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Comune di Monte SantAngelo PIANO URBANISTICO GENERALE

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Documento dImpostazione (scoping)

Schema di Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei piani urbanistici generali (PUG)

settembre 2011

Sindaco Andrea Ciliberti Assessore allUrbanistica Michele Ferosi

Responsabile del procedimento Giampiero Bisceglia Ufficio del Piano Giovanni Frisoli, Matteo Gabriele, Angelo Santoro, Francesco Saverio Schiavone

Consulenza scientifica Dipartimento ICAR del Politecnico di Bari Leonardo Rignanese responsabile scientifico Francesca Calace aspetti urbanistici Donato Sollitto aspetti geologici Maurizio Marrese aspetti naturalistici Gianluca Andreassi VAS Gruppo di lavoro Patrizia Pirro, Alessandra Chimienti

Indice

1. Premessa .............................................................................................................. 3 1.1RiferimentinormatividellaVAS..................................................................................3 1.2FinalitdelDocumentodiScopingedelRapportoAmbientale.................................4 2.1DescrizionedelprocessodiVAS.................................................................................5 2. Iter procedurale della VAS applicata al PUG ........................................................ 5 2.2SoggetticoinvoltinelprocessodiVAS........................................................................7 3. Il processo di VAS ............................................................................................... 12 3.1IlPUGelaVASfraprocedureeprocessi..................................................................12 3.2Cooperazioneistituzionale.......................................................................................12 3.3Partecipazionedeicittadini......................................................................................13 3.4Costruzionedellaretedelleconoscenzeambientali................................................15 3.5Quadronormativoeprogrammatico .......................................................................18 . 3.6Verifichedicoerenza................................................................................................24 3.7ValutazionedellealternativediPianoedeterminazionedegliimpatti....................26 3.8Misurediprevenzione,mitigazioneecompensazionedeglieffettiambientali.......28 3.9Monitoraggioefollowup.........................................................................................30 4. Contesto di area vasta e prime indicazioni per il PUG ........................................ 32 4.1ContenutidelPTCPeriferimentidiareavasta.........................................................32 4.2LambitodiinfluenzadelPUGdiMonteSantAngelo...............................................36 4.3VersoilPUGdiMonteSantAngelo..........................................................................38 4.4LattodiindirizzoperilPUG......................................................................................39 4.5Primeindicazionisuitemielecriticitambientali...................................................41 5. Definizione dei contenuti dei prodotti della valutazione ...................................... 44 a)RapportoAmbientale.................................................................................................44 b)StudiodiIncidenza......................................................................................................46 c)PianodiMonitoraggio ................................................................................................53 . d)SintesiDivulgativa ......................................................................................................53 . ALLEGATO1Questionarioperlaconsultazionedeglienticoncompetenzeambientalie territoriali..........................................................................................................................................55

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

1. Premessa

Il presente documento finalizzato a definire le modalit di svolgimento della Valutazione Ambientale Strategica nellambito dellelaborazione del nuovo Piano Urbanistico Generale di Monte SantAngelo, e in particolare stabilisce larticolazione, la portata e il livello di dettaglio che dovranno caratterizzare il Rapporto Ambientale. Si tratta della versione definitiva del Documento di scoping (previsto dal Documento Regionale di Assetto GeneraleIndirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei Piani Urbanistici Generali, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale Pugliese n. 1328/2007). Esso si riferisce alla fase di scoping ai sensi della Direttiva 2001/42/CE (art. 5 e Allegato 1) e a quella di impostazione definita nel D.Lgs. 152/2006 (cos come modificato dal D.Lgs. 4/2008) alla Parte II, Titolo II, artt. 11 e 13 e Allegato VI.

1.1 Riferimenti normativi della VAS


Il contesto normativo in conformit del quale si svolger la redazione del rapporto ambientale di seguito sinteticamente descritto: D.Lgs. 152/2006, cos come modificato dal D.Lgs. 4/2008, che in particolare ha interamente sostituito la Parte II riguardante, fra laltro, la Valutazione Ambientale Strategica, completando liter di attuazione della Direttiva 2001/42/CE; Circolare 1/2008 dellAssessorato allEcologia della Regione Puglia recante Norme esplicative sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) dopo lentrata in vigore del Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 correttivo della Parte Seconda del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali, approvato con D.G.R. 1328/2007 ai sensi della L. R. 20/2001 Norme generali di governo e uso del territorio", ed in particolare lAppendice IV al documento. Circolare esplicativa delle procedure di VIA e VAS ai fini dellattuazione della Parte Seconda del D.lgs 152/2006, come modificato dal D.lgs. 4/2008 approvata con Delibera Giunta Regionale n. 2614 del 28 dicembre 2009 Circolare n. 1/2011 Indicazioni per migliorare lefficacia delle conferenze di copianificazione previste dal DRAG nella formazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG) approvata con Delibera Giunta Regionale n. 125 del 31 gennaio 2011.

In aggiunta a questi, essendo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica comprensiva anche della redazione di uno Studio dIncidenza ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, necessario che lo studio sia svolto in conformit anche con i seguenti dispositivi normativi: DPR 357/1997, cos come modificato dal DPR 120/2003, con cui lo stato

italiano ha definito il Regolamento recante attuazione della direttiva Habitat 92/43/CEE; DGR della Regione Puglia del 14 marzo 2006, n. 304, Atto di indirizzo e coordinamento per lespletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dellart. 6 della direttiva 92/43/CEE e dellart. 5 del D.P.R. n. 357/1997 cos come modificato ed integrato dallart. 6 del D.P.R. n. 120/2003. Regolamento Regionale n. 28 del 22 dicembre 2008, Misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 79/409 e 92/43 e del DPR 357/97, in recepimento dei Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZCS) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) introdotti con D.M. 17 ottobre 2007; Regolamento Regionale n. 24 del 28 settembre 2005 Misure di conservazione relative a specie prioritarie di importanza comunitaria di uccelli selvatici nidificanti nei centri edificati ricadenti in proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) ed in Zone di Protezione Speciale (ZPS).

1.2 Finalit del Documento di Scoping e del Rapporto Ambientale


La VAS, come riportato nella Circolare 1/2008 della Regione Puglia, rappresenta un processo volto ad assicurare che, nella formazione e approvazione di un Piano, siano presi in considerazione, in modo adeguato, gli impatti significativi sullambiente che prevedibile deriveranno dallattuazione del Piano stesso. La VAS non si configura quindi come un procedimento autorizzativo del Piano n come una valutazione sui contenuti dello stesso, bens come un processo articolato e complesso finalizzato allarricchimento dei contenuti del Piano, nel quale le attivit di valutazione si affiancano a quelle di formazione dello strumento e dove tutti i soggetti coinvolti assicurano la propria collaborazione per elevare la qualit ambientale dello specifico strumento urbanistico. Il Documento di Scoping costituisce il documento di impostazione delle successive fasi della Valutazione Ambientale Strategica e la base per avviare le attivit di consultazione tra lautorit procedente, lautorit competente e gli altri enti con specifiche competenze in materia ambientale, al fine di definire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale.

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2. Iter procedurale della VAS applicata al PUG

2.1 Descrizione del processo di VAS


Il processo di VAS regolamentato, in particolare, dal Titolo II (articoli da 11 a 18) del D.Lgs. 4/2008 e s.m.i. e risulta articolato nelle seguenti fasi: una fase preliminare di scoping (art. 13); lelaborazione del rapporto ambientale (art. 13); lo svolgimento di consultazioni (art. 14); la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni (art. 15); lespressione di un parere motivato (art. 16); linformazione sulla decisione (art 17); il monitoraggio (art. 18).

Nello schema di seguito si riporta il coordinamento tra il processo di VAS, con particolare riferimento a quanto previsto dal D.Lgs. 4/2008, e quello di PUG, regolamentato dalla legge regionale 20/2001.

Processo di VAS (D.Lgs. 4/2008 e s.m.i.)


Elaborazione del Documento di Scoping (Autorit Procedente)

Processo di PUG (L.R. 20/2001)


Elaborazione dellAtto di indirizzo (Autorit Procedente)

tempi

Approvazione dellAtto di indirizzo comprensivo del Documento di Scoping (Autorit ProcedenteGiunta Comunale)

1a FASE SCOPING

Avviso pubblico dellavvio della procedura di VAS (Autorit Procedente) Avvio della fase di consultazione preliminare tra Autorit Procedente, Autorit Competente e altri soggetti competenti in materia ambientale Eventuale convocazione della 1 Conferenza di Copianificazione (Autorit Procedente) 90 giorni (art. 13, c. 2)

2a FASE RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE

Elaborazione del Rapporto Ambientale Preliminare (Autorit Procedente) Proseguo delle fasi di consultazione (Autorit Procedente) Convocazione della 1 Conferenza di Copianificazione (Autorit Procedente) Adozione del Documento Programmatico Preliminare (Autorit Procedente -Consiglio Comunale) Elaborazione del Documento Programmatico Preliminare (Autorit Procedente)

Pubblicazione del DPP Osservazioni al DPP Controdeduzioni e eventuale adeguamento del DPP e del Rapporto Ambientale preliminare Approvazione del Documento Programmatico Preliminare comprensivo del Rapporto Ambientale Preliminare (Autorit Procedente - Consiglio Comunale) Elaborazione del Rapporto Ambientale (Autorit Procedente) Proseguo delle fasi di consultazione (Autorit Procedente) Convocazione della 2 Conferenza di Copianificazione (Autorit Procedente) Adozione del PUG comprensivo del Rapporto Ambientale (Autorit Procedente - Consiglio Comunale) Pubblicazione del PUG Osservazioni al PUG (e al Rapporto Preliminare) Esame delle osservazioni, adeguamento e controdeduzioni (Autorit Procedente - Consiglio Comunale) Invio del PUG allAutorit Competente (Autorit Procedente) Invio del PUG a Regione e Provincia per parere di compatibilit (Autorit Procedente) entro 60 giorni entro 90 giorni Elaborazione del PUG (Autorit Procedente) entro 20 giorni

3a FASE RAPPORTO AMBIENTALE 4a FASE PARERE MOTIVATO

Valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni (Autorit Competente in collaborazione con lAutorit Procedente) Parere motivato entro 90 giorni (art. 15, c. 1); Verifiche di compatibil it entro 150 giorni (vale silenzio assenso)

Espressione del parere motivato non vincolante (Autorit Competente)

Verifica di compatibilit (Regione e Provincia)

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Eventuale revisione del piano alla luce del parere motivato (Autorit procedente in collaborazione con l'Autorit competente) Trasmissione del Piano e del rapporto ambientale (da parte dellAutorit Procedente), insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell'ambito della consultazione, all'organo competente all' approvazione del piano Promozione (da parte dellAutorit Procedente) di una Conferenza di servizi se verifiche di compatibilit risultano non favorevoli Svolgimento Conferenza di servizi (con la partecipazione dellAutorit Competente) Approvazione del PUG comprensivo del Rapporto Ambientale (Autorit Procedente - Consiglio Comunale) Pubblicazione dellavvenuta approvazione del Piano Entro 180 giorni

5a FASE MONITORAGGIO

Monitoraggio degli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del piano e verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilit prefissati (Autorit Procedente con il supporto dellARPA)

Efficacia del Piano

2.2 Soggetti coinvolti nel processo di VAS


Tra i soggetti che sono coinvolti nel processo di VAS vi innanzitutto la figura dellautorit competente, che il D.Lgs. 152/2006, allart. 5, definisce come la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilit, lelaborazione del parere motivato, nel caso di valutazione di piani e programmi, e l'adozione dei provvedimenti conclusivi in materia di VIA, nel caso di progetti ovvero il rilascio dellautorizzazione integrata ambientale, nel caso di impianti. Tale Autorit, per la Regione Puglia, stata identificata, a seguito dellemanazione della D.G.R. 981/2008, con lUfficio VAS incardinato nel Settore Ecologia dellomonimo Assessorato Regionale), soggetto che concorrer alla redazione del Rapporto Ambientale e lo utilizzer ai fini della verifica di compatibilit del piano.

La necessit di assoggettare a Valutazione di Incidenza il PUG del Comune di Monte SantAngelo comporta lintroduzione, nel quadro dei soggetti chiave del processo, di un altro soggetto regionale, ossia dellUfficio Parchi e Riserve Naturali, individuato quale autorit competente per la procedura di Valutazione di Incidenza dalla LR 11/2001, cos come modificata dalla LR 17/2007. Di fatto, quindi, il Rapporto Ambientale, comprensivo della Valutazione di Incidenza, seguir percorsi paralleli verso due diverse strutture dellAssessorato Regionale allEcologia: lautorit competente per la VAS (lUfficio VAS, Settore Ecologia), e quella competente per la Valutazione dIncidenza (lUfficio Parchi e Riserve Naturali). Nella tabella di seguito si riportano le informazioni di riferimento:
Autorit Competente VAS
Struttura Referente Indirizzo Telefono Fax Posta elettronica Sito web c.dibitonto@regione.puglia.it http://ecologia.regione.puglia.it/ Regione Puglia Assessorato allEcologia Settore Ecologia - Ufficio VAS Ing. Caterina Di Bitonto Via delle Magnolie, 6/8 - Zona Industriale (ex Enaip) - 70026 Modugno (BA) 080 540 6816

Autorit Competente Valutazione di Incidenza


Struttura Referente Indirizzo Telefono Fax Posta elettronica Sito web a.antonicelli@regione.puglia.it http://ecologia.regione.puglia.it/ Regione Puglia Assessorato allEcologia Settore Ecologia Ufficio Parchi e Riserve Naturali Ing. Antonello Antonicelli Via delle Magnolie, 6/8 - Zona Industriale (ex Enaip) - 70026 Modugno (BA)

Altro soggetto interessato nel processo di VAS la figura dellautorit procedente, che il D.Lgs. 152/2006, allart. 5, definisce come la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma soggetto alle disposizioni del presente decreto, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano, programma. Tale Autorit, per il PUG in argomento, stata individuata nel Comune di Monte SantAngelo. Nella tabella di seguito si riportano le informazioni di riferimento:

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Autorit Precedente
Struttura Referente Indirizzo Telefono Fax Posta elettronica Sito web Comune di Monte SantAngelo Arch. Giampiero Bisceglia Via Municipio, 2 - 71037 Monte SantAngelo (FG) 0884 566241 0884 566212 urbanistica@montesantangelo.it http://www.montesantangelo.it/

Il D. Lgs. 152/2006 sottolinea la attivit collaborative che devono intercorrere fra lente procedente (il Comune di Monte SantAngelo) e lautorit competente per la VAS (Ufficio VAS incardinato nel Settore Ecologia dellomonimo Assessorato Regionale), al fine di consentire, a questultima, la formulazione del parere motivato sulla proposta di piano e, al primo, le eventuali modifiche prima della definitiva approvazione del piano. Tra i soggetti deputati ad esprimere osservazioni vi sono i soggetti competenti in materia ambientale, che il D.Lgs. 152/2006, allart. 5, definisce come le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilit in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull'ambiente dovuti all'attuazione dei piani, programmi o progetti. Nella tabella di seguito si riporta lelenco di tali soggetti ritenuti pertinenti:
Soggetti competenti in materia ambientale
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Assessorato regionale Ecologia (Settore Rifiuti, Settore Attivit Estrattive) Assessorato regionale Opere Pubbliche (Settore Lavori Pubblici, Settore Risorse Naturali e Settore Tutela delle Acque) Assessorato regionale Politiche della Salute Assessorato ai Trasporti e Vie di Comunicazione (Settore Programmazione Vie di Comunicazione, Settore Sistema Integrato dei Trasporti) Assessorato regionale alle Risorse Agroalimentari (Settore Agricoltura) Assessorato regionale al Turismo e Industria Alberghiera Assessorato regionale Sviluppo Economico Regione Puglia Settore Protezione civile Arpa Puglia Autorit di Bacino della Puglia Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico Autorit dAmbito Territoriale Ottimale Puglia (AATO)

16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42

Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S.) della Puglia Corpo Forestale dello Stato Ministero dellEconomia e delle Finanze (Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio) Ente Parco Nazionale del Gargano Comunit Montana del Gargano Consorzio di Bonifica del Gargano Provincia di Foggia (Assessorato Ambiente) Provincia di Foggia (Assessorato allAssetto del Territorio) Provincia di Foggia (Assessorato Lavori Pubblici) Provincia di Foggia (Assessorato al Turismo, sport e trasporti) Ufficio Struttura Tecnica Provinciale (Genio Civile) di Foggia Istituto Autonomo Case Popolari di Foggia Comune di Manfredonia Comune di Mattinata Comune di San Giovanni Rotondo Comune di San Marco in Lamis Comune di Cagnano Varano Comune di Carpino Comune di Vieste Comune di Vico del Gargano Consorzio ASI Enel Distribuzione Spa Acquedotto Pugliese ANAS S.p.A. Compartimento di viabilit regionale della Puglia Ital Gas Spa SNAM Rete Gas Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A

Oltre ai soggetti competenti in materia ambientale chiamato ad esprimere osservazioni il pubblico interessato, che il D.Lgs. 152/2006, allart. 5, definisce come il pubblico che subisce o pu subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonch le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse. Rientra tra il pubblico interessato lintera cittadinanza che dovr poter fare affidamento sulla VAS come strumento di informazione e partecipazione attiva alle decisioni pubbliche.

Nella tabella di seguito si riporta lelenco, non esaustivo, di tali soggetti:

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Pubblico interessato
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 ANFFAS AVIS ARCI Nova Gestione Associazione Genoveffa de Troia Associazione Pro Monte Associazione turistica Pro Loco Circolo Legambiente Gli amici del Parco Centro sociale San Michele Arcangelo Associazione Insieme Per Associazione Italia Nostra Associazione Cittadini di Macchia GAM Gargano Gruppo Scout Monte SantAngelo ..

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3. Il processo di VAS

3.1 Il PUG e la VAS fra procedure e processi


Il riferimento principale senzaltro il DRAG, che ha calato le indicazioni essenziali della Direttiva 2001/42/CE in uno schema procedurale coerente con le previsioni della Legge Regionale sul Governo del Territorio (L.R. 20/2001), prevedendo inoltre alcune innovazioni (come listituto delle conferenze di servizi ai sensi della L. 241/90 per promuovere la copianificazione) che si sono rivelate perfettamente compatibili con la definitiva formalizzazione della VAS operata a livello nazionale dal D.Lgs. 4/2008.

3.2 Cooperazione istituzionale


Le attivit di cooperazione istituzionale costituiscono uno degli elementi cardine per la qualit del processo di VAS e la loro organizzazione trova numerosi riscontri nei riferimenti normativi gi citati. La Circolare 1/2008 della Regione Puglia, prevede che, gi nella fase di scoping, sulla scorta di un rapporto preliminare, lautorit procedente entri in consultazione con lautorit competente e con gli altri soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel apporto ambientale. La consultazione si conclude, in genere, entro novanta giorni. La Circolare 1/2011 prevede, inoltre, che, per agevolare i riscontri da parte dei soggetti coinvolti, al Documento di scoping pu essere allegato un questionario facilmente compilabile, anche in formato elettronico. La stessa Circolare 1/2008 della Regione Puglia, al punto 6.c, prevede specifiche forme di consultazione sul piano e sul rapporto ambientale. In particolare viene specificato come la consultazione riguardi sia i soggetti competenti in materia ambientale (mettendo a disposizione il piano e il rapporto ambientale affinch possano esprimersi nel merito) che il pubblico, attraverso la presentazione di osservazioni sulla proposta di piano e sullallegato rapporto ambientale. Il DRAG negli Indirizzi per i PUG prevede esplicitamente la necessit di attuazione del principio di sussidiariet nellambito delle attivit di pianificazione attraverso il metodo della copianificazione che si sostanzia nellorganizzazione di due Conferenze di Copianificazione nellambito della redazione dello strumento urbanistico. Gli Indirizzi per i PUG del DRAG prevedevano che la 1 Conferenza di Copianificazione fosse indetta dal Comune a seguito dellapprovazione dellAtto di indirizzo, al fine di raccogliere il patrimonio informativo a disposizione degli Enti con specifiche competenze ambientali invitati a parteciparvi e garantire la costruzione del sistema delle conoscenze. Gli stessi Indirizzi prevedevano, altres, che la 2 Conferenza di Copianificazione fosse convocata a seguito dellapprovazione del DPP, al fine di implementare il quadro conoscitivo ed interpretativo messo a punto e condividere obiettivi e scelte strategiche del Piano. Alla luce di quanto previsto dalla Circolare 1/2011 Indicazioni per migliorare lefficacia delle conferenze di copianificazione previste dal DRAG nella formazione

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dei Piani Urbanistici Generali (PUG), approvata con Deliberazione della Giunta Regionale 31 gennaio 2011, n. 125, la convocazione delle due conferenze di copianificazione previste pu essere posticipata rispetto alliter di formazione del piano, modificando il senso dei due momenti di cooperazione istituzionale, come di seguito specificato: 1 conferenza di copianificazione: da convocare in una fase avanzata di redazione del DPP e configurata, non pi come momento di acquisizione dei dati conoscitivi, ma piuttosto come momento di condivisione e confronto con gli Enti convocati relativamente al sistema delle conoscenze, ai quadri interpretativi e agli obiettivi del Piano, nonch relativamente ai contenuti della VAS; 2 conferenza di copianificazione: da convocare in una fase avanzata di definizione del PUG come momento di vera e propria concertazione interistituzionale, in cui acquisire le prime valutazioni da parte degli Enti coinvolti e apportare eventuali modifiche al piano utili ad agevolare il rilascio dei prescritti pareri necessari alladozione dello strumento urbanistico.

3.3 Partecipazione dei cittadini


Insieme alla cooperazione istituzionale, particolare attenzione andr riservata al tema della partecipazione, la cui obbligatoriet ribadita, seppure in forme diverse, sia nelle norme di governo del territorio (LR 20/2001, art. 11 commi 2, 3, 4 e 5; DRAG) sia in quelle sulla valutazione ambientale (D.Lgs. 152/2006, art. 5 comma 1, lettere a, t, u, v, artt. 11 e 14) in un quadro generale tracciato dalla L. 241/90 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e ss.mm.ii, e dalla L. 108/2001 che ratifica ed esegue la Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, fatta ad Aarhus (Danimarca) il 25 giugno 1998. Lazione partecipativa viene considerata elemento strutturante il processo di piano. Essa si pone quale traduzione operativa del principio di trasparenza, incluso tra i principi che devono orientare la redazione del PUG. Nellambito della redazione della VAS, coerentemente e di concerto con le attivit organizzate dallamministrazione comunale e finalizzate alla cooperazione istituzionale gi descritte nel precedente paragrafo di questo stesso documento, sar utile procedere alla realizzazione di un percorso di partecipazione e animazione territoriale. Tale iniziativa avr lobiettivo di diffondere conoscenza ed informazioni, cercando di coinvolgere quante pi persone possibili al fine di stimolare linteresse e la partecipazione dei cittadini rispetto al redigendo PUG. Le attivit partecipative dovranno essere rivolte a tutta la cittadinanza di Monte SantAngelo, in ossequio al principio della massima apertura dei processi decisionali che ispira le profonde trasformazioni normative, programmatiche e culturali attualmente in corso ad ogni scala geografica in riferimento ai modelli di governo del territorio.

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Particolare attenzione dovr essere posta allindividuazione di soggetti chiave per la partecipazione, partendo dalla seguente classificazione preliminare: enti territoriali ed altri soggetti con competenze ambientali e territoriali; operatori economici: imprenditori, associazioni di categoria, sindacati; terzo settore (associazioni culturali, sociali e sportive, ONLUS, enti di volontariato, ONG); cittadinanza attiva (comitati spontanei, gruppi di vicinato, famiglie e singoli cittadini). I mezzi e i messaggi utilizzati saranno diversificati in funzione dei target che si intende raggiungere: giovani o anziani, tecnici ed esperti o comuni cittadini, e cos via, dando priorit non solo al rafforzamento dei legami con i partecipanti, ma soprattutto alla diffusione di informazioni attendibili, aggiornate ed esaurienti, finalizzate a sensibilizzare e a coinvolgere i cittadini. Nella comunicazione si utilizzeranno strumenti in grado di attirare i possibili destinatari, con azioni specifiche organizzate per promuovere il progetto, per migliorare l'immagine, vivacizzare l'interesse e favorire la collaborazione per iniziative future. Compatibilmente con le risorse disponibili potr inoltre essere realizzata una piattaforma web in grado di stabilire una comunicazione bidirezionale e interattiva tra il gruppo di lavoro, le istituzioni territoriali e la cittadinanza. Tale strumento servir in primo luogo per fornire informazioni sul Piano Urbanistico Generale e sullo stato di avanzamento della Valutazione Ambientale Strategica con una sezione dedicata a documenti e ad approfondimenti liberamente consultabili. L'aspetto pi significativo consister nella capacit della piattaforma di facilitare discussioni collettive sulla base di una georeferenziazione delle informazioni su mappe territoriali. Il risultato sar un geo-blog che consentir agli utenti di condividere informazioni sul proprio territorio segnalando punti e aree di interesse, disegnandoli, con semplici strumenti intuitivi, direttamente sulle mappe e associando ad essi le proprie opinioni, riflessioni o proposte. Lautore stesso potr classificare i propri contributi alla discussione collettiva, scegliendo tra diverse icone che rappresentano i commenti positivi, quelli negativi o le semplici segnalazioni, e associando pi parole chiave (tags) per consentire ai lettori di filtrare la discussione a seconda dei propri interessi. Tutti gli utenti potranno, se vorranno, lasciare un commento in relazione agli argomenti segnalati da altri consentendo, cos, l'articolazione di un pubblico dibattito sulle tematiche legate allo stato dellambiente e alle pratiche duso del territorio. Il risultato finale sar la creazione di una mappa grafica (di immediata lettura visiva) della discussione che si sviluppa intorno allelaborazione del nuovo PUG e della sua VAS. La VAS prender in considerazione anche le indicazioni rivenienti da eventuali attivit di consultazione e partecipazione gi realizzate in passato. Ogni sezione del Rapporto Ambientale sar annotata con le osservazioni specifiche relative a quel tema emerse attraverso il processo partecipativo, rendendo i contributi dei cittadini immediatamente riconoscibili grazie alluso di un logo ad hoc.

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3.4 Costruzione della rete delle conoscenze ambientali


Le analisi ambientali costituiscono spesso laspetto preponderante nelle attivit di Valutazione Ambientale Strategica che si svolgano in contesti dove non siano disponibili conoscenze ambientali consolidate e aggiornate con ragionevole frequenza. La situazione in Puglia, pur essendo ancora assimilabile a tale circostanza, in rapida evoluzione grazie in particolare alle rinnovate attivit di pianificazione territoriale e ambientale, e di programmazione dello sviluppo socio-economico. I diversi strumenti di governo del territorio che hanno visto la luce nel corso degli ultimi anni (per citarne solo alcuni, il Piano Energetico Ambientale Regionale, il Piano Regionale di Qualit dellAria, e lormai imminente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) hanno infatti apportato, accanto ai contenuti di tipo prescrittivo o direttivo, un contributo conoscitivo di grande rilievo. Tali miglioramenti vanno ad aggiungersi alla maturazione della relazione regionale sullo stato dellambiente, puntualmente aggiornata di anno in anno dallAgenzia Regionale per la Protezione Ambientale (www.arpa.puglia.it), e al notevole impulso dato alla condivisione delle conoscenze geografiche, accessibili attraverso il portale www.sit.puglia.it. La confusione fra le analisi ambientali e ci che pi propriamente pu essere definito valutazione ambientale diventa ancora pi evidente a livello degli elaborati che riassumono, e spesso concludono, le attivit nei rispettivi casi. Il Rapporto Ambientale, nato per testimoniare il processo di VAS finisce spesso per ricalcare quasi esclusivamente la struttura di una Relazione sullo Stato dellAmbiente, limitandosi a contenere una pi o meno articolata descrizione del contesto ambientale che, seppure essenziale, non pu essere ritenuta in alcun modo esaustiva della funzione valutativa. Questultima non pu che essere incentrata piuttosto sulloggetto della valutazione stessa, in questo caso il Piano Urbanistico Generale: nel rispetto del quadro normativo descritto nel paragrafo 2.1 e in considerazione dellesperienza accademica e tecnico-amministrativa che ormai si va consolidando, dovrebbe configurarsi come una piena collaborazione con i progettisti del PUG per affiancare lamministrazione comunale nellelaborazione di uno strumento di governo del territorio che segua un processo trasparente e sensibile alle indicazioni e alle istanze della societ civile, degli altri enti territoriali e con competenze ambientali interessati, e delle organizzazioni che operano negli ambiti professionali e produttivi rilevanti. Altrettanto importante da considerarsi la necessit di fornire al contempo alle autorit competenti per la VAS e la VIncA in Puglia gli elementi e il supporto per poter coordinare e concludere le rispettive procedure. Al fine di rimarcare limportanza delle analisi ambientali di base, senza travisare la funzione della VAS, si ritiene quindi opportuno da un lato elaborare una Relazione sullo Stato dellAmbiente aggiornata, cui poter riferirsi per approfondimenti, dallaltro integrare le attivit propriamente valutative nei documenti di piano, per scongiurare lautoreferenzialit dei documenti di VAS. In questa sezione viene approfondita la descrizione delle modalit di costruzione della rete di conoscenze, aspetto che non costituendo ai sensi degli indirizzi contenuti nel DRAG un prodotto autonomo, rischierebbe di essere trascurato.

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Nellorganizzare le informazioni sullo stato e le tendenze di cambiamento dellambiente nel territorio del Comune di Monte SantAngelo, si operer su due livelli: Descrizione di TEMI AMBIENTALI (comprendenti sia i classici compartimenti come aria, acqua e suolo, sia temi che ricalcano settori dintervento pubblico e pratiche sociali, come energia, mobilit e rifuti); Identificazione e approfondimenti delle CRITICIT AMBIENTALI (per lo pi trasversali ai temi, come il rischio idrogeologico che interessa tanto il tema acqua quanto quello suolo,e che si ritengono particolarmente prioritari ai fini della valutazione), delle AREE CRITICHE e delle AREE SENSIBILI.

Le analisi ambientali si baseranno in massima parte sullorganizzazione, la selezione e la sistematizzazione delle conoscenze sviluppate allinterno dei recenti strumenti di governo del territorio, come il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Foggia, il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, il Piano del Parco Nazionale del Gargano e i molti piani e programmi con connotazione ambientale elencati nel paragrafo 3.5. Fonti altrettanto importanti saranno costituite dalla Relazione sullo Stato dellAmbiente redatta annualmente dallARPA, e le informazioni geografiche rese disponibili attraverso il portale cartografico della Regione Puglia. Ciascun tema ambientale sar approfondito e trattato in base al modello presentato nel box seguente, in modo da garantire la rilevanza e la diretta utilizzabilit degli aspetti conoscitivi nel processo di VAS. Il box seguente illustra lindice che caratterizzer ciascuna scheda tematica, compatibilmente con leffettiva rilevanza dei vari punti e con la disponibilit delle informazioni necessarie.

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

BOZZA INDICE DELLE SCHEDE TEMATICHE


1) Stato del tema ambientale X a Monte SantAngelo Descrizione della situazione ambientale nel territorio comunale di Monte SantAngelo in riferimento al tema, con particolare riguardo allevoluzione nel tempo e alle tendenze trasformative in atto. 2) Quadro normativo e di programmazione Ricognizione dei dispositivi legislativi, dei regolamenti amministrativi e delle iniziative attivate (programmi dintervento, politiche, finanziamenti disponibili) per il tema in questione ai vari livelli territoriali (comunitario/internazionale, nazionale, regionale, locale). 3) Rappresentazione spaziale Indicazioni utili alla restituzione cartografica (zonizzazioni, individuazione di siti critici, informazioni georeferenziate in genere) e allintegrazione delle conoscenze in un Sistema Informativo Territoriale. 4) Il tema ambientale X e le previsioni strutturali e programmatiche Riflessione preliminare sui possibili punti di interferenza con le previsioni strutturali e programmatiche del Piano Urbanistico Generale, a seconda del tipo di tema trattato. 6) Il tema ambientale X nei meccanismi attuativi Suggerimenti utili allelaborazione di un sistema di norme, programmi, incentivi, linee guida, volti a rendere efficace il contributo della valutazione ambientale anche nella fase di attuazione del PUG (da inserire nelle Norme Tecniche di Attuazione e/o nel Regolamento Edilizio). 7) Interazioni con altri temi ambientali Interazioni con altri temi ambientali in termini di effetti trasversali sulle stesse criticit, impatti indiretti, cumulativi, e sinergici. 8) Monitoraggio degli effetti del PUG sul tema ambientale X Individuazione di possibili indicatori, indici e modelli per il monitoraggio, prediligendo quelli popolabili con dati gi disponibili. 9) Sistemi territoriali per il tema ambientale X Proposte per una classificazione del territorio utile alla comprensione del tema, analizzando le connessioni e le discontinuit identificabili allinterno del territorio comunale e con i sistemi contermini. Saranno evidenziate le incoerenze fra confini amministrativi e caratteristiche ambientali, e individuare i livelli preferibili di analisi e gestione (ambiti ottimali, bacini, ecc.). 10) Interazioni fra la scala locale e globale Influenza reciproca fra le dinamiche locali e i fenomeni globali (o comunque a scala pi ampia, anche solo di area vasta) per quanto riguarda il tema trattato. 11) Saperi comuni e valori locali Contributi delle conoscenze non esperte, percezione del tema e sua rilevanza per le comunit locali. 12) Individuazione delle eventuali criticit 13) Fonti

Lo scopo evidente di questo approccio partire dalla pi ampia ricognizione di informazioni e conoscenze in campo ambientale, convergendo per poi verso una strutturazione che le renda direttamente utilizzabili nella valutazione del Piano. A partire da questo documento di impostazione della VAS (scoping, nella terminologia introdotta non dalle normative comunitarie e nazionali ma piuttosto dalla prassi applicativa) e compatibilmente con la condivisione di questo approccio da parte dellente procedente, si tender ad introdurre direttamente nei documenti di piano le considerazioni ambientali di volta in volta rilevanti.

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3.5 Quadro normativo e programmatico


Altrettanto importante la ricostruzione del quadro normativo e programmatico specifico del contesto in cui ha luogo la pianificazione. Coerentemente al principio di sussidiariet, si riporta di seguito un primo elenco non esaustivo dei piani/programmi da analizzare in quanto particolarmente significativi. Nelle fase successive del processo di VAS saranno elaborate delle schede sintetiche di analisi di quegli strumenti ritenuti maggiormente rilevanti, indicando obiettivi e principali linee di indirizzo/azioni previste per il territorio comunale di Monte SantAngelo.

Comune di Monte SantAngelo


Principali piani esecutivi Principali progetti di opere pubbliche in corso, finanziati, programmati Dossier candidatura Unesco

Area Vasta / Provincia di Foggia


Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Foggia (disponibile allindirizzo web http://www.territorio.provincia.foggia.it/modules.php?name=Downloads) Piano del Parco Nazionale del Gargano approvato, ai sensi dellart. 12 della legge 394/91, con deliberazione del Commissario Straordinario n. 22 del 25/05/2010 ed inoltrato alla Regione Puglia per ladozione e, dopo le fasi di osservazioni e controdeduzioni, per la definitiva approvazione; la Comunit del Parco, con deliberazione n. 2 del 29/04/2010, ha espresso a maggioranza di voti parere negativo. Piano Strategico Capitanata www.capitanata2020.eu) 2020 (disponibile allindirizzo web

Progetto Agenda 21 Locale Greenland Agenda per la Capitanata Sostenibile (disponibile allindirizzo web http://www.ambiente.provincia.foggia.it/agenda_21/documenti/doc_prodotti.htm) Piano di Bacino del Trasporto Pubblico Locale della Provincia di Foggia Progetto LIFE Natura N. LIFE06NAT/IT/000026 Salvaguardia dei rapaci della ZPS Promontorio del Gargano

Regione Puglia
Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/Paesaggio), approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 1748 del 15 dicembre 2000 (disponibile allindirizzo web www.regione.puglia.it/drag/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=42) Proposta di Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), approvato don Delibera di Giunta Regionale n. 1 dell11 gennaio 2010 (disponibile allindirizzo web www.paesaggio.regione.puglia.it) Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1328 del 3 agosto 2007, in attuazione della Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20 (art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis).

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1759 del 29 settembre 2009 (in attuazione della Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20 art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis) Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE), approvato definitivamente con Delibera di Giunta Regionale n. 2753 del 14 dicembre 2010 (in attuazione della Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20 art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis) Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Schema dei servizi infrastrutturali di interesse regionale, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 2271 del 24 novembre 2009 (in attuazione della Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20 art. 4 comma 3, lett. C e art. 5, comma 10 bis) Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), approvato dallAutorit di Bacino della Puglia con delibera n. 39 del 30 novembre 2005 (disponibile allindirizzo web http://www.adb.puglia.it) Piano di Tutela delle Acque (PTA) (disponibile allindirizzo http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=29) web

Programma d'azione per le "zone vulnerabili da nitrati", in riferimento alla Direttiva 91/676 CEE per la protezione delle acque dall'inquinamento (Piano Nitrati), approvato con D.G.R. n. 19 del 23 gennaio 2007 Piano dambito territoriale ottimale risorse idriche 2010-2018 (PdA) (disponibile allindirizzo web www.aatopuglia.it) Piano Regionale delle Attivit Estrattive (PRAE), approvato con D.G.R. n. 580 del 15 maggio 2007, in applicazione della L.R. n. 37/85 e ss.mm.ii. (disponibile allindirizzo web http://www.crea.puglia.it/DocumentiPortale/Norme_Tecniche_di_Attuazione_adeguate_ 30_04_07. doc); nuovo PRAE adottato con D.G.R. n. 2112 del 10 novembre 2009 (disponibile allindirizzo web http://151.2.170.110/ecologia/Display.asp?Tabella=Contenuti&Id=804) Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Puglia, adottato con D.G.R. n. 827 dell8 giugno 2007 (disponibile allindirizzo web http://www.regione.puglia.it/index.php?page=progetti&opz=downfile&id=319) Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR): aggiornamento, completamento e modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti in Puglia approvato con decreto n. 187/CD/R del 9.12.2005 del Commissario delegato per lemergenza ambientale nella Regione Puglia Piano di risanamento della qualit dellaria (PRQA), redatto in conformit al D.M. 261/02 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dellaria ambiente, i criteri per lelaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (disponibile presso il Portale Ambientale della Regione Puglia allindirizzo web http://151.2.170.110/ecologia/default.asp?Id=416). Piano Regionale delle http://www.regione.puglia.it) Coste (PRC) (disponibile allindirizzo web

Piano Regionale dei Trasporti - Piano Attuativo 2009-2013 (disponibile allindirizzo web http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documentifa&opz=getdoc&id=421) Documento Strategico Regionale 2007-2013 (disponibile allindirizzo web

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http://www.regione.puglia.it/web/packages/progetti/POFESR/documenti/DocumentoStra tegicoPrel ininare20072013.pdf) Programma Operativo FESR 2007-2013 (disponibile allindirizzo http://www.regione.puglia.it/burp_doc/pdf/xxxix/N031_26_02_2008.pdf) Programma di Sviluppo http://pma.regione.puglia.it/) Rurale (PSR) (disponibile allindirizzo web web

Piano Regionale della Salute 2008/2010 (PRS) (disponibile allindirizzo web http://pugliattiva.regione.puglia.it/web/sanita/piano_regionale/legge%20regionale-169VIII.pdf)

LEGGE REGIONALE n. 37/1985 Norme per la disciplina dell'attivit delle cave e s.m.i. LEGGE REGIONALE n. 28/1996: Realizzazione di cartografia di base e tematica attraverso un sistema di informazione territoriale LEGGE REGIONALE n. 19/1997: "Norme per listituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia" LEGGE REGIONALE n. 11/2001 "Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale", testo consolidato LEGGE REGIONALE n. 3/2002 "Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento acustico" LEGGE REGIONALE n. 5/2002 "Norme transitorie per la tutela dell'inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza fra Ohz e 300 GHz e relativo regolamento attuativo (Regolamento Regionale 19 giugno 2006, n. 7) LEGGE REGIONALE n. 18/2002 Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale LEGGE REGIONALE n. 29/2003 Disciplina delle funzioni amministrative in materia di tratturi LEGGE REGIONALE n. 18/2004 "Sicurezza nei trasporti stradali e nelle infrastrutture trasportistiche" LEGGE REGIONALE n. 15/2005 Misure urgenti per il contenimento dellinquinamento luminoso e per il risparmio energetico e relativo regolamento attuativo (Regolamento Regionale 22 agosto 2006, n. 13). LEGGE REGIONALE n. 14/2007 Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia LEGGE REGIONALE n. 17/2007 Disposizioni in campo ambientale, anche in relazione al decentramento delle funzioni amministrative in materia ambientale LEGGE REGIONALE n. 31/2007 "Norme per il sostegno e lo sviluppo del settore estrattivo" LEGGE REGIONALE n. 31/2008 Norme in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale LEGGE REGIONALE n. 12/2008 Norme urbanistiche finalizzate ad aumentare lofferta di edilizia residenziale sociale

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

LEGGE REGIONALE n. 13/2008 Norme per l'abitare sostenibile LEGGE REGIONALE n. 14/2008 Misure a sostegno della qualit delle opere di architettura e trasformazione del territorio LEGGE REGIONALE n. 21/2008 Norme per la rigenerazione urbana LEGGE REGIONALE n. 16/2008 Principi, indirizzi, linee di intervento in materia di Piano Regionale dei Trasporti LEGGE REGIONALE n. 3/2009 Norme in materia di regolamento edilizio LEGGE REGIONALE n. 14/2009 Misure straordinarie e urgenti a sostegno dellattivit edilizia e per il miglioramento della qualit del patrimonio edilizio residenziale LEGGE REGIONALE n. 26/2009 Tutela e valorizzazione del sistema costruttivo con copertura a volta LEGGE REGIONALE n. 33/2009 Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico LEGGE REGIONALE n. 36/2009 Norme per lesercizio delle competenze in materia di gestione dei rifiuti in attuazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 LEGGE REGIONALE 15 luglio 2011, n. 17 Istituzione e disposizioni normative dellattivit ricettiva di albergo diffuso LEGGE REGIONALE 1 agosto 2011, n. 21 Modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 luglio 2009, n. 14, nonch disposizioni regionali in attuazione del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106. REGOLAMENTO REGIONALE n. 24 del 28 settembre 2005 Misure di conservazione relative a specie prioritarie di importanza comunitaria di uccelli selvatici nidificanti nei centri edificati ricadenti in proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) ed in Zone di Protezione Speciale (ZPS) REGOLAMENTO REGIONALE n. 6 del 12 giugno 2006 Regolamento regionale per la gestione dei materiali edili REGOLAMENTO REGIONALE n. 16 del 4 ottobre 2006 Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia REGOLAMENTO REGIONALE n. 22 del 4 settembre 2007 Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 79/409 e 92/43 e del DPR 357/97 e successive modifiche ed integrazioni REGOLAMENTO REGIONALE n. 15 del 18 luglio 2008 Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e integrazioni REGOLAMENTO REGIONALE n. 28 del 22 dicembre 2008 Modifiche e integrazioni al Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15, in recepimento dei Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZCS) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) introdotti con D.M. 17 ottobre 2007. REGOLAMENTO REGIONALE 9 febbraio 2009, n. 3 COMITATO REGIONALE PER LA VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE Regolamento ai sensi dellart. 28 della L.R. n. 11/01 e ss.mm.ii REGOLAMENTO REGIONALE 10 febbraio 2010, n. 10 Regolamento per la

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certificazione energetica degli edifici ai sensi del D.Lgs.19 agosto 2005 n. 192 REGOLAMENTO ATTUATIVO del Decreto del Ministero del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10 settembre 2010, Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, recante la individuazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti alimentati da fonti rinnovabili nel territorio della regione Puglia. DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 131 del 2 marzo 2004 Linee guida per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 716 del 31 maggio 2005 Procedimento per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione ed esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili DELIBERA GIUNTA REGIONALE 14 marzo 2006, n. 304: Atto di indirizzo e coordinamento per lespletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dellart. 6 della direttiva 92/43/CEE e dellart. 5 del D.P.R. n. 357/1997 cos come modificato ed integrato dallart. 6 del D.P.R. n. 120/2003 DELIBERA GIUNTA REGIONALE 19 settembre 2006, n. 1388: Decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59. Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento. Individuazione della Autorit competente. Attivazione delle procedure tecnico-amministrative connesse. DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 35 del 23 gennaio 2007 Procedimento per il rilascio dellAutorizzazione unica ai sensi del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 e per ladozione del provvedimento finale di autorizzazione relativa ad impianti alimentati da fonti rinnovabili e delle opere agli stessi connessi, nonch delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e allesercizio DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 316 del 20 marzo 2007: Regolamento per l'attuazione della Rete Escursionistica Pugliese DELIBERA GIUNTA REGIONALE del 3 agosto 2007, n. 1366 Atto di indirizzo e coordinamento per lattuazione in Puglia della Legge Regionale n. 19/1997 e delle Leggi istitutive delle aree naturali protette regionali DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 862 del 27 maggio 2008 Linee guida per la redazione dei piani dambito per la gestione dei rifiuti solidi urbani. Approvazione DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 1471 del 4 agosto 2009 Sistema di valutazione del livello di sostenibilit ambientale degli edifici in attuazione della Legge Regionale Norme per labitare sostenibile (art. 10, L.R. 13/2008) DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 2560 del 22 dicembre 2009 Presa datto delle Linee Guida per la valutazione del rischio applicata alle discariche ai sensi dellart. 7 del DM 3 agosto 2005 DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 2614 del 28 dicembre 2009 Circolare esplicativa delle procedure di VIA e VAS ai fini dellattuazione della Parte Seconda del D.lgs 152/2006, come modificato dal D.lgs. 4/2008 DELIBERA GIUNTA REGIONALE n. 2668 del 28 dicembre 2009 Approvazione dellAggiornamento del Piano di Gestione dei rifiuti speciali nella Regione Puglia DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE n. 125 del 31 gennaio 2011, Circolare n. 1/2011 Indicazioni per migliorare lefficacia delle conferenze di copianificazione previste dal DRAG nella formazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG).

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 416 del 10 marzo 2011, Circolare n. 2/2011 Indicazioni in merito alle procedure autorizzative e abilitative di impianti fotovoltaici collocati su edifici e manufatti in genere Legge 29 gennaio 1992, n. 113 Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica LEGGE n. 120 del 1 giugno 2002 Ratifica ed esecuzione del protocollo di Kyoto Decreto Legislativo n. 42 del 22-01-2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio Legge 6 dicembre 1991, n. 394 Legge quadro sulle aree protette Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Stralcio Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera (scaricabile allindirizzo http://www.reteambiente.it/ra/normativa/aria/2097_Dlgs152_06_vige.htm Direttiva 2008/50/CE Qualit dell'aria ambiente e per un'aria pi pulita in Europa Convenzione Europea del Paesaggio, adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000 Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversit biologica, sottoscritta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, e ratificata dallItalia il 14 febbraio 1994 con Legge n.124 Direttiva Habitat 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatica Direttiva Uccelli 79/409/CEE del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici Secondo Programma Europeo sui Cambiamenti Climatici (ECCP II), con particolare riferimento alle attivit del gruppo di lavoro Impatti e adattamento, che ha prodotto i due report seguenti (reperibili allURL: http://ec.europa.eu/environment/climat/eccp_impacts.htm) Regional planning, built environment, public and energy infrastructure, Structural funds: Final report; -Urban planning and construction: Final report. Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto (http://unfccc.int/2860.php)

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3.6 Verifiche di coerenza


Lintegrazione delle considerazioni svolte nellormai vasta gamma di strumenti di pianificazione e programmazione a prevalente o esclusivo carattere ambientale costituisce una delle funzioni prioritarie della VAS, come evidenziato tanto dalla Direttiva 2001/42/CE quanto dal D.Lgs. 152/2006. La consapevolezza che gli obiettivi di protezione ambientale e promozione dello sviluppo sostenibile non possono essere perseguiti esclusivamente attraverso politiche pubbliche dedicate, ha infatti spostato lattenzione sulla necessit di incorporare tali obiettivi nelle forme di intervento pubblico in ogni settore, e di seguirne lattuazione per verificarne gli effett 1 . In Italia, le modalit scelte nellambito della VAS per favorire lintegrazione delle considerazioni ambientali nei piani e nei programmi sono state ispirate alla verifica di coerenza e sono consistite per lo pi in esercizi pi o meno sistematici di incrocio fra elementi (pi spesso generali, come gli obiettivi) del Piano in oggetto e una selezione di piani e programmi (di assetto del territorio, gestione dei rifiuti, ecc.) da un lato, e di politiche ambientali e di sostenibilit nazionali e internazionali (dalla Carta di Aalborg alla Strategia Italiana dAzione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile) dallaltro lato. Queste analisi sono state pi propriamente definite verifiche di coerenza esterna, poich appunto mettono in relazione il piano sottoposto a VAS con dei riferimenti prescrittivi, direttivi, o semplicemente ideali ma pur sempre esterni al piano stesso. Verifiche di coerenza interna sono condotte con una frequenza inferiore, e mirano piuttosto a garantire la razionalit stessa del piano in termini di corrispondenza fra i contenuti ai suoi vari livelli, secondo uno schema che ricorda da vicino lapproccio del Logical framework 2 particolarmente promosso nellambito delle politiche comunitarie strutturali e di coesione. Riprendendo quanto previsto dagli Indirizzi per la VAS degli strumenti urbanistici in regione Calabria e dal format di Rapporto Ambientale messo a punto, si descrivono sinteticamente i contenuti delle verifiche di coerenza che saranno incluse nel corso della successiva fase allinterno del Rapporto Ambientale. Lanalisi di coerenza ambientale esterna permette di verificare e valutare il grado di coerenza e/o sinergia, correlazione e incoerenza e/o discordanza tra gli obiettivi della proposta di PUG e gli obiettivi di riferimento desunti dalle direttive/normative internazionali e nazionali, nonch con gli obiettivi e/o misure di altri pertinenti piani o programmi a livello regionale, sia di tipo settoriale che trasversale. Le matrici potranno essere organizzate secondo i modelli seguenti:
Si vedano ad esempio il rapporto dellAgenzia Europea per lAmbiente (European Environment Agency. 2005. Environmental policy integration in Europe: State of play and an evaluation framework. EEA Technical report 2/2005. Office for Official Publications of the European Communities: Luxembourg.) e le pubblicazioni accademiche sullargomento, ad esempio: Lafferty WM, Hovden E. 2003. Environmental policy integration: towards an analytical framework. Environmental Politics 12 (3): 1-22. In italiano, quadro logico (si veda: Bezzi, Claudio. Il disegno della ricerca valutativa. FrancoAngeli: Milano, pp. 279-287)
2 1

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

Obiettivi della proposta PUG


1 2 3

Obiettivi di riferimento a livello nazionale e comunitario


Ob. Ob. Ob. Ob. Ob. Ob. Ob.

Obiettivi della proposta PUG


1 2 3

Piano/programma xxxx
Ob. 1 Ob. 2 Ob. 3 Ob. 4

Piano/programma yyyy
Ob. 1 1 2 3 Ob. 2 Ob. 3 Ob. 4

La coerenza sar espressa, nelle apposite matrici di coerenza, con opportuni simboli, quali, per esempio: Elevata coerenza e/o sinergia Moderata coerenza e/o sinergia Nessuna correlazione Incoerenza e/o discordanza ++ + o

La verifica di coerenza interna sar invece condotta attraverso la predisposizione di una matrice di coerenza ambientale interna per verificare come sono stati integrati gli obiettivi sostenibilit e ogni considerazione ambientale durante la fase di redazione del PUG, evidenziare le relazioni tra gli obiettivi di sostenibilit ambientale assunti per il Piano e gli obiettivi della proposta di PUG e valutarne il grado di sinergia, coerenza o conflittualit. La matrice potr essere organizzata verificando la coerenza delle azioni di piano rispetto agli obiettivi di sostenibilit assunti per ciascun tema ambientale, secondo lo schema di seguito allegato.
Temi ambientali
Acqua Suolo Flora e Fauna, Vegetazione ed Ecosistemi Rifiuti

Obiettivi di sostenibilit formulati dalla proposta di PUG

Azioni/interventi della proposta di PUG 1 2 3 4 .. .. ..

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3.7 Valutazione delle alternative di Piano e determinazione degli impatti


La valutazione delle alternative di Piano sar definita, innanzi tutto, riferendo gli impatti a tre possibili scenari di riferimento: la situazione ambientale osservabile oggi (in termini urbanistici, lo stato di fatto), la situazione ambientale presunta assumendo che il Piano Regolatore Generale attualmente in vigore sia completamente attuato (lo stato di diritto) e la situazione ambientale presunta in seguito allattuazione delle previsioni del nuovo PUG. Per casi specifici, oggi non definibili, potranno essere valutati anche eventuali differenti scenari di progetto. Nello svolgimento della valutazione delle alternative verr posta adeguata attenzione non solo agli impatti diretti, ma anche a quelli indiretti, interattivi e cumulativi, di breve, medio e lungo periodo, reversibili e permanenti. A tal proposito, si osserva che la complessit delle relazioni che intercorrono fra le diverse componenti di un ecosistema, sommate alle caratteristiche sociali, economiche e culturali delle popolazioni umane che con esso interagiscono, inducono ad ipotizzare una rete di impatti ambientali possibili che va al di l dei semplici impatti diretti e che possiamo riassumere nel modo seguente: IMPATTI INDIRETTI non dipendono direttamente dallintervento, possono verificarsi lontano nello spazio o nel tempo, ed essere di natura differente dallimpatto diretto che li ha scatenati (Es. aumento dellerosione del suolo a causa della diminuzione della copertura vegetale dovuta alla deforestazione). IMPATTI CUMULATIVI si tratta di impatti dello stesso tipo ma derivanti da azioni diverse; si possono ulteriormente classificare in incrementali se lentit pari alla somma degli impatti diretti che lo hanno generato, sinergici se superiore, antagonistici se inferiore. IMPATTI INTERATTIVI a seguito di due o pi impatti possono verificarsi delle interazioni che danno luogo ad un nuovo impatto diverso dai suoi precursori (Es. inquinamento fotochimico in cui ossidi di azoto e composti organici volatili vanno incontro a complesse reazioni chimiche catalizzate dalla componente ultravioletta della radiazione solare, producendo numerosi inquinanti secondari, fra cui lozono troposferico).

I metodi principali utilizzabili per la valutazione degli effetti e degli eventuali impatti sono sinteticamente riportati nella tabella seguente, unitamente alla descrizione dei 3 relativi punti di forza e di debolezza .

European Commission. 1999. Guidelines for the Assessment of Indirect and Cumulative Impacts as well as Impact Interactions. Disponibile online sul sito della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea allindirizzo: http://ec.europa.eu/environment/archives/eia/eia-support.htm

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METODO
INDAGINI CON QUESTIONARI E CONSULTAZIONI: sono rivolte ad esperti, enti territoriali ed istituzioni, imprenditori e commercianti, cittadini e associazioni.

VANTAGGI

SVANTAGGI

Strumento flessibile, che pu fornire informazioni rilevanti anche su attivit passate e conoscenze locali. GIS flessibile e facile da aggiornare, consente di porre in relazione gli impatti di molte attivit, offre una rappresentazione visuale chiara, pu essere combinato con metodi di analisi ed interpretazione anche basati su modelli matematici. Stabilisce un riferimento definito per il calcolo degli impatti cumulativi; associata allanalisi dei trend (variazioni nelle condizioni di una risorsa ambientale a seguito del suo sfruttamento) pu servire a valutare la sostenibilit di ulteriori interventi. Metodo potenzialmente pi accurato per simulare la distribuzione degli impatti nello spazio e nel tempo e comparare opzioni differenti; consolidato nel campo dellinquinamento atmosferico, acustico e idrodinamico.

Le opinioni sono fortemente soggettive; costoso e impegnativo dal punto di vista dei tempi. Costi e tempi di realizzazione, difficolt a quantificare gli impatti.

ANALISI SPAZIALE/GIS: consentono la rappresentazione della distribuzione spaziale degli impatti, facilitando lindividuazione degli impatti cumulativi e interattivi dovuti a sovrapposizione o prossimit; se uniti ad analisi delle serie storiche consentono anche di riflettere sugli effetti di interventi passati e fare congetture sui trend di cambiamento. ANALISI DELLA CAPACIT PORTANTE: la capacit portante pu essere vista come il livello massimo di impatto ambientale che un dato ecosistema pu sopportare senza riportare danni permanenti. Laspetto cruciale la determinazione delle soglie (standard di emissioni, dimensione delle popolazioni animali e vegetali, intensit delle attivit umane). MODELLI: possono fornire stime quantitative e qualitative degli impatti simulando in modo pi o meno complesso le dinamiche ambientali (es. i modelli di dispersione degli inquinanti nellatmosfera basati su velocit e direzione dei venti, sulla topografia e sulle caratteristiche dellambiente costruito).

Limitazione dei dati disponibili (se non si conoscono tutti gli impatti non si sa se la soglia stata raggiunta).

Le stime dipendono dalla qualit dei dati a disposizione, tendono al pessimismo e sono facilmente manipolabili; lo sviluppo estremamente impegnativo e costoso.

Tabella 1. Metodi di valutazione per la valutazione degli effetti ambientali del piano

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3.8 Misure di prevenzione, mitigazione e compensazione degli effetti ambientali


Data la natura complessa del Piano Urbanistico Generale, che vanifica la possibilit di definire alternative di piano complete nella prospettiva di giungere alla scelta di quella pi compatibile dal punto di vista ambientale, la strada pi promettente per garantire che la VAS risulti in qualche modo efficace consiste nel contribuire a prevenire eventuali singole scelte palesemente insostenibili, mitigare gli effetti di azioni che rispondono ad obiettivi di sviluppo socio-economico irrinunciabili, compensare gli effetti del piano laddove essi riguardino beni ambientali sostituibili. Sulla base delle valutazioni degli effetti ambientali delle azioni previste dal Piano, verranno quindi fatti degli approfondimenti relativi alla possibilit di ridurre le interazioni negative previste e/o a rafforzarne quelle positive. In particolare, nel caso di prevedibili impatti negativi verranno ricercate possibili misure/azioni in grado di ridurli agendo in vario modo:

TIPOLOGIA DI IMPATTO NEGATIVO Impatto ritenuto assente dopo lapprofondimento o impatto eliminabile Impatto non eliminabile Assenza di misure mitigative e alternative non praticabili

TIPOLOGIA DI MISURA Misure che portano alla eliminazione dellimpatto Misure che portano alla mitigazione dellimpatto Misure di compensazione adeguate o abbandono dellazione (tranne che per azioni sovraordinate ineliminabili).

Nel caso di prevedibili impatti positivi verranno, invece, ricercate misure in grado di rafforzare gli effetti ambientali positivi attesi. Dal punto di vista applicativo, le possibilit che la VAS risulti incisiva sembrano risiedere soprattutto nellopportunit di costruire meccanismi di controllo e accompagnamento dei processi attuativi (formazione dei Piani Urbanistici Esecutivi, redazione delle Norme Tecniche di Attuazione, revisione del Regolamento Edilizio). Ci pu verificarsi attraverso una serie di meccanismi che comprendono vincoli, incentivi e premialit, linee guida per promuovere interventi di qualit. Di seguito si riportano due tabelle tipo che, opportunamente riviste, saranno incluse nel Rapporto Ambientale: la prima tabella finalizzata a verificare per ogni azione prevista dal Piano il rispetto dei criteri di compatibilit definiti nellambito della procedura di VAS; nella matrice potranno evidenziarsi, per ciascuna azione, le interazioni positive (+), potenzialmente positive (+?), negative (-), potenzialmente negative (-?) e incerte (?+/-); la seconda tabella, composta di quattro colonne (le prime tre richiamano rispettivamente il criterio di compatibilit, l'interazione se incerta o negativa e la

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criticit a cui si riferisce; la quarta colonna riporta i suggerimenti al fine della minimizzazione degli impatti negativi rilevati), costituisce unipotesi di scheda di approfondimento per ciascuna delle azioni di piano e fornisce elementi utili a minimizzare, da un punto di vista ambientale, gli impatti negativi delle azioni stesse.
Criteri di compatibilit
Azioni 1 2 3 A B C

Criterio di compatibilit

Interazione

Criticit

Suggerimenti

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3.9 Monitoraggio e follow-up


Limportanza del monitoraggio nel garantire lefficacia della valutazione ambientale dei piani stata affermata con decisione dalla norma quadro europea (cfr. lart. 10 della direttiva 2001/42/ CE, le linee guida sulla sua attuazione e il report speciale della rete IMPEL per la Commissione Europea documenti tutti disponibili online alla pagina http://ec.europa.eu/environment/eia/home.htm). In particolare, il monitoraggio assume un ruolo essenziale nel perseguire la chiusura del ciclo di valutazione, consentendo una verifica delle ipotesi formulate nella fase preventiva e offrendo concrete opportunit di modifica in fase di attuazione di quegli aspetti del piano che dovessero rivelarsi correlati ad effetti ambientali significativi. La scelta degli indicatori dovrebbe quindi essere orientata a cogliere le variazioni nello stato dellambiente, riprendendo le categorie scelte nella parte conoscitiva del RA (temi e criticit ambientali). Poi, il sistema di monitoraggio dovrebbe consentire di tracciare i percorsi attuativi del piano, perch si abbia contezza di quanto effettivamente realizzato lungo una scansione cronologica. Infine, un buon sistema di monitoraggio dovrebbe permettere delle congetture sulla correlazione fra gli interventi eseguiti e le modificazioni delle condizioni ambientali osservate. Il soddisfacimento di queste tre premesse acquista un significato operativo se la struttura del piano prevede una certa flessibilit nellattuazione, il che certamente il caso dei Piani Urbanistici Generali secondo le previsioni della Legge Regionale 20/2001 che li ha definiti. In queste condizioni, esiste un margine di attenuazione degli eventuali impatti legati alle previsioni programmatiche che si pu perseguire grazie a strategie preventive, mitigative o compensative. Il monitoraggio, dunque, pu allertare i soggetti attivi della pianificazione e della gestione urbana sottolineando il nesso fra una tipologia di attivit e una determinata criticit ambientale, lasciando aperte ipotesi di risposta che variano dallastensione (lintervento viene annullato o rimandato), alla rielaborazione (lintervento viene considerato realizzabile solo a determinate condizioni che evitino o attenuino gli effetti ambientali), e infine alla compensazione (la realizzazione viene reputata irrinunciabile nonostante la consapevolezza delle ricadute ambientali negative, ma qualora per esse valga il principio di sostituibilit, si procede ad un secondo intervento che mira a ristabilire un equilibrio). La definizione di un appropriato piano di monitoraggio si baser sulla costruzione di un core-set di indicatori correlati agli obiettivi di piano che permetteranno di verificare, in itinere ed ex post, le prestazioni dello strumento urbanistico, intese come livello di conseguimento degli obiettivi assunti e come esiti effettivamente generati sulla citt e sul territorio. Tali indicatori devono, quindi, intendersi come indicatori di performance del piano. Il monitoraggio di un piano ha, infatti, come finalit principale quella di misurarne lefficacia degli obiettivi al fine di proporre azioni correttive, e permettere quindi ai decisori di adeguarlo in tempo reale alle dinamiche di evoluzione del territorio. In una logica di piano-processo il monitoraggio la base informativa necessaria per un piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori.

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Gli indicatori appartenenti al core-set saranno scelti sulla base di alcuni criteri: la rappresentativit rispetto alla tematica in oggetto la sensibilit alle trasformazioni indotte dal piano la popolabilit (ovvero la disponibilit e la reperibilit dei dati) la facilit di lettura e di comunicazione ai tecnici, ai politici e ai cittadini.

Le risultanze del monitoraggio non dovranno, infatti, essere confinate allutilizzo a livello tecnico, ma anzi devono essere pensate soprattutto in funzione dellutilizzo che ne possono fare i decisori e della comunicabilit ad un pubblico vasto, di non addetti ai lavori. La pubblicazione periodica di un rapporto di monitoraggio ha, infatti, elevatissime potenzialit in termini di comunicazione. Si tratta infatti di unoccasione per informare un pubblico pi vasto di quello degli addetti al settore e attivare un dibattito aperto sulle tendenze evolutive del territorio comunale, e sullefficacia delle azioni del piano. Si riporta di seguito una tabella relativa allorganizzazione del sistema di monitoraggio del Piano, cos come ipotizzata in questa fase preliminare:

NOTE INTERPRETATIVE

UNIT DI MISURA

DESCRIZIONE INDICATORE

OBIETTIVO DI PIANO

FATTORE AMBIENTALE

FREQUENZA MINIMA DI UPGRADING

CRITICIT

FONTE

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4. Contesto di area vasta e prime indicazioni per il PUG

In questo capitolo vengono svolte alcune considerazioni sul rapporto con il contesto territoriale di area vasta entro il quale si colloca il Comune di Monte SantAngelo e si riporta una breve cronistoria del processo di Piano e i contenuti dellAtto di Indirizzo, di cui il presente Documento di Scoping costituisce allegato.. infatti evidente che molti dei temi ambientali e di sostenibilit possono essere adeguatamente compresi e affrontati solo in un contesto pi ampio, che travalica i confini comunali, e che coinvolge le competenze dei comuni confinanti, della provincia, della regione, e di tutti gli altri enti che hanno competenze sulle tematiche ambientali. Tra i compiti del percorso di VAS rientra dunque anche quello di collocare le problematiche e criticit ambientali che si riscontrano a livello comunale nel contesto dimensionale pi appropriato.

4.1 Contenuti del PTCP e riferimenti di area vasta


In questo paragrafo vengono sintetizzati i principali indirizzi strategici del PTCP, per quanto di interesse per il contesto territoriale di area vasta nel quale si colloca il Comune di Monte SantAngelo. Il richiamo ai contenuti del PTCP, e talvolta la citazione esplicita di ampi stralci della relazione di piano, funzionale a fornire a chi legge il Documento di Scoping almeno gli elementi di base sulla programmazione di area vasta, elementi imprescindibili per potere comprendere le problematiche e impostare il piano comunale. Il PTCP della Provincia di Foggia stato adottato con delibera del Consiglio Provinciale n. 58 del 11 dicembre 2008 e successivamente riadottato con le controdeduzioni a proposte e osservazioni in data 11 giugno 2009; il Piano stato infine approvato dal Consiglio Provinciale in data 22 dicembre 2009. Esso contiene un ampio quadro conoscitivo sui temi di area vasta e una serie di indirizzi da tenere in considerazione nella definizione delle strategie per la pianificazione comunale. Di seguito si sintetizzano alcuni degli aspetti, che appaiono ad una prima lettura salienti ai fini della redazione del PUG e della relativa VAS, tratti dalla Relazione dello Schema di PTCP e dalla Normativa di Attuazione. Applicando i principi di sussidiariet introdotti dalle pi recenti normative la Provincia assegna al proprio PTCP tre principali aree di competenza, cos definite: a) la tutela delle risorse territoriali (il suolo, lacqua, la vegetazione e la fauna, il paesaggio, la storia, i beni culturali e quelli artistici), la prevenzione dei rischi derivanti da un loro uso improprio o eccessivo rispetto alla sua capacit di sopportazione (carrying capacity), la valorizzazione delle loro qualit suscettibili di fruizione collettiva; b) la corretta localizzazione degli elementi del sistema insediativo (residenze,

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produzione di beni e di servizi, infrastrutture per la comunicazione di persone, merci, informazioni ed energia) che hanno rilevanza sovracomunale; c) le scelte duso del territorio le quali, pur non essendo di per s di livello provinciale, richiedono ugualmente un inquadramento per evitare che la sommatoria delle scelte comunali contraddica la strategia complessiva delineata per lintero territorio provinciale. Nel PTCP vengono definite le risorse come beni dotati di particolare valore per la collettivit, e includono sia gli aspetti paesaggistici e naturalistici che le infrastrutture e gli elementi pi significativi del sistema insediativo, ossia di tutte le dotazioni necessarie per assicurare il buon funzionamento del sistema socioeconomico della provincia e un vero e proprio patrimonio collettivo. Negli elaborati del PTCP vengono presi in considerazione i seguenti sistemi di risorse: Sistemi di terre, quale primo riferimento per articolare il territorio in ambiti territoriali caratterizzati da specifiche interazioni tra dinamiche naturali ed attivit antropica. Ecosistemi di particolare pregio, per il valore paesaggistico, ma intesi anche come capisaldi di un pi ampio sistema a rete di elevata valenza naturalistica. Centri storici, intesi come capisaldi nellentroterra del Gargano e nelle citt costiere per promuovere un turismo meno banalizzato. I beni isolati: un patrimonio sottovalutato e abbandonato, vista la rilevantissima e spesso trascurata dotazione di siti archeologici, edifici di culto, masserie, tratturi, ecc., spesso in situazione di degrado e che possono emergere ed essere valorizzati solo inserendoli in strategie di rete. Aree produttive, che necessitano di essere messe a sistema tra loro, e soprattutto di essere riqualificate (sotto il profilo logistico, ambientale e urbanistico) prima di potere costituire uneffettiva risorsa del territorio. Infrastrutture principali di trasporto, da intendersi come supporto al sistema insediativo, produttivo e dei servizi. Servizi specialistici, di carattere sovracomunale, per i quali curare la distribuzione e accessibilit. Intensit delle presenze produttive, distinte per settore di attivit, per valutare le specializzazioni delle diverse aree e dei comuni, tenendo conto della generale debolezza delleconomica del territorio provinciale. Forza complessiva delleconomia comunale, sulla base della presenza di strutture produttive e di servizi, della presenza di prodotti di qualit e della salubrit delle aziende agricole. Capitale sociale, ossia la capacit di costituire reti di relazioni tra individui, associazioni e istituzioni, producendo beni immateriali, che tuttavia possono costituire motore per innescare fiducia, cooperazione e occasioni di sviluppo.

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Il materiale conoscitivo stato utilizzato per definire tre ordini di criticit: le criticit del sistema ambientale, ovvero i problemi legati alla natura dei territori e alle caratteristiche intrinseche di vulnerabilit (quali la propensione al dissesto, la vulnerabilit allinquinamento idrico, la propensione allesondabilit e cos via); le criticit del sistema insediativo, dovute a carenze nella dotazione o nella qualit delle infrastrutture e delle parti urbanizzate, alla insufficienza di attrezzature e servizi, allaumento del territorio urbanizzato in rapporto alla variazione di popolazione, alla mancanza di inetrmodalit e servizi per le aree produttive, etc.; le criticit delle relazioni tra insediamenti e ambiente, indicando i punti nei quali lo sviluppo degli insediamenti non ha tenuto sufficientemente conto delle caratteristiche e della vulnerabilit dellambiente.

Il PTCP propone di puntare sui tre settori chiave: agroalimentare, puntando sugli impianti di trasformazione, sulla produzione biologica, e sui prodotti a forte identificazione territoriale; energia, nello sviluppo delle fonti rinnovabili, e prima di tutto la produzione di biomasse, ma anche nel campo eolico dove si sono formate nuove importanti competenze; turismo, riequilibrando lofferta turistica oggi concentrata in poche localit, ed innalzandone la qualit e la capacit di adeguarsi in modo flessibile alle esigenze mutevoli della domanda

Di seguito si riassumo alcune delle linee di indirizzo pi significative ai fini dello sviluppo del PUG di Monte SantAngelo: Linsieme delle risorse naturali e culturali presenti sul territorio deve essere messa a sistema al fine di creare la rete ecologica, di valorizzare i diversi contesti paesaggistici, di diversificare e ampliare lofferta turistica, di puntare al recupero e alla fruizione collettiva degli spazi pubblici oggi considerati marginali. Il recupero dei beni culturali isolati e dei centri storici, oggi in buona parte in situazione di abbandono o di degrado, avrebbe anche un significato simbolico per laffermazione di un diverso modello di sviluppo del territorio foggiano. Si dovranno quindi disegnare itinerari, sia in senso immateriale come percorsi organizzativi tematici, sia in senso pi fisico con la creazione di percorsi protetti per la mobilit lenta collegati con le stazioni e fermate del trasporto pubblico. Il PTCP auspica che una simile definizione di percorsi possa costituire strumento di strutturazione delle qualit anche allinterno delle aree urbane, collegando con percorsi pedonali e ciclabili le attrezzature collettive (scuola, sanit, commercio, sport, ricreative, uffici pubblici, ecc.) e le aree a verde. Il piano ha sviluppato lidentificazione dei diversi paesaggi agrari presenti nel territorio provinciale al fine di definire politiche agro ambientali differenziate (con riferimento alle misure del Piano di sviluppo rurale 2007-2013), che,

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relativamente al territorio di Monte SantAngelo, coincidono prevalentemente con le aree a vincolo naturalistico/paesaggistico ricomprese nel Parco del Gargano e con le aree con problemi di marginalizzazione e degrado socioeconomico, esterne alle aree a parco. Rafforzare la coesione territoriale della provincia come base essenziale per recuperare la competitivit delleconomia provinciale, e superare la mutua debolezza dei territori. Si tratta di selezionare gli interventi sulla base delle risorse disponibili puntando a quelli che assicurano una migliore integrazione tra sistema insediativo e rete di trasporto. Per quanto riguarda le zone del Gargano si dovr puntare a individuare un telaio infrastrutturale plurimodale che favorisca il collegamento con lasse infrastrutturato centrale, e allo stesso tempo si dovranno orientare le scelte per il sistema produttivo e turistico in connessione con lassetto della rete dei trasporti. Si tratta di passare da una logica di irrazionale e poco finalizzata crescita della dotazione infrastrutturale, senza tenere conto del funzionamento complessivo del sistema, alla ricerca di soluzioni che eliminino le criticit puntuali per utilizzare in modo pieno delle infrastrutture esistenti. Per quanto riguarda lofferta turistica nellarea costiera il PTCP assume tra le strategie quella di arrestare ogni ulteriore espansione dellurbanizzato lungo la costa, da riqualificare, riorganizzare e valorizzare nella sua potenzialit di fruizione turistica. Il PTCP orienta la pianificazione comunale verso la riduzione delle criticit tra sistema insediativo e ambiente. Il grado di urbanizzazione del territorio non elevato se rapportato al complesso del territorio provinciale, ma le interazioni tra sistemi urbani ed ecosistemi sensibili sono purtroppo frequenti. Il piano provinciale sollecita esplicitamente i comuni ad affrontare, anche con laiuto della VAS, le criticit ambientali evidenziate a livello di pianificazione provinciale, spingendosi ad affermare che queste dovranno essere affrontate dai piani come condizione preliminare per poter prevedere nuove urbanizzazioni e incrementi del carico insediativo. In tale senso appare utile riportare le richieste del PTCP rivolte alla pianificazione comunale: riconsiderare le previsioni dei piani regolatori che interessano aree ad elevata valenza naturale o che sono contigue ad esse, riducendo al minimo possibile le interferenze; porre un freno alla dispersione degli insediamenti e alla frammentazione del margine citt campagna; verificare lo stato delle infrastrutturazioni primarie, in relazione alla vulnerabilit delle acque; puntare prioritariamente al recupero dellesistente prima di ogni altra ulteriore espansione, procedendo al censimento delle aree dismesse o sottoutilizzate e verificandone le possibilit di riuso e trasformazione. riconsiderare le previsioni inerenti aree potenzialmente esondabili o suscettibili di essere interessate da fenomeni di dissesto;

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4.2 Lambito di influenza del PUG di Monte SantAngelo


Per potere comprendere quali impatti, soprattutto indiretti e cumulativi, si dovranno considerare nel percorso di valutazione necessario definire lambito di influenza del piano. Una definizione esatta, in termini di disegno di perimetro, non evidentemente proponibile. Tuttavia, pur tenendo conto della difficolt di comprensione delle reciproche interazioni, ed anche la difficolt a reperire le informazioni per territori che non sono sotto la competenza amministrativa del comune, si pu provare una definizione di carattere qualitativo, partendo da alcune considerazioni generali.

Il promontorio del Gargano e il territorio comunale di Monte SantAngelo

Daltra parte una definizione esatta degli effetti oltre confine non probabilmente essenziale. La finalit principale in realt quella di comprendere le reciproche interazioni tra i diversi temi, e soprattutto comprendere come la programmazione comunale si rapporti con i temi di area vasta, per potere portare le istanze che emergono durante lelaborazione del PUG allattenzione della pianificazione provinciale e regionale, ed innescare le azioni conseguenti da parte degli enti e dei soggetti territorialmente competenti.

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Fatte queste premesse, si possono in via preliminare sviluppare le seguenti considerazioni generali, da tenere presente nella successiva fase progettuale per analizzare le possibili interferenze delle previsioni di piano: Lintegrit fisica del territorio, il recupero delle situazioni di degrado, e la riconfigurazione di una situazione di maggiore equilibrio tra insediativo e ambiente, costituiscono temi di rilevanza solo apparentemente puntuale locale, in realt di area vasta se si considera come il grado di manutenzione fisica del territorio influisca sullimmagine complessiva del Gargano. Il problema presenta molte sfaccettature, dal rischio frana al rischio idraulico, ma ha a che fare soprattutto con un territorio di grande interesse paesaggistico ma allo stesso anche molto fragile, interessato da rilevanti impatti antropici dovuti allattivit agricola e alla forte e disordinata crescita della pressione urbana di questi ultimi anni. Aspetti insediativi che potrebbero incidere su temi di interesse sovracomunale sono il dimensionamento del piano e il consumo di suolo. Il consumo di suolo, anche in una provincia agricola a bassa percentuale di urbanizzazione, non pu essere lasciato alla sola determinazione del singolo comune, ma deve essere contemperato con il fatto che tale risorsa costituisce bene prezioso per il complesso della comunit provinciale. Si dovranno inoltre in fase di predisposizione del piano inserire un sistema di indicazioni volto a ottimizzare il consumo di suolo anche in termini qualitativi, prevedendo che i progetti nuovi o i riusi siano impostati in modo da ridurre il consumo energetico, idropotabile, ed in generare delle risorse non rinnovabili. Sia i nuovi insediamenti che gli interventi sulle aree gi urbanizzate dovranno inoltre perseguire lobiettivo di ridurre lartificializzazione garantendo unadeguata permeabilit dei suoli. Per gli aspetti ecologici e il verde il Comune occupato per una percentuale molto significativa del proprio territorio da alcuni SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e dal Parco Nazionale del Gargano, e possiede un rilevante patrimonio agricolo rurale: proprio sugli aspetti paesaggistici che il piano pu presentare gli ambiti di influenza di area vasta pi significativi, in quanto il territorio comunale fa a tutti gli effetti parte del pi vasto comprensorio del Gargano. Per gli aspetti paesaggistici, oltre alle valenze naturalistiche, si devono prendere in considerazione i beni culturali e storici di maggiore rilievo del centro abitato, i siti archeologici e le testimonianze rurali e storiche, anche per le sinergie che si possono creare nella realizzazione e nel potenziamento dei percorsi tematici e fruitivi verso le alture e le coste del Gargano. Esistono a tale fine anche una serie di itinerari storici, nella Via Sacra Langobardorum e nei diversi tratturi che interessano larea. Questo insieme di beni, per quanto significativo, dovrebbe comunque, per costituire adeguata massa critica, essere messo a sistema con le altre realt turistiche della zona, anche attraverso la costituzione di specifici tavoli di lavoro di area vasta. Tra gli aspetti di mobilit esiste il problema da risolvere del potenziamento viabilistico del collegamento con il capoluogo regionale, che deve tenere conto dellelevata valenza paesaggistica dei luoghi. Un approfondimento potrebbe anche riguardare lintermodalit. Sempre tra gli aspetti di mobilit il turismo del Gargano soffre per il non facile

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collegamento con lasse infrastrutturato centrale della ferrovia e dellautostrada. Il miglioramento del sistema della viabilit e la messa a sistema delle diverse modalit di trasporto, sono essenziali al fine della realizzazione di qualunque logica di sistema allargato dellofferta turistica, che non consideri solo la tradizionale offerta costiera, ma anche le opportunit culturali e naturalistiche presenti in tutti gli altri comuni del Gargano. In sintesi, dai punti precedenti discende che il tema della valorizzazione del complesso dei beni territoriali e naturalistici dovrebbe essere sviluppato in parallelo con lattenzione dedicata alla riqualificazione del tessuto urbano e alla risoluzione delle carenze nel sistema dei servizi. Si potranno in questo modo evidenziare le connessioni fruitive turistiche con il resto del territorio del Gargano che, unitamente al miglioramento della viabilit e dellaccessibilit dai grandi collegamenti nazionali, svolgono un ruolo determinante nel definire il contesto di riferimento della VAS, e soprattutto il contesto di area vasta di reciproca interazione territoriale delle strategie e azioni che saranno previste nel PUG.

4.3 Verso il PUG di Monte SantAngelo


Nel luglio 2005 (Delibera 26 luglio 2005 n. 225) lAmministrazione Comunale di Monte SantAngelo avviava il procedimento di formazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) previsto della legge regionale n. 20/2001 Norme generali di governo e uso del territorio. Nel dicembre 2006 veniva consegnata una bozza del Documento Programmatico Preliminare (DPP), come primo passo vero il PUG. Tale documento conteneva una ricognizione dello stato di fatto del territorio e un bilancio dellattivit urbanistica e individuava alcuni temi da approfondire e le criticit da prendere in esame per la definizione e la precisazione degli obiettivi del PUG. Nella fase propositiva della bozza di DPP venivano anticipati alcuni scenari interpretativi e progettuali, connessi a luoghi e sistemi ritenuti strategici, e denominati Le quattro ecologie: Citt storica, Bosco, Costa, Rete minore. La bozza 2006 del DPP non ha per avuto alcun seguito. La Regione Puglia, con propria Deliberazione di Giunta Regionale n. 1328 del 3 agosto 2007, ha nel frattempo approvato il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei piani urbanistici generali (PUG), definendo le nuove procedure di formazione per la produzione dei PUG; tale delibera trova applicazione per gli atti amministrativi ancora da adottare e quindi nella fattispecie trova applicazione negli atti di formazione del PUG del Comune di Monte SantAngelo, dove la procedura di adozione del DPP non risulta ancora conclusa. Successivamente il Comune di Monte SantAngelo, ha costituito unapposita struttura, lUfficio del Piano, per lelaborazione del Piano Urbanistico Generale.

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Con Delibera di Giunta Comunale n. 248 del 27 dicembre 2009 stata costituita lUnit di progetto Formazione del PUG, coordinata dallarch. Giampiero Bisceglia, responsabile del Settore Urbanistica del Comune. La sede dellUnit di Progetto stata individuata nella sede del Centro Studi Micaelici e Garganici. In data 2 marzo 2011 stata quindi firmata una convenzione tra il Comune di Monte SantAngelo e il Politecnico di Bari (responsabile scientifico: Prof. Leonardo Rignanese) per la consulenza scientifica allelaborazione del Piano Urbanistico Generale.

4.4 Latto di indirizzo per il PUG


Latto di indirizzo, di cui il presente Documento di Scoping costituisce allegato e a cui si rimanda, stato articolato secondo le indicazioni del DRAG e possiede i seguenti contenuti: delinea gli obiettivi, espressione della volont politica dellAmministrazione, che hanno determinato la decisione di avviare il PUG; delinea il programma partecipativo e concertativo che accompagner la formazione del PUG, per la promozione di interazioni tra i diversi soggetti territoriali, sia pubblici sia privati; definisce la dotazione strumentale con cui si intende portare a compimento e gestire il PUG, in termini di risorse umane, dotazionali e finanziarie.

LAtto di Indirizzo, facendo riferimento agli elementi impliciti nella bozza di DPP in precedenza redatta, a quanto richiesto dal DRAG relativamente alla lettura delle risorse territoriali e tenendo presente il PTCP approvato e il PPTR in corso di redazione, individua alcune grandi tematiche sulle quali strutturare le scelte strategiche di Piano. Si riportano sinteticamente, di seguito, i temi individuati dallAtto di Indirizzo e i primi orientamenti strategici per ciascuno dei temi: 1 - Lambiente e il paesaggio Ladeguamento del piano al PTCP e al PPTR, nonch al PUTT ovvero lintroduzione della disciplina paesaggistica allinterno dello strumento urbanistico generale deve consentire di affrontare in maniera organica la tutela fisica, ambientale e paesaggistica, integrando gli aspetti della tutela delle risorse naturali (suolo, aria, acque), della valutazione delle condizioni di rischio, di vulnerabilit e di messa in sicurezza del territorio con le politiche ambientali comunali e i progetti di settore. 2 Il centro storico e la citt consolidata La salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del tessuto storico e il riuso del patrimonio edilizio, comportano la predisposizione di strumenti e di regole che

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possano costituire le condizioni strutturali di base e di riferimento per la manutenzione, per il recupero, per il restauro e per il rinnovo del patrimonio edilizio e urbano, per lattuazione tecnica degli interventi, per la programmazione degli usi, e per gli interventi pi ampi di riqualificazione e progettazione urbana. Per la citt consolidata attigua e in continuit con il centro storico necessario definire altrettante regole chiare e precise per gli interventi diffusi e individuare progetti di riqualificazione urbana che ne migliorino qualit spaziale e funzionale e, in particolar modo, la mobilit e laccessibilit. I primi indirizzi strategici consistono nelle seguenti azioni: valorizzazione del centro storico e della citt consolidata dare qualit allo spazio pubblico e riorganizzare gli spazi aperti riqualificare lo spazio delle infrastrutture

3 - Il disegno dello spazio pubblico Il disegno dello spazio pubblico comprende diversi temi, quali: gli elementi e la rete dello spazio pubblico; gli ingressi alla citt, da San Giovanni Rotondo, Mattinata e Macchia; la mobilit e laccessibilit; il disegno del suolo nelle aree periurbane. Per tali temi i primi indirizzi strategici consistono nelle seguenti azioni: intervenire sul sistema degli spazi aperti al fine di garantire la qualit degli spazi pubblici (strade e piazze, spazi verdi, scalinate e rampe); riqualificare lo spazio delle infrastrutture, ed in particolare qualificare i percorsi pedonali esistenti e introdurne di nuovi, riorganizzare il sistema dei parcheggi e delle aree di sosta, riqualificare le aree verdi e alberate; Mettere in relazione costruito e spazio aperto.

4 - La Piana e la Costa Il tema del disegno urbano, quale strumento per la riorganizzazione funzionale e morfologica degli assetti insediativi, pu essere esteso al disegno territoriale della fascia costiera della piana di Macchia, finalizzato in particolare ai seguenti obiettivi: ritrovare lantica viabilit minore, in gran parte scomparsa o in abbandono, che dal monte scendeva a valle; riordinare le direttrici lungo la costa e i nodi ambientali delle relazioni Macchia mare; riorganizzare la trama degli insediamenti (Madonna della Libera e Madonna delle Grazie); disciplinare le aree specialistiche con particolare riferimento allArea exEnichem.

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

4.5 Prime indicazioni sui temi e le criticit ambientali


Si riporta di seguito una tabella con lindividuazione preliminare delle criticit che interessano il territorio di Monte SantAngelo.
EVIDENZE E RIFERIMENTI
Alcune Zone di protezione speciale idrogeologica A nella parte centrale del territorio comunale, a confine con il territorio di San Giovanni Rotondo. Aree interessate a contaminazione salina nella parte pi bassa del territorio comunale. Vaste aree soggette a vincolo idrogeologico. Pericolosit geomorfologica e propensione al dissesto SISTEMAAMBIENTALE Presenza di numerose aree di frana identificate nel progetto IFFI, nellarea intorno al centro urbano e diffuse sullintero territorio comunale. Nessuna area identificata dal PAI come a pericolosit geomorfologica nel territorio comunale. Vasta area ad alta pericolosit idraulica in corrispondenza della parte pi bassa del territorio comunale. Zona sismica di II categoria. Rischio sismico Presenza di numerose faglie tettoniche.

CRITICIT

Vulnerabilit degli acquiferi

PTCP Foggia Piano Regionale di Tutela delle Acque

Piano di Assetto Idrogeologico PTCP AdB - Carta idrogeomorfologica

Pericolosit da inondazione e rischio idraulico

Piano di Assetto Idrogeologico PTCP Foggia Dati Corpo Forestale dello Stato (2000-2006) Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2004-2006 PTCP Foggia Piano Regionale di Qualit dellAria

Incendi boschivi

Presenza di aree percorse dal fuoco in pi zone del territorio comunale. Classe di rischio incendio alta.

Qualit dellaria

Situazioni critiche puntuali in particolare in corrispondenza della zona industriale. Zona B del Piano Regionale della Qualit dellAria.

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Vulnerabilit degli ecosistemi

Presenza sul territorio comunale di numerose aree caratterizzate dalla presenza di ecosistemi vulnerabili: 5 aree SIC e unarea ZPS; Parco Nazionale del Gargano Area IBA Promontorio del Gargano e aree umide della Capitanata Presenza sul territorio comunale di alcuni geositi di rilevante valore (Grotta dellAngelo, Valle Carbonara, Valloni sul versante meridionale del Gargano). Scarsa valorizzazione degli ambiti di interesse naturalistico e delle attivit compatibili. Produzione di rifiuti solidi urbani pari a circa 442 kg/ab*anno (nella media della Provincia).

PTCP Foggia

Gestione dei rifiuti

Percentuale di raccolta differenziata (dato 2010) pari al 13,6% (poco superiore alla media regionale ma lontanissima dagli obiettivi minimi di legge). Medio basso consumo di suolo nel periodo 1954 2005: aumento del 268%, pi basso rispetto alla maggior parte degli altri comuni garganici; altissimo consumo di suolo nel periodo 1869/1954, pari ad un aumento del 1480%, valore pi alto di tutta la Provincia di Foggia. Eccessivo consumo di suolo nelle espansioni recenti. Scarsa continuit tra edificato storico e espansioni recenti. Negazione del principio insediativo storico (da forma compatta a sviluppo lineare).

www.rifiutiebonifica .puglia.it

Consumo di Suolo

PTCP Foggia

SISTEMA INSEDIATIVO

Espansioni recenti

Mancanza di definizione formale e funzionale. Degrado paesaggistico ed ambientale del margine urbano. Centro urbano a contatto con ecosistemi vulnerabili.

PTCP della Provincia di Foggia

Qualit urbana

Carenza nella dotazione qualitativa e quantitativa di servizi, di attrezzature sportive e di spazi a verde. Aumento della pressione insediativa: crescita dei nuclei di Macchia e Madonna delle Grazie. Carenza nelle relazioni verso monte e verso la costa. Patrimonio edilizio esistente in buona parte obsoleto dal punto di vista energetico. Rilevanza del tema per la pianificazione territoriale

Insediamenti piana di Macchia

Edilizia sostenibile

Bassi livelli qualitativi e ambientali delledilizia recente. Sottoutilizzo di larga parte delledilizia storica.

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

SISTEMA DELLA MOBILIT

Sistema della mobilit e dellaccessibilit

Carenza nellaccessibilit dal Gargano verso il corridoio infrastrutturale centrale. Accessi al centro urbano inadeguati. Presenza di numerosissimi beni di interesse storico culturali diffusi, spesso in stato di degrado o di abbandono.

PTCP della Provincia di Foggia Piano Regionale dei Trasporti

PUTT / Paesaggio PTCP Foggia PSR Regione Puglia

Paesaggio rurale

Abbandono delle pratiche colturali storiche. Area D - Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo nel PSR della Regione Puglia.

SISTEMAPRODUTTIVO

Rischio di Incidente Rilevante

Presenza nel confinante territorio comunale di Manfredonia di un insediamento produttivo a rischio di incidente rilevante (art. 6 D.Lgs. 334/99).

Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dellart. 15, comma 4 del D.Lgs. 334/1999 Piano Regionale delle Bonifiche 2001; Piano Regionale delle Bonifiche 2009 (Documento preliminare); Anagrafe dei Siti da Bonificare

Siti contaminati

Presenza del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Manfredonia esteso per complessivi 10,7 kmq, in parte ricadente nel territorio del Comune di Monte SantAngelo.

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5. Definizione dei contenuti dei prodotti della valutazione

a) Rapporto Ambientale
La struttura del Rapporto Ambientale, nei limiti di quanto possibile prevedere in questa fase, di seguito illustrata attraverso il suo indice provvisorio. PARTE I Cap. 1 INTRODUZIONE 1.1 Riferimenti normativi della VAS 1.2 Riferimenti normativi del PUG 1.3 Finalit del rapporto ambientale PARTE II Cap. 2 ITER PROCEDURALE DELLA VAS APPLICATA AL PUG 2.1 Descrizione del processo di VAS 2.2 Esiti delle consultazioni e della partecipazione sul rapporto preliminare 2.3 Soggetti coinvolti nel processo di VAS Cap. 3 STRUTTURA, CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PUG 3.1 Obiettivi e contenuti del PUG 3.2 Rapporti con altri piani o programmi 3.3 Il contesto territoriale e socio economico di riferimento 3.4 Analisi di coerenza interna del PUG Cap. 4 QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO PARTE III Cap. 5 IL CONTESTO TERRITORIALE ED AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 5.1 Descrizione dello stato dellambiente attuale 5.1.1 Clima 5.1.2 Qualit dellaria 5.1.3 Acqua 5.1.4 Suolo 5.1.5 Habitat e reti ecologiche 5.1.6 Sistema dei beni culturali 5.1.7 Rifiuti 5.1.8 Sistema produttivo 5.1.9 Ambiente rurale e attivit agricole 5.1.10 Ambiente urbano 5.1.11 Trasporti e mobilit 5.1.12 Energia 5.1.13 Agenti fisici -Rumore ed elettromagnetismo 5.1.14 Popolazione e salute 5.2 Descrizione delle criticit ambientali 5.3 Individuazione delle aree critiche e delle aree sensibili PARTE IV Cap. 6 VERIFICHE DI COERENZA DEL PUG 6.1 Identificazione degli obiettivi di sostenibilit 6.2 Verifica di coerenza interna 6.3 Verifica di coerenza esterna

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

Cap. 7 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL PUG 7.1 Metodologia e criteri adottati per la determinazione e la valutazione degli impatti 7.2 Quadro dei potenziali impatti attesi 7.3 Effetti cumulativi e sinergici 7.4 Valutazione delle alternative del PUG Cap. 8 RACCOMANDAZIONI ALLUFFICIO DI PIANO: MISURE, CRITERI ED INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI Cap. 9 PIANO DI MONITORAGGIO Cap. 10 SINTESI DIVULGATIVA Di seguito si riporta uno schema di correlazione che evidenzia in che modo lindice proposto del rapporto ambientale tiene conto delle disposizioni dellAllegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e dei contenuti del precedente rapporto preliminare.
Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Lett. a)

Indice proposto del rapporto ambientale

Cap. 3 STRUTTURA, CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PUG Cap. 4 QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO Cap. 5 IL CONTESTO TERRITORIALE ED AMBIENTALE DI RIFERIMENTO Cap. 6 VERIFICA DI COERENZA DEL PUG

Lett. b), c), d) Lett. e)

Lett. f), h)

Cap. 7 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL PUG Cap. 8 RACCOMANDAZIONI ALLUFFICIO DI PIANO: MISURE, CRITERI ED INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI Cap. 9 PIANO DI MONITORAGGIO Cap. 10 SINTESI DIVULGATIVA

Lett. g)

Lett. i) Lett. j)

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b) Studio di Incidenza
La presenza di cinque Siti di Importanza Comunitaria e di una Zona di Protezione Speciale, che interessano una vastissima porzione del territorio comunale di Monte SantAngelo, rendono necessario svolgere una verifica di assoggettabilit del PUG a Valutazione di Incidenza (ai sensi dellart. 5 del DPR n. 357/1997 e dellart. 6 del DPR n. 120/2003). I SIC e le ZPS che interessano il territorio comunale di Monte SantAngelo (per i quali di seguito si riporta una breve scheda riassuntiva tratta dalle schede Bioitaly presenti sul sito della Regione Puglia Assessorato allAmbiente Ufficio Parchi e Riserve naturali) sono: SIC IT9110004 Foresta Umbra SIC IT9110008 Valloni e Steppe Pedegarganiche; SIC IT9110009 Valloni di Mattinata e Monte Sacro SIC IT9110014 Monte Saraceno SIC IT9110030 Bosco Quarto Monte Spigno; ZPS IT9110039 Promontorio del Gargano

La ZPS Promontorio del Gargano comprende al suo interno, in seguito allapprovazione della Deliberazione di Giunta Regionale 21 luglio 2005, n. 1022 Classificazione di ulteriori Zone di Protezione Speciale in attuazione della direttiva 79/409/CEE ed in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia della Comunit europea del 20/3/2003 causa C-378/01, le ZPS IT9110009 Valloni di Mattinata - Monte Sacro, IT9110017 Falascone, IT9110036 Ischitella e Carpino, IT9110039 Promontorio del Gargano. La tabella allegata evidenzia la percentuale dei siti compresa nel territorio comunale di Monte SantAngelo.
Area SIC/ZPS (ha)
29.817,32 6.509,98 20.656,25 7.861,54 197,09 70.012,84

Tipo

Codice

Denominazione

Area SIC/ZPS nel Comune di Monte S. Angelo (ha)


2.480,51 2.718,66 3.652,24 6.533,39 69,99 17.922,46

% nel Comune di Monte S. Angelo


8,32 41,76 17,68 83,11 35,51 25,60

SIC SIC SIC SIC SIC ZPS

IT9110008 IT9110009 IT9110004 IT9110030 IT9110014 IT9110039

Valloni e steppe Pedegarganiche Valloni di Mattinata Monte Sacro Foresta Umbra Bosco Quarto - Monte Spigno Monte Saraceno Promontorio del Gargano

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

SIC e ZPS ricadenti nel territorio comunale di Monte SantAngelo

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SITO D'IMPORTANZA COMUNITARIA FORESTA UMBRA Codice: Comuni: IT9110004 Ischitella, Vico del Gargano, Peschici, Vieste, Mattinata, Monte S. Angelo, Carpino

Estensione in ha: 19.130

Caratteristiche ambientali: Substrato geologico di calcari e dolomie del Giurassico superiore e Cretaceo inferiore. Substrato pedologico di Terre Brune. Straordinario esempio di faggeta presente a quote altitudinali molto basse e da importantissima vegetazione a latifoglie eliofile e aree a pascolo con praterie substeppiche dei FestucaBrometalia. E' una delle pi estese foreste di caducifoglie dell'Unione Europea, con una numerosa ed interessante biocenosi forestale, con elevata concentrazione di Picidae (6 specie). Presenza di un nucleo isolato autoctono di Capreolus capreolus, di elevato interesse biogenetico. Di rilievo la presenza di Vipera aspis hugyi, in quanto trattasi di sottospecie endemica dell'Italia meridionale e della Sicilia. Habitat della Direttiva 92/43/CEE Praterie su substrato calcareo con stupenda fioritura di Orchidee (*) Faggete degli Appennini di Taxus e Ilex (*) Foresta di Quercus frainetto Foreste dei valloni di Tilio-Acerion (*) Vulnerabilit: Alcuni biotopi all'interno del sito sono gi stati dichiarati riserva naturale statale. Le superfici boschive nel loro complesso risultano in buono stato di conservazione e le cenosi a bassa fragilit. Alcuni problemi possono insorgere dalla non corretta utilizzazione forestale e dal pericolo di incendi, soprattutto nelle aree marginali a quote pi basse. Problemi si segnalano in ordine alla sopravvivenza del nucleo di caprioli, minacciati da bracconaggio, anche per la presenza di una fitta rete di viabilit. Le cenosi della zona pedegarganica sono intrinsecamente a bassa fragilit e fortemente minacciate da spietramento con frantumazione meccanica della roccia, aratura per messa a coltura. Pressione venatoria elevata, alto rischio di incendi, sovrapascolo, attivit estrattive devastanti; problemi da progetti di sistemazione dei valloni, saltuariamente soggetti a piene stagionali devastanti. Insediamento di zone industriali. 15% 25% 10% 5%

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

SITO D'IMPORTANZA PEDEGARGANICHE Codice: Comuni: IT9110008

COMUNITARIA

VALLONI

STEPPE

Estensione in ha: 30.467 Monte S. Angelo, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico

Caratteristiche ambientali: Substrato geologico costituito da calcari del Cretacico e del Giurassico superiore. L'area ricade nella pi estesa area di minime precipitazioni dell'Italia peninsulare. Il sito include le aree substeppiche pi vaste della Puglia con elevatissima biodiversit e una serie di canyon di origine erosiva che ospitano un ambiente rupestre di elevato interesse naturalistico con rare specie vegetali endemiche e di elevato interesse fitogeografico. Unica stazione peninsulare di Tetrax tetrax. Habitat della Direttiva 92/43/CEE
Formazioni di Euphorbia dendroides 5% Versanti calcarei dellItalia meridionale 20% Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea) (*)40%

Vulnerabilit: Le cenosi della zona pedegarganica sono intrinsecamente a bassa fragilit e fortemente minacciate da spietramento con frantumazione meccanica della roccia, aratura per messa a coltura. Pressione venatoria elevata, alto rischio di incendi, sovrapascolo, attivit estrattive devastanti; problemi da progetti di sistemazione dei valloni, saltuariamente soggetti a piene stagionali devastanti. Insediamento di zone industriali.

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SITO D'IMPORTANZA COMUNITARIA VALLONI DI MATTINATA MONTE SACRO Codice: Comuni: IT9110009 Mattinata, Monte SantAngelo

Estensione in ha: 5.843 Caratteristiche ambientali: Substrato di calcare cretacico e di calcarenite pleistocenica. Clima spiccatamente mediterraneo. Il sito caratterizzato dalla presenza di valloni calcarei di origine erosiva, con interessante vegetazione rupestre. Nell'area sono presenti formazioni erbacee substeppiche particolarmente interessante sia perch censite come habitat prioritario sia per l'elevata presenza sul M. Sacro di orchidee spontanee con varie specie protette dalla convenzione CITES. Presenza di Vipera aspis hugyi endemica dell'Italia meridionale. Sito importante per l'avifauna rupicola. Inoltre vi la presenza di garighe di Euphorbia spinosa. Habitat della Direttiva 92/43/CEE
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea) (*)10% Formazioni di Euphorbia dendroides 5% Versanti calcarei dellItalia meridionale 40% Matoral arbustivi di Juniperus oxycedrus 5% Matoral arbustivi di Juniperus Phoenicea 5%

Vulnerabilit: Mentre l'habitat rupestre si mostra di difficile trasformazione, le praterie substeppiche si mostrano ad elevata fragilit non tanto per cause intrinseche, ma per il loro possibile utilizzo, come aree agricole e per la crescente urbanizzazione dell'area con apertura di nuove strade per la "valorizzazione" dell'insediamento abbaziale di Monte Sacro. Le leccete appaiono fortemente degenerate dalla ceduazione.

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

SITO D'IMPORTANZA COMUNITARIA MONTE SARACENO Codice: Comuni: IT9110014 Mattinata, Monte S. Angelo

Estensione in ha: 223 Caratteristiche ambientali: Substrato geologico di calcare del Cretacico. Il sito riveste particolare importanza per la presenza di pinete naturali a Pino d'Aleppo di grande valore forestale. Frequenti nella zona gli habitat rupestri con flora caratteristica, lembi di macchia e piccole distese di praterie substeppiche. Si tratta di uno dei pochi tratti costieri integri e di grande valore paesaggistico. Importante sito di nidificazione di diverse specie rupicole. Habitat della Direttiva 92/43/CEE
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea) (*)10% Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici 50% Versanti calcarei dellItalia meridionale 15% Formazioni di Euphorbia dendroides 5%

Vulnerabilit: L'habitat forestale a pineta ad elevata fragilit per la intrinseca caratteristica di essere facile esca per gli incendi. La macchia ha fragilit bassa. Elevata la fragilit delle praterie substeppiche. Bassissima la fragilit degli habitat rupestri. Disturbo da imbarcazioni da diporto. Antropizzazione crescente. Disturbo da attivit da tempo libero. Rischio di utilizzazione urbanistica improprio.

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SITO D'IMPORTANZA COMUNITARIA BOSCO QUARTO MONTE SPIGNO Codice: Comuni: IT9110030 Cagnano Varano, Carpino, Monte SantAngelo, San Giovanni Rotondo

Estensione in ha: 70

Caratteristiche ambientali: Substrato costituito da calcari e dolomie del Giurassico superiore e del Cretaceo inferiore. Formazioni boschive in ottime condizioni vegetative costituite prevalentemente da faggio e da altre latifoglie termofile. In particolare nell'area sono presenti faggi di grandi dimensioni. Presenza di Vipera aspis hugyi endemica dell'Italia meridionale e dell'endemita Strongylognathus cecconii. Il sito e' caratterizzato dalla presenza di boschi di Quercus cerris e Quercus frainetto. Habitat della Direttiva 92/43/CEE Faggete degli Appennini di Taxus e Ilex (*) Foreste di Quercus ilex Praterie su substrato calcareo con stupenda fioritura di Orchidee (*) Vulnerabilit: Aree boschive in buono stato vegetativo con prevalenza di faggete e boschi di latifoglie (Doronico-Carpinetum), cenosi a bassa fragilit, ma minacciate dal taglio abusivo, apertura di nuove strade, pascolo intenso, frequentazione crescente seppur localizzata in prossimit delle numerose aree attrezzate per pic-nic. Fra le cause di degrado vi e' anche la cementificazione dei cutini. 20% 10% 15%

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

c) Piano di Monitoraggio
Per passare dagli indirizzi metodologici indicati nel paragrafo 3.9 ad un piano di monitoraggio realmente operativo sar necessario verificare accuratamente gli eventuali oneri derivanti dalle attivit programmate, e procedere ad acquisire tutte le informazioni nella disponibilit delle autorit con competenze ambientali, concordando inoltre le modalit per laggiornamento periodico dei dati rilevanti. Si ritiene pertanto impossibile anticipare in questa sede i contenuti del piano di monitoraggio.

d) Sintesi Divulgativa
La sintesi divulgativa costituir non il semplice riassunto di un Rapporto Ambientale inevitabilmente corposo e dal linguaggio talvolta oscuro, ma un testo autonomo pensato per un pubblico di lettori il pi ampio possibile e diffuso attraverso modalit diversificate (pubblicazione a mezzo stampa, editoria digitale, ecc.).

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Documento dImpostazione (scoping)

ALLEGATO 1
Questionario per la consultazione degli enti con competenze ambientali e territoriali

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

QUESTIONARIO PER LA CONSULTAZIONE DEGLI ENTI CON COMPETENZE AMBIENTALI E TERRITORIALI SUL DOCUMENTO DIMPOSTAZIONE DELLA VAS PER IL PUG DI MONTE SANTANGELO

DATI IDENTIFICATIVI NOME COGNOME RUOLO ENTE DI AFFERENZA UFFICIO TELEFONO FAX E-MAIL SITO INTERNET

IMPOSTAZIONE GENERALE RITENETE SODDISFACENTE LIMPOSTAZIONE COMPLESSIVA DELLA VAS PER IL PUG DI MONTE SANTANGELO SINTETIZZATA NEL DOCUMENTO DI SCOPING? SI

NO

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, VI PREGHIAMO DI INDICARE GLI ASPETTI DA MIGLIORARE:

CONDIVIDETE GLI ORIENTAMENTI STRATEGICI ILLUSTRATI NEL DOCUMENTO DI SCOPING PER IL PUG DI MONTE SANTANGELO? SI

NO

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, VI PREGHIAMO DI INDICARNE ALTRI CHE RITENETE STRATEGICI:

CONTENUTI E FONTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE CONDIVIDETE LA SCELTA DI TEMI AMBIENTALI DI SEGUITO ILLUSTRATA? CLIMA ARIA ACQUA SUOLO HABITAT E RETI ECOLOGICHE SISTEMA DEI BENI CULTURALI RIFIUTI SI SISTEMA PRODUTTIVO AMBIENTE RURALE E ATTIVIT AGRICOLE AMBIENTE URBANO TRASPORTI E MOBILIT ENERGIA RUMORE ED ELETTROMAGNETISMO POPOLAZIONE E SALUTE NO

TEMA AMBIENTALE

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, VI PREGHIAMO DI INDICARE QUALI TEMI ELIMINARE O AGGIUNGERE

(AGGIUNGERE)

(ELIMINARE)

SE LO RITENETE OPPORTUNO, INDICATE LE PRINCIPALI CRITICIT AMBIENTALI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE NELLA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE

SE LO RITENETE OPPORTUNO, DATE INDICAZIONI CIRCA IL LIVELLO DI DETTAGLIO AUSPICABILE NEL TRATTARE I DIVERSI TEMI E/O CRITICIT AMBIENTALI.

II

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI SCOPING

NELLA PROSPETTIVA DELLA COSTRUZIONE DI UNA RETE DI CONOSCENZE AMBIENTALI SUL TERRITORIO DI MONTE SANTANGELO, POTETE INDICARE LE FONTI DISPONIBILI PRESSO LAUTORIT AMBIENTALE CUI AFFERITE?

FONTE

MODALIT DI ACQUISIZIONE

COINVOLGIMENTO DI ENTI, ASSOCIAZIONI E CITTADINI NELLA VAS IN RIFERIMENTO ALLELENCO FORNITO NEL DOCUMENTO DI SCOPING PER IL PUG DI MONTE RITENETE CHE SIANO STATI COINVOLTI TUTTI GLI ENTI CON COMPETENZE SANTANGELO, AMBIENTALI PERTINENTI? SI

NO

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, VI PREGHIAMO DI INDICARNE ALTRI CHE RITENETE OPPORTUNO COINVOLGERE: ENTE PERSONA DA CONTATTARE TEL. / EMAIL

ARTICOLAZIONE DELLA VALUTAZIONE INDICATE NELLA TABELLA SEGUENTE I PIANI E I PROGRAMMI CHE RITENETE PERTINENTI ALLA VERIFICA DI COERENZA DELLE SCELTE DEL PUG, IN PARTICOLARE FRA QUELLI PER I QUALI LA REDAZIONE E/O APPROVAZIONE GI IN CAPO ALLAUTORIT AMBIENTALE CUI AFFERITE, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:
PIANI, PROGRAMMI E ALTRI ATTI MOTIVAZIONE

III

POTRESTE SUGGERIRE DEGLI INDICATORI AMBIENTALI DA INSERIRE NEL PIANO DI MONITORAGGIO, SCELTI IN PARTICOLARE FRA QUELLI PER I QUALI LA RACCOLTA DEI DATI GI IN CAPO ALLAUTORIT AMBIENTALE CUI AFFERITE?

FENOMENO DA MONITORARE

INDICATORE PROPOSTO

MODALIT DI ACQUISIZIONE DATI

ULTERIORI OSSERVAZIONI

IV

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