Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
FAUST
A CURA DI MARIA JOSÉ DE LANCASTRE
ISDN 978-88-o6-12345-1
Fernando Pessoa
FAUST
~
~
Giulio Einaudi editore
II vuoto e l'abisso
2 Ponta Delgada r843 · Lisbona 1924. Scrittore, storico e uomo politico (fu
' Il film di Murnau fu proiettato per la prima volta a Berlino ilr4 ottobre 1926.
Nello stesso anno H. Kyser, l'aurore della sceneggiatura, pubblicò un opuscolo in-
titolaro Derdeutsche Faustfilm, che conteneva un riassunto del film e i sotrotitoli in
versi di Gerhan Hauptmann. Sullo schermo poi i sottotitoli di Hauptmann, per
motivi di concisione, vennero sostituiti da clidasca.lie dello stesso Kyser. Cfr. Lotte
Eisner, L'écran démontaque. Panorama dufilm allemafld, Paris 1949. p. 49; e Sig-
mund Ksacauer. From CaligaTI to Hitler. Princeron 1947, pp. 148-49-
MARIA ]OSÉ DE LANCASTRE VIII
6
Si tratta di quattro anicoli in inglese (Goethe"s Faust) nei qualiJinarajadasa
interpreta il Faust goethiano come !"itinerario tipico di un',mima cosi ricca da sup·
porre varie esistenze successive.
Nota del curatore.
*
T udo transcende tu do
E é mais real e menos do que é.
*
(Fausto 110 seu laboratorio).
FAUSTO (so)
Ondas de aspiraçiio que vas morreis
Sem mesmo o coraçiio e alma atingir
Do vosso sentimento; ondas de pranto,
Niio vos posso chorar, e em mim subis,
Maré imensa rumorosa e surda,
Para morrer na praia do limite
Que a vida impoe ao Ser; ondas saudosas
D'algum mar alto Aonde a praia seja
2, J, 9, novembre 1932
*
Tutto trascende tutto
ed è piu e meno reale di quello che è.
*
(Faust nel suo laboratorio).
FAUST (solo)
Onde di desiderio che vane vi perdete
senza neppure lambire il cuore e l'anima
del vostro sentimento; onde di pianto,
non riesco a piangervi, e in me crescete,
immensa marea mugghiante e sorda,
per frangervi sulla spiaggia del limite
che la vita impone all'Essere; onde nostalgiche
di un certo mare largo Dove la spiaggia sia
FAUST IO
Um Inominavel supertranscendente
Eterno Incognito e incognoscivel!
Deus? Nojo. Céu, inferno? Nojo, nojo.
P'ra què pensar, se ha-de parar aqui
O curto voo do entendimento?
Mais além! Pensamento, mais além!
*
O mistério dos olhos e do olhar
Do sujeito e do objecto, transparente
Ao horror que além dele esta; o mudo
Sentimento de se desconhecer,
E a confrangida comoçao que nasce
De sentir a loucura do vazio;
O horror durna existència incompreendida
Quando à alma se chega desse horror
Faz toda a dor humana urna ilusao.
Essa é a suprema dor, a vera cruz.
Querem desdenhar o teu sentir orgulho
Oh, Cristo!
*
Saldo apenas duma linfancia l
Incertamente triste e l diferente l
Urna vez contemplando dum outeiro
A linha de colinas majestosa
Que azulada e em perfis desaparecia
No horizonte, contemplando os campos,
Vi de repente como que tudo
Desaparecer, tornando( ... )
un Innominabile sovra-trascendente
Eterno Incognito e Inconoscibile!
Dio? Nausea. Cielo, Inferno? Nausea, nausea.
Perché pensare, se dovrà fermarsi qui
il corto volo dell'intendimento?
Piu oltre, pensiero! Piu oltre!
*
n mistero degli occhi e dello sguardo
del soggetto e dell'oggetto, trasparente
sull'orrore che sta oltre se stesso; il muto
sentimento di ignorare se stessi,
e la tormentata commozione che nasce
dall'avvertire la follia del vuoto;
l'orrore di un'esistenza incompresa
quando da tale orrore si giunge all'anima
rende ogni dolore umano un'illusione.
Quello è il supremo dolore, la vera croce.
Vogliono disprezzare il tuo senso di orgoglio,
Cristo!
*
Appena uscito da un'infanzia
vagamente triste e diversa,
una volta, nel contemplare da un colle
la linea maestosa dei monti
che azzurrina, in profili, scompariva
all'orizzonte, nel contemplare i campi,
mi parve all'improvviso che tutto
scomparisse, prendendo( ... )
*
Nào leio ja: queria abrir um livro
E ver, de chofre, ali, a ciencia todaooo
Queria ao menos poder crer que, lendo,
E em prolongadas horas lendo e lendo,
No fim alguma cousa me ficava
Do essencial do mundo, que eu subia
Até ao menos cada vez mais perto
Do mistérioo ooQue ele, inda que inatingido,
Ao menos dele que eu [me] aproxiroavao oo
Niio fosse tudo um (.00)
Como urna criança que a fingir sobe
Uns degraus que pintou no chiioooo
*
Non leggo piu; vorrei aprire un libro
e trovarvi esibita rutta la scienza ...
Almeno poter credere che, se leggessi,
se per lunghe ore leggessi e leggessi,
mi resterebbe alla fine qualcosa
dell'essenziale del mondo, che salirei
per lo meno piu vicino
al Mistero ... E, anche senza raggiungerlo,
almeno lo avrei sfiorato ...
Non fossi tutto un (. .. )
come un bambino che simula di salire
i gradini che ha dipinto per terra ...
O Suspiro do Mundo
Vida, morte,
Riso, pranto
É o manto
Que me cobre.
Natureza,
Amor, beleza,
Tudo quanto
A alma descobre.
O Mistério
Deste mundo
T eu profundo
Olhar leu;
D'além dele-
ATTO PRIMO
Cerra a alma
De pavor!-
Venho eu.
Nada, nad.a
Ja acalrna
Tua dor.
Tu bem sabes
Ser minha voz
Mais atroz
De mudo horror
No que nào diz,
E s6 tu sentes
E compreendes.
Cerra, infeliz
Cerra a (tua) alma
Ao meu pavor!
(Fausto, com os olhos fechados, encolhido na cadeira, tre-
me como que dum grande /rio).
*
O mistério supremo do Universo
O Unico mistério, tudo e em tudo
É haver um mistério do universo,
É haver o universo, qualquer cousa,
É haver haver. 6 forma abstracta e vaga
Que tào corrente haver em mim demora
Que pensar isto é-me no corpo um frio
Que sopra d'além terra e d'além-tfunulo
E vai da alma a Deus.
*
O mistério de tudo
Aproxima-se tanto do meu ser,
C bega aos olhos meus d'alma tào perto
Que me dissolvo em trevas e imerso
Em trevas me apavoro escuramente.
*
ATTO PRIMO
(chiudi l'anima
per il terrore!)
io provengo.
Nulla, nulla
ormai lenisce
il tuo dolore.
Tu sai bene
che la mia voce
è t'iu atroce
di muto orrore
in quel che tace,
e solo tu senti
e intuisci.
Chiudi, o infelice,
chiudi l'anima tua
al mio terrore!
(Faust, con gli occhi chiusi, rannicchiato nella poltrona,
trema come per un gran freddo).
*
n mistero supremo dell'Universo,
l'unico mistero, tutto e in tutto,
è che ci sia un mistero dell'universo,
è che ci sia l'universo, qualcosa,
è che ci sia l'esserci. Oh forma astratta e vaga
in cui questo fluido esserci tanto in me indugia,
pensare questo è come un gelo nel corpo
che soffia d'oltre terra e d'oltre tomba
e va dall'anima a Dio.
*
nmistero di tutto
si avvicina talmente al mio essere,
giunge cosi vicino agli occhi della mia anima
che mi dissolvo in tenebre e avvolto
in tenebre oscuramente mi atterrisco.
*
FAUST 20
*
O pensar, e o pensar sempre
Da-me urna forma intima e( ... )
De sentir, que me torna desumano.
Ja irmanar nào posso o sentimento
Com o sentimento doutros, misantropo
Inevitavelmente e em minha essencia.
ArTO PRIMO 21
*
n pensare, e il pensare sempre
provoca in me una forma intima e( ... )
di sentire che mi rende disumano.
Piu non riesco ad affratellare il sentimento
con l'altrui sentimento, misahtropo
ineluttabilmente e nella mia essenza.
FAUST 22
Vossas cantigas
Sobe em mim um amargor que me estonteia
E me faz odiar e desejar.
Odiar o que e desejar o que?
Nào sei: sei que odeio e que desejo.
F olgai - sin to a ironia d essa vi da -
Danças e cantos e a morte avança ...
Mas que importa? Tendes razao- se tendes!-
Vem a morte e nos leva, e a Vossa vida
Envolvida em inconsciencias fundas
Foi contudo feliz, enquanto a minha ...
Que dizer dela?
Oh horror! horror!
Nao nasce em mim nem sombra de alegria
Longinquo e exilado.
Acabemos com esta vida assim!
Acabemos! o modo pouco importa!
So&er mais ja nao posso. Pois verei -
Eu, Fausto, aqueles que nao sentem bem
Toda a extensao da felicidade
Gaza-la?
Eu que adaptado tenho
A sensaçòes profundas todo o ser
Nao assentir? Ferve a revolta em mim
Contra a causa da vida que me fez
Qual sou. Eu morrerei e deixarei
Neste mundo isto apenas: urna vida
Sem prazer e sem gozo, sem amor,
So imersa em estéril pensamento
E desprezo (... )da humanidade.
*
Perdido
No labirinto de mim mesmo, ja
Nao sei qual o caminho que me leva
Dele à realidade humana e clara
ATTO PRIMO 25
le vostre canzoni,
cresce in me un'amarezza che mi stordisce
e mi fa odiare e spasimare.
Odiare che cosa, e per che cosa spasimare?
Lo ignoro: so che odio e spasimo.
Sollazzatevi- sento l'ironia di tale vita:
balli e canti e la morte incede ...
Ma che importa? Siete nel vero- certo! -,
giunge la morte e ci rapisce, e la vostra vita
awolta in infinite inconsapevolezze
fu tuttavia felice, mentre la mia ...
Che dire di essa?
Oh orrore! orrore!
Lontano ed esiliato,
in me non nasce l'ombra di allegria.
Finiamola dunque con questa vita!
Basta! D modo poco importa!
Soffrir di piu non posso. Vedrò dunque
-io, Faust- godere la felicità
da parte di coloro che non ne conoscono
tutta la misura?
lo, che tutto il mio essere
ho accordato a profonde sensazioni
non le sentirò dunque? Brucia in me la rivolta
contro la causa della vita che mi fece
qual sono. E morirò, e lascerò
in questo mondo solo questo: una vita
senza piacere e godimento, senza amore,
immersa solo in raziocinio sterile
e disprezzo (... ) dell'umanità.
Ma come entrerò mai in quella vita?
lo non nacqui per essa.
*
Perso
nel labirinto di me stesso, piu
non so quale strada mi conduce
da esso alla realtà umana e chiara
FAUST 26
Felicidade, (. .. ) composto
Da sensualidade e infantilismo ...
Como te posso eu ter, felicidade?
*
La loro allegra incoscienza è un'offesa
per me. Il loro riso mi schiaffeggia!
La loro allegria per me è uno sputo in viso!
Ah, con quale odio di spirito e di carne
vomito su tutto quanto, nell'anima umana,
crea feste e danze e canzonette
e fa indossare all'orrore e al dolore intimo di essere
questo mantello di risa naturali.
*
Sua alegria cospe-rne na cara
Pois desde que nasci me exclui da vida.
*
Estou acirna do que agrada aos grandes
Ou aos l cultos l apraz, a sos cornigo
E com o mistério.
Tornei a minha alma exterior a rnirn.
*
É abismadarnente curioso
E trascendenternente negro e fundo
Ver os seres, os entes a mover-se
A rir a (... ), a falar, a (... )
ATTO PRIMO 29
*
La loro allegria per me è uno sputo in viso
poiché fin dalla nascita essa mi esclude dalla vita.
*
Sono oltre ciò che piace ai grandi
o diletta i colti, da solo con me stesso
e col Mistero.
*
È abissalmente strano
e trascendentemente nero e profondo
vedere gli esseri, gli enti che si muovono,
che ridono (. .. ), che parlano, che( ... )
FAUST 30
*
3 man:o I928
Basta che sia breve e transitoria la vita
perché sia sogno. Come a colui che sogna
pesa oscuramente la pena sicura
di doversi svegliare, a me la morte
spaventa piu perché mi ruba il sogno
e mi consegna la realtà,
che in quanto morte. Quante volte( ... )
coscientemente in molti sogni
immersi, ci pesa il dover affrontare
la realtà e il giorno!
Sf, questo mondo con il cielo e la terra,
con i suoi mari e fiumi e montagne,
con i suoi arbusti, uccelli, bestie, uomini;
tutto ciò che l'uomo, con traslata arte
di un'altra arte divina, esegue
(case, città, cose, abitudini):
questo mondo che riconosco un sogno,
che amo come un sogno, e che, perché è un sogno
non vorrei lasciare mai, e perché è sicuro
che dovrò !asciarlo e veder la verità,
mi attanaglia la gola con un orrore oscuro
il pensiero dell'ora inevitabile,
e la verità della morte mi affligge.
Potessi io, oh sf, potessi, eternamente
estraneo al vero essere del mondo,
vivere sempre questo sogno che è la vita!
Anche se espulso dalla divina essenza,
FAUST 32
Ficçào fingindo, va mentira eterna,
Alma-sonho, que eu nunca despertasse!
Suave me é o sonho, e a vida porque é sonho.
Temo a verdade e a verdadeira vida.
Quantas vezes, pesada a vida, busco
No seio materna! da noite e do erro,
O alivio de sonhar, dormindo; e o sonho
Urna perfeita vida me parece ...
Perfeita porque falsa, e porventura
Porque depressa passa. E assirn é a vida.
*
Nào é o horror à morte porque raie
Nela o mistério em mirn, nem venha nela
Ou a acabar-me, ou o continuar-me,
Que em qualquer cousa horrenda de diversa,
Para um pavido outro-eu me transmigrando,
Me anule para um Mais que me apavora.
Nào. Nao é na minha alma que /os sineiros
Rebatem medos/ pelo que hei-de ser.
É a minha carne que em minha alma grita
Horror à morte, carnalmente o grita,
Grita-o sem consciencia e sem proposito,
Grita-o sem outro modo do que o medo,
Um pavor corporado, um pavor frio
Como urna névoa, um pavor de todo eu
Subindo à tona intelectual de mirn.
Nào temo a morte como qualquer cousa
Que eu veja ou ouça, mas como quem teme
Quando nào sabe o que é que teme, e teme.
*
Condenados sem fim ao erro eterno.
Porque nao sera isto a realidade?
Porque nào ha-de ser, fantasma eterno,
O abstracto e inUmero velado mundo,
Sempre velado e abstracto, a sua propria
1\TTO PRIMO 33
finzione che finge, vana menzogna eterna,
anima-sogno, non svegliarmi mai!
Soave mi è il sogno, e la vita perché è sogno.
Temo la verità e la vera vita.
Quante volte, essendo greve la vita, cerco
nel seno materno della notte e dell'errore,
il sollievo di sognare, dormendo; e il sogno
mi sembra una perfetta vita ...
Perfetta perché falsa, e forse
perché passa in fretta. E cosi è la vita.
*
Non provo l'orrore della morte perché in essa
il mistero per me s'illumini, oppure perché porti
il mio annientamento, la mia continuità,
o il fatto che in una diversità orribile,
trasmigrando verso un pavido altro-me,
mi annulli in un Piu che mi spaventa.
No. Non è nella mia anima che le campane
suonano paure per ciò che sarò.
È la mia carne che nella mia anima grida
orrore alla morte, lo grida carnalmente,
senza coscienza e senza proposito,
lo grida soltanto attraverso la paura,
un terrore fatto corpo, un terrore freddo
come una rabbia, un terrore di tutto me stesso
che sale alla superficie intellettiva di me.
Non temo la morte come qualcosa
che veda o senta, ma come chi teme
quando non sa ciò che teme, e teme.
*
Condannati senza fine all'eterno errore.
Perché non dovrebbe essere questa la realtà?
Perché non dovrebbe essere un eterno fantasma,
l'astratto e innumerevole velato mondo
sempre velato e astratto? E la sua stessa
FAUST 34
Unidade urna imprecisao,
Um todo indefinido, e mais que um todo
Onde a verdade e o erro, pontos fixos,
Nada sejam senao um maior erro?
*
O que é haver haver? Porque é que o que é
É isto que é? Como é que o mundo é mundo?
Ah, o horror de pensar, como que subito
Desconhecer onde estou.
*
Num atordoamento e confusao
Arde-me a alma, sinto nos meus olhos
Um fogo estranho, de compreensao
E incompreensao urdido, enorme.
Agonia e anseio de existencia
Horror e dor, agonia sem firn!
*
Sonho feito do horror do pensamento,
Informe e h6rrido, para sempre
Longe de mim vossa lembrança /horriveV!
*
T alvez que Deus nao seja real e exista,
T alvez nao seja Deus e exista, e seja
Como n6s o pensamos Deus p'ra n6s.
LUCIFER
Como quando o mortai, que a terra habita,
Aprende que esse céu todo estrdado
É cheio de outros mundos, na infinita
Pluralidade do criado,
E um abismo se lhe abre ne consciencia
ATTO PRIMO 35
unità un'imprecisione,
un tutto indefinito, anzi, un tutto
dove la verità e l'errore, punti fissi,
non siano altro che un maggiore errore?
*
Cosa significa che ci sia l'esserci? Perché ciò che è
è ciò che è? Com'è che il mondo è mondo?
Ah l'orrore di pensare come un improvviso
non sapere dove sono.
*
In grande turbamento e confusione
mi arde l'anima, sento nei miei occhi
un fuoco strano, tessuto di comprensione
e incomprensione, enorme.
Agonia e ansia di esistenza,
orrore e dolore, agonia senza fine!
*
Sogno fatto dell'orrore del pensiero,
informe e orrido, via da me
per sempre il tuo orribile ricordo!
*
Forse Dio non è reale ma esiste,
forse non è Dio ma esiste; ed è
come noi lo pensiamo, Dio per noi.
LUCIFERO
Come quando il mortale, che sulla terra dimora,
apprende che il cielo pieno di stelle
è di altri mondi popolato, nell'infinita
pluralità del creato,
e un abisso gli si apre nell'anima
FAUST
*
A vida é ma e o pensamento é mau,
Mas eu temo com mudo e intimo horror
A morte, pois concebo-lhe como essencia,
Olhando-a do movimento e (... ) da vida,
Urna monotonia niio sei qual,
Cujo pressentimento desvaria
O meu incoerente pensamento.
*
La vita è crudele e cosi è il pensiero,
ma io pavento coh muto e intimo orrore
la morte, perché concepisco come sua essenza,
guardandola dal movimento e (... ) dalla vita,
una monotonia indefinibile
il cui presentimento smarrisce
il mio pensiero incoerente.
lnterrupçào da determinaçào
E lférrea l lei do mundo.
Gorgias, antigo Gorgias, que dizias
Que se alguém algum dia compreendesse,
Atingisse a verdade, nào podia
Comunica-la aos outros- ja entendo
O teu profundo e certo pensamento
Que ora nào compreendia. T enho em mim
A Verdade sentida e compreendida,
Mas fechada em si mesma, que nào posso
Nem pensa-la. Senti-la ninguém pode.
Cada homem tem em si - eu chego a crer
E tu Platiio sonhaste-o - a verdade,
Sem consciencia de a possuir.
Pois o inanalisado sentimento
E inanalisavel, de viver,
De existir, da existencia, e do lexistente l
Niio tem em si verdade? Pois o Ser
Mesmo na inconsciencia niio é Ser...
Mas inconsciencia como? Nada sei.
Eu quero desdobrar em conhecidos
A unidade da verdade que eu
Possuo dentro em mim e certa sinto,
E ela nào pode assim ser desdobrada.
Negro horror d'alma! Ah como estou so!
No isolamento negro de quem pensa
E além naquele de quem sabe
E nada dizer pode!
Como eu desejaria bem cerrar
Os olhos - sem morrer, sem de scansar,
Nem sei como - ao mistério e à verdade,
E a mim mesmo- e niio deixar de ser.
Morrer talvez, morrer, mas sem na morte
Encontrar o mistério face a face.
SO, tiio so! Olho em torno e vejo o riso,
As lagrimas (. .. ) e n iio percebo
Qual a essencia e( ... ) disso tudo.
Sinto-me alheio pelo pensamento,
ATTO PRIMO
*
UMA VOZ
Silente, medonho,
Embebido em sonho
Sombrio e profundo
É o mistério do mundo.
A'ITO PRIMO 45
*
UNA VOCE
Silente, terrifico,
imbevuto di sogno
oscuro e profondo
è il mistero del mondo.
FAUST
SEGUNDA VOZ
Tecido de horrores,
Mordido de dores
Agudas de medo,
É do mundo o segredo.
TERCEIRA VOZ
Submerso
É o Ser do universo.
UMA VOZ DOLORIDA
Mesmo que além do mundo (. .. ) niio seja
Ainda assim ha·de sonho e dor,
Boca que ri, o labio que beija
Seu 6dio ter, ter o seu horror.
Nem s6 além do mundo ha tristeza,
Silente horror o mistério tem,
Nem que humilde e com singeleza
Seja aqui DOR como HORROR além.
Ha muita voz - ouvi com espanto -
A quem da o mundo (... )de chorar
Niio s6 pensar tiio triste o canto,
Basta viver, l para soluçar l.
CRISTO
A sonhar eu venci mundos,
Minha vida um sonho foi.
Cerra teus olhos profundos
Para a verdade que d6i.
A llusiio é miie da vida:
Fui doido e tido por Deus.
S6 a loucura incompreendida
Vai avante para os céus.
Cheio de dor e de susto
T oda a vida delirei,
E assim fui ao céu sem custo,
ATTO PRIMO 47
KECONDA VOCE
Tessuto di orrori,
trafitto da dolori
acuti di spavento
è il segreto del mondo.
TERZA VOCE
Sommerso
è l'Essere dell'universo.
l1NA VOCE DOLENTE
Anche se oltre il mondo (. .. ) non sia,
anche cosi sogno e dolore,
bocca che ride, labbra che baciano,
avranno il loro odio e il loro orrore.
Non solo oltre il mondo c'è tristezza
e silente orrore il mistero possiede;
seppure umile, seppure modesto,
è qui DOLORE come o/tre è ORRORE.
Ci sono molte voci, sentite con meraviglia,
alle quali dà il mondo (. .. ) di piangere;
non solo pensare cosi triste il canto,
basta vivere per singhiozzare.
CRISTO
Sognando ho vinto mondi,
la mia vita fu un sogno.
Chiudi i tuoi occhi profondi
alla verità che fa male.
l'illusione è madre della vita:
fui pazzo e creduto Dio.
Solo la follia incompresa
può salire verso il cielo.
Pieno di dolore e di spavento
delirai per tutta la vita,
e cosi ascesi al cielo facilmente
FAUST
BUDA
O meu sonho foi incompleto
Por isso eu compreendi
Que sofrer é o nome do trajecto
Que o mundo faz de si a si.
GOETHE
Do fundo da inconsciencia
Da alma sòbriamente louca
Tirei poesia e ciencia
E niio pouca.
ATTO PRIMO 49
c: mi è mistero la mia ascensione.
Il mio egoismo e la mia indolenza
generarono un amore lacrimoso;
di essere Dio ebbi la cupidigia,
dimmi tu se son Dio o non lo sono.
1\UDDA
n mio sogno fu incompleto.
Per questo io compresi
che soffrire è il nome del percorso
che il mondo fa da sé a sé.
<;OETHE
Dal fondo dell'incoscienza
dell'anima sobriamente folle
trassi poesia e scienza
e non poca.
FAUST 50
Maravilha do inconsciente!
Em sonhos sonhos criei
E o mundo at6nito sente
Como é belo o que lhe dei.
SHAKESPEARE
E é loucura a inspiraçao!
VOZES
S6 a loucura é que é grande!
E s6 eia é que é feliz!
E o sentimento de que a vida passa
E o senti-la a passar
Torna em mim tal intensidade
De desolado e confrangido horror
Que a esse proprio horror, horror eu tenho,
Por ele e por senti-lo, e por senti-lo
Como tal.
Feliz a human.idade que, a nào ser
Em momentos febris e desolados,
Nao sente o esvair da existencia
(E ha quem a sinta com tristeza imensa)
Mas eu ... eu nao a sinto fugir-me,
Penso-a a fugir-me e em lugar de tristeza
S6 esse horror é meu, silente e fundo.
*
Cantos, sois sombras da minha alma. T odos
Sois ilusoes; minha alma canta em v6s
Pedindo esse descanso que nào tem.
Fugir de mim nào posso.
VOZ LiMPIDA
Venho d'além das estrelas,
Sou mais bela do que elas,
Cantar-te, Fausto,
A'ITO PRIMO
Meraviglia dell'incosciente!
In sogno sogni creai
e il mondo attonito sente
quanto è bello ciò che gli diedi.
SliAKESPEARE
È follia l'ispirazione!
VOCI
Solo la follia è grande!
E solo la follia è felice!
n sentimento della vita che passa
e il sentirla passare
prende in me tale intensità
di desolato e avvilito orrore
che di tale orrore io ho spavento,
per lui, e perché lo sento:
e perché lo sento come tale.
Felici gli uomini che, a parte momenti
febbrili e desolati,
non sentono lo svanir dell'esistenza
(ma c'è chi lo sente con tristezza immensa).
Ma io ... io non la sento fuggire,
penso solo che fugge e invece che tristezza
provo solo paura silente e fonda.
*
Canti, siete ombre della mia anima. Tutti
siete illusioni; la mia anima canta in voi
chiedendo quella quiete che non ha.
Fuggire da me non posso.
VOCE LIMPIDA
Vengo da oltre le stelle,
sono piu bella di esse,
per cantarti, Faust,
FAUST
OUTRA
Eu chorarei sobre ti
Lagrimas de redençào.
Os meus cabelos compridos
Em que tantos envolvi
Tua face envolverào.
llN'ALTRA VOCE
Piangerò su di te
lacrime di redenzione.
I miei lunghi capelli
che tanti hanno awolto
awolgeranno il tuo volto.
A INOC:@.NCIA PERDIDA
Tinha um campo alegre,
Mas no ardor da febre
Devastei-o, e entao
Semeei-lhe arnores
E nasceram flores
De desilusiio.
IINA VOCE
Dormi, grande inconsolabile
della vita, nell'oscurità.
Non piangere, ché niente è stabile ...
Non senti la mia mano
calma sulla tua fronte?
Dormi, e che la notte ti racconti
illusioni per il tuo cuore!
L'INNOCENZA PERDUTA
Avevo un campo pieno di speranza
ma nel delirio della febbre
lo devastai, e allora
lo seminai di amori
e vi nacquero fiori
di delusione.
FAUST
*
Sou mais que o SER que transcende
Criatura e Criador.
Se esse SER ninguém entende,
l Ele l a mim e ao m eu horror
Menos. Vida, pensamento,
Tudo o que nem se adivinha ...
f: tudo como um momento
Numa etemidade minha.
*
Sono piu dell'ESSERE che trascende
Creatura e Creatore.
Se nessuno quell'ESSERE intende,
ancor meno esso intende me
e il mio orrore. Vita, pensiero,
tutto quanto neppure si indovina ...
Tutto è come un momento
in una mia eternità.
*
Concordar nao posso
Ero que alguém mais do que eu tenha sentido
O mistério completo do universo
Completo e profundo.
*
Às vezes passam
Ero mim relampagos do pensamento
Intuitivo e aprofundador
Que angustiadamente me revelam
Momentos dum mistério que apavora;
Duvidosos, deslembrados, confrangem-me
De terror que entontece o pensamento
E /vagamente/ passa, e o meu ser valve
Aescuridao e ao menar horror.
No sangue frio que nas veias minhas
Gira, no ar que sorvo, luz que vejo,
Circula, entra, nada-me urna dor;
E eu talvez à ternura outrora afeito
(Se o pensamento me nao dominasse),
Sinto - como nao sei - a alma mirrada
l E p alida no ser l.
*
Non posso accettare
che qualcun altro abbia sentito
il mistero completo dell'universo
completo e profondo.
*
A volte passano
in me lampi del pensiero
esploratore e intuitivo
che con angoscia mi rivelano
momenti di un terrifico mistero;
incerti, dimenticati, mi conturbano
di un terrore che onnubila il pensiero
e vagamente passa e il mio essere ritorna
all'oscurità e a un orrore minore.
*
Caminhamos sobre abismos
Ai de quem o sente. A noite, urna noite funda
Cerca-nos, ai de quem conhece
Como eia é funda, como é inescrutavel.
Pulsam-me as veias
Alucinadamente e um terror novo
Obtém-me, o terror de mim mesmo.
*
Quanto mais clara
Vejo em mim, mais escuro é o que vejo.
Quanto mais compreendo mais,
Menos me sinto compreendido.6 horror
Da vi da paradoxal deste pensar ...
*
Tudo é mistério e o mistério é tudo.
Tudo é mais que ilusao; o proprio sonho
Do universo transcende-se a si mesmo
E a compreensao, ao penetrar
Escuramente a essencia da ilusao,
Fica sempre aquém mesmo do ver bem
O quanto tudo é ilusao e sonho,
E quanto o proprio pensamento fundo
Se ilude na desilusiio falaz
E no desiludir-se dele mesmo.
*
A Consciencia de existir, a/raiz/
Do ilimitado, omnimodo mistério
AITO SECONDO
*
Camminiamo su abissi.
Guai a chi lo sente. La notte, una notte fonda
ci 2irconda, guai a chi conosce
quanto essa è fonda, quanto è imperscrutabile.
Mi pulsano le vene
allucinatamente, e un terrore nuovo
mi prende, il terrore di me stesso.
*
Quanto piu chiaro
in me, piu oscuro è ciò che vedo.
Quanto piu comprendo,
meno mi sento compreso. O orrore
della vita paradossale di questo pensare ...
*
Tutto è mistero e il mistero è tutto.
Tutto è piu che illusione; lo stesso sogno
dell'universo trascende se stesso
e la comprensione, nel penetrare
negramente l'essenza dell'illusione,
resta sempre al di qua perfino del capire
quanto tutto è illusione e sogno,
e quanto lo stesso pensiero profondo
si illude nella delusione fallace
e nella delusione di se stesso.
*
La Coscienza di esistere, la radice
dell'illimitato, multiforme mistero
FAUST 68
Que tem tronco de Ser, folhas de vi da
Flores de sentimento e sofrimento
E frutos do pensar, podres depressa.
*
Cidades, com seus comércios (. .. )
Tudo é mesmamente estranho, mesmamente
Descomunal ao pensamento fundo
Estranhamente incompreendido.
T udo é mistério, tu do é transcendente
Na sua complexidade enorme,
Um raciodnio visionado e exterior,
Urna ordeira misteriosidade,
Silencio interior cheio de /som/.
*
Dois horrores
Me esmagam, cada um dos quais parece
O maior dos horrores que ha maiores:
Um, o horror da morte, outro, o horror
De nao poder evitar encontrar
Esse horror- ter que morrer. Dois ...
Dois s6 horrores? Nao. A roda destes
Giram milhares, interpenetrantes,
Complexos, uns dos outros produzidos
E nessa treva hedionda, nesse inferno
Que me tem lugar n'alma o pensamento
E o sentimento, horrorosamente
Conscientes e agudos cambaleiam,
1\ 1"1'0 SECONDO
•
Città, con i loro commerci( ... )
Tutto è ugualmente strano, ugualmente
mostruoso per il pensiero fondo
stranamente incompreso.
Tutto è mistero, tutto è trascendente
nella sua enorme complessità,
un raziocinio vagheggiato e esterno,
una ordinata misteriosità,
silenzio interno pieno di suono.
*
Due gli orrori
che mi schiacciano, ciascuno dei quali sembra
il piu grande dei piu grandi orrori:
uno è l'orrore della morte, l'altro è l'orrore
di non poter evitare di incontrare
quell'orrore: il dover morire. Due ...
Soltanto due orrori? No. Intorno ad essi
ne pullulano migliaia, complessi, che si compenetrano,
che scaturiscono gli uni dagli altri,
e in queste tenebre schifose, in quell'inferno
che mi abita l'anima, il pensiero
e il sentimento, terribilmente
coscienti e acuti barcollano,
FAUST
*
Mais que a existencia
É um mistério o existir, o ser, o haver
Um ser, urna existencia, um existir-
Um qualquer, que nao este, por ser este-
Este é o problema que perturba mais.
O que é existir - niio n6s ou o mundo -
Mas existir em si?
*
1-3-1909
So urna cousa me apavora
A esta hora, a toda a hora:
É que verei a morte frente a frente,
Inevitavelmente.
Ah, este horror, como poder dizer?
Nao lhe poder fugir! Nao pode-lo esquecer!
Piu dell'esistenza
è un mistero l'esistere, l'essere, l'esserci
un essere, un'esistenza, un esistere-
uno qualsiasi, che non sia questo perché
è questo - ecco il problema piu perturbante.
Cos'è l'esistere- non noi o il mondo-
ma l'esistere in sé?
1• marzo 1909
I' AlJST
Che eu possa sempre capire cosi,
cnme tutti coloro che sono esistiti
escluso uno.
l VI CE NTE] Cristo?
11AIJST Cristo? Chi è Cristo?
Ah , ridi, ridi, di questa disattenzione,
di questa mia domanda, cosf alieno
io vivo, nel mio vedere e sentire
trasformato; lasciamo stare, poiché ricordo
qualcosa a cui puoi rispondere.
Dimmi cosa pensi
dell'orgoglio? Di re, di imperatori,
di principi della terra e del loro orgoglio?
Che ne pensi?
lvtcENTE] Dell'orgoglio? Lo giudico vano.
I' AUST
Vano ogni orgoglio?
[VlCENTE] Qualunque orgoglio.
Cosi mi hanno insegnato, cosi penso
e cosi mi sembra ragionevole.
JlAUST
Ma l'orgoglio del genio, di colui che sente
che l'illusione dell'esistere, definita
in misteri e abissi e visioni
si specchia nello spirito cupo?
E quest'orgoglio?
( VICENTE) ll talento è un dono di Dio.
Non so che orgoglio ci sia nel possederlo
come se fosse una cosa prodotta
da lui stesso. Perché volevate saperlo?
FAUST
Io? No. U talento è un dono di Dio.
E l'orgoglio non è un dono di Dio?
[VICENTE]
Puro pensiero umano che è nato
dalla vana contemplazione, come potrei dire? ...
dall'ammirazione di se stesso? Io,
FAUST
*
Quem sabe se morrendo eu passarei
Apenas para outro grau de ignorancia
Outra forma do mesmo atroz mistério,
Outro e novo mistério e enfim o mesmo?
Se noutra espécie de outra terra eu for
Continuar a ignorancia e o medo
Do Essencial? Assiro deve ser
Porque a verdade deve ser o mais
Profundo que se pensa e nao o menos
E, /fora do absurdo,/ o mais absurdo ...
*
Chissà se morendo io passerò
soltanto a un altro grado di ignoranza,
a un'altra forma dell'egual mistero atroce,
mistero altro e nuovo, ma poi lo stesso?
Se in altra specie di altra terra andrò
a continuare l'ignoranza e la paura
dell'Essenziale? Cosi dev'essere,
perché là verità dev'essere il pensiero
piu profondo e non il piu superficiale,
il piu inspiegabile,
e, fuori dell'assurdo, il piu assurdo ...
Ah non morire e non morire mai, seppure
avessi il corpo tormentato dal dolore
FAUST
*
... Deus
FAUSTO
Nao descreio de Deus, passei p'ra além ...
Um dia, meditando
Urna ideia espontanea e horrorosa
Como wn vulto supremo sem ter vulto,
Surgiu no fundo do meu pensamento ...
Como a noite corporizada, e o medo
Vestindo-a, e( ... )
Apareceu-me Deus em esqueleto ...
Tudo despira do seu corpo /ideai/
Mas mesmo de mais do que inatingfvel.
Nao de infinito s6, de inatingfvel,
Até ao fundo do seu ser abstracto
O meu ser despi, e eu vi o( ... )
Esqueleto (... ) do Mistério .. .
O informe tomou forma dentro em mirn ...
Ah inda hoje, se relembro, sinto
Como um medo no longe, un pavor negro
Nao em mirn, mas em todo o Universo,
Um arrepio pelas estrelas fora
~l'n l SECONDO 81
*
... Dio
IAUST
Non rinnego Dio, sono ormai oltre ...
Un giorno, meditando,
un'idea spontanea e terribile,
come un volto supremo senza volto,
apparve nel fondo dei miei pensieri ...
Come la notte materializzata e vestita
di paura, e (. .. )
Dio mi apparve quale scheletro ...
Aveva spogliato il suo corpo ideale
non solo di infinito, di irraggiungibile,
ma di piu dell'irraggiungibile.
Fino al fondo dell'astrazione
spogliai l'essere mio, e vidi lo (. .. )
Scheletro (... ) del Mistero ...
L'informe prese forma dentro di me ...
Ah, ancor oggi, ricordando, sento
una sottile paura in lontananza, un terrore nero
non in me, ma in tutto l'Universo,
un brivido che attraversa le stelle
FAUST
*
Quanto mais fundamente penso, mais
Profundamente me descompreendo.
O saber é a inconsciéncia de ignorar,
Mesmo quem sabe muito nada sabe.
Quanto mais fundamente penso, sirn,
Mais fundamente me sin t o ignorar,
Mais fundamente sinto alguma coisa
Além do que profundamente penso.
E é isto que dizer me faz: eu penso
Profundamente.
*
EmMim
6-II-!912
*
Quanto piu profondamente penso,
piu profondamente mi disconosco.
Il sapere è l'incoscienza di ignorare;
anche chi sa molto niente sa.
*
In Me
6 novembre 1912
*
(a/ter useless discussion)
Ah qualquer cousa,
Ou sono ou sonho, sem doer isole
O meu ja isolado coraçao!
Se as palavras que eu diga nunca podem
Levar aos outros mais do que o sentido
Que essas palavras neles tem, e eu
Fico fora do que digo, oculto nele,
Como o esqueleto nesta carne minha,
Invisivel apoio do visivel,
Diferente e essencial ...
*
111/ter useless discussion)
*
SUSPIRO DO MUNDO
Tremo de meda:
Eis o segredo abetto.
Além de ti
Nada ha, decetto,
Nem pode haver:
Além de ti
Que nao tens essencia
Nem tens existencia
E te chamas s6 SER.
Oh
Nada pode haver!
*
Nos vastos céus estrelados
Que além de espaços estao,
I(SISTENZA
Vaga nozione astratta,
lo sono piu di te!
In me si vede nudo
(e nessuno lo capisce)
il Mistero (. .. ) crudo
che hanno la vita e il mondo.
*
SOSPIRO DEL MONDO
Tremo di paura:
ecco aperto il segreto.
Oltre a te
nulla c'è di sicuro,
né può esserci:
oltre a te
che non hai essenza
e non hai esistenza
e ti chiami solo ESSERE.
Oh,
nulla può esserci!
*
Nei vasti cieli stellati
che stanno oltre gli spazi,
FAUST
Eternamente excluidos
Uns dos outros, cada um
É universo.
Mundo dentro de mundos
Infinidades variadas,
Abismos muitos, sem fundo
( ... )
\!-:CONDO INTERMEZZO 93
sotto il governo di fati
che nessuno sa quel che sono,
ci sono sistemi infiniti,
astri centri di mondi loro,
Eternamente esclusi
gli uni dagli altri, ciascuno
è un universo.
Mondo dentro altri mondi,
Ùlfinità variate,
molti abissi senza fondo
(. .. )
Atto terzo
Niio sei de que maneira a sucessiio
Dos dias tem achado este meu ser
Que a si mesmo se tem ignorado.
*
Sinto horror
A significaçào que olhos humanos
Contem;
ATTO TERZO 99
non pesa tanto la responsabilità e( ... )
quanto a me l'esistere. Mi pesa piu
di una volta, ma- come lo so?-
meno misteriosamente,
meno intimamente. Sono piu spento
e il mio antico dolore perenne
è piu nascosto in me da me stesso
e io, non so come, sono meno isolato
solo da me stesso, perduto (... )
L'ultimo riparo, orribile e (... )
ma con un tetto.
Mi sento come nudo e esiliato
fra cose estranee e (. .. )
*
Provo orrore
per il significato racchiuso
in occhi umani;
FAUST IOO
*
Diferentemente o mesmo
Ligado a um meu passado estranho e vago
Por um negrume e continuar de dor.
*
Ha entre mirn e o real um véu
A propria concepçào impenetravel.
Nào me concebo amando, combatendo,
Vivendo como os outros. Ha em mim, intima,
Urna impossibilidade de existir
De que abortei, vivendo.
*
T udo transcende tudo
E é mais real e menor do que é.
Sinto-me perturbado
E a consciencia da perturbaçào
Mais me perturba.
*
Uguale in maniera diversa
legato al mio passato strano e vago
da un'oscurità e un prolungarsi del dolore.
*
C'è fra me e il reale un velo
allo stesso pensiero impenetrabile.
Non mi concepisco ad amare, a lottare,
a vivere con gli altri. C'è in me, intima,
un'impossibilità di esistere
di cui ho abortito vivendo.
*
Tutto trascende tutto
ed è piu reale e piu piccolo di quello che è.
Mi sento turbato
e la coscienza del turbamento
mi turba ancor di piu.
*
Montanhas, solidoes, objectos todos,
Ainda que assim eu tenha de morrer,
Revelai-me a vossa alma, isso que faz
Que se me gele a mente ao perceber
Que realmente existis e em verdade,
Que sois facto, existencia, cousas, ser.
*
De vez em quando surge-me nos labios
Urna cançào de amor e, instintivo,
Nela choro urna amada mona. Sim.
É a noiva eterna mona de um eu
ATTO TERZO 103
*
Montagne, solitudini e ogni oggetto,
sebbene io debba morire
rivelatemi la vostra anima, in modo
che la mente mi si geli nel capire
che in effetti esistete veramente,
che siete fatti, esistenza, cose, esseri.
*
Ogni tanto mi affiora alle labbra
una canzone d'amore, e per istinto
piango un'amata morta. Si,
è l'eterna sposa morta
FAUST !Il~
*
Tivesse eu mil parentes ou cercado
Fosse de amigos, camaradas mil,
Eu estaria tao so como hoje estou.
*
Horror! Nao sei ser inconsciente
E tenho para tudo, do que é horn
À inconsciencia, o pensamento aberto,
Tornando-o impossivel.
*
Anche se avessi mille parenti o fossi
circondato da mille amici o da compagni,
io sarei solo come oggi sono.
*
Orrore! Non so essere incosciente,
e rendendolo impossibile
ho il pensiero aperto per tutto ciò
che serve ad essere incoscienti.
*
Ha entre mim e a humanidade um golfo,
E esse golfo esta dentro do meu ser.
*
O horror de me sentir viver,
De me sentir um sonho ante outros sonhos ...
Horroroso sonhar, o horror de ver-me
Mais que ignorante do que é isto tudo.
*
O 6nico mistério no universo
É haver um mistério do universo.
Sirn, este sol que sem querer ilumina
A terra e as arvores, e as estaçòes todas;
As pedras em que eu piso, as casas brancas,
Os homens, o convivio humano, a hist6ria,
AlTO TERZO
*
Fra me e l'umanità c'è un golfo,
e quel golfo è dentro il mio essere.
*
L'orrore di sentirmi vivere,
di sentirmi un sogno in mezzo ad altri sogni ...
Orribile sognare, l'orrore di vedermi
del tutto ignaro di ciò che è tutto questo.
*
L'unico mistero dell'universo
è che ci sia un mistero dell'universo.
Si, questo sole che senza volere illumina
la terra e gli alberi, e tutte le stagioni;
le pietre su cui cammino, la case bianche,
gli uomini, la convivenza umana, la storia,
FAUST IlO
*
Temo a verdade.
Ignorar é amar. Toda esta terra,
Estes montes (... ) nào os amara tanto
Se soubera o que sào, e enfim os vira
Como os nào vejo. Pudesse eu sem termo
Gozar, sofrendo embora a ilusào
Sem que a quebrasse. Como sào tristes
Os sonhos meus, inda que lhes pese,
S6 porque sonhos sào, que nào a vida,
Assim serem. [?]
*
So a inocencia e a ignorancia sào
Felizes, mas nào o sabem. Sào-no ou nào?
Que é ser sem no saber? Ser, como pedra,
Um lugar, nada mais.
*
ATI'O TERZO III
*
Temo la verità.
Ignorare è amare. Tutta questa terra,
questi monti (... ) non li avrei amati cosi tanto
se avessi saputo ciò che sono, e li avessi visti
come non li vedo. Potessi io senza fine
avere piacere, anche se fosse un'illusione,
senza romperla. Quanto sono tristi
i sogni miei, anche se soffrono
(solo perché sono sogni e non la vita)
di essere cosi.
*
L'innocenza e l'ignoranza sole son felici
e non lo sanno. Lo sono oppure no?
Cos'è essere senza saperlo? Essere, come un sasso,
un luogo, nient'altro.
*
FAUST 112
*
O horror metaffsico de Outrem!
O pavor de urna consciencia alheia,
Como um deus a espreitar-me! Quero me dera
Ser a Unica consciencia animai
Para nao ter olhares sobre mim!
Dos olhos de cada um me fita, vivo,
O mistério de ver; e o horror de verem-me
Abisma-me.
Nao posso conceber-me outro, ou pensar
Que a consciencia que de miro é gémea
Possa ter outra forma, e um conteudo
Diferentemente diferente. S6 vejo
Homens, bichos, as feras e as aves,
Horrivelmente vivas e fitando.
Sou como um Deus supremo que se houvesse
Reconhecido ero miro o 6nico,
E a cujo olhar infunero se abeira
O horror de mais inllineros olhares.
Ah, se em miro se reflecte o transcendente
Brilho além de Deus!
*
Quando se amam, vfvidos,
Dois seres juvenis e naturais,
Parece que harmonias se derramam
Como perfumes pela terra em fior.
Mas eu, ao conceber-me amando, sinto
Como que um gargalhar h6rrido e fundo
Da existencia em mirn, como ridiculo
E desusado no que é natural.
Nunca, senao pensando no amor,
Me sinto tao longinquo e deslocado,
Tao cheio de 6dios contra o meu destino
De raivas contra a essencia do viver.
ATTO TERZO 117
*
L'orrore metafisico di Altrui!
n terrore di una coscienza altra
come un dio che mi spia! Fossi almeno
l'unica coscienza animale
per non avere sguardi su di me!
Dallo sguardo di ognuno mi fissa, vivo,
il mistero del vedere; e l'orrore che mi vedano
mi sprofonda in un abisso.
Non posso concepirmi altro né p_ensare
che la coscienza che è mia gemella
possa avere un'altra forma, e un contenuto
diversamente diverso. Vedo solo
uomini, bestie, belve e uccelli
orribilmente vivi e che guardano.
Io sono come un Dio supremo che si fosse
riconosciuto in me l'unico
e sul cui sguardo si affaccia innumerevole
l'orrore di altri innumerevoli sguardi.
Ah, se in me si riflette il trascendente
scintillio oltre Dio!
*
Quando si amano, con vita,
due esseri giovani e naturali
sembra che armonie si effondano
come profumi sulla terra in fiore.
Ma io, se amante mi immagino,
sento come uno sghignazzare orrido e fondo
dell'esistenza in me, come ridicolo
e desueto in ciò che è naturale.
Mai, se non pensando all'amore,
mi sento tanto lontano e fuori posto,
e pieno d'odio contro il mio destino,
di rabbia contro l'essenza della vita.
FAUST
*
Vendo passar amantes
Nem propriamente inveja ou odio sinto,
Mas um rancor e urna aversao imensa
Ao universo inteiro por conte-las.
*
Seria doce amar, cingir a mim
Um corpo de mulher, mas fixo e grave
E feito em tudo transcendentalmente.
O pensamento impede-me e confrange-me
Do terror de ter perto e comungar
Em sensaçao ou ser com outro corpo.
Gelada mào misteriosa cai
Sobre a imaginaçào que nem em si
Me pode amando conceber.
*
(A desilusao de Fausto é de tres espéàes: r) verifica, no fac-
to de que Maria o ama em parte sem saber porque e em par-
te por qualidades que lhe supoe e ele nao tem, que o amor é
coisa que nao se pode querer compreender e entre o qual e
ATTO TERZO 119
*
Se vedo passare amanti
non proprio odio o ,.invidia sento, .
ma un rancore e un unmensa avverstone
all'universo intero che li contiene.
*
Dolce sarebbe amare, cingere
un corpo di donna, ma &eddo e grave
e tutto fatto trascendentalmente.
Mi trattiene e mi affligge il pensiero
del terrore di aver vicino e comunicare
per sensazioni o nell'essere con un altro corpo.
V na &edda mano misteriosa
cade sull'immaginazione che neppure
mi può concepire come amante.
*
(La delusione di Faust è di tre ordini: r) egli si rende conto,
dato che Maria lo ama in parte senza sapere perché e in
parte per certe qualità che gli attribuisce e che egli non ha,
che l'amore è incomprensibile e che fra lui e l'amore c'è un
FAUST 120
MARIA
Amo como o amor ama.
Nao sei razio pra amar-te mais que amar-te.
Que queres que te diga mais que te amo,
Se o que quero dizer-te é que te amo?
Nao procures no meu coraçao ...
MARIA
Amo come l'amore ama.
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo,
se ciò che ti voglio dire è che ti amo?
Non cercare od mio cuore ...
FAUSTO
Compreendo-te tanto que niio sinto.
Oh coraçao exterior ao meu!
Fatalidade filha do destino
E das leis que ha no fundo deste mundo!
Que és tu a mim que eu compreenda ao ponto
De o sentir ... ?
MARIA
Para que queres compreender
Se dizes qu'rer sentir?
*
FAUSTO Reza por mim!
Reza por mim! A mais niio me entemeço.
S6 por mim mesmo sei entemecer-me
Sob a ilusiio de amar e de sentir
Em que forçadamente me detive.
Reza por mim, por mirn! Eis a que chega
A minha tentativa a querer amar.
*
FAUSTO
Reza por mim Maria
MARIA
(Rezo por ti? Sim rezarei. Mas o que tens?)
FAUSTO
Reza por mim e diz a Deus (... )
Reza por mim, Maria, e eu sentirei
Urna calma d'amor sobre o meu ser,
Como o luar sobre urn lago estagnado,
A faze-lo um milagre de beleza.
Reza por mim e diz: Oh Deus, meu Deus,
A'ITO TERZO
FAUST
Ti comprendo cosi tanto che non ti avverto.
Oh cuore esterno al mio cuore!
Fatalità figlia dd destino
e delle leggi che vigono negli abissi dd mondo!
Cosa sei tu per me che io comprendo fino
a sentirlo ... ?
MARIA
Perché vuoi comprendere
se dici di voler sentire?
*
FAUST Prega per me!
Prega per me! Nient'altro mi intenerisce.
Solo per me stesso so intenerirmi,
nell'illusione di amare e di sentire
nella quale a forza ho indugiato.
Prega per me, per me! Solo a tanto arriva
il mio tentantivo di voler amare.
*
FAUST
Prega per me, Maria!
MARIA
(Pregare per te? Si, lo farò, ma dimmi cos'hai).
FAUST
Prega per me e chiedi a Dio (... )
Prega per me, Maria, e sentirò
una calma d'amore calare sul mio essere
come quando il chiardiluna trasforma il lago
immobile in un miracolo di bellezza.
Prega per me, cosi: oh Dio, mio Dio,
FAUST 126
*
Um corpo humano!
As vezes, eu olhando o proprio corpo
Estremecia de terror ao ve-lo
Assim na realidade, tao carnai.
Encarnaçao do mistério, tao pr6ximo
Misteriosidade e transcendente
Apontar-se-(me) em mim do negro e fundo
Mistério do universo.
*
Sinto esse frio coraçao eu mesmo
Admirado de ser um coraçao,
Tiio &io esta! ] a o sonho
Porque quis fingir para mim mesmo
Esquece-lo.
AITO TERZO
*
Un corpo umano!
A volte, se mi guardavo il corpo,
rabbrividivo di panico a vederlo
nella sua realtà, cosi carnale.
Incarnazione del Mistero, enigma
cosi vicino e trascendente
indicazione in me stesso del nero e fondo
mistero dell'universo.
*
Sento questo mio cuore freddo
meravigliato che sia un cuore,
tanto freddo è! Ormai lo sogno
poiché ho voluto fingere per me stesso
di dimenticarlo.
FAUST 132
*
... Mas eu niio ouso. 6 horror e tortura!
O transcendente horror de um ser h umano!
Beijar na boca urna consciencia, um ser,
O mistério encarnado em nu e s6lido.
A nudez (. .. )
Ha entre alma e alma um abismo. Saber
Que me esta vendo urna alma em (... ), nudez
E acto de amor!
Nào a nudez da estatua,
Mas a nudez viva, cheia de olhar-me
Até que me apavoro de pensa-lo.
Nem tenho gestos para /saber/ amar,
Nem alma para tirar ao mero-oco
Pensar aqudes gestos, o horror
Que vem de eles saberem a mistério.
*
Horror! Conhecer intimamente
O transcendente horror du.m corpo humano!
Sentir o mistério doutra vida
Tào intimamente p erto ... quase nosso
É como que carnalizar em h6rrida
lntranscendencia o mistério em si.
(Dialogo na treva?)
*
... Ma io non oso. Oh orrore e tortura!
ntrascendente orrore di un essere umano!
Baciare sulla bocca una coscienza, un essere,
il mistero incarnato nudo e solido.
La nudità (. .. )
C'è fra un'anima e l'altra un abisso. Sapere
che un'anima mi sta guardando in (. .. ),nudità
e atto di amore!
Non la nudità della statua,
ma la nudità viva, che mi guarda fissa
finché non mi spavento di pensarlo.
Non ho gesti per saper amare,
né anima per togliere, al semplice e vuoto
pensare quei gesti, l'orrore
che proviene dal fatto che conoscano il mistero.
*
Orrore! Conoscere intimamente
il trascendente orrore di un corpo umano!
Sentire il mistero di un'altra vita
cosi intimamente vicino ... quasi nostro,
è come se si carnalizzasse in un orribile
non-trascendenza il mistero in sé.
*
Monologo na /Noite/
Sou a Consciencia em 6dio ao inconsciente.
Sou um simbolo encarnado em dor e Odio
Pedaço d'alma de possivel Deus
Arremessado para o mundo
Com a saudade pavida da patria
A cujo horror tremo ao pensar voltar
Mas sem nada da (... ) e da ilusao
Para viver neste desterro. Amor,
Paz, amizade, tudo quanto /ajuda/
A viver a mentira do universo
Falha-me e eu (... )
6 sistema mentido do universo
Estrelas-nadas, sois irreais
Oh com que odio carnai e estonteante
Meu ser de desterrado vos odeia.
Eu sou o inferno. Sou o Cristo negro
Pregado na cruz ignea de mim mesmo
Sou o saber que ignora;
Sou a insania da dor e do pensar
Sobre o livro de horror do mundo.
Por que fui eu, amaldiçoado horror
Que me fizeste ser e que eu nem posso
Pensar para te arnaldiçoar, ou crer
Em ti, tio cheio do consciente e mensurante
Que o Odio me nio cegue para ver
Que nio sei que tu és para saber
Se sequer poderei pensar odiar-te.
A'ITO TERZO 137
*
Monologo nella Notte
Sono la Coscienza in odio all'incosciente.
Sono un simbolo incarnato in dolore e in odio,
brandello d'anima di ipotetico Dio
scaraventato nel mondo
con la nostalgia pavida della patria
al cui orrore tremo se penso di tornare
ma senza nulla della( ... ) e dell'illusione
per vivere in questo esilio. Amore,
pace, amicizia, tutto quanto aiuta
a vivere la menzogna dell'universo
mi viene meno e io( ... )
Oh sistema simulato dell'universo
stelle-nienti, soli irreali
oh, con quale odio carnale e frastornante
il mio essere di esiliato vi odia.
Io sono l'inferno. Sono il Cristo negro
inchiodato sulla croce ignea di me stesso.
Sono la scienza che ignora;
sono l'insania del dolore e del pensare
sopra il libro dell'orrore del mondo.
Poiché sono stato io, maledetto orrore
che mi hai fatto essere e al quale non posso
pensare per maledirti, o per credere
in te; cosi pieno di coscienza e di misura
da non essere accecato dall'odio, da capire
che non so chi sei, da sapere
se almeno potrò pensare di odiarti.
Terzo intermezzo
Se eu morrer, na minha cova
Ponham letreiro mostrando
Que morri quando era nova
Que morri sempre te amando.
6-I0-1916
PRIMEIRA VOZ
Que forma velada
Que oculto esplendor
De longe me agrada?
Nem fonna, nem cor ...
l S6 o vago palor
De chama azulada/
Quem diz que nao seja
A forma o que tem,
O que s6 se deseja
E nunca se obtém ...
A sombra do bem
Que em sonhos se almeja?
Oh, paira distante,
se sempre ilusao
T eu vulto levante
Minha dor do chio
E o meu coraçao
Nao mais desencante!
Oh paira distante
E incerto, flutuante,
Ondeia fragrante
Teu vulto, visào,
O meu coraçao
Nao mais desencante!
Se morirò, sulla mia tomba
mettete un'epigrafe che dica
che sono morta da giovane
che sono morta amando te.
6 ottobre I9I6
PRIMA VOCE
Quale velata forma,
quale occulto splendore
da lontano mi arride?
Né forma né colore ...
Solo il vago pallore
di una fiamma azzurrina.
Perché mai non sarà
la forma quel che ha,
quel che solo si desidera
e mai si raggiunge,
l'ombra del bene
che in sogno si vagheggia?
Oh, aleggia lontano,
sii sempre illusione,
la tua sagoma sollevi
da terra il mio dolore
e mai piu del mio cuore
infranga l'incanto!
Oh, aleggia lontano
e incerta, fluttuante,
ondeggia fragrante
la tua sagoma, oh visione,
mai piu del mio cuore
infranga l'incanto!
FAUST
SEGUNDA [voz]
Quem fez pairar por sobre a vida
A aura alada, névoa incerta
Que da a dor esperança e à vida
A brisa, a (. .. ) e a aberta?
N un ca eu te conheça,
lncerteza, afago ...
Silencio, começa
Onde eu me embriago.
Nunca eu te adivinhe
Anseio, visiio,
Sonho que acarinhe
O meu coraçiio.
Mar alto, niio dei.xes
O barco voltar ...
Meus olhos niio feches
Dei.xa-me sonhar.
*
Dos montes, dos vales,
Das luzes, das flores
O prazer vem;
Que importa, pois, Tempo, que te resvales?
Riamos, que amores pra outros amores,
Siio o Além!
Ha risos e beijos
E olhares e abraços
De amor,
E risos e olhares acendem desejos,
E dizem matar-se em corpos e braços
Num estertor.
E como a verdade
E a existencia
É o prazer nu,
Dancemos.
'I'E.RZO INTERMEZZO 143
SECONDA [voce]
Chi ha fatto aleggiare sopra la vita
l'aura alata, nebbia incerta
che al dolore dà speranza, e alla vita
dà brezza, la (. .. ) e aperta?
Che mai ti conosca,
titubanza, carezza ...
Silenzio, comincia
dove io provo ebbrezza.
Che mai ti indovini,
anelito, visione,
sogno che lusinghi
il mio povero cuore.
Vasto mare, non permettere
che la nave ritorni ...
Non chiudermi gli occhi,
lasciami sognare.
*
Dai monti, dalle valli
dalle luci, dai fiori
giunge il piacere;
Che importa, dunque, oh Tempo, che tu scivoli?
Ridiamo, ché cii amori per altri amori
Sono l'Oltre!
Ci sono risa e baci
e sguardi e abbracci
di amore,
e risa e sguardi accendono brame
e dicono di uccidersi in corpi e braccia
in uno spasimo.
E come la verità
e l'esistenza,
il piacere è nudo,
balliamo.
Atto quarto
O decorrer dos dias
E todo o subjectivo e objectivo
Envelhecer de tudo nào me d6i
Por sentido, mas sim por ponderado;
Nem ponderado d6i, mas apavora.
Tudo tem as raizes na treva
Do mistério e eu sou disso sempre
Demasiado consciente, muito
Atento ao /substancial/ de existir
E à imanencia do mistério em tudo.
Cada cousa p'ra mim é porta aberta
Por onde vejo a mesma escuridào.
Quanto mais olho mais eu compreendo
De quanto é escura aquela escuridào;
/E quanto mais o compreendo mais
Me sinto escuro em o compreender/.
Desde que despertei para a consciencia
Do abismo da morte que me cerca,
Nào mais ri nem chorei, porque passei,
N a monstruosidade do sofrer,
Muito além da loucura da que ri
Ou da que chora, monstruosamente
Consciente de tudo e da consciencia
Que de tudo horrivelmente tenho.
Todas as mascaras que a alma h umana
Para si mesma usa, eu arranquei ...
A propria duvida, trementemente
Arranquei eu de mim, e inda depois
Outra mascara (... ) arranquei
Mas o que vi entào - essa nudez
Da consciencia em mim, como relampago
Que tivesse urna voz e urna expressào,
Gelou-me para sempre em outro ser
Do mesmo antes, ja (. .. ), eu.
n fluire dei giorni
e l'invecchiare di tutto, soggettivo
e oggettivo, non mi duole
perché lo sento ma perché lo penso;
e se lo penso non duole ma atterrisce.
Ogni cosa ha le sue radici nella tenebra
del mistero e di questo sempre fui
troppo cosciente, troppo
attento al sostanziale dell'esistere
e all'immanenza del mistero in tutto.
Ogni cosa è per me una porta aperta
attraverso cui vedo un'oscurità identica.
Piu guardo e piu mi rendo conto
di quanto sia oscura quell'oscurità;
e piu capisco e piu
mi sento oscuro nd capirlo.
Da quando mi sono svegliato alla coscienza
dell'abisso della morte che mi assedia,
non ho piu riso né pianto, perché sono passato,
per la mostruosità del soffrire,
molto oltre la follia ilare
e la follia in lacrime, mostruosamente
cosciente di tutto e della coscienza
che di tutto ho terribilmente.
Ho strappato tutte le maschere
che l'anima degli uomini usa per se stessa ...
Perfino il dubbio, tremando,
ho strappato da me, e poi ancora
un'altra maschera (. .. ) ho strappato;
ma ciò che ho visto allora - quella nudità
della mia coscienza, come un lampo
che avesse una voce e un'espressione,
mi ha gelato per sempre in un altro essere
diverso da quell'io di prima, ormai (. .. )
FAUST
FAUST
Febbre! Febbre! Sto tremando di febbre
e di delirio, e ancora cosi è grato
tutto questo a ciò che non so che accade
senza il proposito di accadere e... no, no, no .. .
Sono rimasto fingendo di fuggire ... Fuggirò .. .
Dove sono? Cosa è stato? Che faccio qui?
L'anima mi brucia, mi brucia, brucia
come una cosa che brucia.
(esce di casa fuggendo)
- Vecchio, non potresti
trovarmi una medicina per la vita?
FAUST
VELHO
Para que avanças? Eu que mal te fiz?
FAUSTO
O filtro; da-me o filtro.
VELHO Mas nao posso.
FAUSTO
Velho, repara em mim. Ha na minha alma
Urna ira calma e fria! Foge que eia
Na acçào te mostre o que é.
VELHO Nao posso dar-te,
Em verdade to digo, o filtro. Eu
Fiz-te o bem que pude; porque entào
Avançando assim calmo para mim
No horror de qualquer (... ) intençao
Te vejo o mesmo sempre? Poupa-me isso
T errivel que ha em ti e que nào trais
Em movimento ou vaga intirnidade
Do olhar ... Piedade, piedade ...
Piedade, senhor! Eu dou-te o filtro
Eu dou-te o filtro. Piedade eu dou.
VECCHIO
Perché mi muovi contro? Che male ti ho fatto?
FAUST
n filtro; voglio il filtro.
VECCHU> Non posso!
FAUST
Vecchio, guardami. C'è nell'anima mia
un'ira calma e fredda! Evita che essa
si palesi a te nd suo vero volto.
VECCHIO Non posso,
in verità, darti qud filtro.
lo ti ho fatto il bene che ho potuto; e infatti
mentre muovi calmo verso di me
nell'orrore di una(. .. ) intenzione
ti vedi immutato. Risparmiami
quanto di terribile c'è in te e che non tradisci
in movimento o vaga intimità
dello sguardo ... Pietà, pietà ...
Pietà, signore! Ti darò il filtro!
Te lo darò! Pietà, te lo darò!
*
Eu quisera poder abrir a mao
E deixar-te cair. Atrais-me estranho
E vago horror, tu liquido que podes
Adonnecer-me na loucura e( ... )
ATI'O QUARTO
*
Vorrei poter aprire la mia mano
e !asciarti cadere. Tu mi attrai, strano
e vago orrore, liquido che puoi
danni il sonno della follia e (... )
FAUST r6h
*
No escuro mesmo destes pensamentos
Acordo às vezes e entao eu sinto
Quiio longe do real e do humano
Da superficie lucida da vida
Me acho sepulto confrangidamente
Com urna consciencia e nitidez
Aguda e transcendente. Dolorido
Mais que alma até ao intimo do ser.
*
Ah, o horror de morrer!
E encontrar o mistério &ente a &ente
Sem poder evita-lo, sem poder...
*
Beber a vida num trago, e nesse trago
Todas as sensaçòes que avida da
Em todas as suas formas, boas, mas,
Trabalhos e prazeres, e oficios,
Todos lugares, viagens, exploraçòes
Crimes, lascivias, decadencias todas.
*
Anche nel buio di questi pensieri
mi sveglio a volte e allora sento
quanto lontano dal reale e dall'umano,
dalla lustra superficie della vita
io sia sepolto dolorosamente
con una coscienza e con una nitidezza
acuta e trascendente. Con un dolore
che attraversa l'anima fino all'intimo essere.
*
Ah, l'orrore di morire!
E trovare il mistero faccia a faccia
senza poter evitarlo, senza potere ...
*
Bere la vita d'un sorso e in questo sorso
tutte le sensazioni che la vita offre
in tutte le sue forme buone e cattive,
fatiche e piaceri, e mestieri,
tutti i luoghi, viaggi, esplorazioni,
crimini, lascivie, tutte le decadenze.
Prima desideravo
confondermi con gli alberi, coi fiori,
sognare nelle rocce mari e solitudini,
FAUST IM
*
Cantemos que a vida
De nada nos serve
Que em n6s a garrida
Cançào desmedida
Do vinho referve!
Cantemos, cantemos,
É medrosa a dor
E pegando em remos,
Buscando-as iremos
As praias do amor!
Cantemos as belas
Que sabem amar,
Vamos que as estrelas,
ATIO QU~RTO
*
Cantiamo, ché la vita
a nulla ci serve,
ché in noi la leggiadra
canzone sfrenata
del vino ribolle!
Cantiamo, cantiamo,
il dolore è vigliacco,
e prendendo i remi,
cercandole raggiungeremo
le spiagge dell'amore!
*
FAUSTO (na taberna)
Ja nao tenho alma. Dei-a à luz e ao ruido
so sinto um vacuo imenso onde (a) alma tive ...
Sou qualquer cousa de exterior apenas,
Consciente apenas de ja nada ser ...
Pertenço à estilldia e à crapula da noite,
Sou ser delas, encontro-me disperso
Por cada grito bebado, por cada
Tom de luz no ampio bojo das botelhas.
Participo da névoa luminosa
Da orgia e da mentira do prazer.
E urna febre e um vacuo que ha em mim
Confessa-me ja morto ... Palpo em tomo
De minha alma os &agmentos do meu ser
Com o habito imortal de prescrutar-me
E nao sei onde estou, ou quanto sou,
Em que terreno de ruido e( ... )
Enterrei o meu espirito febril.
Mas nao é inda o fim. loda é preciso
Que a morte me desmembre em outro, e eu fique
Ou o nada do nada ou o de tudo
E acabe enfim esta consciencia oca
Que de existir me resta.
Sinto um tropel esfuziante e quente
De prop6sitos-sombras, e de impulsos
Transbordado do calix da consciencia
Para cima da vi da ... Sinto e m mim
Gritos de impulsos, (... )
Sinto que qualquer coisa vai fazer-me
Conceber o horror da acçao e ousio
Em que dispersarei enfim o resto
Da minha alma ja oca. Cesse, cesse
Para sempre a minha alma de ser minha,
Abafe-lhe a consciencia de existir
ATTO QUARTO
*
FAUST (nella taverna)
Non ho piu l'anima. L'ho data alla luce e al rumore.
Al suo posto sento solo un grande vuoto ...
Sono solo qualcosa di esterno,
consapevole di non esser p ili niente ...
Appartengo alla baldoria e alla crapula notturna,
so farmi cosa loro, mi trovo disperso
in ogni grido d'ubriaco, in ogni
tono di luce nell'ampio ventre delle bottiglie.
Partecipo della nebbia luminosa,
dell'orgia della menzogna del piacere.
E la febbre e il vuoto che sono in me
mi dichiarano già morto ... Cerco intorno
alla mia anima i frammenti del mio essere
per l'abitudine immortale di scrutarmi,
e non so dove sono, né cosa sono,
e in quale terreno di rumore e( ... )
ho sotterrato il mio spirito febbrile.
Ma non è ancora la fine. È necessario ancora
che la morte mi smembri in un altro, e io resti
o il nulla del nulla, o il nulla di tutto
e cessi finalmente questa coscienza vuota
di esistere che mi resta.
Sento uno scalpiccio sibilante e impetuoso
di propositi-ombre, e di impulsi
che traboccano dal calice della coscienza
sopra la vita ... Sento in me
grida di impulsi, (. .. )
sento che qualcosa mi farà
concepire l'orrore dell'azione e la temerarietà
in cui disperderò infine quel che resta
della mia anima già vuota. Che la mia
anima cessi per sempre di esser mia,
e la mia voce soffochi la sua coscienza
FAUST
*
Ah, o horror metafisico da Acçào!
Os meus gestos separaru-se de mim
E eu vejo-os no ar, como as velas dum moinho,
Totalmente niio meus, e sinto dentro
Deles a minha vi da circular!
Sou sempre o mesmo, sempre o mesmo, sempre!
Sempre o que tudo vè e tudo sente
No seu sentido misterioso e enorme ...
Nas minhas veias o mistério é o sangue ...
Sempre ... Nada me cura nem me apraz!
Ah qualquer coisa
Que anulasse meu sere mo deixasse! ...
*
Pouco a pouco
O mundo volta a ser do pensamento
Regressa a ser sentido.
E por onde subira,
Por esses degraus de mistério
ATI'O QUARTO 173
*
Ah, l'orrore metafisica dell'Azione!
I miei gesti si separano da me
e io li vedo nell'aria, come le vele di un mulino,
totalmente non miei, e sento
dentro di essi la mia vita che circola!
Sono sempre lo stesso, sempre lo stesso, sempre!
Sempre colui che tutto vede e tutto sente
nel suo senso misterioso e enorme;
nelle mie vene il mistero è il sangue ...
Sempre ... Nulla mi guarisce né mi piace!
Ah, una cosa qualunque
che annullasse il mio essere e me lo lasciasse!. ..
*
A poco a poco
il mondo appartiene di nuovo al pensiero,
di nuovo esso rientra nella coscienza
di nuovo lo si sente.
E per dove era salito,
per quei gradini del mistero,
FAUST 174
Desceu o mundo, de mistério a etéreo
De etéreo a alma so perante a lira.
Pouco a pouco.
Lento e suave,
Comoovoo
De urna ave
Que se cansa
Regressa o mundo ao mundo
Orfeu, que se afasta, avança
Pouco a pouco, pelo( ... ) profundo.
AlTO QUARTO 175
*
Quero fugir ao mistério
Para onde fugirei?
Ele é a vida e a morte
6 Dor, onde me irei?
*
21-6-1909
Com o coraçiio estranho
Escutei essa cançiio
Esse mundo donde venho
E este nosso onde me tenho
Qual é a ilusiio?
*
Lagrimas, chorar-vos-ei
E a vida em v6s, pouco a pouco,
Il DESTINO
Le mie mani invisibili
pesano sul mondo
e le cose, insensibili
alloro comune fato profondo,
dormono nel sogno della verità
detto la loro libertà.
*
Voglio fuggire al mistero;
verso dove fuggirò?
esso è la vita e la morte.
Oh Dolore, dove me ne andrò?
*
21 giugno 1909
*
Lacrime, vi piangerò
e piangerò in voi la vita, piano piano;
FAUST
E chorando ficarei
Num silencio d'alma louco.
*
UMA VOZ
Quando a noite /suave/ desce
- Sombra de maos em perdao -
6 mao da Tristeza tece,
O Manto da Solidao.
Tece-o qual urna mentira,
Que o meu triste coraçao
Quer vesti-lo p'ra cobrir
o nu da desilusao.
OUTRA VOZ
l Enche a taça da minha alma
Da bebida do sofrer
Que transborde fria e calma
Sobre a mio do esquecer;
Do que da o amargor
As lagrimas ... Quero ver
Se encontro ai mais amor
Para a bebe-lo morrer /.
TERCEIRA VOZ
Cava-me a cova profunda,
Quero em sossego dormir;
Nao na terra- é pouco funda;
Vai a minha cova abrir
Do sonho na solidao
E p0e ao meu (... )
Por laje o meu coraçào
Que inda nào soube sorrir.
UMA VOZ TRISTE
Um canto e outros, mas tu do triste,
Soluços gu'rendo-se a si esquecer;
A lira velha disso que ex.iste
Tem sons que fazem estremecer.
QUARTO INTERMEZZO 181
e piangendo resterò
in un silenzio di anima insano.
*
UNA VOCE
Quando la notte soave scende
- ombra di mani in perdono -
oh madre della Tristezza, tessi
il Manto della Solitudine.
T essilo come una menzogna
che il mio dolente cuore
vuole indossare per capire
la nudità della delusione.
UN'AL TRA VOCE
Riempi il calice della mia anima
con la bevanda della sofferenza,
che trabocchi fredda e calma
sulla mano dell'oblio;
su quel che dà amarezza
alle lacrime ... Voglio sapere
se trovo in ciò piu amore
e, nel berlo, morirò.
TERZA VOCE
Scavami la fossa profonda,
voglio dormire in pace;
non nella terra- è poco profonda;
aprimi la mia tomba
nella solitudine del sogno
e metti al mio (... )
come lapide il mio cuore
che non ha mai sorriso.
UNA VOCE TRISTE
Un canto e molti canti, ma tutto triste,
dei singhiozzi che vogliono scordare se stessi;
la lira vecchia di Quello che esiste
ha accordi che fanno agghiacciare.
FAUST IH.l
TECEDEIRAS A TECER
Teçamos, teçamos
O pano da vida.
T eçamos, teçamos
Com louca lida.
De negro, de negro
Com pontos dourados,
De negro, de negro
Com breves bordados.
T eçamos a rede
Da vida em tear
Que a morte tem sede
Da rede rasgar.
T eçamos, teçamos
Pr'a cedo acabar.
UMA VOZ
T oda de negro, toda escura
Rede da vida tece aqui
( ... )
*
UMA VOZ
Eu sou o Spirito de Alegria,
Minha mortalha minha miio fia,
Fia-a contente de ter que fiar.
Por isso a fia sem a acabar,
Fia de noite, fia de dia,
Il Faust Negro
(Prologo all'Inferno)
TESSITRICI CHE LAVORANO
Tessiamo, tessiamo
il panno della vita.
T essiamo, tessiamo,
con alacre lavoro.
Di nero, di nero
con punti dorati,
di nero, di nero
con brevi ricami.
T essiamo la rete
della vita in telaio
ché la morte ha sete
di strappare la rete.
Tessiamo, tessiamo,
che presto finiamo.
UNA VOCE
Tutta di nero, tutta di scuro,
rete della vita tessi qui
( ... )
*
UNA VOCE
lo sono lo Spirito di Allegria,
la mia mano tesse il mio sudario,
lo tesse contenta perché tessere deve.
Perciò lo tesse senza terminare,
tesse di notte, tesse di giorno,
FAUST 188
A MORTE
Em mim acaba
Mudo, profundo
Como ruina que desaba
Tudo o que vive e sente o mundo.
A humanidade cujo rir
É um esquecimento fundo
Sabe, sem o analisar,
Que em mim naufraga o sentir
Nos rochedos do pensar.
*
Valendo mais ou menos entre si
varias formas de erro equidistantes
No seu valor reale a s6 verdade
Infinitamente inatingivel.
A verdade
lntuitivamente, de repente
Se compreenderia, sem a duvida,
Por todos; o universo nao contém
Esta verdade. Porque pois buscar
Sistemas vaos de vas filosofias
Religiòes, seitas, pensadorias [sic]
Se o erro é a condiçao da nossa vida,
A unica certeza da existencia?
ATTO QUINTO
LA MORTE
In me finisce
muto e profondo
come macerie crollanti
tutto ciò che il mondo sente e vive.
L'umanità il cui ridere
è un solenne oblio,
sa, senza saperlo,
che in me naufraga il sentire
sulle rocce del pensare.
*
... Poiché valgono ugualmente fra di loro
le varie forme equidistanti dall'errore,
nel loro valore reale, e la verità
è infinitamente irraggiungibile.
La verità
intuitivamente sarebbe capita
all'improvviso, senza piu dubbi,
da tutti; l'universo non contiene
questa verità. Perché dunque cercare
sistemi vani di filosofie,
religioni, sette e dottrine vane,
se l'errore è la condizione della nostra vita,
l'unica certezza dell'esistenza?
FAUST
*
Mundo confranges-me por existir.
T enho-te horror porque te sinto ser
E compreendo que te sinto ser
Até às fezes da compreensao.
Bebi a taçu (... )do pensamento
Até ao fim; reconheci-a pois
Vazia e achei horror. Mas eu bebi-a.
Raciocinei até achar verdade,
Achei-a e nao a entendo. ]a se esvai
Neste desejo de compreensao
lnatendido inalteravelmente,
Neste lidar com seres e absolutos
O que em mim por sentir me liga à vida
E pelo pensamento me faz homem.
Ja nao penso como antes, nem que existo
Nem que existisse. E neste orgulho certo
Fechado mais ainda e alheado
Me vou do limitado e relativo
Mundo em que arrasto a cruz do meu pensar.
/Com dolorosas incompreensòes
E com compreensòes mais dolorosas/
AlTO QUINTO
*
Mondo, tu mi affliggi perché esisti.
Mi fai orrore perché ti sento essere,
e capisco che ti sento essere
sino al piu profondo della comprensione.
Ho bevuto il calice (. .. ) del pensiero
fino alla fine; poi l'ho visto
vuoto e ho provato orrore. Ma l'ho bevuto.
Ho congetturato fino a trovare verità;
l'ho trovata e non la comprendo. Ecco che già
svanisce
in questo desiderio di comprendere
immutabilmente inappagato,
in questo commercio con esseri e assoluti
ciò che attraverso il sentire mi lega alla vita
e attraverso il pensiero mi rende uomo.
Non piu come una volta penso di esistere
o di essere esistito. E chiuso ancora di piu
in questo orgoglio forte ed estraneo
esco dal finito e relativo
mondo in cui trascino la croce del mio pensare.
Con dolorose incomprensioni
e comprensioni piu dolorose ancora.
FAUST
*
O animai teme a morte porque vive,
O homem também, e porque a desconhece.
SO a mirn me é dado com horror
Teme-la por lhe conhecer a inteira
Extensào e mistério, por medir
O infinito seu de escuridào.
Nào que a conheça, nào, nem compreenda
Mas que como ninguém meço e compreendo
Toda a extensào do seu mistério negro.
Para esta minha dor nao foram feitas
Palavras que expressem e nem mesmo
Sentimento que a sinta como tal.
Dor que transcende o verbo e o sentimento
Criando um sentimento para si
Do qual o Horror é apenas a aparencia
Pensavel e sensivel do exterior.
Indefinivel sentimento fundo
Que me foge quando eu a analisa-lo
Me preparo e s6 deixa como um rasto
Da fantasmica luz de escuridao
A qual cerrar os olhos d'alma /tenho/.
O horror cabe bem n'alma, mas aqui
Nào me cabe urna alma neste horror. Além
Do vulgar medo à /extinçao/ suprema
Ha a épica aceitaçao da morte
E além d'ambas este perder d'alma
Num escurecido e lucido terror.
*
Eu sou como um que entre o mar que lhe avança
Se ve e entre um rochedo alto e (... )
Mas com maior horror- ah, guao maior!-
Perante a morte - aquilo que eu temo
Com horror que transcende todo o horror
Que os homens hao sentido - lhe aproxima ...
*
Il segreto del Cercare è che non si trova.
Eterni mondi, infinitamente,
gli uni negli altri, senza fine decorrono
inutili. Noi, Dèi, Dèi di Dèi,
in essi intercalati e perduti
neppure noi stessi nell'infinito troviamo.
Tutto è sempre diverso, e sempre avanti
agli uomini e agli Dèi va l'incerta luce
della verità suprema.
*
Io sono come uno che si vede fra il mare
che lo lambisce e un'altra roccia e (... ),
ma con maggior orrore - ah, quanto grande! -
si avvicina alla morte: ciò che temo
con un terrore che trascende ogni terrore
che gli uomini hanno avuto ...
*
FAUST
13 gzugno 1917
Ma ah! se la morte, senz'essere niente o notte,
non spiegasse niente, e eternamente
vagabondi coscienti dell'eterno errore,
le nostre presenze pavide girassero
nell'eterna circonferenza del mistero,
esuli dall'astratto centro! Ah! chi ci dice
che quell'orrore che ogni vita fissa
e non vuoi vedere, non ci conduca a un'altra
specie di vita, diversa da questa,
ma anch'essa della verità ignara?
Chi dice che quando la vita cessa, l'illusione
finisce, o che la morte, liberandoci
dalla limitata personalità
non ci lanci in un'altra, sempre lontano
dal punto ignoto dove piu niente è falso?
*
a morte, a incompreendida
Revelaçao do mais que incompreendido.
*
Afastais-vos de mim, outrora horror
De mim pensado, e urn grato sono pesa
Ja sobre o que me sinto. Como quando
A fadiga, em principio de dormirmos,
Se torna um prazer vago e um começo
Do sono em que a percamos, assiro pouco
A pouco um murmuro cessar da mente
Me inebria de sombras e me esquece
De mim, e me anoitece lentamente.
*
J a oiço o impetuoso
Circular rufdo de arrastadas folhas,
E nurn vago abrir d'olhos na luz sinto
As amarelid6es e palidezes
Onde o outono sopra nuamente.
Deixa-lo que assiro seja- que me importa?
Como um fresco lençol eu quereria
Puxar sombra e silencio sobre miro
E dormir- ah dormir!- num deslizar
Suave e brando para a inconsciència
Num apagar sentido docemente.
*
20-I0-]3
*
la morte, l'incompresa
rivelazione del piu che incompreso.
*
Vi allontanate da me, pensati orrori
di me stesso, e un grato sonno pesa
ormai su ciò che mi sento. Come quando
la fatica, sulla soglia del sonno,
diventa un piacere vago e un principio
del sonno dove perderla, cosi a poco
a poco un sussurrante cessare del pensiero
mi inebria di ombre, e di me mi fa
dimenticare, e lentamente mi rende notte.
*
Già sento l'impetuoso
rumore circolare di foglie trascinate,
e in un vago aprir di occhi nella luce sento
i toni gialli e i pallori
sui quali l'autunno soffia nudamente.
Lascia che sia cosi, cosa ti importa?
Come un fresco lenzuolo io vorrei
tirare ombra e silenzio su di me
e dormire- ah, dormire!- scivolando
soavemente verso l'incoscienza
in uno spegnersi sentito con dolcezza.
*
20 ottobre 1933
Dell'errore eterno nel viaggio eterno
tutto quanto puoi sapere nell'anima che osa,
è sempre nome, sempre linguaggio,
il velo e il mantello di un'altra cosa.
FAUST 200
*
Nem que conheças de frente o Deus,
Nem que o eterno te de a mao,
Ves a verdade, rompes os véus,
T ens mais caminho que a solidao.
Todos os astros, inda os que brilham
No céu sem fundo do mundo interno,
Sao so caminhos que falsos trilham
Eternos passos do erro eterno.
Volta a meu seio, que nao conhece
Enigma ou deuses porque os nao ve,
Volta a meus braços, neles esquece
Isso que tudo so finge que é.
Meus ramos tecem doceis de sono,
Meus frutos ornam o arvoredo;
Vem a meus braços em abandono
T odos os Deuses fazem so meda.
Nao ha verdade que consigamos,
Ao Deus dos deuses nunca has-de ver ...
Doceis de sono tecem meus ramos.
Dorme sob eles como qualquer.
*
D' outra vida mais bela
A esperança ja desesperada,
A gélida e constante aspiraçao.
*
Eu procurei primeiro o pensamento,
Eu quis, depois, a imortalidade ...
Um como o outro so deram ao meu ser
A sombra fria dos seus vultos negros
Na noite eterna longe dos meus braços ...
Eu procurei depois o amor e a vida
ATTO QUINTO 201
*
Se anche tu vedessi di fronte il Dio,
se anche l'eterno ti desse la mano,
non vedresti verità, non romperesti il velo,
non avresti altro cammino che la solitudine.
Tutti gli astri, anche quelli che brillano
nel cielo senza fondo del mondo interno,
sono solo cammini percorsi da falsi
eterni passi dell'errore eterno.
T orna al mio seno, che non conosce
enigma o Dèi, perché non li vede;
torna alle mie braccia e in esse scorda
ciò che ogni cosa solo finge di essere.
I miei rami tessono baldacchini di sonno,
i miei frutti adornano l'albereto;
torna alle mie braccia in abbandono,
tutti gli Dèi fanno solo paura.
Non c'è verità che noi raggiungiamo,
il Dio degli dèi non vedrai mai ...
Baldacchini di sonno tessono i miei rami.
Dormi li sotto come un uomo qualunque.
*
Di un'altra vita piu bella
la speranza già disperata,
la gelida e costante aspirazione.
*
Prima ho cercato il pensiero,
poi l'immortalità ...
Entrambi mi banno dato soltanto
la fredda ombra delle loro sagome scure
nella notte eterna lontano dalle mie braccia ...
Poi bo cercato l'amore e la vita
FAUST 20J
Monologo à Noite
T enha eu a dimensào e a forma informe
Da sombra e no meu proprio ser sem forma
Eu me disperse e suma!
Torna-me, 6 noite enorme, e faz-me parte
Do teu frio e da tua solidào,
Consubstancia-me com os teus gestos
Parados, de silencio e de incerteza,
Casa-me no teu sentido de (. .. )
E anulamento ... Que eu me torne parte
Das raizes noctumas e dos ramos
Que se agitam ao luar ... Seja eu p'ra sempre
Urna paisagem numa encosta ern ti ...
Numa absoluta e(. .. ) inconsciencia
Eu seja o gesto irreal do teu beijo
ATTO QUINTO 203
Epilogo?
FAUSTO (numa cama acordando, abre os olhos)
Vivo! Pois vivo ainda! Torno aver-te,
Pil.ida luz, silente luz da tarde,
Que ora me enleias dum calado horror!
Onde estou? Onde estive? Ferve em mim,
Numa quietaçao indefinida,
Um eco de tumultos e de sombras
E urna coorte como de fantasmas
Oscilantes. E luzes, cantos, gritos,
Desejos, lagrimas, chamas e corpos,
Num referver (... )e misturado
Numa esvafda confusao nocturna,
Como tendo piedade de deixar-me
Sinto passar em mim, como vis6es.
Nem com esforço recordar-me posso
Se sao fantasmas ou vagas lembranças;
Nao me lembro de vida alguma minha
E o necessario esforço desejado
P'ra recordar-me nao o posso ter.
Epilogo?
FAUST (svegliandosi su un letto, apre gli occht)
Vivo! Vivo ancora! Ti rivedo,
pallida luce, silente luce della sera,
che mi stringi con un muto orrore!
Dove sono? Dove fui? Brucia in me
in una indefinita quiete
un'eco di tumulti e d'ombre
e una specie di coorte di fantasmi
oscillanti. E luci, canti, grida,
desii, lacrime, fiamme e corpi,
in un ardore(. .. ) e promiscuo,
in una languida inquietudine notturna,
e come se avessi pietà di !asciarmi
sento passare in me delle visioni.
E anche sforzandomi non posso ricordare
se sono fantasmi o memorie vaghe;
non mi ricordo di nessuna vita mia
e il necessario e desiderato sforzo
per ricordarmi non lo posso avere.
*
Vejo que delirei.
Nem delirando fui feliz; mas fui-o
Apenas para obter esse cansaço
Que niio obtive outrora: desejar
A morte enfim. Eis a felicidade
Suprema: recear nem duvidar,
Mas estar de prazer e dor tiio lasso
A nada ja sentir, longe de miro
Como era antigamente: e também longe
Dos homens do (... ) natural
Estranho! com saudade s6 me lembro
Do meu griio tempo de infelicidade,
ATTO QUINTO 207
*
Mi accorgo di aver delirato.
Neanche nel delirio fui felice; ma lo fui
solo per ottenere quella stanchezza
che non ottenni una volta: infine
il desiderio della morte. Ecco la felicità
suprema: non teinere o dubitare,
ma essere cosf stanco di piacere e di dolore
da non sentir piu nulla, fuori di me
come lo ero una volta; e lontano anche
dagli uomini del (... ) naturale
strano! Ricordo solo con nostalgia
il mio lungo tempo di infelicità;
FAUST
l A opressao do rnistério
Mancha-te a alma de luz;
Vem comigo que avanço
Além do vago sidério,
Transluz.
Vamos além do descanso,
Vamos para além da luz/.
FAUSTO
Oh, Morte, vem-me levar!
MORTE
Vem, oh meu filho, aqui estou.
[MORTE)
Colui che nel pensare ha sofferto,
nella pazzia è stato felice.
Ah, vieni con me, ché sei mio.
Ti porterò nel reame
del quale nessuno dice nulla
e che nessuno ha mai immaginato.
FAUST
O Morte vieni a prendermi!
MORTE
Vieni, figlio mio; eccomi!
FAUST
*
UMAvoz (como um suspiro)
Quem sabe se ainda
Niio é mais profundo
Do que pensaste
O enigma do mundo!
Além do Além,
Horror mais horror!
Também deliraste,
Oh monstro de Dor!
Depressa, depressa,
Lembremos enfim:
Pensar é viver,
Mistérios e d or,
Sonhar e descrer
Horror, tudo horror!
Numa noite sem fim.
*
UNA vocE (come un sospiro)
Chissà se ancora
non è piu profondo
di ciò che pensasti
l'enigma del mondo!
oltre l'Oltre,
ci sarà ancora!
Hai perfino delirato,
mostro di Dolore!
Presto, presto,
ricordiamo infine:
pensare è vivere,
misteri e dolore,
sognare e miscredere,
orrore, tutto orrore!
in una notte senza fine.
Filho da noite,
A manhii niio se afoite
Nunca, nunca se afoite.
T oda a esp'rança é vii,
Filho da noi te!
FINALE 217
Faust
Ristampa Anno