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Logica teoria dell'inferenza (indicazioni di passaggi validi fra proposizioni, inferire come trarre informazioni valide da informazioni valide

gi in possesso) valida, o dell'argomentazione corretta. Utilizziamo in logica enunciati dichiarativi: enunciati cio di cui sia necessario chiedere se siano veri o falsi in altre parole enunciati che godono del principio di bivalenza. (ci sono logiche Fuzzy che accettano enunciati ambivalenti, possono cio esserci enunciati pi veri di altri: 90= 100 pi vero di 50=100) Per esprimere un argomento in logica utilizziamo una forma schematica: A, B, C F enunciati riga di inferenza conclusione opp. A B C F

Utilizziamo un esempio di Sesto Empirico: abbiamo due premesse ed una conclusione: giorno oppure notte non giorno notte questa un'inferenza corretta, la validit di un'inferenza non ha a che vedere con lo stato di verit di una proposizione ma ha che vedere con il legame che intercorre fra le proposizioni: chi accetta la verit delle premesse costretto ad accettare la verit delle conclusioni. Sostituiamo l'esempio di Sesto Empirico: Paolo al cinema oppure Paolo all'universit Paolo non al cinema Paolo all'universit anche questa inferenza valida, ci mostra come la sua validit non dipenda dal suo contenuto, ma dipenda dalle particelle che legano le singole parti dell'inferenza. Questa inferenza, come la precedente sono solo concretizzazioni, sono istanze di uno schema inferenziale che possiamo rappresentare cos: A oppure B non A B La forma logica, che qui ci interessa fare emergere, esibita dalla forma inferenziale che schematizziamo.

Per verificare la correttezza di uno schema logico utile istanziare gli enunciati e la conclusione con termini di cui conosco la materiale verit o falsit: es. Se notte allora non c' luce non notte c' luce lo schema inferenziale se A allora B non A non B

Lo schema logico non logicamente corretto ! Se lo istanzio con due enunciati materialmente veri e una conclusione materialmente falsa mi rendo conto della scorrettezza. Facciamo un altro esempio: es. Se Petrarca fiorentino allora Petrarca toscano Petrarca non fiorentino Petrarca non toscano l'inferenza non valida: lo schema valido : Se A allora B non B non A

Pensare = Calcolare Il pensare -inteso come ragionare- secondo Hobbes un calcolare, cio consiste in un sottrarre ed addizionare idee. Leibniz riprende l'indicazione hobbesiana e si pone come obbiettivo il creare una lingua scevra da tutte le ambiguit: l'ars combinatoria. Il termine designa il progetto di una metodologia in grado di dimostrare (ars demostrandi) le verit acquisite e di scoprire (ars inveniendi) verit nuove mediante la semplice combinazione e permutazione di nozioni ritenute primitive. L'ars combinatoria richiede due condizioni: che sia possibile scomporre le idee complesse in idee semplici mediante un'analisi esaustiva; che si possa comporre una lingua scientifica universalmente valida, un alfabeto del pensiero umano, i cui simboli si correlino nello stesso modo dei pensieri (characteristica universalis). La combinazione delle idee deve avvenire secondo regole fisse (calculus raziocinator), simili a quelle della matematica: questa consente di calcolare le quantit, quello potrebbe calcolare ci che appartiene al potere dell'immaginazione. I segni artificiali sono determinati in modo tale che il calcolo logico complessivo rifletta la struttura stessa del reale.

Qui vogliamo trattare della logica come inferenza deduttivamente corretta: cio non importante quanto sia vera la premessa, ma se le premesse sono vere allora la conclusione che ne discende vera. (nelle logiche induttive le premesse vere danno un'alta probabilit alla conclusione ma non la necessariet) per ricavare la forma delle inferenze bisogna analizzare gli enunciati: per enunciato si intende un'espressione alla quale possibile attribuire un valore di verit. Normalmente si intende riferire all'aspetto sintattico di un asserto, contrapposto all'unit di significato che gli associato.

All'interno del calcolo proposizionale, in cui gli enunciati sono considerati un tutto indivisibile, si distinguono: enunciati atomici/ semplici : quando non contengono parti che sono a loro volata enunciati enunciati composti/ molecolari: quando contengono parti proprie che sono a loro volta enunciati, cio quando sono ottenuti da enunciati semplici con il ricorso a connettivi. es. Paolo corre = enunciato atomico predicato: caratteristica di cui pu godere o no il nome nome: parte del discorso che ha lo scopo di denotare uno e uno solo oggetto Secondo Frege i predicati sono espressioni insature, a riempire la lacuna che li caratteristica hanno c' bisogno dei nomi, i questo modo si forma un enunciato. Secondo la logica tradizionale invece fra nome e predicato c' nascosta la copula, il verbo essere che va esplicitato ( Paolo corrente). Con l'analisi fregiana sparisce la copula. Paolo corre la forma logica di questo enunciato atomico C1(p) C un predicato unario, cio necessario un solo nome per renderlo saturo La luna un satellite S1(l) La forma logica dei due enunciati contenutisticamente diversi la madesima. Negli enunciati visti fino ad ora possiamo riconoscere: Nomi: parte del discorso che serve a denotare un individuo (costante individuale) Predicati: parti del discorso che denotano propriet di un insieme di individui (I) Ontologia: ci di cui il linguaggio parla (nell'analisi logica l'ontologia viene scollatadal linguaggio.

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