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LA RIQUALIFICAZIONE NELLO SCENARIO URBANO, COLORE E COMUNICAZIONE

Raffaella Fagnoni, DSA, Universit degli Studi di Genova DSA

Abstract Nel presente articolo si propone una lettura di temi attuali connessi con la riqualificazione di contesti urbani e con la maggiore qualit e vivibilit delle zone periferiche, alla luce dei pi recenti cambiamenti. Si analizza il potenziale ruolo del colore e della luce come strumenti per orientare, conferire ordine, comunicare, creare riferimenti e senso di appartenenza, che va oltre il concetto tradizionale di piano colore rivolto principalmente agli edifici, allargandone luso ai molti elementi presenti sulla scena urbana, non solo per il decoro ma anche per la fruibilit, la vivibilit, la sicurezza. Si analizza il significato di scenario urbano, il suo essere una sorta di ipertesto vivente, la relazione con i comportamenti, e di come la valorizzazione passi, attraverso lapproccio del design, dal piano del colore al progetto della percezione, con uso del colore come segnale, per la riconoscibilit dei servizi, secondo una gerarchia di elementi, episodi e significati finalizzati a creare contesti pi ospitali. (Lo scenario urbano, progettare la percezione; Il ruolo del design; Contesti urbani accoglienti, la qualit urbana1; Illuminazione e colore; Lo scenario urbano delle periferie; Abitare, aver cura, prendersi cura; Colore e Cura dellambiente costruito; Elementi della scena urbana e colore; Lo scenario urbano come ipertesto vivente, obiettivi del progetto colore; Rapporto diretto fra cittadini e amministrazioni)

Lo scenario urbano, progettare la percezione La motivazione che sta dietro la scelta del termine scenario urbano, si chiarisce analizzandone la definizione e il significato: lo scenario linsieme dei vari elementi che costituiscono lambiente scenico, in cui si svolge lazione scenica. Con senso figurato, lambiente paesistico naturale o costruito che serve come sfondo a una rappresentazione. Parlare di scenario significa dunque presupporre lambiente urbano come luogo di azione, vivo, dinamico, in cui il primo soggetto lattore, o il sistema di attori, che in esso partecipano (chi abita, chi investe, chi percorre, chi lavora, ecc) e in cui ogni elemento materiale o immateriale assume un preciso significato. Questo approccio che pone al centro luomo,
1 Presentati a Destinazione Italia 2020 a Torino (30-31/01/2009) alcuni studi sul tema dei contesti urbani ospitali propongono modelli, parametri di valutazione e approcci per migliorarne la vivibilit. Fra questi Tim Stonor, Amm. Delegato di Space Syntax - Londra, ha dimostrato il ruolo chiave del territorio nella definizione di modelli di comportamento umano, portando esempi concreti di interventi mirati alla creazione di friendly urban environment (Trafalgar Square, Millennium Bridge); Fred Kent, Presidente di Project for Public Spaces (USA), ha sviluppato un modello (What makes a Great Place?) per valutare la qualit degli spazi pubblici rispetto alle esigenze degli utenti; tale modello si basa essenzialmente su quattro parametri: accessibilit e collegamenti, immagine e comfort, usi ed attivit (lo spazio pu essere destinato allo svolgimento di diverse attivit), luogo socievole.

prende in considerazione tutti gli elementi presenti e le relazioni che fra essi si generano. Gli stimoli offerti da un determinato ambiente sono catturati dagli organi di senso (vista, sistemi cutanei, udito), e possono essere intrinsecamente senza significato (sensazioni). Se lo stimolo che produce la sensazione viene elaborato dal soggetto e questo, attraverso un meccanismo di riconoscimento, in grado di attribuirgli un significato semantico, si ha una percezione. La percezione definibile come il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato2. Come recentemente dimostrato da esperimenti e studi di psicologia cognitiva e neurofisiologia, il nostro sistema visivo, pu non vedere cose anche grandi, presenti nello scenario, in grado di vedere cose che in realt non sono presenti nello scenario: in pratica vede ci che vuole vedere3,. La percezione di uno scenario urbano non altro che linterpretazione personale del soggetto osservatore, di quegli elementi materiali e immateriali che connotano la scena di cui registra la presenza. Lutente costruisce la propria esperienza dando senso alle informazioni, al materiale che gli fluisce attorno secondo un livello individuale, legato alle proprie esigenze, credenze, inclinazioni; sociale, interagendo con gli altri, con la comunit, e adottando specifici modelli interpretativi; culturale, legato ai linguaggi, alle scienze, alle religioni, ecc. La percezione un processo attivo che coinvolge la persona integralmente e reciprocamente: ciascun individuo nel percepire lambiente lo costruisce, vivere significa percepire4. Progettare la percezione significa dunque rendere comprensibile. Il ruolo del design Una premessa necessaria per introdurre motivazioni e modalit con cui il design si relaziona allambiente urbano, alla dimensione locale, al territorio. Il design come disciplina (scienza dellartificiale, azione progettuale per trasformare
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Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Percezione. Cfr. Biondi, E. Rognoli, V. Levi, M. Le neuroscienze per il Design, Franco Angeli, 2009, Milano, pag. 31, 133.
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Semir Zeki, neurofisiologo, nel suo libro La visione dallinterno, Arte e cervello, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 racconta e dimostra attraverso i test eseguiti come linterazione fra soggetto e contesto possa indurre comportamenti di questo tipo. 4 Ittelson, W. H. (1973) La psicologia dell'ambiente. Tr. it. Franco Angeli, Milano 1978.

una situazione data in situazione desiderata)5 si sviluppato intorno alla produzione, in unottica in cui progetto, processo e prodotto erano svincolati da ogni riferimento territoriale, a scala industriale. Recentemente, le riflessioni legate al confronto con la cultura contemporanea di globalizzazione e smaterializzazione dei beni, lemergenza della cultura del locale, la necessit di produrre valore originale come elemento di distinzione, hanno portato a considerare il territorio come ambito del progetto di design. Levoluzione della disciplina, ampliando progressivamente il concetto di prodotto verso dimensioni immateriali e pi estese, si interfaccia con i cambiamenti culturali e sociali, per i quali lestensione del concetto di merce facilmente avvicinabile anche a luoghi, citt territori, anchessi leggibili come oggetti di scambio, valori da riconoscere e rivelare. La dimensione locale dunque condizione progettuale, in cui il luogo, inteso come relazione fra le persone, le attivit che in esso si svolgono, i prodotti che ad esso appartengono, divengono vincoli e requisiti del progetto6. Contesti urbani accoglienti, la qualit urbana Per i residenti, i visitatori temporanei, per coloro che intendono investire o sviluppare unattivit, la costruzione continua dellimmagine del luogo importante nella percezione della qualit della vita o della sua capacit di accoglienza, influenzate tanto dalla citt fisica che da quella immateriale. La citt fisica, nelle sue forme, nei suoi edifici, negli spazi pubblici, con i suoi colori, odori, e funzioni si coniuga con la citt delle sensazioni e delle percezioni. La qualit urbana generalmente intesa come la ricerca di un equilibrio fra le componenti materiali e immateriali di un sistema urbano nel suo complesso, in continuo cambiamento. Ad es. in Gran Bretagna, per il programma di rigenerazione dei contesti urbani, lo studio State of the English Ci
5 Simon, H. (1969) The Sciences of the Artificial, Cambridge, MA: MIT Press, 3rd Edition, Cambridge, 1996 (trad.it. S.H. Le scienze dellartificiale, Il Mulino, 1988) "Le scienze naturali si occupano di come stanno le cose. Il design studia come le cose dovrebbero essere, inventando artefatti per raggiungere obiettivi". Le capacit cognitive sviluppate nella pratica progettuale risultano spesso vincenti anche a livello gestionale e organizzativo. Il progetto unattivit fondamentale umana, un processo attraverso cui si elabora una linea di azione per trasformare situazioni esistenti in desiderate. [devise] courses of action aimed at changing existing situations into preferred ones 6 Cfr. Lupo, E. Progettare luoghi, territori e contesti. Una esperienza formativa e progettuale di meta-brand del territorio, Tafterjournal n. 7, settembre 2008 http://www.tafterjournal.it/2008/09/22/ e Parente, M. Il design per la valorizzazione territoriale, Tafterjournal n. 22, aprile 2010 http://www.tafterjournal.it/2010/04/01/

ties7 ha individuato un sistema di indicatori per valutare la vivibilit delle citt, sulla base dei quali ripartire le risorse nazionali attraverso dei meccanismi di premialit. Il livello di vivibilit si misura secondo quattro parametri: Qualit ambientale (valuta il livello dinquinamento acustico, il livello di pulizia, il processo di smaltimento dei rifiuti, il livello di congestione veicolare e pedonale, la qualit edilizia degli edifici); Qualit fisica (valuta lambiente costruito, la quantit di suolo abbandonato o in disuso, lo stato di conservazione e di cura delle aree verdi e dei parchi urbani, la qualit dellarredo urbano); Qualit funzionale (valuta lindice di pedonalizzazione, ovvero facilit/difficolt di transitare a piedi, efficienza del trasporto pubblico, sostenibilit dei servizi); Sicurezza urbana (valuta il numero e la tipologia di crimini, i comportamenti antisociali dei suoi abitanti). La vivibilit, la qualit urbana, non sono avvertite tanto quando si acquisiscono, ma spesso soltanto quando si perdono. LItalia, rispetto ad altri paesi, ha un vantaggio legato alla disponibilit di cornici monumentali e storiche non solo nei centri maggiori. Tuttavia, se si valuta la qualit dello spazio pubblico sulla base delle esigenze degli utenti contemporanei, sono diverse le criticit frequentemente rilevate, come la scarsa accessibilit fisica ed informativa, lassenza di pulizia, lilluminazione inadeguata, ecc. La realt, fotografata da studi e ricerche a diversi livelli, dimostra che non basta il patrimonio ereditato per avere una citt ospitale e che i contesti urbani che non investono in mobilit, in progetti di rigenerazione non solo dei centri ma delle periferie, rischiano il declino. Illuminazione e colore Illuminazione e colore intervengono fortemente sulla percezione degli spazi. Lilluminazione, non tanto stradale, monumentale e pubblica, quanto piuttosto un sistema che tiene conto dei modelli di comportamento di chi usa la citt, serve ad assicurare visibilit, fruibilit degli spazi e sicurezza. Il colore non solo limmagine dello scenario del costruito, quanto piuttosto comunicazione, segnale, orientamento, ordine, gerarchia. Insieme, luce e colore, possono gi costituire una rigenerazione percettiva, ricreando ambienti attivi. La storia ci racconta di periodi in cui dominano particolari armonie cromatiche e di altri in cui il colore difficilmente percepibile. Oggi, il grigio che connota le nostre citt una condizione non obbligata n necessaria ma quasi ineluttabile. La tipologia e il progressivo degrado dei materiali,
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www.eukn.org/dsresource?objectid=149102

le polveri prodotte della velocit e dallinquinamento, hanno imposto un grigio universale che travolge non solo la dimensione visiva, ma in generale la percezione. Il grigio si sente, si vive negativamente rispetto ai frammenti sopravvissuti di una realt storica in cui la superficie degli edifici non era una cosa che riguardava solo la pelle. Considerando luso del colore in ambiente urbano come risorsa, e attratti dai relativi vantaggi quantitativi, si aprono scenari di qualit, ma senza una progettazione consapevole, senza uno studio adeguato e una conoscenza delle teorie e delle tecniche del progetto, facile contribuire alla degenerazione, inducendo effetti assolutamente negativi. La componente cromatica un elemento importante del progetto al pari di molti altri che sostanzialmente assume il ruolo fondamentale di rendere efficace quel sistema di segni per mezzo dei quali si attua una comunicazione, visiva e tattile, ambientale e materiale, che di fatto trasmissione di significati. Le relazioni fra la comunicazione e il colore nel contesto urbano investono le teorie del colore da pi punti di vista, ovvero non solo gli aspetti della fisiologia del colore (come si manifestano i colori, come appaiono) o della chimica (le relazioni fra i corpi, la materia) ma anche della fisica (le relazioni fra la luce, le condizioni atmosferiche, laria e i colori) e del simbolismo, della psicologia (le relazioni fra i colori e le abitudini, le tradizioni culturali, i luoghi, ecc). A queste sono da aggiungere, e in parte ne derivano, competenze specifiche legate alla percezione visiva, agli effetti del colore, alla creazione di armonie cromatiche, come ad esempio, per indicarne una, la tradizione caratteristica di alcuni luoghi ed epoche storiche, di circondare le finestre con una cornice bianca8 per dare maggior risalto ai colori, bloccando le rispettive irradiazioni delluno sullaltro. Lo scenario urbano delle periferie La periferia di oggi non pu essere intesa nel senso etimologico del termine (ci che circonda): fisicamente, la periferia non pi un ambiente al limite, che circonda e racchiude un centro ad essa contrapposto; la periferia un connettivo urbano, un elemento di forza per la citt, una conurbazione continua che spesso rende impercettibili i confini. Concettualmente la periferia al limite per la sua informalit insediativa, caratterizzata da strutture con forme spaziali e gerarchie morfologiche non sempre evidenti, da scarsezza di servizi,
8 Con questo tipo di separazione si riscontra ci che intuirono i pittori del neoplasticismo e De Stijl (ad es. Mondrian) come fa notare Itten, J., Larte del colore, 1961.

senza unarticolazione strutturante in cui spesso prevale la dimensione fuori scala o la ripetizione di moduli edilizi e contenitori, la mancanza di armonia di insieme e di identit, in cui risultano residuali e/o irrisolti gli spazi aperti, quasi fossero un superfluo; in cui non si recepisce un messaggio comunicativo, ma un frastuono di messaggi. In alcuni casi si ritiene che singoli interventi possano assicurare qualit allambiente o elevate condizioni di vita; ma la qualit una connotazione di insieme, in cui il ruolo determinante degli spazi aperti, di ci che si vede, si vive, si respira a livello di atmosfera, guardando, passeggiandoci dentro e vivendola. E proprio dai vuoti che parte la riqualificazione delle periferie, in una visione in cui luomo e le relazioni sono soggetti centrali. Secondo J. Rifkin9 non sufficiente prendersi cura ciascuno della propria parte. Il tipo di empatia necessario per far avvenire una trasformazione gi presente nella nostra cultura allo stato embrionale. Abitare, aver cura, prendersi cura Si tratta in pratica di riconsiderare la qualit dellabitare attraverso un sistema si servizi e di relazioni attive fra ambiente e abitanti. E un processo che si fonda sulla cura del luogo (relazione fra spazio fisico, individuo/i e attivit che in esso si svolgono) programmando gli interventi, condizionando i comportamenti delle persone che abitano quella realt. Labitare il prodotto della relazione delluomo con i luoghi, e questa relazione innanzitutto di tipo emotivo ed intellettivo. E possibile sentirsi in un luogo, in sintonia con esso, quando possibile riconoscersi in esso, sentirsene parte, orientarsi.10 Lindividuo che abita un determinato ambiente, sia esso pubblico o privato, instaura una relazione con quanto in esso contenuto oltre che con gli altri. Lindividuo che abita concede attenzione a un determinato posto, collocandolo fra i propri riferimenti esistenziali, e di conseguenza si sente coinvolto ad interagire con esso, anche per adattarlo, orientarsi, riconoscersi in esso. Oggi questo significato di abitare messo in di
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Rifkin, J. (2010) La civilt dell'empatia. La corsa verso la coscienza globale nel mondo in crisi, Mondadori. "Non possiamo pi dirci certi che la reciprocit umana sia sempre frutto di attivit cognitive superiori, come la pianificazione, perch potrebbe anch'essa basarsi su un sistema emozionale assai pi semplice". Ed forse questa la strada da percorrere per la nostra sopravvivenza: la riscoperta di un sistema emozionale che prenda il posto delle pianificazioni macchinose che, in passato, hanno portato le societ a crescere e a prosperare ai danni.
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Di Giovanni, A. Spazi comuni, progetto urbanistico e vita in pubblico nella citt contemporanea, Carocci, Roma 2010, pag. 129

scussione, o meglio evidenzia lattuale crisi, legata non tanto alla scarsit di abitazioni quanto alla perdita di quella che secondo Heidegger11 lessenza dellabitare. Labitare contemporaneo si connota frequentemente con forme caratterizzate dallo sradicamento, dallo spaesamento12 non soltanto per la difficolt di essere presenti quanto piuttosto per la fragilit della relazione in senso psichico, emotivo, intellettivo. Ci che caratterizza labitare, in sintesi, non il tipo o la durata della relazione uomo/ambiente quanto piuttosto lintensit (basti pensare ai luoghi che amiamo, solo per il fatto che ad essi sono associati episodi, ricordi, frequentazioni, affetti) e che spesso conseguenza di un ambiente ricco e stimolante. Ci che contraddistingue labitare, secondo Heidegger, [] questo aver cura. Aver cura di ogni cosa nella sua essenza13. Lambiente delluomo caratterizzato dalla presenza di uomini e cose, e la cura (aver cura, prendersi cura) una struttura dellesistenza che si esprime compiutamente nello spazio pubblico, nelle attivit delluomo che usa gli spazi della citt insieme agli oggetti in essa contenuti, e in cui si relaziona con altri individui. Colore e Cura dellambiente costruito Qual il ruolo del colore nel nostro ambiente costruito? Quali sono gli atteggiamenti pi diffusi nei confronti dei cambi di colore? Abbiamo detto che, se opportunamente progettato, il colore rappresenta uno dei principali elementi ordinatori e qualificatori del costruito, e che pu essere palese forma di cura dellambiente, proprio in funzione della sua natura, della capacit di attrarre, armonizzare, evocare. Costruendo richiami visivi, armonie e gerarchie cromatiche, si riconnettono spazi aperti e volumi costruiti, contribuendo al recupero dellimmagine e dellidentit di un determinato insediamento, come nel caso delle periferie, in cui la dimensione del borgo, di per s carica di permanenze culturali ed ambientali, viene spesso a mancare. Se in molti casi lo smarrimento e il disorientamento aggravato dalla percezione di degrado dovuta al grigiore prevalente, dallaltra la minaccia che deriva dalluso non accorto delle infinite variet di prodotti vernicianti, senza unaccurata progetta
Heidegger, M. Costruire Abitare Pensare, in ID.,Saggi e discorsi, Mursia, Milano 1993, (ed. or. 1954) pag. 99 12 cfr. La Cecla, F., Mente locale, per unantropologia dellabitare, Eleuthera, Milano 1993, e Perdersi, luomo senza ambiente, Laterza, Bari, 1988. 13 Heidegger, M. Costruire Abitare Pensare, in ID.,Saggi e discorsi, Mursia, Milano 1993, (ed. or. 1954) p. 99.
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zione, porta ad esiti di risanamento delle facciate e di immagine complessiva spesso discutibili, tuttal pi banali operazioni di cosmesi urbana. Le indicazioni fornite dai Piani del Colore spesso limitati ai centri storici contribuiscono a coordinare gli interventi di manutenzione, ristrutturazione e recupero comprendendo non solo le superfici a tinteggio, ma linsieme delle componenti che concorre a formare la percezione cromatica delle unit edilizie. Il design per lo scenario urbano si fonda sullanalisi percettiva, declinando il progetto del colore come strumento per conferire un senso, attraverso una serie di episodi ed interventi a pi livelli. In che modo il colore contribuisce alla costruzione di senso di un determinato contesto urbano? Solo dopo lo studio e lanalisi delle caratteristiche peculiari di un luogo, possibile estrapolare linee di indirizzo del progetto colore, fornendo un contributo alla loro risoluzione. Con il colore possibile migliorare lorientamento, evidenziare i percorsi, segnalare gli ostacoli; identificare zone, funzioni, servizi; impartire informazioni, sfruttando codici e segnali convenzionalmente attribuiti ai colori; favorire lillusione, alleggerire le masse, nascondere, evidenziare; creare legami, recuperare alla memoria il valore dei ricordi; conferire un senso di pulizia, ordine, igiene; creare appartenenza; educare al rispetto. Elementi della scena urbana e colore Ogni elemento della scena urbana oltre ad essere leggibile in s, contribuisce alla percezione della qualit totale. Ad esempio, quanto pi una direzione importante, tanto pi rapidamente deve essere facile riconoscerla. La valenza del colore come segnale, come facilitatore nei processi di orientamento e riconoscimento si articola per categorie e tipologie: 1. segnale per la riconoscibilit di oggetti (estintori, semafori, idranti, telefoni,) 2. segnale per la riconoscibilit di servizi puntuali (ospedale, carabinieri, polizia,) 3. segnale per la riconoscibilit di servizi diffusi (trasporti pubblici, uffici postali, contenitori rifiuti.) 4. segnale di identificazione (scuole, asili, centri sportivi, chiese) 5. segnale e indicazione di orientamento (pannelli informativi, indicazioni stradali) 6. segnale di ordine visivo (elementi di arredo, illuminazione) 7. indicazione di comportamento (cartellonistica di avvertimento, strisce pedonali, ) Per alcune di queste i colori sono dettati da norme,

rispondono a convenzioni internazionali o nazionali (come nel caso di estintori, semafori, pronto soccorso, uffici postali, ecc.) Per altre ci sono indicazioni normative con un certo grado di tolleranza (parcheggi, arredi, edicole). Alcune sono da conformarsi in relazione al contesto (scuole, asili, chiese, cartelli indicativi). E da tener presente, nel progetto, che sulla scena urbana sono presenti anche colori che rispondono solo allidentificazione personale (automobili, arredi privati). Obiettivo del progetto riuscire ad incrociare ed armonizzare le indicazioni e i risultati dellindagine con le linee guida per gli interventi. La sostanziale interdipendenza tra i vari sistemi e lambiente fisico comporta che ogni modificazione culturale di qualsiasi ordine e a qualsiasi livello si traduca in segni, o sistemi di segni, sul territorio che pu venire letto, di conseguenza, come archivio di orme, luogo delle stratificazioni culturali, contenitore di fenomeni. La buona immagine ambientale di cui parla il Lynch14, capace di garantire a chi la possiede un senso di sicurezza emotiva, consentendogli una stabile ed armonica relazione con il circostante, pu derivare allosservatore solo da un ambiente visivo figurabile, cio suscettibile di essere rapidamente organizzato all'interno dei sistema percettivo individuale, strutturato secondo un codice simbologico di tipo culturale e collettivo. La imageability15 di un ambiente tende a facilitare cio il movimento intenzionale evitando l'angoscia che necessariamente deriva dalla mancanza di orientamento e offrendo il senso di rassicurazione che deriva da un contesto curato. Lo scenario urbano come ipertesto vivente, obiettivi del progetto colore Nello scenario urbano ogni luogo, situazione, memoria rimanda ad altri; come una sorta di ipertesto vivente, esso costituito da una struttura superficiale visibile (larchitettura, le infrastrutture, le piazze, i luoghi del mercato e del lavoro, percorsi, flussi, margini, quartieri, nodi e riferimenti, come descritti da Lynch) e una profonda invisibile (identit e alterit territoriali, sociali, culturali, memorie e riti, segni e simboli, percezioni, ecc.). Se da una parte difficile valutare la struttura profonda degli ambienti urbani, praticamente immediata la valutazione percettiva. La percezione dei luoghi, da polisensoriale si riduce ad avvalersi
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Lynch, K. L'immagine della citt, Marsilio, Padova, 2001

15 Lynch, K.: L'immagine sociale dello spazio si costruisce attraverso la percezione delle forme e dei modi in cui gli oggetti possono essere rappresentati (imageability)

prevalentemente della modalit visiva. Lattraversamento veloce, tipico del nostro agire contemporaneo, non consente interazioni pi profonde, e il susseguirsi rapidissimo di comunicazioni per immagini sostituisce lesperienza percettiva totale. Unincursione di forme e simboli, informazioni, segnali, sposta di volta in volta lattenzione attraverso una moltitudine di colori di altre immagini e di altre parole, generando di fatto un altro tipo di degrado: la saturazione percettiva che genera il disorientamento. Il colore come elemento iconico e indicale, laddove non esista un esplicito riferimento a un sistema codificato, suggerisce o innesca comportamenti; attrae o respinge lo sguardo, invitandolo a reagire. La complessit della citt contemporanea richiede un approccio sistemico al progetto della componente cromatica in funzione di una corretta effettivit comunicativa. Nella realt urbana non mancano certo informazioni, emozioni, percezioni, manca piuttosto la capacit di ricucire i collegamenti, di attuare coerentemente relazioni nella complessit. In questo senso il progetto del colore diviene elemento ordinatore, fornendo la creativit necessaria per ricostruire il racconto, riconnettere e strutturare gerarchicamente spazi, oggetti, superfici, reti, segnali, memorie, con lobiettivo di riqualificare e recuperare unidentit. Rapporto diretto cittadini e amministrazioni A differenza di altre azioni di pianificazione di iniziativa pubblica, gli interventi sul colore non sono facilmente programmabili, servono regole e margini di azione flessibili. Il progetto del Colore presume un rapporto diretto tra cittadini e Amministrazioni essendo molti i soggetti pubblici e privati - che intervengono sulla scena urbana. Raramente gli interventi sono programmati attraverso iniziative pubbliche, pi frequentemente il privato interviene attraverso una propria scelta di progettisti e imprese, secondo i tempi e le modalit pi idonei. In ogni caso le indicazioni proposte dal progetto non rappresentano la volont di imporre il colore attraverso un Piano che detta gamme cromatiche, tinte e materiali per tutti gli edifici in termini prescrittivi, ma individuano una serie di proposte, opportunamente costruite a motivate sulla base di di analisi percettive e ricostruzione di singoli scenari urbani, definendo e motivando labaco di tinte e materiali, introduzione e/o eliminazione di determinati elementi accessori, per intervenire sugli effetti di insieme e sui significati di un determinato contesto. Linsieme degli strumenti adottati e delle scelte che il progetto si propone saranno tanto pi effi-

caci quanto pi sar possibile creare intorno ad essi confronto e condivisione, sia a livello istituzionale, che a livello locale. Un esperienza in questo senso, in corso a Cornigliano16. Essa si propone di sperimentare la possibilit di instaurare un modello virtuoso di interfaccia utente/contesto che renda percepibile lambiente alluso collettivo; attraverso la qualit e larmonia dellinsieme oltre alla buona manutenzione (caratteristiche di un contesto rispettoso di s) si propone di stimolare gli utenti al rispetto proponendo alla comunit regole di comportamento; si propone infine di contribuire al rafforzamento di unidentit in cui i tutti i soggetti attivi (privati, istituzioni, ecc) vogliano riconoscersi. Senza imporre ne sovrapporre il nuovo che altera, che disconosce, che allontana, il progetto individua una possibile modalit di lettura che parte dai colori della memoria del luogo stratificati nel tempo, dinamici come lo il paesaggio urbano, proponendone usi meno consueti, ma comunque facenti parte della memoria del luogo. Un esperimento che richiede volont politica e partecipazione, ma che, sulla scia della tradizione locale e sperimentale legata alla fabbrica, propone appunto il mantenimento dellanima di Cornigliano, come fabbrica di citt, luogo da abitare.
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16 Cornigliano, periferia industriale di Genova, oggetto di un progetto di riqualificazione urbana , per il recupero delle aree delle acciaierie dellIlva. Dalla creazione della Societ per Cornigliano, laccesso a finanziamenti europei, un concorso internazionale di progettazione, si delinea un insieme di azioni e interventi fra cui anche azioni di partecipazione (tramite un bando e la possibilit di accedere a finanziamenti) per il progetto del colore. Lo studio viene affidato nel 2010 al DSA (Dipartimento di Scienze per larchitettura) dellUniversit degli Studi di Genova, in sinergia con lufficio Tutela e Pianificazione del Paesaggio del Comune di Genova. Gruppo di Ricerca: M. B. Spadolini, resp. Scientifico, L. Cogorno e R. Fagnoni, resp operativi, per il DSA. M. DOnofrio Caviglione, per il Comune di Genova, E. Damolo per la Societ per Cornigliano.

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