche dei profili di tomografia elettrica .......................... 28 Tabella 4 Range di resistivit degli strati intercettati................................................... 31 Tabella 5 Elenco delle analisi da effettuare per la definizione dello stato di contaminazione del suolo ............................................................................. 60 Tabella 6 Elenco delle analisi da effettuare per la definizione dello stato di contaminazione delle acque ......................................................................... 62 Tabella 7 Elenco delle analisi da effettuare per la caratterizzazione del percolato ..... 64

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1 1.1

INTRODUZIONE PREMESSA

In data 20-04-2010 lAMIA S.p.A., in amministrazione straordinaria, rappresentata dai Commissari giudiziali Dott. Giuseppe Romano, Dott. Sebastiano Sorbello e Dott. Paolo Lupi affidava al sottoscritto Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, iscritto allOrdine degli Ingegneri della Provincia di Catania con il numero 2681 lincarico di Elaborazione di un studio tecnico-specialistico finalizzato alla individuazione e descrizione delle criticit connesse alla discarica sita in localit Bellolampo (PA) e alla indicazione di appropriati interventi strutturali e gestionali di mitigazione. Sulla base delle criticit strutturali e gestionali riscontrate, nonch delle indagini tomografiche effettuate, si evidenziata (sin dalla relazione iniziale consegnata il 20 aprile 2010) la necessit di avviare immediatamente, per lintera area, le procedure previste dalla normativa vigente in tema di siti potenzialmente contaminati, e le necessarie attivit di caratterizzazione ed analisi di rischio per valutare la presenza di eventuali contaminazioni della matrice suolo e acque (sotterranee e superficiali). Solo dopo unaccurata caratterizzazione dellarea, si potr, infatti, procedere con gli opportuni interventi di bonifica e/o messa in sicurezza permanente, previa sagomatura del corpo dei rifiuti. Con successivo disciplinare lAMIA S.p.A., in amministrazione straordinaria, rappresentata dai Commissari giudiziali, Dott. Sebastiano Sorbello, Dott. Paolo Lupi e Dott. Giosu Marino ha affidato al sottoscritto Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, lincarico per uno Studio finalizzato alla elaborazione del piano di caratterizzazione della discarica per rifiuti non pericolosi sita in localit Bellolampo (PA) e di supporto specialistico alle attivit di infrastrutturazione e gestione del sito. Con riferimento allincarico, il presente documento costituisce il piano della caratterizzazione della piattaforma Bellolampo - Palermo.

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1.2

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Gli interventi di bonifica di siti contaminati sono disciplinati sia da norme generali che da norme specifiche relative alle varie matrici ambientali (acqua superficiale, acqua sotterranea e suolo). In data 14 aprile 2006 stato pubblicato il D.L. n. 152 del 3 aprile 2006 Norme in materia ambientale che alla parte quarta regolamenta la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati. In generale, per la progettazione di interventi di bonifica di siti inquinati, si fa riferimento ai seguenti strumenti normativi (a titolo di riferimento vengono riportate anche le norme abrogate): Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (decreto Ronchi): Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CEE sugli imballaggi (abrogato); Decreto Legislativo 8 novembre 1997, n. 389: Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi, di imballaggi e di rifiuti di imballaggio (G.U. n. 261 novembre 1997) (abrogato); Legge n. 426 del 9 dicembre 1998: Nuovi interventi in campo ambientale; Decreto Ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471: Regolamento recante criteri, procedure e modalit per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dellarticolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni (abrogato); Legge 23 marzo 2001, n. 93: Disposizioni in campo ambientale (abrogato art. 19); Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006: Norme in materia ambientale.

Per gli aspetti specifici riguardanti le modalit di indagine delle diverse matrici ambientali ed i relativi valori limite di concentrazione ammissibili degli inquinanti sono stati considerati, in funzione della matrice ambientale interessata, i seguenti riferimenti normativi: suolo e sottosuolo: Decreto Ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471 (abrogato);

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Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006.

acque sotterranee e superficiali: Decreto del Presidente della Repubblica del 24 maggio 1988, n. 236: Attuazione della direttiva CEE n. 80/778 concernente la qualit delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art. 15 della L. 16 aprile 1987, n. 183 (abrogati artt. 4, 5, 6 e 7); Decreto Ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471 (abrogato); Decreto Legislativo del 11 maggio 1999, n. 152: Disposizioni sulla tutela delle acque dallinquinamento e recepimento della direttiva CEE n. 91/271 concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva CEE 91/676 relativa alla protezione delle acque dallinquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (abrogato); Decreto Legislativo del 18 agosto 2000, n. 258: Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela delle acque dallinquinamento, a norma dellarticolo 1, comma 4, della legge 24 aprile 1998, n. 128 (abrogato); Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001, n. 31: Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualit delle acque destinate al consumo umano; Decreto Legislativo del 2 febbraio 2002, n. 27: Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, recante attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualit delle acque destinate al consumo umano; Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006: Norme in materia ambientale.

Per quanto riguarda invece i rifiuti gli strumenti normativi di riferimento sono: Decreto del Presidente della Repubblica del 10 settembre 1982, n. 915: Attuazione delle direttive CEE n. 75/442 relativa ai rifiuti, n. 76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n. 78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi (abrogato);

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Delibera del Comitato Interministeriale del 27 luglio 1984: Disposizioni per la prima applicazione dell'art. 4 del D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, concernente lo smaltimento rifiuti (abrogata in parte);

Decreto Ministero dellAmbiente 26 aprile 1989: Catasto rifiuti speciali; Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi) e successive modifiche ed integrazioni (abrogato);

Decreto Ministeriale (Ministero dellAmbiente) 4 agosto 1998, n. 372: Regolamento recante norme sulla riorganizzazione del catasto dei rifiuti;

Decreto Ministeriale del 25 ottobre 1999, n. 471 (abrogato); Nuovo Codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti) aggiornato al 1 gennaio 2002 (Decisione 2000/532/CE, modificata dalle decisioni 2001/118/CE, 2001/119/CE e 2001/573/CE);

Norma UNI 10802: Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi-Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli elusati (Aprile 2002);

Decreto Legislativo del 13 gennaio 2003, n. 36: Attuazione della direttiva 1999/31/CE discariche di rifiuti (pubblicato su S.O. alla G.U. n. 59 del 12/03/2003 Supplemento Ordinario n. 40 del 12/03/2003);

Decreto Ministeriale 13 marzo 2003: Criteri di ammissibilit dei rifiuti in discarica (pubblicato sulla G.U. n. 67 del 21/03/2003);

Decreto Ministeriale 3 agosto 2005: Definizione dei criteri di ammissibilit dei rifiuti in discarica (GU n. 201 del 30-8-2005);

D.M. 5 aprile 2006, n. 186: Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (GU n. 115 del 19-5-2006).

Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006: Norme in materia ambientale;

Per quel che riguarda la normativa in materia di sicurezza dei lavoratori si deve fare riferimento, oltre alle normative in materia di amianto, ai seguenti strumenti normativi:

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Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

1.3

OBIETTIVI DEL PIANO DELLA CARATTERIZZAZIONE

Il D.L.vo n. 152 del 3 aprile 2006, Norme in materia ambientale, pubblicato sul Supplemento ordinario n. 96 alla Gazzetta Ufficiale n. 88, al Titolo V della parte quarta denominato bonifica di siti contaminati disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati e definisce le procedure, i criteri e le modalit per lo svolgimento delle operazioni necessarie per leliminazione delle sorgenti dellinquinamento e comunque per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti. In particolare ai sensi del D.L.vo n. 152/06 la redazione dei progetti di bonifica deve essere articolata come di seguito riportato: I II III piano della caratterizzazione; analisi di rischio; progetto operativo di bonifica o di messa in sicurezza permanente.

LAllegato 2 al Titolo V della parte quarta stabilisce che la caratterizzazione ambientale di un sito identificabile con linsieme delle attivit che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, in modo da ottenere le informazioni di base su cui prendere decisioni realizzabili e sostenibili per la messa in sicurezza e/o bonifica del sito. Per caratterizzazione dei siti contaminati si intende quindi lintero processo costituito dalle seguenti fasi: 1. 2. Ricostruzione storica delle attivit produttive svolte sul sito; Elaborazione del Modello Concettuale Preliminare del sito e predisposizione di un piano di indagini ambientali finalizzato alla definizione dello stato ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee; 3. Esecuzione del piano di indagini e delle eventuali indagini integrative necessarie alla luce dei primi risultati raccolti;

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4.

Elaborazione dei risultati delle indagini eseguite e dei dati storici raccolti e rappresentazione dello stato di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee;

5. 6.

Elaborazione del Modello Concettuale Definitivo; Identificazione dei livelli di concentrazione residua accettabili - sui quali impostare gli eventuali interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica, che si rendessero successivamente necessari a seguito dellanalisi di rischio - calcolati mediante analisi di rischio eseguita secondo i criteri di cui in Allegato 1.

La Caratterizzazione ambientale, sar avviata successivamente alla approvazione da parte delle Autorit Competenti del Piano di indagini di cui al punto 2 e si riterr conclusa con lapprovazione, in unica soluzione, da parte delle Autorit Competenti dellintero processo sopra riportato, al termine delle attivit di cui al punto 5 nel caso di non superamento delle CSC e al termine dellattivit di cui al punto 6 qualora si riscontri un superamento delle suddette concentrazioni. Come si evince dalla definizione, la caratterizzazione di un sito contaminato costituisce quindi il passo iniziale, fondamentale per la corretta progettazione dellintervento di bonifica. Il presente documento costituisce il piano della caratterizzazione dellarea su cui insiste la piattaforma Bellolampo - Palermo e riporta pertanto i contenuti di cui ai punti 1 e 2 (ricostruzione storica delle attivit produttive svolte sul sito ed elaborazione del Modello Concettuale Preliminare del sito e predisposizione di un piano di indagini ambientali). La ricostruzione storica delle attivit produttive svolte sul sito viene effettuata a seguito della fase di raccolta e sistemazione dei dati esistenti e si pone principalmente i seguenti obiettivi: inquadrare territorialmente il sito oggetto di caratterizzazione; determinare indicativamente lestensione del sito; definire la morfologia del sito e dellarea circostante;

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descrivere dettagliatamente, con lausilio dei necessari sopralluoghi, il sito (recinzioni, strutture accessorie, presenza di discariche, etc.);

descrivere la situazione ambientale dellarea circostante con individuazione delle principali infrastrutture presenti (autostrade, strade statali, acquedotti, fognature, linee elettriche, etc.);

individuare la presenza di eventuali bersagli sensibili (centri abitati, scuole, ospedali, etc.);

evidenziare ed individuare, mediante lanalisi della storia pregressa del sito, la presenza di eventuali punti critici (zone oggetto di scarico, deposito, stoccaggio, rinterro di rifiuti, serbatoi interrati, etc.) dal punto di vista ambientale;

individuare qualitativamente, attraverso dati storici, le diverse classi di sostanze che possano aver interagito con le matrici ambientali esaminate;

inquadrare, sulla base di indagini e di studi esistenti, il sito dal punto di vista geologico e idrogeologico (questo punto risulta di fondamentale importanza per lindividuazione dei rapporti esistenti tra le sostanze contaminanti e le varie matrici ambientali).

Lanalisi dei dati esistenti, congiuntamente ai necessari sopralluoghi, consente la definizione del modello concettuale preliminare del sito nel quale vengono definiti: caratteristiche specifiche del sito in termini di fonti di contaminazione e/o di potenziale contaminazione; estensione, caratteristiche e qualit preliminari delle matrici ambientali influenzate dalla presenza dellattivit esistente o passata svolta sul sito; i potenziali percorsi di migrazione dalle sorgenti di contaminazione ai bersagli individuati; i bersagli della contaminazione.

Il modello concettuale preliminare dovr successivamente essere verificato ed eventualmente corretto dagli esiti del piano di indagini ambientali. Il piano di indagini ambientali si pone i seguenti obiettivi:

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verificare l'esistenza di inquinamento di suolo, sottosuolo e acque sotterranee; definire il grado, lestensione volumetrica dell'inquinamento; delimitare il volume delle aree di interramento di rifiuti;

individuare le possibili vie di dispersione e migrazione degli inquinanti dalle fonti verso i potenziali ricettori; ricostruire le caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell'area al fine di sviluppare il modello concettuale definitivo del sito; ottenere i parametri necessari a condurre nel dettaglio l'analisi di rischio sito specifica; individuare i possibili ricettori.

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2 2.1

ANALISI DEI DATI ESISTENTI E INQUADRAMENTO DEL SITO DATI RACCOLTI

Nel corso della prima fase delle attivit di redazione del piano della caratterizzazione stata analizzata la documentazione relativa al sito in esame (reperita nellambito dellincarico del 20/04/2010), con particolare riferimento alla seguente tipologia: cartografia storica e attuale; documentazione utile alla caratterizzazione quantitativa e qualitativa delle potenziali sostanze contaminanti presenti in sito; documentazione utile a definire lo sviluppo nel tempo della piattaforma Bellolampo, in termini di vasche coltivate e di evoluzione degli impianti a servizio della discarica (di captazione ed estrazione di biogas e percolato, di regimentazione delle acque meteoriche, ecc.), nonch le caratteristiche delle varie vasche che costituiscono la piattaforma; studi, indagini e analisi condotte in passato sul sito oggetto di caratterizzazione; documentazione utile alla caratterizzazione geologica e idrogeologica del sito (carte geologiche e idrogeologiche, stratigrafie, etc.). Per comodit di lettura si riporta nelle tabelle che seguono lelenco della documentazione raccolta, estratto dalla relazione finale relativa allincarico del 20/04/2010. Tabella 1
Id. Prog_1

Elenco degli elaborati progettuali acquisiti.


Descrizione Firma Ing. Fulvio Riccio Ing. Arturo Polese Data Luglio 1991 Gennaio 1996

Nuovo impianto di scarico controllato di Bellolampo Piano di gestione

Prog_2

Ampliamento fronte nord dellimpianto di scarico Ing. Giovan controllato di Bellolampo Battista Rubino III vasca Verifica geotecnica di stabilit dei fronti e del corpo dellattuale discarica di Bellolampo in Palermo (1a e Dott. ing. Gianni 2a vasca) nei termini di cui allapprovata variante Cusumano alloriginario piano di gestione.

Prog_3

10/12/1996

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Id.

Descrizione

Firma

Data Gennaio 1998 Rev. ottobre 1998

Prog_4

Prof. Ing. Giorgio Risanamento della discarica di Bellolampo prima e Beccali seconda vasca Dott. Ing. Progetto esecutivo Giovanni Margiotta Progettazione della rete di monitoraggio delle acque di falda in relazione ai potenziali fenomeni di inquinamento da imputarsi alla discarica di R.S.U. di Bellolampo (Palermo) Schede dei punti di prelievo Dipartimento di Geologia e Geodesia Universit degli Studi di Palermo

Prog_5

Settembre 1999

Prog_6

Progetto esecutivo delle opere di implementazione Prof. Ing. Gaspare della capacit della 3a vasca della discarica di 1a Viviani categoria per R.S.U. in localit Bellolampo A.T.I. Falk, Progetto definitivo della discarica di 1^ categoria di Actelios, Aster, Bellolampo (5^ vasca) Emit, AMIA, (formato digitale) Safab, Gecopre, ASI Palermo Impianto di scarico controllato di Bellolampo Progetto esecutivo per la realizzazione della IV vasca Perizia di Variante e Suppletiva Ufficio del Genio Civile di Palermo

2000

Prog_7

28/05/2003

Prog_8

Novembre 2004 Settembre 2006 Ottobre 2005 Gennaio 2007

Prog_9

Aggiornamento del piano di gestione della 4a vasca Prof. Ing. Gaspare della discarica per R.U. in localit Bellolampo Viviani

Fornitura e posa in opera di n. 1 impianto per il trattamento del percolato proveniente da discarica I.B.I. Idroimpianti Prog_10 R.S.U. S.p.A. Progetto di dettaglio esecutivo Arch. Giovanni Progettazione esecutiva dei sistemi di drenaggio del Buscemi Prog_11 percolato allinterno dellampliamento di terza vasca Arch. Tiziana nella discarica di Belloampo a Palermo Calvo Dott. Ing. Manlio Averna Progetto esecutivo della discarica per rifiuti non Dott. Maurizio Prog_12 pericolosi di Bellolampo (Palermo) V^ vasca Croce Versione con V vasca intera (elaborati non firmati) Dott. Ing. Manlio Averna Progetto esecutivo della discarica per rifiuti non Dott. Maurizio Prog_13 pericolosi di Bellolampo (Palermo) V^ vasca Croce Versione con V vasca tagliata lato sud (elaborati non firmati) Prog_14 Studio preliminare per la definizione degli interventi SOGESID di messa in sicurezza di emergenza

07-01-2008

20-08-2009

20-08-2009

22-07-2009

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

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Id.

Descrizione

Firma

Data

Opere di messa in sicurezza di emergenza della discarica di Bellolampo Palermo. Interventi per la realizzazione della I fase della Prog_15 SOGESID copertura provvisoria delle vasche I-II-III Progetto esecutivo (formato digitale) Interventi urgenti sulla 4^ vasca della discarica di Bellolampo (Palermo) per la continuit dei conferimenti di r.u. progetto esecutivo. Prog_16 Aggiornamento del piano di gestione della IV vasca della discarica (formato digitale) Dott. Ing. Manlio Averna Dott. Maurizio Croce

Settembre 2009

Dott. Ing. Manlio Progetto esecutivo della discarica per rifiuti non Averna Prog_17 pericolosi di Bellolampo (Palermo) V^ vasca Dott. Maurizio Piano di coltivazione Croce Piano di gestione della V vasca della discarica per Prog_18 rifiuti non pericolosi (categoria 1A sottocategoria AMIA S.p.A. C) sita in localit Bellolampo nel comune di Palermo Progetto esecutivo della discarica per rifiuti non pericolosi di Bellolampo (Palermo) sella tra IV e Prog_19 V vasca (formato digitale) Dott. Ing. Manlio Averna Dott. Maurizio Croce 23/06/2010

Dott. Ing. Manlio Progetto esecutivo della discarica per rifiuti non Averna Prog_20 pericolosi di Bellolampo (PA) sella tra IV e V Dott. Maurizio vasca Croce

28-06-2010

Tabella 2
Id.

Elenco della documentazione acquisita


Descrizione Firma di Data

Doc_1

O.S. 20/12/1993: distruzione dei rifiuti di origine animale mediante interramento nella zona Municipio appositamente individuata nella discarica di Palermo Bellolampo

20/12/1993

Doc_2

Verbale di accesso e constatazione

13a Legione Guardia di Finanza Comando 4a compagnia di Palermo Provincia regionale di Palermo

20/12/1996

Doc_3

Verbale di sopralluogo (terza vasca)

10/02/1998

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Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_4

Ordinanza n. 2808 del 28/5/98: smaltimento presso la discarica controllata sita in localit Bellolampo Municipio dei rifiuti attualmente esistenti e di quanti prodotti Palermo a seguito delle urgenti ed indifferibili operazioni di spurgo che si operano presso i cimiteri comunali

di

28/05/1998

Doc_5

13a Legione della Guardia di Finanza Verbale delle operazioni compiute (corretta Comando 1a accettazione dei rifiuti conferiti dalle ditte) compagnia di Palermo Ordinanza n. 654 del 16/2/99: smaltimento dei rifiuti cimiteriali mediante interramento presso Municipio limpianto di scarico controllato in localit Palermo Bellolampo Ordinanza n. 00004438 del 20/4/2000: autorizzazione al conferimento dei rifiuti Prefettura cimiteriali provenienti dalle operazioni di Palermo esumazione nei Cimiteri comunali di Palermo, presso la discarica controllata di Bellolampo Ordinanza n. 00009047 del 5/7/2000: autorizzazione al conferimento dei rifiuti Prefettura cimiteriali provenienti dalle operazioni di Palermo esumazione nei Cimiteri comunali di Palermo, presso la discarica controllata di Bellolampo Ordinanza n. 00008092 del 26.07.2000 alla realizzazione del progetto per limplementazione Prefettura della capacit della III vasca della discarica Palermo controllata rr.ss.uu. in localit Bellolampo Ordinanza n. 16336 del 4/12/2000: autorizzazione Azienda Unit Sanitaria Locale n. 6 di Palermo a conferire i rifiuti sanitari pericolosi sottoposti a Prefettura sterilizzazione presso la discarica controllata r.s.u. Palermo ubicata in localit Bellolampo del comune di Palermo Ordinanza n. 20010007919 del 14/06/2001: autorizzazione Azienda Unit Sanitaria Locale n. 6 di Palermo a conferire i rifiuti sanitari pericolosi Prefettura sottoposti a sterilizzazione presso la discarica Palermo controllata r.s.u. ubicata in localit Bellolampo del comune di Palermo Ordinanza n. 20010007917 del 18/06/2001: autorizzazione Istituto Zooprofilattico Sperimentale A. Mirri di Palermo a conferire i Prefettura rifiuti sanitari pericolosi sottoposti a sterilizzazione Palermo presso la discarica controllata r.s.u. ubicata in localit Bellolampo del comune di Palermo di

15/06/1998

Doc_6

16/02/1999

Doc_7

di

20/04/2000

Doc_8

di

05/07/2000

Doc_9

di

26/07/2000

Doc_10

di

04/12/2000

Doc_11

di

14/06/2001

Doc_12

di

18/06/2001

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Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_13

Commissario Ordinanza n. 348 del 10/05/2002 di autorizzazione Delegato per alla gestione per la messa in riserva del percolato lemergenza rifiuti prodotto nelle vasche della discarica di Bellolampo e la tutela delle acque in Sicilia Verbale di ricezione di denuncia orale: recinzione perimetrale discarica danneggiata e presenza di ignoti, lato strada Inserra (nelle vicinanze del primo cancello), che bruciano fili elettrici. Questura di Palermo Commissariato di P.S. Partinico

10/05/2002

Doc_14

14/05/2002

Doc_15

Commissario Ordinanza n. 392 del 21/05/2002 di autorizzazione Delegato per allo stoccaggio del percolato prodotto nelle vasche lemergenza rifiuti della discarica di Bellolampo e la tutela delle acque in Sicilia Citt di Palermo Assessorato Conferimento in discarica reflui autotrasportati Ambiente ed provenienti dai locali officina e lavaggio automezzi Edilizia (prot. n. 858 del 27/01/2003) Settore Edilizia Privata Ordinanza prot. n. 20030022850 del 21/07/2003 in via contingibile ed urgente alla prosecuzione delle operazioni di abbancamento dei rifiuti prodotti nel territorio dei Comuni in atto autorizzati presso la III vasca della discarica controllata in localit Bellolampo del comune di Palermo, fino al raggiungimento di quota 524 m s.l.m. Ordinanza prot. n. 20030034560 del 4/12/2003 in via contingibile ed urgente alla prosecuzione delle operazioni di abbancamento dei rifiuti prodotti nel territorio dei Comuni in atto autorizzati presso la III vasca della discarica controllata in localit Bellolampo del comune di Palermo, fino al raggiungimento di quota 527 m s.l.m. Ordinanza prot. n. 20040005207/Gab del 13/02/2004 in via contingibile ed urgente alla prosecuzione delle operazioni di abbancamento dei rifiuti prodotti nel territorio dei Comuni in atto autorizzati presso la III vasca della discarica controllata in localit Bellolampo del comune di Palermo.

21/05/2002

Doc_16

27/01/2003

Doc_17

Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Palermo

21/07/2003

Doc_18

Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Palermo

04/12/2003

Doc_19

Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Palermo

13/02/2004

Doc_20

Commissario Ordinanza n. 317 del 24/03/2004: autorizzazione, Delegato per per un periodo di un anno, al deposito preliminare lemergenza rifiuti del percolato in tre silos. e la tutela delle acque in Sicilia

24/03/2004

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

13

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_21

Commissario Ordinanza n. 580 del 19/05/2004: estensione ai Delegato per restanti 9 silos dellordinanza n. 317 del lemergenza rifiuti 24/03/2004 e la tutela delle acque in Sicilia Ordinanza n. 613/OS del 24/11/04: eliminazione carcasse degli animali da compagnia, prelevati dal canile municipale o rinvenuti in luoghi pubblici del territorio comunale come rifiuti mediante sotterramento presso la discarica controllata di Bellolampo, allinterno del 4^ settore della IV vasca

19/05/2004

Doc_22

Comune di Palermo Ufficio Autonomo Igiene e Sanit

24/11/2004

Doc_23

Comune di Ordinanza n. 632/OS del 23/12/04: proroga Palermo ordinanza sindacale n. 613/OS del 24.11.04 Ufficio Autonomo (eliminazione carcasse di animali come rifiuti). Igiene e Sanit Comune di Ordinanza n. 12/OS del 25/01/05: proroga Palermo ordinanza sindacale n. 613/OS del 24.11.04 Ufficio Autonomo (eliminazione carcasse di animali come rifiuti). Igiene e Sanit Nulla osta a che presso la 3^ vasca della discarica sia raggiunta mediante la ripresa delle operazioni di abbancamento la quota 540 m (prot. 20050002035 del 27/01/2005) Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Palermo

23/12/2004

Doc_24

25/01/2005

Doc_25

27/01/2005

Doc_26

Regione Sicilia AUSL 6 Palermo Dipartimento di Prevenzione Nulla osta a colmare i volumi residui, fino a quota Area 540 m, disponibili nella 3^ vasca in attesa della Dipartimentale consegna del 3 settore della 4^ vasca (prot. 682 Igiene e Sanit del 25/02/2005) Pubblica Unit Operativa di Prevenzione n. 12 Palermo Comune di Ordinanza n. 94/OS del 23/3/05: proroga ordinanza Palermo sindacale n. 12/OS del 25.01.05 (eliminazione Ufficio Autonomo carcasse di animali come rifiuti). Igiene e Sanit Ordinanza n. 415 del 13/05/2005: rinnovo ordinanza n. 317 del 24/03/2004, successivamente integrata con ordinanza n 580 del 19/05/2004 per le operazioni di deposito preliminare del percolato per un quantitativo massimo complessivo stoccabile nei serbatoi pari a 1550 m3. Commissario Delegato per lemergenza rifiuti e la tutela delle acque in Sicilia

25/02/2005

Doc_27

23/03/2005

Doc_28

13/05/2005

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

14

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_29

Comune di Ordinanza n. 130/OS del 23/5/05: proroga Palermo ordinanza sindacale n. 94/OS del 23.03.05 Ufficio Autonomo (eliminazione carcasse di animali come rifiuti). Igiene e Sanit Provincia Regionale di Palermo Area Tutela Ambientale Avvenuto smaltimento rifiuti CER 180203 in Direzione violazione O.P. n. 20040022714 del 28.07.2004 - Controllo diffida Ambientale e Smaltimento Rifiuti Servizio Smaltimento Rifiuti Speciali Ordinanza n. 200500/16457 del 19/07/2005: autorizzazione alla gestione della IV vasca, settori 2 e 3 Comune di Ordinanza n. 180/OS del 22/7/05: proroga Palermo ordinanza sindacale n. 130/OS del 23.05.05 Ufficio Autonomo (eliminazione carcasse di animali come rifiuti). Igiene e Sanit Comune di Ordinanza n. 184/OS del 26/7/05: eliminazione Palermo carcasse di animali con codice CER 18 02 03 Ufficio Autonomo Igiene e Sanit Ordinanza n. 20050029252/Gab. Del 17/08/2005: autorizzazione conferimento di carcasse animali rinvenute nel territorio del comune di Palermo presso la discarica sita in loc. Bellolampo del comune di Palermo, IV vasca Verbale di sopralluogo: accumulo superficiale di acqua (presumibilmente derivato dallaccumulo di acque piovane e percolato affiorante) nella piazzola della stazione di trasferenza. Verbale di sopralluogo sul sito destinato a I settore della IV vasca: attivit di imperiosa urgenza per la messa in sicurezza del I settore della IV vasca della discarica di Bellolampo di Palermo (presenza di liquido scuro nella zona della vasca di accumulo del percolato) Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Palermo Provincia regionale di Palermo Corpo di Polizia Provinciale ARPA Sicilia Dipartimento Provinciale di Palermo

23/05/2005

Doc_30

21/06/2005

Doc_31

19/07/2005

Doc_32

22/07/2005

Doc_33

26/07/2005

Doc_34

17/08/2005

Doc_35

21/02/2006

Doc_36

02/08/2006

Doc_37

Ufficio Territoriale Nulla osta al raggiungimento, mediante ripresa del Governo delle operazioni di abbancamento, della quota di Prefettura di 540 m presso la III vasca. Palermo

30/05/2006

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

15

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_38

ARPA Sicilia Verbale di sopralluogo sul sito destinato a I settore Dipartimento della IV vasca: presenza di liquido scuro nella zona Provinciale di della vasca di accumulo del percolato Palermo D.D.S. n. 43/SRB: rinnovo fino al 24.03.2011 Agenzia Regionale operazioni di deposito preliminare nei silos nord per i Rifiuti e le del percolato. Acque D.D.S. n. 133/SRB: rinnovo fino al 24.03.2011 operazioni di deposito preliminare nei silos nord Agenzia Regionale del percolato integrazione vasca di per i Rifiuti e le polmonamento da mc 80 e vasca di sovrappieno, da Acque utilizzare in caso di emergenza della capacit di mc 2680. D.D.S. n. 133/SRB: rinnovo fino al 24.03.2011 Agenzia Regionale operazioni di deposito preliminare nei silos sud per i Rifiuti e le del percolato Acque Aggravamento situazione percolato presso discarica di Bellolampo a causa eccezionali eventi AMIA atmosferici (area di accesso al 1 settore della 4a vasca). ARPA Sicilia Dipartimento Provinciale di Palermo Provincia regionale di Palermo Citt di Palermo Settore Ambiente, Mobilit e Traffico Servizio Ambiente ed Ecologia

04/08/2006

Doc_39

06/07//2007

Doc_40

21/11/2007

Doc_41

29/11/2007

Doc_42

17/02/2009

Doc_43

Verbale di sopralluogo

19/02/2009

Doc_44

Ordinanza n. 3/O.S. del 08.01.2010: conferimento dei R.S.U. prodotti nella citt di Palermo presso uno spazio idoneo, individuato nellambito della discarica di Bellolampo, nelle more della riparazione e messa a punto degli impianti di pretrattamento e comunque non oltre il 18.01.2010

08/01/2010

Doc_45

Determinazione Presidenziale n. 02 del 08/01/2010: il conferimento dei rifiuti solidi urbani prodotti nei territori comunali appartenenti Provincia allATO PA2, PA4 e nel territorio del comune di Regionale Ustica presso lo spazio individuato dal Sindaco del Palermo comune di Palermo presso la discarica di Bellolampo fino al 18 gennaio 2010.

di

08/01/2010

Doc_46

Citt di Palermo Ordinanza n. 10/O.S. del 18.01.2010: proroga fino Settore Ambiente, al 10.02.2010 dellOrdinanza Sindacale n. 03 del Mobilit e Traffico 08.01.2010 Servizio Ambiente ed Ecologia

18/01/2010

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

16

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Id.

Descrizione

Firma

Data

Doc_47

Determinazione Presidenziale n. 22 del 19/01/2010: proroga sino al 10 febbraio 2010 Provincia dellO.S. n. 2 del 08.01.2010 per il conferimento Regionale dei rifiuti provenienti dai comuni appartenenti Palermo appartenenti allATO PA2 PA4 e dal comune di Ustica.

di

19/01/2010

Doc_48

Analisi della qualit dellaria nella zona della copertura della 3 e 4 vasca e a monte valle del Laboratorio CADA sito di discarica campionati in data 07-0821/01/2010 Citt di Palermo Ordinanza n. 16/O.S. del 11.02.2010: proroga fino Settore Ambiente, al 13.03.2010 dellOrdinanza Sindacale n. 03 del Mobilit e Traffico 08.01.2010 Servizio Ambiente ed Ecologia Determinazione Presidenziale n. 42 del 11/02/2010: proroga del conferimento dei rifiuti solidi urbani prodotti nei territori comunali appartenenti allATO PA4 e nei territori dei Provincia comuni di Altofonte, Belmonte, Mezzagno, Regionale Camporeale, presso lo spazio individuato dal Palermo Sindaco di Palermo presso la discarica di Bellolampo fino al 15 marzo 2010 per essere gli stessi successivamente sottoposti allobbligo di preventivo trattamento.

gennaio 2010

Doc_49

11/02/2010

Doc_50

di

11/02/2010

Doc_51

Analisi della qualit dellaria nella zona della copertura della 3 e 4 vasca e a monte valle del Laboratorio CADA sito di discarica campionati in data 08-09/02/2010 Citt di Palermo Ordinanza n. 107/O.S. del 15.03.2010: proroga fino Settore Ambiente, al 30.04.2010 dellOrdinanza Sindacale n. 03 del Mobilit e Traffico 18.01.2010 Servizio Ambiente ed Ecologia Determinazione Presidenziale n. 68 del 16/03/2010: proroga del conferimento dei rifiuti solidi urbani prodotti nei territori comunali Provincia appartenenti allATO PA4 e Ustica presso lo Regionale spazio individuato dal Sindaco di Palermo presso la Palermo discarica di Bellolampo fino al 30 aprile 2010 per essere gli stessi successivamente sottoposti allobbligo di preventivo trattamento.

febbraio 2010

Doc_52

15/03/2010

Doc_53

di

16/03/2010

Doc_54

Analisi della qualit dellaria nella zona della copertura della 3 e 4 vasca e a monte valle del Laboratorio CADA sito di discarica campionati in data 17-25/03/2010 Analisi dellacqua prelevata alluscita del collettore Laboratorio CADA in CLS presso il torrente Celona

marzo 2010

Doc_55

marzo 2010

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

17

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Id. Doc_56

Descrizione

Firma

Data marzo 2010

Analisi acque sotterranee prelevate dai pozzi Celona, Bellolampo, Guggino, Nastri, Susinna e Laboratorio CADA Capaci Infurnari Ordinanza n. 3875 del 30/04/2010: disposizioni urgenti per fronteggiare lemergenza nel settore Presidenza dello smaltimento dei rifiuti urbani nel territorio Consiglio della Provincia di Palermo ed altre disposizioni di Ministri protezione civile. del dei

Doc_57

30/04/2010

Doc_58

Analisi acque sotterranee prelevate dai pozzi Celona, Bellolampo, Guggino, Nastri, Susinna e Laboratorio CADA Capaci Infurnari Commissario Ordinanza n. 44 del 07/05/2010: autorizzazione Delegato per abbancamento presso la IV vasca della discarica lemergenza rifiuti sino alla quota di 540 m s.l.m. e la tutela delle acque in Sicilia Ministero Emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti dellAmbiente e urbani nel territorio della provincia di Palermo. della Tutela del Discarica di Bellolampo (unione IV-V vasca) Territorio e del Mare Ministero Disposizioni Urgenti per lemergenza dello dellAmbiente e smaltimento dei rifiuti urbani nel territorio di della Tutela del Palermo (smaltimento percolato) Territorio e del Mare Ordinanza n. 48 del 29/06/2010: approvazione piani di gestione operativa, post-operativa, sorveglianza e controllo, ripristino ambientale e finanziario per la gestione della V vasca della discarica per rifiuti non pericolosi categoria 1A sottocategoria c9 sita in localit Bellolampo; autorizzazione allesercizio della V vasca della discarica per rifiuti non pericolosi categoria 1A sottocategoria c9 sita in localit Bellolampo

aprile 2010

Doc_59

07/05/2010

Doc_60

19/05/2010

Doc_61

19/05/2010

Doc_62

Commissario Delegato per lemergenza rifiuti e la tutela delle acque in Sicilia

29/06/2010

stata acquisita e/o consultata la seguente documentazione cartografica: cartografia I.G.M. scala 1:25.000, Tavoletta 249 II NO Torretta della Carta dItalia; carta tecnica regionale, scala 1:10.000, sezioni n. 594040 e 594080; rilievo topografico di dettaglio aggiornato al mese di giugno 2010, eseguito mediante strumentazione G.P.S. dal dott. ing. Gaspare Antonio Di Salvo e dal

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18

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

dott. geol. Sebastiano Martino Intili su incarico del Prof. Ing. Federico G.A. Vagliasindi (nellambito dellincarico del 20/04/2010). Le informazioni desunte da questa prima fase di raccolta e sistemazione dei dati esistenti sono state ulteriormente integrate con le risultanze di sopralluoghi e rilievi fotografici. 2.2 RICOSTRUZIONE STORICA DELLE ATTIVIT SVOLTE SUL SITO

La piattaforma di trattamento di Bellolampo articolata nei seguenti impianti: discarica storica bonificata nella quale sono stati conferiti rifiuti in modo incontrollato per circa 30 anni, raggiungendo spessori di rifiuto di circa 70-80 m; impianto di discarica costituito da quattro vasche controllate chiuse e da una vasca controllata in corso di coltivazione (V vasca); impianto di stoccaggio del percolato; impianto di trattamento del percolato, non in marcia al momento della redazione del piano della caratterizzazione; impianto di recupero del biogas realizzato e gestito da societ terza (Asja ambiente); impianto di stabilizzazione della frazione organica del rifiuto solido urbano realizzato e gestito da societ terza (UNIECO); stazione di trasferenza; area servizi (officina, uffici, spogliatoi, ecc.).

Le quattro vasche controllate e chiuse risultano articolate come segue: I e II vasca realizzate nei primi anni 90 ed esauritesi nel 1997; III vasca e implementazione III vasca (ampliamento della vasca III nello spazio compreso tra le vasche I e II e la discarica storica bonificata) esauritesi nel 2004; IV vasca articolata in 4 settori: chiusa nel 2009; ampliamento, per sopraelevazione, della IV vasca chiusa nel mese di luglio 2010.

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Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

Alla data della progettazione della I e II vasca la discarica storica sbarrava limpluvio (torrente Celona) a partire da quota 364 m s.l.m. con il piede di valle e fino a quota 423 m s.l.m. circa con il piede della scarpata di monte e raggiungeva nella sponda sinistra la quota di 476 m s.l.m.. Il fondo della I e II vasca stato realizzato a quota 452 m s.l.m.. La I e la II vasca sono state realizzate nel periodo 1990-1992 su unarea attigua alla discarica storica bonificata. Una parte dellarea della I e II vasca ricade su una porzione marginale della vecchia discarica che ne costituisce quindi il substrato. Il primo bacino, in buona parte sovrapposto alla vecchia discarica, ha una quota di fondo pari a circa 477 m s.l.m.; il bacino principale ha, invece, una quota di fondo pari a circa 452 m s.l.m.. Entrambe le vasche hanno fondo e pareti impermeabilizzati con guaine in HDPE. Le analisi geofisiche effettuate nellambito della redazione del progetto di Risanamento della discarica di Bellolampo prima e seconda vasca evidenziavano quanto segue1: la profondit della discarica, almeno nellarea indagata (che dovrebbe corrispondere alla zona pi profonda del bacino), in accordo con la profondit di progetto, cio tra i settanta e gli ottanta metri; il fondo della discarica invaso da percolato, che riduce sensibilmente la resistivit dei rifiuti, mentre la pseudosezione di caricabilit denuncia un ammasso di percolato nella zona centrale; (omissis) la zona sotto la guaina, come risulta dai dati del sondaggio TDEM, che in grado di vedere al di sotto di questultima, sembra differente da quanto previsto. Infatti questi importanti spessori di conduttivo fanno pensare o ad una litologia differente di quella prevista dagli studi eseguiti in fase progettuale (calcari triassici) ovvero ad un abbassamento della resistivit di questa formazione, o per fatturazione ed

Risanamento della discarica di Bellolampo prima e seconda vasca - Progetto esecutivo. Prof. Ing. Giorgio Beccali, Dott. Ing. Giovanni Margiotta (Gennaio 1998, rev. ottobre 1998).

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Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

imbibizione (idrologia sotterranea) o, infine, alla presenza, al di sopra del tetto dei calcari, di un imponente strato di rifiuti preesistenti. La III vasca ubicata a nord della I e II (in realt viene progettata come ampliamento della discarica controllata, I e II vasca) ricade sempre nellarea dellimpluvio naturale del Vallone Celona; la III vasca risulta confinata a sud dalla I e II vasca, a nord dalla scarpata del Vallone Celona e ad est dal paramento di monte della discarica incontrollata. Preliminarmente ai lavori di realizzazione della III vasca si proceduto con la regolarizzazione del paramento di monte della vecchia discarica riducendone la pendenza e con la posa di uno strato di sabbia con la funzione di drenare eventuale biogas prodotto dai rifiuti della vecchia discarica; tali lavori consentivano, peraltro, la posa in opera dellimpermeabilizzazione. Questultima costituita da una membrana impermeabile tipo Claymax, da una georete in HDPE tipo Tenax da 5 mm e da una geomembrana PEAD da 2 mm. Tra la geomembrana in PEAD da 2 mm e la membrana impermeabile tipo Claymax stata realizzata una rete di monitoraggio sottotelo del percolato costituita da tubazioni fessurate in PEAD DN 90. Successivamente si proceduto con limplementazione della capacit della III vasca nellarea compresa tra la vecchia discarica bonificata, la I e II vasca (esaurite) e la III vasca autorizzata (ex art. 27 del D.Lgs. 22/97) dalla Prefettura di Palermo con ordinanza n. 00008092 del 26/07/2000 (autorizzazione allesercizio con ordinanza n. 20020012982 del 20/05/2002). Il fondo e le scarpate dellimplementazione della III vasca sono state impermeabilizzate con un sistema multistrato di materiali sintetici costituito da geomembrana bentonitica e geomembrana in PEAD da 2 mm o solo con geomembrana in PEAD da 2 mm (per la superficie ricadente al di sopra dellarea bonificata e per larea di ricoprimento della II vasca). Anche per limplementazione della III vasca stato previsto un sistema di monitoraggio sottotelo del percolato. Limplementazione III vasca stata coltivata dal 20/05/2002 fino al 28/07/2004 fino ad una quota di 540 m s.l.m.. Tra il 2003 ed il 2004 stata realizzata la IV vasca (ad ovest della I e II vasca), suddivisa, ai fini della coltivazione, in quattro settori, ed autorizzata dal Commissario Delegato per lEmergenza Rifiuti con decreto del 10/07/2001.

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Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

In data 29/01/2004, a seguito di indagini finalizzate allindividuazione di sfabbricidi tra i materiali per la realizzazione del sottofondo della discarica, stato disposto il sequestro di unampia area della costruenda IV vasca. stata quindi condotta una campagna di indagini che ha permesso di accertare valori di concentrazione di elementi inquinanti nel suolo che eccedevano i valori limite di cui alla tab. B del D.M. 471/99 nella zona a margine della II vasca e nella zona nord (I settore). In data 21 luglio 2004 veniva consegnata ad AMIA il IV settore della IV vasca (zona sud). A seguito di successive attivit di indagine stata svincolata larea sequestrata nel mese di gennaio 2004, rimanendo interdette le attivit nella zona nord (I settore) interessato dalla presenza di una pozza di percolato. Successivamente, previa messa in sicurezza demergenza e caratterizzazione dellarea stata bonificata anche larea interessata dalla presenza della pozza di percolato2. Il fondo della IV vasca risulta impermeabilizzato con sistema doppio composito (geocomposito bentonitico e geomembrana PEAD da 2 mm) ed presente una rete di drenaggio e convogliamento del percolato sopratelo ed una rete di monitoraggio del percolato sottotelo. Esaurito il IV settore della IV vasca, nelle more della consegna del III settore, su richiesta di AMIA, dal 26/02/2005 al 16/08/2005, il Prefetto di Palermo ha dato il nulla osta alla ripresa della coltivazione della III vasca, in quanto a seguito dellassestamento dei rifiuti si erano resi disponibili nuovi volumi. Dal 16/08/2005 i rifiuti sono stati abbancati in IV vasca. Nel 2009 stata autorizzato e realizzato (lavori conclusi nel mese di ottobre 2009) un ampliamento per sopraelevazione della IV vasca, realizzando una partizione orizzontale che potesse consentire una gestione separata, fra settore inferiore e settore superiore, sia per il prelievo del biogas che per lestrazione del percolato. La partizione orizzontale costituita (informazioni tratte dal progetto) da un telo in HDPE protetto su entrambe le

Informazione tratta dal Progetto esecutivo per la realizzazione della IV vasca Perizia di Variante e Suppletiva - Impianto di scarico controllato di Bellolampo

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Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

facce da teli di tessuto non tessuto; sotto il pacchetto impermeabilizzante stato collocato un telo contenente materiale bentonitico separato dai rifiuti da uno strato di materiale arido. Nel 2010 sono stati ultimati i lavori di realizzazione della V vasca ed in data 05/07/2010 stata avviata la coltivazione della stessa. Limpermeabilizzazione del fondo della V vasca stata realizzata mediante posa in opera di un doppio telo in HDPE; tra i due teli sono stati realizzati, dallalto verso il basso, uno strato di argilla ed uno strato di materiale drenante con le tubazioni della rete di captazione del percolato di guardia. Nel corso degli scavi di preparazione del fondo della V vasca sono stati intercettati degli strati di terreno potenzialmente contaminato che stato rimosso ed abbancato in cumuli nellarea ad ovest della IV vasca in prossimit del poligono di tiro. Come si evince dalla descrizione la contiguit ed, in alcuni casi, la parziale sovrapposizione tra le varie vasche comporta che i rifiuti abbancati nel tempo costituiscano praticamente un corpo unico. Lo stato attuale dei luoghi riportato nella planimetria allegata alla presente relazione (rilievo giugno-luglio 2010). 2.3 2.3.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO Inquadramento geografico e descrizione del sito

Il sito Bellolampo fa parte del territorio comunale di Palermo, contrada Bellolampo, a nord-ovest della centro urbano. Il sito, compreso tra 364 m s.l.m. (quota del piede della discarica storica bonificata) e 536 m s.l.m. (quota raggiunta in testa alla III e IV vasca), converge ad Est verso il vallone Celona ed delimitato a Nord da Pizzo Cardillo e Cozzo del Monaco ed a Sud-Est da Cozzo Grillo. Linsediamento abitativo pi vicino si trova a circa 1 km a sud dellarea. Cartograficamente larea compresa nella Tavoletta 249 II NO Torretta della Carta dItalia dellI.G.M., scala 1:25.000. Il sito si raggiunge dalla S.P. n. 1 Palermo Montelepre, dalla quale al km 4 + 0.900, sulla destra, una strada di accesso conduce alla esistente piattaforma di trattamento rifiuti.

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23

Piano della Caratterizzazione della Piattaforma Bellolampo Palermo

Relazione Tecnica

2.3.2

Inquadramento morfologico3

Lassetto plano-altimetrico di tipo collinare, con rilievi di media pendenza interrotti da spianate variamente estese, come Piano Vurraine, che degradano verso i fondovalle attraverso solchi torrentizi per lo pi impostati lungo le linee di dislocazione tettonica. In generale lassetto morfologico in relazione sia con le vicende tettoniche, che con la natura dei litotipi presenti. La natura dei terreni affioranti, rende in generale possibile, distinguere delle zone a differente morfologia; in corrispondenza degli affioramenti prevalentemente calcarei, litologicamente pi consistenti, il rilievo si accentua, e le forme sono aspre con pizzi e spuntoni. Tali rilievi sono per interessati da alcune spianate di varia estensione, a pendenza modesta, o sub-pianeggianti come una parte dellarea interessata dal poligono militare e cio Piano Vurraine. Invece dove sono presenti gli affioramenti detritico argillosi, i versanti assumono una morfologia pi regolare e risultano modellati dagli agenti atmosferici, con modesto sviluppo della idrografia superficiale caratterizzata da piccole linee di impluvio a carattere stagionale. In particolare dal punto di vista della pendenza dei versanti, parte dellarea in studio come Piano Vurraine e zone limitrofe presenta pendenze medio-basse in genere inferiori al 10%. Le rimanenti aree, presentano una pendenza media pi accentuata che si attesta tra il 10 % e il 30%. Le aree ad elevata pendenza, sindividuano lungo le pendici meridionali di Pizzo Cardillo e creste limitrofe, lungo le pendici di Pizzo Femmina Morta e del rilievo di quota 650,30 m s.l.m. che delimita pressoch a Sud larea del poligono. 2.3.3 Inquadramento geologico3

L'area in esame fa parte dei "Monti di Palermo", geologicamente caratterizzati da uno stile tettonico a falde di ricoprimento e derivanti dalla sovrapposizione di unit carbonatiche e terrigeno-carbonatiche, di et Mesozoico-Terziaria, dei domini Panormide, Imerese e Trapanese.

Tratto dal Progetto definitivo della discarica di 1^ categoria di Bellolampo (5^ vasca)

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In un contesto relativamente esteso la geologia della zona caratterizzata dalla presenza delle Unit Stratigrafiche, derivanti dalla deformazione della Piattaforma Carbonatica Panormide, e delle Unit Imeresi derivanti dalla deformazione del Bacino Imerese. Le varie Unit prima citate, si sono imbriciate, durante il Miocene inf., e si sono messe in posto non pi tardi del Langhiano superiore; in particolare la sovrapposizione delle Unit Imeresi su quelle Panormidi, datata al Langhiano inf. (R. Catalano e C. Di Maggio, 1996). La suddetta tettogenesi, si manifesta con un notevole accorciamento delle aree di sedimentazione, causando la formazione di pieghe, faglie e ricoprimenti. Da qui il rinvenimento di affioramenti smembrati e non pi in regolare successione geostratigrafica e la presenza di estese a volte potenti coperture detritiche e brecce di frizione, che testimoniano i fenomeni di stress tettonico, a cui le varie unit sono state sottoposte. I blocchi, essenzialmente calcarei, che per le loro caratteristiche meccaniche offrono una maggiore resistenza al piegamento, invece, si fratturano, si fagliano e sovrascorrono pi facilmente, favoriti nel loro movimento dalla presenza delle argille del Flysch Numidico, che agiscono da "lubrificanti tettonici". Ulteriori fasi parossistiche si verificano nel Pliocene e durante il Quaternario, modificando in parte l'assetto geostrutturale miocenico. Il sito in oggetto, risulta essere caratterizzato dalla presenza di diverse formazioni geologiche costituite, dalle pi antiche alle pi recenti: i calcari loferitici e stromatolitici (Lias inf. Trias sup.); le biocalcareniti silicizzate e brecce calcaree del Giurassico inf. (Lias Malm); le calcilutiti intercalate a biocalcareniti risedimentate (Malm Cretaceo inf.); le calcilutiti e le marne a foramniferi plantonici Scaglia (Cretaceo sup. Eocene); le argille sabbiose con intercalazioni di arenarie quarzose Flysch Numidico (Oligocene sup. Langhiano). Alle pendici dei rilievi carbonatici, si rinvengono delle coltri detritiche, di vario spessore, costituite da elementi calcarei a spigoli vivi di diversa pezzatura, a volte immersi in una matrice marno-sabbiosa di tinta beige-marrone, che mascherano i contatti fra le formazioni presenti.

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In conclusione larea oggetto di caratterizzazione ricade quasi interamente sui calcari e calcari marnosi che gli conferiscono un buon grado di stabilit e sono in gran parte dellarea affioranti. 2.3.4 Inquadramento idrografico ed idrologico3

Lidrografia superficiale dellarea caratterizzata da piccole linee di impluvio a carattere stagionale. La rete idrografica rappresentata dal vallone Celona, che origina a quota 473 m s.l.m. e prosegue a valle per circa 300 m fino al canale Borsellino, che a sua volta confluisce nel canale Passo di Rigano che scorre in buona parte a sezione chiusa allinterno del perimetro urbano della citt di Palermo, per sfociare in corrispondenza del molo Nord del porto industriale. La rete idrografica circostante caratterizzata da altre incisioni, che in buona parte costituiscono gli affluenti del canale Passo di Rigano. Il regime idrologico che caratterizza tale rete idrografica di tipo torrentizio, con assenza di portate in alveo nei mesi estivi e di sorgenti a carattere perenne. 2.3.5 Inquadramento idrogeologico3

I litotipi rinvenuti nellarea in esame presentano caratteristiche idrodinamiche eterogenee; la circolazione delle acque sotterranee fortemente influenzata dalle variazioni di permeabilit e da variazioni strutturali che possono determinare vie preferenziali di drenaggio, oppure leffetto contrario; Nellarea di sedime della discarica, la presenza di formazioni calcaree, calcareo marnose e di coltri detritiche, rappresentano dei complessi a permeabilit elevata, che possono determinare la possibilit di una circolazione idrica sotterranea molto profonda e formazione di acquiferi di una certa rilevanza. Sono state distinte cinque classi di permeabilit: rocce permeabili per fessurazione, fratturazione e carsismo che presentano un alto grado di permeabilit: si tratta delle brecce calcaree di scogliera, delle calcilutiti nodulari e dei calcari stromatolitici;

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materiali detritici, permeabili per porosit, che presentano un elevato grado di permeabilit;

accumuli di inerti e di R.S.U., che presentano anchessi un alto grado di permeabilit per porosit;

rocce a permeabilit medio - alta per fessurazione e fratturazione variabile in funzione delle stratificazione marnose: si tratta delle calcilutiti e marne stratificate afferenti alla Scaglia di et Cretaceo sup. Eocene;

rocce a permeabilit bassa o nulla: si tratta delle argille grigio-brune con lenti di sabbie e arenarie, afferenti alla formazione del Flysch Numidico; affiorano in un piccolo lembo dellarea interessata, lungo il margine esterno NordOccidentale.

La situazione generale riscontrata riconducibile alla presenza nel substrato di un unico corpo geologico permeabile, costituito da livelli di calcari fratturati poggianti su uno spesso banco di calcari pi competenti, in cui la falda si dovrebbe riscontrare sotto i centoottanta metri di profondit. Da prove eseguite risulta che il coefficiente di permeabilit, nei fori provati, diminuisca andando dallalto (presenza di terreni sciolti e/o rimaneggiati), verso il basso (rocce calcaree tettonizzate e fessurate in parte ricementate) passando da 2,93x10-5 m/sec a 8,89x10-6 m/sec, valori questultimi tipici di rocce calcaree tettonizzate e fratturate. I sondaggi elettrici verticali hanno evidenziato ovunque un substrato permeabile costituito da calcari fratturati nei quali la falda presente a notevole profondit. Le pseudosezioni non hanno messo in evidenza la presenza di cavit carsiche. I sondaggi meccanici diretti hanno confermato la presenza di formazioni calcaree notevolmente fratturate, dove fino alla profondit indagata (10.00 11.00 m dal piano campagna) non stata rinvenuta presenza di falde idriche superficiali. 2.4 INDAGINI GEOFISICHE E SONDAGGI REALIZZATI

Nellambito dellincarico di Elaborazione di un studio tecnico-specialistico finalizzato alla individuazione e descrizione delle criticit connesse alla discarica sita in localit

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Bellolampo (PA) e alla indicazione di appropriati interventi strutturali e gestionali di mitigazione, al fine di individuare la presenza di percolato nel sottosuolo stato incaricato il dott. geol. Salvatore Torrisi di effettuare una campagna di indagini di geofisiche costituita da 11 profili di tomografia elettrica. Si riporta di seguito uno stralcio della relazione del dott. geol. Salvatore Torrisi relativo alle attivit effettuate (nei giorni 4, 7, 21 e 31 luglio 2010) ed ai risultati ottenuti Le caratteristiche tecniche dei profili effettuati e lubicazione sono riportate nella tabella e nella figura che seguono: Tabella 3
Profilo n. elettr. 64 64 64 64 64 64 64 64 52 32 56

Caratteristiche tecniche dei profili di tomografia elettrica


Distanza elettrodi (m) 5 5 5 5 5 5 5 4 5 5 5 Lunghezza profilo (m) 315 315 315 315 315 315 315 252 255 155 275 Misure Profondit investigata (m) 35 35 30 30 30 35 35 33 35 35 35 Direzione Stendimento

B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 B9 B10 B11

846 832 589 601 609 578 812 426 711 286 752

W-E WNW-ESE SSW-NNE SSW-NNE SW-NE WSW-ENE WNW-ESE WNW-ESE NE-SW NNW-SSE WNW-ESE

Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo Singolo

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Figura 1

Ubicazione dei profili di tomografia elettrica.

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La tomografia elettrica unindagine geognostica indiretta basata sulla realizzazione di profili di resistivit attraverso la disposizione sul terreno di un numero elevato di elettrodi che permettono di eseguire un elevato numero di quadripoli di misura. Il set di dati cos ottenuto consente la costruzione di una matrice di valori di resistivit la cui inversione, mediante algoritmi matematici, restituisce la definizione del mezzo investigato in immagini di elettroresistive. Il metodo geoelettrico sfrutta le propriet dei terreni di farsi attraversare dalle correnti elettriche. La corrente elettrica passa attraverso il terreno in due modi principali, la conduzione elettronica ed elettrolitica. Nel caso della conduzione elettronica, il flusso di corrente avviene attraverso elettroni liberi, come avviene nei metalli. Nel caso della conduzione elettrolitica, la corrente passa grazie al movimento degli ioni nellacqua di falda. Nei rilievi idrogeologici, la conduzione elettrolitica il meccanismo pi comune. Per misurare la resistivit () del terreno, si posizionano gli elettrodi secondo la disposizione del metodo utilizzato. La corrente indotta attraverso gli elettrodi di corrente A e B e viene misurata la differenza di potenziale (V) in superficie creata dalla corrente tra i due elettrodi di potenziale, M e N. La Tomografia Elettrica si basa sullacquisizione di un elevato numero di misure elettriche, effettuate su un discreto numero di elettrodi posizionati sul terreno, lungo un profilo. La ricostruzione tomografica della sezione verticale del profilo di terreno investigato viene effettuata tramite appositi software di elaborazione che utilizzano generalmente il Metodo degli Elementi Finiti (FEM). Il terreno al di sotto degli elettrodi viene cos suddiviso idealmente in un numero finito di maglie o celle (elementi finiti), ciascuna di resistivit omogenea ed incognita. La forma degli elementi generalmente quadrata o rettangolare e le loro dimensioni sono determinate in base alla distanza tra gli elettrodi. La litologia affiorante nellarea in esame costituita da rocce carbonatiche, da biolititi coralgali a calcareniti oolitiche grigiastre, passanti verso il basso a calcilititi nodulari e biolititi giallastre. Lammasso roccioso caratterizzato da una fitta segmentazione per fasce di fratturazione subverticale; gran parte delle fratture sono chiuse da un

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riempimento a granulometria da fine a media. La permeabilit nellammasso roccioso carbonatico data per fessurazione (o fratturazione) e per porosit allinterno del riempimento. Nellinsieme i valori di permeabilit possono essere da medio-bassi fino a elevati. Il range dei valori di resistivit varia da 0,18 fino ad oltre 4000 m. Visti la litologia

del sito e i materiale di origine antropica presenti nellarea, si possono individuare e discriminare i sotto elencati elettrostrati: Tabella 4 Range di resistivit degli strati intercettati
Roccia / Materiale Percolato Rifiuti Roccia carbonatica Riporto antropico (sabbie e limi) Rilevato Roccia carb. fratturata e areata Range di resistivit ( xm) 0.1 10 8 30 30 500 25 200 50 1000 200 4000

2.4.1

Esiti delle tomografie

La sezione B1 stata realizzata lungo il confine nord della IV vasca (Figura 1), lungo un dislivello complessivo di circa 22 m. Il tracciato della sezione B1 ricade lungo il limite tra i rifiuti e la roccia, dunque lo sviluppo verticale del profilo B1 ricade pienamente nella roccia ospitante. Il range di valori di resistivit misurato varia da 0,18 a oltre 200 m. I risultati

dellelaborazione mettono in evidenza varie fasce, con andamento sub verticale, con valori di resistivit sotto i 10 m. Questo dato pu essere tradotto come presenza di

percolato allinterno della roccia carbonatica, in particolare pi basso il valore della resistivit pi alta la concentrazione del percolato (Figura 2). I punti con le concentrazioni maggiori sono presenti lungo le verticali dei segmenti compresi tra le progressive -80 m e -60 m, 0 m 10 m, 40 m 60m e 130 m 140 m (Figura 2). In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

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Figura 2

Tomografia profilo B1.

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La sezione B2 stata fatta a sud della IV vasca, lungo un tracciato con orientazione WNW-ESE (Figura 1) avente un dislivello complessivo inferiore a 10 m. Gran parte del tracciato della sezione B2 ricade pienamente allinterno del corpo dei rifiuti della IV. Il range di valori di resistivit misurato varia da 0,90 a oltre 40 m. I risultati

dellelaborazione mettono in risalto la presenza di una continuit laterale di misure con resistivit sotto i 10 m. Questo dato indica la presenza di percolato allinterno della

massa dei rifiuti. Solo lungo la progressiva di circa 5 m si riscontra una sorta di assottigliamento verticale della presenza di percolato (Figura 3). Il limite superiore del percolato dovrebbe attestarsi a quota 490 s.l.m. I valori superiori a 30 m riscontrati

lungo la superficie del profilo che nei due margini laterali della sezione, sono da imputare alla presenza rispettivamente di un riporto antropico e alla probabile presenza della roccia di substrato. In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

Figura 3

Tomografia profilo B2

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La sezione B3 stata eseguita nel versante occidentale del settore centro meridionale della III vasca (Figura 1), lungo un dislivello complessivo di circa 13 m con la parte pi elevata posta nel tratto centrale. Il tracciato della sezione B3 ricade quasi del tutto allinterno del corpo dei rifiuti della I e II vasca ed in parte della III vasca. Il range di valori di resistivit misurato va da 1,2 a oltre 50 m. Lesito

dellelaborazione ha messo in luce la presenza quasi continua di valori resistivit al di sotto i 10 xm. Come nella sezione B2 i dati indicano la presenza di percolato

allinterno della massa dei rifiuti. Rispetto alla sezione precedente, la B3 si distingue per la presenza di due fasce ad andamento subverticale e di importanti volumi superficiali con resistivit sopra i 10 m, riconducibili, quindi, a masse di rifiuti senza

infiltrazione di percolato. Anche in questo caso la parte superficiale della sezione caratterizzata da valori superiori a 30 m, che si traduce nella presenza di riporto

antropico (Figura 4). In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

Figura 4

Tomografia profilo B3

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La sezione B4 stata effettuata nel versante occidentale del settore centro settentrionale della III vasca, in prosecuzione ed in parte sovrapposta alla sezione B3 (Figura 1). In questa sezione il dislivello complessivo di circa 13 m. Il tracciato della sezione B4 ricade in parte allinterno del corpo dei rifiuti della I e II vasca ed parte taglia trasversalmente la III vasca. Il range di valori di resistivit misurato va da 0,80 a oltre 60 xm. I dati dellelaborazione sono molto simili per quelli ottenuti nella sezione B3, quindi, valgono le stesse considerazioni e valutazioni. Lunica differenza data dalla presenza pi uniforme del percolato (Figura 5). In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

Figura 5

Tomografia profilo B4

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La sezione B5 parallela alla B3, ad una quota inferiore di 10-15 m e posta lungo la depressione tra la III e la IV vasca (Figura 1). Anche in questo caso, il tracciato della sezione B5 ricade completamente allinterno del corpo dei rifiuti. Il range di valori di resistivit misurato va da 0,27 a oltre 180 m. I dati dellelaborazione sono molto simili per quelli ottenuti nella sezione B3 e B4, pertanto, anche in questo caso valgono le stesse considerazioni e valutazioni fatte prima (Figura 6). In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

Figura 6

Tomografia profilo B5

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La sezione B6, esterna allarea della piattaforma Bellolampo, stata realizzata in prossimit e con le stesse geometrie della sezione B1, in particolare la B6 traslata di circa 10 m pi a monte rispetto alla B1 (Figura 1). In questo caso il dislivello altimetrico della sezione di circa 25 m. Il tracciato della sezione B6 ha uno sviluppo verticale ricadente interamente nel substrato roccioso. Il range di valori di resistivit misurato va da 12,4 a oltre 4000 m. I risultati di questa

elaborazione si possono sintetizzare con due principali osservazioni. Primo, i valori pi alti delle resistivit, sono relativi a volumi di roccia caratterizzati da intensa fratturazione areata, ovvero, con importante quantit di vuoti. Secondo, sono presenti due aree con valori intorno 12 e 20 m (ossia, inferiori a circa 30 m) che

rappresenterebbero volumi di roccia interessati dalla presenza di percolato. In particolare lungo la progressiva da -50 m a -60 m il valore della resistivit calcolata inferiore a 20 inferiore a 12 m, mentre lungo la progressiva da 90 m a 100 m la resistivit calcolata m. Nella prima area il valore della resistivit lascia qualche dubbio

sulla vera ed effettiva presenza di percolato, mentre per la seconda area invece una certezza la presenza di percolato. Le due aree descritte coincidono con le fasce con percolato riconosciute nella sezione B1 lungo le progressive da -80 m a -60 m e da 40 m a 60 m (Figura 7). In ogni caso non si pu escludere la presenza di percolato a profondit inferiori alla profondit limite di investigazione della tomografia.

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Figura 7

Tomografia profilo B6

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La sezione B7, esterna allarea della piattaforma Bellolampo, stata realizzata a sud della IV vasca lungo un allineamento circa WSW-ENE (Figura 1). In questo caso il dislivello altimetrico della sezione di circa 15 m. Il tracciato della sezione B7 ha uno sviluppo verticale ricadente integralmente nel substrato roccioso. Il range di valori di resistivit misurato va da circa 15,7 a oltre 3500 m. Anche in

questo caso, come nella sezione B6, i valori pi alti della resistivit sono riferibili a volumi di roccia caratterizzati da intensa fratturazione areata. I valori pi bassi di resistivit (inferiore a 15,7) non permettono di confermare la presenza di percolato infiltrato nella roccia carbonatica.

Figura 8

Tomografia profilo B7

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La sezione B8 stata realizzata in prosecuzione della sezione B7 (Figura 1), con una orientazione di circa WNW-ESE. Lo sviluppo verticale sezione ricade pienamente nel substrato roccioso. Il range di valori di resistivit misurato va da circa 84,7 a oltre 2500 m. Cos come

definito nelle sezioni B6 e B7 i valori pi alti della resistivit sono riferibili a volumi di roccia caratterizzati da intensa fratturazione areata. In questa sezione i valori pi bassi di resistivit (inferiore a 15,7) escludono ogni presenza di percolato infiltrato nella roccia carbonatica.

Figura 9

Tomografia profilo B8

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La sezione B9 stata realizzata lungo il segmento settentrionale del rilevato antropico posto tra IV e V vasca (Figura 1). Il profilo elettrico B9 stato eseguito lungo un allineamento con orientazione circa NE-SW che tende nel tratto pi meridionale a deviare lungo NNE-SSW, e con un dislivello complessivo di circa 22 m. Al di sotto del rilevato antropico, il tracciato ricade pienamente nel substrato roccioso. Il range di valori di resistivit misurato va da circa 8 a oltre 1000 xm (Figura 10).

Lesito dellelaborazione ha messo in luce la presenza di tre distinti e sovrapposti elettro-strati con una geometria sub-parallela alla superficie, riconducibili dallalto verso il basso allattraversamento del rilevato antropico (contraddistinto da un range di valori di resistivit tra i 50 e 1000 valore superiore ai 7000 resistivit tra 8 e 15 xm, tranne per un punto anomalo in cui si raggiunge un

xm, alla roccia con infiltrazioni di percolato (con valori di

xm) e, in basso, alla roccia senza percolato caratterizzata da una

forte variabilit laterale del tasso di fratturazione (con resistivit da 50 a 4000 xm). La presenza di percolato non continua ma a settori con spessori medi intorno ai 5 m (fino a 10 m), le concentrazioni maggiori sono presenti lungo le verticali delle progressive da -6050 m, -3020 m, 020m e 100110 m. Tra le progressive 5060 m e a una profondit di circa 35 m, valori di resistivit intorno a 8 probabilissima presenza di percolato infiltrato nella roccia carbonatica. xm indicano la

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Figura 10

Tomografia profilo B9

La sezione B10 stata eseguita in prosecuzione ed in parte sovrapposta alla sezione B9 (Figura 1). In questa sezione il dislivello complessivo di circa 17 m. Tutto il tracciato della sezione B10 cosi come la B9, stato effettuato lungo il rilevato antropico posto tra IV e V vasca nel segmento pi meridionale. Il range di valori di resistivit misurato va da 0.30 a oltre 400 xm. I dati dellelaborazione sono molto simili a per quelli ottenuti nella sezione B9, vale a dire che i dati ottenuti nellindagine rivelano la presenza di tre elettro-strati: rilevato antropico, roccia con infiltrazione di percolato e roccia pulita. La differenza sostanziale data dalla geometria dellinfiltrazione, in questa sezione linfiltrazione di tipo continua dalla progressiva -30 m fino a +40 m e con spessore superiore a 10 m (Figura 11).

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Figura 11

Tomografia profilo B10

La sezione B11 stata compiuta lungo il bordo meridionale della IV vasca (tra il III ed il IV settore della IV vasca), quasi sub-parallela alla sezione B2, lungo un tracciato con orientazione WNW-ESE (Figura 1) con un dislivello complessivo di circa 10 m. Il tracciato della sezione B11 ricade pienamente allinterno dellammasso roccioso (la sezione ricade allinterno del corpo dei rifiuti in prossimit della parte alta della scarpata, quindi la parte superficiale dovrebbero essere rifiuti). Il range di valori di resistivit misurato va da 0,10 a oltre 2000 xm. I risultati

dellelaborazione mettono in risalto la presenza di infiltrazioni di percolato in pi punti del profilo. La distribuzione concentrata lungo delle fasce controllate dalla geometria dello stato fratturativo e delle originarie giaciture della roccia ospitante (Figura 12). Lungo la progressiva +60 m linfiltrazione di percolato supera la profondit di investigazione.

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Figura 12

Tomografia profilo B11

2.4.2

Indagini dirette effettuate

Al fine di verificare con indagini dirette quanto individuato con le tomografie sono stati realizzati da AMIA sette sondaggi spinti mediamente fino a 30 m da piano di campagna lungo la strada di separazione tra la IV e la V vasca (anche in ottemperanza a quanto prescritto dal decreto di approvazione del progetto relativo alla implementazione della V vasca - sella IV-V vasca) e nella strada interna a nord del I settore della IV vasca. Si riporta nella figura che segue lubicazione di progetto dei sondaggi. Dalle perforazioni effettuate emerso, come atteso dagli esiti delle tomografie e dalla natura del substrato della discarica, che leventuale esigua quantit di percolato presente si trova nelle fratture della roccia ed in quantit tale da non creare fuoriuscite nel foro di sondaggio; peraltro nel corso delle perforazioni il percolato possibilmente presente nelle fratture attraversate dalla sonda potrebbe essere stato assorbito dai residui della roccia perforata rendendone quindi impossibile e/o estremamente difficoltoso il riscontro visivo. Sono stati comunque posti in opera allinterno dei sondaggi dei tubi fessurati per monitorare in futuro eventuali venute di percolato.

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Figura 13

Ubicazione sondaggi indagini dirette.

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2.5

FORMULAZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE PRELIMINARE

I dati occorrenti allo sviluppo del modello concettuale del sito sono stati dedotti dallanalisi della documentazione raccolta. Si tenuto conto, quindi, delle modalit costruttive e delle procedure operative relative in generale allintera piattaforma di Bellolampo. I dati reperiti riguardano: le caratteristiche costruttive e impiantistiche della discarica; la tipologia dei rifiuti e le caratteristiche quali-quantitative delle emissioni di percolato e biogas della discarica; morfologia e topografia del sito e dellambiente ad esso circostante; geologia, idrogeologia, idrologia e idrogeochimica; climatologia.

Sulla base delle informazioni raccolte e analizzate stato formulato il modello concettuale del sito, ovvero linsieme dei possibili scenari di rischio. Linsieme dei diversi scenari individua quindi le fonti di contaminazione, i percorsi di migrazione degli inquinanti e i possibili bersagli. Si riporta in Figura 14 la rappresentazione grafica (con lausilio di un diagramma a blocchi) del modello concettuale del sito.

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SORGENTE

VETTORE DI TRASPORTO

BERSAGLI

RIFIUTI SOLIDI URBANI, RIFIUTI NON PERICOLOSI

BIOGAS PERCOLATO

ARIA SUOLO

POPOLAZIONE
RESIDENTE NEI PRESSI DELLAREA

UTILIZZATORI DELLE
ACQUE SOTTERRANEE

POPOLAZIONE CHE ACQUE SUPERFICIALI


CONTAMINAZIONE DI FONDO NON IMPUTABILE ALLATTIVIT DI
DISCARICA (POLIGONO DI TIRO, AREA DI COMBUSTIONE CAVI ELETTRICI, )

ENTRA A CONTATTO CON UNA O PI MATRICI INQUINATE

ANIMALI CHE ENTRANO ACQUE SOTTERRANEE


A CONTATTO CON UNA O PI MATRICI INQUINATE

Figura 14

Rappresentazione grafica del modello concettuale.

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Fra i diversi scenari possibili, il pi significativo, in funzione delle caratteristiche dei contaminati presenti, quello che prevede la contaminazione delle acque sotterranee, schematizzato nella figura seguente: R.S.U. RIFIUTI NON PERICOLOSI PERCOLATO Figura 15 Scenari analizzati. SUOLO ACQUE SOTTERRANEE UTILIZZATORI

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PROPOSTA DEL PIANO DI INDAGINI AMBIENTALI

Il Piano della caratterizzazione prevede la predisposizione del piano di indagini ambientali secondo quanto riportato al paragrafo 1.3. Date le caratteristiche dellarea oggetto di indagine non si ritiene opportuno, ai fini della valutazione dello stato qualitativo delle matrici ambientali, effettuare delle indagini invasive (sondaggi) allinterno delle varie vasche che costituiscono la piattaforma Bellolampo. Le informazioni che si otterrebbero sulle caratteristiche dei rifiuti risulterebbero infatti estremamente puntuali e non rappresentative del reale potenziale inquinante; si rischierebbe, inoltre, di interferire con le barriere impermeabili del fondo delle vasche rischiando di danneggiarle. Per la programmazione del piano di indagini ambientali si proceduto coprendo tutto il perimetro esterno della piattaforma Bellolampo e le aree interne non interessate dalla presenza di vasche controllate; particolare attenzione stata inoltre rivolta allarea ex pozza di percolato (lato via Inserra), allarea ex poligono di tiro dove sono presenti i cumuli di materiale rimosso nellambito dei lavori di realizzazione della V vasca ed allarea uffici. Per linvestigazione del perimetro della discarica si adottata una ubicazione con un equidistanza pari a circa 50 m. Sono stati previsti 86 punti di sondaggio profondi (S1-S59 e PZ1-PZ27) e 5 sondaggi superficiali (SED1-SED5) nellalveo del torrente Celona per il prelievo dei sedimenti (Allegato 1); 27 degli 86 sondaggi profondi verranno attrezzati a piezometro per intercettare/monitorare eventuali perdite di percolato dalle vasche. Al fine di determinare i valori di concentrazione delle sostanze inquinanti presenti naturalmente nella matrice suolo verranno effettuati ulteriori tre sondaggi (B1-B3) in aree adiacenti il sito nelle quali si ha la certezza di assenza di contaminazione derivante dal sito e da altre attivit antropiche (Allegato 2). Per la localizzazione dei punti di sondaggio, si ritiene ammissibile una tolleranza di 5 m rispetto allubicazione effettuata sulla carta. In ogni caso lubicazione deve essere tale da evitare lintercettazioni di sottoservizi.

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Realizzati i sondaggi, si dovr procedere al rilievo plano-altimetrico dei punti di perforazione al fine di determinarne lesatta ubicazione e la quota. Per indagare la qualit delle acque sotterranee, si prevede di realizzare un piezometro spia da spingere fino a circa 200 m. Una perforazione spinta fino a 150 m nellambito di indagini precedenti (progetto esecutivo della I e II vasca fine anni 80) non ha evidenziato la presenza di falda idrica4. In funzione degli esiti della prima perforazione spinta fino a circa 200 m di profondit si valuter, con gli Enti competenti, lopportunit di procedere con la realizzazione di ulteriori piezometri. Il piezometro spia verr posizionato di concerto con gli Enti dopo aver ottenuto gli esiti dello studio geologicostrutturale previsto e descritto nel paragrafo successivo. Dovranno, infine, essere prelevati 2 campioni di acque superficiali (acque meteoriche di ruscellamento) rispettivamente a monte ed a valle, rispetto alla piattaforma Bellolampo, del torrente Celona; il campione di monte verr prelevato dal canale di gronda presente a nord della V vasca, il campione di valle nel punto di scarico della tubazione che convoglia le acque nel torrente Celona. Si riportano nei successivi paragrafi le specifiche tecniche relative alle procedure di campionamento, alle misure di campo, alle modalit di identificazione, conservazione e trasporto dei campioni e alle metodiche analitiche. Tali specifiche tecniche una volta approvate dalle Autorit Competenti costituiranno il protocollo applicabile per la caratterizzazione del sito. Sulla base dei risultati del piano di indagini si potr procedere, se ritenuto necessario, alla predisposizione di indagini integrative mirate alla migliore definizione del Modello Concettuale Definitivo del sito. 3.1 STUDIO GEOLOGICO-STRUTTURALE

Si riportano di seguito i criteri guida per lo studio geologico-strutturale di dettaglio, mediante la misura dei sistemi di fraturazione e degli elementi tettono-strutturali nel

Progetto per lampliamento della discarica di Bellolampo Studio Geologico. Geol. Dr. Giuseppe Zangara.

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sottosuolo dellarea della piattaforma Bellolampo, al fine di individuare la geometria complessiva delle famiglie di fratturazione che controllano landamento e lentit dalla permeabilit. In particolare, oltre ad un particolareggiato rilevamento geologico, si dovr predisporre ed eseguire nelle singole discontinuit geologiche (o set di discontinuit, solo nel caso di qualche unit) le seguenti misure: orientamento spaziale (direzione e inclinazione); spaziatura; persistenza del giunto; apertura del giunto; rugosit; filtrazione; alterazione delle pareti e al materiale di riempimento.

Le misure di campagna dovranno essere effettuate tenendo conto delle disposizioni previste dallAllegato B della Guida al rilevamento della Carta Geologica dItalia (1992) del Servizio Geologico Italiano (SGI) per la cartografia ufficiale CARG. I risultati ottenuti dovranno essere fotografati, elencati, disposti in tabelle riepilogative e illustrati (settore per settore) con i classici diagrammi stereografici equatoriali di Schimdt. Nei diagrammi stereografici le discontinuit dovranno essere rappresentate come punti o come ciclografiche. Per rappresentazioni di tipo statistico i dati di giacitura potranno essere raggruppati sottoforma di Diagrammi a Stella. Lindividuazione delle diverse serie di gruppi o di famiglie per affinit della disposizione spaziale delle discontinuit, dovr essere valutata dopo lelaborazione dei Diagrammi di isodensit. Successivamente al riconoscimento delle diverse serie di gruppi di discontinuit, il territorio analizzato si dovr suddividere in celle, ognuna non superiore ai 25 m, dove in ogni singola cella dovranno essere riportate (sia in forma grafica che analitica) le giaciture e le caratteristiche geometriche dei sistemi di discontinuit principale e

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secondari con colori e simboli caratteristici. Lindividuazione della distribuzione delle giaciture dovr essere il fattore portante per lindividuazione definitiva delle disposizioni di flusso della permeabilit per fessurazione. Inoltre dovranno essere effettuati un numero congruo di campionamenti del riempimento delle fratture, per lesecuzioni di analisi granulometriche al fine di determinare la componente aggiuntiva della permeabilit primaria per porosit. Il documento finale dovr contenere testo, indicazione della bibliografia scientifica utilizzata, tabelle, diagrammi stereografici, foto, carte tematiche, schemi e profili in un numero congruo, con i seguenti obiettivi: determinazione della disposizione geometrica del deflusso sotterraneo in un intorno pi che significativo dellarea della discarica, con indicazioni allinterno di celle omogenee non superiore ai 25 m; valutazione del valore della permeabilit primaria, secondaria ed in definitiva di quella assoluta; classificazione litologica delle rocce in affioramento; individuazione di eventuali strutture tettoniche insistenti nellarea, che possano interferire con i sistemi di discontinuit. 3.2 TOMOGRAFIE

Allo scopo di migliorare il quadro conoscitivo delle aree da indagare stato previsto, a supporto delle indagini dirette, unindagine geofisica di tipo elettrico. Nello specifico si optato per la scelta delle tomografie elettriche in grado di rappresentare, con buona approssimazione, landamento nel sottosuolo delle componenti di flusso e di eventuale contaminazione. La tomografia elettrica consiste nella determinazione di profili di resistivit attraverso la disposizione sul terreno di un numero elevato di elettrodi che permettono di eseguire un elevato numero di quadripoli di misura, che vengono progressivamente spostati lungo una data direzione variando la distanza inter-elettrodica, al fine di aumentare la profondit dinvestigazione.

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Il set di dati ottenuto consente di costruire una matrice di valori di resistivit la cui inversione, mediante algoritmi matematici, permette di ricostruire limmagine elettroresistiva del sottosuolo. In particolare la resistivit elettrica (resistenza al passaggio della corrente elettrica di un volume cubico di lato unitario), misurata in sito in terreni che hanno interagito con percolati e/o contaminanti, risulta significativamente pi bassa rispetto ai valori misurati nella stessa formazione geologica in posto. Lobiettivo della presente campagna di indagini geofisiche di tomografia elettrica , ad integrazione di quanto gi effettuato (paragrafo 2.4), individuare volumi di rifiuti o/e roccia interessate da infiltrazione di percolato; a tal fine si prevede di effettuare due tomografie elettriche la cui ubicazione riportata nellelaborato grafico allegato alla presente relazione. 3.3 INDAGINI DI CAMPO PREVISTE SUI TERRENI

Per le indagini sui terreni si prevede di effettuare 86 sondaggi profondi (S1-S59 e PZ1PZ27) 5 sondaggi superficiali (SED1-SED5) nellalveo del torrente Celona con perforazione a carotaggio continuo. Il carotaggio, di diametro minino 100 mm, dovr essere effettuato ad andamento verticale, con metodi di perforazione a secco senza fluido di perforazione, usando un carotiere di diametro idoneo a prelevare campioni indisturbati ed evitando fenomeni di surriscaldamento. I sondaggi profondi (S1-S59 e PZ1-PZ27) dovranno essere spinti fino ad una profondit media di 30 m dal piano di campagna (in funzione degli esiti delle analisi si potr successivamente valutare la necessit di indagare la matrice suolo anche a profondit maggiori nellambito di una investigazione di dettaglio); i sondaggi superficiali (SED1SED5) dovranno essere spinti fino ad una profondit media di 1 m dal piano di campagna Tutte le operazioni che saranno svolte per il campionamento del suolo, la formazione, il trasporto e la conservazione del campione e per le analisi di laboratorio dovranno essere documentate con verbali quotidiani. In particolare per quanto attiene le attivit di campo relative alla matrice suolo verr redatta una relazione giornaliera di attivit di campo che conterr: Enti presenti oltre

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alla ditta esecutrice, descrizione dei materiali e delle principali attrezzature utilizzate, denominazione e profondit sondaggio, profondit battuta, campioni per archivio, campioni per analisi, n. cassette catalogatrici, modalit di campionamento (contenitori in vetro da 500 ml, vial in vetro da 20 ml, protettone da 50 ml, etc), note sul campionamento, note su eventi imprevisti o accidentali verificatesi, etc. Le carote estratte verranno identificate, fotografate, descritte per la ricostruzione della successione litostratigrafia ed infine conservate in opportune cassette catalogatrici. Dal materiale estratto da ciascuno dei sondaggi profondi realizzati dovranno essere formati: un campione da 0 a 1 metro dal piano campagna; un campione a fondo foro (ultimo metro di perforazione) in assenza di frangia capillare; un campione in 1 m nella zona intermedia tra i due campioni precedenti (il tratto da campionare verr individuato in campo nel corso delle attivit di perforazione); ulteriori campioni in presenza di evidenze visive e/o organolettiche di contaminazione. I campioni relativi a particolari evidenze o anomalie dovranno essere formati per spessori superiori ai 50 cm. Il sondaggio andr ulteriormente approfondito qualora a fondo foro si rilevasse contaminazione. Dal materiale estratto da ciascuno cinque sondaggi superficiali realizzati dovr essere formato un campione medio del strato di sedimento attraversato. Dai campioni estratti deve essere scartata la frazione maggiore di 2 cm. Ogni campione verr conservato in opportuni contenitori con etichetta indicante: sito di indagine; numero o sigla identificativa del sondaggio; data e ora di prelievo; numero progressivo del campione; quota di prelievo.

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Ogni campione verr suddiviso in due aliquote, una per lanalisi e una per archivio a disposizione dellente di controllo. Leventuale terza aliquota, quando richiesta, sar confezionata in contraddittorio solo alla presenza dellente di controllo, sigillando il campione che verr firmato dagli addetti incaricati, verbalizzando il relativo prelievo. La copia di archivio verr conservata a temperatura idonea, sino allesecuzione e validazione delle analisi di laboratorio da parte dellente di controllo preposto ed alla approvazione degli elaborati. Oltre i sondaggi per la valutazione dello stato qualitativo della matrice suolo, si prevede di effettuare ulteriori tre sondaggi (B1 e B3) in aree non influenzate dalla presenza della discarica finalizzati alla valutazione dei valori di fondo della matrice suolo. I campioni dai sondaggi B1-B3 verranno prelevati secondo la stratificazione indicata

precedentemente per i sondaggi profondi. Sui campioni di matrice suolo si prevede di effettuare le determinazioni analitiche riportate in Tabella 5. In particolare si prevede di determinare un set di analiti esteso per il campione intermedio (tra quello superficiale e quello di fondo foro) prelevato da ciascuno dei sondaggi profondi (S1-S59 e PZ1-PZ27) ed un set di analiti ridotto per i restanti due campioni. Qualora si dovessero riscontrare superamenti degli analiti ricercati solo nel campione intermedio, lanalisi verr estesa ai restanti campioni prelevati dallo stesso sondaggio. Per i campioni prelevati dai sondaggi superficiali (SED1-SED5) e dai sondaggi B1-B3 verr determinato il set di analiti esteso. Da 18 degli 86 sondaggi profondi verr prelevato un campione di suolo indisturbato su cui eseguire le analisi di seguito descritte. contenuto volumetrico dacqua; peso di volume; porosit efficace; analisi granulometrica.

I sondaggi sui quali effettuare il prelievo del campione di suolo indisturbato verranno individuati in campo in modo tale da avere una copertura uniforme dellarea oggetto di indagine. I campioni indisturbati verranno prelevati per met (9 campioni) ad una

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profondit intermedia variabile tra 10 e 15 m dal piano di campagna e per la restante met (ulteriori 9 campioni) a fondo foro. In corrispondenza dei punti di prelievo dei campioni indisturbati verranno condotte delle prove di permeabilit di tipo Lugeon. Tali prove vengono effettuate immettendo acqua in pressione su tratti prestabiliti di foro di sondaggio per valutare la permeabilit di ammassi rocciosi in termini di assorbimento di acqua nell'unit di tempo, in funzione della pressione di prova e della lunghezza del tratto di foro interessato. Le sezioni del foro da sottoporre a prova (di lunghezza in genere compresa entro i 5 m) possono essere realizzate durante l'avanzamento della perforazione del sondaggio, isolando successivamente le sezioni da provare con due otturatori, uno alla sommit ed uno alla base della sezione stessa. Particolare cura va posta nella scelta e nella posa in opera degli otturatori, ad evitare perdite di acqua che potrebbero alterare anche sensibilmente i risultati, e che non sempre possono essere evidenziate (un rifluimento d'acqua a boccaforo indicher una perdita attraverso l'otturatore superiore, ma non sempre tale acqua risale fino a giorno, ed inoltre, nel caso di prova con due otturatori, e impossibile verificare perdite attraverso l'otturatore inferiore). Gli otturatori sono realizzati con elementi cilindrici in gomma, che si espandono sotto una spinta meccanica o idropneumatica. Questi ultimi sono decisamente da preferire, limitando l'impiego dei primi ai casi in cui le caratteristiche della roccia potrebbero portare ad un danneggiamento (taglio) del pistone idropneumatico. In ogni sezione la prova viene normalmente eseguita con diversi valori della pressione (in progressione crescente e poi decrescente), ogni volta mantenuti costanti per 10 - 20 minuti dopo il raggiungimento della condizione di regime (portata costante). 3.4 INDAGINI DI CAMPO PREVISTE SULLE ACQUE DI FALDA

Per quanto riguarda la matrice acqua di falda, considerato che nellambito di indagini effettuate per la realizzazione della I e II vasca stato realizzato un sondaggio profondo 150 m rispetto al piano campagna senza rinvenimento di falda, si ritiene opportuno procedere per fasi. In una prima fase verr realizzato un piezometro da spingere fino ad

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una profondit di circa 200 m. Qualora si dovesse rintracciare la presenza di acqua di falda, si proceder con la realizzazione di ulteriori piezometri da definire, in termini di quantit e ubicazione nellambito della seconda fase di concerto con gli Enti. Lubicazione dei piezometri (compreso il primo) verr effettuata in funzione degli esiti di unindagine geologico strutturale di dettaglio sulla roccia in affioramento finalizzata ad individuare la direzione delle fratture della roccia, quindi la potenziale direzione del flusso della falda, e gli indici idrogeologici relativi allarea. Nel caso in cui, raggiunti i 200 m, non si dovesse rinvenire presenza di falda si valuter, di concerto con gli Enti, la necessit di interrompere la perforazione o procedere spingendosi a profondit maggiori. La soglia di attenzione stata fissata a 200 metri in quanto si ritiene che spessori di roccia di tale entit possano costituire una adeguata protezione alleventuale falda presente a maggiori profondit e che spingere la perforazione oltre i 200 m, fino ad intercettare leventuale falda, potrebbe addirittura peggiorare lo stato qualitativo delle acque creando un percorso preferenziale di migrazione di eventuali perdite di percolato. Tutte le operazioni che saranno svolte per il campionamento delle acque sotterranee, lo spurgo, il trasporto e la conservazione del campione e per le analisi di laboratorio dovranno essere documentate con verbali quotidiani che conterranno: Enti presenti oltre alla ditta esecutrice, descrizione delle principali attrezzature utilizzate (pompe sommerse, strumenti per misure di campo, etc), verifica e campionamento piezometri (identificativo piezometro, presenza di liquido, soggiacenza, campioni prelevati, valori misurati di pH, temperatura e conducibilit), spurgo, note sul campionamento e sulle attivit svolte, note su eventi imprevisti o accidentali verificatesi, etc. Ogni piezometro verr contrassegnato con apposita etichetta riportante la quota altimetrica ed il codice identificativo. Nel caso in cui si dovesse intercettare la falda, da ciascun piezometro si prevede di prelevare un campione, di quattro litri ciascuno, ottenuto previo spurgo di un quantitativo dacqua pari a 3-5 volte il volume della colonna dacqua presente nel piezometro con portate non superiori a 3-6 l/min.

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Qualora fosse rinvenuto nei piezometri del prodotto surnatante in fase libera, occorrer provvedere ad un campionamento selettivo del prodotto e alla successiva caratterizzazione dello stesso. Su ciascun campione prelevato verr apposta unetichetta con le seguenti indicazioni: sito di indagine; numero o sigla identificativa del piezometro; data e ora del prelievo; numero progressivo del campione; eventuale quota del prelievo.

Ogni campione verr suddiviso in due aliquote, una per lanalisi e una per archivio a disposizione dellente di controllo. Leventuale terza aliquota, quando richiesta, sar confezionata in contraddittorio solo alla presenza dellente di controllo, sigillando il campione che verr firmato dagli addetti incaricati, verbalizzando il relativo prelievo. La copia di archivio verr conservata a temperatura idonea, sino allesecuzione e validazione delle analisi di laboratorio da parte dellente di controllo preposto. Sui campioni di acqua di falda si prevede di effettuare le determinazioni analitiche riportate in Tabella 5. 3.5 INDAGINI
DI CAMPO PREVISTE SULLE ACQUE METEORICHE DI

RUSCELLAMENTO

Per indagare leventuale interazione tra la discarica e le acque superficiali si dovranno prelevare 3 campioni di acque superficiali (AS1-AS3) rispettivamente a monte ed a valle, rispetto alla piattaforma Bellolampo, del torrente Celona; il campione di monte (AS1) verr prelevato dal canale di gronda presente a nord della V vasca, i campioni di valle (AS2 e AS3) nei punto di scarico delle tubazione che convogliano le acque meteoriche nel torrente Celona. Si deve, tuttavia, segnalare che il campionamento sar possibile solo in presenza di precipitazioni meteoriche tali da formare deflussi superficiali.

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Tutte le operazioni che saranno svolte per il campionamento delle acque meteoriche di ruscellamento dovranno essere documentate con verbali quotidiani che conterranno: Enti presenti oltre alla ditta esecutrice, descrizione delle principali attrezzature utilizzate, campioni prelevati, valori misurati di pH, temperatura e conducibilit, note sul campionamento e sulle attivit svolte, note su eventi imprevisti o accidentali verificatesi, etc. Su ciascun campione prelevato (di 4 litri ciascuno) verr apposta unetichetta con le seguenti indicazioni: sito di indagine; luogo di prelievo; data e ora del prelievo; numero progressivo del campione;

Ogni campione verr suddiviso in due aliquote, una per lanalisi e una per archivio a disposizione dellente di controllo. Leventuale terza aliquota, quando richiesta, sar confezionata in contraddittorio solo alla presenza dellente di controllo, sigillando il campione che verr firmato dagli addetti incaricati, verbalizzando il relativo prelievo. La copia di archivio verr conservata a temperatura idonea, sino allesecuzione e validazione delle analisi di laboratorio da parte dellente di controllo preposto. Sui campioni di acque meteoriche di ruscellamento si prevede di effettuare le determinazioni analitiche riportate in Tabella 5. 3.6 ANALISI CHIMICA DEI TERRENI E DELLE ACQUE

Le determinazioni analitiche previste per i campioni di suolo e di acque e le metodiche analitiche adottabili vengono riportate nella successiva Tabella 5. Per i terreni, le determinazioni analitiche in laboratorio dovranno essere condotte sullaliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione dovr essere determinata riferendosi alla totalit dei materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro. Qualora si sospetti una contaminazione anche del

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sopravaglio devono essere effettuate analisi di tale frazione granulometrica sottoponendola ad un test di cessione che utilizzi come eluente acqua deionizzata satura di CO2. Tabella 5 Elenco delle analisi da effettuare per la definizione dello stato di contaminazione del suolo
Unit di misura mg/kg Metodo di prova suggerito CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 16 Q 64 Vol 3 1986 EPA 3051A 2007 + EPA 6010C 2007 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 CNR IRSA 10 Q 64 Vol 3 1985 + APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 Campione intermedio Altri campioni

Analita Antimonio

Arsenico

mg/kg

Berillio

mg/kg

Cadmio

mg/kg

Cobalto

mg/kg

Cromo Cromo VI Mercurio Nichel

mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg

Piombo

mg/kg

Rame

mg/kg

Selenio

mg/kg

Stagno

mg/kg

Tallio

mg/kg

Vanadio

mg/kg

Zinco

mg/kg

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Analita Cianuri Fluoruri Benzene Etilbenzene Stirene Toluene Xileni Sommatoria composti organici aromatici Benzo(a)antracene Benzo(a)pirene Benzo(b)fluorantene Benzo(k)fluorantene Benzo(g,h,i)perilene Crisene Dibenzo(a,e)pirene Dibenzo(a,l)pirene Dibenzo(a,i)pirene Dibenzo(a,h)pirene Dibenzo(a,h)antracene Indenopirene Pirene Sommatoria composti aromatici policiclici Sommatoria PCDD, PCDF (conversione TEF) (*) PCB(*) Idrocarburi pesanti C < 12

Unit di misura mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg

Metodo di prova suggerito EPA 9010C 2004 + EPA 9014 1996 CNR IRSA 14 Q 64 Vol 3 1996 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 8280A 1996 EPA 3541 1994 + EPA 3630C 1996 + EPA 8082A 2007 EPA 5021A 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 3541 1994 + EPA 8270D 2007

Campione intermedio

Altri campioni

Idrocarburi pesanti C > 12 mg/kg Frazione di carbonio organico (*) Sul 10% del campioni superficiali da individua di concerto con gli Enti Competenti

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Relazione Tecnica

Tabella 6

Elenco delle analisi da effettuare per la definizione dello stato di contaminazione delle acque
Unit di misura g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l mg/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l Metodo di prova suggerito APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3150 C Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 EPA 3015A 2007 + EPA 6010C 2007 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 4070 Man 29 2003 EPA 300.1 1999 EPA 300.1 1999 EPA 300.1 1999 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003

Analita Alluminio Antimonio Argento Arsenico Berillio Cadmio Cobalto Cromo Cromo (VI) Ferro Mercurio Nichel Piombo Rame Selenio Manganese Tallio Zinco Boro Cianuri Fluoruri Nitriti Solfati Benzene Etilbenzene Stirene Toluene para-Xilene Benzo (a) antracene Benzo (a) pirene

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Analita Benzo (b) fluorantene Benzo (k) fluorantene Benzo (g,h,i,) perilene Crisene Dibenzo (a, h) antracene Indeno (1,2,3 c,d) pirene Pirene Sommatoria idrocarburi policiclici aromatici Monoclorobenzene Sommatoria PCDF PCB Idrocarburi pH Temperatura Conducibilit PCDD,

Unit di misura g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l g/l [n-esano] g/l unit C S/cm

Metodo di prova suggerito APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 8280A 1996 EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007 APHA Standard Methods, ed 21 th 2005, 5520 F APAT CNR IRSA 2060 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 2030 Man 29 2003

3.7

INDAGINI SUI RIFIUTI

Per la caratterizzazione della sorgente di contaminazione si prevede di prelevare, da ciascuna delle vasche controllate (ad esclusione della discarica storica bonificata), un campione di quattro litri di percolato, sul quale effettuare le determinazioni indicate nella seguente Tabella 7. Sui contenitori (bottiglie in polietilene da 1 litro) dei campioni di percolato verr apposta unetichetta con le seguenti indicazioni: sito di indagine; numero progressivo del campione; punto di prelievo; data e ora del prelievo.

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Tutte le operazioni che saranno svolte per il campionamento del percolato, la formazione, il trasporto e la conservazione del campione e per le analisi di laboratorio dovranno essere documentate con verbali quotidiani. In particolare verr redatta una relazione giornaliera di attivit di campo che conterr: Enti presenti oltre alla ditta esecutrice, descrizione dei materiali e delle principali attrezzature utilizzate, punto di prelievo, campioni per archivio, campioni per analisi, modalit di campionamento, note sul campionamento, note su eventi imprevisti o accidentali verificatesi, etc. Ogni campione verr suddiviso in due aliquote, una per lanalisi e una per archivio a disposizione dellente di controllo. Leventuale terza aliquota, quando richiesta, sar confezionata in contraddittorio solo alla presenza dellente di controllo, sigillando il campione che verr firmato dagli addetti incaricati, verbalizzando il relativo prelievo. La copia di archivio verr conservata a temperatura idonea, sino allesecuzione e validazione delle analisi di laboratorio da parte dellente di controllo preposto ed alla approvazione degli elaborati. Tabella 7 Elenco delle analisi da effettuare per la caratterizzazione del percolato
Unit di misura unit C S/cm mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l Metodo di prova suggerito APAT CNR IRSA 2060 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 2030 Man 29 2003 Rapporti ISTISAN 97/8 pag. 74 IRSA CNR Q. 64 M.5 o D.M. 13/9/99 APAT CNR IRSA 5120 B1 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3030 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3030 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3030 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3150 C Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 EPA 3015 2007 + EPA 6010C 2007 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003

Analita pH Temperatura Conducibilit Ossidabilit Kubel TOC BOD5 Calcio Sodio Potassio Arsenico Cadmio Cromo Cromo (VI) Ferro Mercurio Nichel

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Analita Piombo Rame Manganese Magnesio Zinco Vanadio Cianuri Fluoruri Solfati Cloruri Azoto Ammoniacale Azoto nitroso Azoto nitrico Tribromometano 1,2-Dibromoetano Dibromoclorometano Bromodiclorometano 2-Clorofenolo 2,4-Diclorofenolo 2,4,6-Triclorofenolo Pentaclorofenolo Benzene Etilbenzene Stirene Toluene para-Xilene Clorometano Triclorometano Cloruro di Vinile 1,2-Dicloroetano 1,1-Dicloroetilene Tricloroetilene Tetracloroetilene Esaclorobutadiene

Unit di misura mg/l mg/l mg/l mg/l g/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

Metodo di prova suggerito APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3030 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 4070 Man 29 2003 EPA 300.1 1999 EPA 300.1 1999 APAT CNR IRSA 4090 A1 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 4030 A1 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 4050 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 4040 A1 Man 29 2003 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 APHA Standard Methods, ed 21 th 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 th 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 th 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 th 2005, 6410 B EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

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Relazione Tecnica

Analita 1,1-Dicloroetano 1,2-Dicloroetilene 1,2-Dicloropropano 1,1,2-Tricloroetano 1,2,3-Tricloropropano 1,1,2,2-Tetracloroetano Benzo (a) antracene Benzo (a) pirene Benzo (b) fluorantene Benzo (k) fluorantene Benzo (g,h,i,) perilene Crisene Dibenzo (a, h) antracene Indeno (1,2,3 c,d) pirene Pirene Pestici fosforati 2,4 Dinitrotoluoene 2,6 Dinitrotoluoene Nitrobenzene 2,4 Dinitrofenolo 2-metil-4,6 Dinitrotoluoene 2-Nitrofenolo 4-Nitrofenolo 1,2-Dinitrobenzene 1,3-Dinitrobenzene Cloronitrobenzeni

Unit di misura mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

Metodo di prova suggerito EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 EPA 3541 1994 + EPA 3620C 2007 + EPA 8141B 2007 APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B APHA Standard Methods, ed 21 st 2005, 6410 B EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007 EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007

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Relazione Tecnica Allegato 2

ALLEGATO 1: Piano di indagine. Scala 1:4000

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Relazione Tecnica Allegato 2

ALLEGATO 2: Ubicazione sondaggi per valori di fondo naturale. Scala 1:5000

Prof. Ing. Federico G. A. Vagliasindi, Dott. Ing. Gianluca Longo, Dott. Ing. Daniele Zito

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