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1

o
COMPITINO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
7 novembre 2008
Soluzioni
1. Sia G un gruppo e sia N un sottogruppo ciclico normale di G. Detto Z(N) = x
G[ xn = nx n N il centralizzatore di N, dimostrare che Z(N) `e un sottogruppo
normale di G e che G/Z(N) `e abeliano.
Soluzione: Dato g G indichiamo con
g
lautomorsmo di G dato dal coniugio per
g. Essendo N normale in G abbiamo che
g|N
`e un automorsmo di N. Quindi g
g|N
denisce un omomorsmo G Aut(N) che indichiamo con .
Il nucleo di `e dato dagli elementi di G che agiscono in modo banale per coniugio su N,
quindi Ker = Z(N); questo prova che Z(N) `e un sottogruppo normale di G.
Inoltre per il primo teorema di omomorsmo G/Z(N) `e isomorfo ad un sottogruppo di
Aut(N). Ora, essendo N ciclico, Aut(N) `e un gruppo abeliano e quindi anche G/Z(N)
lo `e.
2. Sia p > 2 un numero primo.
(i) Costruire un prodotto semidiretto non abeliano G
p
.
= Z/pZ (Z/pZ)

.
(ii) Provare che esiste un omomorsmo iniettivo da G
11
in o
11
.
(iii) Provare che non esiste un omomorsmo iniettivo da Z/pZ (Z/pZ)

in o
p
.
Soluzione:
(i) Sappiamo che lapplicazione f : (Z/pZ)

Aut(Z/pZ) denita da a f
a
con
f
a
(n) = an per ogni n Z/pZ `e un isomorsmo, quindi in particolare f `e un omo-
morsmo non banale. Possiamo quindi usare f per denire un prodotto semidiretto
G
p
.
= Z/pZ
f
(Z/pZ)

; tale gruppo `e non abeliano.


(ii) Consideriamo G
11
come denito nel punto precedente. Possiamo quindi scrivere
esplicitamente il prodotto in G
11
nel seguente modo (n, a)(m, b) = (a + am, ab).
Visto che 2
5
= 32 `e congruo a 1 modulo 11, 2 `e un generatore per (Z/11Z)

e
quindi e
1
.
= (1, 1) e e
2
.
= (0, 2) sono generatori di ordine rispettivamente 11 e 10
per G
11
. In particolare ogni elemento di G
11
si pu`o scrivere come (n, 2

). Inoltre e
2
agisce per coniugio su e
1
nel seguente modo:
e
2
e
1
e
1
2
= (0, 2)(1, 1)(0, 2)
1
= (0, 2)(1, 1)(0, 2
1
)
= (2, 2)(0, 2
1
)
= (2, 1)
= 2e
1
.
Se vogliamo un omomorsmo iniettivo in o
11
dobbiamo mandare e
1
in una permuta-
zione di ordine 11, diciamo = (1, 2, . . . , 11) e dobbiamo mandare e
2
in una permuta-
zione di ordine 10; inoltre, queste due permutazioni devono vericare
1
=
2
.
Riscriviamo questa condizione come ((1), (2), . . . , (11)) = (1, 3, 5, 7, 9, 11, 2, 4, 6, 8, 10).
Allora la permutazione
=

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
1 3 5 7 9 11 2 4 6 8 10

= (2, 3, 5, 9, 6, 11, 10, 8, 4, 7)


ha ordine 10 e verica la condizione sul coniugio.
Proviamo ora che denendo F(n, 2

) =
n

abbiamo un omomorsmo iniettivo di


G
11
in o
11
.
Per prima cosa F `e ben denita in quanto ha ordine 11 e ha ordine 10. Inoltre
abbiamo =
2
da cui ricaviamo

=
2

e anche

b
=
2

. Quindi
F(a, 2

)F(b, 2

) =
a

=
a

=
a+2

+
= F(a + 2

b, 2
+
)
= F((a, 2

)(b, 2

)).
Questo prova che F `e un omomorsmo. Da , Im(F) ricaviamo che 11, 10
dividono [ Im(F)[ e quindi [ Im(F)[ = 11 10 e F `e iniettiva.
(iii) Sia per assurdo f un omomorsmo iniettivo da Z/pZ Z/pZ

in o
p
. Allora
.
=
f(1, 0) `e un pciclo in o
p
, quindi per il suo centralizzatore abbiamo Z() = ). In
particolare Z() non contiene elementi di ordine p 1. Ma se a `e un generatore di
(Z/pZ)

allora
.
= f(0, a) deve avere ordine p 1 e deve commutare con , cio`e
Z() e ci`o `e impossibile per quanto visto.
3. Sia G il gruppo Z/7Z Z/49Z e sia H il suo sottogruppo Z/7Z 0. Contare
gli automorsmi f di G per cui esiste un automorsmo f di G/H con f(g + H) =
f(g) +H per ogni g in G.
Soluzione: Per prima cosa proviamo che un automorsmo f ha la propriet`a richiesta
se e solo se f(H) = H.
Infatti se f ha la propriet`a richiesta abbiamo H = 0+H = f(0+H) = f(h+H) = f(h)+H
e quindi f(h) H per ogni h H. Avendo poi f(H) e H la stessa cardinalit`a nita
ricaviamo f(H) = H.
Viceversa supponiamo che f Aut(G) sia tale che f(H) = H. Allora la mappa g +H
f(g) + H `e un ben denito omomorsmo f di G/H in s`e. Essendo f un automorsmo
anche f `e un automorsmo.
Contiamo allora gli automorsmi f con la propriet`a f(Z/7Z 0) = Z/7Z 0. Per
un tale f si deve avere f(1, 0) = (u, 0) con u ,= 0 in Z/7Z e f(0, 1) = (v, c) con 7 c
2
(perch`e f(0, 1) deve avere ordine 49). Quindi si deve necessariamente avere f(n, a) =
nf(1, 0) + af(0, 1) = (nu + av, ac).
Proviamo ora che, per ogni scelta di u, v e c come sopra, la mappa f(n, a) = (nu+av, ac)
denisce un automorsmo di G (che ovviamente ha la propriet`a richiesta).
La mappa f `e ben denita in quanto (n, a) = (m, b) implica 7[n m e 49[a b, cio`e
n = 7h + m e a = 49k + b per qualche h, k Z, e quindi (nu + av, ac) = ((7h + m)u +
(49k + b)v, (49k + b)c) = (mu + bv, bc).
Inoltre abbiamo f(n+m, a +b) = ((n+m)u +(a +b)v, (a +b)c) = (nu +av, ac) +(mu +
bv, bc) = f(n, a) + f(m, b) e quindi f `e un omomorsmo.
Inne f `e suriettiva in quanto f(H) = H ha ordine 7, f(K) ha ordine 49 e H f(K) =
(0, 0). Allora Imf contiene Hf(K) che ha cardinalit`a 7 49 = [G[.
Possiamo quindi concludere che gli automorsmi con la propriet`a richiesta sono tanti
quante le possibili scelte per u, v e c, cio`e 6 7 (49) = 6
2
7
2
.
4. Siano p un primo e sia G un gruppo non abeliano di ordine p
4
.
(i) Dimostrare che esiste un elemento x G il cui centralizzatore ha ordine p
3
.
(ii) Dimostrare che G possiede un sottogruppo abeliano di ordine p
3
.
Soluzione:
(i) Essendo G non abeliano il suo centro Z pu`o avere ordine p
2
o p. Sia x un elemento di
G fuori dal centro. Allora x , Z e x Z(x) implicano che p
4
> [Z(x)[ > [Z[. Allora
nel caso che il centro abbia p
2
elementi ricaviamo che [Z(x)[ = p
3
come cercato.
Possiamo allora supporre che [Z[ = p. Dallequazione delle classi abbiamo:
p
4
= p +

p
4
[Z(r)[
dove la somma `e su r 1 Z con 1 un sistema di rappresentanti per le classi di
coniugio di G. Ma per ogni r 1Z abbiamo, analogamente a prima, p
4
> [Z(r)[ >
p e quindi se, per assurdo fosse [Z(r)[ , = p
3
per ogni r si avrebbe [Z(r)[ = p
2
per
ogni r. Ma allora lequazione delle classi diventerebbe:
p
4
= p +[1 Z[p
2
che `e impossibile in quanto p
2
non divide p. Questo prova che per un qualche r 1Z
si deve avere [Z(r)[ = p
3
.
(ii) Sia x G un elemento per cui H = Z(x) ha cardinalit`a p
3
e x , Z (il punto
precedente assicura che esiste un tale x). Proviamo che H `e un gruppo abeliano.
Sia C il centro di H. Sicuramente Z Z(x) = H e quindi Z C. Inoltre x
`e in C visto che commuta con ogni elemento di H = Z(x). Inoltre sappiamo che
x , Z. Quindi C contiene Z che ha ordine almeno p e contiene anche x e quindi
ha cardinalit`a almeno p
2
. Allora in ogni caso H/C ha cardinalit`a 1 o p ed `e quindi
ciclico. Ne deduciamo che H `e abeliano.
3
2
o
COMPITINO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
16 dicembre 2008
Soluzioni
1. Sia A = S
1
Z, dove S = n Z[ n 1 (mod 30) e sia : Z A lomomorsmo
denito da (x) =
x
1
per ogni x Z.
(i) Determinare tutti gli ideali massimali di A;
(ii) determinare
1
(A

).
Soluzione.
(i) Osserviamo per prima cosa che gli invertibili di A sono tutti e soli gli elementi del
tipo d/s con (d, 30) = 1 e s S. Infatti per ogni tale d esiste un intero e con de 1(
mod 30) e quindi r = de S; allora se/r A e si ha d/s se/r = dse/sr = 1. Daltra
parte se un elemento d/s `e invertibile allora esiste un e/r A tale che de/sr = 1,
da questo ricaviamo de = sr S, quindi de 1( mod 30) e necessariamente deve
essere d primo con 30.
Gli ideali di A sono tutti del tipo S
1
(n) con n intero. Inoltre se scriviamo n = md
con d primo con 30 abbiamo che S
1
(n) = S
1
(m) visto che d/1 `e un elemento
invertibile di A per quanto visto sopra.
Se m e n sono interi tali che m[n allora (n) (m) e quindi S
1
(n) S
1
(m). Allora
per avere un ideale S
1
(n) massimale dobbiamo necessariamente avere n primo che
divide 30. Cio`e n M = 2, 3, 5.
Sia p M, se fosse S
1
(p) = A allora p/1 dovrebbe essere invertibile in A mentre p
non `e primo con 30. Allora gli ideali S
1
(p) sono diversi da A.
Sia ora q M distinto da p. Se fosse p S
1
(q) allora si avrebbe p = n/s q per
qualche n Z e s S. Ricaviamo ps = nq e quindi q divide s visto che q ,= p. Ma
questo `e impossibile perch`e s 1( mod 30) e q[30.
(ii) Un elemento di
1
(A

) `e un intero d tale che d/1 `e invertibile in A

. Per quanto
visto prima allora tali d sono quelli primi con 30.
2. Sia K un campo e siano f(T), g(T) K[T] due polinomi non costanti. Sia inoltre
I lideale (f(X), g(Y )) di K[X, Y ].
(i) Provare che I non `e principale;
(ii) determinare la dimensione di K[X, Y ]/I come Kspazio vettoriale.
Soluzione.
4
(i) Indichiamo con
X
il grado di un polinomio rispetto ad X, cio`e come polinomio a
coecienti in K[Y ]; allo stesso modo indichiamo con
Y
il grado di un polinomio
rispetto alla Y . Visto che K `e un campo e quindi un dominio di integrit`a, abbiamo
che
X
(u v) =
X
(u) +
X
(v) per ogni coppia di polinomi u, v K[X, Y ]. Lo stesso
vale per
Y
.
Supponiamo ora, per assurdo, che I = (h(X, Y )). Allora da f(X) I ricaviamo che
esiste un u K[X, Y ] tale che f = u h. Quindi 0 =
Y
(f(X)) =
Y
(u) +
Y
(h)
e quindi
Y
(h) = 0, cio`e h(X, Y ) `e un polinomio nella sola X. Analogamente da
g(Y ) I troviamo che
X
(h) = 0. In conclusione h(X, Y ) = K. Ma allora
(h) = 0 o (h) = A, in ogni caso (h) ,= I.
(ii) Siano m =
X
(f(X)) e n =
Y
(g(Y )). Proviamo che A = K[X, Y ]/I ha dimensione
mn su K facendo vedere che i monomi X
h
Y
k
+I con 0 h n1 e 0 k m1
sono una base di A su K.
Sia u(X, Y ) K[X, Y ]. Se in u compare un monomio X
r
Y
s
con r n o s m allora
usando f(X) I e g(Y ) I abbiamo che possiamo sostituire X
r
Y
s
con monomi di
grado pi` u basso a meno di un elemento di I. Questo prova che gli elementi X
h
Y
k
con 0 h n 1 e 0 k m 1 sono un sistema di generatori per A/I come
spazio vettoriale su K.
Proviamo ora che i monomi X
h
Y
k
+ I con 0 h n 1 e 0 k m 1 sono
Klinearmente indipendenti in A. Sia infatti l(X, Y ) =

h,k

h,k
X
h
Y
K
una loro
combinazione lineare nulla in A. Questo vuol dire che tale combinazione lineare
appartiene ad I. Esistono cio`e due polinomi u(X, Y ) e v(X, Y ) tali che l(X, Y ) =
u(X, Y )f(X) + v(X, Y )g(Y ).
Se in u(X, Y ) compare un termine di grado rispetto alla Y maggiore o uguale a
m =
Y
(g(Y )) allora possiamo sostituirlo con termini di grado inferiore e sommare
un multiplo di g(Y ) a v(X, Y ). Ripetendo questo procedimento otteniamo un nuo-
vo polinomio u

(X, Y ) con
Y
(u

) < m. Analogamente possiamo fare con v(X, Y )


rispetto a
X
usando f(X) per ottenere un nuovo v

(XY ) con
X
(v

) < n.
Allora nel polinomio l(X, Y ) = u

(X, Y )f(X) + v

(X, Y )g(Y ) i termini di grado pi` u


alto rispetto alla X compaiono solo dal primo prodotto u

(X, Y )f(X) se u

(X, Y ) ,=
0. Allora in questa ipotesi abbiamo che
X
(l)
X
(f(X)) = n contro il fatto che in
l(X, Y ) compaiono solo monomi che contengono potenze di X minori di n. Abbiamo
quindi provato che u

(X, Y ) = 0. Allo stesso modo ragioniamo per dimostrare che


v

(X, Y ) = 0. Ma allora non solo l(X, Y ) = 0 in A ma l(X, Y ) = 0 anche in K[X, Y ]


e questo signica che
h,k
= 0 per ogni h e k. La lineare indipendenza risulta cos`
provata.
3. Sia
7
una radice settima primitiva dellunit`a in C e sia =
7
+
2
7
+
4
7
.
(i) Provare che [Q() : Q] = 2;
(ii) detta
5
una radice quinta primitiva dellunit`a, calcolare il gruppo di Galois di
Q(,
5
)/Q.
5
Soluzione:
(i) Per provare che Q() ha grado 2 su Q basta far vedere che soddisfa un polinomio
di secondo grado in Q[X] e inoltre , Q.
Svolgendo il quadrato di e usando 1 +
7
+
2
7
+ +
6
7
= 0, troviamo subito che il
polinomio X
2
+X +2 si annulla in . Daltra parte se fosse Q allora
7
sarebbe
una radice del polinomio a coecienti razionali X +X
2
+X
4
, quindi
7
avrebbe
grado minore o uguale a 4. Ci`o `e impossibile in quanto sappiamo che
7
ha grado 6
su Q.
(ii) Vediamo che Q() Q(
5
) = Q. Dal punto precedente abbiamo che Q() ha grado
2 su Q e quindi tale intersezione pu`o essere Q o Q().
Sappiamo che Q(
5
) ha gruppo di Galois Z/5Z

e quindi un solo sottogruppo di


indice 2, da cui un solo sottocampo di grado 2 su Q. Tale campo `e Q(

5) come si
trova subito visto che esso `e generato da
5
+
1
5
. Quindi, se fosse Q() Q(
5
) ,= Q
allora si dovrebbe avere Q() = Q(

5).
Ma possiamo risolvere X
2
+X+2 e trovare che Q() = Q(

7) ,= Q(

5). Abbiamo
cos` provato che Q() Q(
5
) = Q.
Allora K
.
= Q(,
5
) `e la composizione delle sue due sottoenstensioni normali Q()
e Q(
5
) che si intersecano su Q e hanno gruppo di Galois isomorfo a Z/2Z e Z/4Z.
Risulta quindi Gal(K/Q) Z/2Z Z/4Z.
4. Sia n > 1 un numero intero e sia
n
una radice n-esima primitiva dellunit`a in C.
Siano poi E unestensione normale di Q(
n
), Gal(E/Q(
n
)) ed un elemento
non nullo di E tali che () =
n
.
(i) Dimostrare che n[ [E : Q(
n
)];
(ii) dimostrare che esiste un campo F contenuto in E e diverso da E tale che

n
F.
Soluzione:
(i) Sia r lordine di in Gal(E/Q(
n
)). Abbiamo (
n
) =
n
e quindi =
r
() =
r
n
.
Questo prova che n divide r. Allora n divide [Gal(E/Q(
n
))[ = [E : Q(
n
)].
(ii) Abbiamo (
n
) = ()
n
= (
n
)
n
=
n
. Questo signica che
n
`e ssato da .
Allora
n
`e un elemento del sottocampo F di E ssato da . Non pu`o essere F = E
perch`e sappiamo che non ssa .
6
COMPITO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
15 gennaio 2009
Soluzioni
1. Sia n un intero positivo e sia G un gruppo di ordine n.
(i) Dimostrare che /
n+2
contiene un sottogruppo isomorfo a G.
(ii) Dimostrare che /
35
contiene un sottogruppo isomorfo a D
35
.
Soluzione.
(i) Consideriamo lassegnazione
o
n
o
n+2

se `e pari
(n + 1, n + 2) se `e dispari.
dove stiamo considerando come un elemento di o
n+2
che permuta gli elementi
1, 2, . . . , n.
Visto che commuta con (n + 1, n + 2) `e facile provare che `e un omomorsmo.
Inoltre `e iniettivo in quanto ()
|{1,2,...,n}
= . Inne limmagine di `e contenuta
in /
n+2
per come `e costruito.
Per il teorema di Cayley sappiamo che o
n
contiene un sottogruppo H isomorfo a G.
Allora (H) `e un sottogruppo di /
n+2
isomorfo a G.
(ii) Per costruire un sottogruppo di /
35
isomorfo a D
35
dobbiamo trovare degli elementi
, /
35
che vericano: o() = 35, o() = 2 e =
1
.
Sia = (1, 2, . . . , 7)(8, 9, . . . , 12), un elemento di ordine 35 in /
35
. Abbiamo
1
=
(7, 6, . . . , 1)(12, 11, . . . , 8) e quindi la permutazione
= (1, 7)(2, 6)(3, 5)(8, 12)(9, 11)(13, 14)
`e pari e si ha =
1
=

() =
1
. (Osserviamo che il 2ciclo (13, 14) in
serve a rendere pari.)
2. Sia p un numero primo e sia G = Z/p
2
ZZ/pZ. Sia inoltre A = f Aut(G) [ f(

0,

1) =
(

0,

1). Calcolare la cardinalit`a di A e [Aut(G) : A].


Soluzione. Per calcolare la cardinalit`a di A dobbiamo contare quanti automorsmi f
di G possiamo costruire ponendo la condizione f(

0,

1) = (

0,

1).
Un tale automorsmo `e completamente determinato dallimmagine di (

1,

0), diciamo ( a,

b).
Lordine di (

1,

0) `e p
2
e quindi anche lordine di ( a,

b) deve essere p
2
. Questa condizione
`e equivalente a a , 0 (mod p) e quindi abbiamo p
2
(p 1) possibile scelte. Vediamo che
per ogni tale coppia ( a,

b), lassegnazione (

1,

0) ( a,

b), (

0,

1) (

0,

1) si estende ad un
7
automorsmo di G; cio`e facciamo vedere che f( x, y) = ( a x,

b x + y) `e ben denita, `e un
omomorsmo ed `e iniettiva (e quindi anche suriettiva).
Se x

x (mod p
2
) e y

y (mod p) allora ( a x

b x

+ y

) = ( a x,

b x + y) e quindi f `e ben
denita.
Se abbiamo f( x, y) = (

0,

0), cio`e ( a x,

b x + y) = (

0,

0). Allora x = 0 visto che a `e primo


con p, quindi abbiamo anche y = 0. Questo prova che f `e iniettiva.
La mappa f `e un omomorsmo in quanto `e denita per estensione dai generatori. Possiamo
quindi concludere che [A[ = p
2
(p 1).
Per calcolare lindice di A in Aut(G) procediamo come segue. Il gruppo Aut(G) agisce
su G e il sottogruppo A `e lo stabilizzatore dellelemento (

0,

1) per questazione. Allora


[Aut(G) : A] = [ Aut(G)[/[A[ = [orbita di (

0,

1)[.
Vediamo quindi in quali elementi possiamo mandare (

0,

1) con un automorsmo di G.
Lordine di (

0,

1) `e p e quindi anche la sua immagine deve avere ordine p. Osserviamo


che il sottogruppo ( p,

0)) `e uguale a p G ed `e quindi caratteristico; questo signica che


limmagine di (

0,

1) non pu`o avere la seconda coordinata nulla.


Consideriamo lassegnazione (

1,

0) (

1,

0), (

0,

1) ( p a,

b) con

b ,= 0 e vediamo che essa
pu`o essere estesa ad un automorsmo di G. Sia quindi f( x, y) = ( x + p a y,

b y).
Per prima cosa si prova che f `e ben denita come sopra. Inoltre f `e iniettiva: ( x +
p a y,

b y) = (

0,

0) implica che y = 0 visto che



b ,= 0 e quindi anche x = 0. Inne f `e un
omomorsmo perch`e `e denito per estensione di unassegnazione sui generatori.
Allora lorbita di (

0,

1) `e formata da tutti gli elementi del tipo ( p a,

b) con

b ,= 0. Tale
orbita ha quindi p(p 1) elementi. Concludiamo che [Aut(G) : A] = p(p 1).
3. Sia K un campo. Data una serie formale f =

n0
a
n
x
n
in K[[x]] deniamo Df
come la serie formale

n0
(n + 1)a
n+1
x
n
.
(i) Provare che per ogni f, g K[[x]] si ha D(fg) = (Df)g +fDg.
(ii) Provare che il sistema Df = f e f(0) = 1 ha: una sola soluzione se char K = 0,
nessuna soluzione se char K > 0.
Soluzione.
(i) Sia f =

a
n
x
n
e g =

b
n
x
n
. Abbiamo per denizione fg =

n
(

n
h=0
a
h
b
nh
)x
n
.
Quindi
D(f)g + fDg =

n0
(n + 1)a
n+1
x
n

n0
b
n
x
n
+

n0
a
n
x
n

n0
(n + 1)b
n+1
x
n
=

n0
(

n
h=0
(h + 1)a
h+1
b
nh
)x
n
+

n0
(

n
h=0
a
h
(n + 1 h)b
n+1h
)x
n
=

n0
(

n
h=0
(h + 1)a
h+1
b
nh
+

n
h=0
(n + 1 h)a
h
b
n+1h
)x
n
=

n0
(

n+1
h=1
ha
h
b
n+1h
+

n
h=0
(n + 1 h)a
h
b
n+1h
)x
n
=

n0
(

n+1
h=0
ha
h
b
n+1h
+

n+1
h=0
(n + 1 h)a
h
b
n+1h
)x
n
=

n0
(n + 1)(

n+1
h=0
a
h
b
n+1h
)x
n
= D(fg).
8
(ii) Sia f =

a
n
x
n
una soluzione del sistema Df = f, f(0) = 1. Da Df =

n0
(n +
1)a
n+1
x
n
=

n0
a
n
x
n
otteniamo (n + 1)a
n+1
= a
n
per ogni n 0. La condizione
f(0) = a
0
= 1 ci permette di concludere che a
n
= 1/n! se char K = 0. In questo caso
la soluzione esiste ed `e quindi unica.
Sia invece char K = p > 0. Allora 0 = pa
p
= a
p1
e quindi a
p1
= 0. Allora
0 = (p 1)a
p1
= a
p2
e cos` via no a a
0
= 0 contro a
0
= 1. Non esiste alcuna
soluzione del sistema considerato.
4. Per n, m interi positivi siano
n
=
n

5 e
m
una radice m-esima primitiva di 1 in C.
(i) Calcolare, per ogni n, il grado [Q(
n

5,
5
) : Q].
(ii) Determinare tutte le coppie (n, m) tali che
n
Q(
m
).
(i) Sia E
.
= Q(
n
) Q(
5
). Abbiamo E Q(
n
) R e quindi E Q(
5
) R = Q(

5), dove
questultima uguaglianza segue dal fatto che Q Q(

5) Q(
5
) `e una lista completa di
tutti i sottocampi di Q(
5
).
Poiche X
n
5 `e irriducibile in Q[X], per il criterio di Eisenstein, abbiamo [Q(
n
) : Q] = n e
quindi, se n `e dispari, E = Q. Se invece n `e pari, allora

5 = (
n
)
n/2
e quindi E = Q(

5).
Concludiamo quindi che [Q(
n
,
5
) : Q] = [Q(
n
) : Q][Q(
5
) : Q]/[E : Q] `e uguale a 4n se
n `e dispari, mentre `e uguale a 2n se n `e pari.
(ii) Supponiamo
n
Q(
m
). Visto che Q(
m
) `e unestensione normale di Q possiamo con-
cludere che lintero campo di spezzamento del polinomio X
n
5 `e contenuto in questo
campo. Il campo di spezzamento di X
n
5 contiene
n
; in particolare se n > 2 allora
Q(
n
) `e un sottocampo (reale) proprio del campo di spezzamento (complesso) e quindi
Q(
n
) non `e unestensione normale di Q.
Ma Q(
m
) ha gruppo di Galois isomorfo a Z/mZ

, che `e un gruppo abeliano; quindi ogni


sua sottoenstensione `e normale. Abbiamo quindi provato che n = 1 o n = 2.
Chiaramente se n = 1 allora
1
= 5 Q(
m
) per ogni m 1.
Supponiamo allora n = 2. Osserviamo che

5 Q(
5
) per quanto ricordato sopra; inol-
tre, visto che Q(
5
) Q(
5m
) per ogni m 1, concludiamo
2
=

5 Q(
5m
).
Viceversa se m `e primo con 5 allora abbiamo [Q(
5m
) : Q] = (5m) = 4(m) = [Q(
5
) :
Q][Q(
m
) : Q] e quindi Q(
5
) Q(
m
) = Q; in particolare

5 , Q(
m
).
In conclusione le coppie che vericano la condizione richiesta sono: (1, m) e (2, 5m) con
m 1.
9
COMPITO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
9 febbraio 2009
Soluzioni
1. Sia un ciclo in S
n
. Per quali interi m si ha Z(
m
) = Z()?
Soluzione. Vogliamo provare che si ha luguaglianza tra i centralizzatori se e solo se m
`e primo con .
Infatti se supponiamo che (m, ) = 1 allora
m
ha ordine e quindi
m
genera ) da cui
Z(
m
) = Z(
m
)) = Z()) = Z().
Sia viceversa (m, ) = d > 1. Allora sappiamo che
m
ha come struttura in cicli
1

d
con
1
, . . . ,
d
cicli disgiunti di lunghezza /d. Ricaviamo che, ad esempio,
1
commuta con

m
mentre non commuta con . Infatti sappiamo che ogni elemento del centralizzatore
di si scrive come
t
con t naturale e permutazione disgiunta da . Se fosse
1
=
t

allora si avrebbe = 1 in quanto


1
muove solo elementi mossi da ; ma allora lequazione

1
= `e impossibile in quanto a sinistra abbiamo un /dciclo e a destra un ciclo.
2. Sia p un primo e sia G un pgruppo con un unico sottogruppo di indice p. Provare
che G `e ciclico.
Soluzione. Proviamo prima lasserto per G abeliano e supponiamo, per assurdo, G non
ciclico. Allora, usando il teorema di struttura dei gruppi abeliani, abbiamo G G
1
G
2
con G
1
e G
2
pgruppi non banali. Sappiamo che un pgruppo ha sottogruppi di ogni
possibile ordine e quindi, in particolare, G
1
e G
2
hanno dei sottogruppi, rispettivamente
H
1
e H
2
, di indice p. Allora H
1
G
2
e G
1
H
2
sono due distinti sottogruppi di indice p
di G.
Passiamo ora al caso generale. Sia Z il centro di G; si ha Z ,= e perch`e G `e un pgruppo.
Allora il pgruppo G/Z ha ordine minore dellordine di G. Se G/Z fosse banale allora il
gruppo G sarebbe abeliano e quindi la tesi vera per quanto gi`a provato.
Possiamo allora supporre che G/Z possegga un sottogruppo K di indice p. Indichiamo
con : G G/Z la proiezione canonica. Allora
1
(K) ha indice p in G e ne segue che
K `e limmagine attraverso dellunico sottogruppo di indice p di G, e quindi, anchesso
`e unico.
Procedendo per induzione sullordine di G, possiamo assumere la tesi vera per G/Z. Ma
allora G/Z `e ciclico e quindi G `e abeliano cosa che avevamo invece escluso.
Osserviamo che il caso abeliano fornisce anche la base per linduzione in quanto ogni
gruppo di ordine p `e abeliano.
Seconda soluzione (cenno). Sia H lunico sottogruppo di G di indice p e sia x un
elemento di G H. Vogliamo dimostrare che G `e generato da x, e dunque `e ciclico.
Supponiamo, per assurdo, che K = x) ,= G. Allora K, che `e un sottogruppo proprio di
10
G, `e contenuto in un sottogruppo massimale di G. Ma in un p-gruppo gli unici sottogruppi
massimali sono quelli di indice p. Ne segue che K H, da cui x H, assurdo.
3. Siano n un intero positivo e A = Z
n
. Dimostrare che gli automorsmi dellanello A
sono in numero nito e determinarne il numero.
Soluzione. Per 1 i n sia e
i
lelemento le cui coordinate sono tutte nulla tranne la
iesima che `e uguale a 1. Vogliamo provare che se f : A A `e un automorsmo allora
f permuta tra loro e
1
, . . . , e
n
.
Per 1 i n sia
i
= f(e
i
). Se i ,= j allora e
i
e
j
= 0 e quindi
i

j
= 0; questo dice che per
ogni 1 k n nellinsieme
1
, . . . ,
n
solo un elemento ha coordinata kesima diversa
da zero. Daltra parte ogni
1
, . . . ,
n
ha almeno una coordinata diversa da zero perch`e
la mappa f `e iniettiva. Concludiamo che ogni
1
, . . . ,
n
ha esattamente una coordinata
diversa da zero.
Questo vuol dire che esiste una permutazione S
n
per cui
i
= c
i
e
(i)
per ogni 1 i n
con c
1
, . . . , c
n
Z. Ma usando e
2
i
= e
i
troviamo c
2
i
= c
i
e quindi c
i
= 1 visto che
i
,= 0.
Abbiamo quindi provato che f(e
i
) = e
(i)
.
Usando ora che e
1
, . . . , e
n
`e un sistema di generatori di A (gi`a come gruppo), abbiamo che
esiste al pi` u un unico automorsmo con f(e
1
), . . . , f(e
n
) assegnati. Quindi [ Aut(A)[ n!.
Osserviamo, daltra parte, che per ogni S
n
la mappa
A (a
1
, a
2
, . . . , a
n
) (a
(1)
, a
(2)
, . . . , a
(n)
) A
`e un automorsmo e quindi [ Aut(S
n
)[ = n!
4. Esistono campi K di caratteristica zero e polinomi irriducibili f(X) K[X] di
grado 5 tali che, detto L
f
il campo di spezzamento di f(X) su K si abbia:
[L
f
: K] = 5?
[L
f
: K] = 10?
[L
f
: K] = 15?
Soluzione.
[L
f
: K] = 5: S`.
Sia f(X) = X
5
2, un polinomio irriducibile su Q per Eisenstein. Sappiamo che,
detta =
5

2 e una radice primitiva quinta dellunit`a in C, le radici di f(X) sono

k
per k = 0, 1, 2, 3, 4.
Allora L
f
`e il composto di Q() (di grado 5 su Q perch`e f(X) irriducibile) e Q() di
grado 4 = (5) su Q. Quindi [L
f
: Q] = 20 da cui [L
f
: Q()] = 5 e, in particolare,
f(X) rimane irriducibile su Q() in quanto aggiungendo la sua radice abbiamo
unestensione di grado 5. Prendiamo quindi K = Q() per avere lesempio richiesto.
11
[L
f
: K] = 10: S`.
Siano f(X), e come nel punto precedente e consideriamo ora K = Q( +
1
).
Sappiamo che K = Q(

5) unestensione quadratica di Q (in realt`a lunica sottoe-


stensione quadratica di Q()). Allora [L
f
: K] = 10. Inoltre osserviamo che Q() e
K hanno gradi primi tra loro e quindi K() ha grado 5 su K. Questo implica che
f(X) `e irriducibile su K ragionando come nel punto precedente.
[L
f
: K] = 15: No.
Infatti se fosse [L
f
: K] = 15 allora il gruppo di Galois di L
f
/K sarebbe un gruppo
di ordine 15 e quindi ciclico. Ma tale gruppo dovrebbe anche essere un sottogruppo
di S
5
mentre non ci sono elementi di ordine 15 in S
5
.
12
COMPITO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
1 giugno 2009
Soluzioni
1. Data un permutazione indichiamo con ) il sottogruppo di S
n
generato da . Sia
X linsieme ) [ `e un nciclo in S
n
. Provare che:
(i) S
n
agisce per coniugio su X,
(ii) per n pari lazione di A
n
su X `e transitiva,
(iii) per n 4 qualsiasi lazione di S
n
su X `e fedele.
Nota: Unazione si dice transitiva se ha una sola orbita e si dice fedele se nessun elemento
diverso dallidentit`a agisce banalmente.
Soluzione.
(i) Se S
n
allora )
1
=
1
) e se `e un nciclo anche
1
lo `e. Questo
prova che S
n
agisce su X.
(ii) Dobbiamo provare che per ogni coppia
1
,
2
di ncicli esiste un elemento A
n
per cui
1
)
1
=
2
).
Sappiamo che
1
e
2
sono coniugati per un qualche S
n
visto che hanno la
stessa struttura in cicli. Se `e pari allora possiamo prendere = per soddisfare
la condizione precedente. Supponiamo invece che sia dispari.
Il centralizzatore dellnciclo
1
in S
n
coincide con il sottogruppo generato da
1
.
Quindi, essendo n un numero pari, abbiamo che tale centralizzatore non `e contenuto
in A
n
(perch`e
1
`e dispari). Sia allora Z
S
n
(
1
) A
n
e poniamo = .
Sicuramente `e pari in quanto sia che sono dispari. Inoltre
1

1
=
1

1
=

1
=
2
e quindi `e un elemento di A
n
che soddisfa la condizione richiesta.
(iii) Sia : S
n
S(X) lazione per coniugio di S
n
su X. Il nucleo di `e un sottogruppo
normale di S
n
. Allora per n 5 le uniche possibilit`a per tale nucleo sono e, A
n
, S
n
.
Quindi se il nucleo non fosse banale ci sarebbero al pi` u 2 elementi in ogni orbita per
S
n
in X.
Ma, per quanto visto nel punto precedente, sicuramente X `e ununica orbita per S
n
e contiene (n 1)! elementi. Quindi per n > 5 il nucleo `e sicuramente banale.
Per n = 4 anche il sottogruppo di Klein (cio`e il sottogruppo generato dai doppi
2cicli) `e un sottogruppo normale. Ma, ad esempio, = (12)(34) manda (123)) in
(124)) e quindi non agisce banalmente. Allora anche per n = 4 le sole possibilit`a
per un nucleo non banale sono A
4
e S
4
. Si conclude ora come sopra visto che X `e
unorbita con (4 1)! = 6 > 2 elementi.
13
2. Costruire un esempio di un gruppo di ordine 18 con un sottogruppo non normale, un
sottogruppo normale non caratteristico e un sottogruppo caratteristico non banale.
Soluzione. Sia N = Z/3Z Z3Z, M = Z/2Z e consideriamo G = N M con azione
di M su N data da 1 (a, b) = (a, b) per ogni (a, b) N. Nel seguito identicheremo
N con il sottogruppo N 0 di G e M con il sottogruppo (0, 0) M di G.
Sicuramente M `e un sottogruppo non normale in quanto lazione di M su N `e non banale.
Inoltre N `e un sottogruppo caratteristico in quanto `e lunico del suo ordine: se esistesse
un altro sottogruppo N

di ordine 9 allora linsieme N N

avrebbe almeno 9 9/3 > 18


elementi.
Proviamo ora che L = Z/3 0 0 `e un sottogruppo normale non caratteristico di G. E
chiaro che N `e contenuto nel normalizzatore di L in quanto N `e abeliano e L `e un suo
sottogruppo. Inoltre 1 (a, 0) = (a, 0) e quindi anche M `e contenuto nel normalizzatore
di L. Allora tutto G `e contenuto in questo normalizzatore e quindi L `e normale.
Per far vedere che L non `e caratteristico proviamo prima che la mappa f : (a, b, c)
(b, a, c) `e un automorsmo di G. Si ha:
f((a
1
, b
1
, c
1
)(a
2
, b
2
, c
2
)) = f(a
1
+ (1)
c
1
a
2
, b
1
+ (1)
c
1
b
2
, c1 + c2)
= (b
1
+ (1)
c
1
b
2
, a
1
+ (1)
c
1
a
2
, c
1
+ c
2
)
= (b
1
, a
1
, c
1
)(b
2
, a
2
, c
2
)
= f(a
1
, b
1
, c
1
)f(a
2
, b
2
, c
2
).
Visto che lautomorsmo f non manda L in se stesso L non `e caratteristico.
3. (a) Dimostrare che non esiste nessun omomorsmo : Z[X
2
, X
3
] Q tale che
(X
2
) =
1
3
;
(b) Determinare tutti gli omomorsmi : Z[X
2
, X
3
] Q tali che (X
2
) =
1
4
e
descrivere un insieme di generatori per ker .
Soluzione.
(a) Se esistesse un tale omomorsmo avremmo (X
3
)
2
= (X
6
) = (X
2
)
3
=
1
27
e quindi
(X
3
) dovrebbe essere un numero razionale il cui quadrato `e
1
27
.
`
E chiaro che tale
numero non esiste.
(b) Per brevit`a indichiamo con A lanello Z[X
2
, X
3
]. Sia : A Q un omomor-
smo con (X
2
) =
1
4
. Allora, ragionando come nel punto precedente, abbiamo
(X
3
) =
1
8
. Questa `e una condizione necessaria; vediamo ora come entrambe
queste possibilit`a si presentino eettivamente.
Osserviamo che A `e un sottoanello di Z[X] e per questultimo anello esistono sicu-
ramente omomorsmi
h
: Z[X] Q con
h
(X) = (1)
h 1
2
, per h = 0, 1. Ma allora
restringendo
h
da Z[X] Q a
h
: A Q costruiamo tutti gli omomorsmi
richiesti.
14
Vogliamo determinare dei generatori per Ker
h
, per h = 0, 1. Per denizione
Ker
h
= Ker
h
A e quindi determiniamo per prima cosa il nucleo degli omo-
morsmi
h
. Consideriamo ora il caso h = 0 e indichiamo con lomomorsmo
0
e
con lomomorsmo
0
.
E chiaro che 2X 1 `e un elemento del nucleo di . Viceversa se f(X) `e tale
che (f(X)) = 0 allora
1
2
`e una radice in Q di f(X) visto che lomomorsmo
`e semplicemente la valutazione in
1
2
. Quindi X
1
2
divide f(X) in Q[X]; cio`e il
polinomio primitivo 2X 1 di Z[X] divide il polinomio f(X) di Z[X] in Q[X]. Ma
allora per il lemma di Gauss 2X 1 divide f(X) anche in Z[X] e quindi f(X)
(2X 1). [Analogamente si ha Ker
1
= (2X + 1).]
Dobbiamo ora trovare dei generatori per (2X 1) A. Proviamo che i tre polinomi
4X
2
1, 2X
3
X
2
, 2X
4
X
3
sono dei generatori. [Analogamente 4X
2
1, 2X
3
+
X
2
, 2X
4
+ X
3
sono dei generatori per Ker
1
.]
I tre polinomi proposti sono elementi di (2X1) A in quanto sono elementi di A e
si annullano in
1
2
. Viceversa un elemento f(X) di (2X 1) A si pu`o scrivere come
f(X) = (2X1)(k
0
+k
1
X+k
2
X
2
+k
3
X
3
+K
4
X
4
+ +k
n
X
n
) e inoltre k
1
= 2k
0
visto che f(X) non deve avere termine lineare in quanto `e un elemento di A. Allora
f(X) = k
0
(2X1)(2X+1) +k
2
(2X
3
X
2
) +k
3
(2X
4
X
3
) + +k
n
(2X
n+1
X
n
).
Ma per r 4 si ha 2X
r+1
X
r
= X
2
(2X
r1
X
r2
) e quindi ogni tale addendo `e
gi`a un elemento nellideale di A generato dai tre polinomi proposti. Questo nisce
la dimostrazione che tali polinomi sono dei generatori.
4. Sia K un campo di caratteristica zero oppure nito, f(X) K[X] un polinomio
irriducibile di grado 4, e siano
1
,
2
,
3
,
4
le sue radici in una chiusura algebrica di
K. Poniamo poi =
1

2
+
3

4
, =
1

3
+
2

4
, =
1

4
+
2

3
, L = K(, , ).
Dimostrare che:
(a) L `e unestensione normale di K;
(b) il polinomio minimo di su K ha grado minore o uguale a 3;
(c) se K `e un campo nito, allora [L : K] = 2.
Soluzione.
(a) Sia F il campo di spezzamento di f(X) su K; osserviamo che K `e unestensione di
Galois (nita) e che L `e una sua sottoensione. Un qualunque omomorsmo di L in
una qualche chiusura algebrica di K si estende ad F e quindi permuta tra di loro
le radici
1
,
2
,
3
,
4
. Ma allora permuta tra di loro , , per come tali elementi
sono deniti in termini di
1
,
2
,
3
,
4
. Ci`o prova che L `e unestensione normale di
K.
(b) Consideriamo g(X) = (X)(X)(X). Per quando visto nel punto precedente
tale polinomio ha coecienti in K; da ci`a segue la tesi.
15
(c) Se K `e un campo nito allora [F : K] = 4 e il gruppo di Galois di F/K `e ciclico di
ordine 4. Inoltre tale gruppo permuta transitivamente le radici: infatti il polinomio

(X )
dove il prodotto `e per nellorbita di
1
(ad esempio), `e un polinomio a coecienti
in K che si annulla in
1
; esso deve quindi essere un multiplo del polinomio minimo
che `e f(X), da questo ricaviamo che lorbita di
1
ha 4 elementi. Possiamo quindi
pensare al generatore del gruppo di Galois di F/K come al ciclo (
1
,
2
,
3
,
4
).
Osserviamo inoltre che L pu`o avere grado 1 o 2 su K in quanto `e una sottoestensione
di unestensione di grado 4 (al punto (b) si `e visto che L `e il campo di spezzamento
di g(X) e quindi [L : Q] [ 3!).
Supponiamo per assurdo che [L : K] = 1. Allora , , sono elementi ssati dal
gruppo di Galois di F/K. Ma da quanto visto sopra sappiamo che il generatore di
tale gruppo manda in (verica diretta). Lunica possibilit`a `e quindi di avere
= , cio`e:

2
+
3

4
=
1

4
+
2

1
(
2

4
) =
3
(
2

4
)
(
1

3
)(
2

4
) = 0.
Questultima uguaglianza dice che
1
=
3
o
2
=
4
. Entrambi i casi sono impos-
sibili in quanto un polinomio irriducibile non ha radici multiple in un campo nito.
Resta quindi provato che [L : K] = 2.
16
COMPITO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
29 giugno 2009
Soluzioni
1. Sia p > 2 un primo e sia G il gruppo Z/pZ/ (Z/pZ)

con prodotto denito da


(a, )(b, ) = (a +b, ) per ogni a, b Z/pZ, , (Z/pZ)

.
Descrivere gli omomorsmi da G in C

.
Soluzione. Sia f : G C

un omomorsmo. Visto che C

`e un gruppo abeliano
abbiamo che il derivato G

di G `e contenuto in Ker f. In particolare


[(1, 1), (0, 1)] = (1, 1)(0, 1)(1, 1)
1
(0, 1)
1
= (1, 1)(0, 1)(1, 1)(0, 1)
= (1, 1)(1, 1)
= (2, 1)
`e un elemento del nucleo di f. Ma essendo p primo dispari abbiamo che (2, 1) genera il
sottogruppo H = Z/pZ1 e quindi H `e nel nucleo di f. Allora lomomorsmo f passa
al quoziente G/H (Z/pZ)

.
Viceversa ogni omomorsmo da Z/pZ

in C

denisce per composizione con la proiezione


su G/H un omomorsmo da G in C

. Ci siamo cos` ricondotti a descrivere gli omomorsmi


dal gruppo ciclico Z/pZ

Z/(p 1)Z a C

. E chiaro che questi si ottengono mandando


un generatore di Z/(p 1)Z in una radice (p 1)esima dellunit`a in C. In particolare
essi sono in numero di p 1.
2. Sia = (x
1
, x
2
, . . . , x
n
) R
n
[ x
i
,= x
j
per ogni i ,= j e dato S
n
e x =
(x
1
, . . . , x
n
) deniamo:
x = (x

1
(1)
, x

1
(2)
, . . . , x

1
(n)
).
(i) Provare che lapplicazione sopra denita `e unazione di S
n
su .
(ii) Calcolare la cardinalit`a delle orbite degli elementi di .
(iii) Un sottoinsieme D di si dice un dominio fondamentale se: per ogni x
esiste un unico y D coniugato attraverso S
n
a x. Dare un esempio di dominio
fondamentale.
Soluzione.
17
(i) Bisogna provare che la mappa f

, con f

(x) = x `e un omomorsmo da S
n
nel gruppo delle permutazioni di .
Per prima cosa osserviamo che se x R
n
ha tutte le coordinate distinte, cio`e `e un
elemento di , allora lo `e anche x in quanto le coordinate di x sono le stesse di x
permutate da . Abbiamo cos` provato che f

`e una mappa da in .
Fissiamo , S
n
e x = (x
1
, . . . , x
n
) . Siano j
1
, . . . , j
n
tali che
1
(h) = j
h
per
h = 1, . . . , n. Allora abbiamo
(x) = (x
j
1
, . . . , x
j
n
)
= (x
j

1
(1)
, x
j

1
(2)
, . . . , x
j

1
(n)
)
Ora, visto che, per h = 1, . . . , n, si ha j

1
(h)
=
1
(
1
(h)) = ()
1
(h), otteniamo
(x) = ()(x).
In particolare per ogni S
n
si ha che f

1 `e linversa di f

e quindi f

`e una
permutazione di . Questo nisce la dimostrazione che si tratta di unazione.
(ii) Osserviamo che gli elementi di hanno tutti stabilizzatore banale in quanto le loro
coordinate sono tutte distinte e quindi una permutazione diversa dallidentit`a non
pu`o lasciare sso nessuno di tali elementi. Allora ogni elemento di ha unorbita di
[S
n
[ = n! elementi.
(iii) Proviamo che D = (x
1
, x
2
, . . . , x
n
) [ x
1
< x
2
< < x
n
`e un dominio
fondamentale.
Infatti osserviamo che se x `e un qualunque elemento di , avendo coordinate tutte
distinte, possiamo permutarle in modo da metterle in ordine crescente; questo prova
che esiste S
n
per cui x D.
Inoltre un qualunque elemento ,= 1 di S
n
permutando le coordinate di un elemento
di x D lo mander`a in un vettore con le coordinate non in ordine crescente e quindi
non in D. Questo prova che gli elementi di D non sono coniugati tra di loro.
Mettendo insieme i due punti sopra abbiamo che per ogni elementi di esiste uno
ed un solo elemento di D ad esso coniugato; cio`e D `e un dominio fondamentale.
3. Sia S = a
0
+a
1
X+ +a
n
X
n
Z[X] [ a
o
+a
1
+ +a
n
`e dispari e sia A = S
1
Z[X].
(i) Dimostrare che A ha inniti ideali primi.
(ii) Dimostrare che A ha un unico ideale massimale.
Soluzione.
(i) Osserviamo per prima cosa che un polinomio h(X) `e un elemento di S se e solo se
h(1) `e dispari.
Sia ora f
d
(X) = X + d con d intero dispari. Allora f
d
(X) `e irriducibile poiche `e
primitivo di grado 1 e f
d
(X) , S visto che f
d
(1) = 1 + d `e pari. Quindi lideale
I
d
= (f
d
(X)) di Z[X] `e primo e non interseca S in quanto per ogni g(X) Z[X] si
che ha g(1)f
d
(1) `e pari essendo f
d
(1) pari.
18
Inoltre gli ideali I
d
sono tutti distinti. Infatti, due ideali principali coincidono se e
solo se i loro generatori si ottengono luno dallaltro moltiplicando per un elemento
invertibile; ma gli unici elementi invertibili in Z[X] sono 1 e X +d ,= (X +d

) se
d ,= d

.
Concludiamo che gli ideali S
1
I
d
sono primi in A, e che sono tutti distinti per la
corrispondenza biunovoca tra gli ideali primi di A e gli ideali primi di Z[X] che non
intersecano S.
(ii) Sappiamo che gli ideali propri di A sono del tipo S
1
I con I ideale di Z[X] che non
interseca S; cio`e con I A S.
Sia M = A S. Se proviamo che M `e un ideale di Z[X], allora abbiamo la tesi per
quanto ricordato sopra. Sia allora f(X) M e sia g(x) Z[X]. Da f(X) M
abbiamo che f(1) `e pari. Quindi g(1)f(1) `e pari, cio`e g(X)f(X) M. Questo prova
che M `e un ideale.
(Un altro modo per provare che M `e un ideale (massimale) di Z[X] `e osservare che
M `e il nucleo dellomomorsmo da Z[X] al campo F
2
che si ottiene componendo la
valutazione in 1 con la proiezione canonica Z Z/2Z = F
2
.)
4. Sia L = Q(
24
), dove
24
C `e una radice 24-esima primitiva dellunit`a, sia
E
1
, . . . , E
m
linsieme delle sottoestensioni di L di grado 2 su Q e sia F
1
, . . . , F
m

linsieme delle sottoestensioni di L di grado 4 su Q.


(i) Determinare m ed n.
(ii) Dimostrare che per ogni i, j con 1 i < j n si ha Gal(F
i
/Q)

= Gal(F
j
/Q).
(iii) Determinare
1
, . . . ,
n
tali che F
i
= Q(
i
).
Soluzione.
(i) Il gruppo di Galois G dellestensione L/Q `e isomorfo a Z/24Z

Z/2Z
3
.
Per la corrispondenza di Galois le sottoensioni E
1
, . . . , E
n
di grado 2 corrispondono ai
sottogruppi di G di ordine 4. Tali sottogruppi sono tutti isomor a (Z/2Z)
2
visto che ogni
elemento in G ha ordine al pi` u 2. Allora per contarli procediamo come segue: scegliamo
un elemento g di ordine 2 (in 2
3
1 modi), poi scegliamo un altro elemento h di ordine 2
diverso da g (in 2
3
2 modi) e, inne, dividiamo 7 6 per 3 2 (che `e il numero di coppie
di generatori di un gruppo isomorfo a (Z/2Z)
2
). Otteniamo quindi n = 7.
Procediamo allo stesso modo per le sottoestensioni F
1
, . . . , F
m
di grado 4. Esse corrispon-
dono ai sottogruppi di ordine 2 e quindi sono in tutto m = 2
3
1 = 7.
(ii) Visto che il gruppo G `e abeliano, ogni sottoestensione di L `e normale. Quindi per la teoria
di Galois il gruppo Gal(F
i
/Q) `e isomorfo ad un quoziente di G di ordine 4. Ma allora tale
quoziente non pu`o che essere (Z/2Z)
2
visto che in G ogni elemento ha ordine al pi` u 2.
(iii) Il gruppo di Galois permuta le radici 24esime primitive dellunit`a tra di loro; possiamo
quindi supporre che
24
sia quella con argomento minimo. Quindi abbiamo

1 =
6
24
L,
19
(1 +i)

2/2 =
3
24
L e 1/2 +i

3/2 =
8
24
L; di conseguenza

1,

2,

3 L e anzi
L = Q(

1,

2,

3).
Osserviamo ora che attraverso il gruppo di Galois

a, per a = 1, 2, 3, pu`o essere mandata


solo in

a. Visto che tali radici generano L e che le possibili scelte per i segni sono
8, tante quanti gli elementi del gruppo G, concludiamo che il gruppo G `e linsieme degli
automorsmi che si ottengono da tutte queste possibili scelte.
Ogni sottoestensione del tipo Q(

a +

b), con a, b 1, 2, 3 e a ,= b, ha grado 4 e,
dalla descrizione degli automorsmi appena vista, otteniamo che queste sottoestensioni
sono esattamente i punti ssi degli elementi di G. La corrispondenza di Galois ci pemette
di concludere che le sottoestensioni cos` costruite sono distinte e, visto che le possibili
scelte sono 7, abbiamo ottenuto tutte le sottoestensioni di grado 4 di L.
20
COMPITO DI STRUTTURE ALGEBRICHE
14 settembre 2009
Soluzioni
1. Diciamo che G ha la propriet`a T se tutti i sottogruppi non banali di G hanno indice
nito.
(i) Provare che se G ha la propriet`a T e K `e unimmagine omomorfa di G non
nita allora K `e isomorfo a G.
(ii) Se H `e un sottogruppo di G e G ha la propriet`a T allora anche H ha la
propriet`a T.
(iii) Descrivere i gruppi abeliani nitamente generati con la propriet`a T.
Soluzione:
(i) Per il primo teorema di omomorsmo K `e isomorfo ad un quoziente G/H di G.
Visto che K `e innito e che il suo ordine coincide con lindice di H, troviamo che H
ha indice innito in G. Ma allora, per T, H deve essere un sottogruppo banale che
non pu`o che essere e
G
. Quindi K `e isomorfo a G.
(ii) Sia K ,= e
G
un sottogruppo di H. Allora K `e anche un sottogruppo di G. Quindi,
per T, K ha un numero nito di laterali in G. Visto che ogni laterale in H `e anche
un laterale in G, anche i laterali in H sono in numero nito.
La propriet`a T `e quindi dimostrata per H.
(iii) Ogni gruppo nito verica chiaramente T. Supponiamo invece che G abbia ordine
innito.
Un elemento di ordine nito di G genera un sottogruppo nito e quindi di indice
innito in G. Concludiamo che, per la propriet`a T, non ci sono elementi di ordine
nito in G salvo lidentit`a.
Per concludere, si pu`o usare il teorema di struttura dei gruppi abeliani nitamente
generati per dire che G `e isomorfo a Z
n
per qualche intero n 1. Se fosse n > 1
allora Z
n1
sarebbe unimmagine omomorfa di G non nita e non isomorfa a G;
ma ci`o `e contro quanto dimostrato nel punto (i). Ne segue che n = 1 e quindi G `e
isomorfo a Z.
In alternativa, se G ,= id `e nitamente generato, ha tutti gli elementi di ordine
innito salvo lidentit`a ed ogni suo sottogruppo non banale ha indice nito, si pu`o
trovare x G con x ,= id tale che lindice i
x
= [G : x)] sia minimo possibile.
Supponiamo, per assurdo, che i
x
> 1, e consideriamo y , G. Se m `e lordine di
y +x) in G/x), allora si ha my = nx per qualche intero n; sicuramente (m.n) = 1,
poiche se esistesse d > 1 con d[(m.n) allora avremmo anche d(
m
d
x
n
d
y) = 0, ossia
lelemento
m
d
x
n
d
y ,= 0 avrebbe ordine nito. Ma allora si possono trovare interi s, t
21
tali che ms + nt = 1. Detto z = sx + ty, si verica facilmente che mz = x, nz = y,
da cui x, y) = z) e i
z
< i
x
, assurdo. Pertanto i
x
= 1 e quindi G `e ciclico, isomorfo
a Z.
2. (i) Calcolare il numero di soluzioni dellequazione
2
= (12) in S
10
.
(ii) Calcolare il numero di soluzioni dellequazione
2
= (12)(34) in S
10
.
Soluzione:
(i) Osserviamo che (1)

2
= ((1)

)
2
= 1, cio`e
2
`e una permutazione pari. Allora, per
nessun , potr`a
2
essere uguale a (12) che `e una permutazione dispari. Lequazione
non ha quindi alcuna soluzione.
(ii) Visto che
4
= Id, la permutazione si scriver`a come prodotto disgiunto di 4cicli e
2cicli. Inoltre ogni 4ciclo elevato al quadrato contribuisce con una coppia di 2cicli
disgiunti. Quindi, nella scrittura di ci potr`a, e anzi ci dovr`a, essere un solo 4ciclo.
Ci sono le sole due possibilit`a
1
= (1324) e
2
= (1423) per tale 4ciclo. Inoltre
possiamo aggiungere a
1
o
2
quanti 2cicli disgiunti vogliamo. Visto che `e un
elemento di S
10
ne possiamo aggiungere al massimo in numero di 3.
Contiamo quindi le soluzioni in base a quanti 2cicli abbiamo nella scrittura di :
nessuno: 2 soluzioni (
1
e
2
),
uno: 2

6
2

= 30,
due: 2

6
2

4
2

1
2
= 90,
e tre: 2

6
2

4
2

2
2

1
3!
= 30
per un totale di 152 soluzioni.
3. In un anello commutativo con identit`a A sia P = (x) [ x AA

la famiglia degli
ideali principali propri e sia Q la famiglia degli ideali Ann(x) [ x A, x ,= 0, dove
Ann(x) = a A[ ax = 0.
(i)
`
E vero che ogni ideale massimale nella famiglia P `e un ideale primo di A?
(ii)
`
E vero che ogni ideale massimale nella famiglia Q `e un ideale primo di A?
Soluzione:
(i) Dimostriamo che un ideale (x) `e massimale in P se e solo se x `e un elemento irridu-
cibile. Infatti, gli ideali principaie (a) che contengono (x) corrispondono ai divisori
a di x. Dire che x = ab implica (a) = (x) o (a) = A `e lo stesso che dire che x = ab
implica che a si ottiene da x mediante moltiplicazione per un elemento invertibile,
da cui b `e invertibile, oppure a `e invertibile; in altre parole, `e lo stesso che dire che
x `e irriducibile.
Ne segue che la domanda richiede di vericare se `e vero che ogni elemento irriducibile
`e primo. La risposta `e no: per esempio, in Z[

5] (che non `e a fattorizzazione unica)


lelemento 2 `e irriducibile ma non `e primo.
22
(ii) Sia M = Ann(x) un elemento massimale della famiglia Q. Proviamo che M `e un
ideale primo di A.
Siano y, z A tali che yz M, cio`e yzx = 0 e supponiamo che z , M, cio`e zx ,= 0.
Facciamo vedere che y M.
Osserviamo che se t Ann(x) allora t zx = z(tx) = 0 e quindi t Ann(zx) (in
realt`a questo `e vero per ogni z). Questo prova che Ann(x) Ann(zx) e Ann(zx) `e
ancora un elemento di Q in quanto abbiamo supposto zx ,= 0.
Ma M = Ann(x) `e massimale in Q, quindi Ann(x) = Ann(zx). Visto che y zx =
yz x = 0 abbiamo y Ann(zx) = Ann(x) = M, come dovevamo dimostrare.
4. Determinare, al variare di m fra gli interi positivi, i possibili gruppi di Galois del
campo di spezzamento di X
5
m su Q e su F
19
.
Soluzione:
Su Q. Possiamo supporre m privo di quinte potenze. Se m = 1 allora il gruppo di Galois
richiesto `e chiaramente isomorfo a Z/5Z

Z/4Z.
Supponiamo allora m ,= 1. Quindi
.
=
5

m , Q. Indichiamo con una radice quinta


primitiva dellunit`a in C. Le radici di x
5
m sono quindi
h
al variare di h in 0, 1, 2, 3, 4.
Osserviamo che x
5
m non ha radici in Q perch`e altrimenti esse sarebbero in Z e quindi
m dovrebbe essere una quinta potenza perfetta, e invece m > 1. Inoltre x
5
m non ha
neanche un fattore di secondo grado in quanto nessun prodotto di due radici `e un elemento
di Q (verica immediata). Questo prova che x
5
m `e irriducibile su Q.
Possiamo ora descrivere il campo di spezzamento di x
5
m come il composto delle due
estensioni Q() (normale di grado 4) e Q() (non normale di grado 5). Allora il gruppo
di Galois richiesto `e isomorfo ad un prodotto semidiretto Z/5Z Z/5Z

.
Su F
19
. Visto che 5 `e primo con 18 = [F

19
[, la mappa F
19
a a
5
F
19
`e bigettiva.
Da questo deduciamo che non esistono radici quinte primitive dellunit`a in F
19
e che ogni
elemento di F
19
`e la quinta potenza di qualche altro elemento.
Inoltre 5 divide 19
2
1 = [F

19
2
[ e quindi in F
19
2 esiste una radice quinta primitiva
dellunit`a.
Da questi due punti abbiamo che, qualsiasi sia m, x
5
m non si fattorizza completamente
in F
19
mentre si fattorizza completamente in F
19
2. Il gruppo di Galois richiesto `e pertanto
isomorfo a Z/2Z.
23

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