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DENISE E ANDRE VAN LYSEBETH I MIEI ESERCIZI DI YOGA ane Quinte edtrione ee MURSIA Titolo originale defopere: MA SEANCE DE YOGA ‘Tradusione dal francese di Antoxao Nuzzo ¢ Usmexro Gua ee eee Pr ee teas earioaa eres” nied fig SOOT Tee es a INTRODUZIONE, Questo libro @ destinato sia ai principtanti sia a coloro che, da tem- 0, praticano lo Yoga. Non deve pero rappresentare il vostro prinso contatto con lo Yoga. Per servirsene con il massimo proftio, biso- ge = ng 2 sufisiente = conocer le sane di base: fangisana (Candela), Halasana (Aratro}, Matyasena (Pesce), Paschimottanasana (Pisza), Bhujangisena (Cobra), Shalabésana (Cavalletta), Dhanurisina (Arco), Ardha-Matsyendrésana (Torsio- ne), ed eventualmente Shirsdsana (posizione della testa). Queste posizioni le abbiamo gid descritte ampiantente in Imparo lo Yoga. mo-tutti dei principianti »... Questa effermazione non 2 una battuta, Se, infatti, ci mettia. mo a confronto con i « veri» yogi e piti in particolare con i grandi yogi dell’antica India, siamo in verita tutti dei principianti. Limitandoci a prendere in considerazione il campo pid acces: bile e cio quello delle dsana, noi ci sentiamo veramente imperfetti @ paragone dei maestri indiani. Ed & un bene che si mantenga iesta modestia anche se riusciamo ad assumere un'ésara un po! lice. Ma esistono sagioni pit profonde per considerarci dei principianti. L’allievo piti avanzato ed il neofita si trovano esatta- mente nella stessa situazione psicologica ¢ devono sispettare le stesse regole nella pratica dello Yoga. L'unica differenza tra loro ad aversi nel fattore egilita, peraltro troscurabile, Ad ogni tappa dellt sua evoluzione, Pallievo deve tornare in- stancabilmente ai prindpi essenziali, gli stessi che si insegnano ai principianti, Perfino uno yogi compiuto, se si escludono i maestti, conosce ‘ben poco in rapporto alPimmensitd dello Yoga. * Milano, Missa, 1988! LA PRATICA DELLE POSIZIONI ‘Se 2 vero che lo Yoga non si limita alle dsana, nondimeno que- ste costituiscono i fondamenti stessi di questa’scienza, sia negli aspetti dove predominano Je tecniche riguardanti il ‘corpo sia ‘quelle riguardanti la psiche: la ben nota meditazione, Le dsana ‘non rappresentano solo l'approccio allo Yoga per cosi dire fisico, get sprono la via a eat ll evlupl loft dello Yoge La pratica corretta delle dsana & fondamentale per ogni allievo del- Jo Yoga, Prima di esaminare nei particolati le modalita di eso- ccuzione, ricordiamo che un'ésana ® una posizione del corpo as- sunta: Tinmnobile, lungo tempo. Seman efoto. mn il controllo del respiro, Con il conirollo della mente, yeeee Rerché vi sia un'ésana, ¢ di conseguenza lo Yoga, bisogna che sussistano tutte queste condizioni, Prenderemo in considerazione innanzitutto Paspetto mascolare delle dsone, perché dabbiamo con- vineerci che nelle dsana dello Yoga, i muscoli vengono deliberata- ‘mente posti in una situazione eccézionale, perfino anotmale, ep- pate cid nom & sinonimo di antifisiologico, al contrario. Lo stato nel gual i muscoll vengono a wovarsi durante unsere diferisce fon- umentalmente da ogni altra posizione assunta nel corso della vita cortente, nello sport, nella ginnastica, nel lavoro 0 nello stesso iposo. Pet. capite Ix differenza che esiste tra queste attivita ¢ le dtana dello Yoga formuliamo nuovamente la domanda: qual 8 4a caratteristica essenvicle del tessuto muscolase? La proprieta di 7 contratsi, in virtd di questa che ! muscoli fanno muovere Jo sche- letro (pailiamo solo dei muscoli siiati 0 volontari). Qualunque sia il movimento eseguito, esso & necessariamente provocato dalla goatrazione di uno 0 pis muscoli, Dungue nello Yoga — e acllo Yoga soltanto — i muscoli sono sistematicamente allungati. Que- sti allungamenti muscolari sono una caratteristica essenaiale delle sana, conttariamente ad ogni altea attivita fisica o lavoro. In con- dizioni normali i muscoli — passando da un sonno profondo allo sforzo piti intenso — vanno da una distensione ptessoché totale alla contrazione massima, Il limite di elasticita normale del muscolo Olize alla sua proprietA di contratsi, il muscolo @ elastico, ma Ja sua elasticita & molto diversa, per exempio, da quella, della gomma che si lascia allungare find a rompersi. {! muscolo ha un suo limite di elasticth e, come ci si avvicina a questo limite, si manifesta una resistenza ctescente. Ogai movimento, sia zat do sia lento, si localizza in questa zona di elasticith o di rigidita di un individuo. Le dsana dello Yoga mirano tutte ad allungare uno 0 pit aruppi muscolati ber di fa dal loro limite di elasticiti normale. Alcune condizioni di esecuzione delle Asana scaturiscono dalla pro- pptietd che il muscolo ha di porsi in questa patticolatissima situa- Hone, IL mussofo aceta cl lttepassare questo limite, ma solo a certe condizioni: 1, Che lo si « persuada » a distendersi, Appena rageiunge il suo normale limite di els Ie eng tendenaa normale & quella ‘mettersi in stato di difess, di contrarsi pet. protegger Questa reazione naturale di nei fianchi e nella schiena, ‘Ma é di notevole importanza il controllo della « sigorosa immobi- fit» durante le dsanz: immobili come statue, dato che i soli ‘movimenti che si fanno sono quelli respiratoris la respirazione si impone alla coscienza, ¢ cid costituisce un elemento fondamentale. La stimolazione Yoga A. questi are fattori Pattivazione della ciscolazione linfatice, Jo Yoga aggiunge Veffetto del!’attrazione di gravita di cui abbiamo gia parlato a proposito del sangue. Considerando che Ta citco- lazione Iinfatica & relativamente lenta, Vimmobilita prolangata nelle posizioni Yoga rermette un profondo drenaggio delle zone del corpo dove Je nostre abitudini sedentarie provocano un tie stagno di tale citcolazione. La migliore vitalitA delle singole cel- lule accresce Ja selute in tutto Vorganismo. L’accelerazione della sircolazione linfatica sviluppa tutti i meccenismi d'aucodifesa contzo le morbilita, meccanismi che si trovano a livello di quelle « fortezze » che sono i gangli linfatici. Sono soprattutto le posi zioni capovolic che agiscono su questa circolazione, ma simili ef fetti si producono anche atttaverso la pratica dell’Aratzo e delle sue vatianti, Abbiamo trascurato di patlare del liquido cefalo- rachidiano. Le posizioai hanno un'influenza profonda sulla circo- lazione, il suo tinnovarsi ed il mantenimento della pressione not- male (né troppo clevata, né troppo basa). Se il sistema nervoso- centrale & in buono scato, il resto dell’organismo avr’ pit. pro- babilita di ben funzionare. Grazie agli effetti della forza di gravith la pratica delle dana produce i suoi effetti profondi sul corpo. Senza dubbio questa 7 azione, spiega in patte come esetcizi in apparenza semplici come Ie posizioni classiche dello Yoga provochino dei risultati a volte spettacolari_ nelf'organismo, mentte T'adepto durante la pratica non si accorge di niente di particolare, se non della trazione mu- Scolare © delfamento di pressione in verte part del corpo, o am cora una sensazione di calote dovuta ad una migliote irtigezione sanguigna. Immobilita prolungata La durata dellimmobilitd & uno dei fattori che intensifica 1a pratica diun’dsanc piti di quanto petsebbe sembrare dall’secuzione pura e semplice di un'ésana di notevole dificolta. Ques?ultima dipende piuttosto dal! agilitt di ogni allievo. TI grado d'intes nell’eseguire un'ésara, che viene determinato dalla durata, & iden- tico per tutti gli adepti, principianti o avanzati, Ancora una volta tutti si trovano esattamente nella stessa situazione, di fronte agli stessi ostacoli, ¢ ne ticevono gli stessi benefici. ‘Distinguiamo grosso modo tre livelli d'intensitA crescente Ie- ati al tempo di mantenimento delle posizioni: a) livello inferiore: immobilit de 1 a 2 minuti. B il tempo mi- snimo affinché una posizione del corpo venga chiamata drana: ‘cid perché essa si possa distinguere da un'ordinatia at fisica. B il livello in cui si trovano la maggior parte degli al- Iievi ‘occidentali, sotto il quale non bisognerebbe scendere, eccetto per esempio, per le dsara come Ja Cavalletta, anche se alcune delle sue vatianti permettono di aumentare la darata Wimmobilita al di TA di questo limite (Semi-cavelletta con ‘appoggio); b) livello medio: semi-resistenza (da 2 a 5 minoti). La durata dimmobilitd viene protungata gradvalmente aumentando, da una settimana allaltra, di qualche secondo la durata di man- tenimento delle posizioni Si raggiungono cosi tempi da 2 a 5 minuti, che possono git sembtare a prima vista molto impottanti per gli allievi occi- dentali. Infatti una posizione diviene spesso molto pit « co- moda » dopo i primi dae minuti che durante il primo minuto. Cid che 2 pid difficile & di non tollerare alcun movimento pa- rassita del corpo, per quanto minimo sia (per esempio evi- 18 tare anche di muovere leggermente Ja testa o gli occhi, durante tutta la posizione; non & il corpo che richiede di muoversi, & la mente che si innervosisce! e vedremo in seguito come superare questo ostacolo). Lallievo occidentale doviebbe pertanto proporsi come obiet- tivo di praticare ogni giorno almeno una o due posizioni della setie di semi-immobilitas ) livello superiore: lavoro di immobilita (da 5 a 15 minuti). A questo livello Vallievo prolunga, sempre progressivamente, Ja durata del mantenimento delle dsana fino a raggiungere 10 0 15 minut. Per alcune posizioni il « comfort » diminuisce verso la fine delPésana ed esige un certo sforzo di volonta, HB press'a poco él massimo di quanto un occidentale pad permettersi senza la seria sorveglianza diretta di un macstro qualificato; d) Livello massimo: lavoro di volonta (fino a... 3 ote), Al'di la dei 15-20 minuti, si eatra nella fase della volonta. Essa si pro- Junga fino a wn‘ora o pid... Nel veccht trattati di Yoga come jo Hatha Yoga Predipika, 1x Gheranda Sambita, & detto che ‘un'ésana non é raggiunta se non si mantiene per... 3 ore! Sarebbe interessante parlare degli effetti (sia sul. piano fiso- logico sia su quello psicologico) dopo aver mantenuto un'ésana per una simile durata {eccezionale all’epoca nostra). La posizione influisce profondament: sul fonzionwrento della mente, Citiamo questo caso pet completare l'esposizione, anche se in ptatica non si presenter mai, in Oecidente, Voccasione. Dunque.., L’immobilita (costituendo un elemento catatteri- stico e inseparable dele dsana, poiché & questo che conferisce loro Ja qualita di dsafta, contro qualunque esercizio dinamico e fisico) va assolutamente conservata il pit sigorosamente possibile, Del resto essa @ accessibile ad ogni allievo, anche principiante, ¢ in ogni momento della sua pratica, lo yogi deve ricordatne Timpor- tanza e tendere all'idede, 19 ASSENZA DI SFORZO Proseguiamo il nostro studio sulle condizioni, di esecuzione delle dsuna con una regola che & senza eccedioni: Passenza di sfotro. Immoble: st lunge: cetamente, Ma sopra cena sforzo. Ecco un'altea caratteristica che distingue 1 Yoga dalle co- muni discipline del corpo. Essa implica anche Vassenza totale di ‘competizione, perfino con se stessi. Se consideriamo il posto che ‘occupa Ja competizione nella coneezione occidentale della cultura fisica e particolarmente delle attiviti sportive, non troviamo tutto id che distingue lo Yoga, E quindi ovvio che non si. possono ‘onganizzare campionati di Yoga e assegnare titoli. Che pensereste se si distinguesse il titolo di « macitro >, « vicemaestto », « allievo di prima classe », ecc.? Anche le cosiddette « cinture » aon esisto- ‘no nello Yoga. Diciamo questo per chiarire e distinguere lo Yous e non con Pintenzione di denigrare lo sport, che ha bisogno della ‘competizione, anzi non pud fare 2 meno di essa senza perdere il suo slancio ¢ la sua popolatita. Nelo Yoga, nessun titolo distingue tun allievo progredito da un principiante se non il siflesso spiri- tuale che pud emanare. Nessun criterio fisico estetiore petmette di classifcare veramente li allievi. Si pud essere dei veri yot senza possedere un'elasticith stracrdinaria; al contratio, ua con- torsionista pud non essere uno you ‘Assenza di sforzo, dungue, assenza di competizione perfino con se stessi: impregniamoci di questo concetto che & uno dei pilastti dello Yogs. I sisultati, a volte spettacolati dal punto di vista dellagilita con « passivita » & un errore... che V'occidentale commette volentieri! Lo Yoga non pud sviluppare tutte le sue potensialitd che in questa rigorosa immobilit in cui it compo accetta Pésana ¢ lascia ostentare il suo dinamismo. Poiché dietro questo schetmo ‘delVimmobiliti. si nasconde un dinamismo tanto pit intenso quanto meno si manifesta esteriormente. Questo dinamismo 2 il respiro. ‘Le positioni sono degli atteggiamenti del corpo vivificati dal respiro. Una volta acquisita Pimmobilit, spetta al espiro animarla E viceversa, cid & possibile al respizo grézie proprio allimmobilit3 Se 2 vero che per « respizo » bisogna intendere cid che inten dono gli yogi, cit Je eneree vital € non sotmio in eoneezone restrittiva di « respirazione », cid non di meno il controllo delle ‘energie vitali si realizea per primo attraverso il controllo della respitazione, Infatti le dsana non sono degli atteggiamenti corporei al quali Ja respirazione bene o male si sovrappone; ma ben al contratio, si strutturano ¢ si azticolano attorno alla ‘respirazione, che ne ® per eccellenza il centro vitale. Una seduta di Yoga @ danque un susseguitsi ininterrotto di espirazioni controllate con posizioai ¢ non il contratio. Le dsana sono delle perle, ma per formare una_collana, devono essere attraversate ¢ riunite da un filo, Questo Slo & Ja zespirazione, che attraversa ¢ lega le dsana’ per farne una serie, Gi sono vari modi di controllare il respiro durante le dsana. Ogni metodo presenta i suoi vantapgi. L'essenviale 2 che questo controllo del respiro abbia luogo. Perché cid avvenga bisogna in- 26 rnanzitutto prendere coscienza della respitazione e regolarne i ‘movimenti prima di poter prendere coscienza delle energie Liberate ¢ della loro cireolazione nel corpo. Abbiamo visto che nell'immo- Bilita delle dsana i corpo si trasforma in « starua vivente », Lal ievo vigila costantemente per soffocare ogni velleita di movimen- to, rilassa quanto pitt possibile 1 muscoli, per lasciare che Pésana «i svolga autonomamente (un’ésarta va lasciata « farsi »), Tuttavia ‘id contrasta con Vimpossibilita di frenare i movimenti tespiratori ‘id che non si pud fare senza ridurre alquanto la durata dell'im. mobiliti. Dopo aver soppresso tutti i movimenti ¢ tutte le contrazioni inutili, rimane solamente i! movimento fondamentale della respirazione, E constatarione importante che ogni asana condizioni un modo ten particolare di respirare. E evidente che Ja respirazione che si sviluppa in Paschimottandsana (Ia Pinza) sarh molto diverta da quella che si instaura in Bowjangdsana (il Cobra), ¢ cid a causa della posizione stessa. Vallievo deve potsi in ascolto del proprio corpo! Una volta che le contrazioni inatili sono eliminate, egli avvertirA verso quale regione del corpo stesso si dirige la respitazione. Riprendiamo Vesempio della Pinza. Quando Vésana & acqui- sita, cio’ stabilizzata nel rilassamento muscolare ¢ nellallunga- mento della colonna vertebrale, respitendo un po’ pid, profon- damente di quanto le respirazione spontanea non richiéda, Val- lievo si accorge che la respirazione addominale provocate dai mo- vvimenti del diafamme trova come un ostacolo, addome venendo premuto dalle cosce, Ed 2 qui che conviene continuare a respirare con il diaframma, che dovra lottate contro Ie massa delle viscete compressa in un volume pit ridotto, Approfondendo la tespirazio ne diaframmatica contro la debole resistenza delle viscere, ne rie sulta dapprima un intenso massaggio degli organi addominali. Un po” disturbata inizislmente, Ja respirazione addominale ben presio si fa pid libere. Perché'e come? Perché gli organi com- ptessi si decongestionano, scaticano l'eccesso di sangue che siten- gono abitualmente, singue che si trova ben presto seimmesto nella citcolazionc generale. Masse di sangue stagnenti nell’addo- me sono cosi meccanicamente espulse dagli omgani compressi come delle spugne; ataverso Ia vena cava inferiore queste masse tifluiscono verso il cuote il quale le guida ai polmoni per esservi depurate prima di tomare al cuore ed essere fatte rifluire nelle arterie ¢ da qui verso tutte le parti del corpo. Gli organi cos! << trattati » riprendono il loro volume e Ia loro forma; eid spiega a Ja « liberazione » del respizo che avviene dopo alcuni istanti di leggera diffcolta. ‘Appena si libera il movimento del diafremma bisogna andare oltre il respito, pid. lontano, ¢ tuttevia senza forzare, Qualunque sia Vasana, il respiro si ditigera da solo verso 1a zona di minore resistenza, Il respito si ditigera verso il punto del torace dove potrd svilupparsi pid completamente; nel caso della Pinza, verso i fianchi e Ja schiena. Continuando a respirate con il diaftamma, Vallievo controllera il respiro, cercando di indovinare o meglio di sentite dove sana vuole ditigere la sua espansione. Bisogna far propria ¢ accentuate questa tendenza, aiutare il respiro a rendere mobili le costole. Dopo che le respirazioni, prime incentrate sul diaframma e poi sul movimento delle costole, avranno sollecitato zone ben precise del torace e caratteristiche per ogni sana, bisognerl lasciare che i respiro raggiunga la parte alta dei polmoni. Nel caso della Pinza; si presentera un’eltra resistenza: quando la respitazione ‘addominale & limitata dalla massa degli organi racchiusi dalle ppareti addominali premute dalle easce quando i fianchi e Te costole ‘hanno taggiuato Ja loro massima espansione, & possibile incame- ‘tare ancora un po’ daria inviandola verso gli apici dei polmoni. Bisogna sforvarsi. Cost Varia sara diretta verso quelle zone pol- ‘monari dove non penetra abitualmente ¢ sard aumentata la mo- Bilita generale dell’apparato respiratorio. ‘Abbiamo trattsto dellinspirazione, Quanto alVespirazione, essa beneficerd della posizione stessa (che la facilita), Tanto pid Vinspitazione & avvenuta contronatura, cio’ feeendo uno sforzo, con dolce ostinazione, per vincere le re sistenze dovute alla postura, tanto maggiormente ne & facilitate Pespirazione, “Anche If bisogna cercare di accentuate e accrescere V'nclinaaiow ne naturale, L'espiazione sara resa pit profonda abbassando Ia parte supetiore del torace, contraendo i muscoli che comandano ‘questa parte del corpo, aiutati dal’elasticita del torave stesso; dl suo restringimento sara eumentato dalla contrazione dei muscoli intercostali; 1a fascia addominale termineri Yespirazione con- ttaendost con forza, ma senza violenza, Ea amuscolature addom!- nale, soprattutto del basso ventre, che avri lo scopo di spingere il diaframma il pit in alto possibile ¢ di espellere ghi ultimi residut di aria, Prolungeto per uno, due, tre minuti o piti questo lavoro consegue tutta Ia sua efficacia; essa sii manifesta con un calore 28 corporeo che si diffonde in tutto Vorganismo, rivelando la libe- tazione c la circolazione delle energie vitali e non solo I'aumento dsossgensione del sangue: Pelleto & pi profondo, pi vile, Cosi per ogni posizione, « ascoltando » il proprio corpo, Valligvo scoptira dove deve inviate il respiro, *Facciamo un alizo esempio. Nel Cobra la situaione sari na- turalmente diversa, moko diversa da quella che si crea nella Pinza Ta questo a0, infstti, la colonna vertebrale 2 ricurva all'in. dietro, Faddome non 2 pi compzesso contro le cosce ma, al con- tratio, viene disteso al massimo, Di nuovo una resistenza sorge al Livello del diaframma quando Pallievo vorsa farlo scendere pit in basso durante Ja psima fase della sua inspirazione. Ma non 2 la stessa parte del disframma che @ qui sollecitata, Non ® neces- satio porsi degli interrogativi a questo proposito: & la prassi che interessa! L’allievo interiorizzandosi durante 1a prima fase del- Vingpizazione, prender® coscienza della zona di resistenza che si sforzera di superare con insistenza dolce ¢ progressiva. Nessuna fretta e nessuna bruaitt, Appena si sari liberata la respirazione diafsammatica, Vallievo inteasificher® il lavoro costale, Ora non sari pid sui fianchi e sulla schiena che la respirmione si fara spontancamente, ma verso la parte anteriore del torace, verso la parte inferiore dello sterno, Ed il Javoro si completeri verso le clavicole, Nel Cobra la parte superiore dei polmoni viene ventilata ‘molto pit facilmente che nella Pinza, Quanto all’espirazione V'al- lievo si sforzera di portarla al massimo grado. Questi due esempi possono servire da schema generale per tutte le posizioni in avanti € per quelle allindiewo, ssi dimostrano che ogni dsana condi ziona un tipo di respirazione e sollecita di pi una zona dell'ad- dome, del diaframma, delle costole, in breve di tutto 'apparato respiratorio. In questo modo una serie di éanaben concepite mette in causa altze zone a stconda della posizione, per rendete pid agile ¢ liberare tutto Papparsto respiratorio, Le posizioni di torsione agi- scono in modo molto diverso nonostante il principio sia lo stesso: ptesa di coscienza delle zone di maggiore e minore resistenza, lotta contro le prime, accettzzione ed inteasificazione dei movimenti nel Te seconde. Se preadiamo Ardha Matsyendrdsana come esempio di totsione, i movimenti del diaframma, sospingendo i visceri verso il basso, sono limitati dalla coscia che comprime il ventre, resi- stenza che si attenua dopo alcune respirazioni. Ma la torsione della ‘colonne implica una cetta deformazione del torace, il che richiederi un tipo di respirazione molto particolare, La cosa pi importante 29 sara il sincronismo del respiro con V'intensficasi progtessivo del- ‘Vasana. Yn ogni torsione 2 essenziale « sbloccate » la colonna al- Laltezza dellosso sacrale. Partendo dalla base, la torsione sie. stende pian piano a tutta la colonna per « stadi » successivi. Ogni « stadio » & contrassegnato da un’espitazione. Durante V'inspira- Zone Vallievo timane immobile, si interiorizza nel meccanismo dell’inspirazione, cerca di renderle pitt completa possibile seguen- do Ie istruzioni avute in precedenza ma non aumenta la torsione. Al momento dell'espirazione utilizzera 1a sua leva d’s iio, in geaerale il braciy per aumenture Ie tonione, B evidente che acctescimento della torsione, parendo dal basso all’alto, diminui- sce ad ogni nuova espirazione; il fatto stesso & importante, anche se si trata di raggiungere solo qualche millimetro. Alla fine’ del- Vasana, non bisogna trascurare di ruotare con cure Ja parte cet- vicale della colonna, Ecco quel che concerne il modo di respi- rare, ciot Ja meccanica respiratotia estetiore. Resta da esaminare una parte esserziale: ‘Due sono i sistemi utilizzabil Si pud semplicamente lasciare il respiro andare @ venire al suo sitmo naturale accontentandosi di ampliarlo. B un sistema classico ‘molto valido, a condizione di non perdere di vista in nessun mo- vvimento il tespito durante Veseouzione dell’asana. Forse qui si incontra Ja maggiore difficalta. ‘altro sistema, semplice, universale, efficace consiste nel- Veguagliare rigorosamente Ja durata dellinspirazione e quella delPespizazione. Se Pallievo si propone di procedere cost, attento ad equilibrare il pit rigorosamente possibile Ia durata dell'inspi- tazione ¢ dell’espirazione, automaticamente 1a sua attenzione ti- Bae concentrata sul respii fants ent Ja durata ee 1esto sistema non si limita ad equilibrare inspirazione ed espira. ione; intensificendolo si richiede un rallentamento dei movimen- ‘ti respiratot A poco a poco si instaura cost una respirazione lenta, dolce, equilibtata, potente che ricarica Yorganismo di vitalith e di dina mismo. Rallentate e completa, la respirazione diventa pit eff- cace. Equilibrata, domina la mente e attenzione, cid che 2 assolutamente estenziale, Essa equilibra Préna ed Apana. Altro vantaggio di questo sistema 2 di facilitare 1a durata delle dsana. E VimmobilitA prolungata che libera il respiro per permet ‘tergli di sviluppare il suo proprio dinamismo. Di riflesso questa 30 espirazione ampia, equilibrata e cosciente rilassa ancor pid i mm facilta il loro allungamento, permette di tenere senza sforzo le possone sempre pi a Ingo. ol circa trent’anni di prove dei divers! sistemi, quest'ultimo ani sembea i pi ada eli aliev, di tutti pues, ambo i sessi e di diverse capscitA fisiche. E la sua semplicitd, che per- mette di sapere esattamente come respirare in gualunque dsava, non 2 il pid piccolo dei suoi meriti. Di pii, & esente da ogni pericolo, a LA PRESA DI COSCIENZA Dopo aver esaminato Je concizioni di esecuzione Gsica del- le dsana, eseminiamone ota gli aspetti mentali. Il corpo ¢ a mente rnon sono due enti distinte e separate, poiché 'uno @ aell'alira, ‘Corpo © mente non sono dissocisbili. Sono come lo spazio e il ‘tempo, Nel pensiero, e solamente nel pensicro, 2 possibile sepa- rate lo spazio dal tempo. Il tempo e lo spazio reali, quelli in cui si svolge Ja nostra esistenza, non possono essere separati. Lo ‘spazio non pud esistere senza il tempo. Nessuno sapri mai se lo spazio & una modaliti del tempo o viceversa. Inol:ze il tempo ‘vissuto, cost come lo spazio percepito dai nostri sensi sono molto diversi dal tompo ¢ dallo spazio reali. Nelle equazioni della fisica moderna, il tempo ¢ lo spazio sono termini intercambiabil. Al limite il nostto corpo 2 pensiero solidificato, non essendo da intendere il pensiero come attivit’ immateriale, ma come vibra zione particolare della materia fisica. La materia greza ~ la fisica nucleate ce Io insegna — & energia concentrata, condensata, Le energie praniche che anitrano il nostro corpo, anche se sottili, sono della stessa natura essenziale dell'energia’contenuta nella matetia « solida ». Le energie psichiche e mentali sono an- . Non bisogna ascoltarla, L'immobilith del corpo, Ja mente-scimmia Jo sa bene, pian piano causa un rallentamento dell'ativita della mente, riduce il numero dei pensieti che aifiorano alla coscienza, ed & questo uno degli scopi ricercati dagli yogi, per lo meno uno degli obiettivi previsti. Come procedere allora?’ Noi occupiamo le mente, Ia controlliamo, Ia manteniamo nell universo interiote. Bisogna impedize il suo incontrollato vagebondare che tanto le piace, Anche in un corpo rigorosamente immobile, tuttavia molti muscoli rimangono in azione: quelli della respirazione. Nella pat- te di questo studio riservata alla respirazione durante le dsana abbiamo parlato della presa di coscienze della respirazione, dello spostarsi del suo centro di graviti a ogni nuova ésana, Il fatto i regolare minuciosamente {a curata.dellinspieazione e la due rata dellcspirazione al fine di cquilibratle, costituisce gid un ‘buon «ancoraggio » per Ia mente, Conserviamo questo imme- desimarsi della mente nella respirsione, aggiungendo una di- mensione supplementare: durante Pinspicazione Tallievo pto- punceri in silenzio il suono OM, e cost pure durente Vespitazione. LO deve occupare circa meti tempo dell’inspirazione (0 delle spitazione a seconda del caso); la M la seconda meta. Di pis, Te OM successive non devono essere separate, Quando termina Finspirazione, si lascia vibrare la fine della M fino a che comincia Pespirazione ¢ con questa la O. Non si tratta dunque di una succes: sione di OM, OM, OM separati, ma una sequela OMOMOM sen- za soluzioni di continuita, A poco a poco Vettenzione, pur tik ‘manendo sempre fssata sulla respitazione con funzione di supporto ritmico, si focalizza sul ritmo e il suono interior: pit che sul ritmo 36 putamente muscolate ¢ corpoteo. La mente scivola cost verso un piano meno fisico, verso un altro livello di coscienza. La vibra- zione del?OM agisce potentemente sulla mente e Ia calma prima di operare a livello ei coscienza. Lasciate che TOM interiore si moduli secondo il vostro umore del momento, lesciate che tun’atmosfera emotiva sbocci in vol. E una gioia interiore che, 109 @ poco, pervade Ja vostra mente sotto T'infuenza de! YOMOMOM sitmato come una lenta risacca su una spiaggia. Questo va e vieni mentale, questa vibrazione sottile provocs profondi effi sulPinconscio. Non ® necessario intellettualizzare YOM, né di dargli un significato. L’intellettualizeazione andrebbe in senso contrario rispetto allo scopo cereato che 2 precisamente quello disolare V'intelletto per qualche tempo, a vantaggio delle zone pitt profonde delPinconscio, Il nostro psichismo & molto sensibile al ritmo ¢ alle vibrazioni. La musica e la danza sono un linguaggio universe © profondo, mai suoni sot sono ancora pid effcad Che lo si creda 0 n0, TOM non limita il suo effetto all'in- conscio. Anche silenziosa ed immaginata la vibrazione impregner’ tutto il corpo e discender’ fino alle viscere, fino ai tessuti pid lon- tani, fino alle estremitd delle nostre dita, nei nostsi alluei, fino alla tadice dei capelli, Questa vibrazione iminaginata e questo ritmo ports dalla zespissione,risvelano chi nelle cello dela sche. il linguaggio segreto che ci permette di giungere alle profondita dei nostri visceri, Noi tendiamo troppo 2 localizaare Pe io » nel cervello. L'a io » & invece, dappertutto. Esso utilizza, 2 vero, pid il cervello come’strumento del pensiero d’azione, ma non si Timita a quest'organo. Ci sono altri centri di coscienza nel corpo, Sarete molto sorpresi nello scoprire di poter trovare dei punti co- ‘sclenti Jontani dal cervello. Non & una coscienza intellettuale ¢ siffessa (propria del cetvello), ma una coscienza percettiva, che si fa sempre pitt acute col passare del tempo. Forse & sbaglisto parlame adesso. Forse qualche allievo si mostra deluso se non attiva a percepire cid nel volgere di qualche giorno 0 di qualche settimana, Dite pure che questa percezione non giunge sempre al livello della coscienza di veglia abituale. Dite pure che « cid » avviene anche quando non lo percepite conscismente, In qua- Tunque modo, cid che ben presto percepirete 8 che questo sistema i procedere aggiunge una dimensione nuova alla vostra pratica dello Hatha-Yoga. Non c’ pit niente in comune con nessun'altra it fisica usuale, sia essa professionale 0 sportiva, niente in 7 ‘comune con Je nostre attivita intellettuali usuali. Noi qui entriamo in un’altra dimensione, una dimensione sogreta ma affascinante, Cessiamo di navigare sulla superficie del nostro essere, nell strato intellettuale, per praticare la « pesca subacquea », ¢ sotto le onde cche agitano’Ja superficie scoptiamo un universo sconosciuto ed avvincente, molto pitt vasto di quanto potessimo immaginarci, pet scoprire la quiete del profendo. allora che facciamo del ‘vero Hatha-Yoga, dello Yoga integrale, dello Yoga d'integrazione. E le onde della superficie, quando ritomnerete al loro iivello, non vi scuoteranno pitt e non’vi troveranno pit disorientato. Asana e linguaggio del corpo Qualunque sia Pangolo sotto il quale si esamina lo Yoga in generale e le dsana in particolare, Y'adepto ba serapze la soxpresa Ai scoprirme aspetti inattesi, sempre fecondi e profondi. ‘Ora studiamo il ruolo delle dsenz in rapporto al mantenimento ¢ al sistebilimento delPequilibrio emotive considerandole dal punto di vista del linguaggio del corpo, di cui sembrano, a priori, essere le negazione, Infatti le nome tecniche precise che regolano minuziosamente Jo svolgimento della presa dell’dsana, completate dalle direttive imperiose selative sia allatteggiamento mentale sia al controflo del respiro, per tat il tempo del suo svolgimento, non lasciano certo adito a una qualsivoglia possibilita di libera espressione, Ora, con nostra sorpresa, scopriremo che le drama co- stituiscono al contratio una delle discipline psicoisiologiche pit appropriate a procurare agli adepti un uso corretto del Joro corpo in movimento, permettendo la libera espressione delle emozioni ¢ della personalica grazie allorganisno liberato da ogni blocco e ten- sione muscolare, nervosa 0 emotiva, Che genere di « linguaggio del corpo »? Almeno dal punto di vista psicologico modemno il lettore, ‘come chi ne ha sentito solo parlare senza sapere che cosa si intenda con questa espressione, ha diritto di aspettarsi una spiegazione, una definizione. Che senso si deve attnibuire, in questo capitolo, allespressione « linguaggio del corpo »? Cercheremo molto sem: plicemente di riservarle il senso che le attribuisce Ia nostra psi- 38 cologia occidentale, 11 linguaggio del corpo fa parte della Gestalt, quella parte della psicologia basata su una concezione dell’uomo ‘molto vicina a certi aspetti della psicologia Yoga, nel senso che implica una concezione unitaria dell'essere umeno come strut- ture psicologica indissociabile, Infatti la Gestalt come disciplina darmonia psicoterapeutica, si fonda sull’accettazione del fatto che ogni emovione si rflette, si esprime necessariamente in un cortispondente atteggiamento corpoteo. « Atteggiamento » nel senso pit lato del tetmine € non soltanto nel senso tistretto di posi- ione particolare assunta dal corpo, o semplicemente espressione del viso, — mimica — ma anche Vintonazione della voce di [a dal senso convenzionale delle parole, il ritmo ed il modo di respirare, Questa costatazione non ® nuova, né limitata all’ Occidente. L'u- manitA si & sempre esteriorizzata attraverso delle espressioni cor- poree: Vessenza del linguaggio va di 18 dalle parole e dal loro significato. L'espressione non @ soltanto un lingueggio universale, lun super-esperanto: esse costituisce anche il solo mezzo di comu niicazione tra gli esseri, perché « espressione » implica « comuni cazione ». Anche nel linguaggio parlato, Se vero che le parole, per Jo meno un gran numero di esse, fanno derivare il loro sic sgnificato da una convenzione, esse non pottebbero servire da stru- mento di comunicazione profonda se esse non subissero delle in- tonazioni che vanno olite il senso convenzionale loro attribuito. Un «sf» pad essere pronunciato in mille modi, ogmuno di essi rappresentando un messaggio diverso. L’uomo esprime, comunica con il svo corpo tutto intero; non scltanto Puomo, ma anche gli animali tra loro ¢ con !uomo. Se il cane ha intenzioni aggressive verso un suo simile 0 un uomo, il suo « linguaggio mimico » & abbastanza eloquente per essere captato da ciascuno. ‘E il lin guagsio pit naturale, pid primitivo, pit fondamentale. Detto in altre parole, gli studi sul linguaggio del corpo sarebbero per- fettamente inutii, ce... se Uomo fosse vissuto allo stato naturale, ‘Ogni movimento dovrcbbe tradutre automaticamente Jo stato ¢- motivo dell'uomo, daffa sua andazura fino al suo arteggiamento nel- Vimmobilita, Esso gatantizebbe cosi lo scaricare le tensioni. E impossibile reprimere Pespressione: si pud impedire di este- riorizzarla e, in questo caso, si falsa il sottile meccanismo psico- logico, iE qui che tisiede il problema dell’essere umano, essere incivilito, dunque concizionato ¢ socielizzato. La civilt, ciot innanzitutto Peducazione, la vita sociale con le sue leggi, ¢ di conseguenza con Je sue convenzioni, ci impone mumerose contra- 39 zioni che frenano ¢ modificano le nostre possibilitd di espres- sione, Non soltanto Ta vita sociale implica il soffocamento di certi ‘comportamenti, diciamo anche di una maggioranza di comporta- ‘enti spontanei, ma anche Lespressione di talune emozioni. TL comportamento da robot che Ia civilta ci impone, senza che ne abbiamo sempre coscienza, finisce per essere cosi profondamente ancotato in noi che viene considerato normale. Da questa atti- vith innaturale (il lavoro e ta vita sedentatia), risulta che 'womo civile non ha pitt la possiblita di esprimersi liberamente attra- ‘verso il corpo, perde il contatto con il suo universo corporeo, € artiva anche a non essere pii capace di servitsi correttamente dei suoi strumenti fisici d’azione. I movimenti si fanno impac- ciati, Patteggiamento del corpo scortetto, il respiro isregolaze, su- perficiale, artficiale, La mancanzi di espressione si rifletie anche sulla stessa vita emotive. L'aomo, represso nelle sue espressioni emotive, diventa sempre meno sensibile © capace di avvertire la delicatezza e la ricchezza emotiva, per esempio, della prima infan- ia, Lressere umano si inaridisce emotivamente, si disumanizza, diventa super cerebrale, ‘Aggiungete a tutto cid il fatto che Ia vita moderna genera una infiniti di situazioni ansiogene, pet impiegare un'espressione ‘ormai consueta. L’uomo naturale, come V'animale, conosce Ia pm 1a che si esprime nella. foga o ella lotta, Per l'uomo moderno Jo stesso stress permanente rimane latente, si localiza sotto forma di tensioni localizzate in certe parti ben note agli speci listi: neladdome (plesso solare), nell'apparato respiratorio, nei uscoli della nuca e del collo, ¢ invade iI sistema vegetativo. Co- stiparione, pet non citare che’ un inconveniente tra i pitt beniani, ulcera gastrca, palpitazioni, ecc., sono dei punti in cui si fissano questi stati di ansieta costante allo stato Iatente, non liberata nel Pezione. L'essete umeno sottome:so « questa tensione continua fa teso, contratto e, paradossalmente, pit entra in questo stato ¢ ‘meno se ne rende conto. Certamente non si sente bene «nella sua pelle », ma & incapace di precisare dove e come. Molti esseri ‘umani che’hanno la respirszione trattenuta, Paddome teso come tune corteccia, non se ne rendono nemmeno conto, ‘La percezione del proprio corpo vien meno, lo « schema cor- poreo » ne ® alterato, Le diverse, moderne teoniche (¢raining au geno) mizano a notmalizzere In situazione dando Voccasione agli uomini di liberarsi dalle loro teasioni emotive ¢ di sciogliere i » del corpo. E le asana? Le dsana sembrano essere Ia riegazione anche del linguaggio del corpo ppoiché esse impongono innanzitutto movimenti sterco- tipati, attcggiamenti defniti in seguito, atteggiamenti che non sol- tanto'comportsno una determinata posizione del corpo me anche tun modo di respirare ¢ perfino un particolare atteggiamento mene tale, Come il condizionamento supplementare imposto dallo Yoga ud aspirare a « non condizionare » essere umano? La zisposia = patziale ~ ci porterd sui seguenti punti essenziali — Ia presa di coscienza dell'universo interiore, ivi compreso quel- Jo di alcune funzioni viscerali; — Tapprendimento del modo cocteto di servitsi dei propri mu- scoli; — Ja « neutralita » emotiva innanzitutto; — Ia cretzione di emozioni positive in seguito. Sappiamo che la presa di un'ésana impone un movimento out. poreo lento ed economico, ovvero ridotto al minimo, « Econo. ico », ricordiamolo, significa che Vallievo non utilizzeri che tminimo dei muscoli ine'spensabili alla prese dell’ésana @ che essi devono essere i pit rilesseti possibile, tutto cid insomma che necessatio perché il movimento si compia, lasciando tutti gli altsi muscoli rilassati Liuomo allo stato di natura (come I’animale), agisce sempre ed istintivamente in questo modo, I prodigi di resistenza che realiz- zano li animali ~ gli uccelli che attraversano i mari — non sono possibili che seguendo (tra Je altre cose) questa economia del lavoro muscolare. I moderni sistemi di espressione corporea ini- sano a tistabilire questo modo d'agire attraverso movimenti spon- tanei, Se il metodo & valido, e Vesperienza Jo prova, le dsana do- vvrebbero acceletare questo 'processo di ricupero del gesto nor- male, Grazie alla lenteza, Padepto pad prendere molto pid fi. cilmente coscienza dei euoi muscoli e, di conseguenza, di even- tuali blocchi e contrazioni, tanto pit che lo Yoga &, per defini- zione, un'attivith che non'mira # un’azione sulla realta esterna. ‘Tutti i movimenti dell'adepto sono indivizzati ad un'azione nel- Puniverso intetiore: muscolare, nervoso, viscerale, mentale, Li- ‘erato dalle preoccupazioni dell'universo che lo citconda da cui si vuole astrarse, lo yogi ha tutto il tempo di riprendere contatto” con il corpo. Quando si trova in dsana, la mente « ripercorre » tutto Tapparato muscolare, per silassarlo dovunque & possibile. aL Uno degli objttivi delle dsana consiste nel sopprimere tutte le tension! inutile pif esatamente quelle nel punt strategicl (che non si trovano nelle braccia né nelle gambe, ma nel tronco). Braccia -gambe non hanno altro roolo che quello di modifeare fa forma Sa tronco, della colonna verielxale in particolare. B sul wonco (ouscolatura ‘addominale, muscolatura. Gelleppasato respiratorio esterno, muscoli intercostali della colonna vertebrale, ill noto tra- pezio), che V’azione dell’ésana si fa pit sentire, tanto piti quanto Fasana si discosta dall’atteggiamento abituale dell'uomo al Javoro ‘© al riposo. E difficile prendere coscienza dei fasci muscolari nel- Vazione ordinaria diretta verso Ja realta esterna, perché il mondo ‘esteriore capta la maggior parte del potenziale di attenzione di- sponibile. Si pud prender coscienza della propria gofiaggine, della propria mancanza di abit, ecey ma 2 dificle eeoprze il posto esatto dove ci sono dei «nodi» nei nervi, essi stessi pro- venendo da «nodi» nella psiche, essendo tutto cid evidente- Inente collegato. Come divenire coscenti che tae gruppo di ma. scoli 2 enormalmente e continuamente teso, per esempio, nella colonna vertebrale? Per definizione, gli esseri umani tesi contratti hhanno preso coscienza della loro’ contrazione esattamente dove ‘essa si 2 ancorata, Certamente i ticettor! che si trovano collegati fi fasci muscolati dovsebbero informarci sulla tensione che regna fn una tale pate del nosiro corpo. Ma per coli che ha del pro- blemi (e chi non ne hal) Ja permanenza stessa della tensione V’ha tprima tepressa infine rimossa calla coscienza. I! problema con- te innanzitutto a ricondurre le contrazioni ¢ le tensioni (o bloc- hi es preferiace) alivello di coscienra ville. Le dsena, vendo tivo quello di distendere i muscoli, stimolano i gangli Spervost incasea, di iformare il cervello ello stato della ton- sione dei muscoli, risvegliano delle ricezioni 1a dove non erano pitt avvertibili, Assumendo un’éana, avvertite dove esistono resi- Stenze nel muscoli, IT secondo panto consiste nello sciogliere que- ste tensioni, nel rilassare i muscoli; e noi sappiamo che se una tensione @ applicata a un muscolo durante un tempo sufficiente- mente lungo, quest'ultimo acconsente ad allungarsi rilassandosi. ‘Anche se la distensione muscolare non é raggiunta, almeno se ne divena coset, © not sepia che i & 0a tps ‘molto Smponante nel proceso ch liberzione. Questa scoperta 0 scoperta del mondo interiore, ~ ¢ uno degli obiettivi maggiori del- Te dsana ¢ dello Yoga in generale, E dato che le dsana sono neutre dal punto di vista dell’« espressione corporea », esse hanno molte 42 pid probabilita di togliere le « espressioni scorreite ». Perché il processo ® reversibile. Se 8 vero che ogni emozione si traduce necessariamente nell’. sptessione corporea appropriata (se espressa essa « libera » la per- sonalit, se soffocata Is imprigiona), il contratio & altrettanto vero. Lasciate che il vostro viso assuma Vespressione della tristezza, la. sciate la testa pendere e il dorso curvarsi, ben presto vi sentizete triste ed abbattuto. Le diana non esprimono alcuna emozione, per Jo meno la maggior parte tra esse. Quale emozione pourebbe espri- mere un Arstro? Questa neutralith calma Ia mente; cost & pure per i nervi ¢ per i muscoli. Questa particolarit’ senza dubbio non & estranea alla calia ed alls serenitA che invadono poco a poco V'adep- to durante una seduta di Yoga. Quanti cittadini, adepti dello stes- so Yoga, rientrano a casa, scossi dalla vita moderna con le loro preoccupazioni, i loro stress (ai quali @ ben difficile sottrarsi), si distendono sui tappeti di Yoga, depressi (eid pud accadere a chiun- que), € dopo una semplice seduta di dsana si ritrovano rinfrescati fisieamente ma soprattuito,psicologicament ‘Durante una seduts, Vadepto riprende ogni giorno contatto con il suo « io » fisico in una serie di posizioni insolite se con- frontate a quelle dela vite corrente e riapprende a ben servirsi del corpo. Inconsciamente, nella vita quotidiana, si serve sempre meglio dei suoi strumenti corporei di ezione. IT suo portamento si fa pid leggero, pit agile, pit armonioso e, néllo stesto tempo, im- pregnato di forza, I riflessi si fanno pit rapidi, i movimenti pit precisi. L’ansiet’ he sempre meno presa su di lui. Ecco una nuova ragione di controllo della mente durante le érana. Ecco perché dob- biamo ricercare una pit efficace presa di coscienza del corpo ducan- te i movimenti prepatatori come durante il mantenimento dell'dsa- ‘na. Ecco perché una mente vigile e attenta 2 indispensabile alla pra- tica delle dsana, come allo Yoga per cost dire « cezebrale ». Ma non & soltanto nei muscoli che le emozioni negative (ansietd, col- lera, invidia, gelosia, odio) lasciano tracce sotto forma di contra- vioni. Le emozioni’ negative corrodono le nostre viscere: Ia moderna medicine psicosomatica ce lo conferma, Esse lo fanno attraverso il nostro sistema nervoso vegetativo sul quale non si ha influenza 0 se ne ha poca, ¢, dValira parte, meno se ne ha, pit i & tesi © bloccati. Le nostre emozioni negative auccciono agli intestini, fanno pelpitare il cuore, fanno impallidire ¢ provocano dei sudori freddi e cosf via (la lista sarebbe ben Iunga). Ma qua- 43 Tunque sia Yorgano interessato, c' necessatiamente una modifica cottispondente al modo di tespirare. La respirazione & il nosgro cratcotto psicoisiologico. Essa de- muncia non solo il bilancio dell'attivita muscolare, ma anche quello dei nostti sentimenti, positivi o negativi. Le emozioni ne- gative tendono tutte a rendere il respiro’ superficial, isregolare. Nelle dsana, I'adepto conttolla il -espiro per renderlo pit: ampio, fi zogoare, per sbloceal, lascandolo percottere ll corpo come tuna lenta ondulazione. Ed ogni 4sena To porta a soffermarsi su una zona dell’spparato respiratorio, d dungue all’edepto Yoccasione, ‘ad ogni nuova dsana, di « liberate > pid particolarmente una de- terminata parte del ‘suo apparato respiratorio. Quest’armonizza- zione del respito non 2 estranea all'armonizzarsi totale delPessere ‘umano, cosciente ed incosciente. Leffetto sari ancora pit profondo se W'dsana sath accompa: ‘gnata da un mantra, YOM essendo il mantra universale pitt in- tenso, anche i pid 'adatto alloccidentele. Le nostre emozioni negative, come del resto Te altze, si espri- mono silenziosamente a livello delle corde vocali. La gola serrata dalPemozione non ? un'immegine, ma une rcalt3. L'OAE immagi- snato @ assai efficace ~ pit efficace, dicono gli yogi — dell’OM pro- rnunciato ad alta voce, Lasciando che ?'OM immaginato accom- pagni Dinspitazione ¢ Vespirazione ¢ riempia tutta la mente, fac- ciamo sf che Ja sua vibrazione armoniosa sciolga e dissolve’ pro- gressivamente tutte le tensioni a livello dell’apparato della fone. lone, glottide © corde vocali incluse. La sua vibrazione dolce © armoniosa calma la mente, rilassa netvi e muscoli. Fa sozgere in znoi la gioia, la pace, 'armonia, Il suo potere portato dalla respi- zazione aumenta, perché penetra tutti i ritmi del compo. Per fosmosi, supera Ja barriera delPinconscio e va ad armonizzare ie nostre funzioni. Finalmente, attraverso YOM, ciascuna nostra cellula vibra ia armonia con la psiche, ealma e serena ‘Lo Yoga rende inutili e superfui i modetni metodi di training ‘eutogeno? Evidentemente no, ma 2 certo che lo Yoga, notori mente con sedute di dsana ben guidate ¢ cortettamente eseguite, prepara splendidamente ad una « espressione » naturale delle emo- ioni. Le sedute di espressione corporea permetterebbero allora la liberazione pit totale dando all'somo Poccasione d'esprimere, sen- za contrazioni ed attraverso tutto il corpo, cid che la psiche e la vvite moderna gli negano: il dititio di estetiorizaarsi. 44 LA TECNICA DELL’ULTRA-RALLENTAMENTO Nello Yoga c’é una moltitudine di tecniche © noi cominciamo ad intravedere soltanto ora la straordinaria riccheaa di questa scienza millenatia, La tecaica stadiata in questo capitolo 8 molto semplice, poco conosciuta ma di una straordinaria effcacia, ¢ vi gropongo di fame subito una ptova. Sedetevi su una sedia, badate soltanto ad aveze la colonna ver- tebrale ben dritta, poi ponete Ja testa in equilibrio in cima alla colonna cervicale. In questo istante, ciot quando tutti i muscoli della nuca e del collo sono rilassati, la testa sembta non avere ii peso. Come test, volgts i apo a dest per spingre i mento i pit lontano possibile verso la spalla destra, come se voleste porre 4 mento al disopra della spall. Quando sarete alla fine del mo- ‘viento osservate fino a dove eravate giunti, poi utilizzate il mo- vimento ultra-rallentato, Per questo esercitatevi ad oechi cbiusi. Effettuate ora lo stesso movimento di rotazione della testa ¢ spingete il mento il pit lentamente possibile verso destea, I! mo- viento dovrebbe essere altrettanto lento di quello dell’ombra proiettata dallo gnomone di una meridiana minuto dopo minuto. Ul movimento dev'essere continuo, ma il pid lento possibile. Det- to altsimenti, cid pud, per esempio, richiedere un minuto inteto, 9g pid miu per pore sempliemene il mento sopra 1 spall destra, Quando atrivate alla fine del movimento riportate il ‘mento il pid lentamente che potete vers0 la posizione di partenza senza fermarvi, perché proseguitete in ditezione della spalla sini- stra. Quando sarete giunti alla fine, riportate (sempre al rallen- tatore) i viso verso avanti. Questo va e vieni de! capo pud tichiedere anche quattro o cinque minuti. Abbiamo trascurato un 45 paticolare: gccorre, quando giungete alla fine del movimento, aprire gli occhi e guardare fin dove & giunto il vostro mento, CS da scommettere che sarete giunti, senza sfotzo, ben pi in IA del movimento di poco prima, Durante esecuzione ultre-allentata, allinizio si & consapevoli

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